Mentre il Vesuvio è in eruzione nel 1794,… ...a Siena piovono strani meteoriti Di Aniello Langella www.vesuvioweb.com L’eruzione del Vesuvio del 1794 L’eruzione inizia il 15 giugno e poi,… Di quell’evento sappiamo tutto o quasi. Ma qualcosa di assai strano accade nelle campagne sensi a poche ore dalle concitazioni e dall’inizio dei fenomeni in terra vesuviana. Siena, giovedì, 16 giugno 1794. A 440 chilometri dal cono del Vesuvio in direzione nordnord-ovest , accadono fatti strani ed in merito ai quali ancora oggi non riusciamo ad aver chiarezza. Ci proveremo in questo spaccato della ricerca bibliografica. www.vesuvioweb.com L'abate Ambrogio Soldani (1736 - 1808) fu il primo a descrivere in un testo dettagliato e interessante un fenomeno assai strano accaduto a pochi chilometri da Siena. Lui in quell’anno definì l’oggetto precipitato nelle campagne, come un BOLIDE. A tal riguardo scrisse un testo dal titolo: "Sopra una pioggetta di sassi accaduta nella sera dè 16 giugno 1794". In uno dei passaggi si legge: " Il dì 16 Giugno dopo le ore sette della sera verso il tramontare del sole fù veduta una nuvola, che dal levante passava a ponente di San Quirico in distanza di tre, o quattro miglia, e precisamente sopra Lucignan D'Asso e Cosona, i cui caratteri principali erano,...lo scintillare e mandar razzi, il fumare, fare delle straordinarie esplosioni, gettare dè sassi infuocati sulla terra ". UNA PIOGGIA DI “METEORITI” su un territorio vasto e rintracciabile tra le città di Lucignano, Cosona e Spedalone. Gli oggetti litici (meglio definirli così) vennero raccolti, studiati e poi trasferiti in vari musei e sembra che l’intero quantitativo, complessivamente pesasse 3674,3 grammi . www.vesuvioweb.com La “PIOGGETTA” così come la definì il Saldani fu studiata da molti e molte furono le considerazioni. Il Brezina (1895) Farrington (1916) e Millosevich (1929). Questi studiosi definirono i “meteoriti” di Siena come Howardite. Restarono quindi nel campo specifico dei meteoriti. “Altri quali il Prior (1926) e Nininger (1950) la classificarono come una condrite intermedia, ma fu durante un rilevamento della Pianura Padana compiuto fra il 1961 e 1964 per il catalogo delle meteoriti italiane che venne recuperato uno dei frammenti della meteorite caduta a Siena e analizzato dai nostri scienziati Baldanza e Levi Donati nel 1969. Una volta sezionate e dopo numerosi esami si concluse che le meteoriti di Siena erano delle condriti del tipo LL, cioè a bassissimo contenuto di ferro, e del gruppo petrologico 5, quando le condrule sono distinguibili anche se non chiaramente delineate.” * In base a questi studi e a molte testimonianze, si estese sempre più la convinzione che questi “oggetti” caduti dal cielo e verosimilmente in presenza di nubi associate, si trattasse di METEORITI. Frammenti litici provenienti dallo spazio e precipitati sulla terra in circostanze favorevoli. Ma qualcuno suppose altro. Negli stessi giorni a circa 440 chilometri più a sud al Vesuvio era iniziata una intensa attività eruttiva. Terremoti, emissioni laviche e grandiose colonne di ceneri, lapilli e polveri vulcaniche. * http://astrocultura.uai.it/avvenimenti/meteoritesiena.htm www.vesuvioweb.com Una nube in buona sostanza fu individuata. Una sorta di nera scia. Il fatto non è da poco e suggerì a qualcuno una ipotesi non proprio EXTRATERRESTRE. Il prof.Giorgio Santi (1746 - 1822) insigne studioso di fenomeni legati alla natura suppose che la "nuvola" in questione avesse una relazione stretta con le attività esplosive del Vesuvio. L’ipotesi fu dunque quella che dal vulcano in erusione si fosse innalzata una colonna di detriti che per effetto dei venti di quota si fosse poi spostata in Toscana. Il Soldani fece subito notare la diversa natura delle rocce senesi, rispetto a quelle vesuviane. Raccogliamo poi la testimonianza di Lazzaro Spallanzani (1729-1799) il quale sottolinea il difficile rapporto tra i due fenomeni. Era quasi impossibile per lo studioso che nessuno aveva notato la nube lungo il suo percorso dalla Campania alla Toscana. E così conclude che in quei giorni di eruzione si fosse formato