Figure
professionali
«La gestione
integrata dei rifiuti»
Riutilizzo/riuso
MANAGER DI STRUTTURE PER
IL RIUTILIZZO DEI RIFIUTI
GREEN JOBS – Formazione e Orientamento
MANAGER DI STRUTTURE
PER IL RIUTILIZZO DEI RIFIUTI
Descrizione attività
Il recupero e riutilizzo di beni avviati a smaltimento perché
considerati rifiuti è un’attività con una lunga tradizione (chi in vita
sua non ha organizzato una bancarella per rivendere i giornalini
che non gli interessavano più?), ma che sta conoscendo negli
ultimi anni una nuova diffusione. Se consideriamo qui i prodotti
che dopo un’attività di riparazione/adattamento/rivisitazione più o
meno approfondita sono reimmessi nel circuito del consumo (e
non i materiali recuperati come materie prime seconde, trattati
nella sezione 2.2.3), le principali strutture per il riutilizzo dei rifiuti
sono allora i mercatini dell’usato “evoluti”, dove la capacità di
organizzare la raccolta di materiale dismesso e di comprenderne le
potenzialità di ulteriore utilizzo (con le stesse funzioni o con altre)
rappresenta la base dell’attività.
Competenze
L’organizzazione di un circuito dell’usato, con reperimento del
materiale, allestimento della vendita e promozione dell’attività,
richiede
principalmente
competenze
organizzative
ed
imprenditoriali, quindi propensione al rischio e capacità di
organizzazione logistica (per l’approvvigionamento) e di una linea
di vendita. Poi deve avere la capacità di capire quali oggetti
possono interessare di più: a titolo di esempio, sono molto richiesti
cartelloni pubblicitari di grandi dimensioni degli anni ’50 e ’60,
poster originali di film, oggettistica vintage, LP ed hi-fi, mentre
raccolgono scarso interesse prodotti anche più pregiati, quali pezzi
di antiquariato, mobili, CD e DVD. Ma soprattutto, ciò che non può
mancare è la passione per un lavoro divertente, che mette a
contatto con le persone.
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Manager di strutture per il riutilizzo dei rifiuti
MANAGER DI STRUTTURE
PER IL RIUTILIZZO DEI RIFIUTI
Mercato di riferimento e trattamento economico
L’organizzazione dei negozi dell’usato sta conoscendo grande
diffusione in tutte le aree urbane italiane, con diffusione di catene
di franchising (quali ad esempio Mercatopoli). Dopo decenni
improntati al consumismo, il cui slogan è stato “costa di più
ripararlo che comprarlo nuovo”, il riuso sta divenendo sempre più
centrale nelle decisioni di consumo, sia per la sempre maggiore
diffusione di forme di consumo critico e attente alla sostenibilità
ambientale, sia per la dura crisi economica che stiamo
attraversando, con impatto negativo diretto sulla capacità di spesa
delle famiglie.
La gestione di un negozio dell’usato secondo criteri di
imprenditorialità dipende in primis dalle dimensioni del punto
vendita e, come per tutte le attività imprenditoriali, dalla capacità
dell’imprenditore. In media, una di queste strutture riesce a
fatturare tra i 60.000 ed i 300.000 euro all’anno a seconda
dell’avviamento e della dimensione dell’attività, con un profitto
per il gestore che oscilla tra 1.500 e 5.500 euro mensili.
L’aspetto principale che caratterizza questa attività è che nella
maggior parte dei casi le vendite avvengono “in conto terzi”, ossia
senza acquisto della merce poi rivenduta (che richiederebbe un
esborso di capitale iniziale piuttosto elevato), attraverso un patto
con il proprietario originale, che accetta di mettere in vendita la
propria merce nel mercatino riconoscendo al gestore dal 35% al
50% del prezzo che questo riesce a spuntare. La disponibilità di
merci è praticamente illimitata ed è compito del manager capire
cosa convenga trattare.
Stesse competenze (capacità manageriali, sensibilità a riconoscere
“al primo sguardo” se si tratta di un oggetto con un mercato) ma
contesto lavorativo diverso è il “centro del riuso”, spesso nato con
il supporto della locale azienda di gestione dei rifiuti. Qui il
“motore“ del business è costituito dallo sgombero di cantine e
solai, realizzato gratuitamente in cambio della cessione dei
materiali, che vengono selezionati, riparati o risistemati e quindi
esposti alla vendita (anche via web).
