Fondo europeo
di adeguamento
alla globalizzazione
in azione
Storie di opportunità
create dal FEG
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Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2012
ISBN 978-92-79-22023-4
doi:10.2767/50518
© Unione europea, 2012
Riproduzione autorizzata con citazione della fonte.
Fondo europeo
di adeguamento
alla globalizzazione
in azione
Storie di opportunità
create dal FEG
Commissione europea
Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione
Unità C.2
Manoscritto terminato nell’ottobre 2011
Premessa
Dal 2007, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione dimostra la solidarietà dell’Unione europea nei confronti dei lavoratori che hanno perso il lavoro
a causa dei grandi mutamenti strutturali nel commercio mondiale derivanti dalla
globalizzazione. Dal 2009, la sfera d’azione del FEG è stata ampliata al fine di coprire
la stessa tipologia di situazioni, ma causate direttamente dalla crisi economica e
finanziaria mondiale. Il FEG sostiene gli Stati membri nei loro tentativi di affrontare
rapidamente le ripercussioni negative a breve termine della globalizzazione, in particolare sull’occupazione dei lavoratori più vulnerabili e meno qualificati.
Durante la breve storia del Fondo sono state ricevute 78 domande di contributo da
parte di 19 Stati dell’Unione europea (UE), che hanno comportato lo stanziamento
di 357,6 milioni di euro in contributi finanziari. Tuttavia, l’elemento di maggior
rilievo è rappresentato dai 78 000 lavoratori che hanno ricevuto sostegno tramite la
solidarietà europea espressa dal FEG. Le sette storie presentate in questa pubblicazione illustrano il potenziale del FEG nel contribuire al reinserimento professionale
di coloro che hanno perso il proprio posto di lavoro.
Il reinserimento professionale di lavoratori in aree, settori, territori o mercati del lavoro
attraversati da gravi perturbazioni economiche non è impresa semplice. Il finanziamento
europeo completa, integra o proroga le misure nazionali già a disposizione dei lavoratori
in esubero, aumentando le loro opportunità di trovare lavoro in circostanze talvolta piuttosto difficili.
L’esperienza ha dimostrato che il FEG sostiene principalmente i gruppi di lavoratori meno
qualificati e ai quali è più difficile prestare aiuto. Li ha aiutati, in particolare, a sviluppare
la propria fiducia e autostima, a rinnovare e migliorare le abilità nella ricerca di lavoro e
nell’aggiornare le proprie capacità e impiegabilità. Il sostegno del FEG ha migliorato notevolmente le possibilità dei lavoratori assistiti di trovare un nuovo lavoro: più del 40 % dei
lavoratori che hanno ricevuto aiuto ha trovato un nuovo lavoro subito dopo aver partecipato alle misure FEG.
È auspicabile che il FEG continui a dimostrare la solidarietà europea nei confronti dei lavoratori durante il prossimo periodo di programmazione (2014-2020). A tal fine, la Commissione europea ha presentato una proposta per un nuovo FEG affinché prosegua l’attuale
lavoro, permettendo al tempo stesso anche ai lavoratori temporanei e interinali, lavoratori
autonomi e direttori-proprietari di microimprese, compresi gli agricoltori, di usufruire di
tale sostegno.
László Andor
Commissario europeo per l’Occupazione,
gli affari sociali e l’integrazione
Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in azione
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Indice
Premessa
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Introduzione
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Nokia, Germania
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Intervista — Thomas Eming
Industria automobilistica,
Castilla y León e Aragona, Spagna
Intervista — Alberto Cascán Pardo
Intervista — María Jesús Sain Ruiz
Perlos, Finlandia
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Intervista — Mika Juvonen
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Alytaus Tekstile, Lituania
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Intervista — Gerimantas Žukauskas
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Nord-Centro, Portogallo
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Intervista — Vitor Macedo
Intervista — Mafalda Ferreira
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Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in azione
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Introduzione
L’economia mondiale può riservare sorprese come l’improvvisa chiusura di stabilimenti oppure il rapido
declino d’interi settori. Di conseguenza, i governi nazionali si trovano a fronteggiare ampi gruppi di lavoratori il cui lavoro è improvvisamente scomparso. Le normali misure del mercato del lavoro possono non
essere sufficienti per affrontare le conseguenze che tali eventi possono creare in una singola regione o
settore industriale.
Al fine di evitare disastrose conseguenze a livello umano ed economico, un aiuto rapido ed efficace è di vitale
importanza. L’UE ha pertanto istituito il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) per aiutare
i lavoratori che hanno perso il lavoro a causa della globalizzazione e della crisi economica e finanziaria mondiale a trovare una nuova occupazione il prima possibile.
Il FEG cofinanzia misure fino a 24 mesi, tra cui assistenza nella ricerca di un impiego, orientamento professionale, riqualificazione, certificazione dell’esperienza e aiuto alle attività professionali autonome. Contribuisce
altresì a finanziare misure di durata limitata, quali le indennità di mobilità e per la ricerca di lavoro oppure le
indennità per chi partecipa ad attività di formazione e di apprendimento. Tali servizi sono resi disponibili ai
lavoratori coinvolti il più velocemente possibile dopo il licenziamento, mentre lo Stato membro prepara la
domanda per il finanziamento FEG.
Lo Stato membro deve dimostrare che esiste un significativo numero di esuberi causati da profondi mutamenti nel commercio mondiale o dalla crisi economica e finanziaria. Si spiegheranno le motivazioni dell’assistenza e come sarà impiegata, dimostrando l’impatto degli esuberi sulla regione coinvolta e il modo in cui il
finanziamento FEG aiuterà i lavoratori a trovare un nuovo impiego nello stesso settore oppure in nuovi settori
potenzialmente promettenti.
In seguito, lo Stato membro presenta la domanda alla Commissione europea, che la valuta prima di proporre
un contributo al Parlamento europeo e al Consiglio. Dopo aver ottenuto l’approvazione, il FEG può cofinanziare i servizi pertinenti, compresi i servizi già forniti prima della presentazione della domanda.
Per poter usufruire dei servizi finanziati dal FEG, i lavoratori devono aver perso il proprio lavoro in seguito a un
esubero di 500 o più dipendenti all’interno di una singola azienda e dei suoi fornitori nell’arco di quattro mesi.
Ne possono usufruire anche i lavoratori direttamente colpiti dagli esuberi di almeno 500 dipendenti nello
stesso settore in una regione o in due regioni contigue nell’arco di nove mesi.
Durante la fase iniziale, il principale obiettivo del FEG era di riconciliare gli effetti positivi a lungo termine del
libero scambio sulla crescita e l’occupazione con le conseguenze negative a breve termine che possono derivare dalla globalizzazione, ripercuotendosi in particolare sui lavoratori vulnerabili e scarsamente qualificati.
L’azione del FEG non deve essere vista unicamente come misura di emergenza, bensì anche come misura che
può comportare effetti positivi a lungo termine. Ad esempio, contribuendo alla riqualificazione dei lavoratori
in nuove attività o competenze, può permettere all’occupazione fondata sulla conoscenza di sostituire industrie che sono state chiuse, migliorando in tal modo le economie regionali.
