IL PASSAGGIO PER L'ITALIA CON LA DIMORA DI PARMA ' I DEL SIG. CAVALIERE FEDERIG0 ZUCCARO NUOVAMENTEEDITO A CURA E CONPREFAZIONE DI VlNCEBX@ MICIIUUBI a spese dei professori accademici di S. Luca \ ROMA TIPOGRAFIA DELLE MANTELLATE - I r . .? NEL r- T E R Z O CENTESIMO L 7 DALLA INAUGURAZIONE $ DELL' Fc ACCADEMIA ROMANA DI BELLE ARTI ' 4+ ~ L L)ENOïVINATA DI SAN LUCA :! __ . -- -3- R. INS. ACCADEMIA RObfANA DI BELLE ARTI DEKOMINBTA DI SAN LUCA ELENCO DEGLI ACCADEMICI NEL 1893 PrincipePerpetuodell'Accademia PrimaAccademicadiOnore Seggio di Presidenza \ PRESIDENTE, comm. prof. Francesco Azzurri VICE-PRESIDENTE,cav.prof. Roberto Bompiani EX-PRESIDENTE, cav. prof. Saro Zagari CONSIGLIERE ECONOMO, cav. prof. Giovanni Anderlini ' SEGRETARIO DEL CONSIGLIO, COmm. prof. Alfonso &dZiCO SEGRETARIOPERPETUO, comm. QuirinoLeoni c - 5 - -4- ACCADEMICI DI MERITO Classe dell’Architettura Classe della Pittura Residenti Residenti Busiri-Vici comm. Andrea Azzurri comm. Francesco F r a n c k cav.Raffaele Morichinicav. Gaetano Barilari comm. Pacifico Guy cav. Enrico Monaldi cav. Giacomo Sacconi comm. Giuseppe Vespignanl conte Francesco Podesticav.Giulio Teneranicav.Carlo Podesti comm. Francesco Hebert comm. Ernesto Mariani comm. Cesare Bompianl cav. Roberto Gaicav. Francesco Fontana comm. Luigi Seitz cav. Lodovico Slemiradzki comm, Enrico Maccari comm. Cesare Muller cav. Gustavo Palmaroli comm. Vlncenzo Desanctis comm. Gugliemo Castellicav.Alessandro Corrodi comm. Ermanno Tlratelll cav. Aurello Petiti cav.Filiberto Ceronicav.Luigi Non Residenti Non Residenti De Madrazo comm. Federico Valeri cav. Sllvestro Ussicomm. Stefano Lenepveu comm. Giulio Gerôme comm. Leone Leigthon sir Federico Millais sir J. Everet Morelli comm. Domenico AlmaTadema Munkaczy comm. Michele Corelli cav. Consalvo Cumbocav. Ettore Werner cav.Carlo t Marconi prof. Enrico Poggi comm. Giuseppe Di Stachecav.Federico Negrin Caregaro cav.Antonio Roos cav.Alessandro RohaultdeFleury comm. Giorgio Dalycav. Cesare De HasenauerbaroneCarlo Azzolini cav. Tito Garniercav.Paolo Basile comm. Ernesto Zampi cav. Paolo MorrisHunt prof. Riccardo Partini cav. Giuseppe Micheli comm. Vincenzo . . . - G - - 7 - ACCADEMICI LIBERI Classe della Scultura Residenti Zagari cav. Saro Anderlinicav. Giovanni Muller comm. Odoardo Fabi-Altini comm. Francesco Voss prof. Carlo Cantalamessa-Papotti comm. Nicola Galletti cav. Stefano Balzìco comm. Alfonso Guglielmiprof.Luigi Monteverde comm. Giulio Guillaume comm. Eugenio Non Residenti Ferrari comm. Luigi Solari cav. Tommaso Dubois cav. Paolo Moulin prof. Jppolito Sarrocchi cav. Tito Salvini comm. Salvino Leoni comm. Quirino De Rossi comm. G. Battista Bonghi comm. Ruggiero Gnoli comm. Domenico Massaranicomm.Tullo Cugnoni cav. Giuseppe Monaci comm. Ernesto Lanciani comm. Rodolfo Gatti cav.Giuseppe Villari comm. Pasquale Ferri comm. Luigi Ferrajolimarch.Alessandro Bompiani comm. Gaetano Bettocchi comm. Alessandro Sergi prof. Giuseppe Fumi cav.Luigi Venturi comm. Adolfo Esteri Helbig cemm. Volfango Miintz cav.Eugenio ACCADEMICI EMERITI ~ Amici cav. Luigi ACCADEMICI DI ONORE Galeffi cav.Giuseppe Boncompagni principe Baldassarre Cantù comm. Cesare Ranalli cav.Ferdinand0 Monsen Maldengren prof. Nicola Robinson Giovanni Carlo Visconti comm. Carlo Lodovico Tosti abate Luigi Vallauri comm. Tommaso Leoni comm. Quirino Caetani-LovatellicontessaErsilia Zorzi conte Alvise De Hoental lady Paget Valburga S A. I. la principessa Matilde Bonaparte Baccelli comm. Guido Gabriel11 principe Placido Ferri comm. Luigi Roux cav. Amedeo Burchard t prof. Jacopo Delabordevisconte Ernesto Deggiovanni abate, Vincenzo Brioschi comm. Francesco Torloniaduca Leopoldo Cugnoni cav. Ignazio Bettocchi comm. Alessandro Visconti-Venosta marchese Emilio Harozzinobile Nicolb Cremona comm. Luigi Tommasini comm. Oreste Castellani comm. Augusto Tabarrini comm. Marco Valenziani cav. Carlo i 'I, c . ' '> 'C . .4 . 9- Majelli comm. Giuseppe FerrajolimarcheseAlessandro De Geymuller prof. Enrico VitelleschlmarcheseFrancesco Marchettl comm. Filippo Lazzoni conteEmilio Bonacci-BrunamontimarchesaAlinda LazzaronibaroneMichele Baccelli comm. Augusto Mariotti comm. Fdlppo Cannizzaroprof.Tommaso S. A. R. la principessa Luisa d'Inghilterra, marchesa di Lorne Verdi comm. Giuseppe Marucchi avv.Guido AnsideiconteAlessandro Pasolini conte Pler Desiderio SOCIAGGREGATI I Presidenti e i Segretarîdelle RR. Accademiedi belle arti in Torino, Milano, Venezia, Bologna, deiLincei di Roma. I Direttoridella R. Accademiadl Carrara,dei RR. Istituti di Belle Arti in Roma e in Palermo, delle Accademie di Francia, di Spagna, delldScuolaFrancese, dell'Imp. Istitutoarcheologico Germanic0in Koma. I1 Reggente e il Segretariodell'ArtisticaCongreganonedei Virtuosi al Pantheon. I1 Presidentedella R. Accademiadi Santa Cecilia in Roma. I1 Presidente della R. SociethRomana di Storia patria. IL PASSAGGIO PER L’ITALIA CON LA DIMORA DI PARMA DEL SIG. CAVALIERE FEDERIG0 JJJCCARO KUOVAMENTE EDITO A CURA E CON PREFAZIONE DI VINCENZO LANCIARINI a spese dei professoriaccademicidi S. Luca ROMA TIPOGRAFIA DELLE MANTELLATE 1893 - 13 - i p i- _> PREFAZIONE .t -‘ I *_ =* centenariodallainaugurazionediquestainsigneRomana AccademiadiBelleArti,denominatadiSanLuca,niunn cosarlusclrpotessepiùopportunadellaristampadldue Opuscoli, rarissimi quanto pregevolissimi, usati dalla penna del fondatore, benefattore e primo principe dell’Accademla Ir ‘.*.. - . stessa, Cav. Federigo Zuccarl d l Sant’Angelo in Vado. E l‘interoCorpoAccademico,quando si degni,difarbuon TISO alla mia proposta, dellberando, con pensiero veranlente la spesarelativa,non gia a carico deldelicato,diporre l’Istituto, ma unicanlentedeisingoliSoci,fu al pari dl me la novellaedizione,qualenel lusingatodallasperanzache al pubblicointelligente,sia presentevolumevieneofferta per riuscire un prezioso cinlello pei bibliografi, ed appaghi *) dello leavidericercheche,sinqui,diquestiOpuscoli Zuccari,furonfattedaglieruditiedaicultoridell’arte. Ho detto che si tratta della ristampa di due Opuscoli: l’uno, I¿ Passaggio per Z’ltaZia, l’altro intitolato L a Dimora l) Avvertenza - Gli Opuscoli furono rinvenuti dal Sig. Emilio Faelii che, consideratane lararitk el’altointeressestorico, li copib, li forni di note, dalle quali ho potuto trarre profitto,e graziosamente micedettele copie stesse perche cercassi di pubblicarle:altreoccupatloni vietando a lui questacura. - - 15 - - 14 l !* l . I i ' \ ... i L x 5 i ~. Y Parma di del Sig. Cavaliere Federigo Zuccaro; perchè molti autori li ricordano appunto come pubblicazioni due distinte e separate ; mentre alcun altro fa di esse un opuscolo solo. In realtà si tratta dl due Composizioniben diverse ; ma ra,ccolte, dallostessoAutore,inununicostampatoequasi in un corpo solo; comechiaramenteapparedallaedlzione bolognesedel 1608, cui la presente si uniforma:edallastessa premise vi dedica che il Parlasca. F u appuntoquestodiverso modo dienunciazioneche fece cadermeinunainesattezza;quando, nel miostudio : Dei Pittori Taddeo e Federigo Zztccari, pubblicato in agosto di Iesi,accennaialleprinciscorso,coitipidelloSplnacl pubblicazioni pali di Federigo. Nlun dubbio,del resto,chequesto Opuscolo siaopera rarissimaericercatissima. Nol Tomo V della Raccolla d i lettere sullapitturu, scu2tura ed architettura ') eprecisamentenellaprefazione P publeggersi: a Non delBottari u All'EruditoLettore solo si è cercatod'impinguaroquestoTomo,chèpiutu tosto abbiamo riserbato materia tale da rendere un Tomo u sestopiùvagoeameno e dilettevole. Fra lealtre cose, < abbiamo destinato, per esso, quattro opuscoli Federigo di <( Zuccheri, unointitolato L a DìmorudiParma ecc., e l'altro intitolato I l Passaggio per l'Italia ecc., ambedua r< stampatiinBolognanel 1608, ma tantorariche ci i: u voluto la cortesissimagentilezza ed erudizione letteraria u del P. Vincenzio Patuzzi, perripescarliin tutta Italia; 1) Quesl'opera pregevole, stampata In Roma dal Pagl~arini1754-1773, i! l n sette volumi: i primi sei sono dovuti all'erudizione dl Mons. Bottan, 11 settlmo alle cure del Canonlco Luigl Crespi, il continuatore della Felszna Piltrzce del Malvasla Fu, in seguito, prosegultn dal Ticom. Mllano, 1822-1825 L"-.-- di che ne protesto obbligazioni a questo dottissimo Padre. u Gli altri dueopuscolisonounaletteradelmedesimo < Federigo A Prencipi e Signori et Arnatori del Disegno, Pittzsra,Scultura etc., Mantova, 1605, in-4"; P,, l'altra, u un'operettaintitolata: IdeadeìPittori,Scultori, hchiu tetti ecc. P I n seguito, nella prefazione al Tomo V I della Raccolta stessa, il Bottariscriveva: u Essendocelebri Te lettere o 8: piuttosto opus col^ d i FederigoZuccheri,stampatlcirca e il 1600, edessendo oltre ognicredererarissime,pensai a d'includercele(nella Raccolta). Ne feci dunquediligenza < nelleprincipalilibreried'Italiaenescrissi,nellostesso 6 tempo, in Parigi, al , SignorMariette;ed Egli cortese< mentemirisposeconuna de' 7 d i aprilo 1767: < Le Lettere dello Zzccrheri '>che ìo sperava d i trovare nella u Libreria del Re, non v i sono. Ieri fui a trovare uno che, u molti anni fa, me ne fecevedere un esemplare,ch'egli 8: non ha piti, ma che crede essere ancora in Parigi. Egli mi ha promesso d ì ricercarne. Se gli riuscirà di trovarlo, a voisareteservito B. La ricerca fu fatta, ma invano ; e il casorimase K disperato; e lo stessoSignorMariettemiscrisse poi, ai << 6 dimaggiosusseguente,inquesta guisa parlandodi u questelettere: Non bisogna piitpensarvi. Io dispero u d i trovarle in Parigi; ma quello clle qui pare impossibile, 6 dovrebbe in Italia essere solamente dificile, essendo stato impresse in Italia P. Mi fecidunquecoraggioedopo qualche tempo e replicate ricerche, le trovai tutte 6 l) Qui, ed altrove, parlasi di lettere, unlcamente perchè g11 scrittl dello Zuccari ai qual1 SI a h d e , e, tra essi, anche Il Passaggio per l'ltalza e La Dtmora d l Pararma, hanno forma epistolare. elle - 16 - - 17 - tre ‘). Uno in Firenze: L’Idea deì Pitlori ecc. Di esso il u Mariette,il 6 febbraio 1767, miscriveva: . . . Egli u contiene de’ fO:ttì dei quali ve ne sonoalcuni che sono ‘ << moltointeressantì. Gli altri due poi, de’ medesimi opuscoli, trovai fina!<< menteinVenezia,nellalibreriadell’eruditissimoApostolo u Zeno,passata,perlegato,ai P.P. Domenicanidelle Zattere, dai quali n’ebbi copia, per mezzo del tanto dotto u quantocortese P. Lettore D.’ VincenzioPatuzzi, pur a troppocelebrenellarepubblicaletteraria B. Aquestopunto il Bottaridescrive i dueOpuscoli Rocsoggiunge e che, essendo il Tomo V I della sua colta, di mole già troppo grossa, poichèviaveaincluso l’Opuscolo: Idea de’ Pittori; si riserbavadipubblicare il Diportoperl’Italia, nelTomoVII, SO a Dio fosse piaciutodiconcederglitantodivitadipoterlocompilara. Dimora diParma, Soltantononavrebberistampatala sembrandoglichetrattassediargomentotroppolontano arti. dalle Ad ontadellapromessa, il TomoVII,forseperchè compilatodalCanonicoCrespi,nondettepostoneanche al Diporto; siechè l’uno e l’altro di essi Opuscoli continu+ ron0 ad esserericercatissimi. Non era tuttavm esatta l’asserzione di Monsignor Bottari, che cio& dei medesimi Opuscoli, od Opuscolo, esistesse l’unico esemplare nella Biblioteca dei Domenicani di Venezia; imperocchè un altro se ne trova nella Biblioteca Nazionale di Parma; ed, appunto da questo, fin dall’ottobre 1884, fu tratta la copiacheserveallapresente edizione. I1 SignorFaelli . . . ~ 1) Evidentemente questo tre B unerroredlpenna, se non di stampa, e sta in luogodl quattro, comeappare dallaprefazloncal Vol. V della Raccollu. 1 assicura che in quella circostanza rilevò, da un manoscritto del dottissimo bibliografo Michele Colombo, clle il Sidi Bolognaebbegiàun’altracopiadel gnorGuidicini i seguenti Lavoro di Federigo, al quale sarebbero stati uniti altri opuscoli,cosìindicati: T. Diporto per l’Italia. AlZ‘lllu.mo et Eccel.mo Sig.‘ Cav. Gio. Bologna,Scultore. Di pag. 24. Sullapenultima leggesi un sonetto del Mustola, per il Parco, luogo delizioso delSerenissimo Sig.’ DucadiSavoia. II. Diporto per l‘Italia. Al molto illustre et Eccel.mo Sig.‘ Federigo Barocci. Dipagine 6. III. Passata di Bologna e Ferrara. A l molto Illustre e Reverendiss.Pierleone Casella. Dipagine 8. Alla penultima,sono poesie inlode di alcuniquadridelloZuccaro. IV. L’arrivata in Ferrara ecc. Dipag. 8 l ) . Questiopuscoli, chedubitoessere affatto sconosciuti aibibliografi, non menodell’opuscoletto,accompagnato da undisegnoesprimentelostessoFederlgo,nell’atto di dipingereunquadroallusivoallamalvagitàdeitempi,nel qualialcunoperseguitavaluielearti sue, pubblicato fin dal 1579 ededicato a GabrielTerradeseNicolbGaddi, forse sono gli stessi che passarono in mano del Prof. Glor1 ) Mentre la presente edmone era in macchma, ho potuto, in fretta, vedere l'originale dell’Opuscolo, fatto venlre apposltamente da Parma Ho così constatato: io che, meno p~ccolevarlant1 ortografiche, la copla del Faelll b feclellsslma. 2’ che 11 Colombo, dopo avernotato I quattro suaccennatl opus col^ nel fogho blanco cheprecede l’origlnale, aggiunge quantoappresso * lo portolermaopmoneche, a rendere compluto 11 Volume,debbanoentrarvlanchecosì f d t t i opus col^. A credere clò, ml lnduconodueraglonl.la prima B chemancandonequesti,non è plùfattamenztone ditutto CIÒ cheaccadde,all’Autore, o cl1 vedere o dl fare, I n questo suo Pussaggzo per Ilalin, e la seconda che, dicendo II Parlasca,nella sua dedicatorlaall’ahate Casella, che gll presenta alcune lettere delloZuccarl scrltte a suo8 a m m in Romo e fuori, accennaanchealtrecose,oltre IC duccontenutein qucsto esemplare, le qual1 sonoscrltteentrambe al Casella >. 2 - 18 - - 19 - daniecheio:ricordainelcitato mio Studio sui pittori Zuccari ’). Tornando a parlaredellararitd dell’OpuscoIo, dicui si faoggilaristampa,aggiungeròche il Mariette,anche dopo le risposte date al Bottari, continuava nelle ricerche; e, nel febbraio del 1765,così scriveva al Paciaudi: 2, e Encore e ces jours-ci, j’y ai vu un livre qui est apparenlent bien << rare; puisque, depuis plus de trente ans, je l’avais cherché g inutilement,etque M. Bottari m’a avouén’avoirpas U &ti: plushereuxque moi. I1 estde la composition du a peintreFrédéricZuccaro,etcontient la relation d’un (( voyagequecetArtiste fit enLombardie sur la fin de <( sa vie 3, B. I1 Brunetfamenzione 3 degliopuscoli diFederigo: L’Idea deiPittori e Scultori, Torino, 1607, in foglio picOrigine e Progressidelcolo, chechiamaoperapregiata; E’Accademia del Disegno, Pavia, 1604, in-4”;opuscologià pubblicato, altra volta, a Roma il 1585, col titolo : Trattato dellaNobiltàdella Pittura, comeriferisce l’ Haym 5); e Lettere a PrencQi, Pavia, 1604, in-d”, ricordaanchele d ì Parma, ed il Possaggio per I‘Italicc con laDimora Bologna, 1608, in-4”;soggiungendochequestiultimi opuscoli sono rari, perchè ne furono pubblicati pochi esemplari. I1 Brunet indica dunque la causa che contribuì a renma, io ritengo, dererarelepubblicazlonidelloZuccari; sia la sola,eche altra debbaricercarsene chedessanon nel fatto che la più parte delle stesse pubbllcazioni non fu pos ta in commercio. Trovo,infatti,cheFederigo,nel suo Passaggio p e r l’Italia l), scriveva: In questo tempo feci ancora, ad istanzadelSignorCardmale(Borromeo),stampare ia Pavia, il mio llbro dell’Accademia del Disegno dei Plttori, << Scultori ed ArchitettidiRoma,che feci sottola sua protettione,deiqualinehaveràuno dal SlgnorCintlo << Clementemiogenero ”, ch& gli0 nehomandatobuona < parte, per distribuire a gliamicletaffottionatidella << professione P. Sul meritoletterariodegliopuscolidiFederigo,vari furono i giudizienonsemprebenevolie,talvolta,anche esageratamentecontrari edingiusti. A quanto il Lanzi asserisce, era opinione che lo Zuccari si deve scrivesseperemulareesuperareilVasari;ma,se credere al giudizio recatone dal Mariette e dal Bottari, non avrebbe Egli raggiunto lo scopo Vero è che, se corre distanza tra gli scritti dello Zuca tuttovantaggiodiquest’ultimo, cariequellidelVasari, non si pub tuttavia seriamente affsrmare che gli scritti del primosianodispregevoli,cometalunohacreduto;mentre anzi, tra i non pochi difetti di forma, il giudice spassionato ~- 1) Dea I’ltlorz l a d d e o e Federago Zuccarz dz Sanl’Anyelo Ln I’ado. Iesi, 189.3, pag. 59, nota i 14. Di questo Stutllo sto preparando una seconda edizione, con nuovr ed importanti documenti. e) Correspondance ingddlte du Comte de Caylus avec le P. Paciaudz, The‘atin (1857-1765), suivie de celle de I’abb8 BarthelBmy et du P. Mariette avec le M&me, publ~ées parCharles Nlsard de l’Institut. PangI, 1877. Vol. 2. A questa rmportantlssima opera collaborò anche l’Illustre blbliografo parmrgiano, Ab. Barbleri Dell’opuscolo dello Zuccari S I parla al Vol. II. 356. 3) Allo stesso Mariette, edappuntoa proposlto dog11 opuscoli dello Zuccan, fu dlretta la lettera XIV del Tomo VI della Raccolta del Bottari. ’) Manuel du lzbrnzre et de l’amateur des liares, par JacquesBrunet, Cmqulème edltlon. Parrs, Dldot. Vol. F’, parte II, paã. 1543. n)Blblaolecaztalaana o sta nolzzza del lzbrrrara ataltanl, per F. N. IIaym, correttaed ampllata da F. Grandonatl Mllano, 1803. \ l) Ved] a page 35 e 51 diquesto hbro 4) Credo che il Clemente sposasse Isabella, la maggiore delle fighe dl Fedengo. Lettere scambiatesi fra 11 Bottarl ed 11 Manette, merlte fra le Pttlorlclte, al Tomo VI. 3, - 20 -- - 21 - vi trova pregi moltissimi, che li rendono piacevoli ed altamenteapprezzablli. ,4 questoproposito, ecco quantoscrive,semprefiero censore, 1’ illustre Pungileoni ’): (( I1 suocapod’opera(diFederigo) hascrittoin u fronte: Idea de Piltori, Scultori ed Architetti. Gettando u l’occhio su di esso, avrà scorto o potràscorgereagevola mente 2, conqualcaloreEgliraccomandi,agliuomini u deditiedamant1delleartiimltative, 11 fornire la mente u dellecognizionichesonodell’ultimanecessitàpergiun(( gere a grado sublime.Peccatochequellecarte,altronde u dotte, siano da capo a fondo imbrattate da termini astrusi u edagigantescheespressioni,chespessoastringono 11 u pazientelettore a rllevarneilsenso, tra unnuvolodi u parole. Sacrifici, Egli la chiarezza e la purit& dello stlle, u al linguaggio delle scuole, non molto confacente al genio u delle art1 gentili B. I1 Pungileopi,dopodiaverdettoche Mons. Bottari richiamòlnvitaquestolibrodelloZuccari,conl’averlo Inseritonelvolume VI delle Pittoriche; confessache, a suo avviso, 11 Bottari fu Indotto a ristamparldperchè,nel medesimo, di tratto in tratto, si trovano motta intelligenza ’ dell‘artee desiderio dell’utile. Dopo di che 3, lo stesso Autore continua: u Io credo di a non ing;mnarmi punto nel dire doversi, sotto. due diversi (( aspettl,bilanciareilmeritodiquesto scrittore, eloè 111 ~~~ ~~~~~~~ Lettere sullo Zuccall, dirette tlnl Pullgil on1 a Salvatore Bettl,puhbllcatc ncl Gtornole Arcadico, Vol LVI, pag. 195 al 221. Nel mio cllato Studlo sugh Zuccarl, pur accennando la n o t m , desuntadal Rertolnttl, che 11 Punglleoni avesse scritto del hostro Fedengo, non fui I n grado,appunto perchè 11 Bertolottl stesso avevadlrnentlcatc IG opportunecitazlonl, t11 tener conto dl questelnteressantlssrme Lettere. 2, Non si dlmentlchi clle 11 Pungtleonl scrlve a Salvatore Beth. 3, Giornale Arcadwo, Vol LVI, pag 107. i f d t o dellalinguaedinpropositodellearti. Perconto a dellalingua,non è daseguirsi da colorochesiddnno u ad isviluppare,conlucid’ordine, a prò deigiovanistua diosi, i principiidelletre arti. Perriguardoagl’insee gnamenti artistici, ad onta dei difetti rimproveratigli dal a Mariette, dal Bottari e dal Lanzi, Egli è scrittore da non tenersiinpochissimoconto B. E conclude dovernoi da essere debitori a Romano Alberti, pel lodevole pensiero, lui avuto, di trasmettere alla posterith i discorsi tenutl dallo San Luca;nel Zuccari,comeprincipedell’Accademiadi qualicontengonsiutilissimiinsegnamentl. Federigo,neiduesuoiLavori,cheoggivengonodi nuovc) offertiall’intelligentelettore,lasciò la descrizione del lungo suo pellegrinaggio per l’Alta Italia, dopo il ritornodallaSpagna,e parlò delladimora,fattadaLui, nel 1607, inParma, doveeseguìpregevolissimiDipinti. L’originale dell’Opuscolo, incuiEssifurono,per la primnvolta,raccolti, è i n 4 ” piccolo. I1 primofoglio reca il frontispizio,qualequivienefedelmenteriprodotto; e seguono due pagine non numerate, con la dedica del Parlasca al Casale.DuealtrepaginecontengonoversidelCollini e diunIncerto,alloZuccari. Dapagina 1 a 48 è il Dfporto perItalia, indiricomincia la numerazione, da pagina 1 a 53, per L a Dimora di Parma; eseguono,nellaultimapagina, l’imprimatur e la data. Nella nuova edizione, ho invece preferitola numerazione progressiva,dalprincipioalla fine. All’ infuoridiquesta tenue variante e della unità de’ caratteri tipografici, cercai di seguire,intutto,possibilmente,lacopiadel FLLelli, che ritengo accuratissima, e conforme all’originale. Eppure sono c \ m / - 22 - - 23 - cmvinto che la edizione bolognese sia veramente scorretta, ead essa,piu cheallapenna delloZuccari,attribuire si debbala p!ù partedeglierrori d i ortografiaedanchedi sintassichepurtroppovisiriscontrano: come,del resto, è certo che tutti gli scritti di quell’epoca e delle precedenti, o gli stessi diGiorgio Vasari, nonpotrebberoserviread un confronto, perchè più non sono quali uscivano, la prima volta, in luce; ma, nelle edizioni succedutesi, furono amplamente, almeno nella forma ortografica, correttie perfezionati. Comunqueapprezzare si voglia 11 valoreletterariodi questi Scritti, parmi tuttavia che non possa mettersi menomamente in dubbio l’importanza che essi hanno por la storia dell’arte e dei costumi e per la cronaca dei primi anni del secolo XVII. Seilmiogiudizio 8 veramenteesatto,esequesta ristampa riuscirà a cattivarsi le simpatie dell’erudito lettore, michiameròsoddisfatissimodellepoveremiefatiche: sarb anzi felice d i averfacilitato la via, all’insigneAccademia Romana di Belle Arti, per onorare la memoria dol primo tra tantiillustrisuoiFigli,esolennizzare il terzocentela qualeappuntoavvenne, nariodallasuainaugurazione, o primo principe lo Zuccari, il fondatore benefattore 14 novembre 1593 l ) . Neandrebbelietaanche la Patria deiduepittori Taddeo e Federigo Zuccari, che è pure patria mia; la quale B veramenteorgogliosa di averdato,pihdiunavolta, artisti alla illustreAccademia, ed il 13 febbraio 1750, un altroprincipe,nelpittoreCav.FrancescoMancini,dicui scrissero: Disegni, bene, colori vagamente e ftc, in Roma, annoverato tra i primi del suo tempo ‘). Anch’Egli nacque inSant’Angeloin Vado, l’antico Tiferno Mataurense, oggi piccolaCittà,che - non degenere da tutte le altre Cittk e - fu la TerregihcompresenelcelebroDucatodiUrbino cuna di tanti uomini illustri, tra’quali, a titolo d i 01101’0, siami permesso di ricordare il famoso condottiero, capitano Nicolb FortebraccidellaStella, il chiarissimocanonistaProspero Fra LorenzoGanganelli, Fagnani eGianVincenzo,poi Papa Clemente XIV. l) Vedasi 11 citatb mio Opuscolo Dei Pittori Tuddeo e Federigo Zuccari, pag. 44. MISSIRINI Memorae per servm alla storza dell’dccademra dì S. Lwca. Roma, 1823, p. 80. Centeszmo Secondo dell’dccademza. Roma, Casaletll, 1795, Relazlone, p. VIL La comemorazione di questo terzo centenario, venne, per irnprevlste circostanze, rimandata ad ogg~.II pruno centenarlo fu celebrato il 30 settembre 1896, ed il secondo 11 2 glugno 1795. Roma, 18 dicembre 1893. VINCENZO LANCIARINI. l) Ved1 MISSIRINI, p. 227. - Le cenen del plttore Mancrnl rrposano a Roma, nella c h m a di S Bonaventura al Palattno. 