salute & famiglia
n.71 SETTEMBRE-OTTOBRE 2015 euro 3,00
Paolo Crepet
La Cannabis
puo’ curare
l’Alzheimer
CAMPIONI
AI RAGGI X
parla il
medico sociale
della Juve,
Stefanini
Pericolo tatuaggi
Insetti da mangiare
Progetto Giovane Anziano
VIVERE SEMPRE IN VACANZA
Blue Zone,
dove si vive di più
TERME DI ACQUASANTA
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per terapie inalatorie e fango balneoterapiche con acqua solfurea.
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Immigrazione,
non servono certo
nuovi muri
L’Europa riscopre antichi e mai
sopiti impulsi di intolleranza
gettando benzina su odio e paure
Sono mesi che giornali e televisioni non fanno che riportare le scene di un esodo biblico: uomi-
ni e donne, ma soprattutto bambini, che attraversano i mari, camminano scalzi per centinaia di
chilometri. Scappano da guerre terribili e sperano in un occidente pieno di prosperità e lavoro
per costruire il loro futuro. A tutto questo l’Europa risponde non con un connaturato senso
dell’ospitalità (quello, per intenderci, che ha accolto i nostri nonni quando hanno invaso le
Americhe e l’Australia) ma erigendo muri, respingendo con eserciti e polizia, chiudendo i confini, eludendo trattati firmati dagli Stati e dalle convenzioni internazionali.
Insomma ci siamo scoperti egoisti, forse ci eravamo sopravvalutati: non eravamo poi per dav-
vero la culla della tolleranza e del diritto, ma abbiamo tristemente scoperto per un’altra volta,
ancora, il nostro volto arcigno, quello che porta il segno dell’intolleranza e del diniego anche
dei più elementari diritti umanitari. Forse la lezione del nazional socialismo che ha portato ad
una guerra di 50 milioni di morti non è stata sufficiente: non è bastato portare le scuole in pellegrinaggio in qualche lager, o far scorrere davanti agli occhi dei nostri figli le foto di quell’im-
mane sterminio. E’ bastato poco, tutto sommato poco, per dissotterrare l’ascia di guerra e farla
di nuovo brillare al sole dei nostri privilegi e delle nostre ricchezze. Forse soltanto un inverno
rigido fermerà sciacalli e povera gente, non certo le burocrazie continentali e tanto meno quelle
forze politiche che pensano di guadagnare qualche punto percentuale gettando benzina sul fuoco delle nostre paure e dei nostri malsopiti odi.
Cosa impareranno i nostri bambini da quelle immagini? Ad essere più forti e saggi o a diventare
più egoisti e accecati difensori del nostro gruzzoletto?
Paolo Crepet
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in QUESTO NUMERO
6
IL PERSONAGGIO
Stefanini: anche i campioni
d’Italia seguono una cometa
22
INCHIESTA
Vivere a lungo
il segreto delle
ZONE BLU
26
PROGETTI
Vivere sempre
in vacanza
Il Giovane Anziano
32
BENESSERE
L’eccellenza Terme
nella Medicina Moderna
38
RICERCA E
INNOVAZIONE
Quando fa male
il polso
54
Attenzione ai
Tatuaggi
56
GRAFOLOGIA
Scrivere a mano
fa bene al bambino
Stretta è la sanità,
larga è la via…
dite la vostra
che ho detto
la mia
La Sanità ha bisogno di quattro cose/quattro.
1-Aggredire la medicina difensiva (costo 10/12
miliardi anno) mettendo i medici, ma anche tutti gli
operatori sanitari che operano in trincea, in condizione di svolgere il proprio ruolo con più serenità.
2-Costituire la rete informatica nazionale, con fascicolo sanitario elettronico per ogni cittadino, che non
solo farebbe risparmiare cifre considerevoli nell’immediato, ma servirebbe per prevenire e/o scoprire
in tempo reale le infinite RUBERIE che avvengono in
sanità.
3-Costi standard: crediamo che gli italiani siano invecchiati ascoltando annunci su tale aspetto: è davvero impossibile?
4-MERITOCRAZIA per tutti, a partire dai manager
pubblici. Ma qui rasentiamo il miracolo.
L’appello per salvare quel che resta del sistema sanitario nazionale è del presidente del TDMe (Tribunale
dei Diritti e dei Doveri del Medico) Mario Falconi. Rivolgendosi a Renzi dice: “Per tagliare, caro Presidente, anche se sarebbe più corretto dire per razionalizzare, occorre investire nel sistema, soprattutto culturalmente, attraverso una diagnosi corretta seguita da
un’adeguata terapia.Peraltro Le ricordo che i migliori
sistemi sanitari, in termini di costo-benefici, sono
quelli universalistici e solidaristici. Razionalizziamo il
nostro, dunque, e non scimmiottiamo l’America”.
Al linguaggio medico di cui sopra proviamo ad aggiungere il nostro, più giornalistico. Si sottolinea la
necessità di operare con serenità nel rapporto con
i pazienti; vale per medici, paramedici e farmacisti. Dietro al loro computer invece la prima ricetta
elettronica compilata è un ansiolitico per se stessi.
Un grave difetto ereditato dalla politica è l’ansia da
carriera: l’attesa delle nomine istituzionali in ogni asl
e nelle strutture ospedaliere, sono quanto di peggio
può fare la politica per distogliere i bravi medici dalla
onesta professione.
L’ultima ansia che i cittadini non possono tollerare,
è quella dei tagli a tutti i costi perché c’è la crisi. Ci
sono Regioni italiane che hanno tagliato servizi in
modo disordinato e inutile scoprendo che si poteva
fare a meno. Dall’assurda ruberia di personaggi di
alcune regioni noti alle cronache giudiziarie, si passa
a casi limite in cui l’ente pubblico taglia troppo, finisce per fare profitto e deve dunque restituire soldi e
servizi...
Abbiamo troppe Italie, ne vogliamo una sola.
luca guazzati
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Seguire un regime alimentare ipocalorico
adeguato, uno stile di vita sano e una
regolare attività fisica.
In caso di dieta seguita per periodi
prolungati, oltre le tre settimane,
si consiglia di sentire il parere del medico.
INNOVAZIONE PER LA SALUTE
IL PERSONAGGIO
Anche i campioni
d’Italia
seguono una
“cometa”
E’ un giovane professionista uno dei capisaldi della Juventus:
Luca Stefanini,
medico sociale della
squadra bianconera,
sportivo e tifoso vero
6
senzaetà
“
Dietro ogni grande uomo si cela una
grande donna”, recita la frase attribuita
alla scrittrice britannica Virginia Woolf,
allora, parlando di calcio, per la Vecchia
Signora, dietro ogni sua grande vittoria, si
nasconde uno staff tecnico e medico - sanitario perfetto che è un punto di forza di una
squadra di campioni che continua a vincere
perché sa unire talento, intelligenza tattica,
organizzazione e cuore.
Dopo la vittoria dello scudetto la Juve si è
confermata grande squadra di valore e di
cuore, conquistandosi la decima Coppa Italia
della storia, un successo atteso da 20 anni.
E non solo. Nello sport conta il risultato ma
dietro ad ogni successo, ad ogni affermazione, c’è sempre tanto lavoro e soprattutto
attenzione. Oltre alla preparazione tecnico - tattica è di grande importanza la cura
fisica degli atleti che anche quest’anno sono
arrivati alla fine del campionato con ancora
in corpo e nella mente le energie per disputare la finale di Champions con grinta. Nel
calcio professionistico, come in altri sport, la
prevenzione rappresenta un obiettivo fondamentale per salvaguardare l’attività di un atleta. Tanto più la competizione è elevata, particolarmente impegnativi sono i programmi
di allenamento. Così come sono fondamentali
la diagnosi e la tempestività nel trattamento
di varie patologie infortunistiche per consentire un recupero fisico ottimale. Noi abbiamo
avuto la fortuna di conoscere personalmente
il dott. Luca Stefanini, specializzato in Medicina dello Sport, da anni medico sociale della
Juventus, apprezzato e stimato professionista
per le sue doti umane e notevoli capacità
lavorative, primo grande tifoso della “sua”
Juventus, l’uomo più “vicino” ai grandi campioni, che ci ha raccontato amichevolmente
qualche “curiosità”.
Come è approdato nel mondo del calcio?
E’ stata una scelta precisa, un sogno o una
fatalità?
“Ho iniziato a lavorare nel mondo del calcio
nel 2003 occupandomi del settore giovanile
della Juventus su invito del dott. Bartolomeo
Goitre, allora responsabile dell’area medica
del settore giovanile della Juventus. Sicuramente la realizzazione di un sogno: poter
lavorare per la squadra per cui ho fatto il tifo
fin da bambino.”
Lei ha iniziato la sua carriera medico-sportiva lavorando con i giovani: com’è
il loro rapporto con la figura del medico?
“Lavorare con i giovani è molto stimolante
dal punto di vista umano; il rapporto medico
- paziente assume spesso connotati confiden-
Vittorie su vittorie,
coppe e scudetti: dietro ai grandi campioni
c’è sempre stato uno
staff dirigenziale,
tecnico e medico di
eccezionale professionalità.
ziali che vanno al di là dell’aspetto relativo
alla salute. La sensibilità del medico in questo
caso deve essere tale da cogliere nei comportamenti dei ragazzi quegli aspetti psicologici
che è necessario conoscere per aiutarli a crescere non solo dal punto di vista sportivo ma
soprattutto umano. Il medico che lavora con
i giovani deve essere un po’ genitore e un po’
amico senza mai dimenticare che l’obbiettivo
principale del proprio lavoro è la tutela della
salute degli atleti e del loro pieno benessere
psico – fisico”.
Com’è stato l’approdo in prima squadra?
“Dopo alcuni anni di lavoro con i giovani il
dott. Agricola, nel 2007, mi offrì la possibilità
di lavorare con la prima squadra. Per me fu
motivo di grande soddisfazione e orgoglio e
da allora iniziò questa avventura che continua
tutt’ora con grande impegno e passione”.
Sul piano socio – affettivo e relazionale la
figura del medico della squadra assume
anche un ruolo di “guida”. E’ ampiamente
condivisa l’idea che la motivazione sia
un’importante variabile che può facilitare
le perfomance. Com’è il suo rapporto con
i giocatori? Ci sono atleti che le hanno
dato soddisfazioni particolari?
“Nello sport la componente psicologica è fondamentale; a livello professionistico la motiva-
zione è il punto di partenza per arrivare alla
vittoria. Ogni sportivo deve ricercare le motivazioni dentro di sé per centrare i propri obbiettivi e quelli di squadra. Tutto lo staff medico deve aiutare quotidianamente l’atleta a
mantenere la concentrazione volta all’obbiettivo garantendogli il benessere psico - fisico
indispensabile per ottenere il risultato voluto.
Il rapporto del medico con gli sportivi professionisti deve essere partecipativo ma al tempo
stesso professionale, solo così il medico potrà
La Juventus è
una delle società
calcistiche più
titolate al mondo.
In Italia detiene
il maggior numero
di scudetti di
tutti i club
entrare in sintonia con l’atleta e godere della
sua massima fiducia. Per il medico sportivo,
rendersi conto di aver contribuito al successo
del singolo o della squadra è il massimo!”
Quali sono secondo lei caratteristiche fondamentali di una personalità vincente?
“Il carattere competitivo, la determinazione
nel raggiungere gli obbiettivi, la sicurezza
nelle proprie capacità e la professionalità a
tutti i livelli.”
Lei è giovane e ha già raggiunto importanti traguardi, nella sua carriera, ad oggi,
ha vinto davvero tanto e ha portato molti
atleti a competere ad alti livelli. Il suo lavoro è’ solo un compito al quale assolve o
è qualcos’altro di più? Una delle maggiori
soddisfazioni nel suo percorso lavorativo?
Argomento che scotta: Il tema sport e integratori è da sempre molto attuale. Qual
è il limite tra integrazione e doping?
“Nel lavoro come nella vita il successo non può
prescindere dalla volontà e della passione. Il
giorno che il mio lavoro sarà soltanto un compito da assolvere probabilmente sarà arrivato
il momento di andare in pensione.
Soddisfazioni nel mio lavoro per fortuna ce
ne sono state tante, i festeggiamenti in campo
per la vittorie dei campionati con mia moglie
e mio figlio sono stati sicuramente emozioni
senzaetà
7
IL PERSONAGGIO
Tecnica, preparazione
atletica, talento possono fare di un atleta un
campione ma in primis
bisogna curare la salute, dall’alimentazione
che può aumentare il
rendimento dei giocatori, alla somministrazione di terapie ai consigli sul recupero funzionale. Nel cammino
di un club che disputa
i massimi campionati
un ruolo fondamentale
e delicatissimo è svolto
dallo staff medico.
8
senzaetà
indimenticabili che risarciscono in parte il
tanto tempo sottratto alla famiglia.
Per quanto riguardo il tema del doping ci tengo a sottolineare che il compito principale del
medico è la tutela della salute dei propri atleti.
I calciatori professionisti sono sottoposti a
innumerevoli controlli antidoping, sia in gara
sia a sorpresa e ciò rappresenta una garanzia
del rispetto delle regole. Sono ormai noti tutti
gli effetti collaterali dei prodotti proibiti, le
campagne informative sui rischi dell’abuso di
integratori e farmaci sono sempre più numerose a tutti i livelli.
Il settore medico di Juventus è molto attento
a questi aspetti, gli incontri di formazione in
tema di salute (norme antidoping, alimentazione, ecc.) con i giovani calciatori e le famiglie sono frequenti; inoltre il settore medico di
Juventus si è dotato di un Sistema di Gestione
della Qualità certificato ISO 9001 che garantisce la correttezza delle procedure attuate per
la gestione sanitaria degli atleti professionisti.
Come sottolineato precedentemente la motivazione è fondamentale, ma il rispetto delle
regole deve esserlo altrettanto, tanto più se il
mancato rispetto di queste ultime rappresenta
un serio pericolo per la salute.”
In tanti anni hai avuto modo di veder
sbocciare parecchi campioni. C’è un
aneddoto particolare che le piacerebbe
raccontare?
“Gli aneddoti in questi anni sono veramente
tanti (potrei scrivere un libro!): il seguire un
bambino bravo e promettente che gioca nel
settore giovanile e vederlo diventare un campione affermato che continua a giocare per la
stessa squadra è senza dubbio un’esperienza
molto gratificante.”
Cosa le ha dato la Juve in questi anni?
“La consapevolezza che lavorare in questa
società è un privilegio ma rappresenta anche
una grande responsabilità.”
Come vive le partite in panchina da tifoso?
“Cerco di assistere alla partita con “occhio
clinico”, osservo i calciatori correre e calciare
cercando di cogliere gli aspetti inerenti la mia
professione ma, ai goal, l’esultanza non può
che essere da tifoso!”
La rubrica del
prof. Paolo Crepet per la
rivista “Senzaetà”
affronta il tema delicato del
cambiamento della società,
della famiglia e
dei complicati rapporti
genitori-figli.
Per scrivere al prof. Crepet:
[email protected]
Libertà a volte è responsabilità
“La famiglia mi schiaccia” dice il figlio: a volte allora
è necessario che i genitori cambino atteggiamento
L
e volevo scrivere per avere un consiglio da lei su mio figlio. Davide ha 36
anni e 4 anni fa ha subito un grave
incidente in moto. E’ stato in coma circa 10
giorni, poi 37 giorni in terapia intensiva, poi
2 mesi in riabilitazione. Fortunatamente si
è ripreso bene, ma è da circa 1anno che le
cose sono peggiorate a livello comportamentale. Ha ripreso il lavoro: prima era istruttore teorico di autoscuola, cosa che ha ripreso
a fare con frequenza, inizialmente, poi, viste
le sue reazioni con le persone, abbiamo ritenuto opportuno diminuire notevolmente. E’
sempre stato seguito da un centro di riabilitazione, fino dal suo rientro a casa, sebbene
da un anno circa non seguisse una vera
e propria terapia psicologica viste le
sue reazioni anche con noi
di casa: non mangia più con noi, evitando
ogni possibile contatto, pur vivendo ancora
in casa, non parla, spesso non si lava e se lo
fa, si rimette i vestiti che aveva. Aveva una
ragazza di 23 anni, che lo ha sempre seguito quindi era lei che lo portava in giro. Da
poco lo ha lasciato. Amici ne aveva, però da
quando è tornato a casa non ha più acceso il
cellulare e quindi anche loro si sono allontanati, ora che la ragazza non c’è più, si vedono
con maggiore frequenza.
Ha sempre avuto anche da piccolo un carattere introverso e difficile, ma in questi ultimi
tempi la situazione è diventata insostenibile:
salta i pasti, spesso sta anche 1 giorno senza
mangiare, prima invece dalla ragazza mangiava in casa, se c’era anche uno di noi, non
mangiava. Le terapiste che lo seguivano ci
hanno detto che era migliorato, nonostante
tutti noi ritenessimo il contrario: i miglioramenti c’erano sì, ma non a livello relazionale,
tanto da essere preoccupati per la sua incolumità. Di recente lo abbiamo convinto ad
andare da un neurologo, ma al 2° incontro
ha deciso che non ci andrà più. Non sappiamo più cosa fare e come affrontare tutti questi problemi, saremmo tentati da una parte
nell’adottare una linea dura, ma abbiamo
allo stesso tempo paura di una sua reazione
imprecisata anche perchè qualche volta, entrando nell’argomento, ha detto “farò il barbone”. Lui ci dice che il problema siamo noi,
non lui, che lui si deve “difendere dalla famiglia” “la famiglia lo schiaccia” così ha detto
al neurologo, ma mi creda, non vorremmo
altro di vederlo stare bene e soprattutto per
noi genitori vederlo così è una cosa atroce,
pensando soprattutto al suo futuro.
La saluto. Delia
Cara Delia, le consiglio ogni tanto di mettersi in gioco anche lei e di pensare che, magari
senza volerlo, avete sbagliato anche voi e lui non sempre e soltanto ha tutti
i torti.. Se suo figlio pronuncia una frase del genere, significa che un
disagio c’è davvero e lui lo vede nel vostro rapporto. A volte un
genitore non se ne accorge, ma risulta essere pesante, controlla
tutto e il contrario di tutto e questo genera ansia in chi è controllato. Perchè non fa una cosa: due o tre passi indietro e
comincia a non preoccuparsi più di suo figlio (il che non
significa davvero abbandonarlo a se stesso!)? 36 anni non
le sembrano abbastanza per dire a suo figlio: arrangiati,
fai come credi. Probabilmente suo figlio si sentirà finalmente liberato e responsabilizzato allo stesso tempo e per lui
sarà una nuova primavera.
10 senzaetà
PILLOLE
Fumi: ma che
sei scemo?
Insetti da mangiare?
Perché no
Al via la campagna
shocking del ministero,
fortemente voluta dalla
Lorenzin: per la dissuasione dal tabagismo infatti lo
slogan “Ma che sei scemo””
colpisce chi continua a
fumare pur consapevole
che il tabagismo provoca
più decessi di alcol, aids,
droghe e incidenti stradali, omicidi e suicidi messi
tutti insieme! Importante
l’apporto del testimonial,
il simpatico attore Nino
Frassica che ha raccontato
aneddoti anche personali
sulla distruzione che provoca la sigaretta.
