Le Visioni di Ellen G. White Dichiarazioni di W. C. White (figlio) in merito alla Sig.ra White ed alla sua opera (Citazioni di W. C. White in Takoma Hall, 17 Dicembre 1905) Quando incontro la nostra gente in luoghi diversi, la domanda che spesso mi viene rivolta è questa: "La sorella White ha visioni come le ebbe anni fa? Le testimonianze che lei ora presenta alla chiesa le sono date in visione esattamente come lo erano nei primi giorni?" William C. White, 1880, Battle Creek In risposta a questa domanda, spiego che durante tutta la sua esperienza, da quando fu chiamata al ministero pubblico e cominciò a parlare e scrivere a sedici anni, gli argomenti le sono stati presentati allora come lo sono oggi. Alla sera l'angelo del Signore le appariva e la conduceva a riunioni dove lei ascoltava le riunioni di chiesa e dove lei vedeva ciò che stava succedendo nel mondo. E poi l’angelo l'avrebbe istruita in merito a ciò che lei aveva visto. Quel metodo di istruzione ha continuato così attraverso gli anni. Quando lei cominciò il suo ministero, c'era una grande confusione fra i credenti Avventisti e c'era grande fanatismo e molta miscredenza. Affinché la gente potesse credere che le visioni che le erano date provenivano da Dio, queste coinvolgevano anche l’aspetto fisico e in molte visioni lei sveniva cadendo a terra, il respiro si fermava ma il cuore continuava a battere e cominciava a parlare. Sono stato presente a molte di queste visioni. Menzionerò solo la prima e l’ultima che ricordo. Ero ancora un giovane ragazzo quando ne fui testimone per la prima volta in un luogo di culto a Roosevelt, New York. Mio padre aveva fatto un breve sermone. Anche mia madre aveva tenuto un breve discorso. Mio padre pregò. Poi anche mia madre pregò e mentre lei pregava, la sentii gridare «Gloria!». Non ho mai sentito nulla di così musicale, così profondo come quel grido di “gloria”. Lei cadde all’indietro. Mio padre mise il suo braccio sotto di lei. Dopo breve tempo riprese forza. Si alzò con un atteggiamento raggiante come se vedesse cose meravigliose in lontananza, il suo viso era illuminato, talvolta brillante e gioioso. Parlava con quella voce musicale, commentando brevemente ciò che stava vedendo. Poi quando vide l’oscurità nel Chiesa Avventista di Roosevelt, New York mondo, con un’espressione triste parlò di quello che stava vedendo. Questo continuò per 10 o 15 minuti. Poi lei riprese a respirare, fece dei respiri profondi per molte volte, poi, dopo una pausa di circa 5 o 10 minuti durante i quali mio padre parlò alle persone, lei rinvenne e riferì alla congregazione alcune delle cose che le erano state presentate. L’ultima visione alla quale io presenziai, dove questi avvenimenti furono manifestati, fu a Battle Creek, nella casa dove noi vivemmo per molti anni, all’angolo di Washington e Champion Road. Fu durante un seminario biblico che iniziò il 15 Dicembre 1874 e che continuò per molte settimane. La rivista “Review”, del 22 Dicembre 1874, riferisce che c’erano circa 150 partecipanti al seminario. In Dicembre ci fu una forma piuttosto virulenta d’influenza che colpì diversi della famiglia compresa mia madre. Fu molto debilitata e stava davvero male. Mio padre cominciò a temere per lei, che non avrebbe avuto la forza di riprendersi. Perciò come faceva sempre in questi casi di pericolo, decise di chiamare gli anziani della chiesa e pregare per lei. In risposta alla sua chiamata, nel pomeriggio del 3 Gennaio 1875, gli anziani J. H. Waggoner e Uriah Smith vennero a casa da mio padre. Mia madre fu portata giù in sala messa a sedere su una sedia Casa di James ed Ellen White, a dondolo avvolta in coperte. Tutti i membri della famiglia, Battle Creek, Michigan inclusa la signora Lucinda Hall, l’anziano J. O. Corliss ed io, eravamo presenti. Dopo qualche commento di mio padre, molte preghiere ferventi furono offerte da ciascuno dei presenti. Poi mio padre pregò e, dopo di lui, anche mia madre iniziò a pregare. Lei parlò con grande sforzo, con voce rauca. Dopo alcune frasi la sua voce divenne chiara e musicale, e noi guardandola notammo che era avvenuto un grande cambiamento. Le sue mani si erano unite, i suoi occhi si aprirono e lei disse chiaramente «Gloria a Dio». Poi, con un movimento rapido, gettò da parte le coperte con le quali era avvolta e fece un passo avanti, mentre i suoi occhi sembravano diretti verso l’alto come se vedessero qualcosa di grande interesse. Torcendosi le mani, con un’occhiata di intenso dolore, esclamò: «Il buio, il buio, così buio!» Più tardi di nuovo il viso le si illuminò ed esclamò: «Una luce! Una piccola luce! Più luce! Molta luce!» La scena che le fu presentata, come ci spiegò successivamente, raffigurava l’oscurità nel quale il mondo era completamente avvolto. Una visione simile fece esclamare ad Isaia: «L’oscurità copre la terra, e una più profonda oscurità avvolge le persone». Mentre osservava questa oscurità, apparvero delle luci. Dapprima vide poche fievoli luci, che crebbero più brillanti, Interno della casa di James ed Ellen White, più chiare e più forti, finché il mondo intero fu illuminato Battle Creek, Michigan completamente. I discepoli di Cristo era chiamati a tenere alta la luce, dovunque