Una Comet per Romoli Massimo
È entrato nel negozio di Mira e Mila Montaccini, a Santa Maria delle Fabbrecce dicendo subito che in tasca aveva una Comet
Bencini.
Mila e Mira sono sbiancate, hanno subito pensato ad una rapina
ma, Romoli M., (lo chiamerò così) ha subito tranquillizzato le ragazze estraendo, adagio, dalla tasca, una macchina fotografica.
Romoli M., al massimo, con i suoi clic, può spaventare una farfalla oppure, con un flash, un pesciolino rosso.
Il mite fotografo, dal 13 al 21 giugno, sarà
un’importante ospite nel nostro Museo “Arte
della Stampa” in via Podgora, 10 Pesaro (0721
403803). La mostra che presenterà, si scinde in
due momenti importanti “Rovistando nella bellezza” e “Le parole dei sassi sui passi”.
Sarà lui stesso a spiegarci il perchè ed il come
dei suoi “clic”.
Rimaniamo in piacevole e curiosa attesa per
questo spettacolare evento.
Non mancate! a presto i dettagli.
Rai 3 visita il museo
“Arte della Stampa”
Pesaro 24 Marzo 2009
L’ ALBA
N° 3 - volantone informativo cultu-
rale ironico satirico turistico spettacolare aggiornante politicante
ed altro per la città - Aprile 2009
Rai 3
La troupe di Rai 3 Marche
visita il museo
“Arte della Stampa
ha visitato e ripreso il
”
Museo Arte della Stampa
sito in Pesaro, Via Podgora, 10,
mettendo in onda 4 anteprime:
foto, interviste, vecchie macchine funzionanti,
oggetti tradizionali da lavoro
e quant’altro inerente all’arte della stampa.
Morire di Paura
J’è tutti uguei ?
Pesaresità
Erano circa le
ore 24, si veleggiava rotta 180°
Sud verso Pesaro. Noi che eravamo a poppa
abbiamo sentito un leggero
soffio di vento
caldo
(vento
che precede la
tempesta). Abbiamo subito fatto i
terzaroli (riduzione della vela) ma,
appena iniziata l’operazione, una
frecciata di vento ha fatto inclinare
la barca.
Il fiocco e la randa per un istante
sono rimasti in acqua, mentre lampi tuoni e vento crescevano rapidamente.
Riavvolto il fiocco e chiusa la randa, la
barca si è raddrizzata. Abbiamo acceso il motore e ci siamo rimessi in rotta
ma, con il vento forte e le alte onde la
barca era ingovernabile e quindi abbiamo invertito la rotta e siamo rientrati a Rovigno da dove eravamo partiti alle 5 del pomeriggio.
Sono momenti che, ad ogni navigante, che provi questa esperienza, rimangono impressi per tutta la vita. Il
terrore che si prova è indescrivibile.
Questo ricordo mi riaffiora quando
vengo a conoscenza del calvario di
quei sfortunati che attraversano il
mare aggrappati in fragili barche di
legno o vecchi gommoni in cerca di
una vita migliore in Italia. Una vasta
percentuale di essi non arriverà mai
nelle nostre coste ma andranno ad
aggiungersi ad altri che come loro
hanno cercato di sfidare il mare.
Non ho idea di che cosa succeda a
questi “fratelli” nell’attimo in cui si
accorgono che non hanno scampo e
capiscono che solo il loro o nostro
Dio si prenderà cura di loro.
Mille idee mi vagano nella mente pensando a queste creature che
“qualcuno ha voluto” ma quel qualcuno non ha la forza di salvare. Anche noi nel benessere abbiamo la
responsabilità della sofferenza di
questi popoli. Non dobbiamo permettere che un solo “fratello” finisca
più nel cimitero del mare e, quindi,
dobbiamo far ragionare ed imporre
a coloro che hanno in mano il potere
perchè concretamente si adoperino
per far cessare questa strage giornaliera. I mezzi, le idee ci sono, manca
la volontà?!
Per questi miei fratelli una preghiera al mio “Cristo” recito ogni sera,
nel mio intimo, con la speranza che
non rimanga vana.
Basta entrare in un bar, oppure transitare in un negozio di generi alimentari, frequentare posti dove c’è la
gente semplice, quella della spesa del mattino, quella
in fila per pagare le tasse o in banca per chiedere un
prestito; insomma, fuori dai soliti incontri di esperti, in
conferenze, in cerimonie con giacca e cravatta, ma in
mezzo a persone che faticano ad arrivare con i propri
mezzi alla fine del mese. Ora queste persone, e sono
tante, hanno un modo di vedere e sentire la politica.
