PARROCCHIA DI SAN NICOLA DA TOLENTINO
Santa Croce, 265 - 30135 Venezia - tel. 041 5222160 - cell. 329 1561027
Orario Ss. Messe: quotidiana e prefestiva ore 18,30 - Domeniche e Feste 10.30 e 18,30
SS. Nome di Gesù (Caritas): quotidiana ore 8,30 - Domenica e Feste ore 9,30
IL DIARIO
Anno III, n. 108 - Domenica 1 febbraio 2009
Madonna Candelora
Quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, Maria e
Giuseppe si recarono al tempio per presentarlo al
Signore e per pagare un simbolico riscatto
prescritto
dalla
legge
di
Mosè.
Contemporaneamente la neo mamma Maria si
sottomise al rito della purificazione.
Nel corso dei secoli la festa del 2 febbraio è stata
considerata o festa del Signore (oggi prevale
questa valorizzazione), o festa mariana, da noi
familiarmente detta della Madonna candelora.
Dal punto di vista liturgico la festa - celebrata a
Gerusalemme già alla fine del IV secolo prescriveva una processione con i ceri accesi,
simbolo di Cristo che, nel racconto evangelico, è
proclamato dal profeta Simeone: “luce che
illumina le genti”.
Nel linguaggio abituale il termine “luce” è
variamente usato. Per esempio, per significare la
vita: “dare alla luce”, “venire alla luce”, sono
modi di dire legati alla nascita. “Essere nella luce”
significa conoscere la verità; come, al contrario,
usiamo l’espressione “essere all’oscuro”, per
indicare l’ignoranza. E quando due persone
cominciano a volersi bene con più intensità, si
dice che “si accendono” d’amore.
Partecipare alla celebrazione - che prevede la
processione prima della messa, all’interno della
chiesa, tenendo in mano la candela accesa, cioè la
luce - significa allora:
a) desiderare di essere delle lampade che si
consumano a poco a poco, emanando luce, calore
e vita ;
b) voler diffondere la verità imparata alla scuola
del Signore e contenuta nel Vangelo;
c) essere pronti a ricevere e a donare amore bello,
pulito, disinteressato, in un mondo in cui tutto è
ridotto ad “affare”, anche i sentimenti più nobili.
Maria, la santa Madre del Signore, è il modello
che dobbiamo tentare di imitare. Ciò è senz’altro
difficile, ma non impossibile, perché la “benedetta
fra tutte le donne” è grande non per aver compiuto
opere straordinarie, ma per aver atteso alle umili e
quotidiane cure della famiglia, condividendo
gioie e
preoccupazioni, come nelle nostre
famiglie.
Lei è il modello ideale della donna in tutti i suoi
stati: come figlia, come sposa, come madre, come
vedova; è il modello dei sacerdoti che vivono a
stretto contatto con Gesù per darlo ai fratelli; è il
modello dei poveri perché anche lei condivise la
vita degli umili; è il modello dei bambini,
nell’innocenza; degli adolescenti, nella serietà di
ascoltare ciò che il Signore vuole da loro; dei
giovani, nel coraggio di affrontare la vita con tutte
le sue incognite; degli adulti, nell’impegno di
trasmettere alle generazioni future i contenuti più
belli della loro esperienza.
Nella bimillenaria storia della Chiesa, non c’è
stato beato che - dopo Gesù - non abbia nutrito
una grande devozione verso la “Tutta Santa”,
come viene chiamata Maria dai cristiani
d’Oriente. Un solo esempio per tutti.
Nel 1397 Bernardino da Siena era uno studente di
17 anni, intelligente, spigliato, elegante. Era anche
molto religioso. Rimasto orfano di mamma in
giovane età, tre donne si interessavano di lui: la
cugina Tobia, la zia Pia e la zia Bartolomea. Esse
erano incantate dalla bontà di Bernardino e con
premura lo mettevano in guardia dai pericoli del
mondo. Allora come ora! Ma Bernardino non ci
badava. Un giorno la cugina ricevette da
Bernardino
una
mezza
confessione
di
innamoramento. La Tobia lo disse subito alle zie
Pia e Bartolomea le quali si meravigliarono e
raddoppiarono le preghiere e le penitenze perché
il giovane si conservasse buono. Lui era sempre
sereno e studioso, sempre esemplare. Un giorno
disse alla cugina: “Darei volentieri la vita per la
presenza di quella che amo”. E, un’altra volta: “Io
non potrei dormire una notte senza aver prima
visto la sua immagine”. E un’altra volta ancora:
“Quella che amo è così bella che nessuna le può
essere paragonata”. Un po’ preoccupate e
desiderando saperne di più, le tre “pie donne” si
misero a pedinare Bernardino. Scoprirono così
che ogni giorno, sul tramonto, Bernardino usciva
da Porta Camollia. Una sera la cugina lo seguì e,
arrivata fuori Porta Camollia, trovò la via
solitaria: Bernardino era scomparso. Allora tornò
indietro e, rientrando nella Porta, si accorse dove
era rimasto Bernardino. Porta Camollia ha due
ingressi. Bernardino aveva oltrepassato il primo e
si era volto a destra, fermandosi presso una parete
dove Simone di Martino aveva dipinto una
immagine di Maria in gloria. Ecco dove finiva la
giornata di Bernardino: davanti a Colei alla quale
si era consacrato.
