salute & famiglia n.71 SETTEMBRE-OTTOBRE 2015 euro 3,00 Paolo Crepet La Cannabis puo’ curare l’Alzheimer CAMPIONI AI RAGGI X parla il medico sociale della Juve, Stefanini Pericolo tatuaggi Insetti da mangiare Progetto Giovane Anziano VIVERE SEMPRE IN VACANZA Blue Zone, dove si vive di più TERME DI ACQUASANTA Complesso alberghiero termale convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale per terapie inalatorie e fango balneoterapiche con acqua solfurea. Stabilimento termale direttamente collegato all’Hotel Italia, dotato di Piscina solfurea e Centro Benessere. Hotel Italia L’Hotel offre alla sua clientela varie tipologie di camere, piscina termale interna, solarium esterno con minipiscina, palestra, bar, ristorante, centro estetico e centro benessere, sala conferenze e chiesetta privata per cerimonie. 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A tutto questo l’Europa risponde non con un connaturato senso dell’ospitalità (quello, per intenderci, che ha accolto i nostri nonni quando hanno invaso le Americhe e l’Australia) ma erigendo muri, respingendo con eserciti e polizia, chiudendo i confini, eludendo trattati firmati dagli Stati e dalle convenzioni internazionali. Insomma ci siamo scoperti egoisti, forse ci eravamo sopravvalutati: non eravamo poi per dav- vero la culla della tolleranza e del diritto, ma abbiamo tristemente scoperto per un’altra volta, ancora, il nostro volto arcigno, quello che porta il segno dell’intolleranza e del diniego anche dei più elementari diritti umanitari. Forse la lezione del nazional socialismo che ha portato ad una guerra di 50 milioni di morti non è stata sufficiente: non è bastato portare le scuole in pellegrinaggio in qualche lager, o far scorrere davanti agli occhi dei nostri figli le foto di quell’im- mane sterminio. E’ bastato poco, tutto sommato poco, per dissotterrare l’ascia di guerra e farla di nuovo brillare al sole dei nostri privilegi e delle nostre ricchezze. Forse soltanto un inverno rigido fermerà sciacalli e povera gente, non certo le burocrazie continentali e tanto meno quelle forze politiche che pensano di guadagnare qualche punto percentuale gettando benzina sul fuoco delle nostre paure e dei nostri malsopiti odi. Cosa impareranno i nostri bambini da quelle immagini? Ad essere più forti e saggi o a diventare più egoisti e accecati difensori del nostro gruzzoletto? Paolo Crepet PROBABILMENTE I PIÙ BRAVI DENTISTI AL MONDO PROBABILMENTE RICI AL MO ONDO O NDO UNO DEI MIGLIORI DENTIFRICI MONDO Biorepair® I tuoi denti per tutta la vita. in QUESTO NUMERO 6 IL PERSONAGGIO Stefanini: anche i campioni d’Italia seguono una cometa 22 INCHIESTA Vivere a lungo il segreto delle ZONE BLU 26 PROGETTI Vivere sempre in vacanza Il Giovane Anziano 32 BENESSERE L’eccellenza Terme nella Medicina Moderna 38 RICERCA E INNOVAZIONE Quando fa male il polso 54 Attenzione ai Tatuaggi 56 GRAFOLOGIA Scrivere a mano fa bene al bambino Stretta è la sanità, larga è la via… dite la vostra che ho detto la mia La Sanità ha bisogno di quattro cose/quattro. 1-Aggredire la medicina difensiva (costo 10/12 miliardi anno) mettendo i medici, ma anche tutti gli operatori sanitari che operano in trincea, in condizione di svolgere il proprio ruolo con più serenità. 2-Costituire la rete informatica nazionale, con fascicolo sanitario elettronico per ogni cittadino, che non solo farebbe risparmiare cifre considerevoli nell’immediato, ma servirebbe per prevenire e/o scoprire in tempo reale le infinite RUBERIE che avvengono in sanità. 3-Costi standard: crediamo che gli italiani siano invecchiati ascoltando annunci su tale aspetto: è davvero impossibile? 4-MERITOCRAZIA per tutti, a partire dai manager pubblici. Ma qui rasentiamo il miracolo. L’appello per salvare quel che resta del sistema sanitario nazionale è del presidente del TDMe (Tribunale dei Diritti e dei Doveri del Medico) Mario Falconi. Rivolgendosi a Renzi dice: “Per tagliare, caro Presidente, anche se sarebbe più corretto dire per razionalizzare, occorre investire nel sistema, soprattutto culturalmente, attraverso una diagnosi corretta seguita da un’adeguata terapia.Peraltro Le ricordo che i migliori sistemi sanitari, in termini di costo-benefici, sono quelli universalistici e solidaristici. Razionalizziamo il nostro, dunque, e non scimmiottiamo l’America”. Al linguaggio medico di cui sopra proviamo ad aggiungere il nostro, più giornalistico. Si sottolinea la necessità di operare con serenità nel rapporto con i pazienti; vale per medici, paramedici e farmacisti. Dietro al loro computer invece la prima ricetta elettronica compilata è un ansiolitico per se stessi. Un grave difetto ereditato dalla politica è l’ansia da carriera: l’attesa delle nomine istituzionali in ogni asl e nelle strutture ospedaliere, sono quanto di peggio può fare la politica per distogliere i bravi medici dalla onesta professione. L’ultima ansia che i cittadini non possono tollerare, è quella dei tagli a tutti i costi perché c’è la crisi. Ci sono Regioni italiane che hanno tagliato servizi in modo disordinato e inutile scoprendo che si poteva fare a meno. Dall’assurda ruberia di personaggi di alcune regioni noti alle cronache giudiziarie, si passa a casi limite in cui l’ente pubblico taglia troppo, finisce per fare profitto e deve dunque restituire soldi e servizi... Abbiamo troppe Italie, ne vogliamo una sola. luca guazzati [email protected] Per il controllo del peso cambia prospettiva pensa alla salute Indicato anche per bambini da 8 anni di età Senza Glutine - Gluten free È UN DISPOSITIVO MEDICO Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni per l’uso. Aut. Min. del 19/01/2015 Aiuta a controllare il picco glicemico per maggiori informazioni www.libramed.it Aboca S.p.A. Società Agricola Sansepolcro (AR) - www.aboca.com Il prodotto non sostituisce una dieta variata. Seguire un regime alimentare ipocalorico adeguato, uno stile di vita sano e una regolare attività fisica. In caso di dieta seguita per periodi prolungati, oltre le tre settimane, si consiglia di sentire il parere del medico. INNOVAZIONE PER LA SALUTE IL PERSONAGGIO Anche i campioni d’Italia seguono una “cometa” E’ un giovane professionista uno dei capisaldi della Juventus: Luca Stefanini, medico sociale della squadra bianconera, sportivo e tifoso vero 6 senzaetà “ Dietro ogni grande uomo si cela una grande donna”, recita la frase attribuita alla scrittrice britannica Virginia Woolf, allora, parlando di calcio, per la Vecchia Signora, dietro ogni sua grande vittoria, si nasconde uno staff tecnico e medico - sanitario perfetto che è un punto di forza di una squadra di campioni che continua a vincere perché sa unire talento, intelligenza tattica, organizzazione e cuore. Dopo la vittoria dello scudetto la Juve si è confermata grande squadra di valore e di cuore, conquistandosi la decima Coppa Italia della storia, un successo atteso da 20 anni. E non solo. Nello sport conta il risultato ma dietro ad ogni successo, ad ogni affermazione, c’è sempre tanto lavoro e soprattutto attenzione. Oltre alla preparazione tecnico - tattica è di grande importanza la cura fisica degli atleti che anche quest’anno sono arrivati alla fine del campionato con ancora in corpo e nella mente le energie per disputare la finale di Champions con grinta. Nel calcio professionistico, come in altri sport, la prevenzione rappresenta un obiettivo fondamentale per salvaguardare l’attività di un atleta. Tanto più la competizione è elevata, particolarmente impegnativi sono i programmi di allenamento. Così come sono fondamentali la diagnosi e la tempestività nel trattamento di varie patologie infortunistiche per consentire un recupero fisico ottimale. Noi abbiamo avuto la fortuna di conoscere personalmente il dott. Luca Stefanini, specializzato in Medicina dello Sport, da anni medico sociale della Juventus, apprezzato e stimato professionista per le sue doti umane e notevoli capacità lavorative, primo grande tifoso della “sua” Juventus, l’uomo più “vicino” ai grandi campioni, che ci ha raccontato amichevolmente qualche “curiosità”. Come è approdato nel mondo del calcio? E’ stata una scelta precisa, un sogno o una fatalità? “Ho iniziato a lavorare nel mondo del calcio nel 2003 occupandomi del settore giovanile della Juventus su invito del dott. Bartolomeo Goitre, allora responsabile dell’area medica del settore giovanile della Juventus. Sicuramente la realizzazione di un sogno: poter lavorare per la squadra per cui ho fatto il tifo fin da bambino.” Lei ha iniziato la sua carriera medico-sportiva lavorando con i giovani: com’è il loro rapporto con la figura del medico? “Lavorare con i giovani è molto stimolante dal punto di vista umano; il rapporto medico - paziente assume spesso connotati confiden- Vittorie su vittorie, coppe e scudetti: dietro ai grandi campioni c’è sempre stato uno staff dirigenziale, tecnico e medico di eccezionale professionalità. ziali che vanno al di là dell’aspetto relativo alla salute. La sensibilità del medico in questo caso deve essere tale da cogliere nei comportamenti dei ragazzi quegli aspetti psicologici che è necessario conoscere per aiutarli a crescere non solo dal punto di vista sportivo ma soprattutto umano. Il medico che lavora con i giovani deve essere un po’ genitore e un po’ amico senza mai dimenticare che l’obbiettivo principale del proprio lavoro è la tutela della salute degli atleti e del loro pieno benessere psico – fisico”. Com’è stato l’approdo in prima squadra? “Dopo alcuni anni di lavoro con i giovani il dott. Agricola, nel 2007, mi offrì la possibilità di lavorare con la prima squadra. Per me fu motivo di grande soddisfazione e orgoglio e da allora iniziò questa avventura che continua tutt’ora con grande impegno e passione”. Sul piano socio – affettivo e relazionale la figura del medico della squadra assume anche un ruolo di “guida”. E’ ampiamente condivisa l’idea che la motivazione sia un’importante variabile che può facilitare le perfomance. Com’è il suo rapporto con i giocatori? Ci sono atleti che le hanno dato soddisfazioni particolari? “Nello sport la componente psicologica è fondamentale; a livello professionistico la motiva- zione è il punto di partenza per arrivare alla vittoria. Ogni sportivo deve ricercare le motivazioni dentro di sé per centrare i propri obbiettivi e quelli di squadra. Tutto lo staff medico deve aiutare quotidianamente l’atleta a mantenere la concentrazione volta all’obbiettivo garantendogli il benessere psico - fisico indispensabile per ottenere il risultato voluto. Il rapporto del medico con gli sportivi professionisti deve essere partecipativo ma al tempo stesso professionale, solo così il medico potrà La Juventus è una delle società calcistiche più titolate al mondo. In Italia detiene il maggior numero di scudetti di tutti i club entrare in sintonia con l’atleta e godere della sua massima fiducia. Per il medico sportivo, rendersi conto di aver contribuito al successo del singolo o della squadra è il massimo!” Quali sono secondo lei caratteristiche fondamentali di una personalità vincente? “Il carattere competitivo, la determinazione nel raggiungere gli obbiettivi, la sicurezza nelle proprie capacità e la professionalità a tutti i livelli.” Lei è giovane e ha già raggiunto importanti traguardi, nella sua carriera, ad oggi, ha vinto davvero tanto e ha portato molti atleti a competere ad alti livelli. Il suo lavoro è’ solo un compito al quale assolve o è qualcos’altro di più? Una delle maggiori soddisfazioni nel suo percorso lavorativo? Argomento che scotta: Il tema sport e integratori è da sempre molto attuale. Qual è il limite tra integrazione e doping? “Nel lavoro come nella vita il successo non può prescindere dalla volontà e della passione. Il giorno che il mio lavoro sarà soltanto un compito da assolvere probabilmente sarà arrivato il momento di andare in pensione. Soddisfazioni nel mio lavoro per fortuna ce ne sono state tante, i festeggiamenti in campo per la vittorie dei campionati con mia moglie e mio figlio sono stati sicuramente emozioni senzaetà 7 IL PERSONAGGIO Tecnica, preparazione atletica, talento possono fare di un atleta un campione ma in primis bisogna curare la salute, dall’alimentazione che può aumentare il rendimento dei giocatori, alla somministrazione di terapie ai consigli sul recupero funzionale. Nel cammino di un club che disputa i massimi campionati un ruolo fondamentale e delicatissimo è svolto dallo staff medico. 8 senzaetà indimenticabili che risarciscono in parte il tanto tempo sottratto alla famiglia. Per quanto riguardo il tema del doping ci tengo a sottolineare che il compito principale del medico è la tutela della salute dei propri atleti. I calciatori professionisti sono sottoposti a innumerevoli controlli antidoping, sia in gara sia a sorpresa e ciò rappresenta una garanzia del rispetto delle regole. Sono ormai noti tutti gli effetti collaterali dei prodotti proibiti, le campagne informative sui rischi dell’abuso di integratori e farmaci sono sempre più numerose a tutti i livelli. Il settore medico di Juventus è molto attento a questi aspetti, gli incontri di formazione in tema di salute (norme antidoping, alimentazione, ecc.) con i giovani calciatori e le famiglie sono frequenti; inoltre il settore medico di Juventus si è dotato di un Sistema di Gestione della Qualità certificato ISO 9001 che garantisce la correttezza delle procedure attuate per la gestione sanitaria degli atleti professionisti. Come sottolineato precedentemente la motivazione è fondamentale, ma il rispetto delle regole deve esserlo altrettanto, tanto più se il mancato rispetto di queste ultime rappresenta un serio pericolo per la salute.” In tanti anni hai avuto modo di veder sbocciare parecchi campioni. C’è un aneddoto particolare che le piacerebbe raccontare? “Gli aneddoti in questi anni sono veramente tanti (potrei scrivere un libro!): il seguire un bambino bravo e promettente che gioca nel settore giovanile e vederlo diventare un campione affermato che continua a giocare per la stessa squadra è senza dubbio un’esperienza molto gratificante.” Cosa le ha dato la Juve in questi anni? “La consapevolezza che lavorare in questa società è un privilegio ma rappresenta anche una grande responsabilità.” Come vive le partite in panchina da tifoso? “Cerco di assistere alla partita con “occhio clinico”, osservo i calciatori correre e calciare cercando di cogliere gli aspetti inerenti la mia professione ma, ai goal, l’esultanza non può che essere da tifoso!” La rubrica del prof. Paolo Crepet per la rivista “Senzaetà” affronta il tema delicato del cambiamento della società, della famiglia e dei complicati rapporti genitori-figli. Per scrivere al prof. Crepet: [email protected] Libertà a volte è responsabilità “La famiglia mi schiaccia” dice il figlio: a volte allora è necessario che i genitori cambino atteggiamento L e volevo scrivere per avere un consiglio da lei su mio figlio. Davide ha 36 anni e 4 anni fa ha subito un grave incidente in moto. E’ stato in coma circa 10 giorni, poi 37 giorni in terapia intensiva, poi 2 mesi in riabilitazione. Fortunatamente si è ripreso bene, ma è da circa 1anno che le cose sono peggiorate a livello comportamentale. Ha ripreso il lavoro: prima era istruttore teorico di autoscuola, cosa che ha ripreso a fare con frequenza, inizialmente, poi, viste le sue reazioni con le persone, abbiamo ritenuto opportuno diminuire notevolmente. E’ sempre stato seguito da un centro di riabilitazione, fino dal suo rientro a casa, sebbene da un anno circa non seguisse una vera e propria terapia psicologica viste le sue reazioni anche con noi di casa: non mangia più con noi, evitando ogni possibile contatto, pur vivendo ancora in casa, non parla, spesso non si lava e se lo fa, si rimette i vestiti che aveva. Aveva una ragazza di 23 anni, che lo ha sempre seguito quindi era lei che lo portava in giro. Da poco lo ha lasciato. Amici ne aveva, però da quando è tornato a casa non ha più acceso il cellulare e quindi anche loro si sono allontanati, ora che la ragazza non c’è più, si vedono con maggiore frequenza. Ha sempre avuto anche da piccolo un carattere introverso e difficile, ma in questi ultimi tempi la situazione è diventata insostenibile: salta i pasti, spesso sta anche 1 giorno senza mangiare, prima invece dalla ragazza mangiava in casa, se c’era anche uno di noi, non mangiava. Le terapiste che lo seguivano ci hanno detto che era migliorato, nonostante tutti noi ritenessimo il contrario: i miglioramenti c’erano sì, ma non a livello relazionale, tanto da essere preoccupati per la sua incolumità. Di recente lo abbiamo convinto ad andare da un neurologo, ma al 2° incontro ha deciso che non ci andrà più. Non sappiamo più cosa fare e come affrontare tutti questi problemi, saremmo tentati da una parte nell’adottare una linea dura, ma abbiamo allo stesso tempo paura di una sua reazione imprecisata anche perchè qualche volta, entrando nell’argomento, ha detto “farò il barbone”. Lui ci dice che il problema siamo noi, non lui, che lui si deve “difendere dalla famiglia” “la famiglia lo schiaccia” così ha detto al neurologo, ma mi creda, non vorremmo altro di vederlo stare bene e soprattutto per noi genitori vederlo così è una cosa atroce, pensando soprattutto al suo futuro. La saluto. Delia Cara Delia, le consiglio ogni tanto di mettersi in gioco anche lei e di pensare che, magari senza volerlo, avete sbagliato anche voi e lui non sempre e soltanto ha tutti i torti.. Se suo figlio pronuncia una frase del genere, significa che un disagio c’è davvero e lui lo vede nel vostro rapporto. A volte un genitore non se ne accorge, ma risulta essere pesante, controlla tutto e il contrario di tutto e questo genera ansia in chi è controllato. Perchè non fa una cosa: due o tre passi indietro e comincia a non preoccuparsi più di suo figlio (il che non significa davvero abbandonarlo a se stesso!)? 36 anni non le sembrano abbastanza per dire a suo figlio: arrangiati, fai come credi. Probabilmente suo figlio si sentirà finalmente liberato e responsabilizzato allo stesso tempo e per lui sarà una nuova primavera. 