IL PIDOCCHIO DEI CAPELLI
Riammissione a scuola
Il bambino/a può essere riammesso/a a scuola il giorno dopo il primo trattamento
effettuato in modo corretto.
L’avvenuto trattamento può essere certificato dal medico curante o dichiarato per iscritto
da uno dei genitori/tutori (si può usare il modulo predisposto dalla regione). In presenza
di criticità non altrimenti controllabili la Direzione Scolastica e il Sisp hanno
comunque la facoltà di richiedere la certificazione del medico curante dei bambini
con infestazione.
Ulteriori informazioni utili e qualche curiosità
1) Contrariamente a quanto molti credono, l’infestazione non è influenzata dallo stato
sociale ed economico, dalla pulizia o l’igiene personale, dalla lunghezza o colore dei
capelli o dal numero di lavaggi della testa. I pidocchi non sono sinonimo di trascuratezza
o di sporcizia, ma possono colpire chiunque; sono milioni le persone colpite ogni anno
in tutto il mondo; nelle nazioni sviluppate la fascia di età maggiormente interessata è
quella fra i 3 e 12 anni.
2) La presenza delle sole lendini non è sinonimo di infestazione attiva in atto. A tale
proposito si riassumono alcune informazioni utili nella pratica per valutare se le lendini
costituiscono un problema oppure no:
a) Le lendini schiudono, normalmente, dopo 7-10 giorni;
b) La femmina del pidocchio depone le uova (lendini) alla radice del capello a circa
3-4 mm dal cuoio capelluto;
c) I capelli, di norma, crescono circa 1 cm ogni mese;
d) Da quanto detto ai punti a), b), c), si deduce che una lendine che si trova oltre 1
cm dal cuoio capelluto è stata deposta da più di 15 giorni e, pertanto è vuota
(nel senso che il pidocchio è già uscito) oppure è stata inattivata dal
trattamento.
Il presente opuscolo è stato realizzato avvalendosi dei seguenti lavori :
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ARP – educazione sanitaria; “Pediculosi” – 1996 – Pediatria on line;
S.I.D.S. - Farmacie Comunali riunite – Reggio Emilia : Pediculosi del capo – schede informative;
Regione Piemonte: Raccomandazioni per l’applicazione in Piemonte delle “Misure di profilassi per
esigenze di sanità pubblica – provvedimenti da adottare nei confronti di soggetti affetti da alcune
malattie infettive e nei confronti di loro conviventi e contatti” – Pediculosi;
Canadian Paediatric Society: “Head lice infestations: a persistent itchy ‘pest’ – 1996
E’ inoltre stato elaborato con il contributo di alcuni genitori che ci hanno aiutati a trovare i temi e le
parole giuste per migliorarne la comprensione.
“Raccomandazioni per la prevenzione e gestione della pediculosi nelle scuole”.prot. n. 9078/27.001 - 17
giugno 2004
M SISP 052 REV. 2 data emissione :04-01-05
Approvato ed emesso in originale
DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE – S.C. SERVIZIO DI IGIENE E SANITA’ PUBBLICA
Premessa
Questo opuscolo riporta le principali informazioni che è utile conoscere sulla pediculosi.
Esso tiene conto anche dei preziosi suggerimenti di genitori che si sono trovati a “gestire il
problema” e che, nel tempo, ci hanno aiutati a trovare le parole più adatte per cercare di
rendere comprensibili i messaggi che volevamo trasmettere.
Che cos’è la pediculosi?
La pediculosi è una infestazione da parte di pidocchi, piccoli insetti che vivono succhiando
il sangue dell’ospite. Esistono 3 tipi di pidocchi:
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Il pidocchio della testa, che determina la forma di pediculosi più frequente;
Il pidocchio del pube, o piattola, trasmesso per contatto sessuale;
Il pidocchio del corpo, molto raro nei nostri climi.