A Expo
Milano 2015 arrivano
gli insetti da mangiare. A presentarli
il Belgio: gradita la degustazione con una crema spalmabile e una pasta integrale contenenti percentuali di larve di “Tenebrium Molitor”, noto come verme
della farina. La crema, nelle due varianti al pomodoro e alle
carote e cumino è andata a condire, insieme a morbido formaggio
di capra, delle bruschette mentre la pasta, composta al 10% di farina di Tenebrium, è stata servita a crudo con pomodori, pinoli e olio
extravergine di oliva umbro. Gli insetti possono essere una delle soluzioni per combattere diverse problematiche legate alla malnutrizione:
forniscono proteine di alta qualità, ricchi di fibre e micronutrienti.
I vantaggi non si limiterebbero alla salute, ma presenterebbero
anche benefici per l’ambiente, come una minore emissione di
gas serra e un minor utilizzo di acqua nell’allevamento. Nei
prossimi giorni l’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza
Alimentare, pubblicherà la sua opinione in merito
al consumo di insetti a scopi alimentari
A FERMO 80 MILA OPUSCOLI CONTRO LA PSORIASI:
AL VIA LA CAMPAGNA DI PREVENZIONE INRCA.
MORRESI: “ORA UNA BORSA DI STUDIO PER LA RICERCA”
Sarà distribuito l’opuscolo “Psoriasi: Sapere per non Rischiare”, il terzo della collana
diretta da Lorenzo Morresi – Responsabile
dell’Unità Operativa di Dermatologa dell’IRCCS INRCA (Istituto Nazionale Riposo e Cura
Anziani) di Fermo. Ottantamila brochure informative verranno distribuite gratuitamente
nelle case di altrettante famiglie del fermano,
per combattere una malattia – spiega Morresi
– “oggetto di numerosi studi, ma ancora poco
conosciuta tra la popolazione e attualmente in
crescita”.
La psoriasi, un’infiammazione della pelle causata dall’attivazione del sistema immunitario,
può essere affrontata e curata con successo,
ma è fondamentale l’integrazione delle competenze specialistiche, in particolare nella
diagnosi e scelta dei trattamenti. “Da anni a
Fermo – continua Morresi - promuoviamo un
approccio multidisciplinare e terapie all’avanguardia con la Reumatologia e la Gastroenterologia, insieme all’Università di Chieti e alla
Clinica Dermatologica dell’Università Politecnica delle Marche”. Alla Dott.ssa Anna Maria
Offidani, Responsabile della Clinica, è stata
affidata la prefazione dell’opuscolo, a testi-
Il dott. Lorenzo Moressi
Sintomi e prevenzione:
In caso di psoriasi, la pelle presenta macchie molto caratteristiche, di colore rosso,
spesse e screpolate. Nei casi più gravi
ricoprono vaste zone del corpo. Le parti più
colpite sono gomiti e ginocchia, cuoio capelluto, palmo delle mani e pianta dei piedi.
I cibi che aiutano a prevenirla sono cereali
integrali, carni magre e pesce, legumi e tè
verde. E’ bene evitare invece carni rosse,
fritture e alcol, oltre che verdure quali melanzane e pomodori ed in genere alimenti
ricchi di zuccheri.
monianza della stretta collaborazione tra gli
istituti e dell’alto livello scientifico della pubblicazione. L’opuscolo rappresenta infatti una
produzione editoriale unica nella regione, oltre
ad una “buona pratica” a livello nazionale in
materia di prevenzione. La psoriasi infatti,
dipende in parte da una predisposizione ereditaria, ma si lega fortemente ad una condotta
alimentare ricca di sostanze caloriche. Se trascurata, rischia di dare luogo a forme più aggressive, con maggiori costi per l’assistenza.
Per questo all’INRCA è stata potenziata anche la sinergia con la Reumatologia, mediante
l’ospedalizzazione dei pazienti più difficili.
“La campagna – conclude Morresi – è un’occasione per sensibilizzare anche l’opinione
pubblica e i privati a finanziare nuovi progetti,
come una borsa di studio per giovani ricercatori, rafforzando la mission dell’INRCA sul
territorio anche dal punto di vista scientifico”.
L’opuscolo esce in concomitanza con il terzo
anno del Dott. Morresi alla guida della dermatologia INRCA e segue i precedenti “Nevi e
Melanoma” e “Sole Cute e Tumori”, sulla scia
dell’azione di prevenzione attivata dall’Istituto
a partire dagli anni ’80.
senzaetà
11
IGIENE IN SANITA
All’avanguardia nei macchinari e nelle attrezzature automatizzate di controllo
La Scienza del Pulito
D
i fronte alle nuove normative di pulzia ed igiene, soprattutto in ambienti
sanitari come ospedali, cliniche e
case di riposo, scopriamo una consolidata
realtà professionale che si prende cura della
biancheria e dei servizi correlati, necessari,
anzi fondamentali per ospitare il paziente a
tutti i livelli.
Europa Multiservice s.r.l. nasce nel 1970,
vanta numerosi anni di esperienza nel settore del lavaggio; la continua ricerca della
qualità è la mission che da sempre l’azienda
persegue, ciò è infatti avvalorato dalla continua ricerca di tecnologie e nuovi prodotti
che permettano di offrire un servizio su misura alle esigenze della clientela. Per questo
è una delle aziende più all’avanguardia nel
settore sanitario: le strutture architettoniche
12
senzaetà
sono state progettate nell’ottica della completa separazione tra la biancheria sporca e
la biancheria pulita, per evitare qualunque
tipo di contaminazione; è inoltre dotata di
nuovissime attrezzature e macchinari di ultima generazione; applica il sistema di RABC
(Risk Analysis Biocontaminatio Control)
previsto dalla norma UNI EN 14065/2004
relativo al controllo della biocontaminazione
dei tessuti; vanta un sistema informatico
interno che permette di avere una gestione
informatizzata delle varie attività svolte controllando nei dettagli i processi di gestione,
produzione, contabilità e attività amministrative.
Il processo di lavorazione avviene in 3 macro fasi: la biancheria sporca viene lavata e
sanificata mediante una macchina gestita
in modo completamente autonomo da un
software dedicato; la biancheria pulita, per
evitare la contaminazione, viene trasportata
con un sistema autonomo nella struttura
adibita allo stiro; infine la biancheria viene
stirata e smistata per articolo in modo automatico ed è sottoposta al controllo qualità
dal parte del
personale specializzato. A questo punto, accompagnata da una distinta riepilogativa per
articolo è pronta per la spedizione. Lo stesso
processo di lavorazione è attuato sia per le
divise del personale medico delle strutture
sanitarie sia per gli indumenti personali
degli ospiti delle strutture stesse. A queste
ultime è però dedicato un confezionamento
personalizzato per ogni singolo ospite. Un
servizio industriale, con il cuore artigiano.
Europa Multiservice s.r.l.
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SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP) - ITALY
LA SALUTE È SERVITA
SARDEGNA:
l’isola senza fine…!
Dalla natura al
buon cibo, dalla longevità all’innovazione i percorsi sono
infiniti.
Un tappeto sociale
fatto di intrecci forti
e duraturi è simbolo
di incontro e condivisione
col mondo
D
al 3 settembre, migliaia di mani, di
adulti e bambini, stanno tessendo un
tappeto grazie alle semplici tecniche
di tessitura primitiva, che usa gli stessi gesti del fare il pane, il vino, le case di terra e
attraverserà l’Isola per poi volare all’Expo a
portare colori, profumi, semi e suggestioni
di Sardegna.
L’idea di questa architettura tessile è un
omaggio agli straordinari paesaggi di biodiversità e cibo.
La base attorno a cui si svilupperà la trama
è la lana di pecora, a rappresentare l’anima
produttiva, storica, sociale e alimentare
sarda. Si aggiungeranno terra cruda, paglie
vegetali, lana di mare e semi.
Ogni partecipante alla tessitura potrà portare il materiale che più lo rappresenta, ecce-
zione fatta per i derivati dalla petrolchimica.
Anche i visitatori dello spazio del Padiglione
Italia destinato alla settimana della Sardegna (dall’11 al 17 settembre), potranno condividere l’esperienza ed entrare in contatto
diretto con una terra unica che crea legami
indissolubili coi suoi ospiti.
L’isola è al Padiglione Italia con un ufficio di
rappresentanza permanente. Sarà presente
fino a ottobre dentro Cibus, il padiglione, voluto dal Ministero delle Politiche Agricole in
collaborazione con l’agenzia di promozione
Ice, per presentare le eccellenze isolane, dai
vini al pane, agnello sardo, carciofo spinoso,
fiore sardo, olio extravergine di oliva, pecorino romano e pecorino sardo, zafferano, tutti
con marchio Igp o Dop e dalle coltivazioni
certificate.
Il tappeto è parte fondamentale del progetto ‘LANArrazione’, ideato dall’imprenditrice cagliaritana Daniela
Ducato, ambasciatrice sarda a Expo (nella sezione
‘Potenza del saper fare’ della mostra permanente di
padiglione): è un esperimento sociale che punta, con
il coinvolgimento del maggior numero possibile di persone, a celebrare la presenza della Sardegna a Expo
con un messaggio forte di compartecipazione. E celebra l’identità isolana, della quale trame e tessuti rappresentano uno dei tratti più caratterizzanti e radicati,
espressione di una terra ancorata alle sue tradizioni
e vicende millenarie ma sempre protesa verso nuovi
linguaggi per promuovere la sua immagine e far conoscere la sua straordinaria qualità di vita.
I nodi del tappeto saranno oltre 10mila semi sardi di
diverse qualità (di uve, grani riso, piante e arbusti), donati dall’associazione ‘L’uomo che pianta gli alberi’ e
le comunità del cibo di ‘Casa Verde CO2.0’. La scelta
è simbolica: Iglesias e Gonnosfanadiga sorgono su
una porzione di terra considerata la prima a essere
affiorata dal mare; Gonnosfanadiga, inoltre, è il paese italiano che ha il primato nazionale per densità di
piante di olivo per abitante, albero simbolo di pace. La
tessitura del tappeto continuerà poi sul volo Cagliari
- Milano. Da qui, durante la sua permanenza a Expo,
continuerà a crescere grazie ai visitatori-tessitori che
verranno coinvolti per depositare la loro firma tessile
nei diversi eventi dell’Esposizione universale.
14
senzaetà
camelot
Il nostro omaggio
ad un territorio unico
CUPRAMONTANA
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PLENIO Castelli di Jesi Verdicchio Riserva
dal 1995
Viticoltori in Marche e Abruzzo
LA SALUTE È SERVITA
IL PIEMONTE TRA CULTURA
E VINO
Terra del buon vino e
del buon cibo, palcoscenico di grandi eventi culturali e artistici,
luoghi da scoprire con
quattro siti riconosciuti Patrimonio dell’Umanità Unesco
Per tutti i sei mesi di durata dell’evento Expo
la presenza è garantita da una serie di ulteriori
momenti e spazi di visibilità:
• nel Cluster del cioccolato e del cacao, che
vede la partecipazione di Torino e del Piemonte come “distretto del cioccolato” insieme a Perugia e Modica (Sicilia);
• 30 SETTEMBRE Le dolci sorprese della
Langa;
• 7 OTTOBRE Le montagne piemontesi …di
cioccolato: viaggio tra le stazioni sciistiche
e il sapore del cioccolato;
• 14 OTTOBRE E se il mondo fosse di Cioccolato!!!!! Viaggio nel linguaggio fotografico
Style life;
• nel Padiglione del Vino italiano, che occupa
2000 metri quadri all’interno del Padiglione
Italia e dove i produttori vitivinicoli hanno la
possibilità di disporre di una sala nella Biblioteca del vino, con 1220 wine dispenser e 60
postazioni per
le degustazioni,
propedeutiche alla vendita
dei prodotti;
• presenza del Piemonte nel
China Corporate
United
Pavilion
16
senzaetà
I
l Piemonte come esperienza da vivere è
il concept scelto dalla Regione per “descriversi” e che nasce come sintesi di un
percorso volto a far emergere, invitando a
scoprirli, i tratti distintivi tipici di questa
regione, da sempre capace di “rileggere” la
propria cultura e la vocazione al continuo
rinnovarsi del territorio. Nella grande vetrina universale dell’Expo 2015 il Piemonte si
mette in mostra a 360 gradi: dalla bellezza
dei siti riconosciuti Patrimonio mondiale
dell’umanità dall’Unesco, come i paesaggi di
Langhe, Monferrato e Roero, i Sacri Monti e
le Residenze reali, ai prodotti dell’eccellenza
enogastronomica famosi in tutto il mondo,
come il vino, i formaggi, il riso, la nocciola, il
tartufo, le carni e il cioccolato, passando per
gli eventi religiosi come l’Ostensione della
Sindone e il bicentenario della nascita di
Don Bosco e la valorizzazione delle eccellenze produttive, della ricerca e dell’innovazione. Nella cosiddetta “mostra delle Regioni”,
in un caleidoscopio di suggestioni su tre
piani di Palazzo Italia, sono rappresentati
artisticamente il paesaggio del Piemonte, il
suo patrimonio architettonico-culturale, l’eccellenza della ricerca e dell’innovazione. Nel
“Vivaio Italia”, grande giardino concettuale,
il Piemonte è rappresentato dal Nocciolo, albero simbolico, con la vite, della produzione
agro-alimentare regionale e italiana. Sotto il
cappello “Piemontexperience”, che presenta
il Piemonte come esperienza da vivere, è
stato allestito un contenitore finalizzato a far
immergere il visitatore nel paesaggio, nella
cultura, nella biodiversità e in quel “saper
fare” del design, dell’artigianato, dei processi
di trasformazione, della ricerca e della tecnologia d’avanguardia che ne costituiscono
l’identità portante.
LA SALUTE È SERVITA
SAN MARINO: piccolo scrigno
con grandi ricchezze
La piccola Repubblica
vanta un’antica
e autentica tradizione
contadina
e gastronomica,
una tipicità che
si conserva da secoli
S
mall enough to be big (Abbastanza
piccolo da essere grande) è il tema
espositivo del Padiglione di San Marino dedicato al territorio del piccolo Stato e
alle sue produzioni agroalimentari tipiche e
tradizionali.
Un territorio piccolo ma in grado di sviluppare un “sistema Paese” a livello agricolo,
economico, bancario e industriale. La coltivazione della vite e dell’olivo ha in Repubblica una tradizione millenaria. L’apicoltura
è presente da tempo immemorabile. Gli
allevamenti sono specializzati nei settori
carne e latte. All’interno dei suoi confini, che
si estendono su un’area di soli 61 chilometri quadrati, la Repubblica di San Marino è
specializzata in prodotti agroalimentari di
qualità riconducibili a sei filiere tracciabili e
certificate dal Consorzio Terra di San Marino: il grano, il vino, il miele, l’olio, la carne, il
latte e i suoi derivati.
Il tema della partecipazione del Paese a Expo
Milano 2015, fa riferimento dunque alla sua
capacità di concentrare all’interno di un’area
molto piccola l’alto standard qualitativo delle produzioni locali e dell’artigianato tipico
tra cui la ceramica, storicamente utilizzata
come contenitore di cibi e bevande.
18
senzaetà
La sfida per il futuro passa anche dalla riscoperta dei cibi e dei valori sani tramandati
nei secoli dal popolo sammarinese e dalle
istituzioni che hanno permesso il piccolo
grande miracolo di uno Stato che è sopravvissuto libero ed indipendente per 1700
anni. Concerti, mostre, show-cooking, food-tasting hanno completato l’offerta rivolta
al pubblico.
Data la ridotta dimensione del
padiglione e quindi l’ipotesi che
esso sia fruito in modo molto rapido dai visitatori, si è pensato ad
un allestimento dal forte impatto
visivo, capace di lasciare una forte
impressione emotiva a prima vista,
lasciando comunque spazio agli
eventuali approfondimenti con l’ausilio della realtà aumentata.
Si è puntato su una effetto grafico
estraniante, per puntare tutto sugli
aspetti migliori che caratterizzano
la piccola repubblica, sulle possibilità future, sull’accoglienza, l’eccellenza, la trasparenza, il gioco.
ll Padiglione di San Marino è inserito all’interno del cluster del
Bio-Mediterraneo nella zona centrale nord dell’expo vicino al Padiglione Italia e alla Lake Arena.
La superficie del Padiglione sammarinese è di 125 mq al piano terra
e 125 mq al primo.
Ma il cuore dell’allestimento è costituito da una tavola multimediale,
dotata di dieci schermi touchscreen finalizzati ad approfondire la
conoscenza dei prodotti: la tavola
simboleggia la famiglia e la comunità domestica e racconta una
storia fatta di affetti, cibo, vino, una
comunità che cerca di affrontare
LA SALUTE È SERVITA
E’ la vendemmia
dell’Aglianico
Giovanni Molettieri ci
spiega i segreti di un
buon vino: l’azienda a
conduzione familiare
fra storia, tradizione
e qualità
20 senzaetà
I
n casa Molettieri l’avvicinamento della
vendemmia è la stagione più bella.
Vissuta come emozione tutti gli anni,
partecipata da tutta la famiglia ognuno per
le sue competenze, è anche l’occasione per
mettere alla prova il lavoro di squadra di
un’azienda a conduzione familiare che si
ritrova unita e carica al punto giusto per
affrontare il momento più delicato e importante di tutta la produzione.
“Quest’anno - dice Giovanni Molettieri - ci
aspettiamo davvero un bel raccolto.
Le previsioni fanno ben sperare, poichè da
una parte abbiamo superato tutti i problemi
dello scorso anno, compresi i residui insettivori e il maltempo, dall’altro abbiamo avuto
una bellissima estate.
Ora, con un bel settembre, siamo davvero di
fronte ad un’annata storica che potrebbe dare
il miglior vino di sempre, specie per l’Aglianico…”.
Quali sono i vitigni tipici e quali quelli di
punta?
“Dei nostri vitigni autoctoni, Aglianico, Coda
di Volpe, Fiano e Greco e nel beneventano la
Falanghina, il primo è un po’ il nostro gioiello,
ci dà un prodotto di alto livello, quest’anno
più corposo certamente, con grado zuccherino e alcolico elevato: lo vediamo già dal
colore dell’uvaggio. Sarà certo la vendemmia
dell’Aglianico! L’ideale soprattutto per l’etichetta di punta, Taurasi e per tutte le riserve”.
Ci descriva la gamma produttiva Molettieri…
“Abbiamo 11 tipologie di vino, bianchi e rossi,
con Taurasi (etichetta Roboris) e Taurasi
riserva (Senex) in barrique dai tre ai quattro
anni e la riserva Aglianico fra le più pregiate.
