Anno 5 numero 12 - LDP Editore
Copia omaggio
Dicembre 2013
Direttore Luigi Del Pozzo
In evidenza
Buon Natale sul Garda!
N
on posso esimermi
dall’augurare a voi e
alle vostre famiglie,
anche a nome dell’editore
e dei collaboratori, un felice
e sereno Natale. Con tutto
il cuore. Ma il mio cuore va
anche a quelle notizie che
riguardano le prospettive e
il futuro del lago di Garda.
Informazioni positive che ci dicono che, nonostante tutto, l’industria del forestiero nel 2013 ha
tenuto, le presenze sul Garda bresciano hanno superato i 6 milioni (oltre 20 milioni su tutto il bacino gardesano) e che la Navigarda ha tenuto bene nell’affluenza del pubblico trasportato. E ricordiamoci
che in primavera abbiamo avuto quasi due mesi di
piogge! Soprattutto, vedo che un’unità territoriale
dell’area gardesana si va via via consolidando e sta
iniziando a dare anche i primi, sostanziosi, frutti.
Vedere poi che i massimi responsabili di alcune
7
I dati del turismo sul
Garda Bresciano
16
Grandi eventi al
PalaGeorge di Montichiari
32
La casa di Babbo Natale
32
La Natività di Manerba
Al me paés, a Desensà,
le àole le gà fat
na strada d’arzènt,
bór de pès, compagnàcc de le sardine,
i ghe l’hà ‘nsegnada,
e Lù, l’è nassìt, de nòt,
süra na barca
postada, lé al sicür,
en de ‘n port vècc
dré a la rìa del lac.
A chèl vedèr i pescadùr,
ignìcc de cursa
föra de le case,
i g’hà ‘mpisat èn föch
cald come l’istà,
ciàr come ‘n dé de
festa;
le stele dei camì
a lüsèr come d’i fasinì,
Luigi Del Pozzo
Arriva il GIROPASTA
tutte le sere dal Lunedì alla Domenica
Pasta a go go + Bevanda + Caffé + Coperto = €10,00
Opera di Valerio Betta
D’Annunzio “Priore in
peccato di gola”
Nadàl èn del Port Vècc
istituzioni gardesane, come Giorgio Passionelli presidente della Comunità del Garda e Franco Cerini vicepresidente del Consorzio Lago di Garda Lombardia,
vanno nelle scuole a incontrare gli studenti per parlare e dialogare con loro, in quanto protagonisti del
domani, sul tema “Turismo: ieri, oggi e domani”...
vuol dire che le prospettive stanno cambiando. Se poi
aggiungiamo gli incontri istituzionali, fra Provincia
di Brescia, Assessorato Turismo e Cultura, Camera
di Commercio, Associazione Industriali Bresciani,
sindaci dei comuni gardesani, seduti attorno a un
tavolo per discutere del “Patto per il Garda” volto a
valorizzare il territorio gardesano in vista di Expo
2015, ecco, tutto questo mi riempie di gioia. Il Garda
è la nostra “casa”. Da sempre è considerato, a ragione,
il “Crocevia d’Europa”, un crocevia pieno di attese e
speranze per la Regione del Garda. Non è mai troppo
tardi. E la luce, quella turistica, in fondo al famoso
tunnel è accecante, piena di prospettive.
A tutti voi, tanti auguri.
3
de faga ciàr a la
Madóna e al sò Pütì.
Giusèpe, che prima
l’éra ‘n po smarìt,
l’è deéntat serè
come na primaéra,
i Re Magi, söl lac deèntat na speciéra,
i fàa na gran maraèa
‘n del veder a lüsèr le
stèle
de murèn, de ulif e de
paghér.
E ‘l frèt, l’è pò nàt vià,
scaldat del gran batèr
del cör.
El Signùr, isè, l’è
contènt
de uliga bé a la zent
che se völ bè.
Alberto Rigoni - Rigù
D’Annunzio “Priore in peccato di gola”
È
stato presentato a Salò il 29 novembre scorso, nella
Sala dei Provveditori, per iniziativa del Comune
di Salò e del Vittoriale degli Italiani, il libro di Pino
Mongiello “D’Annunzio, il Priore in peccato di gola” (pp.
128, ed. ARTI/G9 di Brescia). Abbiamo chiesto all’autore,
anche presidente dell’Ateneo salodiano, di raccontarci
alcuni aspetti contenutistici del suo saggio, che è corredato da una suggestiva carrellata di foto, scelte per
mettere in luce il rapporto dannunziano tra cibo ed eros.
Volendo avvicinarmi, in qualche modo, al poeta
che meno avevo studiato nella mia carriera scolastica,
ho colto l’occasione del 150° anniversario della nascita
di d’Annunzio per cercare di scoprire quale rapporto
egli avesse avuto con il cibo: argomento, peraltro, oggi
molto di moda. Dico subito che il suo fu un rapporto
seduttivo, dove la componente dell’eros è essenziale.
Entrando nella sala da pranzo della Prioria, al Vittoriale,
dopo aver osservato gli arredi e gli oggetti che la riempivano mi sono chiesto: “Cosa ci fa qui uno Scimmione?
E il Fauno che insegue una ninfa? E Paolo e Francesca,
innamorati e dannati, che Dante colloca all’Inferno,
nella sua Commedia? E la tartaruga, enorme, una
volta circolante paciosa per i giardini del Vate? Sono
simboli – ho pensato - e, come tali, richiamano la curiosità dei visitatori di oggi, spesso disattenti e smemorati
dei miti classici, formati come sono su altre basi e altri
fondamenti culturali. E gli ospiti di d’Annunzio, da lui
invitati negli anni Venti e Trenta del secolo scorso, che
cosa avranno pensato di una simile messinscena? Che
strana stanza quella della Cheli, la tartaruga, cioè, che
la stravagante contessa Luisa Casati regalò, viva, al
suo amante, e che vide poi svuotata e ridotta all’osso,
proprio così, e monumentalizzata, dopo che l’animale
morì per un’indigestione di tuberose!
La sala della Cheli fu costruita tra il 1926 e il 1929,
su progetto dell’architetto Giancarlo Maroni, ma fu
tappezzata e riempita di oggetti, i più disparati, dal
Poeta che, a seconda dei casi, e in diverse occasioni, si
autonominava “Priore”: ora “in odore di santità”, ora “in
peccato di gola”. Ma in quella sala rutilante di colori si
sedeva sempre più raramente, fino a disertarla negli
ultimi anni di vita, lasciando i commensali in compagnia di uno, o di una sua sostituta, mentre lui si ritirava
a mangiare nella Zambracca, appartato e solo, vicino
ai libri, seduto al tavolo da lavoro. Non si trattava di
misantropia ma di “male di vivere”, certamente causato
dal progressivo e rapido procedere di un deperimento
fisico che non sopportava di essere sottoposto, e giudicato, agli occhi dei compagni di mensa. Però quella
sala d’Annunzio l’aveva voluta a tutti i costi, e aveva
preteso di essere lui ad ornarla e riempirla di oggetti.
Nella sala della Cheli c’è l’inventario degli oggetti
descritti nei suoi romanzi, c’è il gioco degli opposti, c’è
il pensiero filosofico materialista e c’è l’affermazione
del princìpio di conoscenza che avviene, lui dice,
attraverso i sensi. Chi entra in quella sala, ed è appena
un poco accorto delle cose dannunziane, vi trova la
circolarità della sua esistenza, dalla fanciullezza alla
soglia della morte. Anche la cosiddetta spiritualità
francescana vi è rappresentata: sul tavolo, sopra la
bellissima tovaglia disegnata e tessuta da Mariano
Fortuny, ci sono i sottopiatti d’argento che riportano, a
sbalzo, dei motti ispirati ai fioretti di san Francesco, ma
che sono in effetti assolutamente dannunziani. Come
può coesistere senza conflitto, se ci si pensa, l’esortazione alla povertà con la preziosità del metallo? Non
ci sono equivoci. È il “Priore” che lo confessa, in una
lettera al suo architetto: «Non penso a un Refettorio
conventuale. In questi ultimi tempi si è accentuato il
mio disdegno per le forme tradizionali del misticismo.
Il mio misticismo è mio, singolarissimo. Scrivo un libro
per disingannare gli sciocchi che mi credono francescano… Sono francescano del Quarto Ordine».
Collegata alla sala da pranzo è la cucina, completata alla fine degli anni Venti, dotata dei più moderni
(per allora) marchingegni, gestita da uno stuolo di
cuoche, a capo delle quali stava Albina Becevello, anzi
“Suor Albina”, sempre pronta a soddisfare le imprevedibili esigenze gastronomiche del padrone. Al
Vittoriale sono conservati i messaggi del “Priore” alla
cuoca. Eccone uno: “Cara Albina, più tardi avrò una
donna bianca sopra un lino azzurro. Le donne bianche, dopo gli esercizi difficili, hanno fame. …”. In un
altro messaggio, invece, mette per iscritto un menù
che dovrebbe supportare una dieta ferrea: “Pasto
cotidiano del “Padre Priore” dal dì primo d’agosto alle
calende greche – Fedelini, per la fedeltà, o riso asciutto,
per l’umiltà –. Tre uova nel tegamino o nella gelatina, o
nell’imbroglio. – Formaggio e frutta. – Dolce: la domenica e il giovedì. 1° agosto 1926”.
In uno degli ultimi Natali, vissuti pressoché in solitudine al Vittoriale, d’Annunzio si abbandonerà alla
nostalgia e scriverà malinconicamente su un biglietto:
«È finita la vigilia. Forse a quest’ora tutta la gente è in
gozzoviglia… Io sono digiuno da quarantotto ore.
Vado a cercare un parrozzetto. Lo apro, lo mangio.
Assaporo in esso – sotto la specie dell’amarezza – il
Natale d’infanzia». Il cerchio si chiude: la terra d’origine, l’Abruzzo, vissuta vitalisticamente al principio,
negli anni giovanili, ritorna alla fine, malinconica, alle
soglie della morte! (Nelle immagini: Il Fauno e la Ninfa
(La seduzione) e la sala della Cheli, al Vittoriale)
Cento primavere per la nonna di Arco
V
ive da sola in completa autonomia (va perfino a fare la spesa, a piedi e da sola),
ha tanti bellissimi ricordi che racconta con allegria e vivacità, e a tutti augura
sopra tutto la salute. Ester Trenti nella mattina di giovedì 7 novembre – giorno
del suo 101° compleanno – ha ricevuto la visita dell'assessore Roberto Bresciani
(nella foto con Ester) che le ha portato gli auguri di buon compleanno dell'amministrazione comunale di Arco. Con un mazzo di fiori.
La salute. Ci tiene in modo particolare ad augurarla a tutte le persone che incontra,
e lo fa con una calorosa stretta di mano. «La salute è una cosa meravigliosa», dice,
e alla domanda sul segreto della sua, di salute, non ha esitazioni: “L'indipendenza!”.
è un Paese bellissimo. «Non sopporto quelli che continuano a lamentarsi – dice
– e che sostengono che fuori dall'Italia va tutto meglio: allora andateci, rispondo
sempre. Ma rimangono qui». Circa vent'anni or sono Ester ha deciso di tornare:
Roma non le piaceva più, troppo inquinamento, troppo caos. Ad Arco, oltre che alla
conduzione della sua casa si occupa di beneficenza: adozioni a distanza, contributi
per un pozzo nel Terzo Mondo, per le missioni. E sempre, quando incontra qualcuno
che conosce, gli augura: tanta salute!
Classe 1912, Ester Trenti è nata a Pietramurata, ultima di sei fratelli (tre femmine e
tre maschi). Fino ai vent'anni si è occupata della famiglia, poi la sua vita è cambiata:
è andata «a servizio» in una facoltosa famiglia di Roma, ad accudire una signora
che una malattia ha reso inferma. «Una signora bellissima – racconta – con la quale
ho fatto una vita brillante, ho girato il mondo, andavamo in giro con l'auto guidata
dall'autista. Una volta mi ha ceduto auto e autista, e ho girato tutta la Versiglia».
La sua abitazione era accanto ai giardini vaticani, da una splendida terrazza vedeva
partire e ritornare con l’elicottero il Papa (anzi, i tanti Papi che si sono succeduti
nei quasi settant'anni trascorsi a Roma). E ricorda in particolare gli ultimi tempi di
Giovani Paolo II, la sua terribile sofferenza, la sua forza.
Nata in epoca austroungarica, ricorda quando – allo scoppio della prima guerra
mondiale – sul treno ha preso la via del Nord, sfollata dal fronte, e passato Tarvisio
ha visto una bandiera italiana: «Dopo una curva la bandiera non si vedeva più – racconta Ester – e ho iniziato a piagere a piangere, non riuscivo più a smettere. Allora
per farmi forza ho recitato una poesia che inizia con “Bell'Italia”». E quando, anni
dopo, ha avuto modo di viaggiare, sempre ha trovato conferma alla sua idea: l'Italia
GN Dicembre 2013 - 3
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Il nuovo nido “di legno”
ha acceso la festa ad Arco (Braile)
G
d'inverno, una sala completamente vetrata aperta sul
parco, con possibilità di apertura quasi completa nel
periodo estivo grazie alle vetrate scorrevoli.
rande partecipazione, nella mattina del 9
novembre, alla festa d’inaugurazione del nuovo
asilo nido alle Braile, iniziata con il classicissimo
taglio del nastro e con la benedizione impartita dal
parroco, monsignor Luigi Amadori: presenti, oltre ad
un folto pubblico, il vicesindaco reggente Alessandro
Betta, l’assessore alle politiche giovanili e della socialità Massimiliano Floriani, parte della Giunta e una rappresentanza del Consiglio comunale con la presidente
Vilma Remondini.
Ancora, c’erano per l’amministrazione comunale
il segretario generale Rolando Mora e la dirigente
dell’Area servizi alla persona Cristina Bronzini; e poi
l’ex sindaco Ruggero Morandi, il dirigente scolastico
dell’Istituto comprensivo Lorenzo Pierazzi, nonché
il progettista, l’ingegner Gino Pisoni, il direttore dei
lavori Andrea Santoni dello studio Abaco, e il collaudatore statico, ingegner Luciano Rigatti.
A fare gli onori di casa la coordinatrice del nuovo
nido, Angela Pellegrini. A dare calore e vita, tanti genitori con i lori bambini. Dopo il taglio del nastro, a cura
della piccola Aurora, e la benedizione impartita dal
parroco, un breve momento formale aperto dal vicesindaco reggente Alessandro Betta che dopo aver
ringraziato la precedente amministrazione per l’iniziativa del nuovo nido, ha sottolineato l’impegno centrale per il «fare comunità»: «Il che significa ad esempio – ha detto Betta – offrire la possibilità alle famiglie
di disporre di un asilo nido, in modo che le mamme
possano mantenere il proprio posto di lavoro, specie
in tempi di difficoltà come quelli che stiamo vivendo».
Il vicesindaco reggente ha poi anticipato che accanto
Nel nuovo asilo nido lavorano 19 tra educatori e
addetti alle funzioni ausiliari (compreso un cuoco).
Il progetto (firmato dagli architetti Gino ed Emiliana
Pisoni) si caratterizza per una scelta forte, anche se in
via di crescente diffusione per gli edifici pubblici: l'utilizzo «integrale» del legno.
al nuovo nido inizieranno a breve i lavori di realizzazione del nuovo parco, progettato per mezzo di un
processo partecipato che ha coinvolto gli alunni delle
scuole, e che darà vita alla più importante area verde
dell’intero territorio comunale.
A seguire gli interventi della coordinatrice Angela
Pellegrini e del progettista Gino Pisoni, quindi il taglio
delle torte, il rinfresco e la visita all’edificio. Il nuovo
asilo nido – frequentato da lunedì 2 settembre da 66
bambini fra tre mesi e tre anni d'età – è ad un piano
unico di circa 960 metri quadrati, è composto da un
blocco servizi generali, dal blocco Est (due stanze
lattanti e tre laboratori), da una piazza coperta (uno
spazio comune di circa 60 metri quadrati tra i due blocchi principali), dal blocco Ovest (due stanze divezzi
per 9 bambini e una stanza divezzi per 18 bambini,
oltre ad una stanza del sonno comune) e dal giardino
Di legno, infatti, sono sia la struttura portante, in
pareti di legno massiccio multistrato, sia tutte le pareti,
anch'esse realizzate in multistrato. Le pareti sono rifinite all'interno con una seconda parete in cartongesso, all'esterno con uno strato intonacato. In legno
(naturalmente) anche il tetto. Solo il blocco dei servizi
generali è in muratura tradizionale. Il costo dell'opera
è stato di 2 milioni e 165 mila euro.
I vantaggi del legno sono consistenti e di tipo
diverso: costruire in legno significa prima di tutto dare
un contributo al rispetto dell'ambiente e alla sostenibilità, tanto più che in un edificio di questo tipo, una
simile scelta svolge anche una funzione educativa e
di sensibilizzazione «diretta» delle tematiche ambientali. Inoltre il legno ha una notevole capacità di isolamento, ma anche di assorbimento: è cioè in grado
di compensare oscillazioni di clima e di umidità sul
breve termine, creando un clima ambientale costante
e più in generale una concreta percezione di comfort,
anche per la naturale tendenza ad impedire l'ingresso
di elettrosmog e di radiazioni ad alata frequenza, e per
l'assenza di collanti e di sostanze chimiche.
Mondo del lavoro
Quali opportunità per le donne?
U
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Aggiornamenti
tempestivi
quotidiani
n’indagine promossa dalla Commissione per le Pari Opportunità permetterà di conoscerla e progettare percorsi di formazione e qualificazione
professionale. La Commissione presieduta da Luigina Rosa ha avviato una
capillare ricognizione sulla condizione lavorativa delle donne desenzanesi tra i
19 e i 60 anni di età. La ricerca è effettuata attraverso un questionario anonimo,
che permetterà di fare emergere la realtà territoriale e di valutare l’avvio di progetti per favorire l’accesso al lavoro e ai percorsi di formazione, qualificazione e
riqualificazione delle donne.
Dal 14 novembre i questionari saranno disponibili negli uffici del Comune,
nella biblioteca, nelle farmacie comunali, negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia. Il questionario sarà anche distribuito tramite banchetti nelle piazze principali e scaricabile dal sito www.comune.desenzano.brescia.it. La riconsegna è
prevista entro il 13 dicembre 2013. Gli esiti dell’indagine verranno poi presentati
e discussi in un convegno pubblico.
Aperto da
martedì a domenica
dalle ore
alle ore
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GN Dicembre 2013 - 5
Era l’inverno del 1955
e sul lago di Garda...
Vasco Pratolini e Arco
Il romanzo non scritto
della strada come una tranvia
periferica... La locomotiva è di
quelle antiche, piccola, a vapore
col comignolo panciuto”, scrive
Pratolini. Poi la discesa e la vista
del Garda scambiato per mare.
La nebbia e la pioggia che sembrano evocare l'autunno, gli
auguri della ragazza, ritrosa e
fortuita compagna di viaggio,
anch'essa malata, sono i prodromi di un anno romito.
I
l 16 novembre scorso al Casinò
municipale di Arco è stato
presentato “Arco nel romanzo
non scritto di Vasco Pratolini”
(Ed. Museo Alto Garda, in collaborazione con Il Sommolago e
Grafica5, 2013).
La malattia al Villa delle
Rose e al sanatorio Bellaria. Una
vicenda puntualmente ricostruita da Marta Marri Tonelli
seguendo le fasi di un percorso
letterario che trova la sua importante maturazione proprio nella
"città dei sanatori". È qui che
il giovane scrittore toscano
approda nel maggio del 1935,
con un viaggio che lo separa
dall'infanzia e dalle vagabonde
notti giovanili.
Nell'isola chiusa del sanatorio l'uomo fa i conti con se stesso,
inizia a guardare all'esterno con
occhi nuovi, per passare dall'”io
al noi”, dall'esperienza personale a quella collettiva. Pratolini
sente che ad Arco è iniziato il suo
percorso di uomo e di scrittore
(dall'introduzione al libro, a cura
dello storico Mauro Grazioli, Il
Sommolago).
“Il treno avanza sul bordo
C
laire Sargint, nata in Inghilterra ma
cresciuta sulle rive del Garda, dopo
aver riportato alla ribalta l’epopea
gardesana dello zio (“Leonardo Walsh a
San Vigilio”) ha pubblicato “Passaggi sul
Garda”, edito da Cierre. L'autrice documenta
attraverso cronache dell’epoca, fotografie
e memorie personali alcuni dei “famosi”
visitatori del primo Novecento in viaggio
su carrozze, treni, barconi e battelli. Tra gli
aneddoti raccolto nel libro c’è anche il progetto di costruire un grande albergo a San
Vigilio, fortemente contestato dal professor
Floreste Malfer.
Seguono gli anni del ventennio fascista,
quando sul porto di San Vigilio si assisteva
alle bizze di d’Annunzio, con le realizzazioni
di porti, acquedotti e strade che facilitarono
i trasferimenti e migliorarono le condizioni
di vita. Viene ripercorsa anche la storia e le
presunte ragioni, ipotizzate da vari autori,
del passaggio effettuato sul Garda da uno
dei primi visitatori illustri del dopoguerra,
lo statista inglese Winston Churchill, ospite
di Leonardo Walsh, tornato a riaprire la
Locanda nel 1946 dopo la parentesi bellica.
La cronaca delle intense vacanze di
Laurence Olivier e di Vivien Leigh, della
quale ricorre quest’anno il centenario della
nascita, viene arricchita dagli scatti fotografici del professor Mario Pasotti, fotoreporter
d’eccezione, e da un suo racconto dell’insolito Capodanno trascorso a San Vigilio dagli
attori nell’inverno 1955. Il tutto permeato
da un sottile velo di nostalgia.
