VERSO UNA NUOVA LEGGE SULLA DEMOCRAZIA DIRETTA Aprile 2015 1 1 COMMITTENTI Membri della prima commissione legislativa del Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano Magdalena Amhof, Brigitte Foppa, Myriam Atz Tammerle (precedentemente Eva Klotz ), Ulli Mair, Josef Noggler, Dieter Steger, Veronika Stirner, Christian Tschurtschenthaler, Alessandro Urzì FACILITAZIONE PROCESSO blufink – cooperativa sociale per processi innovativi Katharina Erlacher e Katherina Longariva, in collaborazione con Georg Senoner e Thomas Pichler Foto: Consiglio della Provincia BZ & blufink Grafica: Manuela Dasser Traduzione: Monica Acherer LISTA DEI/DELLE PARTECIPANTI Ambiente Salute, Arbeitsgemeinschaft Lebenswertes Unterland, Arbeitsgemeinschaft der Jugenddienste, ARCI, ASGB, Associazione di promozione sociale e culturale ME-MMT, Gemeindebeirat der AusländerInnen von Bozen, AVS, Beirat für Chancengleichheit, Bürgerwelle, Centaurus, CGIL - AGB, CLS, Consulta provinciale per l´immigrazione, Dachverband für Natur und Umweltschutz, Dachverband für Soziales, Dt. Bildungsressort Politische Bildung, Eurac, Familienverband, Verein für Gemeinwohlökonomie, Giovani Bolzanini, GIT – Banca etica, Handelskammer, Associazione commercio turismo,Heimat Brixen, Heimatbund, Heimatpflege, HGV, Hollawint, Iniziativa per più democrazia, Intergas, Curia, KVW, Landesbeirat der Eltern, Landesbeirat der SchülerInnen (ted. e ital.), Legacoopbund, Medianda, Rete per la partecipazione, Plattform Pro Pustertal, Politis, Se non ora quando, SSG, Stiftung Ilse Waldthaler, Südtiroler Bildungszentrum, Südtiroler Bäuerinnenorganisation, Unione agricoltori e coltivatori diretti sudtirolesi, Unione giovani agricoltori e coltivatori diretti sudtirolesi, Asus, Südtiroler Jugendring, Südtiroler Schützenbund, Südtiroler Wirtschaftsring, Tangram, UIL - SGK, Umweltschutzgruppe Vinschgau, Assoimprenditori, UPAD, USEB, Associazione dei liberi professionisti, Centro tutela consumatori, VSS; CONTENUTI Pagina | 4 - 5 Descrizione del processo – per comprendere l’origine delle dichiarazioni Pagina | 6 Glossario redatto in collaborazione con esperti legali del Consiglio Provinciale, Iniziativa per Più Democrazia e Rete Partecipazione – per utilizzare un linguaggio uniforme. Pagina | 7 - 9 Commento dell’assistente al processo: origine, sviluppo e accordo CASA 1 dagli STRUMENTI DELLA DEMOCRAZIA DIRETTA alla DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA Pagina | 10 - 12 Commento dell’assistente al processo: origine, opinioni divergenti e accordo CASA 2 sulla composizione della COMMISSIONE, L’ESCLUSIONE DI TEMI e gli strumenti di DEMOCRAZIA DIRETTA Pagina | 13 - 15 Commento dell’assistente al processo: origine, opinioni divergenti e accordo CASA 3 su PROMOTORI E PROMOTRICI, LA BARRIERA DELLE FIRME, il QUORUM DI PARTECIPAZIONE, il TEMPO PER LA RACCOLTA, i TERMINI VINCOLANTI, sulle DATE DI VOTAZIONE ed il COINVOLGIMENTO DEL CONSIGLIO PROVINCIALE Pagina | 16 - 18 Commento dell’assistente: origini, accordo e questioni aperte CASA 4 sul diritto di INFORMAZIONE, TRASPARENZA e PARI OPPORTUNITA‘ DESCRIZIONE DEL PROCESSO Noi moderatori/moderatrici abbiamo inteso l’incarico conferito dalla commissione legislativa come segue: „Ascoltare e documentare l’opinione di diversi rappresentanti di organizzazioni della società civile in merito alla democrazia diretta in particolare e alla partecipazione dei cittadini in generale ed elaborare insieme a loro delle proposte per la nuova legge.“ Non era espressamente scopo di questo processo prendere delle decisioni o di giungere ad un‘ opinione maggioritaria dei/delle partecipanti. Per questo motivi si è rinunciato anche ad un invito mirato dei/delle partecipanti, al fine di riunire un campione rappresentativo della popolazione altoatesina. Ciò avrebbe comportato un onere organizzativo impossibile da sostenere, considerati il budget minimale e i tempi stretti. Associazioni ed organizzazioni della provincia sono state pertanto invitate a partecipare ad un processo di quattro fasi e ad investire complessivamente più di dodici ore a persona per elaborare proposte da sottoporre alla commissione legislativa. Hanno aderito all’invito più di 80 persone. Erano rappresentate quasi tutte le associazioni economiche nonché una grande varietà di associazioni sociali e culturali. Ogni organizzazione era chiamata ad inviare due rappresentanti, uno dei quali doveva presentare un atteggiamento positivo verso la democrazia diretta, l’altro invece un atteggiamento piuttosto scettico. L’alto numero di partecipanti può essere considerato un segnale importante dell’interesse dimostrato da parte dei cittadini/delle cittadine a voler partecipare attivamente alle decisioni politiche. A fronte di ciò va menzionata la scarsissima presenza dei/delle rappresentanti politici/politiche eletti/e, fatto che è stato constatato più volte con stupore e sconcerto da parte dei/delle partecipanti. 4 1. Workshop Scopo del primo workshop era quello di avvicinare i/le partecipanti all’argomento e di prepararli ad una cultura del dialogo. Dovevano poi acquisire consapevolezza su desideri e timori, aspettative e pregiudizi. In gruppi misti di sei persone è stato simulato lo svolgimento di un referendum propositivo e di uno abrogativo, dapprima secondo le leggi vigenti e poi secondo la proposta di legge da parte dell’Iniziativa per più democrazia. I due testi di legge sono stati scelti per due motivi: 1 - il motivo politico: un testo era la legge attualmente in vigore e la proposta di legge doveva ancora essere discussa e deliberata dal consiglio provinciale. 2 - il motivo di contenuto: entrambi i testi descrivono sia un regolamento restrittivo sia uno approfondito in merito alla procedibilità degli strumenti della democrazia diretta. In conclusione ogni partecipante è stato invitato a predisporre per iscritto un riassunto del workshop secondo una scaletta predefinita. 3. Workshop Scopo del terzo Workshop era, da un lato, elaborare dei punti in comune e favorire l’avvicinamento di posizioni contrastanti e dall’altro sviluppare aspetti nuovi ed integrativi. Nell’ambito di due tavoli di confronto della durata di ca. 60 minuti, i/le partecipanti avevano la possibilità di discutere, organizzandosi pressoché autonomamente, in linea con il metodo open space. I risultati dei primi tre workshop sono poi stati raccolti e riassunti da parte dei/delle moderatori/ moderatrici. 