un tornado che avesse risucchiato i materiali eruttati e poi li avrebbe depositati in terra senese. In quell’epoca in mancanza di elementi di giudizio scientifici propri si formarono quasi due correnti di pensiero. Una volta a sostenere l’origine extraterrestre dei liti e l’altra legata al Vesuvio. www.vesuvioweb.com “Si analizzarono altre meteoriti con i reagenti più strani come olio e spirito di vetriolo, liquido di Saturno, sciroppo di viole, spirito di Corno di Cervo e spirito di vin ben sfiammato, in particolare la meteorite di Albareto (caduta a Modena nel luglio del 1766 - Condrite L4) venne analizzata dal Tozzetti che rinveniva la presenza di solfuro di ferro e giungeva alla conclusione, come accennato in precedenza, che i bolidi di Siena provenissero da "un ammasso di pietra piritosa". Dopo pochi anni, una importante notizia: a L'Aigle, in Francia, il 26 Aprile 1803, sono cadute, dopo bagliori e boati, più di duemila pietre. Lo scienziato francese Biot (1774 - 1862) venne ufficialmente incaricato di recarsi sul luogo e riferire i risultati della sua indagine di cui riporto alcuni stralci: "Non è proprio a L'Aigle che è esplosa la meteora, è a una mezza lega di distanza.... Ho percorso tutti i luoghi sui quali il fenomeno si è esteso: ho raccolto e messo a confronto tutti i racconti degli abitanti, infine ho trovato le pietre stesse sul luogo di caduta, ed esse mi hanno mostrato caratteristiche fisiche tali che non consentono di dubitare della realtà della loro caduta... Non si erano mai viste, prima dell'esplosione del "6 Floreale", pietre meteoriche nella mani degli abitanti del luogo.... Le fonderie, le officine, le miniere dei dintorni non hanno nulla tra il loro prodotti né nei loro residui di lavorazione che abbia, con queste sostanze, il minimo rapporto. Nella regione non si vedono tracce di vulcani.... Lascio alla sagacia dei fisici le numerose conseguenze che se ne possono trarre, e mi riterrei felice se essi constatassero che sono riuscito a liberare da qualsiasi dubbio uno dei più sorprendenti fenomeni che gli uomini abbiano mai osservato". * * http://astrocultura.uai.it/avvenimenti/meteoritesiena.htm www.vesuvioweb.com I disegni originali dei “meteoriti” del Vesuvio, tratti da : * * http://astrocultura.uai.it/avvenimenti/meteoritesiena.htm www.vesuvioweb.com Seguirono poi altri numerosi studi e molti ancora furono i pareri. Ho letto attentamente la relazione del Sito citato e trovo la materia interessante e assolutamente affascinante. Mi pongo solo domande tecniche e che forse potrebbero aver risposta in esami chimici dettagliati. Ma non è questa la sede per porre quesiti e darsi delle risposte. Non abbiamo questa presunzione. Certo rimane un mistero ancora irrisolto che pone un problema solo di ricerca. La mia ricerca è andata poi un po’ oltre e poiché mi sento un “VESUVIOFILO” ho cercato non tanto di dare delle spiegazioni, quanto di vedere cosa pensassero gli altri in merito ai fatti raccontati. Per fare il punto del nostro racconto, possiamo dire in sintesi che nessuno tra gli autori “intervistati” seppe dare una risposta convincente e che quindi restavano aperte le due idee di base: Vesuvio sì, Vesuvio no! Superiamo questo scoglio dottrinario e leggiamo ancora qualche cronaca. Forse non ci chiariremo le idee, ma per lo meno avremo fatto una scorpacciata di lettura storica. www.vesuvioweb.com Leggiamo assieme il testo Vicende della coltura nelle due Sicilie - 5° tomo di Pietro Napoli-Signorelli - 1811 “ Certo è che non mancò il sig. Ciguizzi di occuparsene; e nell'aprile di quell’ anno lesse nella Società un Qiscvrto sulle cause della sospensione delle terre nell’ atmosfera e le rinvenne nel fluido elettrico , siccome aver pur pensato il chiarissimo ab. camaldolese Ambrogio Soldini nel parlar della formazione degli aeroliti in occasione della pioggia di sassi caduta nell'agro di Siena nel dì 16 di giugno del 1794 (1). (1) Si vegga il volume 18 degli Opuscoli di Milano nell'anno 1795. “ Tuttavia la testimonianza più interessante e affascinante che abbiamo trovata grazie a Google Libri è in un testo del 1794 e dal titolo: GIORNALE DE’ LETTERATI”. La firma della relazione è Ambrogio Soldani, il che è tutto dire. La storia narrata è lunga e anche a tratti mal comprensibile ma il testo conserva tutto il fascino dell’epoca, anche perché coevo agli eventi dei quali trattiamo. www.vesuvioweb.com ARTICOLO I. Sopra una Pioggetta di Sassi accaduta nella sera de' 16 Giugno 1794 in Lucignano d' Asso nel territorio Sanese , Dissertazione del P. D. Ambrogio Soldani Abate Carnaldolese , e Pubblico Professore di Matematiche nell’ Università di Siena. In Siena 1794 per Francesco Rossi in 8. A pioggia lapidea , su cui s’aggira la presente Dissertazione , è un fatto così verificato, che non si può ragionevolmente mettere in dubbio. Il dì 16 di Giugno dopo le ore 7. della sera verso il tramontare del sole fu veduta una nuvola , che da Levante passava a Ponente di S. Quirico in distanza di tre o quattro miglia, e precisamente sopra Lucignano d’ Asso e Cosona , i caratteri principali della quale furono 1 lo scintillare, 2 mandar razzi, il fumare, 3 fare delle strepitose e straordinarie esplosioni, 4. gettare de’ sassi infuocati sulla terra. Tutte queste pietre quantunque di figura e mole diversa, (imperocché vene fu una, che pesava fin 5 libbre e mezza.) sì esternamente , che internamente erano uniformemente simili , e niuna se ne è trovata mai in Toscana, che le somigliasse . Nel cadere i sassi maggiori, maggiore fu il tuono simile ad una forte cannonata, minore ne’ più piccoli, come di un' oncia ed anche meno , e chi l'intese lo paragonò ad una batteria di mortarj, o di fuochi d' artificio, e vide che avanti ogni scoppio formavasi un globo bianco, e poi privasi, e che da questa apertura nasceva il tonfo , e rimaneva così incendiata la nuvola in guisa, che due terzi mutarono il color fosco in un bianco infuocato. Quando accde questo fenomeno la sera in perfetta calma, e senza timore di pioggia, e la nuvola temporalesca pareva distendersi a guisa di Colonna, si mostrava www.vesuvioweb.com ora bianca, ora infuocata, ed ora nera con frequenti raggi. Pare che poggiasse alla più alta parte dell’ atmosfera, e molto più superiore a quella solita ragion delle nuvole, dalle quali ci vengon e grandine e pioggia. I sassi , che caddero da essa e i più gravi nel terreno smosso si affondarono fino ad un braccio nel solido e specialmente i piccoli poco s'internarono. L'area,dove è successo il getto è di 3. o 4. miglia , ed è Verisimile, che ne sieno caduti molti altri non ritrovati. I grandi e i mezzani sono di figura regolare o tendenti alla regolare , mentre sono o piramidali o prismatici , i piccoli son osservano alcuna regolarità , e quanto più piccoli sono, tanto meno son regolari. Il maggior di tutti ha la base nella sua maggior lunghezza di 5 pollici la larghezza è poco più di 4. e l'altezza pure di quattro . La sua figura è di un solido tendente alla piramide quadrangolare , avendo una superfìcie non bene sviluppata : in realtà è un solido, che sopra base esagona inalzandosi circa un pollice , forma sei facce, le quali tutte si determinano ad una perfetta piramide triangolare appuntata, e di facce fra loro quasi tutte eguali, la di cui altezza forma gli altri tre pollici . La sostanza , come dalle rotture si scuopre, è di color cenerino , manda fuoco coli' acciarino, ed è ripiena di cristalli cubici, o parallelepipedi rettangoli nerastri, quasi di schorl, ma più duri, de'quali i maggiori si estendono tra le quattro e cinque linee , e vanno gradatamente riducendosi a piccoli grani, onde tal volta forma una materia simile al granitello, o peperino vulcanico, ma non di tante materie eterogenee composta , con spruzzi piritacei o metallici di color d'oro e d'argento www.vesuvioweb.com I cristalli sono maggiori nelle pietre maggiori, e minori nelle minori. Una patina nera vetrina, forse marziale bituminosa, o sulfurea invernicia alla grossezza di un quattrino queste pietre, ed è così dura, che il temperino non li offende, e come la pietra di paragone se si soffrega coi metalli, ne ritiene le traccio. E' però meno dura della materia interna, è da per tutto eguale, resiste agli acidi vegetabili, e