XXII.
Giovan Battista Caccialupi biografo*)
Von
Domenico Maffei
Le grandi linee della vita del Caccialupi si lasciano ricostruire con qualche nitidezza. S e c o m e scrive nel De modo in iure studendi,
egli prese a stu-
diare il diritto civile nel 1441, G i o v a n Battista nacque verosimilmente intorno al 1425 1 ) a San Severino nella Marca d ' A n c o n a , forse p o c o più che
quindicenne 2 ) fu scolaro a Perugia sotto i celebrati Giovanni di Petruccio
Montesperelli e A n g e l o Perigli, una volta dottore divenne presto una stella
dell'allora fiorentissimo Studio di Siena che abbandonò molto tardi e soltanto per cedere alle lusinghe dell'inclita R o m a papale, si spense nell'Urbe
p o c o più che settantenne il 2 3 luglio 1496, esattamente or sono cinque se*) Lego alla memoria di Gérard Fransen, l'indimenticabile amico da me commemorato nella passata annata di questa medesima rivista, le pagine presenti, tal quali
sono state lette il 12 ottobre 1996 a San Severino Marche, ad apertura del Convegno
di studi su Giovan Battista Caccialupi nella ricorrenza del quinto centenario della sua
morte. La mia comunicazione troverà posto anche nel progettato volume contenente
gli atti del convegno.
') Altri autori hanno pensato ad una data di qualche anno anteriore: G. D ' A m e l i o , Caccialupi Giovanni Battista, Dizionario biografico degli Italiani 15 (Roma
1972) 790, che si è espressa più di recente sul punto, pur priva di valide pezze d'appoggio lo vorrebbe nato addirittura negli "ultimi anni del primo decennio" del
Quattrocento. Dall'erudizione più antica si era tuttavia osservato che egli morì di anni
72 circa, il che fermerebbe la data della sua nascita per l'appunto ad un anno vicino al
1425: cf. quel che è stato, con tutte le sue inesattezze, forse il migliore dei suoi biografi, G. M a r g a r u c c i , Cenni biografici di alcuni uomini illustri settempedani, MS
Bibl. Comunale di San Severino Marche, Arm. II η. 51, cc. η. η., ad nomen.
2
) Età tutt'altro che eccezionale: esempi, da ultimo, in D. M a f f e i , Di un inedito
"De modo in iure studendi" di Diomede Mariconda, Con notizie su altre opere e lo Studio di Napoli nel Quattrocento, Rivista internazionale di diritto comune 2 (1991) 28 s.,
ripubbl. in Studi di storia delle università e della letteratura giuridica (Bibliotheca Eruditorum 1, Goldbach 1995) 320* s.
Unauthenticated
Download Date | 4/13/16 2:24 PM
Giovan Battista Caccialupi
393
coli dal momento in cui io scrivo queste righe. Su più minuti particolari relativi alla sua esistenza non si vuole qui indugiare. La sua biografia potrà di
certo giovarsi di altri scavi 3 ), ma è soprattutto la sua opera che ha necessità
di essere ricomposta, esaminata da vicino e collocata nel suo tempo. Le pagine dei nostri antichi giureconsulti, accolte in quel che si ama definire, in
modo da questo rispetto più che eloquente, il "sistema del diritto comune",
poco tradiscono delle occasioni concrete che le hanno originate e solo di
rado sfuggono ad una rappresentazione astratta di per sé nemica della loro
piena comprensione. In attesa di più ampi restauri dell'opera complessiva
del maestro settempedano, tenterò di restituire alla sua dimensione storica il
suo scritto più fortunato, il De modo in iure studendi o, come si legge in testa al suo primo incunabolo, il De modo studendi et vita doctorum
tractatus,
soffermandomi in particolare su quanto si cela sotto l'etichetta vita doctorum.
