COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI servizi educativi: dalla nascita agli anni ottanta. GLI ASILI A FANO PRIMA DELLA LEGGE 444/68 Asilo Civico d’Infanzia ‘A. Gallizi’, fine 800 Asilo P. Manfrini, fine 800 Gli asili d’infanzia a Fano risalgono alla seconda metà dell’Ottocento quando un ‘Comitato Promotore’ porterà alla nascita, nell’ottobre del 1869, dell’Asilo Civico d’Infanzia ‘A. Gallizi’ aperto nell’ex Convento di Santa Maria Nuova. Fu chiamata a dirigere l’asilo fanese Angiola Bianchini, allieva prediletta di Ferrante Aporti. Successivamente, nel 1873, fu incaricata di istituire anche l’asilo d’infanzia del Porto per i figli dei marinai. All’inizio del ‘900 le iniziative per l’ampliamento degli asili infantili vedono la nascita nel 1919 del Cante di Montevecchio e nel 1922 dell’Istituto Santa Rita al Porto fino ad arrivare a metà degli anni ‘60 in cui la diffusione degli asili contava 4 istituzioni comunali e 15 privati, mentre la scuola materna statale non era stata ancora istituita. DALLA NASCITA DELLA SCUOLA MATERNA STATALE ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA Il D.P.R. 11 giugno 1958 sancisce i primi Orientamenti per l’attività educativa della scuola materna aprendo il percorso alla formulazione della Legge 444/1968 con cui viene istituita la scuola materna statale fino ad arrivare agli Orientamenti dell’attività educativa per la scuola materna L. 647/1969 che aprono la strada alla ‘Cultura dell’Infanzia’. Negli anni ’70 nella realtà fanese sono presenti 12 scuole dell’infanzia comunali. Grande è stata la spinta dell’Amministrazione Comunale nella direzione dell’incremento delle strutture ma soprattutto della ‘qualità’, con la consapevolezza che il diritto allo studio comincia a 3 anni anche allo scopo di eliminare ogni condizionamento socio - culturale e offrire a tutti i bambini pari opportunità. Di qui l’importanza essenziale della scuola dell’infanzia con il suo ruolo autonomo di istituzione propriamente educativa che non può essere declassato a semplice ‘parcheggio di bambini’, né limitata ad una mera funzione propedeutica rispetto alla scuola elementare. Quindi accanto ai problemi quantitativi si rende necessario lo sviluppo della qualificazione didattico - metodologica e la partecipazione democratica dei cittadini alla gestione della scuola dell’infanzia. Ciò testimonia il lungo percorso che ha legato l’infanzia alla città di Fano, che ha visto migliaia di protagonisti che con la loro intelligenza e passione hanno reso possibile questa avventura. Un’esperienza che oggi va avanti, non senza difficoltà, ma sempre con la stessa passione e lo stesso credo culturale continuando a produrre un dialogo ininterrotto tra bambini e città. IL PERCORSO EDUCATIVO E DIDATTICO NEGLI ANNI ‘70 A metà degli anni ’70 le prime forme di sperimentazione di un nuovo modello pedagogico, che si ispirava alla scuola bolognese di Frabboni e Bertolucci fondatori della Rivista ‘Infanzia’, prende avvio attraverso la realizzazione di una esperienza realizzata nell’estate del 1974 denominata CREI1 (centri ricreativi educativi per l’infanzia) ‘mare e collina’. Da quella prima esperienza si è andata sempre più strutturando un’idea di scuola per bambini 3/6 anni che dovesse superare i limiti già presenti nella denominazione di scuola materna a favore di ‘scuola per l’infanzia’ poi ‘scuola dell’infanzia’. Fino ad allora la scuola materna non aveva tenuto in debita considerazione l’aspetto educativo a favore di una preoccupazione tutta tesa a ‘non farsi male, non sporcarsi, non strillare, non fare chiasso’, limitando fortemente il bisogno del bambino di sentirsi libero di esprimersi, di muoversi, acquistare la propria autonomia e sviluppare armoniosamente tutte le sue possibilità. Questa convinzione ha portato a lavorare, con il supporto del Gruppo di Operatori Sociali in modo specifico su2: Asilo P. Manfrini, fine anno scolastico, anni ‘60 - Organizzazione degli spazi: sezione - intersezione - sezione aperta - centri di interesse; - Istituzione del Collettivo Scolastico: tutto il personale partecipa collegialmente alla progettazione e alla realizzazione e verifica dell’attività didattica; - Introduzione di un approccio scientifico alla Programmazione delle attività educative attraverso le seguenti fasi: A - Individuazione delle finalità; B - Analisi dei bisogni; C - Programmazione generale (obiettivi educativi) e particolare (obiettivi didattici); D - Scelta degli strumenti e delle tecniche didattiche; E - Verifica dei risultati raggiunti; F - Individuazione di eventuali nuove ipotesi di lavoro e scelte operative. - Gestione Sociale: il decentramento territoriale e la conseguente democratizzazione dei servizi sociali implicano che la scuola assuma un taglio partecipativo organizzato. Con Delibera di Consiglio Comunale n.433 del 26 agosto 1977 vengono istituiti i Comitati di Gestione nelle scuole dell’infanzia Comunali; - Formazione permanente del personale educativo e ausiliario. IL PERCORSO EDUCATIVO E DIDATTICO NEGLI ANNI ‘80 La programmazione educativa delle scuole dell’infanzia comunali negli anni ’80 si fonda sulle unità didattiche che costituiscono l’unità minima di programmazione in quanto finalizzate al perseguimento di un obiettivo formativo specifico e si inseriscono nella costruzione di un progetto educativo didattico caratterizzato da una precisa articolazione del lavoro e del rispetto di determinati passaggi nell’elaborazione. A - Analisi della situazione: risponde alla necessità di definire chiaramente il punto di partenza; B - Definizione degli obiettivi educativi e didattici; C - Scelta dei contenuti: deve caratterizzarsi sul piano della stretta correlazione con gli obiettivi; D - Ricerca e scelta delle strategie di apprendimento, dei metodi, degli strumenti; Una classe al lavoro, anni ‘60 Si vedano: Opuscolo monografico di Fano Stampa n. 38 del 1 ottobre 1974 e n. 41 del maggio 1975; Notiziario di Fano Anno 10 n. 2 marzo - aprile 1974 Scuola Pre - Primaria Estate ’74 Mare e Collina Scuola Pre - Primaria Attività Pre - Scientifiche Esperienze del Corso di qualificazione professionale Regione Marche anno formativo 1978 Programmazione - Bozza di intervento nelle scuole comunali 2 Il nostro giornalino - Scuola dell’infanzia comunale di via Bocca Trabaria a.s. 1975/76 Scuola dell’infanzia Documentazione del Seminario di Studi ‘A tra anni si fa ricerca. Ipotesi di lavoro per una scuola alternativa dell’infanzia’ a cura di Francesco Tonucci tenutosi Fano dal 12 al 17 luglio 1976. 1 Anni ‘80 E - Definizione dei criteri e delle procedure per la verifica e la valutazione. A metà degli anni ’80 la progettazione educativa da una prospettiva lineare di programmazione per obiettivi si apre ad un approccio sistemico - reticolare, che si sviluppa attraverso la metodologia dello sfondo integratore e la progettazione per situazioni. Nel 1984 con Delibera di consiglio Comunale n. 52 del 26 marzo 1984 si approva il Regolamento delle scuole dell’infanzia Comunali 3/6 anni che istituisce anche il Coordinamento Pedagogico Didattico come strumento di promozione, elaborazione ed organizzazione culturale delle esperienze pedagogico – didattiche che si conducono nei nidi e nelle scuole dell’infanzia comunale in stretta collaborazione con le varie componenti della scuola. COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI servizi educativi: anni novanta... IL PERCORSO EDUCATIVO E DIDATTICO NEGLI ANNI ‘90 Tra la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90 l’evoluzione della ricerca e degli studi psicologici e pedagogici mettono in discussione la progettazione ‘lineare’ e, soprattutto ,la logica delle tassonomie che non tengono sufficientemente conto della complessità esistente all’interno delle relazioni educative. Il grande dibattito non risparmia le insegnanti delle scuole dell’infanzia comunali fanesi, che iniziano, in questo periodo, ad adottare la strategia didattica complessa, dello ‘Sfondo Integratore’. Inizia,in questa fase,’la grande scommessa’ tuttora in corso di promuovere ipotesi e progetti sperimentali estremamente innovativi, che non hanno mancato, di suscitare anche alcune perplessità da parte delle educatrici abituate fino a quel momento storico a lavorare con modalità didattiche’ più tradizionali’. L’utilizzazione dello sfondo integratore incentiva l’acquisizione di strategie costruttive di apprendimento, ovvero la capacità del bambino di compiere apprendimenti sempre più complessi in cui risulta finalmente protagonista dei suoi percorsi di conoscenza, riorganizzando i personali schemi concettuali. Lo sfondo integratore riduce le relazioni duali tra educatore e bambino, fungendo da vero e proprio contenitore affettivo di ogni e qualsiasi attività espletata nel quotidiano agire educativo. La progettazione didattica effettuata con lo sfondo integratore ricerca nuove strategie per rifuggire dal rigoroso schematismo della programmazione lineare. Si tratta di partire da due presupposti fondamentali: il primo, di matrice teoretica, consiste nel far credito nella bontà e nell’intelligenza della natura infantile (J.Kagan); il secondo, di natura operativa, consiste nella concessione di fiducia al patrimonio di esperienza e di competenza acquisito dal personale docente impegnato nell’attivazione del modulo organizzativo. Solo credendo nelle potenzialità del bambino si possono rispettarne le esigenze, riuscendo ad assecondare, in modo consapevole, l’autoregolazione spontanea dello sviluppo psico-fisico. I PRINCIPALI PRESUPPOSTI TEORICI DELLO SFONDO INTEGRATORE Per meglio comprendere i presupposti teorici della progettazione con lo sfondo integratore, è importante considerare: - La Pedagogia Istituzionale. - La prospettiva coevolutiva. - La ricerca-azione. La Pedagogia Istituzionale considera l’alunno protagonista del percorso educativo, riconoscendoli un ruolo attivo e partecipe; si presenta, inoltre, come pedagogia della complessità e pone l’attenzione soprattutto agli elementi interni al contesto scolastico: - prevede nel processo educativo - formativo (fra docente e alunno) l’uso di molteplici strumenti - mediatori di natura condivisa e la costante ridefinizione dell’istituzione scolastica che si modifica secondo l’evoluzione delle relazioni sociali fra adulti/educatori e bambini; - considera il bambino nella sua globalità, per ciò che sa o non sa fare, come soggetto di diritti, portatore di un bagaglio culturale di conoscenze, di vissuti personali, da far emergere e valorizzare. Nella pedagogia ‘tradizionale’ le ‘istituzioni’ sono ‘imposte’ o ‘predefinite’ dall’educatore come sistemi difficili da cambiare (istituito): nella Pedagogia Istituzionale, divengono, invece, oggetto di negoziazione e di mediazioni tra i protagonisti della relazione educativa. All’interno della progettazione evolutiva, il bambino viene considerato reale protagonista e costruttore del percorso educativo, un interlocutore attivo, a cui è riconosciuta la possibilità di autoregolarsi, di incidere sulla realtà, attraverso un dialogo continuo con gli elementi del contesto - scuola adeguatamente organizzato e progettato. In questo scenario l’educatore è chiamato a costruire le condizioni di ‘sfondo’, in cui ogni bambino può interagire attivamente con l’ambiente, diventando gradualmente consapevole delle proprie modalità costruttive. La progettazione per sfondo costruisce il percorso formativo attraverso una continua interazione con i bambini (coevoluzione), a cui mette a disposizione per lo sviluppo della loro autonomia e identità e per l’acquisizione di apprendimenti formali una molteplicità di mediatori co - gestiti. Le istituzioni divengono quindi elementi organizzatori di un processo di ricerca nella sezione, fatto di costruzione di regole, di organizzazione di spazi, tempi, attività, di definizione di responsabilità, di possibilità di autocontrollo dei propri comportamenti e apprendimenti, in cui si intrecciano le intenzionalità di bambini e adulti, si integrano le differenze, in cui, per usare un termine batesoniano, adulti e bambini ‘danzano’, ricercando insieme l’armonia dei passi per costruire una storia comune. L’educatore dovrà allora sostituire l’intenzione di gestire la conoscenza dei bambini, con la ricerca delle adeguate condizioni contestuali in cui ogni bambino trovi le possibilità di riorganizzare autonomamente i propri quadri cognitivi. Per fare ciò è necessario che l’educatore cerchi di acquisire elementi informativi su se stesso, sui bambini, sul contesto utilizzando adeguate modalità osservative per elaborare ipotesi da negoziare con gli alunni e per attivare forme di co - progettazione dei percorsi. ALCUNE PAROLE CHIAVE - Osservazione sistematica - Individuazione delle tracce - Analisi dell’ elemento analizzatore - Situazione stimolo (provocazione) - Mediazione e co - progettazione - Istituzione (rapporto istituito-istituente) - Nascita dello sfondo integratore (istituzionale - narrativo - metaforico - fantastico..) - Documentazione - monitoraggio e valutazione formativa dei percorsi didattici realizzati Lo sfondo istituzionale è ‘quella particolare organizzazione contestuale di spazi, tempi, mediazioni, regole di comunicazione che favorisce l’autonoma gestione, da parte del bambino, delle proprie strategie di costruzione del mondo, favorendo l’automotivazione e il vissuto di connessione spaziale e temporale. Lo sfondo narrativo è quell’insieme di connotazioni, di significati particolari, condivisi da un gruppo di bambini e non generalizzabili, che automotivano il loro lavoro. Tali connotazioni mutano con lo svilupparsi della storia educativa: sono perciò paragonabili ad una narrazione che viene costruita mentre viene vissuta e che collega nel tempo elementi diversi di realtà. Il canovaccio narrativo, in continua evoluzione, è la risultante di un complesso e sistematico processo di mediazioni e negoziazioni fra adulti e bambini. Le storie individuali e/o di gruppo, anche emotivamente significative, per poter divenire ‘struttura di connessione narrativa’ che valorizza l’identità di ogni bambino, in un processo di integrazione personale e interpersonale, necessitano di sostegno e di regia da parte dell’educatore, per condurle da un livello di esperienza spontanea alla rielaborazione collettiva di tipo cognitivo, affettivo e culturale. ‘Lo sfondo nasce con l’osservazione, cresce con l’osservazione, cambia con l’osservazione’. Gli osservatori cercano infatti di esplorare i meccanismi sottintesi alle azioni (e alle storie) dei differenti gruppi di bambini, attraverso alcuni interrogativi, come ad esempio: - Quali elementi caratterizzano certi giochi? - Quali costanti emergono? - Quali bisogni? - Quali interessi? Il gruppo docente, in sede di progettazione, ipotizza alcune modalità per verificare se ciò che è emerso dalle osservazioni, ha pertinenza con la vita del gruppo stesso. L’elemento analizzatore è uno ‘spicchio’ della situazione creatasi ed è significativo in riferimento ai bisogni e agli interessi che siamo stati in grado di leggere. Tale elemento ci servirà come parametro di misurazione e di confronto nelle osservazioni che andremo a compiere successivamente. L’elemento analizzatore si connota come elemento comune tra le situazioni osservate. Di fondamentale importanza è il ruolo svolto dagli elementi di ‘perturbazione’ o di provocazione del contesto - scuola: l’evento - rumore è provocato dalle situazioni stimolo, di natura problemica, che implicano una adeguata e più significativa ristrutturazione del contesto scolastico e la revisione delle tradizionali impostazioni progettuali. La provocazione può essere intesa come uno ‘stimolo’, un tentativo dell’educatore di ‘entrare nella logica complessa della trama che i bambini stanno intessendo’. Abbiamo precedentemente utilizzato il termine ‘istituzione’ spiegando il significato che lo stesso assume all’interno del contesto scolastico. Con questo termine intendiamo non solo lo spazio fisico (cioè l’insieme degli ambienti e degli spazi della scuola) che funga da ‘contenitore’ ma ,soprattutto, il luogo di vita e di formazione che assume fondamentali connotazioni psicologiche e cognitive. Lo spazio non è solo ‘luogo dove stare’, ma anche il ‘luogo dell’agire’. Si evince una concezione di spazio fortemente carico di valenze affettive e ricco di punti di riferimento, flessibile ma coerente in cui ogni cambiamento , frutto di una negoziazione continua fra bambini e bambini, bambini e adulti. Gli interventi saranno mirati a modificarlo, ristrutturarlo per renderlo pertinente con la storia/storie che al suo interno vengono realizzate e vissute. Esso è inoltre arricchito da materiali non strutturati ed offre così la possibilità di allestire situazioni significative per quel gruppo di bambini e adulti che in quel momento si incontrano. Per meglio chiarire