INCONTRO Dicembre 2015 a cura della parrocchia S. Martino V. - Biassono "Vieni Gesù a riempire i nostri Cuori" 1 INCONTRO ALZATEVI PORTE ANTICHE ED ENTRI IL RE DELLA GLORIA Pensando al mistero del Natale che stiamo per celebrare e all’avvenimento del Giubileo della misericordia iniziato il giorno 8 dicembre in San Pietro con Papa Francesco e nelle cattedrali del mondo con tutti i vescovi della Chiesa, mi sono venute in mente le parole del salmo che il nostro vescovo ha pronunciato aprendo la “porta santa” del duomo: “alzatevi o porte antiche ed entri il re della gloria. Chi e’ questo re della gloria? Il signore degli eserciti e’ il re della gloria!”. Leggendo in senso spirituale questi versetti del salmo, mi piace pensare che queste “porte antiche” sono le porte dell’umanità, di questa povera umanità, segnata dal peccato, dalla solitudine e dalla lontananza da Dio: IL Signore che è “ricco di misericordia”, non ci ha lasciati soli. Ha “lasciato” il suo cielo per entrare in questo mondo e ci ha mostrato il suo volto di misericordia nel bambino nato a Betlemme e questo volto di misericordia ce lo mostrerà fin sulla croce. È entrato nelle “porte antiche” del mondo per cercare ciascuno di noi, per abbracciarci. È morto sulla croce con le braccia spalancate all’infinito assicurandoci il paradiso e chiedendo perdono per tutti noi che troppe volte ci dimentichiamo di Lui, non sapendo quello che facciamo, addirittura alle volte, vivendo come se Lui non ci fosse. Le sento dette per me, per ciascuno di noi e per questa nostra comunità, le ultime parole di Gesù sulla croce: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”: davvero grande è la sua misericordia! È entrato nel mondo in silenzio: nessuno si è accorto di quanto stava capitando nella notte a Betlemme ed è uscito dal mondo lasciandosi annientare per noi sulla croce facendosi addirittura deridere da quelli che Lui avrebbe salvato; ma noi sappiamo che questa “amorosa umiltà” del Signore ci ha procurato una redenzione eterna: davvero grande è la sua misericordia! Noi quest’anno entreremo nella “porta santa” per ricevere il perdono e per essere abbracciati dalla Sua misericordia. Lui, il Signore, è entrato e continua ad entrare nelle “porte antiche” dell’umanità per offrirci il perdono e per darci quell’abbraccio di cui abbiamo bisogno per vivere la pace che gli angeli hanno cantato nella grotta del bambino. Il mondo con tutte le brutture che conosciamo, ha bisogno dell’abbraccio benedicente del Signore perché ritorni ad essere la casa comune di tutti gli uomini; una casa finalmente riconciliata. Noi sappiamo, purtroppo, che tanti, come allora continuano a non accoglierlo e a tenere la porta chiusa; ma Lui, il misericordioso, continua a bussare; non si stanca di attendere, di attendermi, di attenderci. Apriamogli la “porta del cuore” perché lasciandolo entrare, ciascuno di noi possa sentire, fino alla commozione, quanto siamo amati e cercati dal Signore. Apriamogli la “porta di casa” perché, entrando, porti pace e riconciliazione; i cuori “divisi” tornino in comunione. Chissà che quest’anno si compia il miracolo di qualche coppia di sposi che dopo la separazione, trovi finalmente la strada del perdono e della riconciliazione. Apriamogli la “porta della comunità” perché, vinta ogni gelosia, invidia e discordia, si possa dire di noi quanto si diceva dei primi cristiani: “Erano un cuor solo e un’anima sola”. Auguri! Don Giuseppe 2 INCONTRO OMELIA DI PAPA FRANCESCO Omelia di Papa Francesco in occasione dell'apertura della porta Santa in San Pietro Tra poco avrò la gioia di aprire la Porta Santa della Misericordia. Compiamo questo gesto - come ho fatto a Bangui - tanto semplice quanto fortemente simbolico, alla luce della Parola di Dio che abbiamo ascoltato, e che pone in primo piano il primato della grazia. Ciò che ritorna più volte in queste Letture, infatti, rimanda a quell’espressione che l’angelo Gabriele rivolse a una giovane ragazza, sorpresa e turbata, indicando il mistero che l’avrebbe avvolta: «Rallegrati, piena di grazia» (Lc 1,28). La Vergine Maria è chiamata anzitutto a gioire per quanto il Signore ha compiuto in lei. La grazia di Dio l’ha avvolta, rendendola degna di diventare madre di Cristo. Quando Gabriele entra nella sua casa, anche il mistero più profondo, che va oltre ogni capacità della ragione, diventa per lei motivo di gioia, motivo di fede, motivo di abbandono alla parola che le viene rivelata. La pienezza della grazia è in grado di trasformare il cuore, e lo rende capace di compiere un atto talmente grande da cambiare la storia dell’umanità. La festa dell’Immacolata Concezione esprime la grandezza dell’amore di Dio. Egli non solo è Colui che perdona il peccato, ma in Maria giunge fino a prevenire la colpa originaria, che ogni uomo porta con sé entrando in questo mondo. E’ l’amore di Dio che previene, che anticipa e che salva. L’inizio della storia di peccato nel giardino dell’Eden si risolve nel progetto di un amore che salva. Le parole della Genesi riportano all’esperienza quotidiana che scopriamo nella nostra esistenza personale. C’è sempre la tentazione della disobbedienza, che si esprime nel voler progettare la nostra vita indipendentemente dalla volontà di Dio. È questa l’inimicizia che attenta continuamente la vita degli uomini per contrapporli al disegno di Dio. Eppure, anche la storia del peccato è comprensibile solo alla luce dell’amore che perdona. Il peccato si capisce soltanto sotto questa luce. Se tutto rimanesse relegato al peccato saremmo i più disperati tra le creature, mentre la promessa della vittoria dell’amore di Cristo rinchiude tutto nella misericordia del Padre. La parola di Dio che abbiamo ascoltato non lascia dubbi in proposito. La Vergine