INCONTRO
Dicembre 2015
a cura della parrocchia S. Martino V. - Biassono
"Vieni Gesù a riempire i nostri Cuori"
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INCONTRO
ALZATEVI PORTE ANTICHE
ED ENTRI IL RE DELLA GLORIA
Pensando al mistero
del Natale che
stiamo per celebrare
e all’avvenimento
del Giubileo della
misericordia
iniziato il giorno
8 dicembre in
San Pietro con
Papa
Francesco
e nelle cattedrali
del mondo con
tutti i vescovi della
Chiesa, mi sono venute in mente le parole del salmo
che il nostro vescovo ha pronunciato aprendo la
“porta santa” del duomo: “alzatevi o porte antiche
ed entri il re della gloria. Chi e’ questo re della
gloria? Il signore degli eserciti e’ il re della
gloria!”.
Leggendo in senso spirituale questi versetti del salmo,
mi piace pensare che queste “porte antiche” sono le
porte dell’umanità, di questa povera umanità, segnata
dal peccato, dalla solitudine e dalla lontananza da
Dio: IL Signore che è “ricco di misericordia”, non ci
ha lasciati soli.
Ha “lasciato” il suo cielo per entrare in questo mondo e
ci ha mostrato il suo volto di misericordia nel bambino
nato a Betlemme e questo volto di misericordia ce lo
mostrerà fin sulla croce.
È entrato nelle “porte antiche” del mondo per cercare
ciascuno di noi, per abbracciarci.
È morto sulla croce con le braccia spalancate all’infinito
assicurandoci il paradiso e chiedendo perdono per
tutti noi che troppe volte ci dimentichiamo di Lui,
non sapendo quello che facciamo, addirittura alle
volte, vivendo come se Lui non ci fosse.
Le sento dette per me, per ciascuno di noi e per questa
nostra comunità, le ultime parole di Gesù sulla croce:
“Padre perdona loro perché non sanno quello che
fanno”: davvero grande è la sua misericordia!
È entrato nel mondo in silenzio: nessuno si è accorto
di quanto stava capitando nella notte a Betlemme
ed è uscito dal mondo lasciandosi annientare per
noi sulla croce facendosi addirittura deridere da
quelli che Lui avrebbe salvato; ma noi sappiamo che
questa “amorosa umiltà” del Signore ci ha procurato
una redenzione eterna: davvero grande è la sua
misericordia!
Noi quest’anno entreremo nella “porta santa” per
ricevere il perdono e per essere abbracciati dalla Sua
misericordia. Lui, il Signore, è entrato e continua ad
entrare nelle “porte antiche” dell’umanità per offrirci
il perdono e per darci quell’abbraccio di cui abbiamo
bisogno per vivere la pace che gli angeli hanno
cantato nella grotta del bambino.
Il mondo con tutte le brutture che conosciamo, ha
bisogno dell’abbraccio benedicente del Signore
perché ritorni ad essere la casa comune di tutti gli
uomini; una casa finalmente riconciliata.
Noi sappiamo, purtroppo, che tanti, come allora
continuano a non accoglierlo e a tenere la porta
chiusa; ma Lui, il misericordioso, continua a bussare;
non si stanca di attendere, di attendermi, di attenderci.
Apriamogli la “porta del cuore” perché lasciandolo
entrare, ciascuno di noi possa sentire, fino alla
commozione, quanto siamo amati e cercati dal
Signore.
Apriamogli la “porta di casa” perché, entrando,
porti pace e riconciliazione; i cuori “divisi” tornino
in comunione. Chissà che quest’anno si compia il
miracolo di qualche coppia di sposi che dopo la
separazione, trovi finalmente la strada del perdono e
della riconciliazione.
Apriamogli la “porta della comunità” perché, vinta
ogni gelosia, invidia e discordia, si possa dire di noi
quanto si diceva dei primi cristiani: “Erano un cuor
solo e un’anima sola”.
Auguri!
Don Giuseppe
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INCONTRO
OMELIA DI PAPA FRANCESCO
Omelia di Papa Francesco in
occasione dell'apertura della
porta Santa in San Pietro
Tra poco avrò la gioia di aprire la Porta Santa della Misericordia.
Compiamo questo gesto - come ho fatto a Bangui - tanto
semplice quanto fortemente simbolico, alla luce della Parola
di Dio che abbiamo ascoltato, e che pone in primo piano il
primato della grazia. Ciò che ritorna più volte in queste Letture,
infatti, rimanda a quell’espressione che l’angelo Gabriele rivolse
a una giovane ragazza, sorpresa e turbata, indicando il mistero
che l’avrebbe avvolta: «Rallegrati, piena di grazia» (Lc 1,28).
La Vergine Maria è chiamata anzitutto a gioire per quanto
il Signore ha compiuto in lei. La grazia di Dio l’ha avvolta,
rendendola degna di diventare madre di Cristo. Quando
Gabriele entra nella sua casa, anche il mistero più profondo,
che va oltre ogni capacità della ragione, diventa per lei motivo
di gioia, motivo di fede, motivo di abbandono alla parola che le
viene rivelata. La pienezza della grazia è in grado di trasformare
il cuore, e lo rende capace di compiere un atto talmente grande
da cambiare la storia dell’umanità. La festa dell’Immacolata
Concezione esprime la grandezza dell’amore di Dio. Egli non
solo è Colui che perdona il peccato, ma in Maria giunge fino
a prevenire la colpa originaria, che ogni uomo porta con sé
entrando in questo mondo. E’ l’amore di Dio che previene, che
anticipa e che salva. L’inizio della storia di peccato nel giardino
dell’Eden si risolve nel progetto di un amore che salva. Le parole
della Genesi riportano all’esperienza quotidiana che scopriamo
nella nostra esistenza personale. C’è sempre la tentazione della
disobbedienza, che si esprime nel voler progettare la nostra vita
indipendentemente dalla volontà di Dio. È questa l’inimicizia
che attenta continuamente la vita degli uomini per contrapporli
al disegno di Dio. Eppure, anche la storia del peccato è
comprensibile solo alla luce dell’amore che perdona. Il peccato
si capisce soltanto sotto questa luce. Se tutto rimanesse relegato
al peccato saremmo i più disperati tra le creature, mentre la
promessa della vittoria dell’amore di Cristo rinchiude tutto nella
misericordia del Padre. La parola di Dio che abbiamo ascoltato
non lascia dubbi in proposito. La Vergine Immacolata è
dinanzi a noi testimone privilegiata di questa promessa e del suo
compimento. Questo Anno Straordinario è anch’esso dono di
grazia. Entrare per quella Porta significa scoprire la profondità
della misericordia del Padre che tutti accoglie e ad ognuno va
incontro personalmente. È Lui che ci cerca! È Lui che ci viene
incontro! Sarà un Anno in cui crescere nella convinzione della
misericordia. Quanto torto viene fatto a Dio e alla sua grazia
quando si afferma anzitutto che i peccati sono puniti dal suo
giudizio, senza anteporre invece che sono perdonati dalla sua
misericordia (cfr Agostino, De praedestinatione sanctorum 12,
24)! Sì, è proprio così. Dobbiamo anteporre la misericordia al
giudizio, e in ogni caso il giudizio di Dio sarà sempre nella luce
della sua misericordia. Attraversare la Porta Santa, dunque, ci
faccia sentire partecipi di questo mistero di amore, di tenerezza.