Ho provato a sondare con qualcuno che conosco dicendo... presto si và a votare eh! Risposta: An s’capisc più gnent, jè tutti uguej, quand i vò essa elett, it
promet un sacc d’roba, appena jè elett in s’ved pió.
Così tante di quelle persone sopracitate.
Provo un grande dispiacere nell’ascoltare queste risposte. Sono convinto che esistono donne e uomini che hanno buon senso, sono onesti, intelligenti, capaci, che
possono, al di fuori del loro credo politico, essere bravi amministratori locali.
Certo sarebbe interessante se, unitamente alla proposta di candidatura, ogni
aspirante ponesse all’attenzione dei cittadini un proprio curriculum capace di
informare l’elettore per poi poterlo votare.
Invece fino ad oggi si sono visti, nei manifesti, volti che rappresentano espressioni ottimistiche o drammatiche.
Nulla di programmi seri o idee per la città.
Nel numero 2 de “L’Alba” - divulgato nella città in 11.000 copie- ho posto delle domande di interesse cittadino ai vari candidati per il governo della città.
Non ho avuto risposte.
Al contrario molti cittadini mi hanno suggerito proposte, idee e considerazioni
giuste ed interessanti.
La Signora Maria S. di Soria, che ben conosco, l’altra mattina mi ha telefonato
dicendomi, tra le altre cose, cot’scriv a fè? je tutt’iuguej.
Mi ha rovinato la giornata!
Nel 1860 il Comune di Pesaro aveva
una popolazione di 19.610 abitanti.
La miseria era tanta.
Così il poeta:
nudi e crudi, sa l’scarp tutt sfond,
fredd e fèm ce volta tond.
Cher i vivrem pègh meschèn,
a sim propi aranged bnèn.
E per pranzo?:
Do fagioj senza cundì,
scarsa e unica porzion,
c’è una gran disperazion.
Ma questo è anche il secolo delle
grandi invenzioni. Nel 1861 viene
inaugurata la tratta ferroviaria Bologna-Ancona che consentiva ai petroniani di raggiungere la città dorica in
poco più di sette ore.
A Pesaro una folla immensa si era
data appuntamento nei pressi dei
Cappuccini, per attendere il passaggio del treno.
Quando da S. Pietro in Calibani arriva Béga, un ragazzetto di 12-13
anni, pieno di curiosità, si trova davanti tanta gente.
Allora comincia a lavorare di gomiti
per aprirsi un varco. Ci riesce. Così
arriva a toccare le transenne e per
vedere meglio, cerca di aprirsi un
varco fra i ferri che scendevano in
verticale.
Ci riesce ancora. Ma ecco il treno:
lampi, scintille, fumo infernale e
chiasso assordante. La folla si agita.
Un carabiniere urla “Avanti, avanti
... indietro!” e sguaina la spada proprio sopra la testa del povero Béga
che, per lo spavento sbranca terribilmente gli occhi. Di lì il detto che
esprime paura:
“El fèva jocc come Béga”.
di Giorgio Montaccini
Museum
di V. Cassiani
di Giorgio Montaccini
Oh che belle figlie .. !
Riceviamo da un gruppo di amiche di Copacabana
Citazione citabile
di Giuseppe Mazzini
Queridos amigos de Marcas e Romanha que, através da “dawn volantone belos e fascinantes” aparecer,
nós vemos aqui a Copacabana também nostálgico e melancolia. Estamos organizando uma viagem na
Itália para visitar sua cidade maravilhosa, e com a oportunidade que lhe vai ser a nossa danças como
o Samba, Rumba, a cucaracha e o Beguine e muitos outros danças. Estamos certos de que encontrará
o nosso danças brasileiro gaitey relés para a alma e corpo. Enviamo lhe um dos lados B nossa Foto do
nosso corpo, que pretende não perturbar a sua bela “homens” que, certamente com a nossa chegada,
está “atenta” de farce saber. A partir do momento megumi, Rosita, Paula, Paloma e Carmençita.
Traduzione:
Care amiche delle Marche e della Romagna che, attraverso il volantone “L’alba” apparite belle e
affascinanti nel numero 1 e 2, noi qui da Copacabana vi vediamo troppo nostalgiche e malinconiche.