I 400 anni della Collegiata
SPAZIO LIBRI SU “GN”
I libri presentati in questa pagina
si possono richiedere presso la
nostra redazione, in via Cesare
Battisti a Lonato del Garda.
S
ono stati ricordati il mese scorso, ad Arco, i 400 anni della Chiesa della Collegiata. A cui è
stato dedicato anche un volume di storia, documenti e immagini a colori: “La fabbrica della
Collegiata” firmato da Romano Turrini, Giancarla Tognoni e Tana Vaclavikova (per la parte
ceca), edito da Il Sommolago e dal comune di Arco.
Il libro va a ritroso nel tempo fino agli albori di quella che ancora oggi viene ricordata come
un'operazione ambiziosa, viste le dimensioni della chiesa in raffronto al centro storico che la circonda. Basta salire sull’olivaia, infatti, per ammirare dall'alto le sproporzioni fra la chiesa e gli altri
edifici della città. Sarà dunque l'occasione per conoscere le difficoltà che dovettero affrontare gli
arcensi per realizzare un'opera che all’epoca era sembrata a dir poco titanica.
La dimensione di questo monumento, che resta, dopo il castello, il più riconoscibile a chi
giunge in città da fuori, colpì anche numerosi illustratori che raffigurarono Arco a partire dalla
metà del XVII secolo. Ma nel libro “La fabbrica della Collegiata. Vicende e personaggi legati alla
costruzione della Collegiata di Arco a 400 anni dalla posa della prima pietra (7 novembre 1613 – 7
novembre 2013)” si va anche alla scoperta di un personaggio storico fino ad ora rimasto nell'ombra, Giovanni Vincenzo d’Arco, uno dei conti d'Arco che a detta degli stessi autori potrebbe superare, in termini di importanza storica, persino il tanto decantato Nicolò d’Arco.
6 - GN Dicembre 2013
Ecco i numeri della stagione turistica
sulla riviera bresciana del Garda
RIVIERA GARDA
BRESCIANO
ARRIVI
PRESENZE
Arrivi - 1,55%
Presenze + 1,01%
Arrivi + 2,15%
Presenze + 0,50%
Arrivi + 3,85%
Presenze + 5,15%
Arrivi + 0,17%
Presenze - 0,15%
Arrivi - 5,32%
Presenze - 5,34%
Arrivi - 4,40%
Presenze - 4,37%
Arrivi - 2,41% Presenze + 0,04%
Arrivi + 1,94% Presenze + 1,34%
Arrivi + 6,54%
Presenze + 8,93%
Arrivi + 0,38%
Presenze - 4,74%
LIMONE
Settembre 2013
Arrivi + 11,08%
Presenze + 13,41%
Gennaio - Settembre 2013
(manca lo 0,98% dei posti letto)
Arrivi + 12,80%
Presenze + 12,36%
SIRMIONE
Settembre 2013
SIRMIONE
Gennaio - Settembre 2013
(definitivo)
DESENZANO
Settembre 2013
DESENZANO
Gennaio - Settembre 2013
(manca il 2,49% dei posti letto)
SALO’
Settembre 2013
SALO’
Gennaio - Settembre 2013
(manca lo 0,61% posti letto)
GARDONE RIVIERA
Settembre 2013
GARDONE RIVIERA
Gennaio - Settembre 2013
(definitivo)
TOSCOLANO MADERNO
Settembre 2013
TOSCOLANO MADERNO
Gennaio - Settembre 2013
(definitivo)
I
l 2013 ha portato “una stagione turistica complessivamente positiva”: “la
fotografano i dati statistici del movimento turistico registrato nelle strutture ricettive della Riviera del Garda
bresciano nel periodo da gennaio a
settembre 2013. Una stagione che, con
l’aumento costante degli arrivi, conferma, ancora una volta, che il territorio,
le strutture e i servizi che compongono
l’offerta del Garda sono sempre in grado
di attrarre nuovi estimatori”.
Con questa affermazione Silvia Razzi
(nella foto in alto), assessore alla Cultura
e al Turismo della Provincia di Brescia
presenta le prime cifre ufficiali della stagione turistica 2013 che, per prassi Istat,
riportano la dicitura provvisori fino al
loro consolidamento annuale.
(I dati aggiornati sono pubblicati
online sul sito www.provincia.brescia.
it/turismo alla voce dati Statistici Flussi
Turistici).
Come sempre, nel movimento turistico di un territorio vasto e con una
pluralità di offerte, non è facile trovare
una costante e, anche se il mese di settembre è stato generalmente buono,
alcune località hanno fatto eccezione
per motivazioni che saranno da ricercare con analisi più dettagliate.
“Per una lettura dell'andamento gennaio-settembre – segnala l'assessore
soffrono meno delle altre perché i tour
operator spuntano tariffe migliori e si
muovono anche con il cattivo tempo
anche se, al di fuori dei dati statistici,
non è detto che ciò sia sempre positivo.
Il dato complessivo della Riviera del
Garda presenta nel settore alberghiero
un calo di italiani, sia negli arrivi che
nelle presenze, e un aumento di stranieri grazie ai quali il risultato finale è
positivo. Negli extralberghieri, gli italiani sono sempre in calo soprattutto
nelle presenze, e le presenze straniere
non sono bastate a riportare la situazione in positivo.
Il risultato provvisorio per gennaiosettembre 2013 è positivo: gli arrivi sono
stati 1.279.109 e le presenze 5.972.497,
rispettivamente + 2,15% e + 0,50% sullo
stesso periodo 2012.
Razzi - il dato di Limone è fuori parametro ed è, quindi, importante tener presente che la località ha aumentato la
ricettività (passata da 84 strutture con
6.612 posti letto a 85 con 7.335 posti
letto – una sola struttura con la maggior
ricettività del comune). Inoltre, mentre
in genere i dati della Provincia di Brescia
sono in linea con quelli nazionali, quelli
di Limone sono proprio sfalsati".
A Sirmione, l'aumento del 2,12% negli
arrivi è un dato molto buono, soprattutto tenendo conto che il 2012 era
stato l'anno record. Il movimento 2013,
fino a settembre, è, infatti, già maggiore
di quello registrato in tutto il 2010.
Tra gli stranieri, sono in aumento le
presenze da Germania, Francia, Belgio,
Svizzera e dai Paesi dell'Est. Secondo
l'assessore Razzi, “si deve prestare attenzione anche al forte aumento percentuale e assoluto di Russia (32.927 presenze da gennaio a settembre) e Israele
(19.780 presenze da gennaio a settembre) nonché al calo degli italiani delle
regioni confinanti che hanno sempre
costituito lo storico bacino d'utenza
della perla del Garda".
Da notare anche Salò che, tra alti e
bassi, non è riuscito a recuperare la forte
negatività dei primi mesi fino ad aprile.
In genere, le località che lavorano
molto con il turismo organizzato
GN Dicembre 2013 - 7
Evviva i coniugi
Ruffoni: 50 anni
insieme
Al Centro Fiera di
Montichiari arriva il
terzo Talent Gold
L
a Fondazione Zanetto e Zeronove
Network organizzano la terza edizione del TalentGold che si svolgerà sabato 14 dicembre (dalle ore 17
alle 19) nella sala Scalvini del Centro
Fiera di Montichiari, con il patrocinio
del Comune.
Oltre alla cerimonia di premiazione,
che riguarderà 14 persone, un gruppo
musicale e due associazioni, vi saranno
altre novità. Tra gli ospiti più attesi vi
sarà il Premio Nobel per la Letteratura
Dario Fo, cui la giuria dei Talenti (nominata dalla Fondazione Zanetto) ha assegnato l’International TalentGold.
Accanto a lui anche la giornalista del
Corriere della Sera Giuseppina Manin
che ha intervistato Dario Fo nel libro “Un
Clown vi seppellirà”. A proposito di libri
il 14 dicembre verrà anche presentato
il nuovo libro curato da Pietro Treccani
e Mario Cherubini, dedicato ai talenti
di una persona che vi presenteremo in
quell’occasione.
Sarà una sorpresa. Titolo del libro
è “L’Uomo che regalava i quadri”, editore Zanetto, che arriva un anno dopo
“Italico Risorgimento” sempre scritto
dai due autori bresciani. Il nuovo libro
“L’uomo che regalava i quadri” sarà il
primo della collana editoriale “I Talenti”,
cui seguirà il libro-ebook dedicato alla
“Civiltà dei Talenti”, poi l’ebook dedicato
agli alpini per il loro talento della solidarietà, agli ulivi del Garda per l’ottimo
olio che se ne ricava ed al ciclismo che
ha trovato nel Velodromo di Montichiari
il suo tempio europeo.
Ai presenti il prossimo 14 dicembre
sarà inoltrato per primi, via mail, il libro
“Annuario dei Talenti” che verrà diffuso
nel web e che comprenderà le motivazioni che hanno portato la giuria della
Fondazione Zanetto a premiare 60 persone nei primi tre anni del TalentGold.
Inoltre verrà spedito loro l’ebook del
secondo libro della Trilogia “Il Codice
Aquarose”, collegato alla pubblicazione
del manifesto dedicato alla Civiltà dei
Talenti che uscirà nel terzo e ultimo
libro della trilogia che si completerà
a maggio 2014 e verrà presentato al
primo Congresso Nazionale della Civiltà
dei Talenti, previsto per il 13 giugno
2014 in una località dell’area gardesana.
Sabato 14 dicembre, in conclusione
alla cerimonia verrà condiviso un buffet
per lo scambio di auguri natalizi e per
un proficuo anno nuovo.
FDC
I
nsieme da 50 anni. Evviva i Ruffoni la loro mortadella! Noi li abbiamo visti così,
uniti nei loro festeggiamenti per le “nozze d’oro”, attorno alla loro immancabile 'mortadellona', che da quasi 50 anni si affaccia sulla vetrina dello loro
salumeria. Ovviamente i festeggiamenti, quelli ufficiali, sono stati celebrati nel
Duomo di Desenzano del Garda circondati dai loro familiari amici, conoscenti e
fautori del buon mangiare e poi tutti riuniti al ristorante.
Non poteva mancare, il Coro di Santa Maria Maddalena di cui Giovanni è
una voce, coro che ha voluto essere ricordato, oltre che per i suggestivi canti
di accompagnamento alla cerimonia religiosa, anche nel dono di due camici
bianchi, uno per Domenica e uno per Giovanni, con ricamate, in oro, le date
commemorative del loro matrimonio. Ma la festa non è finita, un altro anniversario si avvicina: i 50 anni di attività sono un’altra storia, tutta da raccontare. Auguri
a Domenica e Giovanni anche da Gn.
Fino ad aprile... c’è Valtenesi con Gusto
L
a condivisione del territorio gardesano, l’utilizzo
dei migliori e caratteristici prodotti locali, la valorizzazione e la riscoperta della “nostra” cucina, tradizionale e semplice come le materie prime utilizzate,
il tutto con la maestria e disponibilità degli chef coinvolti che, accantonate stelle e menzioni, si rimettono
in gioco con la massima libertà in un’univoca celebrazione dell’Olio Garda Dop.
Valtenesi con Gusto è nata 2004 con lo scopo di promuovere la conoscenza e l'uso dell'olio extravergine di
Oliva Garda Dop e, a dieci anni di distanza, la rassegna
gastronomica continua la sua missione con successo e
può anche vantarsi di essere stato il primo tour gastronomico completamente a km zero della provincia
bresciana (ogni ristorante oggi segnala i produttori
da cui si è fornito). L'edizione 2013 va fino ad aprile,
organizzata come sempre dall'Associazione Rassegna
interregionale Olio Extra-vergine di Garda Dop con il
supporto del Consorzio Olio Garda DOP e la collaborazione del Comune di San Felice del Benaco, ha come
tema conduttore, nella consolidata linea di valorizzazione dell’olio e dei prodotti locali, la preparazione di
un piatto il più possibile tipico, storico, tradizionale.
“L’inventiva degli chef – spiegano gli organizzatori – sarà protagonista degli appuntamenti volutamente cadenzati mensilmente per permettere a tutti
gli appassionati di meglio seguire la rassegna che
riteniamo potrà essere la più godibile e appagante
summa di dieci anni di impegno, promozione e valorizzazione di questo splendido protagonista prodotto
nei nostri uliveti, con la stessa passione e amore che
gli olivicoltori gardesani esprimono quotidianamente
nel loro lavoro”.
8 - GN Dicembre 2013
L’edizione 2013 vede uno spostamento temporale
degli appuntamenti per concludersi con le selezioni
e le premiazioni del II Concorso Olio Garda Dop che
avverranno in primavera in quel di San Felice del
Benaco.
Dopo l’apertura di fine novembre, venerdì 13
dicembre l'appuntamento sarà a Villa Pasini - Osteria
della Cantina in via Videlle 2 a Raffa di Puegnago
(0365/651652), un antico casale del 700, dove la
cucina, fedele dall'origine al territorio e ai suoi prodotti, si conferma felicemente coerente alle scelte
fatte. Il piatto chiave sarà la gallina nostrana lessa con il
suo ripieno. L'olio sarà quello del Consorzio Olivicoltori
di Malcesine.
La terza cena avrà luogo a Brescia, al Lorenzaccio di
via Cipro 78 (030/220457), punto fermo della ristorazione bresciana dagli anni 70, dove Mauro Puccini
reinterpreta la gastronomia locale capace di esaltarne
i fondamenti in chiave moderna. Piatto chiave della
serata sarà la composta di mais di Bedizzole coregone
mantecato e capperi fritti. L'olio sarà quello dell'Az.
Agr. L'Ulif di Polpenazze.
Il 31 gennaio l'appuntamento è fissato all'Antica
Cascina San Zago in via dei Colli 13 a Salò (BS), locale
che anno dopo anno si conferma di tutta sicurezza per
i suoi frequentatori. Il patron è Carlo Bresciani, chef di
fama internazionale, capace di accompagnare la terra
gardesana e bresciana all'incontro con culture e cucine
diverse. Tra i vari, proporrà un risottino allo zafferano
di Pozzolengo con pesce persico al profumo di finocchio e arancia del Garda. L'olio sarà quello dell'Az. Agr.
Rocca Pietro & Rita di Salò.
La quinta cena del 28 febbraio avrà come teatro
l'Osteria dei Poeti in via del Poggio 3 a Manerba
(0365/551775), dove lo chef Stefano Polato fa scaturire una cucina intensa e legata al proprio territorio,
con una consapevolezza formata dalla ormai considerevole esperienza accumulata anche in un contatto
ininterrotto con altre realtà eno-gastronomiche. Piatto
chiave della serata saranno gli gnocchetti di patate con
tartufo del Garda , erba cipollina, pomodorini e funghi
pioppini della Valtenesi. L'olio sarà quello dell'Az. Agr.
Venturini Paolo – Montecroce di Desenzano.
Il 14 marzo l'appuntamento è all'Osteria La Miniera
in via Chiesa 9/a a Gardola di Tignale (0365/760225),
dove la cucina è accurata nella scelta delle materie
prima e delle carni tipiche di questa zona per dei
piatti interpretati con fedeltà e moderna leggerezza.
Lo chef proporrà “Disnar en dei Ulif”, ricordi di vecchi
pranzi nell'oliveto durante la raccolta. L'olio sarà quello
dell'Az. Bioagr. Podere dei Folli di Puegnago.
La rassegna si conclude il 18 aprile a Il Gusto in piazza
San Barnardino a Manerba (0365/550297), la vineria
guidata da Guliana Germiniasi che rappresenta il volto
più informale del ristorante Il Capriccio, del quale,
sotto un affresco del 1300, si ritrovano qualità e buona
cucina. Piatto chiave della serata è il coregone leggermente affumicato dal locale stesso con maionese di
mare e crostini al nero. L'olio sarà quello dell'Olearia
Caldera di Manerba.
Tutte le cene hanno un prezzo di 30 euro (bevande e
coperto compresi), prenotazione gradita e consigliata.
Menu e altre informazioni sono disponibili su www.
valtenesicongusto.it.
Bedizzole sfoggia
il nuovo stemma comunale
Araldica
a cura di
Giacomo Danesi
due rami fruttati, in decusse e il nastro
tricolore.
Ora far capire agli amministratori che
quello che loro chiamavano stemma
non lo era affatto, e soprattutto non
era possibile che fosse stato riconosciuto dallo Stato, fu dura battaglia
per il nostro esperto collaboratore.
Nemmeno le critiche più o meno velate
di incompetenza (lui autore di numerose ricerche e libri di Araldica civica ed
ecclesiastica), e gli insulti su Facebook,
lo hanno fermato nella sua battaglia
per far sì che il suo comune di residenza
avesse (giustamente) un suo stemma
ufficiale e riconosciuto.
T
anto tuonò che piovve! Dopo anni
e anni di indecisioni e ripensamenti
(quattro per la precisione…), finalmente il Comune di Bedizzole (Brescia)
ha il suo stemma a norma e riconosciuto
dal Presidente della Repubblica.
Tutto iniziò con la decisione del nostro
collaboratore Giacomo Danesi di chiedere la residenza a Bedizzole. Da appassionato di araldica civica ed ecclesiastica non poteva certo non notare che
lo stemma del comune bresciano non
era a norma.
Mancavano a quel logo (parola che
Danesi odia) tutti quei elementi che
identificano uno stemma comunale:
la corona (quella esterna allo stemma
però…) comunale e sotto lo scudo i
Foto-racconto
in pasticceria
per conoscere
i gusti
dannunziani
La curiosa vicenda ebbe una svolta
positiva quando Danesi consigliò gli
amministratori comunali di scrivere
all’Ufficio Araldico presso la Presidenza
del Consiglio dei Ministri per sapere se il
loro stemma comunale (sic!) fosse stato
o meno riconosciuto ufficialmente.
Come previsto da Danesi la risposta fu
glaciale: “Con riferimento alla nota del 2
novembre 2011 della S.V. si comunica
che dagli atti di questo Ufficio è emerso
che codesto Comune non ha mai ottenuto un provvedimento concessorio dei
suoi emblemi”.
La consultazione del fascicolo ha permesso peraltro appurare che con la delibera podestarile del 24 settembre 1929
veniva chiesto il riconoscimento di “uno
stemma civico rappresentato da tre gigli
di Francia sotto la corona rovesciata, in
campo rosso, il quale stemma ricorda la
rivolta delle nostre popolazioni contro
armi francesi...”
Nella delibera veniva inoltre asserito
che il Governo di Venezia con la “Ducale
27 novembre 1487 elargiva parecchi
privilegi, tra i quali quello dello stemma
succitato...”
A tale richiesta, la Commissione
Araldica Lombarda, al fine di poter esprimere il proprio motivato parere, ebbe
a richiedere, al Podestà di Bedizzole,
copia della Ducale di cui sopra; tale
richiesta rimase inevasa e pertanto la
pratica si arenò...”
Finalmente la strada fu in discesa.
Immediata da parte del sindaco
Roberto Caccaro e della Giunta l'avvio della pratica per ottenere il riconoscimento ufficiale. Dopo aver affidato
all'araldista Maria Cristina Sintoni il
compito di preparare i bozzetti per
stemma e gonfalone, e ottenuta l’approvazione da parte dell’Ufficio araldico
romano, la pratica burocratica fu avviata
e il decreto presidenziale presentato
alla firma del Capo dello Stato.
del nuovo stemma e del gonfalone.
La curiosa storia dello stemma di
Bedizzole, ricca di documenti inediti, è stata messa nero su bianco in
un opuscolo di 50 pagine, che sta per
essere distribuito a tutte le famiglie del
comune bresciano, edito dalla redazione di Gardanotizie.
Non sappiamo se la sete di conoscenza di Giacomo Danesi sia stata
finalmente appagata. Ne dubitiamo.
Probabilmente starà studiando gli
stemmi dei paesi vicini a caccia di errori
araldici. Non vorremmo essere nei panni
dei sindaci viciniori.
Il 29 ottobre 2012 Giorgio Napolitano,
come presidente della Repubblica
Italiana, e Mario Monti come presidente
del Consiglio dei Ministri, firmavano il
relativo decreto.
Mercoledì 24 aprile 2013 il Prefetto di
Brescia S.E. Livia Narcisa Brassesco Pace
fece visita alla comunità di Bedizzole.
Presso il Palazzo comunale a riceverla
c’era il Sindaco dottor Roberto Caccaro,
la Giunta e i Consiglieri comunali ad
attenderla. Per l'occasione il Prefetto
consegnava agli amministratori bedizzolesi il relativo decreto e le miniature
L
a pasticceria “Il Gambero” di Salò ha fatto gli onori di
casa in occasione della presentazione del libro di Pino
Mongiello su d’Annunzio e il cibo. Lo chef Luca Pasini, da
tempo allo studio dei gusti del Poeta del Vittoriale, ha pensato bene di inventare due dolci per celebrarne la memoria.
Quest’anno, infatti, ricorrono due importanti anniversari:
150 anni dalla nascita, e 90 anni dal conferimento della cittadinanza onoraria da parte di Salò all’illustre Comandante.