Elegante in bocca, con un tannino più accentuato, ci aspettiamo da quest’annata un’emozione forte. Produciamo tre tipologie di Aglianico: IGP Doc, Docg e due varianti per ogni
tipologia. Poi abbiamo il Greco di Tufo, il Niveus (Fiano di Avellino) e Albus, Coda di volpe
dell’Irpinia, anche questo un Doc e Docg”.
La vendemmia è ancora capace di regalare emozioni ?
“Vede, noi non puntiamo sui numeri, la nostra
è una produzione di 55mila bottiglie… e proprio la piccola dimensione permette di alzare
la qualità, di curare i dettagli.
Siamo una azienda familiare, mio nonno
seguiva i campi, mio padre è sommelier, io
stesso ho studiato Agraria e fino ai nipoti
vogliamo seguire le tradizioni proprio per
vivere queste emozioni.
Anzi, dirò di più: senza di queste non c’è buon
vino!”
INCHIESTA
Cosa mangi:
ecco il segreto delle
ZONE
BLU
OGLIASTRA
ITALIA
LOMA LINDA
CALIFORNIA
NICOYA
COSTA RICA
Si vive di più nei territori con meno stress dove alta
è la probabilità di diventare ultracentenari:
lo studio del nostro esperto del Dipartimento di
Scienze biomediche dell’Università di Sassari
22 senzaetà
ICARIA
GRECIA
A
A
Il dott. Giovanni Mario Pes, MDDept. Clinical and Experimental Medicine, Università di Sassari
OKINAWA
GIAPPONE
N
egli ultimi decenni le ricerche sulla
longevità umana hanno compiuto
notevoli progressi grazie ad una
strategia multidisciplinare che ha visto l’integrazione di varie discipline quali genetica,
demografia, antropologia e scienza dell’alimentazione. Accanto agli studi tradizionali
sui singoli individui che hanno raggiunto
un’età eccezionale, come gli ultracentenari,
l’interesse degli studiosi si è indirizzato verso l’analisi di intere “popolazioni longeve”
in cui è la proporzione di ultracentenari ad
essere particolarmente elevata. In passato
l’esistenza di tali popolazioni (gli Hunza nel
nord del Pakistan, gli abitanti di Vilcabamba
in Ecuador o quelli della Georgia nel Caucaso) era stata ipotizzata sulla base di informazioni aneddotiche. Invece la popolazione che
vive nel versante montuoso centro-orientale
della Sardegna (Ogliastra) ha raggiunto una
vasta notorietà a livello internazionale in
quanto in essa si registrano gli indici di longevità più elevati a mondo, soprattutto per i
maschi.
Nell’ottobre del 1999, in occasione di un
simposio internazionale sulla longevità a
Montpellier, avevo reso noto per la prima
volta che la prevalenza degli ultracentenari
in Ogliastra era superiore non solo alla media nazionale ma anche ai valori riportati
nella maggior parte dei paesi europei. Il
numero dei centenari in Italia è di 18.000 su
una popolazione di totale di 59,83 milioni
di abitanti il che corrisponde ad una prevalenza (rapporto tra centenari e popolazione
residente) di circa 30 per centomila. In Sardegna la prevalenza è di appena 20 per centomila, quindi inferiore alla media nazionale.
Tuttavia se si considera esclusivamente la
Zona Blu (l’area dell’isola dove la longevità è
eccezionale) la prevalenza è del 76 per centomila, quindi di oltre il doppio. Nel comune
di Villagrande Strisaili, che rappresenta
l’epicentro dell’area longeva sarda, vivono
addirittura 6 centenari su una popolazione
di 3.324 abitanti, con una prevalenza di 180
per centomila. Altro indicatore per misurare
la longevità è l’Indice di Estrema Longevità
(Extreme Longevity Index, ELI) che esprime la probabilità di un neonato qualsiasi
di diventare ultracentenario. In Sardegna,
il valore è di 195 per centomila. Nella sola
Zona Blu è 503 per centomila e a Villagrande
è addirittura 1.043. Da ciò si può notare che
la probabilità di diventare longevi è circa
3 volte superiore nella Zona Blu sarda che
nel resto dell’isola e, limitatamente al sesso
maschile, addirittura dieci volte superiore.
Nelle cartine geografiche utilizzate per la
prima volta per la presentazione di tali dati
la distribuzione dei comuni longevi in Sardegna era evidenziata con l’aiuto di un pennarello blu, circostanza che ha dato origine al
famoso termine di “Zona Blu” oggi adottato
in tutto il mondo.
La scoperta della Zona Blu sarda ha dato il
senzaetà
23
INCHIESTA
A sinistra una delle meravigliose spiagge
dell’Ogliastra in Sardegna
via ad una serie di spedizioni scientifiche in
varie aree del pianeta che hanno consentito
di identificare altre Zone Blu, quali l’isola di
Okinawa in Giappone, la penisola di Nicoya
nel Costa Rica, l’isola greca di Ikaria nel Mar
Egeo. L’obiettivo di tali ricerche è identificare i fattori nutrizionali, genetici e ambientali
all’origine dell’alto numero di individui longevi di queste popolazioni apparentemente
così diverse. Al momento tali fattori non
sono completamente noti anche se alcuni
studi suggeriscono che i fattori genetici
influiscono solo per un 20-25% e i fattori
legati allo stile di vita e quelli ambientali per
il restante 75-80%.
I primi risultati emersi dal confronto tra le
varie Zone Blu, indicano che l’alimentazione
di queste popolazioni era caratterizzata,
più che da un limitato apporto calorico, dal
consumo di alimenti autoprodotti e poco
elaborati. Nella Zona Blu sarda l’alimentazione fino agli anni ‘50 era caratterizzata da
un ampio consumo di alimenti fermentati e
a basso indice glicemico. Tra questi il pane
a fermentazione naturale o a pasta acida
(sourdough), povero di zuccheri semplici e
ricco di acido lattico e amido a lento assorbimento (8), che può aver contribuito a mantenere bassa la prevalenza di malattie metaboliche come il diabete mellito. Per quanto
riguarda lo stile di vita, l’ampia diffusione
dell’economia agropastorale nella popolazione della Zona Blu sarda prima dell’era
I posti più longevi del mondo
L’ISOLA DI OKINAWA fa parte dell’arcipelago
Ryukyu nel mar Cinese Orientale dove forma
la più meridionale delle 47 prefetture del Giappone. La popolazione totale ammonta a circa
1.371.000 abitanti e, secondo le statistiche
ufficiali, contiene il numero più elevato di centenari al mondo. La tabella seguente, che pone a
confronto i dati di Okinawa con quelli di altri paesi compresa la Sardegna, mette chiaramente
in evidenza la situazione eccezionale dell’isola.
Oltreché essere longeva, la popolazione di
Okinawa è inoltre quella ad avere la più elevata
aspettativa di vita in buona salute (healthspan,
secondo l’espressione anglosassone) non gravata, cioè, dal declino funzionale che accompagna il processo di invecchiamento.
Tuttavia, contrariamente alla tendenza riscontrata nelle altre Zone Blu, ad Okinawa sono le
donne a detenere il primato di longevità con
una aspettativa alla nascita di 86 anni. Di conseguenza tra i centenari dell’isola giapponese
il rapporto femmine/maschi supera la proporzione di 8:1 mentre nel resto del Giappone è
di appena 5:1. Le cause della longevità di Okinawa possono essere fatte risalire ad una serie
di fattori genetici, dietetici, climatici, culturali
24 senzaetà
e sociali. A parte l’influenza di fattori genetici
particolarmente favorevoli, è stato ipotizzato un
ruolo importante dei fattori ambientali (es. basso livello di inquinamento) e nutrizionali. L’importanza di questi ultimi, che hanno ricevuto
una particolare attenzione da parte dei media,
si basa su due argomenti principali:
• lo studio degli abitanti di Okinawa emigrati
nel Brasile o nelle Hawaii ha dimostrato chiaramente che la prevalenza dei fattori di rischio
cardiovascolare, quali ipertensione, ipercolesterolemia, obesità e diabete mellito, è più elevata
negli emigrati rispetto ai nativi di Okinawa nonostante condividano lo stesso pool genetico.
• La progressiva sostituzione della dieta locale
di Okinawa con una di tipo occidentale, dovuta
alla diffusione dei fast–food e all’aumento del
consumo di carni rosse, sta purtroppo determinando una riduzione della longevità e della
qualità di vita degli abitanti dell’isola, evidente
soprattutto nelle generazioni successive alla
seconda guerra mondiale.
Come è già stato ricordato per la Zona Blu
sarda, anche per Okinawa non si può escludere che la persistenza di tradizioni e stili di vita
vantaggiosi per la salute e la sopravvivenza
possa essere stato favorito da un certo grado di
isolamento, ovviamente non solo geografico ma
soprattutto culturale, legato a specifiche circostanze storiche. La storia di Okinawa presenta
notevoli differenze rispetto a quella del resto del
Giappone; è stato osservato, ad esempio, che
dal XVI alla metà del XIX secolo, durante l’epoca Tokugawa, l’assenza di condizionamenti da
parte della tradizione buddista ha fatto sì che
il regime alimentare fosse alquanto diverso da
quello prevalente nel resto del Giappone (comprendente ad esempio un consumo non trascurabile di carne, soprattutto suina, e la predilezione per cibi poco salati). Anche il tradizionale
consumo di alghe Kombu e di zucche amare
Goya, che svolgerebbero un ruolo determinante
nel contrastare diabete ed aterosclerosi, viene
ascritto in ultima analisi ad influenze culturali e
storiche.
LA PENISOLA DI NICOYA è quella regione
nord–orientale del Costa Rica che si affaccia
sull’oceano Pacifico e corrispondente alla
provincia di Guanacaste: essa ospita una popolazione di circa 326.000 abitanti distribuita
su un’area di 778 km². La longevità eccezio-
della meccanizzazione favoriva un’attività
motoria costante durante tutto l’arco della
vita, contribuendo a ritardare l’insorgenza
delle malattie metaboliche e cardiovascolari. Uno stile di vita particolarmente sano si
riscontra tutt’ora nella popolazione scolare
della Zona Blu sarda, in cui si registra una
prevalenza di sovrappeso (19%) e obesità
(7%) inferiore alla media italiana (24%;
12%) (10).
La longevità delle popolazioni che vivono
nelle Zone Blu dovrà fare i conti col progresso: il suo futuro dipenderà da quanto le
nuove generazioni riusciranno a mantenere
delle vecchie abitudini alimentari. Quale
lezione si può trarre dallo studio di queste
aree longeve? In che cosa possiamo imitarle,
nelle nostre società post-industriali, per migliorare lo stile di vita e vivere più a lungo e
in migliori condizioni di salute? Qualunque
OKINAWA
GIAPPONE
nale della popolazione di Nicoya è emersa in
occasione di una spedizione effettuata nella
regione mesoamericana nel gennaio 2007 da un
team internazionale reclutato da National Geographic, di cui facevano parte il Dr. Pes e il Prof.
Poulain. Nella regione di Nicoya il tasso di mortalità generale è inferiore del 20% a quello della
restante parte del paese; rispetto alla situazione
di Okinawa un maschio sessantenne di Nicoya
presenta una probabilità sette volte superiore di
diventare centenario e la sua aspettativa di vita
supera di 2,1 anni quella giapponese. E’ stata
riscontrata una certa analogia tra la Zona Blu
dell’Ogliastra e quella di Nicoya in quanto tra i
centenari il rapporto maschi/femmine è rispettivamente 1:1 e 1:1.4, mentre nei paesi più sviluppati il rapporto è in genere più elevato. Non
solo il vantaggio degli uomini di Nicoya in termini di sopravvivenza è assente nelle donne, ma
esso tende anche a scomparire negli emigrati
all’estero, ed è legato essenzialmente ad una
incidenza più bassa di malattie cardiovascolari.
Anche alcuni fattori ambientali potrebbero essere rilevanti per la longevità di Nicoya: l’acqua
potabile nella regione ha un elevato contenuto
di calcio e potrebbe aver esercitato un effetto
protettivo contro le malattie cardiovascolari
e l’osteoporosi senile. Inoltre, la popolazione
anziana che risiede nella penisola presenta
un livello di stress particolarmente basso. Per
concludere va ricordato che l’attuale longevità
sia la strategia adottata non si deve perdere
di vista la necessità di un approccio globale
nel quale gli aspetti bio-genetici vengano
analizzati contestualmente ai fattori demografici, antropologici, socio-culturali e psicologici che caratterizzano le popolazioni in
questione, senza peraltro trascurare l’analisi
delle singole biografie individuali per capire
da un punto di vista globale in che modo
esse siano state storicamente favorite nel
raggiungere un traguardo sociale così fuori
del comune. Questo richiederà l’acquisizione
di una prospettiva multidisciplinare e lo
sviluppo di strumenti teorici più sofisticati
grazie alla collaborazione di vari esperti
nell’ambito di settori scientifici apparentemente distanti. Sul piano concreto possiamo
condividere l’augurio che «Le Zone Blu,
finora limitate a poche popolazioni, possano
diventare un fenomeno comune».
NICOYA
COSTA RICA
di Nicoya si deve in gran parte al miglioramento
economico e all’assistenza sanitaria garantiti
da interventi governativi che hanno fatto si che
l’82% della popolazione, ivi compreso un 9% di
individui nella soglia estrema di povertà, usufruiscano della previdenza sociale e cure sanitarie
gratuite.
ICARIA, che prende il nome dall’eroe mitologico Icaro, è un isola greca situata nel mar
Egeo centro–orientale. Nel mese di aprile 2009
una spedizione promossa dalla rivista National Geographic ha rivelato che la popolazione
dell’isola – poco più di 8.000 abitanti – gode di
un’aspettativa di vita pari a quella delle altre popolazioni longeve già identificate. La stragrande
maggioranza degli abitanti di Icaria segue uno
stile di vita tradizionale (stretta osservanza della
dieta Mediterranea, intensa attività fisica quotidiana, vita in montagna e mancanza di stress).
Ultima in ordine di tempo ad essere individuata
come Zona Blu, ad Icaria è stato avviato uno
studio mirato ad approfondire gli aspetti medici, socio–demografici e psicologici degli anziani residenti nell’isola. Alcuni dati preliminari
sembrano confermare l’elevata proporzione di
ultranovantenni (superiore al 30%) rispetto al
resto della Grecia. La longevità di Icaria è menzionata nei documenti storici. L’arcivescovo Joseph Georgirenes, che nel XVII secolo trascorse
cinque anni a Samo ed Icaria prima di recarsi
I fattori genetici
influiscono solo
per un 20-25%.
I fattori legati
allo stile di vita e
quelli ambientali per
il restante 75-80%
ICARIA
GRECIA
in Italia ed infine in Inghilterra, lasciò scritta
una relazione sull’isola, non esente peraltro da
una certa rudezza: gli icariani vengono descritti
come campioni inferiori e miserabili della specie
umana che vivono in condizioni primitive rispetto ad altre zone della Grecia. Essi cucinavano
una sorta di pane detto πίτα, e aggiungevano
un terzo di acqua al vino, diluendolo. In particolare essi erano i soli greci che accentuavano
l’isolamento geografico rifiutando di unirsi in
matrimonio con gli abitanti delle isole vicine in
quanto “si ritenevano discendenti dagli imperatori bizantini e non amavano mescolare il loro
sangue con quello degli altri isolani considerati
inferiori”. Tuttavia vengono descritti come estremamente ospitali e si dice che offrano volentieri
carne di capra, olive, e vino agli occasionali
visitatori. L’alimentazione di Icaria è una versione locale della dieta Mediterranea: vegetali,
olive, consumo moderato di formaggi e latte di
capra. Due aspetti dell’alimentazione dell’isola
greca ricordano curiosamente quelli della Zona
Blu sarda: l’abbondante l’impiego tradizionale
di patate e il consumo relativamente limitato del
pesce. Forse la caratteristica più evidente degli
icariani è la diffusa mancanza di stress, testimoniata dal loro proverbiale disinteresse per il
denaro e i beni materiali; inoltre è diffusa l’abitudine di schiacciare pisolini pomeridiani, il che
secondo alcune ricerche ridurrebbe il rischio di
mortalità coronarica.
senzaetà
25
PROGETTI
Io sono
IL GIOVANE ANZIANO
VIVERE SEMPRE IN VACANZA
Senzaetà lancia
un progetto che guarda al
futuro, in un momento
in cui terza età e pensione
sono spesso purtroppo
sinonimi di… depressione.
La soluzione: vivere
sempre in vacanza
conoscendo posti e
persone nuove
26 senzaetà
I
n un’epoca dove esistono diverse strutture sanitarie specializzate e molti
alberghi per le vacanze, i primi per chi
sta male e gli altri per chi sta bene, abbiamo
individuato la possibilità di mettere in rete
residenze dove chi è autonomo può invece
“vivere sempre in vacanza” anche con poche
possibilità economiche, cambiando e scegliendo luoghi ameni dove poter soggiornare
in modo assistito ed integrato, coltivando i
propri interessi culturali, manuali e di svago,
contribuendo a spese e rette di soggiorno
anche con piccole attività ludico-ricreative,
didattiche, rurali o artigianali. Rifiutiamo l’idea di “mettere a riposo” chi ha sessant’anni
o poco più: anche perché quelli siamo noi…
domani.
Prevedere il (mio) futuro
Il Progetto Il Giovane Anziano è pianificare
la propria terza età per vivere sempre in vacanza. L’iscrizione al progetto è sentirsi socio dello stesso con la possibilità di iniziare a
pensare al proprio futuro accantonando piccole cifre mensili come per una polizza vita.
La realizzazione della rete
I soggetti partners che devono contribuire
alla realizzazione del progetto sono coloro
che hanno strutture da offrire e da mette-
“Avere la possibilità
di passare gli
anni futuri della vita
scegliendo i luoghi
più belli e coltivando
hobbies, passioni
ed interessi che
possono farvi felici”
re in condivisione siano esse da vendere,
affittare o ristrutturare; coloro che hanno
competenze sociosanitarie utili alla gestione
di tali strutture, all’animazione e all’organizzazione di eventi; infine, ai costruttori stessi
che dovranno rendere idonee e ospitali le
strutture in questione.
Per prima cosa, occorre creare LA RETE
DELLE STRUTTURE.
Una rete tale da poter garantire un circuito
di scambi che permetta un buon livello di
soggiorno e di stile di vita, sempre in luogo
ospitale, sicuro, ameno, assistito e “integrato”.
Dunque occorre individuare luoghi e sedi
esistenti o da ristrutturare o da costruire,
scegliendo sedi idonee al soggiorno e alle
attività di tempo libero (residence di pregio,
dimore storiche, ville e case di riposo, country house, villaggi residenziali integrati, sedi
termali o alberghiere, etc
Selezionare questi in base alla disponibilità
di spazi sociali e di aggregazione comuni in
varie zone d’Italia, collina, mare, campagna,
montagna anche vicini a piccoli e grandi
centri abitati.
La ricerca dei siti verrà effettuata con strumenti mediatici e poi valutata da una commissione di partners collaboratori e gli stessi si attiveranno nella ricerca di fondi che la
legge può prevedere sia da parte dell’Italia
che dell’Europa.