Non sono molte le opere delle età passate che consentono di essere precisi
sulle circostanze, il luogo e il tempo della loro redazione quanto questo testo
del nostro giureconsulto. Ne fu infatti culla lo Studio di Siena nel mese di
aprile del 1467 4 ), durante le ferie pasquali. Quella data si colloca nell'arco di
un decennio, poco più poco meno, nel quale vedono la luce almeno tre scritti
dedicati agli scolari, ai docenti e in genere agli studi di diritto5). Elaborati, a
3
) Per ora si terranno presenti soprattutto la già citata D ' A m e l i o (supra nt. l ) e D .
M a f f e i , Il giovane Machiavelli banchiere con Berto Berti a Roma (Firenze 1973), ad
ind. nom. Due date precise rompono in ogni caso il silenzio che circondava l'attività
del Caccialupi dopo il 1441, anno d'inizio dei suoi studi a Perugia, e il 1451, anno in
cui si apre la sua lunga carriera senese: nel 1443 egli scrive, studente, le recollectae
del suo maestro Giovanni di Petruccio Montesperelli (si veda l'epistola indirizzata al
lettore premessa all'edizione di Venezia 1590 del vol. I, ed unico, dei Consilia del giureconsulto perugino: "In j f . etiam veteri, in princ., ita de eo scriptum est: Istae sunt
recollectae scriptae per me Io. Baptistam Baldassaris de Sancto Severino sub celeberrimo viro legumque Doctorum Monarcha D. Io. Petrutii de Nobilibus de Montesperello anno 1443" ; cf. Il giovane Machiavelli 76), nel 1448 egli, evidentemente già
laureato, è a Roma giudice collaterale della Curia Capitolina ; cf. N. Del Re, La Curia
Capitolina e tre altri antichi organi giudiziari romani (Collana della Fondazione Marco
Besso 13, Roma 1993) 93.
") Non convince la proposta avanzata dalla D ' A m e l i o 791 di considerare, in
alternativa all'aprile del 1467, la fine del 1466. Varianti della data della Glossa accursiana tenuta presente dall'autrice ho comunque registrato infra a proposito del testo
trasmessoci dalla stampa del 1472 (sotto il nu. 3).
5
) Quanto segue è ripreso dal mio saggio Di un inedito "De modo in iure studendi"
(cit. supra nt. 2) 12 ss. = 304 ss., che contiene altre informazioni su tali scritti e rinvìi
bibliografici. Uno sguardo d'insieme ha apprestato D. G i r g e n s o h n , Anleitungen
zum Studium der Jurisprudenz an den Universitäten des späteren Mittelalters, in corso
Unauthenticated
Download Date | 4/13/16 2:24 PM
394
Domenico Maffei
quel che sembra, l'uno indipendentemente dall'altro e comunque per stile,
organizzazione ed elezione delle singole materie, l'un dall'altro diverso, i
primi due escono dalla penna di affermati maestri operosi in due celebri università, il più antico per l'appunto per mano del Caccialupi a Siena, il secondo
a Padova a cura di Gian Giacomo Can nel 1476. Giovandosi dell'ormai trionfante arte tipografica, i due trattati conoscono una diffusione pressoché immediata : quello di Giovan Battista Caccialupi, nei primi anni divulgato anche a penna, è presto accolto in un volume miscellaneo apparso a Venezia nel
1472 per i tipi di Giovanni da Colonia e Vindelino da Spira e quindi ripetutamente ristampato ; l'altro del Can è, secondo tutte le apparenze, direttamente
presentato a stampa nello stesso 1476 e prima della fine del secolo va sotto i
torchi altre quattro volte. Il terzo scritto, racchiuso in un codice conservato in
Spagna a Saragozza, è dovuto alla solerzia del giurista partenopeo Diomede
Mariconda ed è da riportare, con notevole approssimazione, agli anni
1471-1482. È forse il primo fra tutti i trattati sul tema a rivelare una forte
dipendenza dal Caccialupi o dalle fonti da questi utilizzate. Andava intanto
occupandosi delle stesse materie un coetaneo del maestro di San Severino, il
giurista padovano Battista o Giovan Battista da Sambiagio6) vissuto fra il
1425 circa e il 1492, la cui opera tuttavia, per non essere stata ancora ritrovata, sfugge per ora a qualsiasi tentativo di datazione.