11 suo Capolavoro quadrorappresentante i SS. Pietro e Giovanni che guariscono uno storpio - trovas1 nelPalazzo del Qulrinale. Sene ammira una copia, in nlusaico, nellaBasIlIcaVatIcana. - IL PASSAGGIO P E R ITALIA, CON LA DIMORA DI PARMA del Sig. Cavaliere FEDERICO ZUCCARO. DOUE SI NARRANO FRA MOLTE ALTRE COSE LE FESTE, E TRIONFI KEGIJ FATTI IN MANTOA DA QUELLA ALTEZZA PER LE NOZZE DEL SEREXISSZMO PRINCIPE FRASCESCO GONZAGA SUO FIGLIUOLO CON LA SERENISSIDJA INFANTE MARGHERITA DI SAVOIA. I AGGIURTOUI U N \ COPIOS\ NARRATION2 DI VARIE COSE TRASCORSE, VEDUTE, E FATTE REL SUO DIPORTO PER \ E N E T I \ , AlAXT04, MILAKO, PAT'II, TURIAO, ET ALTllE PAR11 DEL I'IUIOATE. IN BOLOGNA, APPRESSO BARTOLOMEO COCCHI, AL POZZO ROSSO. mI.uc.vw. Con llcenza de' Superlor). Ad istanza di S I M O N E PARL4SC4. - 27 AL MOLTO ILLUSTRE, ET REVERENDISSIMO SIGNOR ABBATE OTTAVI0 CASALE. Sapendo quanto A V. S., Molto Illustre,apporti gusto, anco t r i le molte sue occupationi, 11 sentirtall'hora nuoue, egratioseinuentlonl d'alt1 soggettl; e conoscendo quant'ella sia amrca dell'arte Industre della pittura, e de gl'ingegnosi professori suoi, h6 giudicato bene di presentarle alcune lettere, scritte dal Caualier Zuccaro A suoi amici in Roma, e fuori Riceuei per somma ventura,ch'impensatamente mi venmero queste carte alle mani; per hauer occasione di far pih che mai nota la mia deuotione verso dl lei ; e per apportarle, con questo modo, vlrtuoso diporto, rappresentandole, in quest1puochl scritti, moltecose, xarle, e diuerse, e tutte quelle feste, etrionfi particolari, ch' A giorni passati, con tant'applauso delmondo, furono celebrati dall'hltezze di Mantoa; raccontate di maniera che fA parere altrui esserui presente. Non hauer& dispiacere V. S. dl leggere(oltre di clb)nuove, e spiritose inuentioni di pittura,fatte dal sopra nominato Caualiere, nel suo PASSAGGIO, e dlporto PER L'ITALIA ; nelle quali opere dimostra benissimo,ad ogni studioso et eleuato ingegno, la speculatione de' soggetti, l'imltatione della natura, l'industria dell'arte, et il vero modo della rappresentatlone delle cose. NB si scosta, come Pittore, dalla Frlosofia; si corne si vede in alcune ben intese dlfflnitioni sopra il Disegno, date da lui nell'hccademia Innominata di Parma, nelle quali s'allontana da' pensieri del Volgo, con la grandezza de' concettl, e dell' operationi. Cose che da V. S. saranno meglio intese, che da me dichiarate; E, per fine di queste, humilmente le prego da Nostro Signore 11 compimento d i ogni vera felicltà. Di Bologna il prlmo di Luglio 1608. DI V. S. M. Ill. et Reuerendiss. Detiotissimo Servo S I M O N EP A R L A S C A . - 29 - AL M O L T O' I L L U S T R E E T E C C E L . T E SIG. C A V A L I E R E DIPORTO PER LA ITALIA. FEDERICOZUCCARO. DEL SIGNOR CAVALLIER I1 Collini. È un diporto per certo (Zuccari) il tuoviaggio, Non sol per te, che pellegrin camini, Per c6r del bello il buon, del buono il saggio ; Ma per noi tutti ancora, Poiche miriamo ogn'hora, Ne' tuoi parti diuini, Opre d'alto valore Splegate dalla Fama, e dall' Honore. *S Dell'isteriso. Al medesimo. Se dentro A picciol campo Tal' hor (Zuccan) apporti Con uiuaci colori Santi, Regi, Pastor, Ciel, Stanze, e Fiori ; E uiui fai spirar gl'huomini morti; Merauiglia non 8, ch'in poche carte, Descriui à parte, A parte Di tanti illustri gesti historia piena; Mago al veder, et all'udir Sirena, Ws& D'incerto. Zuccaro, la tua penna È così dotta, quanto Siadotto il tuo penne1 nel proprio vanto; Anzi l'un 1' altro accenna, Che, conmirabil'arte, Fai che scriua 11 color, pingan le carte. FEDERICO ZUCCARO. A L MOLTO REVERENDO, ET SEMPRE OSSEIìUANDiSSIbIO I L SIGNORPIERLEONE CASELLA, SAILUTE. Ilauendo un puoco dl tempo otioso, m questi gorni dlCarneualc, mentre io ne sto così, presso 11 fuogo, necessitato da cotant1 gran freddl, che qui rendono le grosse neui, e ghlacclgrandlsslml che abbondantemente in questa stagione 1'Aere versa; in uece di ueder Maschere, a n dare A Festini, b comedle, che da allegri Glouanl fannosi,mipiace passarmela un puoco cou esso lei ; dellaquale, molt1 mesi sono, ch' IO non ne hò hauuto nuoua come ella fors1 dl me : cosi B dunquele fi) sapere (Iddio lodato) 11 mio ben stare, come parimente dlslo dl lel, et de' buoni amici, i quali, con questa, tutti insieme dl cuore saluto 6 pur ragioneuole, Sig Casella mlo, tall'hor dar nuoua e segno che slam V ~ V I Amor sprona il deslo, el desio que:la Voglia di hauer dell'amico nouella Mi souiene, che di Veneha la salutai, glA duoi ann1 sono, dandolo auisodel fine dl quel mio quadro dl Alesqandro III et Federico Barbarossa, posto nel gran Conseglio, et de la soddlsfattlone data, et riceuuta da quella Serenissima Republica; che, oltre dl una recognhone honoreuole di millescudi, etuna Collana d'oro, con tltolo di Cauallere dl quella Republica, fui honoratamente riconoscluto. M1 db a credere,che V. S. sene rallegrasse, come quella che fu buon mezzo à farmirissoluere h quella andata, per la chiamata dl quel Signori Illustrissimi in Venetia; et, se bene io non hebbi risposta da lei, n& dal Slg. Chnstofano Negosant1 - 30 Cannonlco in S Marco ; db la colpa allapartita mia dl Venetia, poco appresso, per la chiamata delSlg. Cardinal Boromeo à Milano, et per& andassero A male le lor lettere, essendoio statosempre in continuo moto, hor qua, hor 18; s1 come 11 genlo m10 a viaggl mi h9 sempre mosso, et le occasion1 honorate ml u’hannofatto sempre strada: per tanto non ricusai l’andatd per tornare à riueder Mllano, et quella parte di Lombardia; et hora, con altra che successe, poi il Plemonte, oue hora mi ntrouo; et così raggirare la terza uolta I’Itaha, se non 4 la quarta. Poiche la prima fù quando passai in Francia, ad iastanza del Cardinale di Lorena, buona memoria, già tanti anni sono, alla creatlone di GreInghilterra gorio Papa XIIL, et di Francla poi passai in Fiandra, e in A mio diporto; et la seconda quando passai in Spagna alla creation0 di Sisto Quinto; di maniera che dm terzi, anzi quattro quinti, di m a uita hb consumato in uiaggi. MI accorgo ch’ ella, come anco qualche altro amico, vorrebbesapere quel che io abbia fatto in questo tempo in Milano, et in altrl luoghi, oue sono stato fin hora; et quello chio abbia veduto di notabile, et chi mi trattiene hoggi qui In Tunno, & si lunga dmora fuori dl Roma, et di mla casa, nell’et9 in che mi rltrouo: desiderio di amico amoreuole Tutto restringendo quanto potrb, procurerb sodisfarla ;ma perche mi accorgo, che non potrb essere tanto breue, scusarete la dimanda; et pel desiderio di darle soddisfattione, farb non una lettera ma una narratione dl più cose, uiste, et passate, che non seranno, secondome, se non di gusto, e trattenmento suo, et de amoreuoli amici; pascia che in questo mio uiaggio hb visto, et passate uarie, et diuerse ricreationl, cose degne tutte da essere intese; sì in soggetto di hauer visto rarij luoghi di deuotione,comedi spasso, et di piacere ; Palazzt, glardini, et fontane, che non inuidiano quelle di Roma, b di Fiorenza, Paesi con laghi delitiosi, caccie seluatiche, et domestiche, pesche diplù sorti, Comedie, et spassi diuersi; correre la slizza per l’aggiacciata neue, danze, feste, e conuiti Reg1 , Campo di armi, rassegne di Caualieri , abboccamentode’ prencipi, e tante altre cose,che non posso mancar, ragionando, fargliene parte. Dalla partita di Roma,come ageuolmente ella si pub raccordare, che fù di mezo Giugno del 1603, quella Estate passai, con mirabil gusto nella nattua patria mia,con parenti, et cari amici, et in Vrbino particolarmente appresso il Sign. Ducamio Signore, dal quale nericeuei molti fauori. Spirata l’Estate, et quei gran caldl, A tanti di Ottobre,,seguendo il mio viaggio, gionsi in Venetia, A dar fine, come feci, a quel mio quadro gi& detto, chera rimasto %perfetto gi8 molti anni Prima*- - 31 - com’ella sa, doue che in sei Mes1 spediJ di quel poco, che vi restaua, A soddisfattione di quei Serenissimi Signori. Chiamato poi, come hb detto, dal Signor Cardinal Boromeo & Milano, ui andai a mio diporto ; fermandomi, oue uno, oue duoi giorni, à Padoa, Vicenza, et Verona, A rluedere amici uecchi;etacqutstatine di nuoui, conmolte cortesie riceuute, passai & Alantoa & rivedere quella ClttA, e le belle opere di Gmlio Romano, et altri ; e per vedere una gran bella Comedia, che faceua fare quel Duca, essendo nel findel Carneuale ; la quala f u ueramente nobilissima, e Regia, per gli apparati, et ogni altra cosa, con quattro , ò sei cangiamentl dl Scene, con lntermedl~stupeildissiml; in somma fù cosa degna di un tanto Prenclpe; et lì mi trattenni per questo, tre, ò quattro giorni. Non sb, come S. A. Intendesse ch’lo ero costi dl passaggio, douemi conuenne andarle à far riuerenza; et mostrando quell’Altezza desiderio ch‘ 10 mi fermassi alquanto seco, scnsandom’io , che era di uiaggio per Milano, ad mstanza del Slgnor Cardinal Borome0 , S A. volse ch10 le promettessi, spedltoui dal Slgnor Cardmale, di ritornare, (si comepol feci, et u1 stetti sette mesi) e seguitai 11 mlo uiaggio, per Cremona oue fui trattenuto duo @om1 da hlonaignor Illustrissimo Speciano, Vescovo di quella ClttA, et rlulsto le opere del Pordenone, del Campi, et altri, gionsi & Mllano, et dop6 quattro, i, sei giornl, ne’ quali di nuovo reuista la cltth, et le opere dl molti, 11 Slgnor Cardinale ml mandb à Pauia, et lì feci noue, mesi, et sette che ho consumato sin hora qu8 in Turino, e sette in Mantoa, facendo i conti con tre mes1 che stetti in Vrbino, e sei ln Venetia , sono sin hora trentadui mesi, che son fuori di Roma ; sicch6 vedete Signor Casella mio, come 11 tempo uola; e t io ne partij solo per star sei, b otto mesi, per l’occasione sola di Venetia; che se io hauessl roluto, b volessi plgllare altre occasioni, cheglornalmente misono state, et sono presentatea gusto cl1 diuersi altri Prencipi, et Signori, non potrei sperare riueclere pi6 il mlo Monte Pincio, il mio Tugurio, pur fatto con tanto mio dlporto ; hauendo martello di riuedere Roma,Amici, Flgliuoli, e nlpoti. Per6 ho procurato di sbrigarmi sempre di tutti i luoghi, come parirnente farG qui, piacendo à Dio, in occasione cosi principale, et singolareche in uero non h6 potuto, con honor mio, ricusare; et di questa, spero In Dio, anco sbrigarmi, et quanto prima potrò, per desio dl ritorno ; trouandomi nell’eth, ch’iomi rltrouo di sessantatra anni, bramo riposo hoggimai, et u m r e un puoco à me stesso, si come desidero, se Dio mi da gratia di rltorno; ma sono inuerotanti i favori, e cortesie, che io ho semprericeuuto in ogni Iuoco, et riceuo giornalmente qu8 da questa Altezza Serenissima - 32 - per sua gratia, et da tutti questi Signori; che aggiuntaui la buona complessione, che il Slgnor Dio ml dona per sua misericordia, et bontb, che non mi fasentire, b patir disagio alcuno, sì mi trouo dispòsto, et sano(mercealSignore)chepassareiancoradl nuouo, inquesta et&, questegrandi Alpi degli Apennini, che chludonoI’Italla; ma contentianci. Hora son per dirle quello che ho fatto in Pauia, come in Mantoa, et quello che ora stb fdcendo quh in Turino et, di mano in manoile cose aiste, più singulari. Gionto in Mdano, 11 Slgnor Cardinale ml mandbb Pauia nel Collegio suo Boromeo, oue uolse, ch‘lo facessi, come feci, una grande Istorla à fresco, in testa di un gran Salone, in detto Collegio, la “quale è alta 36 palmi, e larga 40, sottola cornice, che ricingetutto ilSalone: I1 soggettodellaIstoria, 6 lacreationealcardinalato del Beato Carlo Boromeo, rappresentando la Capella, et Concistoro pontificio, et PIOIV. che pone il cappello in testa al detto Beato Carlo, e t insieme l a corona, et ghirlanda di Cardlnali a torno, con molti Prelati, et altra gente d‘ogni sorte, & uederedettaatlone,si come sucede. Lefigure prlncipall eccedono una uolta, e mezza il naturale, di altezza ; et mentre io diplngea questaIstoria, bme pareaesserein Roma, trattando col Pontefice, et Cardinali, et tant1 altri Prelati et Slgnori; chè a caso mi veniuano figurati al naturale, alcuni che plù l’ huomo hh nella mente : i l restante du1 Salone, che in uolta, è tutto Istoriato dellautta, et fdtti diquesto BeatoCarlo Boromeo, di mano del SignorCesare Nebia da Oruleto. In quest1 9 mesi, che non si perdè mai un ora di tempo, non mancammo il Signor Cesare, et 10 plgliarsi molte rlcreationi, in diuersi luoghi, dentro, et fuori della clttà, come alla Certosa non molto lontano da Pauia,plùuoltea Mllano, et all’intorno à certe solennità, et feste: finito poi 11 fresco di questa Istoria, mentre che la mia, et un’altra simile del Nebia si sciugavano, per ritoccarle come pol fesslmo, il Slgnor -Cardlnalecimandb A vedereilMonte di Varalo, duegiornatedilàda Mdano, verso settentrione; luogo notabile, et degno certo ch’lo glle ne dia un puoco dl ragguaglio. Questo Monte B à piedi de i Monti, che diuidono l’Italiada Sulzzeri, et altri tramontam ; esso Monte, solo frà molti che g11 sono appresso e contigui, t! vestito di Alberi, e molta verdura, per lo quale si ascende piaceuolmente per scale fatte à mano artlficiosamente: ma prima che saliamo 11 Monte dwb, che a piedl di esso UI è una assai bella terra b uillaggio, che ritiene il nome del Monte; et, per mezo di essa, vi passa un gran torrente, b fiume, detto la Sesia, che wene da detti monti assai - 33 precipitoso, il quale poi uaserpeggiando più quietamente, etrinfrescandouna belllssima campagna, à mezo giorno fertile,e grat!osa: Q Ponente, e Settentrione sono li gi8 detti monti alpestri, et sterili; tant@ che questo monte di Varalo è una delizia per se stesso, e appresso poi, Per l’artificio di molte Capelle, che salendo si trouano, e per una longhl9 sima Scala di Plctra dl trecento, e più scdinl, tutta diritta, la qual j prima uista mostra di condursi al Paradiso, (quasi la scala di Giacob) Alla sommita di questaui è la Capella del riposo, e puoco appresso alcune altre, sin che si arnua alla sommità del monte, 11 quale peri, non è molto alto, che u n miglio in circa dl salita in giro, e tutto placeuole, con dluersi riposi; alla sommita i! circondato con un muro, quasi un’altro miglio di circuito, dentro la qual circonscrlttiono ui 6 princlpalmente una Chlesa oficiata da Frati di S Francesco, non molto grande; d’intorno poi per tutta la sommita del monte, rlserrate u1 sono da quaranta Capelle, lontane l’una dall’altra un tiro dl pletra, e plù, et meno, et in clascuna di dette Capelle è rappresentatounmlsterio dellaulta, passione, et mortedel nostro Slgnore Gesù Christo, ad imitatlone di Terra Santa, di slngular deuotione, per uedersi in esse, rappresentate al uiuo, tutte le figure, et misterij di rilieuo dl terra cotta,colorite, che uiue, et uere paiono. In quella state, per mlo gusto, prlma che io vedessi il detto monte di Varalo, andai a vedere la Madonna di Crea, sul Monferrato vicino a Casale, lontano trentase1 mlglia da Pauia, la qual Madonna dl Crea è sopra un Monte, anco esso bellissimo, et di bellissima vista più assai d l Varalo,havendomaravigliosavlsta da tutte le bande;nella sommltb d i detto Monte, v’&una Chiesa più bella, et più grande dl quella dl Varalo assai, ove stanno Canonici regolari della Pace di Roma; et questo monte è parimente fabrlcato ad imitatione, et concorrenza di quello di Varalo, con le dette Capelle, à luoghi, à luoghi, con le figure di terra cotta, colorlte d punto come quelle di Varalo, salvo che qulvl si fanno i mistenj, et Vitadella Madonna, e quelle di Varalosono del Slgnore,si come dissi: questo non è ancora perfetto, che non serà men bello, che quello diVaralo,anzi molto pi^, e plùordinato, etle figure tutte diassai buona mano, ue ne sono molte pnncipiate, e tutte di diversi Prencipi, e Signori che, per lor diuotione, le fanno fare; saranno queste ancora da quaranta e piùCapelle; sin hora ve ne sono di finite da sei, ouer otto, et altre tante principiate, vna frà le altre, che è la maggiore e la piG eminente, su la sommitb del monte, in forma rotonda, con un portico & torno, che gode lutte le vlste di tutte le bande. in questa u1 si fA l’hssuntionedella Madonna in Clelo, che certo sarà bellacosa; ch& 3 - 35 - - 31 ui sonoduoi Scultori Fiamenghi, et un Milanese valent‘huomini, che vanno facendo delle dette figure di terra; nella parte di sopra Q il Paradiso, con la Madonna, nella parte di sotto, 6 gi9 figuratol’Inferno, che certo B talmente spaventoso, che le donne, e fanciulli non ardiscono approssimarseli. Questo monte di Crea B distante da Varalo da settanta in ottanta miglia, Crea à mezog1orno, et Varalo h Settentrione: Vicino 4 Varalo verso il Lago Maggiore, distante dodicimiglla in circa, se ne paraun altro Monte, etornato con lavita di S. Francesco, e tutti saranno bellissimi et dimolta ammiratione, che certo è stata inuention bella, et di gran deuotlone questo mododi rappresentare detti misterij, in dette Capelle, i quali misteriJ occupaao tutta la Capella, che non ui B altare, nB altro che esse figure di quelle Istorie; appresso poi tutte le dette Capelle sono dipinte A fresco a le pareti delle mura, con paesi, figure, e prospettive che si accompagnano benissimocon le figure di rllievo al soggetto dell’ Istoria, et tutte dl buona mano, massime quella delMonteCaluario, h Varalo, dimanodi Gaudentio di Ferrari Milanese, che fh discepolo gi8 dl Rafaello dl Vrbino, la quale 4 tale, che merita, ch’io ne faccia particolar relatione. Questo Gaudentio Pù di spiritoso ingegno, et di maniera gagliarda; in questa Capella del Caluario h&fatto gran parte delle figure di rilievo di sua mano, et le pitturetutte a fresco nel muro, gratiosee belle, che accompagnano 1’ Istoria, di lontananze e paesi ; fra queste figure di rilieuo di mano sua, sono quei manlgoldi che gluocano a dadi sulaveste del Signore, che fanno gesti, et atti degni di queisciagurati;vi B appresso un gruppo di figure, dellaMadonna Santissima addolorata, che camina verso la Croce, aiutata dalle Marie, et,S. Giovanni appresso, che no sb qual Scultore de’ migliori, meglio hauesse fatto, et meglio espresso il dolore et l’afflittione della Madre, la compassione et lamento delle Marie che sostentano la Vergine, che ne vh con le braccia aperte per abbracciar la Croce, alzando latesta h mirareil figlluolo in Croce, ou8 si scorge l’estremo dolore, c’hebbe la Vergine in tal uista; gid sono fatte le teste, mani, piedi et panni bel lis am^, et non solo è questa Capella con dette figure di rilievo di sua mano, ma le pitture ancora delle pareti, come hb detto; e, per brevitd, alcune altre di molta lode lascio, et altre di altri pure di molta deuotione, e spirito tutte ; ma quella che fa pianger communemente le donne, oltre i misterij de glistrazijfattialnostro Signore, nel menarlo da Herode A Pilato, et flagellarlo, è la Capella degli Innocenti bambini, ou’è espressa< tantabene Ia crudelta di quei Soldati, et ministri diHerode, nell‘uccidcrli; et le madri scapigliate, altre aiutarsi ‘ ! l con morsi, et calci da quei cani, altre piangere I figli morti, chè smembrate le viscere de’ proprl~fig11 per terra vedono,con SI pietosomodo che commove veramente tutti a dolore: sono, dette cose, di rilievo, coYorite,come hb detto, che paiono vere, e veri gli effetti istessi. Viste queste etaltre cose, la guida che ci haordinato il Signor Cardinale ne condusseadArona Castello, e terra di sua Signoria Illustrissima, su’l Lago Maggiore, distante da Varalo 15 in 18 miglia, ove lo trouammo; et qui si fermammo quindici glornl h spasso, godendo con varie pesche, et diporti, quel luogo I1 Slgnor Cardlnale ci volse anco far vedere una sua bellissima Isoletta, dettala Boromea, dentro venti migliamezzoilLago, trà le montagne, a mezza giornata da paesi de Suizzeri; questa B di mezzo miglio di circuito tutto scoglio, però pieno diCedri, Naranci, e Limonicon Giardini di singolar bellezza; e, tutto questo, fatto a gran studlo et artlficio di mano, sopra a detto scoglio, con un palazzo di molta ricreatione; et appresso dl questa, a mezzo miglio, due altre Isolette vi sono, ma minori, habltate da pescatori. in questo tempo non stessimo totalmente otiosi, perche 11 SIgnor Cesare Nebbia, et iofacemmo due quadri, à fresco, in duo pilastn di una Capella di Sua Signoria Illustrissima; io feci una Pieth, con San Bernardo, .et la Madonna chetiene Christo morto, con quattro Angioli che tengono quattrotorce alla grotta del sepolcro ; et 11 Signor Cesare fece San Bernardo che scrive della Madonna; et questi finiti A fresco,indi A poco ritoccatili, ne passammo verso Milano A uedere altrl luoghi all’intorno, come 11 Glardlno del Signor Conte Pirro ad IgnA, ornato di fontane tanto ben fatte con artificio, cheRoma et Fiorenzaalsicuro non ne hauranno di piùbelle, nè più riccamente ornate con statue di marmo, assai buone diScultori moderni, non-potendone hauer degli antichi. Per San Giovanni poi, fummo condotti da alcuni gentilhuomini a Monsa, s u e uedemmo la tauola di argento, scettro, e corona dl quella Regina, che ui abitb e lascib molti tesori, che tengono in gran ueneratione, con l a gallina, e pulcini d’oro, et altre cose h i luoghi loro bellissime, che per breviti lascio ; et poco meno, che noi arriuammo A Lugano, al Lago di Como, Bergamo perveder la Capelladel gi8 M. Bartolomeo, etc. sì eramo desiosi di ueder tutto: in questo tempo feci ancora, ad istanza del Signor Cardinale, stampare in Pauia il mio Libro dell’hcademia del disegno dei Pittori, Scultori, et Architetti di Roma, che feci sotto la sua protettione, de quali ne hauerh dal Signor Cintio Clemente mio genero, che glie ne ho mandato buona parte, per distribuire h gli amici, et affettionati della professione. Speditomi di Pauia, et dal Signor Cardinale, -- 36 - - 37 - il primo @orno d i Decembre passai a Caealedi Monferrato, la seconda volta, per tornare à riuedere 11 Signor Duca di Mantoa, oue era stato tutta quella state, per farli riuerenza, et uscire dell’obbligopromesso ; il quale seco mi fece trattenere alcuni giorni à spasso, nel qual tempo mi trouai all‘abboccamento, che fece sua Altezza, con l’Altezza di Savoia, per lo parentado, che all’hora si concluse col Prencipe diMantoa, et una delle Infanti di Sauoia, che fu cosabellissima, et notabile à uedere, et menta, ch’io glie ne dlaconto, non gib puntualmente, che sarei tediosotroppo, ma, cosi succintamente, glie ne farb una bozza. Hauend0 determlnato queste Altezze Serenissime abboccarsi insieme, 11 Slgnor Duca fece uenire 11 suo amato figliuolo da Mantoa per questo effetto; et, giunto 11 Prenape, una mattina si partirono (com’lo) da Casale, et ci fermammo la sera A Livorno, Castello b Borgo, uenti miglia distante verso Turino, oue la mattina seguente, dopb desinare, S. A con la sua Corte, si mossecacciando, per passatempo, verso i confini del Piemonte, come parimente fece l’altro di Sauoia:se ne veniuano detti Prencipi nobilmente accompagnatl da propriJ loro cortegiani, et Caualien, conbuon numero, et oltre le loro guardie de’Soldati, et Caualli leggieri, vi concorse appresso tantonumero de paesani da uillaggi, e Castelli intorno, 8 cauallo et a piedi, con donne, e fanciulli, per uedere questo abboccamento, che, si come erano in una grandissima campagna piana, per quella sparse, ungrande esercito tutti insieme assomigliauamo, e b prima uista, di lontano scoprendosi, sentiuasi gli uni, et gli altrl trombetti, con allegro suono, salutarsi per ben trouati insleme, facendone la foresta risuonare; uedeuasi ancora i messaggieri di una parte, etl’altra à piedi, et à cauallo, moltiui erano con cani A lassa, altri con sparauieri et falconi, presentandosi delle caccie, che haueuano preso. Come furono aprima vista diconoscenza, bcmquanta passi vicini, i Prencipi;fuil primo à smontare 11 DucadiMantoada cauallo, col Prencipe suo figliuolo, et tutto ad un tempo il Duca di Sauoia di carozza, et tosto chefuronob presso, si abbracciarono; quindireiterandosi le parole l’uno b l’altro cortesamente, non sipotria facilmente contare I’allegrezza, etfesta che il Serenissimo di Sauoia fece al Prencipe d i Mantoa,bellissimo giouane senza pelo almento, abbracciandolo, et baciandolo caramente, comefigliuolo, et genero, che non si potea da lui distaccare, per mirarlo, et contemplarlo; dovedopo molti discorsi, et ragionamenti piacevoli tra loro, si diedero a fare conoscere, ciascuno la Corte sua de’ Signori, et Caualieri; et finito questo colloquio, che dur6unagrossa uora in piedi, senza muoversi di luoco, oue prima si abbracciarono, essendo l’hora tarda, si licentiarono per quel giorno, ritirandosi pure la sera noi A Livorno, et quel cl1 Sauola ad altro suo luogo conuicino. La istessa notte, mandato quel di Sauoia ad inultare 11 Duca di Mantoa, così al giorno non molto mattino, andammo oue 11 passatogiorno l’Altezze incontraronsi lui poco appresso;etincontrates], di Cauallo,ma fattosi lunga,et questa seconda uolta, nlun simosse il Prenclpe , nouello cerimoniosa accoglienza, accarezzato dinuouo sposo, si posero a caualcare agiatamente, hauend0 quel dl Mantoa fatto ogni sforzo per dar la mano destra a quel di Sauola,ma dopo forzarsl molto, donato la mano deritta al Serenlssimo di Mantoa; dopb loro seguendo, il Prencipe fu preso in mezzoda duo princlpali Cavalieri della