Questo opuscolo contiene dettagli relativi all’impatto di azioni concrete del FEG in cinque Stati membri UE
(Germania, Spagna, Finlandia, Lituania e Portogallo) sotto forma di informazioni di carattere generale sulle
circostanze relative alle azioni specifiche. Per ciascun caso, le informazioni generali sono accompagnate dalle
storie personali di singoli lavoratori che, essendo in esubero, hanno beneficiato del sostegno del FEG, oppure
di persone coinvolte nell’attuazione delle misure.
Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in azione
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Informazioni generali
Nokia, Germania
La Germania ha presentato domanda per il finanziamento FEG a febbraio 2009 in seguito alla perdita di
1 337 posti di lavoro presso la stabilimento Nokia a Bochum (Renania settentrionale-Vestfalia) durante il
periodo luglio-novembre 2008. Domina la tendenza generale tra i produttori di apparecchi di telefonia mobile
a ricollocare la produzione in mercati caratterizzati da alti livelli di crescita nella domanda di telefoni cellulari. I
paesi a basso costo della manodopera nella regione Asia-Pacifico esercitano una forte attrattiva per le attività
di ricerca e sviluppo nell’ambito della telefonia mobile.
Ciononostante, gli esuberi a Bochum sono stati inaspettati. Le informazioni fornite da Nokia sembravano indicare che la capacità a Bochum sarebbe stata mantenuta, in particolare perché le attività avevano registrato un
guadagno nel 2007. Inoltre, il land della Renania settentrionale-Vestfalia aveva fornito un notevole sostegno
finanziario allo stabilimento.
Gli esuberi rientravano nella sfera di responsabilità degli uffici per l’impiego locali a Bochum, Gelsenkirchen,
Recklinghausen e Dortmund. Tutti questi tendono ad avere un tasso di disoccupazione significativamente
superiore rispetto ad altre zone della Renania settentrionale-Vestfalia o della Germania.
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Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in azione
A causa della crisi economica e finanziaria, la situazione occupazionale nelle aree coinvolte sembra essere
vulnerabile. Questa situazione è dovuta, in particolare, all’importanza delle industrie automobilistiche e siderurgiche a Dortmund, alla transizione dal settore minerario ad altri settori a Gelsenkirchen, alla dipendenza
dalla produzione di materiali sintetici per il settore automobilistico a Recklinghausen.
Il finanziamento delle misure nell’ambito del FEG è avvenuto da agosto 2008 a febbraio 2010, coinvolgendo
1 316 lavoratori, e il ministero federale tedesco per il Lavoro e gli affari sociali ha provveduto al prefinanziamento delle misure finché non sono stati ricevuti i fondi FEG. Le misure comprendevano indennità a breve
termine, formazione per qualifiche specifiche e di base tra cui formazione di gruppo, creazione di gruppi di
sostegno reciproco, sostegno all’imprenditorialità, domande di lavoro internazionali e tutoraggio durante le
prime fasi dell’impiego.
La formazione fornita era orientata verso qualifiche per cui era presente domanda e integrava la formazione
già fornita dal Fondo sociale europeo. I corsi comprendevano un seminario sulle tecniche di apprendimento
che contribuivano a motivare i partecipanti a proseguire la formazione.
I finanziamenti FEG hanno anche contribuito a ridurre di un quinto il rapporto tra consulente e persona alla
ricerca di impiego, garantendo una consulenza più adeguata alle esigenze personali, assegnando ai lavoratori
tutor adatti alle loro necessità.
Dei 1 305 lavoratori che hanno partecipato alle misure cofinanziate dal FEG, 385 (29,5 %) hanno trovato
un nuovo impiego quattro settimane dopo la fine del periodo di attuazione. Di questi, 36 erano lavoratori
autonomi. Altri 121 (9,3 %) erano impegnati nell’apprendimento o formazione e i restanti erano disoccupati
(737 o 56,5 %) o inattivi per varie ragioni personali (62 o 4,8 %).
Sei mesi dopo la fine del periodo di attuazione, altre 42 persone precedentemente disoccupate hanno trovato
un nuovo impiego, facendo salire il numero di lavoratori professionalmente reinseriti a 427. Il tasso di reinserimento era ulteriormente aumentato un paio di mesi dopo, dimostrando che il sostegno cofinanziato dal FEG
può avere un impatto positivo anche a più lungo termine.
Uno studio condotto dall’università di Duisburg/Assia ha dimostrato che le società di trasferimento che aiutano i disoccupati a trovare potenziali datori di lavoro, come quella che ha sostenuto e aiutato gli ex dipendenti Nokia, sono efficaci nell’incoraggiare i partecipanti a cercare lavoro attivamente. Ha dimostrato che, in
media, le persone che hanno usufruito di tali enti hanno dedicato 33,6 ore a settimana alla formazione e alla
ricerca di un impiego, una quantità di tempo superiore alle aspettative.
I risultati dell’azione mostrano una carenza di entusiasmo per la mobilità geografica, specialmente tra persone con un grado di istruzione inferiore. Tale atteggiamento era legato a vincoli familiari, paura di iniziare
nuovamente in un altro luogo e il gruppo di età superiore di molti lavoratori coinvolti. In tale contesto, si è
riscontrato che l’efficacia del FEG era direttamente collegata alle condizioni economiche predominanti e alla
capacità di assorbimento del mercato del lavoro locale.
Infine, l’esperienza ha fornito terreno fertile all’iniziativa artistica, in quanto un regista teatrale ha realizzato
un’opera ispirata alle storie dei lavoratori e alla loro determinazione.
Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in azione
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Intervista
Intervista — Thomas Eming
In seguito a una formazione tecnica e all’esperienza nell’ingegneria elettrica e di sistema, Thomas Eming ha
lavorato per Nokia a Bochum per oltre un decennio. Quando Nokia ha deciso di chiudere lo stabilimento di
Bochum, Thomas è stato licenziato.
Quali ripercussioni ha avuto il licenziamento su di lei e sulla sua famiglia?
In quel periodo ero in congedo parentale, quindi non ero al corrente di cosa stesse succedendo. Dovevo rientrare al lavoro quando si è diffusa la notizia che la fabbrica avrebbe chiuso. Contavo sullo stipendio. Quando
hai un impiego stabile in un’azienda non pensi che lo perderai. Pensavo che al termine del congedo parentale
avrei semplicemente continuato a lavorare. Inoltre, avevamo appena acquistato una casa, quindi è stato un
duro colpo.
Come ha cercato un altro lavoro?
Siamo stati tutti indirizzati a una società di trasferimento ed io ero preoccupato per il mio avvenire. Vista la mia
età, pensavo che potesse essere difficile trovare un altro lavoro, così ho deciso di avviare un’attività autonoma.
Ho seguito un corso in commercio e consulenza energetica. Sono necessarie conoscenze commerciali per
avviare un’attività e la mia idea era di diventare consulente energetico nel settore immobiliare.