può dirsi formata a fuoco, e a fuoco elettrico violentissimo. Crede di poter Concludere il N. A., che tre semplicissimo sostanze formino queste pietre, una sempre lucida e risplendente, forse metallica o semimetallica, la seconda nera, forse sulfureo-mineralizzata, o anche ferreo-bituminosa, e la terza una cenere quasi impalpabile sottilissima conglutinata strettamente con quelle due sostanze, che dal cinereo si cangia in colore oscuro, quando la pietra vien pulita e lustrata. Cadendo di queste pietre nell' acqua produssero dell' effervescenza, sopra un cappello lo forarono , come se fosse stato un carbon di fuoco ardente , sopra un ramo d'albero lo disseccarono. Rimane ad investigarsi, donde tenissero, e come si formassero sì latte pietre. Se i turbini possono aver qualche volta prodotto pioggia lapidee, sollevando i sassi dalla terra, una simil cagione non pare, che possa aver luogo nel nostro fenomeno , che accadde in tempo tranquillo , e che dette delle pietre di nuova specie , e tanto simili fra loro nella sostanza come l’ uovo è simile ad un altr’uovo . www.vesuvioweb.com Né pur nelle vicinanze vi fu vento burrascoso, ed anche essendovi stato, come si sarebbero potuti trasportare in distanza sassi di quasi 6. libbre ? E' vero, che esistono nelle montagne di Radicofani, e S. Fiora dei vestigi di vulcani estinti, ma le copiose lave di pomici, e i peperini di que’ luoghi sono altra cosa delle nostre pietre, e se da que' luoghi fossero state trasportate, le prime certamente sarebbero state le pomici come le più leggiere. Vi è stato chi ha detto essere a noi venute dall' eruzione del Vesuvio accaduta 19. ore prima . Ma troppo eccessiva è la distanza tra Napoli e il luogo del fenomeno, perché si possa credere, che sassi di tanta mole abbiano percorso sì lungo spazio, eche si sieno sostenuti per aria egualmente i piccoli, che i grandi, per poi cader tutti entro il recinto di poche miglia . Aggiungasi a ciò, che la nuvola scagliarne sassi non venne dalla parte di Napoli , ma dal Chianti , ove sembra che avesse la sua origine, e sassi simili ai nostri non si sono trovati nell' eruzione del Vesuvio, la nuova apertura del quale né pur riguarda Siena , ma la parte opposta. Noi all' annunzio di questo straordinario fenomeno ci sentimmo inclinati a credere , che la cenere la più sottile eruttata dal Vesuvio, a differenza della più pesante, che cadde ne' circondar , rimanendo infuocata specialmente in una stagione sì calda , e per conseguenza di maggior volume , ma nel tempo stesso di gravita specifica minore di quella dell'aria, si fosse diffusa a maggiori distanze, e trasportata poi fino a noi da un venticello del Sud , avesse trovato un ammasso di fuoco elettrico capace di accozzarla insieme con altre sostanze, di vetrificarla , e di aver così formata la meteora scagliante sassi. www.vesuvioweb.com Ma nota il N. A. due cose valutabili : prima che la maggiore eruzione delle ceneri seguì nel Vesuvio dopo la nostra meteora , seconda, che le ceneri eruttate, paragonate colla terra, in cui si scioglie la sostanza interna delle nostre pietre , qualora vengano battute da una selce acuminata, sono da quella molto diverse . Imperocché quelle sono assai gravi, sono di color cenerino cupo, e prive per quanto pare d'ogni metallo , quando che la nostra terra separata dalla pietra è alquanto leg-giera, di color cenerino chiaro , contiene molte particelle ferree attraibili dalla calamità , e forse con mescolanza di altri metalli, o piriti. Posta l’ una e I" altra in un crogiuolo per un' ora nei fuoco ardente, la cenere Vesuviana fece pìccola mutazione nel colore , e non calò sensibilmente di peso : la serra delle nostre pierre passò dal cenerino chiaro al rosso smorto, e perdendo circa un tredicesimo del suo peso si rendè più attraibile dalla calamità, in prova di essere molto ferruginosa. Ciò accadde ancora nelle crete del Sanese , o siano argille figuline , e molto più nel sedimento delle medesime , il quale in apparenza mostra di essere un composto di rene comuni e cristalline , ma in sostanza è un aggregato di minutissime conchigliette di nuova specie, o loro