Un dolce, soave mousse di crema e cioccolato, è stato
chiamato “Il Piacere”, dal titolo di un famoso romanzo dannunziano; gli altri dolci sono una varietà di biscotti, di particolare fragranza, che hanno preso il nome di “Biscotti del
Priore”, dalla autocitazione del Poeta, scritta sui numerosi
messaggi da lui inviati alla cuoca, Albina Becevello, per ordinare i cibi nelle diverse circostanze. Per tutto dicembre ma,
probabilmente, fino a marzo del prossimo anno, la pasticceria salodiana di via Fantoni ospita una mostra fotografica
(scatti di Pino Mongiello) che illustra e racconta le vicende di
due luoghi della Prioria del Vittoriale: la sala della Cheli e le
cucine. Le immagini, opportunamente didascalizzate, documentano gl ambienti, gli arredi, gli oggetti d’uso quotidiano,
i servizi da tavola, i messaggi tra il “Priore” e la sua cuoca, e
aprono uno spiraglio sul sentire esoterico di d’Annunzio in
fatto di cibo e di eros. Si può dire che, onorando la memoria
di questo poeta, la pasticceria si è fatta, a tutti gli effetti, “caffè
letterario”, cioè luogo di suggestioni che, come diceva d’Annunzio, non vanno mangiate ma solo assaporate.
R.G.
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GN Dicembre 2013 - 9
ECONOMIA
a cura di Calibano
Sempre più sudditi nel Belpaese
C
i ha riprovato: temporaneamente non gli è
andata bene ma l'amato superburocrate della
Banca d'Italia ministro Saccomanni ha tentato di
limitare ulteriormente la soglia dell'uso del contante
per aumentare la tracciabilità dei pagamenti al fine di
limitare l'evasionefiscale.
Il sistema è quello già collaudato: siccome ci sono i
ladri mettiamo tutti in prigione così siamo sicuri che i
ladri sono stati presi.
Da tempo vengono assunti provvedimenti liberticidi
di che restringono sempre di più la libertà dei cittadini, divenuti nel nostro paese veri e propri sudditi. La
storia è quella solita: c'è l'evasione fiscale e bisogna
combatterla. Tuttavia i risultati dei provvedimenti presi
in passato non sono incoraggianti.
Se prendiamo per buoni i dati ufficiali riportati
dall'Istituto Bruno Leoni, l'Istat ci dice che nel 2008 il
sommerso era intorno alle 16,3-17,5% del Pil. Nel 2010
era del 16%, con una lieve differenza in più rispetto al
2009; nel 2012, secondo stime ufficiali è salito al 18%.
In questi stessi anni il limite del controllo dell'uso del
contante è aumentato.
Difatti in alcuni mesi del 2008 era stato posto un
limite a 5000 euro, dal 2010 si è passati da 12.500 a
5.000 fino all'estate 2011, e poi da 2.500 a 1.000 fino al
dicembre 2011 per giungere all'attuale 999. Da quanto
si è detto è evidente che limitare la libertà di scelta
su come effettuare pagamenti non influenza la lotta
all'evasione e ciò non deve meravigliare. Come tutti
sanno, siamo di fronte a un rapporto malato, sfibrato,
esausto fra fisco e spesa pubblica e nessuna limitazione potrà essere d'aiuto alla lotta all'evasione, specialmente se si vanno a colpire le piccole transazioni e
i consumi quotidiani.
Persino il grande capo degli sciacalli di Iniquitalia,
Befera, ha ammesso tempo fa che può esistere
un'evasione di sopravvivenza. Si tratta in molti casi di
un atteggiamento di resistenza alle malefatte statali;
altri sistemi di resistenza sono le chiusure delle attività fino a giungere all'estremo limite del suicidio degli
imprenditori.
Fino a quando i governi non renderanno tracciabili le
spese che effettuano tramite le risorse prelevate dalla
tassazione, misurino gli oneri amministrativi e fiscali
che chiedono al contribuente, si chiedano quale sia la
pressione fiscale sopportabile da parte dei lavoratori,
sarà difficile che mi possa essere un efficace riduzione
dell'evasione.
Il denaro è il mezzo principe attraverso il quale facciamo scelte, esprimiamo preferenze, esaltiamo desideri, adempiamo doveri, costruiamo l'aspetto non solo
materiale, ma anche morale, della nostra esistenza.
Non essere liberi in quella parte di noi che si rivela
attraverso gli acquisti e le spese, con uno Stato che
non si rende conto di come spende soldi non suoi ma
nostri, è un'offesa alla nostra libertà economica, e non
si preoccupa di disporre di strumenti di pagamento
mondialmente in uso è una vessazione insopportabile quanto più la soglia minima coinvolge spese quotidiane per cui il contante è uno strumento rapido e
pratico.
È un ulteriore peso nel rapporto tra contribuente e
fisco in cui al primo viene imposto l'onere di rendere
nota ogni sua azione, mentre il secondo può usare dei
dati così ottenuti per perseguire, giudicare e sanzionare i comportamenti del contribuente disponendo
delle somme che così gli estorce senza mai indicare
come.
Turismo congressuale sul Garda: il sogno è
realtà al Palace Hotel Desenzano
“I
l turismo congressuale sarà il futuro per l’industria del forestiero del lago di
Garda”: era spesso affermato e conclamato in ogni incontro pubblico basato
sullo sviluppo dell’economia del più grande lago italiano. “Occorre allungare
la stagione per dare più vita ai molti, moltissimi, complessi alberghieri, tutti di
ottima strutturazione, presenti sulle rive del Garda comprese anche (indotto economico) quelle di località limitrofe”.
L’uovo di Colombo che era stato scoperto era quello legato allo sviluppo delle
attività congressuali che portano, a ogni incontro, centinaia di persone. Ma i congressi si fanno in strutture congressuali capaci di contenere anche centinaia di
perone e dotate di ogni sistema tecnologico atto al miglior risultato dell’evento.
Tutte buone idee ma che in questo settore, almeno nei grandi numeri, non
hanno avuto grandi sviluppi, o meglio non in quelle dimensioni che ci si aspettava.
A Desenzano del Garda, centro strategico di vie di comunicazioni, a un centinaio
di chilometri dalle principali città ricche di cultura, storia e monumenti (Brescia,
Verona, Mantova, Trento, Bergamo, Padova e, perché no, Venezia e Milano) da circa
cinque anni è sorto un elegantissimo complesso alberghiero capace di soddisfare
le richieste sia turistiche che congressuali: 85 camere, ristorante capace di 120 posti,
sette sale congressuali con una sala “maggiore” capace di ospitare 300 persone e
altre sale modulabili fino a mini-sale da venti posti, oltre a una saletta segreteria.
Spazi disponili anche per aree espositive con la possibilità di organizzare dei
post-congress. Tutto naturalmente dotato dei più sofisticati strumenti informatici,
visivi edaudiovisivi di ultimissima generazione in grado di soddisfare tutte quelle
esigenze che in occasioni di congressi, meeting, riunioni ed incontri si presentano.
Stiamo parlando del Palace Hotel Desenzano che sorge a pochi metri dalla riva
del lago e a poche centinaia di metri dall’uscita autostradale A4 di Sirmione, a metà
strada fra Desenzano e Sirmione. Punto strategico e soprattutto struttura capace di
soddisfare ogni esigenza dell’ospite dalla piscina estiva con giardino alla SPA, con
il suo centro benessere, e un angolo relax perfetto per l’attesa dell’incontro con
la cucina internazionale e con i prodotti del territorio gardesano. che i ristoranti
gardesani sanno offrire in mille maniere.
*\--------\
10 - GN Dicembre 2013
I MENO
CARI
d’ItAlIA
Il Gruppo FINIPER
festeggia un doppio primato
SUPERMERCATO
Iper, la grande i e U2 Il Supermercato Controcorrente, Gruppo Finiper,
sono risultati i più convenienti secondo l’ultima indagine annuale sui prezzi
di un paniere di circa 500 prodotti di marca di largo consumo e freschi,
condotta da un’autorevole organizzazione di consumatori,
presso 907 Supermercati e Ipermercati d’Italia.
Famosi
sul garda
a cuea di
Michele Nocera
Gli indimenticabili anni ‘60
(prima puntata)
S
Spesso a Sirmione, da Roma, giungeva
la “pittrice dei gatti” Novella Parigini,
amica intima di Sandra Milo e Federico
Fellini, quasi a suggellare il gemellaggio Roma-Sirmione. Dalla vicina Garda
si incontravano, nel borgo antico, gli
attori Barbara Hutton, Laurence Olivier,
Vivien Leigh. Qui passeggiava e dipingeva i suoi acquerelli lo statista Winston
Churchill.
irmione, come Roma, può vantare
una “dolce vita”.
Erano i favolosi anni ‘60, indimenticabili. Qui venivano personaggi
e artisti da ogni dove. Sull'onda della
Callas, una miriade di cantanti lirici:
Tancredi Pasero ed Ettore Bastianini,
che possedevano sulla penisola una
loro dimora, poi Giulietta Simionato,
Giuseppe Di Stefano e Mario Del
Monaco che, per cure e riposo, frequentavano il Grand Hotel Terme. Lina
Aimaro Bertasi, celebre soprano degli
anni '30-'50/ che, proprio in quegli
anni, natia di Torino, ma proveniente da
Milano, costruì il Teatro Kursaal. E Magda
Olivero che frequentava il Villa Cortine
Palace Hotel. Nel lussuoso e storico sito
spesso si videro anche Sophia Loren e
Giulio Andreotti. Erano di casa registi
del calibro di Luchino Visconti, con una
sorella dimorante a Garda, e Franco
Zeffirelli. Famose le lettere inviate dal
primo a Maria Callas.
Al Caffé Grande Italia, locale storico, situato nella centralissima piazza
Carducci, si potevano incontrare il
soprano Maria Zamboni dalla natia
Ponti sul Mincio o Marta Marzotto, già
celebre per essere stata la mecenate
della corrente artistica romana cui
appartenevano Mario Schifano,Tano
Spettacolare il passaggio di Soraya
Esfandiary Bakhtiari, moglie già ripudiata dello Scià di Persia Reza Pahlavi,
considerata allora la donna più bella
del mondo. Figlia del mitico maestro Amedeo Pasquali, la sirmionese
doc Antonietta Bertoldi, ci è stata per
alcune notizie fondamentale in questa
elaborata ricerca. Alei un particolare
ringraziamento.
Festa e Franco Angeli. Ma ancora Rocky
Agusta, erede di una famosa fabbrica
di elicotteri esportati in tutto il mondo.
In quegli anni venne girato un film a
Sirmione con Amedeo Nazzari e Yvonne
Swanson, attori celebri del periodo dei
telefoni bianchi. Muoveva i primi passi
l'amico gardesano doc, di Peschiera,
Fabio Testi, cui dedicheremo un capitolo
a parte. E poi dalla vicina Cremona, Mina
con Corrado Pani, il musicista Gorny
Kramer. Da Milano arrivava lo scrittore
2014
Salvator Gotta (“Il piccolo alpino”), il
compositore Giovanni D'Anzi, autore,
tra l'altro della celebre “Oh mia bela
Madunina”. E, ancora, ricordiamo l'attore recentemente scomparso Piero
Mazzarella. Da non dimenticare la
presenza costante del Conte Giovanni
Nuvoletti, figlio di una distinta signora
che possedeva la villa poi acquistata dai
coniugi Meneghini-Callas, e cognato
di Gianni Agnelli per aver sposato la
sorella Clara.
Dopo questa lunga carrellata di personalità che sono passate e hanno
amato Sirmione, mi sembra che stupisca il mondo di allora di una Sirmione
agli inizi e di un turismo che da elitario
diverrà di massa. Credo, senza timore
di smentita, “si licet parvere...”, che nulla
abbia da invidiare la penisola catulliana
alla mitica Roma. (Nelle immagini sopra:
a sinistra Soraya Esfandiary Bakhtiari e a
destra Yvonne Swanson.)
Menù
Aperitivo di benvenuto
(analcolico oppure Spumante
doc Az. Agricola Provenza)
Antipasto
Salame mantovano
Vecchia Osteria Levoni
Polenta di Storo con Porcini
Freschi
Canapè di salmone
Primi piatti
Risotto mantecato al vino
rosso Garda Classico doc
Maccheroncini al sugo
di brasato
Motonave Brennero
Cenone con musica ed animazione
imbarco a DESENZANO
dalle ore 20.00
partenza alle ore 21.00
CROCIERA nel basso lago
rientro a DESENZANO alle ore 2.30
termine del Veglione alle ore 4.00
Posti limitati - Per informazioni e prenotazioni:
NAVIGAZIONE LAGO DI GARDA
Piazza Matteotti - Desenzano d/G
tel. 030/9149511 - fax 030/9149520
[email protected]
Solo per informazioni:
www.navigazionelaghi.it
800 - 551801
(Da lunedì a venerdì)
12 - GN Dicembre 2013
Secondi piatti
Bocconcino di vitello agli
aromi
Tagliata con macedonia di
verdura
Lenticchie di Castelluccio del
Buon Augurio
Panettone classico artigianale
Salame al cioccolato
di Modica
Frutta secca con Marsala
e clementine
caffè
acqua naturale e gasata
Vino Rosso e Bianco doc
Spumante doc
Az. Agricola Provenza
Gim Moka
Piazza San Luigi, 12 - Castiglione delle Stiviere (MN)
Tel: +39 347 82 84 253 - [email protected]
Il “braccio” lonatese
N
ella seconda lesena dell’abside
della Pieve di San Zeno è inciso il
“braccio” lonatese che misura 48
cm, diviso in 12 pollici da 4 cm.
Quando le prime società civili sentirono la necessità di valutare, anche se
in maniera non rigorosamente esatta,
le grandezze, le misure furono ricavate
da dimensioni di parti del corpo umano.
Queste furono le prime a essere impiegate: il piede, il braccio, il pollice, ecc.
Successivamente, quando la comunità sociale, intervenne per disciplinare
le norme già stabilite dall’uso non poté
che servirsi delle stesse misure già in
atto, rendendole ufficiali con la loro
identificazione visibile, disciplinandole
e mettendole a disposizione di tutti.
per la sua diffusione. È stato osservato,
infatti, che le prime circoscrizioni ecclesiastiche furono modellate preferibilmente su distretti di natura amministrativa preesistente, gli antichi pagi e vicus.
costituirono non solo il centro dell’unità
religiosa, ma anche di quella sociale. Lo
stesso edificio religioso e adiacenze
viene usato per assemblee e raduni di
carattere civile.
Le nostre zone di Brescia e Bergamo
appartenevano alla X regio Venetia et
Histria e le nostre Pievi di Nuvolento,
Pontenove, San Zeno (ad Flexum?) e
Sirmio sono tutte sul binario stradale
romano che congiungeva Verona ai
confini della Regio cui appartenevano.
All’XI regio traspadana invece appartenevano il milanese ed il comasco.
Il territorio della antica pieve si identifica, col tempo, con la Vicinia. Pensare
diversamente sarebbe antistorico.
Quando fu realizzato l’Itinerarium
Burdigalese o Hierosolitanum che, par-
La Vicinia, formata da tutti i capi famiglia della Comunità locale ha, pertanto,
origine antichissima, preposta alla
cura di interessi comuni sia privati che
pubblici, dotata di propria elementare
organizzazione ed è considerata la precorritrice del Comune, in particolare di
quello rurale.
Presso tutte le civiltà del mondo
antico le piccole misure di lunghezza
presero il nome, pertanto, dalle stesse
parti del corpo umano in uso da tempo
immemorabile. Il piede (pes, pesus),
come unità di misura, rappresenta la
lunghezza dell’impronta lasciata dal
piede di un uomo di media statura che
si suppone calzato da sandali. Il pollice
(pollex) è dato dalla lunghezza della
falange anteriore del dito pollice.
L’antica strada romana che attraversava tutto il territorio lonatese dalla
Bettola a Brodena e proseguiva poi al
confine con Rivoltella, come abbiamo
precedentemente accennato, è ancora
oggi identificabile in territorio lonatese
mediante la presenza di alcuni toponimi
quali: Bettola (Bibetula), Corlo (Curulus),
Corrobiolo (Corulus bis), Clio (Clivus).
La grandiosa strada romana, nei secoli
successivi scomparve, ma lungo il suo
tracciato rimasero strade di interesse
locale. I Capitolari carolingi, che si rivolgevano alla comunità locale, ma coinvolgevano anche il clero, esprimono
l’obbligo di manutenzione di strade e
di ponti, come “da antica consuetudine”.
L’abside della Pieve di San Zeno,
secondo gli studiosi, è la parte della
chiesa risalente al XI - XII secolo, giunta
quasi intatta fino ai giorni nostri.
Il fatto che Lonato sia sempre appartenuto alla diocesi di Verona fa intuire che
l’inizio della opera di evangelizzazione,
dopo la liberalizzazione concessa da
Costantino, sia partita proprio da Verona
correndo lungo la strada romana (la via
Gallica), costruita già nel I secolo a. C.,
trovando nella mansio “Ad Flexum”, che
era ad una giornata di marcia, un luogo
già popolato (ricordiamo ad esempio
che le fornaci romane dei Gorghi abbisognavano di molta mano d’opera),
Non dobbiamo scordare che la Pieve
non era solo il luogo deputato alle funzioni religiose e prima di tutte il battesimo, ma era l’unico spazio dove la
popolazione poteva esercitare tutte le
attività della vita di comunità e in primo
luogo le riunioni della Vicinia per la votazione e elezione dei pubblici rappresentanti, che per secoli avevano quale
unico sostegno il parroco da presbuteros
(da presbus = vecchio saggio).
Gli abbondanti resti di una residenza
romana in località Colombare delle
Pozze, dove ancora oggi si possono
ammirare i resti dell’acquedotto romano
che portava l’acqua delle Bagnole, sono
una ulteriore prova dell’importanza di
questo sito che gli studiosi identificano
con la “mansio ad Flexum”.
Il braccio o cubito (cubitus) rappresenta la lunghezza dell’avambraccio,
misurata dal gomito all’estremità del
dito medio. La spanna (spithama), considerata uguale a mezzo braccio o cubito,
era la distanza massima fra le estremità
del pollice e del mignolo, divaricati.
Il braccio lonatese si presenta come un
elemento più antico, forse risalente al IV
– V secolo, un prezioso gioiello incastonato in una ricostruzione posteriore di
qualche secolo.
sempre rivolgersi i mercanti nel caso di
contestazioni.
tendo da Burdigalia, l’attuale Bordeaux,
congiungeva l’occidente all’oriente
dell’Impero romano (e che attraversava
tutto il territorio lonatese) includendo
la preesistente via Gallica, questa conservò sempre l’originale numerazione
dei cippi miliari partendo da Verona.
[Una esposizione completa del problema è stata pubblicata in un volumetto”, Maguzzano, complementi storici” pubblicato nel 2008].
Ad essa appartengono tutti i membri
del territorio pievano e perciò anche
quelli, per esempio di Sedena, Malocco,
San Cipriano, Brodena, ma in particolare
quelli di Lonato, che gravitano attorno
alla Cittadella, dove recentemente sono
stati messi in luce, in vicolo Peli, i conci
di un antichissimo portale, uno dei quali
porta incisa la scritta “INRI”, il cartello del
Golgota, alle origini della diffusione del
cristianesimo.
Le Pievi, anche dopo lo sfacelo dell’impero romano e della sua rete stradale,
non persero mai la loro importanza,
anzi furono proprio esse l’unica sede
di riferimento per la popolazione. Esse
La presenza del braccio inciso nella
antica pietra dell’abside della Pieve di
San Zeno fa intuire che nel sito doveva
esserci il mercato, perché alla pubblica e nota sua dimensione potevano
Mons. Antonio Fappani, nella sua
Enciclopedia Bresciana (vol. VII, pag.
259, alla voce “Lonato”) purtroppo senza
l’indicazione della fonte, informa che “di
un ospizio o xenodochio per pellegrini
si parla già nel secolo XI”. Si tratta di
una notizia legata all’antica chiesa della
Madonna del Corlo, anticamente sede
di una casa con ospizio dei “Crociferi”.
Il discorso, a questo punto, ci porterebbe lontano da quello iniziale sul
braccio.
Ci piace fermarci qui, invitando i lonatesi ad una passeggiata fino all’abside di
San Zeno, per meditare sulle loro origini
testimoniate dal “braccio” inciso sulla
seconda lesena.
Lino Lucchini
GN Dicembre 2013 - 13
Gardacool
Sirmione vive anche in inverno
L
’idea nasce dalla voglia di “fare
vivere Sirmione anche d’inverno,
come se fosse un capo che non ha
stagione”, ci dice Giulia Barelli, dandoci
appuntamento al prossimo 8 dicembre
a Sirmione, in riva al lago, nella splendida cornice del cortile dell’Hotel Pace
in Piazza Porto Valentino. Dieci selezionati espositori di oggetti vintage e
hand-made vi aspettano sino alle 18 per
finire con un aperitivo in perfetto stile
invernale con vin brulé e caldarroste, sul
pontile dell’Hotel Pace. Tra gli espositori,
selezionati da Thimus: “Le borse di Rina”
in pelle cucite a mano. Linnèo invece
è un laboratorio sartoriale di Brescia.
Marchio che gode delle contaminazioni
tra moda, artigianato e design.
Utilizza tinture naturali ricavate da
bacche ed erbe selvatiche raccolte
nelle campagne bresciane, ricerca
bottoni vintage in metallo e in corno
e crea texture utilizzando la tradizionale arte del ricamo. Eco-sostenibilità
e leggerezza della carta filata sono alla
base delle creazioni di up- cycling del
progetto “Stringimi al Collo” di Paola
Patruno, amore per la natura e passione per la moda sono le caratteristiche alla base di questa collezione che
spazia da collane, bracciali, orecchini
ed accessori per capelli sino ai lampadari. Gli oggetti si ottengono filando la
carta dei quotidiani con un processo
interamente manuale, che permette di
ottenere un prodotto, impermeabile e
resistente, analogo al filato vero e proprio. Le ceramiche contemporanee e le
sculture di luce di Lorella pozzi, in cui
il gesto continuo ripetuto e stratificato
crea trame che ricordano il corallo e gli
intrecci vegetali. E per finire il corredo
per neonato con capi davvero deliziosi
di Grey e Milk, le creazioni di bigiotteria occhiverdi, gli accessori di Simona
Romele, e i cerchietti matti di Dismo-oui.