questo concetto potremo paragonare gli spazi della scuola ad un ipotetico palcoscenico, inizialmente privo di scenografia, ma che possiede dietro le quinte quanto serve per la messa in scena della trama narrativa (sfondo). Saranno gli attori che si alterneranno su questo palcoscenico a costruire una storia che prenderà forma nel tempo. La storia trova un primo abbozzo nel gioco spontaneo dei bambini che, attraverso l’uso creativo del materiale messo a disposizione, cominciano a raccontareraccontarsi. La storia di ognuno concorre a costruire la storia di tutti attraverso un intreccio, uno scambio/ confronto che porta ad un arricchimento significativo. Ogni bambino trova, cioè, spazi ,tempi e modalità personali all’interno di una scuola che è patrimonio di tutti. Fondamentale è il ruolo dell’educatore che attraverso l’ascolto, l’osservazione e la disponibilità a mettersi in gioco sa cogliere e registrare gli stimoli e le tracce che arrivano dai bambini. In questo processo un ruolo rilevante assumono la documentazione e la valutazione formativa in chiave di ri-progettazione delle attività. Il progetto educativo, infatti, si rende concretamente visibile attraverso un attenta documentazione ed una conveniente comunicazione dei dati relativi all’attività per i quali ci si può avvalere sia di strumenti verbali, grafici e documentativi, sia delle tecnologie audiovisive più ampiamente diffuse nella scuola. La documentazione raccolta in modo agile ma continuativo offre ai bambini l’opportunità di rendersi conto delle proprie conquiste e fornisce a tutti i soggetti della comunità educativa varie possibilità di informazione, riflessione e confronto, contribuendo anche al rafforzamento della prospettiva della continuità verticale. La documentazione didattica assume poi una particolare importanza perché da essa derivano utili indicazioni ai fini di una progettazione individualizzata per i soggetti con bisogni educativi speciali. Il tema della valutazione è ampiamente affrontato negli Orientamenti del 1991 secondo cui la valutazione dei modelli di sviluppo prevede: - Un momento iniziale volto a delineare un quadro delle capacità con cui si accede alla scuola dell’infanzia; - Dei momenti interni alle varie sequenze didattiche che consentono di aggiustare e individualizzare le proposte educative e i percorsi di apprendimento; - Dei bilanci finali per la verifica degli esiti formativi, della qualità dell’attività educativa e didattica e del significato globale dell’esperienza scolastica. Nella esperienza della progettazione realizzata con lo sfondo integratore la valutazione è prioritariamente documentazione, capacità di autocritica e di riflessione sulla qualità dei processi di apprendimento attivati e si concretizza, quindi, soprattutto come ‘valutazione’ formativa. A tale scopo è opportuno valutare: - Il contesto; - I soggetti in gioco: l’adulto, il bambino; - Il processo e quindi la qualità e la quantità dei percorsi educativi realizzati. La valutazione risulta strettamente connessa alla osservazione, alla progettazione e alla documentazione. OSSERVAZIONE VALUTAZIONE PROGETTAZIONE DOCUMENTAZIONE COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI lo sfondo integratore... SFONDO INTEGRATORE METODO E STRATEGIA DIDATTICA COMPLESSA STRUMENTO DI LAVORO ANALISI, OSSERVAZIONE, INTERPRETAZIONE DELLE TRACCE RILEVAZIONE DELLE COSTANTI (ELEMENTO ANALIZZATORE) SITUAZIONE STIMOLO INIZIALE (PROVOCAZIONE) CREATIVITÀ LIBERA ESPRESSIONE DEI BAMBINI VARIABILI (EVENTI_RUMORE) RIORGANIZZAZIONE DEL CONTESTO, DEGLI SPAZI, DEI MATERIALI, DELLE ATTIVITÀ, ECC NASCITA DELLO SFONDO INTEGRATORE PRIMARIO REALE FANTASTICO SECONDARIO UTILIZZO DEGLI OGGETTI MEDIATORI FORMULAZIONE DI IPOTESI E INDIVIDUAZIONE DA PARTE DEI BAMBINI E ADULTI DI POSSIBILI ITINERARI DIDATTICI CAMBIAMENTI E RIORGANIZZAZIONI CONTESTUALI, CAMBIAMENTO DELLE DINAMICHE RELAZIONALI ATTENZIONE ALLE PROPOSTE DEI BAMBINI E RISPETTO DELLE LORO CAPACITÀ AUTO - ORGANIZZATIVE PROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI DOCUMENTAZIONE E MONITORAGGIO DELLE ESPERIENZE REALIZZATE VALUTAZIONE FORMATIVA IN ITINERE VALUTAZIONE CONCLUSIVA DEGLI OBIETTIVI FORMATIVI E DIDATTICI RAGGIUNTI (SIA PREVISTI CHE IMPREVISTI) NUOVO IMPUT E RIPROGETTAZIONE DELLE ATTIVITÀ COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI progettare con lo sfondo integratore... Continuità orizzontale Rapporti con il territorio Integrazione delle differenze e delle diversità Le valenze educative del ‘prendersi cura’ e della relazione d’aiuto Progettazione per situazioni Continuità verticale (Portfolio, valigia, documento di passaggio) Sfondo Istituzionale (la stanza del ‘Raccontare-Raccontarsi’) Stili e Modalità di apprendimento (Individualizzazione - Personalizzazione) Situazioni Stimolo Iniziali Progettazione con Nuclei progettuali PROGETTARE CON LO SFONDO INTEGRATORE Approccio narrativo autobiografico Il Curricolo e i Modelli progettuali Aggiornamento, Formazione e Qualità Professionale Creatività e Globalità dei linguaggi infantili Accoglienza Osservazione, Documentazione e Ricerca Resilienza e Progetto di vita Progetti europei - Partenariato Sistemi simbolico - culturali Campi d’esperienza educativa COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI lo sfondo integratore... LO SFONDO INTEGRATORE Dagli anni novanta scaturisce l’esigenza di sperimentare, da parte delle educatrici della scuola dell’infanzia comunale, una nuova strategia educativo-didattica che permette di colmare i limiti delle ‘tradizionali’ unità didattiche (programmazione lineare) considerate riduttive rispetto alla complessità dello sviluppo della personalità infantile. Al fine di rivalutare il fondamentale ruolo giocato dalla fantasia e dalla creatività sui processi di formazione del bambino, si afferma la volontà di porre al centro del processo formativo il bambino stesso, inteso come autentico protagonista del suo percorso di crescita, con i suoi bisogni, i vissuti, le emozioni e le peculiarità. Gradualmente è avvenuto il passaggio dalla programmazione lineare a quella reticolare, dotata di maggiore flessibilità e di più ampia adattabilità rispetto alle caratteristiche psicologiche e cognitive dell’educando, portando all’adozione di un’innovativa strategia didattica: azione, l’invenzione e la scoperta, la magia e la creatività, sono al centro del processo formativo. La scuola dell’infanzia si offre come ambiente educativo di qualità, perchè si trasforma da sfondo istituito a sfondo istituente, semantico, ovvero significativo, per ogni bambino. Lo sfondo integratore è stato paragonato ad un grande ‘CONTENITORE AFFETTIVO’ (Winnicott e Bettelhein) delle attività educative, possibile scenario connettivo in grado di garantire la qualità degli apprendimenti realizzati. 5. La didattica con lo sfondo integratore comporta un’adeguata rivisitazione del contesto scolastico (destrutturazione dell’ambiente, spazi materiali, tempi, contenuti) per promuovere l’autonoma capacità del bambino di costruire, in maniera originale, le personali competenze. 8. E’ errato pensare che lo sfondo integratore non richieda l’individuazione di obiettivi, contenuti, spazi, tempi, risorse, modalità d’osservazione, documentazione e verifica delle attività svolte all’inizio del lavoro, infatti, vengono fissati alcuni ‘paletti’ orientativi che garantiscono comunque il raggiungimento da parte delle educatrici, delle ‘competenze essenziali’, al suo processo di crescita e di maturazione cognitivo - affettiva. SFONDO INTEGRATORE Questa nuova metodologia e/o strumento di lavoro cambia il modo di ‘fare scuola’, apportando importanti cambiamenti nei contenuti, negli spazi, nei materiali e nelle modalità organizzative, perchè la scuola è luogo di vita e di cultura in cui la ricerca- E’ possibile sintetizzare alcuni punti chiave: 1. ll bambino è autentico protagonista dei suoi percorsi di conoscenza e la scuola è il luogo in cui si racconta, vive le sue emozioni, esprime i suoi bisogni, i suoi interessi e viene valorizzato per ciò che è, con le sue caratteristiche individuali. 2. Lo sfondo può avere una natura reale, istituzionale e fantastica: stimola e coinvolge mente e cuore del bambino, portando maggiore qualità all’intero dei processi di apprendimento. 3. I bambini proiettano nell’ipotetico personaggio fantastico (quando c’è) le loro emozioni, sentimenti, ipotesi, idee, rivelando le caratteristiche delle identità. 4. L’educatore è coinvolto attivamente nel processo formativo: ascolta ed interpreta i messaggi dei bambini in maniera partecipativa, ed assume il ruolo di ‘regia educativa’ nell’ottica della reciproca crescita. Il personaggio fantastico ‘Mago - Aiuto’ 6. Implica una progettazione caratterizzata da situazioni stimolo (situazioni problematiche) di forte impatto emotivo che stimolano la fantasia, il pensiero ipotetico e la creatività del bambino mentre l’educatore effettua un’attenta osservazione documentazione dei suoi bisogni. 7. In uno ‘spazio’ ideato e appositamente progettato per raccontare, parlare, ascoltare ed inventare, nasce la ‘STANZA del RACCONTARE - RACCONTARSI’ (sfondo istituzionale), dove prendono forma il personaggio fantastico, o reale e gli oggetti mediatori che si manifestano in itinere durante la riorganizzazione del contesto - scuola. La Stanza Magica Destrutturazione di un ambiente 9. Rispetto alle unità didattiche o, ai nuclei progettuali, la progettazione con lo sfondo integratore si caratterizza per la sua evolutibilità e per la significatività che assumono i percorsi didattici focalizzati in itinere, nel momento in cui il bambino viene messo di fronte ad una nuova fonte di conoscenza spesso imprevista. Per progettare e creare situazioni - stimolo, le insegnanti collaborano con gli animatori teatrali e musicali portando maggiore qualità all’azione educativa e più specificità nei contenuti dell’apprendimento. Elementi dentro alla Stanza Magica COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI fasi del percorso didattico... FASI DEL PERCORSO DIDATTICO A. Fase iniziale dell’osservazione dei bisogni e degli interessi dei bambini: rilevazione delle costanti e delle tracce sulle quali costruire il percorso educativo - didattico. Attraverso un’attenta e costante opera di osservazione, possiamo rendere più significativo lo sfondo integratore che, insieme ai bambini, l’insegnante individua e realizza. venuta un vero e proprio sfondo istituzionale. Si tratta di una ‘stanza magica’ in cui i linguaggi della fantasia e della realtà si intrecciano, dove nasce e cresce, mediante la strategia didattica dello sfondo integratore, un ipotetico personaggio fantastico, che sostiene le attività e fa vivere ai bambini esperienze e storie speciali. B. All’interno della scuola viene creato uno spazio apposito e privilegiato in cui il bambino può esprimere il suo naturale bisogno di raccontarsi, ascoltare gli altri ed esprimere le proprie emozioni, condividendo personali vissuti emotivo - relazionali: si tratta della ‘Stanza del Raccontare - Raccontarsi’ ormai di- C. La progettazione con lo sfondo integratore implica un attenzione particolare all’organizzazione del contesto scolastico e alla sua destrutturazione, affinchè l’ambiente - scuola possa effettivamente promuovere l’autonoma capacità del bambino di apprendere in modo significativo, originale e creativo. Attività psicomotorie Dentro alla Stanza Magica Momenti di regia - educativa D. I percorsi didattici realizzati con lo sfondo integratore prevedono una fase iniziale molto importante, che è costituita dalla creazione di situazioni-stimolo, in cui l’educatore è attivamente coinvolto per ascoltare ed interpretare i messaggi dei bambini nella costante ricerca dello sfondo integratore, reale o fantastico. F. Dalla situazione - stimolo, scaturiscono molteplici attività educativo - didattiche che toccano i diversi campi d’esperienza educativa (dall’ambito cognitivo, al logico - matematico a quello psicomotorio, dalle attività grafico - pittoriche a quelle manipolative, dalla drammatizzazione al gioco simbolico, al linguaggio verbale e non) utilizzando una globalità di linguaggi e di esperienze (trasversalità dello sfondo integratore). effettuato dai bambini sulla base delle loro esigenze, secondo la rilevazione e l’osservazione dei loro bisogni e sull’analisi delle ‘tracce’ presenti nelle scuole: il percorso, quindi, è continuamente modificabile in itinere e prevede una certa riorganizzazione del contesto scuola. La progettazione con lo sfondo integratore è caratterizzata da una serie di momenti educativi che la definiscono come strategia didattica complessa, specifica e di natura evolutiva: E. I bambini vivono attivamente la situazione stimolo: vengono infatti stimolate la fantasia, la creatività, il pensiero ipotetico (formulazione di ipotesi). In questo modo si offre la possibilità al bambino di organizzare personalmente la situazione vissuta e di fornire originali proposte per come sviluppare i futuri itinerari progettuali (il bambino è protagonista attivo del suo processo formativo e di apprendimento). G. Rielaborazione e feed-back: la progettazione con lo sfondo integratore si caratterizza per l’elasticità e la flessibilità del percorso didattico, in quanto esso non è pre - stabilito o pre - confezionato dalle insegnanti. Al contrario, gli itinerari didattici scaturiscono dal lavoro di ricerca, di scoperta, di interpretazione, H. Verifica e documentazione: l’intero percorso educativodidattico va documentato nelle sue singole fasi. Le insegnanti possono adottare svariate strategie di verifica, valutazione e documentazione quali l’autobiografia, l’autoverifica in collettivo, il diario di bordo, il lavoro dei bambini, l’utilizzo del protocollo di documentazione e di verifica del lavoro svolto e il documento di passaggio come strumento di sintesi finale del percorso formativo del bambino (Valigia). Attività cognitive Drammatizzazioni Attività grafico - pittoriche COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI Un anno con il gigante: prime esperienze I PIÙ SIGNIFICATIVI MOMENTI DEL PROGETTO SPERIMENTALE CON LO SFONDO INTEGRATORE didascalia All’inizio dell’anno scolastico 1988-89 le insegnanti della scuola dell’infanzia comunale ‘Quadrifoglio’ di Fano, con la supervisione della pedagogista Prof.ssa P. Gaspari hanno attivato un progetto sperimentale incentrato sulla metodologia dello sfondo integratore che vede come principale protagonista un fantastico gigante. Per iniziare ad intraprendere una serie di itinerari didattici, è stato deciso di sfruttare un evento - rumore, caratterizzato dall’improvvisa ed inaspettata chiusura dell’aula destinata al gruppo delle ‘Api’, al fine di potenziare le capacità immaginative, fantastiche e creative dei bambini. In seguito a svariate richieste di aiuto ricevute da parte del misterioso personaggio da identificare i bambini, con la supervisione degli educatori, hanno sorprendentemente trovato la chiave per accedere alla stanza; tale situazione ha offerto la possibilità di rendere più dinamica e creativa la consolidata programmazione ed ha avviato le insegnanti verso la trasformazione dello sfondo istituzionale, la tradizionale aula o scuola ‘così com’è’, con spazi, momenti, materiali prestabiliti in autentico sfondo semantico, caratterizzato da uno scenario particolarmente significativo per i bambini. La situazione creata ha notevolmente concentrato l’attenzione dei bambini, suscitando stupore, curiosità, interesse, motivazione e un positivo fervore emotivo, di forte coinvolgimento. I bambini hanno ritrovato gli arredi delle aule insolitamente disordinati; in tal modo è stato consentito loro di familiarizzare con le persone, gli oggetti, gli spazi ed interagendo con essi, di modificarli, ristrutturarli, seguendo personali iniziative. Ciò che ha attirato maggiormente l’attenzione dei bambini è stata la presenza di enormi impronte pedestri impresse sul pavimento e la cavernosa, singolare voce del ‘Gigante’, riprodotta mediante l’uso del registratore, che esprimeva incisive parole di saluto. In questo caso, il registratore ha rappresentato un valido oggetto mediatore che ha favorito la costruzione della relazione esistente tra la dimensione fantastica e quella reale, maturando anche valori e significati simbolici, affettivi, emotivi, non solo funzionali. Inoltre, ha permesso al bambino di comunicare direttamente col personaggio fantastico esternando le sue più vive impressioni. In questo modo è iniziato uno stimolante reciproco scambio di messaggi che ha suscitato nei bambini diverse reazioni, attentamente captate dall’insegnante, per individuare i migliori criteri didattici da intraprendere. In sintesi, i bambini con carta e colori, hanno riprodotto la realtà ambientale vissuta a scuola, esprimendo con attività grafico pittoriche le sensazioni e le emozioni