Il De modo in iure studendi di Giovan Battista Caccialupi è quale lo
poteva concepire e comporre un maestro del diritto comune, pur nella considerazione delle differenti personalità degli autori nella linea, cioè, degli
altri trattati in materia. La sezione più originalmente ideata7) nella fatica del
luminare marchigiano è costituita da quella recensio iureconsultorum o vita
doctorum della quale rende già, significativamente, avvertiti l'intitolazione
dell'incunabolo del 1472. A non voler tener conto degli spunti di un Giovanni d'Andrea e di altre minori presenze8), la letteratura giuridica poteva
di publicazione nei Proceedings of the Ninth International Congress of Medieval Canon Law, München 1992 (testo cortesemente mostratomi in dattiloscritto dall'autore).
6
) Sudi lui si vedano M. Picei aluti, Battista da Sambiagio, Dizionario biografico
degli Italiani 7 (Roma 1965) 253-256, in particolare 255 s. per il De studio legali adipiscendo, ed A. B e l l o n i , Professori giuristi a Padova nel secolo XV, Profili bio-bibliografici e cattedre (lus Commune, Sonderhefte 28, Frankfurt am Main 1986)
251-254.
7
) Cf. anche G i r g e n s o h n , Anleitungen (cit. supra nt. 5), sotto il nu. 11.
8
) Dati in F. Patetta, Storia del diritto italiano, Introduzione, ed. postuma ampliata
da L. B u l f e r e t t i (Torino 1947) 245 ss. L'opera di Guglielmo da Pastrengo, che vi è
fra altre citata, ha meritato di essere riedita criticamente, di recente, a cura di G. Bottari (Studi sul Petrarca 21, Padova 1991).
Unauthenticated
Download Date | 4/13/16 2:24 PM
Giovan Battista Caccialupi
395
vantare in argomento un solo precedente che, illustre quanto si vuole, deve
aver tuttavia conosciuto una diffusione assai limitata tanto da non esserci
stato tramandato o da essere ancora sommerso nell'oceano degli inediti celati in tanti codici non ancora esplorati. È lo scritto presumibilmente assai
breve, il che ha favorito la sua forse solo temporanea scomparsa, che è attribuito al sommo giurista perugino Baldo degli Ubaldi (f 1400) sotto il
titolo Tractatus de commemorationefamosissimorum
doctorum. L'opuscolo
baldesco fu sotto gli occhi di colui che è reputato il fondatore o comunque
maggior esponente della bio-bibliografia giuridica fra Medioevo e prima età
moderna, Tommaso Diplovatazio ( t 1541). Ma, fatta salva la possibilità di
un giudizio diverso imposto dalla riemersione delle righe di Baldo o messe
sotto il suo nome 9 ), ancor più lo fu forse l'impresa del maestro settempedano, vero vigoroso pioniere di un genere letterario cui l'avvenire avrebbe
riconosciuto importanza.
E stato suggerito che il trattato di Giovan Battista Caccialupi sia da considerare come "die früheste Studienanleitung, die wahrscheinlich direkt für die
Drucklegung verfaßt worden ist'" 0 ). Di certo l'opera apparve quando la
stampa a caratteri mobili era stata appena introdotta, ma è altrettanto sicuro
che la sua diffusione fu in prima battuta manoscritta. La ricerca ci ha finora
restituito sei testimoni, quattro de me già segnalati in passato - due in codici
del Collegio di Spagna di Bologna, altro nell'Ottoboniano latino 1928 della
Biblioteca Apostolica Vaticana, altro ancora nella fiorentina Riccardiana 1 ') - ,
i restanti due emersi in un manoscritto della University Library di Manche9
) L'assenza di un qualsiasi testimonio impone di esprimersi con estrema prudenza.