Stiamo organizzando un viaggio in Italia per visitare le vostre belle città; e, con l’occasione, vi insegneremo le nostre danze come il samba, la rumba, la cucaracha, la beguine e tanti tanti altri balli.
Siamo certe che troverete l’allegria che le nostre danze brasiliane trasmettono all’anima e al corpo.
Vi inviamo una nostra foto -lato B- del nostro corpo, augurandoci di non turbare i vostri bellissimi “uomini” che, con il nostro arrivo, sarete “premurose” di farci conoscere. Da Capocabana ... a
presto Rosita, Paula, Paloma e Carmençita.
Chi può negare Iddio di fronte a
una notte stellata,
di fronte al martirio,
di fronte alla sepoltura dei suoi
più cari è grandemente infelice o
grandemente colpevole.
Non vi siano atei fra voi.
Se ve ne fossero sarebbero degni
non di maledizione ma di compianto.
Il primo ateo fu senza dubbio un
uomo che, avendo ucciso un
altro uomo, e non essendo stato
visto da nessuno, cercava, negando Iddio, di liberarsi dell’unico
testimone al quale non poteva
celarlo.
Visitate il
Arte
Museum “Arte della Stampa„
della
Stampa Esposizione permanente di attrezza-
ture e macchine da stampa tipografiche dal 1840. “Sala Gutenberg” per
accoglienza gruppi organizzati.
Per informazioni e appuntamenti:
0721 403803 - [email protected]
Per ricevere direttamente “L’Alba” inviate il vostro e-mail all’indirizzo [email protected]
ALTI
E
BASSI
DELLA
VITA
Da “La Domenica del Corriere” - 9 Febbraio 1936
Una “generale” con “testate”
La fornace
Mancini/Badioli
Vive Ancora
di Mario Perrucci
Eugene Jonesco (scrittore e
drammaturgo
rumeno–francese, 1909/1994)
nella seconda
parte degli anni
’50 fu tra i più
interessanti e
applauditi autore di commedie
dalla drammaticità pseudo astratta e paradossale (era stato preceduto dal nostro Achille
Campanile…) e segnatamente il suo atto unico “La cantatrice calva” fu tra i più applauditi
spettacoli di quegli anni.
Il “Teatro stabile di Napoli”, con sede
presso il teatro “Mercadante” (un tempo detto
“Fondo”) dopo le esigue esperienze direttoriali di un Giulio Pacuvio ed Ernesto Grassi (per
quanto Napoli sia stata tra le città più ricche
di teatri tra il XVIII e XIX secolo) ebbe a Direttore artistico il fiorentino Franco Enriquez
(1927-1980) mentre la parte amministrativa
veniva curata dal Teatro di San Carlo di cui
era Sovrintendente il notissimo commendatore Pasquale Di Costanzo. Siamo alla fine di
quegli anni detti della “ricostruzione” e Franco Enriquez, un magniloquente toscano dai
modi rudi e dittatoriali che aveva alle spalle
positive ed interessanti esperienze di regista
nel teatro drammatico e in televisione contava
trentadue primavere e si presentava al pieno
della sua energia volitiva.
La stagione 1959-1960 era andata abbastanza bene con spettacoli ricchi e interessanti ai quali il pubblico aveva risposto con
entusiasmo e quindi, corroborato dal successo, Enriquez riuscì ad allestire la prima italiana de’ “Il rinoceronte”: un’opera, per l’appunto di Eugene Jonesco, complessa e ricca
di suggestive proposte per gli interpreti tutti
che in tre atti impegnava tutte le forze della
Compagnia.
Questa, formata da Marcello Moretti
(il grandissimo “Arlecchino” che morirà poco
tempo dopo durante l’impegno contrattuale),
Mario Scaccia, Valeria Moriconi, il giovane
pesarese Glauco Mauri (che poi sostituirà nel
personaggio Berger il povero Moretti) e tanti altri attori di vasta notorietà professionale.
Le scene e i costumi di quel mago, quel suggestivo scenografo e pittore che fu Emanuele
Luzzatti. Per quanto concerneva le musiche, il
maestro compositore del teatro, il sottoscritto,
fu impegnato in una durissima lotta col tempo
dato che da una parte il regista mutava spesso opinione; l’amministrazione lesinava sulla
spesa degli orchestrali ma alla fine vi fu soddisfazione per tutti. Comunque, non intendo
trattare qui parlare di me bensì attirare l’attenzione del gentile lettore su quell’avvenimento
davvero singolare che accadde alla importantissima “prova generale” de “Il rinoceronte”.
prosegue ne “L’Alba” n. 4
TITOLI
– Il mio papà è cavaliere.