provate. Le insegnanti, a loro volta, hanno interpretato i dati espressivi dei bambini che hanno permesso di rilevare la stretta connessione esistente tra mondo ‘fantastico’ e ‘reale’. Tra le diverse reazioni dei bambini è emersa come costante evidente l’emozione della paura, causata certamente dalla ipotetica presenza di un fenomeno sconosciuto, inusuale, estraneo, come il ‘Gigante’: la situazione critica, ma senza dubbio stimolante, ha portato i bambini a ricercare immediatamente molteplici e diversificate strategie risolutive che contribuissero a ‘sbloccarla’, al fine di ridurre le paure infantili oggettivandole, esternandole, per sdrammatizzare la loro influenza. Per favorire ulteriori processi di sdrammatizzazione e di contenimento degli effetti della paura nei limiti del razionale rapporto educativo, i bambini sono stati invitati a disegnare il ‘Gigante buono’, così come essi lo immaginavano nel successivo messaggio rassicurante, il gigante buono elogia i disegni dei bambini e si propone di aiutare i bambini a superare le diverse forme di paura, purchè le manifestino. E’ stato quindi, allestito un vero e proprio laboratorio di travestimento perché ogni bambino potesse concretizzare la propria paura mediante travestimenti e trucchi in perfetta coincidenza con il periodo delle mascherate carnevalesche. In tal modo è stato compiuto il primo importante passo nel difficile lavoro di ‘sgretolamento’ delle più comuni paure infantili al fine di raggiungere, mediante la loro oggettivazione e drammatizzazione la positiva convivenza con la complessa ed estremamente dinamica vitalità del bambino. Inoltre l’impegno educativo è stato rivolto a stabilire un equilibrato rapporto tra il bambino ed i mass media con particolare riguardo alla strumentale incidenza della televisione. L’indagine ha consentito di individuare ed interpretare le effettive dinamiche intellettive del bambino nella ricezione e nell’elaborazione delle informazioni e dei messaggi televisivi. I bambini sono stati avviati, mediante l’apporto costruttivo e strumentale della variabile Gigante, al corretto approccio con il mondo della televisione, per far loro scoprire ciò che sta dietro e ciò che sta dentro l’apparecchio televisivo, in modo da renderli capaci di svolgere alternativamente i ruoli di attore e di spettatore, di leggere ed interpretare il messaggio televisivo, ma anche di essere in grado di operare coscientemente in prima persona. I bambini, imitando alcuni personaggi televisivi sono diventati attori primari del gioco televisivo, creando le situazioni più rispondenti per soddisfare le personali esigenze emotive ed affettive, inoltre hanno risposto alle richieste del Gigante in merito ai piccoli ‘alberi di ferro’ che spuntano sui tetti e all’apparecchio televisivo, costruendo antenne di carta ed apparecchi televisivi, effettuando esercitazioni di ritaglio, di pittura, di collage, di ricerca ed utilizzo di materiali di pronto consumo, di spazi e tempi adeguati. Pertanto, il modulo sperimentale incentrato sullo sfondo integratore è stato destinato a fungere da antidoto ai messaggi del mass media televisivo, distogliendo, entro certi limiti, l’attenzione dei bambini dalla aggressiva e spesso inibita ‘baby – sitter elettronica’. L’intero progetto sperimentale, sorretto, nei momenti più impegnativi e critici dagli interventi pedagogici e didattici dagli esperti nel settore, ha consentito alle educatrici di porsi nei confronti della realtà infantile con una nuova ottica, di stabilire nuovi rapporti di continuità e di appropriarsi della metodologia dello sfondo integratore. COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI continuità verticale, il viaggio... IL VIAGGIO ‘Prepariamo la valigia per la scuola elementare’ è lo slogan coniato per sottolineare l’importanza di un metaforico viaggio del bambino, certamente non traumatico, da un gradino formativo all’altro. La preparazione degli ‘indumenti’ da mettere in valigia, ha focalizzato l’attenzione dei genitori, insegnanti ed esperti, che si sono confrontati insieme, mediante appositi incontri, su importanti tematiche pedagogico - didattiche già nell’anno sc.94/95. Interrogarsi sui concetti di identità, di autonomia, di competenza, di ascolto, di continuità, di spazi, di curricoli, ecc, ha provocato la nascita di una comunicazione autenticamente condivisa, migliorando la collaborazione esistente tra le istituzioni scolastiche, ma soprattutto, la qualità della vita di ogni bambino. Nell’anno scolastico 2000/2001 una commissione di lavoro composta dalle educatrici delle scuole dell’infanzia comunali ‘Gallizi’, ‘Zizzi’,’ Il Girasole’, ‘La Scatola Magica’, ‘Il Quadrifoglio’, si è riunita per elaborare un documento che andrà confrontato con tutte le scuole dell’infanzia comunali di Fano, per promuovere un progetto comune riguardante la continuità verticale in relazione ai contenuti delle normative ministeriali più recenti (Orientamenti Scuola Elementare ’90,legge 611/92, legge148/90, legge Bersani ’98) si ribadisce l’importanza della PROGETTO VALIGIA All’interno della continuità verticale, le scuole dell’infanzia comunali individuano un ulteriore progetto specifico riguardante il particolare momento del passaggio del bambino dalla scuola dell’infanzia alla scuola elementare: ‘La Valigia’. Tra i principali scopi del ‘Progetto Valigia’ viene evidenziato quello di attribuire maggiore attenzione alle particolari caratteristiche della personalità del soggetto: è uno strumento che ‘racconta storie’, la storia del bambino, della sua famiglia, delle interazioni con l’insegnante, con gli altri bambini, parla, quindi, delle molteplici esperienze formative vissute dal bambino all’interno dei sistemi di vita più significativi per il suo sviluppo. Il ‘progetto valigia’ favorisce il passaggio dell’alunno al gradino formativo successivo, tentando di eliminare possibili traumi; consente di presentare il bambino ai docenti della scuola elementare nella sua identità storica, nella sua globalità e nella ricchezza dei linguaggi espressivo - comunicativi da lui posse- continuità verticale, soprattutto quando quest’ultima viene realizzata elaborando ipotesi di raccordo pedagogico -didattico e curriculare. Alla luce di quanto sopra precisato si prevede una pluralità di possibili percorsi didattici finalizzati alla sua concreta realizzazione che oltre al coinvolgimento dei docenti, dei bambini, degli spazi scolastici si è condivisa anche l’individuazione dei contenuti del fascicolo personale del bambino sulla base delle sue personali esigenze, tenendo anche conto delle richieste e degli stili educativo - didattici dei docenti appartenenti ai due ordini di scuola (valigia). Alcuni momenti di coinvolgimento dei genitori duti, evitando ‘giudizi negativi’ ed esclusivamente valutativi. Ciò è possibile mediante l’individuazione di criteri di lettura dei ‘So Fare’, ‘Non so Fare’, ‘So fare Se’, di ogni bambino riguardanti le più significative esperienze formative e competenze. Con il Progetto Valigia, l’insegnante raccoglie le ‘tracce’ lasciate da ogni bambino, le organizza e dà loro un significato. Inoltre, ‘la valigia’ facilita la lettura dell’ambiente nuovo che il bambino dovrà affrontare, permettendo, al tempo stesso, di fare tesoro delle esperienze passate. L’itinerario di lavoro si svilupperà su tre principali dimensioni. A) Maggiore attenzione ai bisogni individuali di ogni bambino B) Maggiore coinvolgimento dei genitori alle esperienze di vita scolastica C) Predisposizione di incontri con i docenti delle prime classi elementari dell’anno DESCRIZIONE EDUCATIVO-DIDATTICA DEL PROGETTO VALIGIA OBIETTIVI GENERALI DEL ‘PROGETTO VALIGIA’ 1) Promuovere nel bambino le capacità di ricostruire il proprio vissuto utilizzando la pluralità dei linguaggi da lui posseduti: (racconto delle principali caratteristiche della sua personalità: corporea, relazionale, affettiva, ecc). 2) Promuovere negli adulti le capacità di ascoltare ed interpretare il racconto delle principali caratteristiche della personalità infantile ( sé corporeo, relazionale, cognito, affettivo, ecc) 3) Promuovere nei genitori un maggior spirito di collaborazione con le istituzioni scolastiche interessante al progetto -continuità. METODO DI LAVORO 1) 1 ora circa al giorno per 15 settimane 2) Laboratori, sezioni e giardino della scuola dell’infanzia 3) Spazi ed aule delle scuole elementari che accoglieranno i bambini il prossimo anno scolastico. Sfondo integratore caratterizzato da Nuclei progettuali flessibili PERSONALE COINVOLTO 1) Insegnanti della scuola dell’infanzia 2) Docenti della scuola elementare 3) Bambini della scuola elementare e della scuola dell’infanzia 4) Pedagogista Dott.ssa Patrizia Gaspari 5) Coordinamento pedagogico didattico 6) La Bottega Fantastica ITINERARI DIDATTICI PREVISTI ED ATTIVITÀ 1) Ricerca di fatti e documenti riguardanti le esperienze fatte in tre anni di scuola dell’infanzia; 2) Ricerca di materiale fotografico e di documenti insieme ai genitori riguardanti i primi anni di vita del bambino; 3) Selezione di materiale vario da inserire nella ‘Valigia’; 4) Descrizione temporale della giornata vissuta dal bambino; 5) Descrizione mediante il linguaggio grafico - pittorico del momento più piacevole della giornata scolastica; 6) Attività grafico - pittorica e manipolativa insieme ai genitori per la costruzione della scuola dei ricordi (archivio della memoria); 7) Racconti grafici di un sogno, delle paure, di un desiderio; 8) Racconto grafico del personaggio fantastico (sfondo integratore); 9) Racconto verbale e non, dei momenti salienti dell’anno scolastico; 10) Raccolta dei ‘So Fare’, ‘Non So Fare’, ‘Saprei Fare’ mediante la predisposizione di appositi incontri e dibattiti a tematica; 11) Individuazione delle risorse che ogni bambino possiede; 12) Lavoro sulle diversità individuali e percorsi atti a capire la convivenza democratica. MODALITÀ ORGANIZZATIVE 1) Lavoro individualizzato con i bambini; 2) Incontro con le insegnanti; 3) Uscite tra genitori e bambini; 4) Riunioni e dibattiti; 5) Lavori in appositi laboratori. MATERIALI USATI Tutto quanto può essere usato in forma convenzionale e non con maggiore riferimento a materiali documentativi (materiale strutturato e non) MODALITÀ DI VERIFICA 1) Autoverifica in collettivi allargati con la presenza di insegnanti, genitori ed esperti, 2) Dibattito sui contenuti della ‘Valigia’ 3) Analisi ed interpretazione dei contenuti della valigia di ogni bambino. IO SONO SO FARE FAVORIRE IL PASSAGGIO DEL BAMBINO DALLA SCUOLA DELL’INFANZIA ALLA SCUOLA ELEMENTARE MEDIANTE IL RICONOSCIMENTO DELLA SUA IDENTITÀ STORICO - CULTURALE - AMBIENTALE E LA VALORIZZAZIONE DELLE SUE COMPETENZE. SO FARE SE OBIETTIVI DIDATTICI: 1) Promuovere nel bambino la capacità di memorizzare e di rievocare fatti, eventi, persone ed apprendimenti svolti (frammenti di storicità); 2) Promuovere nel bambino il graduale riconoscimento del vissuto personale; 3) Promuovere nel bambino la capacità di ricostruire i fatti passati, mediante la narrazione verbale, grafica, iconica - rappresentativa, ecc; 4) Promuovere nel bambino la capacità di realizzare una documentazione mediante procedimenti di selezione, classificazione e di collocazione di oggetti, eventi, immagini, ecc. nel tempo e nello spazio; 5) Promuovere nel bambino la capacità di parlare, di ascoltare, di esprimere opinioni, emozioni, desideri ed aspettative con gli adulti; 6) Promuovere nel bambino la capacità di utilizzare la globalità dei linguaggi alternativi: il linguaggio grafico -pittorico, il linguaggio manipolativo, il linguaggio fantastico per documentare le sue esperienze; 7) Promuovere nel bambino la capacità di narrazione per produrre storie e per raccontare situazioni sia fantastiche che reali; 8) Promuovere nel bambino la capacità di graduale differenziazione del concetto di tempo: passato, presente, futuro; 9) Favorire una migliore conoscenza dei bisogni dei bambini mediante il potenziamento della relazione educativa tra genitori e figli; 10) Favorire migliori capacità di dialogo e di confronto tra genitori ed insegnanti. SPAZI E TEMPI COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI l’affermazione della continuità orizzontale... DAI PRIMI PASSI… ALL’AFFERMAZIONE DELLA CONTINUITA’ ORIZZONTALE L’insorgere di tutta una serie di nuove tematiche educative e sociali ha portato gradualmente le istituzioni formative fanesi ad affrontare ed individuare percorsi mirati ad una gestione sociale e democratica delle scuole dell’infanzia. La ‘gestione sociale’ intesa come partecipazione attiva delle famiglie alla vita della scuola, è nata nelle istituzioni dell’infanzia fanesi con la Delibera del Consiglio Comunale del 26/08/1977, con la quale l’Amministrazione si impegnava ad istituire, per la prima volta, il Comitato di Gestione, ovvero il primo organismo di partecipazione alla progettazione delle quotidiane attività scolastiche, capace di promuovere importanti iniziative finalizzate alla valorizzazione dei bisogni infantili sia all’interno della scuola, che nel territorio. Il Comitato di Gestione è composto dalle rappresentanti del personale insegnante e non, da una rappresentanza dei genitori e del quartiere. Alla fine degli anni ‘90, il Comitato di Gestione ha subito una modifica importante diventando ‘Consiglio della Scuola’ ed entrando nel vivo degli aspetti educativi. La partecipazione attiva della famiglia e della società attraverso i rappresentanti delle istituzioni democratiche organizzate, del personale docente e non docente , alla vita della scuola e del territorio testimonia, non solo l’adeguatezza del servizio alle esigenze degli utenti, ma soprattutto, la volontà di intendere l’educazione come processo sociale affermando, nel contempo nuovi valori di collaborazione e solidarietà tra famiglie, scuola e società. Già gli Orientamenti del ’91, rafforzano la necessità da parte della scuola, di porsi in prospettiva di continuità e di complementarietà con le esperienze che il bambino ha già compiuto nei primari ambienti di vita e configurano la scuola dell’infanzia come contesto educativo - formativo, come autentico luogo di apprendimento saldamente raccordato con le precedenti esperienze di vita realizzate dal bambino. Le recenti Indicazioni per il Curricolo per la scuola dell’infanzia del 2007 evidenziano ulteriormente il ruolo attivo esercitato dalla famiglia intesa come risorsa da valorizzare all’interno della scuola per consentire la creazione di una solida rete di scambi e di responsabilità comuni ed un produttivo dialogo sulle finalità della scuola e gli orientamenti educativi - didattici da adottare. Inoltre, in considerazione del nuovo assetto sociale, le recenti normative ribadiscono la necessità che la scuola dell’infanzia diventi luogo di incontro per le famiglie provenienti da altre nazioni, allo scopo di costruire rapporti di reciproca fiducia e nuovi legami di comunità. Oggi il Consiglio non prende atto solo dei problemi e delle considerazioni riferite dagli insegnanti e dai genitori ma promuove discute e propone iniziative riguardanti le tematiche dell’educazione , il ruolo attivo della famiglia dentro la scuola, ritenuto effettiva risorsa per la migliore qualità della vita del bambino e dei genitori. Da alcuni anni è ormai prevista, all’interno del progetto educativo-didattico delle scuole dell’infanzia fanesi l’adozione della prospettiva della continuità orizzontale, in stretto raccordo con la continuità verticale. Attualmente i progetti di continuità orizzontale si offrono come spazio esclusivamente dedicato ai genitori al fine di renderli sempre più partecipi all’interno della vita scolastica dei loro bambini valorizzando momenti di produttivo confronto, sulle tematiche riguardanti l’educazione e la formazione dell’infanzia. La scuola è diventata un luogo di incontro tra educatori e genitori in cui sono possibili momenti di scambio e di confronto in merito alle funzioni educative svolte da ciascuna delle parti, all’approfondimento di tematiche relative alla crescita dei propri figli, all’allestimento di laboratori e all’organizzazione delle feste. La predisposizione di specifici laboratori richiede la progettazione di incontri tra genitori- educatori- animatori. Con grande entusiasmo i genitori vivono insieme ai propri figli le molteplici esperienze di vita e di formazione a scuola e anno dopo anno, il bambino si misura con gli adulti e cresce. La crescita formativa di un bambino non può avvenire, ‘dall’oggi al domani’ ma è il risultato di un costante rapporto tra famiglia e scuola, autentico luogo educativo scolastico, nel quale vengono proposti sempre nuovi percorsi didattici. A questo proposito è di fondamentale importanza la continuità orizzontale e in tale direzione le scuole dell’infanzia comunali ogni anno organizzano laboratori aperti a tutti i