4. Workshop Scopo dell’ultimo workshop era quello di precisare e integrare quanto scaturito dai workshop precedenti. A questo scopo ad ogni partecipante è stato consegnata una copia del riassunto e a loro fu chiesto, scambiandosi con il/la collega della propria organizzazione, di valutare e ponderare le singole dichiarazioni. Ognuno ha poi scelto una „casa“ nella quale nel corso di un dialogo sono stati approfonditi gli aspetti più importanti. 2. Workshop 2. Workshop Scopo del secondo workshop era quello di stabilire le diverse posizioni dei/delle partecipanti in merito alle varie fasi degli strumenti di DD, favorendo un interscambio di queste posizioni. Le cinque fasi sono state analizzate in cinque diverse „case“ (tavoli di confronto). La moderazione seguiva il modello dei “Rooms of Change” di Claes Janssen, il quale prevedeva la suddivisione in quattro prospettive. Il documento seguente cerca di riportare in modo più accurato e completo possibile i risultati del lavoro svolto. Purtroppo molto di quello che è stato detto e soprattutto l’atmosfera e lo sviluppo della cultura del dialogo sono aspetti che difficilmente si possono rendere in un documento scritto. Questa esperienza, che forse è ancora più importante del risultato documentato, rimane riservata a coloro che si sono impegnati a partecipare ai quattro workshop. 1 - Soddisfazione con la situazione in essere: cosa va mantenuto? 2 - Opposizione: Cosa disturba e non soddisfa nella situazione attuale? 3 - Dubbi: quali sono le questioni e gli aspetti ancora da chiarire? 4 - Innovazioni: Quali sono le nuove proposte da valutare? Nel corso dei quattro workshop molti/molte partecipanti erano consapevoli del fatto che il loro bagaglio di conoscenze non era sufficiente per elaborare proposte convincenti per una regolamentazione dettagliata di questa materia complessa. Quello che comunque è emerso e che sarà illustrato in seguito è l’orientamento di base dei/delle rappresentanti della società civile in merito alla partecipazione dei cittadini alle decisioni politiche. Sarà sicuramente un contributo prezioso per la commissione legislativa quando sarà chiamata a trattare la materia nel dettaglio. Nel corso di quattro tavoli di confronto concatenati, in quattro „case“ diverse e in gruppi di diversa composizione, i/le partecipanti avevano la possibilità di uno scambio di opinioni. In questa fase si intendeva evitare una discussione accesa e favorire piuttosto l’ascolto e la comprensione dell’altra opinione. Ne è scaturita una vasta gamma di opinioni e proposte a confronto. 5 GLOSSARIO Petizione: Ogni cittadino/a italiano residente in Alto Adige e i cittadini di paesi UE residenti in Alto Adige possono, secondo le competenze, sottoporre le proprie esigenze di ordine generale (richiedere il regolamento giuridico della materia) al consiglio ovvero alla giunta provinciale e hanno diritto al trattamento dell’argomento e ad una risposta entro un termine prestabilito. Referendum propositivo (iniziativa popolare) Con un referendum propositivo i cittadini/le cittadine hanno la possibilità di votare tramite referendum per una legge (o una delibera) da loro stessi elaborata. Il risultato del referendum è vincolante per le istituzioni politiche. Iniziativa popolare: I cittadini possono elaborare una propria proposta di legge e sottoporla (proporla) al consiglio provinciale, il quale ha l’obbligo di trattare questo disegno di legge. Può accoglierlo con o senza modifiche, rifiutarlo oppure elaborarne uno proprio. Non si darà corso ad un referendum. Referendum confermativo Con il referendum confermativo i cittadini possono decidere se una legge emanata dal consiglio provinciale (o una delibera della giunta provinciale) deve entrare in vigore oppure no. Referendum consultivo: Il referendum consultivo può essere richiesto per tutti i progetti rientranti nelle competenze del consiglio o della giunta provinciale. Il risultato di questo referendum non è vincolante. Democrazia partecipativa Modello di democrazia secondo il quale il maggior numero possibile di persone diverse tra loro e attualmente non partecipanti, vengono coinvolte nei processi decisionali che interessano il maggior numero possibile di settori della vita sociale e politica. In questo processo vengono considerati i diversi gradi di partecipazione che vanno dalla semplice informazione fino ad arrivare ad una estesa autoamministrazione. Referendum abrogativo (iniziativa popolare): Con un referendum abrogativo i cittadini/le cittadine hanno la possibilità, tramite un referendum, di abrogare una legge (o una delibera) esistente. Il risultato del referendum è vincolante per le istituzioni politiche. Democrazia, deliberativa Modello democratico secondo il quale passa in primo piano lo scambio di argomentazioni e le persone coinvolte in una decisione, nel corso di vasti processi di trattativa (il termine latino „deliberare“ significa „ponderare“, „riflettere“), illustrano i diversi aspetti della questione in oggetto, per addivenire insieme ad una decisione o quantomeno a una opzione di decisione. ¹ Per l’iniziativa popolare si conoscono le seguenti differenziazioni. Iniziativa di ordinamento: il disegno di legge ha per oggetto la forma di governo (ad esempio legge elettorale) della provincia. Iniziativa di legge: il disegno di legge ha per oggetto una semplice legge o una norma di attuazione di una legge. Iniziativa amministrativa: la proposta ha per legge la bozza di un atto amministrativo (delibera) di interesse provinciale. Iniziativa statutaria: il disegno di legge ha per oggetto una proposta al consiglio regionale in merito alla modifica dello Statuto di Autonomia ai sensi dell’art. 103, comma 2. ² Referendum In Italia questa nozione viene utilizzata per tutti i tipi di voto plebiscitario e per questo motivo dà spesso luogo a una certa confusione. Originariamente ha il significato di „re-ferre„ vale a dire „riportare“. Le decisioni assunte dai rappresentanti politici in