Politica
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Il sogno della
qualità …..
…..e il risveglio nella realtà
Il piccolo mondo dello shiatsu
e delle DBN incontra le regole
sociali e… rischia di
arroccarsi, spaventato, in
difesa del passato
Qualità significa capacità di soddisfare esigenze, di tipo morale
e materiale, sociale ed economico, opportunamente identificate
e tradotte in determinati requisiti concreti e misurabili.
….. Accanto alla classica domanda di qualità economica ……si è andata affermando una
domanda di nuove e più ampie forme di qualità, intese alla soddisfazione di una più vasta
gamma di bisogni espressi da un più ampio contesto di parti interessate che possono
essere, a buon diritto, riassunte nel termine qualità sociale. Ciò ha fatto si che il
sistema di parte terza della valutazione di conformità sia, oggi, chiamato, non più e
soltanto come in passato, a costituire uno strumento di regolazione degli scambi
economici, ma anche e soprattutto a contribuire al miglioramento della “qualità
della vita”, nel senso più completo e pregnante del termine….
di Claudio Parolin
difficile capire se la
pretesa da parte di un
elenco di associazioni
del mondo dello
shiatsu e delle DBN
di autoattribuirsi la qualità sulla base
di un criterio di anzianità (io esisto da
tanti anni) o di mutuo riconoscimento
(io riconosco te che riconosci me)
risulti più ridicola o penosa.
Le diatribe sull’essenza della qualità,
dibattito che ha animato le pagine di
pensatori, filosofi e poeti da qualche
secolo a questa parte, con ottimi (forse) risultati in termini di produzione
letteraria ma scarso successo sul piano
dei risultati concreti, non ci aiutano.
Per parlar di cose concrete è forse più
utile analizzare i criteri con cui la
società identifica o tenta di identificare parametri di qualità, certamente privi di valore assoluto, ma utili per
orientare alla qualità o per lo meno per
isolare la non-qualità.
(box 1)
È
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scuola ha la qualità
perché ha più allievi,
no ha più allievi proprio perché è più
facile, cioè non ha la
qualità” ecc.
La definizione di Qualità riportata nel
box 1, fornita dal Sincert (l’ente di certificazione della Qualità più autorevole
a livello nazionale) può costituire un
inizio produttivo, perché introduce l’esigenza di “requisiti concreti e misurabili”, permettendo così di bypassare l’inutilità di diatribe del tipo “io sono più
bravo di te perché lo dico io” o “questa
Possono esserci utili
anche le regole per
gli accreditamenti
degli Enti di Formazione adottati universalmente dalle
Regioni per selezionare le scuole in grado di operare e quelle meritevoli di
assegnazione di fondi.
Analizziamo i parametri adottati:
a) le relazioni sociali sul territorio
Le scuole di shiatsu e, a ruota, quelle
che operano nel mondo delle DBN,
sono nate e cresciute in modo del tutto
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originale e felicemente anomalo; non
sono nate per rispondere ad una esigenza
economico/sociale espressa sul territorio
ma, rovesciando il processo, si può dire
che abbiano generato una domanda estesa sul territorio. Mi spiego: il bisogno di
elettricisti o di operatori socio-sanitari
può essere desunto da una analisi della
popolazione, delle attività economiche,
delle imprese operanti sul territorio.
Gli allievi, i praticanti, i professionisti
shiatsu al contrario sono storicamente
sorti da una esigenza personale di conoscere e capire, fare esperienze nuove e
ricche, vivere meglio, evolvere e hanno
generato una domanda di servizi (trattamenti e corsi) che non esisteva né era
prevedibile.
Oggi questa realtà straordinaria deve fare
i conti con le realtà ordinarie per cui la
capacità di muoversi sul territorio, creare
relazioni con gli enti locali, le imprese, il
mondo del lavoro, l’associazionismo
ecc. per preventivare e pianificare il
bisogno formativo in relazione ai possibili sbocchi occupazionali già esistenti o
generabili nel futuro può diventare uno
dei parametri di qualità;
Ciò può evitarci di degenerare in un carrozzone parassitario come gli enti di formazione nel mondo dell’estetica che formano ogni anno 36.000 estetiste che
all’80% resteranno disoccupate.
Resta una dimensione di ricerca ed
evoluzione nei nuovi praticanti shiatsu
ma è strettamente intrecciata alla
aspettativa di possibile attività professionale (unica o integrativa a quella
preesistente) che diventa sempre più
motore principale per la scelta di imparare lo shiatsu.