Immacolata è dinanzi a noi testimone privilegiata di questa promessa e del suo compimento. Questo Anno Straordinario è anch’esso dono di grazia. Entrare per quella Porta significa scoprire la profondità della misericordia del Padre che tutti accoglie e ad ognuno va incontro personalmente. È Lui che ci cerca! È Lui che ci viene incontro! Sarà un Anno in cui crescere nella convinzione della misericordia. Quanto torto viene fatto a Dio e alla sua grazia quando si afferma anzitutto che i peccati sono puniti dal suo giudizio, senza anteporre invece che sono perdonati dalla sua misericordia (cfr Agostino, De praedestinatione sanctorum 12, 24)! Sì, è proprio così. Dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio, e in ogni caso il giudizio di Dio sarà sempre nella luce della sua misericordia. Attraversare la Porta Santa, dunque, ci faccia sentire partecipi di questo mistero di amore, di tenerezza. Abbandoniamo ogni forma di paura e di timore, perché non si addice a chi è amato; viviamo, piuttosto, la gioia dell’incontro con la grazia che tutto trasforma. Oggi, qui a Roma e in tutte le diocesi del mondo, varcando la Porta Santa vogliamo anche ricordare un’altra porta che, cinquant’anni fa, i Padri del Concilio Vaticano II spalancarono verso il mondo. Questa scadenza non può essere ricordata solo per la ricchezza dei documenti prodotti, che fino ai nostri giorni permettono di verificare il grande progresso compiuto nella fede. In primo luogo, però, il Concilio è stato un incontro. Un vero incontro tra la Chiesa e gli uomini del nostro tempo. Un incontro segnato dalla forza dello Spirito che spingeva la sua Chiesa ad uscire dalle secche che per molti anni l’avevano rinchiusa in sé stessa, per riprendere con entusiasmo il cammino missionario. Era la ripresa di un percorso per andare incontro ad ogni uomo là dove vive: nella sua città, nella sua casa, nel luogo di lavoro… dovunque c’è una persona, là la Chiesa è chiamata a raggiungerla per portare la gioia del Vangelo e portare la misericordia e il perdono di Dio. Una spinta missionaria, dunque, che dopo questi decenni riprendiamo con la stessa forza e lo stesso entusiasmo. Il Giubileo ci provoca a questa apertura e ci obbliga a non trascurare lo spirito emerso dal Vaticano II, quello del Samaritano, come ricordò il beato Paolo VI a conclusione del Concilio. Attraversare oggi la Porta Santa ci impegni a fare nostra la misericordia del buon samaritano. 3 INCONTRO COME OTTENERE L’INDULGENZA GIUBILARE possa ottenere l’indulgenza. È importante che questo momento sia unito, anzitutto, al Sacramento della Riconciliazione e alla celebrazione della santa Eucaristia con una riflessione sulla misericordia. Sarà necessario accompagnare queste celebrazioni con la professione di fede e con la preghiera per me e per le intenzioni che porto nel cuore per il bene della Chiesa e del mondo intero. Per comprendere come ottenere l’indulgenza giubilare ci lasciamo aiutare direttamente dalle parole di Papa Francesco, con le quali dettagliatamente conferisce i criteri per poter riceve l’indulgenza. Scrive il Papa: “La vicinanza del Giubileo Straordinario della Misericordia mi permette di focalizzare alcuni punti sui quali ritengo importante intervenire per consentire che la celebrazione dell’Anno Santo sia per tutti i credenti un vero momento di incontro con la misericordia di Dio. È mio desiderio, infatti, che il Giubileo sia esperienza viva della vicinanza del Padre, quasi a voler toccare con mano la sua tenerezza, perché la fede di ogni credente si rinvigorisca e così la testimonianza diventi sempre più efficace." AI MALATI, AGLI ANZIANI, ALLE PERSONE SOLE, AI CARCERATI Penso, inoltre, a quanti per diversi motivi saranno impossibilitati a recarsi alla Porta Santa, in primo luogo gli ammalati e le persone anziane e sole, spesso in condizione di non poter uscire di casa. Per loro sarà di grande aiuto vivere la malattia e la sofferenza come esperienza di vicinanza al Signore che nel mistero della sua passione, morte e risurrezione indica la via maestra per dare senso al dolore e alla solitudine. Vivere con fede e gioiosa speranza questo momento di prova, ricevendo la comunione o partecipando alla santa Messa e alla preghiera comunitaria, anche attraverso i vari mezzi di comunicazione, sarà per loro il modo di ottenere l’indulgenza giubilare. Il mio pensiero va anche ai carcerati, che sperimentano la limitazione della loro libertà. Il Giubileo ha sempre costituito l’opportunità di una grande amnistia, destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano AI FEDELI DELLE DIOCESI Il mio pensiero va, in primo luogo, a tutti i fedeli che nelle singole Diocesi, o come pellegrini a Roma, vivranno la grazia del Giubileo. Desidero che l’indulgenza giubilare giunga per ognuno come genuina esperienza della misericordia di Dio, la quale a tutti va incontro con il volto del Padre che accoglie e perdona, dimenticando completamente il peccato commesso. Per vivere e ottenere l’indulgenza i fedeli sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa, aperta in ogni Cattedrale o nelle chiese stabilite dal Vescovo diocesano, e nelle quattro Basiliche Papali a Roma, come segno del desiderio profondo di vera conversione. Ugualmente dispongo che nei Santuari dove si è aperta la Porta della Misericordia e nelle chiese che tradizionalmente sono identificate come Giubilari si 4 INCONTRO sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto. misericordioso del Padre li liberi da ogni residuo di colpa e possa stringerli a sé nella beatitudine che non ha fine. A tutti costoro giunga concretamente la misericordia del Padre che vuole stare vicino a chi ha più bisogno del suo perdono. Nelle cappelle delle carceri potranno ottenere