Evelyn Ballardini
www.evelynballardini.blogspot.com
Aspettando Santa Lucia
I
l prossimo 13 dicembre è il giorno
di Santa Lucia. Una martire siciliana
protettrice dei ciechi; avendo subito
la privazione degli occhi. Le spoglie di
S.Lucia erano state trafugate dagli arabi
e portate a Gerusalemme, iodurante
un Crociata le aveva trovate il Doge di
Venezia Enrico Dandolo. Non è dato a
sapersi, per quale ragione il Doge abbia
portato le spogli di S.Lucia a Venezia,
che diverrà in seguito importante per la
città lagunare.
Nel 1700 un’epidemia colpisce agli
occhi i bambini e tra le varie cose si
fanno novene a S.Lucia per scongiurare il male e ai bambini viene chiesto
nell’entrare i chiesa di levarsi le scarpe,
con la promessa che all’uscita le avrebbero trovate piene di dolci e regali. Da
qui la diffusione della festa di S.Lucia
il 13 dicembre, ricordata nel Veneto,
ma anche nella parte della Lombardia
che è vicino alla sponda bresciana del
14 - GN Dicembre 2013
lago di Garda. Probabilmente perché la
zona del basso lago con capitale Salò,
con il nome di Magnifica Patria, era
sotto il dominio di Venezia. Ma tornado
alla festa di Santa Lucia, molte cose
sono cambiate. Una volta anni, i bambini andavano a letto presto perché si
diceva che altrimenti veniva buttata
negli occhi la cenere e per i più discoli
c’era la minaccia che nel luogo dei doni
la Santa avrebbe lasciato solo la crusca.
Al mattino del giorno tredici, i bambini
si alzavano presto per vedere cosa aveva
portato S.Lucia e tradizionalmente, più
o meno abbondanti (a seconda delle
condizioni economiche della famiglia),
c’erano i dolci, la frutta e i giocattoli: normalmente bambole per le bambine, carrettini in legno, o macchinine, o altro per
i bambini e si faceva gran festa. Anche
con poco.
Silvio Stefanoni
SPECIALE
EVENTI
di Michele Nocera
N
on considerando la stagione
lirica e la programmazione del
Teatro Romano con Jazz, teatro,
danza (di cui abbiamo già ampiamente
riferito sui numeri scorsi di Gn) l'Arena
di Verona ha offerto, nei mesi di settembre e ottobre, un'infinità di performance
interessanti. Capitale dello spettacolo,
non a caso ormai ogni artista desidera essere presente nella città cara a
Giulietta e Romeo.
E proprio per omaggiare gli infelici
amanti veronesi il produttore David Zard
ha scommesso sulla vicenda investendo
in numeri da capogiro. Quarantacinque
artisti in scena, cinque milioni di euro
investiti, duecento costumi di scena,
cinquanta tecnici. Musical colossale
ricco di effetti speciali. I due giovani
protagonisti denotano buone qualità
sia canore che interpretative. Giulia
Luzi, 19 anni, si immedesima nel ruolo
con buone chance. Lui, Davide Merlini,
21 anni, si classifica terzo al talent-show
“X Factor” nel 2012; trasmette simpatica e ha sicuramente un buon avvenire
davanti
a sé. Altro spettacolo degno di tal
nome, trasmesso in diretta su Canale
La magnifica capitale
dello spettacolo è Verona
Cinque, il sette e otto ottobre scorso,
è stata la serata con “l'eterno ragazzo”
Gianni Morandi (nella foto accanto con
l’inviato Michele Nocera). Non è solo la
sua istintiva simpatia, ma un peculiare
carisma a scaldare gli animi di generazioni trasversali. Se poi, oltre alle sue
classiche canzoni, si fanno intervenire
personaggi storici come Rita Pavone,
Raffaella Carrà, Ennio Morricone e
soprattutto Fiorello... il gioco è fatto.
Successo di pubblico, di critica e anche
televisivo.
Da non dimenticare, per concludere,
un evento di caratura internazionale al
Teatro Ristori di Verona (l e 2 novembre
2013). Qui si è svolto il secondo concorso di danza “Shakespeare in dance”,
con le esibizioni di danzatori dagli otto
ai vent'anni, provenienti da ogni parte
d'Italia. Seicento concorrenti hanno
dato vita a una interessante rassegna.
Notevole il livello medio ed eccellente
il livello dei vincitori.
lmpeccabile l'organizzazione di
Davide e Arianna con il loro contagioso
entusiasmo. Alla sera del 2 novembre
ha concluso la felice rassegna una carrellata di “guest star”, che si è esibita
dinanzi a un pubblico numeroso e
plaudente. Dal classico al contemporaneo, dalle coreografie intramontabili di
Fokine e Petipa, dai moderni Sarkissova
e Nebyla ai nostrani Susanna Beltrami
e Mauro Bigonzetti: ne é uscito un
panorama esaustivo di tutte le forme
di danza. Gli artisti? Di caratura internazionale: Jemma Beatty, Matteo Bittante,
Elise Busoni, Johanna Hwang, Elinor
Jagodnik, Rainer Krenstetter, Sacha
Males, Alessandra Pasquali, Krisina
Pavlova, Roberto Tedesco e Sandra
Zelechowski.
Concilia Consumatori.
Meglio conciliare che litigare!
C
on la legge di Conversione 9 agosto 2013 n. 98,
è stato reintrodotto l'istituto obbligatorio della
Mediazione in materie Civili, Commerciali e
internazionali.
Con la nuova normativa, in particolare, prima
di intraprendere la strada giudiziaria, i cittadini, le
imprese e gli Enti dovranno rivolgersi, obbligatoriamente, ad un Organismo di Mediazione autorizzato
dal Ministero della Giustizia e tentare la strada della
conciliazione, per dirimere controversie sorte nelle
seguenti materie: Locazione, Comodato, Affitto di
Aziende; Condomini; Diffamazione a mezzo stampa
e pubblicità; Contratti Bancari; Contratti Assicurativi
e Finanziari; Responsabilità Medica e Sanitaria;Patti di
Famiglia; Successioni e Divisioni Ereditarie; Diritti Reali.
stessi effetti di una sentenza definitiva.
Siamo davanti a un cambiamento culturale: l'approccio verso la soluzione amichevole e rapida, piuttosto che le lunghe battaglie, spesso incerte, davanti
ai Tribunali.
Grazie alla Mediazione, la battaglia giudiziaria e le
cause civili verranno solo se non si sarà trovata una
soluzione conciliativa davanti al mediatore. Perché litigare quando puoi conciliare?: questo è il nostro motto
e l'auspicio che diventi il nuovo, reale ed utile modo
di risolvere i vari conflitti. Soprattutto perché, al di là
delle materie nelle quali la Mediazione è obbligatoria, in tutte le altre essa potrà sempre essere attivata
volontariamente.
L'istituto della Mediazione rappresenta un'opportunità eccezionale ed un'inversione di tendenza
culturale nel rapporto tra i citadini e la giustizia: vi è
la possibilità, concreta, di risolvere le più comuni controversie senza rivolgersi ai vari Tribunali, in tempi
estremamente rapidi (entro tre mesi dalla domanda
di mediazione, la procedura deve essere conclusa), a
costi certi e contenuti (bastano poche decine di Euro
per attivare la procedura).
Per avviare la procedura di mediazione, per altro,
sarà sufficiente collegarsi al sito www.conciliaconsumatorilonato.com, cliccare su "Avvia la Procedura" e
seguire le istruzioni: in pochi minuti e con estrema
semplicità, l'istanza di mediazione sarà compilata e
giungerà all'Organismo, il quale provvederà tempestivamente a fissare il primo incontro tra le parti davanti
al proprio mediatore, comunicandone immediatamente la data.
Inoltre, il Mediatore, che garantisce Professionalità,
Indipendenza e Terzietà, non assumerà il ruolo del
Giudice: tenterà di comporre la lite senza giudicare,
senza dover stabilire un vincitore e uno sconfitto.
Non è prevista la rigida formalità giudiziaria, per cui
ognuna delle parti potrà interloquire liberamente
e direttamente con il mediatore e con l'altra parte.
L'accordo raggiunto tra le parti, con la firma apposta
sul verbale, unitamente a quella dei rispettivi legali e
del mediatore, diverrà titolo esecutivo: avrà cioè gli
La Mediazione è una grande opportunità:
Conciliaconsumatori di Lonato del Garda è competente per tutti i Comuni della Provincia di Brescia, al
servizio di chi vorrà dialogare e conciliare, risolvendo
produttivamente la propria controversia e rinunciando
al logorio ed ai costi delle cause civili.
Avv. Gianfranco Tripodi
Responsabile dell’Organismo di Lonato del Garda
GN Dicembre 2013 - 15
Turismo sul Garda
Alcune considerazioni sul futuro
U
destinazione, non prescindendo da
ciò che rappresenta il fattore di attrattiva principale, ossia il territorio, bensì
contemplando la costruzione di un
prodotto turistico a 360 gradi. La definizione del prodotto integrato è possibile solo mediante la condivisione di
un progetto unitario che, alla luce di
quanto espresso durante il convegno,
ha il pieno appoggio da parte delle istituzioni, delle Regioni e dei Consorzi di
promozione turistica, anche nella ridefinizione delle leggi che ostacolano, di
fatto, uno sviluppo in questa direzione.
na giornata all’insegna del lago
di Garda come realtà unica.
Sviluppo della mobilità, innovazione, creazione, gestione e sviluppo di
una marca sono stati i temi che hanno
arricchito il primo Symposium organizzato il mese scorso nella sala convegni
di Garda (Vr) dal “Garda Unico” (l’ente
che raggruppa Garda Lombardia, Garda
Trentino, Garda Veneto) in collaborazione con la “tt-consulting”.
Obiettivo dell’assise (“Il Futuro sul
Lago di Garda”) dare una risposta sulle
strategie da intraprendere in ottica di
competitività.
Il taglio didattico dell’incontro ha fornito i presupposti per una disaminadibattito che ha evidenziato l’attuale
situazione a livello promo-commerciale
della destinazione, dando uno sguardo
alle realtà di successo e ponendo le basi
per un futuro sviluppo professionale,
che prescinda dalla qualità dell’offerta
turistica, slegata dai tradizionali canali,
e che arrivi ad offrire un eccellente prodotto integrato.
È stata più volte sottolineata l’importanza dell’unione come fattore
La grande sfida è la creazione di una
rete di operatori pubblici e privati, che
attui le politiche adatte al cambiamento
del mercato turistico e degli standard
internazionali, con l'obiettivo di elevare
tale progetto interregionale a modello
locale, nazionale e mondiale.
imprescindibile per estendere la riconoscibilità del marchio “Lago di Garda”
ai mercati internazionali, da cui necessariamente anche il turismo dipende. Si è
detto che il marchio va legato alla qualità che quest’ultimo deve rappresentare, per puntare a nuovi mercati e con
nuove strategie, in vista di un’irripetibile
vetrina come quella dell’Expo di Milano
2015 e delle nuove strategie degli aeroporti del Garda.
Una riconoscibilità che si leghi a
strategie definite, da un management
di qualità, che cooperi e coordini gli
sforzi di promozione e vendita della
La giornata ha registrato un'ottima
risposta da parte degli operatori del
settore, che oltre ad aver dimostrato
sensibilità alla tematica, hanno proposto interessanti spunti di dibattito, evidenziando criticità e avanzando proposte. Ora non resta che mettersi all'opera.
Grandi eventi al PalaGeorge di Montichiari
D
opo la partenza della
stagione con Pezzali e
Negramaro, il PalaGeorge di
Montichiari ospiterà nel mese di dicembre due grandi appuntamenti con lo
spettacolo dal vivo: Emma il 10 dicembre e Ale e Franz per il Capodanno.
Emma, artista rivelazione degli
ultimi anni, porterà in scena tutta la sua
passionalità, in un live che unisce i suoni
pop ad una presenza scenica da rocker
di razza.
senza rinunciare ai festeggiamenti,
sullo stile del format ZED! che per
la prima volta arriva a Brescia e che
ha già avuto successo in molte città:
si partirà, dalle ore 20, con l’aperitivo
di benvenuto a buffet e a mezzanotte
brindisi con fantasia di dolci a volontà
con gli artisti, per continuare poi fino a
tarda sera con musica e animazione.
L’atmosfera sarà quella calda di un
teatro e Ale e Franz faranno da originali padroni di casa.
Il 31 dicembre, a Montichiari, un
Capodanno all’insegna delle risate
con Ale e Franz: il PalaGeorge ospiterà un oshow in stile teatrale con
il meglio della comicità del celebre
duo.
“Abbiamo volutamente contenuto
il prezzo del biglietto, che comprende
anche il buffet e il brindisi, perchè
vogliamo aprire la serata ad un pubblico
più ampio possibile”, dice Diego Zabeo,
di ZED!.
Un modo diverso di festeggiare il
nuovo anno, con un sorriso, ma anche
Il duo comico milanese, formatosi
nel 1992, proporrà uno spettacolo
surreale, costruito attorno alla loro
capacità di improvvisare e giocare tra
fantasia e attualità: in programma tutto
il meglio della loro carriera.
Ale e Franz giocheranno poi col
pubblico, partendo dall’attualità per
divagare, come solo loro riescono a
fare. I biglietti per la grande serata di
Capodanno e per il live di Emma sono
in vendita online al sito www.fastickets.
16 - GN Dicembre 2013
it, www.zedlive.com, www.gardanotizie.it e presso le prevendite del circuito
Fastickets (elenco completo su zedlive.
com - Es. Libreria Tarantola a Brescia o
Tabaccheria Stringa a Montichiari), Primi
alla Prima (bcc e Casse Rurali Trentine),
SuperFlash, Unicredit, Cariveneto e
Ticketone.
Info www.zedlive.com
Era nato in Baviera nel 1809 e si trasferì a Verona con uno studio al centro
di via Nuova, ora Mazzini, nel 1852. Era
veramente un pioniere e un antesignano dell'arte della fotografia. Oltre a
essa, egli aveva notevoli cognizioni di
pittura che emergono dalle composizioni fotografiche le quali sono spesso
delle vere opere d'arte.
Nel 1856 gli fu affidata la documentazione dei lavori della ferrovia da
Verona a Bolzano, che verrà completata
nel 1858. La qualità del suo lavoro era
tale che divenne in un certo modo il
“fotografo ufficiale” dell'Impero, documentando in tale veste gli “stati di
avanzamento” di tutti gli immani lavori
che l'Impero austroungarico fece fare
nel Veronese e a Peschiera, dopo le
vicende della prima guerra d'indipendenza. Così oggi ci rimangono le
immagini delle costruzioni delle fortificazioni del quadrilatero e anche quelle
della ferrovia della Val Pusteria e della
Udine-Tolmezzo e inoltre della ferrovia
Pontebbana.
Per Peschiera (in foto: ponte sul
Mincio), ad esempio, è documentata la costruzione di tutti i forti che
hanno cambiato l'aspetto sia della
riva, sia delle alture circostanti all'abitato. Ovviamente lo scopo principale
di queste immagini, che al tempo
dovevano essere segrete, era quello di
garantire a Vienna che le opere eseguite
fossero fatte a opera d'arte e secondo
i dettami architettonici dell'epoca per
le fortezze nonché secondo gli ordini
superiori. Oltre a queste fotografie “ufficiali”, vi sono ritratti di personalità militari e civili dell'epoca, e anche ritratti di
giovinette nobili locali e di loro familiari.
La conoscenza dei materiali necessari al suo lavoro, come le carte sensibili
e gli acidi per lo sviluppo e il fissaggio,
doveva essere stata anche molto notevole in quanto le stampe (spesso informato 18x24) hanno conservato fino ai
nostri giorni una freschezza e una nitidezza notevolissima.
Così possiamo vedere, come se fossero di ieri, i soldati della guarnigione
in divisa bianca; gli ufficiali di presidio
nelle loro impeccabili divise con le sciabole, attorno al loro comandante, il feldmaresciallo Radezky con le sue decorazioni, i ridenti borghi della gardesana
con le antiche ville che affondano i piedi
nel lago; un vero “piccolo mondo antico”
Cimitero storico a Pozzolengo
U
na volta, tanti anni fa, i defunti
venivano seppelliti o nelle chiese,
o in luoghi vicini. A Pozzolengo,
quando nel lontano 1940 si costruì l’
acquedotto comunale, un grande serbatoi fu realizzato all’interno dell’antica
chiesa che era a ridosso delle mura di
cinta. Ebbene, nel fare lo scavo per passare i tubi, furono scoperte numerosissime ossa umane.
Nel 1806 Napoleone Bonaparte con
l’Editto di San Clou proibiva che i defunti
fossero seppelliti entro o vicino a chiese
o abitazioni. A Pozzolengo si costruì il
Cimitero chiamato di S.Anna (patrona
delle partorienti), in località Fontane
Vecchie, poco fuori il Paese. Nel 1881
essendo ormai insufficiente il Cimitero
di S.Anna si provvide alla costruzione di
uno più grande.
Questo fu costruito su una piccola
collina, appena fuori l’abitato del Paese
e ancora oggi vi si accede tramite un
ampio (e una volta ricco di cipressi)
viale. Il cimitero, una vera opera d’arte,
fu costruito anche con l’apporto prezioso dell’architetto Faini. Costruito praticamente come su due enormi gradoni,
con mura di cinta architettoniche, tanto
da essere inserito e vincolato Dalle Belle
Arti nell’elenco dei Beni Culturali pregiati. In seguito, alle sue spalle, anche
se collegato, si è aggiunta un’altra parte
di cimitero con file di loculi e balconate;
pur essendo decoroso e funzionale, non
ha certamente la struttura e il fascino
monumentale dell’opera d’arte originale e storica.
Silvio Stefanoni
che scorre davanti ai nostri occhi e ci
riporta in un periodo storico fra la prima
e la seconda guerra d'indipendenza, in
cui una pace apparente celava tuttavia una serie di preparativi bellici che
esploderanno poi nella seconda guerra
d'indipendenza sempre nell'area del
Garda. Allora non ci sarà Lotze a riprendere fedelmente gli avvenimenti bellici,
ma Giovanni Fattori che schizzerà sui
fogli di carta i cavalieri, i cavalli, i caduti,
i luoghi delle battaglie, che poi trasferirà
nei suoi celeberrimi quadri,
Moritz Lotze ritornerà a Monaco
VISITATE IL FAMOSO
NATALE 2013
di Baviera dove morirà nel 1890. I suoi
lavori restano ancora fra noi, raccolti
dall'archivio Alinari di Firenze, e sono
oggetto di tanto in tanto di mostre che,
oltre alla fedeltà documentaria delle
fotografie, sono una grande messe di
informazioni precise e inequivocabile
circa la vita di guarnigione e non solo
nel tardo Ottocento.
Crediamo che questo fedele reporter ante litteram del nostro territorio in
un periodo cruciale della storia meriti in
qualche modo un ricordo perenne della
comunità gardesana e veronese.
Su una superficie di 280 metri
quadrati si contano 610 statue
in movimento, frutto di grande
creatività, notevole capacità
di progettazione e di un meticoloso
lavoro di realizzazione
Le aperture
MARTEDÌ 24 DICEMBRE
ORE 22.00 - 01.00
MERCOLEDÌ 25 DICEMBRE
ORE 9.30 - 12.00 E 15.00 - 18.30
GIOVEDÌ 26 DICEMBRE
ORE 9.30 - 12.00 E 14,30 - 18.30
VENERDÌ 27 DICEMBRE
ORE 14,30 - 18.30
SABATO 28 DICEMBRE
ORE 14.30 - 18.30
DOMENICA 29 DICEMBRE
ORE 9.30 - 12.00 E 14.30 - 18.30
LUNEDÌ 30 DICEMBRE
ORE 14.30 - 18.30
MARTEDÌ 31 DICEMBRE
ORE 9.30 - 12.00 E 14.30 - 18.30
MERCOLEDÌ 1 GENNAIO
ORE 14,30 - 18,30
GIOVEDÌ 2 GENNAIO
ORE 14.30 - 18.30
VENERDÌ 3 GENNAIO
ore 14,30 - 18.30
SABATO 4 GENNAIO
ore 14,30 - 18.30
DOMENICA 5 GENNAIO
ore 9.30 - 12.00 e 14.30 - 18.30
LUNEDÌ 6 GENNAIO
ore 9.30 - 12.00 e 14.30 - 18.30
MARTEDÌ 7 GENNAIO
ore 14.30 - 18.30
MERCOLEDÌ 8 GENNAIO
ore 14.30 - 18.30
GIOVEDÌ 9 GENNAIO
ORE 14,30 - 18.30
VENERDÌ 10 GENNAIO
ORE 14,30 - 18.30
SABATO 11 GENNAIO
ORE 14.30 - 18.30
DOMENICA 12 GENNAIO
ORE 9.30 - 12.00 e 14.30 - 18.30
SABATO 18 GENNAIO
ore 14.30 - 18.30
DOMENICA 19 GENNAIO
ore 9.30 - 12.00 e 14.30 - 18.30
A tutti i visitatori
un bellissimo ricordo
del presepe
SABATO 25 GENNAIO
ore 14.30 - 18.30
DOMENICA 26 GENNAIO
14.30 - 18.30
ENTRATA LIBERA E GRATUITA
MANERBA DEL GARDA (BRESCIA)
Chiesa di S. Giovanni - (Piazza del Comune)
Uscita A4 Desenzano - Proseguire per Salò
www.amicidisanbernardo.it
IA10775
S
e noi abbiamo delle visioni fedelissime di luoghi del Garda nell'Ottocento lo dobbiamo a un fotografo
tedesco, Moritz Lotze.
di Moritz Lotze
MECCANICO
a cura di
Giorgio Maria Cambié
Le “visioni” gardesane
PRESEPE
PERSONAGGI
SUL GARDA
GN Dicembre 2013 - 17
Daniel D’Ottavio e il suo volo “della maturità”
I
n quindici giorni, da costa a costa, vola per quindicimila chilometri negli Stati Uniti d’America, a
soli diciotto anni. Una vera e propria “impresa”,
attraversando venti stati, sorvolando e atterrando
nelle più importanti città americane. A compierla un
ragazzo lacisiense che ama gli aerei e il volo più di ogni
altra cosa. Daniel D’Ottavio è nato in Danimarca, da
mamma danese e papà italiano, ma fin dalla più tenera
età vive a Lazise e per il volo ha speso quasi tutta la sua
giovanissima vita. È in possesso del brevetto di volo
di primo livello che acquisito a soli 17 anni presso la
scuola di Boscomantico. “Quest’anno ho superato la
maturità scolastica – dichiara Daniel – e sono felice.
