Azione di sistema Progettazione centro servizi Presentazione risultati 29 Ottobre 2007 Quadro di riferimento Della proposta elaborata: riconoscimento di un valore strategico delle attività di diagnostica e documentazione come fattore di innovazione specificamente nel settore dei beni culturali, ma più ampiamente per l’intero sistema regionale. Infatti: - continuo trasferimento tecnologico - impiego di personale altamente qualificato - alta percentuale giovanile e femminile. Riorganizzazione e messa a sistema degli attori del settore. Strategia regionale: - 2004 pubblicazione studio preliminare alla realizzazione di un Polo per la conservazione e la ricerca applicata per i beni culturali in Lombardia. - entro il 2010, costituzione del Polo della valorizzazione, struttura stabile di raccordo e coordinamento tra Regione, Università, centri di ricerca e formazione, Province e sistema dei musei, imprese. Definizione dello scenario Parola d’ordine: integrazione del settore; lo sviluppo del settore appare legato ad una visione che lo integri nella visione più avanzata della economia della cultura. Le analisi su questi temi si sono spesso concentrate, in passato, sui redditi prodotti dalle attività culturali (le performing arts, gli eventi) e soprattutto dal turismo culturale. In questa prospettiva tradizionale la integrazione delle filiere culturali con il territorio si gioca come possibilità di spendere localmente i redditi generati dai siti. Nuovo approccio che guarda alla cultura come catalizzatore dell’innovazione. Definizione dello scenario Nella congiuntura attuale assumono un valore strategico quelle attività che sono capaci di contribuire al passaggio verso una economia della conoscenza e di praticare quella ibridazione dei saperi che costituisce il percorso principale dell’innovazione. Il fatto che il settore valorizzazione/conservazione si presenti come tipico campo di incontro e ibridazione tra culture umanistiche e culture scientifiche (usiamo il plurale pensando all’apporto che viene all’elaborazione teorica della conservazione dall’epistemologia della complessità), ha un valore simbolico, ma non è soltanto una metafora. Definizione dello scenario Emergono alcune linee di tendenza interessanti, per le conseguenze che potranno avere sulla economia della valorizzazione/conservazione in termini di volume d’affari, innovazione metodologica e tecnologica, innalzamento della qualità richiesta e delle competenze applicate. Linee di tendenza descritte: - beni culturali e territorialità; - attenzione diffusa alla sostenibilità; - diffusione e internazionalizzazione del turismo; - diffusione della tecnologia dell’informazione; - paradigma della cura e conservazione programmata; - qualificazione degli operatori definita nel quadro legislativo; - innovazione tecnologica e costi della ricerca; - l’apporto della cultura d’impresa. Analisi del processo La prima fase della ricerca, in cui si sono individuati i sottoprocessi e le reciproche interazioni, ha sottolineato l’interesse a rafforzare la continuità trasversale tra le differenti azioni, motivando come l’introduzione di format condivisi possa attivare economie di scala e meccanismi di qualificazione dell’intero processo, sostanziandone l’attività di gestione. Processo di regolazione Progetti di valorizzazione Filiera diagnostica-comunicazione? • Le potenzialità dell’integrazione ipotizzata non sono state smentite, né è stato smentito che la carenza di comunicazione è uno dei difetti del settore ella diagnostica (così come i comunicatori spesso non capiscono i contenuti innovativi da promuovere) • Tuttavia le analisi svolte hanno rivelato una sostanziale differenza tra due settori, ancora molto distanti • Quello della diagnostica è un settore incentrato, nonostante tutto, sui beni culturali, composto da persone che si identificano in questa core activity • Per gli operatori della comunicazione, salvo poche eccezioni, i beni culturali sono soltanto uno dei temi, nemmeno troppo promettente • Quindi il Centro progettato si costituisce attorno alla diagnostica, e assume quello della comunicazione come una delle sue mission Analisi di mercato del settore della diagnostica