l’indulgenza, e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della Porta Santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà. L’ABORTO Uno dei gravi problemi del nostro tempo è certamente il modificato rapporto con la vita. Una mentalità molto diffusa ha ormai fatto perdere la dovuta sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita. Il dramma dell’aborto è vissuto da alcuni con una consapevolezza superficiale, quasi non rendendosi conto del gravissimo male che un simile atto comporta. Molti altri, invece, pur vivendo questo momento come una sconfitta, ritengono di non avere altra strada da percorrere. Penso, in modo particolare, a tutte le donne che hanno fatto ricorso all’aborto. Conosco bene i condizionamenti che le hanno portate a questa decisione. So che è un dramma esistenziale e morale. Ho incontrato tante donne che portavano nel loro cuore la cicatrice per questa scelta sofferta e dolorosa. Ciò che è avvenuto è profondamente ingiusto; eppure, solo il comprenderlo nella sua verità può consentire di non perdere la speranza. Il perdono di Dio a chiunque è pentito non può essere negato, soprattutto quando con cuore sincero si accosta al Sacramento della Confessione per ottenere la riconciliazione con il Padre. Anche per questo motivo ho deciso, nonostante qualsiasi cosa in contrario, di concedere a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono”. LE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALE E SPIRITUALE Ho chiesto che la Chiesa riscopra in questo tempo giubilare la ricchezza contenuta nelle opere di misericordia corporale e spirituale. L’esperienza della misericordia, infatti, diventa visibile nella testimonianza di segni concreti come Gesù stesso ci ha insegnato. Ogni volta che un fedele vivrà una o più di queste opere in prima persona otterrà certamente l’indulgenza giubilare. Di qui l’impegno a vivere della misericordia per ottenere la grazia del perdono completo ed esaustivo per la forza dell’amore del Padre che nessuno esclude. Si tratterà pertanto di un’indulgenza giubilare piena, frutto dell’evento stesso che viene celebrato e vissuto con fede, speranza e carità. L’INDULGENZA PER I DEFUNTI L’indulgenza giubilare, infine, può essere ottenuta anche per quanti sono defunti. A loro siamo legati per la testimonianza di fede e carità che ci hanno lasciato. Come li ricordiamo nella celebrazione eucaristica, così possiamo, nel grande mistero della comunione dei Santi, pregare per loro, perché il volto Buon Giubileo! Che la misericordia del Signore trasformi il cuore di ciascuno di noi! Don Simone Le Opere di misericordia corporale e spirituale come ci insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica: Le Sette Opere di Misericordia Spirituale 1- Consigliare i dubbiosi 5- Perdonare le offese 2- Insegnare agli ignoranti 6- Sopportare pazientemente le persone moleste 3- Ammonire i peccatori 7- Pregare Dio per i vivi e per i morti 4- Consolare gli afflitti Le Sette Opere di Misericordia Corporale 1- Dar da mangiare agli affamati 5- Visitare gli infermi 2- Dar da bere agli assetati 6- Visitare i carcerati 3- Vestire gli inudi 7- Seppellire i morti 4- Alloggiare i pellegrini 5 INCONTRO MISERICORDIA E GIUSTIZIA NELL'EDIFICAZIONE DELLA SOCIETà PLURALE Anche quest’anno, alla vigilia della festa di S. Ambrogio, il nostro Arcivescovo ha tenuto il tradizionale Discorso alla città, appuntamento annuale di dialogo e sunto dell'anno liturgico, ma anche occasione di fare un bilancio sulla città di Milano e sull'intero lavoro di Diocesi. Il titolo del Discorso alla città di quest'anno è "Misericordia e giustizia nell'edificazione della società plurale" ed è stato letto nei suoi passaggi più importanti dal Cardinal Scola, prima di essere pubblicato, come ogni anno, in un opuscolo. I temi che l'arcivescovo di Milano ha toccato riguardano la realtà sociale e religiosa che la metropoli milanese è costretta ad affrontare tutti i giorni, con uno strettissimo e attuale collegamento con l'Anno Santo della Misericordia che ha inizio proprio il giorno dopo la Festa di Sant'Ambrogio. «Tra pochi giorni, prima il Santo Padre a Roma e poi tutti i Vescovi del mondo nelle Chiese Locali, apriranno in ogni cattedrale, oltre che nei santuari e nelle chiese, la Porta Santa, ovvero una Porta della Misericordia, dove chiunque entrerà potrà sperimentare l'amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza», afferma Scola nel messaggio. Il richiamo poi si stringe anche alla comunità milanese, toccando il delicato rapporto tra misericordia e giustizia, sottolineando il ruolo del sentire e del pensare di Gesù Cristo che viene sviluppato nella Lettera Pastorale di quest'anno Educarsi al pensiero di Cristo. «Papa Francesco ci invita a cogliere misericordia e giustizia come due dimensioni di un'unica realtà che si sviluppa progressivamente fino a raggiungere il suo apice nella pienezza dell'amore”. Chiosa finale importante poi su due realtà che vengono identificati da Scola come "casi emblematici" per capire davvero come il compito educativo e l'ordinamento legale si possono incontrare nell'odierna convivenza della nostra società plurale: la situazione delle carceri e la questione degli immigrati. «Sono opere di misericordia, visitare le carceri e accogliere i forestieri, secondo anche la riformulazione di Papa Francesco nella Misericoriae vultus; (…) da questo punto di vista importante il cambiamento legislativo introdotto in Italia dal 2013, teso a rendere ancora più residuale la pena da scontare in carcere, per dare spazio alle forme di esecuzione penale esterna. Sono tutte misure importanti e decisive, ma richiedono l'impegno attivo della società civile in tutte le espressioni». NATALE IN INDIA La Gioia del Natale in Tamil