Provincia 27
L'ARENA
Domenica 20 Aprile 2014
LAVAGNO. L’areadi400milametriquadratisullaqualedovevasorgereil«QuoVadis»èall’astanelpianoperlaliquidazione COLOGNOLA. Il gruppoèattivoda 35 anni
Ospedaledidon Verzè addio
ma c’è un’offertaperi terreni
Ilsindaco:«Èstata un’occasione
mancata per ilpaesemaadesso
severròconfermatoripristinerò
l’inizialedestinazione agricola»
Stefano Caniato
Ci sarebbe una sola offerta, al
momento, per l’acquisto dei
terreni messi all’asta - quasi
400 mila metri quadrati ai piedi e sul colle di San Giacomo
ora destinati a servizi ed attrezzature pubbliche - in cui don
Luigi Verzè intendeva costruire il suo centro sanitario privato per dispensare l’elisir di lunga vita (120 anni si azzardava)
grazie ai controlli a distanza
dei pazienti: «Quo Vadis» - dove vai? - si chiamava appunto
la medicina 2.0.
«La proposta economica risale tra febbraio e marzo di quest’anno. Non so, però, né chi
l’abbia presentata, né quando
si concluderà la procedura,
perché la somma potrebbe essere ritenuta insufficiente, tanto da ripetere la vendita», spiega il sindaco di Lavagno Simone Albi. «Comunque, non c’è
più tempo per costruire alcunché: nel 2016, scadrà il piano
urbanistico della società “Quo
Vadis”, oggi in liquidazione, approvato nel 2006 dalla Regione Veneto e, di conseguenza,
scadrà anche la convenzione
della stessa società con il Comune», puntualizza Albi.
Al contrario, sia il liquidatore milanese che si occupa del
«Quo Vadis», sia l’avvocato veronese che avrebbe assistito i
titolari dell’offerta per l’asta
non rilasciano dichiarazioni.
Insomma, il dissesto finanziario della Fondazione Monte
Tabor, che controlla l’ospedale
San Raffaele di Milano, fondato dal prete manager originario di Illasi morto a 91 anni il
31 dicembre 2011, ha travolto
anche gli ambulatori polivalenti da cui gli specialisti
avrebbero prescritto le cure.
Telefonini, bracciali, microchip, sensori in casa avrebbero registrato a distanza pressione venosa e arteriosa, equilibrio metabolico e temperatura corporea in modo da attivare i soccorsi in caso di cambiamento improvviso dei dati.
Nelle intenzioni del sacerdote, lo Stato avrebbe potuto assegnare al San Raffaele di Lavagno anche 50 posti letto in
day-hospital riservati alla ricerca, visto che la struttura sarebbe derivata dal San Raffaele di Milano.
Nel 2006, dunque, la Regione approvò definitivamente la
cubatura dei contenitori: quindici edifici, una centrale operativa per i collegamenti satellitari e alcuni campi sportivi.
Nel 2007, sebbene non ci fosse
ancora il progetto dettagliato i volumi divisi in singoli locali,
ciascuno con la propria destinazione - il sacerdote posò la
prima pietra del «Quo Vadis»
assieme all’amico di sempre
Silvio Berlusconi tra auto blu,
guardie del corpo, elicotteri.
Si accennava a finanziatori
pubblici italiani e privati stranieri. Nel frattempo, in attesa
del San Raffaele a Lavagno,
don Verzè aprì sul monte Tabor, a Illasi, degli ambulatori,
stavolta gratuiti, a disposizione della popolazione: l’avam-
Ilprogetto delpolo sanitario«Quovadis» ipotizzatoda donVerzè sulla collinadi SanGiacomo
Oggi,chimai
potrebbeavere
cosìtantisoldi
daspendere
perl’ospedale?
SIMONEALBI
SINDACODILAVAGNO
posto del San Raffaele in Veneto, che sarebbe tuttavia stato a
pagamento. Luoghi e attività
che si sono incrociati continuamente nella vita di don
Verzè. Il San Raffaele di Lavagno sarebbe stato grande la
metà del San Raffaele di Milano. Nel 2009, la società «Quo
Vadis» consegnò al Comune il
progetto particolareggiato della struttura polivalente di Lavagno, riempiendo con corsie
e reparti i fabbricati rimasti fino ad allora delle scatole vuote. L’architettura del complesso venne modificata per essere inserita all’interno del colle
di San Giacomo molto più in
armonia con l’ambiente circostante, senza più le torri inizialmente previste che si elevavano fuori terra.