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Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in azione
Intervista
L’attività di lavoro autonomo si è rivelata proficua?
La formazione è stata piuttosto lunga e diversa dalle aspettative, tuttavia l’efficienza energetica è importante per il futuro. I primi mesi non ho guadagnato nulla perché dovevo imparare molto. Ora procede bene.
Qual è stata la sua esperienza di formazione e consulenza ricevute
dopo aver perso il lavoro?
Ho partecipato a incontri e corsi di formazione settimanali su come presentare domanda
di lavoro. È stata una buona esperienza e mi sono sentito adeguatamente sostenuto dalla
società di trasferimento. Ci hanno offerto molte opportunità, ma io avevo un obiettivo preciso. Perciò, ho sfruttato le opportunità in maniera diversa rispetto agli altri.
Sapeva che la formazione e la consulenza erano cofinanziate dal FEG?
Inizialmente no. Dopo essere entrato nella società di trasferimento, mi sono iscritto al corso e alla camera di
commercio pagando di tasca mia. È costato quasi 4 000 euro. Ho parlato al mio consulente e alla società di
trasferimento del corso della mia idea di avviare un’attività in proprio. Mi ha risposto che avrebbe presentato
una richiesta di finanziamento al FEG per farmi ottenere il rimborso. È stato un buon inizio per la mia attività in
quanto mi ha consentito di poter acquistare prodotti, come ad esempio un computer.
Com’è la sua situazione lavorativa al momento?
Ho la mia attività come consulente energetico per gli immobili nel settore edile. I miei clienti desiderano
ristrutturare i propri edifici e io fornisco loro consulenza su aspetti energetici. Esamino l’edificio, scrivo una
relazione e faccio raccomandazioni per il risparmio energetico. Questo tipo di consulenza è sostenuta dalle
amministrazioni federali e regionali, dunque sono presenti numerosi finanziamenti per i clienti e io ne ottengo
una parte.
Ha qualche consiglio per le persone che si trovano in una situazione analoga?
Alle persone di una certa età, consiglio di provare ad avviare un’attività in proprio e di essere indipendenti. Io
dipendo da altre persone ma sono il capo di me stesso e decido quanto lavorare.
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Informazioni generali
Industria automobilistica,
Castilla y León e Aragona,
Spagna
È stata presentata una richiesta di finanziamento FEG alla Commissione europea a dicembre 2008, relativa
all’industria automobilistica a Castilla y León e Aragona. Si sono verificati 1 082 esuberi in 12 aziende del settore in queste due regioni tra gennaio e ottobre 2008.
Tali esuberi sono avvenuti sulla scia di un calo a lungo termine della quota di mercato globale dell’UE nel
settore dei veicoli a motore. Per l’UE a 27, questa è scesa dal 28,4 % nel 2004 al 26,9 % nel 2007. Nello stesso
periodo, la produzione dell’UE a 27 è aumentata del 7,5 %, rispetto al 13,3 % a livello mondiale.
Le importazioni UE dei veicoli a motore in generale, e delle autovetture in particolare, sono aumentate sostanzialmente tra il 2003 e il 2007. Per i veicoli a motore le importazioni sono aumentate del 45 % e le esportazioni
del 31 %, mentre per le autovetture gli aumenti sono stati rispettivamente del 44 % e 22 %.
Fino al 2004, la Spagna è stata un esportatore netto di autovetture e componenti per veicoli a motore. Durante
quell’anno è diventata un importatore netto e il deficit commerciale in questo settore è aumentato di anno
in anno.
Per nove delle imprese coinvolte, gli esuberi sono una conseguenza dell’aumento nell’UE delle importazioni
di auto e relative componenti e la diminuzione nella quota di mercato UE della produzione di veicoli. Mentre
le altre tre sono anche state colpite dal calo della produzione automobilistica UE, i licenziamenti sono stati
causati dalla delocalizzazione della produzione in paesi extra UE.
In seguito agli esuberi, il FEG ha finanziato misure occupazionali attive per 588 lavoratori di quattro delle maggiori imprese. Le misure comprendevano l’orientamento, la preparazione di percorsi individuali, formazione
generica e specifica, sostegno al reinserimento degli specialisti e incentivi per la ricerca di lavoro. I posti di
lavoro vacanti sono stati individuati anche grazie ai contatti con molte aziende nelle due regioni. Mantenere
tali contatti anche dopo il periodo di attuazione dovrebbe accrescere le prospettive a lungo termine dei lavoratori.
Entro la fine del periodo di attuazione, che andava da marzo 2008 a dicembre 2009, 184 lavoratori (35,5 %)
avevano trovato nuovi posti di lavoro. Tali dati dovrebbero essere letti alla luce dell’elevato tasso di disoccupazione in Spagna dovuto alla crisi economica e finanziaria.
Coloro che non avevano trovato lavoro, hanno in ogni caso percepito che le misure avevano aumentato la
loro impiegabilità. Avevano accresciuto la loro fiducia e autostima, sviluppandone l’indipendenza e hanno
consentito loro di acquisire le competenze necessarie quali la capacità di individuare gli obiettivi e pianificare
percorsi personali verso un nuovo lavoro.
Il FEG è considerato particolarmente adeguato per aiutare lavoratori con poche opportunità di trovare nuovamente un lavoro. La durata del periodo di sostegno e il budget consentono di fornire un’ampia gamma di
tutoraggio, consulenza e formazione permettendo ai lavoratori di fissare i propri obiettivi e programmi di
carriera.
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Intervista
Intervista — Alberto Cascán Pardo
La grande azienda automobilistica internazionale per la quale Alberto Cascán Pardo
lavorava da quasi 17 anni ha iniziato a registrare perdite. L’azienda ha optato per un ricollocamento, chiudendo gli stabilimenti nella regione e licenziando i lavoratori, compresi
Alberto e la moglie.
Quali ripercussioni ha avuto il licenziamento su di lei?
Dopo 17 anni nello stesso posto, ti senti a tuo agio. Ti dedichi alla vita familiare e dimentichi la
formazione o la preparazione per un lavoro diverso. Quando mi sono trovato senza lavoro, mi
sono sentito completamente perso e non sapevo da dove iniziare la ricerca di un nuovo lavoro.
Qual è stato l’impatto sulla sua vita familiare?
L’impatto è stato duro in quanto mia moglie lavorava nello stesso stabilimento e anche lei
è stata licenziata. Abbiamo entrambi ricevuto l’indennità di disoccupazione, ma non si può
vivere così per sempre. Eravamo preoccupati per il futuro e uno dei due avrebbe dovuto
trovare un lavoro visto che avevamo una figlia piccola.
Come ha cercato un altro lavoro?
Ho iniziato immediatamente, poiché non volevo restare disoccupato più del necessario. Mia moglie non ha
iniziato la ricerca subito, visto che si prendeva cura di nostra figlia. Il primo passo è stato preparare un CV, cosa
che non avevo mai fatto prima. Mi sono rivolto all’ufficio di collocamento, ma poiché non arrivavano offerte
ho deciso che dovevo guardarmi attorno autonomamente. Ho iniziato a consegnare CV alle aziende e una ha
chiamato. Ho ottenuto un lavoro, che però è durato solo sei mesi poiché la produzione è diminuita bruscamente e hanno dovuto licenziare lavoratori, tra i quali c’ero anche io.