Nadu (India) Ciao, sono Amal e vengo dal Tamil Nadu nel sud dell’India, abito in un villaggio. Nella nostra famiglia siamo in dieci. Ho cinque sorelle e due fratelli. Sono il più giovane di tutti. Nel nostro villaggio ci sono anche le altre religioni, cioè l'Induismo, l’Islam, Buddismo e cosi via…… Il nostro paese è un paese con molte culture, religioni e tradizioni. Il Natale in Tamil Nadu può essere definito come una festa globale perché la gente proveniente da diverse caste e comunità si incontra per celebrare la nascita di Gesù con grande entusiasmo. Per prepararci al Natale imbianchiamo la casa e la decoriamo con l’albero di Natale e con luci a forma di stelle sul tetto. Tutto appare più colorato e festoso. Inoltre cuciniamo dolci e torte e condividiamo coi nostri vicini in un clima di gioia e amicizia. Natale è per noi una festa molto importante e un’occasione dove ognuno torna nella propria città d’origine per stare con gli amici e parenti. Nelle scuole Cristiane il Natale è accompagnato da vari eventi e recite sulla nascita di Gesù. Anche da noi, Babbo Natale è un personaggio molto atteso da tutti i bambini. A Natale le chiese sono ancora più belle, decorate con luci, grosse stelle sul tetto e l’albero di Natale. A mezzanotte tutti noi (anche le persone delle altre religioni) andiamo per la messa, indossando i vestiti nuovi. Durante la messa vengono cantate le canzoni di Natale per glorificare il Signore. Dopo la messa ci scambiamo gli auguri e i dolci in un clima di gioia, mentre il cielo è illuminato dai fuochi d’artificio. Il 25 Dicembre, dopo la messa della mattina si festeggia, cucinando e condividendo il cibo e i dolci con le persone che appartengono alle altre religioni. Questo fatto ha un significato molto bello perché condividendo la nostra gioia in questo modo, manteniamo la tradizione. Per avere la gioia nel nostro cuore dobbiamo mettere Gesù al centro della nostra vita e in ogni attività che facciamo. Solo così la nostra celebrazione sarà ricca e la gioia del Natale sarà sparsa in tutto il mondo. Vi auguro Buon Natale e Felice Anno Nuovo Il Vostro Amal. 6 INCONTRO 5 MINUTI CON GESù: I BAMBINI PREGANO COSì Caro gesù tu riesci sempre a stupirmi. Ogni volta che vado in un posto nuovo non so cosa dire. È sempre tutto bellissimo. Ti ringrazio per tutte le cose belle che hai creato. Arianna avermi dato una famiglia che mi vuole bene, bella, gentile che non mi lascia da sola. Signore ti lodo oggi perché non mi hai lasciato sola nei momenti più, tristi e brutti. Signore ti lodo oggi con affetto, amore, gioia e felicita perché ricordando il battesimo con te mi hai fatto felice. Grazie gesù. Gaia Cavenaghi Grazie dio per tutto quello che ci hai donato: il cibo, la casa e tante di quelle cose che non ci ricordiamo ma soprattutto grazie per la mia famiglia. Amen. Luca Mottadelli Ringrazio il signore per le belle cose del creato e delle persone che aiutano i poveri. Andrea, Matteo, Francesco Monguzzi Ti ringrazio signore per avermi donato una famiglia l’intelligenza e la salute e tanti amici con cui giocare. Con questa preghiera volevo chiederti di aiutare quei bambini che sono meno fortunati di me. Amen. Christian Lucante Grazie gesù per il padre nostro. È una preghiera bellissima. Cristian Arosio Signore ti ringrazio perché nel momento più difficile tu ci sei sempre stato vicino soprattutto alla mia nonna che ha perso il suo compagno di vita. Irene Mauri Signore ti lodo oggi per avermi dato amici che mi vogliono bene e per me e’ la cosa più bella. Signore ti lodo oggi per LETTERA DALLA MISSIONE Carissimo don Giuseppe, come stai? Io sto bene, adesso sono in un Diocesi nuovo dove PIME ha appena iniziato la sua missione, si chiama Arcidioscesi Madang. Recentemente il mio vescovo mi ha nominato come vice parroco poi dopo sei mesi diventerò parroco in una parrocchia che è un po lontano. Si chiama Bosmum. Ci vogliono 6 ore con la macchina per andare là dalla città. Ricordatevi che non abbiamo ancora la strada. Adesso fa molto caldo. Come dicevo non abbiamo l’elettricità, durante la giornata usiamo energia solare. Ci sono tante zanzare e c’è la possibilità di prendere la malaria. Ci sono 3000 abitanti che abitano alla riva del lago. Sono molto contento per essere stato (vissuto) con voi per alcuni mesi, anzi alcuni fine settimana. Grazie di cuore per tutto, spero che ci sentiamo ogni tanto. Salutami tutti i parrocchiani, sono vicino a voi con la mia preghiera. Pregate per me e per la mia missione nuova. Grazie ancora e Buon Natale! P. Suresh Kumar Gorremucchu PIME Catholic Archdioces of Madanga – Bosmun Parish P.O. Box 750 - Madang province – Papua Nuova Guinea 7 INCONTRO Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere "prossimi", dei più piccoli e abbandonati. A dare loro una speranza concreta. Non soltanto dire: Coraggio, pazienza!….La speranza cristiana è combattiva, con la tenacia di chi va verso una meta sicura” (Papa Francesco, Angelus 6 settembre 2015) di migranti non identificati. Il sistema previsto degli hotspot gestiti dall’UE dovrebbe ovviare a questo. Perché il governo di questo fenomeno è ancora così difficoltoso? Perché è un cambiamento epocale ancora non supportato da una normativa uniforme e adeguata. La legislazione in materia è motivo di dibattito continuo per le diverse visioni politico-culturali in gioco. Cosa accomuna chi arriva qui da noi? Ferite profonde. Chi viene dalla Libia non è segnato solo da un viaggio rischiosissimo, ma spesso da esperienze di carcere e torture. Le donne sono per la maggior parte, se non tutte, vittime di stupro. Per chi giunge da Siria e Iraq il ricordo di guerra e persecuzioni resta indelebile. Come viene usata la quota di 35 euro procapite prevista per legge? La quota, erogata