Per inciso, ciò non impedisce alle scuole
di appassionare e motivare ad una ricerca evolutiva ma questa è un’altra storia.
b) l’abbandono scolastico
Le percentuali di abbandono (percentuale di allievi che raggiungono il diploma
rispetto agli allievi iscritti inizialmente)
sono sicuramente meno probanti nei
nostri corsi rispetto alla formazione
rivolta a giovani in cerca di occupazione
o adulti disoccupati, per la presenza nel
mondo dello shiatsu di motivazioni di
“interesse evolutivo” e per il peso giocato da una netta prevalenza di persone già
occupate; resta però un interessante termometro del livello di coinvolgimento e
motivazione che i gruppi-classe raggiungono e quindi della validità della scuola.
c) gli esiti occupazionali
Se la formazione ha lo scopo di generare operatori professionali, cioè operatori in grado di avere successo sociale, cioè in parole povere di vivere di
shiatsu, il dato di quanti raggiungono a
6 mesi dal diploma, un anno o più anni
l’obiettivo è estremamente significativo.
Nel nostro caso i dati interessanti posso essere definiti a vari livelli:
- quanti vivono solo di shiatsu (operatori a tempo pieno)
- quanti vivono grazie un’altra occupazione in altro settore integrando con lo
shiatsu (operatori part time)
- quanti praticano lo shiatsu professio-
CONVEGNO
L’integrazione delle discipline bionaturali
per un futuro
APPROCCIO ALLA SALUTE
Shiatsu Do 33
.
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Domenica 11 Settembre 2005 - ore 14.30
sala SINFONIA Business Club - Pad. 36° piano
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nalmente integrando con altre attività affini (tipo yoga o arti marziali,
oppure estetista, fisioterapista ecc.)
- quanti praticano a livello amatoriale (gratuitamente) per prepararsi
alla professione futura o come passione perché già occupati in modo
soddisfacente in altri settori.
Si tratta in definitiva di parametri
che possono fornire una conoscenza sicuramente non assoluta e
oggettiva, ma certamente più attendibile e obiettiva della Qualità di
una scuola.
Emerge in questo modo una idea di
Qualità che nasce come confronto
dei costi e dei benefici; costi in termini umani e sociali (soldi, tempo,
impegno, dissidi familiari, minor
impegno nel lavoro ordinario, gratificazioni o delusioni ecc.) e benefici (benessere personale, evoluzione
complessiva, servizi gratuiti ai settori deboli nel tirocinio, produzione
di benessere sociale, reddito addizionale, incremento del PIL ecc.).
Una seria ricerca e raccolta di dati
su questi parametri non è mai stata
fatta, o quantomeno pubblicata (a
parte quella pubblicata su queste
pagine - Shiatsu Do, n° 31), per il
timore delle scuole tradizionali a
fornire i propri dati anche a un ente
terzo.
Ma come si può ragionare sulla
Qualità, sulla capacità di una scuola di rispondere alle esigenze di
allievi, utenti, società senza questi
dati.
Per evitare grosse (e spiacevoli)
sorprese forse è ora che si apra un
confronto libero, dati oggettivi alla
mano, su questi parametri perché è
su ciò che le istituzioni misureranno la nostra Qualità, non sulla lunghezza della barba del capostipite.
Oltre ovviamente sulla struttura
organizzativa e gestionale, sulla
solidità finanziaria, sulle risorse
umane disponibili, sul rispetto delle
norme di sicurezza ecc.
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Le 1200 ore di formazione
In questo quadro si inserisce la questione dell’aumento del monte ore.
In un recente incontro a livello politico una esponente del CNA (artigiani) auspicava il diploma universitario triennale per nuovi settori professionali, tra cui i parrucchieri.
Una laurea triennale, 16 anni di studio (escludendo la scuola materna)
per accorciare i capelli con maestria, ma…
Quanto costa un anno di università
all’individuo e alla famiglia tra tasse,
testi, trasporti ecc.? E alla collettività,
visto che le tasse universitarie coprono in media il 15% dei costi dell’ateneo? E in termini di ritardato ingresso
nel mondo produttivo? E tutti i servizi per dare alloggio, trasporti, comu-
nicazioni? E i costi sociali del protrarsi di una situazione di dipendenza
economica, di mancanza di autonomia con tutti i risvolti personali e
familiari conseguenti?
Ha senso imporre all’individuo, alle
famiglie e alla collettività un tale onere se i tre anni di formazione non sono
realmente indispensabili?
Non prevalgono forse altre valutazioni, quali il bisogno dell’università di
finanziarsi, o dei governanti per parcheggiare i disoccupati studenti rinviandone l’accesso alla condizione di
disoccupati lavoratori, o altre ancora
comunque estranee alla qualità della
formazione?