Qual è stata la sua esperienza di formazione ricevuta dopo aver perso il lavoro?
Senza la formazione non avrei saputo come affrontare un colloquio di lavoro. Mi hanno aiutato a preparare
un CV migliore e a vedere quali punti mettere in evidenza. Abbiamo simulato dei colloqui e ho iniziato a
prendere confidenza. Quando ho dovuto affrontare un vero colloquio, mi sentivo molto più sicuro. Durante
la formazione pratica ho imparato a utilizzare un carrello elevatore. Non abbiamo fatto tanta pratica quanto
avrei voluto, ma in ogni caso mi ha aiutato a trovare un nuovo lavoro e, dopo due anni, lavoro ancora nello
stesso posto. Per quanto riguarda mia moglie, ha frequentato un corso di informatica e ha imparato a usare il
computer.
Sua moglie ha trovato lavoro?
Sì, ma ha impiegato più tempo. Effettua sostituzioni all’ufficio postale, ma è una cosa abbastanza costante.
All’inizio la chiamavano per alcuni giorni, poi per un mese. A diverse riprese, ha continuato a lavorare.
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Intervista
Sapeva che la formazione era cofinanziata dal FEG?
Ne ero consapevole perché all’inizio abbiamo avuto un colloquio con una serie di formatori che ci hanno
detto che l’iniziativa era in parte finanziata dall’UE.
Ha un contratto per l’attuale lavoro?
Ho trascorso 20 mesi come lavoratore temporaneo e ho poi ottenuto un contratto semestrale. Questa è la mia
attuale posizione. Spero che mi rinnovino il contratto semestrale. Se lo faranno, diventerò un dipendente a
tempo indeterminato. L’idea mi alletta perché si tratta di un lavoro molto stabile.
Anche l’azienda per cui lavora attualmente è nel settore automobilistico?
Realizza lastre di vetro per vetrine e simili. Le lastre sono realizzate dai macchinari ma poi è necessario spostarle da un posto all’altro. Il corso che ho frequentato è stato perfetto per questo lavoro, poiché riguardava
esattamente ciò che faccio attualmente; trasportare i prodotti con un carrello elevatore.
Ha qualche consiglio per le persone in una situazione analoga?
Non pensare che si possa semplicemente non fare nulla, vista la possibilità di richiedere l’indennità. Io non l’ho
fatto e ne sono felice. È necessario iniziare a prepararsi per un lavoro diverso. Esistono corsi di formazione per
tutti i tipi di lavoro e bisogna cogliere le opportunità.
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Intervista
Intervista — María Jesús Sain Ruiz
María Jesús Sain Ruiz lavorava presso lo stabilimento automobilistico Delphi ad Aragona. Quando l’azienda
ha deciso di dislocare la produzione fuori dall’UE, Maria era tra coloro che hanno perso il posto di lavoro.
Quali ripercussioni ha avuto il licenziamento su di lei?
È stato un duro colpo. Tutto quello a cui riuscivo a pensare era che volevo continuare a lavorare.
Qual è stato l’impatto sulla sua vita familiare?
Come ho detto, è stato un duro colpo. Come se non bastasse, mio marito, che aveva lavorato come produttore
di mobili nella stessa azienda per oltre 27 anni, è stato licenziato poco dopo. È tuttora disoccupato.
Come ha cercato un altro lavoro?
Ho provato di tutto. Ritengo che la formazione sia davvero importante, perciò ho pagato di tasca mia due corsi
di formazione in informatica e farmacia. Quando mi è stata offerta l’opportunità di un corso di formazione e
consulenza organizzato dall’istituto per l’impiego di Aragona, ho accettato immediatamente.
Qual è stata la sua esperienza di formazione e consulenza ricevute
dopo aver perso il lavoro?
Per ragioni di tempo alcuni corsi si sovrapponevano, ma sono riuscita a seguire tutto. A volte frequentavo
corsi di formazione per l’intera giornata, perciò non sono pienamente soddisfatta dell’organizzazione. Gli insegnanti erano, però, veramente ben preparati.
Sapeva che la formazione e la consulenza erano cofinanziate dal FEG?
Sì, ero al corrente che le misure erano cofinanziate dall’UE.
In che modo l’ha aiutata?
Ho seguito diversi corsi di formazione su argomenti quali le tecniche di ricerca del lavoro e il fotovoltaico. Ho
anche seguito un corso per diventare animatrice per il tempo libero. Dopo questo corso mi è stato offerto un
lavoro in una ludoteca, ma a causa di tagli al bilancio il mio contratto non sarà prolungato.
Ha qualche consiglio per persone in una situazione analoga?
Consiglierei di non rimanere seduti a casa, ma di utilizzare il tempo a disposizione per imparare qualcosa di
nuovo.
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Informazioni generali
Perlos, Finlandia
Perlos è un produttore finlandese che realizza componenti in plastica per telefoni cellulari.
Ha creato più di 2 000 posti di lavoro nella regione della Carelia settentrionale, ma ora ha interamente dislocato la produzione fuori della Finlandia. Quando Nokia, il suo principale cliente, ha trasferito la produzione in
Asia, Perlos è stata costretta a fare altrettanto.
La Carelia settentrionale è una regione poco popolata, con un tasso di disoccupazione di circa il 15 %, quasi
il doppio della media nazionale. Perdere Perlos, di gran lunga il più grande datore di lavoro, ha rappresentato
dunque un durissimo colpo, che ha causato un totale di 915 esuberi nella regione. Di questi, 906 erano impiegati negli impianti Perlos Oyj a Joensuu e Kontiolahti e 9 provenivano da fornitori a monte.
Si temeva che i lavoratori, per lo più di giovane età, avrebbero abbandonato la zona e perciò i servizi per l’impiego hanno attuato un piano per la gestione della crisi. Nell’ambito di tale piano, la Finlandia ha presentato
domanda per i finanziamenti FEG alla Commissione europea il 18 luglio 2007.
Il fatto che la domanda sia stata presentata rapidamente ha permesso ai servizi per l’impiego di essere ragionevolmente sicuri del sostegno FEG al programma. Questo ha consentito di progettare un pacchetto di
misure più ambizioso di quanto sarebbe stato altrimenti possibile. Il FEG ha di conseguenza stanziato oltre
1,3 milioni di euro per il periodo da marzo 2007 a luglio 2008, al fine di aiutare i lavoratori ad acquisire nuove
qualifiche e a trovare nuovi posti di lavoro. Oltre al sostegno fornito dal FEG, altri programmi si concentravano
sullo sviluppo e il sostegno regionale per un parco scientifico vicino all’università.