È interessato, più che allo scritto in discorso, in genere alla cultura di Baldo quale
rilevabile dall'esame delle sue opere, E. B e s t a , Baldo e la storia letteraria del diritto,
in L'opera di Baldo, per cura dell'Università di Perugia nel V centenario della morte
del grande giureconsulto (= Annali dell'Università di Perugia, Facoltà di Giurisprudenza 10-11 [1900-1901], Perugia 1901) 81 ss. Del Liber de claris iuris consultis
(Pars posterior) di T o m m a s o D i p l o v a t a z i o andrà ora tenuta presente l'edizione a
cura di F. S c h u l z / H . K a n t o r o w i c z / G . R a b o t t i , Studia Gratiana 10 (1968), ove a
p. 448, nell'Indice dei nomi e delle opere, i rinvìi alle citazioni del De commemoratione baldesco.
,0
) G i r g e n s o h n , Anleitungen (cit. supra nt. 5), sotto il nu. 11.
") Cf. il m i o saggio II giudice testimone e una "quaestio" di Jacques de Revigny (MS Bon. Coll. Hisp. 82), Tijdschrift voor Rechtsgeschiedenis 35 (1967) 55
nt. 1, ora anche nei m i e i Studi (cit. supra nt. 2) 66*, nonché il lavoro II giovane
Machiavelli (cit. supra nt. 3) 76.1 due cimeli bolognesi sono compiutamente descritti
nel grande catalogo, a cura mia e di altri studiosi, I codici del Collegio di Spagna
di Bologna (Orbis Academicus 5, Milano 1992) 644 MS 233 nu. 1, 718 MS 264
nu. 5.
Unauthenticated
Download Date | 4/13/16 2:24 PM
396
Domenico Maffei
ster12) e nuovamente in uno Vaticano, il Rossiano 820 13 ). È un elenco che di
certo trarrà fresca linfa dall'auspicabilissima analisi del tanto che ci è tuttora
ignoto dei cimeli del nostro passato. Questo potrebbe significare che allorquando il poco più che quarantenne maestro di San Severino rese manifesta
la sua fatica nello Studio di Siena, nei primi mesi del 1467 come sappiamo,
né da lui né da altri si stimò che essa potesse essere impressa avvalendosi del
miracolo appena operato da Johann Gutenberg, e quindi per la divulgazione
ci si rivolse allo strumento collaudato di sempre, la frequentatissima penna.
La stampa dell'opuscolo, lo ripetiamo, doveva seguire dopo cinque anni in
un florilegio di vari trattati e dal punto di vista editoriale non denuncia alcun
segno d'intervento da parte dell ' autore, pur allora - nel 1472 - nel pieno rigoglio della sua attività. Fatte le debite concessioni alla diversità di atteggiamento di un giurista del pieno Quattrocento nei confronti dell' iter che una sua
opera doveva percorrere per la sua propagazione, mi sembra assurdo presupporre una totale indifferenza del Caccialupi nei riguardi di un testo che si vorrebbe da lui apprestato per la stampa 14 ). Rapidi raffronti fra le lezioni recate
dai manoscritti e quelle accolte nell'edizione del 1472 sono per questo verso
assolutamente istruttive. Porterò i seguenti esempi, avvertendo che con Ed.
indico la stampa, e con Β 1 e Β 2 rispettivamente i manoscritti di Bologna,
Collegio di Spagna, 233 e 264. Uso il corsivo per le lezioni più corrette recepite dai codici. I fogli di Ed. non sono numerati.
1) Di Irnerio in Ed. si afferma che "legit Rome et Bononie", mentre in Β 1, f. 3r, e
in B2, f. 217va, Roma non è menzionata15).
2) Ed. : "Martinus bossianus de quo in glossa fit sepe mentio ..." ; Β 1, f. 3V: "Martinus Gosianus", B2, f. 217vb: "Martinus Gossianus".
3) Ed. : Accursius florentinus ... tempore quo glosavit librum auctenticorum currebant domini anni Mccxx ... et consequenter a glosatione Accursii usque ad presentem
annum cucurrerunt cclvi vel circa ... ; Β 1, f. 3V ; ... cucurrerunt anni ccxlvii vel circa
... ; Β 2, f. 218ra : ... cucurrerunt anni ccxlvi vel circa ...