Studiavo la mattina, il pomeriggio mi recavo alla
scuola di volo e rientravo a casa verso le 22. Un vero
tour de force. Ma ci sono riuscito”.
Ma non si vuole fermare a questo. Vuol diventare
pilota di aerei di linea. E per poter passare allo stadio
successivo deve acquisire almeno un centinaio di ore
di volo o su in Pier e su un Cessna. E in Italia i costi sono
proibitivi. Ecco allora che ha pensato di trasferirsi per
due mesi negli Stati Uniti, precisamente alla scuola di
volo di Ann Arbor, vicino a Detriot, nel Michigan dove
la benzina costa solamente sei dollari al gallone, i
nostri 50 centesimi di euro e meno di 200 euro l'ora il
noleggio dell’aereo.
“In Italia avrei dovuto spendere per una impresa
come questa – afferma Daniel D’Ottavio – almeno
40mila euro, mentre considerando tutti i costi sostenuti, fra viaggio, alberghi, mantenimento, spese di
consumo della benzina e noleggio dell'aereo ne ho
sborsato poco più di 8mila. E mi sono portato a casa le
cento ore di volo che mi servono per il passaggio agli
studi successivi per il conseguimento del brevetto per
pilota di linea”. Daniel è partito da Venezia il 26 luglio,
con tappa a Toronto e arrivo a Deetroit. Con lui hanno
visionare immediatamente l’aereo. Il tecnico ci rassicura. Bastava solamente girare una manopola per
ridurre la pressione dell’olio. Scampato pericolo.
Compleanno da ricordare per sempre”.
Ma le disavventure per Daniel e i suoi amici non sono
finite. “Ero in volo da solo – spiega Daniel – con un
piccolo aereo, per una prova notturna. Mi trovo con
l’elica che gira a vuoto. Il motore si ferma. Mi vedo precipitare. Per fortuna sono poco distante dall’aeroporto
di Ann Arbor. Tento l’atterraggio di fortuna. Ci riesco.
Il giorno dopo a quell’aereo sono stati sostituiti molti
pezzi del motore, fra cui l’elica. Dopo i sudori freddi,
ora – conclude Daniel – dico di aver fatto esperienza”.
partecipato all’impresa altri quattro giovani fra i 20
e 23 anni: Francesco Besazza di Venezia, i veronesi
Alessandro Piva, Federico Mantovani e una ragazza:
Martina Biondani. Hanno noleggiato due aerei: un
Cessna 172 e in Piper PA 28. Si sono suddivisi i compiti e le ore di volo, nonché il piano di volo. Tre da
una parte e due dall’altra. E sono partiti toccando Las
Vegas, San Diego, il lago Michigan, Tucson, scendendo
e salendo in ben 35 aeroporti. Volavano solamente di
giorno e nelle giornate con tempo splendido. Con
il loro brevetto infatti la normativa di volo non consente di volare di notte e nemmeno nelle giornate con
maltempo.
“Ho avuto davvero paura, il giorno del mio compleanno, tagliando il traguardo dei 19 anni – spiega
ancora emozionato Daniel – mentre volavamo sopra
il Grand Canyon, in uno spettacolo irreale. La pressione dell’olio del velivolo si alza a dismisura improvvisamente. La paura fa 90. Cerchiamo di scendere, ma
siamo in una zona difficile con l’aeroporto distante.
Una manovra quasi disperata prima di dare l’allarme.
Ci riusciamo. Atterriamo al primo aeroporto. Facciamo
Daniel è rientrato in Italia in questi giorni. Soddisfatto,
ma veramente esausto.
“Mi sto preparando per frequentare la scuola di volo
di Padova – conclude – perché è quella mi dà maggiori garanzie. È stata una esperienza unica e irripetibile. Sono partito con l’entusiasmo dei miei 18 anni e
sono rientrato con un bagaglio di conoscenze infinite.
Ho imparato cose indispensabili, visto l’America da
vicino. Vissuto a pieni polmoni un mondo totalmente
diverso dal nostro. Ho trovato chi mi ha aiutato, chi
mi ha indirizzato. Gente disponibile, buona, generosa.
Una sera dovevo fare rifornimento all'aereo e non funzionava il distributore perché le carte di credito erano
interdette. Ho trovato un pilota americano che mi ha
prestato la sua carta di rifornimento. Ho fatto il pieno.
Gli ho dato dollari. Senza di lui non sarei mai potuto
ripartire. Questa è l’America”. (Nella foto scattata al
“Houghton Lake State Airport”, Michigan; da sinistra:
Federico Mantovani, Alessandro Piva, Francesco Besazza,
Daniel D’Ottavio e Martina Biondani.)
Sergio Bazerla
“Retrospettiva”
Scorci di Desenzanità
S
imone Saglia, scrittore e saggista,
che ha dedicato numerose opere
a Desenzano; Antonio Bonatti
della dinastia dei Bianca, che per oltre
vent´anni ha consegnato la posta in
tante case; Alessandro Carbonare, clarinettista di fama mondiale. Sono nomi
di personaggi desenzanesi “da premio”,
uomini che hanno rappresentato con
orgoglio la loro città natale: Desenzano.
Insieme all'ente filarmonico cittadino,
sono i quattro vincitori del premio
alla Desenzanità che sarà consegnato
sabato 7 dicembre alle 17 nella Sala
Pelèr di Palazzo Todeschini, per iniziativa dell'associazione locale “Noaltèr de
la rìa del lac” guidata da Alberto Rigoni,
nostro collaboratore.
Ma Noaltèr de la rìa del lac propone
anche una mostra aperta fino al 15
dicembre prossimo nella Galleria civica
G.Bosio di Desenzano: “Retrospettiva sei desenzanesi per Desenzano”, evento
che riunisce le opere di un fotografo, e
proprietario di una preziosissima raccolta di scatti, e cinque pittori.
Dall'archivio storico di Stefano
Avanzi, che ha immortalato l'aniam
di Desenzano nel secolo scorso,
sono tratte alcune fotografie che ben
18 - GN Dicembre 2013
rappresentano la storia e la gente della
“capitale” del Garda. Edgardo Beccalossi,
Aldo Morgante, Franco De Lai, Attilio
Rizzetti e Mario Bortoli compongono
invece il gruppo dei pittori desenzanesi.
Nella mostra ciascuno dei personaggi è
rappresentato con pochi ma significativi quadri che perpetuano la bellezza
di un “lago eterno” come il Garda e le
impressioni di chi l'ha vissuto. In edicola,
a Desenzano, è disponibile il nuovo
calendario dell'associazione Noaltèr
de la ria del lac, altro frutto del lavoro
appassionato e dell'amore di questa
associazione desenzanese per la sua
'patria'. (Foto Archivio Avanzi)
Francesca Gardenato
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Sorsi di poesia per unire il Garda
La scritüra
Du dì e du méter de nef
Ermes
Na matina, e pos di la la data, ho sinti a la
radio che
la scritüra a mà a poc a poc la vàzo, e dai
compiuter
sostituida del töt. Èn tancc Stati Americani l’è
ènpes che
la ghè piö. Me dise, èl progresso le sta be, ma
alura
i tirù de rice che om ciapà perche la bela
scritura siem mia bu del fa che iom ciapade
a fa?
Rita
Du dì de nef e ‘l mond èl se ‘ncasina
l’è assé che töt se sbianche tra la séra e la
matìna
e nom èn del balù e som pö che fa,
ghè chi s’enràbia, chi tàca a bruntulà:
“Ardì che roba, no se pöl mia, adès che fom?”
I gnarèli i rit, le sguanze rosse come pom.
L’adès
Argü i è aga turnàcc, ma i pö tancc i è restacc
là
sota i pastrani, la nef e ‘l cel giassàt.
Certo i se lamentàa, ma ghèra gnent de fa
mia come adès che apéna fa ‘n po’ frèt
tacom èl föc ‘n casa e se scaldom:
du dì de nef e quasi som pö òm?
L’è chel che se söm mai dic, Ermes,
la nösa forsa,
chel nos taser impregnat de verità
che noalter stess conosöm mìa fin en font…
Feride de l’anima,
strapp che se pol mìa ricuser…
te, te ghe semper vulat
pö en alt de la me ment picinina…
l’è töt “semplice” te me dit l’ultim dè…
ma me vulìe mìa lassat na issè…
do lagrime tratignide en güla…
go basat le tö ma che le strìnsia fört le me…
se som saludac issè…
El löm dai granc öcc ross l’enlümina pö
la putina vistida de vert…
ura el dindula so’l me portec al vent del lac
e sente cìara la tö ùs che la me dìs
penseghe…l’è isè “semplice”.
Antonella Domenegoni Speranzini
Maraèa de sto adès ne l’encö
che dumà chèsto adès,
sarà pö.
E bor e pi-a fis amó adès
chèsto adès
mia per el ger e l’endré
ma per töt l’adès del dumà
che sarà
dit en fat
chèl de ger.
Fausto Scatoli
Ültim de l’an
Velise Bonfante
Quatèr gacc
Quater gacc i camìna per strada
giü l’è bianc, giü l’è negher, giü ros
èl quart l’è na gàta tigràda
fada apéna de pèl e de òss.
L’è la màma de töcc i óter tre
e la sa chèl che öl dì trübülà
per rià a maià argót töcc i dé
e ogni ólta èsser bùna a scapà.
Le la scàpa da töt e da töcc
E la cur, la rampéga e la salta
la gà ist àga i àtim pö bröcc
ma l’è sèmper riàda a sta atènta.
Chèla ólta che ‘l capitarà
quater gacc i deentarà tre
sènsa mama e sènsa bubà
riarài a passà un óter dé?
Èl bubà no i l’a mai cunusìt
ma se la mama na mare l’è stada
sènsa póra e con èl có drit
i tre gacc i narà per la strada.
Fausto Scatoli
Nedal
Bùrla zó i angèi, zó de la lüna
i porta en tera el Püpì ne la cüna
i porta ‘na stela sö töte le case
ligada söi cóp, abelaze abelaze.
Che bela la tera col ciel tacàt via,
se ved passà ‘n strada Giusepe e Maria,
el ciel el sè sbassa, te pödet tocàl
perchè chesta not l’è la not de Nedàl.
Elena Alberti Nulli
20 - GN Dicembre 2013
Alùra chi sa chèl che i pensàa i nos suldà
sö per i moncc, o chèi che ghèra là
‘n chèla spianàda èn Russia: i era méter
e mia du dì, e certo no i stàa mia alégher
ma i è nacc aànti istèss a caminà
con scarpe de feltro e pè che sa zelàt.
Udùr de nev, col ciel
gnignì gnignèla
che ‘l sa gna lü che fa.
Per encö me möe pö.
Vöi sta ché, de per me
enmaciàt
ne la gnàta fónda
de la me utumàna ècia.
Zo dei bàgher, gnèch
ödaró ‘n bicér
per sparnasà
la filza de pensér
sensa fì gnè co
gnè cusidüra
che scarpìna
en brüs sö ‘l fil dei dé.
En schintù del föch
disaviàt, stìse burnìs
sore fadìghe e ciape fiat.
“Ni pör...
Sti mia fa ‘l mül
o vardàm mal.
Àmbola töcc
e sirìl bé che l’ös.”
Ma varda la Madona de la Piév
che la se alsa col dit del campanil!
La passa sö nei nigoi en pé enpenènta
en vertical söl mond che s’endormenta.
E varda ades el ciel come el sé sbassa
come el rudùla nel lensöl de lì
somèa che ‘l biösche söi senter de név
e piö che ‘l fioca e piö che ‘l vé vizì.
A mezanot el ciel el toca tera
a mezanot i moncc i toca ‘l ciel
ne l’entompàs se spaca ‘na gran stela
la va en frantöm söi cop e sö le sés.
Sóta el fiocà de mila solfanèi
s’enfiama i pracc, i fòs, sterlüs la val
sö töte le finestre de la tera
s’empissa la candela de Nedal.
Elena Alberti Nulli
El scartusì
Confècc bianch nel mantì de la memória:
quand vöi me sère j-öcc, tàste ‘l saùr.
Co ‘l sò profìl de or o grìs dulùr
ve a gàla l’amàr dols de ògne stória.
Velise Bonfante
Aria de Nedal
“L’è miga név, Gioàn,
varda bé,
l’è ‘na perponta
de angei e de stele,
‘na prucissiù
de sciarpe e de mantèle
ne l’aria embianchezada
de Nedal”.
“Tè g’hét rezù, Maria,
a vardà bé,
l’è ‘n prat
fiurit de lat e de farina,
töta la tera
la canta messa prima
ne l’aria enamurada
de Nedal”.
Stela de Nedal
Se dèsfa el me confèt e fin en fónd
rivède bèl e bröt. ‘Na quach presènsa
ustinàda per mìa deentà asènsa:
us che tùrna en dré dal scür pö fónd.
Pàrle coi mórcc e scùlte i viv che parla
e töcc i dé ghe zónte argót en banda.
Par töt precìs ma l’è pö chel, stempràt
dal penèl de töcc j-àgn che gh’è pasàt.
M’è car. Tègne de cönt sto scartusì
e pèsche e pèsche ma nó ‘l g’ha mai fì.
Velise Bonfante
Scriveteci le vostre poesie in dialetto
all’indirizzo email della redazione:
Elena Alberti Nulli
[email protected]
Comune di Manerba del Garda
Assessorato al Turismo
eventinatale2013
calendario eventi natale 2013
Maggiori informazioni su tutti gli eventi sul sito www.visitmanerbadelgarda.it
Sabato 30 novembre
LABORATORIO DI NATALE
IN BIBLIOTECA
Martedì 24 dicembre
BABBO NATALE RICEVE I BAMBINI
NELLA SUA CASETTA
Biblioteca Comunale, piazza A. Moro
(Orari sul sito www.visitmanerbadelgarda.it)
Nel pomeriggio, piazza A. Moro
Sabato 7 dicembre
PREMIAZIONI BORSE DI STUDIO
E CONCORSO FOTOGRAFICO
Ore 17.00: Palazzo Minerva, Piazza A. Moro
LABORATORIO DI NATALE
IN BIBLIOTECA
Biblioteca Comunale, piazza A. Moro
(Orari sul sito www.visitmanerbadelgarda.it)
ore 22.00: Chiesa S. Giovanni, Piazza Garibaldi
Giovedì 26 dicembre
CONCERTO DI S. STEFANO
DELLA BANDA MUSICALE
DI MANERBA
ore 20.30: Palazzetto dello Sport, via della Selva
Giovedì 12 dicembre
FESTA DI S. LUCIA
Ore 20.00: Piazza S. Lucia, Fraz. Balbiana
Domenica 15 dicembre
NATALE DELL’ANZIANO
Ore 12.30: Ristorante Monastero, Soiano
(Info per prenotazioni sul sito www.visitmanerbadelgarda.it)
Sabato 21 dicembre
CONTEMPLIAMO LE STELLE
Sabato 28 dicembre
CINEMA PER NATALE
“TURBO”
ore 14.30: Oratorio Parrocchiale, piazza A. Moro
Sabato 4 gennaio
CINEMA PER NATALE
“ThE LONE RANGER”
ore 20.30: Oratorio Parrocchiale, piazza A. Moro
Ore 18.00: Scuole Elementari, via Minerva
(Info per prenotazioni sul sito www.visitmanerbadelgarda.it)
NOTTE DEI GONG:
SERATA DI BENEFICENZA
Ore 22.22: Palazzetto dello Sport, via della Selva
(Info per prenotazioni sul sito www.visitmanerbadelgarda.it)
Lunedì 23 dicembre
NATALE DELLO SPORTIVO
APERTURA PRESEPE MECCANICO
Lunedi 6 gennaio
LA BEFANA ACCOGLIE I BAMBINI
Ore 14.30: Piazza A. Moro
CONCERTO DELL’EPIFANIA
CON IL CORO S. MARIA DELLA NEVE
DI RAFFA”
Ore 20.30: Chiesa Parrocchiale, piazza A. Moro
ore 19.00: Palazzetto dello Sport, via della Selva
26 - 29 - 31 dicembre 2013 – 1 - 5 – 6 gennaio 2014
Piazza A.Moro e piazza Garibaldi
GIOSTRINA SOTTO L’ALBERO & GONFIABILI (gratuiti per tutti i bambini)
I BAMBINI INCONTRANO BABBO NATALE
MUSICA ITINERANTE CON MUSIChE TRADIZIONALI NATALIZIE (escluso il 26 dicembre)
26 - 29 dicembre 2013 – 1 - 5 - 6 - 12 gennaio 2014
Piazza Garibaldi e A. Moro
TRADIZIONALE MERCATINO SOTTO L’ALBERO
L’Assessorato al Turismo del Comune di Manerba del Garda augura a tutti
Buone Feste!
SCAFFALE
DELL’OLTRE
di Francesco Martello
E
sistono gruppi di studiosi i quali
sostengono che l’esistenza di
Cristo sia solo un mito. Sono i
cosiddetti “miticisti”. Bart D.Ehrman,
autorevole storico della Chiesa delle origini, per smontare tale teoria ha scritto
il saggio “Gesù è veramente esistito?”,
pubblicato ora in Italia da Mondadori
(372 pagine, 19 euro).
Introducendo la sua serrata documentazione, il professore scrive che
la teoria miticista lo ha meravigliato
perché la sua “formazione di studioso
è avvenuta sul Nuovo Testamento e sul
cristianesimo delle origini”. Si dedica
da trent'anni, infatti, allo studio della
“figura storica di Gesù, ai vangeli, al
movimento cristiano primitivo e ai primi
tre secoli di storia della Chiesa”. Informa
Ma Gesù è davvero esistito?
ancora: “Ho letto migliaia di libri e articoli in inglese e in altre lingue su Gesù,
sui vangeli e sul cristianesimo delle origini, ma ero del tutto all'oscuro, come la
maggior parte dei miei colleghi, dell'esistenza di un corpus di testi improntati
allo scetticismo”.
Interessante anche quanto l’autore
scrive di se stesso: “Non sono cristiano
e non sono interessato ad appoggiare
la causa cristiana o a promuovere un
programma di orientamento cristiano.
Sono un agnostico molto vicino all'ateismo, e la mia vita e la mia visione del
mondo non sarebbero diverse se Gesù
non fosse esistito. Le mie convinzioni
cambierebbero di poco. La risposta al
dubbio sull'esistenza storica di Gesù
non mi renderà più felice, soddisfatto,
fiducioso, simpatico, ricco, famoso o
immortale. Come storico, penso che le
prove siano importanti”.
Una ricerca, quindi, quella del prof.
Ehrman, oggettiva. Anche se a renderla
tale non è il titolo accademico, come
sembra sostenere nello scrivere che la
tesi miticista è stata resa pubblica da
autori privi di titoli, e per questo priva
di valore.
L’esistenza storica di Cristo fu documentata da antichi autori pagani. Uno
dei riferimenti certi della sua presenza
è la datazione della condanna a morte
avvenuta al tempo dell’imperatore
Tiberio, sotto il governatorato della
Giudea di Ponzio Pilato.
La casa di Babbo Natale
E
siste davvero la casa di Babbo Natale, di
cui parliamo tanto ai bambini? Altrove
non so, in Italia sì, da 17 anni. Parliamo
di un vero e proprio villaggio di 7.000 mq al
coperto, situato a Bussolengo sulle colline
veronesi del lago di Garda. Spesso manca la
neve (a volte però c’è anche quella), non ci
sono le slitte tirate dalle renne (però una carrozza con cavalli veri sì), ma c’è il grande vecchio dalla lunga barba bianca con tanti collaboratori pronti a ricevere in musica e allegria i
visitatori grandi e piccini e, soprattutto, tutto
quanto può servire a rendere magnifica l’atmosfera del giorno più bello dell’anno.
Al Villaggio di Natale Flover di Bussolengo
si trova davvero qualsiasi cosa, anche la più
curiosa e inimmaginabile, per rendere magica
la giornata del 25 dicembre e le altre festività.
Nato negli anni ‘80 come enorme Garden
Center, dedicato a piante e arredi per casa
e giardini, dal 1996 negli ultimi due mesi
dell’anno si trasforma nel più grande supermercato al coperto specializzato nell’oggettistica e negli addobbi per le festività. Nel
centro del villaggio, allora, ecco la galleria dei
presepi, con statuine di ogni foggia e dimensione, il mercato dell’albero, degli addobbi
e degli arredi provenienti da ogni parte del
mondo, le camere e le tavole imbandite dove
22 - GN Dicembre 2013
Più di duemila anni fa, in Palestina,
dunque, un predicatore itinerante e sconosciuto, un uomo semplice, diventò
agli occhi di molti il Figlio di Dio.