genitori per coinvolgerli nelle attività didattiche progettate insieme. Le più importanti iniziative incentrate sulla continuità orizzontale prevedono, in sintesi, la partecipazione dell’assemblea dei genitori nelle seguenti attività: incontri individualizzati prima dell’inserimento, incontro di sezione, incontri per progettare insieme. Oltre ai laboratori dove i genitori hanno assunto le vesti di attori, registi, musicisti, cantanti, muratori, pittori… ecc. sono stati organizzati incontri su tematiche riguardanti l’infanzia. un gruppo ha formato una redazione, alcuni nelle vesti di giornalisti, altri in redattori per pubblicare un giornale dei genitori ‘UN PUNTO D’INCONTRO’ di cui sono stati pubblicati diversi numeri. Confronto e coinvolgimento dei genitori UN PUNTO D’INCONTRO… PUBBLICAZIONE PUNTO D’ARRIVO E PARTENZA PER LA CONTINUITÀ ORIZZONTALE TRA SCUOLA E FAMIGLIA Il progetto nasce dalla volontà delle educatrici della scuola dell’infanzia ‘Quadrifoglio’ di migliorare i rapporti di comunicazione e di collaborazione già esistenti con le famiglie, allo scopo di promuovere una più attiva partecipazione dei genitori nella vita della scuola. In realtà la finalità principale dell’intero progetto è rappresentata dal tentativo di realizzare un apposito giornalino capace di dare concretamente voce ai bisogni di adulti e bambini: in questo senso il giornalino funge da oggetto mediatore di diversi linguaggi e competenze, perché frutto di un lavoro collegialmente svolto. La realizzazione del giornalino ha permesso, infatti, di raggiungere molteplici obiettivi specifici, ovvero ha prodotto: - Il miglioramento delle dinamiche comunicative esistenti tra educatori e genitori; - Una più approfondita conoscenza delle principali teorie cognitivo - affettive dello sviluppo infantile; - Il miglioramento delle modalità organizzative e gestionali dei principali percorsi didattici realizzati nell’ottica della continuità orizzontale (Scuola - Famiglia); - La rimessa in discussione, mediante assemblee, incontri a tema, scambi di opinioni dei personali punti di vista con conseguente democratico confronto delle istituzioni coinvolte; - L’affinamento delle capacità di osservazione e di interpretazione dei comportamenti e dei messaggi dei bambini; - Il ‘raccontarsi’ da parte degli educatori, dei genitori e dei bambini che hanno prodotto e di realizzato alcuni articoli per il giornalino, potenziando le loro competenze narrative e documentative; - Il raggiungimento, da parte dei genitori, della comprensione e, soprattutto, della attiva condivisione dei principali itinerari educativo - didattici riguardanti la qualificante progettazione scolastica; - La consapevolezza della fondamentale importanza per il bambino di assicurarsi la necessaria logica di continuità delle esperienze formative, scolastiche ed extrascolastiche; - Il superamento delle barriere e dei pregiudizi comunicativi ancora esistenti tra genitori ed educatori; - La graduale coscienza che ogni competenza, seppure diversa, va messa a disposizione degli altri per migliorare la qualità della vita di adulti e di bambini. COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI Festivals progetto europeo Comenius... UNA SIGNIFICATIVA ESPERIENZA EDUCATIVA REALIZZATA IN EUROPA Alcuni momenti di coinvolgimento dei genitori La versione integrale del progetto è stata pubblicata sulla Rivista ‘BAMBINI’, Juvenilia, Bergamo,Marzo 2000. dell’a.s. 1998/99. 3° fase - ‘La festa in famiglia’: Invio di messaggi e e-mail da parte dei bambini del ‘Quadrifoglio’ a quelli dell’’Ecole Maternelle Assolan’ e della ‘Triangle Nursery School’ per comunicare i propri compleanno o qualche evento speciale; Scambio di auguri natalizi ed invio di piccoli pacchi dono durante il periodo di Natale; Scambio di videocassette, prodotte all’interno delle famiglie, riguardanti le diverse tradizioni e i modi di trascorrere le feste natalizie, ciò ha permesso di individuarne e confrontarne similitudini e differenze. 4° fase - ‘La festa a scuola’: Documentazione della drammatizzazione con canzoni in lingua inglese effettuata dai bambini del ‘Quadrifoglio’ per i genitori. Il progetto complessivo è stato inviato alle scuole partners. ‘FESTIVALS’ è il titolo di un’interessante esperienza, inserita nel progetto europeo ‘Comenius’, nata con l’intento di creare una serie di percorsi educativi tra le scuola dell’infanzia italiana (di Fano), inglese e francese, basati sul reciproco scambio di lavori realizzati dai bambini sul tema delle festività. L’iniziativa di partenariato è finalizzata, soprattutto, allo sviluppo ed alla conoscenza delle affinità e delle differenze esistenti fra diverse culture, per favorire un’educazione rispettosa delle diverse prospettive esistenti, allo scopo di aprirsi alla conoscenza e al reciproco scambio di esperienze formative prodotte in dimensione europea. La prima fase del progetto ha visto l’organizzazione, presso la città di Fano, di una visita preliminare effettuata dalle educatrici ‘dell’Ecole Maternelle Assolan’ di Gueret in Francia insieme allo staff delle insegnanti della ‘Triangle Nursery School’ di Londra . Per quattro giorni le educatrici della scuola dell’infanzia comunale il ‘Quadrifoglio’ si sono impegnate per confrontare le personali visioni educative e le relative metodologie didattiche adottate, esaminando in particolare, le analogie e le specificità delle singole istituzioni, allo scopo di comprendere le diversità esistenti, sia nell’impostazione degli stili educativi, sia nell’ambito della progettazione didattica e delle modalità organizzative. Le differenze delle singole scuole sono state veramente affascinanti, in quanto numerose e diversificate. Ogni sistema educativo è, infatti il risultato di un’amalgama di contenuti e linguaggi provenienti da diversificati contesti sociali e culturali, nonché da molteplici aspettative locali e nazionali. La conoscenza di bambini, genitori ed educatori di diversa cultura ha notevolmente arricchito la nostra professionalità facilitando l’individuazione prima e la consequenziale realizzazione del progetto stesso. Per tutto il personale docente coinvolto nel lavoro di parternariato, il progetto ha costituito un’importante opportunità per riflettere sul proprio stile professionale e sui relativi metodi di lavoro adottati a scuola con e per i bambini. I bambini stessi, dopo essersi scambiati foto, e-mail, disegni e videotapes hanno compreso non solo l’esistenza di altri bambini ‘differenti’ da loro che vivono in altri paesi, più lontani: questo fatto li ha portati a rafforzare notevolmente la loro disponibilità e accoglienza ed il senso di amicizia, riconoscendo questi bambini così ‘diversi’da loro come veri e propri partner co-protagonisti del progetto stesso. Anche i genitori sono stati entusiasti ed hanno ampiamente collaborato alle attività promosse dalle educatrici. Il progetto di partnernariato oltre a suscitare nei bambini ‘il senso di amicizia’, intesa come comune trama narrativa (sfondo), come ‘luogo di incontro’ significativo ed aggregante, ha raggiunto il significativo e più ampio obiettivo di educare adulti e bambini alla convivenza democratica mediante la valorizzazione delle differenti identità e radici culturali, con la consapevolezza che la nostra scuola deve formare cittadini italiani che siano, allo stesso tempo, futuri cittadini dell’Europa e del mondo. Di seguito riportiamo una sintesi dei principali percorsi attivati in merito alle attività didattiche e ai metodi utilizzati che si snodano attraverso quattro fasi: 1° fase - ‘Chi siamo noi…chi sono loro…’: Scambio di materiale informativo e di presentazione delle tre realtà scolastiche con fotografie ed immagini dei bambini durante le attività svolte in ambito didattico; ‘Io sono…Io mi chiamo… A me piace mangiare…’: Realizzazione di un libro nel quale ogni bambino si racconta e dà informazioni sui propri vissuti e sulle sue abitudini. 2° fase - ‘La festa’: Produzione insieme ai genitori di videocassette, fotografie, e disegni per documentare il Carnevale nella città di Fano e le feste allestite all’interno della scuola; Realizzazione di una videocassetta che documentava ‘Il ritorno di Gedeone’ ovvero il ritorno del personaggio fantastico, elemento trainante della progettazione educativo – didattica GENITORI DENTRO LA SCUOLA DELL’INFANZIA COMUNALE ‘A. GALLIZI’ consegna d’un quadro alla maestra inglese Altamente significativo è stato il ruolo esercitato dai genitori nell’ambito della prospettiva della continuità orizzontale promossa ed attivata nel percorso educativo - didattico dell’anno scolastico 2005/2006 che ha visto fortemente coinvolti, all’interno della progettazione didattica, genitori, bambini, e insegnanti: le iniziative realizzate con autentico stile collaborativo hanno portato, infatti, all’allestimento di una importante manifestazione conclusiva, sintesi delle principali attività precedentemente svolte. I genitori che si sono resi facilmente disponi- bili a partecipare ai laboratori prodotti all’interno della scuola, hanno potuto vivere in prima persona esperienze formative e percorsi didattici analoghi a quelli effettuati dai loro bambini. In questa ottica i genitori hanno progettato, sperimentato e creato all’interno di un laboratorio grafico – pittorico - manipolativo gli elementi naturali caratterizzanti la pluralità dei percorsi didattici. Ogni gruppo di genitori ha messo a disposizione le proprie competenze all’interno dei laboratori: a tale scopo sono stati molto ben rappresentati, mediante la creazione di tanti costumi LA MAMMA DI ALBERTO RACCONTA… QUANDO LA CONTINUITÀ ORIZZONTALE DIVENTA OCCASIONE FORMATIVA: ‘UNA MAMMA PROPONE…’. La mia prima esperienza nella scuola dell’infanzia, da mamma, l’ho fatta con mio figlio Alberto, che frequenta l’ultimo anno della scuola dell’infanzia ‘Gallizi’. E’ stata un’avventura molto positiva e veramente formativa, sia per il bambino che per me. La logica della continuità orizzontale l’abbiamo, infatti, sperimentata insieme. Il bambino a scuola lavorava su argomenti e personaggi ‘strani’ che, riportati a casa, hanno cominciato a far parte, tuttavia sempre più, della nostra famiglia: così ‘MASTRICCIONE’ e ‘UNPO’ UNPO’ (i due personaggi fantastici sui quali hanno lavorato a scuola in questi ultimi due anni) sono diventati parte integrante dei nostri argomenti quotidiani. Il bambino si trovava sulla stessa lunghezza d’onda della scuola, con gli amici e le maestre, e a casa con mamma e papà, continuavano a raccontarci le loro esperienze visto che noi eravamo sempre al corrente di ciò che il personaggio fantastico faceva. Era un personaggio proprio’diverso’ma comunque facente parte, anche lui, della grande famiglia della scuola… Il colore del vestito e dei capelli del burattino è stato deciso insieme a me e la storia del burattino ‘UNPO’ UNPO’ l’abbiamo inventata insieme. La continuità orizzontale, dà molta sicurezza al bambino, che è felice, che i propri genitori partecipino attivamente alle sue esperienze formative: è bello costruire insieme la casa di ‘UNPO’ UNPO’, colorare i pesci, attaccare insieme i capelli al burattino, etc, unisce, aggrega, migliora le dinamiche comunicative, diverte… Tutte queste ‘piccole cose’ (attività) fanno sì che il bambino non si perda nel bosco, non si senta solo, perché contribuiscono a farlo crescere serenamente col supporto e la vicinanza degli altri, infondendogli molta fiducia di sè e sicurezza delle personali capacità, elementi fondamentali per avere stima in se stesso e nel futuro. In questa prospettiva la collaborazione tra scuola e famiglia diviene un fattore di notevole importante per l’armonico sviluppo della personalità dei ogni bambino. Nello scorso anno scolastico, mio figlio Riccardo ha iniziato a frequentare la Scuola dell’infanzia comunale ‘A. Gallizi’. Richi è un bambino diversamente abile, con diplegia (problema prettamente motorio). Anche io, come mio figlio, e insieme a lui, ho intrapreso questa nuova ‘avventura formativa’ fatta di nuove conoscenze, di nuovi rapporti ed anche di nuove opportunità. Tra le più grandi, c’è quella che mi vede tuttora Presidente del Consiglio dei genitori della scuola dell’infanzia di Riccardo. A Fano non riuscivo, con mio grande rammarico, a confrontarmi con la Associazioni del Territorio e sentivo di dover fare qualche cosa di ‘speciale’ per informare le persone che noi, Riccardo, mio marito ed io, come ‘famiglia particolare’ ci siamo, e come noi esistono tante altre famiglie nelle medesime condizioni. Ho avuto un’idea semplice, quella di raccontare la storia dei nostri bambini e delle loro problematiche, dando l’opportunità ad alcuni specialisti medici e alle insegnanti di confrontarsi. E’ stato organizzato un interessante seminario presso la scuola in cui sono state fornite importanti informazioni per le famiglie e spunti per una più adeguata formazione su tali problematiche per le insegnanti stesse. La collaborazione realizzata tra scuola (Coordinamento pedagogico del Gallizi)- operatori (medici della Neuropshiatria e Pediatria dell’ospedale di Fano) e Consiglio della scuola con me, promotrice, è stata veramente positiva. La consapevolezza raggiunta ci dice che nessun figlio è perfetto e neppure i genitori lo sono, si tratta solo di vedere i nostri figli come creature in ogni caso degne di vivere. In qualità di genitori abbiamo bisogno di salire al loro livello e di aiutarli nel loro viaggio formativo i quattro elementi naturali, l‘aria, l’acqua, il fuoco e la terra e ogni genitore si è travestito trasformandosi in una statua. Altri genitori, invece, hanno formato una banda musicale che si è esibita animando vivacemente la manifestazione di fine anno. La pineta di Ponte Metauro ha ‘funzionato’ come palcoscenico naturale dove i protagonisti tutti, adulti e bambini, hanno raccontato un percorso didattico precedentemente condiviso, che ha permesso di effettuare il reciproco e produttivo scambio di storie, emozioni ed esperienze. conoscendoli ed supportandoli così, semplicemente per come sono e per quel che vorranno e potranno divenire. Sono convinta, infatti, che fa parte del parlare, per il nostro bambino, il sapere quando tacere, così come fa parte del difenderlo, il capire quando non ha più bisogno di essere difeso. E’ un quotidiano esercizio di ascolto e di reciproco confronto che ci permette di valorizzare la sua personale identità. ‘Dare voce’ ai bambini, è importante, ma soprattutto, lo è ancor di più per i bambini disabili che lottano, non per diventare normali, ma per essere se stessi.. riconosciuti nella loro particolare ‘specialità’. COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI Centinarola... ieri e oggi. CENTINAROLA IERI E OGGI. La scuola dell’infanzia comunale ‘Il Girasole’ di Centinarola è frequentata da bambini appartenenti allo stesso quartiere che ancora, nonostante l’aumento del traffico, permette uscite abbastanza tranquille all’esterno per scoprire l’ambiente circostante. In una di queste uscite i bambini hanno rilevato che ‘Pino’ il macellaio non era più nel suo vecchio negozio, ma si trovava in una nuova palazzina e che, nello stesso punto, esisteva anche un nuovo negozio dove si vendeva il pesce... Da questo evento è scaturita la curiosità di conoscere com’era il quartiere tanto tempo fa, quando i bambini non erano ancora nati e i loro nonni erano giovani. Per questo motivo abbiamo realizzato una piccola ricostruzione storica e siamo andati nei vari negozi alla ricerca di materiale e di vecchie foto, chiedendo ai venditori di mostrarci com’era Centinarola in passato.. Molte persone sono venute a scuola con alcune foto, hanno raccontato la loro vita di allora e l’origine del nome ‘Centinarola’, che abbiamo scoperto significa ‘Cento role (camini)’, tanti quanti erano le prime case. Con i bambini, abbiamo progettato e realizzato interessanti confronti tra le vecchie foto e le nuove, scoprendo com’erano il vecchio lavatoio, il maglificio, la sala da ballo ‘Da Franco’, la cooperativa, il vecchio castello. I genitori hanno allestito alcuni laboratori didattici per ricostruire la vecchia Centinarola, realizzata nel parco del quartiere con la partecipazione dei ‘Centinarolesi’, durante la festa di fine anno scolastico, intitolata ‘Centinarola ieri e oggi’. I bambini si sono molto divertiti partecipando alle attività realizzate nei vari laboratori, utilizzando la lana del maglificio, facendo giochi con l’acqua del lavatoio, preparando piadine, ballando nella discoteca e cercando il tesoro nel castello, guidati da un babbo cantastorie con la chitarra. La festa si è conclusa a tarda serata, con pizza, piadina e musica per tutti. COMMENTI DI ALCUNI GENITORI CHE HANNO PARTECIPATO AL LAVORO REALIZZATO NEI LABORATORI ‘E’ stato bello per poco tempo tornare bambini e con questo viaggio lo è stato ancora di più. Mi piacerebbe che questo misterioso personaggio fosse un amico di tutti i nostri bimbi che oggi in questa società sono sempre più soli’. ‘Il personaggio fantastico rappresentato potrebbe essere la mia vita: il mare tranquillo = l’infanzia; il mare in burrasca = l’entrata nel mondo degli adulti e del lavoro; la notte = la nostra famiglia, i nostri bambini. Mi sento rilassata!’ La mamma di Giuseppe Bambini e nonni preparano il carro per la sfilata dei bambini a carnevale (1980). Al carnevale 1985, i genitori hanno sfilato accanto ai bambini rappresentando ‘i contrari’. Genitori e bambini sfilano a carnevale rappresentando le paure dei bambini (1987). Un babbo è venuto nel nostro giardino per costruire una casetta di mattoni per i giochi dei bambini (1989). Alcuni genitori con Renzo (animatore teatrale) stanno musicando la loro drammatizzazione di fine anno scolastico (1999/2000). Alcuni genitori hanno raccolto e ricopiato vecchie e nuove filastrocche, ninne nanne da raccontare ai bambini (2002/2003). ‘Ho apprezzato i frutti di una programmazione moderna ed at- tenta che non può prescindere dall’impegno quotidiano delle insegnanti e dalle esperienze di lavoro dei bambini e con i bambini. Voglio ringraziare gli altri genitori che hanno lavorato all’interno del progetto educativo con tutto l’impegno e la disponibilità possibili’. Il papà di Alessandro COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI Un progetto d’educazione interculturale... UN PROGETTO D’EDUCAZIONE INTERCULTURALE Vivendo in una società sempre più caratterizzata da molteplici cambiamenti e da incessanti processi di discontinuità, ogni singola persona e le istituzioni formative stesse, debbono tener conto di conoscenze, informazioni e realtà sempre più eterogenee e complesse, a causa del sistematico confronto con la pluralità delle culture esistenti che si mescolano, arricchendosi ed integrandosi tra loro. L’esperienza dell’incontro con l’altro, con le differenze culturali, religiose, linguistiche, etc, richiamata anche dagli Orientamenti per la Scuola dell’infanzia del ‘91, è diventata oggi per molti bambini e adulti non più fatto eccezionale, sporadico, ma un evento quotidiano e diffuso, in seguito all’arrivo di nuclei familiari immigrati che abitano spazi e territori comuni ed accedono a strutture e servizi per tutti. L’inserimento a scuola di bambini venuti ‘da lontano’ con storie e appartenenze culturali differenti, come ci insegna la Dott.ssa Favaro, comporta per le educatrici della scuola dell’infanzia un incontro con concezioni e tradizioni culturali ed educative diverse, che implicano l’adozione di ‘diverse’ modalità di comunicare, di esprimere le intimità, di stabilire i rapporti, di condividere credenze e valori, conoscenze. I servizi educativi per l’infanzia sono i primi luoghi formativi entro i quali ‘ i piccoli d’altrove’ portano, sperimentano e vivono la loro ‘differenza’. Nel suo itinerario formativo ed esistenziale, il bambino si trova, oggi più di ieri, a relazionarsi con culture diverse ed è, quindi, alla scuola che spetta il compito di fornire gli strumenti più adeguati affinchè ciascuno sviluppi un’identità il più possibile consapevole e democratica. In tale ottica, l’educazione alla interculturalità e la didattica interculturale nei servizi per l’infanzia rappresentano una concreta e funzionale risposta educativa sempre più valida e comunque necessaria per una società che cambia. I servizi educativi, quindi, sono luoghi fondamentali e cruciali perché i bambini venuti ‘da lontano’ e quelli appartenenti alle minoranze possano intraprendere percorsi formativi di positiva integrazione. Nel nuovo scenario culturale e sociale che stiamo vivendo, la scuola del bambino è chiamata a progettare e realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti, non solo alle inclinazioni personali dell’educando, al fine di valorizzare gli aspetti peculiari, caratteristici di ciascun alunno, ma soprattutto, è tenuta a formare ‘cittadini italiani che siano al tempo stesso cittadini d’Europa e del mondo’ (Indicazioni Nazionali 2007). E’ in questa prospettiva che la progettazione educativo -didattica delle scuole dell’infanzia del Comune di Fano vede come principali protagonisti la valorizzazione del potenziale umano ed educativo di ogni bambino e la narrazione come strumento e metodo privilegiato per favorire il raccontare - raccontarsi di differenze e diversità. Oggi la multiculturalità si definisce come realtà esistente e l’interculturalità come direzione da percorrere per rispondere in modo positivo alla pluralità dei cambiamenti sociali e culturali, che incidono fortemente sull’impostazione educativo - didattica delle esperienze formative stesse. Nello specifico, riportiamo un esempio significativo di come si possa avviare un progetto di reciproco scambio didattico e di effettiva collaborazione con scuole appartenenti ad altre culture, realizzato dalla scuola dell’infanzia ‘A. Gallizi’ nel 2001, tuttora in corso, con lo spazio - scuola ‘Ali di Libertà’ che accoglie bambini dai 2 ai 6 anni in una favela della periferia della città di Goias in Brasile. La filosofia di fondo dell’intero progetto didattico, che ha coinvolto bambini e genitori nell’esperienza, è sintetizzabile con la frase: ‘Nos tenemos muito amigos em Italia, noi abbiamo molti amici in Brasile’, slogan che rappresenta la sintesi delle più significative esperienze realizzate in Italia e in Brasile. Si è riflettuto molto su come affrontare i grandi temi della pace e della solidarietà senza cadere in dannosi atteggiamenti di pietismo. In questo senso sono state concordate con la scuola brasiliana solo quelle attività principalmente volte a formare esseri umani liberi, responsabili, solidali, ovvero futuri cittadini del mondo. Nel 2007 il progetto interculturale è stato arricchito (grazie al progetto ‘Amizade-Amicizia’ dell’Associazione Amici del Quilombo ed alla collaborazione con il Centro Servizi del Volontariato della Regione Marche) dalla presenza di un mediatore culturale che ha organizzato un laboratorio linguistico - musicale per far conoscere la lingua e la cultura brasiliane (in previsione dell’arrivo di un’insegnante brasiliana). Al laboratorio hanno aderito tutti i bambini e le insegnanti, nonché un’insegnante brasiliana della scuola ‘Asas de Liberdade’ che ha partecipato ai collettivi scolastici dove è avvenuto un proficuo reciproco arricchimento culturale e didattico: strategie e metodi educativi, utilizzati nelle due scuole, sono stati messi a confronto, produttivamente. Il progetto, inoltre, ha coinvolto non solo i bambini e le insegnanti della Scuola dell’Infanzia ‘A. Gallizi’, ma anche genitori, nonni, amici. Il momento conclusivo, infatti, coincidente con l’apertura dell’iniziativa al territorio, ha visto anche la partecipazione della Consigliera Regionale e della Presidenza del Consiglio Comunale di Fano, suscitando notevole entusiasmo. In sintesi il progetto si prefigge l’obiettivo di favorire la conoscenza di bambini appartenenti a differenti contesti socio - culturali. Gli obiettivi didattici principali consistono nel: - favorire lo sviluppo linguistico, espressivo e creativo mediante la narrazione della propria realtà effettuata per mezzo di storie inventate, racconti e rielaborazioni grafico – pittorico - plastiche del nostro ambiente e delle nostre tradizioni storico - culturali; riconoscere realtà diverse dalla propria, utilizzando l’ascolto e la lettura di immagini, ed anche documentazioni fotografiche che appartengono a contesti diversi e sconosciuti; - favorire l’approccio ad un’educazione multiculturale che stimoli nel bambino la crescita di una personalità ricettiva ed un atteggiamento positivo nei confronti delle diverse culture; - favorire il confronto con ‘altre’ culture, affinchè nel bambino e nella sua famiglia nascano atteggiamenti di rispetto e di solidarietà nei confronti delle categorie pedagogiche della differenza e della diversità. - - - - sarebbe andato a vivere con la sua mamma in cielo. Maluà si spaventò. All’improvviso il Dio Cananxine scese dal cielo in forma di pappagallo e prese Vadì e lo portò in cielo. Maluà pianse e si disperò ma il capo tribù gli consigliò di andare a lottare insieme ai suoi fratelli della tribù. Tainà Ralan appoggiò la testa per terra e pianse per tre giorni. Il Dio Cananxine ebbe pietà di lei e scese a terra e disse: ‘Dalle tue lacrime nascerà un albero con una coppa molto grande, il suo frutto sarà dorato come i capelli di Vadì. Ma i semi saranno pieni di spine come il dolore del suo cuore di mamma. Chi lo mangerà non dimenticherà più il suo sapore e il suo profumo. Questo frutto si chiamerà PEQUI.’ Da alcuni anni la scuola dell’infanzia ‘A. Gallizi’ ha incentrato il progetto educativo - didattico sulla narrazione: l’approccio narrativo offre ad ogni bambino la possibilità di esprimere i personali vissuti cognitivo –affettivo –relazionale - sociale favorendo la positiva costruzione dell’identità mediante il riconoscimento della personale storia individuale, elaborata nel costante confronto dialettico con le altrui storie. La scuola della narrazione simboleggia una diversa valorizzazione del bambino, dove le differenze e le diversità diventano autentiche risorse, elementi di crescita per sé e per gli altri, favorendo la creatività e l’autonomia intellettuale di tutti i bambini. La condivisione dei racconti procura l’incontro educativo di una storia(quella del bambino) con altre storie, altri racconti realizzati dagli adulti (genitori ed educatori) e con i coetanei di riferimento. PRINCIPALI FASI DEL PROGETTO ‘ALI DI LIBERTÀ’ Il progetto si è svolto promuovendo le seguenti attività: - scambio di foto e di autoritratti dei bambini per conoscersi - scambio di fiabe tradizionali, leggende e storie inventate - realizzazione di alcuni libri che raccontano gli ambienti caratteristici dei due Paesi - scambio di canzoni, filastrocche, giochi, appartenenti ai due Paesi - scambio di materiali tipici dei due territori - organizzazione di feste per offrire un ‘dono’ ai nostri amici del Brasile, ricevendo come ‘doni’ materiali usati e prodotti dalla scuola brasiliana - uscite didattiche - laboratorio linguistico musicale - realizzazione di un mercatino il cui ricavato è stato devoluto allo spazio-scuola ‘Asas de Liberdade’ STRATEGIE EDUCATIVO-DIDATTICHE UTILIZZATE - - - - sfondo integratore didattica per problemi nuclei progettuali, sostenuti dalla variabile fantastica lavoro in piccolo e grande gruppo omogeneo per età MODALITA’ ORGANIZZATIVE - sezione laboratorio grafico - pittorico e manipolativo stanza del ‘Raccontare- Raccontarsi’ (laboratorio fantastico) giardino spazio adibito alle attività psicomotorie VERIFICA DEL LAVORO SVOLTO - - - - - - autoverifica in collettivo foto diario di bordo insegnante dello spazio-scuola ‘Asas de Liberdade’ mercatino festa conclusiva del progetto LA LEGGENDA DI MANDIOCA STORIE INVENTATE DAI BAMBINI BRASILIANI LA LEGGENDA DO PEQUI C’era una volta una ragazza molto bella che si chiamava Taina’ Ralan. Un giorno il giovane Malua’ la vide e si innamorò e la chiese come sposa. I due giovani si sposarono e vivevano molto felici. L’unico problema dei due sposini era che Tainà Ralan non riusciva a rimanere incinta. Allora chiesero al dio Cananxine che desse loro un figlio. In primavera nacque Vadi’, un bel bambino che era l’allegria della mamma, del papà e di tutta la tribù. Tutti dicevano che era figlio del dio Cananxine perchè i suoi capelli erano biondi. Un giorno Maluà è dovuto andare a combattere in guerra e Vadì disse che Mani era una piccola india, dalla pelle bianca come il giglio. Tutti gli indios le erano affezionati perchè Mani era veramente molto dolce. Un giorno, la piccola india si ammalò molto gravemente: ma il capo tribù non riuscì a guarirla. Mani morì, portando immensa tristezza a tutta la tribù. Gli Indios seppellirono il corpo della bambina nel giardino e tutti i giorni bagnavano la sua tomba con tante lacrime. Passò il tempo e nella tomba di Mani nacque e crebbe una pianta sconosciuta. Gli Indios scavarono la terra e trovarono una radice bianca come il corpo della bambina. Le diedero il nome di MANDIOCA, che vuol dire ‘CARNE DI MANI’. La tribù aveva scoperto un prezioso alimento. COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI differenze e diversità... Uno sguardo che impara, è uno sguardo che insegna. (Tratto da ‘Con occhi di padre’ di Igor Salomone, pedagogista) DIFFERENZE E DIVERSITA: IL SERVIZIO DI SOSTEGNO OLTRE L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA NIDO E SCUOLA DELL’INFANZIA: da dove parte l’integrazione? I servizi per l’infanzia sono i luoghi della prima accoglienza: infatti è il momento fondamentale in cui il bambino esce dalla famiglia, per fare il suo ingresso nella vita di comunità. Dunque questo passaggio costituisce una fase molto delicata dove occorre intessere una trama ‘sufficientemente buona’ tra i genitori del piccolo e le educatrici del nido o le insegnanti della scuola d’infanzia, affinché si crei un tessuto morbido, caldo, flessibile, capace di accompagnare il percorso del bambino che si affaccia dentro un nuovo mondo di relazioni. É in questo momento che le famiglie possono confrontarsi con le educatrici ed entrare in contatto con altre famiglie, rispecchiandosi in situazioni simili; si sviluppano occasioni per costruire nuovi legami. Ecco dove nasce l’integrazione tra i bambini e le famiglie. I servizi per l’infanzia quindi rappresentano il luogo privilegiato nel quale radicare i principi dell’integrazione, della condivisione e dell’incontro. Gli Orientamenti scolastici del 1991 evidenziano che ‘ogni bambino deve potersi integrare nell’esperienza educativa, così da essere riconosciuto e riconoscersi come membro attivo della comunità scolastica’1. Le recenti indicazioni del Ministero della Pubblica Istruzione ribadiscono l’importanza di un ‘ambiente di apprendimento organizzato dagli insegnanti in modo che ogni bambino si senta riconosciuto, sostenuto valorizzato: il bambino con competenze forti, il bambino la cui famiglia viene da lontano, il bambino con fragilità e difficoltà, il bambino con bisogni educativi specifici, il bambino con disabilità, poiché tutti devono sapere coniugare il senso dell’incompiutezza con la tensione verso la propria riuscita’2. Questi riferimenti sottolineano primariamente il valore dell’unicità della persona, il valore di ‘ogni bambino’, in secondo luogo la necessità di essere riconosciuti, che in educazione significa sapere di essere - con l’altro, di essere in relazione, di possedere un posto all’interno di quella determinata esperienza. Infine si esplicita la volontà di costruire percorsi d’integrazione forti dove ‘tutti gli insegnanti della scuola, e non soltanto gli insegnanti di sostegno, concorrono collegialmente alla riuscita del progetto educativo generale e di integrazione, al quale prende significativamente parte anche il personale non insegnante ed ausiliario’1. 