Nontiata, Ordlne di Sauoia; et cosìcaualcammo, forse un’hora e meza di longo, et giuntl in un Gasale, b grancia, che dir vogllamo, alla campagna detta la Boscarina, uicmo à Cigliano, nello Stato dl Sauoia, et qul quelle Altezze fermatesi, si ritirorno à pliì stretto et segreto colloqulo, oue stettero un altra hora buona, poi si posero a tavola con sontuos~sslmo conulto, etbanchettosolenne; nè à tauola u1 era altro che essl tre Prencipi, et tutti da unaparte, primo Sauola, pol hlantoa, terzo il Prencipe; no1 altri cortigiani, et tuttl, fossimo benissimo trattati, n& io mancai dl fare un brindes 8 gli amici di Roma; spedito 11 banchetto, che era ben tardi, et le cerimonie tra questi Prenclpi, ciascuno si ntirb al suo luogo, quel di Sauoia a Cigliano, et Vercelli, et noi a Liuorno, et Gasale, et de Gasale à Mantoa per lo Pb; il quale fiume, per la staglone bellissima, che era stata giA plù mesisenz’acqua,se ne correva fiaccamente, e t perciò stentammo, et passammoperico11 et disagi, per multi impedimenti di legni, albori sotterrath nell’aluio del Pò; pur con l’aiuto dl Dio, glungessimo salui in Mantoa 11 giorno d l S..Tomaso alIl 22 Decembre. Sua Altezza, col Prencipe, in carrozza volarono prima di no1 in Mantoa. Hora eccogli fatto un viaggetto parte per terra, e parte per l’acqua, di plù cose precesse, et narrate di passaggio; ma fermateul, chè se bene son yuì a presso il fuogo, così scriuendo, con buona gratia sua, et di ch1 mi ascolta, mi scalded un puoco i pledi, et anderò a cena, sentendomi chiamare, perche I’hora Q tarda; dandole la buona sera, restate in pace. 3 . . % ;- Dlmane io vi aspetto Tra Dame, e Caualieri, A gustosi piaceri, TrA feste, e tr8 conuiti, Tra liete danze di guerrieri arditi. ’ C’ c’ t: ! +- - 38 - - 39 - Gran torto farei all’amlcizia nostra, S’ io non le communica3si, (prima che altro ledlca di Mantoa, così per Intermedio del dlscorso) alcuni spassi. che sono qua il Carneuale, assal diuersl dall’uso di 18, et col parteciparne così con lei, vengo lnsleme a raddopplarmi il diletto, et gusto auuto. Deue dunque sapere,che questi popoli di qua del Piemonte in spetie son molto dediti A conuiti, danze, et suoni, et perb 8 tra loro.questo prouerbio: al popolodi Turino, pane e vino e tamburino. Si come i Romani soleuano fabricare teatri, et culisei, per dar spasso al popolo, cos3 quA non CI 8 Villa,n6Castello, b CittA, che non abbia luogo publico. di feste, et danze; come, in particolare,frascategrandi, con duplicate colonne di pietre bene ornate, oue le feste, et tuttol’anno il popolo si ricrea ballando, et danzando: ma lasciamo queste feste et balli della plebe; diciamo delle nobili, et de conulti Regi, non solo di sua Altezza serenissima,ma di molti Signori Caualieri ch8 in questo tempo,di Carneuale in spetie, fanno h vicenda feste, et conuiti, una sera per ciascheduno; nelle quali feste, danze, et conuiti, u1 si ritrouasempre sua Altezza Serenissima, che così conferendo al gusto del paese, non si sdegna comparire A queste feste, che si fanno la notte; il giorno pol corrono la shzza, che B la plù gustosa cosa, che si faccia 11 giorno, in questi tempi dl ghiacci e di neui gelate; hauete dunque da sapere, che la notte si fanno le feste, et ComedJe, et il giorno la detta sllzza lmmascarati; le dette feste della notte ne hb uisto da tr8 b quattro bellissime, et queste mi bastano. Questa sera ero inuitato ad una di queste in casa del gran Cancelliere; ma, tirando questa sera un’aria fredda penetratiua, ml contento danzare così, con loro, appresso i1 fuogo, ch6 queste feste in questi tempi si comprano conmoltodisagio, et lascio la cura di registrarle sera,persera,a questi giouinotti, etal m10 compnr Rocco, che se ringiouanisce, non lasciandone una, massime delle Comedie, e si 8 affrattellat0 con un Fritelhno, et con un Arlechino, Gomicl, et con un Pantalone, che non sene stacca un pi8 lontano da loro; questi mlei son iti tutti A feste per la CittB, et comedia, che questa sera auanti le Principesse si fh; non uoglio auer loro inuidia, ch8 si torna A meza notte tremando di freddo. Hora io sto accordando la mia cetra, et conuitando le Dame, et Caualieri, tra quali non sdegnerB comparireancorasua Altezza Serenissima, B danzare vn gratioso ballo, come suole spesso fare gentilmente, lasciando poi guidare, et far guidare alle Dame, et Caualieri, mille balletti in giro, far la ruota,la zoppa, la ritorta in dietro, einnanzi,rubbarsi le Dame l’unoet l’altro B mezo il ballo, et simil’altre gallanterie. Ma lasciatemi, per gratia uostra, prima ch’io dia. ordine adaccomodare le Dame, etpreparare la mensa. Douete sapere amicl cari, che A queste feste, et festini nobilisi lnuitanotrenta, quaranta, et cinquanta Dame, gentildonne nobili, et principali, bellissime, et gentili al posslblle, chè quB è bellissimo sangue d i huominl, et di donne; poi gli ornamenti loro sonouezosi, leggiadrietgarbati, ch’io non sb doue più, et meglio le gratie, et gli amori giuochino, et scherzino, masrm1, anzi sime nell’inuentloni, dl conciature di testa, nonconmolti pollti, b con pochlsslmi,ma c011 ciuffi grandlsslml di capelli, di ueli, dl fiori, e mille altre galanterie: se ne uolete uno spoluero, eccovelo; primo un gran palmo di cluffodi capelll;le più li portano lisci, et distesi, poi sopra A questo un altro ciuffodivelo, che tallora alza un altro palmo, et nel mezo questo velo, alla sommita, u1 pongono unaltro gioiello A. guisa di rosetta, con perle, rubini, et diamante, aggroppato con fettuccla chelegadetto uelo sopra il cluffode’ capelli ; etdetto uelo 8 tempestatotutto di non sb che mosche nere, grilli, farfalle, b zampane, che siano, di muschIo,di vetro, che sb io, rappresentando quasi la copia B torno, come fanno quelli animaletti alla degli amanti che lor girano c h m a fiamma del lume; altre li coprono di fiori di plil sortj, b naturali, b artificiali, etdetti ueli chi II porta blanchi, comebiancobambace, altre gialletti, azzurini, pauonazzettl, ò di quale altro colore che pili al loro gusto aggrada; dl dietro St quest1 duo ciuffi, uno appresso e superiore all‘altro, che auanzano talhora due palmi soprala fronte, vene appoggiano alcune uolte un altro di dietro de gli istessi lor capelli dopplato, con una fettuccia gentile, et trecciainserta, con la quale silegano la testa; lasciando la nucca liscia de’ propriJ capelli, senza scuffia alcuna, ma con tante fettuccle di pi6 colorl; con che fanno crocette, groppi, rose alle tempie, conlaccioli di mille sorti che son proprie reti, panle, et lacciuoli dei miseri innamorati, chè le accorte, et gratiose Dame, COnoscendo la sciocchezza de gl’uomlni, che dl si fatte nouelle s1 complacciono, mirandole, et uagheggiandole, accrescono altri fioretti, et bagatelle, che tr8 i capelli di oro biondi, et oscurl, fanno gaia, et leggiadra uista, si la parte di dietro, come al dlnanz1,conplume Arioni, et tante altre nouelle, che non sb se Venere,Flora,et Giunone Dee della vanhi, et quclle della lasciuia mai tante ne facessero; appresso pol 11 soliti collari di Zenzlle, con lauoretti di seta, d l oro, tremolanti, et grandi come fonde dl botte. Ui hb uoluto cosi particolarmente descrluere queste leggiadrlssime conciafure, accib posslate darle bene ad intendere alle uostre Reuerende Madri,accib sappiano acconciare bene latesta alle pupule I de gli Altari. J’ -. -. - 40 - - 41 - ......................... uede parimente l’aplit8 della Dama d lasciarsi solleuare, et la forza del Caualiero in alzarla, et nel calme; per mercede dl tante fdtiche, che sh destramente fare, ne prende un baccio gratloso, che qui si permette per creanza. Eccoui fattala Nizzarda, che se hauestesentltoil suono, avresti il tutto molto pid gustato compltamente, che tutto tempo dl suono si fa leggiadrissimamonto. Succedono ln queste danze tall’hora gratiosi accidenti, come l’altrasera,che nel glrare che fece il Caualiere et la Dama con quella furia abbracclatl h fdre il glro de 1 salti, se aggropparono i panni della Dama al piede del Cauahere, dl sorteche caddero ambi duoi in terra, la Dama dl sotto, et 11 Caualiere di sopra, con risa, et Festa doppia; ma perche sono casí fortultr, non ui fu altro ch0 un poco di rossore. MB douemisono io lasciato condurre ii narrarui queste bagatelle, et queste leggierezze, che la Reuerentia sua forsí si sdegnerd sentxle; ma poichè 6 Carneuale si permette qualche cosa dl passatempo. Queste sono le Feste N o b h , et principab, oue alle uolte compariscono, come l’altrasera, belllsslml concerti dl maschere B llurea, come quella che fece il Signor Duca di Kemurs, et altri Caunlien, ln far comparire la Regina Tremibonda, da part1 lontane, che ueniua a uisitare il gran Re dell’Alpi, in queste sue feste, con mandar Ambasciatori auanti a salutare esso Prencipe, cioè S. A. Serenisslma, facendole comparire prima un Corriero con stluah,et speroni In ple3,et feltro & torno, con un ualiglno sotto 11 bracclo, che pose sublto in terra, mostrando dl essere all’hora, all’hora scaualcato, et presentatosi A S. A. le dA nuoua dell’arriuo della sua Regina, presentandolo un mazzo dl lettere, dl Sonettl, et Canzonibelllsslme stampate, che S. A. sparse, et gettb alle Dame, et Caualleri; appresso vennero cinque Paggi, saltando et danzando, con due torcie accese, per uno, nelle mani, uestlti alla moresca; et finita la lor danza, diedero letorcíe In mano ad altrl Paggi di S. A. et essi presero gentilmente vn gran tapeio, et danzando parimente, et ballando, lo spiegarono, et poi lo distesero in terra, et ui posero sopra una sedia bellissima, addobbata per In Regma; fatto questo, uenuero auanti cinque gent~lhuomini della sua Corte, uestlti à viaggio nobilmente a foggia straniera, con mascarina uecchletta, et gobbi tuttl, saltando, et danzando una bella, et gratiosa Moresca; appresso entrb dentro la detta Regina con un drappello di Dame, pure con hablti pellegrini, ballando, et danzando gratlosamente tutte, et alla Regina portaua lo strascino della sua ueste un gratloso Nanmo, fanciullo, che danzaua ancor egli dietro alla Regina, gratiosissimamente: finita la Danza la Re- Delle uesti poi, nulla ui dico; ch8 non uì 0 cataluffa, seta, ueluto, brocato, telette d’oro, d’argento, et quanti ueli, et zendadl tesse mai Aragna, et passamani fregi et ricami d’oro,di perle, et altre grandezze, et pompa, che qui non si strapazzi, et mettiinopera; filze dl perle, eatene, et frontali, manigll, et pendenti, et gioielli A guisa diTosoni Re@; manca h lor solo la corona d’oro Imperiale, la quale anco fanno di fiori, sì uogllono essere compltamente ornate, et non ui è pelle di gatti, di cani, di uolpi, di pecore, di agnelll, per non dire di ualo, fiorene, zibelllui, e dossi, che non se ne uaghono, per fodre di ciamare, di manicotti, tempestati di perle, e rubini, et fregi d’oro, et d‘argento guarniti, et profumati guanti, e Manti alla Ducale, alla prencipessa, et tutte Fe grandezze, in sommap:ù magnifiche, et singulan. Le Danzepoisono sigratiose(per compire di narrarleleFeste B questi paesi), che non potri, cosi breuemente raccontarle, et di vario sorte: ui dlrb solo che ch!non sa fdre la Nlzzarda, non è Signor Caualiero, n& Gentllhuomo, nè Piemontese uero, Uorebbe mo V. S sapere ehe cosa sia questa Nizzarda’l è un ballo gratioso, oue si mostsa la leggiadria, la gratia, il moto della vita, si delleDamecomede’ Cavaheri ; uorrebbe ancora uedere danzare 2 eccoui la danza. il Cauahero esce con gratia ad inurtareia Dama,con quella creanzache insegna la Corte al Cortegiano; presa per mano, con ordme di suono, fanno prima la corrente, cosi detta, et corrono uelocemente tre, et quattro uolte tutta la sala, et luogo delballo, senza mal staccarsi le mani, saluo che, nel glrare, lasciano una e pigliano l’altra, con la gratla della bella uita, et dispositione loro, seguendo la guida del suo Caualiere, il quale come h i fatto due, ò tre giri di corsa, per lo ballo, abbraccia la Dama,con tal maniera, che ponendole la mano sinistra di dletro, B i fianchi della Veste, l’altra d’auantl stringendole bene il braccio, et la mano, solleuanfA fare quattro, sei et dieci saltl, per tutta la dola in giro attorno, le sala; et chi sa megllo secondare questi giri, et questi salti, Q pih gaia, etleggiadra Dama, et chi plù alti, etnetti li fa fare, è più ualoroso, et forte Cauallere; et nel fine di essi giri, et s a h , solleua la Dama con l’aiutodelginocchIo suo à quel della Dama, et con forza di bracclo la solleua tanto alta, che li sopr’auanza la meta sopra la testa; et q u i si ‘ > r;’ S . . 2 1) A questo punto, B nel testo, una mezLa pag~nabianca, probabrlrnente per dar posto ad un rame che non fu pol m e n t o . i -* .. .“. c ;- -42- - 43 - gina sipose nella sua sedia, et qui i1 Nanino solo fece una danza act irnitatione di un certo Cola Napolitano, della Compagnia de Comici, tante bene, et gratiosamente à tempo di suono, c m quelle sue smorfie, et storcimenti dl bocca, et braccetti, gambme, et tutta la uita, che fu i1 confette G ’1 Zuccaro della festa; si che, Amici cari, non ui rincresca che 10 mi sia cosidiffuso in queste bagattelle, n6 ui paia il trattenimento noioso,. poiche 6 nobile, et degno dl uista, et di udita. Mi accorgo cheuorrbhoramasticareun puoco qualche confetto, poiche la trattengo tanto, et forsi ancora bere una uolta: Ueda qual plù gli piace, bianco, ò rosso, maluasia, b moscatello, et altri stomacali, odoriferi, et gratiosi u m quà del Piemonte, che sono tutti eccellentisslml al possibile ; ma trattengasi un puoco, che hora la fard entrare a uedere le tauole già preparate, senza le quali non sarebbe festa, ne festino: hora entri meco, et Uedacome sono queste tauole piene, et coperte dl confetti, ne pigli A suo gusto, come ancora cose d l paste, pasticci, crostate di mille sorti, indorate et inargentate, che come mensa addobbata tanto suntuosamente in capo, in mezo, et da i lati, degna i: ueraments dl una Real festa. Ueda quelle Vitelle intiere, Caprl, Cerui arrostiti grandi, et grossi como sono, all’usanza antica de’ Greci, et de Romani, Ueda le corna altlere, et fronzute, indorate di questo Ceruo, et inargentate di questo Caprio, et di questa Vitella, et tuttl lardati con garofali, Zuccaro, et canella sopraina: Veda quei bel Naranci, et Cedri, che tengono ln bocca quest1 Animaloni, non le mettono appetito a uedergh 2 veda V. S. che grandezza, et Maestb rendono queste, con queste altre delicatissime uiuande; ma fermisi, che adesso beueri: ecco che i Caualleri lasciano il ballo, et pongono €e dame a tauola, et tutte all’intorno; hor quh sì bmgnerà ponersi g11 occhiali permirarle, ella che molto bellezzadi queste poco uede di lontano, h contemplare lagratia,la Dame, una p ~ l ibella, et gratlosa dell’altra, cosa degna certo da uedere, osserui V. S. che à questa mensa, e tra queste Dame, non ui si pone Cauallere alcunopergrandeche sia, saluo S. A. Serenissima, et 11 Signor Duca dl Nemurs Cuginodi S. A. uenuto pur questi giorni addietro, per far Carneuale qu& à Turrino, essendo passato, per 1’ Italla, à Venetla, Loreto, Roma,Napoli, etFlorenza, à uederla; bellissimo et gratioso prencipe. 11 Caualierl adunque seruono le Dame, essendo questo offitio loro di seruire clascuno la sua, con trinciarle, et porgerle le uiuande, che tuttaula uengono da gratiosi Scalchi, et Cortegiani portate, (si comeuede) dalla Cucina fumanti: 6 che mirabil odore! i, che gusto! di gratia perdonimi, che bisogna, ch’io uada a dar bere alla miaDama, che mi accenna, et conosco che h& sete: son ritornato; non ui sete accorto del fauore, che mi ha fatto, dandomi a tenere il suo mazzetto di fiori, fino che ha mangiato, toccandoglielo in sorte, come a tutte l’altre ancora, quali stauano posti sopra i pasticci, che auantl s1 rltrouauano, con queste imprese, et motti. Legga questa banderuola, ch’è posta sopra l‘ impresa, la quale è un cuore trafitto da una frezza ; come uedete, 11 motto dice: Ogni cuor langue, e in tua beltb si Bea; non le par gratioso? Veda, che gli altri Caualieri parimente tengono il fauore, com’io delle lor Dame, per restituirlo; n\-n lo uoglio più far stareà dlsagio; andiancene al Credenziere di sua Altezza, chenedarà da bere, et poi sarà bene, che la Signoria sua, et miel cari amlci, sino che queste Dame finiscono, uadino a pigliarsi luogo alla Comedia inquesta Corte, qub basso, che subito leuata la mensa si comincerà, che io mi restari, qui sopra, per seguirela mia seruith,per obligode’ fauorl, che mi fa grandisslml, come anco le altre, et non SÒ perche; solo nasce dall’essere tutte cortesi di lor natura. Sappia uostra Signoria che, dopo la Comedla, che sarà famigliare, sisogllono faro alcuni balletti, di moresche gratlose (come dissi); Et perchè mi accorgo che non uorrlatrattenersi tanto, che anderebbe al giorno, si riposi con gl’altri, che mi riposerò anch’io, dopò la Comedia; che poi domani Ia menerò à uedere correre la sllzza, da lei, (credo) desiderata, perchè le piacerb. Stanco gi8 di mirar, non satio ancora, Tal’io scriuendo, e uoi forse al sentlre Pur uoglio ancor seguire, E farui anco inuislblle uedere Su’l ghiaccio, e neuigustoso piacere. P -m- , - r , Hauendovl hieri (carissimi amicl) mostrato le feste della notte, che quà soglionsi fare, ui uoglio similmente mostrarelefeste del giorno ; ma sino, che si approssima l’hora, che sua Altezza, etaltri Caualleri correranno, uerso 11 tardi, la promessa sllzza, spassegglaremo un puoco perTurrino,et anderemo verso la Dora grossa, chequiin Tarrlno il come dire il Corso A Roma, et è la piti bella strada, et dritta dl questa ClttB; et perchè non ui si uede Marchese di gusto, che uadlno a torno, se non la plebe, la quale perb, uolendo far mascara auanti li tre giorni, sono obligati pagareun scudo per mo,et questo datio sua Altezza l’ha assignat0 alli orfanelli, buono, et santo ordlne à scapricclare i Vogliosi ; che li Caualleri, et Signori dormono ancora, per la veglia della - 45 - - 44 notte passata: Hor eccoci quà 111 Plazza, ueda questa belie Torre, anzi Torrino, la quale per la sua altezza B molto suelta, Ilscia, et con puoche, et picciole fenestre, con vna coperta, 6 cappello di piombo, fatto appunto comevna imbottatoia da fiaschi, ma quadra, col boccarello in SÙ, che Q piramide; et a mezo esse v’& una corona di fion, e foglie assaí grande, *chericinge tutto essocapello, et in cima, per fine, un Toro sopra una palla, che è l’impresa della ClttA; questa Torre così stretta, et alta, par quasi ilsimbolo del nome della ClttB,cioè m Turnno, ma questa pronimia, et questi popoh, et CittZt hanno da altro significato il nome loro; perchèla focedi questi monti, oue si passa al Monseni,passo della Savoia, et della Francia,hanno due sommith, utla per banda, A guisa quasi di corna dl Torro, et per6 furono chiamati 1 popoli Turrinl da gli Antichi, et da questo d nato il nome alla CittA, la quale B di forma quadra per l’appunto, et come V. S. uede, queste strade sono tutte diritte, et paralleleper l’vno et l’altro uerso, in Croce, et perd queste cantonate di strade, come voi vedete sono tutte in squadre, et 6 picclola, ma popolata, et di grande nobilth; in un angolo dl essa, uerso i Monti, u’& la fortezza bella, ben fatta, et forte. Andlamo, et entramo in questa bella Chiesa del Cfiesiì, che 6 qui B mezo la Dora, che qua ancora questi -buon Padrihanno messo l’oratione delle Quaranta hore, si come fassí i n Roma, in questi tre giorni del Carneuale, opera santainuero,et fanno duo sermoni il giorno, conmusica di suoni et canti, per 11 quali concorro moltoPopolo, sì di huominl, come di donne; la Chresa d m perfetta, né è fatta se non la terzaparte, però è angusta, et poco cav’ è tanta calca, che Q pena ci pace dl Popolo, et però,comeuedete, potiamo inginocchiare, et dire vn Pater, et vn Aue ;hora ecco il Senato che uiene a sentire il Sermone, diamogll luogo ; uedete il Mazziere, che uiene auanti, et poiche habbiamo preso la perdonanza, andiancene uerso piazza Castello, che sarb l’ora horamal, che sua Altezza esca: Ò uedete quante slizze stanno preparate Ia SÙ ’1 canto, sotto la Galeria, aspettando S . A. che scenda, che di lì suo1 vscire per montarui sopra; andiancene ver quella uolta, ch’ IO le dird come son fatte, mentre ella le mirer& con l’intelletto; sappia, che sono dvo legnl al pari, fatti à guisa del sperone dimezod’una metta diGondola alla Venetlana, sopra de’quali ui si ferma una navicella slmile h una Carozzina scoperta, oue dentro non ui 8 luogo se non per due persone, cio& per l’ordinario due dame, et fuora dl detta carrozzina, dalla parte di dietro, ui è uno scanetto ch’ avanza fuori a foggla di modiglione, oue si posa il Caualiero che guida .la sIizza, standoui sopra; ma più tosto in piedí che B sedere, fermando i piedi sopra I duoi legni detti, 11 quali slizzando, n& u& sopra le neui, et ghiacci, (molto à proposito a questo affdre) veloclsslmamente, tirata da vn sot Cauallo, che se ne UA uolando come uento, portando sotto i. piedi quattroramponiagiunti B I ferri,perafferrare i glnacc1, e per non cadere: ecco che S A. esce fuoripermontarw, etcorrere con piacere, per Ia Clttb,accompagrlatodamolte altre, guidate slmllmenie da pnnclisli Caualieri della sua Corte; egli i: ~mmascheratoalla Modonese, etportavn Cappello ornato conpiume dl anoni, cmto di gioie, perle, diamanti, et rubblni ;et è qnello che non i! molto alto dl personap et che piglia per mano quelle due Dame, anch’esse Immaschera,te, gentilmente, con conclature di testagratwse,che sono lePrenclpesse maggiori ; ben le conosco : vedo S A. che le accomoda nella slizza sua, ponendouisi & sedere di fuorauia, sopra quel scabello, et piglla le redine longhe del Cauallo, per guidarlo, et presso A questo Ueda 11 Sqnor Duca di Nemurs, ch’S quel grande di persona, qual mette le altre due Prencipesse minori nella sua, per segure anch’esso, et insieme, tuttl gl’altr i sopra le loro sllzze, le quali sono dluersamenteornate. Stando alla mossadi S. A. la quale hora appunto $1 muoue, Ueda con che agllltB Q correre quel Cauallo, et andare questa sllzza, nd ui t! Caualiere nmnq che meglio di S. A. la faccia andare uolando, lesto, e presto con la uta, girando, volteggiando la persona, et facendo girare,et uoltegglare la slizza, et 11 caualto uogtla sua,in mllle uolte, giri,et caracolli; yà, corre, et uola; B il Slgnor Duca di Nemurs tutti H un tempo, un dietro la l‘altro, Ueda come si muovonosecondando S. A cheseneuaper Doragrossa, et girer& mezo Turrino, pol se ne tornera.qui al Castello, et uscira fuori della ClttA, per andarsene per quella bella Strada, larga et longa un buon mezo m~gl~o, e più ano al Pò. Hor eccoh tornat], e dato uolta qui al Castello, Uedacome S.la. raggira la Piazza con noille giri, et riuolte, et hora se n’esce per la Porta della GittA, per andarsene . 