Direz. e Redaz.: Piazza di Trevi, 86 ANNO XVII - N. 1 - - Spedinione in abbonamento postale ORGANO MENSILE 00'187 ROMA gennaio 1969 - Gruppo III DELL'ASSOCIAZIONE ITALIANA PER IL CONSIGLIO DEI COMUNI D'EUROPA un traguardo immediato per il CCE Le elezioni europee INIZIATIVA PER UNA EUROPA DEMOCRATICA Genovesi, i fatti che riguardano la vita dei popoli e degli uomini in Europa hanno sempre più dimensioni continentali. Le speranze in una più concreta realizzazione della democrazia, della libertà e della pace trovano nella costruzione di una Federazione Europea la loro più valida garanzia. L a via per il raggiungimento di questo obiettivo passa oggi per una concreta iniziativa che tende a fare del Parlamento europeo la sede dei rappresentanti diretti dei cittadini europei. Sulla base del dettato costituzionale viene presentata una proposta di legge di iniziativa popolare che chiede l'elezione a suffragio universale e diretto dei delegati italiani al Parlamento europeo. Invitiamo i cittadini di Genova, Comune d'Europa, a sottoscrivere questa proposta di legge che è insieme una prova di fiducia nella forza della democrazia diretta e nel domani del nostro continente. IL SINDACO Ing. Augusto Pedullà La raccolta delle firme e la loro autenticazione da parte di funzionari del Comune verrà effettuata nei giorni di Venerdì 6, Sabato 7 e Domenica 8 Dicembre in Via XX Settembre e nel Sottopassaggio di Piazza De Ferrari. Da Palazzo Tursi, addì 2 dicembre 1968 , pL1aEZZoe:adZre in crisi, ci6 non vuol dire che la democrazia ne possa fare a meno. I1 parlamento è strettamente connesso con la democrazia rappresentativa: ora, in un mondo di comunità, piccole C crandi. tutte interdioendenti e con la disoonibilità di enormi energie, con fonti straordinarie di potere concentrato ( è il frutto delle tecnologie avanzate), senza - - - rappresentativa c9è posio mcno ciie mai per altro Euor che la dittatura. Ami: iuor che per una dittatura sempre più spaventosa. Sia chiaro: non ci dobbiamo lasciar prendere da una polemica sbagliata sull'alternativa fra democra~ia diretta e democrazia rappresentativa. E' verissimo che la seconda 2 una lustra, se la prima non vive in tutte le comunità di base, nei vicinati » urbani, nei villaggi rurali, nelle fabbriche, nella scuola, ecc. La prima è, tuttavia, rapidamente strumentalizzata a fini eteronomi - cioè che hanno radici fuori di essa - e lascia incontrollati poteri immensi, se a sua volta la democrazia rappresentativa non sussiste. Poiché i potentati economici, tecnocratici, ecc., vanno molto al di là degli stati nazionali europei, e la politica - attraverso particolarmente lo strumento della pianificazione - deve conservare, anzi riassumere il suo primato sulle sfere economica, tecnologica, ecc., la democrazia rappresentativa deve acquisire misure sovranazionali. Noi pensiamo a una misura europea non fine a se stessa, ma atta a creare istituzioni esemplari e pronte per una iniziativa, che favorisca il superamento dei blocchi nella sola maniera utile per l'umanità: una effettiva Organizzazione delle Nazioni Unite. Dunque, un Parlamento Europeo. Anche se oggi dotato, sulla carta, di scarsi poteri, esso potrebbe diventare, qualora una gene- COMUNI D'EUROPA razione illuminata e rivoluzionaria lo volesse, I'àrbitro democratico - l'unico ragie nevole - delle infinite dispute europee. Le elezioni per un Parlamento Europeo ridarebbero d'altronde autenticità a un dibattito politico attualmente in buona parte bizantino, perché discute di cose che si decidono a Washington, a Mosca, a Pekino, e altresì in un esiguo gruppo di più o meno anonimi e colossali feudi finanziari e « tecnici m. Quale Parlamento Europeo? Dal momento che ci sono dei Trattati - quello di Parigi (CECA) e di Roma (CEE, Euratom) - che già ne prevedono uno; e che questi Trattati gennaio 1969 già sul momento offrono ampia materia per un controllo parlamentare sovranazionale, battiamoci per esso: ma è evidente che si tratta di un principio che vogliamo contribuire a ristabilire, quali che possano essere le prossime vicende delle attuali o di altre istituzioni comunitarie da creare in una più larga Europa. I1 principio che gli europei debbono essere essi a decidere del loro destino. Quale altra Europa europea si può immaginare, se non quella in cui abbiano voce in capitolo gli europei? Lo stesso de Gaulle dovrebbe ricordarsi di aver dichiarato alla stampa il 17 agosto 1950: Noi dobbiamo mettere insieme l'Europa ... Occorrono anche istituzioni europee, che procedano dal voto diretto dei cittadini d'Europa e dispongano, nei campi dell'economia e della difesa, della parte di sovranità che sarà loro delegata dagli Stati sovrani n. AMICO ELETTORE. Ma ,.Eurooa 24 settembre 1$63 M I L A N O Con i.ilerlliieiitc ai!= l a i r a In data 13 s g Lembre, si Iniormc d i a la Glunh Munlclpal- nella soduta do: 17 sekembra ha mipresso pnrere f a v o r e - . v i l e al s i ! l i ; c i m i i ; b di ':.,o". p a n ~ d l l o raateriila dl propxgnoda, nelle locell$A Inilicalo. ad rcceLlona d e j le plarza del Duomo, In sosI3iiz:one deUa quali p2 tra essere autorizrarc la coneessio>ie della s p a z l o e$ tostante l ' A r e n ~ a r l o . La Giiinta sicssa ha a l t r e d actorlziato: 1 I'UBOIn manlera modorita di ampllilcatorl a b a s s a Ir~ten~ItA ; 2 Pesenniono della t a s s i di plateatlco. Considerati alrrrsl s i i scopl del Morimenb iii parola, la GlunB ha la30 prasente I~evenhinlop o s s:bllilà dl por-e a d l ~ p a r ! z l o n e del Movlrronto s t e s s o aule sco!.rstiche pei k raccolta dello R r n i a ( p r e v i tordi con la RlparUdonc E i u c a z l o n e l autoririando ce1 cuntcmpo *iinzlonarl camunsll alla raccolk d e l l e - Tii'ne stosse. C i i n.lcliorl saluti. e,r-p.r piarwg,e rra r r - i n n i i ". .ira .l "0, . de',' iiliiuriwi ed alle pci a , suoi i"r pir,rrrn:c Aapun:o Druri>iere roglicre oiienere la amsno di legge. ci?,, ranti,ou>o imireio a'!a rorrrurione del l i,e.zi, >a=*. ,"O a ,,e, s r i m d uoio. r sua "oloiila sua pro"ii.iia. pait~iipiiicne dei c#l:.di.i drmoCrrti<. CUI , e , ~ ' g dio.,," ~ , ~ e,e,ior, pirr,io Per ,,e ii *erideri. <orne . sua r r n u n i d a "8,s ~ c I I . i.i,iuZioii~ g l euiopciri I r ' ~ a lb a r c o r o i .mi i i r : d w ! aliri prcr della Con.l#i#ia. rl>.i.duno c h i ,omunilar.e. r,,,r, ooSir dar= I eipr,nere. ~h^ rd,i:io. rum"nr .l prendiri pane dire".. deci.