10 senzaetà PILLOLE Fumi: ma che sei scemo? Insetti da mangiare? Perché no Al via la campagna shocking del ministero, fortemente voluta dalla Lorenzin: per la dissuasione dal tabagismo infatti lo slogan “Ma che sei scemo”” colpisce chi continua a fumare pur consapevole che il tabagismo provoca più decessi di alcol, aids, droghe e incidenti stradali, omicidi e suicidi messi tutti insieme! Importante l’apporto del testimonial, il simpatico attore Nino Frassica che ha raccontato aneddoti anche personali sulla distruzione che provoca la sigaretta. A Expo Milano 2015 arrivano gli insetti da mangiare. A presentarli il Belgio: gradita la degustazione con una crema spalmabile e una pasta integrale contenenti percentuali di larve di “Tenebrium Molitor”, noto come verme della farina. La crema, nelle due varianti al pomodoro e alle carote e cumino è andata a condire, insieme a morbido formaggio di capra, delle bruschette mentre la pasta, composta al 10% di farina di Tenebrium, è stata servita a crudo con pomodori, pinoli e olio extravergine di oliva umbro. Gli insetti possono essere una delle soluzioni per combattere diverse problematiche legate alla malnutrizione: forniscono proteine di alta qualità, ricchi di fibre e micronutrienti. I vantaggi non si limiterebbero alla salute, ma presenterebbero anche benefici per l’ambiente, come una minore emissione di gas serra e un minor utilizzo di acqua nell’allevamento. Nei prossimi giorni l’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, pubblicherà la sua opinione in merito al consumo di insetti a scopi alimentari A FERMO 80 MILA OPUSCOLI CONTRO LA PSORIASI: AL VIA LA CAMPAGNA DI PREVENZIONE INRCA. MORRESI: “ORA UNA BORSA DI STUDIO PER LA RICERCA” Sarà distribuito l’opuscolo “Psoriasi: Sapere per non Rischiare”, il terzo della collana diretta da Lorenzo Morresi – Responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologa dell’IRCCS INRCA (Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani) di Fermo. Ottantamila brochure informative verranno distribuite gratuitamente nelle case di altrettante famiglie del fermano, per combattere una malattia – spiega Morresi – “oggetto di numerosi studi, ma ancora poco conosciuta tra la popolazione e attualmente in crescita”. La psoriasi, un’infiammazione della pelle causata dall’attivazione del sistema immunitario, può essere affrontata e curata con successo, ma è fondamentale l’integrazione delle competenze specialistiche, in particolare nella diagnosi e scelta dei trattamenti. “Da anni a Fermo – continua Morresi - promuoviamo un approccio multidisciplinare e terapie all’avanguardia con la Reumatologia e la Gastroenterologia, insieme all’Università di Chieti e alla Clinica Dermatologica dell’Università Politecnica delle Marche”. Alla Dott.ssa Anna Maria Offidani, Responsabile della Clinica, è stata affidata la prefazione dell’opuscolo, a testi- Il dott. Lorenzo Moressi Sintomi e prevenzione: In caso di psoriasi, la pelle presenta macchie molto caratteristiche, di colore rosso, spesse e screpolate. Nei casi più gravi ricoprono vaste zone del corpo. Le parti più colpite sono gomiti e ginocchia, cuoio capelluto, palmo delle mani e pianta dei piedi. I cibi che aiutano a prevenirla sono cereali integrali, carni magre e pesce, legumi e tè verde. E’ bene evitare invece carni rosse, fritture e alcol, oltre che verdure quali melanzane e pomodori ed in genere alimenti ricchi di zuccheri. monianza della stretta collaborazione tra gli istituti e dell’alto livello scientifico della pubblicazione. L’opuscolo rappresenta infatti una produzione editoriale unica nella regione, oltre ad una “buona pratica” a livello nazionale in materia di prevenzione. La psoriasi infatti, dipende in parte da una predisposizione ereditaria, ma si lega fortemente ad una condotta alimentare ricca di sostanze caloriche. Se trascurata, rischia di dare luogo a forme più aggressive, con maggiori costi per l’assistenza. Per questo all’INRCA è stata potenziata anche la sinergia con la Reumatologia, mediante l’ospedalizzazione dei pazienti più difficili. “La campagna – conclude Morresi – è un’occasione per sensibilizzare anche l’opinione pubblica e i privati a finanziare nuovi progetti, come una borsa di studio per giovani ricercatori, rafforzando la mission dell’INRCA sul territorio anche dal punto di vista scientifico”. L’opuscolo esce in concomitanza con il terzo anno del Dott. Morresi alla guida della dermatologia INRCA e segue i precedenti “Nevi e Melanoma” e “Sole Cute e Tumori”, sulla scia dell’azione di prevenzione attivata dall’Istituto a partire dagli anni ’80. senzaetà 11 IGIENE IN SANITA All’avanguardia nei macchinari e nelle attrezzature automatizzate di controllo La Scienza del Pulito D i fronte alle nuove normative di pulzia ed igiene, soprattutto in ambienti sanitari come ospedali, cliniche e case di riposo, scopriamo una consolidata realtà professionale che si prende cura della biancheria e dei servizi correlati, necessari, anzi fondamentali per ospitare il paziente a tutti i livelli. Europa Multiservice s.r.l. nasce nel 1970, vanta numerosi anni di esperienza nel settore del lavaggio; la continua ricerca della qualità è la mission che da sempre l’azienda persegue, ciò è infatti avvalorato dalla continua ricerca di tecnologie e nuovi prodotti che permettano di offrire un servizio su misura alle esigenze della clientela. Per questo è una delle aziende più all’avanguardia nel settore sanitario: le strutture architettoniche 12 senzaetà sono state progettate nell’ottica della completa separazione tra la biancheria sporca e la biancheria pulita, per evitare qualunque tipo di contaminazione; è inoltre dotata di nuovissime attrezzature e macchinari di ultima generazione; applica il sistema di RABC (Risk Analysis Biocontaminatio Control) previsto dalla norma UNI EN 14065/2004 relativo al controllo della biocontaminazione dei tessuti; vanta un sistema informatico interno che permette di avere una gestione informatizzata delle varie attività svolte controllando nei dettagli i processi di gestione, produzione, contabilità e attività amministrative. Il processo di lavorazione avviene in 3 macro fasi: la biancheria sporca viene lavata e sanificata mediante una macchina gestita in modo completamente autonomo da un software dedicato; la biancheria pulita, per evitare la contaminazione, viene trasportata con un sistema autonomo nella struttura adibita allo stiro; infine la biancheria viene stirata e smistata per articolo in modo automatico ed è sottoposta al controllo qualità dal parte del personale specializzato. A questo punto, accompagnata da una distinta riepilogativa per articolo è pronta per la spedizione. Lo stesso processo di lavorazione è attuato sia per le divise del personale medico delle strutture sanitarie sia per gli indumenti personali degli ospiti delle strutture stesse. A queste ultime è però dedicato un confezionamento personalizzato per ogni singolo ospite. Un servizio industriale, con il cuore artigiano. Europa Multiservice s.r.l. LAVAGGIO E NOLEGGIO BIANCHERIA SPECIALIZZATA IN STRUTTURE SANITARIE AUTORIZZATA E CERTIFICATA www.europamultiservice.it SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP) - ITALY LA SALUTE È SERVITA SARDEGNA: l’isola senza fine…! Dalla natura al buon cibo, dalla longevità all’innovazione i percorsi sono infiniti. Un tappeto sociale fatto di intrecci forti e duraturi è simbolo di incontro e condivisione col mondo D al 3 settembre, migliaia di mani, di adulti e bambini, stanno tessendo un tappeto grazie alle semplici tecniche di tessitura primitiva, che usa gli stessi gesti del fare il pane, il vino, le case di terra e attraverserà l’Isola per poi volare all’Expo a portare colori, profumi, semi e suggestioni di Sardegna. L’idea di questa architettura tessile è un omaggio agli straordinari paesaggi di biodiversità e cibo. La base attorno a cui si svilupperà la trama è la lana di pecora, a rappresentare l’anima produttiva, storica, sociale e alimentare sarda. Si aggiungeranno terra cruda, paglie vegetali, lana di mare e semi. Ogni partecipante alla tessitura potrà portare il materiale che più lo rappresenta, ecce- zione fatta per i derivati dalla petrolchimica. Anche i visitatori dello spazio del Padiglione Italia destinato alla settimana della Sardegna (dall’11 al 17 settembre), potranno condividere l’esperienza ed entrare in contatto diretto con una terra unica che crea legami indissolubili coi suoi ospiti. L’isola è al Padiglione Italia con un ufficio di rappresentanza permanente. Sarà presente fino a ottobre dentro Cibus, il padiglione, voluto dal Ministero delle Politiche Agricole in collaborazione con l’agenzia di promozione Ice, per presentare le eccellenze isolane, dai vini al pane, agnello sardo, carciofo spinoso, fiore sardo, olio extravergine di oliva, pecorino romano e pecorino sardo, zafferano, tutti con marchio Igp o Dop e dalle coltivazioni certificate. Il tappeto è parte fondamentale del progetto ‘LANArrazione’, ideato dall’imprenditrice cagliaritana Daniela Ducato, ambasciatrice sarda a Expo (nella sezione ‘Potenza del saper fare’ della mostra permanente di padiglione): è un esperimento sociale che punta, con il coinvolgimento del maggior numero possibile di persone, a celebrare la presenza della Sardegna a Expo con un messaggio forte di compartecipazione. E celebra l’identità isolana, della quale trame e tessuti rappresentano uno dei tratti più caratterizzanti e radicati, espressione di una terra ancorata alle sue tradizioni e vicende millenarie ma sempre protesa verso nuovi linguaggi per promuovere la sua immagine e far conoscere la sua straordinaria qualità di vita. I nodi del tappeto saranno oltre 10mila semi sardi di diverse qualità (di uve, grani riso, piante e arbusti), donati dall’associazione ‘L’uomo che pianta gli alberi’ e le comunità del cibo di ‘Casa Verde CO2.0’. La scelta è simbolica: Iglesias e Gonnosfanadiga sorgono su una porzione di terra considerata la prima a essere affiorata dal mare; Gonnosfanadiga, inoltre, è il paese italiano che ha il primato nazionale per densità di piante di olivo per abitante, albero simbolo di pace. La tessitura del tappeto continuerà poi sul volo Cagliari - Milano. Da qui, durante la sua permanenza a Expo, continuerà a crescere grazie ai visitatori-tessitori che verranno coinvolti per depositare la loro firma tessile nei diversi eventi dell’Esposizione universale. 14 senzaetà camelot Il nostro omaggio ad un territorio unico CUPRAMONTANA umanironchi.com PLENIO Castelli di Jesi Verdicchio Riserva dal 1995 Viticoltori in Marche e Abruzzo LA SALUTE È SERVITA IL PIEMONTE TRA CULTURA E VINO Terra del buon vino e del buon cibo, palcoscenico di grandi eventi culturali e artistici, luoghi da scoprire con quattro siti riconosciuti Patrimonio dell’Umanità Unesco Per tutti i sei mesi di durata dell’evento Expo la presenza è garantita da una serie di ulteriori momenti e spazi di visibilità: • nel Cluster del cioccolato e del cacao, che vede la partecipazione di Torino e del Piemonte come “distretto del cioccolato” insieme a Perugia e Modica (Sicilia); • 30 SETTEMBRE Le dolci sorprese della Langa; • 7 OTTOBRE Le montagne piemontesi …di cioccolato: viaggio tra le stazioni sciistiche e il sapore del cioccolato; • 14 OTTOBRE E se il mondo fosse di Cioccolato!!!!! Viaggio nel linguaggio fotografico Style life; • nel Padiglione del Vino italiano, che occupa 2000 metri quadri all’interno del Padiglione Italia e dove i produttori vitivinicoli hanno la possibilità di disporre di una sala nella Biblioteca del vino, con 1220 wine dispenser e 60 postazioni per le degustazioni, propedeutiche alla vendita dei prodotti; • presenza del Piemonte nel China Corporate United Pavilion 16 senzaetà I l Piemonte come esperienza da vivere è il concept scelto dalla Regione per “descriversi” e che nasce come sintesi di un percorso volto a far emergere, invitando a scoprirli, i tratti distintivi tipici di questa regione, da sempre capace di “rileggere” la propria cultura e la vocazione al continuo rinnovarsi del territorio. Nella grande vetrina universale dell’Expo 2015 il Piemonte si mette in mostra a 360 gradi: dalla bellezza dei siti riconosciuti Patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco, come i paesaggi di Langhe, Monferrato e Roero, i Sacri Monti e le Residenze reali, ai prodotti dell’eccellenza enogastronomica famosi in tutto il mondo, come il vino, i formaggi, il riso, la nocciola, il tartufo, le carni e il cioccolato, passando per gli eventi religiosi come l’Ostensione della Sindone e il bicentenario della nascita di Don Bosco e la valorizzazione delle eccellenze produttive, della ricerca e dell’innovazione. Nella cosiddetta “mostra delle Regioni”, in un caleidoscopio di suggestioni su tre piani di Palazzo Italia, sono rappresentati artisticamente il paesaggio del Piemonte, il suo patrimonio architettonico-culturale, l’eccellenza della ricerca e dell’innovazione. Nel “Vivaio Italia”, grande giardino concettuale, il Piemonte è rappresentato dal Nocciolo, albero simbolico, con la vite, della produzione agro-alimentare regionale e italiana. Sotto il cappello “Piemontexperience”, che presenta il Piemonte come esperienza da vivere, è stato allestito un contenitore finalizzato a far immergere il visitatore nel paesaggio, nella cultura, nella biodiversità e in quel “saper fare” del design, dell’artigianato, dei processi di trasformazione, della ricerca e della tecnologia d’avanguardia che ne costituiscono l’identità portante. LA SALUTE È SERVITA SAN MARINO: piccolo scrigno con grandi ricchezze La piccola Repubblica vanta un’antica e autentica tradizione contadina e gastronomica, una tipicità che si conserva da secoli S mall enough to be big (Abbastanza piccolo da essere grande) è il tema espositivo del Padiglione di San Marino dedicato al territorio del piccolo Stato e alle sue produzioni agroalimentari tipiche e tradizionali. Un territorio piccolo ma in grado di sviluppare un “sistema Paese” a livello agricolo, economico, bancario e industriale. La coltivazione della vite e dell’olivo ha in Repubblica una tradizione millenaria. L’apicoltura è presente da tempo immemorabile. Gli allevamenti sono specializzati nei settori carne e latte. All’interno dei suoi confini, che si estendono su un’area di soli 61 chilometri quadrati, la Repubblica di San Marino è specializzata in prodotti agroalimentari di qualità riconducibili a sei filiere tracciabili e certificate dal Consorzio Terra di San Marino: il grano, il vino, il miele, l’olio, la carne, il latte e i suoi derivati. Il tema della partecipazione del Paese a Expo Milano 2015, fa riferimento dunque alla sua capacità di concentrare all’interno di un’area molto piccola l’alto standard qualitativo delle produzioni locali e dell’artigianato tipico tra cui la ceramica, storicamente utilizzata come contenitore di cibi e bevande. 18 senzaetà La sfida per il futuro passa anche dalla riscoperta dei cibi e dei valori sani tramandati nei secoli dal popolo sammarinese e dalle istituzioni che hanno permesso il piccolo grande miracolo di uno Stato che è sopravvissuto libero ed indipendente per 1700 anni. Concerti, mostre, show-cooking, food-tasting hanno completato l’offerta rivolta al pubblico. Data la ridotta dimensione del padiglione e quindi l’ipotesi che esso sia fruito in modo molto rapido dai visitatori, si è pensato ad un allestimento dal forte impatto visivo, capace di lasciare una forte impressione emotiva a prima vista, lasciando comunque spazio agli eventuali approfondimenti con l’ausilio della realtà aumentata. Si è puntato su una effetto grafico estraniante, per puntare tutto sugli aspetti migliori che caratterizzano la piccola repubblica, sulle possibilità future, sull’accoglienza, l’eccellenza, la trasparenza, il gioco. ll Padiglione di San Marino è inserito all’interno del cluster del Bio-Mediterraneo nella zona centrale nord dell’expo vicino al Padiglione Italia e alla Lake Arena. La superficie del Padiglione sammarinese è di 125 mq al piano terra e 125 mq al primo. Ma il cuore dell’allestimento è costituito da una tavola multimediale, dotata di dieci schermi touchscreen finalizzati ad approfondire la conoscenza dei prodotti: la tavola simboleggia la famiglia e la comunità domestica e racconta una storia fatta di affetti, cibo, vino, una comunità che cerca di affrontare LA SALUTE È SERVITA E’ la vendemmia dell’Aglianico Giovanni Molettieri ci spiega i segreti di un buon vino: l’azienda a conduzione familiare fra storia, tradizione e qualità 20 senzaetà I n casa Molettieri l’avvicinamento della vendemmia è la stagione più bella. Vissuta come emozione tutti gli anni, partecipata da tutta la famiglia ognuno per le sue competenze, è anche l’occasione per mettere alla prova il lavoro di squadra di un’azienda a conduzione familiare che si ritrova unita e carica al punto giusto per affrontare il momento più delicato e importante di tutta la produzione. “Quest’anno - dice Giovanni Molettieri - ci aspettiamo davvero un bel raccolto. Le previsioni fanno ben sperare, poichè da una parte abbiamo superato tutti i problemi dello scorso anno, compresi i residui insettivori e il maltempo, dall’altro abbiamo avuto una bellissima estate. Ora, con un bel settembre, siamo davvero di fronte ad un’annata storica che potrebbe dare il miglior vino di sempre, specie per l’Aglianico…”. Quali sono i vitigni tipici e quali quelli di punta? “Dei nostri vitigni autoctoni, Aglianico, Coda di Volpe, Fiano e Greco e nel beneventano la Falanghina, il primo è un po’ il nostro gioiello, ci dà un prodotto di alto livello, quest’anno più corposo certamente, con grado zuccherino e alcolico elevato: lo vediamo già dal colore dell’uvaggio. Sarà certo la vendemmia dell’Aglianico! L’ideale soprattutto per l’etichetta di punta, Taurasi e per tutte le riserve”. Ci descriva la gamma produttiva Molettieri… “Abbiamo 11 tipologie di vino, bianchi e rossi, con Taurasi (etichetta Roboris) e Taurasi riserva (Senex) in barrique dai tre ai quattro anni e la riserva Aglianico fra le più pregiate. Elegante in bocca, con un tannino più accentuato, ci aspettiamo da quest’annata un’emozione forte. Produciamo