parlamento venivano riportate al popolo, chiedendo la sua approvazione. Solo con il consenso del popolo le decisioni potevano entrare in vigore. Qui la nozione viene utilizzata proprio in questo senso (come nell’uso giuridico svizzero) 6 DICHIARAZIONI RESE NEI WORKSHOP/OPINIONI DEI/ DELLE PARTECIPANTI Gli argomenti sono stati ripartiti su quattro case tematiche. Questa ripartizione ha seguito le modalità di un processo di democrazia diretta. Gli argomenti sono stati integrati con i temi informazione, trasparenza, pari opportunità e democrazia partecipativa, non previsti nell’attuale LP n. 11 del 2005. Nel seguente riassunto abbiamo ripreso, per quanto possibile, le formulazioni riportate sui flipchart da parte dei/delle partecipanti o dai/dalle moderatori/moderatrici nel corso del workshop. Il nostro sforzo era teso a riportare le diverse posizioni ed opinioni e a rinunciare a una selezione e interpretazione da parte nostra. Contiamo sulla comprensione del lettore/della lettrice se la leggibilità e l’omogeneità stilistica ne dovessero aver risentito per questo motivo. 7 >> CASA 1 Dagli STRUMENTI DELLA DEMOCRAZIA DIRETTA alla DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA In seguito si è discusso su vantaggi e svantaggi del referendum consultivo nonchè sui referendum abrogativi e su quelli propositivi. Le dichiarazioni di base rese dai partecipanti al dibattito sono state sorprendentemente simili in entrambi i giri di discussione. Sia nel primo che nel secondo giro si è posto l’accento sulla necessità di una disciplina che regoli anche la democrazia partecipativa. Pertanto nel quarto workshop abbiamo trasformato la Casa 1 nel luogo di dibattito „Democrazia partecipativa“. Gli strumenti della democrazia diretta sono stati trattati nella Casa 2, assieme ai temi di esclusione e alla distribuzione della commissione. Nel corso del quarto Workshop è stata raggiunta un’intesa su importanti dati salienti per il terzo pilastro della democrazia: la democrazia deliberativa, partecipativa. Questa casa è partita nel secondo workshop con la discussione sugli strumenti della democrazia diretta. I risultati sono stati fissati sulla base di quattro prospettive. In questo contesto ci sono state alcune dichiarazioni che ritenevano insoddisfacente la disciplina attuale. Ci sarebbe troppo poco margine di azione per gli strumenti della democrazia diretta e i diversi effetti di questi strumenti non sarebbero chiari. Soprattutto sono stati messi in discussione gli elementi della consultazione popolare e del referendum confermativo come proposti dalla Iniziativa per più Democrazia. La richiesta di fondo, chiaramente desumibile, era l’introduzione di processi deliberativi, partecipativi e la loro regolamentazione per legge. Nel terzo workshop, partendo dai punti cardine del secondo workshop, sono state affrontate due tematiche. Nel primo giro di discussione i partecipanti si sono confrontati sul tema “Modelli di partecipazione”. Patecipanti al quarto workshop KVW – Andreas Lamprecht Eurac – Elisabeth Alber Südtiroler Jugendring – Kevin Hofer Iniziativa per più democrazia – Erwin Demichiel Heimat Brixen, Pro Alt Vor – Hans Hofer Rete per la partecipazione – Sabina Frei Rete per la partecipazione – Bernd Karner Commissione provinciale per le pari opportunità – Anna Rastner Commissione provinciale per le pari opportunità – Franca Toffol Südtiroler Schützenbund – Franz Josef Roner Facilitatrice – Katharina Erlacher 8 Partecipazione 3 - la qualità dei processi partecipativi è data dalla loro apertura ad ogni tipo di soluzione; 4 - elementi partecipativi possono essere utilizzati in aggiunta, come parte del processo, o in sostituzione di votazioni di democrazia diretta o anche dopo; 5 - devono essere previsti processi e metodi al fine di coinvolgere i cittadini in processi deliberativi PRIMA della decisone politica; 6 - se non si raggiunge un accordo si svolgerà la procedura di votazione. I risultati di processi partecipativi devono essere accolti ovvero concretizzati dal consiglio provinciale. Se ciò non avviene si deve procedere ad un referendum obbligatorio. Accordo In generale Il gruppo si è accordato sul fatto che 1 - occorrono modelli di partecipazione; 2 - questi processi vanno svolti sistematicamente e periodicamente, soprattutto prima di scrivere delle leggi. Partecipanti al processo partecipativo Il gruppo si è accordato sul fatto che 1 - ai processi partecipativi dovrebbero partecipare non solo gli aventi diritto al voto, ma tutti i residenti, anche i giovani minorenni in riferimento alla legge regionale del 22 dicembre 2004, n. 7, «Riforma dell’ordinamento delle autonomie locali », art. 1, comma 2 n. 1-ter; 2 - dovrebbero partecipare non solo i/le rappresentanti di interessi, ma tutti coloro che hanno un interesse costruttivo alla relativa tematica. L’ interesse si intende quindi orientato alle esigenze e ai fabbisogni e non solo alle persone direttamente coinvolte; 3 - bisogna evitare che processi partecipativi vengano dominati da lobbisti o che si assista ad una mera spaccatura in due frazioni; 4 - devono essere considerati diversi livelli, ad esempio per quale territorio di riferimento è rilevante la tematica e di chi è la competenza (comune, comprensorio, provincia ecc.). Disciplina della democrazia partecipativa Accordo In generale Il gruppo si è accordato sul fatto che 1 - va emanata una legge sulla partecipazione di cittadini e cittadine che disciplina nel complesso sia la democrazia diretta sia la democrazia deliberativa; 2 - la democrazia diretta deve svolgere un ruolo di garante dei processi partecipativi; 3 - i processi partecipativi vanno utilizzati sia autonomamente sia come arricchimento in abbinamento alla democrazia diretta. Interlocutori/interlocutrici e periti Il gruppo si è accordato sul fatto che 1 - per l’elaborazione della legge bisogna avvalersi del supporto di periti quali Eurac, Rete Partecipazione e Südtiroler Jugendring. Punto di riferimento Il gruppo si è accordato sul fatto che 1 - va istituito un punto di riferimento indipendente per la partecipazione di cittadini e cittadine (sul modello del “Büro für Zukunftsfragen Vorarlberg”). 