Soggetti erogatori - Imprese specializzate in beni culturali “generaliste” (ampio catalogo); - Imprese specializzate in alcuni tipi di indagini sui beni culturali; - Imprese specializzate in controlli strutturali e tecnologici; - Aziende che fanno diagnostica come attività “non core”; - Dipartimenti universitari e centri di formazione; - Centri di ricerca; - Aziende produttrici di materiali; - Altri laboratori: occasionalmente, prove particolari. Mercato frammentato, operatori debolmente attrezzati o che non hanno la diagnostica come core business, a fronte di una domanda consistente ma molto inferiore alle potenzialità, e alle necessità corrispondenti all’auspicata qualità del processo di conservazione e valorizzazione. Analisi di mercato del settore della diagnostica Opportunità • Affinamento delle tecniche, spesso senza determinare un aumento di costi (alcune indagini molto costose una ventina d’anni fa sono divenute accessibili); • importanza della diagnostica nella formazione universitaria; • utilizzo diffuso dei protocolli diagnostici; • forte attenzione e atteggiamento favorevole, rispetto ai trend di innovazione (conservazione programmata, introduzione di standard qualitativi); • interesse per il potenziamento delle attività di monitoraggio; • attenzione agli scenari della museotecnica e del controllo ambientale ed energetico; • riconosciuto ruolo positivo alla Soprintendenza nel consigliare l’esecuzione di indagini; • possibilità per spin-off generati da nuove metodologie messe a punto nel campo della ricerca; • presenza diffusa delle attività di documentazione in tutte le attività legate alla conservazione e valorizzazione (utile per convincere nuovi clienti o per superare valutazioni comparative). Analisi di mercato del settore della diagnostica Criticità Criticità lamentate dagli intervistati: • Mancanza di livelli qualitativi prestabiliti per lo svolgimento delle indagini; • Forme di finanziamento non premiano la qualità del progetto • La validazione di progetto ancora adempimento non strutturato • Frequente ricorso a indagini diagnostiche post-intervento (contenziosi). • Indagini diagnostiche di monitoraggio: 10% circa sul totale, scarsa attenzione alle azioni preventive. • Indagini spesso attuate soltanto come adempimento formale, senza relazione con il progetto, spesso attuate a lavori in corso o già conclusi. • si lamenta la mancanza di standard qualitativi minimi, applicati dalle Soprintendenze, che richiedano adeguati processi conoscitivi • apparente disordine dei prezzi, ritardo formalizzazione dei capitolati sulle procedure diagnostiche • presenza sul mercato lombardo di aziende, più strutturate, provenienti da altre regioni Analisi di mercato del settore della diagnostica Criticità Criticità legate ai limiti del settore della conservazione: • inadeguata professionalità di molte figure chiave del processo • scarsa chiarezza delle regole sulla qualità, • strutturale carenza di fondi, erogati con tempi e modalità che non premiano la qualificazione del progetto. Criticità emerse rilevanti per il progetto: • limiti alla imprenditoria giovanile (saturazione del mercato e concorrenza di imprese specializzate operanti su scala nazionale, che sono meglio in grado di cogliere le opportunità; difficoltà dello start-up per il costo delle attrezzature competitive) • scetticismo per l’ipotesi di integrazione della filiera, pur a fronte di realtà il cui successo sembra legato proprio alla capacità di integrare materie diverse in servizi integrati, e alla esperienza comune che per operare con profitto nel settore della diagnostica è quasi sempre necessaria una qualche forma di diversificazione e integrazione. Analisi di mercato del settore della diagnostica Strategie di promozione dell’attività • • • I Centri di ricerca non fanno promozione della propria attività perché non c’è tempo per farla, “strategia” che accomuna anche altri operatori organizzati in modo strettamente artigianale, che sfruttano una posizione consolidata e il passaparola, e non intendono investire in promozione perché non vedono l’interesse a una crescita che li costringerebbe a una faticosa e incerta riorganizzazione. Generale