tre tipologie di Aglianico: IGP Doc, Docg e due varianti per ogni tipologia. Poi abbiamo il Greco di Tufo, il Niveus (Fiano di Avellino) e Albus, Coda di volpe dell’Irpinia, anche questo un Doc e Docg”. La vendemmia è ancora capace di regalare emozioni ? “Vede, noi non puntiamo sui numeri, la nostra è una produzione di 55mila bottiglie… e proprio la piccola dimensione permette di alzare la qualità, di curare i dettagli. Siamo una azienda familiare, mio nonno seguiva i campi, mio padre è sommelier, io stesso ho studiato Agraria e fino ai nipoti vogliamo seguire le tradizioni proprio per vivere queste emozioni. Anzi, dirò di più: senza di queste non c’è buon vino!” INCHIESTA Cosa mangi: ecco il segreto delle ZONE BLU OGLIASTRA ITALIA LOMA LINDA CALIFORNIA NICOYA COSTA RICA Si vive di più nei territori con meno stress dove alta è la probabilità di diventare ultracentenari: lo studio del nostro esperto del Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Sassari 22 senzaetà ICARIA GRECIA A A Il dott. Giovanni Mario Pes, MDDept. Clinical and Experimental Medicine, Università di Sassari OKINAWA GIAPPONE N egli ultimi decenni le ricerche sulla longevità umana hanno compiuto notevoli progressi grazie ad una strategia multidisciplinare che ha visto l’integrazione di varie discipline quali genetica, demografia, antropologia e scienza dell’alimentazione. Accanto agli studi tradizionali sui singoli individui che hanno raggiunto un’età eccezionale, come gli ultracentenari, l’interesse degli studiosi si è indirizzato verso l’analisi di intere “popolazioni longeve” in cui è la proporzione di ultracentenari ad essere particolarmente elevata. In passato l’esistenza di tali popolazioni (gli Hunza nel nord del Pakistan, gli abitanti di Vilcabamba in Ecuador o quelli della Georgia nel Caucaso) era stata ipotizzata sulla base di informazioni aneddotiche. Invece la popolazione che vive nel versante montuoso centro-orientale della Sardegna (Ogliastra) ha raggiunto una vasta notorietà a livello internazionale in quanto in essa si registrano gli indici di longevità più elevati a mondo, soprattutto per i maschi. Nell’ottobre del 1999, in occasione di un simposio internazionale sulla longevità a Montpellier, avevo reso noto per la prima volta che la prevalenza degli ultracentenari in Ogliastra era superiore non solo alla media nazionale ma anche ai valori riportati nella maggior parte dei paesi europei. Il numero dei centenari in Italia è di 18.000 su una popolazione di totale di 59,83 milioni di abitanti il che corrisponde ad una prevalenza (rapporto tra centenari e popolazione residente) di circa 30 per centomila. In Sardegna la prevalenza è di appena 20 per centomila, quindi inferiore alla media nazionale. Tuttavia se si considera esclusivamente la Zona Blu (l’area dell’isola dove la longevità è eccezionale) la prevalenza è del 76 per centomila, quindi di oltre il doppio. Nel comune di Villagrande Strisaili, che rappresenta l’epicentro dell’area longeva sarda, vivono addirittura 6 centenari su una popolazione di 3.324 abitanti, con una prevalenza di 180 per centomila. Altro indicatore per misurare la longevità è l’Indice di Estrema Longevità (Extreme Longevity Index, ELI) che esprime la probabilità di un neonato qualsiasi di diventare ultracentenario. In Sardegna, il valore è di 195 per centomila. Nella sola Zona Blu è 503 per centomila e a Villagrande è addirittura 1.043. Da ciò si può notare che la probabilità di diventare longevi è circa 3 volte superiore nella Zona Blu sarda che nel resto dell’isola e, limitatamente al sesso maschile, addirittura dieci volte superiore. Nelle cartine geografiche utilizzate per la prima volta per la presentazione di tali dati la distribuzione dei comuni longevi in Sardegna era evidenziata con l’aiuto di un pennarello blu, circostanza che ha dato origine al famoso termine di “Zona Blu” oggi adottato in tutto il mondo. La scoperta della Zona Blu sarda ha dato il senzaetà 23 INCHIESTA A sinistra una delle meravigliose spiagge dell’Ogliastra in Sardegna via ad una serie di spedizioni scientifiche in varie aree del pianeta che hanno consentito di identificare altre Zone Blu, quali l’isola di Okinawa in Giappone, la penisola di Nicoya nel Costa Rica, l’isola greca di Ikaria nel Mar Egeo. L’obiettivo di tali ricerche è identificare i fattori nutrizionali, genetici e ambientali all’origine dell’alto numero di individui longevi di queste popolazioni apparentemente così diverse. Al momento tali fattori non sono completamente noti anche se alcuni studi suggeriscono che i fattori genetici influiscono solo per un 20-25% e i fattori legati allo stile di vita e quelli ambientali per il restante 75-80%. I primi risultati emersi dal confronto tra le varie Zone Blu, indicano che l’alimentazione di queste popolazioni era caratterizzata, più che da un limitato apporto calorico, dal consumo di alimenti autoprodotti e poco elaborati. Nella Zona Blu sarda l’alimentazione fino agli anni ‘50 era caratterizzata da un ampio consumo di alimenti fermentati e a basso indice glicemico. Tra questi il pane a fermentazione naturale o a pasta acida (sourdough), povero di zuccheri semplici e ricco di acido lattico e amido a lento assorbimento (8), che può aver contribuito a mantenere bassa la prevalenza di malattie metaboliche come il diabete mellito. Per quanto riguarda lo stile di vita, l’ampia diffusione dell’economia agropastorale nella popolazione della Zona Blu sarda prima dell’era I posti più longevi del mondo L’ISOLA DI OKINAWA fa parte dell’arcipelago Ryukyu nel mar Cinese Orientale dove forma la più meridionale delle 47 prefetture del Giappone. La popolazione totale ammonta a circa 1.371.000 abitanti e, secondo le statistiche ufficiali, contiene il numero più elevato di centenari al mondo. La tabella seguente, che pone a confronto i dati di Okinawa con quelli di altri paesi compresa la Sardegna, mette chiaramente in evidenza la situazione eccezionale dell’isola. Oltreché essere longeva, la popolazione di Okinawa è inoltre quella ad avere la più elevata aspettativa di vita in buona salute (healthspan, secondo l’espressione anglosassone) non gravata, cioè, dal declino funzionale che accompagna il processo di invecchiamento. Tuttavia, contrariamente alla tendenza riscontrata nelle altre Zone Blu, ad Okinawa sono le donne a detenere il primato di longevità con una aspettativa alla nascita di 86 anni. Di conseguenza tra i centenari dell’isola giapponese il rapporto femmine/maschi supera la proporzione di 8:1 mentre nel resto del Giappone è di appena 5:1. Le cause della longevità di Okinawa possono essere fatte risalire ad una serie di fattori genetici, dietetici, climatici, culturali 24 senzaetà e sociali. A parte l’influenza di fattori genetici particolarmente favorevoli, è stato ipotizzato un ruolo importante dei fattori ambientali (es. basso livello di inquinamento) e nutrizionali. L’importanza di questi ultimi, che hanno ricevuto una particolare attenzione da parte dei media, si basa su due argomenti principali: • lo studio degli abitanti di Okinawa emigrati nel Brasile o nelle Hawaii ha dimostrato chiaramente che la prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolare, quali ipertensione, ipercolesterolemia, obesità e diabete mellito, è più elevata negli emigrati rispetto ai nativi di Okinawa nonostante condividano lo stesso pool genetico. • La progressiva sostituzione della dieta locale di Okinawa con una di tipo occidentale, dovuta alla diffusione dei fast–food e all’aumento del consumo di carni rosse, sta purtroppo determinando una riduzione della longevità e della qualità di vita degli abitanti dell’isola, evidente soprattutto nelle generazioni successive alla seconda guerra mondiale. Come è già stato ricordato per la Zona Blu sarda, anche per Okinawa non si può escludere che la persistenza di tradizioni e stili di vita vantaggiosi per la salute e la sopravvivenza possa essere stato favorito da un certo grado di isolamento, ovviamente non solo geografico ma soprattutto culturale, legato a specifiche circostanze storiche. La storia di Okinawa presenta notevoli differenze rispetto a quella del resto del Giappone; è stato osservato, ad esempio, che dal XVI alla metà del XIX secolo, durante l’epoca Tokugawa, l’assenza di condizionamenti da parte della tradizione buddista ha fatto sì che il regime alimentare fosse alquanto diverso da quello prevalente nel resto del Giappone (comprendente ad esempio un consumo non trascurabile di carne, soprattutto suina, e la predilezione per cibi poco salati). Anche il tradizionale consumo di alghe Kombu e di zucche amare Goya, che svolgerebbero un ruolo determinante nel contrastare diabete ed aterosclerosi, viene ascritto in ultima analisi ad influenze culturali e storiche. LA PENISOLA DI NICOYA è quella regione nord–orientale del Costa Rica che si affaccia sull’oceano Pacifico e corrispondente alla provincia di Guanacaste: essa ospita una popolazione di circa 326.000 abitanti distribuita su un’area di 778 km². La longevità eccezio- della meccanizzazione favoriva un’attività motoria costante durante tutto l’arco della vita, contribuendo a ritardare l’insorgenza delle malattie metaboliche e cardiovascolari. Uno stile di vita particolarmente sano si riscontra tutt’ora nella popolazione scolare della Zona Blu sarda, in cui si registra una prevalenza di sovrappeso (19%) e obesità (7%) inferiore alla media italiana (24%; 12%) (10). La longevità delle popolazioni che vivono nelle Zone Blu dovrà fare i conti col progresso: il suo futuro dipenderà da quanto le nuove generazioni riusciranno a mantenere delle vecchie abitudini alimentari. Quale lezione si può trarre dallo studio di queste aree longeve? In che cosa possiamo imitarle, nelle nostre società post-industriali, per migliorare lo stile di vita e vivere più a lungo e in migliori condizioni di salute? Qualunque OKINAWA GIAPPONE nale della popolazione di Nicoya è emersa in occasione di una spedizione effettuata nella regione mesoamericana nel gennaio 2007 da un team internazionale reclutato da National Geographic, di cui facevano parte il Dr. Pes e il Prof. Poulain. Nella regione di Nicoya il tasso di mortalità generale è inferiore del 20% a quello della restante parte del paese; rispetto alla situazione di Okinawa un maschio sessantenne di Nicoya presenta una probabilità sette volte superiore di diventare centenario e la sua aspettativa di vita supera di 2,1 anni quella giapponese. E’ stata riscontrata una certa analogia tra la Zona Blu dell’Ogliastra e quella di Nicoya in quanto tra i centenari il rapporto maschi/femmine è rispettivamente 1:1 e 1:1.4, mentre nei paesi più sviluppati il rapporto è in genere più elevato. Non solo il vantaggio degli uomini di Nicoya in termini di sopravvivenza è assente nelle donne, ma esso tende anche a scomparire negli emigrati all’estero, ed è legato essenzialmente ad una incidenza più bassa di malattie cardiovascolari. Anche alcuni fattori ambientali potrebbero essere rilevanti per la longevità di Nicoya: l’acqua potabile nella regione ha un elevato contenuto di calcio e potrebbe aver esercitato un effetto protettivo contro le malattie cardiovascolari e l’osteoporosi senile. Inoltre, la popolazione anziana che risiede nella penisola presenta un livello di stress particolarmente basso. Per concludere va ricordato che l’attuale longevità sia la strategia adottata non si deve perdere di vista la necessità di un approccio globale nel quale gli aspetti bio-genetici vengano analizzati contestualmente ai fattori demografici, antropologici, socio-culturali e psicologici che caratterizzano le popolazioni in questione, senza peraltro trascurare l’analisi delle singole biografie individuali per capire da un punto di vista globale in che modo esse siano state storicamente favorite nel raggiungere un traguardo sociale così fuori del comune. Questo richiederà l’acquisizione di una prospettiva multidisciplinare e lo sviluppo di strumenti teorici più sofisticati grazie alla collaborazione di vari esperti nell’ambito di settori scientifici apparentemente distanti. Sul piano concreto possiamo condividere l’augurio che «Le Zone Blu, finora limitate a poche popolazioni, possano diventare un fenomeno comune». NICOYA COSTA RICA di Nicoya si deve in gran parte al miglioramento economico e all’assistenza sanitaria garantiti da interventi governativi che hanno fatto si che l’82% della popolazione, ivi compreso un 9% di individui nella soglia estrema di povertà, usufruiscano della previdenza sociale e cure sanitarie gratuite. ICARIA, che prende il nome dall’eroe mitologico Icaro, è un isola greca situata nel mar Egeo centro–orientale. Nel mese di aprile 2009 una spedizione promossa dalla rivista National Geographic ha rivelato che la popolazione dell’isola – poco più di 8.000 abitanti – gode di un’aspettativa di vita pari a quella delle altre popolazioni longeve già identificate. La stragrande maggioranza degli abitanti di Icaria segue uno stile di vita tradizionale (stretta osservanza della dieta Mediterranea, intensa attività fisica quotidiana, vita in montagna e mancanza di stress). Ultima in ordine di tempo ad essere individuata come Zona Blu, ad Icaria è stato avviato uno studio mirato ad approfondire gli aspetti medici, socio–demografici e psicologici degli anziani residenti nell’isola. Alcuni dati preliminari sembrano confermare l’elevata proporzione di ultranovantenni (superiore al 30%) rispetto al resto della Grecia. La longevità di Icaria è menzionata nei documenti storici. L’arcivescovo Joseph Georgirenes, che nel XVII secolo trascorse cinque anni a Samo ed Icaria prima di recarsi I fattori genetici influiscono solo per un 20-25%. I fattori legati allo stile di vita e quelli ambientali per il restante 75-80% ICARIA GRECIA in Italia ed infine in Inghilterra, lasciò scritta una relazione sull’isola, non esente peraltro da una certa rudezza: gli icariani vengono descritti come campioni inferiori e miserabili della specie umana che vivono in condizioni primitive rispetto ad altre zone della Grecia. Essi cucinavano una sorta di pane detto πίτα, e aggiungevano un terzo di acqua al vino, diluendolo. In particolare essi erano i soli greci che accentuavano l’isolamento geografico rifiutando di unirsi in matrimonio con gli abitanti delle isole vicine in quanto “si ritenevano discendenti dagli imperatori bizantini e non amavano mescolare il loro sangue con quello degli altri isolani considerati inferiori”. Tuttavia vengono descritti come estremamente ospitali e si dice che offrano volentieri carne di capra, olive, e vino agli occasionali visitatori. L’alimentazione di Icaria è una versione locale della dieta Mediterranea: vegetali, olive, consumo moderato di formaggi e latte di capra. Due aspetti dell’alimentazione dell’isola greca ricordano curiosamente quelli della Zona Blu sarda: l’abbondante l’impiego tradizionale di patate e il consumo relativamente limitato del pesce. Forse la caratteristica più evidente degli icariani è la diffusa mancanza di stress, testimoniata dal loro proverbiale disinteresse per il denaro e i beni materiali; inoltre è diffusa l’abitudine di schiacciare pisolini pomeridiani, il che secondo alcune ricerche ridurrebbe il rischio di mortalità coronarica. senzaetà 25 PROGETTI Io sono IL GIOVANE ANZIANO VIVERE SEMPRE IN VACANZA Senzaetà lancia un progetto che guarda al futuro, in un momento in cui terza età e pensione sono spesso purtroppo sinonimi di… depressione. La soluzione: vivere sempre in vacanza conoscendo posti e persone nuove 26 senzaetà I n un’epoca dove esistono diverse strutture sanitarie specializzate e molti alberghi per le vacanze, i primi per chi sta male e gli altri per chi sta bene, abbiamo individuato la possibilità di mettere in rete residenze dove chi è autonomo può invece “vivere sempre in vacanza” anche con poche possibilità economiche, cambiando e scegliendo luoghi ameni dove poter soggiornare in modo assistito ed integrato, coltivando i propri interessi culturali, manuali e di svago, contribuendo a spese e rette di soggiorno anche con piccole attività ludico-ricreative, didattiche, rurali o artigianali. Rifiutiamo l’idea di “mettere a riposo” chi ha sessant’anni o poco più: anche perché quelli siamo noi… domani. Prevedere il (mio) futuro Il Progetto Il Giovane Anziano è pianificare la propria terza età per vivere sempre in vacanza. L’iscrizione al progetto è sentirsi socio dello stesso con la possibilità di iniziare a pensare al proprio futuro accantonando piccole cifre mensili come per una polizza vita. La realizzazione della rete I soggetti partners che devono contribuire alla realizzazione del progetto sono coloro che hanno strutture da offrire e da mette- “Avere la possibilità di passare gli anni futuri della vita scegliendo i luoghi più belli e coltivando hobbies, passioni ed interessi che possono farvi felici” re in condivisione siano esse da vendere, affittare o ristrutturare; coloro che hanno competenze sociosanitarie utili alla gestione di tali strutture, all’animazione e all’organizzazione di eventi; infine, ai costruttori stessi che dovranno rendere idonee e ospitali le strutture in questione. Per prima cosa, occorre creare LA RETE DELLE STRUTTURE. Una rete tale da poter garantire un circuito di scambi che permetta un buon livello di soggiorno e di stile di vita, sempre in luogo ospitale, sicuro, ameno, assistito e “integrato”. Dunque occorre individuare luoghi e sedi esistenti o da ristrutturare o da costruire, scegliendo sedi idonee al soggiorno e alle attività di tempo libero (residence di pregio, dimore storiche, ville e case di riposo, country house, villaggi residenziali integrati, sedi termali o alberghiere, etc Selezionare questi in base alla disponibilità di spazi sociali e di aggregazione comuni in varie zone d’Italia, collina, mare, campagna, montagna anche vicini a piccoli e grandi centri abitati. La ricerca dei siti verrà effettuata con strumenti mediatici e poi valutata da una commissione di partners collaboratori e gli stessi si attiveranno nella ricerca di fondi che la legge può prevedere sia da parte dell’Italia che dell’Europa. Le