1 2 Orientamenti scolastici 1991. Indicazioni nazionali per il curricolo per la scuola dell’infanzia, Ministero della Pubblica Istruzione, Settembre 2007. IL SERVIZIO DI SOSTEGNO SCOLASTICO Il servizio di sostegno è gestito da settembre 2006 dalle Cooperative Sociali Labirinto, Ass.Coop e Cooss Marche: attualmente vi sono impiegati 22 insegnanti di sostegno che prestano servizio nelle scuole d’infanzia e nei nidi comunali di Fano. La scelta dell’Amministrazione Comunale, di garantire il rapporto educatore/bambini 1 a 1, già avviata dagli anni ’80, è stata riconfermata anche con la convenzione stipulata con l’ATI. Ciò conferma l’attenzione e il forte impegno che ha contrassegnato le scelte dell’Amministrazione Comunale di Fano nell’ottica di un’elevata qualità degli interventi. Il monte ore assegnato ad ogni operatore ammonta a 30 ore settimanali erogate a prescindere dalla presenza/assenza del bambino e dal tipo di diagnosi clinica. All’interno della fascia 0–6 è possibile che il bambino venga accompagnato dall’insegnante di sostegno nel passaggio dal nido alla scuola dell’infanzia: questa opportunità permette di facilitare la continuità educativa da un ordine di scuola all’altro. In questo modo il cambiamento di struttura diviene favorito da condizioni relazionali che lo sostengono pienamente. ESSERE IN RETE Il Servizio di Sostegno Scolastico collabora costantemente con l’UMEE dell’ASUR di Fano, con il reparto di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale e con il Centro Specialistico Bignamini. Viene programmato un calendario annuale degli incontri per predisporre i Piani Educativi Individualizzati (PEI) e i Profili Dinamici Funzionali (PDF) in collaborazione con tutti gli specialisti che seguono il bambino e con la famiglia. Il Coordinamento del Servizio cura i rapporti con L’Ufficio Scolastico Provinciale di Pesaro, con le Associazioni del territorio, con Il Centro Documentazione Handicap e il Centro Territoriale per l’integrazione Scolastica. Quest’anno è stato reso operativo l’accordo di programma per l’integrazione degli alunni disabili nelle scuole della Provincia di Pesaro-Urbino: si tratta di uno strumento che sostiene il progetto globale di vita delle persone disabili, coadiuvando le istituzioni interessate all’integrazione nel coordinamento dei reciproci interventi e nel rispetto delle varie competenze’. Permette quindi di realizzare fattivi collegamenti tra i vari progetti che riguardano il bambino, in modo tale da raccordare le differenti iniziative. PROGETTANDO L’INTEGRAZIONE… nascono percorsi educativi speciali Nell’anno scolastico 2007/2008 sono stati promossi dalle insegnanti di sostegno alcuni percorsi che hanno coinvolto più bambini a partire dal bisogno speciale di un bambino diversamente abile. Francesco è appassionato di musica e ritmo, conosce tante canzoni ed ama cantare con gli amici. Per questo l’insegnante progetta un’attività musicale in piccolo gruppo, favorendo l’utilizzo di questo canale alternativo per comunicare e giocare con i pari. Simone invece sta imparando a gestire la sua emotività, le piccole frustrazioni e l’insegnante accoglie la proposta della psicomotricista dell’ASUR, così progetta un percorso psicomotorio per tutta la scuola, grazie alle sue competenze in tale ambito che fanno riferimento alla Pratica Psicomotoria di Aucouturier. Chiara, una bimba curiosa, sempre alla ricerca di nuove sperimentazioni è attratta da suoni e rumori. Le educatrici decidono di dare spazio a questo interesse progettando un laboratorio musicale di scoperta, nel quale tutti i bambini del nido parteciperanno in una rotazione settimanale. Questi brevi esempi testimoniano il valore di esperienze che prendono spunto dalle differenze e sono in grado di integrarle in modo creativo, all’interno della progettazione generale rivolta a tutti i bambini della scuola. IL GRUPPO DI LAVORO SULL’HANDICAP (G.L.H.) La legge 104 (legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale ed i diritti delle persone handicappate, 5 febbraio 1992) prevede la costituzione di un Gruppo di Lavoro sull’Handicap (G.L.H.) formato dal personale docente della scuola e dai genitori dei bambini. L’obiettivo principale è di promuovere iniziative a favore dell’integrazione. Le indicazioni nazionali sottolineano che ‘le famiglie dei bambini con disabilità chiedono sostegno alla scuola per promuovere le risorse dei loro figli, attraverso il riconoscimento sereno delle differenze e la costruzione di ambienti educativi accoglienti e inclusivi, in modo che ciascun bambino possa trovare attenzioni specifiche ai propri bisogni e condividere con gli altri il proprio percorso di formazione’¹. Per questo motivo nell’anno scolastico 2007/2008 ci siamo confrontati sull’importanza di costruire percorsi inclusivi all’interno delle scuole/nidi. Sono stati sviluppati diversi laboratori nelle strutture, partendo da una progettazione che ponesse la massima attenzione ai bisogni di tutti i bambini e le bambine. Quindi non solo un laboratorio in linea con il progetto della scuola, allacciato agli interessi dei bambini, attento ai loro spunti… ma un laboratorio che ha in mente ogni bambino, ogni bambina, portatore di una diversità, particolarità, specificità. In una seconda fase la riflessione del GLH si è ampliata: infatti si è rilevata la necessità di portare fuori dalle scuole e dai nidi l’esperienza dei laboratori. La ‘Città da giocare’ è subito apparsa come un luogo dedicato ai bambini, dove costruire insieme un confronto con il territorio. Così è nato il laboratorio : ‘Insieme per…’ Siamo convinti che occorra pensare allo sviluppo di una città sostenibile, intesa come città costruita insieme, da professionisti di vari ambiti in stretto confronto con chi la città la vive e porta bisogni e specificità. Quindi incominciare a ri-pensare i luoghi della soci-abilità urbana (luoghi di gioco e di incontri) per tutti i bambini e le bambine. UN LABORATORIO IN CITTA’ il materiale l’allestimento il gioco COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI differenze e diversità... UN LABORATORIO IN CITTA’ il gioco Il Laboratorio dal titolo ‘Insieme per…’ nasce dal desiderio di condivisione, dalla gioia dell’incontrarsi, dal rispetto per le differenze e dalla consapevolezza che occorre creare spazi per la partecipazione di tutti. Il progetto è stato interamente realizzato dai genitori valutando con cura le caratteristiche della sua strutturazione: l’accessibilità del luogo, l’organizzazione degli spazi, l’attività da proporre, la predisposizione di alcuni accorgimenti e delle opportune facilitazioni. Abbiamo chiesto la collaborazione di tutte le famiglie dei nidi e IL MONDO ATTRAVERSO GLI OCCHI DEI BAMBINI I bambini che arrivavano nei pressi del laboratorio trovavano appesi su una bacheca i disegni di alcuni amici della Scuola Gallizi: venivano invitati a sfogliarli e ad osservare un disegno più grande che raccoglieva tutti gli elementi grafici scelti dai bambini e riportati in quanto rappresentazione collettiva che fungeva da ‘progetto di base’ del lavoro del laboratorio. Così un gruppo di quasi trenta bambini ha costruito ‘insieme’ un mondo ricco e colorato, pieno di personaggi fantastici. Questo paesaggio, frutto del un lavoro di gruppo, (foto a sinistra) è stato il riferimento per dare forma al Laboratorio e rappresentare un NUOVO ENORME PAESAGGIO Munari commenterebbe: ‘Da cosa nasce cosa…’ delle scuole d’infanzia per raccogliere e riciclare i materiali (carta, stoffa, plastica, bottoni, polistirolo, etc.); in seguito abbiamo organizzato una serata di preparazione di tutto l’occorrente, per la realizzazione del laboratorio invitando i genitori di tutti i bambini e le bambine. L’allestimento dello spazio per il laboratorio è stato curato da insegnanti e genitori: è stata predisposta una cornice di tappetini con al centro un grande pannello da decorare. I bambini che hanno partecipato al laboratorio hanno trovato a loro disposizione una vasta scelta di materiali, riposti accurata- mente dentro piccole scatole di cartone. Con questi venivano invitati a realizzare una parte del disegno. L’obiettivo del laboratorio è stato quello (spiega una mamma) ‘di attirare attenzione verso chi, da una posizione differente e svantaggiata, ci dimostra di essere in grado di insegnarci volontà e forza vitale, quella forza che è una risorsa preziosa per la nostra società e per la consapevolezza di essere umani. Per questo ringrazio soprattutto i nostri figli per averci regalato tanto’. COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI continuità verticale... I PRINCIPI PEDAGOGICO - DIDATTICI DELLA CONTINUITÀ VERTICALE La continuità verticale nasce dall’esigenza primaria di garantire ad ogni alunno il diritto di avere un percorso formativo organico e completo che miri a promuovere un armonico sviluppo del bambino che, pur nei necessari cambiamenti evolutivi e nel passaggio attraverso le diverse istituzioni formative, riesca, in modo adeguato, a costruire la sua particolare identità (C.M. n°339/18/11/1992). Il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola elementare è un evento molto atteso che il bambino si appresta a vivere con intensità. E’ importante che gli educatori preparino questo delicato cambiamento in modo che il bambino si senta ‘tutela- to’ e percepisca se stesso positivamente, proiettandosi verso apprendimenti futuri più complessi (leggere, scrivere,ecc.) La fase di passaggio è contrassegnata infatti da molteplici momenti di continuità e di discontinuità, soprattutto per quanto riguarda i differenti contenuti dell’apprendimento e le diverse metodologie di ‘lavoro’. Esiste, tuttavia, una discontinuità intesa in senso positivo che consente al bambino di crescere per mezzo di un itinerario formativo ricco di esperienze significative mirate a potenziare la sua identità, nonostante figurino ancora alcune forme di eccessiva discontinuità; pertanto, è necessario che le agenzie educativo-formative (scuola, famiglia, territorio) collaborino significativamente tra loro. La logica della continuità verticale assicura, ad ogni bambino l’adeguato, produttivo impatto col ‘nuovo’ e il ‘diverso’. La consapevolezza che la continuità verticale e orizzontale siano due prospettive in grado di valorizzare la piena espressione ed espansione delle molteplici potenzialità dell’alunno ha portato gli educatori delle scuole dell’infanzia comunali ed alcuni docenti delle scuole elementari a voler sperimentare un vero e proprio progetto di continuità verticale. 1. Favorire l’ottimizzazione dei percorsi curriculari degli alunni evitando sconnessioni e frammentazioni delle esperienze formative, garantendo, quindi, gradualismo e coerenza formativa; 2. Favorire l’individuazione di funzionali percorsi formativi mediante la valorizzazione dei vissuti, dei saperi e delle motivazioni che costituiscono il patrimonio storico - culturale degli alunni; 3. Evitare l’insorgenza di possibili fattori di disturbo rappresentati dall’eccessiva disarmonia dei metodi e dei contenuti curriculari, sia a livello cognitivo, che relazionale esistenti nei diversi ordini di scuola. FINALITÀ DEL PROGETTO Per dare compiuta realizzazione al ‘diritto allo studio’ di ogni educandoì, come enunciato nei Programmi dell’85 per la Scuola elementare e dagli Orientamenti della scuola dell’infanzia del ‘91, la continuità educativa si prefigge la scopo di raggiungere le seguenti finalità: L’ORGANIZZAZIONE DEL PROGETTO DI CONTINUITÀ VERTICALE A) Progettazione di incontri delle educatrici e delle insegnanti delle rispettive scuole (materna ed elementare) per concordare collegialmente le modalità di accoglienza, per aiutare i bambini ad affrontare senza timore le ‘novità’, presenti nella nuova realtà scolastica; B) Momenti di aggiornamento in comune tra i docenti dei due ordini di scuola per armonizzare gli stili educativi, individuare le tematiche, eleborare le strategie educativo – didattiche più funzionali al progetto; C) Stesura del progetto annuale con individuazione delle finalità educative generali (per i bambini e gli educatori) e degli obiettivi specifici previsti in partenza riguardanti la scuola dell’infanzia, la scuola elementare ed il relativo raccordo curricolare; D) Momenti di individuazione, da parte dei docenti, delle modalità, delle tematiche e dei tempi di osservazione per un’ attenta ‘lettura’- interpretazione delle ‘tracce’ dei bambini; E) Organizzazione di incontri fra i docenti dei due ordini di scuola per analizzare e confrontare la rilevazione- documentazione delle tracce emerse durante le osservazioni dei bambini e relativa individuazione delle ‘parole – chiave’ per progettare la prima ‘situazione – stimolo’ riguardante i contenuti e le tematiche del progetto stesso; F) Presentazione della ‘situazione – stimolo’ ai bambini appartenenti ai due ordini di scuola e raccolta, nel diario di bordo, delle prime impressioni e delle ipotesi emerse durante l’input fantastico. G)Organizzazione dei tempi e degli spazi (con l’allestimento di specifici laboratori tematici) per realizzare le attività in comune tra i bambini appartenenti alle due scuole; H) Individuazione di incontri tra i docenti delle due istituzioni scolastiche per analizzare e confrontare le attività dei bambini svolte nei laboratori in comune e nelle sezioni, al fine di verificare gli obiettivi previsti, in itinere ed effettivamente raggiunti. PROGETTO DI CONTINUITÀ EDUCATIVO - DIDATTICA VERTICALE ‘RACCONTARE - RACCONTARSI’: RICORDI, ESPERIENZE, ITINERARI NARRATIVO - AUTOBIOGRAFICI. SCUOLA DELL’INFANZIA COMUNALE ‘A. GALLIZI’ SCUOLA ELEMENTARE STATALE ‘L. ROSSI’ PAROLE CHIAVE: AIUTO, ASCOLTO, NARRAZIONE, RICORDO, MEMORIA, IDENTITÀ, CURA DI SE’ E DEGLI ALTRI, CONTINUITÀ - DISCONTINUITÀ. FINALITA’ EDUCATIVE DEL PROGETTO (per gli educatori) - Aver cura di sé e degli altri, utilizzando l’attività del ‘Raccontare-Raccontarsi’ (approccio narrativo – autobiografico). - Potenziare il bagaglio di competenze finalizzate a promuovere un ‘tranquillo’ passaggio del bambino da un gradino formativo all’altro (continuità verticale),ovvero dalla scuola dell’infanzia alla scuola elementare (laboratori mirati,reccordi curriculari e ‘Progetto valigia’). SCUOLA DELL’INFANZIA 1. 2. 3. Avviare il bambino alla maturazione dell’identità, favorendo l’ascolto dei bisogni dell’altro; Favorire l’approccio ad una educazione multi ed interculturale che aiuti il bambino a sviluppare atteggiamenti positivi nei confronti della accettazione di culture diverse; Promuovere nel bambino la capacità di ascoltare l’altro. RACCORDO CURRICOLARE 1. 2. 3. Promuovere nel bambino il riconoscimento della propria identità, mediante il racconto della storia dell’altro; Promuovere nel bambino atteggiamenti personalizzati verso i valori della propria cultura, nel rispetto di quelle universalmente condivisibili; Promuovere nel bambino la capacità di assumere più punti di vista, più prospettive utili a favorire l’ascolto delle storie personali e degli altri. SCUOLA ELEMENTARE 1. 2. 3. Legittimare il proprio ‘io’ mediante il riconoscimento dei bisogni dell’altro; Promuovere nel bambino un processo di continua interazione con le diverse culture; Promuovere nel bambino la capacità di’ raccontarsi’ attraverso gli altri accettando la sfida del cambiamento. PRINCIPALI OBIETTIVI SPECIFICI PREVISTI (Il bambino dovrà acquisire la capacità di): SCUOLA DELL’INFANZIA 1. 2. 3. 4. Raccontare le proprie esperienze; Raccontarsi, utilizzando linguaggi verbali e non; Collegare eventi e momenti delle proprie esperienze; Avviarsi a comprendere i bisogni degli altri; RACCORDO CURRICOLARE 1. 2. 3. 4. Narrare il proprio vissuto, in modo comprensibile e chiaro; Raccontarsi, utilizzando la pluralità dei linguaggi espressivi verbali e non, per sviluppare una proficua comunicazione. Riconoscere la sequenzialità degli eventi; Comprendere i bisogni e le intenzioni degli altri; SCUOLA ELEMENTARE 1. 2. 3. 4. Narrare le proprie esperienze, seguendo un ordine logico-temporale; Saper operare con linguaggi diversificati in modo creativo utilizzando la componente fantastica; Comprendere il valore della continuità delle esperienze; Riconoscere come valore i bisogni degli altri specie, se appartenenti a culture diverse; COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI la ricerca delle ‘tracce’... DESCRIZIONE DELLA FASE INIZIALE DEL LAVORO DEDICATA ALL’OSSERVAZIONE E ALLA RICERCA DELLE ‘TRACCE’ I bambini delle classi prima elementare e quelli di cinque anni della scuola dell’infanzia si incontrano dopo le vacanze estive insieme allle insegnanti per ricordare i momenti più piacevoli e significativi vissuti nell’anno scolastico precedente,rievocando le comuni esperienze realizzate con lo’sfondo integratore’. Nello specifico il personagio fantastico che aveva sostenuto le attività didattiche dell’anno scorso è rappresentato ‘dall’omino invisibile’,che aveva la caratteristica di compiere numerosi viaggi e di raccontare ai bambini le sue esperienze, quando si presentava a scuola prima di riprendere il suo cammino. Nella fase iniziale del progetto i bambini entrano nella sanza del ‘Raccontare – Raccontarsi’ desiderosi di scoprire se l’omino invisibile ha lasciato loro qualche traccia di sé.Purtroppo non c’è alcun segno o messaggio della sua presenza e i bambini decidono di andarlo a cercare… al mare, in città, in giardino ecc... e proprio in queste uscite opportunamente progettate per ricercarlo, fortunatamente incontrano nuovi personaggi (la lumachina, un pezzo di legno somigliante ad un coccodrillo, ed una foglia particolarmente colorata) che diventano i nuovi amici e compagni di viaggio dei principali percorsi educativi del progetto di continuità verticale ‘Raccontare- Raccontarsi’ dell’anno scolastico 2002/2003. Sotto l’attenta regia delle docenti appartenenti ai due ordini di scuola i bambini hanno già iniziato una nuova avventura formativa sostenuti dal desiderio di prendersi cura dei tre personaggi incontrati.Contemporaneamente a tale evento e alle conse- guenti attività realizzate dai bambini, le insegnanti dei due ordini di scuola utilizzando lo strumento dell’osservazione rilevano le tracce, le ‘variabili’e le ‘costanti’ che emergono dai comportamenti, dalle dinamiche,dai racconti dei bambini. Dal confronto della raccolta documentativa contenente le tracce scaturite dalle osservazioni iniziali le insegnanti dei due ordini di scuola rilevano il bisogno dei bambini di orientarsi nello ‘scorrere del tempo’ unito al desiderio di acquisire nuove conoscenze, a partire dai ricordi – narrazione. A tale scopo vengono individuate le parole chiave del progetto: (memoriaricordo-emozione-aiuto-cura) e le insegnanti collegialmente decidono di progettare una nuova situazione stimolo utilizzando gli elementi che hanno più interessato i bambini nella prima fase dell’anno. FASE PRELIMINARE DEDICATA ALL’OSSERVAZIONE E ALLA RACCOLTA ‘TRACCE’: DESCRIZIONE DELLE MODALITÀ DI LAVORO 1^ FASE:Osservazione dei bambini nel gioco libero e guidato per l’individuazione e la raccolta delle ‘tracce’ dei linguaggi infantili; II^ FASE: Nella stanza del ‘Raccontare-Raccontarsi’, insegnanti e bambini raccontano e si raccontano; III^ FASE:Uscite sul territorio IV^ FASE:I bambini dei due ordini di scuola raccontano e si raccontano le esperienze delle uscite effettuate. Dalle loro narrazioni emergono tre personaggi: il coccodrillo la fogliolina la lumaca I TRE PERSONAGGI ESCONO DAL TUNNEL Attività educativo - didattiche realizzate nella fase iniziale del lavoro - - - - - OBIETTIVI SPECIFICI RAGGIUNTI DAI BAMBINI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA OBIETTIVI DIDATTICI RAGGIUNTI NEL RACCORDO CURRICOLARE OBIETTIVI DIDATTICI RAGGIUNTI DAI BAMBINI DELLA SCUOLA ELEMENTARE 1. 