INTRODUZIONE AI WORKSHOP WORKSHOP 1 - TITOLO: - RELATORE: - SALA: Alimentazione nel paziente con disfagia neurologica C. Bachmann / M. Beltrami Sala 2 10° Simposio Ticinese di Nutrizione Clinica / 21.10.2015 / Pag. 2 WORKSHOP 2 - TITOLO: - RELATORI: - SALA: Malassorbimento nella chirurgia bariatrica L. Vaccarino Sala IOSI 3°piano 10° Simposio Ticinese di Nutrizione Clinica / 21.10.2015 / Pag. 3 WORKSHOP 3 - TITOLO: - RELATORI: - SALA: Stomie intestinali: alimentazione e alvo S. Pereira Auditorium 10° Simposio Ticinese di Nutrizione Clinica / 21.10.2015 / Pag. 4 DOCUMENTAZIONE www.pallclick.ch 10° Simposio Ticinese di Nutrizione Clinica / 21.10.2015 / Pag. 5 WORKSHOP 1 «Alimentazione nel paziente con disfagia neurologica» 10° Simposio Ticinese di Nutrizione Clinica, Bellinzona, 21 ottobre 2015 Cinzia Bachmann, capo reparto Logopedia, Clinica Hildebrand Brissago Martina Beltrami, Dietista Dipl., Clinica Hildebrand Brissago 21 ottobre 2015 Deglutizione fisiologica La DEGLUTIZIONE è l’abilità di convogliare IN SICUREZZA sostanze solide, liquide o miste dall’esterno allo stomaco, passando attraverso la bocca, la faringe e l’esofago. • Una persona deglutisce in media più di mille volte al giorno per mangiare, bere o ingoiare la saliva. • La deglutizione è un meccanismo complesso che coinvolge diverse strutture anatomiche che devono essere finemente coordinate l’una con l’altra. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Deglutizione fisiologica 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Deglutizione fisiologica La deglutizione fisiologica nell’adulto si suddivide comunemente in SETTE FASI: • Fase anticipatoria • Fase di preparazione extraorale • Fase buccale (o di preparazione orale) • Fase orale • Fase faringea • Fase esofagea • Fase gastrica 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Deglutizione fisiologica FASE ANTICIPATORIA: consiste in tutte quelle modificazioni che coinvolgono il cavo orale e faringeo prima ancora che il cibo oltrepassi lo sfintere labiale. La funzione è quella di preparare tutte le strutture deglutitorie e digestive che saranno poi coinvolte. Gli input sensoriali forniti da vista e olfatto, combinati con i ricordi espliciti ed impliciti, modificano la secrezione salivare e gastrica così come il tono della muscolatura liscia e striata. Evidente è anche l’importanza di fattori culturali ed esperienziali. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Deglutizione fisiologica FASE DI PREPARAZIONE EXTRA-ORALE: modificazioni di consistenza, viscosità, temperatura e dimensioni del bolo da introdurre nel cavo orale. Anche su questa fase influiscono notevolmente i fattori culturali ed esperienziali. L’IMPORTANZA DI QUESTA FASE DA UN PUNTO DI VISTA RIABILITATIVO È ENORME: LA MODIFICAZIONE DELLE CARATTERISTICHE DEGLI ALIMENTI È UNO DEI CAPISALDI DELLA RIABILITAZIONE DELLA DEGLUTIZIONE. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Deglutizione fisiologica FASE BUCCALE (o di preparazione orale): comprende le modificazioni del cibo fino a trasformarlo in bolo pronto ad essere deglutito. Di questa fase fanno parte la SALIVAZIONE e la MASTICAZIONE. Si distingue un momento di ingestione (in cui il bolo oltrepassa lo sfintere labiale), uno di trasferimento alla regione post-canina (in cui può avere luogo la masticazione) e uno di formazione del bolo. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Deglutizione fisiologica FASE ORALE: inizia nel momento in cui la lingua da inizio al movimento posteriore del bolo e ha fine nel momento in cui viene triggerato il riflesso deglutitorio. Con questa fase termina il controllo volontario della deglutizione. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Deglutizione fisiologica FASE FARINGEA: inizia nel momento in cui il bolo oltrepassa lo sfintere palatoglosso e termina con il superamento dello sfintere esofageo superiore. In questa fase si assiste all’istantanea contrazione di una serie di muscoli secondo una sequenza ben precisa: apertura dello sfintere palato-glosso / chiusura dello sfintere velo-faringeo / peristalsi faringea / protezione delle vie aeree / apertura dello sfintere esofageo superiore / caricamento e spinta linguale 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Deglutizione fisiologica FASE ESOFAGEA: inizia con il passaggio del bolo oltre lo sfintere esofageo superiore e termina con il superamento dello sfintere esofageo inferiore (cardias). 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Deglutizione fisiologica FASE GASTRICA: comprende tutto il lasso di tempo in cui il cibo oltrepassa lo sfintere esofageo inferiore (cardias) e permane all’interno dello stomaco fino al suo scaricarsi nel duodeno, oltrepassando la porta pilorica. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Definizione di disfagia Con il termine DISFAGIA si indica una disfunzione anatomo-funzionale che altera il meccanismo di transito degli alimenti e/o dei liquidi dalla cavità orale allo stomaco. La disfagia può riguardare l’assunzione di cibi solidi, liquidi, semiliquidi, semisolidi. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Definizione di disfagia neurologica La disfagia neurologica è un disturbo della deglutizione conseguente a disfunzioni neurologiche. Il sintomo disfagia si può infatti manifestare nel contesto di: • • • • • • Malattie cerebrovascolari (es. ictus ischemico, emorragico, stroke del tronco cerebrale) Traumi cranici Disturbi del movimento di tipo extra-piramidale (es. M.Parkinson) Patologie cerebellari Tumori cerebrali o cerebellari Malattie degenerative (es. SLA, SM, Alzheimer) 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Segni diretti di disfagia • • • • • • • • • • • • Presenza di scialorrea / aumento della salivazione; Presenza di catarro; Voce gorgogliante prima del pasto e/o durante il pasto; Difficoltà a mantenere il bolo nel cavo orale (scolo di cibo o liquidi dalle labbra); Difficoltà a masticare; Fase buccale molto prolungata; Riflesso della deglutizione ritardato; Necessità di deglutire un singolo bolo in più volte; Episodi di tosse/raschiamento durante e/o dopo il pasto; Residui di cibo in bocca durante il pasto; Fastidio o nodo in gola; Fuoriuscita di cibo o liquido dal naso. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Segni diretti di disfagia 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Segni indiretti di disfagia • • • • 2015 Calo di peso / Malnutrizione; Febbre di origine non chiara; Dispnea; Ripetute infezioni delle vie respiratorie che possono arrivare fino alla polmonite ab ingestis. Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Particolarità nella persona anziana 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Presbifagia primaria • • • • Involuzione delle funzioni sensoriali, motorie. La percezione del gusto e dell’olfatto diminuiscono La produzione di saliva diminuisce La forza muscolare diminuisce, il riflesso della deglutizione rallenta. • Rallentamento dell’atto di deglutizione; mangiare diventa più faticoso; • Il liquido scende velocemente e fa sì che la persona anziana broncoaspiri più facilmente • La masticazione è molto faticosa a causa di edentulia o dentiera mal posizionata 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Obiettivi e strategie di un’alimentazione per pazienti disfagici 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Obiettivi EFFICACIA SICUREZZA LIMITARE IL RISCHIO D `ASPIRAZIONE GARANTIRE GLI APPORTI ENERGETICI E IDRICI 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista (SCELTE OPPORTURE D` ALIMENTI CON LE GIUSTE CONSISTENZE Strategie Un accorgimento per facilitare la deglutizione e renderla sicura è: limitare e/o modificare i tipi di alimenti presenti nella dieta • • • Altri: controllare la postura del capo e del corpo durante la deglutizione; agire sull’ambiente; valutare l’utilizzo di eventuali mezzi ausiliari. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Alimentazione modificata Per minimizzare il rischio d’aspirazione, garantendo un adeguato apporto nutritivo è necessario considerare le caratteristiche degli alimenti quali: -Consistenza -Coesione -Omogeneità -Viscosità 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Consistenze Il principale criterio di differenziazione degli alimenti per disfagia è rappresentato dalla consistenza (solidità e resistenza dell’alimento). Dal punto di vista fisico si possono distinguere: • liquidi e soluzioni liquide, • semiliquidi e semisolidi, • solidi. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Consistenze I liquidi comprendono bevande quali: acqua, the, tisane, infusi. Non richiedono la preparazione orale, ma è difficile controllarne la deglutizione: la velocità della consistenza richiede alta competenza. Il paziente deve poter innescare il riflesso della deglutizione al momento giusto e deve avere un buon controllo nella fase buccale. → possono essere assunti solo se indicato dai terapisti della deglutizione. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Consistenze Le soluzioni liquide comprendono: succo di frutta, bevande preparate con sciroppo, latte, brodi. Non richiedono la preparazione orale, ma essendo formati da particelle in emulsioni, sono da evitare se vi è rischio d’aspirazione. Particolare attenzione va fatta per le bevande preparate con lo sciroppo che aumenta l’adesione. → possono essere assunti solo se indicato dai terapisti della deglutizione. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Consistenze I semiliquidi: purè di frutta, passati di verdura, creme, yogurt cremosi. È sufficiente una modesta preparazione orale e non viene implicata la masticazione. I semisolidi: ricotta, formaggi cremosi, uova strapazzate morbide, budini, mousse. Sono cibi che necessitano di una preparazione orale più impegnativa dei cibi semiliquidi, ma non viene implicata la masticazione. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Consistenze I solidi: pasta, risotto, carne, pesce, pane, crackers, verdure, ecc. Possono essere MORBIDI (es polpette di carne, pasta ben cotta) o DURI (es crackers, biscotti, bistecca ben cotta) Richiedono una efficiente, accurata, attenta e prolungata preparazione orale e l’intervento della masticazione. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Consistenze • Alimenti a doppia consistenza (solido+liquido) come ad es. minestrone, pastina, yogurt con pezzi di frutta ecc., sono i più difficili da mangiare, perché le varie consistenze richiedono meccanismi di deglutizione differenti. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Caratteristiche degli alimenti La compattezza (o coesione = la “forza” che tiene unite le molecole di un alimento): vale per il cibo semisolido e solido, il cibo compatto deve restare come un unico boccone senza sbriciolarsi o frammentarsi. Es. di cibo non compatto (che si sgretola): riso asciutto, crackers, grissini L’omogeneità: l’alimento deve essere costituito da particelle della stessa consistenza e dimensione. I cibi non devono presentare né grumi, né filamenti. La viscosità: la capacità degli alimenti di scivolare nel passaggio dalla bocca all’esofago. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Caratteristiche degli alimenti La temperatura: non deve essere vicino a quella corporea (36-37°C). I cibi più caldi o più freddi possono stimolare la deglutizione. Attenzione: pazienti con ridotta sensibilità orale e/o problemi cognitivi→ gli alimenti non devono essere serviti ad alte temperature! Il gusto: evitare le pappe dei neonati, gli alimenti dovrebbero essere riconoscibili e possibilmente gustosi. Il colore: mantenere il più possibile le portate separate e lasciarle riconoscibili grazie al colore. La dimensione del bolo: dipende dal tipo di disfagia. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Caratteristiche degli alimenti • Sapori forti (acido, amaro, piccante) possono essere pericolosi in caso di scarso controllo linguale, ipomobilità faringea, innesco ritardato del riflesso della deglutizione. • Viceversa, gli stessi sapori, possono essere facilitanti in caso d’iposensibilità orale. • Il sapore acido, può essere utile per aumentare la fluidità del boccone, ma è controindicato in caso di scialorrea o di disfagia per i liquidi. • Attenzione: i latticini fanno produrre muco. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Modificatori della consistenza: addensanti naturali • Gli addensanti di tipo naturale: • • Fiocchi di patate , fecola di patate e farina di cereali, patate e banana. • 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Modificatori della consistenza: addensanti artificiali • Procedete sempre gradualmente , evitando di aggiungere grandi quantità in una sola volta. Alcuni agenti hanno un effetto addensante quasi immediato, altri possono avere un effetto graduale che dura vari minuti, nel qual caso il cibo rischia di diventare troppo denso. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Modificatori della consistenza: diluenti Possono essere utilizzati • brodi (vegetali o di carne), • succhi di frutta o di verdura, • Latte • Latte di soia, riso ecc 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Modificatori della consistenza: lubrificanti Alimenti ricchi di grassi: olio, maionese, besciamella, burro Garantiscono un transito facile del cibo, il boccone scivola con semplicità perché non provoca attrito sulle pareti del canale alimentare. 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista LIVELLO 4 Cibi cremosi PASTIGLIE TRITATE • ALIMENTI CONCESSI – Colazione: pappina o altro su indicazione del terapista – Minestre: dense (passato di verdura, creme) – Cereali e patate: frullati, creme, purè di patate, polenta di semolino – Legumi: frullati, senza buccia – Salse: omogenee (senza bucce e semini) – Carne: frullata fine (es.: Pacojet) – Pesce: frullato fine – Formaggio: cremoso – Uova: strapazzate morbide – Affettato: mousse di prosciutto – Tofu, Quorn: frullati – Verdure: frullate senza bucce – Dessert: frutta frullata omogenea (senza bucce e semini), creme, yogurt cremoso, gelato liscio, birchermüsli frullato con Pacojet 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista LIVELLO 5 Cibi morbidi tagliati fini PASTIGLIE