strutture ritenute idonee, non dovranno essere acquistate, ma sfruttando l’attuale disponibilità di queste, considerando l’attuale congiuntura economica, offriranno l’impegno nella ristrutturazione adeguata e l’impe- gno ad eventuale acquisto o la corresponsione di un canone di affitto dopo un tempo che sarà previsto negli accordi di gestione. La partecipazione Per fare questo ci rivolgiamo a tutti coloro che vogliono un futuro vivo, di contatti insieme a persone che abbiano interessi vari e piacere di passare del tempo portando avanti i loro hobby o conoscenze, oppure continuando, dopo la loro vita di lavoro, avendo la possibilità, se lo desiderano di contribuire attivamente a migliorare la loro vita e quella degli altri. Chi è interessato può diventare nostro “socio collaboratore”: può prefigurare una sua occupazione, una sua residenza, un diverso stile di vita. Da quando vorrà: intorno ai sessant’anni o raggiunta la pensione, quando deciderà di utilizzare quanto messo a frutto nel tempo. Entrerà così nella schiera dei futuri “giovani anziani”, uomini e donne che continueranno una vita di relazione e di impegno, con leggerezza e divertimento inclusi. Questi nostri soci collaboratori potranno dedicarsi ai loro hobbies di sempre: come scoprire altri siti interessanti, la ristrutturazione degli stessi, la gestione delle attività inerenti, attività di giardinaggio, agricole ed ortofrutticole, amministrazione, organizzazione di eventi, culturali, formativi, didattici, mostre e mercatini; eventuali ampliamenti delle strutture e soprattutto la manutenzione, sarà quel valore aggiunto che i molti interessato a ciò possono essere la giusta chiave di volta per fa si che l’impegno economico di tale proposta possa essere contenuto, al fine di evitare onerose spese iniziali, normalmente richieste. Una volta realizzata la rete delle sedi, gli spazi di aggregazione, ogni “socio collaboratore” può decidere di spostarsi a suo piacimento nelle varie strutture, prenotandone lo spazio secondo le sue esigenze, versando le quote per il soggiorno che terranno nel giusto conto le capacità economiche di ognuno integrando al periodo di associazione le possibilità di impegno in attività compensatorie, a seconda della sua età e soprattutto, come detto, della collaborazione che vorrà prestare. L’iscrizione versata, varrà come diritto di poter essere in un futuro più o meno lontano, ospite delle strutture, una piccola quota da definire che verrà capitalizzata annualmente come credito per l’utilizzazione dei servizi e parteciperà con un versamento per le spese che le varie strutture sosterranno. Nessuno dei soci collaboratori potrà chiedere un compenso sul lavoro prestato ma potrà avere una riduzione sulla retta del soggiorno. Per la ricerca di fondi e di soci collaboratori si richiederà anche la collaborazione di compagnie di assicurazione, banche o sindacati, che gestiscono polizze vita o sanitarie, fondi in titoli o altro… A istituzioni, organizzazioni pubbliche e private e ad altri enti si richiederà di pubblicizzare verso loro clienti la possibilità di avere in un futuro prossimo alcuni vantaggi, senzaetà 27 PROGETTI Per prima cosa, occorre creare LA RETE DELLE STRUTTURE. Una rete tale da poter garantire un circuito di scambi che permetta un buon livello di soggiorno e di stile di vita, sempre in luogo ospitale, sicuro, ameno, assistito e “integrato” partecipando con la sottoscrizione di una piccola quota a poter essere un futuro socio dell’associazione “Giovane Anziano”. Il questionario Il lancio mediatico è parte importante dell’iniziativa poiché dovrà essere spiegato nei dettagli sia come progetto di investimento per i partners; sia, per gli stessi soci giovani anziani, come occasione di investimento per garantirsi una serena vacanza attiva, e non un semplice posto in un ospizio. L’originalità della proposta e le ridotte risorse economiche che la rendono possibile, la rete dei partners e la loro competenza, faranno certamente risultare il progetto come importante NOTIZIA nel panorama della longevità attiva, di cui tanto si parla insieme alla crescita e all’allungamento delle speranze di vita della popolazione. Prima di mettere insieme tutte le risorse e i partners, chiediamo ai nostri lettori di farci conoscere la loro opinione, soprattutto se l’idea (il marchio Il Giovane Anziano è registrato dall’arch. Giorgio De Romanis) di “vivere sempre in vacanza” abitando in dimore, residence e villaggi integrati e attrezzati, in posti idonei ma diversi fra loro, può aiutare a superare l’inedia e la pigrizia dell’età maggiore. Il questionario è visibile su www.senzaeta.it e su facebook alla pagina dedicata www.facebook.com/senzaeta Aspettiamo le vostre risposte. 28 senzaetà QUESTIONARIO Vi piacerebbe in futuro, a Voi uomini e donne, vivere come IL GIOVANE ANZIANO Difficile oggi prevedere il futuro della propria vita, al di là della speranza di una buona pensione? Con la Nostra proposta desideriamo avere un Vostro parere su un’idea innovativa per tutti coloro che, compiuti i 60 anni o più, amerebbero vivere in luoghi con apposite e confortevoli strutture ricettive, dove è possibile socializzare con gli altri e trovare ciò che risponde al Vostro desiderio, continuando a dedicarsi ad attività di hobby o lavori secondo il gradimento di ognuno, che potrebbe anche essere utile a tutta la comunità. Se ritenete buona questa idea, barrate una delle caselle corrispondenti a ciò che ritenete di Vostro gradimento Hai mai pensato a dove vorresti stare nell’età matura? -SI -NO Che cosa vorresti e che cosa ti auguri, oltre naturalmente alla piena salute – fra una ventina di anni o più – per vivere una serena terza età? - STARE IL PIU’ POSSIBILE IN COMPAGNIA - MANTENERE E COLTIVARE TANTI INTERESSI - VIAGGIARE E VISITARE ALCUNI POSTI NUOVI - SOGGIORNARE IN UN’OTTIMA RESIDENZA ASSISTITA AD ALTO LIVELLO Ti piacerebbe che qualcuno pensasse ad organizzare dei periodi di soggiorno “riservati” in luoghi belli, attrezzati e integrati anche per vivere in modo autonomo e più libero, in compagnia e in sicurezza, con una spesa contenuta? - SI - PREFERISCO PENSARCI DA SOLO - NON MI PIACE ALLONTANARMI DA CASA MIA Il progetto Il Giovane Anziano prevede di realizzare una rete di sedi, luoghi e strutture in tutta Italia e all’estero, idonei, tranquilli, dove sarete liberi di decidere per voi ogni giorno ciò che desiderate, ritrovandovi tra soci di questo particolare club. Ti piacerebbe trascorrere parte o tutto il tuo tempo in vacanza, scegliendo anche tra molte strutture che possiamo proporti? - AL MARE - IN COLLINA - IN CAMPAGNA - VICINO A CITTA’ D’ARTE Se lo desideri puoi ricevere un Nostro depliant, fare osservazioni ed eventualmente indicare il Tuo - NOME e COGNOME - Indirizzo (via, cap, città) Se sei interessato a ricevere informazioni sul progetto compila il modulo, ritaglia e spediscilo a TECNOPRINT NEW - Redazione SENZAETA’ - Via Caduti del Lavoro, 12 - 60131 Ancona Tel. 071.2868255 la chiave delle meraviglie di Roma nei percorsi di fede HOTEL LONDRA& CARGILL LUOGHI DELLO SPIRITO TRA ROMA E DINTORNI ROMA CHURCH TOUR ROMA piazza Sallustio, 18 ( a pochi passi da Piazza di Spagna ) Tel: +39 06 473871 [email protected] www.hotellondraroma.com29 IL TERMOMETRO DELL’ECONOMIAI/11 T in collaborazione con C All’in 30 senzaetà Nunzio Tartaglia Direttore Generale della Banca Popolare di Ancona Ai lettori di “SenzaEtà” rinnoviamo l’invito a continuare a scriverci e auguriamo una buona estate. senzaetà 31 BENESSERE L’eccellenza TERME nella Medicina moderna Una scelta di benessere: terapie, salute, turismo, in luoghi da visitare dove l’ospitalità è altissima e la qualità d’eccellenza. Come ad Acquasanta Terme, nelle Marche 32 senzaetà I l Termalismo come scienza medica viene normalmente scambiato per l’applicazione dei fanghi oppure per il “passaggio delle acque”. Ma è molto di più. Le strutture delle Terme sono oggi luoghi di cura e vacanza al tempo stesso, completi e accoglienti. Sorgono in prossimità di sorgenti di acque con varie proprietà terapeutiche ma hanno anche dotazioni medico sanitari in grado di fornire cure appropriate e diversificate. Già i Romani valorizzavano le proprietà termali, i luoghi e le strutture. Noi, ereditando una tradizione così importante, dovremmo fare tesoro di un patrimonio così prezioso. Dermatiti, bronchiti, otiti, riniti, problemi di respirazione o gastrointestinali, possono avere qui sollievo e cure mirate. Come pure le patologie fisiologiche di ossa, artrosi e reumatismi, insieme a infiammazioni articolari dovute spesso a posture sbagliate, sedentarietà, sforzi isolati. Il Termalismo si occupa di tutto questo ma in più offre terapie in luoghi bellissimi ed ospitali dove si può trovare tanto di più. Veri luoghi di vacanza e culturali, da conoscere e vivere. Ospitiamo qui un articolo medico del dott. Fabrizio Scoccia, giornalista medico e presidente dell’Associazione Terme delle Marche assieme all’intervista del dott. Pier Francesco Ferranti, a.d. delle Nuove Terme di Acquasanta spa. www.termeacquasanta.it Vacanze intelligenti… come valore aggiunto Abbiamo parlato delle Terme di Acquasanta, sull’appennino marchigiano al confine con Abruzzo e Lazio, nello scorso numero della rivista. Non credevamo che il riscontro presso i nostri lettori fosse così alto: telefonate e prenotazioni, informazioni per soggiorni di gruppo anche in questa stagione autunnale. Le Terme, non c’è che dire, “vanno di moda” e fino a novembre costituiscono il prolungamento naturale della vacanza. Con un valore aggiunto. La completezza dell’offerta. “Le Terme di Acquasanta oltre alle terapie classiche – afferma l’amministratore delegato delle Terme, dott. Pier Francesco Ferranti – hanno una struttura completa per ospitalità e ristorazione, immersa nel verde, in un luogo ameno da visitare per le sue bellezze paesaggistiche, boschive, naturalistiche, ad un passo dalla splendida città d’arte di Ascoli Piceno, detta delle “cento torri”. Acquasanta Terme ha tutto questo. Oggi, dopo aver avuto un’altra stagione positiva, i nostri clienti, più esigenti rispetto al passato, cercano la qualità, non solo nelle cure termali, nella sede e nell’affidabilità delle apparecchiature ma anche per la serenità ed accoglienza, da vivere proprio in luoghi da visitare e da conoscere”. LA TERAPIA NELLA STRUTTURA TERMALE Ma per capire bene l’attrattività di questo luogo, occorre anche ricordare che la struttura comprende oltre allo stabilimento termale, l’Hotel Italia, dotato di 80 camere, di cui alcune rinnovate lo scorso anno. Inoltre Le Terme di Acquasanta hanno un centro benessere di nuova realizzazione con solarium, piscina, palestra, oltre al servizio medico continuo. Per il miglioramento della forma fisica e del benessere psicofisico della persona, c’è un modulo di rilassamento mente-corpo contro lo stress quotidiano: perciò abbiamo dotato Acquasanta di impianti modernissimi di sauna, bagnoturco, docce a getto cromatico, minipiscina con idromassaggio, sala relax con annessa tisaneria, solarium e minipiscina esterna, cabina per trattamenti estetici, oltre a una palestra con attrezzature d’avanguardia. A chi consiglierebbe un soggiorno alle Terme di Acquasanta? “Queste terme hanno l’eccellenza nella cura dei problemi dell’apparato respiratorio, della sordità rinogena e le altre patologie otoiatriche e reumoartropatiche. Le acque sulfuree sono una sicurezza consolidata e apprezzata dal punto di vista medico, poi abbiamo anche inalazioni, aerosol e nebulizzazioni, docce nasali e naturalmente fanghi di grande qualità terapeutiche”. Dunque una struttura termale “multidisci- plinare” in grado di offrire per ogni persona e ad ogni età, più cure suddivise per reparti diversi. Come il reparto cure inalatorie, quello per la cura della sordità rinogena, poi la fangobalneoterapia, la balneoterapia con istruttore per ginnastica in acqua e il servizio di massofisioterapia. Il dott. Pier Francesco Ferranti, AD della Nuove Terme di Acquasanta S.p.A. Curarsi con le acque è una tradizione antica. La medicina dell’antichità utilizzava come rimedi ai mali fisici soprattutto le acque e le erbe, gli elementi naturali facilmente reperibili ed utilizzabili. Già i Greci ed altri popoli antichi, come gli Etruschi in Italia, conoscevano ed utilizzavano i benefici dell’acqua. I Romani costruirono, attorno alle sorgenti, straordinarie opere di architettura, le Terme, secondo una grande cultura igienica, salutistica, ricreativa ed edonistica. Le terme romane, pubbliche, aperte a tutti, uomini e donne, frequentatissime sono dotate di piscine e vasche a temperatura diversa, che sfruttano quando è possibile, sorgenti calde naturali o che sono altrimenti fornite di efficaci sistemi di riscaldamento. Ci sono palestre, stadi, biblioteche, giardini, portici, luoghi vari per esercizi fisici ed intellettuali, come pure per incontri sociali, scambi e svaghi. E’ il modello delle terme che ha resistito fino ai nostri giorni; sono subentrate migliorie tecnologiche, ma il principio è lo stesso: sfruttare le proprietà fisiche e chimiche dell’elemento più naturale ed essenziale per la vita: l’acqua. Le sorgenti di acqua mineralizzata sono numerose e conosciute fin dal Medioevo per le loro proprietà curative. Questa distribuzione sul territorio consistente ed omogenea di fonti ritenute terapeutiche hanno fatto nascere e crescere nel tempo una cultura e una tradizione legate all’utilizzo dell’acqua per il trattamento di alcune patologie. Quando nel secolo scorso attorno alle sorgenti più importanti sono state costruite delle strutture piccole, ma funzionali, esse subito sono diventate punti di riferimento nella cura di affezioni croniche dell’apparato respiratorio superiore ed osteo-articolare, nonché per il trattamento della sordità rinogena, di alcune affezioni ginecologiche e dermatologiche Negli organi respiratori superiori l’acqua utilizzata sotto forma di vapore micronizzato in particelle finissime con le tecniche di inalazione e di aerosol deterge le mucose e stimola le difese immunitarie dei tessuti. Con le docce nasali si combatte una patologia molto fastidiosa come la sinusite; le insufflazioni servono ad attenuare l’ipoacusia catarrale. Nella patologia artrosica con la balneoterapia, attraverso la perfusione cutanea dell’acqua, si rivivacizza il tessuto cartilagineo delle articolazioni, l’azione meccanica con idromassaggio dell’acqua rilassa la muscolatura contratta attorno alla lesione artrosica. Nella terapia con il fango la sua applicazione favorisce una produzione di calore che inibisce la sintomatologia dolorosa. Negli ultimi anni tutte queste applicazioni dell’uso terapeutico delle acque sono state oggetto di osservazioni statistiche, di studi pubblicati su prestigiose riviste medico-scientifiche, che hanno dimostrato quanto sia importante l’opportunità di una terapia senza controindicazioni che sia complementare o che addirittura sostituisca l’utilizzo dei farmaci. Dott. Fabrizio Scoccia senzaetà 33 RICERCA SCIENTIFICA Cannabis in soccorso alla medicina La prof.ssa Manuela Rodriquez e la prof.ssa Anna Maria D’Ursi del Dipartimento di Farmacia, Osservatorio interdipartimentale per gli Studi di Genere e le Pari Opportunità Università di Salerno Via libera soltanto in cinque regioni. Nella terapia del dolore riscontri inequivocabili L o Stato produrrà marijuana a uso terapeutico e lo farà attraverso l’Esercito, nello stabilimento chimico militare di Firenze, per ridurre i costi legati all’importazione dei farmaci cannabinoidi. La storia della marijuana medicinale risale agli albori della medicina e della farmacologia, quando l’uomo ha cominciato ad usare deliberatamente le piante per i loro effetti sull’organismo e non più solo come fonte di cibo. La cannabis è sempre stata uno dei componenti attivi di una miriade di medicine, dallo sciroppo per la tosse agli stimolanti la digestione, dagli analgesici ai callifughi. Dopo gli oppiacei, l’estratto di cannabis è stato il principio attivo più prescritto al mondo, fino a quando fu improvvisamente proibito in molti paesi a partire dal 1930. Negli ultimi decenni si è accumulato un certo volume di ricerche sulle attività farmacologiche della cannabis e sulle sue possibili applicazioni. Funziona contro la nausea, il vomito e l’inappetenza nei pazienti affetti da cancro e Aids. Ma anche contro i dolori cronici e neuropatici, come quelli della sclerosi multipla. Non solo. L’ “erba” sembra essere efficace anche contro il glaucoma, i traumi cerebrali, gli ictus, la sindrome di Tourette, l’epilessia e l’artrite reumatoide. A queste si aggiungono altre patologie come le sindromi ansioso-depressive, le malattie 34 senzaetà auto-immuni e l’asma bronchiale, per le quali l’uso della marijuana è potenzialmente indicato. La lista dei suoi effetti benefici, quindi, è lunga e variegata, così come è lungo l’elenco di studi che ne appoggiano l’utilizzo terapeutico. Ci sono alcune ricerche che ne hanno dimostrato addirittura gli effetti neuroprotettivi contro malattie degenerative come il Parkinson. Il via libera alla cannabis per uso medico non significa libera coltivazione né libero consumo attraverso il fumo di preparazioni vegetali. Sono invece disponibili per i pazienti, sulla base di un opportuno piano terapeutico redatto dal medico, specifiche formulazioni farmaceutiche ad un dosaggio standardizzato e riproducibile, che assicurano l’efficacia terapeutica e tutelano dal rischio di effetti collaterali, prevalentemente di tipo psicotico. L’assunzione degli stessi principi attivi attraverso il fumo determina invece l’assunzione di dosaggi non riproducibili né prevedibili, in quanto dipendenti da diverse variabili individuali ed ambientali e non comporta alcun vantaggio terapeutico, ma si associa anzi ad una progressiva perdita delle capacità cognitive e, negli adolescenti, ad un’aumentata predisposizione all’insorgenza di malattie psichiatriche anche molto gravi, quali la schizofrenia. Già dal 2007 è previsto in Italia l’uso terapeutico della cannabis. Ma dal 2014 un nuovo decreto legge ha reso l’accesso ai farmaci cannabinoidi più semplice, snellendo il lunghissimo iter