4) Ed. : Innocentius III qui fuit ianuensis de domo de flisco et de comitibus lagonie
... : Β 1, f. 3V e Β2, f. 218ra: Innocentius IV ... et de comitibus Lauonie
!2
) P. O. K r i s t e l l e r , Iter Italicum IV (Alia itinera II, London-Leiden 1989) 240a.
) Ai ff. 182—190v: cf. D ' A m e l i o 794.
14
) O, quel che è lo stesso, da lui fatto "stampare" : si veda A. Serrai, Storia della
bibliografia, III, Vicende ed ammaestramenti della Historia literaria, a cura di M. Cochetti (Roma 1991)438.
15
) Così anche nei MSS Bibl. Apostolica Vaticana, Ottob. lat. 1928, f. 392 v ;
Ross. 820, f. 183vb; Firenze, Bibl. Riccardiana 752, f.43 va , e nella terza edizione
incunabola, Basel 1500, c. 4r. Ripete invece l'indicazione di Ed. la seconda edizione
incunabola, Bologna 1493, seguita dall'altra del 1508 uscita dalla medesima officina
tipografica.
13
Unauthenticated
Download Date | 4/13/16 2:24 PM
Giovan Battista Caccialupi
397
5) Ed.: Hostiensis ... qui fuit de serusia; Β 1, f. 3V: Hostiensis ... de seusia, B2,
f. 218ra: Hostiensis ... de secusia
6) Ed. : Iacobus de rauani provincie Lothoringie legum professor in theologia magister ac undinensis civitatis in dieta provincia episcopus ; Β 1, f. 4r e Β 2, f. 218rb : Iacobus de Ravignei ... ac virdunensis civitatis ... episcopus
7) Ed.: Martinus siliuianni fuit contemporaneus dy(ni) ...; B l , f.4 r : Martinus
Silimandi... ; Β2, f. 218rb: Martinus Silym.
8) Ed. : Signorolus deomedes de mediolano ; Β 1, f. 4V : Signorolus de homadeis de
mediolano; Β 2, f. 219ra: Signorolus de Homodeis de Medio.
9) Ed.: Machagnanus de aragundis de bononia; Β 1, f. 4V: Maccagnanus de azoguidis de bononia; Β2, f. 219ra: Maccagnanus de Azoquidis de Bononia
10) Ed.: ... obiit bal(dus) anno domini M.ccccxxiii. de mense aprilis papié ...
Angelus decessit florentie eodem anno16); Β 1, f. 5 r : ... obiit bal(dus) Anno domini
M".cccc".xxiii". die Aprilis papié ... Angelus decessit florentie eodem anno; Β2,
f. 219ra: ... obiit bal(dus) anno domini 1400. 23 aprilis papié ... Angelus decessit
florentie eo anno
11) Ed.: Io. de Nelio; Β 1, f. 5V: Io. de deo; B2, f. 219vb: Ioannes de deo.
La prima delle tantissime edizioni a stampa del De modo studendi presenta, dunque, rispetto a quello tramandatoci dai manoscritti, un testo più
scorretto spesso in quelli che potremmo definire gli elementi vitali in lavori
del genere, la forma dei nomi e le date, con conseguenze che sono state
nefaste soprattutto per quanto riguarda queste ultime. D'altro canto, essa
riposa su un testimone talvolta più completo, cosicché se, ad esempio, il giureconsulto senese Tommaso Docci è registrato col nome sconciato come
Thomas Docenis, di lui però si legge che morì il 19 ottobre del 1461 l7 ), notizia che in Β 1, f. 5r e in Β 2, f. 219rb, è limitata all'indicazione del solo anno.
Ma a prova di quanto il testo recato dai vari testimoni manoscritti e a stampa,
al di là delle dipendenze pur accertate sia rimasto aperto ad aggiunte d'ogni
tipo ci sarà da ricordare, ad esempio, che Pietro d'Ancarano non ha paternità in Ed., mentre figura figlio di Giovanni Cola nelle stampe del 1493 e del
1508. Tutto ciò rende ancor più stringente la necessità di un'edizione critica
del trattatello18) del maestro severinate.