a seguito di gare pubbliche, ai gestori delle strutture di accoglienza, copre: il pocket money consegnato a ogni ospite di 2,50 euro e poi il vitto, l’alloggio, beni di prima necessità e le spese di gestione degli ambienti e del personale a carico del gestore. Margini di guadagno sono possibili solo quando le strutture hanno oltre un centinaio di posti letto. Ma su questo devono esercitare un controllo rigoroso le prefetture. La quota è garantita dall’Italia e integrata da risorse dell’UE. Per l’Italia gli immigrati sono solo un costo? Basti un dato: il bilancio tra tasse pagate dagli immigrati e spesa pubblica per l’immigrazione è in attivo di +3,9 miliardi di euro. Il Pil creato ogni anno dai lavoratori stranieri ammonta a 125 miliardi di euro, pari all’8,8% del totale nazionale. A chi ritiene che vadano aiutati prima gli italiani poveri e poi gli stranieri, come risponde? Davanti a persone indigenti che chiedono aiuto si possono fare gerarchie? Sembra un’obiezione che perde di vista il senso di comunità e società civile. Profughi e noi. Tutti sulla stessa strada: con questo titolo la Campagna Tende Fondazione A.V.S.I quest’anno, in collaborazione con Caritas Ambrosiana, Fondazione Progetto Arca, Associazione Pro Terra Sancta, propone di farsi compagni almeno per un tratto di strada di chi è costretto da guerra, violenza e disastri naturali a lasciare tutto per mettersi in cammino verso un luogo sicuro. Profughi e noi è un invito a vivere da protagonisti questo tempo di cambiamento radicale. Senza l’ambizione di salvare noi il mondo, ma con l’umiltà di chi desidera assecondare la realtà e rispondere alle sue provocazioni. Giancarla Boreatti, responsabile del Servizio Migrazioni del Comune di Milano per vent’anni, oggi coordina il Network #ProfughiEnoi, servizio presente in AVSI. Il Papa ha lanciato un appello all’accoglienza che è anche una sfida. Come starci di fronte? Dopo un primo smarrimento, siamo chiamati a prendere sul serio la proposta del Papa e a studiare come rispondere concretamente. Ci chiede un cammino di studio, una disponibilità al cambiamento e di messa in gioco anche culturale. E soprattutto non si può affrontare questo invito in solitudine né partire da un approccio sentimentale. È una sfida che ha i germi di una nuova profezia. Cosa spinge un numero così grande di persone a lasciare la propria casa fino a lambire le nostre? Conflitti, forte instabilità politica e motivi “economici”. La povertà morde la carne al punto da spingere a cercare un lavoro e una vita dignitosa altrove. Cosa accade quando arrivano in Italia? Lo Stato ha istituito dei centri per la prima accoglienza, per le procedure per l’identificazione e la domanda di protezione internazionale. Chi sceglie di chiedere la protezione viene accolto nel sistema SPRAR (se ci sono posti). Chi invece si allontana volontariamente, perde questo diritto. Sino a qualche tempo fa è stato di fatto “tollerato” il transito In occasione della campagna Tende 2015-2016 I volontari A.V.S.I Biassono invitano alla: GRAN TOMBOLATA Mercoledi 6 gennaio 2016 alle ore 15 Salone Oratorio Femminile 8 INCONTRO DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO... Voluto fortemente da tutti, dal 5 di Dicembre è attivo presso il centro di ascolto Caritas San Martino Vescovo un Punto Pane dove viene distribuito gratuitamente a chi è in difficoltà il pane che alcuni volontari raccolgono grazie all'accordo con quattro negozi di Biassono. Si tratta di pane fresco che alla sera avanza ai negozi e che non può essere rivenduto. Alcuni volontari poi lo distribuiscono il giorno successivo. Il volantino indica i giorni della distribuzione. Si tratta di... surplus....quante suggestioni, quanti pensieri, tutti noi conosciamo il numero di programmi televisivi che trattano di cucina, tutti noi conosciamo il problema del cibo avanzato buttato nell'immondizia, personalmente ho in mente alcune donne straniere al mare che recuperano dal cassonetto piazzato vicino alle bancarelle nei giorni di mercato la verdura scartata che viene immediatamente ripulita togliendo le foglie rovinate. Tutti noi sappiamo che ci sono alcune organizzazio- ni che ritirano dai supermercati i cibi che sono ormai prossimi alla scadenza per rifornire le mense dei poveri, bellissime iniziative. Da qui il nostro pensiero natalizio, perché invece di pensare a Master Chef , questo ...surplus... non lo mangiamo noi? faremmo una vita più evangelica e con quello che risparmiamo potremmo aiutare i poveri che alla prima difficoltà rischiano di trovarsi in strada. Naturalmente è solo una natalizia provocazione ma chi ha orecchi per intendere intenda. Tanti cari auguri a tutti Gianpiero Moro Caritas PUNTO PANE Distribuzione gratuita del pane agli utenti Caritas a partire da sabato 5 Dicembre 2015 MERCOLEDÌ - dalle 9.00 alle 10.00 VENERDÌ - dalle 9.00 alle 10.00 SABATO - dalle 15.30 alle 17.30 DIFESA DELLA VITA E LIBERTà DI EDUCAZIONE In relazione a questi temi di grande attualità riprendiamo i discorsi che Papa Francesco ha rivolto, nel corso di udienze concesse nell’aprile 2014, al Movimento per la Vita ed all’Ufficio Internazionale Cattolico per l’Infanzia (BICE). All’Ufficio Internazionale Cattolico dell’Infanzia il Papa ha ricordato come «occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare in relazione alla mascolinità e alla femminilità di un padre e di una madre». Casomai non fosse chiara l’allusione a chi propone forme diverse di famiglia, e insegna a forza ai bambini ideologie «alternative», il Pontefice ha invitato a «sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli». «A questo proposito – ha aggiunto – vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico’”». Su questi argomenti Papa Francesco è tornato anche