Come parte del piano, è stata condotta un’indagine tra tutte le altre aziende locali per possibili posti di lavoro
ed è stata avviata una campagna di marketing per attirare nuove aziende nella regione. Questo tipo di sviluppo e conservazione di un’ampia rete di portatori di interesse si sta dimostrando utile sia per sostenere i
lavoratori in esubero sia per le sfide future.
È stata fornita consulenza specifica personalizzata a tutti i lavoratori in esubero a partire dal giorno in cui
hanno ricevuto la comunicazione del licenziamento. Ulteriori misure occupazionali attive attuate tramite i
finanziamenti FEG comprendevano la promozione dell’imprenditorialità, indennità di mobilità e buoni per la
formazione. Sono state anche condotte analisi delle competenze e delle capacità professionali.
La formazione per consentire ai lavoratori di acquisire competenze al fine di svolgere nuovi lavori è stata una
componente essenziale delle misure, a cui hanno partecipato 400 persone. Ciò dovrebbe comportare vantaggi significativi non solo per i lavoratori stessi, ma anche per la regione nel complesso, in particolare vista
la collocazione periferica e il rischio di spopolamento. Dei 921 lavoratori che hanno beneficiato delle misure
cofinanziate dal FEG, il 56,9 % ha trovato nuovamente lavoro entro la fine del periodo di attuazione.
Il programma ha incontrato alcuni ostacoli. Il periodo di attuazione non è stato abbastanza lungo per portare
a compimento misure quali la preparazione di nuove attività aziendali. Inoltre, non si sono potute realizzare
alcune idee innovative poiché la legislazione nazionale non concedeva indennità per esse.
I punti di forza e i punti deboli delle misure sono stati analizzati in profondità, come anche le sfide affrontate
e le opportunità emerse. Tale analisi può essere utile per altre regioni o settori che si trovano in una situazione
analoga. Nel caso della Carelia settentrionale, le misure attuate per gestire l’episodio Perlos hanno consentito
ai servizi regionali per l’impiego di realizzare piani di emergenza per ulteriori esuberi su larga scala.
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Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in azione
Intervista
Intervista — Mika Juvonen
Mika Juvonen ha ricevuto una formazione come ingegnere automobilistico e lavorava
come responsabile di officina e manutenzione in un’autofficina prima di entrare alla Perlos. Ha lavorato come responsabile di produzione e fabbricazione alla Perlos per quasi
dieci anni. È stato uno degli ultimi dipendenti a lasciare l’azienda quando essa ha dislocato
la produzione al di fuori della Finlandia.
Quali ripercussioni ha avuto il licenziamento su di lei?
Non mi sono reso conto che la fabbrica avrebbe chiuso così in fretta. Ero lì da dieci anni e
conoscevo bene l’azienda, quindi ho provato un senso di paura e insicurezza, anche se i miei
piani per il futuro erano già chiari prima di essere licenziato.
Qual è stato l’impatto sulla sua vita familiare?
Ha avuto delle ripercussioni sulla mia vita familiare in quanto mia moglie è stata licenziata
all’incirca nello stesso periodo. Ed è stato un colpo ancora più duro, in quanto era più inaspettato.
Come ha cercato un altro lavoro?
I primi licenziamenti significativi si erano verificati a marzo 2006, circa un anno prima che la produzione terminasse definitivamente in Finlandia. I tagli alla produzione sono diventati più probabili durante quell’estate
e autunno, ma è stata pur sempre un’assoluta sorpresa quando la produzione è stata interamente bloccata.
Ne abbiamo discusso tra colleghi e io ho iniziato a programmare di avviare un’attività in proprio. Avevo
39 anni all’epoca. I nostri figli erano abbastanza grandi e io avevo esperienza gestionale.
Verso quale settore si è indirizzato e perché?
Il mio programma prevedeva la produzione di biogas e fertilizzante. Mio cognato e suo cognato avevano
avuto l’idea, ma non avevano il tempo di svilupparla. Io ero interessato perché mi consentiva di sfruttare la
mia esperienza nella direzione di progetti e nel settore automobilistico, in quanto generiamo elettricità a
partire da biogas utilizzando dei motori. In futuro, speriamo di applicarlo alle auto producendo biometano.
Inoltre, provengo dalla campagna e i miei genitori possiedono una fattoria. La nostra azienda può produrre
fertilizzante per la coltura biologica di circa 1 000 ettari l’anno. Dal punto di vista dei miei ideali, sono sempre
stato interessato alle tematiche ambientali. Voglio fare del mondo un posto migliore per la vita dei nostri figli,
e questo deve avvenire in modo economicamente sostenibile.
Qual è stata la sua esperienza di formazione e consulenza ricevute
dopo aver perso il lavoro?
La consulenza fornita dal centro per l’impiego è stata eccellente. Conoscevo le persone perché avevo lavorato
nel settore del reclutamento in passato e ora mi trovavo dall’altra parte della barricata. Avevamo un ottimo
rapporto e sono stati di grande aiuto.
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Intervista
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Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in azione
Intervista
Sapeva che la formazione e la consulenza erano cofinanziate dal FEG?
Sapevo fin dall’inizio che avrebbero fatto richiesta per i finanziamenti FEG. Eravamo in attesa della risposta
con il fiato sospeso.
In che modo l’ha aiutata?
Il finanziamento mi ha consentito di studiare tecnologia ambientale, bioenergia come attività aziendale e i
fabbisogni energetici delle fattorie avendo al tempo stesso un reddito certo. Mi ha anche permesso di ottenere i contatti e la base di conoscenze necessari per la nostra azienda.
Com’è la sua situazione lavorativa al momento?
Ho la mia azienda della quale sono il maggiore azionista insieme a mio cognato e suo cognato. Il nostro investimento complessivo è stato di 5,5 milioni di euro, quindi l’azienda ha un grande debito, ma il clima aziendale
per la produzione energetica tramite il riciclaggio di rifiuti è favorevole. Lavoro molto più di prima e guadagno
meno, ma sono ottimista. Oltre a me, impieghiamo attualmente quattro persone a tempo pieno e tre parttime.
Ha qualche consiglio per persone in una situazione analoga?
È necessario sfruttare al meglio la formazione e la consulenza a disposizione. Il raggiungimento dei propri
obiettivi richiede duro lavoro ed è necessario credere di poter trasformare una situazione negativa in qualcosa
di più positivo.
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Informazioni generali
Alytaus Tekstile, Lituania
Il fallimento dell’azienda Alytaus Tekstile a Alytus, in Lituania, dovuto alla delocalizzazione generale della produzione tessile e di abbigliamento verso mercati a basso costo, ha causato 1 089 esuberi tra ottobre 2007 e febbraio
2008. La Lituania ha pertanto presentato domanda per un finanziamento FEG a maggio 2008.
Prima che la Lituania entrasse a far parte dell’UE nel 2004, gli Stati membri UE costituivano il principale mercato
per le esportazioni tessili lituane. In seguito alla scadenza dell’accordo multifibre dell’OMC lo stesso anno, il valore
delle importazioni UE dei prodotti tessili e di abbigliamento cinesi è salito a 22,9 miliardi di euro nel 2005, quasi il
doppio rispetto al 2000.