TRITATE • ALIMENTI CONCESSI – Colazione: pappina o altro su indicazione del terapista – Minestre: dense (passato di verdura, creme) – Cereali e patate: pasta ben cotta, risotto ben cotto e purè di patate, polenta, polenta di semolino, pane al latte (secondo indicaz. terapista) – Legumi: frullati senza buccia – Salse: omogenee (senza bucce e semini) – Carne: frullata – Pesce: morbido e tagliato – Formaggio: molle e cremoso – Uova: frittata senza verdura, strapazzate – Affettato: mousse di prosciutto cotto – Tofu, Quorn: tagliati fini – Verdure: verdure ben cotte e tagliate fini, no buccia – Dessert: frutta cotta o tagliata fine morbida (senza bucce e semini), e tutti i dessert livello 4 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista LIVELLO 6 Cibi tagliati fini PASTIGLIE INTERE • ALIMENTI CONCESSI – Colazione: pane al latte, marmellata e burro caffè-latte o altro su indicazione del terapista – Minestre: dense (passato di verdura, creme) – Cereali e patate: ridotti in piccoli pezzi, risotto ben cotto e mantecato, pane al latte, patate morbide – Legumi: ben cotti ( per es. piselli, lenticchie) – Salse: tutte – Carne: ridotta in piccoli pezzi – Pesce: tenero intero – Formaggio: molle – Uova: frittata, strapazzate – Affettato: prosciutto cotto, fleischkäse – Tofu, Quorn: tagliati fini – Verdure: cotte, in piccoli pezzi – Dessert: frutta ridotta in piccoli pezzi senza liquidi, birchermüsli 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista LIVELLO 7 Cibo tagliato (formato boccone) PASTIGLIE INTERE • ALIMENTI CONCESSI – Colazione: pane al latte, marmellata e burro caffè-latte o altro su indicazione del terapista – Minestre: tutte – Cereali e patate: tutti, risotto ben cotto mantecato, lasagne, tortelloni, cannelloni, pane al latte o altro pane secondo indicazione terapista – Legumi: tutti ben cotti – Salse: tutte – Carne: morbida tagliata a boccone – Pesce: tenero intero – Formaggio: morbido – Uova: in tutti i modi – Affettato: prosciutto cotto, tacchino, fleischkäse, – Tofu, Quorn: tagliati – Verdure: tutte (tranne mais, taccole, peperoni) – Dessert: morbidi e forchettabili, e tutti i dessert livello 6 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista ALIMENTI PROIBITI • • • Alimenti croccanti e friabili ( per es. crakers) per tutti i livelli Tutti gli altri alimenti che non sono presenti nella tabella (per es. Riso, mais, carne secca, guarnizioni….) Acqua o altri liquidi: addensati secondo indicazioni del terapista della deglutizione 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista POSTURA Sia che il paziente sia allettato, che seduto in sedia, fargli assumere la posizione più corretta e comoda: schienale verticale (90°); gambe piegate se a letto; in poltrona, sulla sedia a rotelle o su una normale sedia i piedi vanno appoggiati a terra o sui sostegni; capo sempre diritto (mai iperesteso!). 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista POSTURA Porsi alla stessa altezza del paziente (orizzontalità degli sguardi) e NON IMBOCCARE IL PAZIENTE DALL’ALTO: 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista AMBIENTE SECONDO VOI? 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista AUSILI SECONDO VOI? 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista AUSILI 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Grazie per l’attenzione! 2015 Cinzia Bachmann, Logopedista Martina Beltrami, Dietista Malassorbimento nella chirurgia bariatrica Laura Vaccarino BSc Dietista SVDE Stadtspital Triemli Zürich Chirurgia Bariatrica Indice • Tipi di operazioni bariatriche • Follow up • Evoluzione ponderale • Terapia nutrizionale • Casi clinici: sintomi, problemi, cause e soluzioni • Take home message 2 Operazioni bariatriche 1. Operationstechnik 1. Bypass gastrico Considerato l‘evento gold standard Offre una terapia efficace a lungo termine 2.Sleeve Gastrectomy • Asportazione di una gran parte dello stomaco tramite una resezione •Attualmente viene realizzata soprattutto in pazienti ad alto rischio complicazioni o con malattie croniche dell'‘intestino 3. (per es. M.Crohn) 3. Duodenal Switch • Realizzata soprattutto nei «super obese patients» (BMI > 50 kg/m2) •Inizialmente viene effettuate una Sleeve Gatrectomy •Inseguito viene aggiunto un meccanismo di 4. malassorbimento 4. Bendaggio gastrico Metodo sicuro che presenta poche complicazioni, ma a causa della sua inefficacia a lungo termine ormai quasi in disuso 3 Bypass gastrico Prima • Lo stomaco è completamente diviso al fine di formare nella porzione superiore una “tasca” molto piccola con un volume di 25 ml = Dopo Pouch p) • Al “nuovo stomaco” viene collegato il piccolo intestino per permettere il flusso del cibo = ansa alimentare a) = lunghezza ca. 150cm • Con