#ai.i <',e o rg.,aidino alfirihd a;i rittadi.io d E~~~~~ ~.,,~~t,. 0 l " i cura9.o sos q"rido ed Ig, i r i i . J u':; 50 m i a u,ennno d.: i ~ ~ p i . r e l c " l l " l ia Prronisnlo Edropeo. r a e i l i l e d nurlra Coi'#luz#onep r I ' l # z i a t i * a -!aie Iirmi. rirh.elle d r a r l rli hduc8a rie8~a w ~ o . - i e . e l r u e ~ ' eael lupo:- curopo,5i ;>e. : , b a ~ , . < 'r '1, i i loro diii'i.i d c r paneripiiione direiii. a c u i r e ra. -.:l-12 -Icn.ir:r;:<o europcn. AMICO EIETTOIIE. qu..sa v o ~ i ai iun-. i.- i su. rom inimgnmlr e r ~ derisire sua rara - che qon e rlcri,ruii O dai'ì bandiera di Cmllb d i a il,.-ir'ri i30 ai;ihc :hcl a nessrnc 5e:i.idr q . c i ~ i io':r - r<iai#il.e aira. aeinicraia deiia ~ a t , . o r ~r a de.1 dcilo IibtOb IL SINDACO Tl"<..di Do". P."a INDlRlZZO LUOGHI AUTINTICA FISME: r. s-. 1 21 I,.... r.I.IY.n, coirHi..." 31 r,.... . *""i.i.i~ - ,il.". don.,. . ur.:. . Ali. 8" i.ini.,i.i.n. . .i.l.m.l. .".I... ....<i unr:. r .Y ."." .,.~i"~i.,. ""in. ,i,,-.,. ORA110 D I 1 SERVIZIO AUTENTICA IIRMT: I1 lungo sonno dei Ministri Eeregio D a b r S e r g i o C A S E S Movlrnrxb Federa:lsla Europeo viale MaJno, 20 ..i, da ui,s r e r , i ,.C> c.m. n . ?468 G a b . - a i i procesro < l i , i c j i i : , d,",.ol,b. pace e p, il bpncrcre comuiie. S.b.ii ,IN.".,"b,. ,?&.da . dZ0 n-*"n<. 3 o,c*mb,c ,Q& L"".* I o,rrmbii *.ni* ,D,:rn,iL ,P&. di,,. *.nold 4 IPbB d.,Sl rni".di I Direnibri ,i& 68 .8. sii ii " . " . . 1 I D,.lmb,. ,W. 6,111 1.. I.b.l. l 1Pbl ari d,,#c o,e - >*M d a i r BX .,. I, t, .t>< lb .se A,. 20 ,a .I,* *,. N l6 .Ill ali .I,, S. 16 .ili 0,. l6 .ilr e <.,k o,* ,.?a .,li o,r I. ,,m -,< 16 N,.* I1 17 maggio 1960 l'Assemblea parlamennicrm*.L . .,. m . m tare di Strasburgo presentò al Consiglio dei . m. Ministri delle Comunità un progetto di convenzione contenente una normativa partice lareggiata al fine di procedere alla sua ele- (a parte qualche scaramuccia iniziale) i Mizione diretta, ubbidendo - per la sua par- nistri comunitari - cioè gli emissari dei te - a quanto prescritto dai Trattati ricor- Governi nazionali - hanno dormito. Ciò dati («L'Assemblea elaborerà progetti intesi giustifica adesso una iniziativa popolare, di a permettere I'elezie ne a suffragio univer15531'6(1 N P P. sale diretto, secondo una procedura uniforme in tutti gli Stati membri %). Da quasi nove anni il Consiglio dei Ministri rinvia una discussione di fondo sul progetto e impedisce quindi una elezione diretta, che porterebbe al suConciitadini I peramento del giuogruppi di uomini che credono nella democrazia e nella pace, e che co diplomatico e delhanno riconosciuto nell'unità dell'Europa lo struniento migliore per conlc posizioni rigide o servarle e per ridare ai Popoli di questa parte del mondo la loro piena sabotatorie, di rito dignità davanti alle Superpotenze mondiali, lanciano oggi a Pavia e in alcune in una Camera degli altre Città italiane una importante proposta di legge di iniziativa popolare. Stati (che il CCE penSi tratta di ottenere per forza di volontà collettive, col libero e vigoroso esercizio di una facoltà che la Costituzione Repubblicana riconosce ai Cittadini, sa debba essa stessa la elezione diretta a suffragio universale dei delegati italiani al parlamento divenire - in una europeo. Costituzione federaIn Municipio è stata disposta la raccolta e la immediata autenticazione delle Ic bicamerale - « defirme, che i Concittadini vorranno apporre a sostegno della proposta. Noi chiediamo ai Pavesi di sottoscrivere numerosi al nostro fianco. gli Stati e delle ReL'unità europea oggi, l'unità del mondo domani, sono obiettivi di fondo che gioni ,>). possiamo riconoscere e servire insieme, quali che siano le scelte politiche I1 progetto del 1960 particolari che ci uniscono o ci dividono. era già stato a p p r e vato e raccomandato, Pawesi ! sin dal mese di marnon è un caso che Pavia sia stata scelta fra le primissime Città ad esprimere quwta fondamentale testimonianza. zo, dalle migliaia di amministratori locali ,k,.. ..,... ,, , ,,..,,,, convenuti a Cannes per i V Stati geneLe schede, g i l predisposte, si POSSONO FIRMARE i n Municipio, Ufflcio 0einorali grafico, sportello N. 2, presentandosi con un documento di identitl. per quasi nove anni ",icm,,i d.',k 0" COMUNE DI PRUIR Ai seliri il-ll'~rl.:l L I rolnli2 ,i.iir ,l l , , i d..l:.> Ilri I,!,!> INIZIBTIUB POPOLBRE PER L' EUROPII il a Ilnliiiii. . ~ l l O ' r r i J I < , oIcl,O,e , ; . iv I *ci. r . Cnm""l,, dc.,.".. A,, 2 - l com,,, i. I. i*. rco"em,', ,i. ., "II1 1,"itO. I. ..,,I,.". . ,,"il. i i ~ b. l b l i r a i i 2 *,t 5 . 8",,n *,ec9,b,,, 4" riilrliii ..a n"" .I . i n"mi,.io d*,,. m,iin,io .,,. da,*.,.".,, l,.,,, *.vol. 0,y"iill. ""I1I.11. -..s19i<i, , de,>a C*",.<. *I.,,"., **t d.~t!.!\ ,,,,p.o t mec"5,r <IL# P>r8z",."ta I.,,.,,,. I, <Ieilnni o.,;ri,o dr '88. 