P E R I O D I C O D ’ I N F O R M A Z I O N E D E L L A C O N S U LT A F E M M I N I L E C I T T A ’ D I L E C C O - A N N O 1 0 - N U M E R O 1
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TEMPODONNA
tempodonna/2003
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arissime, è di nuovo Tempo
Donna, il nostro tempo. Di
nuovo la Consulta Femminile
di Lecco, in occasione dell'otto marzo, è con voi per parlarvi del
cammino percorso durante l'anno e di
ciò che spera possa essere il domani,
di ciò che è stato e di ciò che vorrebbe che fosse. Come nel passato le
iniziative sono state molte: l'incontro
sulle medicine
alternative che
ha
suscitato
notevole interesse e partecipazione, quello
sulle relazioni
all'interno della
famiglia, altrettanto seguito e
partecipato,
l'avvio di uno
Sportello donna
in risposta ai
bisogni e alle
richieste di tutte le donne.
Ma cosa fare per
rendere migliore il nostro
tempo? Noi donne, spesso schiave di
un tempo sempre così esigente, pronto a stringerci dentro la sua morsa, a
volte vorremmo vivere senza di lui,
padrone della nostra vita. Ed invece
al tempo per la famiglia, si aggiunge
quello per il lavoro, per l'impegno sociale e politico, per la solidarietà. E
più ci affanniamo ad organizzare il
nostro tempo e più abbiamo la percezione di perderlo e di consumarci in
giornate uguali e prive di memoria.
Diamo allora un significato al nostro
andare: come operatrici di pace in un
mondo troppo spesso dilaniato da
violenze, come testimoni di solidarietà e accettazione dell'altro e del
C
diverso, come tessitrici di un mondo,
anche quello della quotidianità, in
cui i diritti di tutti siano salvaguardati e rispettati, come protagoniste
sempre, nella vita sociale e politica,
oggi di fatto spesso preclusa alla popolazione femminile.
È ancora il nostro tempo.
Tempo per ricordare le lunghe lotte
sostenute nell'affermazione della propria dignità e
parità, tempo
per ribadire il
proprio valore
in ogni campo,
tempo per vivere con serenità
la propria condizione.
Oggi possiamo
dire di poter
scegliere quello
che vogliamo
essere. Ma altre
donne in altri
dove non hanno
ancora questa
possibilità. E'
tempo allora di
gridare e affermare l'essere donna là dove l'essere
donna è essere niente; e vogliamo
gridarlo con il cuore, con le parole,
con i gesti, con i fatti, vogliamo gridarlo accompagnandolo con il suono
dolce della pace là dove oggi rullano
tamburi di guerra.
E' ancora il nostro tempo.
Consulta Femminile
Città di Lecco
La Presidente
Sofia Bonfanti
Per corrispondere con la
Consulta Femminile scrivere:
Consulta Femminile Città di Lecco
Comune di Lecco - Piazza Diaz, 1 Lecco
TEMPO DONNA
Supplemento al mensile “Il Punto Stampa” n. 3, marzo 2003 - Autorizzazione Tribunale di Lecco n. 9 del 05.01.1982
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Prossima apertura
dello “Sportello Donna”
La Consulta femminile Città di Lecco,
convinta della necessità di fornire alle
donne lecchesi informazioni a tutto
campo relative alle loro problematiche,
ha proposto al Comune di Lecco (Servizi Sociali) l'avvio, presso il Centro Informagiovani, di uno Sportello-Donna.
L'idea è sorta nel 2001 quando, dopo
numerose telefonate fatte ad utenti
presi a caso, ci siamo rese conto che
non tutti i nostri concittadini conoscevano ciò che i servizi pubblici o le associazioni di volontariato mettevano a
disposizione della città, dei cittadini
ed in particolare delle donne.
Dalla stesura del progetto per la realizzazione dello Sportello, dei suoi contenuti e delle sue modalità di accoglienza
fino al coinvolgimento dei Servizi Sociali, è trascorso un anno durante il
quale si è individuata la sede e precisamente: il Centro Informagiovani (Centro
Sociale di Germanedo di fronte all'
Ospedale A. Manzoni). Questa sede, attrezzata e preparata al rapporto con l'utenza, è già conosciuta dai giovani e si
arricchirà di un ulteriore servizio rivolto
alle donne presso il quale trovare e ricevere informazioni su:
- orientamento/lavoro: agenzie, pratiche, istituzioni e altro per chi inizia
o rientra nel mondo del lavoro;
- salute: quali servizi e associazioni offrono assistenza a malati, aiuti ai disabili, anziani...;
- famiglia: gli indirizzi utili per i problemi della coppia, per informazioni
sui figli adolescenti o sui nidi (pubblici o privati o di volontariato);
- formazione/cultura: corsi di perfezionamento, di aggiornamento, per hobby, iniziative culturali;
- mondo sociale e associazionismo: per
essere al corrente di iniziative e servizi offerti ai cittadini;
- servizi attivi in città.