– Il mio è più di cavaliere, perchè la mamma
gli grida sempre che è una gran croce.
(Disegno di C. Pozzi)
Da “La Domenica del Corriere” - 9 Febbraio 1936
La demugrazia
Metro: Sonetto di Ottonari di Marcello Martinelli
dalla raccolta di poesie dialettali “Le Vespre”
Iri a seda s’na panchena
t’un vialett gió vers marena
s’ragiuneva sa ʻn amigh
d’cum se steva ai tenp intigh.
Pien pianen prò, gnanch a dì,
tla pulitiga s’va a fnì.
Fa ló: «La demugrazia
l’è la roba méj ch’ce sia:
préma i dciva: –Gvei al mond,
maché ʻn pò parlè niscion,
zétt e mosca e viv giocond.»
«Sé - a fagh mè - tè t’à ragion:
t’po sgagè, fè i girotond;
prò ʻn te stà ʻsentì niscion!»
di Stefania Palanghi
... A proposito di impegno politico
L’ ALBA
Risponde un affezionato lettore
N° 3 - volantone informativo cultu-
rale ironico satirico turistico spettacolare aggiornante politicante Gli alunni della Scuola Primaria di Cated altro per la città - Aprile 2009 tabrighe, al termine di un lungo percorso
di ricerca, hanno ricostruito la storia della Fornace e dato vita ad una mostra permanente che merita di essere visitata. E,
grazie a loro, sappiamo che il primo seme
L’Alba è lieta di ospitare poesie brevi
della fabbrica di mattoni, tegole e coppi,
(“sonetti”) degli autori locali. Contattateci.
è stato gettato, alla fine del 1800, per iniziativa della famiglia Mancini che poi, nel
1938, ha ceduto la propria attività alla fa“Piccolo grande amore”
Ospitiamo alcuni versi di Amilcare Mattioli tratti dall’opuscolo:
miglia Badioli.
“La poesia è il più bel fiore dell’anima”.
La meccanizzazione non ha operato gli
operai “addetti ai vasconim carriolantim
Passeggiano tenendosi per mano,
fochisti e carbonai” da un lavoro molto
due studentelli con lo zaino addosso
pesante. Nel 1963 la fornace ha chiuso i
negli occhi lui la guarda e, piano piano,
battenti per la ridotta competitività e la pea lei sussurra: “T’amo”.
nuria di materia prima, l’argilla. Da quel
E il viso è rosso
momento l’edificio è in stato di abbandoIl cuore suo batte forte, all’impazzata,
no e degrado. Eppure il suo cuore pulsa
da poco tempo infatti è innamorato
ancora.
e lei che dai suoi occhi è affascinata
Ai bambini della scuola di Cattabrighe piaricambia con un bacio appassionato.
cerebbe tanto che le persone competenti e
Si teneri e felici son nel viso
le autorità si occupassero della fornace del
guardarli è avere una dolcezza in cuore,
loro quartiere, per una sua possibile ricontrasmettono emozioni col sorriso
versione ad uso sociale, come già è stato
e, dal destino, imploran solo amore!
fatto per altre fornaci in Italia, che sono
diventate sedi per mostre e convegni.
I bambini non possono fare molto, possoEmanuela (27/04/1988)
no però agire in modo che l’interesse si
di Donatella Galli dalla raccolta di poesie “Come Penelope”
mantenga vivo intorno a questo problema.
E, così hanno inventato uno slogan per la
Non piangete,
“loro” fornace:
perchè io respiro l’aria fragrante della dolce
“Diamo un futuro al passato!”.
primavera,
“L’Alba” della Poesia
dove la carne
ha conquistato lo spirito
e la pace.
Non urlate,
perchè io giro per le stanze del mondo dove
un mazzo di carte
nelle mani di un prestigiatore
ha nascosto la regina di cuori.
Il Sindaco per Cagli
Abbiamo appreso con grande soddisfazione
che il Segretario Regionale del Partito
Repubblicano Giuseppe Gambioli è candidato a Sindaco per il Comune di Cagli. Lo
appoggiano, oltre al PdL e al PRI, anche la
Lega, la Democrazia cristiana e il Partito dei
Pensionati. Auguri e Congratulazioni!