'l.:io"l S.lllirh. h ..nicnSul.n-iiii."'r Gli=<. n , e ~ h.I leii-lo r v a m 4 .DP","".rc C"" i v I i i h a i * Il u n i risio- nirpo..iaiil:r ,l ,a,,> ".="t" ,,~,C">,i ,,.,,i"" . ' 4 da, d%lmQ>,, ,,<diC*,, ".,r>,,. v!, -1 A,,. oi.i.n,r ".'Ill.>li. iIJ dIi ,,.,,"lo I.li!iiii.s d.18. o, P,,!>T2,,\* C"P0P:h. e*,?ga,, ,~"~"I:l*.,i. ~tlll~ll.L l l l l l i i . OZIO"^ .*f>",,* < * " " O C ~ > # 8" cn-Odm".a c",io I, I, diirinliri ,969. -3 e,,s,. l, W, I. 0, ,& .li,lS"i ir*loni,l. r.m*n(ur *il. 1 - L . .lc.loiia . i i , i o . i .aima d.,',,,. Iiilii,,",,cO,,. ,iil.."ri,lo A!.l<s,?,. . / / \.S. ,.,l.m<iim. ..,. ,a .,,i.s,.,. sL,..Pz3AocH~~ ~ ~ i ~ A l l al n1 i .. . t. p...,c,.o ~ u w. o ~ .. liriiin. O P P " U C ~ ire .ra-i:iiiaz. C. ; P~c-:" ,,,~,,,b,,.?i.?i~?i'4" Erle . '',,t" tC,., s,.dLBo ,,, ""r"s',,f"1" W'.,,,C,,. fi',,,". -Pe s t e ;pz * 'O ' ; ~ ~ ~ ~ I ~ ~ , , ~ . do"'-,J.,~iv i ,, . t.~ji,,, " 21. C,,? l,,<,,, ; ,; +f, . n +io,.,,e Siuda erri , d"fl" -.. d"l L i i l a n o ... .... . ~"ii"1. Wl.,, ,.,." r",,* ..,,. .. . ,,.. COMUNI D'EUROPA gennaio 1969 3 P - smo, che dovrebbe trovare alcuni pronti imitatori (Olanda? Germania federale?) e che soprattutto terrebbe imperiosamente all'ordine del giorno il problema dell'elezione diretta del Parlamento Europeo. E' ovvio che l'elemento che ora ci interessa è la qualificazione e il peso della «campagna popolare per le firme », promossa - anche con l'appoggio dell'AICCE dal MFE. Di fronte a concrete iniziative ancora più avanzate i nostri sforzi non potranno che confluirvi senza esitazione. Il traguardo del 5 maggio e oltre firmano il presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia Benanti e il sindaco di Trieste Spaccini carattere surrogatorio, nei modi possibili in relazione alle situazioni politiche e alle legislazioni vigenti nei diversi Stati: anche se, frattanto, rinnovati (ce ne e voluto!) i membri italiani al Parlamento Europeo (con le consuete elezioni di secondo grado), ad si potrà avere un concornitante agire, rivolto al Consiglio dei Ministri dal Parlamento comunitario, cui dovrebbe se- E M O V I M E N T O FEOERALICTA EUROPEO COMITATO PROMOTORE PER L'EUROPA =-Pe 8 i I L U - U L 98897 W. Illn>o Spniii SINDACO L'oznaae1t erave ,ir,m:r03,e i " ! ' ~ ~ r ~ ~ : ~r<,>de < ~ " o.semD,e l~ P," ",gente i! problema del. runiiica:ione p o i ~ l ~ cd'E<1,0F. a Per l u p r o r r Ia proliingoio siaci di ini2loiivo poliiira. ii r i l r v . quindi da p r t r d i tu,. <i. l e p ~ r i i i n i idl i un rrcorso direrro .!la >."lo,,,. popolar. I i Movimrnio Federoliirii Eicropo Stzinnr di Brescia ed il Cornilolo Prami,~+ rr prr I ' E i i r o p hanno drci.0 d , promiiovrrr. in ,"i<. I r provinci.. i. r.rro1,. di icrmr iiiii d i una propoifa di hggr per i'rieiionr i<niia!rrolr direri. dri delegati irokani al Pari,. >"'"lo r i < r o p o . Invi(iamo. prncnto. l a S. V. I l l m a . qua;. rapprrirnionrr dellelelrorol<i di cade,(. Comune. a . ~arrrcilxi~ crr,uomrnrc r a ~ i aramiianno . . i n d e m orr Io raccolio di cinouanlam:iI,,me a"ic"r,coa dai ,lerrr.ri rurn,m.ii 0 do, no,.,. com, d. appai;,. i r h r d u d i r eo,.. ogmi ,~h,d~. {irmn u.irniic.i. dai rriirric.ro r ~ . , i o r d r , ira csrcrr in>.iaia ai Signor i r e r r o r a ~ C!anlronco. . via Bligny. I Alompbno Brescia. I comuni br.r'.i..ii hnii"o eia o>npi.nisnr~ diinorrraio I. loro ,l",ibiiiid n1 zr.nd. D ~ ~ ~ ~ con ~ i..dninlt, , ~ . d r i C a n i i i n i da,,rom a>,,. .i,indi h*" tipt.. ."eh. i n qi<r.>n circor,.n:a. che co,,,ruir2 ,.n73 dubbio i," p l ' o drc,,,.o i.,. so ,'.Julpirar* unipiaiionr d r i nuxiro ronrinrn,.. si.mo I. rensibilir9 delio S. non ~ ~ r , , i ~ , ~ . dimo,,ra. rn in d i r r urL.ior,i. r r h r vorra coinpirrr ogns riorzo per *,imol.rr !'opinione p i b b l ~ . locei*, uiruando una c a n c r e i ~azionr di apporzio O ~ C ~,,.li< . r i c h i u t t .ranza,e dai B ~ Y I P sin~ d.r.1i r politiri del 1i«igo per la .ilcc<ili. delle I!,,".. .a - . ~ - . - . . D',<",< ,d",i. M. F. E. sezione d i Brescia IL 51PIDICO L:n COIIOIIz PRESTDEH* ~ non essendo rispettato il famoso comma terzo degli articoli sulla designazione dei delegati al Parlamento, comuni ai Trattati della CEE, delllEuratom e della CECA (rivisto) - il comma sopra riportato sulle elezioni dirette con una procedura uniforme in terrà a Roma, in Campidoglio, avrà la sua tutti gli Stati membri -, si rimane nella conclusione questa prima fase italiana di gabbia del comma primo, per il quale una elezione diretta « unilaterale » (eseguita in un solo paeP R E M I O E U R O P A 1968 se) è costretta a una COMUNE DI FAENZA. DEL COMUNE DI - firme di almeno 50 mila elettori: Costituzione italiana, art. 71, secondo comma), per dare l'avvio a elezioni al Parlamento Europeo a suffragio diretto su scala italiana, nei limiti consentiti dai ~ ~ ~ comunitari. t t ~ t i cioè, Superato limite delle 50 mila firme, il Movimento Federalista Europeo e I'AICCE, nell'àmbito del Consiglio Italiano del Movimento Europeo a cui le due organizzazioni appartengono e che ha appoggiato validamente l'iniziativa, si sono proposti di continuare la raccolta delle firme in diverse città e regioni d'Italia, come testimonianza popolare della sensibilità ormai ovunque diffusa per i problemi di un Parlamento Europeo, che rappresenti direttamente gli europei. 