1. 2. 4. 1. 2. 3. 4. 1. 2. 3. 4. Il bambino sa raccontare alcune sue esperienze (Il sé e l’altro; I discorsi e le parole); Il bambino migliora le sue capacità espressive e comunicative (I discorsi e le parole, Messaggi, forme e media, Il sé e l’altro) Il bambino migliora le sue capacità di ascoltare storie e racconti (il sé e l’altro, I discorsi e le parole); I bambini sono (in parte) in grado di descrivere emozioni, raccontando i vissuti personali (Il sé e l’altro, I discorsi e le parole); CAMPI D’ESPERIENZA MAGGIORMENTE COINVOLTI IN INTERCONNESSIONE TRA LORO Il sé e l’altro; I discorsi e le parole; Lo spazio, l’ordine la misura; Le cose, il tempo e la natura; Messaggi, forme e media Educatori e bambini raccontano le loro esperienze estive; Attività grafico-pittorica dei racconti; Racconto delle emozioni legate ai primi giorni di scuola; Uscita al mare, in giardino e nella città; Racconto dell’esperienza, utilizzando la documentazione fotografica; Il bambino sa raccontare le proprie esperienze, sensazioni e sentimenti all’interno del piccolo gruppo; Il bambino utilizza una pluralità di modalità espressivo comunicative; Il bambino migliora le capacità di ascolto e di narrazione di se stesso e degli altri; I bambini si raccontano sulle esperienze vissute quotidianamente; più prospettive utili a favorire l’ascolto delle storie personali e degli altri. - - - - - Formulazione di ipotesi fantastiche sul pezzo di legno trovato sulla battigia (è un coccodrillo?); Invenzioni di storie, rime e filastrocche riguardanti il pezzo di legno; Attività grafico-pittoriche e manipolative sulle storie inventate; Sequenze logico-temporali delle storie inventate; Scambio di racconti sulle esperienze vissute: uscita al mare e in giardino. Il bambino sa raccontare se stesso, confrontandosi con il racconto degli altri (Lingua italiana, Studi sociali); Il bambino sa rievocare e scegliere, a seconda dei casi, la pluralità dei linguaggi espressivo-comunicativo (Lingua italiana, Educazione all’immagine, al suono e alla musica); Il bambino acquisisce la capacità di riferire semplici esperienze, seguendo un ordine logico (Storia, Lingua italiana, Matematica, Scienze); I bambini imparano a distinguere i diversi vissuti, confrontandosi con i coetanei (Lingua italiana, Studi sociali); RACCORDO CURRICOLARE AMBITI PRE-DISCIPLINARI MAGGIORMENTE COINVOLTI IN INTERCONNESSIONE TRA LORO Asse linguistico-espressivo; Asse spazio-temporale; Asse storico-antropologico; Asse artistico. Storia, geografia, studi sociali; Educazione all’immagine, al suono e alla musica; Matematica e scienze; Lingua italiana. na con i rumori del mare, del bosco e i versi degli animali. Alcune immagini vengono proiettate su un telo e sono riconosciute dai bambini appartenenti alle due scuole, come luoghi a loro familiari. Improvvisamente le immagini spariscono, la musica si fa più forte e da un tunnel si sentono delle voci (recitate da un animatore tea- trale) che chiedono aiuto ai bambini :’mi sono perso!’..’ho perso i miei odori!’..’non ho più i miei rumori!’... Dal tunnel escono i tre personaggi la lumachina, il coccodrillo e la fogliolina che continmuano a chiedere aiuto . I bambini esprimono le loro impressioni e formulano ipotesi per poter aiutare e prendersi cura dei loro tre amici. >> LA PRIMA SITUAZIONE - STIMOLO Una mattina i bambini dei due ordini di scuola entrano nella stanza del ‘Raccontare-Raccontarsi’ e accolti da una dolce musica trovano alcuni significativi cambiamenti. Osservano con curiosità la stanza e dialogando tra loro, formulano alcune ipotesi... Ad un tratto la luce si spegne e la musica si alter- COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI la prima situazione stimolo... LA PRIMA SITUAZIONE - STIMOLO (segue) >> Improvvisamente un forte vento entra nella stanza e porta via con sé i tre personaggi fantastici... Passato il momento di delusione per la scomparsa dei tre personaggi,i bambini dei due ordini di scuola si interrogano su che cosa sia successo ed iniziano a formulare alcune ipotesi.: ‘..il vento li ha portati via..’..’hanno chiesto aiuto, forse hanno bisogno di un dottore’..’cercano amici’..’forse vogliono una casa ‘..hanno detto che vogliono stare meglio’..hanno perso i ricordi’..’per far tornare loro i ricordi gli raccontiamo le storie’.. Alla fine i bambini decidono che per far tornare i loro ricordi è necessario creare e raccontare storie. Successivamente, tutti i bambini si incontrano nella stanza del ‘Raccontare-Raccontarsi’ per interrogarsi sul significato delle parole ‘AIUTO’, ‘PRENDERSI CURA’ e ‘STARE MEGLIO’ per trovare soluzioni adeguate per aiutare i tre personaggi a ritornare nella nostra scuola. Secondo i bambini la lumachina,la fogliolina ed il coccodrillo sono andati in Africa e pensano di chiedere aiuto agli animali della savana e della foresta…… Un bambino della scuola elementare ha una idea geniale : secondo lui in una caverna esiste un personaggio fantastico capace di risolvere tutti i problemi! Si tratta del ‘Dott.Cervello di Scorta’. Inoltre per superare le difficoltà di comunicazione con gli abitanti della foresta (animali) i bambini inventano con segni, immagini e oggetti un codice ‘speciale’ ed elaborano un messaggio che viene messo in una bottiglia e lasciato sulla spiaggia. Dopo alcuni giorni le insegnanti dei due ordini di scuola decidono di far trovare a scuola una mappa con le indicazioni che portano i bambini a scoprire la caverna del ‘Dott. Cervello di scorta’,attrezzata da laboratorio idoneo a far realizzare ai bambini tutte le possibili invenzioni. Scaturiscono, così ,una serie di percorsi diattici all’interno dei laboratori: (grafico-pittorico, manipolativo, narrativo) parole ‘AIUTO’ e ‘STARE MEGLIO’; V^ FASE:Invenzioni di piccole storie e filastrocche incentrate sull’’AIUTO’; VI^ FASE:Soluzioni ed invenzioni per contrastare la forza del vento e provocare un nuovo cambiamento che riporti i tre personaggi a scuola; VII^ FASE: Allestimento da parte delle insegnanti del laboratorio del ‘Dott.Cervello di scorta’; VIII^ FASE: Codificazione di un messaggio da parte dei bambini per chiedere aiuto agli animali della foresta e della savana; IX^ FASE: Costruzione dei macchinari precedentamente ideati: I bambini dei due ordini di scuola costruiscono un mezzo di trasporto (una mongolfiera) per far tornare i 3 personaggi. I bambini dei due ordini di scuola costruiscono una macchina per catturare il vento FASI DI LAVORO DOPO LA PRIMA SITUAZIONE STIMOLO I^ FASE: Trasformazione della stanza del ‘Raccontare-Raccontarsi’ e preparazione del I° Input. II^ FASE: Partecipazione dei bambini dei due ordini di scuola all’input fantastico; III^ FASE:Impressioni e ipotesi dei bambini sull’input IV^ FASE:Bambini e educatori si interrogano sul significato delle PRINCIPALI ATTIVITÀ DIDATTICHE SCATURITE DOPO LA SITUAZIONE - STIMOLO COMUNE AI DUE ORDINI DI SCUOLE - - - - - Racconti di emozioni e stati d’animo scaturite in seguito alle dalle esperienze vissute nella stanza del ‘Raccontare- Racontarsi’; Individuazione dei contenuti presenti nella prima situazione stimolo; Indagine sul significato delle parole AIUTO, CURA e STARE MEGLIO; Individuazione delle modalità di aiuto per i tre personaggi fantastici; Individuazione dei momenti in cui si ha bisogno di aiuto; - - - - - - Invenzioni di storie, rime e filastrocche riguardanti le avventure dei tre personaggi fantastici; Racconto di storie con le tematiche dell’aiuto e l’amicizia; Individuazione di simboli per comunicare con gli animali (scuola elementare); Illustrazione da parte dei bambini della scuola elementare ai bambini della scuola dell’infanzia dei simboli individuati; Rielaborazione grafica del messaggio da inviare agli animali della savana e della foresta; Decodificazione del messaggio; - - - - - Scoperta della caverna del ‘Dottor Cervello di scorta’; Scelta dei materiali strutturati e non, da usare per le costruzioni; Ideazione di oggetti che, sfruttando la forza del vento, aiutano i personaggi a ritornare a scuola: aliante, aquilone, aspirapolvere, zattera, mongolfiera; Rappresentazione grafica dei macchinari da costruire; Costruzione dgli oggetti: aliante, aquilone, aspirapolvere, zattera,mongolfiera. OBIETTIVI RAGGIUNTI NEL RACCORDO CURRICOLARE 1. Il bambino è in grado di capire il significato della parola ‘aiuto’ (I discorsi e le parole, Il sé e l’altro); 2. Il bambino è in grado di interiorizzare i momenti più significativi delle storie (Messaggi, forme e media); 3. Il bambino migliora le capacità di commentare all’interno del gruppo (Il sé e l’altro; I discorsi e le parole); 4. Il bambino inizia ad assumere atteggiamenti improntati a disponibilità verso l’altro (Il sé e l’altro); 5. Il bambino è (in parte) in grado di classificare e ordinare utilizzando gli elementi dello sfondo (Messaggi, forme e media; Lo spazio, l’ordine e la misura). 6. Il bambino si avvia a leggere e comprendere simboli non convenzionali (Messaggi, forme e media; Lo spazio, l’ordine e la misura); 7. Il bambino sa fornire semplici soluzioni ai problemi tratti dagli elementi dello sfondo integratore (Lo spazio, l’ordine e la misura); 8. Il bambino usa in modo creativo i materiali di recupero (Messaggi, forme e media); 9. Il bambino migliora le sue capacità di collaborazione in piccolo gruppo (Il sé e l’altro); 10. Il bambino è in grado di muoversi nello spazio, seguendo un breve percorso delineato (Il corpo e il movimento;Lo spazio, l’ordine e la misura). 1. Il bambino migliora la capacità di capire il significato di nuove parole; 2. Il bambino esercita la capacità di memorizzare i momenti più significativi delle storie; 3. Il bambino sa (in parte) agire in gruppo ed integrare con esso; 4. Il bambino inizia a scoprire il valore dell’amicizia, del rispetto e dell’aiuto reciproco; 5. Il bambino inizia a compiere operazioni logiche. 6. Il bambino è in grado di elaborare simboli non convenzionali; 7. Il bambino è in grado di risolvere criticamente semplici problemi tratti dalla sua esperienza e dagli elementi dello sfondo integratore; 8. Il bambino è in grado di utilizzare materiale di recupero a fini progettuali; 9. Il bambino migliora il suo lessico; 10. Il bambino è in grado di migliorare la sua espressività corporea. OBIETTIVI RAGGIUNTI DAI BAMBINI DELLA SCUOLA ELEMENTARE CAMPI D’ESPERIENZA MAGGIORMENTE COINVOLTI (SCUOLE DELL’INFANZIA) RACCORDO CURRICOLARE AMBITI PRE-DISCIPLINARI MAGGIORMENTE COINVOLTI (SCUOLE ELEMENTARI) OBIETTIVI RAGGIUNTI DAI BAMBINI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA Il sé e l’altro; Messaggi, forme e media; I discorsi e le parole; Le cose, il tempo e la natura; Lo spazio, l’ordine e la misura; Il corpo e il movimento in interconnessione tra loro. Asse linguistico-espressivo; Asse storico-antropologico; Asse artistico; Asse logico-matematico. 1. Il bambino si esprime oralmente sugli elementi dello sfondo integratore, pervenendo ad un uso articolato e corretto della lingua (Lingua italiana). 2. Il bambino è in grado di ricostruire e di rielaborare i momenti più significativi delle storie iniziando ad utilizzare il linguaggio scritto (Lingua Italiana); 3. Il bambino è in grado di manifestare atteggiamenti caratterizzati da autentico spirito cooperativistico (Storia, Geografia e Studi Sociali); 4. Il bambino è in grado di elaborare strategie di aiuto reciproco e di agire come ‘tutor’ per i compagni più piccoli (Storia, Geografia, Studi Sociali); 5. Il bambino inizia a capire semplici operazioni di calcolo (Matematica). 6. Il bambino si avvia a comprendere il contenuto di un messaggio, utilizzando diversi codici interpretativi (Educazione all’immagine; Matematica); 7. Il bambino si avvia a rappresentare la realtà con mente critica e aperta rispetto a vincoli e possibilità (Matematica; Scienza); 8. Il bambino è in grado di creare oggetti e situazioni utilizzando il materiale in modo intenzionale (Educazione all’immagine); 9. Il bambino padroneggia il linguaggio per descrivere, rappresentare elementi fantastici ed intervenire nelle realtà; 10. Il bambino migliora le sue capacità di drammatizzare eventi e storie (Educazione all’immagine). Lingua italiana; Educazione all’immagine; Storia, geografia e studi sociali; Matematica in interconnessione tra loro se appartenenti a culture diverse; COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI l’identificazione di sé... GLI ALTRUI RICORDI FAVORISCONI L’IDENTIFICAZIONE DI SÉ. Tutti gli oggetti realizzati dai bambini dei due ordini di scuola nella caverna del ‘Dott. Cervello di scorta’ non sono purtroppo sufficienti ad aiutare i tre personaggi e a farli stare bene. Secondo i bambini la lumaca per stare bene deve essere aiutata a riordinare tutti i ricordi che tiene dentro il suo guscio e che qualche circostanza negativa ha scompigliato.Terremoti, uragani, fulmini, una tromba d’aria, compagni cattivi, inquinamento marino e il disboscamento sono le ipotesi formulate dai bambini. Dall’attenta lettura delle riflessioni compiute dei bambini, in sede di collettivo le insegnanti dei due ordini di scuola progettano una nuova ‘situazione-stimolo’ che mediante la rievocazione dei ricordi permetterà ai bambini di ricostruire la propria storia personale. L’occasione darà agli alunni la possibilità di ‘Raccontare-Raccontarsi’ rafforzando in questo modo, la conoscenza di sé per affrontare nuove conoscenze ed eventi.Inoltre è stata individuata dalle insegnanti appartenenti alle due scuole la spirale come oggetto ‘mediatore’ più significativo ed idoneo a rappresentare la dimensione lineare e ciclica del tempo. La spirale ripercorre la metafora dell’esistenza proprio per la sua forma e dimensione e quando i bambini entreranno in essa saranno stimolati a raccontare le proprie esperienze e ad acquisire nuove competenze. Nella stanza del ‘Raccontare – Raccontarsi’ il tunnel scompare e lascia il posto ad un enorme spirale che al suo interno contiene ‘numerose sorprese’ (oggetti,ambienti,immagini e simboli). I bambini a piccoli gruppi, entrano nella spirale. Il viaggio è un percorso che offre agli alunni e alle educatrici di esprimere le loro impressioni e stati d’animo raccontandosi…… I racconti, le impressioni e le storie dei bambini danno origine a numerose attività sia in sezione, che nei laboratori comuni alle due scuole. Questa particolare esperienza ha consentito ai bambini della scuola dell’infanzia di giocare con immagini, simboli e segni per avviarsi alla comprensione dei sistemi simbolicoculturali, mentre ai bambini della scuola elementare ha permesso di raggiungere i traguardi dell’ alfabetizzazione attraverso l’uso di strategie e metodi da loro già conosciute nel precedente anno scolastico. DESCRIZIONE DELLE FASI DI LAVORO DELLA VI^ SITUAZIONE - STIMOLO I^ FASE: Costruzione della spirale da parte degli insegnanti dei due ordini di scuola; II^ FASE: Individuazione da parte degli educatori dei contenuti e degli elementi simbolici da inserire IV^ FASE:Laboratorio per la raccolta all’interno della spirale; delle impressioni dei bambini dopo il percorso; III^ FASE:I bambini in piccoli gruppi (5 o 6) percorrono la spirale; V^ FASE:Racconto autobiografico dei bambini. PRINCIPALI ATTIVITÀ SCATURITE - - - - Rielaborazione verbale dell’esperienza vissuta Rielaborazione grafica dell’esperienza vissuta; Drammatizzazione dell’esperienza; Interpretazione e decodificazione dei simboli trovati dentro la spirale; - Storia della lumaca, attraverso il riordino dei ricordi; - Racconto da parte dei bambini dei propri vissuti; - Confronto tra la storia della lumaca e i loro vissuti; - - - OBIETTIVI SPECIFICI RAGGIUNTI DAI BAMBINI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA OBIETTIVI DIDATTICI RAGGIUNTI NEL RACCORDO CURRICOLARE OBIETTIVI DIDATTICI RAGGIUNTI DAI BAMBINI DELLA SCUOLA ELEMENTARE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 1. 