L’ Arte di Festeggiare
Riceviamo da una nostra affezionata cliente
Tra i vari eventi privati e pubblici che riempiono
l’agenda cittadina ne segnaliamo uno che si è distinto per creatività, fantasia e grande gusto.
Claudia Bonacossa una
pesarese Doc ha riunito intorno a sé la componente
femminile della famiglia e
le sue amiche più care per
celebrare i suoi 40 anni invitandole per un aperitivo
molto made in Italy al bar
Docks. Nella location minimal-chic di questo bar spiccava un angolo privé decorato con grande fantasia e
cura del particolare; palloncini verde-bianco-rosso si
ergevano leggeri ai lati della lunga tavolata imbandita con grande accuratezza
sulla quale correvano per tutta la sua lunghezza tre
“runner” a ricreare l’effetto bandiera. I palloncini fissati alla tavola da lunghi fili terminavano in
splendide coccarde anch’esse tricolori mentre sulle
parti bianche della tovaglia spiccavano deliziose
decorazioni nei colori italiani (in linguaggio tecnico queste vengono chiamate confetti ndr.).
Complici competenti e fantasiose di questo tripudio
tricolore sono le sorelle Mila e Mira Montaccini titolari di “Montaccini Oggi” che offrono un servizio
a 360 gradi per tutto ciò che riguarda l’arte di decorare e “preparare l’ambiente” per eventi di ogni
tipo. Su richiesta e in accordo con la festeggiata
Mila e Mira hanno decorato gli ambienti usando i
diversi accenti-colore per sottolineare l’italianità di
Claudia portata con orgoglio ed eleganza.
Dopo l’aperitivo la festa si è spostata a Riccione
nel locale “La Mulata” del simpatico titolare Paolo. Nel varcare la soglia del locale, l’italianità della
Sincere Risate
The End Volantone informativo curioso, volenteroso, spassoso, “cavolatoso”, leggero, pesante, poetico, nostalgico, familiare, giornaliero,
settimanale, quindicinale o mensile? (ancora non sappiamo). Ideato
e redatto da Giorgio Montaccini, corretto da Mira Montaccini, impaginato da Mila Montaccini su Apple Imac 24”, collaborano in questo
numero: Vittorio Cassiani, Giancarlo Nori, Museo Arte della Stampa, le amiche di Copacabana, Massimo Romoli, Francesca Furlani,
Insegnante Stefania Palanghi, Marcello Martinelli, Donatella Galli.
Stampato in litografia in colore grigio “piombo” con carattere Times,
Giustezza 14 righe tipografiche, carta Palatina delle Cartiere Fabriano
da gr. 85, tutto a spese della ditta Montaccini Oggi (montaccinioggi@
virgilio.it - Pesaro Strada Statale Adriatica 339 - tel 0721 403803).
(Si accettano contributi da devolvere al Museo Arte della Stampa Associazione Culturale) distribuito ovunque gratuitamente (per adesso),
terza tiratura copie 11.000=
festeggiata e delle sue ospiti si tramuta in amore
sincero e appassionato per un paese bellissimo, il
Brasile. Qui non è solo la musica, il cibo e la gente
a ricordarci che siamo in
terra carioca ma anche il
nostro tavolo dove il tricolore lascia il posto al
giallo e verde. La tavola è senza dubbio la più
bella di tutto il locale per
l’accuratezza e la scelta
personalizzata delle decorazioni. La fantasia, il
buon gusto, l’amore per
il particolare sono letteralmente sotto gli occhi
di tutti gli ospiti del locale che spinti dalla curiosità sostano a mo di processione davanti al nostro
“tavolo-altare”.
Il clou della festa è raggiunto al momento del taglio della torta. Davanti agli occhi esterrefatti delle
invitate e degli altri ospiti si materializza una torta
californiana che per i colori e le forme è un capolavoro carioca delle mani abilissime dei pasticceri
dell’Antica Pesaro. Sulla torta una bella foto stampata su cioccolato bianco mostra la festeggiata in
tutta la sua avvenenza e per diversi minuti è tutto
un susseguirsi di flash e di espressioni di grande
meraviglia.
Un ringraziamento particolare alle sorelle Montaccini per la loro disponibilità e competenza, ai
manager del Docks e La Mulata per la loro professionalità, al fotografo Riccardo per i suoi preziosi
consigli e last but not least a tutte le donne speciali
della famiglia e alle carissime amiche che con la
loro presenza hanno reso magica la serata.
