P E R I O D I C O D ’ I N F O R M A Z I O N E D E L L A C O N S U LT A F E M M I N I L E C I T T A ’ D I L E C C O - A N N O 1 0 - N U M E R O 1 9-04-2003 17:44 TEMPODONNA tempodonna/2003 Pagina 1 arissime, è di nuovo Tempo Donna, il nostro tempo. Di nuovo la Consulta Femminile di Lecco, in occasione dell'otto marzo, è con voi per parlarvi del cammino percorso durante l'anno e di ciò che spera possa essere il domani, di ciò che è stato e di ciò che vorrebbe che fosse. Come nel passato le iniziative sono state molte: l'incontro sulle medicine alternative che ha suscitato notevole interesse e partecipazione, quello sulle relazioni all'interno della famiglia, altrettanto seguito e partecipato, l'avvio di uno Sportello donna in risposta ai bisogni e alle richieste di tutte le donne. Ma cosa fare per rendere migliore il nostro tempo? Noi donne, spesso schiave di un tempo sempre così esigente, pronto a stringerci dentro la sua morsa, a volte vorremmo vivere senza di lui, padrone della nostra vita. Ed invece al tempo per la famiglia, si aggiunge quello per il lavoro, per l'impegno sociale e politico, per la solidarietà. E più ci affanniamo ad organizzare il nostro tempo e più abbiamo la percezione di perderlo e di consumarci in giornate uguali e prive di memoria. Diamo allora un significato al nostro andare: come operatrici di pace in un mondo troppo spesso dilaniato da violenze, come testimoni di solidarietà e accettazione dell'altro e del C diverso, come tessitrici di un mondo, anche quello della quotidianità, in cui i diritti di tutti siano salvaguardati e rispettati, come protagoniste sempre, nella vita sociale e politica, oggi di fatto spesso preclusa alla popolazione femminile. È ancora il nostro tempo. Tempo per ricordare le lunghe lotte sostenute nell'affermazione della propria dignità e parità, tempo per ribadire il proprio valore in ogni campo, tempo per vivere con serenità la propria condizione. Oggi possiamo dire di poter scegliere quello che vogliamo essere. Ma altre donne in altri dove non hanno ancora questa possibilità. E' tempo allora di gridare e affermare l'essere donna là dove l'essere donna è essere niente; e vogliamo gridarlo con il cuore, con le parole, con i gesti, con i fatti, vogliamo gridarlo accompagnandolo con il suono dolce della pace là dove oggi rullano tamburi di guerra. E' ancora il nostro tempo. Consulta Femminile Città di Lecco La Presidente Sofia Bonfanti Per corrispondere con la Consulta Femminile scrivere: Consulta Femminile Città di Lecco Comune di Lecco - Piazza Diaz, 1 Lecco TEMPO DONNA Supplemento al mensile “Il Punto Stampa” n. 3, marzo 2003 - Autorizzazione Tribunale di Lecco n. 9 del 05.01.1982 tempodonna/2003 9-04-2003 17:44 Pagina 2 Prossima apertura dello “Sportello Donna” La Consulta femminile Città di Lecco, convinta della necessità di fornire alle donne lecchesi informazioni a tutto campo relative alle loro problematiche, ha proposto al Comune di Lecco (Servizi Sociali) l'avvio, presso il Centro Informagiovani, di uno Sportello-Donna. L'idea è sorta nel 2001 quando, dopo numerose telefonate fatte ad utenti presi a caso, ci siamo rese conto che non tutti i nostri concittadini conoscevano ciò che i servizi pubblici o le associazioni di volontariato mettevano a disposizione della città, dei cittadini ed in particolare delle donne. Dalla stesura del progetto per la realizzazione dello Sportello, dei suoi contenuti e delle sue modalità di accoglienza fino al coinvolgimento dei Servizi Sociali, è trascorso un anno durante il quale si è individuata la sede e precisamente: il Centro Informagiovani (Centro Sociale di Germanedo di fronte all' Ospedale A. Manzoni). Questa sede, attrezzata e preparata al rapporto con l'utenza, è già conosciuta dai giovani e si arricchirà di un ulteriore servizio rivolto alle donne presso il quale trovare e ricevere informazioni su: - orientamento/lavoro: agenzie, pratiche, istituzioni e altro per chi inizia o rientra nel mondo del lavoro; - salute: quali servizi e associazioni offrono assistenza a malati, aiuti ai disabili, anziani...; - famiglia: gli indirizzi utili per i problemi della coppia, per informazioni sui figli adolescenti o sui nidi (pubblici o privati o di volontariato); - formazione/cultura: corsi di perfezionamento, di aggiornamento, per hobby, iniziative culturali; - mondo sociale e associazionismo: per essere al corrente di iniziative e servizi offerti ai cittadini; - servizi attivi in città. Riteniamo lo Sportello-Donna un punto nodale di una rete di servizi già operanti sul territorio e facenti capo all'Amministrazione Comunale, all'ASL, all'Azienda Ospedale, al Sindacato e all'Associazionismo. L'avvio concreto dello Sportello-Donna (speriamo in tempi brevi), sarà pubblicizzato a tutta la popolazione da parte della Consulta femminile che ha tra i suoi obiettivi un’attenzione particolare alle donne, ai loro bisogni e alle loro attese. Sei donna e hai problemi di lavoro e sul lavoro? Dall'inizio dell'anno 2002 è attivo e funzionante a Lecco l'Ufficio della Consigliera di parità, servizio ancora poco conosciuto e utilizzato, a disposizione però di persone e di enti per problemi di lavoro al femminile. Chi è? La Consigliera di parità è una figura istituzionale, nominata dal Ministero del Lavoro in base a requisiti di competenza e di esperienza nelle tematiche del lavoro. Anzi sono due, una effettiva ed una supplente, che lavorano in sinergia di tempi e di competenza. Che cosa fa? Ricopre un ruolo di garanzia, prevenzione e controllo in merito all'applica- Progetti in itinere Si informa che la Consulta Femminile ha preso contatti con l'Azienda ospedaliera di Lecco per verificare la possibilità di garantire alle gestanti in cura presso gli ambulatori ostetrico-ginecologici ospedalieri di essere seguite, durante i nove mesi di gravidanza, in regime di SSN da uno stesso medico. Allo stato attuale infatti, come si sa la "scelta" di un medico significa accedere a prestazioni specialistiche in regime di "libera professione" e quindi totalmente a pagamento. La Consulta ritiene che, nell'ambito delle visite specialistiche di controllo effettuate durante il periodo di gestazione, la possibilità di avere contatti con uno stesso medico, pur "non scelto", offra un livello qualitativo di prestazione maggiore in quanto garantisce tranquillità alla donna e copre quell'esigenza "psicologica" del sentirsi "seguita" che una donna in gravidanza avverte in modo particolare. zione dei criteri di non discriminazione e pari opportunità fra uomini e donne nel lavoro; promuove azioni positive nel mercato del lavoro e nelle organizzazioni pubbliche e private; sostiene una cultura di parità nelle politiche attive del lavoro; accompagna nella ricerca di flessibilità dei tempi di lavoro retribuito e lavoro di cura. Dove e quando? L'Ufficio è situato presso l'Assessorato provinciale Formazione e Lavoro, in via Balicco, 63, al quarto piano. La Consigliera di parità è disponibile in ufficio al martedì e al giovedì pomeriggio (14,30-16,30); per comunicazioni e appuntamenti: tel. 0341 295551, fax 0341 29555; e-mail: alessandra.mucelli@provincia. lecco.it. IL TUO PROBLEMA DI LAVORO NON E’ SOLO TUO Le donne lavoratrici che operano in Provincia di Lecco sono 54 mila; 45 mila sono dipendenti e 9 mila autonome. Dalla composizione della forza lavoro femminile per fasce di età emerge che: - nella fascia 25-29 anni si nota il tasso di occupazione più elevato; - il tasso però diminuisce di oltre 20 punti nella fascia di età tra i 30 e i 64 anni; tempodonna/2003 9-04-2003 17:44 Pagina 3 - in questa fascia la percentuale di uomini che lavorano è quasi doppia rispetto a quella delle donne (80,6% contro il 47,3%). Anche in relazione alle tipologie di contratti attivati, emerge che più del 30% degli avviamenti riguardanti le donne è part-time (nel periodo 1997-2001). Il tasso medio di disoccupazione relativo alla Provincia di Lecco è tra i più bassi d'Italia (1,6%), ma quello di disoccupazione femminile risulta essere superiore a quello maschile (3,1% contro 0,7%) e comprende donne: - in cerca di prima occupazione, con titoli di studio deboli; - al rientro nel mercato del lavoro, dopo un periodo di inattività solitamente legato alla maternità. Dai dati si deduce la necessità di flessibilità dei tempi di lavoro in misura nettamente superiore per le donne rispetto agli uomini, per il bisogno di conciliare lavoro retribuito e lavoro di cura. Nel 2000 le dimissioni "tutelate" sono state quasi 300; un solo caso