un’ulteriore congiunzione intestinale si fa in modo che i succhi biliari e pancreatici vengano a contatto con il cibo più distalmente = ansa bliliare b). • La digestione degli alimenti e l‘assorbimento dei nutrimenti avviene nell‘ansa digestiva detta common channel c) 4 Bypass gastrico Prima Dopo 5 Follow up Obiettivi: I. Raggiungere una perdita ponderale massima II. Riconoscere le complicazioni acute e evitare problemi gastro-intestinali III. Mantenere un buon stato nutrizionale + riconoscere e correggere possibili carenze nutritive IV. Accompagnare e sostenere il paziente nel processo di cambiamento del proprio stile di vita 6 Evoluzione ponderale Attraverso il bypass gastrico si raggiunge una perdita del 60-70% dell‘eccesso ponderale (Esempio: Altezza 180cm, peso 140kg, BMI 43, eccesso ponderale 60kg,stima della perdita ponderala ca. 35-40kg) La perdita ponderale e fragrante e importante soprattutto nei primi 6 mesi Il raggiungimento della perdita ponderale massima avviene circa 12-18 mesi postoperatorio Possibile leggera ripresa ponderale di circa 5 – 7% fino al 5° anno postoperatorio. Inseguito il peso rimane stabile ! In caso di mancata messa in pratica a lungo termine dei consigli alimentari e di movimento, il rischio di una ripresa ponderale importante é molto grande ! Daniel M. Frey Der Patient nach bariatrischem Eingriff Therapeutische ,Umschau 2012; 69 (1): DOI 10.1024/0040-5930/a000248 © 2012 by Verlag Hans Huber, Hogrefe AG, Bern 7 Weight Changes among Subjects in the SOS Study over a 10-Year Period. Evoluzione ponderale post operazione baritrica Weight Changes among Subjects in the SOS Study over a 10-Year Period - Perdita ponderale dopo 6 mesi ca. 33% e dopo 1 anno 38% - 1 anno postoperatorio leggera ripresa ponderale Sjöström L et al. N Engl J Med 2004;351:2683-2693. Terapie nutrizionale Consigli sul apporto dei macronutrimenti: SVDE ASDD Info, Rivista Associazione Svizzera dietisti-e diplomate-i SSS/SUP, giungo 03/2014 Terapia nutrizionale Consigli pratici: • Applicare i principi di una dieta equilibrata povera in grassi • Fondamentale un apporto proteico giornaliero sufficiente • Diminuzione delle porzioni • Mangiare lentamente, masticare bene e pianificare abbastanza tempo per i pasti (almeno 30 minuti) • Struttura dei pasti ottimale: 3 pasti principali e 1-3 Spuntini • Bere fino all‘inizio del pasto e a partire da 30 minuti dopo un pasto • Smettere immediatamente di mangiare ai primi sintomi di sazietà • Assunzione giornaliera di un supplemento multivitaminico con sali minerali. Ulteriori supplementi in base ai valori sanguigni Dieckmann S. (2011), Schwerpunkte der Ernährungsberatung mit einem Magenbypass, Ernährung und Medizin; 26: 77 – 80 Dr. med. Nadine Stanek (2011), Ernährung vor und nach bariatrischen Eingriffen, Schweizer Zeitschrift für Ernährungsmedizin 4/11 s. 37 -40 10 Problemi gastro-intestinali Diarrea / Steatorrea Costipazione Dumping precoce Emesi Problemi GI Dumping tardivo Dieckmann S. (2011), Schwerpunkte der Ernährungsberatung mit einem Magenbypass, Ernährung und Medizin; 26: 77 – 80 Dr. med. Nadine Stanek (2011), Ernährung vor und nach bariatrischen Eingriffen, Schweizer Zeitschrift für Ernährungsmedizin 4/11 s. 37 -40 Reflusso gastroesofagale Intolleranza al lattosio 11 Casi clinici 12 Caso clinico 1 • Sintomi: – 2-3 ore dopo un pasto sentimento di debolezza, tremore e sudorazione – Questi sintomi si presentano precocemente dopo l‘assunzione di certe bevande • Problema: Sindrome da dumping tardivo – Ipoglicemia • Cause: – Assunzione di bevande zuccherate e/o succhi di frutta – Pasto ricco in carboidrati con facile digeribilità e assorbimento (per es. purea di patate, polenta) • Soluzioni: – Eliminare le bevande zuccherate e i succhi di frutta – Evitare gli alimenti ricchi di zucchero (come per es. sorbetti, caramelle, …) – Menu equilibrato – Frazionare l‘assunzione delle sostanze nutritive: • prima le proteine, • poi le fibre • infine i carboidrati 13 Caso clinico 2 • Sintomi: – – – – – – Stanchezza dopo il pasto Mal di pancia “Stomaco che brontola” Nausea Diarrea Tachicardia e svenimento • Problema: Sindrome da dumping precoce • Cause: – porzioni troppo grandi – assunzione veloce del pasto – assunzione di liquidi al pasto • Soluzioni: – – – – Bere fuori pasto Diminuire la porzione Mangiare lentamente Frazionare l‘assunzione delle sostanze nutritive: • prima le proteine, • poi le fibre • infine i carboidrati 14 Caso clinico 3 • Sintomi: – – – – Nausea Flatulenza Crampi Diarrea • Cause: – deficit di produzione intestinale/bypassaggio intestinale dell'enzima lattasi • Soluzioni: • Problema: Intolleranza al lattosio Tasso d‘incidenza: 5-20% – Assumere alimenti poveri o privi di lattosio – In caso di bisogno utilizzo