LE SCOPERTE Quando l’escursionismo incontra la storia assume un fascino particolare: così passeggiando per i bisses o i Suonen, così sono chiamati gli antichi condotti idrici fondamentali per l’economia alpestre, si riscoprono ambienti naturali suggestivi e incontaminati LEGUIDE DELCAFFÈ Viaggi e tempo libero Quegli itinerari lungo i corsi d’acqua in Vallese Flash GOMMER PASS PER ESCURSIONISTI Escursionismo con la ferrovia Cervino Gottardo (MatterhornGotthard Bahn): il Gommer Pass ora è disponibile anche d'estate. Il biglietto della ferrovia è valido per 4 o 6 giorni e consente di utilizzare liberamente la linea tra Niederwald e Oberwald. Gli ospiti della zona turistica di Fiesch possono acquistare il pass, comprensivo del biglietto per raggiungere il Goms (Alto Vallese). NUOVO PASS “ALETSCH PLUS” Libero utilizzo di tutte le funivie di Riederalp, Bettmeralp e Fiescheralp e del tratto della linea ferroviaria Matterhorn Gotthard tra Mörel e Fiesch. Il pass escursionistico “Aletsch plus” è disponibile durante la stagione estiva per un giorno a partire da CHF 38.00 per adulti e CHF 76.00 per le famiglie. LA VIA VALLESANA DEL VINO Nel 2010 la Via del vino del Vallese ha ottenuto il premio Prix Rando, ambito riconoscimento per la qualità e l'innovazione per i sentieri svizzeri. Con le sue tre varianti escursionistica, cicloturistica e automobilistica -, attraversa le aree vinicole da Martigny a Leuk, e si può integrare a piacimento con degustazioni o visite guidate dei vari paesi attraversati. Una guida dorata verso i piaceri enogastronomici. 96 PROPOSTE DI ITINERARI Q uando l’escursionismo incontra la storia assume un fascino del tutto particolare. È quanto accade nel Vallese percorrendo i numerosi suggestivi itinerari lungo le cosiddette “bisses” in francese o “Suonen” in tedesco. Di che cosa si tratta? Di centinaia di chilometri di condutture per l’acqua costruite dall’uomo nei luoghi più impervi. Oltre ad assolvere un ruolo fondamentale per l’agricoltura vallesana, queste antiche e ardite opere ingegneristiche sono diventate anche un’importante attrazione turistica, perché seguendo i loro tracciati si possono compiere splendide escursioni tra storia e natura. Facciamo un passo indietro nel tempo e mettiamoci nei panni di un contadino vallesano del basso Medioevo. Nel periodo estivo i pascoli erano arsi dal ca- Guarda il video lore, sebbene enormi quantità di acqua provenienti dallo scioglimento dei ghiacciai si riversavano senza controllo nella valle del Rodano. L’erba secca forniva poco foraggio per le capre e la situazione FOCUS Guarda il video su youtube di Vallese turismo, dove potrai scoprire questa regione ricca di proposte per l’estate. L’antica lingua medievale utilizzata dagli ufficiali per non farsi capire dagli estranei Il Paese dove si parla Wallisertiisch Gli opuscoli del Vallese “Escursioni pedestri”, “A piedi lungo le ‘bisse’” e “Tour escursionistici” presentano in totale 96 escursioni di ogni livello tra la Valle del Rodano e il lago Lemano. PASSEGGIATE SU MISURA Chi desidera organizzare individualmente escursioni nel Vallese, può utilizzare il “finder escursioni” sul sito di Vallese Turismo: qui troverà le proposte di escursioni con tutti i dettgli, tempi di percorrenza, dislivelli e grado di difficoltà. E ntrate in un’osteria e sedete a un tavolo di vallesani, gente cordiale e curiosa. Dite “Guätun Taag” se arrivate prima di mezzogiorno oppure “Guäten Abund” se giungete il pomeriggio. Vi verrà chiesto se siete un “Grüezi”, cioè un abitante che risiede nella regione settentrionale del Lötschberg. Rispondete da dove venite. Scoprirete che, dopo aver bevuto in compagnia una bottiglia di vino Fendant, i vallesani vanno “ämbrüüf”, cioè a monte, oppure “äambri”, cioè a valle, mentre se si dirigono verso la vallata successiva dicono “obschi” o “nidschi”, a seconda che si trovi a sud