Abbandoniamo ogni forma di paura e di timore, perché non si
addice a chi è amato; viviamo, piuttosto, la gioia dell’incontro
con la grazia che tutto trasforma. Oggi, qui a Roma e in tutte
le diocesi del mondo, varcando la Porta Santa vogliamo anche
ricordare un’altra porta che, cinquant’anni fa, i Padri del
Concilio Vaticano II spalancarono verso il mondo. Questa
scadenza non può essere ricordata solo per la ricchezza dei
documenti prodotti, che fino ai nostri giorni permettono di
verificare il grande progresso compiuto nella fede. In primo
luogo, però, il Concilio è stato un incontro. Un vero incontro
tra la Chiesa e gli uomini del nostro tempo. Un incontro
segnato dalla forza dello Spirito che spingeva la sua Chiesa ad
uscire dalle secche che per molti anni l’avevano rinchiusa in sé
stessa, per riprendere con entusiasmo il cammino missionario.
Era la ripresa di un percorso per andare incontro ad ogni
uomo là dove vive: nella sua città, nella sua casa, nel luogo di
lavoro… dovunque c’è una persona, là la Chiesa è chiamata
a raggiungerla per portare la gioia del Vangelo e portare la
misericordia e il perdono di Dio. Una spinta missionaria,
dunque, che dopo questi decenni riprendiamo con la stessa
forza e lo stesso entusiasmo. Il Giubileo ci provoca a questa
apertura e ci obbliga a non trascurare lo spirito emerso dal
Vaticano II, quello del Samaritano, come ricordò il beato Paolo
VI a conclusione del Concilio. Attraversare oggi la Porta Santa
ci impegni a fare nostra la misericordia del buon samaritano.
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INCONTRO
COME OTTENERE
L’INDULGENZA
GIUBILARE
possa ottenere l’indulgenza. È importante che questo
momento sia unito, anzitutto, al Sacramento della
Riconciliazione e alla celebrazione della santa
Eucaristia con una riflessione sulla misericordia.
Sarà necessario accompagnare queste celebrazioni
con la professione di fede e con la preghiera per me e
per le intenzioni che porto nel cuore per il bene della
Chiesa e del mondo intero.
Per comprendere come ottenere l’indulgenza giubilare ci
lasciamo aiutare direttamente dalle parole di Papa Francesco,
con le quali dettagliatamente conferisce i criteri per poter
riceve l’indulgenza. Scrive il Papa:
“La vicinanza del Giubileo Straordinario della Misericordia mi permette
di focalizzare alcuni punti sui quali ritengo importante intervenire per
consentire che la celebrazione dell’Anno Santo sia per tutti i credenti un
vero momento di incontro con la misericordia di Dio. È mio desiderio,
infatti, che il Giubileo sia esperienza viva della vicinanza del Padre, quasi
a voler toccare con mano la sua tenerezza, perché la fede di ogni credente si
rinvigorisca e così la testimonianza diventi sempre più efficace."
AI MALATI, AGLI ANZIANI, ALLE PERSONE SOLE,
AI CARCERATI
Penso, inoltre, a quanti per diversi motivi saranno impossibilitati
a recarsi alla Porta Santa, in primo luogo gli ammalati e le
persone anziane e sole, spesso in condizione di non poter
uscire di casa. Per loro sarà di grande aiuto vivere la malattia e
la sofferenza come esperienza di vicinanza al Signore che nel
mistero della sua passione, morte e risurrezione indica la via
maestra per dare senso al dolore e alla solitudine. Vivere con
fede e gioiosa speranza questo momento di prova, ricevendo
la comunione o partecipando alla santa Messa e alla preghiera
comunitaria, anche attraverso i vari mezzi di comunicazione,
sarà per loro il modo di ottenere l’indulgenza giubilare. Il
mio pensiero va anche ai carcerati, che sperimentano la
limitazione della loro libertà. Il Giubileo ha sempre costituito
l’opportunità di una grande amnistia, destinata a coinvolgere
tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia
preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano
AI FEDELI DELLE DIOCESI
Il mio pensiero va, in primo luogo, a tutti i fedeli che nelle
singole Diocesi, o come pellegrini a Roma, vivranno la grazia
del Giubileo. Desidero che l’indulgenza giubilare giunga
per ognuno come genuina esperienza della misericordia di
Dio, la quale a tutti va incontro con il volto del Padre che
accoglie e perdona, dimenticando completamente il peccato
commesso. Per vivere e ottenere l’indulgenza i fedeli
sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio
verso la Porta Santa, aperta in ogni Cattedrale o nelle
chiese stabilite dal Vescovo diocesano, e nelle quattro
Basiliche Papali a Roma, come segno del desiderio profondo
di vera conversione. Ugualmente dispongo che nei Santuari
dove si è aperta la Porta della Misericordia e nelle chiese
che tradizionalmente sono identificate come Giubilari si
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INCONTRO
sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro
contributo onesto.
misericordioso del Padre li liberi da ogni residuo di colpa e
possa stringerli a sé nella beatitudine che non ha fine.
A tutti costoro giunga concretamente la misericordia del Padre
che vuole stare vicino a chi ha più bisogno del suo perdono.
Nelle cappelle delle carceri potranno ottenere l’indulgenza,
e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella,
rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo
gesto significare per loro il passaggio della Porta Santa, perché
la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche
in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà.