2. 3. 4. 5. 6. Il bambino migliora la fiducia in sé stesso e nelle personali capacità espressive (I discorsi e le parole; Il sé e l’altro; Messaggi, forme e media); Il bambino è in grado di raccontare-raccontarsi (I discorsi e le parole; Il sé e l’altro); Il bambino migliora la capacità di esprimere sensazioni, opinioni e stati d’animo (I discorsi e le parole; Il sé e l’altro); Il bambino migliora la sua capacità di decodificare le immagini (Lo spazio, l’ordine e la misura; Messaggi, forme e media); Il bambino sa osservare e descrivere nuovi oggetti, elementi appartenenti al contesto (Le cose, il tempo e la natura; I discorsi e le parole); Il bambino sa operare similitudini e differenze (Lo spazio, l’ordine e la misura) CAMPI D’ESPERIENZA MAGGIORMENTE COINVOLTI IN INTERCONNESSIONE TRA LORO Il bambino migliora le personali capacità comunicative ed espressive; Il bambino migliora la capacità di raccontare-raccontarsi, esprimendosi in modo comprensibile; Il bambino migliora la capacità di esprimersi utilizzando il linguaggio emotivo; Il bambino migliora la capacità di educarsi all’osservazione attenta delle immagini per familiarizzare col suo linguaggio; Il bambino sa osservare e descrivere criticamente oggetti, nuovi elementi appartenenti al contesto; Il bambino è in grado di confrontare elementi simili e diversi tra loro; Attività grafico-pittorica sulle esperienze vissute; Attività manipolativa; Attività grafica delle esperienze seguendo un ordine cronologico. Il bambino migliora la sua capacità di esprimersi oralmente e autonomamente in modo chiaro e comprensibile (Lingua italiana; Educazioneall’immagine, Storia,Geografia e Studi Sociali); Il bambino migliora la capacità di raccontare esperienze del proprio vissuto in modo ordinato (Lingua italiana, Storia,Geografia e Studi Sociali); Il bambino è in grado di esprimersi oralmente su argomenti noti ed interessanti, utilizzando anche la componente emotiva (Lingua italiana); Il bambino è in grado di interpretare le immagini e di raccontarle utilizzando un linguaggio appropriato(Matematica,Educazione all’immagine); Il bambino sa osservare, decodificare e riprogettare nuovi elementi appartenenti al contesto (Storia,Geografia e Studi sociali;); Il bambino inizia a classificare elementi simili e differenti (Matematica). RACCORDO CURRICOLARE Il sé e l’altro; Messaggi, forme e media; I discorsi e le parole; Le cose, il tempo e la natura; Lo spazio, l’ordine e la misura; Il corpo e il movimento in interconnessione tra loro. AMBITI PRE-DISCIPLINARI MAGGIORMENTE COINVOLTI IN INTERCONNESSIONE TRA LORO Asse linguistico-espressivo; Asse storico-antropologico; Asse artistico; Asse logico-matematico Lingua italiana; Educazione all’immagine; Storia, geografia e studi sociali; Matematica in interconnessione tra loro. Aprile-maggio 2003 I bambini entrano dentro la spirale ‘a volte si può essere tristi e aver bisogno di aiuto’ ‘ci sono i sogni belli e i sogni brutti: quelli belli sono i desideri, quelli brutti sono le paure.’ SCUOLE DELL’INFANZIA RACCORDO CURRICULARE SCUOLE ELEMENTARI STRATEGIE EDUCATIVO-DIDATTICHE Sfondo Integratore; ‘Situazioni – Stimolo’ (didattica per problemi); nuclei progettuali, sostenuti dalla variabile fantastica. STRATEGIE EDUCATIVO-DIDATTICHE Sfondo Integratore; ‘Situazioni – Stimolo’ (didattica per problemi) STRATEGIE EDUCATIVO-DIDATTICHE Sfondo Integratore; ‘Situazioni – Stimolo’ (didattica per problemi);attività sostenute dagli elementi fantastici dello sfondo integratore MODALITA’ ORGANIZZATIVE Lavoro in sezione. Lavoro in piccolo e grande gruppo omogeneo ed eterogeneo, per sesso e per età. Lavoro in laboratorio di pittura e di manipolazione. Lavoro di drammatizzazione in palestra. Laboratorio del ‘Raccontare-Raccontarsi’ (sfondo istituzionale) PERSONALE COINVOLTO Bambini delle scuole dell’infanzia; Educatrici delle varie sezioni. SPAZI UTILIZZATI Aule di sezione delle scuole dell’infanzia; Laboratorio di pittura e di manipolazione; Palestra. MODALITA’ DI VALUTAZIONE, DI VERIFICA E DI DOCUMENTAZIONE Autoverifica in collettivo; valutazione dei lavori dei bambini; Utilizzazione del protocollo di documentazione e di verifica del lavoro svolto; Videoriprese, fotografie. MODALITA’ ORGANIZZATIVE Lavoro in piccoli e grandi gruppi,composti da bambini delle scuole elementari e delle scuole dell’infanzia. Lavoro nella ‘Stanza magica’(laboratorio fantastico). Lavoro di drammatizzazione. Continuità verticale. Continuità orizzontale. PERSONALE COINVOLTO Bambini della prima elementare e della scuola dell’infanzia; Docenti dei due ordini di scuola; Prof.ssa Patrizia Gaspari; Coop.teatrale ‘la Bottega Fantastica’; I genitori. SPAZI UTILIZZATI Laboratorio fantastico di drammatizzazione (stanza magica) Laboratori :manipolativo, pittorico, teatrale, musicale. MODALITA’ DI VALUTAZIONE, DI VERIFICA E DI DOCUMENTAZIONE Osservazione sistematica dei bambini durante la situzione stimolo e le successive attività proposte; Momenti di confronto tra i docenti per predisporre il laboratorio fantastico; momenti di confronto in sede di collettivo allargato con la presenza e la coordinazione ella Prof.ssa Patrizia Gaspari; Colloqui ed incontri con i genitori per spiegare il progetto e le motivazioni educativo-didattiche che lo animano. MODALITA’ ORGANIZZATIVE Lavoro in piccoli gruppi di bambini appartenenti alla stessa classe o a quella parallela. Lavoro in laboratorio di pittura e di manipolazione. Lavoro nalla ‘Stanza magica’(laboratorio fantastico) Laboratorio del ‘Raccontare-Raccontarsi’(sfondo istituzionale) PERSONALE COINVOLTO Bambini della prima elementare; insegnanti di classe della scuola elementare. SPAZI UTILIZZATI Aule della scuola elementare; Palestra, Laboratorio di pittura e di manipolazione. MODALITA’ DI VALUTAZIONE, DI VERIFICA E DI DOCUMENTAZIONE Autoverifica in sede di incontri settimanali delle insegnanti di modulo; Lavoro dei bambini; Schede. COMUNE DI FANO SERVIZI EDUCATIVI continuità verticale... LA PRIMA SITUAZIONE - STIMOLO (segue) >> Improvvisamente un forte vento entra nella stanza e porta via con sé i tre personaggi fantastici... Passato il momento di delusione per la scomparsa dei tre personaggi,i bambini dei due ordini di scuola si interrogano su che cosa sia successo ed iniziano a formulare alcune ipotesi.: ‘..il vento li ha portati via..’..’hanno chiesto aiuto, forse hanno bisogno di un dottore’..’cercano amici’..’forse vogliono una casa ‘..hanno detto che vogliono stare meglio’..hanno perso i ricordi’..’per far tornare loro i ricordi gli raccontiamo le storie’.. Alla fine i bambini decidono che per far tornare i loro ricordi è necessario creare e raccontare storie. Successivamente, tutti i bambini si incontrano nella stanza del ‘Raccontare-Raccontarsi’ per interrogarsi sul significato delle parole ‘AIUTO’, ‘PRENDERSI CURA’ e ‘STARE MEGLIO’ per trovare soluzioni adeguate per aiutare i tre personaggi a ritornare nella nostra scuola. Secondo i bambini la lumachina,la fogliolina ed il coccodrillo sono andati in Africa e pensano di chiedere aiuto agli animali della savana e della foresta…… Un bambino della scuola elementare ha una idea geniale : secondo lui in una caverna esiste un personaggio fantastico capace di risolvere tutti i problemi! Si tratta del ‘Dott.Cervello di Scorta’. Inoltre per superare le difficoltà di comunicazione con gli abitanti della foresta (animali) i bambini inventano con segni, immagini e oggetti un codice ‘speciale’ ed elaborano un messaggio che viene messo in una bottiglia e lasciato sulla spiaggia. Dopo alcuni giorni le insegnanti dei due ordini di scuola decidono di far trovare a scuola una mappa con le indicazioni che portano i bambini a scoprire la caverna del ‘Dott. Cervello di scorta’,attrezzata da laboratorio idoneo a far realizzare ai bambini tutte le possibili invenzioni. Scaturiscono, così ,una serie di percorsi diattici all’interno dei laboratori: (grafico-pittorico, manipolativo, narrativo) parole ‘AIUTO’ e ‘STARE MEGLIO’; V^ FASE:Invenzioni di piccole storie e filastrocche incentrate sull’’AIUTO’; VI^ FASE:Soluzioni ed invenzioni per contrastare la forza del vento e provocare un nuovo cambiamento che riporti i tre personaggi a scuola; VII^ FASE: Allestimento da parte delle insegnanti del laboratorio del ‘Dott.Cervello di scorta’; VIII^ FASE: Codificazione di un messaggio da parte dei bambini per chiedere aiuto agli animali della foresta e della savana; IX^ FASE: Costruzione dei macchinari precedentamente ideati: I bambini dei due ordini di scuola costruiscono un mezzo di trasporto (una mongolfiera) per far tornare i 3 personaggi. I bambini dei due ordini di scuola costruiscono una macchina per catturare il vento FASI DI LAVORO DOPO LA PRIMA SITUAZIONE STIMOLO I^ FASE: Trasformazione della stanza del ‘Raccontare-Raccontarsi’ e preparazione del I° Input. II^ FASE: Partecipazione dei bambini dei due ordini di scuola all’input fantastico; III^ FASE:Impressioni e ipotesi dei bambini sull’input IV^ FASE:Bambini e educatori si interrogano sul significato delle PRINCIPALI ATTIVITÀ DIDATTICHE SCATURITE DOPO LA SITUAZIONE - STIMOLO COMUNE AI DUE ORDINI DI SCUOLE - - - - - Racconti di emozioni e stati d’animo scaturite in seguito alle dalle esperienze vissute nella stanza del ‘Raccontare- Racontarsi’; Individuazione dei contenuti presenti nella prima situazione stimolo; Indagine sul significato delle parole AIUTO, CURA e STARE MEGLIO; Individuazione delle modalità di aiuto per i tre personaggi fantastici; Individuazione dei momenti in cui si ha bisogno di aiuto; - - - - - - Invenzioni di storie, rime e filastrocche riguardanti le avventure dei tre personaggi fantastici; Racconto di storie con le tematiche dell’aiuto e l’amicizia; Individuazione di simboli per comunicare con gli animali (scuola elementare); Illustrazione da parte dei bambini della scuola elementare ai bambini della scuola dell’infanzia dei simboli individuati; Rielaborazione grafica del messaggio da inviare agli animali della savana e della foresta; Decodificazione del messaggio; - - - - - Scoperta della caverna del ‘Dottor Cervello di scorta’; Scelta dei materiali strutturati e non, da usare per le costruzioni; Ideazione di oggetti che, sfruttando la forza del vento, aiutano i personaggi a ritornare a scuola: aliante, aquilone, aspirapolvere, zattera, mongolfiera; Rappresentazione grafica dei macchinari da costruire; Costruzione dgli oggetti: aliante, aquilone, aspirapolvere, zattera,mongolfiera. OBIETTIVI RAGGIUNTI DAI BAMBINI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA OBIETTIVI RAGGIUNTI NEL RACCORDO CURRICOLARE 1. Il bambino è in grado di capire il significato della parola ‘aiuto’ (I discorsi e le parole, Il sé e l’altro); 2. Il bambino è in grado di interiorizzare i momenti più significativi delle storie (Messaggi, forme e media); 3. Il bambino migliora le capacità di commentare all’interno del gruppo (Il sé e l’altro; I discorsi e le parole); 4. Il bambino inizia ad assumere atteggiamenti improntati a disponibilità verso l’altro (Il sé e l’altro); 5. Il bambino è (in parte) in grado di classificare e ordinare utilizzando gli elementi dello sfondo (Messaggi, forme e media; Lo spazio, l’ordine e la misura). 6. Il bambino si avvia a leggere e comprendere simboli non convenzionali (Messaggi, forme e media; Lo spazio, l’ordine e la misura); 7. Il bambino sa fornire semplici soluzioni ai problemi tratti dagli elementi dello sfondo integratore (Lo spazio, l’ordine e la misura); 8. Il bambino usa in modo creativo i materiali di recupero (Messaggi, forme e media); 9. Il bambino migliora le sue capacità di collaborazione in piccolo gruppo (Il sé e l’altro); 10. Il bambino è in grado di muoversi nello spazio, seguendo un breve percorso delineato (Il corpo e il movimento;Lo spazio, l’ordine e la misura). 1. Il bambino migliora la capacità di capire il significato di nuove parole; 2. Il bambino esercita la capacità di memorizzare i momenti più significativi delle storie; 3. Il bambino sa (in parte) agire in gruppo ed integrare con esso; 4. Il bambino inizia a scoprire il valore dell’amicizia, del rispetto e dell’aiuto reciproco; 5. Il bambino inizia a compiere operazioni logiche. 6. Il bambino è in grado di elaborare simboli non convenzionali; 7. Il bambino è in grado di risolvere criticamente semplici problemi tratti dalla sua esperienza e dagli elementi dello sfondo integratore; 8. Il bambino è in grado di utilizzare materiale di recupero a fini progettuali; 9. Il bambino migliora il suo lessico; 10. Il bambino è in grado di migliorare la sua espressività corporea. OBIETTIVI RAGGIUNTI DAI BAMBINI DELLA SCUOLA ELEMENTARE CAMPI D’ESPERIENZA MAGGIORMENTE COINVOLTI (SCUOLE DELL’INFANZIA) RACCORDO CURRICOLARE AMBITI PRE-DISCIPLINARI MAGGIORMENTE COINVOLTI (SCUOLE ELEMENTARI) Il sé e l’altro; Messaggi, forme e media; I discorsi e le parole; Le cose, il tempo e la natura; Lo spazio, l’ordine e la misura; Il corpo e il movimento in interconnessione tra loro. Asse linguistico-espressivo; Asse storico-antropologico; Asse artistico; Asse logico-matematico. 1. Il bambino si esprime oralmente sugli elementi dello sfondo integratore, pervenendo ad un uso articolato e corretto della lingua (Lingua italiana). 2. Il bambino è in grado di ricostruire e di rielaborare i momenti più significativi delle storie iniziando ad utilizzare il linguaggio scritto (Lingua Italiana); 3. Il bambino è in grado di manifestare atteggiamenti caratterizzati da autentico spirito cooperativistico (Storia, Geografia e Studi Sociali); 4. Il bambino è in grado di elaborare strategie di aiuto reciproco e di agire come ‘tutor’ per i compagni più piccoli (Storia, Geografia, Studi Sociali); 5. Il bambino inizia a capire semplici operazioni di calcolo (Matematica). 6. Il bambino si avvia a comprendere il contenuto di un messaggio, utilizzando diversi codici interpretativi (Educazione all’immagine; Matematica); 7. Il bambino si avvia a rappresentare la realtà con mente critica e aperta rispetto a vincoli e possibilità (Matematica; Scienza); 8. Il bambino è in grado di creare oggetti e situazioni utilizzando il materiale in modo intenzionale (Educazione all’immagine); 9. Il bambino padroneggia il linguaggio per descrivere, rappresentare elementi fantastici ed intervenire nelle realtà; 10. Il bambino migliora le sue capacità di drammatizzare eventi e storie (Educazione all’immagine). Lingua italiana; Educazione all’immagine; Storia, geografia e studi sociali; Matematica in interconnessione tra loro se appartenenti a culture diverse; GLI ALTRUI RICORDI FAVORISCONI L’IDENTIFICAZIONE DI SÉ. Tutti gli oggetti realizzati dai bambini dei due ordini di scuola nella caverna del ‘Dott. Cervello di scorta’ non sono purtroppo sufficienti ad aiutare i tre personaggi e a farli stare bene. Secondo i bambini la lumaca per stare bene deve essere aiutata a riordinare tutti i ricordi che tiene dentro il suo guscio e che qualche circostanza negativa ha scompigliato.Terremoti, uragani, fulmini, una tromba d’aria, compagni cattivi, inquinamento marino e il disboscamento sono le ipotesi formulate dai bambini. Dall’attenta lettura delle riflessioni compiute dei bambini, in sede di collettivo le insegnanti dei due ordini di scuola progettano una nuova ‘situazione-stimolo’ che mediante la rievocazione dei ricordi permetterà ai bambini di ricostruire la propria storia personale. L’occasione darà agli alunni la possibilità di ‘Raccontare-Raccontarsi’ rafforzando in questo modo, la conoscenza di sé per affrontare nuove conoscenze ed eventi.Inoltre è stata individuata dalle insegnanti appartenenti alle due scuole la spirale come oggetto ‘mediatore’ più significativo ed idoneo a rappresentare la dimensione lineare e ciclica del tempo. La spirale ripercorre la metafora dell’esistenza proprio per la sua forma e dimensione e quando i bambini entreranno in essa saranno stimolati a raccontare le proprie esperienze e ad acquisire nuove competenze. Nella stanza del ‘Raccontare – Raccontarsi’ il tunnel scompare e lascia il posto ad un enorme spirale che al suo interno contiene ‘numerose sorprese’ (oggetti,ambienti,immagini e simboli). I bambini a piccoli gruppi, entrano nella spirale. Il viaggio è un percorso che offre agli alunni e alle educatrici di esprimere le loro impressioni e stati d’animo raccontandosi... I racconti, le impressioni e le storie dei bambini danno origine a numerose attività sia in sezione, che nei laboratori comuni alle due scuole. Questa particolare esperienza ha consentito ai bambini della scuola dell’infanzia di giocare con immagini, simboli e segni per avviarsi alla comprensione dei sistemi simbolico-culturali, mentre ai bambini della scuola elementare ha permesso di raggiungere i traguardi dell’ alfabetizzazione attraverso l’uso di strategie e metodi da loro già conosciute nel precedente anno scolastico.