essi fossero. Grazie a loro, altre torce furono accese. Ciascuna brillava maggiormente finché tutta la terra fu completamente illuminata dall’amore e dalla conoscenza di Dio. Questa visione durò per circa dieci minuti. Nell’ultima metà del tempo di questa visione mia madre aveva ripreso il suo posto sulla sedia a dondolo. Alla fine prese tre profondi respiri e poi riprese a respirare normalmente. Silenziosamente si sedette e sembrò essere assorta nella contemplazione della visione. Mio padre si inginocchiò davanti a lei e le chiese: «Ellen, hai avuto una visione?». «Si» rispose. Lui le chiese se desiderasse raccontare quello che le era stato presentato. Lei rispose: «Non ora». Poi la sorella Hall la accompagnò alla sua stanza. Ci rendemmo tutti conto che era completamente guarita. Ma sembrava sommersa dai pensieri su ciò che le era stato presentato. Mio padre e i fratelli Smith e Waggoner ritornarono al loro lavoro negli uffici della Review and Herald, per i preparativi per l’assemblea generale. Ma alcune ore dopo mio padre ritornò, e disse a mia madre: «Ellen stasera c’è una riunione in chiesa. Sarai presente?». Lei rispose: «Si! Ci andrò». Insieme attraversarono le strade piene di neve per presenziare alla riunione. La malattia, la debolezza e la raucedine erano passate e lei stava di nuovo bene. Alla riunione mio padre fece una breve introduzione dopodiché diede la parola a mia madre che parlò senza alcun problema per circa 20 minuti. Il giorno dopo lei parlò nuovamente e in modo più dettagliato sul tema di come ampliare il nostro lavoro. Lei disse che il messaggio doveva pervenire in molte parti della terra, che aveva visto macchinari tipografici in molti paesi stranieri, stampe e libri che contenevano il messaggio del terzo angelo. A questo punto mio padre l’interruppe chiedendogli: «Ellen puoi dirci i nomi di qualcuno di quei paesi?». Lei esitò un momento e poi rispose: «No, non ricordo i nomi, ma riconoscerei i luoghi se li vedessi. Solamente uno ne ricordo, l’angelo ha detto “Australia”». Gli anziani Haskell e Corliss, sentendo questo, hanno sempre tenuto l’Australia ben presente, finché nel maggio 1885 con molti altri partirono da San Francisco in nave per iniziare a lavorare in Australia e in Nuova Zelanda. In merito al perdurare delle visioni, le straordinarie manifestazioni fisiche che accompagnavano le visioni diurne non si sono viste in questi ultimi anni. Ma le visioni notturne continuano dal 1844 fino ad oggi. Frequentemente l’angelo di Dio le appare con rivelazioni di vario genere. Inoltre, in queste visioni, sono molti i modi d’istruzione che le vengono dati. Ecco un esempio. Una volta c’era un gruppo di giovani ospitati in pensione da mia madre nella sua casa di Healdsburg: alcuni l’aiutavano nel suo lavoro ed altri erano studenti ed insegnanti nella scuola. Una tentazione particolare venne ad una delle insegnanti. Lei prese una reticella per capelli di mia madre e la mise nel suo baule. Mia madre fece una ricerca accurata per trovarla. La cercò in tutta la casa e disse: «La devo trovare, non può sparire così!». Un giorno stava attraversando una stanza, per andare in un’altra, quando una voce le disse: : «Solleva il coperchio di quel baule». Era una cosa così insolita da fare; guardare nel baule di un’altra persona. Ma la voce disse di nuovo: «Solleva il coperchio di quel baule». Lo fece e trovò la reticella mancante. Invece di dire ciò che Casa di Ellen G. White, Healdsburg, California, (foto scattata nel 1928) aveva visto, fece di nuovo un’indagine in merito alla retina, e disse: «Io sono sicura di trovarla». Insistette sulla questione a tal punto che la persona che l’aveva presa si convinse che se ne doveva sbarazzare e così la distrusse. Sentì che non poteva più semplicemente restituirla dopo tutto quello che era stato detto. Un giorno, mentre mia madre era seduta vicina al focolare, davanti ai suoi occhi le apparve una visione di quella signora mentre teneva la reticella sopra una lampada e la bruciava. Quando mia madre vide che c’era uno scopo preciso per non confessare la trasgressione, disse alla giovane signora ciò che aveva visto; e lei confessò. Disse: «Io non so perché la presi e non so neppure perché non l’ho restituita quando ne parlò la prima volta». Era una giovane con un bel carattere, eccetto in una cosa. Per tutta la vita è stata abituata ad essere egoista e ha sempre coperto questo peccato. Evidentemente il Signore le aveva mandato questa prova per rivelarle questa mancanza del suo carattere. Dopo questo fatto lei diede una svolta decisiva alla sua vita, visse una vita nuova. Il Signore le volle dire questo per salvarla da cose più serie. Molto spesso accadeva che, quando mia madre stava scrivendo, improvvisamente si fermasse e mentre aspettava e pregava, un pensiero affiorasse alla sua mente con tutte le successive istruzioni di come e cosa scrivere. Quando descrivo queste cose, vi renderete conto del parallelismo con le forme di narrazione sperimentate dai profeti come testimoniate nella Bibbia. Molto spesso quando si presentavano questioni di estrema importanza che richiedevano saggezza e giudizio, quando si dovevano prendere delle decisioni importanti in una riunione