maschile. Criterio di priorità per le politiche attive del lavoro in Provincia è l'aumento dell'occupazione femminile che si attesta mediamente sul 37,4% degli occupati, con un tasso inferiore al dato regionale lombardo e lontano rispetto agli obiettivi europei. E per concludere sempre con dati che parlano da sé: le donne rappresentano il 28% della forza lavoro nell'industria e il 48% nei servizi, però sono rappresentate nelle forme atipiche del lavoro, quali il lavoro parasubordinato, a tempo determinato, co.co.co, varie tipologie di part-time. Donne e “quadri” Fotografare la realtà serve. Una simpatica pubblicità convince che ogni istante non fissato è perso. Per questo la Provincia di Lecco ha sostenuto un progetto promosso dall’Enaip di Lecco, Como e Cantù, di cui è stata referente la Commissione provinciale per le Pari Opportunità: per non perdere un’occasione, quella di poter disporre di un’istantanea sui dati occupazionali femminili del nostro territorio… e che risultati! Il titolo del progetto è poco allettante e un po’ burocratico “Opportunità e vincoli d’accesso per le donne alle professioni tecniche intermedie nei processi produttivi e di progettazione”, ma ciò che ne esce appare di facile comprensione. A Lecco, distretto industriale manifatturiero, l’offerta di lavoro femminile presenta maggiori livelli di istruzione rispetto a quella maschile: le diplomate e le laureate sono di più dei loro colleghi uomini. Purtroppo le giovani scelgono percorsi formativi che sono i meno adatti a rispondere ai fabbisogni delle imprese del territorio. Così, mentre le ragazze non sanno di poter essere impiegate in mansioni dirigenziali nelle aziende a seguito del loro buon livello d’istruzione, le stesse imprese non le cercano, perché o non le trovano (meno del 10% è infatti iscritta agli Istituti professionali e solo l’1% agli Istituti tecnici industriali) o perché pensano di non trovarle. Dalle interviste rivolte alle aziende emerge infatti che sono ritenuti causa della mancata presenza delle donne nelle professioni tecniche gli impegni familiari, soprattutto nella gestione dei picchi di produzione, il bisogno di formazione ad hoc e le necessità di sostituzione di personale in maternità. Non sono segnalati problemi in termini di organizzazione interna anche se le interviste dirette hanno evidenziato l’emergere di conflitti e resistenze tra i colleghi quando avanzamenti di carriera o posizioni di responsabilità hanno riguardato le donne piuttosto che gli uomini. Emerge allora un dato culturale di forte impatto e conseguenze. E’ necessario abbattere gli stereotipi nell’istruzione e nella formazione, attraverso un orientamento per cui la consapevolezza del proprio genere induca ad un atteggiamento di maggiore libertà o perlomeno di minor condizionamento. Nel contempo occorre attivare tutte le politiche di conciliazione tra vita lavorativa e vita di relazione di cui siamo capaci. Chi deve agire? Tutti insieme, ciascuno nel proprio ambito, dalle istituzioni all’autonomia scolastica, dalle associazioni di categoria ai sindacati, dal mondo associativo femminile al nucleo familiare, fermamente convinti che il problema dell’occupazione femminile non è un affare di donne, è un businnes per il territorio. Famiglia centro delle relazioni E’ stata una serata produttiva quella con il prof. Valerio Albisetti e con la dr.ssa Marilù Vinci. L’incontro organizzato dalla Consulta femminile ci ha restituito il piacere di discutere intorno ad argomenti di cui o non si parla o ci si accapiglia in termini ideologici. E’ stato insolito essere avvolti dalla passionalità di un relatore e rinfrancati dalla lucida razionalità di una relatrice, entrambi a ricordarci che noi siamo ciò da cui proveniamo, dai codici che l’amore o il disamore ricevuti ci hanno trasmesso. Da questa consapevolezza deve nascere l’attenzione per il bambino che abbiamo di fronte, con la sua individualità che va accompagnata, ma anche rispettata, mai violata, nemmeno per eccesso di sentimento. Nostro figlio è altro da noi, così come altro da noi è l’essere col quale abbiamo scelto di vivere, in un accordo che va ogni giorno rinnovato, con fatica, con pazienza, senza annullarsi o negarsi, ma nel contempo senza impedire all’altro l’esercizio