«Il “Quo Vadis” è un’occasione mancata per Lavagno»,
commenta il sindaco. «Attorno al centro sanitario di don
Verzè si sarebbe potuto sviluppare il paese, con maggiori opportunità lavorative non soltanto per le famiglie, ma anche per le attività produttive e
commerciali. Il San Raffaele è
noto nel mondo, anche Lavagno avrebbe acquistato più visibilità». Per non dire delle migliorie che erano state previste alla circolazione stradale
con la realizzazione di nuova
strada, parallela all’autostrada Milano-Venezia, che avrebbe congiunto l’ingresso della
tangenziale Sud a Vago alla rotonda da ricavare in via San
Giacomo di Sopra, tra la cima
di San Giacomo e il rondò della Quattro strade. L’altra rotatoria sarebbe sorta nella parte
di San Giacomo rivolta verso
Casette di San Martino.
«Oggi, chi mai potrebbe avere così tanti soldi da spendere?», aggiunge il sindaco. Nonostante Albi ritenga che il
«Quo Vadis» sarebbe stato utile alla comunità, promette, da
candidato sindaco quale è,
che se mai tornerà dopo le elezioni primo cittadino «riporterà la parte del colle di San Giacomo interessata attualmente
dal “Quo Vadis” alla sua originaria destinazione agricola».
Ammesso, e non concesso, che
gli eventuali nuovi proprietari
di quegli appezzamenti non
presentino altri piani edilizi. •
© RIPRODUZIONERISERVATA
ARCOLE. Èdonnaanchelaterzacandidataallapoltronadiprimocittadinoalleelezionidimaggio
LauraCristanilancia lasfida
lacorsaa sindacoètuttarosa
Lalista «Concretamente insieme» mette l’efficienzaalprimo posto
Zeno Martini
Altro che quote rose imposte
dal governo: ad Arcole ci sarebbe bisogno delle quote azzurre. Infatti la sfida elettorale
per conquistare la fascia tricolore, si arricchisce di una nuova protagonista. Si tratta di
Laura Cristani, candidata sindaco della lista civica «Concretamente insieme».
Dunque, dopo la sindaco
uscente Giovanna Negro e la
candidata sindaco Anna Ferraro, la terza aspirante è sempre
una giovane donna. Cristani
ha 39 anni, è avvocato e madre
di una bimba, residente a Gazzolo e simpatizza per il centrosinistra, «ma non ho alcuna
tessera politica in tasca, tanto
meno quella del Pd», ci tiene a
precisare.
Infatti la sua coalizione si è
garantita sì l'appoggio del Partito democratico e del centrosinistra arcolese, ma non solo.
Attorno a «Concretamente insieme» hanno trovato convergenza diverse forze politiche,
anche moderate e pure del centrodestra. Insomma una coalizione variopinta che ha trovato un comune denominatore
nella candidatura di Cristani e
un programma amministrativo condiviso. «Il nostro è fatto
di obiettivi concreti», rimarca
la candidata, «attento alle esigenze di tutti i cittadini, sensibile alle esigenze di miglioramento della qualità della vita
dei residenti, di salvaguardia
del territorio, di promozione
dell'economia, per un'idea
condivisa di bene collettivo».
«Vogliamo
rappresentare
tutti i cittadini e raccogliere le
istanze di tutta la comunità»,
sottolinea Nazzareno Fava, segretario del circolo del Pd arcolese, «La nostra coalizione è
frutto del fermento politico e
sociale in atto in paese. Su questa linea, cercheremo di avvicinare la gente alla politica e alle
LauraCristani, 39anni, avvocato,guida unalistacivica FOTO AMATO
scelte amministrative».
«E’ necessario ridare agli arcolesi uffici comunali efficienti ed amministrati in modo trasparente», passa ad analizzare il programma Cristani, «bisogna rivedere le politiche di
spesa e di tassazione, per po-
ter fare scelte amministrative
più eque e sensibili alle aspettative di vita dei cittadini».
«Bisogna finalmente attuare
il progetto di sicurezza del territorio con la videosorveglianza e un accordo per la vigilanza, promessa dell'amministra-
Settecentoiscritti
sonoilcarburante
chefacorrerel’Aido
Aumentaladonazionedi organi
La sezione Aido di Colognola,
intitolata a Antonella Piubello, ha raggiunto i 700 iscritti.
Un bel regalo per festeggiare il
35˚ anniversario di fondazione di questa realtà tra le più attive del Veronese. Il presidente Marco Viviani e i soci hanno
fatto un bilancio dell’attività e
dei programmi futuri, durante un’assemblea. «Nel corso di
questi 35 anni la nostra sezione non si è mai fermata, anzi si
è sempre adoperata nel progettare nuove attività di sensibilizzazione grazie ai direttivi
che si sono succeduti e ai soci
che si sono messi a disposizione», ha esordito Viviani.
Tra gli iscritti, oltre al presidente che è anche donatore di
midollo osseo, ci sono diversi
trapiantati che, avendo sperimentato il ritorno a una vita
serena dopo aver ricevuto un
organo, sono diventati parte
attiva del gruppo, come Luigi
Cervato e Silvano Domenichini, entrambi trapiantati di rene, che, con Gabriella Vetrioli,
primo presidente, hanno visto
nascere l’Aido. La sezione annovera anche famigliari di donatori di organi, come Marisa
Ridolfi, ex presidente, e il vicesindaco Giovanna Piubello.