1 -’ t - 46 in cameraauantile Principesse; vnane fece fare S. A. pochi giorni sono, nobilissima, et fu la Pescatoria, recitata in Castello, in una gran Sala,fatto un apparato nobile, et grande, oue io gl'hb dipinto latela che si pone auantila Scena, grandeetlarga quanto B alta, et larga la sala, et rappresentatocivna caccia di diversi animali, quasi simile a quella che gib feci in Florenza, per le Nozze prime del Gran Duca Francesco molti anni sono; et domani h sera S. A. far&recitareuna Pastorale nell'istessa Scena, etfar& pasto et festafino A giorno, per essere l'ultima sera di Carneuale et domdni credo romperanno le lancie nell'huomo armato, et simil altre cose. Queste sono le feste et recreationi che noi habbiamo di qu&, in cambiodi corsa de Palii di Barbari, Asini, Caualli, et Buffali c'hauete uoidi lb: Hora cheuiho mostrato, et fattouederequeste cosedi qub, et uoi, inuisibili qui uenuti, potete facilmente inuisibili ancora ritornaruene, e se ui gusta salir sopra una di quelle slizze, ve nefarbmetter in ordine, una, con un uelocissimo Destriero, per nome detto lo Sfratta campagna, cheperla Lombardia fin9 a Bologna, di lungo, senza intoppo aIcuno, e di Bologna per la Romagna, l'Vmbria, et la Marca d'hncona, in Loreto. e di Loreto in Roma facilmente, in un momento, ua senza impedimento alcuno: salite, b buon camino. -+. A Dio, chè B tempoomai Ch'io ritorni oue io lasciai. Seguendo l'ordine deIIa promessa, e dell'rstoria, et doue l'altra sera, giungendo h Mantoa, io lasciai ; son per dirle quello ch'io ui feci per quelle Altezze Serenissime, in sette mesi che vi stetti. Seguendo adunque, dissi, che giungemmo a Mantoa, per S. Tomaso A 22 Decembre ; fatte le feste di Natale si cominci8 ancora il Carneuale dell' anno passato,con feste et con conuitiparimente; ma, per non vi essere così belle Donne, et Signore,che Mantoanon h& moltobel sangue di Donne, ma pi6 di Huomini ; le feste non furono, nè sì leggiadre, nè si pompose ; hauemo Comedie quotidlane; di una buona compagnia de Comici et la migliore forse che sia oggidi, guidata dal capitano Rinoceronte, et Fritellino, con le lor Donne meravigliose, la Flauia,la Flaminia, e la Rizzolina, con Arlichino, et altri, che il Duca di Mantoa traitlene prouisionati, gustando grandemente d'esse Comedie,come per lo spasso, et passatempo della CittA, et tutte buoniss[imeJ parti, et questi sono gl' istessi che al presente habbiamo qu& in Turrino, mandati cinque mesí sono dal Signor 4 - 47 - t; 8 4 . Duca et Prencipl di Mantoa, a questa Altezza di Sauoia, per dar spasso, e piacere quB alle Serenissime Prencipesse, et S A. inslerne, doue ancora qui sono. Prima ch30 in Mantoa mi mettessi a far cosa alcuna, pass8 gran parte del Carneuale, per le feste et trattenimenti, che si hebbero; et perdirli qualche passatempo havuto là ancora, seguendo questa Istoria, con che habbiarno principiato di darlirelatione delle cose più principali, e fatte, et uiste; non posso mancare di dirgliene ancora q u a t ched'una di queste di Mantoa:circa IaClttst, non occorre ui dlca, hauend0 uista grande, populatissima, e noblle, clrcondata da quel Lago, che la fA inespugnabile, e forte, con moltenobili Vllle, e Palaggi all'intorno, come quello del Te, ornatissimo, e ricco di Pitture di Glullo Romano, oue B la bellissima Sala di Pslche, e quella de' Giganti fulmlnati daGioue, stupenda, e marauigliosa, per le pitture, e per l'artlficio di queIIa uolta, che li concerti dl Musica ch'iui si fanno, rendano duphcante armonia, e soaue, oltra il segreto parlar che si f i nelle cantonate d'essa stanza, che è ' di forma quadrata, chi? quelli chestannonegll angoli, oppositi,ponnocomodamente ragionare e discorrere insieme, se bene sono lontani, senza essere intesi da altri, che in detta stanza siano, (cosa di marauiglia, e dispasso) Ma queste cose gist note, echiare à lei, et h infinlti altri lascio; dirb i gusti, e passatempi miei, e di questi lasciando le Comedie quotidiane; et una nobllisslma ne fece recitare S. A. nella Scena sua regia, simile A quella dell'anno innanti, da altri Comici della cltth, cherlusciparlmenti bellissima, con mutament1 di piì1 scene, come la prlma. Facendomi molti fauoriquella Altezza, trA gli altri mimenbad una Cacciadi Cignali, ch'io mi gustaigrandemente non hauendone più uisto;et lo desiderauo, et pensando dare B V. S ancora di ci8gusto, non mi parera. fatica così breuemente mostrarle il modo che si tiene B queste Caccie, non hauendone uoi forse uiste. Ci partimmo vna mattina da Marmiruolo, luogo di spasso, vicino Mantoa cinque miglia, ove è vna belllssima stradatutta diritta, e inalborata con duplIcata copiad'albori altissimi, che non si pub uedere cosapiùbella di vna Ionghezza di cinque miglia, tutta coperta d'essi albori, di q u 8 dico, partimmo una mattina con S. A. et alcuni suoi Cortlgiani, e>i1 Signor Don Tomaso d'suola, che all' hora era in Mantoa ; caualcammo forse otto miglia in un certo bosco, oue S. A. haueua spia, che ui erano porci; arriuati ch2 no1 fummo A un Gasale uicino A quel luoco, S A fece fermare tutte le genti; fuorche me, con duo palafrenieri, .et duo Vdlani del loco pratici, andammo quietamente al luoco, et selua ’ - 48 - - 40 - de’ porci, et si posero le tele, con le quali cinsero gran spatio di paese, et doue S A. voleua che venissiro gli Animali; per tanto fermato dette tele, b pauesate, che vogllamo, cherappresentanomuraglia A gli Animall, et uisto tutto questo ed 11 modo che h mefu nuouo, ritornammo al Casale h desinare, A cauallo, caua!lo; Foi tutti, p e t a m e n t e caualcando, ritornammoal luoco ouehaueuamotese le tele, et muraglle h gliAnimali; 11 slgnor Duca si pose, allaposta di bella uIsta, appresso B piedi con lo suo spledo in mano ; 11 Sig. un grand’albero,puontato D. Tomaso et Io poco longida S. A. ci ponemmo dietroun fosso, e t vna gran fratta d’Albori uicino alla strada che doueuano fare I Clgnali cacciati, et l’altra gente, e fdmlglia ch’erano qu8, et 18, chi A piedi, chi A cauallo, aspettando i porci, plù coperti che SI potesse: essendo tuttl lesti ed accomodatl, S. A dette segno, che SI andassecircondando la Selua, e dietro uta B dar la mossa, ecaccla A i porci; cosi fattocon strepito grandissimo, e suon di Corni, cacciorno i Cignall alla uolta nostra, ch6 spauentati, di gran corsa, di prima uista ne uennero quattro Uerso noi, A quali furno, al suo tempo, lasciati I Cani grandi, e fierissimi, che se gli auentarono all’orecchie, di maniera, che 11 poueri Cignall non haueuano nparo; tuttauia staccandosene, hor qnesto, et hor quest’altro Cane dall’orecchle, et d i nuouo rettaccatisi,glifermauano ; uno dei quali andballauolta di S. A che I’affrontb con lo spiedo, e lofecefermare, quantunque fosse terribile e fiero, ed esso solo ammazzollo; gl’altri furono dà Cani atterrati, et ne uennero duo in spetie à morire uicino al Slg D. Tomaso, et A me, dieci passi, oue ulsto IO la Caccia glh presa, ualorososmontaida caua110, et uolsi ancor io insaguinar la Spada in segno di hauer ucciso 11porco Gustai grandemente quelli azzuffamenti, e quelledifese t r a loro, conquelleriuolte, e giri, arrotando le bauose lor Zanne, et sbalzando hor l’uno, e t hor l’altro Calle in aria, et all’intol.no; ma non 11 poteuano ferire, per hauere i Cani certo bauagliodi petto, et il COHO, che di altra sarebbono tela, et pelle duraauantiil facllmentesuentrati, et guastl ; et qui uedeuasi la scaramuccia, etil ualore de’ Cani, come 11 furore, et terribllith de’ porci, et uno fra gli altri, che fecemirabiledifesa; ma finalmente Uinti i poueri Cipali, et posti h terra,sehauestiutstotuttiquei Cani grandi, e plccioli h dosso essi, che certo gll harebbero dluorati, se i Cacciatori, con spiedi, et asSe in mano, nonhauesseroprocurato Staccarli, et Spartirli, COD. tirar loro l’orecchie, le gambe, et i testicoli. Dopb questiprimi, sopragiunser altri con una porca, con quattro porcellini, c01 vem0 h presso, ilquale cacciato da i Cani urtb nella tela, et la SqUarcib, et uia fug- gendofuori con laporca si saluò, ch&i Cani per lo impedimento del bauaglio non g11 puotero seguire; g11 altri tutti furono ucsisl da 1 Cacciatori esperti, et prattici, che g11 aspettauano A i paw, con g11 sped), chelnueroera bel uedere, ch1 aiTcontaud, et ch1 nò, ch;andauaper terra, et chi era calpestrato da 1 porci, et da 1 propriJ Cani ; in somma fhbella,gratiosa, et dlletteuoleuista, cosa tremenda,et furibonda In vero : nel principio che Io uiddí uenlre quel quattro pnm1 r u m o ti me, hebblspauento, e terrore, et pol placere,egusto ~ I ~ ~ I ~ ets finito I ~ o che fu la Caccla tornammo A Mantoa, con due Carra dl Clgnallmortl. E t appressoquesto,hebbiancorgustogranded’altre Caccw, che Sua Altezza spesso faccuanelLago, A Ware con 1’Archlbugio lungoalle Anltre, et alle Folqhe, et ad altrl uccelhSaluatlcl, che ue n’erano 111 tanto numeru, cho coprluanotall’hord 11 Lago,facendone spesso strage grantliss~ma parimentedl Pesche dl Pesci, seccando certe parti del Lago, et ne pigllauaquantita gr‘apd1ssima. Quest1 et slmlll passatempi hebh Io, 111 Mantoa, mentrecheandauo facendoalcuni quadrl à 0110, per S. A. 1 qualifuronoquestl: 11 prlmo lo feci per lo S Duca, 11 soggetto dol qualerimise A m:o gusto, et volontd, come anco 11 Signor Prencipo, et la Serenissima &Iddama; consderando I O dunque 1 gust1 dl queste Altezze, et particolarmente del Slgnor Duca, et del Slgnor Prencipe, ml dlsposi i rmgiouenlrml in suggettl amorosi,per6 n o n tanfo ch’io nonabbia voluto scherzare conmoralltd dwreta, c nell’ uno ct nell’altro. Eel quadro del Sign. Duca presi :oggetto dl rappresentare una bellissima Donna tutta lngnuda, et un belllssmo Glouane con alcun^ Amor1 ; et questo fu ilpianto di Venere sopra dl Adone morto,ondeessa Venere, addolorata, et lacrimosa,minacciacrudelmente 11 porco homicida del suo Amante,chelegato, et presoda g11 Amori, IC sth genuflesso auantl chiedendole perdono, che non per offendere il Glouane, ma per fargli carezze uedendolo SI bello, et uago se gli era approssimata, doue che incautamente 11 dente Io ferì, l’occise: per tanto l‘amorosa Deas1 contenta fargli segar il dente uomicida Et qui ml sono lngegnato rappresentare, plù al UIUO che & me sia stato posslblle, la uaghezza, et bellezza di una bella, et leggiadra Donna, con le tinte plù uere, et proprie; et questa tutta ignuda con un sol uelo hen trasparente nelle parti vergognose; insleme ancora h6 procurato rappresentare la fierezza, et uaghezza, ed insiemetenerezza de plù Amori, parte dlessl iratl , et minacciosi contra il Cignale, chi lo saetta, chi lo addita , et mlnaccla , et ch1 li sega 11 dente, ed altrl lacrimosi, e mesti sopra 11 corpo morto, : I 4 -1 v’ c * , - 50 - - al quale ancor hb voluto rappresentare, nella languidezza della morte, certa Ieggiadria, et bellezza giouenile, essendo accldentalmente, ed all’improuiso morto;et con questa fauolahbvolutoinsiemeammonir0 ciascuno, che mirando detta Venere, et detto Adone, ln la1 maniera pigimo esempio d’essere,in sì fatti gusti, et diletti Amorosi, accorti e canti, e per tal essempio di Adone, che nel suo bel fiore rimase estinto; questo B un quadro, per dlrgll la grandezza, di qulndicl palm1 alto, et undecllargo, con figurealquanto maggiori del naturale. If quadro,anzl tondo, CWIO feci alSigFrencipe per metter in’un sfondatodella sua Llbrana, egh B parimente di questagrandezza, cio& di dodeci palmi di dlarnetro, et, dentro, figure principali al naturale; nel qualefigurai l'inganno di Islone Segretario di Gioue, 11 quale,innamolo fece sapere A ratosi dl Giunone, ardirichiederla,laqualesdegnata Gioue, onde esso per conoscere la fraude, la pinse in una Nuuola; et quello,ingannato,stimandoche fosse, si giace con essa, s1 come conta la Fauola; et qui m1 sono simllmentesforzato,inparticolare,scoprire e mostrare I’affetto, et l’ardore dl uno Amante, quando- hB in poter suo l’Amata, ed insieme la corispondenza di lei, perb in atto honesto; Gloue con la non finta Giunonp, figurai in Clelo, et essa par deslderi che Gloue, stando Irato In atto di folgorar, lo estmgua, con dargli il debito castigo: lo scherzochevihofatto dl temologia, B essempio B dmostrare che questa B unafintione, ed vna burla, e non uera aiunone; benche s a figurata in vna Nube assai trasparente, nullad~meno u’hb fatto appresso vnAmore,che si metteunamaschera al uolto, in segno di burla, ch’inuero 6 una burla di gustosaulsta,e per dlnotare l’audacia, e pro suntione di Isione in uoIersi mettere con g11 Del, et VI hb figurato 2 i piedi di essa vn Lupo, ed una Volpe, et puoco appresso la Penitenza, in ueste bruna, comparire tutta addolorata, così ho procurato sodisfare al gusto dl questiSignoricon dmreto, et accortodecoro, et degna conslderatione, che si deue hauere in simlli affar.1. ’Alfa Serenissima Madama DuchesSa, dipinsi, in un quadro non molto grande, due meze figure al naturale, ciod vnChristomorto in grembo alla Madonna, con una attione, e dluotlone straordlnarla , e singolape ; e questa 4, ch’essa Madonna lacrimosa, e t addolorata, mlra con occhlo pio il popolo, e, mostrailcostatodelSignore aperto,chepar uoglia dire, uedeteingrati peccatorl quantoil mio Figlluolo, e nostro Soluatoreh&patito, e sofferto per uoi , e par che ln questapiaga ci vogliapartlcoIarmente far ammonire B faresingolare medltazione alla salute uostra: ui hb appresso figurato un Angelo chesostiene la testa - 51 e’l corpo di Christo; ma se uorra U. S hauere particolar gusto di questo quadro,lcggasei Madrigali, che UI hA conposto, un Religioso, sopra, stampati con la mia lettera scrltta a’ Prencipi, e Sgnori Amatori delDissegno,con un lamento della Pittura, che fea Stampare in quel tempo in Mantoa, la qual Lettera facilmente haurà uista, ed anco hauuta, dal Signor Clntio Clemente mio Genero, che Insieme col libro dell’ Accademia del nissegno pot& tenere per memoria. Qui ln Turrlno spero di far Stampare quel mio trattato del Dlssegno, che tengo compito appresso dl me, così, nell’hore dl mla recreatlone, che ~ I mostra1 B in Roma h uostra Reuerenza, et dedicarlo poi A questa Altezza Serenisslma, poich6 tanto se ne diletta, e gusta. Speditomi di Mantoa, pensando tornarmeneverso Roma, ilSlgnor Prencipeniiavi6 qua. B Turrino à questa Altezza Sereniss. dov’ io nonpensai hauermi à fermarepiùche quindlci giornl; cosi al primo 1605 mi partlJ di Mantoa, et uisltato 11 SIdl lugliodell’ilnnopassato gnor Cardinale à Mllano, uenni di longo qu5inTunno, a far riuerenza B quest’hltezzaSerenlssima;laquale poi, con catena di molil fauori, mi ha trattenuto, et trattenne ad una nobillsslma, et dignissima impresa, che non ho potuto recusare con honor mio, essendo delle maggiori, che per molte ch’io ne habbia fatte, et che d’altri si uedono, per un sol corpo insieme unito, escludendo perb la Cuppola dl Santa Marla del Fiore in Fiorenza, che purio dipinsi già molti Anni sono; la qualefin’hora tiene ilprimo luoco di grandezza, e t di numero dl figure in un soggetto solo; essendo partlcolarmente Singulare ln questo, che per l’altezza sua, e distanzadallauista, hB bisognato fare in quella le figure straordinariamentegrandi, di qulndeci, et sedicl bracclaFiorentinealte, che parimenti sono le maggiori, che sano ancora state fatte in pittura, et innumerodi plù centlnaiainsieme, ch6allavista da basso, a l plano della Chiesa, rappresentano del naturale ; salvo che Lucifero, dal mezzo in SÙ, B dl statura -diquattrocanne, e st& sepolto nellagiaccia, ed 6 nel centrodell’hferno, siccome Dante lo descriue, che i! un mostro straordinarlamente grande, et spaueutoso L’Impresa per la quale questa AltezzaSerenisslma mi trattiene, B un soggetto nobilissimo, slccome poi dird poco appresso ; dopo che io hauerbdettodiun mio viaggetto fatto nel Plemonte in questo mio primo arriuo, che non B da tralasciare;perche io sono entrato à dlrglltantealtre cose, che cosi meglio saprete, e i gusti, e i uìaggij, etquantosinhora ho visto di notabile, e quanto habbla fatto, e faccia, et s1a per fare quh; placendo alla Maesta d'Iddio, chene possl uedereil fine, e ritornarmene B veder - 53 Roma, gli Amici, Figliuoli,e Nepoti, che ben potrb, placendo h DIO riposarmi,lasciandoiuiaggi,lefatiche,egodermiquel pocodi tempo che mi sarB concesso, per riposo d i queste stanche membra, nel mlo Tugurio, del qual ho particolar martello. Nel prlncipio del mio arrluo quB, f u uerso la fine di Luglio;alli dieci pold’Agosto, andando Sua Altezza sereniss In u w t a delsuo stato verso la Madonna del Mondui, mi meni, seco,del che 10 n’hebhigusto grandissimo per uedere quest1 belllsslmi paesl del Plemonte, che è la piil bella parte dell’Italia; così S. A. trovandosi ad un suo belllssimo luoco da spasso, e piacere,oue è giardino,e bosco uaghissimo,detto Miralfiore, distantequattro miglla da Turrino, mandommi B chiamare,accdche uedessi quel luoco, si come prima mi haueua fdtto uedere ancora il Ca stello dl Riuoli, sette migliadlstante, luoco bell~ssimocerto,e terra dl gustosa uista, ove si UA facendo fare un grande, e belPalazzo Da Miralfiore partimmo, e passammo 8. Carmagnola,Marchesato d i Saluzzo, ove stemmo la sera, et la mattina, à Recunist, Terra diletteuole, con un bellissimo Castello, e Glardlno;la seconda glornata S. A. fece fare una garbata rassegna, e mostragenerale, dellaCaualleria di quelle part!, inuna Campagna rasa dl pastura, viclno à Caramagna, che in uero fu cosa bellissima da uedere settecento Huomlni A Cauallo tuttiarmati, ualorosi- ed IntrepidiSoldati;nellaqualmostra si fece molti assalti di truppe, che mostrauano cacciarsi l’un l’altro girando, e ritornando B rincontrarsi, e chi mostraua ritirarsi, chi di far testa, che pareva un vero fdtto d’armi: un’altra simlle mostra. uldi di pedoni l’anno passato i n Casale di Monferrato, del 1604. mentre stau’ 10 in Faccm, la primauoltache ci andaiperuederela &!adonna dl Crea, doue trovai il Sig. Duca di Mantoa ch’haueua fatto comparrre, in due glorni, uentidua mlllia Soldati, per un dlsgusto che haueua all’hora havuto da quei di Ferrara nel Polesino, che poi laprudenza d l papa Clemente, buona mem. supplí, e non segui altro, Cosi io ml troual A vedere, in quel ponto, quella mllitla dl tante mlgliaia di Soldatl, et, nel fare la rlssegna,si fece gli medemi assalti,e correrie;cheunlti h settecento Caualli questiventidue mlla Soldati, sarebbe un Campo compito ad ogni assalto, et difesa, si che posso dire hauer uisto un Campo armato: fatto le mostra de’Caualh, et Capitani, et Colonelli, la sera arriuammo A Saulghano, Terra, anzi CittSt bella, in luoco gratloslsslmo, et abbondante, et qui S. A. si fermi, cinque, b sei @;lorn¡;pol passammo auanti, l’altra sera, A Fossano Fortezza, la mattina seguente St desinare in certo luoco alla Campagna, et l a sera 8. Mondouì, Cltt8. uerameute bellissima, et di gioconda u n t a l ‘ l di tutto 11 Piamonte, essendo questaClttà sopra. un monte dl un miglio i n a r c a dl sallta; à piedl dl essa, alle radici del hlonto, hh quattro borghi distintll’unodal’altro,checlascuno è una CittA perse stesso ; la uista di questo luoco nella sommlth, non si pui, uedere la pli~ bella, per la parte della pianura, uerso Lombardia, e Mllano, che non h i term~ne, come dalla parte de’Montiuerso l’Alpi, che dlvldono 1’Itaha dalla Sauoia, etFrancla, e fannoteatro al Plemonte,con tante ColIlne, e Mont1dehtio.1, che discendono à poco, i poco, i plè dell’Alpi alla planura ; et per6 questa parte è detta Plemonte, a o è à p16 de’ Mont], con luoghi belllssimi, rinserrat1 nelle dette uallt, et ColIlne di molte delltle, e doue sono gran numero dl CasteIll, Terre et CltM, che SI uedono per le Colline, et costlere dl detti hlontl; e perclb questa u s t a del Mondouì B una delle belle che fors si possa uedere, per spatlose, et amene Campagne, e delitiosi Monti et fertile Colllne, conaspre, ed altlsslme Alpl, che pare tocchmo 11 Clelo. Turrlno resta dlstante da Blondui due giornate, che si uede in nube dl lontano nella planura, nel mezzo dl questo teatro, Q lontano dal Monseni passo dalla Francia, e dl Sduola una g o r nata, et da’primi monti diecl, 6 docleci miglla In c m a , che hora sono plene di neui, che rendono terrore A uedergli, e perb ne causano si gran freddl ; ma all’hora era d’Estate, e di mezo Agosto, che era una delha, et un piacere grandiss n o h. uederh, con quei Castelli, Terre, e Ctttk attorno, de’ qual] ue ne nommer6 alcune prlncipali chedl Id SI ueggono; la Chlusa, Pouveragna, Roccaulglia Sparauera, Peruastra, Drulat, Caraglro, Dragonero, Rocca Castlglion, Vllla norella, Uerzolo, la Manta, Saluzzo Città prlnclpale, parte In Monte, e tutto ln Colhna, ed in mezo dl questo teatro de’Monti, sopra Saluzzo, et Manta, u1 è MonuIso, monte altlsslmo solleuato come una plgna da tuttl gl’altri in Flramlde,à PressoEnvle, Borge, Bagnolo, Bubblana, San Secondo, hIlrandol, Santa BrigIda, Cumlana Pmasco, Trana, Villa de bosco, Riuoli, et queste sono tutte alte Colline, et Monti bass1 slno h Turrino: Alla pianura, su la corda dell’arco, che hauemo fatto, ntornando per lo camino dintto, Fossano, Saulgllano, Caramagna, Recunisi, Carmagnola, Cauigllano, Mlralliore,Turnno, 8. man sinistra Moncalleri, Chier1 bellissima Terra grossa, maggior dl Turrino, alla destra del piano, verso 1 Monti, Cauor, ch’& Fortezza grandlsslma, una Montagna quasl simile alla hlonA Roma, in mezo la planura, questa è quasi inestaina.diSanResto pugnabile, che fA duepunte B g u m dl sella; Cunio parlmentl i: in pianura uicino h &fondoui, e Rocca Sparuera dal Mondouì; tutti questi luoghi SI ueggono, ed altrl al piano, al monte et alle Colhe, che non SI possono uedere tra quelle ualll; hor questo bast1 ln quanto alla bella __ ---...#a-. __ .-__ - -.f - -. - - -- \ J - 1.- c- * - 54 - - 55 - uista di questo luogo. Da RIondoui andammo l uisitare quella Santissima Madonna, dlstante due miglia, trl quelle Colline, et Monti fertili, inunaualletta posta sotto UICO, A mezo mlgl10, il qual vlllaggio di Uico si rapglra poi l quelle Colhe, sopra alla PtIadonnP, un m~glioe mezo di circuito all’intorno, che proprio gli fa corona, scJprendos1 detto villag. gio di VICO hor qua, hor l & ; Questa Benedetta Imagine della Madonna, con Nostro Signore in bracclo, stA dlplnta sopra un pllastro nel mezo di dettaualletta,la quale Q longa mezomiglio, et A mezo glorno sono attaccati i hlonti, per cui SI passa verso Nlzza, et Provenza; questa Imagine gloriosa, non è più che dlecl ia undeci ann1 in arca, che hb cominciatb A far miracoll, et meraulglie grandissime; per lo che i popoli clrconulclni comlnciarono A concorrere,etgiornalmente concorrono, con grandlssima deuotlone, et sua Altezza Serenissima ui ha fatto principiare una bellissima, e gran ChiesaIn forma ovata, et continuamente si ua fabricando; la quale forma sua ovata, menta ch’lo ne dica alcuna cosa à uostra Reuerenza, e la ragione della slmrlltudine di esso sacratissirno Tempio, et perchh, I n questa forma pili chelnaltra, sla stato formato; parendo che questa auanzi di gran lunga tutte le altre forme, e slmilitudrni proposte dal Vltruvio, et altri Eccellentl lngegnl, nel formar tempij A Del Immortal1 ; atteso che quelli, et altri prendano le derluazione di c@ semplicemente dalle uarle posltionidelcorpo humano, e dalle uarie figurationi matematiche; ma questa 11 prudente Archltetto, con molta ragione, la prese perla plù bella, e perle plù oonueneuole, e propria di qual altra ; uolendo quasi mostrare, come questa tra l’altre figure matematiche sia perfetta, 6 meno imperfetta trà loro, come 11 corpo muliebre trà corpl humani, sendo che la Donna è di tanta gratia, e di tanta s1ngo;ola.r bellezza, che fà restar le menti humane attonite; ma molto pii la Gloriosa Vergine, per l’abbondanza de’doni sopranaturali c’ ha hauuto nell’ essere fatta degna Madre, e Nutrice di 910 in terrã, et di tanta GIor~a,e Splendore ornata, e dottata, che ne viene meritamenteadorata,e riveritain Cielo,ed in Terra; pertanto cred’io, che detta forma ouata, come gratiosissima tra le altre, sia stata eletta per pi$ propria, e conuenevole, tanto più, che la derluatione sua non solo deriua, e pub deriuare dalla proportione, e positione del corpo humano, come in Terra corpo p ù perfetto, massime stando colle mani à‘fianchi foram l’ouato gratioso; ma plù alta deriuatione, e concetto ha presso il saggio Arcbtetto, perb che dalla forma triangolare, corne Simbolo della Santissima Trinith, ha eletto la forma ouata A questo Tempio, la qmle 8 proporzionata di maniera,chela longhezza sua di dentro sia le base di un triangolo equllatro, la somlti del quale i: l’a!tezzadel Tempio: sotto la volta, e lo sfondato delleCappelle erlullatre fvrmasi parimenteun’altra base simlle dl triangolo equllatro, clle pallmente tocca la sommitl, ed 11 colmo della uolta, agglunto alla longhezza dell’ouato, il coro da una parte,e 11 portico dell’entrata da l’altra. Questa longhezza è parimenie base di altro triangolo equllatro che aggiunge la SII^ sommlti alla cima della cupoletta dtll’lstesso templo, o sia lanterna,sopra la volta grande, con le due, et altre, per la considerazlone ch’ è stato disposto et formato cotesto slngularlsslmo templo dalla denuatione, e simltrla del Trino, SI come estato da S. A. Seleniss. determinato,etperche I n essotemplo siano trasportatltuttli Cadaueri dei Serenisslmi suoi Antenat], et In clb fatte Capelle, et Sepolturo A tale effetto, et destinate quattro grand1 et bellleslmeCapelle disposte in egual sito, tra le duc altre intrate, per fiancho, che occupano il uano di due altre Capelle nel mezodel ouato, che uengono appunto A rlferire tutte alte le intrate dell’illtare e Capella della Madonna Santissima in mezo ad esso tempio; così queste quattro Cap?