nella conferenza stampa che si è tenuta durante il viaggio di ritorno dalla visita pastorale nelle Filippine, il 19 gennaio 2015, evidenziando il pericolo che oggi corriamo di incappare in una “colonizzazione ideologica” imposta a tutti da poteri forti che può far perdere al popolo la propria cultura, la propria identità e la propria libertà. Nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium Francesco ha affermato che il numero ormai spaventoso di aborti «grida vendetta al cospetto di Dio», «offende il Creatore dell’uomo». Al Movimento per la vita il Papa ha detto che «la vita umana è sacra e inviolabile. Ogni diritto civile poggia sul riconoscimento del primo e fondamentale diritto, quello alla vita». Oggi un’ideologia di morte «considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo; un bene di consumo che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio a quella cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa. E così viene scartata anche la vita». Questo insegnamento, ha ricordato il Pontefice, è declinato nella Evangelii gaudium anche con riferimento all’economia e alle politiche che «scartano» i poveri: ma si tratta sempre di richiamare «norme etiche elementari» che derivano da una nozione di «natura umana sempre più trascurata». «Occorre pertanto ribadire la più ferma opposizione ad ogni diretto attentato alla vita, specialmente innocente e indifesa, e il nascituro nel seno materno è l’innocente per antonomasia. Ricordiamo le parole del Concilio Vaticano II: “La vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; l’aborto e l’infanticidio sono delitti abominevoli”». 9 INCONTRO 8 DICEMBRE 2015 Festa dell'adesione all'azione cattolica "CI STA A CUORE!" Come ogni anno, la festa dell’adesione dell’8 dicembre offre l’opportunità all’Azione cattolica di ridire pubblicamente il significato e le ragioni della scelta che ciascun socio compie di anno in anno, decidendo di camminare dentro la Chiesa e nel mondo, condividendo in maniera forte con altri laici la responsabilità per la missione evangelizzatrice. la bellezza di un modo di vivere la Chiesa che arricchisce la vita di tante persone, di tante famiglie, di tante comunità. “La passione per la città ci spinge ad essere sempre più un’ AC in uscita, che si spende con generosità per il bene comune. Desideriamo essere testimoni del bene reale che già c’è nei nostri territori ed essere missionari del bene possibile che, con il nostro piccolo ma indispensabile contributo, possiamo costruire. Insieme! Perché ogni vita ci sta a cuore “ E….ci stai a cuore anche tu, sì, proprio tu! E.L. L’Adesione è un sì pronunciato in occasione della festa dell’Immacolata che ci riporta al sì detto da Maria all’angelo; da quel primo sì al piano di Dio discendono tutti gli altri sì che noi uomini, nella nostra libertà, possiamo dire per orientare al bene la nostra vita Questo 8 dicembre, inoltre, giunge in una giornata particolarmente significativa perché coincide con l’apertura dell’Anno Santo della Misericordia che Papa Francesco ha voluto donare a tutta la Chiesa. Un dono che chiede anche all’Azione cattolica di ripensarsi e rimettersi in gioco per accogliere l’invito forte che giunge da questo tempo straordinario: compiere una conversione che apra il cuore e la mente per consentirci di vedere le sofferenze, le attese di bene e la ricerca di felicità di chi vive accanto a noi, senza ergere barriere difensive, senza preoccuparci di raggiungere particolari obiettivi, senza temere di sbilanciarci in avanti. Con questo spirito anche nella nostra comunità pastorale è stata celebrata la giornata dell’adesione durante la messa animata da adulti e ragazzi dell’ACR con il significativo rito della benedizione delle tessere. Al termine della messa i soci si sono ritrovati in oratorio a Sovico per il pranzo preparato in collaborazione tra adulti, giovani educatori e ragazzi. È seguito un momento di preghiera unitaria guidato dall’ assistente don Luigi e in fine la proiezione di un filmato sul cammino di Campostela, realizzato da un socio pellegrino. Così si è conclusa la festa, un’occasione in più per raccontare 10 INCONTRO VIAGGIANDO VERSO...TE Ora non ci resta che augurarci che il treno dell'A.C.R. possa accompagnare, sempre meglio, al passo coi tempi, tanti ragazzi all'incontro con Gesù Bambino. Buon viaggio e Buon Natale L'ambientazione dell'anno, il viaggio in treno, rende bene l'immagine di come i ragazzi dell'A.C.R. vorrebbero raggiungere ogni stazione, essere capaci di portare tutti alla stazione centrale, ma anche di arrivare a tutte le periferie. Siamo quindi partiti alla grande con un “vagone ristorante” alla Festa dell'Oratorio e poi il viaggio e' continuato con la festa del ciao. A.C.R. Domenica 31 Gennaio FESTA DELLA SACRA FAMIGLIA Alle ore 11.30 S.Messa durante la quale festeggeremo gli anniversari di matrimonio. A seguire Pranzo in oratorio maschile 11 INCONTRO PELLEGRINAGGIO AD ASSISI La gioia dei ragazzi Preado di seconda media vocazione attira la nostra attenzione. Il volto di Cristo ha gli occhi aperti. Una croce che non narra solo della morte, ma che parla di resurrezione. Ai nostri ragazzi un frate francescano ha consegnato questo prezioso messaggio: “essere fedeli a Cristo significa sorridere alla vita e aprire continuamente gli occhi verso il mondo che ci circonda, non arrivare ad annoiarsi e a vivere con tristezza il dono più grande che Dio ci ha fatto che è la vita”. Ringraziamo San Francesco e Santa Chiara per essere diventati amici dei nostri ragazzi. Quando un viaggio inizia anche le ore di pullman diventano preziose: si condivide uno spazio talmente piccolo che risulta impossibile non comunicare con chi è seduto accanto. Puoi proiettare un film o mettere un