di preparati a base di tilactase (per es. Lacdigest) 15 Caso clinico 4 • Sintomi: – Forti crampi allo stomaco – Gonfiore addominale – Riflusso gastro-esofagale • Problema: Emesis postprandiale • Cause: – Porzioni troppo grandi – Assunzione veloce del pasto e masticazione insufficiente – Assunzione di liquidi al pasto – Stenosi o ulcera • Soluzioni: – Diminuire la porzione – Non assumere liquidi ai pasti – Magiare lentamente e masticare bene – Non sdraiarsi subito dopo il pasto – Gastroscopia 16 Caso clinico 5 • Sintomi: – Feci molli,chiare e malodoranti – Gonfiore – Crampi intestinali • Cause: – Consumo eccessivo di materie grassi – Consumo eccessivo di alimenti ricchi in grasso • Soluzioni: • Problema: Steattorea – Massimo ca. 70g di grasso/d – Preparazione delle pietanze povera di grassi – Privilegiare alimenti magri – Ripartire meglio le pietanze sulla giornata 17 Caso clinico 6 • Sintomi: – – – – Crampi intestinali Pancia dura e gonfia Feci dure Defecazione molto irregolare • Problema: Costipazione • Cause: – Assunzione insufficiente di liquidi – Assunzione insufficiente di fibre – Scarsa pratica d’attività fisica / movimento • Soluzioni: – Bere almeno 1.5L d’acqua al giorno – Aumentare il consumo di fibre (14g per 1000kcal/d) – Utilizzo di un integratore di fibre – Attività fisica regolare e giornaliera 18 Caso clinico 7 • Sintomi: - Constante stanchezza Inappetenza Stanchezza estrema dopo un’attività fisica • Problema: Deficit proteico • Cause: • • • Assorbimento proteico ridotto Ingestione di piccole porzioni Alterazione del gusto e avversione alimentare soprattutto per la carne • Soluzioni: • • • Ad ogni pasto principale pianificare un alimento proteico Spuntini a base d’alimenti proteici (p.es. Latticini) Supplementi proteici Whey Protein: polvere o bevande 19 Esempio apporto proteico giornaliero Prima della consultazione dietetica 1 mese postoperatorio 12h00 18h30 08h00 15h30 0g Proteine 3g Proteine 5g Proteine 7g Proteine 15g Proteine/d 20 Esempio apporto proteico giornaliero dopo la consultazione dietetica 1 mese postoperativo 08h00 18h30 12h00 15h30 14g Proteine 21h00 10g Proteine 10g Proteine 13g Proteine 13g Proteine 60g Proteine/d 26g Proteine 86g Proteine/d 21 Take Home Message La chirurgia bariatrica é uno strumento che permette una perdita ponderale rapida, ma per garantire un successo a lungo termine é indispensabile: – che il paziente sia disposto a cambiare il suo stile di vita: alimentazione sana e sufficiente attività fisica – aiutare il paziente a trovare un nuovo equilibrio nutrizionale attraverso un percorso guidato di rieducazione alimentare ruolo fondamentale della dietista – garantire un supporto medico e nutrizionale interdisciplinare per prevenire e correggere possibili carenze alimentari e complicazioni gastro-intestinali 22 Grazie per la vostra attenzione Stomia e alimentazione Sandra Pereira, Infermiera Stomaterapista ORL, 21 ottobre 2015 Cos’è una stomia? “La parola stoma deriva dal greco e significa: “apertura, bocca” , nel nostro caso specifico con questo termine o con il sinonimo stomia intendiamo: l’abboccamento alla cute, di un viscere dell’apparato digerente, urinario o respiratorio, attraverso un intervento chirurgico, creando una comunicazione tra interno ed esterno.” http://www.aistom.org/attachments/200_cos%C3%A8%20la%20stomia.pdf Le stomie digestive A secondo che si tratti di intestino tenue o di colon, si parla di ileostomia o di colostomia. Stomie sull’intestino tenue: Digiunostomie e ileostomie Stomie sul colon: Ciecostomie, trasversostomie, colostomie sinistre, colostomie destre, sigmoidostomie Stomia Sede Caratteristiche ileostomia collegamento tra intestino tenue (ileo) e parete addominale (quadrante addominale inferiore destro) nelle prime 24 ore dopo l’intervento il paziente può eliminare fino a 2 litri di sostanza liquida; una volta stabilizzata, vengono eliminati circa 500 ml di sostanza poltacea a pH neutro ciecostomia collegamento tra cieco e parete addominale (quadrante inferiore destro) consente la derivazione parziale del materiale fecale e decomprime le anse; il materiale emesso è liquido collegamento tra colon trasverso e parete addominale (quadrante inferiore sinistro) le feci sono inizialmente poltacee poi più formate e sono meno “aggressive” rispetto al materiale che fuoriesce dalle ileostomie e dalle colostomie del colon ascendente, ma sono in genere liquide e ancora ricche di enzimi; le scariche non sono regolari collegamento tra sigma e parete addominale (quadrante inferiore sinistro) generalmente la sigmoidostomia viene abboccata in fossa iliaca sinistra; la frequenza di scariche è bassa e le feci sono quasi formate; le perdite elettrolitiche sono minime; le scariche sono inizialmente