Riteniamo lo Sportello-Donna un punto nodale di una rete di servizi già
operanti sul territorio e facenti capo
all'Amministrazione Comunale, all'ASL,
all'Azienda Ospedale, al Sindacato e
all'Associazionismo.
L'avvio concreto dello Sportello-Donna
(speriamo in tempi brevi), sarà pubblicizzato a tutta la popolazione da parte
della Consulta femminile che ha tra i
suoi obiettivi un’attenzione particolare
alle donne, ai loro bisogni e alle loro
attese.
Sei donna e hai problemi
di lavoro e sul lavoro?
Dall'inizio dell'anno 2002 è attivo e
funzionante a Lecco l'Ufficio della
Consigliera di parità, servizio ancora
poco conosciuto e utilizzato, a disposizione però di persone e di enti per problemi di lavoro al femminile.
Chi è?
La Consigliera di parità è una figura
istituzionale, nominata dal Ministero
del Lavoro in base a requisiti di competenza e di esperienza nelle tematiche
del lavoro. Anzi sono due, una effettiva
ed una supplente, che lavorano in sinergia di tempi e di competenza.
Che cosa fa?
Ricopre un ruolo di garanzia, prevenzione e controllo in merito all'applica-
Progetti in itinere
Si informa che la Consulta Femminile ha preso contatti con l'Azienda ospedaliera
di Lecco per verificare la possibilità di garantire alle gestanti in cura presso gli ambulatori ostetrico-ginecologici ospedalieri di essere seguite, durante i nove mesi di
gravidanza, in regime di SSN da uno stesso medico.
Allo stato attuale infatti, come si sa la "scelta" di un medico significa accedere a
prestazioni specialistiche in regime di "libera professione" e quindi totalmente a
pagamento.
La Consulta ritiene che, nell'ambito delle visite specialistiche di controllo effettuate durante il periodo di gestazione, la possibilità di avere contatti con uno stesso
medico, pur "non scelto", offra un livello qualitativo di prestazione maggiore in
quanto garantisce tranquillità alla donna e copre quell'esigenza "psicologica" del
sentirsi "seguita" che una donna in gravidanza avverte in modo particolare.
zione dei criteri di non discriminazione
e pari opportunità fra uomini e donne
nel lavoro; promuove azioni positive
nel mercato del lavoro e nelle organizzazioni pubbliche e private; sostiene
una cultura di parità nelle politiche attive del lavoro; accompagna nella ricerca di flessibilità dei tempi di lavoro retribuito e lavoro di cura.
Dove e quando?
L'Ufficio è situato presso l'Assessorato
provinciale Formazione e Lavoro, in via
Balicco, 63, al quarto piano.
La Consigliera di parità è disponibile in
ufficio al martedì e al giovedì pomeriggio (14,30-16,30); per comunicazioni e
appuntamenti: tel. 0341 295551, fax
0341 29555; e-mail: alessandra.mucelli@provincia. lecco.it.
IL TUO PROBLEMA
DI LAVORO NON E’
SOLO TUO
Le donne lavoratrici che operano in
Provincia di Lecco sono 54 mila; 45 mila sono dipendenti e 9 mila autonome.
Dalla composizione della forza lavoro
femminile per fasce di età emerge che:
- nella fascia 25-29 anni si nota il tasso di occupazione più elevato;
- il tasso però diminuisce di oltre 20
punti nella fascia di età tra i 30 e i
64 anni;
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- in questa fascia la percentuale di uomini che lavorano è quasi doppia rispetto a quella delle donne (80,6%
contro il 47,3%).
Anche in relazione alle tipologie di contratti attivati, emerge che più del 30%
degli avviamenti riguardanti le donne è
part-time (nel periodo 1997-2001).
Il tasso medio di disoccupazione relativo alla Provincia di Lecco è tra i più
bassi d'Italia (1,6%), ma quello di disoccupazione femminile risulta essere
superiore a quello maschile (3,1% contro 0,7%) e comprende donne:
- in cerca di prima occupazione, con titoli di studio deboli;
- al rientro nel mercato del lavoro, dopo un periodo di inattività solitamente legato alla maternità.
Dai dati si deduce la necessità di flessibilità dei tempi di lavoro in misura
nettamente superiore per le donne rispetto agli uomini, per il bisogno di
conciliare lavoro retribuito e lavoro di
cura.