Considerazioni analoghe si possono
fare per la proposta avanzata (inserita
Cultura dal vero
in PILLOLE
Osservando la realta`, leggendo i giornali, guardando la
televisione, ascoltando la radio, nelle pieghe dei discorsi sentiti al
bar o sullautobus, si possono cogliere mille spunti di assurdita`
quotidiana della nostra civilta`, della societa` patologica. La
scienza scopre, anzi dimostra !? che la natura e` naturale, la
tecnologia inventa una nuova astrusa complicazione, entra in
produzione un eccezionale farmaco inutile…. pillole quotidiane
di scientifica ovvieta`, celata violenza, assurda inutilita`,
affascinanti controsensi che sono diventati parte integrante
della nostra vita consueta. Locchio scorre e lorecchio ascolta la
notizia ma la mente non coglie lassurdita`, la violenza, lironia del
fatto perche´ bombardata da miliardi di stimoli e fatti di ordinaria
follia.
Shiatsu Do
nellintento di risvegliare la nostra naturale capacita`
di riconoscere lovvio e lassurdo, riportera` su ogni numero
alcune notizie, integralmente e senza commento, evidenziate
graficamente in un riquadro colorato e connotate da un
titoletto che le colloca in una specifica tipologia di demenza. Ci
piacerebbe che i lettori prendessero parte al gioco, segnalandoci
notiziole degne di entrare nella galleria, o esprimendo pareri.
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nel PDL Lucchese e fatta propria dalla
maggioranza del mondo dello shiatsu)
di portare ad un minimo di 1200 ore
l’obbligo formativo per l’operatore
shiatsu. Lo shiatsu ha conosciuto il
successo e si è diffuso nel tessuto
sociale attraverso la pratica amatoriale
e l’impegno di generazioni di operatori formati con corsi di 300-400 ore;
solo negli ultimi anni il curriculum
delle scuole si è uniformato su livelli di
600-700 ore; improvvisamente diventano indispensabili “minimo” 1200
ore.
Stiamo entrando nella spirale perversa
in cui ha perso l’orientamento (e il senso della misura) la scuola pubblica. Più
il monte ore è abbondante, meno
diventa importante ottimizzare metodo
e contenuti, più l’insegnamento si
svuota e si trascina stancamente, meno
lo studente esce preparato. Ma ciò crea
la necessità di un nuovo aumento del
monte ore per tappare i buchi formativi e il circolo vizioso si ripete più e più
volte fino a demotivare definitivamente docenti e studenti, i primi perché le esperienze e i contenuti realmente utili sono annegati in un mare
di accessori e complementi con pari
dignità ma scarsa utilità, i secondi
perché sfiniti da una marea di materie
e nozioni con scarsa o nulla attinenza
con la futura professione. L’analisi
dei curricula universitari vigenti
costituisce un ottimo addestramento
per quanti vogliono imparare ad uccidere passione, coinvolgimento e
impegno in un giovane volonteroso (e
in un docente impegnato).
Pillole
COME COMPLICASI LA VITA
Lequilibrio decolla
Vertigini e capogiri? Si possono
combattere con i simulatori di volo usati
da piloti e astronauti.
Il singolare trattamento, adottato da
medici londinesi migliorerebbe gli imput
visivi e sensoriali che contribuiscono al
mantenimento dellequilibrio, aiutando a
superare il cattivo funzionamento
dellorgano dellequilibrio, il sistema
vestibolare che si trova nellorecchio. In
due mesi 8 sedute nei soggetti trattati
si sono dimezzati frequenza e intensita`
dei disturbi.
L’eutanasia delle scuole
e del fenomeno sociale.
Non è necessario essere profeti per
sapere cosa succederà; attualmente lo
studente tipo delle scuole di shiatsu e
DBN è una persona che lavora 8 ore al
giorno, che ha famiglia e altri impegni
sociali; molti, e particolarmente quelli
impegnati nel settore sanitario, hanno
turni che li impegnano anche nei w.e. o
negozi/studi/ambulatori aperti al sabato o alla sera fino a tardi.
Ciascuno di loro fatica a ritagliarsi le
20-30 ore mensili per seguire con profitto i corsi; le 1200 ore in tre anni raddoppieranno le ore mensili di impegno
tagliando fuori la maggioranza degli
attuali partecipanti ai corsi che non
potranno permettersi né l’impegno
temporale, né l’impegno economico
Pillole
PIÙ SEMPLICE DI COSÌ
Gli esercizi giusti per riconquistare
lequilibrio
Semplici esercizi per alcuni minuti al giorno
possono aiutare a sconfiggere le vertigini.