o adottare una determinata linea in un lavoro istituzionale, lei viveva in anticipo l’intera esperienza. Durante le visioni notturne l’Angelo del Signore, talvolta con mesi di anticipo, le appariva per mostrarle cosa sarebbe accaduto e come comportarsi. (L’Angelo è lo stesso del quale parla nei suoi primi scritti come il “giovane” ma ora lo menziona come “il nostro istruttore” o “il nostro consigliere”). Passando attraverso queste esperienze e avendo avuto le istruzioni per gli eventi che sarebbero accaduti vivendoli successivamente come le erano stati presentati in visione, sa esattamente quali consigli dare e gli scopi da perseguire. Molte cose le venivano presentate per mezzo di figure o immagini. Alcuni di voi ricorderanno quel meraviglioso capitolo alla fine de “Il Gran Conflitto” in cui è descritta l’esperienza dei santi che sono imprigionati in luoghi pericolosi ed oscuri e mentre avanzano, una voce risuona: «Avanti! Venite! Venite! Santi, innocenti ed incorrotti». Quando mia madre scriveva questi ultimi capitoli de Il Gran Conflitto fu sentita per tre volte nella notte pronunciare queste parole mentre le veniva presentata la scena più volte. Una Raffigurazione artistica della scuola di Lovetts Grove, Ohio, dove Ellen White ha avuto la mattina disse: «Ora ho capito. Cronologicamente, ora so dove visione del Gran Conflitto posizionarlo. Ne ho compreso la relazione». Qualche volta alcuni avvertimenti importanti le venivano presentate come immagini ma non gli veniva detto se la scena rappresentata nell’immagine era accaduta o doveva accadere nel futuro, o se rappresentava un grave pericolo e cosa si doveva evitare. Una volta, mentre eravamo lontani da Battle Creek, dove si trovava casa nostra, ricevemmo una comunicazione che un fratello era stato radiato dalla chiesa. Quando lessi la lettera dissi: «Oh! Madre, il fratello A… è stato radiato dalla chiesa». Lei disse: «Si». Non mi sembrò per nulla sorpresa. Dissi: «Mi puoi dire il perché?». Rispose: «Si, lui aveva troppe attenzioni per una giovane signora». «Sai chi è?». Lei la nominò. Le chiesi: «Come sai tutto questo?». Mi rispose: «Mesi fa mi fu presentata una scena, li vidi che stavano insieme in un luogo pubblico, lui col suo braccio intorno a lei, e lei che guardava il viso di lui amorevolmente. Allora non compresi se si trattava di una scena di un avvenimento attuale o se fosse un avvertimento di qualcosa che avrebbero dovuto evitare». A questo punto mi domando: “Cosa diresti se venissi rimproverato per qualche cosa che non è mai stato fatto?”. Risponderei: “Lo accetterei come un avvertimento e me ne terrei talmente lontano che non potrebbe mai accadere”. Vi racconto qualcosa in proposito. C’era un fratello con il quale ero in Australia che mi disse: «Fratello White, io sono in un guaio. Sono in un guaio serio, perché sua madre mi ha scritto una lettera dove mi rimprovera per qualcosa che non ho mai fatto. Io sono profondamente angosciato. E non so cosa fare». Poi lui mi raccontò perché veniva rimproverato. «Fratello mio» dissi «sono molto lieto che ti sia rivolto a me per un consiglio e credo di poterti aiutare». Gli raccontai dell’accaduto e di molte altre cose e che qualche volta la cronologia e la geografia non erano chiaramente presentate. Gli dissi anche che un sabato, a Basle, stavo leggendo Storia del Protestantesimo di Wylie. Narrava di come gli eserciti romani combattevano contro gli ungheresi e come un grande esercito di persecutori avrebbe visto uno sparuto gruppo di protestanti che li avrebbero spaventati e costretti ad una frettolosa ritirata. Quando lo lessi a mia madre, lei mi interruppe e mi raccontò molte cose scritte più avanti nel libro e molte altre cose di cui il libro non parlava affatto. Lei disse: «Non ho mai letto il libro, ma quella scena mi è stata presentata tantissime volte. Ho visto gli eserciti papali, e qualche volta prima che loro potessero schierarsi contro i protestanti, gli angeli di Dio li mostravano schierati come un esercito talmente grosso da costringerli alla fuga». Dissi: «Ma perché non l’hai messo nel tuo libro?» Lei rispose: «Non sapevo dove metterlo». Dissi a questo fratello: «Lei ed io facciamo una grande distinzione tra passato, presente e futuro. Per noi c’è una grande differenza. Per Dio tutto è presente. Noi facciamo una grande differenza tra un atto contemplato, pensato, radicato nella nostra mente ed un atto compiuto. Per Dio non c’è la stessa differenza che esiste per noi. Lui guarda al pensiero del cuore, e quando vede nella tua e nella mia mente un piano, un desiderio, per Lui è come il seme di un albero. In esso vede già l’albero con i frutti. Caro fratello, se hai ricevuto un rimprovero per qualcosa che non hai mai commesso, ti consiglio di prenderlo come un avvertimento e di conseguenza di tenermene alla larga, in modo tale che, quanto previsto, non possa mai succedere. Non ti illudere che questa tentazione passi in pochi giorni o in qualche settimana. Ricorda che la conquista di se stessi è un lavoro che dura per tutta la vita.» Afferrato il concetto, mi rispose: «Ora capisco. Ti ringrazio per il consiglio. Conosco abbastanza il lavoro di tua madre per sapere quanto potere e quanta