burocratico. Il Governo italiano ha deciso di non ostacolarne l’uso, ribadendo che tali medicinali devono essere prescritti esclusivamente “quando altri farmaci disponibili si siano dimostrati inefficaci o inadeguati al bisogno terapeutico del paziente”. Al momento la cannabis può essere prescritta dai medici in Veneto, Liguria, Toscana, Puglia, Marche e nella Provincia autonoma di Bolzano: con relativa copertura dei costi a carico delle aziende sanitarie locali. senzaetà 35 RICERCA&INNOVAZIONE Umidificatori a ULTRASUONI: basso consumo, grande efficacia A rriva l’inverno e con esso la necessità di riscaldare gli ambienti per far fronte al calo delle temperature. L’accensione dei termosifoni porta con sé non solo un piacevole tepore, ma anche qualche inconveniente. A causa dello scarso ricambio d’aria nelle case, l’aria stessa tende a seccarsi e questo può essere nocivo alla salute. Per 36 senzaetà far fronte al problema, si utilizzano gli umidificatori, che grazie all’emissione di vapore acqueo ristabilizzano il tasso d’umidità. Essi possono essere un buon alleato per prevenire malattie o disturbi polmonari. A causa dell’aria troppo secca, infatti, possono intervenire irritazioni alle vie respiratorie, arrossamenti o raucedine. Gli umidificatori sono particolarmente consigliati per anziani e bambini e non solo nei casi in cui sono affetti da patologie di tipo respiratorio. Quello che è sopportabile per noi lo è spesso molto meno per i soggetti più fragili ed è per questo che porre un umidificatore nella loro stanza è sempre buona cosa. I più piccoli, in particolare, sono più soggetti ad allergie, raffreddori e infezioni delle vie respiratorie e alleggerire l’aria troppo secca aiuta a liberare i polmoni e facilita lo scioglimento del muco e la respirazione. Gli umidificatori più comuni sono quelli tradizio- nali di coccio che, riempiti d’acqua, rimediano alla progressiva eliminazione dell’umidità. Questo tipo di soluzione è chiamata “umidificatore evaporativo”: in pratica un contenitore con dentro acqua, posizionato accanto o sopra i termosifoni. L’evaporazione avviene quindi naturalmente. Il vapore sprigionato dalla vaschetta, che può essere anche di materiali diversi dal coccio, preserva l’aria, ma la quantità di umidità rilasciata è limitata e non regolabile. Ai metodi tradizionali, come appunto i diffusori per caloriferi, si affiancano apparecchi frutto della più avanzata tecnologia. Questi di dividono in due categorie: “umidificatori a vapore caldo” e “umidificatori a ultrasuoni”. Nei primi l’acqua viene riscaldata fino a ebollizione e quindi rilasciata nell’aria. Sono rumorosi e soggetti alla formazione di calcare: devono essere quindi puliti periodicamente. Gli umidificatori a ultrasuoni “colpiscono” l’acqua con frequenze sonore impercettibili dall’uo- Gli umidificatori sono particolarmente consigliati per anziani e bambini e non solo nei casi in cui sono affetti da patologie di tipo respiratorio. mo, creando vibrazioni che la trasformano in una nebbiolina di vapore freddo. Questi umidificatori sono silenziosi e non disturbano quindi il sonno notturno. Permettono inoltre una migliore regolazione del flusso di vapore e consumano meno energia. Joycare propone il suo umidificatore a ultrasuoni JC-491, studiato per dare sollievo immediato alle vie respiratorie di adulti e bambini. E’ possibile utilizzare la normale acqua del rubinetto, perchè passa tramite un filtro al 100% naturale, costituito da sfere in ceramica, che la addolcisce. Il vapore emesso è quindi ancora più leggero per le vie respiratorie. Il prodotto ha poi lo straordinario vantaggio della funzione ioniz- Joycare zazione, con l’emissione di ioni negativi che purificano l’ambiente intercettando gli ioni positivi, presenti nelle nostre case ed emessi da elettrodomestici e altri apparecchi. E’ dotato di una luce rilassante, utile anche come luce notturna per i bambini, e consente facilmente di regolare il giusto livello di umidità grazie a 4 diversi livelli di emissione. JC-491 vanta una capacità di quasi 6 litri, che permette un’erogazione per circa 12 ore. E’ possibile impostare un timer di funzionamento (2-8-12 ore). Quando l’acqua si esaurisce, infine, un sensore spegne da solo l’apparecchio, evitando così cortocircuiti, surriscaldamenti e consumo inutile di energia. LA SCHEDA •Tecnologia ad ultrasuoni •Funzione purificante grazie allo ionizzatore •Filtro con sfere in ceramica che addolcisce l’acqua • 4 livelli di emissione vapore • Erogatore di vapore orientabile • Funzione Timer • Luce notturna rilassante • Sensore del livello dell’acqua con spegnimento automatico • Durata erogazione vapore: circa 12 ore • Massima intensità di erogazione vapore: 5.5 ml/m • Serbatoio removibile e con capacità di 5.8 litri • Potenza: 30W La mission di Joycare è da sempre il miglioramento della vita delle famiglie italiane, per questo la scelta dei prodotti è mirata al benessere degli adulti, degli anziani, non dimenticando mai i più piccoli. La ricerca e lo sviluppo sono guidate da concetti di “innovazione”, “qualità”, “affidabilità” e “design”, ponendosi come obiettivo finale la soddisfazione di tutte le famiglie grazie alle prestazioni dei propri prodotti. Joycare nasce nel 1999 e in pochi anni si afferma come marchio di riferimento nel settore “cura della persona”. Nel 2009 la Baycross Investement Ltd. di Londra ne acquisisce il marchio e, inserendola in un importante gruppo Internazionale, ne favorisce l’ulteriore sviluppo. Oggi Joycare conta di due basi produttive e di due trading a Shangai e ad Hong Kong, città considerate fra le più importanti al mondo nel proprio settore merceologico. Lo sviluppo su i mercati internazionali è stato immediato e prova ne è che oggi Joycare conta su importanti partnership commerciali in 30 paesi. Sul mercato italiano, grazie alla diversificazione multicanale, Joycare è presente in oltre 8.500 punti vendita. senzaetà www.joycare.it 37 RICERCA&INNOVAZIONE A colloquio con il nostro esperto Cesare Ivaldi N on ce ne accorgiamo, ma la mano e il polso sono sicuramente le parti del corpo che più muoviamo e che più ci servono. Per questo sono soggetti a stimoli di ogni tipo e quindi ad usura prima e più di ogni altra articolazione. Ma quando iniziano i dolori occorre prima conoscere le cause e poi diagnosticare la cura. La struttura scheletrica è costituita da otto ossa carpali (polso) cinque ossa metacarpali e quattordici falangi. Le ossa del polso sono tenute unite da legamenti e da una serie di tanti muscoli che consentono i movimenti, la stabilità e la flessibilità e da capsule articolari racchiuse dalla membrana sinoviale. Una fascia di tessuto fibroso (retinacolo) tiene uniti e mantiene in posizione i tendini permettendo la flessione in qualsiasi posizione. (Tunnel Carpale) Quando fa male il polso La mano e la sua articolazione: tutte le patologie articolare, sono determinati dalla presenza di depositi di micro cristalli di calcio. (Condrocalcinosi). La cura con l’ozono ad effetto antinfiammatorio, infiltrato in modo non invasivo, per mezzo di ossidazione ed ossigenazione ha evidenziato una riduzione o sparizione totale dei depositi calcifici con riduzione del dolore. NODULI ARTROSICI DELLE DITA Manifestazioni artrosiche localizzate nelle articolazioni interfalangee prossimali e distali, con comparsa di tumefazioni e formazioni di nodosità e di erosioni delle superfici articolari, con sintomatologia dolorosa. La cura con l’ozono ad effetto antinfiammatorio per mezzo di ossidazione ed ossigenazione ha messo in evidenza la riduzione del dolore e della tumefazione con miglioramento del movimento. RIZOARTROSI PATOLOGIE Le principali patologie che possono colpire la mano sono: - Artrosi calcifica - Noduli artrosici delle dita - Rizoartrosi - Tenosinovite stenosante - Dito a scatto - Tunnel carpale ARTROSI DA MICROCRISTALLI CALCIFICI Attacchi dolorosi che si manifestano a livello Artrosi della radice del pollice che coinvolge il primo metacarpo, il trapezio ed a volte lo scafoide. Associata a noduli artrosici, provoca dolori con il movimento del pollice. La terapia antinfiammatoria Sorazon con ozono per mezzo di ossidazione ed ossigenazione, ha messo in evidenza una cura efficace per riduzione del dolore ed acquisizione del movimento. TENOSINOVITE STENOSANTE DEL POLLICE (DE QUERVAIN) Irritazione della guaina dei tendini a livello dei loro punti di passaggio al di sopra dello stiloide radiale. Il processo flogistico che interessa la guaina sinoviale, con il movimento del pollice e lo scorrimento dei tendini, risveglia la sintomatologia dolorosa. La cura La cura 38 senzaetà con l’ozono infiltrato in modo non invasivo, ad effetto antinfiammatorio con ossidazione ed ossigenazione sul liquido sinoviale ha messo in evidenza la sparizione totale del dolore con un buon scorrimento dei tendini nella guaina. DITO A SCATTO Inceppamento nel movimento di flessione ed estensione di un dito, causato da un nodulo tendineo, che provoca uno scorrimento difficoltoso del tendine all’interno della sua guaina. Questo nodulo può rimanere impigliato ad alcune zone fibrotiche situate alla base dell’articolazione metacarpo-falangea determinando uno scatto in fase di flessione ed estensione. La cura con l’ozono infiltrato in modo non invasivo, con effetto antinfiammatorio – ossidante ed ossigenatorio, ha messo in evidenza la riduzione o sparizione del nodulo tendineo con conseguente acquisizione del movimento. TUNNEL CARPALE Compressione del nervo mediano nel suo punto di passaggio sotto il legamento all’interno del canale del carpo. Tale sindrome è caratterizzata da parestesie e dolori localizzati alla superficie palmare delle prime quattro dita. La sintomatologia dolorosa spesso risale lungo l’avambraccio estendendosi a volte fino alla spalla. La terapia antinfiammatoria ad ozono infiltrato in modo non invasivo, non dolorosa, ad effetto ossidante ed ossigenatorio, ha evidenziato una cura efficace per riduzione del dolore ed a volte risolutiva con acquisizione del movimento di chiusura ed apertura della mano. Il trattamento con terapia intensiva ad onde soniche pressorie ed OZONO – SORAZON, ha messo in evidenza risultati terapeutici soddisfacenti a volte risolutivi con sparizione totale del dolore su un alto numero di pazienti trattati dal 2003 al 2010. Essendo non invasiva, non dolorosa, si considera una terapia indicata per il trattamento delle patologie dolorose della mano. INDICAZIONI TERAPEUTICHE > ARTROSI > INFIAMMAZIONI ARTICOLARI > TRAUMI ITALIA - EUROPA CONTRO IL DOLORE ARTROSICO TERAPIA INTENSIVA antinfiammatoria Mirata >Infiltrante>Profonda non invasiva, non dolorosa A TRIPLA AZIONE SONAR AD ONDE SONICHE PRESSORIE D'URTO A TEMPORO MANDIBOLARE - artrite - artrosi - dolore di masticazione COLONNA CERVICALE - artrite - artrosi - cervicalgia - discopatie vertigini - nausea - traumi contrattivi, contusivi COLONNA DORSALE - artrite - artrosi - discopatie - dolori crolli vertebrali - traumi contrattivi, contusivi COLONNA LOMBARE SACRALE - artrite - artrosi - discopatia - radicolite sciatalgia - sacroileite - lombalgia - colpo della strega - traumi contrattivi, contusivi - dolore trauma coccige SPALLA - artrite - artrosi - periartrite scapolo omerale - cuffia rotatori - tendinopatia calcifica sovraspinato - CLBO - acromion claveare borsite sad - calcificazioni - brachialgia lussazione - lesione muscolo tendinea traumi contrattivi, contusivi GOMITO RADIOFREQUENZA - artrite - artrosi - epicondilite (gomito tennista) - traumi contrattivi, contusivi CON CAMPO ELETTROMAGNETICO IONIZZANTE POLSO - artrite - artrosi - rizartrosi - tendinite - traumi contrattivi, contusivi, distorsivi MANO - artrite - artrosi - tunnel carpale - dito a scatto - metacarpalgia - traumi contrattivi, contusivi ANCA - artrite - coxartrosi - coxalgia - pubalgia lussazione - necrosi testa femore, ovalizzata COSCIA/GAMBA - traumi contrattivi, contusivi - ematomi GINOCCHIO - artrite - gonartrosi - meniscopatie degenerative - lesioni legamenti - sinoviti traumi distorsivi, contusivi - cisti di baker AD ENERGIA OSSIGENATORIA DI CAVIGLIA - artrite - artrosi - traumi distorsivi, contusivi - lesioni - calcificazioni tendine d’achille OZONO PIEDE - artrite - artrosi - talloniti - tarsalgie - speroni calcaneari - metatarsalgie - alluce valgo - sesamoidi - neuroma di Morton - tendinite - fascite plantare - trauma contusivo PATOLOGIE VARIE - artrite reumatoide - artralgia - tendinite tenosinovite - calcificazioni - borsiti - sinoviti periostite - ritardi di consolidazione ossea MARCHIO CE - Terapia non invasiva Per informazioni: P.A.S.S. Via S.N.A.Sud, 44/7 61032 FANO (PU) Tel. e Fax: 0721/808759 +39 333/9129395 [email protected] Segreteria: +39 333.9129395 Specialista Terapeutico: +39 337.641384 www.sorazon.it www.sonotronitalia.com AMBULATORI REGIONE MARCHE: Pesaro - Fano Ancona - Jesi Trodica di Morrovalle (MC) Ascoli Piceno SOCIALE Arriva Pronto Cooss! Il nuovo servizio domiciliare territoriale di Cooss P ronto Cooss è il nuovo servizio territoriale che Cooss Marche ha attivato per erogare servizi di cura e assistenza alla persona direttamente a casa di chi ne fa richiesta. Usufruire del servizio è semplice e immediato: basta comporre un numero verde gratuito 800 84 99 99 che è attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00 (festivi esclusi). L’utente può chiamare e riceverà risposta da un operatore dallo sportello attivo di Ancona 40 senzaetà che inoltrerà la richiesta allo sportello COOSS più vicino a casa dell’utente stesso o vicino a casa della persona per cui è richiesta assistenza. Il Referente specializzato di zona ricontatta l’utente entro 24 ore e si occuperà del caso redigendo un Piano di Assistenza adatto alle esigenze rilevate, rispettoso dei tempi necessari per l’attuazione di un servizio di qualità. Pronto Cooss è dunque un servizio che si adatta anche alle più complesse richieste di cura e assistenza offrendo una ampia gamma di possibilità. I servizi di Pronto Cooss spaziano infatti dal mandare a casa dell’utente l’assistente familiare qualificato, fino al ricovero di sollievo per brevi periodi (da 15 a 30 giorni). Per garantire all’utente piena risposta alle esigenze di cura e di assistenza Pronto Cooss ha attivato degli sportelli territoriali. Ecco cosa fanno gli sportelli territoriali di Pronto Cooss: • offrono, attraverso una consolidata rete territoriale di operatori qualificati, servizi aggiuntivi domiciliari rivolti ad anziani, disabili e famiglie in tutto il territorio della Regione Marche; • garantiscono una vasta gamma di servizi diversificati, personalizzati e flessibili con l’obiettivo di mantenere l’anziano al proprio domicilio; a cura di Nicolo’ Scocchera Scopri tutti i servizi di Pronto Cooss! SOSTITUZIONE ASSISTENTE FAMILIARE Pronto Cooss può aiutare la famiglia a trovare una assistente familiare con prestazioni ad ore, per periodi brevi che compensano i permessi, le giornate di libertà o periodi di ferie della assistente familiare assunta dalla famiglia. PRESTAZIONI INFERMIERISTICHE – SPECIALISTICHE SANITARIE Pronto Cooss fornisce servizi domiciliari attraverso personale qualificato in area sanitaria, quali OSS, infermieri professionali , fisioterapisti, psicologi. • redigono piani di Assistenza Individualizzati, identificando le tipologie e la quantità di assistenza e prestazioni da erogare a domicilio, con massima flessibilità e capacità di revisionare il progetto di cura a fronte di mutate esigenze; • supportano e consigliano la famiglia; • emettono regolari fatture di vendita dei servizi forniti secondo le norme vigenti in materia di prestazioni di cura a domicilio. Pronto Cooss è un servizio attivo nelle seguenti aree: Ancona, Fano, Jesi, Matelica, Fermo, San Benedetto. Per informazioni dettagliate si può consultare il sito www.cooss.it PRESTAZIONI ALLA FAMIGLIA Pronto Cooss è in grado di soddisfare ogni esigenza assistenziale e formulare le risposte più adatte attraverso i suoi esperti. TELEASSISTENZA E TELESOCCORSO Pronto Cooss puo’ attivare, attraverso lo sportello Prontoserenità, il servizio di teleassistenza e di Telesoccorso h 24 per 365 giorni l’anno. senzaetà 41 RIABILITAZIONE Abitare il Tempo Ecco il nuovo Centro dedicato all’assistenza residenziale psichiatrica in età evolutiva Sorge in un’area di intervento delicata dove diventa necessario fornire risposte appropriate sanitarie ed assistenziali 42 senzaetà L a sanità marchigiana si arricchisce di nuovi servizi assistenziali dedicati ad una categoria sociale molto fragile, per la quale è crescente, nel territorio, il fabbisogno di cure a assistenza professionali. Stiamo parlando dei soggetti che hanno bisogno di riabilitazione di carattere psichiatrico e, in modo particolare, dei minori. Per venire incontro a questa necessità del territorio marchigiano, “Abitare il tempo”, Società del Santo Stefano Riabilitazione Gruppo Kos, ha recentemente avviato le attività nel nuovo Centro di Riabilitazione a Caccamo di Serrapetrona, in provincia di Macerata. La residenza “Beata Corte” di Caccamo, ristrutturata da COOSS Marche, vanta complessivi 40 posti letto dedicati all’assistenza ed alla riabilitazione psichiatrica. Di questi, un modulo di 20 posti letto è stato accreditato, con livello di eccellenza, dalla Regione Marche per la cura e l’assistenza di minori affetti da disturbi comportamentali o patologie di carattere neuropsichiatrico. www.abitareiltempo.org Un Centro, dunque, di grande novità da un punto della risposta assistenziale fornita al territorio. “Il nuovo Centro di Riabilitazione “Beata corte” di Caccamo - dice l’AD del Gruppo Santo Stefano Enrico Brizioli - rappresenta un intervento innovativo, con il quale intendiamo completare la gamma delle attività che siamo in grado di mettere in campo nell’ambito del nostro impegno nelle attività riabilitative per la salute mentale. Quello dell’assistenza nei confronti dei minori, d’altronde, è un settore di Attività di grande delicatezza ma di cui il territorio ha fortemente bisogno e per il quale abbiamo la volontà di stringere una forte collaborazione con i servizi di ASUR”. “La nostra equipe multidisciplinare – dice il Direttore