Nel 2000 le dimissioni "tutelate" sono
state quasi 300; un solo caso maschile.
Criterio di priorità per le politiche attive del lavoro in Provincia è l'aumento
dell'occupazione femminile che si attesta mediamente sul 37,4% degli occupati, con un tasso inferiore al dato regionale lombardo e lontano rispetto
agli obiettivi europei.
E per concludere sempre con dati che
parlano da sé: le donne rappresentano
il 28% della forza lavoro nell'industria e
il 48% nei servizi, però sono rappresentate nelle forme atipiche del lavoro,
quali il lavoro parasubordinato, a tempo determinato, co.co.co, varie tipologie di part-time.
Donne e “quadri”
Fotografare la realtà serve. Una simpatica pubblicità convince che ogni istante non fissato è perso. Per questo la
Provincia di Lecco ha sostenuto un progetto promosso dall’Enaip di Lecco,
Como e Cantù, di cui è stata referente
la Commissione provinciale per le Pari
Opportunità: per non perdere un’occasione, quella di poter disporre di un’istantanea sui dati occupazionali femminili del nostro territorio… e che risultati!
Il titolo del progetto è poco allettante
e un po’ burocratico “Opportunità e
vincoli d’accesso per le donne alle professioni tecniche intermedie nei processi produttivi e di progettazione”, ma
ciò che ne esce appare di facile comprensione.
A Lecco, distretto industriale manifatturiero, l’offerta di lavoro femminile
presenta maggiori livelli di istruzione
rispetto a quella maschile: le diplomate e le laureate sono di più dei loro colleghi uomini. Purtroppo le giovani scelgono percorsi formativi che sono i meno adatti a rispondere ai fabbisogni
delle imprese del territorio. Così, mentre le ragazze non sanno di poter essere impiegate in mansioni dirigenziali
nelle aziende a seguito del loro buon livello d’istruzione, le stesse imprese non
le cercano, perché o non le trovano
(meno del 10% è infatti iscritta agli
Istituti professionali e solo l’1% agli
Istituti tecnici industriali) o perché
pensano di non trovarle.
Dalle interviste rivolte alle aziende
emerge infatti che sono ritenuti causa
della mancata presenza delle donne
nelle professioni tecniche gli impegni
familiari, soprattutto nella gestione dei
picchi di produzione, il bisogno di formazione ad hoc e le necessità di sostituzione di personale in maternità. Non
sono segnalati problemi in termini di
organizzazione interna anche se le interviste dirette hanno evidenziato l’emergere di conflitti e resistenze tra i
colleghi quando avanzamenti di carriera o posizioni di responsabilità hanno
riguardato le donne piuttosto che gli
uomini.
Emerge allora un dato culturale di forte
impatto e conseguenze.
E’ necessario abbattere gli stereotipi
nell’istruzione e nella formazione, attraverso un orientamento per cui la
consapevolezza del proprio genere induca ad un atteggiamento di maggiore
libertà o perlomeno di minor condizionamento.
Nel contempo occorre attivare tutte le
politiche di conciliazione tra vita lavorativa e vita di relazione di cui siamo
capaci.
Chi deve agire?
Tutti insieme, ciascuno nel proprio ambito, dalle istituzioni all’autonomia
scolastica, dalle associazioni di categoria ai sindacati, dal mondo associativo
femminile al nucleo familiare, fermamente convinti che il problema dell’occupazione femminile non è un affare di donne, è un businnes per il territorio.
Famiglia centro delle relazioni
E’ stata una serata produttiva quella con il prof. Valerio
Albisetti e con la dr.ssa Marilù Vinci. L’incontro organizzato dalla Consulta femminile ci ha restituito il piacere di discutere intorno ad argomenti di cui o non si parla o ci si accapiglia in termini ideologici.
E’ stato insolito essere avvolti dalla passionalità di un relatore e
rinfrancati dalla lucida razionalità di una relatrice, entrambi a ricordarci che noi siamo ciò da cui proveniamo, dai codici che l’amore o il disamore ricevuti ci hanno trasmesso.
Da questa consapevolezza deve nascere l’attenzione per il bambino che abbiamo di fronte, con la sua individualità che va accompagnata, ma anche rispettata, mai violata, nemmeno per eccesso
di sentimento. Nostro figlio è altro da noi, così come altro da noi
è l’essere col quale abbiamo scelto di vivere, in un accordo che va
ogni giorno rinnovato, con fatica, con pazienza, senza annullarsi
o negarsi, ma nel contempo senza impedire all’altro l’esercizio
dello stesso diritto.