verità c’è in esso. Lo accetto come un avvertimento e mi terrò talmente alla larga da tali diabolici avvenimenti che nessun uomo saprà mai che ho avuto bisogno di un tale avvertimento». Alcuni mesi dopo, mi furono rivolte delle lamentele in merito al comportamento del fratello concernente i fatti di cui si dichiarava innocente. Per un po’ di tempo ha sostenuto che le accuse erano false, ma alla fine ha confessato che per lungo tempo ha mantenuto un comportamento scorretto. Tecnicamente, così come gli uomini vedono e giudicano, potremmo dire che era innocente al momento in cui fu rimproverato; ma spiritualmente ed nelle motivazioni egli è sempre stato colpevole. Talvolta ci si domanda: il Dott. Kellogg è stato rimproverato per la costruzione di un edificio a Chicago che non è mai stato costruito? C’era una raffigurazione di edifici che non furono mai costruiti? Si. C’era una raffigurazione fatta ad Ezechiele di una città e di un tempio che mai furono costruiti? Perché tale raffigurazione è stata data a lui? Perché era possibile che fosse costruita una tale città. Se la gente avesse camminato nella luce, l’avrebbero costruita. Ma non camminarono nella luce e la città ed il tempio, che furono mostrati al profeta, non furono mai costruiti. Ezechiele registrò ciò che gli fu mostrato. Mentre eravamo in Australia, furono mostrati a mia madre, durante le visioni notturne, ampi edifici a Chicago, occupati da svariate attività che assorbivano il tempo e le energie dei nostri fratelli. Le fu mostrato il significato affinché nelle conferenze e nelle missioni in altre terre si permettesse la raccolta di mezzi per questi edifici. Nessuno aveva mai scritto a mia madre o le aveva Dott.J. H. Kellogg parlato in merito all’esistenza di questi edifici. Ma lei scrisse cosa le fu presentato. Lei vide gli edifici, tutte queste attività, ed il risultato, e scrisse la denuncia che le fu presentata contro tutto questo. L’ho letta prima che fosse inviata e ho pensato che la persona a cui era indirizzata avrebbe capito il suo lavoro a tal punto che ne avrebbe compreso il significato e l’avrebbe accettato come un avvertimento. Ma al contrario invece fomentò una grande indignazione. Vi furono molte discussioni e la lettera citata a dimostrazione della inattendibilità delle Testimonianze [raccolta di scritti, ndt]. Per alcuni anni questo fu un peso per mia madre ma nell’estate del 1902, dopo l’organizzazione del Pacific Medical Missionary and Benevolent Association, le perplessità furono chiarite. Un giorno il giudice Jesse Arthur e sua moglie erano a cena da mia madre e dopo cena si discusse in merito agli edifici di Chicago. Il giudice Arthur disse che era al corrente dei piani che erano stati preparati e valutati per un grosso edificio a Chicago e che aveva visto il progetto della costruzione, come era stato disegnato dal fratello W. K. Loughborough. Ci disse che il Dott. Holmes, che dette un grosso contributo nel lavoro a Chicago del Medical Missionary College e che fu un membro attivo della American Medical Association, era fortemente interessato che potessimo avere degli ampi e ben strutturati edifici a Chicago perché, a meno che non avessimo avuto un buon posto dove svolgere il nostro lavoro, non avremmo mai potuto ottenere un riconoscimento favorevole da parte della American Medical Association e da parte della Association of Medical Colleges. Perciò il Dott. Holmes volontariamente cercò un luogo adatto e diede dei suggerimenti in merito al progetto. Diversi posti furono esaminati e svariati progetti discussi, grandi e piccoli. Il Dott. Holmes costantemente spingeva perché si progettasse un edificio grande e si pensò che il Medical College ne avrebbe occupato una parte, un’altra sarebbe stata usata come ambulatorio e molte altre attività sarebbero state raggruppate nella parte restante. Quando il giudice Arthur descrisse in linea generale il progetto, mia madre disse «Questo è ciò che mi è stato presentato» e cominciò a descrivere l’edificio per un po’ di tempo. «Si» disse il giudice Arthur e proseguì con la descrizione. La conversazione fu come quando due persone hanno visto la stessa cosa e una ne descrive una parte mentre la seconda ne descrive un’altra, il tutto in perfetta armonia. Fu sottolineata l’importanza che il grande edificio venisse costruito il prima possibile perché si stava avvicinando il periodo il cui si sarebbero laureati una classe di studenti del Medical Missionary College ed era indispensabile avere un parere favorevole delle associazioni di supervisione medica. Il dottor J. H. Kellogg era in Europa ma si confidava in una sua sentita approvazione. Ma al suo rientro, subito evidenziò una questione: «Dov’è il danaro?». La testimonianza in merito alle grandi costruzioni di Chicago gli aveva fatto perdere la speranza di poter ottenere i fondi necessari per la costruzione. Il messaggio era arrivato al Dott. Kellogg mentre era in Europa. Non solo egli era il leader ma anche la testa ed il promotore di questo lavoro. Erano i suoi piani che avevano dato forma a tutto quello che era stato fatto. Quando vide che la Testimonianza era contro quello che lui ed i suoi collaboratori intendevano fare, si fermò. L’argomento