2 - Che gli iniziatori/le iniziatrici possono rivolgersi a questo punto di riferimento per ottenere delucidazioni e una consulenza specifica, ad esempio una perizia tecnica. Processi partecipativi Accordo In generale Il gruppo si è accordato sul fatto che 1 - devono essere comunicati in modo chiaro gli scopi di ciascun strumento di democrazia diretta e dei processi partecipativi. Ogni interessato/a (il termine interesse è stato specificato nel paragrafo precedente) deve conoscere a fondo gli obblighi e le ripercussioni del processo partecipativo; 2 - la tematica ed i quesiti devono essere posti in forma chiara (comprensibile a tutti), esatta e concisa. Iniziativa Il gruppo si è accordato sul fatto che 1 - deve sussistere un diritto di iniziative per la società civile organizzata e non organizzata; 2 - I processi partecipativi devono essere avviati o a partire da un determinato volume di investimenti oppure su incarico di determinati cittadini/cittadine o mandatari e che va comunque assicurato il loro finanziamento. 9 CASA 2 Sulla composizione della COMMISSIONE, l’ESCLUSIONE DI TEMI e gli STRUMENTI DELLA DEMOCRAZIA DIRETTA l’argomento “temi” non poteva essere approfondito. I/le partecipanti ai quattro workshop presentavano diverse conoscenze preliminari e potevano contare anche su diverse conoscenze specifiche. Sia l’argomento Strumenti sia quello della Commissione è stato fortemente caratterizzato da concetti giuridici, pertanto nella discussione si trattava di bilanciare il disequilibrio di conoscenze preliminari e di dar luogo ad una discussione alla pari. Il contenuto di questi temi ha attratto sia sostenitori/sostenitrici che scettici e le poche concordanze sono state raggiunte dopo dibattiti in parte equilibrati, in parte accesi. Dopo il quesito basilare sugli strumenti della DD (Casa 1 - Workshop 2) nella Casa 2 si è svolta l’analisi della commissione e delle tematiche che potevano essere oggetto di uno strumento della DD. Nel terzo workshop nella seconda casa dovevano essere approfonditi gli argomenti “commissione” e “temi”. Vista la nuova suddivisione delle singole tematiche dovevano essere approfonditi anche gli strumenti della DD. Questa tematica ha evidenziato nuovamente presso i/le partecipanti del quarto workshop nella casa 2 l’esigenza di una discussione approfondita. Il tempo limitato a disposizione ha consentito l’approfondimento dei soli argomenti “strumenti” e “commissione”, mentre Partecipanti al quarto workshop Bürgerwelle Südtirol - Hubert Comploi VSS - Günther Andergassen Legacoopbund - Elisabeth Kostner Unione albergatori e pubblici esercenti - Thomas Gruber Unione commercio turismo - Christoph Rainer Südtiroler Wirtschaftsring - Alexandra Silvester Memmt.Info - Thomas Vaglietti USEB - Loris Molin Pradel Iniziativa per più democrazia - Stephan Lausch Umweltschutzgruppe Vinschgau - Greti Egger Südtiroler Bildungszentrum - Anton von Walther Facilitatore – Thomas Pichler 10 Commissione verifica spettava al tribunale e non alla commissione. In questo ambito è stato anche discusso se e in quale misura la commissione dovesse avere anche una funzione consultiva. Se, ad esempio, dovesse fare presente ai partecipanti eventuali contrasti con la costituzione. Alla fine la funzione consultiva della commissione non venne presa in considerazione, in quanto in quel caso perderebbe la sua neutralità. I/le partecipanti erano del parere unanime che un organo consultivo abbia un’importanza primaria. In questo modo si potevano risparmiare risorse. Sia la LP 11/2005, sia la proposta di legge della Iniziativa per più democrazia, nel frattempo respinta, prevedono una „ Commissione per i procedimenti referendari“ (Art. 8 LP 11/2005) ovvero una „Commissione per la valutazione dell’ammissibilità della proposta). (Art. 4 Disegno di legge provinciale sulla democrazia diretta). Si trattava ora di verificare come doveva essere composta questa commissione e quali mansioni affidarle. Accordo Pertanto il gruppo si è accordato sul fatto che la commissione doveva verificare che la proposta dal punto di vista contenutistico risulti conforme alla Legge sulla Democrazia Diretta. (ad esempio che non presenti uno dei temi esclusi ecc.). a - Composizione Le posizioni sulle quali entrambe le „frazioni“ si sono soffermate, all’inizio riguardavano soprattutto la funzione dei membri della commissione. Da un lato si vedeva nei giudici le uniche persone adatte a queste mansioni, dall’altro si intendeva formare la commissione anche con diverse „personalità della vita pubblica”. Si trattava dunque di spostare il focus dalle funzioni dei membri ai requisiti che questi dovevano possedere. Da questo punto di vista il gruppo poteva dunque elaborare alcuni criteri che garantivano la competenza specifica della commissione ma d’altro canto consentivano a tutte le persone di diventare membri della commissione. Minoranza Un piccolo gruppo di partecipanti desidera affidare alla commissione anche la verifica della conformità alla costituzione italiana e alle direttive UE. Strumenti della democrazia diretta Accordi Il gruppo dei/delle partecipanti al quarto workshop nella seconda casa si sono accordati sul fatto che i membri della commissione dovevano presentare i seguenti requisiti: 1 - presentare una formazione tecnica e giuridica; 2 - essere neutrali; 3 - essere indipendenti politicamente. Su questo punto la discussione è stata molto intensa. Venne sollevata la domanda se non tutte le persone della società siano politicamente „dipendenti“; per definire la nozione di indipendenza politica il gruppo si è accordato sulla imparzialità ai sensi dell’art. 30 LP 17/1993). La LP n. 11/2005 prevede i seguenti strumenti di DD: iniziativa popolare; referendum abrogativo, referendum propostivo e refendum facoltativo consultativo. La LP Nr. 10/2002 prevede in alcuni settori il referendum confermativo. Il disegno di legge provinciale per la democrazia diretta prevede invece, oltre agli strumenti appena citati, anche la petizione, l’iniziativa comunale e il referendum in parti della provincia Come già citato all’inizio, da un lato vi era l’esigenza di informazione sugli strumenti della democrazia diretta stessa e dall’altro una grande esigenza di