Barzelletta piccantella di Luciano Boschi
... una coppietta, dopo la loro 1° volta...
Lui chiede dolcemente: “Cara sono stato il 1°??
Risposta:
“Perchè mi fate tutti questa domanda?”
Eleonora Bonacossa
Caro Signor Montaccini,
ho letto con interesse il Suo intervento su “L’ALBA” dal titolo “Si comincia a vedere qualche
fuga”. Da appassionato sportivo quale sono e
per rimanere in tema “politico-ciclistico”. Le
dirò che ancora mi pare che tutti preferiscano
“stare in gruppo”dove,come si sa, è più facile
“pedalare” ed è più­ facile “controllare”gli avversari cercando di scoprirne le strategie. Quando poi arriverà “l’allungo”importante, bisognerà vedere se si tratterà di una fuga solitaria o
di un piccolo “gruppo” e, soprattutto, una volta
arrivati al traguardo...... cosa succederà poi!
Ma per uscire di metafora e venire alla parte “concreta” dell’articolo,vorrei osservare
che, prima di ogni altra, c’è una domanda da
porsi,anzi due. Di quali risorse finanziarie
disporranno i Comuni nel prossimo futuro?
Quand’è che la spesa pubblica seguirà una
scala di priorità dettata dalle esigenze dei cittadini prescindendo dal “ritorno”in termini di
voti? In sostanza, per questo secondo caso,
quand’è che la Politica (non a caso lo scrivo
con la P maiuscola) ritroverà il suo “orgoglio”
e la sua “nobiltà”?.
Ma non voglio sottrarmi alle sue domande
rispondendo..... con altre domande. Su molti
dei problemi da Lei sollevati, credo, i tempi saranno ancora lunghi perchè le decisioni
non dipendono solo da noi: il porto, i lavori
agli Orti Giuli. Per altri un ritorno al passato
non è più possibile perchè il tempo cammina
con i suoi aspetti positivi e negativi: i giardini
(non ci sono più i giardinieri di una volta), la
banda cittadina (anche i musicisti per questo
tipo di attività sono molto diminuiti). Temo
che anche il rientro di artigiani e commercianti nel centro storico sia un’impresa difficile,
indipendentemente da eventuali agevolazioni,
per ragioni di spazio, di parcheggio e, in sostanza, di un modo diverso di acquistare beni
e servizi. Molti altri aspetti hanno un risvolto prevalentemente finanziario e prescindono
spesso dalla volontà degli Amministratori: la
pavimentazione delle strade cittadine, l’Orchestra Stabile (un lusso anche per una Regione), la ristrutturazione e il riutilizzo dei vecchi
Palazzi.
Per concludere. L’augurio che i cittadini si
fanno alla vigilia di una consultazione elettorale, compreso chi scrive, è quello che, prima di ogni altra considerazione, ogni politico
senta il suo impegno come un servizio reso
alla città ed alla collettività intera.
Lettera firmata
Un “Mare” di nostalgia
I nostri lettori ci scrivono
Mi chiamo Francesca Furlani, sono nata a Pesaro qualche anno fa, ma per motivi di lavoro
e di cuore, sono oramai circa vent’anni che
abito a Reggio Emilia. Una città, devo essere sincera, niente male. Ben organizzata sotto l’aspetto dei servizi, e ancor di più, abitata
da gente laboriosa e molto accogliente. Ma
nonostante tutto il tempo trascorso, la situazione a cui ancora non riesco ad abituarmi,
è la mancanza del mare. Ed è per questo che,
purtroppo, le rare volte che riesco a scendere a Pesaro, libera dagli impegni di lavoro,
non manco mai di passeggiare sul lungomare.
Dove il vento scompiglia i capelli e lo sguardo si disperde oltre l’orizzonte, potendo così
finalmente respirare a pieni polmoni l’aria di
mare.
Questo mi provoca ogni volta, senzazioni ed
emozioni tali, che ho cercato di mettere in
versi, per condividere con chi come me, ama
questa città e non riesce a dimenticarla.
Pesaro primavera 2009
“Ho l’impressione che mi stesse aspettando,
questo fresco vento che scioglie tutti i pensieri,
ti ruba il fiato e fa vibrare il corpo.
Questo vento leggero che vuole bene”.
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ALBA 3 - Montaccini Oggi