Le strutture ritenute idonee, non dovranno
essere acquistate, ma sfruttando l’attuale disponibilità di queste, considerando l’attuale
congiuntura economica, offriranno l’impegno nella ristrutturazione adeguata e l’impe-
gno ad eventuale acquisto o la corresponsione di un canone di affitto dopo un tempo che
sarà previsto negli accordi di gestione.
La partecipazione
Per fare questo ci rivolgiamo a tutti coloro
che vogliono un futuro vivo, di contatti insieme a persone che abbiano interessi vari e
piacere di passare del tempo portando avanti i loro hobby o conoscenze, oppure continuando, dopo la loro vita di lavoro, avendo
la possibilità, se lo desiderano di contribuire
attivamente a migliorare la loro vita e quella
degli altri.
Chi è interessato può diventare nostro “socio collaboratore”: può prefigurare una sua
occupazione, una sua residenza, un diverso
stile di vita. Da quando vorrà: intorno ai sessant’anni o raggiunta la pensione, quando
deciderà di utilizzare quanto messo a frutto
nel tempo. Entrerà così nella schiera dei
futuri “giovani anziani”, uomini e donne che
continueranno una vita di relazione e di impegno, con leggerezza e divertimento inclusi.
Questi nostri soci collaboratori potranno
dedicarsi ai loro hobbies di sempre: come
scoprire altri siti interessanti, la ristrutturazione degli stessi, la gestione delle attività
inerenti, attività di giardinaggio, agricole ed
ortofrutticole, amministrazione, organizzazione di eventi, culturali, formativi, didattici,
mostre e mercatini; eventuali ampliamenti
delle strutture e soprattutto la manutenzione, sarà quel valore aggiunto che i molti interessato a ciò possono essere la giusta chiave
di volta per fa si che l’impegno economico di
tale proposta possa essere contenuto, al fine
di evitare onerose spese iniziali, normalmente richieste.
Una volta realizzata la rete delle sedi, gli spazi di aggregazione, ogni “socio collaboratore”
può decidere di spostarsi a suo piacimento
nelle varie strutture, prenotandone lo spazio
secondo le sue esigenze, versando le quote
per il soggiorno che terranno nel giusto
conto le capacità economiche di ognuno
integrando al periodo di associazione le
possibilità di impegno in attività compensatorie, a seconda della sua età e soprattutto,
come detto, della collaborazione che vorrà
prestare.
L’iscrizione versata, varrà come diritto di poter essere in un futuro più o meno lontano,
ospite delle strutture, una piccola quota da
definire che verrà capitalizzata annualmente
come credito per l’utilizzazione dei servizi e
parteciperà con un versamento per le spese
che le varie strutture sosterranno. Nessuno
dei soci collaboratori potrà chiedere un
compenso sul lavoro prestato ma potrà avere una riduzione sulla retta del soggiorno.
Per la ricerca di fondi e di soci collaboratori
si richiederà anche la collaborazione di compagnie di assicurazione, banche o sindacati,
che gestiscono polizze vita o sanitarie, fondi
in titoli o altro…
A istituzioni, organizzazioni pubbliche e
private e ad altri enti si richiederà di pubblicizzare verso loro clienti la possibilità di
avere in un futuro prossimo alcuni vantaggi,
senzaetà
27
PROGETTI
Per prima cosa, occorre creare
LA RETE DELLE STRUTTURE.
Una rete tale da poter garantire
un circuito di scambi che
permetta un buon livello
di soggiorno
e di stile di vita, sempre
in luogo ospitale, sicuro,
ameno, assistito e “integrato”
partecipando con la sottoscrizione di una
piccola quota a poter essere un futuro socio
dell’associazione “Giovane Anziano”.
Il questionario
Il lancio mediatico è parte importante dell’iniziativa poiché dovrà essere spiegato nei
dettagli sia come progetto di investimento
per i partners; sia, per gli stessi soci giovani
anziani, come occasione di investimento
per garantirsi una serena vacanza attiva, e
non un semplice posto in un ospizio. L’originalità della proposta e le ridotte risorse
economiche che la rendono possibile, la rete
dei partners e la loro competenza, faranno
certamente risultare il progetto come importante NOTIZIA nel panorama della longevità attiva, di cui tanto si parla insieme alla
crescita e all’allungamento delle speranze di
vita della popolazione.
Prima di mettere insieme tutte le risorse e i
partners, chiediamo ai nostri lettori di farci
conoscere la loro opinione, soprattutto se
l’idea (il marchio Il Giovane Anziano è registrato dall’arch. Giorgio De Romanis) di “vivere sempre in vacanza” abitando in dimore,
residence e villaggi integrati e attrezzati, in
posti idonei ma diversi fra loro, può aiutare
a superare l’inedia e la pigrizia dell’età maggiore. Il questionario è visibile su www.senzaeta.it e su facebook alla pagina dedicata
www.facebook.com/senzaeta
Aspettiamo le vostre risposte.
28 senzaetà
QUESTIONARIO
Vi piacerebbe in futuro, a Voi uomini e donne, vivere come
IL GIOVANE ANZIANO
Difficile oggi prevedere il futuro della propria vita, al di là della speranza di una buona pensione? Con la Nostra proposta desideriamo avere un Vostro parere su un’idea
innovativa per tutti coloro che, compiuti i 60 anni o più, amerebbero vivere in luoghi
con apposite e confortevoli strutture ricettive, dove è possibile socializzare con gli
altri e trovare ciò che risponde al Vostro desiderio, continuando a dedicarsi ad attività
di hobby o lavori secondo il gradimento di ognuno, che potrebbe anche essere utile a
tutta la comunità.
Se ritenete buona questa idea, barrate una delle caselle corrispondenti a ciò che ritenete di Vostro gradimento
Hai mai pensato a dove vorresti stare nell’età matura?
-SI -NO
Che cosa vorresti e che cosa ti auguri, oltre naturalmente alla piena salute – fra
una ventina di anni o più – per vivere una serena terza età?
- STARE IL PIU’ POSSIBILE IN COMPAGNIA
- MANTENERE E COLTIVARE TANTI INTERESSI
- VIAGGIARE E VISITARE ALCUNI POSTI NUOVI
- SOGGIORNARE IN UN’OTTIMA RESIDENZA ASSISTITA AD ALTO LIVELLO
Ti piacerebbe che qualcuno pensasse ad organizzare dei periodi di soggiorno
“riservati” in luoghi belli, attrezzati e integrati anche per vivere in modo autonomo e più libero, in compagnia e in sicurezza, con una spesa contenuta?
- SI
- PREFERISCO PENSARCI DA SOLO
- NON MI PIACE ALLONTANARMI DA CASA MIA
Il progetto Il Giovane Anziano prevede di realizzare una rete di sedi, luoghi e
strutture in tutta Italia e all’estero, idonei, tranquilli, dove sarete liberi di decidere per voi ogni giorno ciò che desiderate, ritrovandovi tra soci di questo
particolare club. Ti piacerebbe trascorrere parte o tutto il tuo tempo in vacanza,
scegliendo anche tra molte strutture che possiamo proporti?
- AL MARE
- IN COLLINA
- IN CAMPAGNA
- VICINO A CITTA’ D’ARTE
Se lo desideri puoi ricevere un Nostro depliant, fare osservazioni ed eventualmente indicare il Tuo
- NOME e COGNOME
- Indirizzo (via, cap, città)
Se sei interessato a ricevere informazioni sul progetto compila il modulo, ritaglia e spediscilo a
TECNOPRINT NEW - Redazione SENZAETA’ - Via Caduti del Lavoro, 12 - 60131 Ancona
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di Roma nei percorsi di fede
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IL TERMOMETRO DELL’ECONOMIAI/11
T
in collaborazione con
C
All’in
30 senzaetà
Nunzio Tartaglia
Direttore Generale della
Banca Popolare di Ancona
Ai lettori di “SenzaEtà”
rinnoviamo l’invito a
continuare a scriverci e
auguriamo una buona estate.
senzaetà
31
BENESSERE
L’eccellenza
TERME nella
Medicina moderna
Una scelta di benessere:
terapie, salute, turismo,
in luoghi da visitare
dove l’ospitalità è
altissima e la qualità
d’eccellenza.
Come ad Acquasanta
Terme, nelle Marche
32 senzaetà
I
l Termalismo come scienza medica viene
normalmente scambiato per l’applicazione
dei fanghi oppure per il “passaggio delle
acque”. Ma è molto di più.
Le strutture delle Terme sono oggi luoghi di
cura e vacanza al tempo stesso, completi e
accoglienti. Sorgono in prossimità di sorgenti
di acque con varie proprietà terapeutiche ma
hanno anche dotazioni medico sanitari in grado di fornire cure appropriate e diversificate.
Già i Romani valorizzavano le proprietà termali, i luoghi e le strutture. Noi, ereditando
una tradizione così importante, dovremmo
fare tesoro di un patrimonio così prezioso.
Dermatiti, bronchiti, otiti, riniti, problemi
di respirazione o gastrointestinali, possono
avere qui sollievo e cure mirate. Come pure
le patologie fisiologiche di ossa, artrosi e reumatismi, insieme a infiammazioni articolari
dovute spesso a posture sbagliate, sedentarietà, sforzi isolati. Il Termalismo si occupa di
tutto questo ma in più offre terapie in luoghi
bellissimi ed ospitali dove si può trovare tanto
di più. Veri luoghi di vacanza e culturali, da
conoscere e vivere. Ospitiamo qui un articolo
medico del dott. Fabrizio Scoccia, giornalista
medico e presidente dell’Associazione Terme
delle Marche assieme all’intervista del dott.
Pier Francesco Ferranti, a.d. delle Nuove Terme di Acquasanta spa.
www.termeacquasanta.it
Vacanze intelligenti…
come valore aggiunto
Abbiamo parlato delle Terme di Acquasanta,
sull’appennino marchigiano al confine con
Abruzzo e Lazio, nello scorso numero della
rivista. Non credevamo che il riscontro presso
i nostri lettori fosse così alto: telefonate e
prenotazioni, informazioni per soggiorni di
gruppo anche in questa stagione autunnale.
Le Terme, non c’è che dire, “vanno di moda”
e fino a novembre costituiscono il prolungamento naturale della vacanza. Con un valore
aggiunto. La completezza dell’offerta.
“Le Terme di Acquasanta oltre alle terapie
classiche – afferma l’amministratore delegato
delle Terme, dott. Pier Francesco Ferranti –
hanno una struttura completa per ospitalità
e ristorazione, immersa nel verde, in un luogo
ameno da visitare per le sue bellezze paesaggistiche, boschive, naturalistiche, ad un passo
dalla splendida città d’arte di Ascoli Piceno,
detta delle “cento torri”. Acquasanta Terme ha
tutto questo. Oggi, dopo aver avuto un’altra
stagione positiva, i nostri clienti, più esigenti
rispetto al passato, cercano la qualità, non solo
nelle cure termali, nella sede e nell’affidabilità
delle apparecchiature ma anche per la serenità
ed accoglienza, da vivere proprio in luoghi da
visitare e da conoscere”.
LA TERAPIA NELLA
STRUTTURA TERMALE
Ma per capire bene l’attrattività di questo luogo, occorre anche ricordare che la struttura
comprende oltre allo stabilimento termale,
l’Hotel Italia, dotato di 80 camere, di cui alcune rinnovate lo scorso anno. Inoltre Le Terme
di Acquasanta hanno un centro benessere di
nuova realizzazione con solarium, piscina,
palestra, oltre al servizio medico continuo.
Per il miglioramento della forma fisica e del
benessere psicofisico della persona, c’è un
modulo di rilassamento mente-corpo contro
lo stress quotidiano: perciò abbiamo dotato
Acquasanta di impianti modernissimi di
sauna, bagnoturco, docce a getto cromatico,
minipiscina con idromassaggio, sala relax
con annessa tisaneria, solarium e minipiscina
esterna, cabina per trattamenti estetici, oltre a
una palestra con attrezzature d’avanguardia.
A chi consiglierebbe un soggiorno alle Terme di Acquasanta?
“Queste terme hanno l’eccellenza nella cura
dei problemi dell’apparato respiratorio, della
sordità rinogena e le altre patologie otoiatriche e reumoartropatiche. Le acque sulfuree
sono una sicurezza consolidata e apprezzata
dal punto di vista medico, poi abbiamo anche
inalazioni, aerosol e nebulizzazioni, docce nasali e naturalmente fanghi di grande qualità
terapeutiche”.
Dunque una struttura termale “multidisci-
plinare” in grado di offrire per ogni persona
e ad ogni età, più cure suddivise per reparti
diversi. Come il reparto cure inalatorie, quello
per la cura della sordità rinogena, poi la fangobalneoterapia, la balneoterapia con istruttore per ginnastica in acqua e il servizio di
massofisioterapia.
Il dott. Pier Francesco Ferranti, AD
della Nuove Terme di Acquasanta S.p.A.
Curarsi con le acque è una tradizione antica.
La medicina dell’antichità utilizzava come
rimedi ai mali fisici soprattutto le acque e le
erbe, gli elementi naturali facilmente reperibili ed utilizzabili. Già i Greci ed altri popoli
antichi, come gli Etruschi in Italia, conoscevano ed utilizzavano i benefici dell’acqua.
I Romani costruirono, attorno alle sorgenti,
straordinarie opere di architettura, le Terme,
secondo una grande cultura igienica, salutistica, ricreativa ed edonistica. Le terme
romane, pubbliche, aperte a tutti, uomini
e donne, frequentatissime sono dotate di
piscine e vasche a temperatura diversa, che
sfruttano quando è possibile, sorgenti calde
naturali o che sono altrimenti fornite di efficaci sistemi di riscaldamento.
Ci sono palestre, stadi, biblioteche, giardini, portici, luoghi vari per esercizi fisici ed
intellettuali, come pure per incontri sociali,
scambi e svaghi. E’ il modello delle terme
che ha resistito fino ai nostri giorni; sono
subentrate migliorie tecnologiche, ma il
principio è lo stesso: sfruttare le proprietà
fisiche e chimiche dell’elemento più naturale
ed essenziale per la vita: l’acqua.
Le sorgenti di acqua mineralizzata sono numerose e conosciute fin dal Medioevo per le
loro proprietà curative.
Questa distribuzione sul territorio consistente ed omogenea di fonti ritenute terapeutiche hanno fatto nascere e crescere nel
tempo una cultura e una tradizione legate
all’utilizzo dell’acqua per il trattamento di
alcune patologie. Quando nel secolo scorso
attorno alle sorgenti più importanti sono
state costruite delle strutture piccole, ma
funzionali, esse subito sono diventate punti
di riferimento nella cura di affezioni croniche dell’apparato respiratorio superiore ed
osteo-articolare, nonché per il trattamento
della sordità rinogena, di alcune affezioni
ginecologiche e dermatologiche Negli organi
respiratori superiori l’acqua utilizzata sotto
forma di vapore micronizzato in particelle
finissime con le tecniche di inalazione e di
aerosol deterge le mucose e stimola le difese immunitarie dei tessuti.
Con le docce nasali si combatte una patologia molto fastidiosa come la sinusite; le
insufflazioni servono ad attenuare l’ipoacusia catarrale. Nella patologia artrosica con
la balneoterapia, attraverso la perfusione
cutanea dell’acqua, si rivivacizza il tessuto cartilagineo delle articolazioni, l’azione
meccanica con idromassaggio dell’acqua
rilassa la muscolatura contratta attorno alla
lesione artrosica. Nella terapia con il fango
la sua applicazione favorisce una produzione di calore che inibisce la sintomatologia
dolorosa.
Negli ultimi anni tutte queste applicazioni dell’uso terapeutico delle acque sono
state oggetto di osservazioni statistiche,
di studi pubblicati su prestigiose riviste
medico-scientifiche, che hanno dimostrato
quanto sia importante l’opportunità di una
terapia senza controindicazioni che sia
complementare o che addirittura sostituisca
l’utilizzo dei farmaci.
Dott. Fabrizio Scoccia
senzaetà
33
RICERCA SCIENTIFICA
Cannabis in
soccorso alla
medicina
La prof.ssa Manuela Rodriquez e
la prof.ssa Anna Maria D’Ursi
del Dipartimento di Farmacia, Osservatorio
interdipartimentale per gli Studi di Genere e le
Pari Opportunità Università di Salerno
Via libera soltanto in cinque regioni.
Nella terapia del dolore riscontri inequivocabili
L
o Stato produrrà marijuana a uso terapeutico e lo farà attraverso l’Esercito,
nello stabilimento chimico militare di
Firenze, per ridurre i costi legati all’importazione dei farmaci cannabinoidi. La storia
della marijuana medicinale risale agli albori
della medicina e della farmacologia, quando
l’uomo ha cominciato ad usare deliberatamente le piante per i loro effetti sull’organismo e non più solo come fonte di cibo.
La cannabis è sempre stata uno dei componenti attivi di una miriade di medicine, dallo
sciroppo per la tosse agli stimolanti la digestione, dagli analgesici ai callifughi.
Dopo gli oppiacei, l’estratto di cannabis
è stato il principio attivo più prescritto al
mondo, fino a quando fu improvvisamente
proibito in molti paesi a partire dal 1930.
Negli ultimi decenni si è accumulato un
certo volume di ricerche sulle attività farmacologiche della cannabis e sulle sue possibili
applicazioni. Funziona contro la nausea, il
vomito e l’inappetenza nei pazienti affetti da
cancro e Aids. Ma anche contro i dolori cronici e neuropatici, come quelli della sclerosi
multipla.
Non solo. L’ “erba” sembra essere efficace
anche contro il glaucoma, i traumi cerebrali,
gli ictus, la sindrome di Tourette, l’epilessia e
l’artrite reumatoide.
A queste si aggiungono altre patologie come
le sindromi ansioso-depressive, le malattie
34 senzaetà
auto-immuni e l’asma bronchiale, per le
quali l’uso della marijuana è potenzialmente
indicato.
La lista dei suoi effetti benefici, quindi, è lunga e variegata, così come è lungo l’elenco di
studi che ne appoggiano l’utilizzo terapeutico. Ci sono alcune ricerche che ne hanno
dimostrato addirittura gli effetti neuroprotettivi contro malattie degenerative come il
Parkinson.
Il via libera alla cannabis per uso medico
non significa libera coltivazione né libero
consumo attraverso il fumo di preparazioni
vegetali.
Sono invece disponibili per i pazienti, sulla
base di un opportuno piano terapeutico
redatto dal medico, specifiche formulazioni
farmaceutiche ad un dosaggio standardizzato e riproducibile, che assicurano l’efficacia terapeutica e tutelano dal rischio di
effetti collaterali, prevalentemente di tipo
psicotico. L’assunzione degli stessi principi
attivi attraverso il fumo determina invece
l’assunzione di dosaggi non riproducibili né
prevedibili, in quanto dipendenti da diverse
variabili individuali ed ambientali e non
comporta alcun vantaggio terapeutico, ma si
associa anzi ad una progressiva perdita delle
capacità cognitive e, negli adolescenti, ad
un’aumentata predisposizione all’insorgenza
di malattie psichiatriche anche molto gravi,
quali la schizofrenia.