di “Beata Corte”, Antonio Maria Novelli – sviluppa progetti individuali terapeutici e riabilitativi, formulati a seconda della personale storia di vita, della diagnosi, della valutazione psicodinamica della personalità, della presenza o meno della famiglia, con l’obiettivo di restituire e mantenere nei giovani il più elevato livello di autonomia acquisibile e limitarne il rischio involutivo. Gli obiettivi sono la prevenzione e tempestività degli interventi; l’arresto e riduzione della sintomatologia psicopatologica; il passaggio graduale da una condizione di deresponsabilizzazione ad una partecipazione attiva e responsabile alla vita di comunità; il favorire il rientro o la remissione della sintomatologia attraverso l’integrazione di interventi terapeutici, riabilitativi, educativi e farmacologici; il mantenimento dei rapporti fra ospite e famiglia per la formulazione di un piano di intervento globale; il lavoro di rete con i servizi invianti nell’ottica di una collaborazione costante nella progettazione dei percorsi individuali degli ospiti, con incontri e verifiche, fino a progetto ultimato; l’utilizzo di referenti sociali (scuola, parrocchia, etc.) che consentano l’appropriarsi di un ruolo attivo nel tessuto ambientale, sociale e lavorativo; qualora necessario, l’inserimento in strutture a minore intensità terapeutico-riabilitativa per favorire una graduale dimissione e progressiva autonomia”. Il servizio del nuovo Centro “Beata Corte” di Caccamo, in cui operano sinergicamente Santo Stefano e Cooss Marche, è gestito dalla Società “Abitare il Tempo” con l’impiego di figure mediche specializzate ed avvalendosi della cooperativa “Tra Parentesi” per i profili riabilitativi sanitari e socio assistenziali. In basso l’area tempo libero con gli spazi idonei per lo svago e le attività ricreative senzaetà 43 SORRISI La bocca dell’innovazione Dott. Federico Fabbri Presidente CAO Ancona e Segretario Sindacale ANDI Ancona Tecnologia e progresso s’incontrano nello studio del medico odontoiatra: una “bottega” d’avanguardia tecnica, al servizio di un sorriso L o studio di un buon odontoiatra è spesso popolato, tra gli arredi, da oggetti che ne caratterizzano l’aspetto, rendendolo somigliante a un laboratorio di strumenti d’alta precisione: nulla di inquietante, niente di simile agli scenari un po’ foschi che la cinematografia hollywoodiana, armata dei suoi budget sterminati e multimilionari, assegna al binomio scienza-tecnologia. Al contrario, questa diade di termini capace di declinare il concetto di progresso, delinea il perimetro di una professione medica e del luogo che essa necessita per operarvici, anche grazie alla relazione proficua con macchine elettromedicali, impianti e tecniche terapeutiche all’avanguardia. Si pensi, ad esempio, agli apparecchi ad ultrasuoni, agenti a specifiche frequenze di risonanze fino a ieri utili alla rimozione della placca batterica calcificata, oggi usati come ausilio chirurgico per operare sui tessuti ossei (implantologia), sui tessuti minerali dentari (endodonzia), etc. Esplorando un ipotetico ambulatorio odontoiatrico, potremmo passare in rassegna altre piccole gemme di tecnica medica, dalla comune lampada ad UV (sorgente di energia per catalizzare la reazione di perossido di carbamide e produrre un salutare effetto sbiancante) all’uso del laser (fondamentale per la parodontologia, la chirurgia orale, l’endodonzia, in grado di garantire una rapida guarigione delle ferite con applicazioni quasi indolori e prive 44 senzaetà di sanguinamento). L’occhio di una videocamera di piccolissime dimensioni, permette di accedere al cavo orale catturandone le problematiche e restituendole, con dovizia di particolari, ai pazienti più curiosi, sullo schermo di un monitor. L’ottica approfondita della camera è indispensabile anche per l’attività diagnostica, poiché consente di osservare, con potenti ingrandimenti, zone altrimenti irraggiungibili. Di grandissima utilità risultano, inoltre, le radiografie RVG, un dispositivo tecnico digitale che riduce l’impatto delle radiazioni per il paziente del 90% e, in pochi minuti, fornisce immagini immediatamente visualizzabili al computer. Per non parlare anche del sempre più diffuso uso della CBCT(cone beam computed tomography) che è una tomografia a fascio conico per acquisire direttamente l’intero volume dell’area d’interesse operativo, aprendo nuovi orizzonti di precisione e conoscenza anatomica utilissimi negli interventi di estrazioni e disinclusioni di elementi ritenuti, nell’implantologia, nell’ortodonzia, nella parodontologia, nell’endodonzia e nelle patologie del distretto della testa e del collo. Se poi una dentatura avesse bisogno d’essere ridefinita, un prezioso sistema d’implantologia 3D computer guidata sarebbe in grado di riprogettarla, individuando inclinazione, profondità e dimensione esatta degli impianti guidati da una dima chirurgica in rapporto alla posizione del dente da sostituire e alla conformazione anatomica del paziente. E per la ricostruzione di tessuti di sostegno, e altri elementi? Oggi esiste la possibilità di fare innesti di osso eterologo particolato (bovino, equino privato del DNA) che funga da nutrizione e stimolazione alla ricrescita dell’osso naturale. Esiste anche la possibilità di prelevare osso autologo da vari siti donatori come il cavo orale stesso, il piatto tibiale, la cresta iliaca, l’osso temporale. Tutto questo è solo un accenno delle infinite ulteriori possibilità a cui la nuova scienza medico-odontoiatrica può accedere. Lo Studio Odontoiatrico: una “bottega” quindi d’alta innovazione e tecnologia di grande valore scientifico e professionale, specialmente se al servizio di un sorriso che è il miglior sintomo di una ottima salute del cavo orale e di tutto l’organismo. senzaetà 45 INGEGNERI IN CORSIA AIIC nei tavoli di discussione ministeriali C resce la qualità tecnologica in Sanità: AIIC sensibilizza i vari livelli decisionali della necessità di utilizzare figure tecniche competenti, quali gli ingegneri clinici. Le tecnologie sono ormai imprescindibili nel processo di cura ed è proprio per questo che qualità e sicurezza delle tecnologie devono essere gestite da personale qualificato. Questo vale in qualunque setting di utilizzo delle tecnologie medicali: in ospedale, negli ambulatori ed anche a domicilio del paziente. L’Associazione Italiana Ingegneri Clinici, punto di riferimento nell’ambito della gestione delle tecnologie biomediche, è sempre più spesso chiamata a dare il proprio contributo anche a livello istituzionale per la definizione di protocolli di sicurezza, decreti di legge e normative tecniche. Numerosi sono i disegni di legge e le riforme regionali inerenti il riordino delle professioni sanitarie e quelli dettati da esigenze di sostenibilità del SSN e di contenimento della spesa. AIIC è stata invitata a collaborare in due tavoli tecnici promossi dal Ministero della Salute. Alcuni delegati dell’associazione prenderanno parte al “Tavolo Innovazione” e al “Tavolo del mobile health e delle app mediche”. Si è ritenuto di doversi confrontare sull’innovazione tecnologica in medicina perché ha un elevato impatto sulle cure messe a disposizione dei cittadini, ma anche sulla spesa sanitaria. E’ necessario infatti fare in modo che le politiche sanitarie si orientino verso una migliore appropriatezza NUOVA INDAGINE Per avere un quadro sulla situazione dell’ingegneria Clinica in Italia, AIIC ha avviato la mappatura di tutti i servizi di ingegneria clinica presenti nelle strutture sanitarie. Obiettivo è avere una fotografia dettagliata della presenza e delle attività degli ingegneri clinici nelle nostre regioni. AIIC ritiene infatti importante individuare esattamente come vengono gestite le apparecchiature biomediche e in che modo viene curata la loro sicurezza ed efficienza ed intervenire laddove apparecchiature e servizi non sono sufficienti. Lorenzo Leogrande Presidente AIIC d’uso dei dispositivi medici per garantire equità d’accesso alle cure per tutti i pazienti, al passo con l’innovazione tecnologica. Si delinea, dunque, la necessità di trovare un modello di gestione delle risorse, razionale ed appropriato, che permetta la diffusione di tutte quelle tecnologie effettivamente innovative e necessarie per i pazienti. La cosiddetta mobile-health e le nuove app sulla salute hanno subìto una rapida evoluzione negli ultimi tempi; sono tecnologie sempre più alla portata del paziente, ma non sono ancora del tutto chiare le potenzialità e la loro reale efficacia e per questo hanno necessità di un maggiore livello di attenzione. La continua innovazione tecnologica e l’ingresso di nuove applicazioni informatiche consentono di migliorare la qualità delle prestazioni fornite ai pazienti ma al contempo necessitano di una regolamentazione apposita e di un’attenta analisi dei rischi collegati al loro utilizzo, analisi che deve essere condotta in primo luogo dagli addetti ai lavori. Sempre più richieste in Sanità sono le competenze specifiche in tema di innovazione tecnologica. E sempre più richiesti sono i professionisti che garantiscano un’adeguata introduzione e un governo di tecnologie che condizionano fortemente qualità e sicurezza delle prestazioni sanitarie. L’Associazione Italiana Ingegneri Clinici (AIIC), rappresenta una categoria che si distingue non più per il fattore di novità ma per competenza specifica. 46 senzaetà www.aiic.it senzaetà 47 SOCIETÀ&FUTURO IL PASSAGGIO GENERAZIONALE E’ PIU’ SEMPLICE ED EFFICACE CON UNA FIDUCIARIA I l passaggio generazionale è un momento molto importante e cruciale nella vita di un’impresa (solitamente un’impresa a conduzione familiare), è quel momento in cui l’azienda passa dalle mani di una generazione ad un’altra. Quando parliamo di passaggio generazionale non stiamo parlando di un mero trasferimento di quote societarie da padre a figlio. Parliamo di un processo molto più complesso e delicato, si tratta sì di un trasferimento tra un soggetto “imprenditore”, che fino a quel momento ha diretto e gestito l’attività, e i suoi eredi, ma il trasferimento ha ad oggetto un patrimonio molto ampio costituito da conoscenza, capacità e competenze, un patrimonio acquisito con anni di esperienza. Proprio per questo il passaggio generazionale può risultare un processo lungo e difficile, con molte variabili: divergenze padre e figlio, capacità del titolare di trasmettere le sue conoscenze, volontà del figlio di apprendere e desiderio nella continuazione dell’attività di famiglia, ecc. Per semplificare ci si può avvalere delle competenze della società fiduciaria: possono essere intestate quote (oggetto del passaggio generazionale) alla fiduciaria, e attraverso le istruzioni che il fiduciante (l’imprenditore) dà alla fiduciaria, si può ottenere un passaggio più graduale senza che ne risenta l’attività aziendale, e ovviamente mantenendo la riservatezza nei confronti di terzi. Strettamente connesso è il patto di famiglia. Questo contratto dà la possibilità, ad un imprenditore o ad un titolare di partecipazioni societarie, di trasferire l’azienda o parte di essa, ad uno o più discendenti con il consenso del coniuge e degli altri legittimari. Il trasferimento dei beni oggetto del contratto ha Valerio Vico Presidente Fiduciaria Marche 48 senzaetà effetto immediato e definitivo, in quanto non può essere messo in discussione neanche dopo la morte del disponente. La società fiduciaria può inserirsi in questo procedimento e ricoprire diversi ruoli importanti: • può detenere e/o investire il denaro (o i titoli) destinati alla liquidazione dei legittimari estromessi dal patto di famiglia, • può assumere il ruolo di garante del rispetto e della corretta esecuzione del patto, • ed infine nel caso di un patto di famiglia avente ad oggetto delle partecipazioni societarie, la società fiduciaria può semplificare il patto dal punto di vista organizzativo intestandosi le partecipazioni nell’interesse di tutti i contraenti del patto di famiglia. Scriveteci alla mail [email protected] Francesco De Benedetto Procuratore Fiduciaria Marche Federico Barbieri Procuratore Fiduciaria Marche www.fiduciariamarche.it L’ANONIMATO E LA RISERVATEZZA DI UNA FIDUCIARIA Lo scopo di chi usufruisce dei servizi offerti dalla fiduciaria non è soltanto quello di far amministrare e/o gestire il proprio patrimonio da personale competente ed esperto per il mantenimento e l’accrescimento dello stesso, è anche un altro: la riservatezza. L’intestazione fiduciaria infatti serve a garantire la riservatezza, a non apparire formalmente titolare dei beni e dei diritti, quindi all’anonimato, ad esempio per non sollecitare appetiti o attenzioni di terzi, o anche per semplice misura di sicurezza passiva. Il ricorso ad una società fiduciaria serve a garantire un’effettiva separazione ed autonomia dei patrimoni tra business o soggetti differenti, ad evitare aggressioni temerarie e non dovute da parte di futuri creditori o sedicenti aventi titolo, o più in generale a creare uno spazio “privato” in un contesto sempre più “informato” e collegato, anche al fine di attenuare potenziali conflitti o usi strumentali degli stessi. La garanzia della riservatezza è uno dei cardini e dei caratteri distintivi della società fiduciaria. I componenti del Cda della Fiduciaria Marche: Pietro Giugliarelli, il presidente Valerio Vico e Mario Giugliarelli FARMACI: un software aiuta la geriatria Si chiama “SENATOR” lo studio europeo per gestire le terapie sugli over 65 50 senzaetà S i è tenuta ad Ancona la conferenza annuale del progetto SENATOR (Software Engine for the Assessment and optimitazion of drug and non-drug Therapy in Older persons), lo studio promosso dalla Commissione europea che mette insieme i migliori centri specializzati in geriatria, tra cui l’IRCCS INRCA, teso a ottimizzare l’utilizzo dei farmaci e delle terapie non farmacologiche nel paziente anziano complesso, anche grazie al supporto dell’in- formatica. “In un contesto di progressivo invecchiamento della popolazione in Europa, il numero di anziani che presentano tre o più patologie (multimorbidità) sta crescendo rapidamente – sottolinea il Prof. Antonio Cherubini, Responsabile dell’Unità Operativa di Geriatria e Accettazione Geriatrica d’Urgenza dell’INRCA - Un fenomeno che comporta il massiccio utilizzo di farmaci diversi sul paziente, con possibili effetti collaterali derivan- ti dalla loro interazione, che riguardano circa sei anziani su dieci, aumentando i costi per le cure”. Attualmente infatti la metà degli over 65 assume abitualmente oltre cinque medicinali, mentre vi è un sottoutilizzo delle terapie non farmacologiche, come esercizio fisico e dieta. “Per questo – spiega Cherubini – nell’ambito di SENATOR stiamo sviluppando, con la collaborazione di aziende leader nello sviluppo dell’informatica in medicina, un software di supporto ai medici non specialisti in geriatria per l’ottimizzazione delle cure. Dopo aver inserito una serie di dati che derivano da un’accurata valutazione del paziente, il software, tramite un algoritmo specifico, supporterà il medico nella scelta ottimale dei farmaci e delle cure alternative ad essi, quando possibile”. La sperimentazione del software SENATOR sarà avviata entro l’autunno e coinvolgerà simultaneamente, oltre all’INRCA, altri cinque ospedali in Irlanda, Regno Unito, Belgio, Spagna e Islanda, su un campione di 1800 pazienti complessi ricoverati in reparti chirurgici e medici ad eccezioni di quelli di geriatria. Per tale motivo ed in un’ottica di condivisione delle competenze, della metodologia e della casistica, l’INRCA condurrà lo studio presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona. In particolare verranno valutati i benefici nel ridurre gli effetti indesiderati dei farmaci e l’eventuale abbassamento della spesa sanitaria. “Allungare” la schiena allunga la vita Nell’ambito del progetto l’INRCA ha anche il ruolo di esaminare gli studi effettuati dagli altri centri sull’efficacia delle terapie non farmacologiche, per il trattamento delle più comuni sindromi geriatriche (come stato confusionale, cadute, incontinenza, lesioni da pressione), in modo da fornire raccomandazioni sulla loro gestione. Al riguardo, l’Istituto ha già pubblicato linee guida per la prevenzione, durante il ricovero, dello Stato Confusionale Acuto (Delirium), una condizione clinica scatenata dalla contemporanea presenza di diversi fattori (eventi stressanti come malattie in fase acuta, interventi chirurgici, disidratazione, effetti indesiderati da farmaci). “Lo Stato Confusionale è la più frequente complicanza del ricovero nell’anziano. Grazie all’identificazione precoce dei fattori che causano gli stati confusionali, è possibile prevenire fino al 40% dei casi” - conclude Cherubini - “a dimostrazione di come dalla ricerca scientifica possano scaturire soluzioni assistenziali concrete”. Il progetto SENATOR, di durata quinquennale, è finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del Settimo Programma Quadro e si concluderà nel 2017. L’Inrca attiva la campagna “Il benessere passa dalla schiena” guardando ai lavoratori Dopo il grande successo del progetto “Fitness at Work” (attività fisica sul posto di lavoro), l’IRCCS INRCA (Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani) amplia le attività in favore della salute dei dipendenti con la campagna “Il benessere passa dalla schiena”. Una nuova attività fisica accompagnata da esercizi posturali e di stretching per educare ad un uso corretto della schiena, particolarmente adatta al personale di assistenza geriatrica, a cui è affidata la movimentazione del paziente nelle varie fasi di cura. “La ginnastica preventiva ed in particolare gli esercizi di allungamento della colonna vertebrale – spiega la Dott.ssa Roberta Ansevini, Fisioterapista della Medicina Riabilitativa dell’INRCA – favoriscono il recupero della fatica e permettono alle leve corporee di agire con maggior efficacia, aiutando ad evitare i movimenti che producono dolore”. Consentono inoltre lo sviluppo di una maggior flessibilità generale del corpo e sono efficaci anche nella prevenzione degli infortuni. “La gestione di pazienti anziani