Non è facile parlare o scrivere cose nuove sulla
santa Madre di Gesù, perché sembra che su di lei
non ci sia altro da dire. Ma chissà quante pagine
inedite hanno composto molti dei miei lettori che,
se pubblicate, susciterebbero stupore e
commozione. Vogliamo provare? D.M.
Una questione difficile
Il prof Gasparini mi ha inviato “due parole di
riflessione sul cosiddetto caso “Eluana” e - da
esperto qual è in diritto - ne considera la
fattispecie giuridica. Il prof non si offenderà se,
pur condividendone il contenuto, non pubblico la
sua lettera, perché non voglio contribuire ad
alimentare discorsi che hanno già detto tutto ed il
contrario di tutto. Personalmente ritengo che il
caso sia stato anche troppo pubblicizzato e
politicizzato. Chissà quante Eluane ci sono in
Italia e nel mondo, che non assurgono all’onore (o
al disonore?) della cronaca! Ormai la questione è
così in caduta libera, che si corre il rischio che la
persona passi in secondo piano, rispetto alla
soluzione del caso. E’ chiaro che qualsiasi legge
(giacché una legge si farà) accontenterà alcuni e
scontenterà altri. Ma intanto Eluana è ancora viva
e nel caso il cristiano deve accompagnare lei e la
sua famiglia con la preghiera.
A tal fine propongo che il rosario di lunedì sera
(ore 18,00), sia recitato per Eluana e per tutte
quelle persone che si trovano nella sua stessa
condizione.
Briciole
* Lunedì 2 febbraio: Festa della Madonna
Candelora. Durante la Messa delle ore 18,30
saranno benedetti i ceri che verranno portati a
casa. Essendo una celebrazione suggestiva, è
auspicabile anche la presenza dei bambini e dei
ragazzi.
** Venerdì 6 febbraio: primo venerdì del mese.
ore 17: adorazione eucaristica
ore 18: preghiera dei Vespri
ore 18,30: celebrazione della Messa.
Dopo la messa, alla quale sono invitate in modo
particolare le persone che collaborano più
strettamente in parrocchia, la serata proseguirà
con le prove di canto ed una sobria cena, nei locali
adiacenti alla cripta. Porta verta par chi porta!
*** Domenica 8 febbraio, presso il Centro
pastorale “Urbani” di Zelarino, avrà luogo il
Convegno Diocesano Caritas. Sono invitati a
partecipare gli animatori ed operatori della carità.
Il programma prevede l’arrivo alle ore 9,30 ed il
commiato alle ore 17,30. Ulteriori informazioni
circa il programma, sono contenute nel foglietto
diffuso dalla Caritas Diocesana.
***** E’ uscito l’opuscolo n. 27 di Informa
Caritas (titolo “I tesori di san Marco”). E’ una
guida preziosa che elenca e presenta tutte le
opere assistenziali esistenti in Diocesi. L’elenco
dei settori nei quali operano molti animatori e
operatori, è straordinario. Speriamo che anche
qualche parrocchiano/a possa trovare uno spazio
nel quale impegnarsi concretamente…..
****** Attenzione, attenzione!!! Mi è stato
riferito da alcune persone della parrocchia e non,
che un sedicente missionario, gira per le case per
chiedere dei contributi per l’India. Può darsi che
la persona sia un missionario, però sarà bene
verificarne
l’identità
ed,
eventualmente,
segnalarlo alle autorità competenti. In ogni caso il
personaggio non è stato incaricato dal parroco a
raccogliere denaro.
Intenzioni delle Messe della settimana
Lunedì 2 Presentazione del Signore ore 18,30 +
Luigi
Martedì 3 ore 18,30 + Marisa, Eleonora
Mercoledì 4 ore 18,30 + Nancy ed Adriano
Giovedì 5 ore 18,30 + Nadia e Sara
Venerdì 6 primo del mese ore 18,30 int. suor
Pasquina
Sabato 7
ore 18,30 + Edoardo
Domenica 8 ore 10,30 + Editta e Adolfo
ore 18,30 + Vincenzo
Ai “parrocchiani” di S.M. Maggiore
“Dio ci visita spesso. Ma ancor più spesso noi non
siamo in casa” (Roux)
Buonumore
- Il parroco conferisce l’unzione degli infermi ad
un suo vecchio amico morente e gli porta la
comunione. Per incoraggiarlo gli dice: “Beati gli
invitati alla cena del Signore. Capisci, Giulio,
presto sederai a cena proprio con Lui”. E Giulio:
“Ma allora perché non vieni anche tu a questa
cena?”. E il parroco: “Sai, proprio stasera sono
invitato altrove”.
- Alla fine della messa celebrata per i turisti della
“settimana bianca”, il celebrante li congeda così:
“Il Signore scia con voi!”.
- C’erano sempre tante buone signore vicino al
confessionale di un celebre predicatore francese.
Ma egli preferiva che le loro file si
assottigliassero e che si ingrossassero invece
quelle degli uomini. Un giorno, vedendo la solita
lunga coda di donne, disse tra il serio e lo
scherzoso: “Passino prima le donne che hanno più
peccati!”. Ad una ad una, senza farsi notare, si
ritirarono in altri angoli della chiesa.
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parrocchia di san nicola da tolentino