sottofondo musicale, ma i volti dei viaggiatori sono impegnati ad osservarsi a vicenda. Le cose superflue passano in secondo piano. Il viaggio verso Assisi è stato segnato da queste caratteristiche. I ragazzi erano entusiasti di muoversi verso luoghi altri rispetto alla loro quotidianità ed erano estremamente impegnati a raccontarsi un sacco di cose, quasi come se fossero passati anni dall’ultima volta che si erano incontrati. Anche gli sguardi di noi educatori erano impegnati a osservare i ragazzi e ad ascoltare le loro parole. Un gesto di attenzione come questo è risultato essenziale per dare inizio a questa esperienza. Assisi ci ha accolti con un clima Natalizia spettacolare che ha scaldato da subito i nostri cuori. La piccola cittadina è circondata infatti da una cornice naturale che non può che creare una sensazione di pace interiore. Osservando Assisi e il contesto nella quale sorge riesci a rileggere umanamente la storia di vita del santo protettore della nostra nazione. Abbiamo visitato i luoghi significativi della storia di san Francesco e di Santa Chiara. Le omonime basiliche e il piccolo e intimo eremo di san Damiano. Un crocifisso appeso alle pareti di questa chiesetta dove san Francesco inizia la sua Don Simone 12 INCONTRO CELEBRAZIONE DELLA DIVINA LITURGIA IN RITO BIZANTINO-SLAVO In parrocchia a Biassono domenica 17 Gennaio Celebrazione della Divina Liturgia in rito bizantino-slavo: l’unità della Chiesa, il sacramento della misericordia che Dio ha offerto al mondo del Vangelo, e la liturgia dei fedeli, che comprende la recita del Credo, la consacrazione, il Padre Nostro e la comunione. Questa divisione si ritrova pure nella struttura della Santa Messa, composta da liturgia della Parola e liturgia Eucaristica. La Divina Liturgia è inoltre preceduta dal rito della Proscomidia, ossia dalla preparazione dei doni eucaristici su un piccolo altare laterale. Questo rito, il cui formulario non è qui riportato, è celebrato in forma privata dai ministri e ripropone in forma simbolica i misteri della Natività di Cristo e della sua Passione e, a partire dalla Madre di Dio e dal Battista, fa memoria dei santi, dei vivi, dei defunti e dei presenti. L’ aspetto musicale. Una particolarità è quella che esclude la presenza di strumenti musicali (come nell’antica tradizione della Chiesa indivisa): solo la voce dell’uomo, creato ad immagine di Dio, è degna di cantare la Sua lode nell’Ufficio Divino. Il canto attraversa così integralmente e senza interruzioni l’ufficiatura liturgica: la tradizione prevede la presenza di uno o due cori, che, assieme al popolo, celebrano i riti con gli altri ministri. La forma di preghiera che più coinvolge il popolo è quella litanica, della quale tutta la liturgia è costellata. .Iconostasi Nelle chiese bizantine il presbiterio è separato dalla navata da una vera e propria parete di icone chiamata iconostasi; in questa parete sono presenti tre porte attraverso le qual i celebranti entrano ed escono in diversi momenti della Liturgia, nella nostra parrocchia, durante la celebrazione, verranno poste delle Icone a richiamare questa parete. La liturgia, inoltre, si compie nel movimento. Le incensazioni, le litanie, la proclamazione della Parola e alcune parti compiute dal sacerdote coinvolgono tutto lo spazio della Chiesa nell’azione liturgica. I movimenti più significativi sono il piccolo e il grande Ingresso, due brevi processioni fra le porte dell’iconostasi durante le quali i celebranti portano nell’assemblea rispettivamente, il libro dei Vangeli e i doni eucaristici da consacrare. In entrambi i casi è Cristo stesso ad essere presentato, prima nella sua missione - che coincide con la vita pubblica e l’annuncio del vangelo - poi nel suo ingresso a Gerusalemme per esservi immolato. Anche quando escono il Sacerdote e il Diacono con il Calice colmo delle specie eucaristiche (il Pane e il Vino consacrati, e distribuiti sempre uniti ai fedeli) rappresenta il momento dell’incontro del Risorto con le Mirofore e gli Apostoli, mentre la conclusione della distribuzione della Comunione, con il rientro dei Ministri nel Santuario, rappresenta il ritorno di Cristo al Padre. Tutti questi elementi conferiscono alla celebrazione liturgica una particolare solennità. E’ un rito che, oltre alla razionalità, coinvolge i gesti, il sentimento, tutta la persona, attraverso la bellezza della forma e il profondo significato di ogni gesto. Domenica 17 gennaio alle ore 11.30 verrà celebrata nella nostra parrocchia la Divina Liturgia in rito bizantino slavo. La celebrazione, a cura del centro Russia Cristiana fondato nel 1957 da Padre Romano Scalfi, si colloca a ridosso della settimana ecumenica per l’unità delle chiese che tutti gli anni, dal 18 al 25 gennaio, vede impegnate tutte le chiese cristiane in gesti e momenti che portino all’attenzione il tema dell’unità dei cristiani, come dono offerto a un mondo sempre più diviso e dilaniato, un mondo che ha sempre più bisogno delle presenza viva, fraterna, misericordiosa dei cristiani. Il tema della settimana ecumenica 2016 è tratto dalla prima lettera di san Pietro apostolo “Chiamati ad annunciare a tutti le meravigliose opere di Dio”. La Divina Liturgia che celebreremo vuole essere un momento di incontro, di conoscenza, di amore per una tradizione, quella bizantina, ricca di bellezza e di profonda intimità con Dio; un momento che, quindi, ci viene donato per chiedere il dono dell’unità e per accrescere in ognuno la consapevolezza di quanto oggi questo dono sia necessario per il bene di tutti. "Divina Liturgia" è il nome che viene dato – presso le Chiese ortodosse e cattoliche orientali di tradizione bizantina – alla celebrazione dell’Eucaristia, e dunque corrisponde alla santa Messa (comunione compresa) a