>lledl S. A. Se‘ r e m s restano egualmente disposte, una per banda alle dette ordlnate, et quella con manlera Quas1 di grotte, se bene sono ornatlsslme, e d l dentro bellissime dl ordine, e di figure dl marmi blanchi, etnerlet altri belllsslml dl più sorte colori, dalla natura prodotti in quelle ulclne montagne. Li ornament1 di dentroe fuora, sono slngularl,e gratioslssimi; e possendosi, dal dlssegno che 6 In stampa, conoscere e uedere la gratla- e proportione sua ; qui non mi estenderi, i n altro che à dlrll ; se bene la spesa ascenda a plù ceniinarae mlghara dl ducat], ui d tutta uia fabricato dalla llberalltà dl questo Prencipe, alla cul spesa ha destinato grossa soma per ciascun anno; così si UA costruendo detto tempio insieme con un belllsslmo monasterio, perlarlua diPb, d l San Bernardo, che ofEtia detto templocon molta deuotione, et educatione ; grande le elimoslne che UI uengono oltra, alla Capella della Madonna Santissima, dl tutti li ornament1 noblllssmi, et la Sacrestia è piena, parimente al culto diuino, di tutti i parament]. crocl, candelleri, callci et altre cose pretiose d’oro e d’argento, che ascendono A molte et molte migllara di scudl; vi s1 fabrica in oltre, auantl la Chiesa, una gran piazza in forma ottangona, (alludendo quasi A gli otto doni dello Spirlto Santo), attorno à questa piazza ui sono portici con botteghe dl coronari, et altre merci, A cota1luogo, per dluoti, con commoda fontana uel mezo, e parte di esse case giA fabricate con un commodoHoepitale per 11 pellegrini, et un altroper li Orfanl, in guisa di Semmario. Appresso k- & t . - 56 S. A Sereniss h i ottenuto dal Sommo Pontefice le IstesseIndulgentte chehannolesette Chlese in Roma, à tempt e giornipartlcolarl; così ua ordlnanclo setteCappdleattornodettecolhe, conegualdlstantia l’unadall’altra, attornoalla Madonna, cheparimentequesteancora 11 fdrancorona,etghlrlanda, si come fà il villaggiodl T’EO cheglra per lungo spatlo sopra esse colline ; e dl plù, questo Sereniss. Prenclpe tanto dluotodella Madonna Santissima, e tanto Cattolico chenon Q safio nlal ln tutti I luoghi mostrare la sua somma pletA et rellglone, inTurlno arlcora, al Monte della Madonna sopra il Pi,, oueutene offitiato da dlvotisstmi Religtosi Capucclnl, oue si sale commodamente ii pied!, à cavallo et incarozza,come altrui piace, quiui per detta montata h$ disposto qulndecl Capelle, delli clulndeci mister1 del Santlssimo Rosarto,chesaràpartmente, di gusto, di comodo edevotione grandisslma. Md ppr non mi deularetdnto dallafine di (luestarelatione della Madonna del blondoui, che par non mi possa per [diuotione partire, gli diri,, per fine, breuemente, 11 concorsochehebbenelprlncipioquesto luogo. è cosa da stuptre; chè mi contano essers1 trouato da duecento milhapersone In uno Istessotempo,piena la ualle, le c o l h e , et tutto al’incontro, con stuporeetmerauiglla dl clascuno,chßconcorreuano le ullle, le Cltth, Castel11 et le Prouincie uicme, et lontane, et non solo ’ del Plemonte, et Lombardla, et altre ClttA dell’Italia, ma fuora ancora. hta perchè ml di, à credere che V S. Reuerenda ne slit informata, non nestarò a diraltro.Qui S. A si fermi, 8. pornipersua deuotione, poi tornammo al Mondouì: Haurei à dtrliquidlunagratlas‘ngolare che 10 rlceueiinquesto luogodallagloriosaVerglnc, che non lebbo tacerla Andando 11 g m n o dl San Bartolameo Apcstc lo, per buon ricordo A 2-1 Agosto, S A Sereniss à uedere certe caue dt marml blsnchl, e neri, et di diuersi colori rttrouatl poco lontanl dalla Madonna, sei i, 8 miglia SÙ le già dettemontagne, con la quale cornmodit$, più magnifica, et grande SI fa la fabrtca della Chlesa ; andando dico con S. A., tutti facean usciuano schiere di donzelle, et fanclulle festa à uedere il lor Slgnore; saltellando, et danzandogli auanti ; chigli donana mazzi di fiort, chi ghirlande, ch1 frutti, et simil cose, che era una gratiosa cosa uedere, cantando, le verginelle, canzone di allegrezza nel uedere il lor Slgnore chelì non era mai plù statoinquei luochl; et li soldatidellamllltia glifaceuan corona, et ala ouepassaua,con salue di Archibugieri, come si suo1 fare Li honorare 11 lor Prencipe : nel ritorno che noi facemmo, nel passare da uno di questi uillaggi detto Frabosa, la caualcatura mia che era una chinea di S. A. si spauentb di modo, in un passo stretto et - 57 r., g- z c \. r - - sassoso, al romore di quelle salue de’Archibug1, che inalboratasi, si alzi, in piedi di maniera,che SI riuersclaua A dletro, ond’lo mi ritrovaiin terra calatoper la groppa, poi che la-sella non havevadidletroritegno; onde la chinea, così inalborata, m i si pose di colpo come A Sedere SÙ la mia pancia, dove ragioneuolmente io doueua crepare, et se riuersciauasopra di me affatto: raccomandandomialla glortosa Verglne, uenneuna mano, non so se fosse d’huomo, o d’Angelo, dl uno che all’intorno mi era, chespinsela chlnea, et la fe drtzzare SÙ 11 SUOI piedi, et fui lbberato, da quel pericolosenza mal nessuno, Dio laudato cadendo et la gloriosaVergine, n6 d l percossa (11 alcunapietra,oueio dledl; si che 10 posso ben laudare et rtngrat~are Iddto, et la Madonna benedetta;che Inquelluogo mi hà uoluto far grtlt4a dellegratle,et fauori suoi, et sia sempre laudata et glonficata. Tornammo al Mondouì dl doue S. A. haueuafattorísolutlone dl seguirelaulslta deIlo Stato uerso 1 monti, etarriuare a Saluzzo, et altri luoghi ; masopragiunsequi un palafrenlere,cheport6nuouaa S. A. che una dellePrlncipessesue figliuole era con qualche pericolo, dl malatia di febre assai graue, doue che senza alcun Indugio, con dlligenza, tutti tornammo a Turrlno, con mio gran disgusto, polchd ml leu6 l’occasione di uederetantialtrihelltss~miluoghi,che solo dl lontano 25. ;O. et 80.mlglta uedeuamo. Tornati A Torrino, S. A. si risolse ch’io mettessi mano alla. sua gran Galeria,laquale 6 unacorsa di Barbaro di longheaza, et certo li: una delle belle, et grandi in Italia,aggiunto pol la utstastngolare,chehh auanti di pianure, di boscht, et dl colllne delitiose piene dl uiile, et grardini; in questa galeria ui hanno soggetti nobblllssimi, che ora, per fipe di questo ragguaglio delle cose così ulste, et passate, gli dlrò ; la qual relationeinuero mi A riusclta più assailongoragionamento,che io non mi credea; ma per darle aoddi>fattlonecomplta, non ho uoluto lasciare cosa alcuna di qualche consideratione, et momento, et degna,anco à narrarsi, cosi fdmigliarmente come hbfatto e faccio, poichh chi UA à torno, uede sempre cose nuoue, et degne ancora communlcarle con gl’amici, sicomo faccio io hora con lei ; peri, scusarete la longezza. Horarestadiruiilsoggetto di questa noblllssima Galeria, et quanto S. A . S. si compiace che in essa si facela : sappiate dunque che nella uolta, ch’t! fatta A botte, ui vanno principalmente le 48 imagtni celestt, con le loro Stelle per ordine compartlte, appresso le loro historie astronomiche in un partimento ch30 ho fdtto di molte cose unite; figure, et uagoilpartimento imprese,grottesche,historie,cherenderlcco, -*-- - - _c - 59 - -58- .r.- r con alcuni sfondati di prospettiua finti, nei quali sfondati vanno le 4% imagini celesti ; nelle facciate B basso sotto la cornice, e imposta della volta, che reccinge tutta la Galeria, ui vanno, in 38. uani, trB 32. fenestre, 32. Prencipi B Cavallodi questa casa Serenisima di Sauoia, et ciascuno di quest1 uani trà fenestre,efenestre, i: palml 37. e mezzo di! canna romana, et la larghezza della Galeria è palmi 34 cioè tre aune, et 4. palmi ; che così ancorapotrete comprendere la lmghezza,et larghezza della Galeria, giungendoui i uani di 16. fenestre per banda, d i palmi 9. per fenestra, con 11 fianchi in dettl uanl tra fenestra, e fenestra : vi faccioun ordine di colonne B due h due, et tra esse colonne vna nicchia, doue ogni vano, trA fenestrae fenestra, h& 4. colonne, et 2 nicchie; et lo spatio che resta nel mezo B dl palmi vinti, ou8 uanna li dettl Prencipi B Cavallo,nelmezo, in un paese, nel quale di lontano con figure di mediocre grandezza si faranno l’imprese chequei Prencipi hawanno fatte dl prese diCittb, et Castella, ch8 tutto in paesagg10 faranno benlssimo; restando 11 Preocipe solo quB auanti, di grandezza alquanto maggiore del naturale, et nel11 2. nicchi appresso se faranno le mogli che questi hauranno hauuti, con inscrittione sopra, et all’intorno con armi, et altro iinprese loro; in testa di detta Galeria ui uanno 2. altri Prencipl, uno dl IA, l’altro di quB dl una porta ch’entra in detta galena, et 2. altrl Prencipi simili h pledi di essa, doue che saranno 36 Prencipi in tutto, A Cauallo, di questa casata, con li loro ritratil, habiti, et armature loro,secondo i tempi, et costumi ; in dette 2. teste della Galeria, nel mezo circolo che fà la uolta che resta sopra la cornice che ricinge, ui uanno in una testa 5. Impcratwi, dall’altra 4.Pontefici, et tutti della casata con trofel, et candelieri ;et altre cose, dalle bande, che accompagnano detti Pontefici, et Imperatori, et tutto copioso, et pieno con quella maestil che conuiene. Nel pavimento poi di Mueaico, ni uanno, tra I partimenti che accompagnano gl‘ordini della volta, alcune forme matematlche, et nelle inuetriate delle finestre ui uole la Cosmografia di tutto il mondo; doue che sarA una dello belle, et singolar galerie di tutta Italia: appresso ancora, nel bassamento, che reecinge, al2 paro del parapetto delle fenestre, tuttala galeria, uî uuole tuttele sorte de gli Animali quadrupedi, et li volatili, qua e la sparsi, sopra i nicchi e festoni ;in oltra li maritici, et aquatici si figurarono di musaico, nel pauimento, che in uem non SA qual altra se le poteua agguagllare di concetti nobili, et varietB di soggetti a pascer l’occhio, et la mente. Questi 3. mesi chesi B potuto lauorare fino A Natale, si 8 fatto o n aiuti fattiuenire da Roma, et qu8alfintorno, uno gagliardo, et buon principio: dopo che sono sopraglunti freddi, Pr’eui, et ghiacci grandiss~ml, ce ne stiamo cosi appresso al fuoco, a far qualche disegno, etcartoni, ed hora B passarmela così con questo puoco di tempo, si chi: V. S. R. con altri buoni amici potranno anco essl, B d~porto, quando vna parte, et quando l’altra leggere, et sentire, quanto gli hò narrato, et cosi uedere, et intendere quello che io hb uisto, fatto, et passato,In questo tempo, che ioson fuora di Roma; et senza muouerml di luogo, sarete meco venuto a vedere molte belle cose. 3 Hor ch’lo vi ho pagoquell’amlca voglia, Restate In pace pur heti, et fehci, O car1Amicl, Pregando l’altoIddlosommo mottore, Che nel suo santo Amore, Neguldi, et guardi d’ogni pena, et dogha E tutti al fin per gratia al Clel u’accoglla. Valete, et s t h e sani: DI Turrino questo penultimo dl Carneuale 6. Febraro 1606. Il v. ZUCCA4R0. SlgnorPier Leone Casella mlo Cariss1m0,non li sia grauefar parte dl questo B gli amlci cari; partlcolarmente saluto 11 gi8 nomlnato Signor Chrlstofano Negozantl Canonico In San Marco. I1 molto Reuerendo SI^. Christofdno Sorbellone Canonico ln San Lorenzo in Damsi, il Slg. Gluho Battagllni. I1 mio carissimo, et antico amico Slg Antonio da Faenza, Eccellente Scultore dl Argento, et Oro. La rara, et Eccellente Sig. Lauinia Fontana, Plttrice Singulare, co’l Sig. Giouan Paulo suo marito. I1mio diletto dlscepoloDomenico Patlgniani. I1 ml0 amorevole M. Tomaso della Porta, et Sig. Flaminio Vacha Scultore. I1 Sig.Lodouico Padoano, ilSig. Ottaulo suo figln~olo,Eccellente miniator di rltratti. I1 Sig. Carlo Vacha, Pittore di gran speranza, et l’amoreuole Sig. Girolamo Nouadino; in tal auiso non mancando lei darmi auiso dl riceuuta. I1 medesimo ZUCCARO. , l I - 61 L ‘ l a E.. LA DIMORA DI PARMA, -4L MOLTO REUER. ET hl10 i II . 7 .t ’ SEMPRE OSSERUANDISS. i.. PIERLEONE CASELLA, SALUTE. SIGNOR i’ ‘ h i3 m Sb che V. S. (SignorPierleone Casella mio carissimo)conmolti altri amici di Roma si sono marauigliatl(per cosi dire)diquestamia dimora, e posata qui in Parma, douendo come io deslderaua, uenlrmene di longo a Roma; Sappia V. S. che la partlta mla dalla Corte dl Turino fù assai tarda per la stagione, essendoui giB stato duoi anni e mezzo a l serulzio di quell’Altezza, per l’opera di quella gran Galaria, che glB le scrissi, oue, B mezo camino, qui in Parma, et à mezo Souembre che ui giunsi,misapragiunserotemporali bestla11 dl pioggia, e neui grossissime, che mi fermarno contra mio uolere; tuttaula, & consigli dl buoni amicid’aspettareitempi buoni dl Primauera,tanto plù uolentieri m i fermai questo Inuerno passato quh, quanto che alcun1 Signori Canonici e Operarij, qui del Duomo di questa CIttA, mi diedero intentione, e mostraronodeslderare,che io dipingessi due assai grandifacciate del lor Choro, sotto la Cupola del Correggio, che mi era occasione honoratmima, e grata. si mutarono,all’anno nuouo, come è sollto, liPabrlcieri, corne lasorte gira, di quelli di si nobile animo, efuronofattialtri, altro parere. O Dio perdoni A quelli, che 11 dissuasero dl questo, che tolsero B me, et Sr. loro vna honorata occasione, e gusto grande alla Citth; e vmto 11 partlto, con nobilissimo animo fecero imbiancar quelle mura; dlccndo, che così B lor bastaua. Inquestomentre,che mi ueniua data l - 62 - ae- ‘f 51 parola di CG, per non starmene in otio, mentre passaua 1’ Inuerno, hb fdtto tre quadri à Oglio, duo per mandare all‘ Imparatoro,cheli sono da molto tempo promessi, e uno persuaSantith,di noue, e gustose inuentioni; che con plù commodltà potrb intendere, se bene questi non sono intieramente finiti; perb che uenendo la Primauera, e uolendo ad ogni modo, lasciare qualche memoria mia in questa CittB, oue sono bellissime opere del Correggio, come anco alcune del Parmegiano, a’ quali son statosempre deuotissimo, mirisolsi per mio gusto, e certa affettlone, c’ho sempre hauuto A questa Cltth, e suoi Prencipi, lasciarul vn testimonio diamore di qualchecosa mia. Così mielessi vn luogonella Chlesa di San Rocco de’ Padri del Glesù, oue hb dipinto vnoassai gran quadro, h fresco, di altezza di palmi 26 e di larghezza 25, oue hb rappresentato una histtoria, e concetto nuouo, deuoto al possibile; e questo è il Christo denudato alla Colonna, (pnma uergogna fatta al nostro Salvatore) il quale sentendola come huomo, tutto umile, e mansueto si l a m a llgare le mani, di dletro, da duoi manigoldi, alla Colonna, che si uede oggi in Roma i Santa Prassede; et egli alzando gli occhi al Cielo, par che dica: Eccomi Padre Eterno à darti la sodisfattione che t1 piace per mio mezo hauere da questa ingrata natura, per tante, e tante offese fatte & tua dluina Maesth. In questo, faccio comparire Dio Padre, e lo Spirito Santo, accompagnati da alcuni Angioli, che portano li misteri della Passione, e ’1 Padre Eterno li mostra la Croce, quasl così li dlca; Figliuol mlo non ti sbigottiscanocotesliflagelli e uergogne della Colonna, che sono Zuccaro, e miele à quello, ch’ io cerco per te da questa ingrata natura, di tante e tante offese di dlspregiofattoml, & non conoscere i beneficlj miei. Ecco la Croce, ecco il Martello, ecco i Chiodi, ecco la Corona dl Spine, la Lancia, il Fele, e simil cose par li dica, che si compiace nella persona sua patisca in remissione di tutti i peccatori. Ë in questo, fo che lo Spirito Santo Consolatore, con un raggio del suo spendoreloferisca in fronte,confortando l’humanita di Christo. In t e r r a poi, di quh e di là dal Christo, inginocchioni hb figurato duoi Anglo11, uno de’ quali in atto dl amarissimo dolore, ammiratione, e stupore, auuinte le mani insieme, alza la testa e g11 occhi al Padre Eterno quasi dica: Come sopporti che questo Agnello immaculato patisca-tanti obbrobri, e passioni. L’altro Angelo, da l’altra parte, lagrimoso, e dolente anch’egli, in vista, guardando 11 popo1 tutto, e con vna mano mostrando il Christo, par che dlca; Mirate popolo ingrato il uostro Salvatore, come SI espone per uoi altrl h tant1 flagelli, passioni, e morte per redimerui, e cose simili dica, che tutto rende devotlone, ecompunfione: più aden- - 63 tro, e soprali duoi Angioll, hbfigurato duoi Satrapl, 6 Farisei, 1’ vno da vna parte, e l’altro da l’altra, i quali, come attonitl, e stupldl, ml. randol’hurnlltb, e patïenzadel Christo, frà se stessidlchmo, e h duoi Soldati,che in segno dl glustitia u1 sono posh appresso: Quest’huomo, che Q stato tanto marauiglioso, che hà suscltato mortl, lllumlnato clechl, e fatto tanti miracoli, come hora & ridotto? così l n atto dl ammiratione, e di stupore pare, che compatiscanoallamiseria,ecalamltà d i quello. Figuro appresso che, dallo splendore del DIO Padre uenghlno duoi raggi, che passin per le nubi, e feriscano in fronte i duoi Fdrlsel, qual1 com punti, et allumatldiuenghinofedell; come un Gloseffv abAnmatla, e un Nicodemo. Questo i! tutto 11 soggetto, espresso nel mlglior modo che & me sia stato posslblle: rappresentando la notte del pat:bolo, e che la luce uenga tutta da DIO Padre, e le figure son tutte maggiori del naturale, per hauere buona dlstantia dl uista. hl1 8 piaciuto poi in testimonio del mio deuoto affetto lasciarui scriuere sotto queste parole. P. Z. SOCIETATI IESU DOMUS PARMENSIS RIONUMENTUN AMORISFACIEBAT. ANKO D’ CID, 13. C. VIII. YET. SUBE. LXIX, II‘ 1-: I-/ * ! Così mi t3 piacciuto, dico qui ancora, lasciare questa memoria, come quasi in tutte le città plù prlnclpall d‘ Itaha ue ne sono; e Co$ì a m o ringratiare Iddlo, che in questa et& m1 d i validit&, c forza di operare ancora, e cuore da non pauentare qual SI voglla impresa, tutto A laude et honor suo, fin cheli place, nonnascondere 11 talento(qcal SI sla) che gll 8 piacciutodarmi. Ho uoluto ancora fare, in questo luogo, un quadro h Oglio della Concettione della Madonna per la Compagma nostra di nobill secolan, governata da detti Padri, e l’hb figurata di questa maniera. I1 DIO Padre abbagliato nelsuo splendore, cherimira, e benedice la glorlosaVergine, giB concettainsestessonellamente S U R diuina per Madre dell’ unigenito suo Figliuolo; la quale cinta di splendore, et accompagnata da Angioli, e Cherubini, sopralaLuna, col suo Figl~uoloin braccio, (discende) che dh la benedltlone al Mondo; figure del naturale. Ho uolutotuttoquestonotlficarleper suo partlcolar gusto; e non sono mancatl nobili intelletti,c’hannofattiuersl, et eplgrammilatim, e uolgarisopraquestisoggetti,cheuedrbmandargllene alcun1 ; che Ear& il testimonio del gusto, che di essi hsnno hauuto. - 61 - - 65 - Ad perillustrem equitem 1) D.0 F e d e r i c u m Z u c c a r u m Parma abeuntem. Ad eumdem. Haud oleo perfusa nltet patlentis imago Christi; at plngentis regia dextra mlcat. Zuccare, longmquas optatus tendis in oras; At tua noblscum fama perennis erit. ss Ad dextrum lictwem. i Deformem Natura ded~tte ; Zuccarus arte Formosum: tali munere victus, abl. In Mysterium ChristiDomini ad Columnam alligati, quod pinxit nuperrime in Parmensi Templo Societatis Jesu, Perdlustris Eques Federicus Zuccarus, Pictor celeberrimus. Epigrammata. s, S& Æstimati0 picti corporis Domini a d Judam. Poetica totius tabulae inscriptio. Zuccasea si forte manu stes vendere pictum Corpus, Juda, auri pondera mille damus. Artis triumphus aureæ; Natura quemspectat pavens. ss S M Ad Pictorem. De mirabili huius Tabulæ præstantia. Sublimespletatc pari dum perficls artes, Antlquum decoras, Zuccare magne, decus. €11~ Pater, hic Xatus, Flamen, Crux, Allger, Arma; Cum turba llctor, cum Senlore Duces. Omnia dum splrant,consplrantomnia: fictis Vera insunt animo, cunctaque vera canunt. Quambene plcturæ iungis, Fedence, poesim' Quam simill varias fœdere nectis opes! @%m Ad Parmenses. Ille tuos ultro cnmulat, Parma aurea, honores, Auratus Regum quem cumulavit honos. E& S& f;, i Ad Viatores. Ad Spectatorem. Qui Sapiens Parma? vestigat mira viator, Inclyta Zuccareo nomme templa petat. Quæns columnammitis hospes integram7 Partem column=doctus aufert Zuccarus. ss &,m - . De insigni significatione doloris in suls angelis pictis. - Quest1 versi stando al mss del Faelli appalono, nella edlzioncbolognese, plen1 dl error1 , e slffatlamente,cheriescllehberoIncomprenslblll, se I O non mi foss^ sforzatr, (11 r e s t ~ t u ~ r alla l l p r ~ m ~ t l vdlzlone. a La qual cosa serve a confe~mare quanto scrlssl In profazlonc, a pag 21, a proposito del tant1 erroride' qual1 i? mfarclta la edizlonestessa Ma perchè Id medesma S I mantenesscInalterata, ho solo rettllicatr, tra e s q per l'eslgcnza del slgnlficato, 1 plù evidenti c grossolan.. v. L. l) , Maximos quondam retulit dolores Helladls Plctor, capite obvoluto; Maximos noster retegit patenti Lumine casus. L%%@ 5 - 66 Judicia exiaiæ bonitatis, in hac Tabula. Quam semper hæc placent magis, Seu cornmus, sive erninus! De miroejusdem Tabulae artificio. Marmore2 quze membra ligant fera vincla columna, Lumina contuitu, corda stupore ligant. Sic rediviva vigent spiranti accensa colore; Sic natura movet, ludlt ut ille manu. Et se forte etlamtamvlvicorporls artus Motun, vinclisni premerentur, erant. Quid loquor? (artificls proh mlra potentia dextræ I) Vincla premunt artus, se tamen arte movent. aEmSopra l ï s t e s s o Quadro, Madrigale dell’In&perto. Mentre,ignudoSignore,al sasso auuinto, Fisso al Padre, e di pene TI miro intorno cinto: Sento versarmi un mar dl doglia al core. Ma mi consola amore, Che à cib ti spinse, e dolce A mediuiene Quanto d’amaro il dolce amor sostiene. E chi no1 vede, miri L’ imago espressa in dolorosi tiri: Ond’anco li beati Molli ne son dl pianto, et ammirati: E trarria noi de sensi; ma vestilla Zuccaro con sue grabe, e radolcilla. SW Dell’ Estinto Innxninato, sopra l’ i s t e s s a Imagine. Questa,chesembra uiua, Del gran fattor così simil imago, - 67 Non meno d’arte fh, che di natura, E disegno, e pittura. Gli dle’ splendore il Cielo, Animato colore Pittor Mago, Et la veste d’un puro ardente zelo, Spirto diuinoignoto Nè gli manca il parlar, nè manca il moto; Ma se tace 11 Signor, 6 perch6 fiso HA tutti intenti al Padre, e sensi, e viso. Del medesimo, sopra 1’ i s t e s s a Arteficegentil,saggiopittore, Che faí? lasso nonmiri, Ch’vccidi il mio Signore? Cosi il pennel l’ auuiva, e poi frA pene L’ auuolge, e fra catene? Empia man, crudo cor, che fai, che spiri, Sol bramoso d‘ vdir nuoui sospiri ? Ma folle, che dich’io? Non di pennello è l’opra, ma di Dio Specchio, ch‘amor di morte innamorato, Qui so stesso vagheggia, vagheggiato. O di quanti occhi vscire Vedransi humidi i guardi A quest’oggetto, W i n sembianze sp~etate ‘ Spira viua pietate, Ond’ è che ’l Clel ne pianga, e ’l mondo ammire. Vanne pur pio Pittore, AI Tempo, e B Morte honlai non più soggetto: Che, qui restando Amore, Sempre dlrA come t‘ affligge e t’ ange Quella pietb nel core, Che nel pennel, mentre dipingi, piange. - 08 * DE IMAGINE BEATISSIMB VIRGINIS CONCEPTÆ Ab eodem Perillustri Equite Federico Zuccaro, Parmæ item, Collegio eiusdem Societatis depicta ; Petente nobilissima eius tituli Congregatione. Tam benesuspicitis,plctos ut vivere credam, Slderei puen; tan1 bene suspicitls! in 2aw Ad Pictorem. De artificio, quo pictus est Deus Pater, in hac Tabula. MagnusAlexander solum sibi poscit Apellem; Unum te cunctl,Zuccare magne, petunt. An pictus est rerum parens? Apparet an verus polo ? An luce clausus abditur ? An in tenebris promicat ? "W,W Adeumdem. Virginis ztherel descrlpta:mente Parentis, Exprimis artlfici dum simulacra manu, Zmcare, tam viva deludisimaginesensum, Credatut immoto mota coloretuo. Si Deus, ln proprias dum fingit singula formas, Artlficumvelletpicta referre vlrhm; Dumsib1 Chridiparam deplnslt mente, fuisset Mens divina manus %mula facta tuce. ss De mira Virginalis Eaciei pulchritudine. Concipit Omnipotens Genltum ; sine labe parentem VirgineamGeniticoncipitAnnaparens. An sine labe? omni radiantem lumme, quantum Flammea mens hominum, csllcolumque caplt. Zuccare, quid tentas immensum pingere lumen 8 Qu% creat, h m pingat dextera; sola potis. Ast t u divinos humano in corpore vultus Efflngis ; dtxtram dextera summa regit. . I , &S . t Item a d pictorem. Conceptam Telles Mariam d u m pingere vivam, Pingis, et egreglum spirat ab ore decus. Dic, age,cumvlvat, cur desunt verba f i g u r z ? Przdlcat artlficem,dumtacet,illa suum. Mirum! grata suo auctor1conceptavideri Maluit, in tabula quam prope vlva loqui. &S Ad sodales Congregationis Parmensis Beatissimæ Virginis Conceptæ. Mos talis; flarnmata decor (generosa iuventus) Corda per ancipites copit a b r e vias. Iam vestram spectate oculis, animisque parentem ; Illius abripiet pectora vestra decor. @/S De eadem Imapne Beatissimæ Virginis in ea verba: (I'ulchra ut Luna). c Virginis august= celebram sacra pagina laudes, Tergeminz slmllem dlserat esse Dez : Quid nunc auratos obnubltpallidacrines, Vlrgineos ultro sustinet atque pedes7 A d Infantem Jesum. In te, summeInfans,pingentis Candida ceuprimisliliamixta Ad Angelos circmnvolantes. gratia ridet, rosis. mm t- - 70 - - 71 4 Nempeade0 doctae depictam munere dextra Cum videat, Proprium n11 putat esse decus. Si tam docta manus fuerat tunc, Zuccare, non huic Virgo erat, at superis anteferenda choris. In eamdem. Zuccarus ut summi concepta in mente tonantis Virginis, et pueri pingeret ora Dei ; Vitali cœpit sensus anlmare colore, Vivaque cum puero iam prope mater erat. Tunc prudens dlmisit opus: sat ludere sensus, Inquit, et artifices hoc potuisse manus. Si terris pingenda foret iam nata, tabellis Arte nova forsan viveret llla meis. A I In eamdem Imaglnem. . Patris æterni querela. Cum Pater æterna conceptam mente parentem Spirare in viva cerneret efflgle. Huccine mortalls porrecta potentia ? dixit, Æmulus immensi Zuccarus ecce Dei. Quo potuit patulsse tibi latitantis imago Matris? an hoc artis iw, Federice, tuæ ? En patet, arcana quae tantum mente latebat: I nunc; ut lateat, conclpe mente, Deus. Ad pictorem. Pingere Alexandrum soh fas fertur Apelli; Illius hoc ingens est decus artificis. Fas cum matre Deum tibi, Zuccare, pingere soli: Hoc satis esto tibi; quidmagis esse potest? Ad pictorem de eadem. In vtramque Tabulam, Ode. Cur pairem clara, Federice, luce, Funeris slgnum mawbus ferentem, Fili0 nudo, lapidi alligato Fingis apertum? - 72 Ast ubi Matris speclem decoræ, Quæ Deum virgo genit, arte ponis, Invium nostris oculis, eundem Fingis opertum. Tu tibi quid vis 8 adytum reclude ; Ducimur plausu vario, nec unquam Mens valetsensus penetrare opertos Sat, nec apertos. Dum meas mecum repeto querelas, Auribus tales resonant loquelæ : Zuccaro frustra canis ista, vates : Inspice picta. Quam putas vivis puduisse visis Hisce Naturam tabulis ? Stupescls 8 Hic iacet Zeusis, iacet hic Apelles, Ars, et honores. Illa, quae spirant animata, vero Quæque naturam referunt colore, Zuccari pandunt utriusque semper Clara labores. W s L Y 3 . Item in vtramque. Dlstlc. Iam radios aurora novos, iam lumlna Phœbus Dat noua: splendidlor noster ut orbis eat. -@xìì%J Laus Deo O. M. Virginiq: Dei Matri. In questo tempo essendo io stato nceuuto, e fauorito nell’Academia Innonunata,quidiParma,damoltinoblhssimi Sgnori, e Caualieri, vi feci, A i giorni passatl, la mia lettione, sopra la grandezza, e facolth del disegnointerho, et esterno prattico, e dledi alcunipunti, e conclusioni per disputare i fondamentidel mio concetto, contenuti nella lettione (i quali qui appresso con questa ui noterb). La lettione fir uno epilogo delli duoi Libri miei dell’ Idea de’ Pittori, e Scultori, et Archltetti, che feci stampare in Turino l’anno passato, come giA Vostra Signoria haurB uisto. t y:’ i’ +.