Già dal 2007 è previsto in Italia l’uso terapeutico della cannabis. Ma dal 2014 un nuovo decreto legge ha reso l’accesso ai farmaci
cannabinoidi più semplice, snellendo il lunghissimo iter burocratico.
Il Governo italiano ha deciso di non ostacolarne l’uso, ribadendo che tali medicinali
devono essere prescritti esclusivamente
“quando altri farmaci disponibili si siano
dimostrati inefficaci o inadeguati al bisogno
terapeutico del paziente”.
Al momento la cannabis può essere prescritta dai medici in Veneto, Liguria, Toscana,
Puglia, Marche e nella Provincia autonoma
di Bolzano: con relativa copertura dei costi a
carico delle aziende sanitarie locali.
senzaetà
35
RICERCA&INNOVAZIONE
Umidificatori a
ULTRASUONI:
basso consumo,
grande efficacia
A
rriva l’inverno e con esso
la necessità di riscaldare
gli ambienti per far fronte
al calo delle temperature. L’accensione dei termosifoni porta
con sé non solo un piacevole
tepore, ma anche qualche inconveniente. A causa dello scarso
ricambio d’aria nelle case, l’aria
stessa tende a seccarsi e questo
può essere nocivo alla salute. Per
36 senzaetà
far fronte al problema, si utilizzano gli umidificatori, che grazie
all’emissione di vapore acqueo
ristabilizzano il tasso d’umidità.
Essi possono essere un buon
alleato per prevenire malattie
o disturbi polmonari. A causa
dell’aria troppo secca, infatti,
possono intervenire irritazioni
alle vie respiratorie, arrossamenti o raucedine. Gli umidificatori
sono particolarmente consigliati
per anziani e bambini e non solo
nei casi in cui sono affetti da
patologie di tipo respiratorio.
Quello che è sopportabile per
noi lo è spesso molto meno
per i soggetti più fragili ed è
per questo che porre un umidificatore nella loro stanza
è sempre buona cosa. I più
piccoli, in particolare, sono
più soggetti ad allergie,
raffreddori e infezioni delle
vie respiratorie e alleggerire l’aria troppo secca
aiuta a liberare i polmoni e
facilita lo scioglimento del
muco e la respirazione.
Gli umidificatori più comuni sono quelli tradizio-
nali di coccio che, riempiti d’acqua, rimediano alla progressiva
eliminazione dell’umidità. Questo
tipo di soluzione è chiamata
“umidificatore evaporativo”: in
pratica un contenitore con dentro
acqua, posizionato accanto o sopra i termosifoni. L’evaporazione
avviene quindi naturalmente. Il
vapore sprigionato dalla vaschetta, che può essere anche di materiali diversi dal coccio, preserva
l’aria, ma la quantità di umidità
rilasciata è limitata e non regolabile.
Ai metodi tradizionali, come appunto i diffusori per caloriferi, si
affiancano apparecchi frutto della più avanzata tecnologia.
Questi di dividono in due categorie: “umidificatori a vapore caldo” e “umidificatori a ultrasuoni”.
Nei primi l’acqua viene riscaldata
fino a ebollizione e quindi rilasciata nell’aria. Sono rumorosi e
soggetti alla formazione di calcare: devono essere quindi puliti
periodicamente.
Gli umidificatori a ultrasuoni
“colpiscono” l’acqua con frequenze sonore impercettibili dall’uo-
Gli umidificatori sono particolarmente consigliati
per anziani e bambini e non solo nei casi in cui
sono affetti da patologie di tipo respiratorio.
mo, creando vibrazioni che la
trasformano in una nebbiolina di
vapore freddo. Questi umidificatori sono silenziosi e non disturbano quindi il sonno notturno.
Permettono inoltre una migliore
regolazione del flusso di vapore e
consumano meno energia.
Joycare propone il suo umidificatore a ultrasuoni JC-491, studiato
per dare sollievo immediato alle
vie respiratorie di adulti e bambini. E’ possibile utilizzare la normale acqua del rubinetto, perchè
passa tramite un filtro al 100%
naturale, costituito da sfere in
ceramica, che la addolcisce. Il vapore emesso è quindi ancora più
leggero per le vie respiratorie. Il
prodotto ha poi lo straordinario
vantaggio della funzione ioniz-
Joycare
zazione, con l’emissione di ioni
negativi che purificano l’ambiente intercettando gli ioni positivi,
presenti nelle nostre case ed
emessi da elettrodomestici e altri
apparecchi. E’ dotato di una luce
rilassante, utile anche come luce
notturna per i bambini, e consente facilmente di regolare il giusto
livello di umidità grazie a 4 diversi livelli di emissione. JC-491
vanta una capacità di quasi 6 litri,
che permette un’erogazione per
circa 12 ore. E’ possibile impostare un timer di funzionamento
(2-8-12 ore). Quando l’acqua
si esaurisce, infine, un sensore
spegne da solo l’apparecchio,
evitando così cortocircuiti, surriscaldamenti e consumo inutile di
energia.
LA SCHEDA
•Tecnologia ad ultrasuoni
•Funzione purificante
grazie allo ionizzatore
•Filtro con sfere in ceramica che
addolcisce l’acqua
• 4 livelli di emissione vapore
• Erogatore di vapore orientabile
• Funzione Timer
• Luce notturna rilassante
• Sensore del livello dell’acqua con
spegnimento automatico
• Durata erogazione vapore:
circa 12 ore
• Massima intensità di
erogazione vapore: 5.5 ml/m
• Serbatoio removibile e con
capacità di 5.8 litri
• Potenza: 30W
La mission di Joycare è da sempre il miglioramento della vita delle famiglie italiane, per questo la scelta dei prodotti è mirata al
benessere degli adulti, degli anziani, non dimenticando mai i più
piccoli.
La ricerca e lo sviluppo sono guidate da concetti di “innovazione”,
“qualità”, “affidabilità” e “design”, ponendosi come obiettivo finale
la soddisfazione di tutte le famiglie grazie alle prestazioni dei propri prodotti. Joycare nasce nel 1999 e in pochi anni si afferma come
marchio di riferimento nel settore “cura della persona”. Nel 2009
la Baycross Investement Ltd. di Londra ne acquisisce il marchio e,
inserendola in un importante gruppo Internazionale, ne favorisce
l’ulteriore sviluppo. Oggi Joycare conta di due basi produttive e di
due trading a Shangai e ad Hong Kong, città considerate fra le più
importanti al mondo nel proprio settore merceologico. Lo sviluppo
su i mercati internazionali è stato immediato e prova ne è che oggi
Joycare conta su importanti partnership commerciali in 30 paesi.
Sul mercato italiano, grazie alla diversificazione multicanale,
Joycare è presente in oltre 8.500 punti vendita.
senzaetà
www.joycare.it
37
RICERCA&INNOVAZIONE
A colloquio con il nostro
esperto Cesare Ivaldi
N
on ce ne accorgiamo, ma la mano e il polso sono sicuramente le parti del corpo
che più muoviamo e che più ci servono.
Per questo sono soggetti a stimoli di ogni tipo
e quindi ad usura prima e più di ogni altra articolazione. Ma quando iniziano i dolori occorre
prima conoscere le cause e poi diagnosticare la
cura. La struttura scheletrica è costituita da otto
ossa carpali (polso) cinque ossa metacarpali
e quattordici falangi. Le ossa del polso sono
tenute unite da legamenti e da una serie di tanti
muscoli che consentono i movimenti, la stabilità
e la flessibilità e da capsule articolari racchiuse
dalla membrana sinoviale. Una fascia di tessuto
fibroso (retinacolo) tiene uniti e mantiene in
posizione i tendini permettendo la flessione in
qualsiasi posizione. (Tunnel Carpale)
Quando fa
male il polso
La mano e la sua articolazione: tutte le patologie
articolare, sono determinati dalla presenza di
depositi di micro cristalli di calcio. (Condrocalcinosi). La cura con l’ozono ad effetto antinfiammatorio, infiltrato in modo non invasivo,
per mezzo di ossidazione ed ossigenazione ha
evidenziato una riduzione o sparizione totale
dei depositi calcifici con riduzione del dolore.
NODULI ARTROSICI DELLE DITA
Manifestazioni artrosiche localizzate nelle
articolazioni interfalangee prossimali e distali,
con comparsa di tumefazioni e formazioni di
nodosità e di erosioni delle superfici articolari,
con sintomatologia dolorosa. La cura con l’ozono ad effetto antinfiammatorio per mezzo
di ossidazione ed ossigenazione ha messo in
evidenza la riduzione del dolore e della tumefazione con miglioramento del movimento.
RIZOARTROSI
PATOLOGIE
Le principali patologie che possono colpire la
mano sono:
- Artrosi calcifica
- Noduli artrosici delle dita
- Rizoartrosi
- Tenosinovite stenosante
- Dito a scatto
- Tunnel carpale
ARTROSI DA MICROCRISTALLI CALCIFICI
Attacchi dolorosi che si manifestano a livello
Artrosi della radice del pollice che coinvolge il
primo metacarpo, il trapezio ed a volte lo scafoide. Associata a noduli artrosici, provoca dolori con il movimento del pollice. La terapia antinfiammatoria Sorazon con ozono per mezzo
di ossidazione ed ossigenazione, ha messo in
evidenza una cura efficace per riduzione del
dolore ed acquisizione del movimento.
TENOSINOVITE
STENOSANTE
DEL POLLICE
(DE QUERVAIN)
Irritazione della guaina
dei tendini a livello dei
loro punti di passaggio al
di sopra dello stiloide radiale. Il processo flogistico
che interessa la guaina sinoviale, con il movimento del pollice e lo scorrimento dei tendini,
risveglia la sintomatologia dolorosa. La cura
La cura
38 senzaetà
con l’ozono infiltrato in modo non invasivo,
ad effetto antinfiammatorio con ossidazione
ed ossigenazione sul liquido sinoviale ha
messo in evidenza la sparizione totale del
dolore con un buon scorrimento dei tendini
nella guaina.
DITO A SCATTO
Inceppamento nel movimento di flessione ed
estensione di un dito, causato da un nodulo tendineo, che provoca uno scorrimento difficoltoso
del tendine all’interno della sua guaina. Questo
nodulo può rimanere impigliato ad alcune zone
fibrotiche situate alla base dell’articolazione
metacarpo-falangea determinando uno scatto
in fase di flessione ed estensione. La cura con
l’ozono infiltrato in modo non invasivo, con
effetto antinfiammatorio – ossidante ed ossigenatorio, ha messo in evidenza la riduzione
o sparizione del nodulo tendineo con conseguente acquisizione del movimento.
TUNNEL CARPALE
Compressione del
nervo mediano nel
suo punto di passaggio sotto il legamento
all’interno del canale
del carpo. Tale sindrome è caratterizzata
da parestesie e dolori
localizzati alla superficie palmare delle prime
quattro dita. La sintomatologia dolorosa spesso
risale lungo l’avambraccio estendendosi a volte
fino alla spalla. La terapia antinfiammatoria
ad ozono infiltrato in modo non invasivo, non
dolorosa, ad effetto ossidante ed ossigenatorio, ha evidenziato una cura efficace per
riduzione del dolore ed a volte risolutiva con
acquisizione del movimento di chiusura ed
apertura della mano.
Il trattamento con terapia intensiva ad onde soniche pressorie ed
OZONO – SORAZON, ha messo in evidenza risultati terapeutici
soddisfacenti a volte risolutivi con sparizione totale del dolore su un
alto numero di pazienti trattati dal 2003 al 2010.
Essendo non invasiva, non dolorosa, si considera una terapia indicata
per il trattamento delle patologie dolorose della mano.
INDICAZIONI TERAPEUTICHE
> ARTROSI
> INFIAMMAZIONI
ARTICOLARI
> TRAUMI
ITALIA - EUROPA
CONTRO IL DOLORE ARTROSICO
TERAPIA INTENSIVA
antinfiammatoria
Mirata >Infiltrante>Profonda
non invasiva, non dolorosa
A TRIPLA AZIONE
SONAR
AD ONDE SONICHE
PRESSORIE
D'URTO
A
TEMPORO MANDIBOLARE
- artrite - artrosi - dolore di masticazione
COLONNA CERVICALE
- artrite - artrosi - cervicalgia - discopatie vertigini - nausea - traumi contrattivi,
contusivi
COLONNA DORSALE
- artrite - artrosi - discopatie - dolori crolli
vertebrali - traumi contrattivi, contusivi
COLONNA LOMBARE SACRALE
- artrite - artrosi - discopatia - radicolite sciatalgia - sacroileite - lombalgia - colpo della
strega - traumi contrattivi, contusivi - dolore
trauma coccige
SPALLA
- artrite - artrosi - periartrite scapolo omerale
- cuffia rotatori - tendinopatia calcifica sovraspinato - CLBO - acromion claveare borsite sad - calcificazioni - brachialgia lussazione - lesione muscolo tendinea traumi contrattivi, contusivi
GOMITO
RADIOFREQUENZA
- artrite - artrosi - epicondilite (gomito
tennista) - traumi contrattivi, contusivi
CON CAMPO
ELETTROMAGNETICO
IONIZZANTE
POLSO
- artrite - artrosi - rizartrosi - tendinite
- traumi contrattivi, contusivi, distorsivi
MANO
- artrite - artrosi - tunnel carpale - dito a scatto
- metacarpalgia - traumi contrattivi, contusivi
ANCA
- artrite - coxartrosi - coxalgia - pubalgia lussazione - necrosi testa femore, ovalizzata
COSCIA/GAMBA
- traumi contrattivi, contusivi - ematomi
GINOCCHIO
- artrite - gonartrosi - meniscopatie
degenerative - lesioni legamenti - sinoviti traumi distorsivi, contusivi - cisti di baker
AD ENERGIA
OSSIGENATORIA DI
CAVIGLIA
- artrite - artrosi - traumi distorsivi, contusivi
- lesioni - calcificazioni tendine d’achille
OZONO
PIEDE
- artrite - artrosi - talloniti - tarsalgie - speroni
calcaneari - metatarsalgie - alluce valgo
- sesamoidi - neuroma di Morton - tendinite
- fascite plantare - trauma contusivo
PATOLOGIE VARIE
- artrite reumatoide - artralgia - tendinite
tenosinovite - calcificazioni - borsiti - sinoviti
periostite - ritardi di consolidazione ossea
MARCHIO CE - Terapia non invasiva
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ricontatta l’utente entro 24 ore e si occuperà
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tempi necessari per l’attuazione di un servizio di qualità.
Pronto Cooss è dunque un servizio che si
adatta anche alle più complesse richieste di
cura e assistenza offrendo una ampia gamma di possibilità. I servizi di Pronto Cooss
spaziano infatti dal mandare a casa dell’utente l’assistente familiare qualificato, fino al
ricovero di sollievo per brevi periodi (da 15
a 30 giorni).
Per garantire all’utente piena risposta alle
esigenze di cura e di assistenza Pronto Cooss
ha attivato degli sportelli territoriali.
Ecco cosa fanno gli sportelli territoriali di
Pronto Cooss:
• offrono, attraverso una consolidata rete
territoriale di operatori qualificati, servizi
aggiuntivi domiciliari rivolti ad anziani,
disabili e famiglie in tutto il territorio della
Regione Marche;
• garantiscono una vasta gamma di servizi
diversificati, personalizzati e flessibili con
l’obiettivo di mantenere l’anziano al proprio
domicilio;
a cura di Nicolo’ Scocchera
Scopri tutti
i servizi
di Pronto Cooss!
SOSTITUZIONE ASSISTENTE FAMILIARE
Pronto Cooss può aiutare la famiglia a trovare una
assistente familiare con prestazioni ad ore, per periodi brevi che compensano i permessi, le giornate
di libertà o periodi di ferie della assistente familiare
assunta dalla famiglia.
PRESTAZIONI INFERMIERISTICHE – SPECIALISTICHE SANITARIE
Pronto Cooss fornisce servizi domiciliari attraverso
personale qualificato in area sanitaria, quali OSS, infermieri
professionali , fisioterapisti, psicologi.
• redigono piani di Assistenza Individualizzati, identificando le tipologie e la quantità
di assistenza e prestazioni da erogare a domicilio, con massima flessibilità e capacità
di revisionare il progetto di cura a fronte di
mutate esigenze;
• supportano e consigliano la famiglia;
• emettono regolari fatture di vendita dei
servizi forniti secondo le norme vigenti in
materia di prestazioni di cura a domicilio.
Pronto Cooss è un servizio attivo nelle seguenti aree:
Ancona, Fano, Jesi, Matelica, Fermo, San Benedetto.
Per informazioni dettagliate si può consultare il sito www.cooss.it
PRESTAZIONI ALLA FAMIGLIA
Pronto Cooss è in grado di soddisfare ogni esigenza assistenziale e formulare le risposte più adatte attraverso i suoi esperti.
TELEASSISTENZA E TELESOCCORSO
Pronto Cooss puo’ attivare, attraverso
lo sportello Prontoserenità, il servizio di
teleassistenza e di Telesoccorso h 24
per 365 giorni l’anno.
senzaetà
41
RIABILITAZIONE
Abitare il Tempo
Ecco il nuovo Centro dedicato all’assistenza
residenziale psichiatrica in età evolutiva
Sorge in un’area
di intervento
delicata dove
diventa necessario
fornire risposte
appropriate sanitarie
ed assistenziali
42 senzaetà
L
a sanità marchigiana si arricchisce di
nuovi servizi assistenziali dedicati ad
una categoria sociale molto fragile, per
la quale è crescente, nel territorio, il fabbisogno di cure a assistenza professionali.
Stiamo parlando dei soggetti che hanno
bisogno di riabilitazione di carattere psichiatrico e, in modo particolare, dei minori.
Per venire incontro a questa necessità del
territorio marchigiano, “Abitare il tempo”,
Società del Santo Stefano Riabilitazione Gruppo Kos, ha recentemente avviato le
attività nel nuovo Centro di Riabilitazione
a Caccamo di Serrapetrona, in provincia di
Macerata.
La residenza “Beata Corte” di Caccamo,
ristrutturata da COOSS Marche, vanta complessivi 40 posti letto dedicati all’assistenza
ed alla riabilitazione psichiatrica.
Di questi, un modulo di 20 posti letto è stato
accreditato, con livello di eccellenza, dalla
Regione Marche per la cura e l’assistenza di
minori affetti da disturbi comportamentali o
patologie di carattere neuropsichiatrico.
www.abitareiltempo.org
Un Centro, dunque, di grande novità da un
punto della risposta assistenziale fornita al
territorio.
“Il nuovo Centro di Riabilitazione “Beata corte” di Caccamo - dice l’AD del Gruppo Santo
Stefano Enrico Brizioli - rappresenta un intervento innovativo, con il quale intendiamo
completare la gamma delle attività che siamo in grado di mettere in campo nell’ambito
del nostro impegno nelle attività riabilitative
per la salute mentale.