dell’influenza personale suscita sempre molte perplessità. Alcuni hanno l’idea che si può esercitare la propria personale influenza in modo da condizionare il tenore delle testimonianze in questo o quell’altro modo o, altrimenti, secondo i sentimenti, i desideri e le volontà di coloro che erano vicini a mia madre. Coloro che meglio conoscono il lavoro di mia madre sanno che c’è una solidità in esso incrollabile. C’è un momento in cui gli uomini devono agire in comunione con esso così come con qualsiasi altra parte dell’opera di Dio. Spesso veniva presentata a mia madre una visione di un settore e dell’opera che restava da fare. Le veniva mostrato che se una conferenza, una chiesa o un gruppo di uomini adottavano un certo tipo di scelte, i risultati sarebbero per certo stati di una determinata natura e quindi lei li doveva avvertire. Spesso mia madre doveva chiedere ai fratelli degli aggiornamenti in merito al lavoro svolto in modo da sapere se era giunto il momento di dare la propria testimonianza. Mentre eravamo ad Avondale, lottando per costruirvi il college, c’erano molte opinioni diverse fra i vari membri del comitato. C’era un gruppo di persone addestrate in differenti scuole tecniche. Erano uomini forti ed avevano opinioni diverse. Alcuni volevano vedere dei progressi veloci; altri preferivano avanzare con cautela ed in economia. E c’era un’ampia gamma di teorie in merito alla gestione delle finanze e della scuola. Sentivo di essere in linea con il modo di voler gestire il lavoro di mia madre. Ho ascoltato i suoi consigli alla Union Conference Committee durante gli anni in cui cercavamo un terreno per la scuola. Ho ascoltato le sue dichiarazioni in merito a cosa avrebbe potuto diventare la scuola. Ho avvertito il peso di voler cominciare in lavori il prima possibile. Qualcuno dei fratelli pensava che ero troppo precipitoso, che avremmo corso dei College di Avondale, Australia grossi rischi, e che approfittavo della mia posizione nei (foto di studenti e insegnanti) confronti di mia madre per influenzarla nel lavoro, per assecondare le mie volontà. Per il bene di coloro che la pensavano in quel modo così, come per la mia pace mentale, decisi di tenermi alla larga da qualsiasi cosa potesse indurre a perplessità in loro o in me e, sebbene desiderassi intensamente dei consigli, decisi di adottare un comportamento neutrale. In quel periodo abbiamo svolto il nostro lavoro per la scuola in modo cauto ed accurato. Talvolta si meditava una decisione per una settimana. Normalmente rientravo a casa tardi la sera dopo la riunione del comitato e prima di addormentarmi facevo presente al Signore le mie più grandi perplessità e difficoltà. Spesso ho pregato: «Signore guidami secondo il Tuo volere. Se questo avviene attraverso una luce speciale del fratello Haskell, del fratello Hughes, del fratello Daniells, del fratello Palmer, o qualsiasi altro membro del comitato, aiutaci ad accettarlo; o, se è nella tua volontà, aiutaci inviando, attraverso mia madre, un tuo consiglio, come è avvenuto nel passato. Signore aiutaci». Poi ogni mattina vedevo mia madre e le chiedevo: «Hai qualche messaggio per noi?» Qualche volta lei rispondeva: «Durante la notte ero in consiglio e abbiamo parlato di questo e quell’argomento, e mi è stato detto di riferire così e così». Così attraverso quell’esperienza, io spesso ricevevo esattamente la risposta alle domande che avevo posto al Signore la sera prima. Qualche volta quello che mia madre mi riferiva non era una risposta diretta, ma mi indicava la posizione che avrei dovuto assumere nei riguardi di quel determinato problema che dovevamo affrontare. Non tutti i suggerimenti che mi riferiva durante quelle mattinate trovavano immediata applicazione nel lavoro. Ma vi posso assicurare che ero veramente grato per l’aiuto ricevuto. Una mattina ho fatto la solita domanda. Ero un po’ in ritardo e le dissi: «Devo scappare, è già l’ora della riunione». Mia madre mi chiese: «Voglio sapere cosa state facendo». Le risposi: «Perché te lo devo dire io? Non te lo dice il Signore se è necessario per te saperlo?». «Ebbene», mi disse «voglio sapere cosa state facendo». Le risposi: «In questo momento non voglio dirti molto di quello che stiamo facendo». Quindi mia madre mi sequestrò il cappotto, così come usava fare Ellen G. White, foto del 1899 quando ero un ragazzino e facendolo dondolare davanti a me, mi disse: mentre si trovava in Australia «Willie White, mi è stato presentato che stai vivendo un momento difficile, e quando raggiungerai un certo punto io dovrò riferire qualcosa, ma devo sapere se hai raggiunto quel momento oppure no». Le ho detto cosa stavamo facendo e lei mi rispose: «Vai avanti, non è ancora il momento». Uno o due giorni più tardi, venne e ci diede alcuni consigli. Il consiglio riferito non mi difese nei miei piani. Non so di nessuno i cui programmi siano più di sovente verificati e corretti dei miei. Una volta ero ad un raduno all’aperto a Melbourne, lavorando dalla mattina presto fino alla sera tardi fino allo sfinimento delle mie forze, quando ricevetti una lettera così triste e piena di rimproveri perché trascuravo il lavoro di mia madre e in merito alla necessità di dedicare maggiori