11 5 maggio, Giornata d'Europa, con una manifestazione che si DE+sAIIIIXISTllllO)ii guire un'azione dello stesso contro il Consiglio, presso la Corte di Giustizia delle Comunità, se il Consiglio non vorrà fattivamente affrontare il problema. L'iniziativa del Movimento Federalista Europeo; il CCE e il Consiglio italiano del Movimento Europeo Dopo essersi concertata al livello degli organi europei del Movimento, la Commissione italiana del MFE ha deciso di valersi del dispositivo costituzionale italiano, che permette la presentazione di progetti di legge di iniziativa popolare (occorre raccogliere le designazione fra i membri del Parlamento nazionale. In parole povere l'&ttorato italiano metterebbe direttamente le mani negli affari interni del Parlamento nazionale - che vi avrebbe acconsentito, con legge per altro -promossa « dal popo lo » - per designare i parlamentari destinati a Strasburgo. Tempesta in un bicchier d'acqua? Diremmo di no, perché: - a ) nasce una campagna elettwale, in cui il Parlamento nazio riale è sottoposto a giudizio sotto il profilo dell'azione euroPea e in cui tutti i temi del dibattito po- INIZIATIVA POPOLARE PER L'ELEZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO Faentini! L'Amministrazione Comunale, a completamento delle molteplici manifestazioni promosse quest'anno per sensibilizzare la cittadinanza sui problemi deil'Europa Unita, ha deciso di procedere alla raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare per la elezione diretta, col sistema proporzionale, dei delegati italiani al Parlamento Europeo. L'adesione di Faenza a questa iniziativa, che si sta portando avanti in campo nazionale, non solo sta a significare un'ulteriore prova di impegno europeistico della nostra città, ma ha proprio lo scopo di dar vita ad una pressione dalla base con il libero esercizio di una facoltà che la Costituzione Repubblicana riconosce ai cittadini per la elezione diretta a suffragio universale dei nostri delegati al Parlamento Europeo. - Cittadini! La raccolta delle firme avrà luogo durante la giornata di domenica P5 dicembre. Noi chiediamo a tutti i faentini di firmare questa proposta di legge, perchk la scelta dei nostri delegati al Parlamento Europeo venga operata veramente secondo la espressione della volontà popolare. I L SINDACO ELIO RSSIRELLI - ~ Le schede già prrdisposle si possoiio firmare, presentandosi con un documenlo di identita, ai numerosi seggi a dispiisizione dei cittadini in cittii e nelle frazioni. Ollre a diversi segzcolanti nei punli di affnllamento. funzioneranno anche i seguenti seggi fissi: C I T T litico sono confrontati con la misura europea; b ) si mette in moto un meccani- - A: Municipio, Palazzo Esposizioni, Cassa Rurale. Sala Dante, Stazione FF.SS., Scuola Elementare Via Cdstellani. Cinema Italia, Modernissimo e Sarti, Circoli Impiegati Civili, Rione Rosso, Rione Verde, Riunione Torricelli: -P - - P - FRAZIONI: Cassanigo. Cesato. Cosina, Errano. (iranarolo, Marzcno. ---Pieve -L Ponte A Pr a d a Reda, Ronco. S. Lucia. S. Pier Laguna. p - C O M U N I D'EUROPA 4 una campagna concertata per ridare agli europei la loro sovranità. Rimane dunque, per quanto concerne le nostre amministrazioni locali, da completare il b u o n lavoro che già abbiamo assai b e n iniziato. I1 CCE avrà frattanto deciso l'azione da sviluppare a livello sovranazionale. Ci è difficile redigere u n a cronaca esauriente di quanto Comuni aderenti alllAICCE, grandi e piccoli, nonché numerose Province sia autonomamente sia nell'àmbito dei Comitati provinciali per l'Europa del CIME, L=? CITTA' DI S A N REMO 50.000 FIRME PER l'EUROPA (:Il il ~.AlllNl' I'cJcr.ili,ri I:uii>peo l.iiiiir Movi,ncnro mento Europeo po5r.i c\rerc u i i apppcllo p e r c h t eletto d a tutti i cittadini dci p i c \ i popol.~rcrcclarna In c u r i a E u r o p r u n v r r r o rnovirncnru c l c ~ i o n e direrra, p i r i l a r e .illr iieinocr.irii curopca ilcrri 1 Parla- il inrcrcssdri. que7ri rappresenran,a una sufjragio universale In h i \ c a1l.i n o i r r i <:o\ricu,ion u c i i e p e r c i i pir\rni.iri d i legge d i iniziativa popolare ~ h ciliicdc I'clc,irinc E u r o p e o con \ullr.iqi<> i l ~ r d r r u ilcpli uni del proposta Pirlarnenro i:iirupci CIT.TADINI ' rivolgo u n c a l d o appello i rurri i cirradini rlrrrori di 5 r n Rcino cii a n c h r a i noirri g r r d i r OSPITI ( p u r c h ? rlerrori della R1p~ihh1ic.iI t a l i ~ n n ] . . prrchè \sogliano sottoscrivere iluc>ra propom d i i c ~ pr r n i iiralc pcr I a v v e n i i c d c n i o i r a r i i < i c p a c i t i c i i Jclla i>orrr.i Europa h i r R~,,,O.i, Z i X//IY.>X IL SINDACO /Ai,? Fronc. iro Viole) 1 I I La raccolta d e l l e firme cura di I ~ ~ O S I 1nctr8cdc1 I I Ir loro auiciirii.t/,onc p r c w la RIPARTIZIONE OEMOGRAFICA ~ V L 50 nc: DAL 2 Iiir>:u (l'i i,,i t r o i brnrcnii\ii I 11 BIBLIOTECR CIWICA [ V i i < irlii # I PRLRZZO COMUNILE ( e \ R ~ l l c uc) prr\,o I (C ~ornun.li8).iir:i :mini 2 iii . i l ~ c l r i i i i .il GENNAIO p i i h h l ~ ~ oi l c i ALL'll prdcrri GENNAIO iiiliii 1969 I I OOMENICA 12 GENNAIO 1969 - OALLE ORE 9 ALLE ORE 13 funzionerd 'in Piazza Colombo IChiosco Carabinieri1 un Ufficio Volante per I'autenticazione delle firme. hanno fatto sin qui. Non abbiamo la pretesa, qui di seguito, di operare nulla di più che una campionatura del molto che si è già fatto, allo scopo di o f f r i r e suggerimenti, stimoli, incoraggiamento a tutti i nostri Enti associati. U n cenno a sé meriterebbero Provincia e Comune di Milano, che, nell'àmbito del locale Comitato provinciale, hanno sostenuto la parte iniziale e centrale della battaglia. I1 P r e s i d e n t e della Provincia di Milano, Peracchi, è stat o l'impareggiabile animatore del Comitato provinciale; il Sindaco di Milano, Aniasi, h a impegnato, con l'appoggio di t u t t a la Giunta, funzionari e messi del Comune nella maniera più precisa. I n t u t t o il resto della Lombardia, regione pilota di questa iniziativa, i Comuni