Il pidocchio che vive sul capo è lungo da 2 a 3 mm ed ha un colore che varia da marrone a
bianco grigiastro. Si attacca alla base del capello e vi depone le uova, chiamate anche
lendini. Le uova hanno dimensioni di 0,3 – 0,8 mm, ovoidali, grigio-bianche, facilmente
confondibili con scaglie di forfora; a differenza di queste però non si staccano facilmente.
La femmina del pidocchio vive sino a 4 settimane e depone circa 10 uova al giorno, ad una
altezza massima di 2-4 mm dal cuoio capelluto. Le uova si aprono dopo circa una settimana
dalla deposizione (8-10 giorni). Al di fuori del corpo umano il pidocchio può sopravvivere
per 24-48 ore, mentre le uova possono restare vitali per una decina di giorni senza arrivare
alla schiusa se si trovano ad una temperatura inferiore a quella cutanea. Il contagio avviene
per contatto diretto con la testa di un soggetto infestato ed è facilitato da condizioni di
sovraffollamento; potrebbe anche avvenire attraverso l’impiego in comune di oggetti che
vengono a contatto con la testa quali: spazzole, pettini, cappelli, sciarpe, cuscini, ecc.. Ne
deriva che quando un bambino è affetto da pediculosi, l’infestazione può estendersi a tutti i
componenti del nucleo famigliare.
Contrariamente a quanto pensano in molti, i pidocchi non saltano da una persona all’altra.
I punti in cui i pidocchi e le lendini si localizzano sono soprattutto il cuoio capelluto,
particolarmente nella zona della nuca e dietro le orecchie, ma possono ritrovarsi anche tra le
sopracciglia, le ciglia e la barba.
Come si manifesta?
Il sintomo principale, che è dovuto ad una reazione allergica alla saliva dell’insetto, è il
prurito e la pelle può presentarsi arrossata.
Occasionalmente è possibile osservare un’infezione cutanea batterica secondaria alle lesioni
da trattamento.
Può esservi una modesta infiammazione delle ghiandole linfatiche dietro le orecchie e nella
parte posteriore del collo.
A volte l’infestazione può essere priva di sintomi particolari.
Quali sono i rischi?
Non esiste il rischio di contrarre malattie collegate con la pediculosi del capo.
Le lesioni superficiali prodotte dal grattarsi si possono infettare con batteri.
Cosa si deve fare per prevenirla?
1) L’unica corretta misura di prevenzione è costituita dall’identificazione precoce dei
casi, attuata mediante il controllo settimanale dei capelli (per esempio prima di
lavarli) del proprio figlio/a da parte dei genitori. Questo è l’unico intervento di
provata efficacia .
2) Non esistono prodotti in grado di prevenire i pidocchi, pertanto il trattamento va
effettuato solo in caso di presenza di infestazione.
E’ assolutamente scorretto l’uso a scopo preventivo dei prodotti usati nel
trattamento per l’eliminazione dei pidocchi : si tratta di una pratica inutile e dannosa.
3) Non scambiare cappelli, sciarpe o foulard con altre persone.
4) Non sono di grande utilità ai fini preventivi gli interventi di diagnosi collettiva
dell’infestazione nelle scolaresche. Gli studi epidemiologici disponibili hanno messo
in evidenza che lo screening (controllo sistematico delle teste degli alunni) non ha
dimostrato di ridurre l’incidenza della parassitosi, e non viene quindi
raccomandato in quanto si tratta di un intervento di non comprovata efficacia.
5) Di assoluta inopportunità e inefficacia sono la chiusura e la disinfestazione della
scuola. Molto importante, invece, è la quotidiana e accurata pulizia dei locali e far sì
che a scuola vengano applicate alcune norme igieniche elementari quali porre berretti e
sciarpe all’interno delle tasche o delle maniche del cappotto e non accatastare i
giubbotti e gli indumenti gli uni sugli altri.
Come si deve trattare?