Sia come sia delle sue vicende editoriali sin dal suo primo apparire e lungo
tutto Y iter delle successive edizioni - più di trenta19), come sappiamo, ed è
l6
) Stesso dettato nell'incunabolo del 1493 e nella stampa del 1508 (cf. la nt. precedente), macon xiii. al posto di xxiii. Date corrette in altri testimoni manoscritti e a stampa.
I?
) Così anche nell'incunabolo del 1493 seguito dalla stampa del 1508, mentre la
precisazione del mese e del giorno manca sia nell'Ottob. lat. 1928, f. 395r e nel Ross.
820, f. 185va, sia nel Riccardiano 752, f. 45rb, sia nell'ed. Basel, c. 6r.
I8
) Lo definisce "tractatellus" il MS Ross. 820, f. 182ra.
") Tante stima che siano la D ' A m e l i o 793; cf. anche G i r g e n s o h n (cit. supra
nt. 5), nt. 95.
Unauthenticated
Download Date | 4/13/16 2:24 PM
398
Domenico Maffei
numero c h e potrà impinguarsi ma non assottigliarsi 2 0 ) - l'opera del Caccialupi è stata e va considerata c o m e un vero e proprio manuale introduttivo
allo studio del diritto congiunto con una prima schietta bio-bibliografia
giuridica. È questo l'aspetto nettamente innovativo del trattato del giureconsulto settempedano, il cui corpo risulta articolato in una serie di partizioni che nelle più tarde edizioni 2 1 ) prenderanno il n o m e di documenta,
plessivamente dieci, chiusi dalla così detta Compilatio
iuris civilis
com-
dedicata
all'illustrazione delle fonti normative civilistiche viste, c o n sapiente utilizzazione del concetto di causa, nella loro genesi e struttura. In tali partizioni
o documenta
il maestro di San Severino sistema, per così dire, una serie di
consigli e avvertimenti per gli studenti in chiave fra il pratico e il moralistico,
attinti largamente alla precedente lettaratura sul tema, rappresentata dal più
risalente Martino da Fano accompagnato da una serie di autori, segnatamente canonisti commentatori delle Clementine quali Guillaume de Montlauzun, Jesselin de Cassagnes, Giovanni d'Andrea, Giovanni da Legnano,
S i m o n e da Borsano, Francesco Zabarella e via dicendo 2 2 ), cui fanno corona
20
) Anche se dal novero delle edizioni andranno ovviamente eliminate quelle dovute a sviste che hanno prodotto veri mostri tipografici, come ad esempio l'edizione
senese del 1467 menzionata da E. Β e s t a , Fonti : legislazione e scienza giuridica dalla
caduta dell'Impero Romano al secolo decimosesto (Storia del diritto italiano pubbl.
sotto la direz, di P. D e l G i u d i c e I 1 - 2 , Milano 1923-1925) 862 nt. 5 (edizione sì,
ma non a stampa, come è già stato autorevolmente rilevato, e non a sé) o l'altra di Bologna 1468 ricordata da ultimo da B. A l o n s o R o d r í g u e z nello studio introduttivo
alla sua edizione dell'Ars et doctrina studendi et docendi di Juan Alfonso de Benavente
(Bibliotheca Salmanticensis II. Textus 1, Salamanca 1972) 25.
21
) Almeno a partire da quella curata da Sebastian Brant (Basel, Michael Furter,
1. ix. 1500). Su quest'edizione si vedano in particolare R. S t i n t z i n g , Geschichte der
populären Literatur des römisch-kanonischen Rechts in Deutschland am Ende des
fünfzehnten und im Anfang des sechzehnten Jahrhunderts (Leipzig 1867, rist. Aalen
1959) 34 ss., 459 s. ; J. K n a p e , Dichtung, Recht und Freiheit, Studien zu Leben und
Werk Sebastian Brants 1457-1521 (Saecula Spiritualia 23, Baden-Baden 1992) 126 s.;