- - 73 - Lipunti, e decisionl, lettl nell’ Academla Innomlnata di Parma da me, come di sopra è detto, nella lettione fatta in detta Academia a di 29. Maggio 1608, trattando dellagrandezza, e facolth del Dlssegno interno et esterno, sono questiquisotto, e fondamento del mlo Dlscorso. 1. Se Dio opera per ordinario tutte le cose naturali con le cause seconde, 8 necessario dunque vn pnmo motore interno entro dl noi, naturale, si rispetto alle opere nostre naturali, ma d l vlrth celeste,e dlulna,che muoue, e perfettiona le lntellgenze, et operaz10111nostre. 2. Essendo l’ intellettonostropersuanaturapuramente impotente à tutte le cose, et hauendo blsogno dl sens1, et cose senslbill per Intendere, et operare, non pub eçsere primo motore interno. 3. Che ilprimomotoreinterno è la virtù formatlus dell’Anlma, che muoue i fantasmi, et forme Ideali del concetto, et B causa ln noi dl ogni ~ n t e l l g e n ~ ae , dl ognioperatione. 4. Che la Virtù forrnatiua Inserta nelconcetto,forma l’Idee, e dissegno Metafvrico hlentale. 5. Che 11 Dlssegno Metofarico mentale 6 Anma del Dlssegno esterno pratico. 6. Che qnesto Dissegno hletafonco, e formesenslblli, sono luci generalidell’Intelletto. 7 . Che questaVirtùformativa del Concetto, et Dlssegno interno della mente, 6 sclntllla Dlulna della Imagme, et s~mil~tn~line dl Im, m pressa nell’ A n i m a nostra, che la f5 speculatlua, et ferille dl conceth, et di operationi, atta ad intendere, et capire le cose alte, e Plume, s e n L a la qualeulrtù, e formadel Concetto, et Dlssegno esterno,restarebbc I’Anlma, e l’intelletto p r ~ v od’intelllgenza, e dl saplenza. 8. Che questo Dlssegno metaforico, et reale, altro non 8 , che concetto,Idea, ordine,regola,misura, clrconscnttione, et figura d l qualslvoglia cosa O. Che in tutte le cose si troua Dissegno, conforme alla natura, e qualita. delle cose spirituali, b corporall; Et hauendo Iddlo creato, et formatoquesto universo, con tantoordme, regole,e misura; chiaro SI scorgeesserefontana u m di ogn1 Idea, di ogniconcetto, et dl ognl Dlssegno. 10. Che 11 Dkssegno humano è vn Nume creato, vn’altra Natura, generante, Scimiadella Natura, e dl Dio stesso;perb B lmagme,e 81mllitudine dl Dio In nol. - 74 11. CheilDlssegno Q autore,e genrtore di tutte le Scienze speculatlue, eprattlche, et dl tuttele ulrtil dell’Anima, e operatloni discrete. 12. Che il Dissegno ammaestra 1’1ntelletto, assottiglia l'ingegno, eperfettiona 11 giudltlo. 13. Che l’intelletto, e’ 1 giuditio humano sono ministri, et esecutor1 del concetto, e Dissegno interno. 14. Che muna sclenza, lntelhgenza, e prattica, si pub auiuare al senso, senza l’aiuto delDissegno Interno, et esterno prattlco. 15. Che solo il Dlssegno, per se stesso, SI anima al seuso, e all’lntelletto, e si allmenta, e cresce senza necessltA alcuna d’altra scienza, che delle sue proprie fdcoltA. E cosi SI scuopre che il princlpio Interno, è causa seconda, et Agente naturale d i DIO 111 noi, che alluma, et auuiua ogni concetto, ogni Intelligenza, et ogni operatione. 16. E necessario questo concetto, e questo Dlssegno nell’huomo, si come 11 Sole nel Mondo, et l‘anima nel corpo ; perche si come il Sole & occhio, et AnlmadelMondo,cosi 11 Dissegno G occhlo, luce, et Anima dell’Intelletto, che f i operare A quest‘huomo tutte le cosecon regola. e misura. 17. E si come la Natura senza l’aiuto, e virtù delSolenon pub generare cosa alcuna buona,ni? perfetta; cosi l’intelletto humano non haurebbe intellrgenza, nB sapienza per operare cosa aIcuna buona senza questo Dissegno. 18. II nomedel Di, segn, o, come lesueproprie lettere lodichiarano, B segno, imagine, et slmilitudlne dlDio in noi, et le sue operatloni, simbolo assai mamfesto della sua onnipotenza. 19. Che non Sà, che nonpub, quest‘huomo, che con questo Disgno con questa imagine dl Dio in noi,con questo intelletto humano, che lo inalza tall’hora tanto alto, che fa operare cose, che superano la natura. 20. E perfine, non trouandosi nell’ Anima Ratlonale Virth, e potenza, con facolth, che sla o possa essere p ~ ù .atta, e propria al generare, e alimentare scienze, b praticheneIl’Intellettohumano; questo DISsegno conuiene confessarlo npnsolo luce generale dell’ Intelletto,alimento, e vlta di ogni scienza, eprattica,e Agente natural di Dio in noí; ma Rettore,e Governatore di questa Repubblica de’ sensi, et di questo humano Intelletto, dal quale ne vlen somministrato Ogni necessario bisogno, sì per la quiete, e necessita del corpo, come per ia Salute, e felicita. dell’bnima. c - n- li, - Eon resterò ancora di dirle alcuna cosa della strauagante Invernata che hanno cagionato freddr, e ghlaccl grandlssiml, e cont~nou~; che sebbene creder6 che iri Roma ne habbiate uoi altrl ancora senilto molto, e straordmarlo di 15, come anco credo slano stati assai generah, e grandi per la Italla; nlentedlmeno, l n accidenti dl new, e ghiacci continoui Roma non ne suole patire di questa solte ; però,comecosa, che di là L‘ors1 no11 SI B mai uista, n6 sentita,le dlco, le neui sono statc dl quA tall, e > i continoue, duo1mes1 una appresso l’altra, chu alla campagna soprauanzauano l’altezza di vn’ huomo, e” nella a t t i h i blsognato scarlare i tetti pih dl vn par d l volte, e neson rovlnatl rnolf~,per non poterla sostcntare. Cosi, per comandamento publlco SI scarlcarono nelle strade, Pltlzze, e Cortih; e fdte montagne dl neue, per tutte le strade, e plazzt’, cortlll che soprauanzauano le fenestre,de’ p r m appartamenti, e (cosa 1101renda à uedere) per passare da vn lato h l’altro la strada, SI passam sotto grotte dl neue, e nelle cdntonate, e piazLe erano aperture come archi trionfali; 4 durata così tre, equattro mesr, che non SI haueua n?odo, nè U I dl ~ smaltlrla, e con grandlssima dlficoltA SI 6, h poco B poco, S m nuzata, e tagliata, che si era congelata tutta in ghiaccio, chd ni! pioggle, n& sole la poteua smaltire; si SI era condensata; e Indurata, e se bene siamo alla fine d l giugno, ancora‘”ue ne resta relqula 111 motte strade, e cortil:di case; E se bene In Lombardla suole patir d l grosse nem, nientedrmeno, di questa sorte non u1 d memorld, dtcono I pdesanl; per6 ha causato freddi gran&, e contlnoui, e mortalltà de’ bestiaml, e I n molt1 luoghi perdute le semenze, fruttl.uino. però quelle, che sono rimabte per buoni terrenl non hanno cosi patlto, corne orLi, e slm111, hanno fatto li quindicl, e sedlct per sacco, e’lgrano, per poco che sla rimasto, b perb d i piena, e grossa spiga, rispetto B t e m p ; che poi si sonoaccommodatl i bisognl della campagna assai bene, ului d l poca speranza; Così ha causato gran carestia di qua, via per tutto, E poi che hb la penna ln mano, e un poco dl otio, non resteri, d r l e ancora,efarle parte dl alcune feste, c trlonfi ulstl ln Alolnfoua,pochr giorni sono, fdttl da quella Altezza Serenmima nell’arrluo, c Nozze della Serenissima InfanteMargdrltJ dl Sauola, o del Yerenlsslmo prenclpe Don Francesco suo figliuolo, le qua11 sono statetall,chehanno tirato A uederle non solo li circonuiclnl, ma molti stranlerl fuora d’Italia. Che ueramente sono state Regie, et singular1 ; doue che trouandomi io qui, in Parma, non più che quaranta mlglia lontano, pres1 occaslone di tornare d fare rluerenza à quell’altezza, et In partlcolareal Serenissimo prencipe di Manha, tanto mio Signore, erallegrarmi seco(comefeci) - 76 d‘ogni suo maggior contento, e fellcitB., e con la Serenissima Iufdnte, e Principesse di Sauola. E glunsl in tempo che utddl le mltgglorl, e principall feste; battaglle ilauttli nel lago, Comedle, theatri, bdrrlere, giostre, e feste grandimme La prlmache B. punto SI fece la sera del mio arnuo, fù la presa di un Castello, nel lago, fdbricato d i legname, B mezo esso lago dl detta Cltth, söpra barche, e barconl. egrand1 trauate di legnl insieme, che fb spettacolo bellissimo, e smgulare. si per la varieth de fuochl, e dl mille spec¡(!, efdntasle, dl ruote, e mol~nell~, che ardeuano sotto, e sopra acqua: si comlncl6 nel1’1mbrunlredellanotte,con tant1 fuochlall’lutorno,in terra ferma, dl q u i e dl l& dellago, col Iungo ponte dl San GlorgIo, che lo trauersa,chetuttorendeuagran bellezza, e magnificenza, e risplcndeua quel lago come se giorno fosse. Z, fra molte cose dl apparatiallagrandezza, e bellezza, e mdraulglia, f u un CarrotrionfaledellaFortezza, t r a t o da sei Caualll marrnl, a quattro Ruote, coli molto artifitlo fatto, che ardeuano sotto acqua, come sopra; guldauanodettl Caualll sel Sirene, emolte altre sim111 se ne uedeuano d i qu8, e dl lti dal Carro, con fnci d i fuoco 111 mano. Questo Carro era soprd unaplatea dl legnami, e di tauole,e solleuato tre grad1 sopra l’acqua; doue glrauano le ruote, mezo sotto acqua, e SI ag~tltuaesso Carro, qua o là, gratiosamente, senza essere uisto chi lo mouesse, e pareua proprio, che II detti Caualll m a r m lo tlrassero. Il Carro era dl formaquadrata, rlcco, etgratiosamente fatto, 11 pieno, sodo, di altezza d’on huomo, rigirauaattorno,che cassae piedestallo gratioso f x e u a al detto Carro, tutto adorno, et ornato dl feston1 d’imprese, et c-lrtelle, e sopra V I raggiraua vna b?laustrata; e, sopra questa, 11 trono della sedia saliua sopra con sette grad], ne’ quali grad1 UI stauano assettat], tredicl muslci, quattro che sonauano cornamuse, e quattro plffdri, e uno che sonaua li taballl, uicendeuolmente tr&d l loro; e tutti questieranoarmati dl Corazze all’antlca, con uestl lunghe, dl dluersi colon, mghwlandati; sopra di questi ui era la sedm ornata dl palme, e ghirlande, doue sedeua la fortezza, Ddnna armata all’antlca, con belllssimo elmo, e cirniero in testa, uestlta di rosso, col suo scudo in bracclo, oue era figurato, d i rilleuo, una testa dl Leone, e sopra una mazza, e nella destra mano teneua l’haste, con atto e gesto vinle; sotto dl questa SC ’l plano del balaustrl, u1 erano sel paggi, con grosse torce accese In mano, t r e da una parte, e tre da l’altra; nelle basl, e pdastrl del Trono ui erano tre grandi arme Ducal], alla destra, alla slnlstra, e di dletro, quella dl Mantoa, dl Florenza, e dl Sauola, inquartate; sopra dl queste, e dl dletro alle sedia, si nedeua vna base, e gran pezzo di colonna rotta, con due gran palme; se ne - 77 - . I k S 4F $ 4 I t ’ ‘” t . ueniua questo Carro accompagnatodamoltebarche, riplene dl molti, 8 uariatl fuochida aria, e da acqua, con dluersi mol~nelli, e soffioni. Nel1imbrunire della notte si mosse 11 Carro h gran romor di trombe, e tamb u m , con molto applauso de’ circostanti,e pnpolo infinito, che d’ogni intorno era g d preparato per la uista dell’ assalto. e presa del Castello; e peruenuto il Carrooue giA erano comparsi li Prenclpl, e Prenclpesse, (sopra 11 pogglali di quella parte del Palazzo della Scuderia d i S. A. che guarda il lago e le batteria del castello) si d n z z t 111 p ~ c d lla Fortezza, et ad alta voce recitb alcun1 versi, In comendare la glorlosa Impresa per I’acquisto dl quella Fortezza ; Che con plil commoditA potrb questi, et slmlli altri versi sentlre, che quisi tralasciano per non rompere 11 filo della narratione, e la sostanza del fdtto; cosi ancora il nome di molt1 Caualien, che necesski non porta; nomlnandisoloII prti princlpzh, e la sostanza de’uersi. Fatto questa prlma bella, e gratiosa mostra per lo lago, auauti delli Prencipi, e Prencipesse e diuerse bizarie di fuochi da ana, e da acqua, con maraulgl~osauista; 11 Carro si mosse, e cllede uoltaper lo lago, d tempo rhouacon molt1 suoni, e tremoriditamburri, etrombe,e uansi fuochi, e legirandole e grilli sotto acqua, che, per la noullh, e marauiglla, fu notata grandemente. GIB. nel Castello, A mezo giorno, con bella mostra, entrarono da dugento Soldati armatiallaTurchesca, nellaFortezza, con artigllarie, moschettonl, et altri arnesi, et armi da difendersi, et offendere. L’armata giti in essere, mandarono due galere h far la scoperta, e riconoscere la Fortezza. ch&, dalle guardie scoperte, furono to5to ributtatl, e con grossi tiri di artlglieria senLa palla, ma con la mostra e nmbombo dl esser éome vere fossero. Vintasi l’armata, tentarono per terra, e per e, con gran cluffe di assnltl, una acqua diuerse uie per entrarui dentro, parte smontb in terra h uma forza, e l’altrapermare,batteuano la Fortezza. L’assalto fb belllssimo, per le ciuffe d l molte barche, e galere, e UI comparserointantonumero,cherappresentaua un’ armata formata d l Mare, essendoillagocapaceassal, et B. sufficienza i slrnll cosa.Alle scalate e cluffe del Castello, ui erano ualorosisoldati,che lo dlfendeuano, e sostentarono, per plh hore, ualorosamente; uedendosi frh le fiamme, e fumi, bellissime blzarie in quel uapon, ebalzarein ana huomini di straccio, e parere battere h terra cortine di muro, e bdloardi di esso Castello, In apparenza, e tutto fiamma e fuoco, e le armi de& offensori, e difensori gettauano fuoco, archi, frezze, stocchl, lancie,e spade, fulminauano fiamma remi, sott’acqua ardent], cosa in vero dl spauento, 8 di gustogrande B riguardanti;le fiamme, i fumi,folgori,e baleni, - 78 - 7'3 - , 'et uariJeffetti loro dauanogusto ailauista grandlssimo * giunsesoccorso al Castello, con gridl, et vrli grandmimi alla Turchesca, che rendeuano terrore b riguardanti, e conforto A combattutididentro ; nondimeno, scopertiiiaguati i nostri connouiassalti di galere, e naudi,si vedeuano f a prigloni,inapparenzaferiti e morti,menareattorno, se benenonuioccorsedisastroalcuno; si le cose furonobeneordinate, e t eseguite.Durbquestoassaltocon uarij abbattimenti, e ciuffe, e con uariatasorte di fortuna, fino allecinque hore di notte, etnel de' Turchi, che attorno fineil Castello fu preso, e fdttomoltiprigioni per lo lago conduceuano, et fu messo finalmente (in apparenza)8. fiamme, e fuoco, e con quattro, ouero sei girandole ( fini la festa) copioslssime diraggi, fduille, e fuoco, all'usanzadellegirandolemaggiori d l Roma nel Castel Sant'Angelo; ma quello che empì di maraulglia fu, che i raggi delle grandole, massime dell'ultima b mez' aria, cresceuano in grandissimo numero, e fù marauigliosa, e bella al possibile. Oltre di ci& quello che f u anco dl notabile, et chemantenne il lago luminoso, e chiaro, furono quattro barconi, due da una parte, e due da l'altra del Castello, con egualdistanzacompartiti, che pigliauano quasl tutto il lago, pieni dl bitumi, Iegne, e materia, che ardeua unltamente per tutta la barca, con fiamma rilucente, che, durò tutta notte; SI fini, Come B detto, alle Cinque hore dl notte; la mattina poi quello che a molti parue marauig11a grande fù che credendosi, per le fiamme uiste la notte nell'assalto e presa, fosse tutto 11 Castello arso, et abbruccisto, lo uiddero intiero, et intatto senza macula alcuna, n& pure abbruccrato una tauola, n6 u n fog110 di carta dl che il CAstello era coperto, e dipinto, si l'apparenza f u marauigliosa, e berle eseguito; e questo fù 11 Sabbat0 A notte, ultimo dl Maggio La Domenica à sera SL fece la gran Comedia, gliinternledijdella quale, e le macchine uariate dellaScena, cheadogniintermedio si uariauano, furono marauigliosi, e passarono di aspettatione ogni credenza,mutandosi la Scena, hora in Citth, Castella, e Ville, in Giardlni, in Praterie, In Campagne, e boschi, in scogli, e rupe diversi, hora in Mare ,tranquillo, hora in tempesta, e fortune spauentose, i n pioggle, e tuoni, tempestadigrossiconfetti,hora In oscuranotte,ouesi uedeua i pia-neti, e stelle girare, e far lor balli, il crepuscolo della sera, l'albeggiare della mattina, apparire noue Isole, e Clttb, Palaggi, caccie, e pesche gras +iose, e simil cose di gustograndlssimo, et ammiratione; con calata d i Dei, di Eroi frb le nubi,con tanta uera similitudine,conmusiche ceJesti, et armonie granjisslme apparire, e sparire, con tanta ammiratlone, l i n u n batter d'occhio, e Ninfe, a Pastori sonare, e cantare diverse Canzoni, e uariesorta di MoresChe, in attimus~call, con dmersiconcerti, accompagnati, e solo uestiti con habiti rlcchissimi, e diuersamente abbigliati, con armi in mano di uarle sorti, cioh dardi, stocchi, scudl, lancle e spade, morescando sempre, et in numero grandissimo, che si empiua tallhor la Scena. Ma, per dirli alcuna cosa particolare à maggior gusto, e breuemente, allaprimascoperta dellaScena, e dell'alzatadella gran Cortlna, che auanti chludeua la uista di essa Scena, et RI alzb, & un suon di tromba, con tanta prestezza, ueloclti, che pochi si accorsero, oue fosse gita, essendosi akata al palco della Sala per graumiml contrapl; 111 uno istante, apparue poi la Scena in forma di Clttà, e f b r~conosciuta perMantoa, col suo lago auanti, placido, e quieto, oue SI uldde, A poco d, poco, gorgogliar quelle acque d mezoil lago, et al suono di var^^ mstromcnti, comparuero in aria tre nubi,e in terra sopraillago e fuora, poco d poco, SI uldde vscire m a testa di bellissima donna, pol 11 petto, 11 busto, e tuttala persona, si che fuora apparue vna uaga Niafa,con capelli parte raccolti, e parte dwciolti, con habito graue, e leggiadro, che per Manto, figlia dl Teseo, fondatrice d i Mantoa, si dlede à conoscere ; e quando le trombe finirono di sonare, questa SI ntroub gli alzata sopra di una Isoletta, e frd certe canne iui erasifermata, e al suono dl alcuni mstromeoti,chenella Scena occult1 stauano, cant:) soaueme e molt1 uersiinquestotenore. Che hauend0ella fon'lata la bella cittii dl Mantoa, mossa dal llti Argiui, e ir&mllle, e mllle lustri g l i scoperto 11 giorno dl queste felicissime Nozze, era uenuta ad augurar11felwtA,con la presenza d'Hlmeneo, delleGratte, e la FecontlltZ, e la pm?. E A pena finito dl parlare si ascose, tuffandosi nell'acque ;e in uno istessotempo si apersero le nubi, che erano per l'aria, B poco d poco calaronosopra Ia Scena,einquella dl mezo si vidde IIlmeneo con la fdce in mano, e dalla partedestraleGratie, edalla sinistra la feconditb, e laPace; e mentre calcauano, cantaronoquesti u e r i che, per essere breui, li pongo. Pronti scendlamo 8. volo, K6 ci pesa lasclar l'amate De lo stellato polo ; piagge, G m t o desir ad apprestar ne tragge, Caro parto d'Eroi, Che far si dee specchio del Clel in terra, Amato in pace, epauentoso in guerra. c - S1 - so E, appena finito il canto, essi si trouarono sopra 11 palco, lasciandosi di dietro gli edlfici, che Mantoa rappresentaua. E, fermandosi Himeneo sopra l’Isoletta, cantb alcuni uersl In questo tenore ti i fellcissiml Sposi. Che il Clelo comanda A lui, che conamabllfaceriscaldi A lor le vene, il petto, e’l cuore; E a 1 popoli fedeli le Gratle sian feconditate, e pace, e studin essi B frequentare i campi per dar fruttl soaui al mondo. E, mentrechecantaua Hlln?neo, leGratie uscltedallanuuoletta, si posero à caminare A lento passo per l’Isoletta, e postosi pol à sedere dallatodestro, e il similefecero la FecondltB, e la Pace, dd l’ altro lato; e le nuuole, che erano tre, ad un batter d’occhi si rlunlrono, e se fece una sola, come densa nebbta, che occupb tutta la uista della prospettiua. Himeneo, finlto di cantare,si accost6 alla Fecondrta, etalla Pace, e non si tosto si pose B sedere, che l’Isola SI dluiseindue parti, vna dellequali si mosse da vna parte del palco, e l’altra da l’altro, e per lolagoportaronoquei Numi fuoridellaScena, e inquelpunto sparirno l’acque, e la nnuola, e la Scena rappresenti, altra Città per 11 recitanti dellaComedla,equestarappresentdua Padoua. E, finito 11 primo atto della Comedia, si mut6 la Scena in vn Giardino, con vaghissime donzelle dentro, e r i fG rappresentatalarapina di Proserpina, con molte circonstdntle, e ’I Carro dl Plutone, il lamento per diCerere, 1’ apparire dl Venere,di Amore, la Fama,cheuolaua l’dria, senza vedersi chi la portasse, e simile altre cose, che lascio nel giuditiouostro, non uolendo far professione di stenderml cosi minutamente, che sarei troppo lungo; ma rappresentoui cosi succlntamente 11 soggetto di questeFeste Reali, senza molta detrattlone,nè tampoco recttare i uersi, che questl, et altri dlssero, cantando; che forsl, per auentura, h parte 11 tutto intenderete; basta darui questa lnia per auuiso così famlgliare, e notarui i concetti delle cose pic singolari. di Ma, pernon esser’ anco tanto breue, e sucinto,nonlascierb accecnarul isoggetti di ciascunointermedio, poiche furono tutti belli, e, singolarmenteesequiti,lasciando gli habltiparticolari, e uestimenti noblli, checiascunohaueua, come potetecomprendere,allisoggetti, e ciascun credeua che tutti furono nobilisslmi, e Regi Maro Ftnito 11 secondo atto della*Comedia, si mutb la Scena in un tranquillo, e grande, nel quale passaua Gioue in forma di toro, e su ’I dorso portaua, plangendo, la bella Europa inghirlandata di fiori, e sparse il seno, e ’1 mare, di essi che Ie cadeuano di grembo.Tralascio molte apparitioni d i turbe dl Dei, di pesci, di balene, e simili altre cose, che ui occorsero gratiose; G~unone, gelosa, comandare B i uenti, che sommer- - gessero con vna gran tempestaquel Toro lamontagna,ecauerne de’ uentihorrlblll,che VI apparuero; 11 strepitl, e rumori,che comlnciaron0 iuentl, poi fermat], e ’mdolclti d a Amore, che comandi, loro 11 contrario; Così placata 1’ ana, ‘î e I uenti, e ’1 mare, sparí la Scena Flnito 11 terzoatto della Comedia, si conuertìlaScena In rupl,e scogli grandisslml, et In unaoscuraNotte, lascio molti accldentl notturni di terra, e dl mare, il Carro dellaNottc, l'apparire delle Parche, / di RIercuno, 11 crepuscolodella sera, l'albeggiar della mattma, I I comparir dl Gioue à rlschlar~re1’ aria, e faro dppanre’il giorno Flnito t1 quartoatto della Comedla, dopo soam armonla, cho