o a nord. A questo punto vi accorgerete di esservi addentrati in un nuovo mondo, nel cuore di una nuova lingua che viene parlata, scritta e cantata. Il “Wallisertiisch” può essere considerata la quinta lingua ufficiale della Svizzera, anche se non ha mai preteso di essere innalzata a tale rango. Le sue origini risalgono al Medioevo. Alcuni suoi elementi semantici, così come la sua sintassi trovano riscontri in antichi linguaggi, scom- parsi già da secoli, parlati nella Germania settentrionale. Nello stretto fondovalle del Vallese, questo antico idioma europeo si è conservato fino ai nostri giorni, sia a causa del tardivo diffondersi nella regione di radio e televisione che hanno uniformato il linguaggio, sia in quanto queste vallate erano particolarmente isolate in inverno, ma poco frequentate anche d’estate da viaggiatori stranieri. Si racconta che in passato, quando gli ufficiali vallesani dell’esercito svizzero si incontravano all’estero e dovevano discutere tra loro di questioni confidenziali, tenessero le loro riunioni nei luoghi pubblici e parlassero il Wallisertiisch, una lingua sconosciuta a chiunque non provenisse dalla loro regione di origine. Sentendoli parlare la gente chiedeva loro se parlavano russo, tanto era astruso il loro linguaggio. Ancora oggi sono più di 80 mila gli abitanti dell’Alto Vallese, fra Sierre e Gletsch, che si esprimono in questa lingua autonoma, utilizzata anche in forma scritta. Si tratta di uno dei dialetti elvetici più antichi, che arricchendosi continuamente di parole nuove rimane vivo nel tempo. era ancora peggiore per i bovini. D’altra parte il costante aumento della popolazione che viveva a valle comportava una crescente richiesta di latte, formaggio e carne. È dunque nata dalla necessità l’esigenza di utilizzare l’acqua dei torrenti e dei ruscelli per irrigare i pascoli facendola scorrere nelle cosiddette “bisses”. Molte sono opere spettacolari: in alcuni punti sono scavate nella roccia, in altri l’acqua scorre in canali di legno appesi sopra pareti scoscese. Senza la costruzione di questi canali molte regioni del Vallese sarebbero rimaste inabitabili per secoli, visto che in alcune zone le precipitazioni non sono superiori a quelle di Algeri. Il record negativo è detenuto da Ackersand, che registra un volume medio di 475 millimetri annui, quando si calcola che per coltivare la terra in modo produttivo ce ne vogliono tra i 700 e i 900. La costruzione delle “bisses” è quindi diventata una questione di sopravvivenza. Le più antiche notizie storiche su queste originali condotte risalgono al XV secolo, anche se si pensa che fossero preesistenti. Queste strutture sono state celebrate anche dai cosiddetti “Heimatfilm”, soprattutto grazie al romanzo “An heiligen Wassern” pubblicato dallo scrittore zurighese Jakob Christoph Heer nel 1898 e trasposto in film nel 1960 dal regista Alfred Weidemann. La battaglia dei vallesani per l’acqua è raccontata in un pieghevole realizzato da Vallese Turismo arricchito da una cartina che propone 23 escursioni lungo le “bisses” suddivise per grado di difficoltà e raccontate con approfondimenti e indicazioni utili. Percorrendo i sentieri tracciati lungo questi canali di irrigazione si attraversano paesaggi pittoreschi: foreste di larici, pascoli di media altura, praterie. L’itinerario più lungo – 32 chilometri - è quello tra Nendaz e Saxon, che segue la “bisse” costruita nel 1863. Il più spettacolare è invece quello della “Bisse du Torrent Neuf” a Savièse, realizzato tra il 1430 e il 1448, rimase in funzione fino al 1934. Fu poi ristrutturato nel 2009 e mantenuto dall’Association pour la sauvegarde du Torrent-Neuf”. Anche in Val d’Anniviers si trovano diverse “bisses”. Alcune sono utilizzate ancora oggi. La guida alpina Stéphane Albasini accompagna gli ospiti a visitarne tre in un sol giorno: la Sarrasins, la Briey e la Riccard.