discussione sui pro e contra di ciascun strumento. E stato discusso su quali strumenti introdurre e quali no. Quali presupposti dovevano sussistere per i singoli strumenti e come utilizzare i singoli strumenti era oggetto di discussione nelle altre case e quindi questi aspetti non sono stato trattati in questa sede. Alcuni/alcune partecipanti erano del parere che ai cittadini/alle cittadine andavano messi a disposizione tutti gli strumenti; dovevano, infatti, avere la possibilità di utilizzare uno degli strumenti a seconda delle esigenze. Questa apertura era considerata ancora più importante della previsione di strumenti partecipativi. Una parte del gruppo intendeva mettere a disposizione dei cittadini/delle cittadine solo alcuni strumenti concreti. Questione aperta Al quesito sul numero di membri della commissione non è stata trovata una risposta univoca. Mentre la maggioranza dei/delle partecipanti ritenevano sufficienti tre membri, una piccola minoranza preferiva dotare la commissione di cinque membri. b - Mansioni Accesa è stata la discussione su quali mansioni affidare alla commissione. Considerato il fatto che l’esecuzione di un referendum propositivo costa svariati milioni di euro, una parte dei/delle partecipanti richiedeva che la commissione doveva valutare la conformità della proposta alla costituzione italiana e alle direttive UE anche dal punto di vista contenutistico. Questa richiesta è stata rifiutata da una parte dei/delle partecipanti, dato che a loro parere questa Accordo Il gruppo si è accordato sul fatto che nella nuova legge dovevano essere previsti i seguenti strumenti di democrazia diretta: 11 1 - Il referendum propositivo e abrogativo 2 - La proposta di iniziativa popolare 3 - Il referendum confermativo Minoranza Il senso di un referendum consultivo non è stato condiviso da tutto il gruppo. Visti gli alti costi previsti per l’esecuzione (secondo informazioni dell’Ufficio Legale del Consiglio ca. tre milioni di euro), una parte del gruppo ha rifiutato questo strumento. Una maggioranza intende mettere a disposizione dei cittadini / delle cittadine anche il referendum consultivo. Temi Il tempo a disposizione e l’accesa discussione sugli strumenti di democrazia diretta hanno impedito la trattazione dell’argomento „Temi“. La seguente analisi si appoggia dunque sui risultati del secondo workshop, al quale hanno partecipato anche altri/altre partecipanti. Il gruppo di partecipanti al secondo workshop nella seconda casa era composto in maniera similare a quello del terzo workshop. Le dichiarazioni quindi, anche se non discusse appieno, possono essere benissimo rispecchiate su questo gruppo. Accordo è stato raggiunto sul fatto che tutti i temi, sui quali può deliberare il consiglio provinciale, possono essere anche oggetto degli strumenti di DD. La tutela delle minoranze e dei diritti umani nonché leggi fiscali non devono esserne oggetto. Si possono evidenziare le seguenti dichiarazioni: „Se tutte le posizioni politiche possono essere impugnate, sussiste insicurezza legale“, „acconsentire comunque ad atti amministrativi più voluminosi“ e „ci deve essere la possibilità di non rieleggere delibere della giunta provinciale“ „non votare tramite atti amministrativi le limitazioni a leggi“ „ammettere possibilmente un gran numero di temi: mantenere la possibilità di sfruttare al massimo i margini previsti dalle leggi “ e „si può deliberare anche sugli stipendi ai politici“ „Recall Right: così i mandatari possono essere esonerati “ „tutto quello che decide la giunta provinciale“ „dichiarazioni di interesse comune (interesse sufficiente tramite firme)“ 12 CASA 3 Sui PROMOTORI, la BARRIERA DELLE FIRME, il QUORUM DI PARTEICPAZIONE, i TEMPI DI RACCOLTA e TERMINI VINCOLANTI, su DATE DI VOTAZIONE e il COINVOLGIMENTO DEL CONSIGLIO PROVINCIALE Pertanto il dialogo all’inizio è stato molto difficile e caratterizzato in larga misura da timori e diffidenza. Da una parte c’era il timore che un aumento incontrollato dei referendum provocasse il blocco di qualsiasi novità e delle decisioni politiche in generale. Dall’altra parte sussisteva il timore che barriere troppo elevate potessero impedire i referendum, com’è attualmente il caso. Nel corso dei tre workshop il trattamento degli argomenti si è svolto in un clima sempre più sereno e si è raggiunto un accordo su diversi aspetti. E‘ stato soprattutto raggiunto un accordo sul fatto che si dovesse garantire in modo trasparente il senso di un referendum tramite un giusto equilibrio tra numero richiesto di firme e quorum. In nessun caso la procedibilità doveva essere intralciata da barriere burocratiche. Dovevano invece essere utilizzati tutti i mezzi elettronici a disposizione per agevolare sia la raccolta delle firme che l’esercizio del diritto di voto. In questa casa sono state discusse prevalentemente delle regolamentazioni che dovrebbero garantire che i temi di un referendum siano importanti per una grande parte della popolazione e che le decisioni popolari vengano prese da una maggioranza rappresentativa di cittadini / cittadine. Le opinioni dei / delle partecipanti erano e sono rimaste contrastanti. La differenza sostanziale nelle posizioni, da quanto abbiamo potuto osservare, stava nell’atteggiamento di base rispetto allo strumento di democrazia diretta. Se gli uni consideravano il referendum popolare come un correttivo alla democrazia rappresentativa in casi eccezionali, per gli altri era piuttosto una parte integrante del processo decisionale politico. I/le rappresentanti del primo gruppo sono soprattutto da associare a quelle organizzazioni, che grazie alla loro struttura sono già adesso ben integrate nel processo decisionale politico. I/le rappresentanti del secondo gruppo si sentono invece esclusi/e dalle decisioni politiche e cercano nella democrazia diretta una possibilità di contribuire attivamente. In seguito utilizziamo il referendum come termine generico per tutti gli strumenti di democrazia diretta. Partecipanti al quarto workshop AG Lebenswertes Unterland – Manfred Weger + Erika Rinner Sovrintendenza scolastica tedesca – Walter Pichler Gemeinwohl Ökonomie Verein – Susanne Singer Camera del commercio – Georg Lun Unione