accompagnauaquasi ognl mutatione dl Scena,que:ta qui SI conuertl in boschl foltl dl arbon, dl colllne, e pratl delltlosl, oue erano palazzl splenclldl, e Regi, dl nlieuo, con fontane, giardlnl, peschtere, credenzonl pien1 dl vas1 d’oro, e d‘ argento, loggw oue s1 vedeudno cnnuitl Reg1 dl Dei. tra 11 qual1 Ercole che era B conulto con Clloue, dtucrse Nlnfe, e Paston, che scendeuano da varle part1 dt quelleselue,e collme, danzandocon variate sort1 dl uestlmentl,morescando c~ascuno(la. per se,e poi accompagnatl 111 forma !I battagha,recitandoalcunl verSI, che non ml occorrequl dl scrluere 1 concettituttl dl amore,e dl letltla. Comparue la Scena de’comedlantl sollta, che rappresentaua Padoua, e, finito l’vltimo della Comedla, SI sentibalenare con gran streptto, e rumore, e l ’ a n a conturbam1 con gran lample baleni; e inuntempo il palco, e la Scenaconuertlrsl ln un tempestoso, e fiero mare, e l’ana tuttaturbine, etempesta,Nettunnocomparsenel suo Carro, con suo1 Tritoni, e mostrimarmi,cantandoalcunl uersl,e battuto 11 Tridente acquetbilmare, e uedeasi, per esso, andare molta Nereid1 ti nuoto; e rischiarata l’aria, 11 mare,e ’1 cielo, apparue, in m a nuuola, Zefiro inghlrlandato di fiori, dalla cui nuuola, cadeua mmuta pioggia A gulsa dl rugiada, e, a r m a t o à mez’aria, cantb questi Versi : À che,fulmini, ti che, lampl, A che, venti piouosi, x I I n I, -i Hogp scorrete sì de 1’ aria i Camp1 Del fortunato Mincio? B Regi SPOSI. Non consente 11 destin, che venga meno Gratioso seno Aspra famiglla de 1’ horribil Verno, Oma1 dl qui prendete esilio eterno; Qui vuole il Ciel, che eterna si raggm Amabilissima aria dl Zefiri. G* 7. k ‘ t* - - 83 - Finito Zefiro dl cantare, si rasserenb l’aria, e si aperse il Cielo, 0’1 Paradiso si scoperse convna gloria grandissima, con tanto splendore, e con tanto numero diDei, e di Eroi, che fù cosa stupenda, per la machina mouiblle, con cinquanta e più persone sopra, adornata di nuuole, e di splendori; senla uedersl quei lumi, che causauano quella luce, e qyei splendgri. mouendosi essa machina, e girando quelle nuba con moto soaue, e gratlosp: SI uedeua portare auanti quei Dei, à meza scena, e quelli, A choro A choro, scendere in Scena con musica diulna; e, cantati alcuni motettl, e uersl gratiosl, se ne tornarono con le medesime nuuole in Clelo, con una ulsta di sfondato grandissimo, che appariua mezo miglio di prospettiua, e disfondato, sì il luoco era capace, e l’artificio grande,egratioso; et in capo B questo sfondato si uedeua una ruota grandissima, A guisa diNapamondo, e Sfera celeste, che giraua continuamente con dentro molta luce, et altri cerchi, rappresentando quasi il primo mobile, che portasse tutte le altre Sfere; questo f ù sopratutte le altre cose ammirabile; e, mentre che cosisi era dato fine al Celeste canto, che continuamente salendo si sentiua soaulssima armonta, Comparue un’altra nuuola spcata da l’altra parte delCielo, con dentro la Letitia, accompagnata dalRiso, dal Giuoco, dalla Ricchezza, edalla Bellezza,che suonauano uarlJ instromentl, calando conmoltamaesth uerso terra, ecantb d l questa maniera: Asslsa In aurea Sede, M’albergo i n Cielo, 6 t r i l’humana gente Ben rare volte occhlo mortal mi vede: Con gli huomini doknti Non pub far la Letitia unqua soggiorno; Ma da giri lucenti Mi chiama h far convoigioconda stanza Valor d’incllti Rep, Chedelli Dei superni hanno sembianza ; Hor dunque al mio venire Apprendete mortal] L’arte ingnota fra VOI dlben gioire. -- h> . i ”” E, dopb questa, un Choro di Ninfe, e di Pastori, con bellissimi habiti, ricchi, et con bellissime faci in mano, B suon’ di istromenti, che in Cielo formauano un’aria da ballo, fecero un graboso balIetto, e gettando di quando in quando fiamme odorifere per tutta la Scena in segno di 4’ - 83 Nozze, con gratioso canto, cantando alcune Canzoni, dlede fine all1 balli, e fatto riuerenza A Prencipi, a Prencipesse si diede fine alla Scena, et a queste mirablli rappresentationi dl machine; le quali ln sommasono state tanto belle, e si ben fdtte, e bene ordinate, e con tanto applauso celebrate da tutti,che ui furono presenti,cheparche nonsipossa più desiderare da artificio humano. NB è gran merauiglla, che questo Prencipe n& è siuago, chs cosi spesso et ogni anno lo eser:ifa, e sempre và crescendo, et accomodando gli artifici, e le machine, si che l’esperienza, e l’vsofapol gli huomlnl, e 11 minlstri espertl; e per grandl. e magglorl P r e n c y che siano, non esercitando cosi contlnouamente, e spesso, g11 huomlnl, e ministrl in sim11 cose, facilmente nonponno esserein questo casi esperti; e mancando vno, manca tutto. Gustai non meno uedere, sopra le machme, g11 artlfici grandi, e g11 organi, le gomene grossIssIme, e le funi, e le corde con che muouono, e maneggiano quelle machine, e ’1 numero grandissimo dl huominl à maneggiarle, e clasCuno al luogo suo; e ad un cenno calare,alzare,e mouere, star fermo, piùdl trecento huomlni A maneggiare; si che ui vuole esperienza, esercltlo, e prattica, e nonmeno destrezza, che ingegno, e giudicio, di auertita auertenza A disordlni improuIs1, et accident1 inriparare,e prouedere, che vna fau~llad l fuoco pub roumare ognl cosa F u maraulglia certo, che non U I accadesse disastro alcuno, chè ui sono le guardle particolar1 per questo, con gran vasi, e catini di acqua, caldare, e paioliadogni blsogno prepmat]. I1 tutto ln sommapassò benissimo, sì il tutto fu bene ordinato, et essequito; e durb questa festa ancora sino alle cinque hore dl notte. La Comedia, se bene f u bella, e ben recitata, che Eù la Idopnca, del Signor Caualier Guerino, peri, questa serul perintermedio dell1 Intermedlj. I1 Lunedì piou&,e non SL p o t e fdre quel glorno la barriera nel Teatro, comepoisi fece 11 giorno appresso ; però S. A nonlasciòpassare questo giorno senza nuoue feste dl gusto, e piacere, per trattenere gli duoiPrencip‘i dl Sauola, e tanti altri Slgnori, che accompagnauano essi Prencipi, e le Infant1 lor sorelle, la prima e seconda A &Iodona, e poi la prima qui in Mantoa, oue era, la di Modona, uenuta col suo Prencipe A ricrearsi con la sorella, à queste sue gran feste, lnsleme a tanti Ambasciatori di Prencipi, e Slgnorl dl Lorena,e d’Austria, con quello della Serenissima Republica dl Venetia, e dl Florenza, Cosi la sera (lasciando i pastl, e conulti) nel teatro della Scena fece (come quasi ognl sera in Palazzo) gratiosisdme feste, e danze dt Dame fiorite e belle; oue 6 - 84 - - 85 4b le duePrenclpesseInfante di Sauoiarisplendeuanoqual lucenteSole frh le Stelle. Il Lunedì sera, dico, si fece un bellissimo balletto dl Dame, nell’orchestra del Teatro della Scena, e ballato alcuni ballettl all’vsanza di quh, si alzb con ueloclthgrandlsslma latela,checopriua la Scena, e fece all’improulso, uedere h quelle Dame, e il tuttl vna grandlssima e profonda cauerna, oue SI uedeua l’Inferno di fiamme, e fuochi spauentacoli con forme di demon], et anlme tormentate, e lacerate, che non poterono tenere le lacrime molte dl quelle Dame; ma pocodopo per confortare quelle giil smarrite, e spauentate, tutto spari l’Inferno, e comparue un bellissimo Glardlno d l rose, e fiori, con molte Nlnfe, e Pastori A fare gratiose danze, e cantare allegre canzonr, e madrlgali; e si fini la festa; che durb questa ancora fin’alle cinque hore dl notte. Il Martedìsifece labarrieranelgranTeatrofabricato A posta nel CortlledellaCortevecchia, in formaouata otangola,con li suoi gradiniattorno,oueui capìInfinito popolo, e compartimento o I sit1 particolan per le Dame, per gli Ambasclatorl di dluersl Prencipi, e per lo popolo tutto; e In testa era ornato dl v11 gratloso portlco di plùcolonne, che era l’antiporto dl un gran templo, del quale la cuba di esso Tempio, assai bene ornata d i lumi d’ogni ~ntorno; e questo era il Tempio diamore, dl doue vscirono 11 manterlitori del tcrneamento, come si dirh. Su l’Imbruniredella sera comlnclarono A comparlreiCaualllerl, hauend0 glrl fatto l’Araldo, B nome de’ Mantenitori, lalor dlsfida di mantenere la bellezza delle lor Dame soprauanzare qualsiuogha be!lezza; e questo Araldo, con li stranleri Cauallleri vestitl di uarlata fo,,’w a , mostrauano uenire dl lontani paesi h queste feste, sln dalla Siria, et Arabia felice, al rimbombo del grido, e fama di si noblli Kozze, e trionfi di quelle Altezze; e se bene luiuedeuano belle, e gratiose Dame, nlentedlmeno uoleuano sostentareleloro Donne esseresenzaparangonedotate -dl gratie, e di bellezze p i i d‘ogni altra. Tal furono le lor disfide, in slmil modo, e ciascuno 11 sostentare le loro; Cosi comparsero tutti l’vn dop6 l’altro, con hablti et armatura dl sfoggigrandlssiml, come si pu6credere da tanti Illustrisslmi prenclpl, e Slgnori, do’ qual1 ne faremo mentione, per piu chiaranotitia del tutto, a che megllo si uedano, e si conprendano li sontuos], e magnlfici, e splendldissiml apparatidi claschedunCaualliero, chealla dlsfida, e dlfesa comparsero; e con qual ordine, e più breuemente chesla posslbile. Prima comparue 11 Carro trionfale d’Amore, che fù superbissimo, e bello, e keno ordinato, come intenderete, e questo solo entrb nel teatro - per la porta del Templo detto,e tuttl gli altr1 per la porta del teatro, che era all’ Incontro, e opposito A queda. Poi USCI fuori del Tempio, entrando n 4 Teltro, 11 Mastro del campo, che fù 11 Ilarchese Hercole Gonzaga, pomposamerlte uestlto, con un bastone in mano; et, appresso dl 1u1, duo1Amor1 ]gnu&, e uelati g11occhi con le all à gli homeri, nelsohto modo che si dlplnguno; saluocheportauano vn morione In testa, SI questl, come tutti gl’altn, che nel Tnonfo qui 51 descriuono; e tuttl figurati, e di rllieuo dl dluersr animal]; chi dl Ahcorno, e chi di Lupo, di Volpe, di Drago, dl Orso, di cane, dl Cignlale, e Scimia, di Tlgre, dl Pantera, di Aqulla, dl Leone, e slmili ; e tutto questo per dlnotare lb uarle passioni, che desta Amore ne i cuori del’Huonml, e delle donne, facendo11 tdll’hora fare attlunl plil b e s t d l de gl’lstesl Animali. Portaua pol clascuno Arnore una gro.sa torcia dl Cera bianca inmano; et, ad ogni copla di cssl Amor], seguiuanosel trombultl, et seichesuonauanoi pIKm, vestltl con habltlallaRomana,e con ghirlande dl fior1 in testa ; dopo xlenluano I prlglonl di Amore, A schltm h schiera, A quattro, à sel, e plù, e meno ; e pol ln ultimo 11 Dei. Prlrna furono quattro Imperatorl, caminando ad v110 ad vno, l’uno doy,b l’altro, coronati dl lauro, con hablto di colordluerso l’uno da l’altro, ma pelG clascuno di bellisslmo drappo, freglati d’oro, con molte g o l e ; così 11 Rè, e Regine, et altre Matrone, e t Herol,lncaterlati tuttl dl catened’oro, chependeuano a ciascunodallebracclaGl’Imperatori furonoCfsarc, Augusto, Nerone, e Marco Aurello, dl che scrlsse 11 Petrarca; dopo quesh, duoi altri Amori, conle lortorcle, etrombettl,e p ~ f f ~pul ~ i duo1 , RI: uestiti alla Greca, con le Corone d’oro in testa, e Scettro 11’ol.oIn mano; l’vno per Dionislo Siracusano, e l’altro perAlessandro Tereo.Seguluano duoi altrl Amor], c trombettl,e plffm , dopo d i questi SI u~cl!c Enea, armato,con superbissima pennaccluera In testa, dl uarie penne (11 dluersicolori, e con un’hastain mano ; Teseo armatoanch’ egllcon bella pennacchlerasopra l’elmo, e con vna mazza d’oroin mano. T’cniuano questi ln mezo i due Itegrne dl belllsslmo semblante, l’vna pcr Ariana, el’altra per Fedra; dop6 questlseguluaErcole con la sua pelle di Leone, e claua in mano, hchllle armato con pomposoClmlc:o, tenendo il suo famoso scudo da vna mano, e da 1 altra la L a n m fatale. Passatiquesti,e li duoi altrl Amori, con li trombettl, e plíIhx-1, comparue Demofonte, tutto dolente, in habltoRegale, et appressoa lu1 la sua misera Fille, coronata di corona Regde, che rendeua pieth, et amore; e, dietro A lei, Giasone con arme lucidlssime, e uaghlsslmo Clmlero, accompagnato da Medea, e da Errfilapomposamenteadorne. Apprcm - 57 - - 86 seguiua 11 descrltto ordine di dettl altrl Amori, con le lor torcie accese in mano, e dletro B questiseguluanosei Musla nlolto gratmsamente uestlti,conghlrlandedivariesorti di fiori intesta, e suonauanodi concerto Tromboni, Curnettl, e Flanti, con diletteuolearmonlainnanzi à Parlde,cheseneuenlualnhabltoPastorale,ricco dl molto oro, e gioie, dallamano destra haueua vna Reglna dl bellezzasingolare,regiamenteornata,cherappresentaua Elena, dall’altramano m a gratiosa Nlnfd, chefù presa per Emone. Dopi, questlsi uidde Menelao, con arme blanche intorao, e superbo Cimtero ; Ennone, e Laodomla MatroneGreche, la ReginaArgiua.Seguiuano,dletro ¿ questl, i duoi altri Amori con trombe, e plffdri, et altri instrument1 mus1caI1, facendo scorta alli Del che, dop6 tant1Eroi, erano condotti anch’essiprlgioni nel Trionfo d’Amore; e qui si vldde Marte armato, con faccia belltosa, e fiera,anch‘egli con Ia sua catenaal braccio,hauend0appresso la e Glunonegelosa, sua bella VenereseguiuaPlutoconProserpina, e’l blondo Apollo con Id sua Ddfne, e finalmente l’lstesso Choue incatenato; e tutti con gli hablti attrlbulti loro da Poeti, ricchisslml d l giole, e perle, dopb di Gloue seguluano li duoi Amori con le torce, e compagnla dl tromboni, e plffdrl. E vscltiquestl con tal ordlne del Templo, si uidde appresso vscire l’lnfocato Carro dl Amore tutto lucente d’ oro, e lauorato con molte hlstone, e figureimpresse di rllieuo, di dluersi soggetti di Amore, con alcuniluml ndscostl lncertaparto delCarro, che solo la reflessione loro si uedeua,e faceua apparlre esso Carrodi ardentmimo fuoco; Era tlrato qucsto, da quattro Caualh bianchi, benissimo guarniti di un bel drappo di argento, e questi tenuti per le testiere da quattro poeti uestlti di porpora, con corone dl Lauro in testa. Sedeua per Aurlga dl detto Carro, reggendo il freno de’Caualli d suo gusto, la Bellezza, donna in parte nuda, a n t a dl manto di argento fregiato d’oro con una Corona in testa di Gigli bianchi, con un lucidospecchlo frà i capelil d’oro. Intornoad esso Carro uí eranoquattro Dei incatenatl,Saturno, Nettunno,Mercurloe Bacco; all’mtorno, e sopra esso Carro, alquanti Musici con chiteroni, c con flauti, sonando dolclssimo concerto, coronati difiori, o con habltlriccamenteornati: et otto Amori seruenti, con grossetorciein mano, acceseattorno 11 Carro: Sedeua sopra di esso Carro, Amore trionfando, tutto coperto d’oro, che fiamma di fuoco rassembraua, con Arco inmano e Faretra sopra,mostrando dl ogni intorno saettare; Et a’ SUOI piedi, sopra i dorati seggi, si uedeuanoassisi i duoi Mantenitori del Campo, e della disfida, uestlti regiamente, di CO- 1 . lore incarnatino, fregiati di bell1 ricaml d’oro, con perle tramezzate con uarle gemme, e di lucldisslme arme sotto, et altlssimi cimier1 in testa; questierano 11 Duca t11 Mantoa, e ’1 SlgnorMarchese Guerrieri Marchese di Montebello, suo Cauallerizzo maggiore, che rassembrauano Polidamante,eRlnaldo, à nome de’ quali fil fatta la disfida, e ’1 combattere della barnera. Uscito 11 Carro del Templo, segultaronlo sei Padrmi che furono 1’ Anlbasc~atordi Lorena, 1’ Ambasclator d i Bawera, 11 Conte d’ Osta, e ’I hlarchese Alberto Pallauicmo, 11 Conte dl Uerna, 11 Marchese FedericoGonzagaMastro dl Camera del Duca dl Mantoa, e dietro d questiottotamburlntuestltl dl conserto, con 11 Nantenltori ; questi Padnnl, e tutti passeggiarono c m bel ordlne;gluntoche f ù 11 Carro auantl II palco delle Prenclpesse, scendendo11 hlantenlton InTerra;Amore, leuatosi 111 pled], cantb alcun^ uersl In questotenore. Amore s1 glonaua, che nonui era anlmo si altlero, per orgoghoso, e fiero, e potente, che non fosse da lu1 uinto, e superato ; e c16 ne faceuano gran testlmonio, e larga mostra quei ehe, seco trahea uniti, e superatl ; perb à queIll, che plu ribelll st mostrauano, pli1 aspre,e doghose pene daua; et à suo1 fedeli, eprontl, eccelsa giola, et eccelsl onon. h pena finho Amore 11 suo Canto, che si senti rlntonare 11 Teatro tutto di trombe, e tamburri, e mouendosi 11 Carro,segulti, di g r a r e 11 Campo, e rlentrarsene llel Templo onde era usclto, con tutto 11 Tnonfo ; mali mantenltorl rlmasero dl fuori, e postis] a sedere sopra duesedle così dlbroccato,che il Mastro del Campo g11 haueafattoapprestare, si stetteroaspettando i Venturierl,che di mano in manouenluano, e compariuano per la porta del Teatro, che era all’lncontro della porta del Tempio. I1 prlmo che comparue fi1 il Carro dl Nettunno, che rappresentaua uno scogllo ln mezzo al mare; questo entrb con unstrepltograndlsslmo di Tamburri, comparendo auanti esso Carro quattro Padrlni clnt1 di belllssme bande per lo trauerso, e con bastonl In mano; e dletro B questisuonauano i tamburr], appresso de’ qual1 comparsero molt1mostrl marlni, con grosse torcle accese in mano, e con alcune lor bucelle alla bocca, rlntonando rumor rnarlttlmo attorno ad esso Carro, che rappresentauaun Mare, nelqualesiuldde à poco à poco sorgere u110 scoglloalpestro, e grande, e gunto auanti 11 palco dellePrencrpesse, fermandosi, si aprì lo scog110, e fuora ne usci Nettunno, 11 quale SI pose ¿ parlare i in questo tenore alcuni uersi: Che non si maraulgliassero le Dame, e i Caualieri, che egli dal suo Uasto Imperio iui comparme, essendo che la fama di duoi Caualieri do- . - 8s - - S9 - ucssero hoggi in campo sostentare fiera dlsfida in soggetto d’Amore; che egh conduceua iui in Campo quattro guerrieri, per dlsio di rapportarne immortal glorla, alla belt& delle lor Donne amate, contraqualunquecontradirlorouolesse;questi (dice egli)scorrean del mar le pih ampie uie, se ben per sdegnodellantlca hiaga,’ eranoinduri scogli conuertlti. egli perb col suo trldente romper& l’incanto. E cib detto, bittondo il Tridente, ruppe in mille pezzi Io scoglio, e fuoracomparueroliquattroguerrier1 ben armati, conmanti, e pennacchiere negt-e, conrlcchlssltni fregi d’ oro, e grosse perle attorno ; spasseggiarono 11 Campo, si ritirarono a parte. Comparucro alla porta del Teatro I secondi Venturieri, senza pompadiCarro, tZ pedi, guidatl da duoi Padrlni,accompagnati da quattro tamburini, da dodici paggi, con due torcie ciascuno in mano, e da sette musici, che faceuano dolcisslma armonia, uagamente uestitl, di conserto, e coloríde 1 Caualleri, i qualieranouestlti di azzurro, e dl argento congrandissimepennacchierelntesta, e giuntiallapresenza delle Prenclpesse, cantarono 11 seguenti vera ; che per essere brevi et sostantieuoli, g11 porrb. Donna, raggi splendori Celesti ; e pur ciechl A tanta luce,affermano i gig11 di ogni altro volto ritnanere oscuri apb queIll, chenelleguancie delle amate loro fiorlscono. Da qualllngua mal (senon di Amore) sarebbonouscite si fatte voci, e inqualpetto(se non tiranneggiatoda Amore) si sarebbe Impresso si sciocca opmione ‘1 non riconoscete voi gentlIissime Donne, e Valorosi Guerrlerl l’infinito poter d’Amore 2 Certo che noi haueremo loro, come ad amanti, concesso il celebrare le amate bellezze & lor talento: ma perche non possa in alcuna manlera essere riputato nel Mondo per vero quello, che constrettl da amorosa passione, affermano, oue niuno si k e s s e incontro h si superba dlsfida, seguiamo il nostro solito di costringere questi Innamorati Caualleri ad essere pih modesti in essaltare le Donne loro, e particolarmenreinquesto noblle Teatro, doue nei raggi di un volto si contemplano e si ammirano le Incomprensibili bellezze del Clelo. Non perturbino il cor gli alteri vantl Donne gentil de’ CavalleriArgiui. Furor II scorge, Amor g11 h& fatti amanti, E colmati di ardlr, di luce h& priui. Non sia mai nb, che & vostri almi sembianti Di barbara bellezza il pregio arriui, E bentosto far& lor lingue mute Di questiCaualier l’alta virtute. In lanto Padrini i tenore : dispensarono i lor Cartelli dell’ infrascritto AMYIRABILE fh sempre la potenza dl Amore, ma ammirabdissirno fù sempre, e sopra ogni uman pensiero SI scuopre, in render bello, e gentrle, cib che & lui più place, ne peraltro reputiamo noi hauer cdndotto in questo honorato Arrlngo di gloria, i Valorosi Polidamante, e Rinaldo, che per palesare al hIondo questa sua incredlblle, e particolar possanza. Hanno, dauantl A gl’occhi, Bellezza che di tanto auanza quanto sovrasta i! Sole alla turba delle minute Stelle, e scorgono ne’ sembianti di Real Feraldo, Signor dell’ Isola oscura. Armodente, Gran ClambellanodelLago Arcodareto, Prencipe dl hlondoro. Maggore. E girato 11 Campo, questi ancora si rltirarono A dar luogo alla noua inuentione, che gili compariua nel Teatro E questo fù 11 Carro di Proteo,cherappresentauaun Mare,ma assaidluersodal primo,circondato questodaunarupe, e nel mezzo sedeua,inunagran Conchiglia, Proteo,tiratoda duoi CaualliMarini guidati da duoi Caualieri armati, e giunto Proteo auanti le Prenclpesse recitb loro molti uersi in questo tenore. Che hauend0 egli trouato duoi Caualieriassaimalinconlci, e tristi per poca corrispondenzadlritrosa belth, etroppoaltostato,per cui non speranmai pace, b mercede, iuan solcando già le false arene, et humido letto di lontani liti, posti se stessiinvolontario bando; quando la famadi si nobile arringo riacceseloro i cori, e da lor pregi spinto quiui li trae li sostentar quella bellezza, che A lor distrugge i cori, e così prega quelle belle Dame, che gli siano almen di lor amorosi sguardi fauoreuoli h chi cerca di atterrar l’orgoglio di chi la lor bellezza poco cognosce. E Anito i1 suo parlare, si spezzb la rupe in pili parti, e ne uscirono luori quattro mostriMarini sonando tamburri, e girando d‘intorno uentiquattroaltri, congrossetorcieaccese in mano, si uiddenell’istesso tempo diuidersi in quattro part1 il mare, e di esse vscire quattro Caua- $1 ‘\ - 90 lieriuestiti di turchino, e bianco, con superbissimi Cimieri, e girato il Campo si fermarono a parte. Ecco che entrò nel Teatro 11 pomposissrmo’l’rionfo dell’honore, del Serenissimo Prencipe dl Mantoa, dispato in questamaniera. Uenneroauantlprima selpaggi u e s t h leggiadramente all’ antica, di colore incarnato,berettino, blanco (come tutti gl’altri, che comparsero in questoTrionfo) con fregi d’oro, e d’argento; portauano questi sei grosse torcie accese in mano, e dietro A questi sei trombetti, parimente nobllmente uestitl, ma con diuersi ornamenti, suonauano di concerto, et intuonauano il Teatro tutto, con alcune trombe lunghe, e torte all’antica;porfauanoquattro Soldati, duoi per duoi al paro, che sopra duehastesostentauanovnabandieraquadra,dentrorappresentando con colori, alcuniassaltimilitari, e prese di CittB, e Prouincie ; parimente gli altri duoisimili altra bandiera dl s l m ~ lcose dipinta; dopo questi, altri quattroSoldati, alzare sopra quattro haste, quattro teste d’oro, e poi quattro altri due statue d’argento, e due d’oro; E dopo questi, sei altri Paggi con altre sel torcie, poi due Carrette l’una dopo l’altra, tirate daquattro schiautincdtenati,soprade’quali u1 eranoinvna duegranstatue d’oro, e nell’altraduoi gran uasi, pieni di medaglie d’oro antiche ; appresso dl esse ueniuano duoi Paggi sopra bellissimi Caualli, e molto bene addobbati, spiegando d l’ aria due lunghe bandiere ; seguiuano questi altri quattro Soldati con due altre statue d’oro, e due d’ argento ; similmentesuccedeuano à questi altri sei Paggicon altre seitorcle,et appresso un’altragranCarrettatirata daquattroaltri Schiaui, piena di uasi d’oro, e d’argento, di collane, di gloie, et altre si fatte cose. Ueniuano pol altri sei Paggi con altre sei torcie,appresso duo1 grandi Elefanti, poi duoi Rinoceronti, duo1 Camelli, due Glraffe, e simili animali, che dauano vna grandezza, e maestA mirabile al Trionfo, l’vn dopò l’altro à copia, e copra de’ quali alcuni piccioll Nani, con faci accese in mano, cherendeuano soauisslmo odore. dopb questianimali seguiuano sei altri Paggi, con sel torcie, appresso duoi altri Schiaui con altra Conca plena di uerghe d’oro, e d‘argento, cunlato, e da cuniare, e gran tesori, e quattro Soldati appresso, cheportauano,alparosopra quattro haste, bei trofei ; e vn’altro Carro pur tirato da quattro Schlau& carico d’arme diuerse, et instromentl mll~tari: à questi succedeuano altri seiPaggi, c m altre seitorcie, e selSonatorl dl piffari, e tre RQ senza Corone incatenati, ma con manti Reali ricchissimi, t r e Paggi, e tre Regine, tre Matrone, e tre Serue, poi la turba dell1 Schiaui, di donne, fanciulli, giouani, e uecchi, tutti Incatenati in uarie maniere, e mod], che tutti ren- \, /’ - 91 - deuano spettacolo di terrore, e