delusione rispetto a operazioni come le fiere di settore, e in generale rispetto a modalità di promozione a troppo ampio raggio, mentre si preferiscono attività molto mirate e dirette. L’utilizzo di Internet è generalizzato, affiancandosi senza sostituirla a un’attività editoriale, e scientifica a stampa, che rimane, nella percezione degli operatori, l’anima del consolidamento della loro posizione. Il mercato della diagnostica: analisi quantitativa Stima quantitativa del mercato potenziale della diagnostica rispetto al mercato degli interventi di restauro architettonico eseguiti in Lombardia. La valutazione è stata eseguita con riferimento agli ultimi tre anni. - - quantificazione degli interventi di manutenzione, riqualificazione, conservazione sui Beni culturali in Lombardia; definizione su base oggettiva dell’incidenza percentuale media delle operazioni di diagnostica sull’importo dei lavori sulla base di queste informazioni, stima del mercato potenziale. Le fonti disponibili e utilizzate sono state: - banche dati sui LL.PP. appaltati in Lombardia secondo le Categorie OG2 e OS2; - uffici Beni Culturali delle Curie Vescovili di Milano e di Bergamo; - bandi gestiti dalla Direzione Regionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. 2. Settore della diagnostica: analisi quantitativa LL.PP. appaltati in Lombardia secondo le Categorie OG2 e OS2 (Fonte Telitel da G.U., Albi Pretori, stampa…) Anno 2004 Provincia Numero bandi Importo totale OG2 TOTALE OS2 TOTALE BERGAMO 21 13.027.398,56 5.164.851,50 BRESCIA 20 9.774.427,57 7.594.748,64 102.421,17 COMO 5 7.314.981,82 3.271.157,67 280.056,22 CREMONA 10 3.996.327,57 4.776.722,05 LECCO 8 2.189.696,80 1.762.907,26 LODI 2 1.518.191,52 1.020.627,98 MANTOVA 6 4.124.872,88 2.070.004,65 271.708,21 MILANO 53 87.492.337,33 38.043.083,15 1.444.890,14 PAVIA 9 3.269.303,38 2.664.022,97 28.900,00 SONDRIO 5 1.480.559,30 947.024,71 VARESE 8 6.757.394,28 4.114.240,72 483.243,55 TOTALE: 147 140.945.491,01 71.429.391,30 2.611.219,29 2. Settore della diagnostica: analisi quantitativa LL.PP. appaltati in Lombardia secondo le Categorie OG2 e OS2 (Fonte Telitel da G.U., Albi Pretori, stampa…) Anno 2005 Provincia Numero bandi Importo totale OG2 TOTALE OS2 TOTALE BERGAMO 18 15.636.728,64 5.865.385,54 BRESCIA 35 25.560.717,26 15.202.362,06 COMO 14 8.216.940,09 3.752.761,25 CREMONA 10 9.424.485,06 4.259.041,83 LECCO 4 2.076.552,43 1.468.502,42 LODI 5 3.029.541,98 1.096.100,36 MANTOVA 11 23.351.742,30 12.521.754,23 1.376.240,64 MILANO 49 109.249.324,85 49.321.088,32 1.142.976,85 PAVIA 6 1.666.227,66 1.510.278,61 50.000,00 SONDRIO 7 2.327.162,25 2.224.485,22 42.278,80 VARESE 10 5.908.795,73 4.002.582,81 205.418,71 TOTALE: 169 206.448.218,25 101.224.342,65 2.816.915,00 2. Settore della diagnostica: analisi quantitativa LL.PP. appaltati in Lombardia secondo le Categorie OG2 e OS2 (Fonte Telitel da G.U., Albi Pretori, stampa…) Anno 2006 Provincia Numero bandi Importo totale OG2 TOTALE OS2 TOTALE BERGAMO 20 15.554.764,48 7.982.667,23 820.048,37 BRESCIA 15 7.965.064,22 6.189.810,12 179.917,91 COMO 9 14.166.795,76 2.833.300,70 272.977,95 CREMONA 6 3.278.441,39 1.954.292,71 16.044,40 LECCO 5 1.852.869,14 1.738.234,29 LODI 4 2.024.196,11 1.262.812,54 MANTOVA 10 5.667.890,16 2.827.095,13 MILANO 34 116.114.198,35 68.545.571,69 PAVIA 2 289.649,53 105.192,85 SONDRIO 3 310.878,63 304.058,51 VARESE 8 6.705.063,91 2.612.099,20 282.243,03 TOTALE: 116 173.929.811,68 96.355.134,97 1.683.845,16 112.613,50 Il mercato della diagnostica: analisi quantitativa 2006 2006 LL.PP. OG2_OS2 € 173.929.811 € 173.929.811 Direzione Regionale MiBac € 5.000.000 € 5.000.000 Curia di Milano (ab. 5.119.132 – parr. 1.108) € 59.463.097 € 59.463.097 Curia di Bergamo (ab. 897.998parr. 389) € 20.381.047 € 20.381.047 € 31.759.494 Altre Curie (€ 13,27 / ab*0,80 – ab. 2.991.663) Altre Curie (€ 53.030 / parr*0,80 – parr. 1.572) € 66.690.837 Totale € 325.484.792 € 290.553.449 Il mercato della diagnostica: analisi quantitativa Da un campione di casi noti si è poi ottenuta un’incidenza media dei costi della diagnostica sul costo totale dell’intervento di 6,1, che riteniamo di poter prudenzialmente ridurre a 4,8. Su questo valore si è raccolto