D. M a f f e i , recensione del libro di Knape, ZRG Kan. Abt. 80 (1994) 571 s.
22
) Gioverà ricordare, per la sua singolarità, il riferimento all' "insignis doctor dominus Goffredus gaetanus in clemen. 1", recato unanimemente da manoscritti e
stampe, giurista del quale già il dottissimo Bartolomeo Chioccarello (m. 1647?), De
illustribus scriptoribus qui in civitate et regno Neapolis ab orbe condito ad annum usque MDCXXXXVI floruerunt, I (Napoli 1780) 196, con riguardo proprio alla citazione fattane dall Caccialupi, si chiedeva se potesse essere identificato con Goffredo
da Gaeta autore del noto commentario sui Riti della Regia Camera (sul quale cf. anche L. G i u s t i n i a n i , Memorie istoriche degli scrittori legali del Regno di Napoli II
[Napoli 1787] 61 s.). Non parrà troppo ardito dare risposta affermativa al quesito ove
si consideri che Goffredo si addottorò a Padova pubblicamente il 20 luglio del 1415
Unauthenticated
Download Date | 4/13/16 2:24 PM
Giovan Battista Caccialupi
399
le alte figure di Aristotele, Plinio, Seneca, Sant'Agostino, San Girolamo,
San Gregorio e, fra i moderni, Leonardo Bruni e Γeloquentissimus vir Laurentius Vallensis romanus, per menzionare alcune delle più significative. Il
vero colpo d'ala Giovan Battista Caccialupi lo dà, in parte sulle orme di
Oldrado da Ponte, laddove egli tocca il problema di quanti libri debbano giovarsi gli scolari, in particolare se di molti o di pochi, questione che risolve
staccando nettamente gli studenti dai docenti. I primi sarà bene che non si
facciano confondere da troppe letture, mentre i secondi hanno necessità di
molti libri, se possibile addirittura di tutti perché "ex multis possi(n)t eligere
veriora". È questo lo snodo che gli consente di formare una nomenclatura di
oltre centocinquanta civilisti, canonisti e feudisti, una buona metà dei quali
per lo più rammentati per le opere da essi consegnate alla storia. La prima
serie si apre con Irnerio e si chiude con i maestri perugini del medesimo Giovan Battista, Giovanni Petrucci e Angelo Perigli ; la seconda sembra fare più
largo posto ai canonisti e pur in essa l'essenziale menzione dei nomi si sposa
talvolta con riferimenti agli scritti.
Un buon quarantennio fa, nell'ormai lontano 1956, anno iniziale del mio
insegnamento a Macerata, città prossima alla patria di Giovan Battista Caccialupi, consegnavo alla mia monografia giovanile Gli inizi dell'Umanesimo
giuridico un giudizio che risuona perentorio : "Completamente estranee allo
spirito del movimento umanistico nel campo del diritto" - dicevo - "sono,
infine, da considerare opere come il de modo studendi in utroque iure di
G. B. Caccialupi, composto nel 1467 e che contiene una breve storia dei
giuristi... o il depraestantia doctorum (c. 1511) del Diplovatazio . . . , anche
se, conviene aggiungere, quelle opere - in particolare, e non a torto, la seconda - sono portate come esempi di prime storie letterarie del diritto
,.." 2 3 ). Posso dirmi sempre fermo in quell'opinione? Oggi sarei più cauto e
non arrischierei più sentenze di tal fatta. Se la compianta Giuliana D ' A m e lio nel dotto profilo del giureconsulto settempedano da lei disegnato nel
1972 per il Dizionario biografico degli Italiani 24 ) fece in qualche modo suo
sia in diritto civile sia in diritto canonico nel corso di due distinte cerimonie, dopo aver
sostenuto il 27 giugno, sempre separatamente, i ben più rigorosi "examina privata"
nell'uno e nell'altro diritto: Acta graduum academicorum Gymnasii Patavini ab anno
1406 ad annum 1450, a cura di G. Z o n t a e G. Β r o t t o , nuova ed. (Istituto per la Storia dell'Università di Padova, Fonti 4 - 6 , Padova 1970) 1 140 s. nn. 340, 341, 343, 344.
Va aggiunto che nel suo commentario sui Riti (ed. Napoli 1689) egli dimostra di dominare anche le fonti canonistiche e la dottrina relativa.