Quello dell’assistenza nei confronti dei minori, d’altronde, è un settore di Attività di
grande delicatezza ma di cui il territorio ha
fortemente bisogno e per il quale abbiamo la
volontà di stringere una forte collaborazione
con i servizi di ASUR”.
“La nostra equipe multidisciplinare – dice
il Direttore di “Beata Corte”, Antonio Maria
Novelli – sviluppa progetti individuali terapeutici e riabilitativi, formulati a seconda
della personale storia di vita, della diagnosi,
della valutazione psicodinamica della personalità, della presenza o meno della famiglia,
con l’obiettivo di restituire e mantenere nei
giovani il più elevato livello di autonomia acquisibile e limitarne il rischio involutivo. Gli
obiettivi sono la prevenzione e tempestività
degli interventi; l’arresto e riduzione della
sintomatologia psicopatologica; il passaggio
graduale da una condizione di deresponsabilizzazione ad una partecipazione attiva e responsabile alla vita di comunità; il favorire il
rientro o la remissione della sintomatologia
attraverso l’integrazione di interventi terapeutici, riabilitativi, educativi e farmacologici; il mantenimento dei rapporti fra ospite e
famiglia per la formulazione di un piano di
intervento globale; il lavoro di rete con i servizi invianti nell’ottica di una collaborazione
costante nella progettazione dei percorsi
individuali degli ospiti, con incontri e verifiche, fino a progetto ultimato; l’utilizzo di
referenti sociali (scuola, parrocchia, etc.) che
consentano l’appropriarsi di un ruolo attivo
nel tessuto ambientale, sociale e lavorativo;
qualora necessario, l’inserimento in strutture a minore intensità terapeutico-riabilitativa per favorire una graduale dimissione e
progressiva autonomia”.
Il servizio del nuovo Centro “Beata Corte”
di Caccamo, in cui operano sinergicamente
Santo Stefano e Cooss Marche, è gestito dalla
Società “Abitare il Tempo” con l’impiego di
figure mediche specializzate ed avvalendosi
della cooperativa “Tra Parentesi” per i profili
riabilitativi sanitari e socio assistenziali.
In basso l’area tempo libero con gli spazi idonei
per lo svago e le attività ricreative
senzaetà
43
SORRISI
La bocca
dell’innovazione
Dott. Federico Fabbri
Presidente CAO Ancona e
Segretario Sindacale ANDI Ancona
Tecnologia e progresso s’incontrano nello studio del medico odontoiatra:
una “bottega” d’avanguardia tecnica, al servizio di un sorriso
L
o studio di un buon odontoiatra
è spesso popolato, tra gli arredi,
da oggetti che ne caratterizzano
l’aspetto, rendendolo somigliante a un
laboratorio di strumenti d’alta precisione:
nulla di inquietante, niente di simile agli
scenari un po’ foschi che la cinematografia
hollywoodiana, armata dei suoi budget
sterminati e multimilionari, assegna al
binomio scienza-tecnologia.
Al contrario, questa diade di termini capace
di declinare il concetto di progresso, delinea
il perimetro di una professione medica e
del luogo che essa necessita per operarvici,
anche grazie alla relazione proficua con
macchine elettromedicali, impianti e
tecniche terapeutiche all’avanguardia.
Si pensi, ad esempio, agli apparecchi ad
ultrasuoni, agenti a specifiche frequenze di
risonanze fino a ieri utili alla rimozione della
placca batterica calcificata, oggi usati come
ausilio chirurgico per operare sui tessuti
ossei (implantologia), sui tessuti minerali
dentari (endodonzia), etc.
Esplorando un ipotetico ambulatorio
odontoiatrico, potremmo passare in
rassegna altre piccole gemme di tecnica
medica, dalla comune lampada ad UV
(sorgente di energia per catalizzare la
reazione di perossido di carbamide e
produrre un salutare effetto sbiancante)
all’uso del laser (fondamentale per
la parodontologia, la chirurgia orale,
l’endodonzia, in grado di garantire
una rapida guarigione delle ferite con
applicazioni quasi indolori e prive
44 senzaetà
di sanguinamento). L’occhio di una
videocamera di piccolissime dimensioni,
permette di accedere al cavo orale
catturandone le problematiche e
restituendole, con dovizia di particolari,
ai pazienti più curiosi, sullo schermo di
un monitor. L’ottica approfondita della
camera è indispensabile anche per l’attività
diagnostica, poiché consente di osservare,
con potenti ingrandimenti, zone altrimenti
irraggiungibili.
Di grandissima utilità risultano, inoltre,
le radiografie RVG, un dispositivo tecnico
digitale che riduce l’impatto delle radiazioni
per il paziente del 90% e, in pochi minuti,
fornisce immagini immediatamente
visualizzabili al computer. Per non parlare
anche del sempre più diffuso uso della
CBCT(cone beam computed tomography)
che è una tomografia a fascio conico per
acquisire direttamente l’intero volume
dell’area d’interesse operativo, aprendo
nuovi orizzonti di precisione e conoscenza
anatomica utilissimi negli interventi di
estrazioni e disinclusioni di elementi
ritenuti, nell’implantologia, nell’ortodonzia,
nella parodontologia,
nell’endodonzia e nelle
patologie del distretto della testa e del collo.
Se poi una dentatura avesse bisogno
d’essere ridefinita, un prezioso sistema
d’implantologia 3D computer guidata
sarebbe in grado di riprogettarla,
individuando inclinazione, profondità e
dimensione esatta degli impianti guidati
da una dima chirurgica in rapporto alla
posizione del dente da sostituire e alla
conformazione anatomica del paziente. E
per la ricostruzione di tessuti di sostegno,
e altri elementi? Oggi esiste la possibilità
di fare innesti di osso eterologo particolato
(bovino, equino privato del DNA) che funga
da nutrizione e stimolazione alla ricrescita
dell’osso naturale. Esiste anche la possibilità
di prelevare osso autologo da vari siti
donatori come il cavo orale stesso, il piatto
tibiale, la cresta iliaca, l’osso temporale.
Tutto questo è solo un accenno delle infinite
ulteriori possibilità a cui la nuova scienza
medico-odontoiatrica può accedere.
Lo Studio Odontoiatrico: una “bottega”
quindi d’alta innovazione e tecnologia di
grande valore scientifico e professionale,
specialmente se al servizio di un sorriso che
è il miglior sintomo di una ottima salute del
cavo orale e di tutto l’organismo.
senzaetà
45
INGEGNERI IN CORSIA
AIIC nei tavoli
di discussione
ministeriali
C
resce la qualità tecnologica in Sanità:
AIIC sensibilizza i vari livelli decisionali della necessità di utilizzare figure
tecniche competenti, quali gli ingegneri
clinici. Le tecnologie sono ormai imprescindibili nel processo di cura ed è proprio per
questo che qualità e sicurezza delle tecnologie devono essere gestite da personale
qualificato. Questo vale in qualunque setting
di utilizzo delle tecnologie medicali: in ospedale, negli ambulatori ed anche a domicilio
del paziente.
L’Associazione Italiana Ingegneri Clinici,
punto di riferimento nell’ambito della gestione delle tecnologie biomediche, è sempre più spesso chiamata a dare il proprio
contributo anche a livello istituzionale per la
definizione di protocolli di sicurezza, decreti
di legge e normative tecniche.
Numerosi sono i disegni di legge e le riforme
regionali inerenti il riordino delle professioni sanitarie e quelli dettati da esigenze di
sostenibilità del SSN e di contenimento della
spesa. AIIC è stata invitata a collaborare in
due tavoli tecnici promossi dal Ministero
della Salute. Alcuni delegati dell’associazione prenderanno parte al “Tavolo Innovazione” e al “Tavolo del mobile health e
delle app mediche”. Si è ritenuto di doversi
confrontare sull’innovazione tecnologica in
medicina perché ha un elevato impatto sulle
cure messe a disposizione dei cittadini, ma
anche sulla spesa sanitaria. E’ necessario infatti fare in modo che le politiche sanitarie si
orientino verso una migliore appropriatezza
NUOVA INDAGINE
Per avere un quadro sulla situazione
dell’ingegneria Clinica in Italia, AIIC ha
avviato la mappatura di tutti i servizi di
ingegneria clinica presenti nelle strutture sanitarie.
Obiettivo è avere una fotografia dettagliata della presenza e delle attività degli ingegneri clinici nelle nostre regioni.
AIIC ritiene infatti importante individuare esattamente come vengono gestite
le apparecchiature biomediche e in che
modo viene curata la loro sicurezza
ed efficienza ed intervenire laddove
apparecchiature e servizi non sono
sufficienti.
Lorenzo Leogrande
Presidente AIIC
d’uso dei dispositivi medici per garantire
equità d’accesso alle cure per tutti i pazienti,
al passo con l’innovazione tecnologica.
Si delinea, dunque, la necessità di trovare un
modello di gestione delle risorse, razionale
ed appropriato, che permetta la diffusione di
tutte quelle tecnologie effettivamente innovative e necessarie per i pazienti.
La cosiddetta mobile-health e le nuove app
sulla salute hanno subìto una rapida evoluzione negli ultimi tempi; sono tecnologie
sempre più alla portata del paziente, ma non
sono ancora del tutto chiare le potenzialità e
la loro reale efficacia e per questo hanno necessità di un maggiore livello di attenzione.
La continua innovazione tecnologica e l’ingresso di nuove applicazioni informatiche
consentono di migliorare la qualità delle
prestazioni fornite ai pazienti ma al contempo necessitano di una regolamentazione
apposita e di un’attenta analisi dei rischi
collegati al loro utilizzo, analisi che deve
essere condotta in primo luogo dagli addetti
ai lavori.
Sempre più richieste in Sanità sono le competenze specifiche in tema di innovazione tecnologica. E sempre più richiesti sono i professionisti che garantiscano
un’adeguata introduzione e un governo di tecnologie che condizionano fortemente
qualità e sicurezza delle prestazioni sanitarie. L’Associazione Italiana Ingegneri
Clinici (AIIC), rappresenta una categoria che si distingue non più per il fattore di
novità ma per competenza specifica.
46 senzaetà
www.aiic.it
senzaetà
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SOCIETÀ&FUTURO
IL PASSAGGIO GENERAZIONALE
E’ PIU’ SEMPLICE ED EFFICACE
CON UNA FIDUCIARIA
I
l passaggio generazionale è un momento
molto importante e cruciale nella vita di
un’impresa (solitamente un’impresa a conduzione familiare), è quel momento in cui l’azienda passa dalle mani di una generazione ad
un’altra. Quando parliamo di passaggio generazionale non stiamo parlando di un mero trasferimento di quote societarie da padre a figlio.
Parliamo di un processo molto più complesso e
delicato, si tratta sì di un trasferimento tra un
soggetto “imprenditore”, che fino a quel momento ha diretto e gestito l’attività, e i suoi eredi, ma
il trasferimento ha ad oggetto un patrimonio
molto ampio costituito da conoscenza, capacità
e competenze, un patrimonio acquisito con anni
di esperienza. Proprio per questo il passaggio
generazionale può risultare un processo lungo
e difficile, con molte variabili: divergenze padre
e figlio, capacità del titolare di trasmettere le
sue conoscenze, volontà del figlio di apprendere
e desiderio nella continuazione dell’attività di
famiglia, ecc. Per semplificare ci si può avvalere
delle competenze della società fiduciaria: possono essere intestate quote (oggetto del passaggio generazionale) alla fiduciaria, e attraverso le
istruzioni che il fiduciante (l’imprenditore) dà
alla fiduciaria, si può ottenere un passaggio più
graduale senza che ne risenta l’attività aziendale, e ovviamente mantenendo la riservatezza
nei confronti di terzi. Strettamente connesso è
il patto di famiglia. Questo contratto dà la possibilità, ad un imprenditore o ad un titolare di
partecipazioni societarie, di trasferire l’azienda
o parte di essa, ad uno o più discendenti con il
consenso del coniuge e degli altri legittimari. Il
trasferimento dei beni oggetto del contratto ha
Valerio Vico
Presidente Fiduciaria Marche
48 senzaetà
effetto immediato e definitivo, in quanto non
può essere messo in discussione neanche dopo
la morte del disponente. La società fiduciaria
può inserirsi in questo procedimento e ricoprire
diversi ruoli importanti:
• può detenere e/o investire il denaro (o i
titoli) destinati alla liquidazione dei legittimari estromessi dal patto di famiglia,
• può assumere il ruolo di garante del rispetto e della corretta esecuzione del patto,
• ed infine nel caso di un patto di famiglia
avente ad oggetto delle partecipazioni
societarie, la società fiduciaria può semplificare il patto dal punto di vista organizzativo intestandosi le partecipazioni
nell’interesse di tutti i contraenti del patto
di famiglia.
Scriveteci alla mail
[email protected]
Francesco De Benedetto
Procuratore Fiduciaria Marche
Federico Barbieri
Procuratore Fiduciaria Marche
www.fiduciariamarche.it
L’ANONIMATO E LA RISERVATEZZA
DI UNA FIDUCIARIA
Lo scopo di chi usufruisce dei servizi offerti
dalla fiduciaria non è soltanto quello di far
amministrare e/o gestire il proprio patrimonio da personale competente ed esperto
per il mantenimento e l’accrescimento dello stesso, è anche un altro: la riservatezza.
L’intestazione fiduciaria infatti serve a
garantire la riservatezza, a non apparire
formalmente titolare dei beni e dei diritti,
quindi all’anonimato, ad esempio per non
sollecitare appetiti o attenzioni di terzi, o
anche per semplice misura di sicurezza
passiva. Il ricorso ad una società fiduciaria
serve a garantire un’effettiva separazione
ed autonomia dei patrimoni tra business o
soggetti differenti, ad evitare aggressioni
temerarie e non dovute da parte di futuri
creditori o sedicenti aventi titolo, o più in
generale a creare uno spazio “privato” in
un contesto sempre più “informato” e collegato, anche al fine di attenuare potenziali
conflitti o usi strumentali degli stessi.
La garanzia della riservatezza è uno dei
cardini e dei caratteri distintivi della società
fiduciaria.
I componenti del Cda della Fiduciaria Marche:
Pietro Giugliarelli, il presidente Valerio Vico e
Mario Giugliarelli
FARMACI:
un software
aiuta la geriatria
Si chiama
“SENATOR” lo
studio europeo
per gestire
le terapie
sugli over 65
50 senzaetà
S
i è tenuta ad Ancona la conferenza annuale del progetto
SENATOR (Software Engine
for the Assessment and optimitazion of drug and non-drug Therapy in Older persons), lo studio
promosso dalla Commissione europea che mette insieme i migliori centri specializzati in geriatria,
tra cui l’IRCCS INRCA, teso a ottimizzare l’utilizzo dei farmaci e
delle terapie non farmacologiche
nel paziente anziano complesso,
anche grazie al supporto dell’in-
formatica.
“In un contesto di progressivo invecchiamento della popolazione
in Europa, il numero di anziani
che presentano tre o più patologie
(multimorbidità) sta crescendo
rapidamente – sottolinea il Prof.
Antonio Cherubini, Responsabile
dell’Unità Operativa di Geriatria e
Accettazione Geriatrica d’Urgenza dell’INRCA - Un fenomeno che
comporta il massiccio utilizzo di
farmaci diversi sul paziente, con
possibili effetti collaterali derivan-
ti dalla loro interazione, che riguardano circa sei anziani su dieci, aumentando i costi per le cure”.
Attualmente infatti la metà degli
over 65 assume abitualmente oltre cinque medicinali, mentre vi è
un sottoutilizzo delle terapie non
farmacologiche, come esercizio
fisico e dieta. “Per questo – spiega
Cherubini – nell’ambito di SENATOR stiamo sviluppando, con la
collaborazione di aziende leader
nello sviluppo dell’informatica in
medicina, un software di supporto
ai medici non specialisti in geriatria per l’ottimizzazione delle
cure. Dopo aver inserito una serie
di dati che derivano da un’accurata valutazione del paziente, il
software, tramite un algoritmo
specifico, supporterà il medico
nella scelta ottimale dei farmaci
e delle cure alternative ad essi,
quando possibile”.
La sperimentazione del software SENATOR sarà avviata entro
l’autunno e coinvolgerà simultaneamente, oltre all’INRCA,
altri cinque ospedali in Irlanda,
Regno Unito, Belgio, Spagna e
Islanda, su un campione di 1800
pazienti complessi ricoverati in
reparti chirurgici e medici ad
eccezioni di quelli di geriatria.
Per tale motivo ed in un’ottica di
condivisione delle competenze,
della metodologia e della casistica, l’INRCA condurrà lo studio
presso l’Azienda Ospedaliera
Universitaria Ospedali Riuniti di
Ancona. In particolare verranno
valutati i benefici nel ridurre gli
effetti indesiderati dei farmaci e
l’eventuale abbassamento della
spesa sanitaria.
“Allungare”
la schiena
allunga la vita
Nell’ambito del progetto l’INRCA
ha anche il ruolo di esaminare gli
studi effettuati dagli altri centri
sull’efficacia delle terapie non
farmacologiche, per il trattamento delle più comuni sindromi
geriatriche (come stato confusionale, cadute, incontinenza, lesioni
da pressione), in modo da fornire
raccomandazioni sulla loro gestione. Al riguardo, l’Istituto ha
già pubblicato linee guida per la
prevenzione, durante il ricovero,
dello Stato Confusionale Acuto
(Delirium), una condizione clinica scatenata dalla contemporanea presenza di diversi fattori
(eventi stressanti come malattie
in fase acuta, interventi chirurgici, disidratazione, effetti indesiderati da farmaci). “Lo Stato Confusionale è la più frequente complicanza del ricovero nell’anziano.
Grazie all’identificazione precoce
dei fattori che causano gli stati
confusionali, è possibile prevenire
fino al 40% dei casi” - conclude
Cherubini - “a dimostrazione di
come dalla ricerca scientifica possano scaturire soluzioni assistenziali concrete”.
Il progetto SENATOR, di durata
quinquennale, è finanziato dalla
Commissione europea nell’ambito del Settimo Programma Quadro e si concluderà nel 2017.
L’Inrca attiva la campagna
“Il benessere
passa dalla schiena”
guardando ai lavoratori
Dopo il grande successo del progetto “Fitness at Work” (attività fisica sul posto di
lavoro), l’IRCCS INRCA (Istituto Nazionale
Riposo e Cura Anziani) amplia le attività in favore della salute dei dipendenti
con la campagna “Il benessere passa
dalla schiena”. Una nuova attività fisica
accompagnata da esercizi posturali e di
stretching per educare ad un uso corretto
della schiena, particolarmente adatta al
personale di assistenza geriatrica, a cui è
affidata la movimentazione del paziente
nelle varie fasi di cura.
“La ginnastica preventiva ed in particolare
gli esercizi di allungamento della colonna
vertebrale – spiega la Dott.ssa Roberta
Ansevini, Fisioterapista della Medicina
Riabilitativa dell’INRCA – favoriscono il
recupero della fatica e permettono alle
leve corporee di agire con maggior efficacia, aiutando ad evitare i movimenti che
producono dolore”. Consentono inoltre lo
sviluppo di una maggior flessibilità generale del corpo e sono efficaci anche nella
prevenzione degli infortuni.