Attorno alla sua parola nacque una
chiesa destinata ad affermarsi rapidamente e con inaspettata fortuna, e ad
acquisire un potere eccezionale: raccolta da narratori orali e seguaci, la sua
testimonianza avrebbe raggiunto gli
angoli più remoti della Terra.
Che l'esistenza di Gesù di Nazareth
sia una realtà è un'opinione sostanzialmente condivisa da storici e biblisti, ma
a livello globale è diffuso un radicale
scetticismo. E per smontare tale scetticismo il prof. Ehrman ha scritto il saggio
qui segnalato che è opportuno leggere.
Cento anni fa
D’Annunzio riceveva la
cittadinanza onoraria
a Salò
D
sbizzarrirsi a scegliere, i negozi dei pasticceri e
delle specialità enogastronomiche tradizioni
locali e non, le botteghe dove veri artigiani
producono e vendono legni lavorati, bambole
di ceramica, ciabatte tirolesi, candele, palline
di vetro decorate, originali biglietti augurali
personalizzati con fiori pressati.
Infine, guidati da musiche tematiche e
avvolti dal profumo di zucchero e cannella, si
arriva all’area spettacolo, dove si esibiscono
a rotazione cori di adulti e bambini, il teatro
dei burattini, le favole animate, lo spettacolo
“Suoni & Luci” e il magico “Christmas Show”
con tanto di orchestra, ballerini e cantanti.
Ingresso gratuito nei giorni feriali, un euro
sabato, domenica e festivi.
’Annunzio rimase senz’altro soddisfatto e commosso per il
conferimento della cittadinanza onoraria ricevuta da Salò nel
gennaio 1923, giuntagli peraltro, qualche mese prima che
a Gardone si prendesse uguale deliberazione. Egli volle, quindi, in
qualche modo sdebitarsi ma, soprattutto, volle far capire alle autorità salodiane, con un gesto significativo, che si sentiva onorato della
cosa. Per questo, come apprendiamo da un documento custodito
presso gli archivi del Vittoriale, egli donò alla città di Salò la copia
autografata di una sua opera da poco pubblicata. Il documento non
ne riporta il titolo.
Si può supporre, forse, che si tratti del Notturno, ma non lo si
può dire con certezza. Quel che sembra certo, invece, è che quel
libro sembra essere svanito. Bisognerebbe fare qualche ricerca puntuale. A noi, oggi, rimangono comunque le parole espresse dalla
Rappresentanza comunale che, rispondendo, grata, a d’Annunzio,
così scriveva: «Salò Vi acclama primo fra i suoi cittadini, riaffermandoVi quella devozione fraternamente affettuosa che è già nel cuore
di tutti».
Erano passati solo due o tre anni da quando il Poeta soldato si era
accasato a Cargnacco, sul Garda.
Pino Mongiello
I racconti di Amelì
Anita Voltolini e il cugino Guido Rigoni
P
aolino Voltolini, sposatosi con
Tersilla Parolini subito dopo la
guerra del 1915-1918, ebbe quattro figlie, Cornelia, Anita, Vanda, Ivonne,
e un maschio, Giuseppe. Le ragazze
crebbero allegre, svelte, amavano la
musica, andavano in chiesa ed erano
invidiate dalle amiche, perché da casa
loro, vicina alla Canonica, attraverso
porticine e stretti corridoi, raggiungevano sempre un posto privilegiato alle
funzioni, nel coro dietro l’altare maggiore. Giuseppe, il fratello, si era fatto
un gruppo di amici, tra cui suo cugino
Gianbattista Galeazzi, Attilio Rizzetti,
Stefano Avanzi e Mario Pedrini, che
amavano appassionatamente il lago
e tornavano a casa a sera tardi, nonostante le grida delle madri, dopo nuotate, remate e giochi vari sulle spiagge
di Desenzano.
Il 26 dicembre 1939 Anita, una delle
figlie di Paolino, non ancora ventenne,
sposava Cesare Ziglioli, di sette anni più
grande di lei, gestore di un suo negozio di salumeria in via Piatti 25. Questo
matrimonio fu l’ultima occasione in cui
si trovarono insieme sereni i Voltolini.
Officiava mons. Ferdinando Arcozzi già
malato. Suonò lieto le campane il sacrista Paolo Voltolini, il padre della sposa.
Erano presenti alla cerimonia, oltre gli
altri figli, la zia Lucia Voltolini in Sala,
sua figlia Teresita sposata nei primi anni
‘30 con il maestro Guido Rigoni, rimasto
vedovo con una bambina.
Arrivò più presto di quanto non
si pensasse il 1940. In giugno ci fu la
dichiarazione di guerra alla Francia e
in ottobre la dichiarazione di guerra
alla Grecia. Il primo a essere richiamato
alle armi fu il giovanissimo Giuseppe
Voltolini, destinato al fronte grecoalbanese. Subito dopo venne convocato alla Caserma del Genio di Udine
Guido Rigoni, che come capitano ricevette il comando di una compagnia.
Il capitano Rigoni si fece raggiungere
in autunno dalla famiglia, dalla moglie
Teresita e dai figli Maria Luisa, Alberto,
Graziella. Alberto, di sei anni, iniziò a frequentare la prima elementare a Udine.
In principio, sia Giuseppe Voltolini sia
Guido Rigoni scrivevano regolarmente
a Desenzano.
La madre e il padre di Giuseppe
Voltolini aspettavano con ansia le
lettere e rispondevano immediatamente. Guido Rigoni scriveva alla
donna si soffermava a farle, più che altro
per sfogarsi.
Anita, col suo volto aperto e sorridente, amante delle battute come usava
allora negli esercizi di paese, fu per anni
la regina di via Piatti e di via Murachette.
Tutti conosceva e tutti la conoscevano.
Dopo gli anni ’60 il quartiere e l’atmosfera cambiarono, perché cambiò la
gente che lì abitava: Desenzano da
paese diventava città e le case del vecchio centro mutavano inquilini e clima
sociale.
suocera Lucia Voltolini Sala e dava
notizie della famiglia, inviò qualche
biglietto d’auguri pure all’amico chirurgo dott. Dante Barberini, conosciuto
durante i vent’anni di insegnamento a
Desenzano. Nel novembre del 1940 le
lettere di Giuseppe iniziarono a diradare per riprendere un corso normale
nell’aprile del 1941 con l’occupazione
italo-tedesca della Grecia, ma si limitavano ai saluti e cessarono dopo i primi
mesi del 1943.
Guido Rigoni invece, in seguito
all’affondamento nell’Adriatico di una
nave che trasportava centinaia di Alpini
diretti in Ucraina, venne assimilato, lui
che era del Genio, in un nuovo battaglione di Alpini della Julia. Salutata
a Udine dal Re Vittorio Emanuele III
la nuova compagine militare, Guido
Rigoni passò a Trento e quindi con i
suoi soldati, dopo un viaggio lunghissimo, arrivò a Karcov sul Donez nel
1942. L’ultima lettera di Guido Rigoni
alla famiglia porta il timbro del 17 gennaio 1943.
Nel 1945, dopo il caos degli ultimi
mesi di guerra, Giuseppe Voltolini
ritornò a fine estate a Desenzano,
dove suo padre era morto a 57 anni
nell’aprile del 1944. Invece il nome di
Guido Rigoni risultò inserito nella lista
dei dispersi in Russia. L’ultimo a vederlo,
dopo che l’ufficiale già ferito era stato
portato a spalle per un tratto di strada
dall’attendente, fu Edoardo Spagnoli,
il maggiore dei cinque fratelli Spagnoli
di Capolaterra di Desenzano. Lo aveva
riconosciuto in una persona molto indebolita distesa su un lettuccio dentro
un’isba della pianura ucraina. Guido
Rigoni era stato il maestro elementare
di Edoardo, che lo rivide, giacente, provando “ün gran magù” (una stretta al
cuore). Guido Rigoni era solo, perché
l’attendente era morto nel tentativo di
portare in braccio oltre un fosso semighiacciato il suo comandante, salvato
in extremis da soldati presenti a quel
guado. La pressione della fiumana degli
Italiani durante quella drammatica ritirata dal Don del marzo del 1943 aveva
poi separato Edoardo dal maestro.
Guido Rigoni ebbe il grado di
Maggiore e fu decorato al valor militare.
Ci volle tempo prima che gli affetti spezzati, i traumi del lungo confitto decantassero nelle famiglie di Desenzano e
d’altrove. Anita, che aveva preso l’affabilità del padre Paolino e la fortezza della
madre Tersilla, portava avanti l’andamento familiare con coraggio. Diede alla
luce cinque figli, di cui uno morto poco
dopo la nascita, nati durante la guerra e
negli anni immediatamente successivi.
Era orgogliosa dei suoi ragazzi e gli occhi
le brillavano quando ne parlava. Oltre a
badare alle faccende domestiche, aiutava Cesare suo marito nella salumeria
sotto casa in via Piatti. Avevano clienti
in via Lorenzini, in via Murachette, in
via Gherla, in via Vittorio Veneto, in via
Piatti, in via Garibaldi. Durante la guerra
e nei successivi cinque anni, molte
madri di famiglia chiedevano al Cesare
e all’Anita di segnare su un quadernetto dalla copertina nera quanto loro
dovevano, perché non avevano soldi.
Le clienti si limitavano a comperare l’essenziale per la minestra o la pasta della
settimana, se non andavano a prenderle alla San Vincenzo. Anita e Cesare
acconsentivano sorridendo a segnare il
debito e soprattutto Anita ascoltava con
pazienza le storie familiari che qualche
Appena i figli furono grandi e autonomi, Anita prese a frequentare il Coro
di San Giovanni del Maestro Ettore
Fantoni, come già suo padre aveva
fatto parte del coro di don Igino Peduzzi
prima della guerra. Cantava da soprano,
mentre Angelica Tonin Tomasi e Adriana
Ferro facevano da contralto. Anita
diceva che aveva la musica nel sangue,
perché in famiglia si faceva musica;
infatti suo padre Paolino Voltolini, come
sacrista, suonava le campane. Partecipò
alle attività del coro per anni e, sempre
col marito Cesare, andava agli incontri
conviviali, seguiva le trasferte e non
mancava ai viaggi d’evasione. In non
poche occasioni portava dolcetti, brioche, cioccolatini. Anita festeggiò con il
coro il cinquantesimo e il sessantesimo
di matrimonio, offrendo il pranzo agli
amici. Benché Anita frequentasse la
chiesa di San Giovanni, vale a dire la
parrocchia di Capolaterra, una volta alla
settimana scendeva in Piazza, faceva
le spese nei vecchi negozi dei quali
conosceva bene i gestori ed entrava
a far visita nel Duomo di Santa Maria
Maddalena.
Diceva che questa era la sua chiesa,
perché era quella dell’infanzia e della
giovinezza, era quella che aveva fatto
da scenario alla vita di suo padre. Ma
un giorno d’inverno cadde sul marmo
bianco, reso scivoloso dal gelo, dell’ingresso che guarda vicolo dell’oratorio e
si ruppe il femore. Venne operata e con
tenacia si sottopose agli esercizi di riabilitazione fino a rimettersi in piedi e a
camminare senza stampelle e bastone.
Cesare e Anita invecchiarono con
accanto figli e nipoti nell’appartamento
dal bel poggiolo, sopra il negozio che
il figlio Paolo e la gentile moglie continuano a gestire. (Nell’immagine: il 50°
anniversario di nozze di Anita e Cesare.)
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GN Dicembre 2013 - 23
Fondazione Ugo Da Como
Un Museo per la scuola che guarda al futuro
L
a Fondazione Ugo Da Como rinnova l’invito,
rivolto alle scuole di Brescia e provincia, a partecipare all’attività didattica che negli scorsi anni ha
riscosso un grande successo.
I ragazzi che hanno partecipato ai laboratori e percorsi didattici alla Casa-Museo e Biblioteca, alla Rocca
visconteo veneta e al Museo Ornitologico sono stati
sinceramente entusiasti di poter capire come si svolgeva la vita nel castello ai tempi di Isabella d’Este,
quali erano le passioni del Senatore Ugo Da Como e
quali oggetti collezionava, quali sono le caratteristiche
degli straordinari esemplari della raccolta ornitologica
“Carlotto” e come è nata la scrittura, quale è stato il suo
percorso evolutivo e quale epocale passaggio è stata
l’invenzione della stampa a caratteri mobili.
L’impostazione dei laboratori è ormai consolidata:
a una visita selezionata e specifica della Casa-Museo,
della Biblioteca o della Rocca e Museo Ornitologico, si
affiancano le attività pratiche di laboratorio, la compilazione di schede didattiche, la visione di proiezioni
multimediali ma anche attività ludiche ed educative.
l’Associazione Amici della Fondazione, che ha voluto
costituire al suo interno un comitato specifico che si
occupa di didattica museale. Tra i volontari dell’Associazione Amici, molte sono le persone che hanno lavorato nell’ambito della scuola.
Anche per quest'anno scolastico non mancano però
le novità: nuove tematiche che garantiscono sempre
maggior aderenza ai programmi di studio delle varie
classi di ogni ordine e grado e attenzione anche alle
personalizzazioni per le classi che richiedono particolari combinazioni di percorsi.
Anche gli obiettivi proposti attraverso questi percorsi
didattici sono diversi: innanzitutto, avvicinare i ragazzi
alla storia antica rendendola più affascinante attraverso la visione diretta degli oggetti e dei libri, lo svolgimento di attività pratiche, l’utilizzo degli strumenti
scrittori antichi e la partecipazione attiva alle vicende
storiche che vengono narrate sotto forma di fiaba per
i bimbi più piccoli o con l’ausilio di supporti audio e
video per i ragazzi delle scuole secondarie.
La Fondazione Ugo Da Como propone tutti i percorsi e laboratori didattici in collaborazione con
Si vogliono creare i presupposti per un affinamento
della sensibilità percettiva attraverso l’educazione a
24 - GN Dicembre 2013
guardare poi riprodurre ciò che si è appena visto realizzare da altri.
Si cerca di sollecitare l’abilità manuale, graficoespressiva e senso-percettiva attraverso le attività
pratiche vere e proprie che sono: il disegno di particolari architettonici della Rocca visconteo veneta, la
decorazione di cartigli e di capilettera tratti dai codici
miniati della Biblioteca, la scrittura su una tavoletta
di coccio di brevi frasi con la scrittura geroglifica, la
decorazione di un vaso da farmacia e la creazione di un
rimedio naturale seguendo un’antica ricetta tratta da
un manuale cinquecentesco, la pittura di una tavoletta
policroma da soffitto.
Per i ragazzi più grandi, invece, la composizione
di frasi con caratteri mobili, la stampa con il torchio
secondo il metodo antico, l’apprendimento della fascicolatura impiegata per codici manoscritti e antichi
volumi a stampa. Questa è la fase che i ragazzi preferiscono, perché si possono sentire attivamente partecipi
di ciò che stanno apprendendo senza sentire troppo
il peso dello studio.
Non da ultimo si vogliono creare i presupposti affinché la Biblioteca e il Museo vengano considerati luoghi
di conoscenza. Anche per questo motivo, ai laboratori
e percorsi didattici, vengono proposte alcune attività
ludiche che possono completare la “giornata al museo”
organizzata dalle scuole.
Roberto Darra
Natale a Lonato: presepi, concerti e mercatini
U
n mese di eventi natalizi a Lonato
del Garda, grazie alla collaborazione di associazioni, Pro Loco
e Comune. Gli Amici della Chiesa di
Sant’Antonio Abate e della Parrocchia
di Lonato ripropongono la mostra dei
Cento Presepi, un evento che coinvolge famiglie e scuole. Le porte della
chiesetta di Sant’Antonio (a pochi passi
dalla basilica lonatese) si aprono a un
centinaio di natività “artigianali”, realizzate in ferro, legno, carta, plastica, tessuti... L’inaugurazione della mostra sarà
sabato 21 dicembre alle 15.30 con l’animazione musicale del Coro delle voci
bianche dirette da Donatella Gallerini.
L’esposizione resterà poi aperta nei
giorni festivi fino all’Epifania, quando
il parroco don Osvaldo Checchini chiuderà la rassegna con la benedizione dei
bambini. Nella stessa chiesa, per tutto
il periodo natalizio, brillerà anche la
“Luce della Pace”, proveniente dalla lampada a olio sempre accesa nella chiesa
della Natività di Betlemme. Interessanti
da vedere sono anche i presepi allestiti dai volontari nell’antica Pieve di
San Cipriano, nella frazione Bettola e
all’esterno della chiesa del Corlo con
figure stilizzate in polistirolo.
Sarà un Natale di tradizione, grazie ai
numerosi appuntamenti in programma.
Il cartellone lonatese prosegue infatti
con il Concerto corale di voci bianche
nella Basilica di S.Giovanni, il 15 dicembre alle 16, organizzato dal Comune di
Lonato (Assessorato alla Cultura); poi
il Concerto del Corpo musicale Città
di Lonato del Garda venerdì 20 dicembre alle 21, presso il Teatro Italia in via
domenica 22 dicembre alle 16. Ingresso
libero. Lo stesso coro animerà poi la
Messa della Vigilia di Natale nella chiesa
parrocchiale di Esenta.
Commercianti lonatesi, Enjoy Your Run
e di Radio Noi Musica, è il “Mercatino
delle tradizioni natalizie”. Triplice
appuntamento, domenica 8, 15 e 22
dicembre 2013.
«La manifestazione – spiega il vicepresidente Davide Sigurtà – intende
festeggiare la ricorrenza natalizia con
una serie di iniziative ludico-ricreative
che saranno di accompagnamento a
un’esposizione di bancarelle in piazza
Martiri della Libertà con prodotti agroalimentari e e opere artigianali e dell’ingegno. Nella scelta degli espositori è
stata data particolare attenzione alle
realtà associative lonatesi che avranno
la possibilità di essere presenti gratuitamente con un loro banchetto, per
pubblicizzare la propria attività sociale».
Antiche mura 2. Un altro Concerto di
Natale sarà offerto dal Coro Arcangelo
da Lonato nella Sala del Celesti al primo
piano del Palazzo comunale di Lonato,
Ma la grande novità di quest’anno,
grazie all’impegno della Pro Loco, con il
patrocinio del Comune di Lonato, e l’attiva partecipazione delle associazioni
Fa parte del programma della Pro
Loco anche il concorso “Natale creativo”,
in cui le scuole lonatesi iscritte presenteranno degli alberi di Natale realizzati con materiale di riciclo, opere che
saranno premiate con materiali didattici
il 22 dicembre. Ogni data, una proposta:
il 15 dicembre l’associazione La Polada
organizzerà le visite guidate al centro
storico; il 22 dicembre l’associazione
Enjoy Your Run farà una gara podistica
non competitiva, Christmas Run, su un
percorso di 4 o 8 km in cui i concorrenti
saranno invitati a indossare qualcosa di
natalizio. Info: www.prolocolonato.it.
Per Natale adotta “una famiglia in +”
A
dottare una famiglia in difficoltà. È la proposta dell’Associazione Gratitudine, che già opera
a Desenzano del Garda e che è stata
ospite a Lonato del Garda, protagonista di una serie di incontri pubblici
per presentare alla cittadinanza la proposta dell’affido leggere. Un’idea che
potrebbe diventare il nostro regalo di
Natale.
“Una famiglia in +”, spiega la presidente Adileia Antunes (nella foto a
lato), è un progetto che ha il patrocinio
e l’appoggio dell’Assessorato ai Servizi
sociali del Comune di Lonato; intende
«incentivare sul territorio forme di
affido leggero a favore di minori e del
loro nucleo di origine attraverso la creazione di un gruppo di famiglie che, adeguatamente sensibilizzate e formate, si
rendono disponibili a garantire questo
servizio». In più, per le mamme, viene
offerto anche un servizio di ascolto e
gruppi di auto mutuo aiuto per giovani madri in un cammino di crescita
insieme. L’associazione si occupa anche
di raccolta e distribuzione indumenti,
piccoli elettrodomestici e mobili usati
per persone sole o famiglie disagiate
e percorsi guida all’autonomia per giovani in difficoltà e con scarsi appoggi
familiari e amicali.
È attiva dal 2011 con diverse iniziative di solidarietà ed esperienze di auto
mutuo aiuto l’Associazione Gratitudine
che ha sede in via Montegrappa a
Desenzano. Con serietà e impegno si
dedica alle persone e alle famiglie che
si trovano in situazioni difficili, grazie
all’indispensabile presenza dei volontari. “Una Famiglia in +”, aggiunge la
volontaria Federica Ghidini, «è un
progetto a cui teniamo molto: mette
a disposizione temporaneamente
spazi, tempi e risorse proprie per la
realizzazione di obiettivi specifici, per
sviluppare un principio di solidarietà
sociale. Ogni progetto, in base alle esigenze, può variare da una settimana
a un anno, con verifiche periodiche
da parte dell’associazione e dei servizi
sociali. E può essere interrotto in qualsiasi momento in base alle necessità
della famiglia in più o della famiglia
richiedente».
«Da quando sono presidente dell’associazione – riprende Adileia Antunes
– ho potuto constatare quanto siano
importanti per una persona la solidarietà e l’aiuto incondizionato vissuto
come dono». Quale miglior periodo
di quello natalizio, dunque, per spalancare le porte della propria casa alla
solidarietà?