commercio e tursimo – Willy Vontavon Legacoopbund – Heini Grandi SBJ – Hannes Dosser + Cecilia Mittellberger SH ASUS – Martin Fink Südtiroler Bäuerinnenorganisation – Helga Lantschner Umweltschutzgruppe Vinschgau – Ingrid Karlegger Assoimprenditori – Nikolaus Tribus VSF – Andreas Widmann Facilitatore – Georg Senoner 13 Promotori legale facoltativa e gratuita da parte dell’ufficio legale (vedi anche casa 1). Il gruppo si è accordato sul fatto che Un comitato di venti promotori/promotrici può sottoporre la richiesta di un referendum. Alcuni sono del parere di richiedere un numero congruo di firme per garantire un’opinione rappresentativa. Se tutti le posizioni politiche possono essere impugnate troppo facilmente, sussiste insicurezza legale. La regolamentazione vigente di 13.000 firme in 4 mesi è giustificata. Accordo Termini vincolanti e date Accordo Il gruppo si è accordato sul fatto che 1 - non possono essere eseguiti dei referendum sei mesi prima di elezioni provinciali e che solo un mese dopo le elezioni provinciali si può iniziare con la raccolta di firme. Altri fanno notare che 4 mesi sono troppo pochi anche per 8.000 firme. Meno tempo per la raccolta di firme significa meno tempo per informazioni e dibattiti. La raccolta di firme deve svolgersi entro un orizzonte temporale gestibile ma comunque sufficiente di 5-6 mesi. 2 - per i referendum, fuori dai termini vincolanti, devono essere previste quattro date fisse. Coinvolgimento del consiglio provinciale Motivazioni e altre opinioni e proposte I termini vincolanti devono impedire che i referendum vengano utilizzati per la campagna elettorale e che la campagna elettorale venga focalizzata su un unico tema. Accordo Il gruppo si è accordato sul fatto che: Il consiglio provinciale può mettere al voto una controproposta alla richiesta dei promotori/delle promotrici. Non deve comunque essere possibile impedire il referendum con un emendamento alla legge. Alcuni considerano un problema anche i referendum prima di elezioni politiche, europee e comunali. Altri invece sono favorevoli al cumulo per contenere i costi. Per motivi organizzativi il cumulo pare comunque problematico. Sul punto perché e come un referendum possa inficiare una campagna elettorale non tutti sono d’accordo. Motivazioni e ulteriori opinioni e proposte Il cittadino deve poter decidere tra valide alternative. Si devono valutare anche più proposte alternative tramite il „consenso sistemico“. Raccolta e numero di firme Accordo Il gruppo si è accordato sul fatto che 1 - La raccolta delle firme deve essere agevolata. Deve essere sicura, tracciabile, veloce, digitale e il meno burocratica possibile. La raccolta di firme non deve essere una barriera artificiale. 2 - Che il numero di firme necessarie deve essere adeguato al mandato plenario all’ultima elezione provinciale. Per i referendum consultivi il numero di firme richieste deve essere più basso. Quorum In merito al quorum non si è giunti ad un accordo, ma almeno ad un avvicinamento: I/le partecipanti alla discussione hanno espresso le seguenti posizioni e motivazioni: Quorum zero: 4 partecipanti – per supportare la partecipazione politica dei cittadini – la barriera viene già eretta con il numero di firme. Motivazioni ed ulteriori opinioni e proposte L’attuale modalità di raccolte delle firme è praticamente ineseguibile. Devono essere raccolte troppe firme in un lasso di tempo troppo esiguo. L’autentificazione ai sensi dell’attuale legge è troppo complessa. Quorum di 20% voti favorevoli: 1 partecipante – affinché coloro che non si esprimono non possano influire sul risultato. Quorum 25% voti favorevoli: 1 partecipante – la soluzione si è dimostrata valida a Bressanone. La raccolta di firme deve essere possibile sia in comune, sia sulla strada. Sindaci/sindache devono poter delegare l’autentificazione a diverse persone. E‘ necessaria la raccolta di firme elettronica con la carta del cittadino. La raccolta di firme non deve essere soggetta ad alcuna tassa comunale (TOSAP). Per una richiesta redatta va garantita una consulenza Quorum 25% voti favorevoli: 2 partecipanti – come compromesso accettabile. Quorum 25-30% voti favorevoli: 2 partecipanti – affinché decida una parte rilevante della popolazione. 14 Quorum 40% dei partecipanti: 3 partecipanti – perchè va bene così com‘è – perché è la soluzione più sostenibile – perché giustifica la democrazia rappresentativa. Alcuni preferiscono il quorum di voti favorevoli a quelli dei partecipanti. A seconda della formulazione del quorum di voti favorevoli vale come riferimento (100 %) il numero di aventi diritto al voto o anche il numero di elettori alle passate elezioni provinciali. In caso di referendum con un quorum di voti favorevoli del 25% degli aventi diritto significa, che un quarto degli aventi diritto deve essere favorevole alla proposta, altrimenti questa viene considerata come non accettata. A prescindere da ciò ovviamente devono risultare più SI che NO per poter accettare la proposta. Motivazioni e ulteriori opinioni e proposte Sostenitori di un quorum più elevato A parere dei sostenitori / delle sostenitrici di un quorum più elevato, il quorum ha lo scopo di garantire che una decisione venga sostenuta da una maggioranza della popolazione. Il quorum deve rispecchiare la rilevanza dell’argomento per la popolazione. Il quorum difende il diritto del cittadino di delegare quesiti complessi ad esperti scelti. Il quorum fornisce un incentivo alla responsabilità dei promotori, di portare al voto delle richieste che sono rilevanti per la popolazione. Alcuni esprimono il timore che ogni progetto possa essere impedito da una minoranza. Con un quorum basso una piccola minoranza decide su argomenti che riguardano l’intera popolazione. La democrazia diretta deve essere un correttivo e non un sostituto della democrazia rappresentativa. Per agevolare la partecipazione devono essere rese possibili diverse modalità di voto, come ad esempio il voto per lettera e il voto tramite internet. Andrebbero installate delle urne elettroniche, affinché il voto diventi più conveniente e veloce, ci sia bisogno di meno sezioni e si arrechi meno disturbo alle scuole. Acceso è stato il dibattito sulla richiesta di lasciare accedere al referendum i sedicenni. I sostenitori sottolineavano l’esperienza positiva nel coinvolgimento dei giovani in dibattiti politici. I contrari erano dell’opinione che la piena capacità giuridica sia il presupposto per avere il diritto al voto. Sostenitori di un quorum basso o zero Il quorum non deve impedire la possibilità di un referendum. La storia insegna: il quorum impedisce il voto referendario. Accordo su aspetti parziali e aspetti integrativi Il gruppo si è accordato sul fatto che: 1 - devono essere previsti processi e metodologie tali da coinvolgere attivamente i cittadini nella formazione dell’opinione prima della decisione politica. 