“La gestione di pazienti anziani richiede
spesso di eseguire manovre che possono
arrecare danno al sistema osteo-articolare”, per cui vengono opportunamente
utilizzati i principi ergonomici propri della
“Back School” (Scuola della Schiena),
attività svolta e sviluppata da diversi anni
presso la Medicina Riabilitativa dell’Istituto.
La campagna, avviata con lo slogan
“Chi allunga la schiena allunga la vita”,
si inserisce nel percorso aziendale “Fitness At Work”, dedicato al benessere
fisico dell’operatore, la prima iniziativa di
questo genere in Italia che consente al
personale di accedere gratuitamente, al di
fuori dell’orario di servizio, agli spazi per
l’attività motoria disponibili. Il tutto, sotto
la guida di un fisioterapista-tutor.
senzaetà
51
La Cina ci guarda
Da export
il modello di
assistenza
agli anziani
In un progetto
l’apertura del mercato
edilizio ospedaliero,
formazione e servizi
con un’analisi
comparata di
altri paesi
52 senzaetà
S
icuramente le nostre eccellenze in sanità e in geriatria
specialmente, fanno gola sul
mercato internazionale. Servizi
sociali per gli anziani progettati
sulle comunità locali, forza lavoro
qualificata e un impulso al libero
mercato nella fornitura di servizi
di assistenza e formazione. Sono
alcune delle raccomandazioni
dell’IRCCS INRCA (Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani) al
Dipartimento per lo Sviluppo Sociale cinese elaborate all’interno
del progetto “China - Economic
Reform Implementation Project”.
Finanziato dalla Banca Mondiale
per gli Investimenti (BEI), è volto
a supportare la Cina nello sviluppo di un complesso strutturato
di riforme, compresa quella relativa ai servizi socio-sanitari per
la terza età, realizzato mediante
un’analisi comparata dei sistemi
di welfare italiano, inglese, ame-
ricano e svedese. Oltre all’Inrca,
unico Istituto italiano impegnato
negli studi sull’invecchiamento,
al progetto hanno partecipato alcuni tra i più accreditati centri di
ricerca internazionali in materia,
come la Duke University (Stati
Uniti), l’Università di Sheffield
(Regno Unito) e il Carolinska Institute (Svezia). Il report finale
del progetto, redatto con i contributi provenienti dai vari centri,
contiene le principali linee che
seguirà la politica assistenziale
cinese nei prossimi anni.
“L’invecchiamento della popolazione e la conseguente gestione
dell’anziano riguarda in maniera
crescente i Paesi in via di sviluppo - spiega Giovanni Lamura del
CRESI, Centro Studi e Ricerche
Economico-Sociali per l’Invecchiamento dell’Inrca - Finora in
Cina si è puntato sulla costruzione di strutture residenziali e
posti letto, senza investire in servizi, competenze del personale
e formazione, ma l’esigenza è di
invertire la rotta”.
Una delle criticità maggiori sta
nel ridurre le strutture residenziali esistenti, attualmente troppo grandi per offrire assistenza
di qualità. L’obiettivo del Governo
cinese è di costruire nuovi spazi
più piccoli e funzionali, affiancandoli a servizi di assistenza come
sportelli sociali e di accoglienza,
sulla scia del modello europeo. In
tal senso verranno aumentati da
20 a 30 m2 gli spazi adibiti allo
scopo, per raggiungere entro il
2020 il 50% delle persone anziane bisognose di assistenza.
“Altre criticità emerse – continua
Giovanni Lamura - sono la mancanza di integrazione tra sistema
sanitario e servizi sociali. Si farà
ricorso al libero mercato per aumentare la scelta di beni e servizi
di assistenza”. Allo stato attuale,
infatti, vi sono condizioni di monopolio di alcune aziende, che
minano inevitabilmente la qualità delle cure. Un discorso simile
riguarda anche i finanziamenti:
in aggiunta alle attuali risorse
statali, verrà favorito l’accesso di
società private al mercato. Se da
una parte è fondamentale innovare i servizi, dall’altra è necessario formare figure professionali
specializzate e rafforzare le competenze degli operatori che lavorano con gli anziani. L’obiettivo è
incoraggiare i giovani ad entrare
nel settore, migliorando l’attrattività del mestiere grazie a condizioni e remunerazioni migliori.
La Cina dunque, nei prossimi
anni, promuoverà un maggiore
interesse verso la cura dell’anziano a livello culturale, formativo,
dal punto di vista dell’investimento tecnologico e delle strutture ospedaliere, con la valorizzazione del domicilio come luogo
dove la persona dovrebbe invecchiare. Il notevole cambiamento
demografico in atto pone sfide a
cui il Governo vuole rispondere.
Per non pensare l’invecchiamento come fase di declino e
dipendenza, per considerare la
longevità una risorsa utile per
lo sviluppo socio-economico del
Paese.
Screening del rene:
l’Inrca partecipa
al progetto
europeo SCOPE
Diagnosi precoci e interventi rapidi: queste le azioni necessarie per
evitare o rallentare l’avanzamento
dell’Insufficienza Renale Cronica (IRC). Condizione patologica
infiammatoria o cronica, questa
malattia porta progressivamente
alla riduzione della funzionalità
del rene e rappresenta altresì un
problema di salute pubblica di
rilevanza mondiale, presente soprattutto nei Paesi industrializzati,
ove l’aspettativa di vita è più alta.
In Italia attualmente ne soffre circa il 7,5% degli uomini e il 6,5%
delle donne, per un totale di più
di 5 milioni di persone. Nonostante l’importanza di una diagnosi
precoce per prevenirne le complicanze, in Europa i programmi di
screening sono inadeguati perché
estremamente eterogenei, spesso
basati su valutazioni non strutturate, con linee guida a volte
approssimative e incentrate su
pochi dati statistici.
A tale proposito l’IRCCS INRCA,
in collaborazione con altri sette
Paesi d’Europa, offre il suo contributo al nuovo progetto di ricerca
SCOPE (Screening for Chronic
kidney disease among Old People
across Europe), con il proposito
di ridefinire a livello europeo i
programmi di prevenzione della
malattia. L’obiettivo principale del
progetto, di durata biennale, è di
valutare i metodi più efficaci per
identificare i soggetti a rischio
nella popolazione con più di 75
anni.
senzaetà
53
TATUAGGI
Attenti ai
tatuaggi
moda
pericolosa
Q
Da dermatologi e
oncologi arriva il
monito: i disegni
permanenti della “body art”
possono causare diverse
malattie e rendere
difficile la diagnosi
54 senzaetà
uella dei tatuaggi è tutt’altro che una
moda recente, le origini risalgono
agli albori della storia, il significato
psicologico di essi attinge da un’esigenza
atavica, può avere significati spirituali, politici, trasgressivi, identitari o puramente
decorativi.
Secondo l’ultima fotografia scattata dall’Istituto Superiore di Sanità è sempre più
decorata la pelle degli italiani, più donne
che uomini, ma solo il 40% è informato sui
possibili rischi ed è in costante crescita il
numero di reazioni avverse quali allergie e
infezioni, anche gravi, non solo per le condizioni igieniche di locali e attrezzature, ma
anche per la possibile contaminazione microbica degli inchiostri e la presenza in essi
di sostanze pericolose.
Il tatuaggio è l’introduzione intradermica di
pigmenti che entrano a contatto l’organismo.
Sono diversi gli avvisi di sicurezza emessi
dal Ministero della Salute relativi ad inchiostri presenti sul mercato italiano rischiosi
per la salute e, complessivamente, in Europa, dall’inizio dell’anno 2014, ne sono stati
ritirati 16, tutti per eccesso di metalli come
piombo, cadmio, cromo, arsenico, nichel e
per la presenza di sostanze cancerogene
(ammine aromatiche).
Anche negli Stati Uniti il problema della
sicurezza dei pigmenti è estremamente
attuale. Recentemente sono stati infatti
ritirati diversi prodotti a seguito di un
caso di infezione cutanea connesso al loro
utilizzo e all’ individuazione da parte della
Food and Drug Administration (FDA) di una
contaminazione microbica nelle bottiglie sigillate. Inoltre, il rischio di infezioni cutanee
è particolarmente elevato in soggetti con
patologie circolatorie pregresse, diabetici e
con un sistema immunitario compromesso;
se l’infezione non è adeguatamente trattata
può diffondersi fino a rendere necessaria
l’ospedalizzazione.
I dermatologi spiegano che il problema di
infezioni e allergie è legato alla natura sintetica dei nuovi pigmenti. Il 90% delle sostanze impiegate oggi è fabbricato in laboratorio
con formule, molto spesso, ignote, mentre i
pigmenti utilizzati fino a 10-15 anni fa erano
sostanze note e autosterilizzanti, che proprio per la loro composizione chimica erano
in grado di restare sterili.
Si trattava, ad esempio, di carbone per ottenere il colore nero, sali di cadmio per il
giallo, sali di mercurio o di ferro per il rosso.
Se si verificava un’infezione, nella maggior
parte dei casi, era per l’ambiente e le condizioni in cui venivano realizzati i tattoo.
Un tatuaggio su un neo o su una voglia potrebbe avere effetti molto negativi per la
salute perché potrebbe rendere difficile sco-
prire gli sviluppi di un eventuale cancro della pelle, poiché l’inchiostro utilizzato tende
a interferire con alcuni degli strumenti usati
per la diagnosi. Nel caso in cui si abbiano
diversi nei in aree della pelle tatuate è molto
importante svolgere regolari visite dermatologiche. I dermatologi dell’American
Academy of Dermatology hanno ribadito che
si registra un aumento dei casi di allergie,
formazione di cisti e arrossamenti anche a
distanza di anni dal primo tatuaggio, oltre a
un peggioramento di alcune malattie croniche della pelle come psoriasi ed eczemi.
La composizione dei tatoo è cambiata, dalle
analisi condotte anche dalla Food and Drug
Administration emerge che gli inchiostri
moderni contengono coloranti azoici, gli
stessi usati nell’industria tessile, per la
stampa e nelle vernici delle automobili, composti che si trovano nei colori rossi brillanti,
corallo e gialli.
Questi inchiostri provocano complicanze anche sconosciute, incluse infezioni micobatteriche
atipiche. Le reazioni della
pelle possono anche essere
confuse con il carcinoma
squamo cellulare oppure
nascondere il melanoma
che viene, così, diagnosticato in ritardo.
Rischi da valutare
• Reazioni allergiche. Gli inchiostri per i tatuaggi, soprattutto
quello rosso, possono causare reazioni allergiche della pelle, che
provocano un’eruzione cutanea pruriginosa nella zona tatuata che
può verificarsi addirittura diversi anni dopo il tatuaggio.
• Infezioni cutanee caratterizzate da rossore, gonfiore, dolore e
dalla presenza di pus. In alcuni casi, intorno all’inchiostro del tatuaggio (in particolare a quello rosso), si formano piccoli rigonfiamenti, detti granulomi: il tatuaggio può provocare un ispessimento della pelle, causato dalla proliferazione del tessuto cicatriziale
(cheloide).
• Patologie infettive. Se l’attrezzatura usata per realizzare il tatuaggio è contaminata da sangue infetto, c’è il rischio di contrarre
diverse malattie trasmesse dal sangue, come l’epatite B, l’epatite
C, il tetano e l’HIV, cioè il virus che provoca l’AIDS.
• Complicazioni della risonanza magnetica. Le modifiche corporee permanenti possono causare
gonfiore o bruciore nella zona colpita durante
la risonanza magnetica (MRI). In alcune situazioni, ad esempio nel caso di un paziente con trucco permanente agli occhi che si
sottopone a risonanza magnetica dell’occhio, i pigmenti del tatuaggio potrebbero
interferire con la qualità dell’immagine.
senzaetà
55
BUONO
A SAPERSI
Cadono le foglie,
tutti in palestra…
L
a ripresa autunnale consiglia: andare
in palestra a stomaco leggero, fare
sport lontano dai pasti principali. Fare
ginnastica sempre con preriscaldamento,
soprattutto quando si affrontano poi delle
gare. Meglio infine, fare allenamenti regolari
e con la giusta continuità: ossia non fare
palestra “stagionale” quando occorre rimettersi in forma all’ultimo momento!
La sudorazione non è sempre indice sano di
dimagrimento: meglio chiedere al proprio
medico se ci sono controindicazioni oppure
problemi cardiovascolari… Mai mettersi
indumenti a stagno o più felpe una sopra
56 senzaetà
l’altro: mai usare il cellophane che non fa
traspirare la pelle. Come minimo si creano
problemi collaterali e dermatiti.
Da tenere presente comunque che il movimento fa bene e fa dimagrire in ogni caso.
Vediamo allora quali sono i consigli che
troviamo in rete per chi vuole mantenersi (o
tornare) in forma.
Lo sport contribuisce a scolpire la silhouette
grazie alla convergenza di diversi fattori:
MOBILITA LE RISERVE DI GRASSO. Per fare
uno sforzo, l’organismo ha bisogno di un
combustibile facilmente disponibile. Nella
maggior parte dei casi, si tratta dei glucidi.
Una volta esaurite le riserve di glucidi (utilizzate prioritariamente), inizia a bruciare i
grassi.
AUMENTA LA COMBUSTIONE ENERGETICA,
ANCHE A RIPOSO. Per mantenersi in forma,
la massa muscolare consuma molta energia
anche quando non è in azione, contrariamente alla massa grassa che non ne brucia
affatto.
MODELLA LA SILHOUETTE. I muscoli sono
pesanti, ma occupano poco spazio. Con un
po’ di movimento, si riesce ad ottenere un
corpo asciutto ed elegante, scolpito nei punti
giusti.
Il movimento fa
sempre bene,
ma attenti a
non strafare
CONTROLLA L’APPETITO. Occupan-
doti - fisicamente e mentalmente - e
favorendo la secrezione di ormoni del
benessere, fare sport permette di limitare le compulsioni alimentari e ti evita
di spiluccare.
FAVORISCE UN BUON EQUILIBRIO
GENERALE. Grazie all’attività fisica, il
corpo è in forma, ci si sente bene con se
stessi, inevitabilmente alla fine, si vede.
Ecco la hit parade degli sport
che fanno bruciare più calorie
Ci sono alcune discipline sportive che fanno
bruciare calorie in modo sano. Vietato però
forzare i benefici effetti con integratori a tutti i costi. Ricordarsi sempre che se si prendono medicinali di qualsiasi tipo, dal sonnifero
alla crema per le mani, non sempre si possono fare sforzi fisici mirati. Ecco però una
visione d’insieme degli sport più comuni.
Gambe affusolate, lunghe e ben tornite?
Lo sci di fondo.
Dalle 500 alle 750 Kcal/ora.
Snellisce e scolpisce la propria silhouette
Scolpire i glutei,
niente di meglio che i pattini.
I rollerblade.
Tra le 500 e le 750 Kcal.
Jogging.
Circa 550 Kcal/ora.
Quando si corre, si effettua un lavoro muscolare e cardiaco completo, senza peraltro
gonfiare gli arti inferiori.
Gli sport da racchetta (badminton, tennis,
squash).
500 Kcal/ora.
Fanno bruciare abbastanza… a condizione di
correre davvero dietro la palla!
Fare fitness (step, aerobica).
Dalle 300 alle 600 Kcal/ora. Un’ottima attività per sudare e scaricarsi bene.
Andare in bicicletta.
Dalle 300 alle 600 Kcal/ora.
Dipende dalla velocità, dal terreno, dalle
condizioni metereologiche… è un’ottima attività per coloro che soffrono di sovrappeso:
il peso non grava né sulla schiena né sulle
articolazioni.
Il nuoto.
300 Kcal/ora. E’ il più completo, anche se
richiede tempo: sollecita continuamente
tutti i muscoli delle braccia, delle gambe, del
busto. Migliora la circolazione e rafforza la
respirazione.
La marcia. Tra le 180 e le 250 Kcal/ora.
Non è molto, ma se si cammina tutti i giorni…
Da tenere in considerazione però: sci, calcetto, squash e tennis su tartan NON sono
discipline indicate per chi soffre di menischi,
tallonite, infiammazioni alle articolazioni
o ha i legamenti consumati. Dunque, NON
possono essere un ripiego del tempo libero
– tanto per mantenersi in forma – di ex atleti
che hanno in passato svolto attività agonistica nel calcio, nel tennis etc etc.
senzaetà
57
MANGIARSANO
A proposito dei semi di lino Gandhi disse: “Ovunque i semi di lino
divengano un cibo comune tra la
gente, lì ci sarà una salute migliore”.
I 5 semi
da cui
germoglia
…Salute!
58 senzaetà
I
semi, parte vitale delle piante, sono un’ottima sostanza anche per la salute dell’uomo essendo ricchi di vitamine, proteine,
minerali, acidi grassi essenziali, enzimi, fibre
vegetali. Oltre a frutta e verdura, mangiare il
corrispondente di due cucchiaini di semi oleosi ogni giorno garantisce un buon apporto di
minerali. Alcuni di essi aiutano nella regolazione dei livelli degli zuccheri e del colesterolo
nel sangue, garantiscono il benessere delle
ossa e la prevenzione dell’anemia, contengono proteine vegetali molto utili soprattutto a
chi segue diete vegetariane e vegane, diverse
vitamine in particolare A, E, alcune vitamine
del gruppo B. Sono anche buoni e in cucina e
facilmente utilizzabili, ad esempio aggiunti
alle insalate oppure allo yogurt, verdure crude o cotte, pasta, pane E dolci. Ecco perché
semi e frutta secca possono essere considerati
a tutti gli effetti dei veri e propri integratori
naturali che, se consumati ogni giorno, allontanano il rischio di possibili carenze.
SEMI DI SESAMO: nutrienti, facilmente digeribili, forniscono ferro, fosforo, magnesio,
silicio, acidi grassi essenziali, lecitina ma soprattutto calcio. Proprio per questo dovrebbero essere inseriti nell’alimentazione di
tutte le persone a rischio osteoporosi e nelle
donne in gravidanza. Questi piccoli semini
sono ottimi anche in caso di convalescenza
dato che rafforzano il sistema immunitario
e contribuiscono ad una giusta stimolazione del sistema nervoso. I semi di sesamo
si possono utilizzare crudi o leggermente
tostati. Se volete ridurre il consumo di sale
potete condire i vostri cibi con il Gomasio,
un preparato giapponese a base di semi di
sesamo tostati e sale marino (solo 7 grammi
di sale per 100 grammi di prodotto). Se invece avete bisogno di un po’ di dolcezza non
c’è nulla di meglio che sgranocchiare i sesamini, piccoli snack facilissimi da preparare
anche a casa. Contengono acidi grassi mono-insaturi (fino al 50 %) che comprendono
l’acido oleico che aiuta ad abbassare l’LDL o
“colesterolo cattivo” ed aumentare l’HDL o
“colesterolo buono” nel sangue. 100 g di sesamo contengono 97 mg di acido folico, circa
il 25 % della dose giornaliera raccomandata,
essenziale per la sintesi del DNA. Somministrato in gravidanza può prevenire i difetti
neurologici nel bambino.