attenzioni ad esso. Lei acconsenti al fatto che io partecipassi a quel raduno e non capivo perché venisse fuori questa storia ora. Mi dissi, non era il caso che ci pensassi in quel momento; il lavoro in quel raduno aveva bisogno di tutte le mie energie e quindi la misi via. Ma ho fatto la cosa giusta? Scopri, dopo quel fatto, che li c’era un uomo che avrebbe potuto essere di aiuto proprio per il lavoro per cui bisognava fare attenzione. Ma il Campground a Melbourne, Australia nel 1896 messaggio mi infastidì. Pensavo che stavo già facendo tutto il possibile. Non lo accettai e me lo tolsi dalla mente e li ci fu l’aiuto alla mia portata che mi avrebbe permesso di fare ciò che avrei dovuto fare. In merito all’argomento del condizionamento personale. Questi messaggi sono stati inviati a mia madre tramite parole o ispirandola nei suoi scritti e la domanda che ne consegue è la seguente: “quanto le è stato rivelato l’ha solo messa nella condizione di scrivere queste cose oppure ha condizionato l’argomento in sé?” Il Signore mi ha permesso di vivere svariate esperienze per rispondere a questa domanda. Ve ne racconterò alcune. Una volta c’era un gruppo di uomini che lavorava insieme al presidente della Conferenza Generale, tutti abili amministratori finanziari. I loro cuori non erano molto propensi per le missioni all’estero, si riempivano di gioia quando si trattava di grandi edifici, attrezzature e macchinari nel cuore dell’opera, a Battle Creek, e hanno costantemente fatto presente al presidente della Conferenza Generale che queste cose hanno dato stabilità e forza alla causa, e, inconsciamente, egli veniva influenzato sempre più da questo modo di vedere l’opera. Sempre più si considerò saggia questa gestione, ma agli occhi del Signore si stava commettendo un furto. Le missioni all’estero erano derubate. Diverse lettere arrivarono dall’America, scritte dal presidente della Conferenza Generale, indicando che questi amministratori stavano facendo una bella esperienza, organizzavano delle riunioni all’aperto, ed erano di aiuto in diverse attività. Erano di grande incoraggiamento ed ero veramente felice di leggerle. Volevo bene a queste persone; ammiravo uno di loro per le sue qualità di amministratore. Per anni mi sono sforzato di far presente a mia madre tutte queste incoraggianti cose in merito alla loro opera. Una di queste lettere ci fu recapitata a mezzogiorno ed io e mia madre nel pomeriggio eravamo seduti, rallegrandoci nel leggerla per tutte le buone notizie. Commentavamo quanto fosse buono il fatto che ora mia madre non dovesse accollarsi tutto il peso dell’opera. Andai a casa colmo di gioia, ringraziando e pregando per come stavano procedendo le cose e per il fatto che mia madre potesse sgravarsi dal peso schiacciante che ha dovuto sostenere per l’opera a Battle Creek. Ma il giorno seguente ho trovato mia madre molto occupata a scrivere ed il giorno dopo ancora mi chiamò e mi lesse il più severo messaggio di disapprovazione che ebbe mai scritto in merito all’opera e all’influenza di questi leaders. Come mai questo cambiamento di atteggiamento? Fu perché l’Angelo del Signore le era apparso e le diede un’altra chiave di lettura del loro lavoro. Ho vissuto questo tipo di esperienze non una o due volte ma molte volte. Ho visto persone venire con l’intento di ottenere l’approvazione riguardo a particolari progetti. Una delle esperienze più eclatanti l’ho vissuta in concomitanza con la Conferenza Generale di Oakland del 1903. In quel periodo vi era una grande controversia. Prima della conferenza, per settimane, anzi mesi, mia madre ha vissuto in anticipo gli eventi che sarebbero accaduti. Ogni mattina quando la andavo a visitare nella sua stanza, lei mi parlava delle importanti questioni che sarebbero sorte durante l’incontro. Spesso diceva: «non so se avrò la forza di partecipare alla conferenza, ma se ce la faccio, dovrò sostenere una testimonianza molto veritiera. Spesso prego “Signore, aiutami a ricordare, e se giunge il momento in cui ho bisogno di sapere queste cose, portale alla mia mente”». Finalmente arrivò il momento della conferenza e iniziò la battaglia. Coloro che sostenevano una linea della controversia chiedevano a mia madre dei consigli. Ritratto di Ellen G. White Le dicevano «siamo perplessi. Non vogliamo agire in modo scorretto. Ci sembra che la chiesa corra questi gravi rischi, dobbiamo affrontarli, e come possiamo affrontarli?». Quindi mia madre diceva loro come il pericolo le era stato presentato e sulla necessità di vigilare. Dalla tenacia con cui venivano presentati i fatti, le difficoltà da affrontare, mi domandavo: «Tutto questo condizionerà la testimonianza di mia madre?» Potete ben immaginare l’intensità del mio interesse quando lei si trovò di fronte alla conferenza per presentare il proprio messaggio. Ero molto attento per vedere se lei avrebbe presentato il messaggio così come aveva detto che avrebbe fatto oppure se avesse sostenuto una testimonianza in qualche modo modificata. Come immaginavamo, la testimonianza che sostenne non si scostò di un capello né verso destra né verso sinistra rispetto a quello che ci aveva detto a casa. Si riprometteva di parlare in modo franco, come