e le Province sono stati particolarmente attivi da Pavia a Como, da Brescia a Varese ( I s p r a ) , a Sondrio (Bormio, Morbegno, Chiavenna, Grosio, Grosotto, Sondalo e il resto di tutti e 78 Comuni della Provincia), a Bergamo. L'azione si è estesa ad altre regioni, per ora quasi esclusivamente settentrionali, ed è i n fase di sviluppo. Nel Piemonte, a parte Torino, ci piace di segnalare l'attività del Comune di Cuneo, il cui Sindaco Dotta Rosso, Presidente del Comitato provinciale per l'Europa, h a inviato una lettera a tutti gli elettori. Nella Liguria il Comune di Genova si sta muovendo efficacemente e con esso altri sono già al lavoro (ricordiamo La Spezia e Sanremo). Nel V e n e t o e nel Friuli-Venezia Giulia la campagna è iniziata e sono, fra gli altri, al lavoro i Comuni di Udine, di Trieste, di V i cenza. lL'elllEmilia, scontata la partecipazion e nel gruppo di avanguardia del Comune di Faenza, Premio d'Europa che non dorme sugli allori, è particolarmente importante sottolineare che, grazie alla collaborazione del Sindaco di Bologna - che h a concesso i funzionari per l'autentica delle firme la campagna h a potuto avere inizio coli l'installazione temporanea di un grande seggio, i n alcuni giorni prestabiliti, nel centro gennaio 1969 uno dei seggi milanesi della città (sono questi i concreti atti con cui il Partito Comunista Italiano potrà dimostrare o meno se vuole battersi coerentemente, sempre e ovunque, per stabilire una democrazia sovraiiazionale: che è ciò che a noi spetta chiedergli). Nel resto d'Italia - i n sostanza nelllItalia centro-meridionale e insulare - il sondaggio popolare n o n è stato ar,cora praticam e n t e iniziato, salvo le due eccezioni del Coniune di Taranto e del Comune di Cassino: m a occorrerà certamente mostrare che l'Italia economicamente m e n o sviluppata n o n è politicamente m e n o sensibile a quei problemi delllEuropa unita, che la riguardano particolarmente da vicino ( c h i più delllItalia meridionale h a bisogno di u n pian o economico e sociale europeo, sovranazionale, democraticamente controllato?). Come sviluppare la campagna: i compiti delle Amministrazioni associate alllAICCE V i s t o il punto di riferimento temporale del 5 maggio, consideriamo cosa possono e debbono ora fare i Comuni e le Province soci titolari delllAICCE, e segnatament e i più « convinti » all'interno dell1Associazione. la raccolta delle firme a Faenza, premio d'Europa 1968 COMUNI b'EUR6PA gennaio 1969 - Tre strade sono offerte alla scelta dei capi delle Amministrazioni locali: 5 La bandiera d'Europa alla città di Cuneo 1) ove il Comitato provinciale per 1'Europa è particolarmente attivo, e soprattutto un nostro Comune e una nostra Provincia partecipano al suo organo direttivo attraverso rappresentanti dinamici in senso europeo, è attraverso questi Comitati che bisogna anzitutto concertare e portare avanti energicamente la campagna, specie - ma non solo - nel capoluogo; 2) ove ci sono una Sezione o un Gruppo giovanile, attivi e ben organizzati, del Mo[jimento Federalista Europeo, l'Amministrazione locale dovrà collaborare coi federalisti, che saranno gli attivisti della campagna, e fornire ad essi tutti gli strumenti necessari; 3) ove non ci siano altri interlocutori democratici particolarmente validi, il Sindaco potrà sempre, autonomamente, rivolgersi alla popolazione, attraverso manifesti e con una lettera del tipo di quella inviata dal collega Dotta Rosso a Cuneo, mettendo in pari tempo a disposizione dei cittadini elettori, in una aula del Comune, schede e funzionari. Le tre strade, naturalmente, non sono necessariamente alternative, perché possono ottimamente integrarsi fra di loro. Come si vede, ancora una volta l'attività delllAICCE è precisa e capillare per la battaglia federalista ed europea. La sua azione risulta talvolta immediatamente visibile e valutabile praticameilte, come nel manifesto del Sindaco di Genova che pubblichiamo in apertura di questo numero; essa è altre volte meno evidente ma non per questo meno importante, come - seinpre nell'àmbito di questa campagna - quando una amministrazione mette a disposizione funzionari e mezzi necessari (talvolta anche vincendo le resistenze di scrupoli formalistici) o quando essa anima - ed avviene così spesso - un Comitato provinciale per l'Europa, accanto ai federalisti europei, ai colleghi dell'Associazione europea degli Insegnanti, ai rappresentanti dei Partiti politici e dei Sindacati dei lavoratori, ecc. Al lavoro, dunque: il 5 maggio potremo offrire all'opinione pubblica italiana ed euroPea un riuscito sondaggio, più efficace e indiscutibile di quelli di taluni istituti specializzati e anche di un indubbio valore politico autonomo. « Corniini d'Eiiropa » prega i siioi abbonati di rinnovare con sollecitiidine i'abbonamento per il 1969: essi appoggeraniio così il più vecchio e agguerrito organo di stampa della battaglia federalista. Con una solenne cerimonia, il l o dicembre, è stata consegnata alla città di C Z L ~ C O la Bandiera d'Europa, conferita dalla Conzmissione dei Poteri locali del Consi,glio d'Europa alla città in segno di alto apprezzamento per l'attività esplicata in favore de?llunità euiopea. La Bandiera è stata rimessa al Sindaco, Tancredi Dotta Rosso, dal Presidente della suddetta Commissione, René Radius, alla presenza delle massime autorità cittadine, di alcuni parlamentari, fra i quali i senatori Giraudo, Cagnasso e Sibille, nonché di numerosa cittadinaizza, che gremiva il teatro civico Toselli. 