L’ABORTO
Uno dei gravi problemi del nostro tempo è certamente il
modificato rapporto con la vita. Una mentalità molto diffusa
ha ormai fatto perdere la dovuta sensibilità personale e sociale
verso l’accoglienza di una nuova vita. Il dramma dell’aborto
è vissuto da alcuni con una consapevolezza superficiale,
quasi non rendendosi conto del gravissimo male che un
simile atto comporta. Molti altri, invece, pur vivendo questo
momento come una sconfitta, ritengono di non avere altra
strada da percorrere. Penso, in modo particolare, a tutte le
donne che hanno fatto ricorso all’aborto. Conosco bene i
condizionamenti che le hanno portate a questa decisione. So
che è un dramma esistenziale e morale. Ho incontrato tante
donne che portavano nel loro cuore la cicatrice per questa
scelta sofferta e dolorosa. Ciò che è avvenuto è profondamente
ingiusto; eppure, solo il comprenderlo nella sua verità può
consentire di non perdere la speranza. Il perdono di Dio a
chiunque è pentito non può essere negato, soprattutto quando
con cuore sincero si accosta al Sacramento della Confessione
per ottenere la riconciliazione con il Padre. Anche per questo
motivo ho deciso, nonostante qualsiasi cosa in contrario, di
concedere a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di
assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e
pentiti di cuore ne chiedono il perdono”.
LE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALE E
SPIRITUALE
Ho chiesto che la Chiesa riscopra in questo tempo giubilare
la ricchezza contenuta nelle opere di misericordia corporale
e spirituale. L’esperienza della misericordia, infatti, diventa
visibile nella testimonianza di segni concreti come Gesù stesso
ci ha insegnato. Ogni volta che un fedele vivrà una o più di
queste opere in prima persona otterrà certamente l’indulgenza
giubilare. Di qui l’impegno a vivere della misericordia per
ottenere la grazia del perdono completo ed esaustivo per la
forza dell’amore del Padre che nessuno esclude. Si tratterà
pertanto di un’indulgenza giubilare piena, frutto dell’evento
stesso che viene celebrato e vissuto con fede, speranza e carità.
L’INDULGENZA PER I DEFUNTI
L’indulgenza giubilare, infine, può essere ottenuta anche per
quanti sono defunti. A loro siamo legati per la testimonianza
di fede e carità che ci hanno lasciato. Come li ricordiamo nella
celebrazione eucaristica, così possiamo, nel grande mistero
della comunione dei Santi, pregare per loro, perché il volto
Buon Giubileo! Che la misericordia del Signore
trasformi il cuore di ciascuno di noi!
Don Simone
Le Opere di misericordia corporale e spirituale come ci insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica:
Le Sette Opere di Misericordia Spirituale
1- Consigliare i dubbiosi
5- Perdonare le offese
2- Insegnare agli ignoranti
6- Sopportare pazientemente le persone moleste
3- Ammonire i peccatori
7- Pregare Dio per i vivi e per i morti
4- Consolare gli afflitti
Le Sette Opere di Misericordia Corporale
1- Dar da mangiare agli affamati
5- Visitare gli infermi
2- Dar da bere agli assetati
6- Visitare i carcerati
3- Vestire gli inudi
7- Seppellire i morti
4- Alloggiare i pellegrini
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INCONTRO
MISERICORDIA E GIUSTIZIA
NELL'EDIFICAZIONE DELLA SOCIETà PLURALE
Anche quest’anno, alla vigilia della festa di S. Ambrogio, il
nostro Arcivescovo ha tenuto il tradizionale Discorso alla città,
appuntamento annuale di dialogo e sunto dell'anno liturgico,
ma anche occasione di fare un bilancio sulla città di Milano e
sull'intero lavoro di Diocesi.
Il titolo del Discorso alla città di quest'anno è "Misericordia e
giustizia nell'edificazione della società plurale" ed è stato letto
nei suoi passaggi più importanti dal Cardinal Scola, prima di
essere pubblicato, come ogni anno, in un opuscolo.
I temi che l'arcivescovo di Milano ha toccato riguardano la
realtà sociale e religiosa che la metropoli milanese è costretta
ad affrontare tutti i giorni, con uno strettissimo e attuale
collegamento con l'Anno Santo della Misericordia che ha
inizio proprio il giorno dopo la Festa di Sant'Ambrogio.
«Tra pochi giorni, prima il Santo Padre a Roma e poi tutti
i Vescovi del mondo nelle Chiese Locali, apriranno in ogni
cattedrale, oltre che nei santuari e nelle chiese, la Porta Santa,
ovvero una Porta della Misericordia, dove chiunque entrerà
potrà sperimentare l'amore di Dio che consola, che perdona e
dona speranza», afferma Scola nel messaggio.
Il richiamo poi si stringe anche alla comunità milanese,
toccando il delicato rapporto tra misericordia e giustizia,
sottolineando il ruolo del sentire e del pensare di Gesù Cristo
che viene sviluppato nella Lettera Pastorale di quest'anno
Educarsi al pensiero di Cristo. «Papa Francesco ci invita a
cogliere misericordia e giustizia come due dimensioni di
un'unica realtà che si sviluppa progressivamente fino a
raggiungere il suo apice nella pienezza dell'amore”.
Chiosa finale importante poi su due realtà che vengono
identificati da Scola come "casi emblematici" per capire
davvero come il compito educativo e l'ordinamento legale
si possono incontrare nell'odierna convivenza della nostra
società plurale: la situazione delle carceri e la questione degli
immigrati. «Sono opere di misericordia, visitare le carceri
e accogliere i forestieri, secondo anche la riformulazione di
Papa Francesco nella Misericoriae vultus; (…) da questo punto
di vista importante il cambiamento legislativo introdotto in
Italia dal 2013, teso a rendere ancora più residuale la pena da
scontare in carcere, per dare spazio alle forme di esecuzione
penale esterna. Sono tutte misure importanti e decisive, ma
richiedono l'impegno attivo della società civile in tutte le
espressioni».
NATALE IN INDIA
La Gioia del Natale in Tamil Nadu (India)
Ciao, sono Amal e vengo dal Tamil Nadu nel sud dell’India,
abito in un villaggio. Nella nostra famiglia siamo in dieci.