di compassione. Seguiuano questi sei, altri Paggi con torcie, e quattro altriSoldati, che alzayano, aopra quattro haste, quattro Aquile, che congli artigli sostentauano diuerse lnscrlttlonl in lode del Caualiere Trionfante, e duoi altrl Soldat1 con due hactc in mano, che sostentauano nella somltL di esse, duo1 Manie per ciascuna parte,e uennero altri sei Paggi con le solite torcie accese, e sei musicl, che, con cllll’erenti instromentt faceuano soauissima, MusIca, quattro altrl Soldati con quattro altre teste d’oro sopra le haste, e quattro altri con alcuni epitafi in lode del Caualiero ;poi uicmo al Carro, sei altri Paggi con le lor torcm, e sei Muslci, che cantauano con bel concerto li seguentt uersi CantiamdelVincitore L’eccelso honore, Cantlam ln vari modi Sue degne lodi. Ei, ne iperigliforte, Sprezzb la morte; E cambiar con l’onore Bramb la vita, ò generosocore. $ I Dopo questa soaue melodia, seguiuano altri quattro soldatl, duoi con le Aquile, e duoi con manie aperte sopra la hasta ; e poi altri sei paggi con lelortorcie accese, dodici tamburmi, che rimbobauano II Teatro sonando à battagha; in ultimo luogo sei padrini del Trionfante, e dopo questi gran schiera dl uaghi Amori, cheandauanogettando fiori per tutto il teatro ; e, all’intorno del Carro, trenta stdffieri con t o m e grossissime in mano, che facevano risplendere d’ogni intorno, e rllucere il dl molte figure, imprescl, e ricco, e pomposo Carro,adornodirllieuo fogliami ; che rendeuano maesta, e ricchezza cq? spoglie, e trofel all’lncontro, e sopra di esso il CaualieroTrionfante, assiso ln scggio d’oro, appresso all’Honore, che dietro le spalle si sedeua sopra altra sediapili eminente, tenendogli una mano, con una Corona dl lauro sopra la testa, in atto di coronarlo. L’Honore era con regio manto, tempestato di perle, et altre gioie sopra la spalla destra, aggrupato all’mperiale, et all’intorno A icapelli alcuni raggi d’oro, che lofaceuaqualviu0 Sole rilucere ; e nell’altra mano teneua una verga d’oro ; appresso dl questo era laFama, che daua fiato ad una tromba d’oro. Era questo Carro t r a t o da quattro bellissimi caualh, benissimo abbigliati della llurea delTrionfante, con belllssimi Cimieri di penne, tramezati d’incarnatine, beretine bianchecon- - 93 forme la liurea. Giunto il Carro & mezzo il Campo, sceqe il Caualiero , ! i piedi, facendo di se graue, e leggiadra uista, con manto Regio intoPno, con moltegloie ornato,tuttoarmato, consuperblssimo Cimiero sopra I’elmo; chè esso Clmiero dl penne soprauanzaua la grandezza del Caualiero, corne la maggior parte di tuttl gli altri Caualleri; è così e h piedi A passi graui, auantl al Carro; e peruenuto auanti le Prenclpesseil Carro, tuttl si fermarono, e l’Honore leuandosi In piedi rccltb molti versiin questo tenore. Che essendoegli, l’Honore, del benoprar mercede, fh hora dl se pomposa mostra, In questoCaualiero, e percheognlalma bennata. e ualorosa non torca mal dalben oprare 11 piede ; conducequelCaualloro uerso h mille risichi, e fortune, & rintuzzare l'orgoglioso uanto di chi controppo ardire si promette sostentare, conl’arme in mano, che ogni altra beltaalla sua Dama ceda. Perb esse stiano dl buonanimo, che ben presto vedranno apparir uano tale orgoglioso uanto ; promettendo uittorla e Corona al suo Cauallero, con lmmortal lode, et honor dl esse. C d detto,seguitò 11 Carro, e ’1 Caualiero h passeggiare il Campo, ritiratosi a parte Ecco comparirenellaporta del Teatro un grandlsslmoElefante, guidato da duoi Cdualleri,accompagnato da quattro tamburini, che intuonauano 1a n a dlstrepito, e rumore,vestltl di morello e bianco, e duoi paggl, mori dell‘lstesso hablto, portauano In mano gran torcie accese. SosteneuaquestoElefdntesopra 11 dorso vna gran Torre, h piedella quale, e sopra il collo dell’Elefante trh le due grande orecchie, sedeul un giouinettoignudo,figuratoper lo desideriodellagloria, che giunto auanti le prenclpesse par16 in questa manlera. Che peruenuto nella noblltssima Corte del potentlssimo €i& Poro, h cui la magglor parte dcll’lndla soggiace; portava 11vanto, che alle lor Donne danno i Prenclpi di Thebe, e di Sparta, e insleme la superba disfida fatta h chiunquecontradireardisse.Si fece gran bisbiglio tra le Dame, e Cauaheri di questo; parendo loro, che fosse gran tomeritB. l’affermare, et molto pili l’offerirsi di mantenere quello dl che essi certa scienza nonpoteuano havere; nonpotendoeglino tuttele donne del mondo hauer vedute; e tanto plù parue loro c ~ btemerario, quanto ch0 dl provuarlosi offerluano, sli Ia n u a delhlmcio, dove con solenissima pompa e magnificentissimiapparat1 si hanno A celebrare le felicissime Kozze dl quella Serenlssirna Infdnte; che se il uero ne raccontala fama, pl13 di bellezza nèdiualorehhchi la paredgi in tutto l’universo, Per C’ “r. I , r 2 .^i da t I \ 1 tanto,sentltlquesti tre Caualieri ( io, che 11 de3iderio sono della gloria) che sopra questo Elefdnte conduco, l’vno cl(?’quali Fmadusto, l’altro Palmerio, ed 11 terzoPartenio 91 chlamano;turbaronsi i sereni aspettl delle lor Donne, le quali,dalladettaInfdntein pol, si danno fermamente A creãero,che dl bellezza non siano ad alcunainferiore, e si disposero (et IO ne gl’inanimai) di venire ti rintuzzare l’orgoglio dl questiPrencipi. Cosi chiestoalledonne loro Ilccnza, et ottenutala, et hauuto In oltre da loro commissione dl fare, in lor nornc, humilisslma rluerenza h questaSerenissima Donna, et entratl in vnx bcnc prouistn Naue, e dopb uarle fortune per dluersi mari scorse, finalnlente a1 vostro diuin cospetto, Serenisslma Infante, SI sono condottl, doue dalla lor uista soprafattldella uostra Realpresenza,trousno essere d d u w o d l gran lunga superata la fama, quello humillssimamente essegulranno, clic dallo Donne loro hanno ln commlsslone. E nel fine dl queste pwole si aperse la Torre, e fuora ne usclrono i tre prodl, e ualorosi Caualierlnoblltnente armati con Crlnlerl hlorelli e bianchi, e fatte le deSite rluercnze alle prencipesse, e finito di g r a r c il campo, si fermarono a dar luogo A g11 altri Venturien. Comparse nel Teatro una nuuola, dentro della quale era la Pea Venere,inunCarretto doro, tirato da due Colombe, e auanti dl qucsto pergulda e scorta, duo1 Caualieri, came Padrini del Campo; e presso 6 Venere un’altra nuuola, ove era figurato un gran scorpione sopra dcl quale era un Cdualiero armato, in uista molto feroce, e fiero, che rasseabrava Marte, con arme negre fregiate d’oro, con un superbo pennono in testa sopra l’elmo, dell’lstesso colore; circondato da dodlci hmazoni vestite del color del Cauallero, guarnite di fregi doro, con grosse torclc l n mano; e glunto auantl le Prancipesse, Venere parlb di questa maniera. Che non era meraulglla che i morfall, offuscati dalle passionl, t illhorn si opponesseroh sostentare con troppo ardlre quelle cose, che tallhora meno meritano. Ond’io, che pur sono la Dea deila bellezza, hauendo intesoquandofuordiragione da duoi orgogliosi Caualieri venga. non dir6 mortale,ma Celeste beltduilepesa,noncon altra p r o m del ualor loro, che di altere, et superbe parole, sapendo che qui su7 Mincio nob11 donnadimora, A cui hò fattosingular. dono d’ogni mio pregio,ondedi gran lunga auanza tutte le altre di belth, leggiadria, gratia, e ualore ; vengo a fil manifesto l’errore dl quei duoi malauenturatilIantenltori, ger mezo della destra del Celeste Campione c’hor qui vedete. Che Celia Macedone, che Trace Argea ? Ma polche dell’armi da voi tanta sentenza s’attende; mentre mi taccio, del Celeste ualor l’opre mtrate. -- I _ - 95 - - 94 Flnito la Dea i1 suo ragionamento, scese dello Scorpione11 Caualiero, e fermossiappresso gl’altri à dar luogo A nuovi Ventuneri. Comparue la Dl?a Thebe sopra una nube, e uenlua toccando un Chiterone con molta dolcezza, e questaguldata da duoi nob111 Caualieri, il, uestiti di bianche arml, ornatlsslme d’oro, con superb1 Cimieri, con dodici Paggi, che g11 accompagnauano uestlti di co1lserto, con torcie accese in mano ; e giuntaThebeal cospettodellePrencipesse, cantb con molta dolcezza alcuni Versi in questo tenore. Che epsendo ella Thebe Itea della glouentù, guidaua duo suoi valor031 Caualieri ; che pronti si offenuano à mantenere la gratm e la belt& loro singolare, contra all’audacla, e prosontione di ch1 scioccamente pretende altre fare apparlr maggiori, e sim11 cose. Appresso comparueilCarro dl Pallade, t r a t o da quattro R8 che dmotauano le quattro parti del mondo; lnnanzl al quale si vlddero venire duoi Cauallen, come Padrlni del Campo Pallade armata con la sua hasta in mano, d’oro, e di genirne lauorata, col suo scudo i n braccio, che conduceua seco, sh’l Carro, duoi Cauallerl armati, uestiti dl drappobianco tessuto dl argento, con SUOI Clmleri come gl’altri,superbiss. intesta, circondata da sei tamburmi, e trenta Paggi, vestiti di collserto, con torcle accese in mano, che facearisplendereil bel Carro d’oro, nobilmente ornato, e giuntoalle Prencipesse,Palladecantb alcunlversiinquesta sentenza. Ch’ella fauoriua gli animi nob~li.che A generose imprese s1 mettono; e perb qui conduceua duol Cauallerl rlssoluti d’acqulsare l m o r e in impresa si nobile. Comparue, appresso, 11 Carro diApollo, e auanti duci Caualieri con ricche bande A trauerso, e bastoni in mano, come Padrini, che conduceuano tre Caualieridrspostiss~mi,uestltl sopra le armi, conmantorlcchissimo dl color celeste, fregiati d’oro, e con altlssimi Cimieri dell’istesso colore, auantialCarronelqualeeranoscolphdluersl suoi amori dl nlreuo, tutto d’oro; tlrauano questo Carro quattro leggladri, et belllssirni caualll dl uari color1 macchmti,1’Aunga dl essi era il Tempo, e sopra il Carro ui era l’Iride, l’A!ba, la Stella dl Venere, che con viole suonano vna dolcissima slnfonla , in mezo di queste, Apollo con dladerna rilucente, sopra un doratoseggio, col manto rilucente attorno, e scettro d’oro in mano ; e auanti al Carro siuedeuanoquattrotamburrisoauemente tocca, accompagnando la sinfonia dalle uiole : attorno al Carro ui erano le dodici bore, che due torcie per una portauano, uestite queste, sicome 11 tamburini, di ricchi drappi dl color turchino con fregi d’oro, é dietro .+x. t: . à questeleqcaitrostagionidell’knno,cheeranomedlatamenteinanti A i Caualli del Carro; e fermatosi esso Carro auantl le Prenclpesse, Apollo al suonodelleulolesoauementecanti,alcunluersl in qtiesto tenore. Che egh, scorrendo l’alto clelo per l’vnmerso, non hauere mai scorto guerrieri plù uiuaci, e forti dl quelli, che auantl conducea, b siano con l’hasta, i, con la spada in mano, b B pledl, i, a Cauallo, Car sempreil loroualorpalese,et horaln questo Campo hen lo dlmostraranno, sostentare l’alte bellezze loro: perb li siano, de’lor begli occ111, e guardi cortesi, e sim11 cosa. Appresso entrb nel Teatro 11 Carro di Bellona.Auantl ad esso si uiddero veliire duoi Padrini con le lor bande al trauerso, e grossl bastoni in mano, conseitamburini,cherlnsuonano 11 Teatro dl rumore, con dodici Paggi attorno al Carro, con grosse torcie accese in mano ; il Carro era tirato da duol Caualli a b b ~ g l ~ di a t ~color glallo, e bianco, con oro, et argento tlamezato, e dell’lstesso colore uestltl et abb:gllatl 11 Paggi, e tamburini uestlti alla Elemanna. Sopra dl esso Carro si uedeuaBellona armata con duoi Cauallerl armatl, con manti, e Clrnleri dell’lstesso colore; et, arriuando 11 Carro auantl le Prencipesse, recitb Bellona alcun1 uersi inquestotenore. Che essendoella colei che guidae frena i1 furor dl llarte, guida ln questo noMc arnngo duo1 guernen egregi A render uano 11 superho uanto del Principe Rlnaltlo, ePolldalllanto inslerne. Comparue appresso il Cdrro della Notte, con ln Sotte sopra, In compagnia dell’Ilore, e di Morfeo Dio del Sonno, con sue finte lnrue, questa era uestlta di nero conmantofregiato dl stelle I1 Carro era tlrato da alcune fantasime, e, sei auanti, sonanlo certi tambunni, e trenta altre circondauanoessoCarrocongrossetorcleinmanoaccese: tutte con habiti, e forme strauaganti. Dietro al Carro s e p u a n o clnque (?aualler1 in habito negro, riccamente adorin d‘oro, e d‘argento, e g u n t o i1 Cdrro alle Prencipesse, la Notterdcitb alcuni uersi in questo tenore Essendoella, la Notte, à gli Amant1 amica, ne 1 llti della Libla, e soura le Africane arene trouato quest1 Guerrieri pianger dolenti ogn’hor l’aspre lor pene; 1nfellc1 inamorquanto plù fidl ; ond’essagli ha condottl, con speranza d’umll semblante, sol per lor mercede, umti che haranno Polldamante, et insiemeRlnaldo. Venne in quell’lnstante nel Teatro l’ultlmo Carro de Venturleri, dt noua, e nobllissima muentione, che superb dl hablti e dl ricchezze ogni altro, e ben si conueniua, poi che fù 11 Carro dl Bellona, armato dal11 SerenissimiPrencipi del Piamontc, in questadlsprmtloneordinato. v--- I - O6 - - 97 - Comparue, prima, auantl Don Antonio de’Medlci, Ambasciatore deF gran Duca di Toscana, e poi a duo B duo 11 MarcheseRondinelli, il Signor Fabio Gonzaga, il Caualler Arcarato, 11 Marchese Valeriano Cataneo MastrodiCameradel Prenclpedl Mantoa, il Conte Gutdo San Giorgi, il Marchese Giulio Cesare Mdlasplna, che faceuano questi scorta al Carro, il quale era riccamente lauorato di rllieuo, e messo à oro, con uarieimprese, e figure dl Amore,preso e legato da animigenerosi,e castl. Caminauano manti esso Carroalcunitrombetticonstrepitoso tuono, con molti paggi uestitl alla Spagnuola, riccamente abblgliati, con grosse e Iunghe torcie per ciascuna mano, che ardeuano da ambe le estremit$ con pompa e maestasingolare,che clasCuno mostrauaportarne quattro. E, dietro esso, ueniuano armati con arm1 blanche, ncchissimamente ornati,con manti carichi di gemme e d’oro, con superblsalml Cimicri diconserto,seiCauallerl, che ben rnostrauanoalla bellezza dell’inuentione, e alla pompa deglihabit], et grauitA dcll’andare, la grandezza dell1duo1 prim. Erano quest1 11 Prenclpl dl Plemoute, il Prencipe Emanuelle, e FIhberto suo fratello, il Barone di Valull, 11Conte dl Roulgliasco, il Signor Giullo Cesare dl Agliè, e’ 1 Slgnor Ascanio Cobba; giunto 11 Carroall& presenza dello Prenclpesse, Bellona cantò nella manlcra, che segue questo MadrigaIe. Tinse,congrldo eterno Del lor chiaro valore, Quest1 eccelsi Guerrler I’lnuitto Amore ; Qulnci,peronta, e scherno D’ogni Campion amante, Quas1 v11 prlgionler se’t tranno auantc; Hor io, h u a de !’armi, ? glorla i Intesa Gli adduco B noua impresa; Secura, che chi Tinse I1 twanno de l’alme , Porteran de seguaci anco le palme. E furonodapadrinidispensati piena scienza tutto si pone. li cartelliqui sottonotati, cheper Taurindo Signore del Flume dorato, Cloridante dell’Isola deserta, Moraldo Prenclpe dell1 Esterni, Dragonte 11 Flero, Florino il coraggioso, Fulgimarte 11 temuto, Caualleri di Bellona. LA ‘ prima, e principal Vittoria d quella, cbe altri di SC stesso riporta e chiunque se stessovince, non solo dl quellaviolenta passione, che Arcore B detta, ma ctiandlo di tutti i SUOI soguacl B ageuolmente ulttorioso.Elcurl di così falta palmaue siarno noi Campion1 della inuitta Bellona, e Caualierl del uerace honore, armatl contra d l u01 Polidamanle, e Rinaldo, A presentarci nell’Arrmgo, dimostrandoci h gli occhi uostr!, primauincitori,checombattenti, e prlmaTrionfanti,cheuincltorl ; et trahendo questo uostro orgoglloso Idoletto Tlranno de gli anlmi, conculcatore dellaragione,e Dio dellegentiuolgari, con l’ali basse,con le armi rintuzzate, e de proprl suo1 laccl culto,si come Trofeo del uostro Trlonfo. Sappiamo che siete A plù dllettcuoll ~mpresetluezz~,ma la uera gloria B figha dellafatica, et del pericolo. Non u1 minacciamo noiquellabattaglia, doue g11 assalti sono Scherzl, e le risseson pacl , non quella prigione, doue le catene sono braccla, e’ 1seruaggio è dolcezza; non quella morte, doue s’lmpara a rinnouar la uta, et a morire B afFrontare l’impeto dell’arrniInlmiche, che lansenzamorire.Altro guireinseno dl bella Donna. Altrosostenere i colpl d’ unaualorosa mano, che farsibersaglio h g11 sguardi di due begli occhi Altro it C S sere trafitto dal filo dl un tagliente brando,che sentirsi ferlre da duo tenere labra. Non pensate dl trouare lnquesto Campo le morblde clelitie delle piurne, nèdlprovare, i n quest1 incontri, la punturadelle amorose saette. Vi f,tremo sentire fin uelle uene i tagli delle nostre spade, e fin nelle ulscere le punture delle nodre lanclc. In uano sperate, che questo schernito p r ~ g i o n ~ e rcol o fuoco della sua face ui accenda dl ardimento 11 petto, et col ferro del suo straleuisollech A pugna 11 cuore, perciocche egli B nato di otio c nutrlto di lasciuia, e solo a moll1 uersl intento, non SA seuon corrompere i sensi con uan1 dllettl, et inuilire gl’animi con glimoderat1appetlti. E qual conslgllodalla sua fanclulezza ; e qual guida ddlasua cecith, e dalla sua nudltA quali spoglie uipotetepromettere, se perb lesuealinonuisomminlstrano penne A i Clmicri percomparireleggiadri, i, piùtostoale S I piedi per iscamparefugbltiui,e la sua benda non ui passnrebbeforse per fasciaallepiaghe, che dalla poco per u01 gloriosa lenzone sete per 1‘1portarne; Accettiamo, con l’offerte condltionl, l’Appello. Saremo nel luogo stabllito, e tuttocheperaltro, prodl, e Generos1 Guerrlerbuicanti la Fama; peri, come dlfcnsori cl1 questoFallacelusinghiero, nulla temiamo la uostrabrauura ; p& cispaventano gli uostrl Spronldoro? che I uostri Stocchid’accmo ; spargeremo a s s a meno dl sangue, che - 99 - 08 - \ di sudore; certo suderemo pih i n s e p t a r e la fuga delle uostre piante, che in sopportar la forzadelle uostre braccia. Flnito iCaualleri dl comparire, e dl g x a r 11 Campo, cominciarono ad unirsi, e complrtlrsl, partlcolarmente i Cavalieri combatteuti CO’1 lor padrini & lato, e le loro pennacchiere in testa, che faceaciascunoapparire una montagna; se ne ueniuano A passi di picca, grasSI, e lenti, che rendeua maesth, e uaghezzamlrablle, comillciando l’abbattimento. Gli Mantemtori, come hb detto, furono 11 Duca dl Mantoa, e’ 1 Marchese Vincenzo Guerrlero, che si posero ualorosamente d campo aperto à sostentare, e resistere h tant1ualorosiCaualierl e rn,zlltener 11 Campo. La dlsfitla era romper tre Lancie, con cmque colpi di Stocco : gratlosi erano g11 assalti, e’ 1 rompere delle Lancie nel collo, e nella testa colpi inlglion; e chi tall’hora f a l h a 11 colpo, e chi non rompeua cacciando mano a’ Stocchi con smlsuraticolpi;sisentlva 11 menare, e ribattere de’ Stocchi,fulrnlnando colpi alla testa. Gratlosa era ancoratall’hora ia contesa de’ padrinl,checiascunouoleua sostentare i colpl migllori del suo Cauallero. I Giudlci pol dlffin1uano ledifferenze, et I colpi oue erano dah, b dl LancIa, b di Stocco, nel petto,nella gola, e nella testa, e tall’hora ci era tanta poca differenza, che non si conosceua 11 uan taggio; e tornauanorompereleLancie, e batter gll Stocchl: così andauano poi i premi à ch1 limeritaua,quando da una parte, e quando d a l’altra, e tutherano daloroacqulstatlperdonarealle lor Dame. Finitiquestiprimiincontri da solo à solo, commciarono ad accompagnarsi & duo1 i duoi, á tre A tre, B quattro, à sel, A dleci, i uenti,e poi fecero un assalto, e battaglia ostmatd tuttl Insieme, che pareva proprio un fdtto d‘hrnle, nè si poteuano così facllntente staccare, nè dluldere,che fu gratiosa u t a , ciascunouoleamovtrarsl plù ualoroso, e forte nel resistere; non s1 fini questa contesa che apparue 11 giorno e il Sole alto, SI che durò tutta la notte, e le Dame parte sonnacchlose, e parteaddormentate nonpoterono così faalmentesignalare 1 colpl de i lor Caualieri ; così clascuno si partì, et andi, à rlposare alle sue case, et ancor io al mio alloggiarnento. I1 Mercordi, clascuno, massime i Caualieri si riposarono, facendo di giorno notte, sxome haueuano fatto dl notte glorno nel combattere. Il Glovedì, che fu la festa del Corpus Domm, si fece una solenne e gran Processlonedenfrola Città perlestrade piùprinclpali,doue l’Altezze di Mantoa, e di Sauo~aaccompagnarono gran parto la processione, e portarono 11 Baldacchlno gran pezzo; pol In Carozza seguiuano il corso Inquestomentre, passata che fh la processlone, nellaPiazza del Duca ln un attimo si fecero palchl, e sbarre per la Giostra della sera allaQuintana, e batterilfacchino; SÙ leuentiun’horacomparsero g11 istessi Cauaherl con nuoui habitl, et imprese 5 questa Giostra, la quale por esser cosa da dar pastura al popoloplù chealtro,furononotati 1 migllor colpl e dab ipresentr. Finito 11 giorno, la Glostra, e la Festa Commune, si comincd B trattare dl partenza, tuttauia gli altri tre giorni Venerdì, Sabbato, e Domenlca nonmancaronoFeste, conultl,caccie dl clngiali, et altri trattenimenti plù piaceuoh ; alle Vllle, 5 I palazzi plil deli:ioci, à Marmlruolo, al Te, et altri luoghlfuorl, et In particolarmente al Caslno dt Madama, SÙ’ 1 Lago ; la Domenica d desinare, e nel fine comparxe per quei boschi, e glardlnl uarie Nlnfe, e Pastori nobil mente abbigliah, con Pantaloni, Gratianl, Buffom, e sim111 gent1 dl gusto, che l’uno dopo l’altro compariuano, danzando à suon dl Rfuslca, con piattl e presenti in mano, chi dl fiori, ch1 dl frutti. latticlni, o caprettl, come Pr’~n€t?,e Pastorl, et altre cose, et altrl animalt, forastien,terrestriet acquatlcl, tutti dl confettl, e zuccaro, e marzapanl, mostrando dl uenire ciascuno di lontanopaese d queste Nozze, e d questeFeste, e ciascuno portar 11 suo presente dl cose del lor Paese alle Serenmime Jnfanti, e nouelle Spose. I Pantalon1 presentarono pescr dl plil sorte gross, e bell], portatldalla Magnifica ClttB di Venetlasua Patna, 1 Gratianl rape, cocomeri, e radlci grosse del suo paese;Bursttlni,Arhcchinl, e slmlli Cornicl, tartufoli,melenzane, e grosseCocole,il Captano Renoceronte,Squarclaferro, e sim111 ualorosiCapltanl, portaronoteste dl draghi,serpentihorriblli, e spauentosidellaLibia,doueaueuanofatto espugnatione dl grandl esercltl, oue essl guerreggiando aueuano ucclsi, leonl, chimere, et ors1 ternblll, Cocodnlll, e balene; Così fatto i lor presenti, e reatata una gratlosa pastorale, parmi che questo chludesse, c ponesse per all’hora fine á quest1 trionfi, e feste. I1 Lunedi dl mattlna 1 Prencipi dl Sauola con la Sermissima Infante lor sorellaPrlncipessadiModma, CO’ 1 suo Consorte, S’ inularono per hlodona accompagnatidall’hltezze di Mantoa, tutti con la Serenisslma InfanteMargherita fino à S. Benedetto, dodlci m g h e lontanoda Mantoa, oue quel buoni padri douettero poi regalare tuttl nobllmente, come si pub credere; diquiferonopartlta le Infant1 l’una dal’altra, e i serenissimi Prencipl ben regalati, con molti trionfi, e feste; 1 Preuclpi d i Sauoiasegulrono dl accompagnare lagermana á Modona, alloggiandoquella sera allaMirandola,e le Altezze di Mantoa A Mantoa, et io conbuona Compagnia & Guastalla,e’ lamattina & desmare Parma. . \ - _, - 100 - ‘1 Eccoui btlo parte cosi succintamente di quanto hbuisto, c passato in otto mesi, che mi sono fermato qui, et hora cosicon li sproni in piedi pcr lapartita diquh per Bologna, a passarmi questa Estate, e questi gran caldi che cominciano, per potermene poi piùcomodamente ueniro per li freschi h Roma,piacendo a Dio. All’arriuode i Prencipi di Sauoia, et Serenissima Infante Margharita lor sorella, co’ 1 Prencipe di Mantoa suo Consorte, che fù otto giorni auanti, che io ui fussi, non uiddi l’incontro o la intrata loro in Mantoa, che fù comesi pub credere con ogni magnificenza, e grandezza, con le militie di Soldati iì piedi et h cauallo; e nobilidella CittA. La Infante fb presa sotto h baldacchinoRegio, portata, e accompagnata da lunga schiera di Paggi, e più nobili della citth, e passata sotto archi.trion€ali, i quali sono anco in piedi, in testimonio del trionfo, et allegrezza di tutta la CittA, e -dominio, in segno di buono arriuo loro, tutti lieti, così lietamente raccolti. Piaccia al Signor Iddio continuar loro le allegrezze, et accrescerle con li suoi doni, e gratie di felice successione. Hora nonmeno stanco uoi di leggare, comeio mi auuiso, che io di scriuere, posando la penna conbuona gratiauostra, salutandola di cuore, come fb h gli amici di lb,dico A Dio; state sano. Di Parma, questo dì 30 Giugno 1608. Di V. S. molto Reuerenda Di cuore affettuoso, il V. ZUCCARO. Imprimatur. F, Paulus de Garrexio Inqulstt. Bonon. Imprimatur. D. Tobias Corona Clerlcus regulards S. Pauli pro Illustrkslmo Archteptscopo Bonon. ! 3