A metterlo in luce e` uno studio
dellUniversita` inglese di Southampton,cui
hanno partecipato 170 adulti che soffrivano
di vertigini da piu` di 2 mesi:87 sono trattati
convenzionalmente mentre 83 hanno
ricevuto informazioni e un opuscolo da
parte di un operatore sanitario, che li ha
istruiti ad eseguire due volte al giorno
particolari esercizi:muovere il capo da un
lato allaltro e dallalto in basso, prima con
gli occhi chiusi, poi aperti, poi focalizzati su
un oggetto. Da seduti, in piedi e durante il
cammino. Tra i pazienti che hanno eseguito
gli esercizi, i due terzi sono nettamente
migliorati, nel gruppo trattato
convenzionalmente, solo un terzo.
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(che presumibilmente raddoppierà
salvo sovvenzioni pubbliche difficilmente ipotizzabili).
L’esperienza preoccupante delle
scuole di naturopatia che hanno
introdotto curricula di 1500-1800
ore e delle scuole di shiatsu nella
vicina Svizzera che ha recentemente portato da 700 a 1000 ore la formazione per la professione, ci porta a pronosticare con sicurezza un
calo superiore al 50-60% degli
allievi nei corsi (che si sommerebbe
al consistente calo già registrato
quest’anno dovuto alle difficoltà
economiche generali) con una inevitabile grave crisi per la maggioranza degli enti formativi, in particolare per quelli più recenti e meno
strutturati.
Il catenaccio dei tre anni
Una alternativa interessante potrebbe nascere dalla crescita della formazione a tempo pieno, visto che il
riconoscimento della figura professionale e l’appetibilità di un merca-
to consolidato
potrebbe motivare le famiglie
a sostenere il
ciclo di studi di
giovani in cerca di futura
occupazione,
ma il catenaccio imposto
dalle organizzazioni più
retrive con la
regola dei tre
anni minimi
senza distinguere tra formazione part time e formazione a
tempo pieno è destinata (se prevale) a
distruggere anche questa possibilità.
Se 1200 ore minime su tre anni minimi significano 40 ore al mese e
rischiano di essere troppe per chi frequenta la sera e nei fine settimana, le
stesse 40 ore al mese sono improponibili in una formazione a tempo pieno
(su 5-6 giorni di scuola settimanali
significherebbero non più di 2 ore al
giorno); si tratterebbe di obbligare i
giovani in formazione a mordere il
freno (inutilmente) per tre anni frequentando la scuola due ore al giorno
o due giorni alla settimana, oppure di
fare una scuola a tempo pieno seria a
5 o 6 ore al giorno per 5 o 6 giorni alla
settimana, realizzando così in 3 anni
dalle 3.000 alle 4.500 ore. Ma chi
farebbe tutte quelle ore per ottenere
un pezzo di carta identico a quello che
nella formazione serale o festiva si
ottiene con un terzo delle ore?
Con l’introduzione di 1200 ore in tre
anni si distrugge la scuola part time e
si soffoca sul nascere la scuola a tempo pieno, negando un futuro allo
shiatsu e alle altre DBN e, quel che è
peggio, distruggendo quel fenomeno
sociale che tanti benefici in termini di
benessere e occupazione ha generato
in Italia e che si alimenta con la pratica diffusa e capillare di migliaia di
praticanti apprendisti e diplomati.
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Si è sempre fatto così…
La fragile motivazione del “si è sempre fatto così..” portata da scuole che
non hanno alcuna esperienza di formazione a tempo pieno maschera in
realtà la paura del nuovo e la volontà
di tutelare interessi corporativi incapaci di adeguarsi ai nuovi tempi,
anche a costo di creare le condizioni
di un declino dello shiatsu e di un
mancato sviluppo del nuovo settore
delle DBN.
Aumentare il monte ore? Potrebbe
essere ragionevolmente utile, sia per
consolidare nella tecnica, sia per
ampliare la dimensione culturale, sia
per integrare con materie di base e
trasversali estranee allo shiatsu ma
utili alla persona, al cittadino, al professionista (informatica, diritto del
lavoro, marketing ecc.).
Ma questo può e deve avvenire con
gradualità, anno dopo anno, attraverso puntuali verifiche che il maggior
impegno imposto all’allievo si traduca in reali maggiori competenze e abilità che ripaghino concretamente con
maggiori gratificazioni professionali
e maggior utilità sociali lo sforzo e i
costi individuali e collettivi.
Le conclusioni con una proposta di
piattaforma politica sul prossimo
numero.
La prima parte è stata pubblicata sul
numero 32 di “Shiatsu Do”
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testo completo - Mondo shiatsu