Le limitate dimensioni del mercato nazionale lituano, con l’80 % della produzione tessile e di abbigliamento del
paese destinato all’esportazione, hanno fatto sì che il settore tessile lituano nel suo complesso fosse duramente
colpito dalla concorrenza.
Poiché i costi di produzione erano circa quattro volte superiori a quelli della Cina, Alytaus Tekstile non è stata in
grado di sostenere la concorrenza. Anche gli accresciuti costi energetici e la ricollocazione di molti dei suoi principali clienti hanno contribuito alla chiusura dell’azienda.
Sono state fornite misure occupazionali attive per oltre un anno a partire da maggio 2008, inizialmente ai
600 lavoratori che ancora necessitavano di aiuto nel momento in cui è stata presentata la domanda e poi ad
altri 19. Tali misure comprendevano aiuto nella ricerca di lavoro, sviluppo di piani personalizzati, riqualificazione,
supporto nella ricerca di tirocini, sostegno all’imprenditorialità e indennità per la formazione e la ricerca di lavoro.
Alla fine del periodo di attuazione, il 53 % dei lavoratori coinvolti aveva trovato lavoro, mentre il 12 % era ancora
disoccupato. Quasi un quarto aveva deciso di andare in pensione, poiché quasi la metà delle persone coinvolte
aveva un’età compresa tra i 54 e i 64 anni. La restante parte non cercava più lavoro per problemi di salute e disabilità.
Il fatto che il 99 % del finanziamento FEG sia stato speso dimostra che il preventivo iniziale era preciso e realistico.
Inoltre, per alcune misure, il costo dichiarato durante la procedura di appalto si è dimostrato inferiore alle stime
iniziali, per cui hanno potuto partecipare più persone. In tal modo, il numero di beneficiari della promozione
imprenditoriale e dell’aiuto occupazionale ha superato le previsioni rispettivamente del 35 % e 32 %.
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Intervista
Intervista — Gerimantas Žukauskas
Gerimantas Žukauskas era capo dipartimento alla Alytaus Tekstile, responsabile di 500 dipendenti. Con il fallimento dell’azienda a novembre 2007, Gerimantas è rimasto senza lavoro.
Quali ripercussioni ha avuto il licenziamento su di lei?
È stato un bel colpo in quanto ero a capo di un ampio dipartimento, uno dei quattro dell’azienda.
Come ha cercato un altro lavoro?
La prima cosa da fare è comunicarlo all’ufficio di collocamento. Mi hanno detto che esisteva un programma di
sostegno. Come ex capo dipartimento avevo alcuni contatti, così ho cercato di ottenere aiuto da loro. Ho anche
provato a chiedere ad amici e pensato di lavorare all’estero.
Qual è stata la sua esperienza di formazione ricevuta dopo aver perso il lavoro?
Non ho avuto bisogno di formazione. L’ufficio di collocamento sapeva qual era la mia posizione e di quali qualifiche ed esperienza disponevo. Come capo dipartimento maturi molta esperienza ed è più difficile apprendere
nuove cose quando si ha 40 anni e si è altamente qualificati. È più semplice riqualificare un lavoratore anziché
una risorsa del mio genere.
Com’è la sua situazione lavorativa al momento?
Un contatto lettone che aveva lavorato nel settore tessile per alcuni anni e aveva condotto affari con la Alytaus
Tekstile ha suggerito a me e ad alcuni miei colleghi di fondare un’impresa comune con lui. Con la crisi e la contrazione del mercato, non abbiamo visto altre alternative. Quando ci siamo uniti, il mio contatto lettone aveva
già istituito l’azienda, che ora si chiama Alytaus Teksera. Siamo diventati azionisti e ora operiamo da quattro anni
con un fatturato annuo di 400 000 euro. Ci avvaliamo di cinque collaboratori; quattro di noi erano direttori alla
Alytaus Tekstile, più il lettone. Il sostegno UE ci ha consentito di avere i fondi sufficienti per avviare l’azienda.
Sapevate che tale sostegno era cofinanziato dal FEG?
Sì, lo sapevamo. Il sostegno è stato di grande aiuto, altrimenti non avremmo potuto creare l’azienda. Ne siamo
molto grati. Sarei interessato a un ulteriore aiuto poiché abbiamo stabilito molti contatti e le persone vedono che
l’azienda è in fase di sviluppo. Il primo anno non abbiamo registrato profitti, ma nei tre anni successivi sì. Sono
anche felice di avere l’opportunità di mostrare alle persone come l’UE può aiutarle.
Qual è il principale obiettivo della vostra nuova azienda?
Inizialmente volevamo concentrarci sulla produzione e abbiamo cercato di acquistare attrezzature. Il co-proprietario lettone disponeva di alcuni fondi, ma avevamo anche bisogno di credito. Non avendo beni, le banche
non ci avrebbero concesso prestiti. Questo ha coinciso con il momento peggiore della crisi e ci ha portato a
concentrarci sulle importazioni ed esportazioni. Ora abbiamo in affitto un magazzino della Alytaus Tekstile, che
attualmente è sotto una nuova direzione. Abbiamo in programma di acquistarlo se otterremo un prestito.
Ha qualche consiglio per persone in una situazione analoga?
Noi ricoprivamo posizioni direttive e potrei dare consigli solo alle persone con un lavoro analogo. Conoscevamo
il mercato e il suo funzionamento e il fallimento non ha rappresentato la fine del mondo, bensì un’opportunità.
Le persone che affrontano il fallimento la vedono diversamente, dunque direi semplicemente che non è necessario temerlo. Se si ottiene aiuto dall’UE, si deve sfruttarlo al meglio, guardare al futuro ed essere consapevoli che
è necessario plasmarlo in prima persona.
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Informazioni generali
Nord-Centro, Portogallo
Si è registrato un totale di 1 588 esuberi in 49 aziende tessili (di cui 39 nella regione Nord e 10 nella regione
Centro) tra febbraio e novembre 2008, più altri 138 nei due mesi successivi. Questo ha condotto le autorità
portoghesi a presentare una domanda di finanziamento FEG a gennaio 2009.
Dall’inizio degli anni novanta, il settore tessile, di abbigliamento e calzature europeo è stato attraversato da un
processo di ristrutturazione su vasta scala, tra cui la riduzione della manodopera di quasi un terzo. Con la fine
dell’accordo multifibre dell’OMC nel 2004, le importazioni UE di prodotti tessili e di abbigliamento da paesi
a più basso costo sono quasi raddoppiate, e i produttori nelle regioni Nord e Centro del Portogallo hanno
dovuto affrontare un rapido aumento della concorrenza.
Si prevedeva che il mercato si sarebbe stabilizzato nel 2007/2008 grazie agli adeguamenti delle aziende e alla
modernizzazione dell’industria tessile nazionale. Tuttavia, la situazione economica in via di deterioramento ha
comportato ulteriori chiusure e un brusco calo della fiducia dei consumatori.