irregolari, poi si regolarizzano (una o 2 volte al giorno) Trasversostomia Sigmoidostomia Stomia e alimentazione Il cibo è solo uno dei molti fattori che influiscono sugli effluenti stomali. Per le persone con stomia non esistono regole nutrizionali stabilite. Vivere con una stomia non significa rinunciare ai piaceri della tavola. Stomia e alimentazione Non esiste un cibo proibito, in quanto cibi che danno problemi ad un soggetto possono non darli ad un altro Modificare le abitudini alimentari, se scorrette o irrazionali E’ importante mangiare lentamente e masticare bene (la scarsa masticazione del cibo risulterà spesso con la presenza di alimenti non digeriti nella sacca e determinerà probelmi nell’assorbimento, Price 1989) Introdurre liquidi in quantità sufficiente È importante capire quali alimenti possono provocare disturbi, per eliminarli o diminuirli: a tale scopo può essere utile tenere un diario alimentare, elencando tutti gli alimenti consumati e annotando eventuali effetti indesiderati. Non saltare i pasti Frazionare i pasti nell’arco della giornata consumare un pasto leggero serale per ridurre l’emissione notturna delle feci. Controllare periodicamente il peso corporeo ed evitare l’eccessivo aumento di peso. (L’aumento del peso o la sua perdita dopo la posa della stomia può alterare la forma dell’addome, rischio che il presidio non rimanga ben adeso, Burch 2007) Ileostomia e alimentazione L’eliminazione tramite ileostomia, solitamente è di 500-1000ml al dì. Elevate eliminazioni oltre a questo livello possono essere dovute a occlusioni, o ad alcuni cibi che stimolano il movimento intesinale. L’ Inabilità a mantenere un’adeguata assunzione di liquidi in presenza di elevate eliminazioni può condurre a disidratazione. (Doughty 2005, Gallagher & Gates 2004) Indicazioni dietetiche: Ileostomia Nei portatori di ileostomia la dieta ha il compito di modificare le caratteristiche delle feci rendendole più consistenti, di reintegrare le perdite idriche ed elettrolitiche allo scopo di prevenire squilibri e rischio di lesioni cutanee. L’ ALIMENTAZIONE DEL PAZIENTE CON ILEOSTOMIA CONSIGLI E RACCOMANDAZIONI Bere molto durante la giornata, è importante assumere 2-3 litri di liquidi sotto forma di acqua, tisane, brodo, per reintegrare le perdite. Si consiglia di bere in particolare fra un pasto e l’altro. Una maggiore introduzione di acqua oltre il necessario, non sembra aumentare l’evacuazione (Kramer, 1987) Per prevenire la disidratazione è necessario assumere alimenti ricchi di sodio e potassio: spremute e centrifugati di frutta e verdura, banane, patate, brodo vegetale ed eventualmente integratori salini. Se necessario assumere integratori alimentari e vitamine Indicazioni dietetiche: Ileostomia La perdita di elettroliti può essere evidente in una ileostomia poichè il colon è la prima area assorbente per il sodio e il potassio. Il consumo quotidiano di cibi ricchi di sodio e potassio è di solito sufficiente a correggere e a prevenire questo svuotamento. Articolo Quantità Contenuto di potassio Banana 1 487mg Albicocche secce ½ tazza 930 mg Succo d’arancia 250 ml 500mg Articolo Quantità Contenuto di sodio Prosciutto crudo 1 fetta 436mg Brodo 250ml 1217 mg Indicazioni dietetiche: Ileostomia Dopo l'intervento, i cibi ad elevato contenuto di fibre possono causare dei blocchi nell'ileo, che ha un lume ristretto. (Floruta 2001, Gallagher &Gates 2004) Alcuni cibi possono aiutare ad addensare o a ridurre la densità delle feci, in modo tale che alcuni possano essere benevoli o altri evitati per specifiche indicazioni come la diarrea in un’ileostomia o una stipsi in una colostomia. Indicazioni dietetiche: Ileostomia Tra i cibi ad elevato contenuto di fibre che possono causare blocchi, troviamo:Tutti i tipi di frutta e di verdura, tutti i legumi (ceci, fagioli, lenticchie, fagioli, lenticchie, piselli, ecc.), pane e pasta integrali e tutti i prodotti da forno integrali e addizionati con crusca. Suggerimenti dietetici ileostomizzato In caso di evacuazioni semiliquide o di diarrea prediligere alimenti che aumentano la densità delle feci Limitare i cibi che possono produrre gas o odori in eccesso Evitare alcuni alimenti che, se consumati in grande quantità o non ben masticati, possono occludere lo stoma. Suggerimenti dietetici ileostomizzato Ileostomizzato: Caratteristiche delle Deiezioni: Liquide Irritanti Frequenti Problemi: Calcolosi renale Squilibri idro-elettrolitici Carenza di Ferro e Vitamine Perdita di peso - malnutrizione Assunzione di liquidi lontano dai pasti Assunzione di una alimentazione povera di grassi e priva di scorie Assunzione di verdure centrifugate, passati carote e/o patate Assunzione di agrumi spremuti e filtrati Assunzione di frutta grattugiata