1)
Il trattamento della pediculosi del capo è basato sull’impiego di prodotti contenenti
sostanze antiparassitarie. Come primo trattamento consigliamo l’uso di un prodotto
a base di “permetrina”. Si tratta di prodotti di libera vendita in farmacia, tuttavia
l’esperienza maturata in questi ultimi anni, nostra, dei pediatri e di molti genitori che
hanno faticato a risolvere completamente ed in tempi ragionevolmente rapidi il
problema, ci porta a suggerire che non c’è nulla di disdicevole o di vergognoso nel
rivolgersi, fin da subito, al proprio medico curante o al proprio Pediatra che è
responsabile dei problemi di salute, della diagnosi e della terapia di tutte le patologie
che possono interessare i suoi assistiti, per ottenere un consiglio giusto. Si ricorda,
inoltre, che il medico (vedi DM 15/12/1990) è tenuto a segnalare al Servizio di
Igiene e Sanità Pubblica, entro 24 ore, i casi di pediculosi attiva riscontrati. Ciò
consente a questo Servizio di gestire le notifiche di pediculosi ai sensi del D.M. 1512-90 “Sistema informativo delle malattie infettive e diffusive” e della C.M. n.°4 del
13/03/1998 e successive raccomandazioni per le applicazioni in Piemonte.
Ovviamente è sempre indispensabile rivolgersi al medico nei seguenti casi:
• quando compaiono lesioni con formazione di pus o con croste e i capelli emanano
un cattivo odore;
• quando i sintomi dell’infestazione ricompaiono dopo il trattamento.
2) I prodotti vanno utilizzati rispettando le informazioni contenute nelle rispettive
confezioni. E’ importante, però, sapere che i prodotti contro i pidocchi , da soli,
potrebbero non essere sufficienti a debellare l’infestazione. E’ indispensabile,
pertanto, cercare di favorire il distacco delle lendini rimuovendole manualmente o
traumatizzandole (un uovo rotto non si schiude più!!). Per ottenere questo risultato
è sufficiente pettinare a lungo i capelli (anche per 10-15 minuti, ogni giorno, per
almeno 8-10 giorni dopo il primo trattamento) con un pettine fitto, meglio se
bagnato nell’aceto caldo (l’aceto aiuta a “sciogliere” la colla che tiene appiccicata
la lendine al capello e facilita il suo distacco).
La rimozione delle lendini va effettuata quindi per le seguenti ragioni :
• per diminuire il rischio di reinfestazione
• per ridurre la confusione diagnostica ed evitare di ripetere il trattamento senza che
sia necessario
3) Un secondo trattamento va ripetuto dopo 7-10 giorni dal primo per chiudere il
ciclo.
4) E’ del tutto inutile effettuare trattamenti troppo frequenti con prodotti medicati in
considerazione dei potenziali effetti irritativi dei prodotti antipidocchi.
Un trattamento inappropriato o un sovratrattamento possono causare dermatiti e
prurito. E’ utile controllare quotidianamente i capelli della persona infestata.
5)
Quando si verifica un caso per essere sicuri di stroncare l’infestazione, è
necessario controllare e sottoporre al trattamento tutti i componenti della
famiglia che risultano infestati.
6)
E’ consigliabile lavare tutti i vestiti, la biancheria del letto e da bagno subito dopo
il trattamento per evitare reinfestazioni. Il lavaggio in lavatrice a 60° o il lavaggio
a secco consentono l’uccisione degli insetti; altrettanto efficace è la conservazione
di tali materiali in sacchi di plastica per 10 giorni. Spazzole e pettini vanno
accuratamente lavati ed immersi in acqua calda a 54° per 10 minuti oppure immersi
in una soluzione acquosa di un antiparassitario (lo stesso impiegato per il
trattamento).
7) Il trattamento può fallire essenzialmente per due ragioni:
• uso improprio o incompleto del prodotto: mancata ripetizione del trattamento
dopo 7-10 giorni dal primo per chiudere il ciclo, uso di una quantità
insufficiente di prodotto a determinare un contatto con l’intero cuoio capelluto e
con i capelli in tutta la loro estensione;
• resistenza al prodotto.
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