dello stesso diritto. La famiglia deve diventare un luogo di verità, dove il conflitto non si rimuove; al contrario lo si esplicita, nella convinzione di doverlo risolvere perché ciascuno cresce nel ritrovare un rinnovato equilibrio. Soltanto allora la famiglia diventa un luogo di sane relazioni, che promuovono lo star bene e che educano a riprodurre nella vita futura lo stesso clima, d’amore, di rispetto, di reciprocità. tempodonna/2003 9-04-2003 17:44 Pagina 4 CONSULTA NEWS DA NON PERDERE Programma 8 Marzo 2003 Dalle 9 alle 14 l'UDI è in piazza Garibaldi a Lecco, sotto il tendone, con: libri, mostre, mimose, artigianato femminile, spazio Telefono Donna. L’Altra Metà del Cinema Mercoledì 5 marzo 2003, ore 21, al Cinema Marconi di Lecco "L'altra metà del cinema" presenta ”I sublimi segreti delle ya-ya sisters” regia di Callie Khouri, programmazione a cura dell'UDI in collaborazione con la Provincia di Lecco. DA VEDERE RAISAT ALBUM Dal 12 febbraio in dieci puntate alle 21 e 30 un programma di Cinzia Romano. "Le Ribelli del Novecento": storia di un secolo raccontato attraverso volti di donna sullo sfondo delle lotte per l'emancipazione femminile. Una occasione per riflettere Commissione per le pari opportunità La Commissione per le Pari Opportunità della Provincia di Lecco dedica la festa dell’8 marzo a se stessa. Dopo due anni d’intenso lavoro in cui ha promosso numerose iniziative ed avviato altrettanti progetti tesi a favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e più generalmente alla vita sociale in contesti di responsabilità, ha deciso di farsi conoscere più da vicino. Non è un’autocelebrazione, ma semplicemente il modo per divulgare, attraverso una brochure che sarà distribuita sul territorio provinciale, gli scopi, la composizione, le modalità di lavoro, i referenti (istituzionali e non) della Commissione perché la stessa possa divenire nel tempo, insieme alla figura della Consigliera di Parità, un sicuro punto di riferimento per tutte le donne del Lecchese. Dalla Festa della donna sarà anche disponibile, sul Sito della Provincia, un apposito link. Cliccando sul logo, opportunamente creato attraverso un concorso dal titolo “Diversi, ma pari”, sarà possibile accedere a tutte le informazioni relative all’attività della Commissione nonché a quelle che ragguagliano sui servizi contenuti nell’opuscolo “Vademecum per rispondere ai tuoi bisogni e a quelli del tuo nucleo familiare”, pubblicato proprio lo scorso anno nella stessa occasione. sulla storia del nostro Paese in cui protagoniste sono donne di ieri e di oggi. QUOTIDIANO AL FEMMINILE Trenta storie di donne nell'Italia che cambia. Galleria Gruppo Credito Valtellinese, Refettorio delle Stelline, Corso Magenta 59. Fino al 23 marzo. Un omaggio al mondo delle donne con trenta storie e quasi trecento foto che illustrano la realtà delle donne italiane, per capire i sogni, la tenacia, l'ambizione e il coraggio, l'eccezionalità, ma anche la normalità del quotidiano femminile. DA LEGGERE LA SFIDA DELLA PACE di Davide M. Turoldo Ed. Bellavite - 15.00 euro “Per costruire la pace bisogna cambiare cultura: e tutti sappiamo che i cambi di cultura sono lenti e difficili. Perché cambiare cultura significa cambiare mentalità”. In tempi in cui non sembra più tanto chiaro il significato della parola pace. Un libro per tutte le età. MASCHILE E FEMMINILE Il pensiero della differenza Françoise Héritier Un libro non semplice, colto, da meditare. Allieva di Lévi-Strauss, la Héritier ripercorre le tracce della differenza, dello scarto identico-diverso nelle strutture psicologiche e sociali profonde delle più significative popolazioni primitive, per arrivare alla società contemporanea. Da antropologa, pone l’accento sulle categorie conoscitive (operazioni di classificazione, opposizione, qualificazione, gerarchizzazione) in cui il maschile ed il femminile si trovano racchiusi e che sono durevoli perché inculcate dall’educazione e dall’ambiente culturale in cui si vive e per di più trasmissibili da tutti i segnali impliciti ed espliciti del quotidiano. Il sesso ci distingue, ma il genere si apprende? E quali saranno le condizioni per un maggiore equilibrio tra i sessi? In collaborazione con: Assessorato Servizi Sociali Comune di Lecco