cui i fedeli della chiesa cattolica latina sono soliti partecipare. Bizantino si dice il rito che, derivato dalle usanze liturgiche già presenti in Antiochia di Siria nel IV secolo, andò successivamente sviluppandosi a Costantinopoli, l’antica Bisanzio, capitale dell’Impero Romano di Oriente. Questo rito è celebrato sia dalle Chiese ortodosse, che dalla Chiesa cattolica di rito bizantino, presente in molti paesi tra cui Ucraina e Romania. Il rito Bizantino, i cui testi erano originariamente composti in greco koiné, ossia nella medesima lingua dei Vangeli, è stato introdotto presso le popolazioni slave e tradotto sin dal IX secolo nella loro lingua grazie alla missione dei santi Cirillo e Metodio, che assieme a san Benedetto sono venerati come patroni d’Europa. Il Rito bizantino è dunque un patrimonio spirituale comune alle Chiese cattolica e ortodossa, che dopo lunghi secoli di divisione sono ora in cammino verso una sempre maggiore condivisione del desiderio di unità tra i credenti, espresso da Cristo durante l’Ultima Cena. La Liturgia bizantina presenta due parti fondamentali, la cui scansione risale all’uso liturgico della Chiesa indivisa del primo millennio: la liturgia dei catecumeni, che si conclude col canto 13 INCONTRO LA SCHOLA CANTORUM DI BIASSONO Propone Mercoledi 23 dicembre - ore 21.00 Chiesa Parrocchiale "VENI, VENI EMMANUEL" Momento di Meditazione Musicale con letture e canti in preparazione al Santo Natale Le serate saranno guidate dalla dott.ssa: Ylenia Beretta - psicologa dell'infanzia per info: Giussani Marta - [email protected] Motta Cristina - [email protected] 14 INCONTRO ACCOGLIAMO CON GIOIA DON ANGELO VIGANò NELLA NOSTRA COMUNITÀ PARROCCHIALE SPAZIO APERTO: CI SIAMO FINO ALL'ULTIMO! Vi piacerebbe passare un veglione di fine anno all'insegna della semplicità e dello stare insieme tranquillo e cordiale? Vi piacerebbe partecipare a una festa di capodanno nella quale vivere un bel momento di amicizia; una serata insieme semplice e gioiosa, dove non si rischi di sconfinare negli eccessi o in un'abbuffata sui generis, ma si possa invece vivere una bella occasione di divertimento intelligente e festa in unità, accoglienza e incontro? Se la vostra risposta è sì, o siete anche soltanto un po’ curiosi della proposta; se per giunta già vi stavate preparando all’ennesimo noioso e scontato “Ultimo dell’anno” all’insegna della noia, della solitudine o del “Non so proprio dove andare” … Cambiate programma e venite con noi: quest’anno, per la prima volta, spazioaperto vi invita a vivere insieme il veglione di capodanno tutti insieme! Un capodanno in famiglia semplice e allegro, fatto di incontro e di armonia. Il tutto a costo zero; se siete interessati… Ecco la nostra proposta. Per la notte del 31 dicembre vi proponiamo, nel salone dell’oratorio femminile di Biassono-via don Beretta, un veglione sullo stile noto di spazioaperto. La serata quindi non è solo per giovani o per famiglie, ma è per tutti quanti lo desiderino, senza limite di età. Il tutto avrà inizio alle ore 20,00 con una breve preghiera iniziale, all'insegna della massima libertà di partecipazione. A seguire: cena condivisa; una divertente tombolata; spazio giochi per bimbi; brindisi di mezzanotte; buona tavola, canzoni, chiacchierate serene; disco-music anni ’80 per i nostalgici dei village people e dei duran duran, musiche anni ’60 per i più romantici e i “Diversamente giovani”; e la cappella aperta tutta notte per chi volesse trovare un momento di ringraziamento e silenzio a tu per tu con Dio. Si può tenere Gesù in mezzo durante una notte di festa di capodanno? Sì, non solo si può: si deve! Ricordiamoci che "Messia", in ebraico, significa anche "Gioia". E noi questa gioia intendiamo viverla insieme in allegria. Costo di partecipazione al veglione: zero euro, perché i partecipanti sono invitati a portare da casa qualcosa da mangiare e/o da bere, da condividere in amicizia con tutti gli altri. Insieme è più bello! Stiamo studiando la possibilità di un aiuto automobilistico per chi volesse partecipare alla festa, ma fosse in difficoltà per raggiungere l'oratorio femminile: ce lo faccia sapere senza problemi, cercheremo di organizzarci. Per partecipare al veglione non serve iscrizione, si può anche arrivare all’ultimo momento senza preavviso: noi accogliamo tutti a braccia aperte. A chi invece già da ora pensasse di partecipare al nostro capodanno in famiglia, chiediamo la cortesia di contattarci, solo per avere un’idea di massima di quanti saremo. Bene, la proposta è lanciata e noi aspettiamo riscontri. Buone feste e buon anno… Insieme è più bello!!! 15 INCONTRO Natale 2015 Oggi è apparsa in questo cielo una luce senza velo un evento annunciato da scritture predicato una luce tanto intensa da fissare l’esistenza per lasciare al pensiero uno spazio puro e vero e trovar nella memoria la sua storia cominciata sulla terra equilibrata dove l’uomo era signore e parlava al Creatore Quel giardino a lui donato meraviglia il creato oggi l’uomo ha trasformato e così madre natura vien ridotta a bruttura perché in nome del progresso ogni eccesso vien permesso e ricorrere ai ripari noi s’incontran gran divari Ci son guerre migrazioni alluvioni e povertà esse portano sconforto alla nostra società Grazie a te Gesù Bambino oggi torna lo splendore la promessa si è incarnata e quel Dio che solo è amore ci ricorda nel profondo salva l’uomo e il suo mondo costruisci relazioni e saranno buone azioni e sarete miei strumenti nella cura degli eventi e il dono della pace sulla terra inonderà per diffondere armonia in giustizia e carità. “ O cieli, stillate rugiada, dalle nubi discenda giustizia; si schiude la terra è nato il Salvatore” L'Azione Cattolica augura a tutti un sereno Natale 16