un certo consenso da parte degli operatori consultati secondo i quali l’incidenza varia da un 4,5-5% (progetti molto complessi o effettuati su beni di elevato valore artistico/architettonico), a un 3,5-4% (progetti di media dimensione e complessità). Applicando la percentuale di 4,8 al valore precedentemente stimato del volume totale dei lavori in Lombardia (€ 325.484.792), si ottiene una stima del mercato potenziale pari a € 15.623.270, che rappresenta un valore massimo, quello che corrisponderebbe alla situazione in cui in ogni intervento si attuasse la fase conoscitiva ottimale per la conoscenza e la documentazione. Ipotizzando che nel giro di pochi anni la diagnostica venga estesa alla metà degli interventi, si otterrebbe un controvalore di € 7.500.000 all’anno. Analisi di mercato del settore della diagnostica La diversità dei soggetti erogatori Divisione del mercato in due fasce distinte: - soggetti pubblici operanti sul mercato (Università, Centri di Ricerca) - operatori privati Intermedi fra i due, si verificano casi di spin-off da centri universitari, divenuti operatori formalmente indipendenti. Centri privati dichiarano di trovarsi spesso a dover eseguire analisi non progettate o mal progettate, peraltro lamentando anche lo scarso riconoscimento economico della progettazione, ovvero lo scarso interesse del cliente per il servizio integrato che pure viene offerto. Al contrario i centri pubblici dichiarano di operare quasi soltanto in regime di servizio integrato, identificando nella gestione della qualità dell’intero processo (progettazione, campionamento, esecuzione analisi, interpretazione) la propria specificità. Interessante a questo proposito la dichiarazione di un’impresa di restauro, che avoca al direttore tecnico dell’impresa la scelta di quali indagini effettuare e ha messo un punto un kit di cantiere per accertamenti speditivi eseguiti direttamente dal restauratore. Analisi di mercato del settore della diagnostica La diversità dei soggetti erogatori Settore pubblico 30% dei soggetti contattati Settore privato 70% dei soggetti contattati Strumentazione ampia e tecnologicamente più avanzata; pochi strumenti, utilizzo non mirato 3/4 addetti in occupazione stabile (personale laureato o con titoli superiori alla laurea); molti collaboratori esterni 1/2 addetti in occupazione stabile (responsabili/ proprietari del centro); spesso nessun collaboratore esterno Fatturato Fatturato 90.000 - 100.000 euro/anno/persona (dato espresso in rapporto al numero di personale stabilmente addetto alle attività di diagnostica/anno) 110.000 - 130.000 euro/anno/persona Interventi extra territorio Difficile rinnovare la strumentazione Necessità di diversificare l’attività Legati al territorio Clientela prevalentemente privata Progettazione del Centro Servizi Obiettivo specifico: con riferimento alla linee del FESR 2007/2013, costituzione di un centro che metta in rete gli operatori e le competenze sia pubblici che privati così da fare massa critica tra ricerca e applicazione, quindi tra gli operatori di mercato e quelli istituzionali, favorendo il trasferimento tecnologico Il passaggio è necessario data la struttura polverizzata e non competitiva degli operatori privati, che non costituiscono una partnership potenziale della ricerca se non vengono aggregati, il che si può fare sulla base della convenienza economica da loro percepita Fonti di finanziamento: alternativa tra finanziamento diretto e strategia di qualificazione della domanda pubblica STRATEGIA DI QUALIFICAZIONE DELLA DOMANDA PUBBLICA • La diagnostica viene erogata principalmente in relazione a una finalità di qualificazione del processo di conservazione/valorizzazione dei beni culturali. Pertanto la domanda di diagnostica viene a coincidere con una domanda di qualità, e le istituzioni che governo le regole e i finanziamenti delle attività di conservazione/valorizzazione detengono anche le leve per incrementare questo settore strategico del mercato. • Una qualificazione degli interventi determina, senza interventi diretti di spesa ma soltanto qualificando la domanda, una ricaduta positiva nei termini di dare mercato alla componente più qualificata e