«L’Aido ci dà grande carica
per continuare a fare volontariato, e ci fa capire che fare
qualcosa per gli altri è la cosa
più bella che ci sia», ha riferito
Piubello. Le testimonianze dei
trapiantati, dei parenti dei donatori e dei donatori sono un
punto forte della sezione.
«Settecento iscritti», ha commentato Domenichini, «è un
bel traguardo per Colognola.
Ci fa guardare al futuro con serenità, stimolandoci a fare
sempre di più. L’Aido oggi è
più conosciuta rispetto a 35 anni fa; ora la sfida è continuare
a trovare persone disponibili a
diffonderne il messaggio e cercare di coinvolgere i giovani».
Tra le attività realizzate figurano «la fornitura delle maglie con il logo dell’Aido agli
studenti della scuola media,
per la ginnastica e le competizioni sportive», ha ricordato
Marco Viviani, «e delle medaglie per i tornei. Alla scuola primaria procuriamo l’occorrente per i lavori di Natale. Non
mancano incontri sia nelle
scuole, anche attraverso il concorso di grafica sulla solidarietà, che per la cittadinanza. Divulghiamo il messaggio», ha
ricordato il presidente, «anche con la vendita di rose e anthurium e alla Sagra dei bisi».
«Per il 35˚ anniversario stiamo lavorando alla pubblicazione di un opuscolo», ha annunciato Viviani, «che raccoglie la
nostra storia, con foto, testimonianze e i disegni vincitori
dell’ultima edizione del nostro concorso». Si tratta degli
elaborati di Giulia Viviani, Samuele Fortin, Greta Castello,
Andrea Isolani, Sophia Loren
Comendador, Chiara Golin
della scuola media «Fano» e
di Giulia Dalla Benetta, Giada
Cimbri, Anna Micheletti,
Nicolò Dalla Benetta, Alberto
Cauci ed Elisa Sambugaro della media «Cappelletti Turco»,
entrambe di Colognola.
Ha sottolineato l’impegno
dell’Aido anche il direttore generale dell’Ulss 20, Maria Giuseppina Bonavina, il cui intervento sarà pubblicato nell’opuscolo: «Ringrazio l’Aido per
l’affiancamento costante che
ci offre, in un’alleanza tra istituzioni e volontariato fondamentale per la garanzia e il miglioramento continuo dell’assistenza sanitaria che offriamo ai pazienti». • M.R.
GREZZANA. Dueiniziativedelle pennenere
zione Negro che non è stata
mantenuta», rimarca Cristani. «Occorre recuperare a pieno il rapporto con le associazioni di volontariato del paese, mettendo a loro disposizione spazi di aggregazione. Ci
impegneremo per perseverare nella tutela dell'ambiente,
facendo subito un accordo
con il Consorzio di bonifica alta pianura veneta per la pulizia dei fossi. Infatti ad ogni acquazzone alcune zone del paese vengono allagate, come le
vie Valle, Crocette, Sanguane e
Comparine».
«Vogliamo valorizzare l'enorme capitale umano femminile
della nostra comunità, con iniziative volte ad incentivare le
pari opportunità», fa sapere
l'avvocato candidata per Concretamente onsieme. «Inoltre, dobbiamo oggi più che
mai offrire collaborazione e sostegno alle imprese, creando
occasioni di scambio di informazioni e supporto tecnico:
solo preservando le imprese,
tuteliamo i posti di lavoro».
«Concreatamente insieme è
l'unica alternativa valida per
chi vuole una amministrazione comunale veramente responsabile e seria», fanno sapere agli elettori Fava e Cristani. La lista civica si presenterà
agli arcolesi martedì 22 aprile
alle 21, in sala civica. •
© RIPRODUZIONERISERVATA
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Il 23 aprile sarà proposto
un documentario mentre
a fine maggio c’è la visita
alla scoperta delle trincee
Mercoledì 23 aprile il gruppo
alpini di Grezzana, in collaborazione con il circolo culturale
«Mario Balestrieri», proietterà nell’aula magna della scuola media «Pascoli» un documentario sulla seconda guerra mondiale «1943-1945 la
Guerra di Liberazione». Verranno illustrati l’attività dell’Esercito italiano, lo sbarco degli
alleati e gli avvenimenti accaduti dalla «Linea Gustav alla
linea Gotica». Il 27 maggio, invece, sempre il gruppo alpini
accompagnerà gli stessi ragazzi a una visita alle trincee e alle
opere realizzate durante la prima guerra mondiale, a cominciare dalla strada costruita dall’Esercito fra Erbezzo a Castelberto, per poi continuare fino
a malga San Giorgio, osservando tutt’intorno le trincee, le feritoie e i camminamenti, siti
che la sezione alpini di Verona
sta riportando allo stato originario. • A.S.
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L`Arena Art18-20-Aprile-2014