11 significato e il valore morale della solenne manifestazione sono stati sottolineati sia da! Sindaco, che ha ricordato le numerose e sostanziali iniziative della città durante l'ultinzo decennio, sia da Radiw, che, ricordato fra i titoli di merito di Cuneo il gemellaggio che lega questa città con Nizza, ha reso omaggio al contributo dato dalla città piemoizlese alla idea di un'Europa unita ed integrata. Sono poi seguiti gli interventi del prof. Giuseppe Grosso, Presidente dellJAICCE ( d i cui il Comune di Cuneo è socio da molti anni) e del ruppreseiztante del Consiglio italiano del Moviinento Europeo. Al termine della manifestazione, le autorità e molti cittadini precenti hanno depositato le loro firme per la proposta di legge sull'elezione diretta dei rappresentanti italiani al Parlamento Europeo, promossa dal Movimento Federalista Europeo in collaborazione con la nostra Associazione. (Nelle foto, due aspetti della manifestazione). 6 COMUNI D'EUROPA gennaio 1969 le sessioni dcl 12 luglio e del 20 dicembre Studio, organizzazione e lotta al Consiglio Nazionale de117AICCE Durante il 1968 il Consiglio Nazionale delllAICCE si è riunito due volte, sempre a Roma, in Campidoglio: il 12 luglio e il 20 dicembre. La prima volta, sotto la presidenza del Sindaco di Torino, Giuseppe Grosso, e poi del Sindaco di Taranto, Arigelo Curci, ha affrontato il tema dell'armonizzaziotte fiscale nell'ambito della CEE, ha approvato I'aggiorna~nento dello Statuto delI'AICCE, i bilanci consuntivi del 1966 e '67, nonché il preventivo 1968 ed ha proceduto all'elezione del Collegio dei Siridaci. La seconda volta, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige Tiroler Etschland, Armaizdo Bertorelle, ha esaminato e approvato il programma di azione dell'Associazione per il 1969, le conclusioni S I L I tema dell'armonizzazione fiscale e il bilancio preventivo 1969. Diamo, di seguito, u n resoconto delle due importarzti riunioni, di cui la seconda ha rappresentato sotto vari aspetti l'integrazione e la conclusione della prima. Armonizznzione $scale comunitaria ed Enti locali I lavori I1 Consiglio Nazionale del 12 luglio 1968 è stato essenzialmente centrato sui problemi dell'arinonizzazione fiscale nell'ambito della CEE, sullo stato degli studi per la riforma tributaria al livello governativo italiano e sull'atteggiamento degli Enti locali in un settore che condiziona profondamente non solo la loro funzionalità ma anche la loro stessa autonomia. Non a caso la seduta del Consiglio Nazionale era stata convocata pochi giorni dopo la scadenza del lo luglio 1968, che segnava l'abbattimento totale dei dazi doganali nella CEE - come opportunamente sottolineato dal Sindaco di Roma Santini nel suo indirizzo di saluto -, abbattimento di notevoli conseguenze politiche e pratiche ma non isolabile da paralleli p r e gressi in altri settori comunitari tra i quali appunto quello fiscale. L'AICCE appariva fondatamente come la Associazione più qualificata ad affrontare tale complesso argomento data la sua natura di orgailizzazione europeista di Enti locali, chiamata per Statuto a collegare permanentemente gli aspetti della politica amministrativa nazionale a quelli della politica europea e più particolarmente dell'integrazione comunitaria. Non quindi solo un esame tzcnico del progetto di riforma tributaria proposto dal Governo italiano, non solo una informazione sui problemi fiscali dei sei Paesi della Comunità e sulla loro armonizzazione, ma un discorso più aperto, certamente più difficile, capace di andare al di là dell'aspetto comparativo per mettere in evidenza le interdipendenze tra politica europea e politica nazionale in un settore fondamentale quale quello della finanza pubblica e della finanza locale in particolare. Sono questi i concetti che hanno ispirato l'introduzione ai lavori fatta dal Presidente Grosso, e che sono stati poi ripresi in modo particolarmente impegnato dal Ministro delle Finanze Ferrari-Aggradi, che ha sottolineato la viva attualità dei problemi di una armonizzazione fiscale diretta a realizzare nell'ambito comunitario una situazione analoga a quella di un vero ed unico mercato interno. I1 Ministro ha continuato richiamando l'attenzione sulle priorità, anche cronologiche, di tale processo di armonizzazione clie vede in prima linea le imposte di consumo e i tributi diretti. Per le imposte di consumo, del resto, la loro armonizzazione all'interno della CEE è un indispensabile completamento della disciplina coordinata in materia di imposte sulla cifra d'affari, che comporta per l'Italia l'abolizione dell11GE e l'abolizione dell'imposta sul valore aggiunto. I1 Ministro si è poi soffermato su alcuni aspetti del disegno di legge italiano relativo alla riforma tributaria più direttamente concernenti gli Enti locali, invitando i rappresentanti di questi ultimi a formulare concrete proposte in vista delle decisioni che il Governo e il Parlamento dovranno prendere al riguardo. Quello che qui ci preme maggiormente sottolineare è un chiaro accenno del Ministro alla inutilità di una armonizzazione tributaria che non fosse strettamente legata ad un più vasto disegno di elaborazione di politiche comuni nei vari settori, a loro volta inserite in un'integrazione politica, senza la quale ogni passo avanti settoriale rischia di essere provvisorio e suscettibile di essere rimesso in discussione ad ogni momento. Dobbiamo con altrettanta franchezza formulare le più vive preoccupazioni per il notevole ritardo col quale il nostro Paese ha affrontato, nel campo specifico delle imposte indirette, il problema dell'introduzione dell'imposta sul valore aggiunto che, secondo il Trattato di Roma, dovrebbe verificarsi entro il termine massimo del 31 dicembre 