noccioli piritacei, i quali dopo una anche leggi era adustione divengono sommamente attraibili dalla calamità, come meglio proverà il N. A. nel secondo Tomo della sua bella opera intitolata la Testaceografia. microscopica. Escluso il vulcano straniero, non serve di ricorrere a un immaginario- nostrale, perché se si fosse realmente aperto a segno d' eruttare sassi pesantissimi , avrebbe lasciate vestigia di se, e si sarebbe manifestato nella sua apertura. www.vesuvioweb.com Ma anche questa concessa, si potrebbe mai credere , che le pietre vibrate in aria fosser tutte della medesima specie e natura ? Che se poi si vuoi dire,che da questo ideale vulcano si fossero alzati degl’ igniti vortici contenenti delle materie sciolte nel fuoco, e che nel raffreddarsi avessero formato in aria le nostre pietre, una teoria di questa sorta combinerebbe molto con quella dell' A., che noi ora riferiremo. Esposta prima da lui nella parte seconda del libro la storia di alcuni globi di fuoco e di varj turbini ignei colle opinioni degli antichi e moderni scrittori, e non sapendosi , come nel caso nostro che abbiati gettati sassi, può sospettarsi, che sieno stati diversi dalla nostra nuvola, in cui sembra essersi radunate materie terree e semimetalliche , da non potersi sciogliere e dissipare in caligine o fumo , o in pura fiamma, e da formare un de* più straordinarj fenomeni. Non vi ha dubbio, che in questo debbe avervi avuta gran parte il fuoco elettrico, e a lui si debbono attribuire quei primi effetti dello scintillare della nuvola e del vibrare sonori colpi, i quali per la loro frequenza e varia intensità erano assai diversi dai fulmini stessi. E' già noto, che il fluido elettrico ha il potere di accendere le sostanze infiammabili. www.vesuvioweb.com E' noto altresì, che l’ aria infiammabile combinata in giusteproporzioni con l' aria pura , ed in ispecie con quella, che chiamavasi deflogisticata , ora gas ossigeno, o aria vitale , brucia con una rapidità sorprendente, e produce, essendo chiusa in un vaso ben adattato, uno scoppio fulminante. Io m'immagino, dice l'A., che una nuvola gravida di sostanze minerali e semimetalliche, o loro ocre , quivi adunate in gran copia per quel moto, ch’ ebbe la nostra , vorticoso , ricevesse entro di se altre nuvolette piene egualmente di fluido elettrico , e di gravi sostanze raccolte per aria , e mancandole altre nuvole intorno elettriche per difetto , onde in esse come per mezzo di altrettanti sfogato, potesse sgravarsi in parte si del vapore elettrico , come delle sostanze già gravi , doveva al parer mio vestir la forma di un’ ardente fornace, di on aereo vulcano di un vortice fulminante, capace di produrre pietre di nuova foggia , ed inusitate , e quindi scagliarle a terra . Confessa l’Autore, che niun filosofo antico e moderno , toltone il solo Cartesio, ha mai immaginato, che si possano formare pietre in aria , ve ne sono però molti e rispettabili, che attestano piogge di zolfo , di materie salse , e di altre cose gravi . Che la terra tramandi all' aria continuamente de' vapori acquei non solo , ma esalazioni di ogni genere , I* esperienza , e le osservazioni lo dimostrano . www.vesuvioweb. E per restringerci alla Toscana, anzi alle Provincie di Siena e di Volterra le più prossime al nostro fenomeno , abbondano queste talmente di acque sulfuree e minerali , di mofete e di lagoni , da tramandare continuamente in aria sostanze eterogenee , zulfuree , arsenicali , mercuriali metalliche , che forse non ve ne ha una simile in Italia, se si eccettuino quelle , nelle quali esistono attualmente vulcani ardenti . Aggiungasi a questo la natura del terreno ne' luoghi, ne'quali è accaduto il fenomeno . Son terre plastiche , o figuline di natura argillacea con poca calcarea, e sommamente piritacea, dalie quali ne'maggiori caldi , e specialmente dopo una leggier pioggia debbono sprigionarsi vapori ed esalazioni di ogni genere , e specialmente di quella specie , che si esalta dalla fermentazione e dissoluzione delle terre piriticose e ferraginee . Nelle fornaci, dove si cuoce questa terra , appena che vi si pone il fuoco , ella tramanda