La famiglia deve diventare un luogo di verità, dove il conflitto
non si rimuove; al contrario lo si esplicita, nella convinzione di
doverlo risolvere perché ciascuno cresce nel ritrovare un rinnovato equilibrio.
Soltanto allora la famiglia diventa un luogo di sane relazioni, che
promuovono lo star bene e che educano a riprodurre nella vita futura lo stesso clima, d’amore, di rispetto, di reciprocità.
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CONSULTA NEWS
DA NON PERDERE
Programma
8 Marzo 2003
Dalle 9 alle 14 l'UDI è in piazza Garibaldi a Lecco, sotto il tendone, con:
libri, mostre, mimose, artigianato
femminile, spazio Telefono Donna.
L’Altra Metà
del Cinema
Mercoledì 5 marzo 2003, ore 21, al
Cinema Marconi di Lecco "L'altra metà del cinema" presenta ”I sublimi segreti delle ya-ya sisters” regia di Callie Khouri, programmazione a cura
dell'UDI in collaborazione con la Provincia di Lecco.
DA VEDERE
RAISAT ALBUM
Dal 12 febbraio in dieci puntate alle 21 e 30 un programma di Cinzia
Romano. "Le Ribelli del Novecento":
storia di un secolo raccontato attraverso volti di donna sullo sfondo
delle lotte per l'emancipazione femminile. Una occasione per riflettere
Commissione per le pari opportunità
La Commissione per le Pari Opportunità della Provincia di Lecco dedica la festa
dell’8 marzo a se stessa.
Dopo due anni d’intenso lavoro in cui ha promosso numerose iniziative ed avviato altrettanti progetti tesi a favorire la partecipazione delle donne al mercato del
lavoro e più generalmente alla vita sociale in contesti di responsabilità, ha deciso di farsi conoscere più da vicino.
Non è un’autocelebrazione, ma semplicemente il modo per divulgare, attraverso
una brochure che sarà distribuita sul territorio provinciale, gli scopi, la composizione, le modalità di lavoro, i referenti (istituzionali e non) della Commissione
perché la stessa possa divenire nel tempo, insieme alla figura della Consigliera di
Parità, un sicuro punto di riferimento per tutte le donne del Lecchese.
Dalla Festa della donna sarà anche disponibile, sul Sito della Provincia, un apposito link.
Cliccando sul logo, opportunamente creato attraverso un concorso dal titolo
“Diversi, ma pari”, sarà possibile accedere a tutte le informazioni relative all’attività della Commissione nonché a quelle che ragguagliano sui servizi contenuti nell’opuscolo “Vademecum per rispondere ai tuoi bisogni e a quelli del tuo nucleo familiare”, pubblicato proprio lo scorso anno nella stessa occasione.
sulla storia del nostro Paese in cui
protagoniste sono donne di ieri e di
oggi.
QUOTIDIANO AL FEMMINILE
Trenta storie di donne nell'Italia che
cambia. Galleria Gruppo Credito Valtellinese, Refettorio delle Stelline,
Corso Magenta 59. Fino al 23 marzo.
Un omaggio al mondo delle donne
con trenta storie e quasi trecento foto che illustrano la realtà delle donne italiane, per capire i sogni, la tenacia, l'ambizione e il coraggio, l'eccezionalità, ma anche la normalità
del quotidiano femminile.
DA LEGGERE
LA SFIDA DELLA PACE
di Davide M. Turoldo
Ed. Bellavite - 15.00 euro
“Per costruire la pace bisogna cambiare
cultura: e tutti sappiamo che i cambi di
cultura sono lenti e difficili. Perché
cambiare cultura significa cambiare
mentalità”.
In tempi in cui non sembra più tanto
chiaro il significato della parola pace.
Un libro per tutte le età.
MASCHILE E FEMMINILE
Il pensiero della differenza
Françoise Héritier
Un libro non semplice, colto, da meditare. Allieva di Lévi-Strauss, la
Héritier ripercorre le tracce della differenza, dello scarto identico-diverso
nelle strutture psicologiche e sociali
profonde delle più significative popolazioni primitive, per arrivare alla società contemporanea.
Da antropologa, pone l’accento sulle
categorie conoscitive (operazioni di
classificazione, opposizione, qualificazione, gerarchizzazione) in cui il
maschile ed il femminile si trovano
racchiusi e che sono durevoli perché
inculcate dall’educazione e dall’ambiente culturale in cui si vive e per di
più trasmissibili da tutti i segnali impliciti ed espliciti del quotidiano.
Il sesso ci distingue, ma il genere si
apprende? E quali saranno le condizioni per un maggiore equilibrio tra i
sessi?
In collaborazione con:
Assessorato Servizi Sociali Comune di Lecco
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