Ho cinque sorelle e due fratelli. Sono il più giovane di tutti.
Nel nostro villaggio ci sono anche le altre religioni, cioè
l'Induismo, l’Islam, Buddismo e cosi via……
Il nostro paese è un paese con molte culture, religioni e
tradizioni. Il Natale in Tamil Nadu può essere definito come
una festa globale perché la gente proveniente da diverse caste
e comunità si incontra per celebrare la nascita di Gesù con
grande entusiasmo. Per prepararci al Natale imbianchiamo la
casa e la decoriamo con l’albero di Natale e con luci a forma
di stelle sul tetto. Tutto appare più colorato e festoso. Inoltre
cuciniamo dolci e torte e condividiamo coi nostri vicini in un
clima di gioia e amicizia. Natale è per noi una festa molto
importante e un’occasione dove ognuno torna nella propria
città d’origine per stare con gli amici e parenti. Nelle scuole
Cristiane il Natale è accompagnato da vari eventi e recite sulla
nascita di Gesù. Anche da noi, Babbo Natale è un personaggio
molto atteso da tutti i bambini. A Natale le chiese sono ancora
più belle, decorate con luci, grosse stelle sul tetto e l’albero di
Natale. A mezzanotte tutti noi (anche le persone delle altre
religioni) andiamo per la messa, indossando i vestiti nuovi.
Durante la messa vengono cantate le canzoni di Natale per
glorificare il Signore. Dopo la messa ci scambiamo gli auguri
e i dolci in un clima di gioia, mentre il cielo è illuminato dai
fuochi d’artificio. Il 25 Dicembre, dopo la messa della mattina
si festeggia, cucinando e condividendo il cibo e i dolci con le
persone che appartengono alle altre religioni. Questo fatto ha
un significato molto bello perché condividendo la nostra gioia
in questo modo, manteniamo la tradizione.
Per avere la gioia nel nostro cuore dobbiamo mettere Gesù al
centro della nostra vita e in ogni attività che facciamo. Solo
così la nostra celebrazione sarà ricca e la gioia del Natale sarà
sparsa in tutto il mondo.
Vi auguro Buon Natale e Felice Anno Nuovo
Il Vostro Amal.
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INCONTRO
5 MINUTI
CON GESù:
I BAMBINI
PREGANO COSì
Caro gesù tu riesci sempre a stupirmi. Ogni volta che vado in
un posto nuovo non so cosa dire. È sempre tutto bellissimo. Ti
ringrazio per tutte le cose belle che hai creato.
Arianna
avermi dato una famiglia che mi vuole bene, bella, gentile che
non mi lascia da sola. Signore ti lodo oggi perché non mi hai
lasciato sola nei momenti più, tristi e brutti. Signore ti lodo
oggi con affetto, amore, gioia e felicita perché ricordando il
battesimo con te mi hai fatto felice. Grazie gesù.
Gaia Cavenaghi
Grazie dio per tutto quello che ci hai donato: il cibo, la casa
e tante di quelle cose che non ci ricordiamo ma soprattutto
grazie per la mia famiglia. Amen.
Luca Mottadelli
Ringrazio il signore per le belle cose del creato e delle persone
che aiutano i poveri.
Andrea, Matteo, Francesco Monguzzi
Ti ringrazio signore per avermi donato una famiglia
l’intelligenza e la salute e tanti amici con cui giocare. Con
questa preghiera volevo chiederti di aiutare quei bambini che
sono meno fortunati di me. Amen.
Christian Lucante
Grazie gesù per il padre nostro. È una preghiera bellissima.
Cristian Arosio
Signore ti ringrazio perché nel momento più difficile tu ci sei
sempre stato vicino soprattutto alla mia nonna che ha perso il
suo compagno di vita.
Irene Mauri
Signore ti lodo oggi per avermi dato amici che mi vogliono
bene e per me e’ la cosa più bella. Signore ti lodo oggi per
LETTERA DALLA MISSIONE
Carissimo don Giuseppe, come stai? Io sto bene, adesso sono
in un Diocesi nuovo dove PIME ha appena iniziato la sua
missione, si chiama Arcidioscesi Madang. Recentemente il
mio vescovo mi ha nominato come vice parroco poi dopo sei
mesi diventerò parroco in una parrocchia che è un po lontano.
Si chiama Bosmum. Ci vogliono 6 ore con la macchina per
andare là dalla città. Ricordatevi che non abbiamo ancora
la strada. Adesso fa molto caldo. Come dicevo non abbiamo
l’elettricità, durante la giornata usiamo energia solare. Ci
sono tante zanzare e c’è la possibilità di prendere la malaria.
Ci sono 3000 abitanti che abitano alla riva del lago. Sono
molto contento per essere stato (vissuto) con voi per alcuni
mesi, anzi alcuni fine settimana. Grazie di cuore per tutto,
spero che ci sentiamo ogni tanto. Salutami tutti i parrocchiani,
sono vicino a voi con la mia preghiera. Pregate per me e per la
mia missione nuova. Grazie ancora e Buon Natale!
P. Suresh Kumar Gorremucchu PIME
Catholic Archdioces of Madanga – Bosmun Parish
P.O. Box 750 - Madang province – Papua Nuova Guinea
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INCONTRO
Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di
profughi che fuggono dalla morte per la guerra e
per la fame, e sono in cammino verso una speranza
di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere
"prossimi", dei più piccoli e abbandonati. A dare
loro una speranza concreta. Non soltanto dire:
Coraggio, pazienza!….La speranza cristiana è
combattiva, con la tenacia di chi va verso una meta sicura”
(Papa Francesco, Angelus 6 settembre 2015)
di migranti non identificati. Il sistema previsto degli hotspot
gestiti dall’UE dovrebbe ovviare a questo. Perché il governo di
questo fenomeno è ancora così difficoltoso? Perché è un
cambiamento epocale ancora non supportato da una normativa
uniforme e adeguata. La legislazione in materia è motivo di
dibattito continuo per le diverse visioni politico-culturali in gioco.
Cosa accomuna chi arriva qui da noi? Ferite profonde. Chi
viene dalla Libia non è segnato solo da un viaggio rischiosissimo,
ma spesso da esperienze di carcere e torture. Le donne sono per
la maggior parte, se non tutte, vittime di stupro. Per chi giunge
da Siria e Iraq il ricordo di guerra e persecuzioni resta indelebile.