innovativa. FINANZIAMENTO DIRETTO Esclusivamente “istituzionale” Servizi a terzi offerti dai centri di ricerca, operatori privati di piccole dimensioni SISTEMA della RICERCA In diminuzione, si limita a progetti strategici OFFERTA SERVIZI DI DIAGNOSTICA Da riqualificare DOMANDA (PUBBLICA) DI SERVIZI NEL CAMPO DEI BENI CULTURALI Riqualificazione della domanda pubblica • Si configura la possibilità di un processo virtuoso, in cui la qualificazione di un’attività istituzionale meritoria (la conservazione dei beni culturali) oltre a favorire economie diverse (il turismo, l’attrattività territoriale…) e costruire identità, viene portata a svolgere un ruolo di attivatore di processi di innovazione tecnologica e sostegno della competitività. • Si sono individuate azioni di policy (da parte dello Stato, della Regione, delle Fondazioni grant-making) che potrebbero incrementare la percentuale di spesa pubblica sulla diagnostica (a totale invariato) • Effetto: incremento del mercato potenziale (attualmente molto inferiore alle possibilità e alla soglia di interesse per operatori di maggiori dimensioni) Le azioni suggerite • • • • Standard di qualità del progetti(art. 29 d.lgs. 42/3004) Implementare validazione di progetto Capitolati per diagnostica e prezziari di riferimento Consuntivo scientifico (da estendere e da immettere in sistemi informativi) • Escludere dal ribasso d’asta le spese per diagnostica e documentazione • Modificare processo di finanziamento • Finanziare conservazione programmata (monitoraggi, piani) e non solo interventi Il modello studiato con riferimento al settore della diagnostica può valere anche per altri settori del mercato dei beni culturali caratterizzati dalle medesime criticità FINANZIAMENTO DIRETTO SISTEMA della RICERCA OFFERTA RESTAURO OFFERTA DIAGNOSTICA OFFERTA VALORIZZAZIONE DOMANDA (PUBBLICA) SERVIZI Progettazione del Centro Servizi • Il Centro Servizi rappresenta un momento della realizzazione concreta di una strategia volta alla valorizzazione e al rafforzamento delle attività di diagnostica nel processo della conservazione, e vede in una forma giuridica stabile la premessa fondamentale per poter dare riconoscibilità, continuità e capacità di spesa all’insieme di iniziative che si intendono avviare. • Il Centro Servizi, inoltre, rappresenta un completamento delle iniziative già avviate a livello regionale per la valorizzazione della qualità nella conservazione e gestione del patrimonio culturale costruito e per realizzare un sistema di relazioni stabile tra settori di mercato afferenti ai beni culturali. Piano operativo FASE 1 Start-up del Centro Servizi Obiettivi generali di diffusione della conoscenza e dell’informazione, supporto allo sviluppo del settore fino alla costituzione di un vero e proprio segmento di mercato, supporto alla realizzazione di un sistema di qualità, interfaccia con la domanda di diagnostica e analisi, supporto allo sviluppo di attività di formazione e aggiornamento per gli operatori del settore, realizzazione di un sistema di diffusione dell’informazione particolarmente concentrato sulla diffusione dell’innovazione tecnica e tecnologica. FASE 2 Centro servizi e Osservatorio Le attività già individuate in fase di start-up troveranno collocazione, forma e modalità di gestione definitive. Si ipotizza che in fase di funzionamento definitivo si evidenzino due aree di attività: il centro servizi vero e proprio e un osservatorio. Il centro servizi sarà il luogo in cui si svilupperà la parte di attività più direttamente dedicata ai soci e al supporto al settore; l’osservatorio avrà compiti più istituzionali e potrà essere luogo di cooperazione stabile tra soggetti pubblici e privati anche istituzionali, con obiettivi di promozione continua della qualità del settore e delle sue attività. Obiettivi operativi - Realizzazione di un sistema di qualità per la diagnostica, base per la riqualificazione della domanda (soprattutto quella pubblica); - Promozione delle attività di ricerca e sviluppo per l’innovazione tecnica e tecnologica nel settore della diagnostica; - Valorizzazione della ricerca e sviluppo attraverso attività che favoriscono il trasferimento tecnologico; - Promozione