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Percorso formativo
Si tratta di una figura che richiede competenze di organizzazione
di una attività economica. Qualsiasi tipo di formazione di carattere
giuridico ed economico può essere utile, dal diploma di tecnico
commerciale alla successiva formazione universitaria (nello
specifico, anche se non tassativamente, di carattere legale o
economico-aziendale). Tuttavia, a risultare rilevante sono in primo
luogo lo spirito imprenditoriale e la passione del gestore, elementi
che derivano da capacità e competenze non necessariamente
acquisibili dal mondo della scuola.
Reti
Molte realtà si stanno attrezzando per creare reti di negozi e
mercati dell’usato. Attualmente, la più importante tra queste è
data dalla rete Mercatopoli (www.mercatopoli.it), un marchio in
franchising che assicura agli affiliati assistenza tecnica (oltre all’uso
del nome la disponibilità di un software gestionale e di percorsi
formativi mirati) e supporto, ma numerose altre esperienze, ad
esempio Mercatini d’Italia, Il Mercatino, Cose d’altre case, sono in
corso. A questi si aggiungono infine alcuni casi di realtà nate in
stretta connessione con i titolari dei servizi cittadini di raccolta
differenziata. La “rete delle reti” nel mondo degli operatori
dell’usato è Rete O.N.U. (www.reteonu.it), acronimo che non sta
per Organizzazione della Nazioni Unite ma per Operatori Nazionali
dell’Usato. Rete O.N.U. rappresenta fiere e mercati storici (dal
Balon di Torino a Portaportese), cooperative sociali, botteghe di
rigatteria e dell’usato, catene nazionali di negozi in conto terzi,
contoterzisti indipendenti, enti di solidarietà, ambulanti.
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Sintesi
Il refitting (riadattamento) è l’attività di recupero di un prodotto che ha
concluso il suo ciclo di vita e il suo avviamento a nuovo utilizzo dopo averne
aggiornato alcune componenti. Si differenzia dalla semplice riparazione
perché il prodotto non è restituito al proprietario, bensì utilizzato in un nuovo
contesto.
Il refitting può essere inteso in senso stretto, come intervento su un
manufatto per aggiornarne le caratteristiche (esempio: il trashware, con cui
un computer obsoleto è rimesso in funzione, potenziato e dotato di nuovo
software open source), o in senso lato, come utilizzo di un bene di seconda
mano (i mercatini dell’usato “evoluti”).
Un operatore del refitting, considerato in entrambe le accezioni, ha
competenze di base, anche da autodidatta, che possono essere arricchite da
percorsi formativi via via più articolati. Nel caso del manager, le principali
competenze richieste sono di carattere imprenditoriale.
Operazioni di refitting come il trashware sono spesso finanziate da progetti
di carattere sociale degli enti pubblici. Diversa la situazione per i negozi
dell’usato, che con l’affermazione del consumo critico e le difficoltà
economiche delle famiglie colpite dalla crisi, stanno conoscendo una
diffusione sempre maggiore.
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Per saperne di più
Central Europe Repair & Re-use Centres and Networks,
www.cerrec.eu, progetto europeo dedicato ai centri per il riuso
Gelisio T., Gisotti M., Guida ai green jobs, Milano, Edizioni
Ambiente, 2009
Giuliani
A.,
Aprire
un
(www.alessandrogiuliani.it), 2012
mercatino
dell’usato,
ISF, Trashware for dummies, Opuscolo informativo 2010
Sissa G., Il computer sostenibile: riduzione dei rifiuti elettronici, riuso
dei PC e open source, Milano, F. Angeli, 2008
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CREDITI
• Materiale a cura del progetto La.Fem.Me – Lavoro
Femminile Mezzogiorno – Italia Lavoro S.p.A.
• Rielaborazione a cura del progetto Increase
• Fonti:
- Eco & Eco Economia E Ecologia Srl
• Immagini:
-
Foto copertina: 1. James Monkeyyatlarge; 2. Fil.al; 3.
Simada 2009
• Aggiornamento Settembre 2013
• Per informazioni – [email protected]
[email protected]
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