Come viene usata la quota di 35 euro procapite prevista
per legge? La quota, erogata a seguito di gare pubbliche, ai
gestori delle strutture di accoglienza, copre: il pocket money
consegnato a ogni ospite di 2,50 euro e poi il vitto, l’alloggio,
beni di prima necessità e le spese di gestione degli ambienti e
del personale a carico del gestore. Margini di guadagno sono
possibili solo quando le strutture hanno oltre un centinaio di
posti letto. Ma su questo devono esercitare un controllo rigoroso
le prefetture. La quota è garantita dall’Italia e integrata da risorse
dell’UE. Per l’Italia gli immigrati sono solo un costo?
Basti un dato: il bilancio tra tasse pagate dagli immigrati e spesa
pubblica per l’immigrazione è in attivo di +3,9 miliardi di euro.
Il Pil creato ogni anno dai lavoratori stranieri ammonta a 125
miliardi di euro, pari all’8,8% del totale nazionale. A chi ritiene
che vadano aiutati prima gli italiani poveri e poi gli
stranieri, come risponde? Davanti a persone indigenti che
chiedono aiuto si possono fare gerarchie? Sembra un’obiezione
che perde di vista il senso di comunità e società civile.
Profughi e noi. Tutti sulla stessa strada: con questo
titolo la Campagna Tende Fondazione A.V.S.I quest’anno, in
collaborazione con Caritas Ambrosiana, Fondazione Progetto
Arca, Associazione Pro Terra Sancta, propone di farsi compagni
almeno per un tratto di strada di chi è costretto da guerra, violenza
e disastri naturali a lasciare tutto per mettersi in cammino verso
un luogo sicuro. Profughi e noi è un invito a vivere da protagonisti
questo tempo di cambiamento
radicale. Senza l’ambizione di salvare noi il mondo, ma con
l’umiltà di chi desidera assecondare la realtà e rispondere alle
sue provocazioni. Giancarla Boreatti, responsabile del Servizio
Migrazioni del Comune di Milano per vent’anni, oggi coordina
il Network #ProfughiEnoi, servizio presente in AVSI. Il Papa
ha lanciato un appello all’accoglienza che è anche una
sfida. Come starci di fronte? Dopo un primo smarrimento,
siamo chiamati a prendere sul serio la proposta del Papa e a
studiare come rispondere concretamente. Ci chiede un cammino
di studio, una disponibilità al cambiamento e di messa in gioco
anche culturale. E soprattutto non si può affrontare questo invito
in solitudine né partire da un approccio sentimentale. È una sfida
che ha i germi di una nuova profezia. Cosa spinge un numero
così grande di persone a lasciare la propria casa fino a
lambire le nostre? Conflitti, forte instabilità politica e motivi
“economici”.
La povertà morde la carne al punto da spingere a cercare un
lavoro e una vita dignitosa altrove. Cosa accade quando
arrivano in Italia? Lo Stato ha istituito dei centri per la
prima accoglienza, per le procedure per l’identificazione e la
domanda di protezione internazionale. Chi sceglie di chiedere
la protezione viene accolto nel sistema SPRAR (se ci sono posti).
Chi invece si allontana volontariamente, perde questo diritto.
Sino a qualche tempo fa è stato di fatto “tollerato” il transito
In occasione della campagna Tende 2015-2016
I volontari A.V.S.I Biassono invitano alla:
GRAN TOMBOLATA
Mercoledi 6 gennaio 2016 alle ore 15
Salone Oratorio Femminile
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INCONTRO
DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO...
Voluto fortemente da tutti, dal 5
di Dicembre è attivo presso il centro di ascolto Caritas San Martino
Vescovo un Punto Pane dove viene
distribuito gratuitamente a chi è in
difficoltà il pane che alcuni volontari raccolgono grazie all'accordo con
quattro negozi di Biassono. Si tratta
di pane fresco che alla sera avanza ai
negozi e che non può essere rivenduto. Alcuni volontari poi lo distribuiscono il giorno successivo.
Il volantino indica i giorni della distribuzione. Si tratta di...
surplus....quante suggestioni, quanti pensieri, tutti noi conosciamo il numero di programmi televisivi che trattano di
cucina, tutti noi conosciamo il problema del cibo avanzato
buttato nell'immondizia, personalmente ho in mente alcune
donne straniere al mare che recuperano dal cassonetto piazzato vicino alle bancarelle nei giorni di mercato la verdura
scartata che viene immediatamente ripulita togliendo le foglie
rovinate. Tutti noi sappiamo che ci sono alcune organizzazio-
ni che ritirano dai supermercati i cibi che sono ormai prossimi alla scadenza per rifornire le mense dei poveri, bellissime
iniziative. Da qui il nostro pensiero natalizio, perché invece
di pensare a Master Chef , questo ...surplus... non lo mangiamo noi? faremmo una vita più evangelica e con quello
che risparmiamo potremmo aiutare i poveri che alla prima
difficoltà rischiano di trovarsi in strada. Naturalmente è solo
una natalizia provocazione ma chi ha orecchi per intendere
intenda. Tanti cari auguri a tutti
Gianpiero Moro Caritas
PUNTO PANE
Distribuzione gratuita del pane agli utenti
Caritas a partire da sabato 5 Dicembre 2015
MERCOLEDÌ - dalle 9.00 alle 10.00
VENERDÌ - dalle 9.00 alle 10.00
SABATO - dalle 15.30 alle 17.30
DIFESA DELLA VITA E LIBERTà DI EDUCAZIONE
In relazione a questi temi di grande attualità riprendiamo i discorsi che
Papa Francesco ha rivolto, nel corso di udienze concesse nell’aprile 2014,
al Movimento per la Vita ed all’Ufficio Internazionale Cattolico per
l’Infanzia (BICE).
All’Ufficio Internazionale Cattolico dell’Infanzia il Papa ha
ricordato come «occorre ribadire il diritto dei bambini a
crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci
di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua
maturazione affettiva. Continuando a maturare in relazione
alla mascolinità e alla femminilità di un padre e di una
madre». Casomai non fosse chiara l’allusione a chi propone
forme diverse di famiglia, e insegna a forza ai bambini
ideologie «alternative», il Pontefice ha invitato a «sostenere il
diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri
figli». «A questo proposito – ha aggiunto – vorrei manifestare
il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con
i bambini.
Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono
cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa
che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo
XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti
diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i
bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del
“pensiero unico’”».
Su questi argomenti Papa Francesco è tornato anche nella
conferenza stampa che si è tenuta durante il viaggio di ritorno
dalla visita pastorale nelle Filippine, il 19 gennaio 2015,
evidenziando il pericolo che oggi corriamo di incappare in
una “colonizzazione ideologica” imposta a tutti da poteri forti
che può far perdere al popolo la propria cultura, la propria
identità e la propria libertà.
Nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium Francesco ha
affermato che il numero ormai spaventoso di aborti «grida
vendetta al cospetto di Dio», «offende il Creatore dell’uomo».
Al Movimento per la vita il Papa ha detto che «la vita umana
è sacra e inviolabile.
Ogni diritto civile poggia sul riconoscimento del primo e
fondamentale diritto, quello alla vita». Oggi un’ideologia di
morte «considera l’essere umano in se stesso come un bene di
consumo; un bene di consumo che si può usare e poi gettare.
Abbiamo dato inizio a quella cultura dello “scarto” che,
addirittura, viene promossa. E così viene scartata anche la vita».
Questo insegnamento, ha ricordato il Pontefice, è declinato
nella Evangelii gaudium anche con riferimento all’economia
e alle politiche che «scartano» i poveri: ma si tratta sempre di
richiamare «norme etiche elementari» che derivano da una
nozione di «natura umana sempre più trascurata». «Occorre
pertanto ribadire la più ferma opposizione ad ogni diretto
attentato alla vita, specialmente innocente e indifesa, e il
nascituro nel seno materno è l’innocente per antonomasia.
Ricordiamo le parole del Concilio Vaticano II: “La vita, una
volta concepita, deve essere protetta con la massima cura;
l’aborto e l’infanticidio sono delitti abominevoli”».
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INCONTRO
8 DICEMBRE 2015
Festa dell'adesione all'azione cattolica
"CI STA A CUORE!"
Come ogni anno, la festa dell’adesione dell’8 dicembre offre
l’opportunità all’Azione cattolica di ridire pubblicamente il
significato e le ragioni della scelta che ciascun socio compie
di anno in anno, decidendo di camminare dentro la Chiesa
e nel mondo, condividendo in maniera forte con altri laici la
responsabilità per la missione evangelizzatrice.
la bellezza di un modo di vivere la Chiesa che arricchisce la
vita di tante persone, di tante famiglie, di tante comunità.
“La passione per la città ci spinge ad essere sempre più un’
AC in uscita, che si spende con generosità per il bene comune.
Desideriamo essere testimoni del bene reale che già c’è nei
nostri territori ed essere missionari del bene possibile che,
con il nostro piccolo ma indispensabile contributo, possiamo
costruire. Insieme! Perché ogni vita ci sta a cuore “
E….ci stai a cuore anche tu, sì, proprio tu!
E.L.
L’Adesione è un sì pronunciato in occasione della festa
dell’Immacolata che ci riporta al sì detto da Maria all’angelo;
da quel primo sì al piano di Dio discendono tutti gli altri sì che
noi uomini, nella nostra libertà, possiamo dire per orientare al
bene la nostra vita
Questo 8 dicembre, inoltre, giunge in una giornata
particolarmente significativa perché coincide con l’apertura
dell’Anno Santo della Misericordia che Papa Francesco ha
voluto donare a tutta la Chiesa.
Un dono che chiede anche all’Azione cattolica di ripensarsi
e rimettersi in gioco per accogliere l’invito forte che giunge
da questo tempo straordinario: compiere una conversione che
apra il cuore e la mente per consentirci di vedere le sofferenze,
le attese di bene e la ricerca di felicità di chi vive accanto a
noi, senza ergere barriere difensive, senza preoccuparci di
raggiungere particolari obiettivi, senza temere di sbilanciarci
in avanti.
Con questo spirito anche nella nostra comunità pastorale
è stata celebrata la giornata dell’adesione durante la messa
animata da adulti e ragazzi dell’ACR con il significativo rito
della benedizione delle tessere.
Al termine della messa i soci si sono ritrovati in oratorio a
Sovico per il pranzo preparato in collaborazione tra adulti,
giovani educatori e ragazzi.
È seguito un momento di preghiera unitaria guidato dall’
assistente don Luigi e in fine la proiezione di un filmato sul
cammino di Campostela, realizzato da un socio pellegrino.
Così si è conclusa la festa, un’occasione in più per raccontare
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INCONTRO
VIAGGIANDO VERSO...TE
Ora non ci resta che augurarci che il treno dell'A.C.R.
possa accompagnare, sempre meglio, al passo coi tempi, tanti
ragazzi all'incontro con Gesù Bambino.
Buon viaggio e Buon Natale
L'ambientazione dell'anno, il viaggio in treno, rende
bene l'immagine di come i ragazzi dell'A.C.R. vorrebbero
raggiungere ogni stazione, essere capaci di portare tutti alla
stazione centrale, ma anche di arrivare a tutte le periferie.
Siamo quindi partiti alla grande con un “vagone ristorante”
alla Festa dell'Oratorio e poi il viaggio e' continuato con la
festa del ciao.
A.C.R.
Domenica 31 Gennaio
FESTA DELLA SACRA FAMIGLIA
Alle ore 11.30 S.Messa durante la quale festeggeremo gli anniversari
di matrimonio. A seguire Pranzo in oratorio maschile
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INCONTRO
PELLEGRINAGGIO AD ASSISI
La gioia dei ragazzi Preado di seconda media
vocazione attira la nostra attenzione. Il volto di Cristo ha gli
occhi aperti. Una croce che non narra solo della morte, ma
che parla di resurrezione.
Ai nostri ragazzi un frate francescano ha consegnato questo
prezioso messaggio: “essere fedeli a Cristo significa sorridere
alla vita e aprire continuamente gli occhi verso il mondo che
ci circonda, non arrivare ad annoiarsi e a vivere con tristezza
il dono più grande che Dio ci ha fatto che è la vita”.
Ringraziamo San Francesco e Santa Chiara per essere
diventati amici dei nostri ragazzi.
Quando un viaggio inizia anche le ore di pullman diventano
preziose: si condivide uno spazio talmente piccolo che risulta
impossibile non comunicare con chi è seduto accanto. Puoi
proiettare un film o mettere un sottofondo musicale, ma i
volti dei viaggiatori sono impegnati ad osservarsi a vicenda.