della professionalità degli operatori di settore e valorizzazione di conoscenze e competenze attraverso momenti di incontro e confronto; - Promozione della competitività dei soggetti di offerta di diagnostica lombardi, in termini di definizione del sistema di qualità, di potenziamento e qualificazione delle attività di diffusione dell’innovazione, di supporto al trasferimento tecnologico e di sostegno alla creazione di vere e proprie realtà imprenditoriali. - Promozione delle imprese di settore con sede in Lombardia sviluppo e coordinamento di attività di formazione per nuovi operatori e di aggiornamento per gli operatori del settore - Sviluppo di attività di comunicazione e diffusione dell’informazione sul settore e sulla qualità sia all’interno che all’esterno verso i soggetti di domanda - Favorire la nascita di accordi di collaborazione e monitorare in tempo reale le occasioni di mercato - Incrementare e stabilizzare i contatti con gli operatori della comunicazione, con le aziende produttrici di strumentazione, con gli attori istituzionali del processo. Opportunità - Possibilità di costruire una chiara riconoscibilità, spendibile sia all’interno del settore beni culturali che sul territorio che sul mercato extra-regionale; - Immagine forte e autorevole, da spendere per influenzare l’evoluzione dello scenario di riferimento. Questo anche nella logica del costruzione di un chiaro ruolo nel settore della diagnostica a livello lombardo e come possibile rappresentate del settore lombardo stesso sui temi della qualità, della verifica delle procedure, del collaudo delle innovazioni; - Non essere percepito dagli stakeholder come un potenziale concorrente, ma come un facilitatore della loro attività e delle loro strategie; - Proporsi come una comunità aperta ed inclusiva verso nuove realtà, compresi gli spin-off che in futuro venissero generati dai centri di ricerca; - Poter aggregare attori istituzionali definendo adeguatamente i ruoli e il senso della loro presenza; - Non comportare oneri di dotazione tali da rendere insostenibile lo start-up e la gestione valutata nel medio periodo Il Centro Servizi deve essere percepito non come associazione di categoria ma come polo fisico di riferimento di un sistema a rete che mette in comunicazione un insieme di soggetti portatori di interesse rispetto alla promozione della qualità del settore della diagnostica, producendo sinergie e opportunità di crescita (sia a livello economico che di qualità). Punti di forza • • • • • • • luogo in cui poter far convergere l’informazione relativa al grande patrimonio di conoscenze e attività che già esistono a livello regionale ma appaiono ancora frammentate. luogo riconoscibile di incontro “istituzionale” tra soggetti pubblici e privati che offrono e domandano diagnostica e con enti con compiti di governance luogo riconoscibile, a livello regionale ma non solo, come riferimento per soggetti e attività che ruotano attorno al settore della diagnostica stessa e, più in generale, del restauro e della valorizzazione dei beni culturali. luogo in cui possono prodursi importanti sinergie nelle attività di ricerca, sviluppo e diffusione delle innovazioni. luogo in cui possono trovare adeguato riconoscimento e valorizzazione la qualità delle imprese e delle professionalità legate al settore della diagnostica (anche nella prospettiva di possibili proposte in termini di certificazione), con effetti di rafforzamento delle condizioni di competitività del sistema lombardo. luogo riconoscibile in cui razionalizzare/ottimizzare attività di formazione, comunicazione e diffusione della cultura della diagnostica in chiave di espansione della domanda e di richiesta di qualità luogo in cui localizzare e rendere riconoscibili e “autorevoli” corsi e altre attività didattiche per le quali potranno essere richiesti contributi pubblici (es. FSE e IFTS). Individuazione della forma giuridica ASSOCIAZIONE La forma giuridica che appare più adatta e flessibile per lo sviluppo delle attività è quella dell’Associazione. Si tratta infatti di un soggetto flessibile, che consente l’entrata di nuovi soggetti con un semplice atto di richiesta di partecipazione e il pagamento