Il settore tessile e di abbigliamento rappresenta oltre il 14 % della forza lavoro nella regione Nord, mentre
nella regione Centro rappresenta il 15 % dell’occupazione industriale totale. Nel 2007, gli esuberi nel settore
tessile rappresentavano il 4 % della disoccupazione totale portoghese. Inoltre, il 97,8 % della disoccupazione
derivante dai licenziamenti nel settore tessile si concentra nelle regioni Nord e Centro.
La regione Nord registra il più basso reddito pro capite e il più alto tasso di disoccupazione nel paese. Entrambe
le regioni sono caratterizzate da livelli di istruzione e qualifica relativamente bassi.
La regione Nord è stata anche colpita dall’insolvenza della multinazionale tedesca, Qimonda AG, produttrice
di computer e prodotti elettronici e ottici. La crisi finanziaria e la conseguente contrazione dell’economia globale hanno ridotto la capacità di Qimonda di investire nell’innovazione e attrezzature per la produzione. Inoltre, la sovraccapacità nel mercato della Dynamic Random Access Memory ha esercitato pressioni sui prezzi,
costringendo molte aziende a tagliare la produzione.
La produzione nella fabbrica tedesca che forniva materie prime all’unità portoghese è stata bloccata. Per tali
ragioni, insieme alla mancata conclusione di accordi con potenziali investitori, Qimonda in Portogallo è stata
costretta all’insolvenza.
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Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in azione
La perdita di Qimonda ha comportato quasi 1 000 esuberi nella regione Nord. Si tratta di un duro colpo per le
prospettive della regione, in quanto Qimonda era considerata una storia di successo per via degli investimenti
nell’innovazione e sviluppo tecnologico e i tentativi di affermarsi sul mercato internazionale.
Nel caso dell’industria tessile, si era inizialmente programmato di offrire misure occupazionali attive quali
il riconoscimento delle competenze, convalida e certificazione, formazione professionale, contributi per
la formazione, sostegno all’imprenditorialità e sviluppo di programmi occupazionali personali per tutti
i 1 504 lavoratori. Infine, solo 720 hanno partecipato. La partecipazione a gran parte delle misure è stata
inferiore alle aspettative, ad eccezione della formazione professionale, alla quale hanno partecipato in
714, rispetto ai previsti 250. I costi delle misure sono stati inferiori a quanto preventivato, giacché i lavoratori
hanno optato principalmente per i corsi di formazione più brevi.
Circa un quarto dei lavoratori coinvolti avevano 55 anni o più, con bassi livelli di istruzione e competenze. Il
79 % non aveva portato a termine i nove anni di istruzione di base, e un altro 13 % non aveva portato a termine l’istruzione secondaria. Tuttavia, si è riscontrata una maggiore volontà di partecipazione tra gli over 55, e
anche le donne con livelli di istruzione più avanzati erano ben rappresentate.
Misure formative più lunghe avrebbero potuto essere proficue, ma non è stato possibile visto il breve periodo
di attuazione. Ciononostante, i partecipanti hanno riconosciuto che la formazione di base in informatica,
insieme al riconoscimento delle esperienze precedenti, avevano accresciuto la loro impiegabilità.
Alla fine del periodo, 30 dei 720 lavoratori avevano trovato lavoro; altri 9 erano impegnati nell’apprendimento
o formazione, e i restanti 681 erano ancora disoccupati, con poche prospettive lavorative.
Gli esiti hanno dimostrato la necessità di una maggiore pubblicità di simili azioni, ampio coinvolgimento dei
centri per l’impiego e rispetto di una tabella di marcia di azioni per tutto il periodo di attuazione. Un ulteriore
punto derivante dall’esperienza era la necessità di considerare attentamente la selezione delle aziende da
inserire nelle misure FEG a livello regionale.
In seguito all’insolvenza di Qimonda, sono state fornite misure occupazionali attive a 839 lavoratori tra giugno
e ottobre 2009. I beneficiari hanno ricevuto contributi per la formazione e hanno potuto partecipare sia alla
formazione professionale che imprenditoriale.
I lavoratori hanno ricevuto sostegno per avviare le proprie aziende e trovare tirocini lavorativi, consentendo
loro in tal modo di acquisire esperienza pratica. Inoltre, ai potenziali datori di lavoro sono stati garantiti incentivi per l’assunzione degli ex lavoratori di Qimonda. Infine, le misure FEG hanno consentito ai lavoratori in esubero di riconoscere in maniera più adeguata le competenze acquisite, garantendo una maggiore convalida e
certificazione delle competenze.
Vitor Macedo e Mafalda Ferreira hanno coordinato due misure FEG per i lavoratori del settore tessile in
esubero. Una misura sosteneva il reinserimento dei lavoratori sul mercato del lavoro. L’altra promuoveva
l’imprenditorialità.
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Intervista
Intervista — Vitor Macedo
Gli esuberi come hanno influenzato il settore?
Nella nostra regione, i lavoratori interessati dalla domanda FEG nel settore tessile sono stati licenziati in diverse
aziende. Si tratta di una conseguenza della crisi nell’industria tessile dovuta alla concorrenza dei paesi asiatici.
Le persone e le aziende avevano caratteristiche specifiche. Perciò non disponiamo di una misura accurata
dell’impatto reale.
I lavoratori in esubero come hanno cercato un nuovo lavoro?
Molti lavoratori avevano più di 50 anni e disponevano di scarsa istruzione, rendendo difficile trovare lavoro nel
nostro settore. Svolgevano lavori molto specifici, spesso da 20 o 30 anni, perciò era difficile per loro sviluppare
nuove competenze nel contesto della riqualificazione.
Esisteva un elevato livello di consapevolezza del FEG tra i beneficiari?
Abbiamo cercato di informarli in merito, ma per molti generava confusione. Molte persone confondevano il
FEG con altri finanziamenti europei, in particolare il Fondo sociale europeo.
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Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in azione
Intervista
In che modo le misure FEG sono state di aiuto?
Speriamo che le misure abbiano aiutato a rendere le persone più attive e a dar loro
la speranza di trovare lavoro. È stata la prima domanda FEG per la regione Nord e
abbiamo avuto solo quattro mesi per attuarla. Per coinvolgere un gran numero di
persone, abbiamo deciso di utilizzare quella che chiamiamo formazione a banda
larga sulle competenze informatiche, convalida e certificazione di competenze.
Per via dell’età delle persone e della crisi nell’industria tessile, le misure non hanno
avuto l’impatto che ci saremmo aspettati.
Ha qualche suggerimento per rendere tali misure
più efficaci in futuro?
Accogliamo favorevolmente il prolungamento del periodo di attuazione delle
misure FEG da un anno a due. L’esperienza con il settore tessile ci ha concesso di
migliorare il nostro approccio per tre nuove domande, una per l’azienda di semiconduttori Qimonda, una per
Rohde, un’azienda di calzature tedesca e una terza per l’industria delle componenti per auto. Abbiamo migliorato la pianificazione per l’attuazione delle misure, in particolare cooperando con i sindacati e altre parti. Inoltre, cosa importante, è stata progettata una serie di misure più flessibili. Esse comprendono il sostegno individuale per la formazione professionale e l’aiuto ai lavoratori che intendono avviarsi verso la libera professione.