2 - Il quorum deve essere fissato in modo tale da non impedire il referendum con l’astensione. 3 - Il quorum andrebbe differenziato a seconda dello strumento. In caso di referendum non vincolanti il quorum dovrebbe essere più basso. 4 - va sostenuta la formazione politica e che la democrazia diretta va provata nella scuola. Non serve un quorum in quanto anche l’astensione viene equiparata ad un voto. Un quorum elevato incentiva le campagne di boicottaggio con l’invito „non ci andate“. Con un quorum elevato i voti contrari e le astensioni si mescolano. Un quorum basso incentiva la partecipazione della popolazione a decisioni politiche. La letteratura documenta: più basso il quorum, più alta la partecipazione della popolazione alla vita politica. Nei paesi senza quorum la partecipazione ai referendum e simile a quella registrata alle elezioni politiche. Con quorum bassi decidono persone che si sono dedicate intensamente all’argomento. Proposte alternative ed integrative Alcuni sono del parere che raccolta delle firme e quorum devono essere armonizzati tra di loro. La barriera deve essere eretta non alla fine del processo, con un quorum elevato, ma all’inizio. Altri sostengono che quorum e raccolta di firme devono essere giustificati uno indipendentemente dall’altra. Le firme raccolte garantiscono che un numero sufficiente di cittadini/cittadine sia interessato all’argomento. La logica del quorum è invece quella di impedire un referendum. 15 CASA 4 Sul DIRITTO DI INFORMAZIONE, TRASPARENZA e PARI OPPORTUNITA’ metodologici, altri aspetti principali devono ancora essere chiariti ed approfonditi. Il gruppo è dell’opinione che la nuova Legge sulla Democrazia diretta debba tenere in considerazione l’argomento di questa casa per consentire un procedimento trasparente e alla pari. Un’ informazione equilibrata, comprensibile per tutti i cittadini deve essere a disposizione in tutte e tre le lingue della provincia. Una proposta concreta è l’opuscolo di voto, il quale comprende anche l’indicazione trasparente delle fonti finanziarie die promotori/delle promotrici e degli oppositori. Devono essere disponibili sufficienti mezzi finanziari per l’intero processo. Le finanze non devono rappresentare un fattore limitativo. La legge vigente non prevede indicazioni su come gestire informazioni, trasparenza e pari opportunità nel processo di democrazia diretta. I/le rappresentanti di organizzazioni ed associazioni nella casa 4 ovvero 5 (workshop 2 e 3) si sono espressi chiaramente sul fatto che la nuova legge sulla democrazia diretta deve disciplinare informazione, trasparenza e pari opportunità. Dato che si tratta di un argomento nuovo la discussione era caratterizzata da un’analisi attuale, proposte concrete, scambio di esperienze, soprattutto al di fuori dall’Alto Adige, e dal confronto con il disegno di legge dell’Iniziativa per più democrazia. Il piccolo gruppo ha raggiunto un consenso sugli aspetti principali più rilevanti. In parte sono già state presentate delle proposte concrete per approcci Partecipanti al quarto workshop Plattform Pro Pustertal - Christine Baumgartner Ilse Waldthaler Stiftung – Marco Tavernar Iniziativa per più democrazia – Silvia Mair CGIL - AGB – Doriana Pavanello Ambiente Salute - Argante Brancalion Katholischer Familienverband - Julia Obkircher Katholischer Familienverband - Edith Reifer Verein Gemeinwohlökonomie - Bernhard Oberrauch Öffentliche Bedienstete im ASGB – Christian Olivo SH ASUS - Fabian Frener Consulta Provinciale Immigrati - Erjon Zeqo Dachverband für Soziales - Simonetta Terzariol Dachverband für Soziales - Dorotea Postal Medianda - Karl Tragust Facilitatrice - Katherina Longariva 16 Informazione 5 - il team redazionale per l’opuscolo di voto deve essere discolcato nel consiglio provinciale ed essere composto pariteticamente da promotori/ promotrici e oppositori/oppositrici. Accordo Il gruppo si è accordato sul fatto che 1 - l’informazione deve essere, completa, equilibrata, chiara, breve e comprensibile; 2 - l’informazione deve essere al di sopra dei partiti e non polarizzare; 3 - l’informazione differenziata per target deve essere elaborata dalle relative associazioni di interesse (giovani, persone con disabilità/limitazioni); 4 - va garantito il diritto di visione ed un accesso semplice a tutti i documenti (pubblici) riguardanti l’argomento del voto; 5 - I cittadini/le cittadine vanno informati/e attraverso canali diversi, anche tramite media locali. 6 - Prima di ogni voto devono aver luogo obbligatoriamente delle manifestazioni pubbliche, con pro & contra, che sono supportate finanziariamente e dal punto di vista organizzativo; 7 - la legge deve prevedere sufficienti mezzi finanziari per consentire senza problemi il lavoro di informazione e l’intero processo. Motivazioni ed ulteriori opinioni e proposte La proposta, che nel team redazionale possa essere accolta anche una „terza persona“, non è stata accettata, in quanto è stato espresso il timore che l’oggettività di un „TERZO“ non sia possibile e quindi diventa un formatore di opinioni. Sono state elaborate le seguenti due proposte: 1 - La scelta della terza posizione deve essere motivata. Facoltativamente ci può essere un terzo se questo è stato scelto di comune accordo tra le due parti. 