«Abbiamo accolto questo progetto
dell’Associazione Gratitudine – afferma
infine l’assessore ai Servizi sociali Ettore
Prandini – per il valore dell’iniziativa e
il momento particolarmente difficile.
Speriamo di riuscire a sensibilizzare
la comunità di Lonato e trovare famiglie sensibili alla solidarietà verso altre
famiglie in difficoltà, prestando sostegno nella gestione del minore». Per
maggiori informazioni: Associazione
Gratitudine, tel. 338 7598376.
GN Dicembre 2013 - 25
L’arte esotica di Athos ha il profumo della paella
È
non perdona manchevolezze essendo
a sua volta un perfezionista; la Paella,
la Sua Paella, per esempio, abbisogna
di un rituale severo ed importante, che
ne accresce il fascino appunto perché si
rispettino rituali, modi di allestimento e di
cottura, nonché di accurata selezione dei
commensali. Perché il rito si compia sono
numerosi i passi per arrivare alla soddisfazione finale, memorabile sempre, non
scalfita nemmeno dalle doverose e successive ripetizioni per convitati che della
ghiottoneria ne fanno poi un'esigenza.
probabile che il suo nome, Athos, gli
sia stato imposto perché si potesse
nel tempo riconoscere in lui una
parte di "spagnolità", cosa che lo riempie
di orgoglio, e che deve essere sempre stato
dentro di lui perché anche quale compagna della sua vita, ha scelto (o si è fatto
scegliere ?) da Dolores affinché la Spagna
fosse più palese, senza peraltro, dimenticare le origini mantovano-vicentine non
tralasciate dalla sentita e schietta desenzanità, la città dove divide anche con gli
amici i tempi della sosta, del piacere della
famiglia, e li condisce con l'ospitalità e
l'apprezzamento del bello: tra questi i
momenti della buona tavola.
Eccolo il rito, è degno della commedia
dell'arte esaltata dal recitare a soggetto.
C'è sempre un primo lancio, è lui che dice
di voler provare la nuova padella: "la
paellera", assolutamente acquistata in
Spagna e con le dimensioni precisissime,
oppure è un amico che dice di aver visto
gamberoni eccellenti nella pescheria
della piazzetta e si dice solleticato da languori ai quali è vano resistere. La proposta
di un buon ristorante per ripassare altre
recitazioni, non viene accolta e il rilancio
è che si può fare una paella, come Dio e
lui soli, comandano.
Eccolo, l'Athos desenzanese dei ritorni
da paesi esotici o da città fumose, ove il
suo lavoro di esperto affermato per pulire
l'aria da fumi nefasti, discende dalle altre
ciminiere del suo operare quale moderno
prezioso spazzacamino, e va a centellinare, con l'acqua del Garda, la purezza
dell'aria che gli serve da esempio insostituibile per i suoi attivi servizi professionali.
Centellinare l'acqua del Garda, però è
insufficiente nell'aria amicale dell'osteria, dove l'allegria è stimolata anche
dall'oro puro e luminoso che lì si chiama
Bianchino, che nei calici trasparenti
vuotati di frequente diventa racconto di
avventure, disputa di impossibili baruffe,
sino al momento in cui le avventure di
cucina prevalgono sul tutto, e la provocazione diventa un invito a cena mentre il
Lugana dai bicchieri è contento di essere
stato regista. Si deve sapere, infatti, che
Bellini & Meda srl
attrezzature speciali e
macchine automatiche
dopo il purissimo e tradizionale pranzo
de "i òs del porsèl", antico rito dopo aver
appeso i salami alle pertiche del loro
destino, recitano da Athos e Dolores,
con attrettanto fervore "le pennette alla
zarina", e il salmone e caviale sono comprimari, senza sottovalutare peraltro il
prosciutto di cinghiale o una padella di
porcini trifolati. Il tutto senza copione
alcuno, nella pura formula del recitare a
soggetto, anche con accompagnamento
musicale quale tintinnio di bicchieri
declamanti Barolo, Chianti, o Botticino
e Groppello, con tonalità di Lugana e
Collio fino agli acuti in francese di ugola
bagnata di Champagne.
Ma il massimo della rappresentazione
è di provenienza spagnola dove eccelle
ormai con raro virtuosismo: la paella.
Il cemento è stato, ed è, il suo lavoro: la
sua attenzione professionale è volta a far
si che nell'aria non si abbiano a disperdere
tutte le cose nocive della sua lavorazione,
e questo professionista nell'occasione di
depurare dai cieli delle regioni spagnole
i fumi delle cementerie, riesce anche a
trarre del buon cemento dalla sua natura
di uomo che utilizza per consolidare amicizie, in quelle regioni mantenute intatte.
Qui, da noi, con frequenza, provvede a
trasformare il racconto di osteria, in un
invito.
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26 - GN Dicembre 2013
Lo scenario delle occasioni, che nel
paese è quello dell'osteria, lui lo ha tratto
dal mondo; si parli di Spagna (amore infinito) o di America, di Birmania, di Africa o
di Turchia, luoghi ove ha consolidato per
il suo vivere ramingo, un senso della casa
e del buono che trasferisce anche nei suoi
piatti, di questi è regina la calda e colorata paella.
Questo spazzacamino (ricordiamo
volentieri il buon Bert, amico di Mary
Poppins!) con il dono dell'ospitalità ama
attorniarsi di degustatori eccellenti e
Inutile affermare che in poche battute la
scena si amplia fino a fissare la data della
sacra rappresentazione: regìa e primo
attore Athos con prima attrice Dolores
che oggi lo osserva vicinissima da un
nuvola, e allora è un rincorrersi di preparativi, alcuni verso le migliori pescherie,
altri per intonare i vini, che qui sono solo
italiani, alla tavola; quindi la scelta va sui
bianchi per la tovaglia bianca, su qualche
sangria e allora la tovaglia dovrà essere
a quadri banchi e rossi, questo perché "la
Paella deve venire come un dipinto" dice,
"e suscitare emozioni".
La "Paellera" deve essere rigorosamente di ferro, il fuoco, necessariamente
di legna, bandito il gas o l'elettricità. La
legna deve riscaldare uniformemente e
gli ingredienti vanno dosati e portati a
cottura con pazienza, perché il dipinto
venga coi suoi colori e dare le sue emozioni, che sono quelle di momenti poveri,
dove il pescatore-contadino cucinava per
il suo desco con gli aromi e i sapori della
sua terra.
Il Gran Giorno, i convitati sono accolti
dal suo sorriso brontolone, mentre sciorina una recita di fiacca convinzione:"ma
il fuoco…, ma le verdure…, ma il vino…,
bisognava…, però… "; tutta scena: i profumi dicono già che ogni cosa è stata
messa al suo giusto posto e al giusto
momento, poi si vede che il Palcoscenico
(la Tavola) è addobbato alla perfezione
fra caraffe ricolme di vini allettanti solo a
vederli, e poi, giù ai bordi del giardino a
vedere la fine della cottura: caspita è proprio un dipinto. Lui sorride soddisfatto! Il
riso sobbolle, sornione, da sotto il velo di
rosso pomodoro, mentre Athos, serio, rifinisce sino a disegnare una stella (sembra
la Rosa dei Venti!) fatta di scampi, gamberi e listelli di peperoni gialli, verdi e rossi;
sparge con delicatezza una pioggerellina
di zafferano ed in pochi minuti una corsa
a tavola ad attenderlo arrivare con la sua
“paella quadro” meravigliosa e a fare,
con momenti allegri, un nuovo quadro di
vivace serenità.
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Il presepe di Arianna
A
rianna apre gli occhietti e col dorso della mano
li stropiccia mezza addormentata. Si volta sul
fianco, immerge il faccino nel guanciale che sa
di pulito, poi nasconde la testolina riccioluta sotto il
soffice e caldo piumino. Un delicato fiore sotto la candida coltre di neve.
Fuori il cielo è sereno e terso, il vento della notte s’è
placato lasciando dietro di sé un bianco mantello di
lucenti cristalli. Le campane suonano festose il loro
richiamo. L’allegra melodia dei canti natalizi accarezza
il lieve sonno della bimba. In cucina la nonna si arrabatta spiccia attorno ai fornelli e al fuoco della vetusta
stufa sulla quale ribollono pentoloni colmi di squisitezze d’antica tradizione e sapienza culinaria.
La tavola imbandita con il grazioso servizio di piatti
in porcellana e la tovaglia ricamata, i calici sottili ed
eleganti, un grande vassoio traboccante di verdure
di stagione allieta la vista. Un fiorente cavolo romano
adagiato sulla prospera corolla di foglie di verza, all’intono boccioli di carciofi violetti… Fioritura d’inverno.
Nel grande salone svetta il ridondante albero illuminato e ornato con sfavillanti palle colorate e fili d’argento ai cui piedi giacciono pacchi e pacchetti d’ogni
forma e dimensione avvolti in vivaci carte regalo
e fiocchi sproporzionati. Arianna si distende sulla
schiena, un raggio di sole le riscalda il viso, il nasino
spunta dal morbido giaciglio. È Natale! La bambina
s’affretta giù per le scale, ai piedi le buffe pantofole.
Corre svelta in cucina e abbraccia la nonna che efficiente le ha preparato una tenera focaccina fritta guarnita da generose fette di gustoso salame. La piccola
sorride felice e assapora a bocca piena l’abbondante
colazione accompagnata da una zuccherina spremuta
d’arancia. Arianna trotterella festosa verso il salone e
s’avvicina alla grande cassapanca dove col nonno ha
predisposto un incantevole presepe.
Il cielo stellato con la luminosa cometa fa da sfondo
alle montagne approntate con ceppi di legna da ardere
camuffati da lussureggiante muschio. Sale e farina
imbiancano le vette, un ruscello di carta d’alluminio
spiegazzata ad arte scivola tra le rocce fino a formare
uno specchietto d’acqua sulla cui trasparenza scivola
una coppia di cigni. Sulle sponde un pescatore issato
su di un masso ode lo sciabordio del calmo torrente.
Inerpicati sulle verdeggianti pareti scoscese i pastorelli
guidano verso valle pecore e agnelli seguiti dal fedele
e ubbidiente cane. Musici esuberanti scandiscono il
cammino con il suono di cornamuse e clarinetti.
Nelle graziose casette di legno s’accendono le luci e
le massaie s’affacciano sulla soglia. Le donne accendono i fuochi e s’apprestano indaffarate a cucinare
qualcosa di sostanzioso o tessono abiti caldi, gli
uomini accorrono nelle stalle per mungere dolce latte
da mucche e capre; nel pagliaio galline e anatre chiocciano e starnazzano lasciando in dono tiepide uova.
Nell’improvvisata capanna la Madonnina con sguardo
amorevole accudisce il Bambino Gesù fasciato di garze
e riscaldato dal carezzevole alito dell’asinello e del bue
accovacciati accanto alla mangiatoia.
Giuseppe saluta umilmente i tre Re Magi inginocchiati dinanzi al nuovo nato e imbarazzato accetta
i loro preziosi doni giunti in anticipo per merito di
Arianna che non ha saputo resistere all’attesa e li ha
voluti nel bell’insieme del suo presepe con i loro rumorosi cammelli riccamente bardati. Le sfarzose vesti
degli stranieri si disgiungono dal povero quadro del
miserabile popolo.
Un mendicante s’accuccia dimesso sul pagliericcio
del sacro ricovero offrendo l’unica cosa che possiede,
la musica della propria armonica. Angioletti spensierati cantano in coro sulle note di tanto autentico
amore spolverizzando all’intorno raggi dorati ad ogni
delicato battito d’ali. Arianna dona sorrisi puri e sinceri
che vengono dal cuore.
85 candeline per la Fraglia Vela Riva
U
n’ondata di vitalità e passione caratteristiche di un vulcanico adolescente
in cerca di sempre nuove, forti emozioni, date in questo caso dalla vela e
dalle sue fantastiche sfumature, sempre diverse. Presso la sede della Fraglia
della Vela di Riva - ove ancora aleggia l'ombra di Gian Carlo Maroni - si è celebrato a
novembre, in collaborazione col MAG Museo Alto Garda, l'85° anniversario di fondazione del circolo (1928-2013).
Nell'occasione sono intervenuti il presidente Mauro Stanga, il vicesindaco
Alberto Bertolini e il presidente della Fondazione "Vittoriale degl'Italiani" Giordano
Bruno Guerri. Moderatore dell'incontro, avente quale tema "D'Annunzio, il lago, la
poesia e l'architettura", era il giornalista della Rai Giulio Guazzini, che ha rilevato
come la vela sia spesso ancor oggi considerata la cenerentola degli sport (ne sa
qualcosa proprio lui, i cui interventi giornalistici in Rai vanno in onda attorno alla
mezzanotte).
"Non siamo un circolo vecchio. Siamo anzi il primo circolo al mondo per le regate
28 - GN Dicembre 2013
fatte" ha tenuto invece a precisare il presidente Mauro Stanga, che ha aggiunto: "La
Fraglia della Vela non organizza regate sociali, ma regate col mondo".
Guerri, giunto in Fraglia con grave ritardo per un incidente occorso nella
Gardesana occidentale - il famoso "Meandro" dannunziano - si è infine soffermato
su d'Annunzio, la vela e il lago di Garda, accennando anche al ruolo di studio e divulgazione svolto a questo proposito da studiosi del luogo (trasparente il riferimento
al volume "D'Annunzio e Riva del Garda", ancora disponibile presso il museo rivano).
Guerri, pur digiuno di nozioni veliche, è stato fatto nell'occasione socio onorario
della Fraglia. Lui, per ricambiare, ha promesso ai soci del sodalizio rivano una visita
al Vittoriale sotto la sua guida.
E anche - accanto a lui frattanto splendevano il calice dell'Orbo Veggente e
il guanto lasciato dal Vate durante una sua visita a Riva - la trasformazione del
Casseretto, nel Vittoriale, in un museo dedicato al rivano Gian Carlo Maroni, con
esposizione dei suoi disegni e dei suoi progetti.
Corpo Musicale di Lonato
Concerto Natale
di
MUSICA PER UN CONCERTO INDIMENTICABILE
Direttore
M˚ Carlo Righetti
Presenta
Valerio Silvestri
Ingresso libero
Venerdi 20 Dicembre 2013 - ore 21,00
TEATRO ITALIA - Lonato del Garda
NEL CORSO DELLA MANIFESTAZIONE VERRA’ ASSEGNATA LA GERLA DI INGRESSO LIBERO ROMA CREATTIVA
Citta˙ di Lonato del Garda
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NUOVA SEDE: VIALE POSTUMIA, 54 - VILLAFRANCA VR
CURIOSITÀ
IN VIAGGIO
a cura di
Giacomo Danesi
M
e lo sono sempre chiesto da
cosa derivasse. Sto parlando del
termine: mercatino delle pulci.
Cosa significa mercatino grazie a Dio
lo so. Ma non conoscevo il perché "delle
pulci" che, pare, sia di origine francese (e
lo è). Sembra, ma non è certo, che derivi
dal fatto che nella zona di Parigi, dove si
trovano due famosissimi "mercatini delle
pulci" (il diminutivo in questo caso non ci
vorrebbe...), uno dei due era noto perché
i capi d'abbigliamento e i tappetti erano
infestati dalle pulci!
I due mercatini di Parigi son considerati tra i più grandi del mondo. In verità
il più grande del mondo dovrebbe essere
quello di Mosca. Non mi ricordo perché
ho fatto questa introduzione.... Ah, certo,
che stupido. Avevo notato alcuni giorni
fa su Facebook una bella pagina della
collega Assunta Corbo, dalla quale ebbi
alcuni anni fa l'onore di essere fotografato mentre mi trovavo seduto (abusivamente) sullo scranno del Ministro del
Turismo tunisino. La pagina era dedicata
a un suo libro dal curioso titolo: “1001
Mercatini in Italia - Da vedere almeno
una volta nella vita”, Newton Compton
Editori. Visitarli tutti deve essere stato una
fatica immane per la collega. Ho avuto in
dono il bel libro di Assunta Corbo. Ho letto
l'introduzione e poi mi sono gettato a
capofitto tra le pagine alla scoperta di un
Mercatini: passione
non solo natalizia!
mondo fantastico. Leggo in una nota che
“Da novembre a gennaio l’Italia intera
si colora di rosso, oro e argento per dare
vita ai mercatini. Non uno uguale all’altro: ognuno ha una propria personalità.
Ci sono quelli tradizionali ma anche i più
innovativi, quelli grandi che richiamano
turisti da tutto il Paese o i piccoli scrigni
per chi cerca qualcosa di diverso”.
Bene. Oso, comunque, sperare che
andar per mercatini non sia solo esercizio
di fine anno ma per l'intero arco dell'anno.
I mercatini sono un patrimonio culturale
ed etnico di grande rilevanza. Sui mercatini ho trovato tesori culturali immensi,
come libri rarissimi che, fortunatamente
per me, erano passati inosservati perfino
al venditore.
Autografi e lettere di grandi personaggi
della Storia giacciono quasi sempre
dimenticati in soffitte che periodicamente, per nostra fortuna, sono svuotate
e messe a disposizione di chi vuol essere
curioso. Mi sono divertito nell'apprendere
di mercatini a soggetto veramente fuori
dell'ordinario. Ammesso che l'ordinario
esista ancora. Ne volete la prova? Ve ne
descrivo alcuni.
San Valentino in 24 mila baci, a Vico
Gargano (Foggia) dal 13 al 17 febbraio
di ogni anno. Certo, ci sono le bancarelle,
ma il pezzo forte è uno strettissimo vicolo
(solo 50 centimetri di larghezza...), il
vicolo del bacio appunto, dove non ci
sono bancarelle ma ci si scambia il tradizionale bacio. Molto frequentato. Il vicolo
s’intende. Chissà se Adriano Celentano è
informato...
La Fiera del fischietto a Rutigliano di
Bari. In gennaio. Diceva Ennio Flaiano
che l'italiano ha un solo nemico: l'arbitro
di calcio. Perché deve prendere sempre
una decisione. Esercizio che in Italia
trova molte difficoltà. Nel leggere il titolo
ho pensato subito a un raduno di arbitri di calcio provenienti da tutta Italia.
Macchè! È una delle fiere più amate di
Puglia e, protagonista indiscusso, è il
fischietto in terracotta in tutte le fogge e
colori. Naturalmente in contemporanea
c'è anche la mostra mercato della terracotta. Se alla festa dell'Ascensione vi trovate a Firenze, tutti al Parco delle Cascine
alla Festa del Grillo! Diavolo di un Renzi...
Ma cosa avete capito? Il grillo, il simpatico animaletto simbolo delle giornate
primaverili. Un momento. La festa non
consiste nel catturare il grillo. Il Comune
ha emanato un’ordinanza con il divieto
di cattura e vendita degli insetti, grillo
compreso. Cosa potete comprare allora al
mercatino? Le gabbie! Gabbie con riproduzioni grafiche o sonore del grillo. Sito
web: www.comune.firenze.it
Volete sapere di quale mercatino
Assunta Corbo parla al numero 946 dei
1001 mercatini? Della Fiera del Pendolare!
Immediato il pensiero ai pendolari lombardi, alle prese ogni giorno con treni
sporchi e orari impossibili. Chissà che
gioia pensare che è stata loro dedicata
una fiera! Invece si svolge in Toscana,
e precisamente a Incisa Valdarno, in
Provincia di Firenze, "in un giorno di
marzo"...
Cosa succede in quel fatidico giorno di
marzo? Semplice. I pendolari scendono
dal treno e si trovano davanti, in uno
apposito spazio, un bel mercatino con
mille e una cosa. Mostri il biglietto del
treno e lo sconto è fatto! Scrive la Corbo:
perché non replicarla in tutte le stazioni
d'Italia? Giusta osservazione. Per sapere
il giorno di marzo ecco il numero di telefono: 338.5244641. Il libro si trova online
e nelle librerie italiane (“1001 Mercatini in
Italia, pagine 480, euro 9,90).
Comici, mimi, cabarettisti:
c’è voglia di ridere!
M
ai come in questo periodo
si sente bisogno di ridere, di
respirare un po' di buonumore per accantonare, almeno per un
poco, il cattivi pensieri e le preoccupazioni di un anno grigio.
«Il riso è il sole, che scaccia l’inverno
dal volto umano». Ridere fa bene, lo
sapeva Victor Hugo. D'accordo anche
lo staff di Radio Noi Musica, che per
riportare il sole chiama a raccolta “gli
artisti della risata”. Ovvero aspiranti
comici, imitatori, cabarettisti, mimi,
chiunque portare l'allegria e faccia
del buonumore il proprio stile di vita.
Il 1° Festival della Risata, per comici e
intrattenitori, è organizzato da Radio
Noi Musica, la webradio fondata da
don Luca Nicocelli con sede a Lonato
del Garda. I concorrenti selezionati
saranno ospiti di programmi radiofonici e di una serata di risate e buonumore sul lago di Garda.
Per i finalisti ci sarà la possibilità di
esibirsi in eventi e locali del lago, da
marzo a maggio 2014 e durante la
prossima estate. Le iscrizioni sono
aperte fino al 1° marzo 2014. Info e
regolamento sul sito www.noimusica.
org.
Il tema da trattare è libero. “Le performance potranno essere sia in
lingua italiana che in dialetto, purché
non volgari e rispettose del buon
costume. Sono vietate bestemmie e
offese alla morale, pena la squalifica”,
si legge nel regolamento. I partecipanti dovranno avere dai 18 anni in
su. E gli interventi dovranno basarsi
su testi scritti dagli stessi concorrenti,
o per loro da autori e collaboratori resi
noti, e non potranno in alcun modo
essere presentati testi “celebri” (se
non sotto forma di “breve citazione”).