mai aveva fatto in precedenza. Mi ripeteva in continuazione prima e durante la conferenza che doveva ammonire questo o quel gruppo di dottori in merito ai pericoli che correvano. E, dietro sua richiesta, chiamammo tutti i medici insieme. Alcuni pastori chiesero: «non dovremmo partecipare anche noi?». Alcuni dei più importanti, con i quali voleva parlare, erano assenti; mentre erano presenti persone che non erano pronte per ricevere ed usare con saggezza il messaggio che doveva presentare. Pertanto non lo presentò mai. Lesse qualcosa di istruttivo in merito ad un altro argomento. Quando vede la gente intenta ad ascoltare i suoi consigli e ha l’impressione nel proprio cuore che faranno un uso sbagliato delle sue parole, qualche volta decide di non dire ciò che si era prefissata. Un ulteriore pensiero in merito al condizionamento personale. Alcuni dicono: «Hai visto che mentre la sorella White stava parlando alla conferenza, si è girata verso W. C. White e gli ha detto “ho trattato tutti gli argomenti, Willie?”. Questo non dimostra che lui la influenza e che lei cerca di accontentarlo?». Questa potrebbe essere una domanda normale per menti sospettose. Quali sono i fatti? Talvolta, per settimane prima di un importante incontro, mia madre ogni mattina mi raccontava le dichiarazioni che intendeva sostenere. Quando arrivava il momento dell’incontro, lei parlava di fronte a numerosi partecipanti. Quando poi era chiamata a dare la sua testimonianza ai fratelli, mi raccomandava prima di andare all’incontro: «Sono stanca; in molti mi hanno parlato; mi devi aiutare a ricordare le cose che ti ho detto». Per questa ragione sul pulpito si girava verso di me perché le ricordassi cosa lei mi aveva raccontato in precedenza. Ecco un esempio. Alla fine della Conferenza Generale tenutasi a Battle Creek nel 1901, i fratelli fecero pressione perché mia madre andasse urgentemente ad Indianapolis e partecipasse ad un incontro generale organizzato in merito all’opera portata avanti in modo fanatico da un gruppo di operai che insegnavano la dottrina della santità. Mia madre era esausta e sentiva che non aveva la forza per sostenere quest’ulteriore impegno. Ripeteva a me e agli altri membri della famiglia che non si sentiva in grado di partecipare all’incontro. Sentiva di non avere la forza necessaria per sostenere quel tipo di testimonianza che bisognava dare in quell’incontro. Quindi ci raccontò molte delle cose che avrebbe dovuto presentare ai fratelli che insegnavano quella strana dottrina in Indiana. Le ripeté tante di quelle volte che Ellen G. White durante un discorso in una avevo perfettamente in mente quali erano le cose da sessione della Conferenza Generale testimoniare in caso lei non fosse andata in Indiana. Alla nel 1901 a Battle Creek, Michigan fine, però, decise di partire. Il Signore le dette la forza di affrontare il viaggio e portò la sua testimonianza ad una grande assemblea di fratelli in modo chiaro e deciso. Successivamente, la domenica pomeriggio, le fu chiesto di parlare ad un’altra grande assemblea. Questo fu una dura prova di forza ed alla fine era veramente esausta. La domenica pomeriggio parlai a lungo con uno dei pastori che sostenevano quella strana dottrina contro la quale mia madre sostenne la sua testimonianza, e mi chiese di poter avere un colloquio con mia madre. Gli dissi che mia madre era esausta. Quando però mi resi conto che, negandogliela, lo avrei addolorato e ferito, dissi che avrei fatto tutto il possibile per fissare il colloquio per lunedì mattina. Avrei dovuto incontrare mia madre la domenica sera e in tale occasione le avrei annunciato il desiderio del fratello di parlarle la mattina seguente, ma i lavori del comitato si dilungarono e non mi fu possibile vederla. Lunedì molto presto andai nella sua camera ma la trovai molto impegnata a scrivere. Mi disse che un argomento molto importante le era stato presentato in visione durante la notte e desiderava mettere tutto per iscritto prima che qualunque altra cosa la potesse distrarre da quel soggetto. Le raccontai che avevo promesso ad uno dei pastori di fissare un incontro con lei quel lunedì mattina, ma mia madre mi rispose: «Adesso ho la testa su questo soggetto. Ho predicato ai fratelli la mia testimonianza, il sermone mi ha tolto ogni forza. Adesso devo scrivere in merito a questo argomento. Come mai un fratello vuole avere un incontro privato con me?». Rimarcai il suo desiderio di incontrarla e lei mi disse: «Cos’altro posso dirgli»? Poi vidi che il sermone della domenica pomeriggio e il nuovo soggetto avuto in visione avevano completamente distolto i suoi pensieri dall’argomento del fanatismo sulla santità e così le ripetei alcune delle cose che lei aveva detto a me quando ancora eravamo a Battle Creek, prima di venire in Indiana. Dopo aver richiamato la sua attenzione su alcuni di questi punti, che ben ci aveva chiarito se non avesse potuto partecipare in Indiana, nuovamente si ricordò bene tutti i pensieri inerenti quel soggetto, e quindi andai a cercare il fratello. Durante questa nostra conversazione, una sorella nella stanza a fianco aveva ascoltato alcune parole. Avevo parlato con mia madre a voce alta e la sorella aveva sentito le