Le cose superflue passano in secondo piano. Il viaggio verso
Assisi è stato segnato da queste caratteristiche.
I ragazzi erano entusiasti di muoversi verso luoghi altri rispetto
alla loro quotidianità ed erano estremamente impegnati a
raccontarsi un sacco di cose, quasi come se fossero passati
anni dall’ultima volta che si erano incontrati. Anche gli
sguardi di noi educatori erano impegnati a osservare i ragazzi
e ad ascoltare le loro parole.
Un gesto di attenzione come questo è risultato essenziale per
dare inizio a questa esperienza. Assisi ci ha accolti con un
clima Natalizia spettacolare che ha scaldato da subito i nostri
cuori.
La piccola cittadina è circondata infatti da una cornice
naturale che non può che creare una sensazione di pace
interiore. Osservando Assisi e il contesto nella quale sorge
riesci a rileggere umanamente la storia di vita del santo
protettore della nostra nazione.
Abbiamo visitato i luoghi significativi della storia di san
Francesco e di Santa Chiara. Le omonime basiliche e il
piccolo e intimo eremo di san Damiano. Un crocifisso appeso
alle pareti di questa chiesetta dove san Francesco inizia la sua
Don Simone
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INCONTRO
CELEBRAZIONE DELLA DIVINA LITURGIA
IN RITO BIZANTINO-SLAVO
In parrocchia a Biassono domenica 17 Gennaio
Celebrazione della Divina Liturgia in rito
bizantino-slavo: l’unità della Chiesa, il sacramento
della misericordia che Dio ha offerto al mondo
del Vangelo, e la liturgia dei fedeli, che comprende la recita
del Credo, la consacrazione, il Padre Nostro e la comunione.
Questa divisione si ritrova pure nella struttura della Santa Messa,
composta da liturgia della Parola e liturgia Eucaristica.
La Divina Liturgia è inoltre preceduta dal rito della Proscomidia,
ossia dalla preparazione dei doni eucaristici su un piccolo altare
laterale. Questo rito, il cui formulario non è qui riportato, è
celebrato in forma privata dai ministri e ripropone in forma
simbolica i misteri della Natività di Cristo e della sua Passione e,
a partire dalla Madre di Dio e dal Battista, fa memoria dei santi,
dei vivi, dei defunti e dei presenti.
L’ aspetto musicale. Una particolarità è quella che esclude la
presenza di strumenti musicali (come nell’antica tradizione della
Chiesa indivisa): solo la voce dell’uomo, creato ad immagine di
Dio, è degna di cantare la Sua lode nell’Ufficio Divino. Il canto
attraversa così integralmente e senza interruzioni l’ufficiatura
liturgica: la tradizione prevede la presenza di uno o due cori,
che, assieme al popolo, celebrano i riti con gli altri ministri. La
forma di preghiera che più coinvolge il popolo è quella litanica,
della quale tutta la liturgia è costellata.
.Iconostasi
Nelle chiese bizantine il presbiterio è separato dalla navata da
una vera e propria parete di icone chiamata iconostasi; in questa
parete sono presenti tre porte attraverso le qual i celebranti
entrano ed escono in diversi momenti della Liturgia, nella nostra
parrocchia, durante la celebrazione, verranno poste delle Icone
a richiamare questa parete.
La liturgia, inoltre, si compie nel movimento. Le incensazioni,
le litanie, la proclamazione della Parola e alcune parti compiute
dal sacerdote coinvolgono tutto lo spazio della Chiesa nell’azione
liturgica. I movimenti più significativi sono il piccolo e il grande
Ingresso, due brevi processioni fra le porte dell’iconostasi durante
le quali i celebranti portano nell’assemblea rispettivamente, il
libro dei Vangeli e i doni eucaristici da consacrare. In entrambi i
casi è Cristo stesso ad essere presentato, prima nella sua missione
- che coincide con la vita pubblica e l’annuncio del vangelo - poi
nel suo ingresso a Gerusalemme per esservi immolato. Anche
quando escono il Sacerdote e il Diacono con il Calice colmo
delle specie eucaristiche (il Pane e il Vino consacrati, e distribuiti
sempre uniti ai fedeli) rappresenta il momento dell’incontro del
Risorto con le Mirofore e gli Apostoli, mentre la conclusione
della distribuzione della Comunione, con il rientro dei Ministri
nel Santuario, rappresenta il ritorno di Cristo al Padre.
Tutti questi elementi conferiscono alla celebrazione liturgica
una particolare solennità. E’ un rito che, oltre alla razionalità,
coinvolge i gesti, il sentimento, tutta la persona, attraverso la
bellezza della forma e il profondo significato di ogni gesto.
Domenica 17 gennaio alle ore 11.30 verrà celebrata nella
nostra parrocchia la Divina Liturgia in rito bizantino slavo.
La celebrazione, a cura del centro Russia Cristiana fondato
nel 1957 da Padre Romano Scalfi, si colloca a ridosso della
settimana ecumenica per l’unità delle chiese che tutti gli anni,
dal 18 al 25 gennaio, vede impegnate tutte le chiese cristiane
in gesti e momenti che portino all’attenzione il tema dell’unità
dei cristiani, come dono offerto a un mondo sempre più diviso e
dilaniato, un mondo che ha sempre più bisogno delle presenza
viva, fraterna, misericordiosa dei cristiani.
Il tema della settimana ecumenica 2016 è tratto dalla prima
lettera di san Pietro apostolo “Chiamati ad annunciare a tutti le
meravigliose opere di Dio”. La Divina Liturgia che celebreremo
vuole essere un momento di incontro, di conoscenza, di amore
per una tradizione, quella bizantina, ricca di bellezza e di
profonda intimità con Dio; un momento che, quindi, ci viene
donato per chiedere il dono dell’unità e per accrescere in ognuno
la consapevolezza di quanto oggi questo dono sia necessario per
il bene di tutti.
"Divina Liturgia" è il nome che viene dato – presso le Chiese
ortodosse e cattoliche orientali di tradizione bizantina – alla
celebrazione dell’Eucaristia, e dunque corrisponde alla santa
Messa (comunione compresa) a cui i fedeli della chiesa cattolica
latina sono soliti partecipare.