Saranno valutati dalla giuria il testo,
l’interpretazione e l’originalità degli
interventi.
Continua intanto negli studi della
webradio lonatese Noimusica.org
il 2° corso “Noi Speaker” che dopo
due mesi di esercitazioni, testimonianze e ospiti propone agli aspiranti
speaker ancora un paio di incontri
“molto radiofonici”: il 2 dicembre con
il conduttore televisivo, che ha lavorato anche in Rai, Niccolò Brenzoni
e, dopo la pausa natalizia, è attesa la
testimonianza della speaker di RTL
102.5 Silvia Annichiarico. L'8 febbraio,
per i più giovani, nel teatro Giovanni
XXIII, in piazza Garibaldi a Desenzano,
si terrà invece il 4° Concorso per Voci
Bianche Noi Musica 2014, per ragazzi
dai 6 ai 13 anni (info su: www.noimusica.org). Ad aprile torna il concorso
canoro per giovani dai 14 ai 25 anni.
GN Dicembre 2013 - 31
Un museo unico per Gesù Bambino
È
il primo e l’unico museo
al mondo con la più
significativa raccolta di
sculture del "Bambino Gesu".
A Gardone Riviera, dal
2005, da visitare c'è il Museo
realizzato dalla signora Hiky
Mayr, collezionista colta, di
origine tedesca, che ha dedicato più di trentacinque anni
della sua vita alla ricerca,
la raccolta e al restauro
delle sculture raffiguranti il
Bambino Gesù.
Ricorda la Signora Mayr che
la sua collezione iniziò anni
fa, per caso, visitando la bottega di un antiquario: “Stavo
cercando delle vecchie pentole di rame che mi servivano per creare un addobbo
nell’albergo di famiglia, il
Grand Hotel Fasano” e fra
quelle pentole vidi spuntare
due gambette nude, di
legno e chiesi a chi appartenessero”. E il commerciante
rispose: “Al Bambino Gesù”.
L’immagine era commovente, si trovava in pessime
condizioni, sporco, pieno di
escoriazioni, privo di alcune
dita delle mani e dei piedi,
ma una volta recuperato
divenne il capostipite della
collezione e ora si trova nel
Museo”.
La raccolta oggi vanta
più di duecentocinquanta
sculture di quattro secoli
e documenta attraverso i
manufatti esposti, le tecniche, gli usi, l’iconografia
legata al tema della scultura
a tutto tondo avente per soggetto “Gesù Bambino” e in
alcuni casi “Maria Bambina”.
Le dimensioni si aggirano
tra i sessanta e i novanta
centimetri. Qui c’è proprio
tutto ciò che riguarda “Gesù
Bambino”: lo trovate in fasce,
ignudo oppure abbigliato
da “Piccolo Re” con vesti ricchissime e un ampio corredo. Cambiano anche le espressioni, a volte più tristi o riflessive, altre più gioiose. Esiste
nel Museo anche un “Presepe
napoletano” d’epoca con più
di centotrenta figure e numerosi animali. E una sezione
del Museo è dedicata all'iconografia di Maria Bambina.
Un tempo le statue della
vergine venivano donate
alle fanciulle avviate al convento e alle spose come
buono auspicio di fertilità.
Nella collezione Hiky Mayr
troverete una vetrina con
sette splendidi esemplari,
due dei quali estremamente
pregiati. Il Museo si trova
a soli cinquecento metri
dal “Vittoriale” (in via Dei
colli 34 a Gardone Riviera),
pertanto si può creare un
percorso museale con due
realtà diverse, ma molto
interessanti.
La Provincia di Brescia ha
inserito questo Museo in un
percorso di visite, in quanto
è dotato di tutte quelle infrastrutture idonee anche ai
disabili.
Il biglietto d'ingresso per
gli adulti è di 5 euro, gratuito
per i bimbi fino a 6 anni. Dal
6 dicembre 2013 al 12 gennaio il Museo è aperto tutti i
giorni (eccetto il lunedì) dalle
14 alle 18 e dal 20 dicembre
al 6 gennaio dalle 10 alle 18,
anche nei giorni festivi. Info:
tel. 0365.293105, www.ilbambino-gesu.com
La Natività di Manerba, fra tradizione e modernità
I
linguaggio che non dimentica il profondo significato
religioso del presepio, che è una rappresentazione
simbolica della nascita di Gesù ma anche espressione
culturale, creatività e tecnologia. Spiritualità in movimento, verrebbe da dire, con il gusto artigiano delle
cose fatte bene e con l’amore per la propria terra.
l cammino di questo manufatto inizia all’inizio di
marzo per essere pronto la notte di Natale. La passione e dedizione, di cura dei dettagli quasi maniacale, di sperimentazione e di collaudi fanno di questo
presepe una realizzazione unica nel suo genere. Il
lavoro di montaggio del presepe, un “cantiere” che in
realtà non conosce sosta visto che viene avviato subito
dopo la fine delle operazioni di smontaggio dell’allestimento precedente, quando è ancora inverno.
Il due maggio scorso è iniziata la lavorazione alla
prima novità 2013: il castello con le guardie che controllano il perimetro delle mura e, non poteva mancare, l’alza bandiera sulla torre. Il 25 di maggio ha avuto
inizio la lavorazione della seconda novità: si inizia la
costruzione del circo. Si studiano i meccanismi, la scenografia e si iniziano i lavori. All’interno sono stati inseriti: il domatore di elefanti, i cavalli che si esibiscono in
circolare, l’acrobata che pedala sulla corda in monobici, la foca che gioca con la palla e pure il carretto
dei popcorn. All’aperto del circo, Babbo Natale porta i
gelati con il tradizionale carretto. In contemporanea, a
luglio, si procedeva alla realizzazione della terza novità
2013: i serpenti nel deserto e le cavità rocciose. Intanto,
sempre parallelamente a queste lavorazioni, il nostro
tecnico del computer continuava nell’aggiornamento
dei suoni e del parlato incrementando gli effetti.
Nel mese di agosto gli Amici di San Bernardo sono
stati impegnati all’organizzazione dell’omonima sagra.
Una parentesi allegra, in attesa del montaggio dei
diversi pezzi del presepe, che è iniziato alla metà di settembre nella chiesa di San Giovanni. Ancorati alla tradizione ma sempre alla ricerca dell’innovazione, guardando al futuro senza dimenticare il nostro passato.
È la sfida che anche quest’anno gli Amici di San
Bernardo hanno raccolto per realizzare il Presepe
meccanico che, puntualmente,nella notte di Natale, il
24 dicembre, accende le sue luci e attiva i suoi infiniti
meccanismi, la sua teoria di cavi, le sue centinaia di
statuine nella chiesa di San Giovanni, a Manerba, per
offrire ancora una volta - e siamo alla diciassettesima
edizione - una Natività che non ha eguali, suggestiva e
sorprendente, che conserva l’anima popolare ma che
a ogni edizione propone novità, che interpreta lo spirito del Natale con un linguaggio sempre attuale. Un
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32 - GN Dicembre 2013
È la meccanica, certo, a rendere unico il Presepe
meccanico, ma è anche la fantasia degli Amici di San
Bernardo. Diamo dunque uno sguardo alle novità di
quest'anno: il circo che con i suoi spettacoli allieta
l’atmosfera natalizia, il serpentario nel deserto. E
non manca un riferimento alla terra martoriata della
Palestina, che non conosce pace: nel presepe meccanico c’è dunque una postazione militare con tanto di
cannoni che sparano, un castello nel quale i soldati
eseguono l’alzabandiera, sorvegliati dalle guardie
in movimento, che garantiscono la sorveglianza. E
ancora, il completamento del castello proposto lo
scorso anno con l’automatismo del cancello d’entrata
che si alza e si abbassa durante il passaggio dei cavalli.
Spazio alla tecnologia e alla fantasia, dunque, ma
senza dimenticare le radici agricole della nostra terra,
che sono ben piantate fra vigne e oliveti.
Il paesaggio gardesano, con la sua umanità di artigiani e contadini, fa da contrappeso agli scorci della
Betlemme mediorientale che da sempre caratterizzano il presepe. Un mondo solo in apparenza lontano
che viene riletto, attualizzato, interpretato. E la cui
rappresentazione non finisce di affascinare adulti e
bambini.
In questo modo il gruppo Amici di San Berbardo
augura a tutti Buon Natale!
▶ CATALOGHI
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Fiera
reGionaLe
di Lonato
deL Garda
Città di
Lonato deL Garda
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Fiere e Mercati
Agricola
|
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17 18 19
Gennaio
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Convegni e mostre collettive J Gran Galà Show J Luna Park
Palio di Sant’Antonio J Gare gastronomiche J Palo della cuccagna
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...tanto altro da scoprire tra gli stand
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ALL’AGRICOLTURA E ALLE FORESTE
Assessorato al Lavoro, Attività Produttive,
F.P., Economia e Politiche Negoziali
Il lungo viaggio di Andrea Trolese (undicesima puntata)
Samarcanda, la quasi bella
D
di donne colorate e dal mono-ciglio
curato. Ballano in cerchio e al centro
del cerchio mettono un bambino, quasi
fosse la loro vittima sacrificale. Le deboli
luci strobo, stile anni 80, si riflettono su
tutti quei sorrisi d'oro, che, creando un
gioco di specchi, illuminano lo sfortunato pargolo a intermittenza, proprio
come un faro fa con le navi.
al finestrino della Peggy, quando
vedo un vortice d'aria lontano,
mi piace immaginare che la
steppa stia plasmando una qualche
forma di vita, come un vero e proprio
demiurgo.
L'Uzbekistan sembra un paese particolarmente ridente tra tutte le “terrestan” che ci son qui intorno. Il turismo
è abbastanza sviluppato grazie alle
meraviglie di Buxoro e Samarcanda, e
di conseguenza anche strade, servizi
e conoscenza dell'inglese migliorano
sensibilmente. Più andiamo avanti più
è facile incontrare altri team. Come un
imbuto, ormai la Mongolia ci sta per
risucchiare tutti.
A Buxoro ci rifugiamo in un hotel decisamente caratteristico, beviamo “chaj” e
ci spaparanziamo per qualche ora su
un terrazzino che domina con grande
umiltà le cupole e i vicoli del centro. Mi
sembra uno di quei posti in cui uno, un
bel giorno, decide di ritirarsi da tutto e
tutti senza lasciar più tracce di sé, solo
con una penna per scrivere, una matita
per disegnare o un registratore come
ultimo interlocutore. Nell'aria si respira
avventura, come se Indiana Jones
dovesse saltar fuori da qualche tombino da un momento all'altro, in fuga
da mummie indiscretamente disturbate dai propri sarcofagi. Non so perché,
ma sono convinto che Samarcanda sia
ancora meglio. Invece no. Certo pare
tutt'altro che una brutta città, ma la sua
estesa dimensione ne annulla drasticamente il fascino storico. Anche se ci
fosse qualche bella mummia maledetta,
sono abbastanza sicuro che Indiana
Jones a Samarcanda non ci verrebbe
mai. A meno che non voglia mangiare
gli “shashliki” più buoni di tutti i tempi,
s'intende.
Quando arriva al tavolo, la carne
d'agnello gronda sapore dallo spiedino rovente. Sembra quasi che abbia
fatto fatica a diventare cosi buona.
Intorno a noi, oltre a stormi di mosche,
un presunto cantante sta settando l'impianto e preparando un'improvvisata
sala da ballo. Sulla strada le Chevrolet
Matiz passano a ritmo serrato, contribuendo a creare un forte senso di
“déjà vu”, un errore di Matrix. L'unico
errore invece è stato quello di sedersi a
quarantacinque centimetri dalla cassa
audio che in pochi minuti comincia a
diffondere il lamentoso canto del Gigi
d'Alessio locale. Se c'è una cosa nella
vita che non mi ha mai infastidito è il
volume, ma qui devo ricredermi. Sto
invecchiando, è evidente, ma nel guardare i miei compagni di viaggio capisco
che si tratta di semplice e dovuta intolleranza.La zona ballo inizia a popolarsi
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el precedente articolo abbiamo
detto che è necessario, prendendo a riferimento il vecchio
D.M. 09/94 e il più recente Decreto
Direzione Sanità N. 13237 del 11-112008, valutare lo stato di degrado
dell’amianto secondo un protocollo
e, solo una volta fatta questa valutazione, sapremo entro quanto tempo va
rimossa la nostra copertura.
Questo protocollo, che dovrebbe
essere redatto da un professionista vista
la tecnicità dell’argomento, sulla base
di 9 parametri, ci può dare tre fasce di
risultato:
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Fax 0365 676891, P.iva 02943710984 - C.F. DNCRRT60C24F471R
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34 - GN Dicembre 2013
fasce di risultato.
Per le prime due fasce cioè entro i
44 punti, è possibile fare tutti e tre gli
interventi consentiti sulle superfici di
amianto e cioè: incapsulamento, confinamento e rimozione.
Per la terza fascia e cioè quella oltre i
45 punti è possibile eseguire solo l’intervento di rimozione in quanto le condizioni meccaniche e di degrado del
tetto non consentono più gli altri tipi di
bonifica.
3) I.D. UGUALE O MAGGIORE A 45 :
Rimozione della copertura entro i successivi 12 mesi.
È molto importante capire anche quali
sono gli interventi possibili in base alle
Ulteriori informazioni e approfondimenti sui prossimi numeri di Gn.
2) I.D. COMPRESO TRA 25 e 44:
Esecuzione della bonifica entro 3 anni;
Via della Chiesa 2, Loc. Bottenago, Polpenazze D/G(BS), Tel 0365 674008
Nonostante l’hotel President ci faccia
sentire veri uomini d'affari, le nostre
barbe, gli zaini e la Peggy nel parcheggio svelano palesemente la natura
del nostro viaggio. Così torniamo alla
nostra realtà di pellegrini e muoviamo
verso la capitale, Tashkent.
Qualora le lastre di cemento amianto
presentino una superficie danneggiata
– ovvero quando sono presenti danni
evidenti e indiscutibili come ad esempio crepe, fessure evidenti e rotture
– in misura superiore al 10% della sua
estensione, non serve nemmeno fare
la Valutazione dell’Indice di Degrado
come spiegato precedentemente,
poiché è necessario procede alla bonifica immediata come indicato dal D.M.
6 Settembre 1994, privilegiando l’ intervento di rimozione.
1) I.D INFERIORE O UGUALE A 25:
Nessun intervento di bonifica. È prevista
la rivalutazione dell’indice di degrado
con frequenza biennale;
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Di notte invece siamo tutti più sinceri.
Lastre di eternit e
fessurazioni estese?
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A Samarcanda alloggiamo in un signor
hotel, gentile e inaspettato omaggio
dall'Italia del nostro benefattore di
giornata, Riccardo. Come a Teheran il
suo intervento ha un che di provvidenziale. L'entusiasmo del bell'hotel e la
consapevolezza del non dover passare
una frontiera l'indomani ci calamita
verso un'altra seratina tra usi e costumi
locali, e, tutto sommato, realizzo che la
vita notturna sia un elemento indispensabile per cogliere al meglio la vera
essenza delle diverse culture. Di giorno,
per le strade e nei musei c'è un che di
costruito, di socialmente imposto.
Conquista l’Oscar... di Bilancio
Castelnuovo del Garda
È
un Oscar insolito quello conquistato dall’amministrazione di
Castelnuovo del Garda, finalista
con Fano e Merano, nella categoria
“comuni non capoluogo”.
Si è svolta a Roma l’altra settimana la
cerimonia dell’Oscar di Bilancio della
Pubblica amministrazione 2013, ospite
della Sala Capitolare del Senato della
Repubblica, alla presenza del ministro
degli Affari Regionali e Autonomie
Graziano Delrio.
«È una grande soddisfazione e motivo
di orgoglio – ha detto il sindaco castelnovese Maurizio Bernardi –. Abbiamo
più volte sottolineato come il bilancio
del Comune di Castelnuovo del Garda
non risponda soltanto al requisito
minimo della correttezza ma si assesti
su livelli di eccellenza, grazie alle capacità dell’amministrazione e alla serietà
professionale dei nostri tecnici. Il fatto
che ci venga riconosciuto da una giuria
di esperti del settore a livello nazionale
rafforza la nostra convinzione».
Tutte le rendicontazioni economiche sono state esaminate prima dalle
rispettive commissioni di segnalazione, che hanno indicato alla giuria
i bilanci migliori. Presieduta da Dino
Piero Giarda, professore di Scienza
delle Finanze all’Università Cattolica di
Milano, la giuria era composta da analisti finanziari e da esponenti della Corte
dei Conti, della Ragioneria Generale
dello Stato e della Banca d’Italia, i quali
hanno selezionato Castelnuovo del
Garda fra i Comuni non capoluogo di
provincia con la miglior rendicontazione economica, sociale e ambientale
e capaci di attuare politiche efficaci sul
piano della trasparenza.
«Il Comune ha la visione del “rendere
conto” – si legge tra le motivazioni della
giuria –. Ogni tema viene dettagliato
in modo completo e ragionevole, e
il linguaggio adottato è quello della
chiarezza. Sono presenti spiegazioni
semplici, puntuali, professionali che
rendono un documento per sua natura
articolato piacevolmente leggibile
anche dai cittadini interessati». Non
solo documenti per addetti ai lavori ma
«documenti che richiamano e guidano
un’attenzione consapevole dei cittadini, senza nulla togliere allo standard
professionale».
In particolare: «L’esposizione accurata
e dettagliata delle entrate è affiancata
da un’attenta illustrazione dell’utilizzo
delle risorse. Anche le scelte grafiche
paiono ispirate dalla volontà di rendere conto nel tempo in modo serio,
perché resti memoria di ogni fatto della
gestione».
L’Oscar di Bilancio della Pubblica
Amministrazione gode dell’Alto
Patronato del Presidente della
Repubblica ed è promosso dalla
Federazione Relazioni Pubbliche
Italiana, con partner come la Corte
dei Conti, la Ragioneria Generale dello
Stato, la Cassa Depositi e Prestiti, più
altri enti.
F.G.
Si apre un futuro sportivo per i
giovani di Desenzano e dintorni
GN - gienne
dalla redazione di Gardanotizie.it
mensile del lago di Garda
Reg. Trib. Brescia n° 57
dell’11/12/2008 R.O.C. n° 18101
Copia in distribuzione gratuita
Direttore editoriale: Luca Delpozzo
Direttore Responsabile:
Luigi Del Pozzo
In redazione: Francesca Gardenato
Collaboratori: Fabio Arrigoni, Evelyn
Ballardini, Sergio Bazerla, Giorgio Maria
Cambié, Giacomo Danesi, Roberto Darra,
Amalia Dusi, Domenico Fava, Franca
Grisoni, Lino Lucchini,. Attilio Mazza,
Pino Mongiello,, Michele Nocera, Alberto
Rigoni, Marta Sartori, Silvio Stefanoni,
Andrea Trolese.
I testi e le fotografie pervenute, in
redazione anche se non pubblicate,
non verranno restituiti.
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Gienne, il mensile del lago di Garda, lo trovi
nelle principali edicole e nei punti d’interesse
pubblico del Garda e dell’Alto Mantovano:
Navigarda, uffici turistici, municipi, Iper di
Lonato d/G, La Grande Mela e Decathlon
di Castenedolo.
www.gardanotizie.it
primo ed unico videogiornale
on line del lago di Garda
I
l 2014 già annuncia un'interessante novità per i giovanissimi del Basso Garda.
L’Istituto Antoniano dei Padri Rogazionisti di Rivoltella
(Desenzano) ripartirà il prossimo anno 2014/2015 all’insegna dello sport. Lo ha comunicato il suo dirigente scolastico
Fiorenzo Pienazza, per anni professore del Liceo Bagatta. Dal
prossimo anno oltre alla scuola paritaria secondaria di primo
grado, ovvero le “medie”, l’istituto con sede in viale Motta a
Desenzano ospiterà anche il liceo sportivo, unico indirizzo
ancora mancante alla città (insieme all’artistico) e che sfornerà dopo cinque anni i nuovi “professionisti dello sport”.
Ricordiamo che allo storico “G.Bagatta” sono attivi il liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane.
Poiché il decreto risale agli inizi di marzo, il nuovo liceo non
è ancora presente in altri istituti del territorio gardesano,
dove sono state avviate alcune sperimentazioni. E quello dei
Rogazionisti sarà il primo del lago: «Non sarà finalizzato solo
alla formazione agonistico-sportiva – ha anticipato il dirigente scolastico – ma si rivolgerà a tutti gli studenti interessati
ai valori propri della cultura sportiva».
Il nuovo indirizzo avrà molte materie in comune con il
liceo scientifico, con il potenziamento delle Scienze motorie
e sportive, fondamenti di Diritto ed economia dello sport e
Discipline sportive, per dare accesso alle facoltà universitarie
medico-scientifiche o formare “manager” del settore sportivo
(il diploma è scientifico).
La scelta dell’istituto antoniano di avviare nella sede di Villa
Pellegrini il nuovo liceo è motivata dall’ampio parco di 10mila
metri quadrati con numerose strutture sportive che fanno
invidia ad altre scuole: due campi dalcio, campi da pallavolo,
basket, tennis, anello per l’atletica. A meno di un chilometro si
trovano anche gli impianto dello stadio “Tre Stelle” e le piscine
comunali di Desenzano. Senza dimenticare il Garda e la possibilità di sport acquatici, a partire dalla vela.
Insomma, un percorso nuovo e più dinamico si affaccia per
le giovani generazioni che saranno chiamate a scegliere dove
proseguire gli studi dopo la terza media. (Nell’immagine: Villa
Pellegrini, che sarà sede del nuovo liceo).
Francesca Gardenato
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