mie parole, probabilmente senza però sentire le risposte di mia madre e rimase molto colpita e attonita di udire che W. C. White suggeriva a sua madre cosa dire ad un fratello perplesso. Ovviamente questa cosa fu riportata ad altri e si sparse in lungo e in largo prima che giungesse alla mia attenzione. Questo non è l’unico modo in cui il nemico lavora per ingannarci, mostrando che coloro che sono strettamente in relazione con mia madre alterino il suo lavoro. Coloro i quali vogliono credere che le Testimonianze non sono pure e genuine avranno molte opportunità di sentire cose che, dette in un certo modo, faranno sembrare che non stiamo portando avanti l’opera onestamente. Ma a tal proposito voglio dire che tutto ciò che esce dall’ufficio di mia madre, firmato di suo pugno e timbrato con la sua firma, ne è lei la responsabile nel pieno delle sue facoltà. Non c’è nessuno che sia in contatto con lei che desideri alterare la sua opera o di agire in modo diverso da come lei ci indica. Mia madre scrive molto velocemente. La maggior parte delle volte scrive la mattina presto. Spesso scrive in merito a diversi soggetti in una stessa lettera o manoscritto, argomento per argomento così come le sono presentati alla mente. Questi manoscritti li passa a qualcuno che è esperto nella lettura della sua calligrafia perché vengano copiati con la macchina da scrivere e quindi restituiti a mia madre. Lei li esamina, fa qualche correzione, qualche cambiamento o qualche aggiunta a seconda di come ritiene opportuno. Poi viene nuovamente copiato a macchina ed inviato secondo le disposizioni impartite da mia madre. Qualche volta una lunga lettera personale può contenere degli argomenti che desidera utilizzare in una lettera più generica da inviare ad un gruppo di operai. Talvolta contiene materiale per un articolo in uno dei nostri periodici o per un capitolo di un libro. Alcuni dei più preziosi capitoli del libro The Desire of Ages sono tratti da stralci di lettere scritte per missionari in particolari circostanze con l’intento di sostenerli ed istruirli nel loro compito. Alcune di queste bellissime lezioni circa l’esperienza del cristiano, come illustrata nella vita del nostro Salvatore, furono scritte in lettere indirizzate a mio fratello Edson, mentre stava lottando fra varie difficoltà nella sua opera in Mississippi. L’archivio del White Estate di Silver Spring, Maryland, dove sono contenute tutte le lettere e i Alcune furono inizialmente scritte manoscritti non ancora pubblicati all’Anziano Corliss quando stava sostenendo una discussione con lo Al momento della sua morte gli scritti di Ellen White ammontavano scaltro Campbellite a Sidney. approssimativamente ad un totale di 100.000 pagine: 24 libri attualmente in Una cosa che non mi perdonerei se circolazione, 2 libri di manoscritti in fase di pubblicazione, 5.000 articoli non ne parlassi è la sofferenza e la periodicamente pubblicati su riviste della chiesa, più di 200 opuscoli e pazienza di Dio nei confronti di pieghevoli, circa 35.000 pagine battute a macchina di documenti manoscritti uomini peccatori così come è e lettere, 2.000 lettere scritte a mano ed, infine, materiale scritto su dei diari evidenziato nei messaggi inviati che, quando copiato, ammonta a più di 15.000 pagine battute a macchina. alla chiesa tramite mia madre. Spesso, quando un uomo viene scelto per occupare una posizione di responsabilità, subito il nemico arriva con tutte le sue forze per renderlo non idoneo per quel posto e quel lavoro. Poi quando i fratelli scoprono le sue debolezze sono subito pronti ad esonerarlo. Ma il Signore veglia su di lui come il Signore Gesù vegliò sui suoi discepoli – avendoli amati, li amò fino alla fine – quando disse: «Mentre io ero con loro, io li conservavo nel tuo nome; quelli che tu mi hai dati, li ho anche custoditi, e nessuno di loro è perito, tranne il figlio di perdizione, affinché la Scrittura fosse adempiuta.» Questo ci dimostra quanto è paziente, quanto determinato affinché l’uomo potesse avere tutte le opportunità che il cielo può accordare. Questa caratteristica la si riscontra nei messaggi che Dio invia alla sua chiesa tramite le Testimonianze. Se i fratelli, quando vedono un membro sbagliare, lo trattassero correttamente, potrebbero riconquistarlo alla chiesa o potrebbero arrivare alla conclusione che è senza speranza. Se questo fosse stato fatto, non ci sarebbe stato bisogno di ricevere così spesso delle testimonianze, mettendo in guardia la chiesa dall’allontanare uomini che il Signore è ancora ansioso di salvare. Possiamo arrivare ad una piena comprensione delle Testimonianze solo attraverso uno studio attento dei messaggi che il Signore ha inviato alla Sua chiesa nel passato, ricordando che, oggi come allora, sono espressi nello stesso linguaggio e valutandoli alla luce dell’amore di Gesù. Prego Dio che noi tutti possiamo diventare saggi nello studio di queste cose, perché noi tutti avremo l’opportunità di aiutare qualcun altro. Ellen G. White Estate Conferenza Generale della Chiesa Avventista del 7° Giorno Washington 12, D.C. 20 Maggio 1954 Edito e riformattato il 6-6-91 Silver Spring, Maryland. Nc Traduzione dall’originale in inglese di Ivano Croce