della quota associativa e lo sviluppo delle attività senza immobilizzazioni troppo elevate che potrebbero dar luogo a costi di funzionamento non sostenibili. Inoltre i soci fondatori possono scegliere più liberamente le modalità del loro apporto al Centro Servizi, che potrà avvenire attraverso conferimenti finanziari ma anche apporti in termini di risorse (umane, materiali, competenze, conoscenze, ecc..). Il costo stesso della costituzione di un’associazione appare contenuto, dato che non è necessaria iscrizione a pubblici registri e gli obblighi formali, burocratici e fiscali sono semplificati. Individuazione della forma giuridica SOCI FONDATORI • I soci potranno essere enti istituzionali, imprese, centri di ricerca e altri soggetti rappresentativi degli interessi del settore di attività della diagnostica per il restauro. • Il gruppo dei soci fondatori sarà costituito da una molteplicità di soggetti che stanno già attivamente collaborando per la definizione del progetto e della sua realizzazione (tra cui l’ATS del Polo formativo). • Il gruppo più direttamente operativo sarà composto da imprese, centri di ricerca ed enti di formazione pubblici e privati che operano nel settore della diagnostica per il restauro. • A questo sarà affiancato un altro gruppo di soggetti “portatori di interessi collettivi” che costituiranno un comitato di riferimento per la promozione della qualità nelle attività di conservazione del patrimonio culturale. Ne faranno parte, tra gli altri, enti amministrativi ed istituzionali pubblici e associazioni private che operano nel campo della conservazione e valorizzazione dei beni culturali. In prima ipotesi il gruppo è così costituito: -Comitato di riferimento (Regione Lombardia, MiBAC, SUPSI… tutta l’ATS) -Soci: gli operatori interessati a sottoscrivere un protocollo di deontologia Individuazione delle strutture fisiche di riferimento • Nella fase di avvio delle attività sarà necessario individuare un luogo fisico in cui si svolgeranno le attività del Centro Servizi. • In una logica di start-up tali strutture potranno individuarsi in locali offerti da uno dei soci fondatori o, come ipotizzato nel corso delle indagini svolte, verificare le condizioni di fattibilità, presso un ente istituzionale interessato nel progetto Sistema delle attività e dei servizi offerti dal Centro Servizi e soggetti destinatari Servizi di comunicazione e diffusione della cultura della diagnostica e della relativa qualità Servizi di formazione e aggiornamento Attività di costruzione del sistema di qualità del settore della diagnostica Banca dati delle fonti di informazione e conoscenza a livello lombardo, nazionale e internazionale Informazione sulle iniziative in corso nel campo della diagnostica (seminari, corsi, convegni, fiere, mostre….) Servizi informativi alle imprese (comprese analisi di mercato, diffusione dell’informazione sulle innovazioni, normative e procedure, bandi…). Attività di promozione di ricerca e sviluppo e trasferimento dell’innovazione (comprensiva di partecipazione a bandi e altre occasioni per la realizzazione di iniziative di costruzione e diffusione della conoscenza) Servizi di consulenza tra i soci Servizi di orientamento della committenza Piano operativo delle attività Logo, immagine, costruzione del ruolo nel panorama delle iniziative sui beni culturali Sito internet Banca dati su informazione e conoscenza Servizi di formazione e aggiornamento Attività di promozione della cultura della diagnostica e di diffusione dell’informazione Servizi informativi alle imprese socie e ai terzi Attività di organizzazione di momenti di incontro e confronto tra operatori di settore e tra questi e il sistema degli stakeholder di riferimento. Altre attività istituzionali, legate alla promozione del sistema di qualità, alla costruzione del settore di mercato, alla riqualificazione della domanda e della spesa pubblica, alla promozione della ricerca e sviluppo, al potenziamento delle opportunità di trasferimento tecnologico e dell’innovazione e ad altre iniziative dedicate ai soci saranno oggetto di progetti ad hoc. Personale per il funzionamento del Centro Servizi In prima istanza si suppone che il personale