vortici di denso fumo congiunto con gran fetore , simile a quello, che esalano le piriti poste nel fuoco . Oltre queste permanenti cagioni nel tempo che accadde la nostra meteora e prima e dopo comparvero sbilancj d' elettricismo notabilissimi , e l’ aria in quei giorni doveva abbondare all’ eccesso di fuoco elettrico non tanto per la siccità straordinaria delle stagioni antecedenti , quanto , dice l’ A. . per la singolare eruzion del Vesuvio. www.vesuvioweb. Poste queste ed altre cose così conclude = Se dunque generalmente parlando la forza del turbine è si grande , che porta per aria pesantissimi corpi , e molto più facilmente le arene , non deve esservi eguaglianza a credere , che un piccolo fuminello a guisa di vortice , o sia tromba , o sifone , non di mare , ma di terra , quale appunto fu veduto dal Sig. Manenti prima di elevarsi in alto , e congiungersi alla nuvola bianca , abbia dalle colline chiamate Mancane rasa per così dire e trasportata seco alla più alta atmosfera una porzione di quella argilla biancastra di sostanze eterogenee composta , capace di formare un peso forse di 100. e più libbre , che tanto verisimilmente si può supporre il peso delle pietre scagliate dalla nuvola detonante. Non è dunque improbabile, che il suddetto fuminello insinuando in quella nuvola bianca carica , come può credersi di fuoco elettrico , vi abbia anche introdotte quelle tetree e minerali sostanze, che seco univa , onde fattosi un turbine igneo , o globo di fuoco siasi entro la nuvola acceso un ardente vulcano , capace di tenere sciolte alcune di quelle materie eterogenee , altre liquefarle, altre cristallizzarle, altre alcun poco alterarle senza però guastare la tessitura , onde pel concorso de* zolfi , bitumi , olj , minerali , e quant' altro di sottile può esaltarsi nell* aria , e più con un eccesso di fuoco elettrico , siansi unite insieme formando diverse masse , le quali non potendo più sostenersi entro l' orrenda nuvola , era necessario, che cadessero a terra , non solo per la naturale loro gravitazione , ma ancora per forza di vibrazione , colla quale naturalmente esser dovevano scagliati per ogni verso dall’ aereo vulcano . www.vesuvioweb. Ma qui io m’ immagino , che tali sassi non precipitassero a terra subito ne furono unite insieme e consolidate le particelle , ma che avanti di esser vibrati fossero sostenuti per qualche tempo nell'-ignito vortice , acciò prendessero non solamente quella specie di cristallizzazione a diverse facce , che come abbiamo veduto ritengono queste pietre costantemente, ma di più, perché in ogni una di esse vi si potesse formare quella crosta nera zulfurea-piritosa, dalla quale sono tutte, niuna eccettuata, ricoperte totalmente e inverniciate. Da come una pura ipotesi questa spiegazione, alla quale dice che non ostano le obbiezioni , i che non sia ciò mai accaduto in natura, perché a simili cagioni egli attribuisce quel che racconta il Vallisnieri di alcuni sassi caduti dal cielo : a che nessun fulmine ha mai formato una pietra, perché risponde, il fulmine batte la region bassa dell' atmosfera, e i nostri globi passeggiano e volano nella più alta region dell’ aria , dove appunto era la nostra nuvola: 3. che la meteora, se avesse tali cagioni , doveva al parer mio vestir la forma di un ardente fornace, di un aereo vulcano, di un vortice fulminante, capace di produrre pietre di nuova foggia , ed inusitate , e quindi scagliarle a terra . Confessa l* Autore, che niun filosofo antico e moderno , toltone il solo Cartesio, ha mai immaginato, che si possano formare pietre in aria , ve ne sono però molti e rispettabili, che attestano piogge di zolfo , di materie salse , e di altre cose gravi . Che la terra trama di all’ aria continuamente de' vapori acquei non solo , ma esalazioni di ogni genere , I’ esperienza , e le osservazioni lo dimostrano. www.vesuvioweb.com E per restringerci alla Toscana, anzi alle Provincie di Siena e di Volterra le più prossime al nostro fenomeno , abbondano queste talmente di acque sulfuree e minerali , di mofete e di lagoni , da tramandare continuamente in aria sostanze eterogenee , zulfuree , arsenicali , mercuriali metalliche , che forse non si in quella nuvola bianca , carica , come può credersi di fuoco elettrico , vi abbia anche introdotte quelle tetree e minerali sostanze, che seco univa , onde fattosi un turbine igneo , o globo di fuoco siasi entro la nuvola acceso un ardente vulcano , capace di tenere sciolte alcune di quelle materie eterogenee , altre liquefarle, altre cristallizzarle, altre alcun poco alterarle senza però guastare la tessitura , onde pel concorso de’ zolfi , bitumi , olj , minerali , e quant' altro di sottile può esaltarsi nell’ aria , e più con un eccesso di fuoco elettrico , siansi unite insieme formando diverse masse , le quali non potendo più sostenersi entro l' orrenda nuvola , era necessario, che cadessero a terra , non solo per la naturale loro gravitazione , ma ancora per forza di vibrazione , colla quale naturalmente esser dovevano scagliati per ogni verso dall’ aereo vulcano . Ma qui io m’ immagino , che tali sassi non precipitassero a terra subito trico non tanto per la siccità straordinaria delle stagioni antecedenti , quanto , dice l' A. . per la singolare eruzion del Vesuvio. Poste queste ed altre cose così conclude = Se dunque generalmente parlando la forza del turbine è si grande , che porta per aria pesantissimi corpi , e molto più facilmente le arene , non deve esservi repugnanza a credere , che un piccolo fuminello a guisa di vortice , o sia tromba , o sifone , non di mare , ma di terra , quale appunto fu veduto dal Sig. Manenti prima di elevarsi in alto , e congiungersi alla nuvola bianca , abbia dalle colline chiamate Mancane rasa per così dire e trasportata seco alla più alta atmosfera una porzione di quella argilla biancastra di sostanze eterogenee composta , capace di formare un peso forse di 100 e più libbre , che tanto verisimilmente si può supporre il peso delle pietre scagliate dalla nuvola detonante. www.vesuvioweb.com Non è dunque improbabile, che il suddetto fuminello insinuando ai tali cagioni, non dovrebbe esser così rara, perchè dato ancora per vero, che questa sia la prima volta che cadano pietre formate in alto , non si debbono ristringere di troppo le forze della natura, solita di operare effetti frequenti, rari , rarissimi, e che se il nostro fenomeno è tra gli ultimi, è perchè si è data una rarissima combinazione di cagioni atte a produrlo. Nell' enumerazione di queste si ristringe a quelle da lui credute prime. L'eruzion del Vesuvio accaduta 19. ore prima, e preceduta. da fierissimi terremoti. Un concorso di fuoco elettrico'non solo nella nostra atmosfera in generale, ma specialmente nel luogo del fenomeno, dove anche dopo vi furono fierissimi temporali. L' apparizione di questo globo igneo, la rotazione, ed il lento moto del. medesimo , combinazioni, senza le quali sarebbesi forse dileguato in aria con sole esplosioni , come tant'altri di simil sorta. Una certa spiegazione. Noi ci dilungheremmo di troppo , se di tutti volessimo riferire le opinioni, contenti di aver riportato in breve l' esposto dal P. Ab. Soldani e per contestare il fatto, in tutte le sue circostanze, e per dare di esso una plausibile spiegazione. www.vesuvioweb.com Bello il viaggio a ritroso nella storia. Bellissime le considerazioni scientifiche dell’epoca che denotano attenzione e grande competenza per l’epoca in cui venne redatto il testo. La grande nube partita dal Vesuvio depositò sulla Toscana i suoi prodotti “ignei” ? Furono questi fenomeni legati ad una pioggia di meteoriti? E cosa dire del “globo” infuocato che attraversò il cielo? Oggi si potrebbe anche parlare di presenze extraterrestri. Considerazioni del tutto personali in un testo che si propone come ricerca bibliografica semplicemente pura e qui proposta come esercizio alla lettura e al confronto storico di tante discipline. Un grazie a Google Libri per avermi permesso di consultare il testo in rete. Un grazie al Sito http://meteore.uai.it/meteorite_siena/ siena.htm, per avermi “suggerito” questo affascinante rapporto tra l’eruzione del 1794 e la bellissima terra toscana. A.L. www.vesuvioweb.com www.vesuvioweb.com 2007 www.vesuvioweb.com