Bizantino si dice il rito che, derivato dalle usanze liturgiche già
presenti in Antiochia di Siria nel IV secolo, andò successivamente
sviluppandosi a Costantinopoli, l’antica Bisanzio, capitale
dell’Impero Romano di Oriente. Questo rito è celebrato sia dalle
Chiese ortodosse, che dalla Chiesa cattolica di rito bizantino,
presente in molti paesi tra cui Ucraina e Romania. Il rito
Bizantino, i cui testi erano originariamente composti in greco
koiné, ossia nella medesima lingua dei Vangeli, è stato introdotto
presso le popolazioni slave e tradotto sin dal IX secolo nella
loro lingua grazie alla missione dei santi Cirillo e Metodio, che
assieme a san Benedetto sono venerati come patroni d’Europa.
Il Rito bizantino è dunque un patrimonio spirituale comune alle
Chiese cattolica e ortodossa, che dopo lunghi secoli di divisione
sono ora in cammino verso una sempre maggiore condivisione
del desiderio di unità tra i credenti, espresso da Cristo durante
l’Ultima Cena.
La Liturgia bizantina presenta due parti fondamentali, la cui
scansione risale all’uso liturgico della Chiesa indivisa del primo
millennio: la liturgia dei catecumeni, che si conclude col canto
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INCONTRO
LA SCHOLA CANTORUM DI BIASSONO
Propone
Mercoledi 23 dicembre - ore 21.00 Chiesa Parrocchiale
"VENI, VENI EMMANUEL"
Momento di Meditazione Musicale con letture e canti in preparazione al Santo Natale
Le serate saranno guidate dalla dott.ssa: Ylenia Beretta - psicologa dell'infanzia
per info: Giussani Marta - [email protected]
Motta Cristina - [email protected]
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INCONTRO
ACCOGLIAMO CON GIOIA DON
ANGELO VIGANò NELLA NOSTRA
COMUNITÀ PARROCCHIALE
SPAZIO APERTO: CI SIAMO FINO ALL'ULTIMO!
Vi piacerebbe passare un veglione di fine anno all'insegna
della semplicità e dello stare insieme tranquillo e cordiale?
Vi piacerebbe partecipare a una festa di capodanno nella
quale vivere un bel momento di amicizia; una serata insieme
semplice e gioiosa, dove non si rischi di sconfinare negli
eccessi o in un'abbuffata sui generis, ma si possa invece vivere
una bella occasione di divertimento intelligente e festa in
unità, accoglienza e incontro? Se la vostra risposta è sì, o siete
anche soltanto un po’ curiosi della proposta; se per giunta già
vi stavate preparando all’ennesimo noioso e scontato “Ultimo
dell’anno” all’insegna della noia, della solitudine o del “Non so
proprio dove andare” … Cambiate programma e venite con
noi: quest’anno, per la prima volta, spazioaperto vi invita
a vivere insieme il veglione di capodanno tutti insieme! Un
capodanno in famiglia semplice e allegro, fatto di incontro
e di armonia. Il tutto a costo zero; se siete interessati… Ecco la
nostra proposta. Per la notte del 31 dicembre vi proponiamo,
nel salone dell’oratorio femminile di Biassono-via don Beretta,
un veglione sullo stile noto di spazioaperto. La serata quindi
non è solo per giovani o per famiglie, ma è per tutti quanti
lo desiderino, senza limite di età. Il tutto avrà inizio alle
ore 20,00 con una breve preghiera iniziale, all'insegna della
massima libertà di partecipazione. A seguire: cena condivisa;
una divertente tombolata; spazio giochi per bimbi; brindisi
di mezzanotte; buona tavola, canzoni, chiacchierate serene;
disco-music anni ’80 per i nostalgici dei village people e
dei duran duran, musiche anni ’60 per i più romantici e i
“Diversamente giovani”; e la cappella aperta tutta notte
per chi volesse trovare un momento di ringraziamento e
silenzio a tu per tu con Dio. Si può tenere Gesù in mezzo
durante una notte di festa di capodanno? Sì, non solo si può:
si deve! Ricordiamoci che "Messia", in ebraico, significa
anche "Gioia". E noi questa gioia intendiamo viverla insieme
in allegria. Costo di partecipazione al veglione: zero euro,
perché i partecipanti sono invitati a portare da casa qualcosa
da mangiare e/o da bere, da condividere in amicizia con tutti
gli altri. Insieme è più bello! Stiamo studiando la possibilità di
un aiuto automobilistico per chi volesse partecipare alla festa,
ma fosse in difficoltà per raggiungere l'oratorio femminile: ce
lo faccia sapere senza problemi, cercheremo di organizzarci.
Per partecipare al veglione non serve iscrizione, si può anche
arrivare all’ultimo momento senza preavviso: noi accogliamo
tutti a braccia aperte. A chi invece già da ora pensasse di
partecipare al nostro capodanno in famiglia, chiediamo la
cortesia di contattarci, solo per avere un’idea di massima di
quanti saremo. Bene, la proposta è lanciata e noi aspettiamo
riscontri. Buone feste e buon anno… Insieme è più bello!!!
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INCONTRO
Natale 2015
Oggi è apparsa in questo cielo
una luce senza velo
un evento annunciato
da scritture predicato
una luce tanto intensa
da fissare l’esistenza
per lasciare al pensiero
uno spazio puro e vero
e trovar nella memoria
la sua storia cominciata
sulla terra equilibrata
dove l’uomo era signore
e parlava al Creatore
Quel giardino a lui donato
meraviglia il creato
oggi l’uomo ha trasformato
e così madre natura
vien ridotta a bruttura
perché in nome del progresso
ogni eccesso vien permesso
e ricorrere ai ripari
noi s’incontran gran divari
Ci son guerre migrazioni
alluvioni e povertà
esse portano sconforto
alla nostra società
Grazie a te Gesù Bambino
oggi torna lo splendore
la promessa si è incarnata
e quel Dio che solo è amore
ci ricorda nel profondo
salva l’uomo e il suo mondo
costruisci relazioni
e saranno buone azioni
e sarete miei strumenti
nella cura degli eventi
e il dono della pace
sulla terra inonderà
per diffondere armonia
in giustizia e carità.
“ O cieli, stillate rugiada, dalle nubi
discenda giustizia; si schiude la terra è
nato il Salvatore”
L'Azione Cattolica augura
a tutti un sereno Natale
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