richiede spesso di eseguire manovre che possono arrecare danno al sistema osteo-articolare”, per cui vengono opportunamente utilizzati i principi ergonomici propri della “Back School” (Scuola della Schiena), attività svolta e sviluppata da diversi anni presso la Medicina Riabilitativa dell’Istituto. La campagna, avviata con lo slogan “Chi allunga la schiena allunga la vita”, si inserisce nel percorso aziendale “Fitness At Work”, dedicato al benessere fisico dell’operatore, la prima iniziativa di questo genere in Italia che consente al personale di accedere gratuitamente, al di fuori dell’orario di servizio, agli spazi per l’attività motoria disponibili. Il tutto, sotto la guida di un fisioterapista-tutor. senzaetà 51 La Cina ci guarda Da export il modello di assistenza agli anziani In un progetto l’apertura del mercato edilizio ospedaliero, formazione e servizi con un’analisi comparata di altri paesi 52 senzaetà S icuramente le nostre eccellenze in sanità e in geriatria specialmente, fanno gola sul mercato internazionale. Servizi sociali per gli anziani progettati sulle comunità locali, forza lavoro qualificata e un impulso al libero mercato nella fornitura di servizi di assistenza e formazione. Sono alcune delle raccomandazioni dell’IRCCS INRCA (Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani) al Dipartimento per lo Sviluppo Sociale cinese elaborate all’interno del progetto “China - Economic Reform Implementation Project”. Finanziato dalla Banca Mondiale per gli Investimenti (BEI), è volto a supportare la Cina nello sviluppo di un complesso strutturato di riforme, compresa quella relativa ai servizi socio-sanitari per la terza età, realizzato mediante un’analisi comparata dei sistemi di welfare italiano, inglese, ame- ricano e svedese. Oltre all’Inrca, unico Istituto italiano impegnato negli studi sull’invecchiamento, al progetto hanno partecipato alcuni tra i più accreditati centri di ricerca internazionali in materia, come la Duke University (Stati Uniti), l’Università di Sheffield (Regno Unito) e il Carolinska Institute (Svezia). Il report finale del progetto, redatto con i contributi provenienti dai vari centri, contiene le principali linee che seguirà la politica assistenziale cinese nei prossimi anni. “L’invecchiamento della popolazione e la conseguente gestione dell’anziano riguarda in maniera crescente i Paesi in via di sviluppo - spiega Giovanni Lamura del CRESI, Centro Studi e Ricerche Economico-Sociali per l’Invecchiamento dell’Inrca - Finora in Cina si è puntato sulla costruzione di strutture residenziali e posti letto, senza investire in servizi, competenze del personale e formazione, ma l’esigenza è di invertire la rotta”. Una delle criticità maggiori sta nel ridurre le strutture residenziali esistenti, attualmente troppo grandi per offrire assistenza di qualità. L’obiettivo del Governo cinese è di costruire nuovi spazi più piccoli e funzionali, affiancandoli a servizi di assistenza come sportelli sociali e di accoglienza, sulla scia del modello europeo. In tal senso verranno aumentati da 20 a 30 m2 gli spazi adibiti allo scopo, per raggiungere entro il 2020 il 50% delle persone anziane bisognose di assistenza. “Altre criticità emerse – continua Giovanni Lamura - sono la mancanza di integrazione tra sistema sanitario e servizi sociali. Si farà ricorso al libero mercato per aumentare la scelta di beni e servizi di assistenza”. Allo stato attuale, infatti, vi sono condizioni di monopolio di alcune aziende, che minano inevitabilmente la qualità delle cure. Un discorso simile riguarda anche i finanziamenti: in aggiunta alle attuali risorse statali, verrà favorito l’accesso di società private al mercato. Se da una parte è fondamentale innovare i servizi, dall’altra è necessario formare figure professionali specializzate e rafforzare le competenze degli operatori che lavorano con gli anziani. L’obiettivo è incoraggiare i giovani ad entrare nel settore, migliorando l’attrattività del mestiere grazie a condizioni e remunerazioni migliori. La Cina dunque, nei prossimi anni, promuoverà un maggiore interesse verso la cura dell’anziano a livello culturale, formativo, dal punto di vista dell’investimento tecnologico e delle strutture ospedaliere, con la valorizzazione del domicilio come luogo dove la persona dovrebbe invecchiare. Il notevole cambiamento demografico in atto pone sfide a cui il Governo vuole rispondere. Per non pensare l’invecchiamento come fase di declino e dipendenza, per considerare la longevità una risorsa utile per lo sviluppo socio-economico del Paese. Screening del rene: l’Inrca partecipa al progetto europeo SCOPE Diagnosi precoci e interventi rapidi: queste le azioni necessarie per evitare o rallentare l’avanzamento dell’Insufficienza Renale Cronica (IRC). Condizione patologica infiammatoria o cronica, questa malattia porta progressivamente alla riduzione della funzionalità del rene e rappresenta altresì un problema di salute pubblica di rilevanza mondiale, presente soprattutto nei Paesi industrializzati, ove l’aspettativa di vita è più alta. In Italia attualmente ne soffre circa il 7,5% degli uomini e il 6,5% delle donne, per un totale di più di 5 milioni di persone. Nonostante l’importanza di una diagnosi precoce per prevenirne le complicanze, in Europa i programmi di screening sono inadeguati perché estremamente eterogenei, spesso basati su valutazioni non strutturate, con linee guida a volte approssimative e incentrate su pochi dati statistici. A tale proposito l’IRCCS INRCA, in collaborazione con altri sette Paesi d’Europa, offre il suo contributo al nuovo progetto di ricerca SCOPE (Screening for Chronic kidney disease among Old People across Europe), con il proposito di ridefinire a livello europeo i programmi di prevenzione della malattia. L’obiettivo principale del progetto, di durata biennale, è di valutare i metodi più efficaci per identificare i soggetti a rischio nella popolazione con più di 75 anni. senzaetà 53 TATUAGGI Attenti ai tatuaggi moda pericolosa Q Da dermatologi e oncologi arriva il monito: i disegni permanenti della “body art” possono causare diverse malattie e rendere difficile la diagnosi 54 senzaetà uella dei tatuaggi è tutt’altro che una moda recente, le origini risalgono agli albori della storia, il significato psicologico di essi attinge da un’esigenza atavica, può avere significati spirituali, politici, trasgressivi, identitari o puramente decorativi. Secondo l’ultima fotografia scattata dall’Istituto Superiore di Sanità è sempre più decorata la pelle degli italiani, più donne che uomini, ma solo il 40% è informato sui possibili rischi ed è in costante crescita il numero di reazioni avverse quali allergie e infezioni, anche gravi, non solo per le condizioni igieniche di locali e attrezzature, ma anche per la possibile contaminazione microbica degli inchiostri e la presenza in essi di sostanze pericolose. Il tatuaggio è l’introduzione intradermica di pigmenti che entrano a contatto l’organismo. Sono diversi gli avvisi di sicurezza emessi dal Ministero della Salute relativi ad inchiostri presenti sul mercato italiano rischiosi per la salute e, complessivamente, in Europa, dall’inizio dell’anno 2014, ne sono stati ritirati 16, tutti per eccesso di metalli come piombo, cadmio, cromo, arsenico, nichel e per la presenza di sostanze cancerogene (ammine aromatiche). Anche negli Stati Uniti il problema della sicurezza dei pigmenti è estremamente attuale. Recentemente sono stati infatti ritirati diversi prodotti a seguito di un caso di infezione cutanea connesso al loro utilizzo e all’ individuazione da parte della Food and Drug Administration (FDA) di una contaminazione microbica nelle bottiglie sigillate. Inoltre, il rischio di infezioni cutanee è particolarmente elevato in soggetti con patologie circolatorie pregresse, diabetici e con un sistema immunitario compromesso; se l’infezione non è adeguatamente trattata può diffondersi fino a rendere necessaria l’ospedalizzazione. I dermatologi spiegano che il problema di infezioni e allergie è legato alla natura sintetica dei nuovi pigmenti. Il 90% delle sostanze impiegate oggi è fabbricato in laboratorio con formule, molto spesso, ignote, mentre i pigmenti utilizzati fino a 10-15 anni fa erano sostanze note e autosterilizzanti, che proprio per la loro composizione chimica erano in grado di restare sterili. Si trattava, ad esempio, di carbone per ottenere il colore nero, sali di cadmio per il giallo, sali di mercurio o di ferro per il rosso. Se si verificava un’infezione, nella maggior parte dei casi, era per l’ambiente e le condizioni in cui venivano realizzati i tattoo. Un tatuaggio su un neo o su una voglia potrebbe avere effetti molto negativi per la salute perché potrebbe rendere difficile sco- prire gli sviluppi di un eventuale cancro della pelle, poiché l’inchiostro utilizzato tende a interferire con alcuni degli strumenti usati per la diagnosi. Nel caso in cui si abbiano diversi nei in aree della pelle tatuate è molto importante svolgere regolari visite dermatologiche. I dermatologi dell’American Academy of Dermatology hanno ribadito che si registra un aumento dei casi di allergie, formazione di cisti e arrossamenti anche a distanza di anni dal primo tatuaggio, oltre a un peggioramento di alcune malattie croniche della pelle come psoriasi ed eczemi. La composizione dei tatoo è cambiata, dalle analisi condotte anche dalla Food and Drug Administration emerge che gli inchiostri moderni contengono coloranti azoici, gli stessi usati nell’industria tessile, per la stampa e nelle vernici delle automobili, composti che si trovano nei colori rossi brillanti, corallo e gialli. Questi inchiostri provocano complicanze anche sconosciute, incluse infezioni micobatteriche atipiche. Le reazioni della pelle possono anche essere confuse con il carcinoma squamo cellulare oppure nascondere il melanoma che viene, così, diagnosticato in ritardo. Rischi da valutare • Reazioni allergiche. Gli inchiostri per i tatuaggi, soprattutto quello rosso, possono causare reazioni allergiche della pelle, che provocano un’eruzione cutanea pruriginosa nella zona tatuata che può verificarsi addirittura diversi anni dopo il tatuaggio. • Infezioni cutanee caratterizzate da rossore, gonfiore, dolore e dalla presenza di pus. In alcuni casi, intorno all’inchiostro del tatuaggio (in particolare a quello rosso), si formano piccoli rigonfiamenti, detti granulomi: il tatuaggio può provocare un ispessimento della pelle, causato dalla proliferazione del tessuto cicatriziale (cheloide). • Patologie infettive. Se l’attrezzatura usata per realizzare il tatuaggio è contaminata da sangue infetto, c’è il rischio di contrarre diverse malattie trasmesse dal sangue, come l’epatite B, l’epatite C, il tetano e l’HIV, cioè il virus che provoca l’AIDS. • Complicazioni della risonanza magnetica. Le modifiche corporee permanenti possono causare gonfiore o bruciore nella zona colpita durante la risonanza magnetica (MRI). In alcune situazioni, ad esempio nel caso di un paziente con trucco permanente agli occhi che si sottopone a risonanza magnetica dell’occhio, i pigmenti del tatuaggio potrebbero interferire con la qualità dell’immagine. senzaetà 55 BUONO A SAPERSI Cadono le foglie, tutti in palestra… L a ripresa autunnale consiglia: andare in palestra a stomaco leggero, fare sport lontano dai pasti principali. Fare ginnastica sempre con preriscaldamento, soprattutto quando si affrontano poi delle gare. Meglio infine, fare allenamenti regolari e con la giusta continuità: ossia non fare palestra “stagionale” quando occorre rimettersi in forma all’ultimo momento! La sudorazione non è sempre indice sano di dimagrimento: meglio chiedere al proprio medico se ci sono controindicazioni oppure problemi cardiovascolari… Mai mettersi indumenti a stagno o più felpe una sopra 56 senzaetà l’altro: mai usare il cellophane che non fa traspirare la pelle. Come minimo si creano problemi collaterali e dermatiti. Da tenere presente comunque che il movimento fa bene e fa dimagrire in ogni caso. Vediamo allora quali sono i consigli che troviamo in rete per chi vuole mantenersi (o tornare) in forma. Lo sport contribuisce a scolpire la silhouette grazie alla convergenza di diversi fattori: MOBILITA LE RISERVE DI GRASSO. Per fare uno sforzo, l’organismo ha bisogno di un combustibile facilmente disponibile. Nella maggior parte dei casi, si tratta dei glucidi. Una volta esaurite le riserve di glucidi (utilizzate prioritariamente), inizia a bruciare i grassi. AUMENTA LA COMBUSTIONE ENERGETICA, ANCHE A RIPOSO. Per mantenersi in forma, la massa muscolare consuma molta energia anche quando non è in azione, contrariamente alla massa grassa che non ne brucia affatto. MODELLA LA SILHOUETTE. I muscoli sono pesanti, ma occupano poco spazio. Con un po’ di movimento, si riesce ad ottenere un corpo asciutto ed elegante, scolpito nei punti giusti. Il movimento fa sempre bene, ma attenti a non strafare CONTROLLA L’APPETITO. Occupan- doti - fisicamente e mentalmente - e favorendo la secrezione di ormoni del benessere, fare sport permette di limitare le compulsioni alimentari e ti evita di spiluccare. FAVORISCE UN BUON EQUILIBRIO GENERALE. Grazie all’attività fisica, il corpo è in forma, ci si sente bene con se stessi, inevitabilmente alla fine, si vede. Ecco la hit parade degli sport che fanno bruciare più calorie Ci sono alcune discipline sportive che fanno bruciare calorie in modo sano. Vietato però forzare i benefici effetti con integratori a tutti i costi. Ricordarsi sempre che se si prendono medicinali di qualsiasi tipo, dal sonnifero alla crema per le mani, non sempre si possono fare sforzi fisici mirati. Ecco però una visione d’insieme degli sport più comuni. Gambe affusolate, lunghe e ben tornite? Lo sci di fondo. Dalle 500 alle 750 Kcal/ora. Snellisce e scolpisce la propria silhouette Scolpire i glutei, niente di meglio che i pattini. I rollerblade. Tra le 500 e le 750 Kcal. Jogging. Circa 550 Kcal/ora. Quando si corre, si effettua un lavoro muscolare e cardiaco completo, senza peraltro gonfiare gli arti inferiori. Gli sport da racchetta (badminton, tennis, squash). 500 Kcal/ora. Fanno bruciare abbastanza… a condizione di correre davvero dietro la palla! Fare fitness (step, aerobica). Dalle 300 alle 600 Kcal/ora. Un’ottima attività per sudare e scaricarsi bene. Andare in bicicletta. Dalle 300 alle 600 Kcal/ora. Dipende dalla velocità, dal terreno, dalle condizioni metereologiche… è un’ottima attività per coloro che soffrono di sovrappeso: il peso non grava né sulla schiena né sulle articolazioni. Il nuoto. 300 Kcal/ora. E’ il più completo, anche se richiede tempo: sollecita continuamente tutti i muscoli delle braccia, delle gambe, del busto. Migliora la circolazione e rafforza la respirazione. La marcia. Tra le 180 e le 250 Kcal/ora. Non è molto, ma se si cammina tutti i giorni… Da tenere in considerazione però: sci, calcetto, squash e tennis su tartan NON sono discipline indicate per chi soffre di menischi, tallonite, infiammazioni alle articolazioni o ha i legamenti consumati. Dunque, NON possono essere un ripiego del tempo libero – tanto per mantenersi in forma – di ex atleti che hanno in passato svolto attività agonistica nel calcio, nel tennis etc etc. senzaetà 57 MANGIARSANO A proposito dei semi di lino Gandhi disse: “Ovunque i semi di lino divengano un cibo comune tra la gente, lì ci sarà una salute migliore”. I 5 semi da cui germoglia …Salute! 58 senzaetà I semi, parte vitale delle piante, sono un’ottima sostanza anche per la salute dell’uomo essendo ricchi di vitamine, proteine, minerali, acidi grassi essenziali, enzimi, fibre vegetali. Oltre a frutta e verdura, mangiare il corrispondente di due cucchiaini di semi oleosi ogni giorno garantisce un buon apporto di minerali. Alcuni di essi aiutano nella regolazione dei livelli degli zuccheri e del colesterolo nel sangue, garantiscono il benessere delle ossa e la prevenzione dell’anemia, contengono proteine vegetali molto utili soprattutto a chi segue diete vegetariane e vegane, diverse vitamine in particolare A, E, alcune vitamine del gruppo B. Sono anche buoni e in cucina e facilmente utilizzabili, ad esempio aggiunti alle insalate oppure allo yogurt, verdure crude o cotte, pasta, pane E dolci. Ecco perché semi e frutta secca possono essere considerati a tutti gli effetti dei veri e propri integratori naturali che, se consumati ogni giorno, allontanano il rischio di possibili carenze. SEMI DI SESAMO: nutrienti, facilmente digeribili, forniscono ferro, fosforo, magnesio, silicio, acidi grassi essenziali, lecitina ma soprattutto calcio. Proprio per questo dovrebbero essere inseriti nell’alimentazione di tutte le persone a rischio osteoporosi e nelle donne in gravidanza. Questi piccoli semini sono ottimi anche in caso di convalescenza dato che rafforzano il sistema immunitario e contribuiscono ad una giusta stimolazione del sistema nervoso. I semi di sesamo si possono utilizzare crudi o leggermente tostati. Se volete ridurre il consumo di sale potete condire i vostri cibi con il Gomasio, un preparato giapponese a base di semi di sesamo tostati e sale marino (solo 7 grammi di sale per 100 grammi di prodotto). Se invece avete bisogno di un po’ di dolcezza non c’è nulla di meglio che sgranocchiare i sesamini, piccoli snack facilissimi da preparare anche a casa. Contengono acidi grassi mono-insaturi (fino al 50 %) che comprendono l’acido oleico che aiuta ad abbassare l’LDL o “colesterolo cattivo” ed aumentare l’HDL o “colesterolo buono” nel sangue. 