possa provenire, a diverso titolo, dalle strutture dei soci fondatori. Si tratterà quindi di definire i profili necessari sulla base delle diverse attività offerte dal Centro Servizi e del Piano operativo. I profili da ricercare sono i seguenti: Responsabile del Centro Servizi (che potrebbe coincidere con il Segretario dell’associazione): con compiti di coordinamento e direzione delle attività operative e un apporto a tempo parziale. Segretaria: con compiti di segreteria di base e gestione operativa delle comunicazioni con i soci e un apporto a tempo pieno. Due o tre persone per le attività operative di servizio: con compiti variegati e legati alla vera e propria produzione dei servizi del Centro Servizi. I profili devono essere coerenti con i contenuti tecnici delle attività e il loro apporto deve essere a tempo pieno, per garantire il pieno funzionamento del centro e il raggiungimento degli obiettivi del primo triennio del progetto. Almeno una di queste persone deve essere a tempo pieno e almeno una deve essere in grado di gestire e aggiornare (almeno nelle funzioni più semplici) il sito internet. Primi elementi del piano economico-finanziario Costi di avviamento (valore dell’investimento iniziale senza il costo del lavoro) Costituzione dell’associazione con relative spese notarili e di registrazione Individuazione di una sede fisica e delle dotazioni di base per l’ufficio. Sviluppo di “un’immagine”, con logo e altri elementi – grafici e descrittivi Dotazione di hardware e software. Progetto e apertura del sito internet, parte integrante e fondamentale del progetto di comunicazione continua con soci Apertura delle utenze legate all’operatività del Centro Servizi Pubblicazione di materiale informativo per l’avvio della campagna di associazione Consulenti, esperti e altre figure professionali legate alla realizzazione di progetti necessari per le attività di avvio del Centro Servizi. Costi del personale Cariche istituzionali e direttive dell’associazione. Funzionamento del Centro Servizi: direzione, segreteria, attività operative e contabili, …) Costi fissi (diversi dal lavoro) Tenuta dei libri, “gestione” fiscale, redazione dei bilanci Ammortamento di impianti e strumentazione (in bilancio) Affitto e altre spese legate alla sede fisica del Centro Servizi Utenze di base Attività continuative di marketing e diffusione dell’informazione (es. newsletter periodica) Acquisizione di documentazione periodica (es. abbonamenti) Altri servizi di base (es. contratti di manutenzione, assicurazioni, noli…) Costi variabili (diversi dal lavoro) Manutenzioni (fuori da eventuali contratti fissi) Materiali di consumo Rimborsi e altre spese di produzione dei servizi legate a risorse non altrimenti retribuite Sviluppo di attività ad hoc per il funzionamento del Centro Servizi Primi elementi del piano economico-finanziario Ipotesi sulle fonti di finanziamento • • • • • • • Primo apporto dei soci fondatori Primo finanziamento da parte di enti pubblici istituzionali Quote associative annuali per i soci ordinari Possibili finanziamenti derivanti dalla partecipazione a progetti di ricerca finanziati da enti pubblici Possibili attività a pagamento. Possibili apporti da parte di soggetti pubblici a sostegno delle iniziative del Centro Servizi Altri apporti sotto forma di sponsorship Distinguere funzionamento a regime da start-up, che potrebbe avvenire come progetto pluriennale finanziato sul FESR, comprendendo anche potenziamento delle strutture dei soci fondatori (acquisti cofinanziati) Output dell’Azione • Applicazione del modello di processo della conservazione-valorizzazione e degli scenari ipotizzati • Suggerimenti di policy per la qualificazione del mercato • Analisi qualitativa e quantitativa del mercato attuale e potenziale della diagnostica dei beni culturali • Analisi del mercato della comunicazione • Modello per l’aggregazione dei soggetti diversi presenti su un “non-mercato” come quello della diagnostica, nell’ottica del finanziamento attraverso la riqualificazione della domanda pubblica • Prima ipotesi di business plan per il funzionamento di un Centro servizi regionale per il settore della diagnostica dei beni culturali