1969. E' evidente che questo termine non sarà rispettato e che il nostro Paese chiederà una proroga: in un momento in cui la costruzione europea registra ogni giorno dibattiti e polemiche sui due aspetti paralleli del rafforzamento delle Comunità secondo i Trattati e del loro allargamento, ogni ritardo nell'applicazione delle norme del Trattato di Roma, indebolisce la forza di contrattazione del nostro Paese nei confronti degli altri partners e soprattutto del Governo francese. I1 C.N. dell'AICCE ha poi ascoltato due relazioni di fondo, la prima del dott. Nasini, Direttore delle Imposte presso la Commissione delle Comunità europee, la seconda del prof. de Nardo, Capo Ufficio Studi del Ministero delle Finanze. Della prima relazione riportiamo qui sotto il testo integrale nel quale gli amministratori locali non mancheranno di trovare non solo utili spunti informativi ma elementi validi di riflessione circa la sempre più stretta connessione esistente fra sistemi fiscali nazionali e fisca- lità e finanza pubblica comunitaria. La relazione del prof. de Narcio, dedicata invece ad una dettagliata illustrazione del sistema fiscale italiano alla vigilia e nelle prospettive della sua riforma, è in corso di pubblicazione sulla rivista « Tributi n. La complessità del tema, l'ampiezza delle relazioni introduttive, i diversi livelli ( e u r e peo e nazionale, politico e tecnico) che esse chiamavano in causa, avrebbero richiesto certamente una disponibilità di tempo per il successivo dibattito che in effetti è mancata. Per questo motivo la discussione è stata ad un certo punto interrotta con una contemporanea decisione di riprendere I'argomento in una prossima tornata del C.N. Alla discussione hanno partecipato il Presidente dell'ANCI, Boazzelli e il Vicepresidente delllUNCEM, Leonardi, i quali hanno illustrato l'atteggiamento delle rispettive associazioni sul progetto di riforma tributaria del nostro Paese, esprimendo, accanto ad alcuni motivi di consenso anche alcune preoccupazioni sull'incidenza del progetto stesso sul principio di autonomia degli Enti locali e sulla loro disponibilità finanziaria. I1 Segretario generale dell'AICCE, Serafini, ha invece riportato il dibattito nell'àmbito più proprio alla problematica delllAICCE, richiamandosi alle enunciazioni fatte in materia di finanza pubblica e di finanza delle collettività locali nel primo programma di p e litica a medio termine della Comunità e u r e pea: tali enunciazioni mettono in evidenza la necessità di collegare ogni problema di finanza pubblica e di fiscalità anche a livello europeo con un sistema perequativo delle risorse dei vari Enti locali legato alla p r e grammazione economica generale, alle politiche monetarie e creditizie nonché ad uno sviluppo armonico di tutto il territorio e u r e peo garantito da un'autorità politica sovranazionale. In esecuzione alla decisione sopra ricordata ma con un ritardo dovuto alla crisi governativa dell'autunno e alla conseguente battuta d'arresto nell'iter del progetto di; riforma tributaria, il Consiglio Nazionale dell1A1CCE si è nuovamente riunito il 20 dicembre approvando all'unanimità una risoluzione sui problemi fiscali e sulla loro ar- 9 COMUNI D'EUROPA monizzazione in sede comunitaria che pure riportiamo integralmente. Detto documento era stato predisposto, nell'intervallo tra i due Consigli Nazionali, da un apposito Gruppo di lavoro avente il non facile compito di sintetizzare i numerosi e complessi problemi, emersi dalle relazioni e dagli interventi della seduta del 12 luglio, in alcuni punti essenziali. E' ovvio che detto documento segna soltanto una tappa di un più ampio discorso che rimane aperto e che I'AICCE intende proseguire nell'àmbito dei propri organi statutari e di eventuali Gruppi di lavoro: d'altra parte I'AICCE si è già fatta portavoce nel più vasto quadro del CCE della necessità di un maggiore approfondimento dei problemi posti dall'armonizzazione fiscale agli Enti locali dei sei Paesi della Comunità. Ed ecco il testo della relazione Nasini alla riunione del 12 luglio, cui seguirà la risoluzione che ripete il testo dèl documento di lavoro. il massimo organo delllAICCE in sesslone nella Protomoteca capitolina La relazione Nasini Signor Presidente, Eccellenze, Signori SinQuindi, per « armonizzazione fiscale noi daci, anche a nome della Commissione dellc Comunità Europee - che in questo mo- non dobbiamo intendere una uniformizzamento ho l'onore di rappresentare - desi- zione dei sistemi, ma semplicemente un dero rivolgere un vivo ringraziamento agli adattamento delle disposizioni fiscali che organizzatori di questo convegno che potrh sono attualmente in vigore nei sei Paesi, dare la possibilità di avere uno scambio adattamento clie in alcuni casi potrà pordi idee in merito ad un problema di note- tare anche ad un'armonizzazione completa, sia per quanto riguarda la struttura che le vole importanza come quello della riforma aliquote, ma ciò per permettere il raggiuntributaria. Riforma che, giustamente, come il Signor Ministro l'ha testé ricordato, è gimento dei fini previsti dal Trattato di un fatto, come può dirsi quasi compiuto Roma. Ciò posto, l'armonizzazione deve essere per l'Italia. In secondo luogo debbo far presente che, considerata non come un fine a se stesso, in qualità di funzionario, mi limiterò ad in- ma come un mezzo per raggiungere deterformare le personalità qui presenti in me- minati fini che posso riassumere nella marito ai lavori di armonizzazione fiscale che niera seguente: l ) innanzitutto l'armonizzasono in corso presso i servizi della Com- zione si rende necessaria per assicurare