100 g di sesamo contengono 97 mg di acido folico, circa il 25 % della dose giornaliera raccomandata, essenziale per la sintesi del DNA. Somministrato in gravidanza può prevenire i difetti neurologici nel bambino. SEMI DI LINO: forniscono Omega 3 e sostanze anticancerogene come i lignani. Sono particolarmente consigliati a chi soffre di colite o intestino pigro grazie alle mucillagini e le fibre che contengono. I vegani li possono utilizzare per le loro preparazioni culinarie al posto di un uovo, basta triturarli e unirli a un po’ d’acqua. SEMI DI GIRASOLE: sono particolarmente ricchi di vitamine del gruppo B ma anche di vitamina A, D, E e PP, oltre che di acidi grassi essenziali, minerali (ferro, magnesio, potassio, calcio) e oligoelementi (zinco, rame, manganese e cobalto). Contengono inoltre proteine e carboidrati, sono quindi perfetti per fornire energia e contrastare la stanchezza. SEMI DI CANAPA: sono i più completi. Ricchi di proteine e fibre, contengono 10 amminoacidi, oltre ad Omega 3, l’Omega 6 e fitosteroli, indispensabili per prevenire gravi forme tumorali e patologie a carico del sistema neurologico, come l’Alzheimer e il Parkinson. Si possono consumare decorticati o integrali in primi piatti, insalate e piatti unici. Dai semi di canapa, per mezzo della spremitura a freddo, si ricava un olio vegetale dal gusto che ricorda quello di nocciola. Somministrato in gravidanza può prevenire i difetti neurologici nel bambino. Se volete ridurre il consumo di sale potete condire i vostri cibi con il Gomasio, un preparato giapponese a base di semi di sesamo tostati e sale marino (solo 7 grammi di sale per 100 grammi di prodotto). Se invece avete bisogno di un po’ di dolcezza non c’è nulla di meglio che sgranocchiare i sesamini, piccoli snack facilissimi da preparare anche a casa. SEMI DI ZUCCA: ricchi di Vitamina E, magnesio, sodio, zinco, selenio e acido linoelico. Sono particolarmente consigliati agli uomini perché aiutano a tenere in buone condizioni il tono muscolare della vescica e a prevenire i fastidiosi disturbi alla prostata. Inoltre contribuiscono a ridurre il fenomeno della caduta dei capelli. Il magnesio riduce la pressione sanguigna e aiuta a prevenire arresti cardiaci, infarti e ictus. Macinare i semi di zucca con aglio fresco, prezzemolo e foglie di coriandolo, aggiungere olio e succo di limone per un gustoso condimento per l’insalata. BARRETTA DEI SESAMINI PANE AI SEMI DI GIRASOLE E ZUCCA Sciogliete a fuoco lento lo sciroppo di riso, poi incorporate lo zucchero e mescolate fino all’ebollizione. Aggiungete i semi di sesamo e fateli cuocere mescolando per una decina di minuti; il composto inizialmente diventerà duro ma poi si ammorbidirà leggermente con il calore. Aggiungete le mandorle e, sempre mescolando, cuocete per altri dieci minuti. Versate il composto (con il cucchiaio sul foglio di carta da forno che avete preparato prima, cercando di dargli una forma rettangolare; metteteci sopra un foglio di carta forno e stendete con un mattarello fino ad ottenere lo spessore desiderato. Sollevate il foglio di carta forno e tagliate nelle forme che preferite (dovete tagliarlo quando è caldo/tiepido). Conservate le barrette in un contenitore divise dalla carta forno. In una ciotola sciogliete il lievito con lo zucchero, un pò d’acqua e un paio di cucchiai di farina, mescolate e lasciate riposare questo primo impasto per 30 minuti. Setacciate la farina, versatela nel primo impasto che avete preparato e iniziate a lavorare il tutto aggiungendo poco alla volta il latte, l’acqua, l’olio e il sale. Quando la pasta sarà liscia, omogenea e soda, lasciatela lievitare per 8 ore. Poi prendete l’impasto mettetelo sulla spianatoia e con le mani sgonfiatelo delicatamente e aggiungete i semi di girasole e zucca. Lavorate di nuovo l’impasto ripiegandolo su se stesso e dategli la classica forma rotonda di una bella pagnottella, incidete la pasta con un coltellino e cospargete la superficie con i semi di zucca e di girasole. Ponete la pagnottella in una teglia antiaderente e lasciatela lievitare per altre 7 ore. Cuocete il pane per 30 minuti circa a 170 °. Ingredienti: 180 g di semi di sesamo, 20 g di mandorle sgusciate e tritate, 100 g di sciroppo di riso, 100 g di zucchero di canna Ingredienti: 550 g di farina 00, 170 ml di acqua frizzante,170 ml di latte, 2 cucchiaini di zucchero, 2 cucchiaini di sale, 2 cucchiai di olio,4 g di lievito di birra, 80 g semi di girasole, 20 g di semi di zucca senzaetà 59 GRAFOLOGIA Iniziamo da oggi la collaborazione con la dott.ssa Pancalletti, grafologa, cui è possibile sottoporre domande e testi da analizzare. La scrittura appartiene ad un lato della personalità che svela molto di sé e ci fa conoscere dentro. Dott.ssa Cinzia Pancalletti Consulente grafologo Scrivere a mano fa bene al bambino N egli ultimi tempi si parla molto della scrittura in generale e in particolare dello stampatello che sembra voler sostituire (indebitamente a mio avviso) il corsivo. Tale scelta è anche una conseguenza riparatrice ai danni causati da una brutta grafia che ha preso molto spazio per le più variegate motivazioni che vanno dall’introduzione in maniera ponderosa di nuove tecnologie negli strumenti finalizzati alla scrittura, che porta pertanto al disuso della penna e del movimento della mano, a disagi interiori o biologici dei bambini che iniziano il faticoso percorso nell’acquisizione dell’apprendimento della scrittura. Infatti, dalla scuola elementare scaturiscono sempre più bimbi che incontrano difficoltà nella elaborazione di tratti grafici e certa- mente l’uso di computer suppletivi o dello stampatello non può essere la soluzione. La Grafologia ci insegna che scrivendo a mano trasferiamo nel foglio di carta la nostra mente, è infatti il cervello che, tramite neurotrasmettitori, sinapsi ecc…trasmette l’impulso alla mano per muovere le dita e quindi la penna in un modo piuttosto che in un altro. La cosa sorprendente è che tale impulso/comando non risulta essere a senso unico, scrivendo esso ritorna al cervello! Si può ben capire in questo modo che se articoliamo le dita conformando le lettere con determinati tratti grafici ritorna al cervello un certo tipo di impulso, diversamente se battiamo continuamente su di una tastiera ne ritornerà un altro completamente diverso: il primo caso potremmo paragonarlo ad un “oliare le rotelline del cervello”, così da I limiti dello STAMPATELLO: l’articolazione delle dita e il ritorno positivo al cervello: altro che il ritmo tamburellante della tastiera! 60 senzaetà [email protected] esercitarle e mantenerle sempre fluide e funzionali, il secondo caso ad un martellamento con tutto ciò che può implicare. Tralasciando il movimento del circuito neuronale finalizzato alla conformazione delle lettere scritte a mano, si perderebbe l’abilità dell’apprendimento anche in altri ambiti, di disabilitando le aree del cervello interessate nell’apprendimento della scrittura e lettura si rischia infatti di andare incontro non solo ad un impoverimento bensì anche a vere e proprie menomazioni. E’ pertanto di fondamentale importanza scrivere a mano e, laddove insorgono problemi di esecuzione scrittoria, intervenire tempestivamente con un percorso di rieducazione della grafia al fine di recuperare l’abilità grafomotoria piuttosto che ricorrere a strategie strumentali. SCAFFALE a cura di Maria Chiara La Rovere PHI. UN VIAGGIO DAL CERVELLO ALL’ANIMA GERINI, PLAYBOY E GENTILUOMO Codice edizioni Armando Editore Giulio Tononi Un romanzo-saggio di grande energia che, in più punti ispirato alla “Divina Commedia”, ha come protagonista Galileo Galilei. L’astronomo viene guidato in un viaggio onirico prima da Francis Crick, poi da Alan Turing e infine da Charles Darwin, alla scoperta di cos’è la coscienza e di com’è generata dal cervello. Il neuroscienziato e psichiatra Giulio Tononi si spinge dunque ad utilizzare un romanzo filosofico per indagare l’eterno paradosso del rapporto tra coscienza e cervello, tra filosofia e scienza. Nel corso della narrazione Galileo, e con lui il lettore, scoprirà che la coscienza, da sempre considerata un mistero insondabile, appannaggio esclusivo della filosofia o mera illusione, è in realtà la cosa più reale, più grande e più irriducibile che esista, ma non per questo non misurabile. Le sue forme sono geometriche, la sua misura un numero: PHI. Giorgio De Romanis Il Marchese Antonio Gerini protagonista delle notti romane raccontato da Giorgio De Romanis, suo amico di sempre, diventa un avvincente romanzo biografico per episodi. Ci sono il succo della Dolce Vita ai tempi di attrici e modelle, delle auto fiammanti e delle avventure galanti, fra lustrini e night club, affari e belle donne. Queste, in ultima analisi, sono sempre state il fiore all’occhiello di Antonio Gerini che ha presenziato alla festa in suo onore svoltasi all’Hotel Londra di piazza Sallustio, presentata dal direttore della rivista Senzaetà, Luca Guazzati, che ha intervistato prima l’autore Giorgio De Romanis, scrittore ormai abituato a illustrare queste sagaci e avventurose storie piccanti, ma poi, con grande arguzia, anche lo stesso Gerini è stato posto “sotto i riflettori” per rivivere con gli amici e la buona società romana una storia davvero straordinaria ed affascinante di vita vissuta. L’ ABC DELLO YOGA PER BAMBINI Teresa Anna Power Macro Junior Edizioni A come Albero, Aereo e Aquilone, B come Barca, e Bambola di pezza, C come Cigno, Cobra e Coccodrillo. E così via fino alla Z di Zero! Un libro che permette di imparare l’alfabeto e le posizioni dello Yoga. Ce ne sono di molto divertenti e ognuna permette di avere benefici a livello fisico, mentale, spirituale. Con questo libro i bambini possono: scoprire lo Yoga, antica disciplina adatta a tutti; imparare l’alfabeto e l’inglese; divertirsi a leggere le semplici spiegazioni; giocare imitando le posizioni di ogni illustrazione; diventare più calmi e presenti; sviluppare la coordinazione, la concentrazione, la forza e la fantasia; introdurre una sana attività nella loro giornata; condividere un momento speciale con i genitori. Un modo innovativo che unisce l’uso dell’alfabeto, dell’inglese, di colorate illustrazioni (di Kathleen Rietz) e testi delicati per introdurre i bambini allo Yoga, grazie all’esperienza di Teresa Anna Power, da 30 anni insegnante di Yoga, specializzata nell’approccio con i bambini. Età di lettura: da 4 anni. senzaetà 61 I MEDICI NELLA STORIA di Giacomo Cucchieri GIANBATTISTA MORGAGNI: il Padre dell’anatomia patologica Grazie alle sue pubblicazioni rivoluzionò il sapere e il metodo De sedibus, copertina del primo tomo 62 senzaetà I l suo obiettivo: migliorare le cure per i malati. Il suo metodo: ricostruire lo sviluppo della malattia, identificando con precise autopsie le lesioni interne degli organi. Parliamo di Giovanni Battista Morgagni, definito all’unanimità come ‘Il fondatore della patologia moderna’, materia che studia i problemi riguardanti le malattie umane. Nato a Forlì nel 1682, a diciannove anni ottiene la laurea in Medicina a Bologna e lavora come medico in diversi ospedali, anche nella sua città natale. Nel 1711 si stabilisce all’Università di Padova, dove è nominato professore di medicina teorica. Grazie alle sue capacità in poco tempo diventa professore primario di anatomia, incarico che manterrà fino all’anno della sua morte. Nel 1761 pubblica l’opera che lo renderà celebre a livello internazionale, il De sedibus et causis morborum per anatomen indagatis. Un titolo in cui è riassunto il procedimento seguito: morbus, ‘malattia’, sono i sintomi presentati dal paziente vivo; causa per anatomen indagatis è l’alterazione degli organi evidenziata dall’esame post mortem del paziente. Il metodo di studio fa comprendere la mole straordinaria di lavoro svolta da Morgagni. Ogni giorno, fin dall’inizio degli studi anatomici e medici, registra in un apposito diario medico-scientifico quanto di interessante gli capitava di leggere, ascoltare e osservare: un metodo al quale si mantiene fedele per tutta la vita, e che gli consente di raccogliere e classificare osservazioni cliniche, anatomiche, resoconti di colloqui, con aggiornamenti e integrazioni anche a distanza di anni. In questa opera monumentale, composta da cinque tomi, vengono presentati in totale circa 700 casi, frutto di sessant’anni di lavoro quotidiano. L’approccio del libro si presenta assolutamente innovativo per i tempi, poiché i risultati delle autopsie vengono per la prima volta correlati ai sintomi e alla storia clinica del paziente. Nel complesso questa grandiosa opera di sintesi è una miniera di osservazioni originali, cliniche e anatomo-patologiche, che porta al riconoscimento dell’anatomia patologica quale parte integrante della medicina. Comunque l’opera di Morgagni determina una rottura così forte nel mondo del sapere medico per cui, come è stato detto (Grmek 1986), “dopo di lui, non si pensa e non si scrive più come si pensava e si scriveva precedentemente”. L’OPINIONE Meno disabili, ma famiglie più sole C ontinua a diminuire la quota di persone con limitazioni funzionali, anche tra gli anziani, ma le famiglie si trovano spesso sole ad affrontare tali situazioni di criticità. E’ quanto emerge dal Rapporto 2014 dell’Istat su “Condizioni di salute e ricorso a servizi sanitari”. La quota di persone con difficoltà nel camminare, vedere, sentire, parlare o svolgere le attività di cura della persona che consentono di essere autonomi, passa dal 6,1% nel 2000 al 5,5 % nel 2013. Per gli anziani si passa dal 22,0% del 2000 al 19,8% nel 2013. Si stima siano circa 3,2 milioni le persone con questo tipo di difficoltà, di cui oltre l’80% (circa 2 milioni e 500 mila) anziani e due terzi donne; la differenza tra generi non è ascrivibile solo alla maggiore longevità delle donne, infatti, già a partire dai 55 anni, lo scarto tra uomini e donne emerge in tutte le fasce d’età. Nel Sud e nelle Isole, analogamente a quanto accade per gli altri indicatori, la quota di persone con limitazioni funzionali si mantiene, come nel 2005, significativamente più elevata rispetto alle altre aree territoriali: nel Sud (6,9%) e nelle Isole (7,0%). Nella maggioranza dei casi (55,5%) le persone cumulano più tipi di limitazioni funzionali (circa 1 milione 800 mila persone). Generalmente la famiglia è la principale se non l’unica risorsa sulla quale possono contare le persone con limitazioni funzionali. È pari all’11,4% la quota di famiglie che hanno almeno una persona con limitazioni funzionali e sono di più nel Sud (14,2%) e nelle Isole (14.4%). Nella maggioranza dei casi (53,8%) c’è almeno un componente della famiglia che può farsi carico delle persone con difficoltà funzionali. Il 46,2% di queste famiglie è invece composto esclusivamente da persone con limitazioni funzionali, che vivono sole (40%) o con altre persone con limitazioni funzionali (6,2%). Meno del 20% delle famiglie con almeno una persona con limitazioni funzionali fruisce di assistenza domiciliare da parte dei servizi pubblici. La carenza assistenziale non è colmata neppure dai servizi domiciliari a pagamento: sono comunque oltre il 70% le famiglie che non usufruiscono di alcun tipo di assistenza domiciliare, né privata né pubblica. Il 13,5% delle persone con limitazioni funzionali che sono sole e il 20,2% delle famiglie in cui tutti i componenti hanno difficoltà funzionali dichiarano di aver dovuto rinunciare all’assistenza domiciliare non sanitaria per motivi economici o perché i servizi pubblici non l’hanno ancora concessa. Mario Becchetti Di solito il peso maggiore ricade nell’ambito familiare unica risorsa disponibile senzaetà 63 ABBONATI! in regalo l’Agenda della Salute 2016 6 numeri Agenda della Salute 2016 E’ in pubblicazione l’AGENDA della SALUTE Edizione 2016. Un’informazione chiara e semplice su ciò che concerne i servizi sociosanitari locali e nazionali: sapere a chi rivolgersi e dove andare, spesso, è per tutte le famiglie un bisogno primario di sicurezza e serenità. Un importante valore aggiunto dell’Agenda è che nelle pagine iniziali è possibile annotare oltre ai dati individuali e a quelli della propria famiglia anche un promemoria per ricordare: il gruppo sanguigno proprio e quello di figli e nipoti, le ultime visite mediche effettuate presso il medico curante o strutture esterne; analisi, radiografie, tac e risonanze magnetiche, indirizzi utili, pillole da prendere, diagnosi e terapie… a soli €20 AGENDA DELLA SALUTE 2015 € 5,90 ABBONAMENTO + AGENDA 2015 € 20,00 DIRETTAMENTE A CASA TUA FAI IL VERSAMENTO TRAMITE BONIFICO BANCARIO, intestato a Pixel, Banca Unicredit - IBAN IT49 K 02008 02623 000010378615 invia la ricevuta via mail [email protected] allo Tel. 071.2861423 o in busta chiusa all’indirizzo: REDAZIONE SENZAETA’ - Via Caduti del Lavori, 12 - 60131 ANCONA www.senzaeta.it [email protected] EDITORE PIXEL REDAZIONI ANCONA - via Caduti del Lavoro, 12 -Tel. 071.2861423 ROMA - via F. Corridoni,13 - NAPOLI, corso Umberto I, 221 Direttore responsabile Luca Guazzati - [email protected] Hanno collaborato Debora Benedettelli, Mario Becchetti, Julian Burnett, Nico Coppari, Giacomo Cucchieri Nicoletta Di Benedetto, Riccardo Fraternali, Ilaria Iobbi, La Rovere Maria Chiara, Katia Marilungo, Gianni Moreschi, Valentina Muzzi, Davide Pazzaglia, Piero Romano, Nicolò Scocchera, Donatella Vici, Mauro Zezza. Grafica studio PIXEL Servizi pubblicitari Anna Antonietti - [email protected] Comitato scientifico Direttore prof. Paolo Crepet, avv. Giovanni Conti, legale, prof.ssa Marieli Ruini, antropologa, Un. La Sapienza, dott. Rosario Altieri, Presidente AGCI dott. Alberto Busilacchi, ortopedico prof. Manuela Rodriquez, Dip. di Farmacia, Università di Salerno Stampa TECNOPRINT s.r.l. Ancona Reg.Trib.Ancona n. 12 del 27/06/2003 POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L. 353/2003 Conv. in L. 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB Ancona Area Sanità amministratore di sistema / infermieristica legale e forense management di I e II livello / posturologia / area critica formazione e tutorato / radioprotezione / ecografia napoli / via medina 5 / +39 081 188 939 02 [email protected] / www.unipegasosanita.it Dispositivo medico CE 0051. Prodotto in Italia da Tecnimed. Aut. Min. del 7 Aprile 2014. Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni per l’uso. Tieni sotto controllo il tuo corpo e la tua salute. Benessere italiano Termometro a distanza con proiezione della temperatura rilevata. Misura e proietta anche la temperatura di oggetti, alimenti, liquidi e ambiente. VISTO IN TV FIDATI® È IN VENDITA NEI MIGLIORI NEGOZI DI ELETTRODOMESTICI, PRIMA INFANZIA E FARMACIE I prodotti Joycare pensano a te! 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