Abbiamo anche aumentato la diffusione delle informazioni relative alle misure. Questo ha attirato l’interesse
dei lavoratori e aumentato la consapevolezza del sostegno FEG.
A che punto vi trovate con le altre domande?
Le misure Qimonda stanno per concludersi e il progetto Rohde è a metà percorso. Per Qimonda ci siamo concentrati sulla riqualificazione dei lavoratori per altre attività, poiché non esiste un’altra azienda nella regione
produttrice di semiconduttori. Per quanto riguarda Rhode, l’industria calzaturiera è orientata verso le esportazioni ed è in crescita in Portogallo, perciò cerchiamo di aiutare i lavoratori ad acquisire le competenze richieste
dalle piccole e medie imprese nella regione per riportarli all’interno del settore. Per quanto riguarda l’industria
delle componenti per auto, abbiamo organizzato sessioni di presentazione delle misure, e i centri per l’impiego stanno attualmente conducendo colloqui più personalizzati, al fine di individuare il giusto impiego e
misure di formazione per ogni lavoratore.
Qual è la prospettiva per la zona in termini di occupazione?
La situazione attuale è difficile. Il mercato dell’occupazione è stato duramente colpito dalla crisi. Nel caso
dell’industria tessile, i risultati dell’intervento FEG non sono stati all’altezza delle aspettative, essenzialmente
per via dell’età avanzata e delle qualifiche limitate dei beneficiari. Per Qimonda e Rohde, ci aspettiamo un
significativo ritorno delle persone sul mercato del lavoro. Le situazioni variano tra i diversi settori, ma siamo
ottimisti poiché con tali misure possiamo concentrarci maggiormente su problematiche specifiche e trovare
soluzioni più efficaci.
Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in azione
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Intervista
Intervista — Mafalda Ferreira
Può citare esempi di persone che hanno usufruito delle misure?
Per la misura volta al reinserimento sul mercato del lavoro, avevamo a che fare con persone di una certa
età, prevalentemente donne, con un basso livello di istruzione che avevano svolto lo stesso lavoro per 20 o
30 anni. Non disponevano di competenze che potevano essere trasferite in altre attività. Godevano di scarsa
autostima e non erano motivate. Per la misura relativa allo viluppo dell’imprenditorialità, le persone avevano
maggiori competenze ma erano anch’esse scarsamente motivate.
In cosa consistevano le misure per il primo gruppo?
Abbiamo provato a motivare il primo gruppo a cercare attivamente un nuovo lavoro e li abbiamo sostenuti
nella ricerca di opportunità. Abbiamo cercato di aiutarli a sfruttare al meglio le competenze acquisite durante
la vita che potessero aiutarli nella ricerca di un’occupazione. Li abbiamo guidati verso svariati tipi di formazione, mostrato loro l’importanza di nuove competenze e persuasi che avrebbero potuto fare cose diverse.
Abbiamo dovuto insegnare loro a scrivere CV e affrontare colloqui. Alla fine del processo avevano una prospettiva diversa e intendevano investire nelle loro carriere.
E per quanto riguarda il secondo gruppo?
Ci siamo concentrati nell’aiutarli ad acquisire competenze tecniche in modo che, una volta deciso in che settore lavorare, sapessero come agire. Hanno sviluppato programmi aziendali, valutato la fattibilità e cercato
finanziamenti, sostenuti da una squadra di formatori. Alcuni si sono resi conto che i propri programmi non
erano finanziariamente fattibili e li hanno riprogettati. Altri, invece, hanno proseguito.
In quali settori queste persone hanno avviato aziende?
Per molti è stato il settore collegato al loro precedente lavoro. Alcuni lavoravano nel ramo finanziario dell’industria tessile e hanno iniziato a fornire consulenza finanziaria. Altri lavoravano nel marketing, così hanno
creato aziende per sostenere le PMI nel marketing. Un terzo gruppo lavorava nei laboratori tessili e ha deciso
di creare società di consulenza per aiutare le piccole imprese nella realizzazione di laboratori conformi agli
standard procedurali e in materia di attrezzature.
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Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in azione
Intervista
I lavoratori che hanno ricevuto formazione sono rimasti nel settore tessile?
A causa della crisi nel settore, abbiamo cercato di aiutarli a spostarsi verso altri settori. Nella nostra regione,
alcuni settori hanno riscosso un ragionevole successo, come quello dei servizi, in particolare ristoranti e hotel.
Alcune persone si sono inserite in questo settore. Un’altra possibilità è rappresentata dalle piccole imprese
che producono componenti metalliche che non hanno bisogno di personale altamente qualificato. Un terzo
settore, specialmente per le donne, è rappresentato dall’assistenza agli anziani. Le storie più interessanti sono
di donne che all’inizio del programma hanno detto di aver lavorato nello stesso settore per 40 anni e di non
essere in grado di fare altro e alla fine hanno cercato e trovato nuovi lavori.
Esisteva un elevato livello di consapevolezza del FEG tra i beneficiari?
Inizialmente no. Si trovavano sul gradino più basso e non riuscivano a credere che qualcuno si sarebbe preoccupato di loro. Fin dall’inizio, abbiamo esposto le misure e spiegato alle persone che eravamo interessati al
loro futuro.
Ha suggerimenti su come rendere tali misure più efficaci?
Sono necessari tempo e lavoro approfondito per aiutare questo gruppo di interesse a sviluppare competenze.
Vorremmo che le misure durassero di più e poter lavorare su una base maggiormente individuale.
Qual è la prospettiva per la zona in termini di occupazione?
Stiamo attraversando una grave crisi. Ogni giorno, delle aziende presentano istanza di fallimento. L’industria
tessile naviga in cattive acque, sebbene provengano segnali positivi da settori quali i servizi e la lavorazione
del metallo. Le aziende che hanno introdotto metodi innovativi nei propri processi produttivi stanno ora producendo beni per l’esportazione.
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Commissione europea
Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in azione
Storie di opportunità create dal FEG
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea
2012 — 27 pagg. — 21 × 29,7 cm
ISBN 978-92-79-22023-4
doi:10.2767/50518
Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) cofinanzia misure per aiutare i lavoratori
vittime degli esuberi di massa in una stessa azienda o settore all’interno della stessa regione o in due
regioni contigue a trovare un nuovo lavoro. Il presente opuscolo fornisce informazioni generali sulle
azioni FEG in cinque Stati membri UE. Contiene anche interviste a persone che hanno usufruito di tali
misure o sono state coinvolte nell’attuazione.
Questa pubblicazione è disponibile in formato cartaceo in francese, inglese e tedesco e in formato
elettronico in tutte le lingue ufficiali dell’Unione europea.
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europea, raccolte della giurisprudenza della Corte di giustizia):
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KE-31-11-404-IT-C
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ISBN 978-92-79-22023-4
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