SEMI DI LINO: forniscono Omega 3 e sostanze anticancerogene come i lignani. Sono particolarmente consigliati a chi soffre di colite
o intestino pigro grazie alle mucillagini e le
fibre che contengono. I vegani li possono
utilizzare per le loro preparazioni culinarie
al posto di un uovo, basta triturarli e unirli a
un po’ d’acqua.
SEMI DI GIRASOLE: sono particolarmente
ricchi di vitamine del gruppo B ma anche
di vitamina A, D, E e PP, oltre che di acidi
grassi essenziali, minerali (ferro, magnesio,
potassio, calcio) e oligoelementi (zinco,
rame, manganese e cobalto). Contengono
inoltre proteine e carboidrati, sono quindi
perfetti per fornire energia e contrastare la
stanchezza.
SEMI DI CANAPA: sono i più completi. Ricchi
di proteine e fibre, contengono 10 amminoacidi, oltre ad Omega 3, l’Omega 6 e fitosteroli, indispensabili per prevenire gravi forme
tumorali e patologie a carico del sistema
neurologico, come l’Alzheimer e il Parkinson.
Si possono consumare decorticati o integrali
in primi piatti, insalate e piatti unici. Dai
semi di canapa, per mezzo della spremitura
a freddo, si ricava un olio vegetale dal gusto
che ricorda quello di nocciola. Somministrato in gravidanza può prevenire i difetti neurologici nel bambino.
Se volete ridurre il consumo di sale potete
condire i vostri cibi con il Gomasio, un preparato giapponese a base di semi di sesamo
tostati e sale marino (solo 7 grammi di sale
per 100 grammi di prodotto). Se invece
avete bisogno di un po’ di dolcezza non c’è
nulla di meglio che sgranocchiare i sesamini,
piccoli snack facilissimi da preparare anche
a casa.
SEMI DI ZUCCA: ricchi di Vitamina E, magnesio, sodio, zinco, selenio e acido linoelico.
Sono particolarmente consigliati agli uomini
perché aiutano a tenere in buone condizioni
il tono muscolare della vescica e a prevenire
i fastidiosi disturbi alla prostata. Inoltre
contribuiscono a ridurre il fenomeno della
caduta dei capelli. Il magnesio riduce la
pressione sanguigna e aiuta a prevenire
arresti cardiaci, infarti e ictus. Macinare i
semi di zucca con aglio fresco, prezzemolo e
foglie di coriandolo, aggiungere olio e succo
di limone per un gustoso condimento per
l’insalata.
BARRETTA
DEI SESAMINI
PANE AI SEMI DI
GIRASOLE E ZUCCA
Sciogliete a fuoco lento lo sciroppo di riso, poi
incorporate lo zucchero e mescolate fino all’ebollizione. Aggiungete i semi di sesamo e fateli cuocere
mescolando per una decina di minuti; il composto
inizialmente diventerà duro ma poi si ammorbidirà
leggermente con il calore. Aggiungete le mandorle
e, sempre mescolando, cuocete per altri dieci minuti. Versate il composto (con il cucchiaio sul foglio di
carta da forno che avete preparato prima, cercando
di dargli una forma rettangolare; metteteci sopra
un foglio di carta forno e stendete con un mattarello fino ad ottenere lo spessore desiderato. Sollevate
il foglio di carta forno e tagliate nelle forme che
preferite (dovete tagliarlo quando è caldo/tiepido).
Conservate le barrette in un contenitore divise dalla
carta forno.
In una ciotola sciogliete il lievito con lo zucchero,
un pò d’acqua e un paio di cucchiai di farina, mescolate e lasciate riposare questo primo impasto
per 30 minuti. Setacciate la farina, versatela nel
primo impasto che avete preparato e iniziate a lavorare il tutto aggiungendo poco alla volta il latte,
l’acqua, l’olio e il sale.
Quando la pasta sarà liscia, omogenea e soda, lasciatela lievitare per 8 ore. Poi prendete l’impasto
mettetelo sulla spianatoia e con le mani sgonfiatelo
delicatamente e aggiungete i semi di girasole e
zucca. Lavorate di nuovo l’impasto ripiegandolo su
se stesso e dategli la classica forma rotonda di una
bella pagnottella, incidete la pasta con un coltellino
e cospargete la superficie con i semi di zucca e di
girasole.
Ponete la pagnottella in una teglia antiaderente e
lasciatela lievitare per altre 7 ore. Cuocete il pane
per 30 minuti circa a 170 °.
Ingredienti:
180 g di semi di sesamo,
20 g di mandorle sgusciate e tritate,
100 g di sciroppo di riso,
100 g di zucchero di canna
Ingredienti:
550 g di farina 00, 170 ml di acqua frizzante,170
ml di latte, 2 cucchiaini di zucchero, 2 cucchiaini
di sale, 2 cucchiai di olio,4 g di lievito di birra, 80 g
semi di girasole, 20 g di semi di zucca
senzaetà
59
GRAFOLOGIA
Iniziamo da oggi la collaborazione con la
dott.ssa Pancalletti, grafologa, cui è possibile
sottoporre domande e testi da analizzare.
La scrittura appartiene ad un lato
della personalità che svela molto di sé e
ci fa conoscere dentro.
Dott.ssa Cinzia Pancalletti
Consulente grafologo
Scrivere a mano fa
bene al bambino
N
egli ultimi tempi si parla molto della
scrittura in generale e in particolare
dello stampatello che sembra voler
sostituire (indebitamente a mio avviso) il
corsivo.
Tale scelta è anche una conseguenza riparatrice ai danni causati da una brutta grafia
che ha preso molto spazio per le più variegate motivazioni che vanno dall’introduzione
in maniera ponderosa di nuove tecnologie
negli strumenti finalizzati alla scrittura, che
porta pertanto al disuso della penna e del
movimento della mano, a disagi interiori o
biologici dei bambini che iniziano il faticoso
percorso nell’acquisizione dell’apprendimento della scrittura.
Infatti, dalla scuola elementare scaturiscono
sempre più bimbi che incontrano difficoltà
nella elaborazione di tratti grafici e certa-
mente l’uso di computer suppletivi o dello
stampatello non può essere la soluzione.
La Grafologia ci insegna che scrivendo a
mano trasferiamo nel foglio di carta la nostra mente, è infatti il cervello che, tramite
neurotrasmettitori, sinapsi ecc…trasmette
l’impulso alla mano per muovere le dita e
quindi la penna in un modo piuttosto che
in un altro. La cosa sorprendente è che tale
impulso/comando non risulta essere a senso
unico, scrivendo esso ritorna al cervello!
Si può ben capire in questo modo che se articoliamo le dita conformando le lettere con
determinati tratti grafici ritorna al cervello
un certo tipo di impulso, diversamente se
battiamo continuamente su di una tastiera
ne ritornerà un altro completamente diverso: il primo caso potremmo paragonarlo ad
un “oliare le rotelline del cervello”, così da
I limiti dello
STAMPATELLO:
l’articolazione delle dita
e il ritorno positivo
al cervello:
altro che il ritmo
tamburellante
della tastiera!
60 senzaetà
[email protected]
esercitarle e mantenerle sempre fluide e
funzionali, il secondo caso ad un martellamento con tutto ciò che può implicare.
Tralasciando il movimento del circuito neuronale finalizzato alla conformazione delle
lettere scritte a mano, si perderebbe l’abilità
dell’apprendimento anche in altri ambiti, di
disabilitando le aree del cervello interessate
nell’apprendimento della scrittura e lettura
si rischia infatti di andare incontro non solo
ad un impoverimento bensì anche a vere e
proprie menomazioni.
E’ pertanto di fondamentale importanza
scrivere a mano e, laddove insorgono problemi di esecuzione scrittoria, intervenire
tempestivamente con un percorso di rieducazione della grafia al fine di recuperare
l’abilità grafomotoria piuttosto che ricorrere
a strategie strumentali.
SCAFFALE
a cura di Maria Chiara La Rovere
PHI. UN VIAGGIO
DAL CERVELLO ALL’ANIMA
GERINI, PLAYBOY
E GENTILUOMO
Codice edizioni
Armando Editore
Giulio Tononi
Un romanzo-saggio di grande energia che, in
più punti ispirato alla “Divina Commedia”, ha
come protagonista Galileo Galilei.
L’astronomo viene guidato in un viaggio onirico prima da Francis Crick, poi da Alan Turing e infine da Charles Darwin, alla scoperta
di cos’è la coscienza e di com’è generata dal
cervello.
Il neuroscienziato e psichiatra Giulio Tononi
si spinge dunque ad utilizzare un romanzo
filosofico per indagare l’eterno paradosso
del rapporto tra coscienza e cervello, tra
filosofia e scienza.
Nel corso della narrazione Galileo, e con
lui il lettore, scoprirà che la coscienza, da
sempre considerata un mistero insondabile,
appannaggio esclusivo della filosofia o mera
illusione, è in realtà la cosa più reale, più
grande e più irriducibile che esista, ma non
per questo non misurabile.
Le sue forme sono geometriche, la sua misura un numero: PHI.
Giorgio De Romanis
Il Marchese Antonio Gerini protagonista
delle notti romane raccontato da Giorgio De
Romanis, suo amico di sempre, diventa un
avvincente romanzo biografico per episodi.
Ci sono il succo della Dolce Vita ai tempi
di attrici e modelle, delle auto fiammanti e
delle avventure galanti, fra lustrini e night
club, affari e belle donne.
Queste, in ultima analisi, sono sempre state
il fiore all’occhiello di Antonio Gerini che ha
presenziato alla festa in suo onore svoltasi
all’Hotel Londra di piazza Sallustio, presentata dal direttore della rivista Senzaetà, Luca
Guazzati, che ha intervistato prima l’autore
Giorgio De Romanis, scrittore ormai abituato
a illustrare queste sagaci e avventurose
storie piccanti, ma poi, con grande arguzia,
anche lo stesso Gerini è stato posto “sotto
i riflettori” per rivivere con gli amici e la
buona società romana una storia davvero
straordinaria ed affascinante di vita vissuta.
L’ ABC DELLO YOGA
PER BAMBINI
Teresa Anna Power
Macro Junior Edizioni
A come Albero, Aereo e Aquilone, B come
Barca, e Bambola di pezza, C come Cigno,
Cobra e Coccodrillo. E così via fino alla Z di
Zero!
Un libro che permette di imparare l’alfabeto
e le posizioni dello Yoga.
Ce ne sono di molto divertenti e ognuna permette di avere benefici a livello fisico, mentale, spirituale. Con questo libro i bambini
possono: scoprire lo Yoga, antica disciplina
adatta a tutti; imparare l’alfabeto e l’inglese;
divertirsi a leggere le semplici spiegazioni; giocare imitando le posizioni di ogni
illustrazione; diventare più calmi e presenti;
sviluppare la coordinazione, la concentrazione, la forza e la fantasia; introdurre una sana
attività nella loro giornata; condividere un
momento speciale con i genitori. Un modo
innovativo che unisce l’uso dell’alfabeto,
dell’inglese, di colorate illustrazioni (di Kathleen Rietz) e testi delicati per introdurre
i bambini allo Yoga, grazie all’esperienza di
Teresa Anna Power, da 30 anni insegnante
di Yoga, specializzata nell’approccio con i
bambini. Età di lettura: da 4 anni.
senzaetà
61
I MEDICI NELLA STORIA
di Giacomo Cucchieri
GIANBATTISTA MORGAGNI:
il Padre dell’anatomia
patologica
Grazie alle sue
pubblicazioni
rivoluzionò il
sapere e
il metodo
De sedibus, copertina del primo tomo
62 senzaetà
I
l suo obiettivo: migliorare le
cure per i malati. Il suo metodo: ricostruire lo sviluppo
della malattia, identificando con
precise autopsie le lesioni interne degli organi. Parliamo di Giovanni Battista Morgagni, definito
all’unanimità come ‘Il fondatore
della patologia moderna’, materia
che studia i problemi riguardanti
le malattie umane.
Nato a Forlì nel 1682, a diciannove anni ottiene la laurea in Medicina a Bologna e lavora come
medico in diversi ospedali, anche
nella sua città natale. Nel 1711 si
stabilisce all’Università di Padova, dove è nominato professore di
medicina teorica. Grazie alle sue
capacità in poco tempo diventa
professore primario di anatomia,
incarico che manterrà fino all’anno della sua morte. Nel 1761
pubblica l’opera che lo renderà
celebre a livello internazionale, il
De sedibus et causis morborum
per anatomen indagatis. Un titolo
in cui è riassunto il procedimento
seguito: morbus, ‘malattia’, sono
i sintomi presentati dal paziente
vivo; causa per anatomen indagatis è l’alterazione degli organi
evidenziata dall’esame post mortem del paziente.
Il metodo di studio fa comprendere la mole straordinaria di
lavoro svolta da Morgagni. Ogni
giorno, fin dall’inizio degli studi
anatomici e medici, registra in
un apposito diario medico-scientifico quanto di interessante gli
capitava di leggere, ascoltare e
osservare: un metodo al quale si
mantiene fedele per tutta la vita,
e che gli consente di raccogliere e
classificare osservazioni cliniche,
anatomiche, resoconti di colloqui,
con aggiornamenti e integrazioni anche a distanza di anni. In
questa opera monumentale, composta da cinque tomi, vengono
presentati in totale circa 700 casi,
frutto di sessant’anni di lavoro
quotidiano. L’approccio del libro
si presenta assolutamente innovativo per i tempi, poiché i risultati delle autopsie vengono per la
prima volta correlati ai sintomi e
alla storia clinica del paziente.
Nel complesso questa grandiosa
opera di sintesi è una miniera di
osservazioni originali, cliniche e
anatomo-patologiche, che porta
al riconoscimento dell’anatomia
patologica quale parte integrante
della medicina.
Comunque l’opera di Morgagni
determina una rottura così forte
nel mondo del sapere medico per
cui, come è stato detto (Grmek
1986), “dopo di lui, non si pensa
e non si scrive più come si pensava e si scriveva precedentemente”.
L’OPINIONE
Meno disabili, ma
famiglie più sole
C
ontinua a diminuire la quota di persone con limitazioni funzionali, anche
tra gli anziani, ma le famiglie si trovano spesso sole ad affrontare tali situazioni
di criticità.
E’ quanto emerge dal Rapporto 2014 dell’Istat su “Condizioni di salute e ricorso a servizi sanitari”.
La quota di persone con difficoltà nel camminare, vedere, sentire, parlare o svolgere
le attività di cura della persona che consentono di essere autonomi, passa dal 6,1% nel
2000 al 5,5 % nel 2013.
Per gli anziani si passa dal 22,0% del 2000
al 19,8% nel 2013. Si stima siano circa 3,2
milioni le persone con questo tipo di difficoltà, di cui oltre l’80% (circa 2 milioni e
500 mila) anziani e due terzi donne; la differenza tra generi non è ascrivibile solo alla
maggiore longevità delle donne, infatti, già
a partire dai 55 anni, lo scarto tra uomini e
donne emerge in tutte le fasce d’età.
Nel Sud e nelle Isole, analogamente a quanto
accade per gli altri indicatori, la quota di
persone con limitazioni funzionali si mantiene, come nel 2005, significativamente più
elevata rispetto alle altre aree territoriali:
nel Sud (6,9%) e nelle Isole (7,0%).
Nella maggioranza dei casi (55,5%) le persone cumulano più tipi di limitazioni funzionali (circa 1 milione 800 mila persone).
Generalmente la famiglia è la principale se
non l’unica risorsa sulla quale possono contare le persone con limitazioni funzionali. È
pari all’11,4% la quota di famiglie che hanno
almeno una persona con limitazioni funzionali e sono di più nel Sud (14,2%) e nelle
Isole (14.4%). Nella maggioranza dei casi
(53,8%) c’è almeno un componente della
famiglia che può farsi carico delle persone
con difficoltà funzionali. Il 46,2% di queste
famiglie è invece composto esclusivamente
da persone con limitazioni funzionali, che
vivono sole (40%) o con altre persone con
limitazioni funzionali (6,2%). Meno del 20%
delle famiglie con almeno una persona con
limitazioni funzionali fruisce di assistenza
domiciliare da parte dei servizi pubblici. La
carenza assistenziale non è colmata neppure
dai servizi domiciliari a pagamento: sono
comunque oltre il 70% le famiglie che non
usufruiscono di alcun tipo di assistenza domiciliare, né privata né pubblica.
Il 13,5% delle persone con limitazioni funzionali che sono sole e il 20,2% delle famiglie in cui tutti i componenti hanno difficoltà
funzionali dichiarano di aver dovuto rinunciare all’assistenza domiciliare non sanitaria
per motivi economici o perché i servizi pubblici non l’hanno ancora concessa.
Mario Becchetti
Di solito il peso
maggiore
ricade nell’ambito
familiare
unica risorsa
disponibile
senzaetà
63
ABBONATI!
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l’Agenda della Salute 2016
6 numeri
Agenda della Salute
2016
E’ in pubblicazione l’AGENDA della SALUTE
Edizione 2016. Un’informazione chiara e
semplice su ciò che concerne i servizi
sociosanitari locali e nazionali: sapere a chi rivolgersi e dove andare, spesso, è per tutte le famiglie un
bisogno primario di sicurezza e serenità.
Un importante valore aggiunto dell’Agenda è che
nelle pagine iniziali è possibile annotare oltre ai dati
individuali e a quelli della propria famiglia anche un
promemoria per ricordare: il gruppo sanguigno proprio
e quello di figli e nipoti, le ultime visite mediche effettuate presso il medico curante o strutture esterne;
analisi, radiografie, tac e risonanze magnetiche, indirizzi utili, pillole da prendere, diagnosi e terapie…
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Direttore responsabile
Luca Guazzati - [email protected]
Hanno collaborato
Debora Benedettelli, Mario Becchetti, Julian Burnett, Nico Coppari, Giacomo Cucchieri
Nicoletta Di Benedetto, Riccardo Fraternali, Ilaria Iobbi, La Rovere Maria Chiara,
Katia Marilungo, Gianni Moreschi, Valentina Muzzi, Davide Pazzaglia, Piero Romano,
Nicolò Scocchera, Donatella Vici, Mauro Zezza.
Grafica
studio PIXEL
Servizi pubblicitari
Anna Antonietti - [email protected]
Comitato scientifico
Direttore prof. Paolo Crepet,
avv. Giovanni Conti, legale,
prof.ssa Marieli Ruini, antropologa, Un. La Sapienza,
dott. Rosario Altieri, Presidente AGCI
dott. Alberto Busilacchi, ortopedico
prof. Manuela Rodriquez, Dip. di Farmacia, Università di Salerno
Stampa
TECNOPRINT s.r.l. Ancona
Reg.Trib.Ancona n. 12 del 27/06/2003 POSTE ITALIANE SPA Sped.in abb. postale D.L.
353/2003 Conv. in L. 27/02/2004 n. 46 Art. 1, Comma 1, DCB Ancona
Area Sanità
amministratore di sistema / infermieristica legale e forense
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