23
24
) Cf. p. 127 nt. 1 dell'ed. Milano 1956 e successive ristampe.
) A p. 793.
Unauthenticated
Download Date | 4/13/16 2:24 PM
Domenico Maffei
400
quel m i o giudizio, Carlo Dionisotti pressoché contemporaneamente, proprio
partendo dalle vitae doctorum,
procedeva nella sostanza in altra direzione.
Impressiona l'argomento di f o n d o di quel m a s s i m o storico della letteratura
italiana: non umanista G i o v a n Battista Caccialupi, ma senza l ' U m a n e s i m o
non si può intendere il suo de modo studendi
e in particolare la s e z i o n e bio-
grafica, "una rassegna", per esprimersi con le parole di Dionisotti, che "compresa in un manuale m e t o d o l o g i c o e scolastico, è senza precedenti o contemporanei riscontri non soltanto nel c a m p o del diritto" 25 ). Dunque, fatta
salva l'ipotesi della riemersione di altre consimili trattazioni, il maestro severinate fu più che un precursore di quell'importante genere letterario che è
la biografia segnatamente giuridica, d o p o di lui in piena fioritura a c o m i n ciare dal de praestantia
doctorum
di T o m m a s o Diplovatazio, sul quale tutto
fa pensare c h e esercitò un'influenza decisiva. U n a conquista, la sua, che
rende pressoché o z i o s a la questione della sua appartenenza al m o v i m e n t o
umanistico. Personalità della statura di questo insigne f i g l i o di San Severino
non hanno invero b i s o g n o di etichette. E s s e da un lato sono condizionate,
dall'altro condizionano il generale p r o c e s s o storico.
25
) Filologia umanistica e testi giuridici fra Quattro e Cinquecento, La critica del
testo, Atti del Secondo Congresso Internazionale della Società Italiana di Storia del
Diritto, Venezia, 1 8 - 2 2 settembre 1967,1 (Firenze 1971) 189 ss., 193. Sul punto, più
cautamente, M. A s c h e r i , Giuristi, umanisti e istituzioni del Tre-Quattrocento: qualche problema, Annali dell'Istituto storico italo-germanico in Trento 3 (1977) 61. Dionisotti aveva lungamente maturato il suo pensiero sul maestro severinate. Non si ritenga inopportuna la riproduzione in questa sede di buona parte della lettera che egli
volle indirizzarmi da Londra Γ 8 luglio 1968 mentre procedeva alla stesura definitiva
della sua relazione veneziana: "Caro Maffei, mi giunge in questo punto l'inaspettato
e graditissimo annuncio della mia ascrizione all'albo della gloriosa accademia degli
Intronati. ... E l'annuncio mi è giunto mentre sto lavorando sul Caccialupi e mentre
una mia allieva, smaniosa di andare a Siena prima che, se mai continga, ci possa tornare io, sta lavorando sul Sermini. E per il Caccialupi mi apprestavo per motivi ovvi
a scriverle, senza pur sognare di poterlo fare come corrispondente intronato. Esiste un
lavoro su di lui ? Non creda che io me ne occupi di proposito e che sia rimbambito al
punto di credere, a sessant'anni sonati, di poter imparare la storia del diritto italiano.
Devo solo rimettere in sesto per la pubblicazione negli Atti una comunicazione che
l'anno scorso ho fatto a quel congresso di Venezia. In essa parlando di umanisti e giuristi mi sono brevemente fermato sul Caccialupi e sul Bolognini. Per il secondo so
che ci sta lavorando un allievo di Astuti e deve essere imminente, se pur già non è uscita la relativa voce nel Dizionario Biografico. Ma per il Caccialupi, che certo è più
interessante e importante, mi trovo bibliograficamente disarmato. Se lei potesse darmi
lume le sarei gratissimo. A memoria s'intende, senza perdita del suo tempo. La prego
di rendersi interprete nell'Accademia della mia viva gratitudine. Sempre cordialmente
suo Carlo Dionisotti".
Unauthenticated
Download Date | 4/13/16 2:24 PM
Scarica

Giovan Battista Caccialupi biografo*)