2 - Il terzo non serve. L’opuscolo di voto deve contenere tre sezioni: sostenitori/ sostenitrici, oppositori/oppositrici ed amministrazione. Vanno elencate altre fonti di informazione. Analisi SWOT delle proposte: punti di forza, di debolezza, opportunità, rischi. Motivazione e opinioni e proposte integrative La maggioranza è dell’opinione che un importo sufficiente deve essere destinato a procedimenti di democrazia diretta, per non dover cercare i mezzi finanziari per ogni singolo procedimento. Ai promotori/alle promotrici va garantito un sostegno finanziario, ad es. per ogni firma raccolta. Il budget va utilizzato in modo sensato, quando ce n’è bisogno. Deve essere garantito che ogni cittadino/ogni cittadina riceva l’opuscolo di voto 1 mese prima della data del voto. É importante che venga inserita l’informazione sull’oggetto delle votazioni da parte di un organismo terzo (comitato tecnico, non politico, esperti ) oltre alle posizioni favorevoli e contrarie. I cittadini vanno informati anche tramite i media locali, affinché ci sia un’ulteriore garanzia di informazione e chiarimento. Trasparenza e pari opportunità Accordo Lavoro di sensibilizzazione/formazione politica Parallelamente al lavoro di informazione va messo a disposizione anche un budget per il lavoro di sensibilizzazione, per favorire la formazione politica nella provincia, ad es. nelle scuole. Il gruppo si è accordato sul fatto che 1 - deve essere obbligatoria la pubblicazione delle fonti finanziarie di sostenitori/sostenitrici ed oppositori/oppositrici di un voto; 2 - deve essere garantita la trasparenza su ammontare e provenienza delle spese pubblicitarie dei diversi gruppi di interesse, pubblicando queste informazioni nell’opuscolo di voto e online. 3 - Va creato un meccanismo per un limite massimo di campagna. Ci deve essere un limite e una proporzione definita dai promotori. 4 - che 48 ore prima del voto non ci devono essere interferenze di tipo politico, mediatico, pubblico; 5 - deve essere garantita la par conditio per inserzioni pubblicitarie. I media devono garantire condizioni e prezzi uguali; 6 - vanno previsti un controllo della par conditio anche per i media di stampa nonché delle sanzioni in caso di violazione della par conditio. Opuscolo di voto Accordo Il gruppo si è accordato sul fatto che 1 - ci deve essere un opuscolo di voto uniforme, spazio uguale per i PRO ed i CONTRA, informazioni in tutte le lingue della provincia; 2 - tutti i cittadini/le cittadine riceveranno l’opuscolo di voto in forma cartacea e che ci deve essere la possibilità di disdettare la forma cartacea e di ricevere l’opuscolo in formato elettronico; 3 - il processo di disdetta deve essere il più semplice possibile (per esempio con la carta dei cittadini ecc.); 4 - l’opuscolo di voto deve essere disponibile anche online; 17 Proposte integrative La legge deve prevedere una chiara definizione della par conditio. Prevedere sanzioni amministrative per chi viola le regole della trasparenza, pari opportunitá e informazioni. Organizzazione del processo di voto L’ufficio provinciale per elezioni e referendum non deve essere dislocato nel commissariato del governo. La composizione del servizio centrale e della commissione deve garantire un lavoro equilibrato e obiettivo. Giro Feedback WS 4 Com’era il percorso e come andrà avanti? Iniziare l’elaborazione di una proposta di legge con un’ampia consultazione della società civile organizzata e non organizzata rappresenta sicuramente una novità per l’Alto Adige. Questo tipo di lavoro pioneristico ha fatto sì che i/le partecipanti al processo in quattro fasi hanno dimostrato di essere cresciuti in termini di capacità al dialogo e al compromesso. Il “poter provare” ha indicato la strada verso una democrazia viva. E’ pronto a intraprendere un percorso chi ha già un obiettivo. L’obiettivo della prima fase del processo era quello di fornire alla prima commissione legislativa del consiglio provinciale una gamma possibilmente vasta di visioni e opinioni, per elaborare una proposta di legge capace di raggiungere una maggioranza. Molti/molte partecipanti hanno espresso il desiderio di continuare a collaborare in questo modo costruttivo e consono alla democrazia di base anche nella fase istituzionale. Alcuni/alcune partecipanti vogliono essere coinvolti/e nel processo decisionale e altri/altre volevano offrire ai cittadini/alle cittadine la possibilità di votare su questo argomento. La prossima sfida sarà la strutturazione concreta di un processo di lavoro, che, oltre alle informazioni qui documentate, integri anche le conoscenze specifiche di esperti/esperte in materia di democrazia diretta e partecipativa e soprattutto abbia bene in vista lo sviluppo nel tempo della democrazia nella nostra provincia. 18 DICHIARAZIONI Il processo non è sempre stato semplice, ci sono stati dei momenti che si dovevano superare e delle critiche da sostenere, ma nel complesso alla fine è stata un’esperienza positiva. Quello che abbiamo visto qui è una novità per l’Alto Adige e ci sarebbero davvero parecchi cantieri politici dove un’iniziativa del genere sarebbe necessaria. Un grosso ringraziamento agli iniziatori. Ho lavorato con piacere a questa legge, è stato un bell’arricchimento. A mio parere questo processo era positivo in quanto si è cercato di informare i/le partecipanti, invitandoli a partecipare. Non deve finire qui, ora la cosa deve proseguire in consiglio provinciale con il contributo di rappresentanti della Iniziativa per più Democrazia. Sono del parere che ci vorrebbe il coraggio politico, di lasciare che sia un voto popolare a decidere tra i due disegni di legge, quello della Iniziativa e quello della Commissione. Posso dire apertamente che non sono stato un sostenitore della democrazia diretta e non lo sono tuttora. Sono comunque convinto che bisogna coinvolgere la popolazione nel processo decisionale politico e penso che qui si sia trovato un approccio sensato e valido. 19 Un riconoscimento agli organizzatori/organizzatrici e ai moderatori/alle moderatrici. L’esito comunque non è stato ottimale. Questo lavoro può andare avanti e credo che abbiamo una forte responsabilità politica di promuovere questo percorso iniziato e continuare con il metodo che abbiamo sperimentato qui. Sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo processo, è stata un’esperienza buona ed interessante. Ora si tratta di vedere come lo continueranno i politici. 20