e/o centrifugata Colostomia e alimentazione La presenza di una colostomia, di norma, non impone l’adozione di una dieta alimentare particolare in quanto il rischio di squilibri metabolici importanti secondari è pressochè nullo. La consistenza fecale dipende prevalentemente dalla vicinanza della stomia alla valvola ileocecale, ovvero, dalla lunghezza del tratto di colon che viene defunzionalizzato o asportato con l’intervento chirurgico. Le feci saranno più liquide e le evacuazioni più frequenti nell’immediato postoperatorio, con la tendenza a normalizzarsi e stabilizzarsi col passare del tempo. Colostomia e alimentazione L’aspetto che influenza negativamente la vita di un individuo colostomizzato è correlato alla perdita della continenza, con emissione di feci e gas incontrollate. A questo proposito possono essere forniti consigli e indicazioni sugli accorgimenti dietologici che possono favorire una regolare funzione intestinale, ridurre il disagio correlato al meteorismo ed all’emissione incontrollata di gas intestinale e la digeribilità dei nutrienti introdotti con l’alimentazione. ...alcuni consigli… Per diminuire l’introduzione di aria è bene: masticare lentamente non parlare durante il pasto evitare di coricarsi dopo aver mangiato: la posizione orizzontale può interferire con la normale eruttazione dell’aria contenuta nello stomaco e aumenta la probabilità che il gas passi nel duodeno praticare esercizio fisico regolare evitare stress Colostomizzato Diarrea Latte Minestra di Verdura Passati di Verdure Frutta Cotta Brodo di Carne Cattivi Odori Cipolle Peperoni Uova Sode Molluschi Meteorismo Legumi Bevande Gassate Carote Cipolle Stipsi Frutta Secca Riso Tea Dieta povera di scorie Parmigiano Poca assunzione di acqua Suggerimenti dietetici colostomizzato Colostomizzato: Caratteristiche delle Deiezioni: Poltacee destra e trasverso ds Formate discendente sigma Frequenza. Da 3 volte die a 3 volte la settimana Problemi Potenziali: Stitichezza Diarrea Cattivi odori Formazione di gas Non esigenza di adottare uno stretto regime dietetico Vanno considerate le abitudini alimentari della persona Funzionalità dell’alvo prima dell’intervento Intolleranza ad alimenti UROSTOMIA E ALIMENTAZIONE L’ALIMENTAZIONE DEL PAZIENTE UROSTOMIZZATO La presenza di una derivazione urinaria, di norma, non presuppone l’adozione di un’alimentazione particolare anche se la persona trae benefici da alcuni accorgimenti dietologici. Avere un urostomia non provoca alterazioni dei processi digestivi, ma alcune attenzioni alimentari sono importanti per mantenere un buon equilibrio psicofisico. Gli accorgimenti alimentari sono prevalentemente finalizzati a prevenire disturbi idroelettrolitici, infezioni delle vie urinarie, calcolosi delle vie urinarie UROSTOMIA E ALIMENTAZIONE Consigli e raccomandazioni Assumere almeno 1,5 -2 litri di acqua al giorno: la quantità di liquidi assunta favorisce la fisiologica funzionalità renale ed evita la produzione di urina concentrata e concorre alla prevenzione delle infezioni a carico dell’apparato urinario. Moderare l’assunzione di alimenti iperproteici: questo accorgimento contribuisce a ridurre l’acidità delle urine, potenzialmente lesive per la cute peristomale. Moderare l’assunzione di alimenti che favoriscono la formazione di calcolosi: spinaci, cicoria, cacao, caffè, carne rossa, frattaglie, latticini. Per prevenire la formazione di urine maleodoranti, condizione che causa disagio ed imbarazzo alla persona stomizzata, va evitata l’assunzione di molluschi, uova, asparagi, formaggi, cavoli, fagioli e legumi in genere, cipolla, aglio. Assumere succo di mirtillo è particolarmente indicato per i pazienti che hanno un ureteroileocutaneostomia per diminuire la formazione di muco nell’ansa ileale utilizzata per il confezionamento dello stoma. “ L’acqua. Ho capito che per far cessare e quindi prevenire I fastidiosissimi rumori basta bere della comune, semplicissima ACQUA. (…) E invece iI trucco è agire dall’interno. Non conosco bene i principi che ci stanno alla base di questa scoperta ma vi assicuro che funziona.” “A inizio primavera 2015 il mio turno. La diagnosi di un polipo piatto al retto con cellule tumorali mi mise di fronte la realtà e la dovetti accettare. (…) Non devo osservare una dieta particolare, comunque cerco di seguire I consigli presentati nell’opuscolo “Ileostomia”. “ “Ho fatto fatica ad accettarla. Pensavo e adesso cosa mangio? All’inizio è stato difficile capire cosa mi faceva bene e cosa no. Ora invece mangio di tutto. La mia vita è come prima, anche meglio. “ “Ero ad una cena. Ho bevuto del prosecco. Un solo bicchiere, e in pochi minuti il mio sacchetto era pieno. Se non mi fossi accorti, sarebbe successo il patatrack. “ GRAZIE