una missione della Comunità Europea e dei neutralità concorrenziale per gli scambi comquali da anni si sta parlando e che, a giusto merciali fra i Paesi membri, e questa neiititolo, hanno dato luogo a polemiche, di- tralità concorrenziale può essere raggiunta scussioni e preoccupazioni da parte degli solo a seguito di un'eliininazione di tutte quelle discriminaziohi fiscali che sono oggi operatori economici e dell'amministrazione finanziaria dello Stato, includendo in tale in vigore nei sei Paesi; 2) in secondo luogo tale armonizzazione è necessaria per permetAmministrazione anche quella locale. tere la realizzazione delle varie politiche che Prima di passare in breve rassegna questi lavori, ritengo opportuno precisare quali sono previste dal Trattato di Roma, ossia sono gli obiettivi che ci si prefigge di rag- la politica agricola comune, la politica dei giungere con l'armonizzazione fiscale, e so- trasporti, la politica commerciale, eccetera. prattutto quale è il significato che la Com- Nel corso, infatti, dei vari lavori intrapresi dai servizi della Commissione in questi vari missione intende ad essa attribuire. Debbo a tale riguardo fare presente che settori, si è potuto constatare che la instaurazione completa di tali politiche non era non intendiamo arrivare - come d'altra parte il Signor Ministro ha già affermato - possibile se nello stesso tempo non si provad una uniformizzazione di tutti i sistemi vedeva ad arrivare ad un certo riavvicinafiscali dei sei Paesi. Sarebbe un fatto im- mento delle legislazioni fiscali che si rifepossibile e illogico perchk, come tutti sanno, rivano alle politiche stesse. 3 ) Infine, tale necessaria per realizzare, i sistemi fiscali non sono che la risultante armonizzazione delle strutture economiche dei vari Paesi, effettivamente, un mercato comune, che strutture che sono diverse da un Paese al- dovrà presentare ad un certo momento le l'altro in quanto posano sulle caratteristiche stesse caratteristiche di un vero e proprio storiche, psicologiche diverse dei vari Paesi. mercato interno nel quale la libera circolaSolo al momento in cui queste strutture zione delle merci, dei servizi, del lavoro e economiche saranno riavvicinate - e q u c dei capitali deve essere assicurata. E ciò non è possibile solamente con la soppressto potrà avvenire nel corso del processo sione delle frontiere doganali che è oramai di integrazione economica che da dieci anni è in atto - anche tutte le legislazioni che dal primo luglio di quest'anno un fatto composano su tali strutture dovranno essere piuto, ma anche con la soppressione di tut.ti adattate e fra queste legislazioni - ben quegli altri ostacoli che si frappongono alle s'intende - quelle fiscali rivestono un carat- frontiere e che possono ostacolare la libera tere di primissimo ordine. circolazione delle merci. In altre parole, dato che i più importanti ostacoli sono di natura fiscale, non è necessario solo sopprimere le frontiere doganali, ma anche quelle fiscali. Tenendo presenti tali obiettivi, la Conimissione ha da anni intrapreso vari lavori, sia nel settore dell'imposizione diretta, che indiretta. Da dieci anni può dirsi che questo processo di armonizzazione è in atto e dovrà condurre gradualmente all'instaurazione di una politica fiscale che noi possiamo chiamare comunitaria ». Ben s'intende, questa politica fiscale comunitaria non potrà essere realizzata nel giro di qualche anno perché essa presuppone il realizzo contemporaneo di una certa unione politica. Ciò premesso, passerò ad analizzare brevemente quali sono i vari lavori che sono stati intrapresi nei vari settori dell'imi~osizione. E comincerò dal settore d:lI1imposizione indiretta, non solo perché il Trattato di Roma in tale settore prevede delle disposizioni precise - l'articolo 99 infatti dà l'incarico alla Commissione di esaminare la possibilità di provvedere all'armonizzazione delle imposte indirette nell'interesse del Mercato Comune - ma anche perché trattasi delle imposte che incidono maggiormente sui costi di produzione e che influiscono, quindi, in maniera più diretta sugli scambi intracomunitari. Come oramai tutti sanno, il primo punto sul quale la Commissione ha ritenuto opportuno di attirare l'attenzione è stato quello della tassa sulle cifre d'affari in quanto si tratta di un tributo che, per la vasta sfera di applicazione, nonché per la importanza finanziaria che ha in tutti i Paesi, può avere una incidenza considerevole sia nel campo economico che in quello finanziario. A seguito di lunghi studi che sono stati effcttuati, si & arrivati alla determinazione di condannare il sistema delle tasse sulle cifre d'affari, percette con il sistema a K cascata », come è il caso dell'IGE, in vigore in Italia, e di prevedere la sostituzione di tale tributo con un'imposta del tipo del valore aggiunto. Data la brevità del tempo non credo chc sia possibile intrattenermi a lungo sulla portata di tale tributo. Mi limiterò ad ac- COMUNI D'EUROPA gennaio 1969 (da sinistra) il relatore comunitario, Nasini, i sottosegretari al Tesoro, Santero, e al Bilancio, Caron, il vicepresidente della Provincia di Roma, Pulci, il presidente delllANCI, Boazzelli e il direttore delllUfficio per l'Italia delle Comunità Europee, Fucili cennare alle differenze sostanziali fra la imposta percetta con il sistema a « cascata e quella sul valore aggiunto D. L'imposta a « cascata » è un'imposta che colpisce tutti i prodotti nella fase della produzione e della distribuzione, e che pertanto incide sul prodotto finito in maniera diversa a seconda della lunghezza del ciclo di produzione o di distribuzione. Si tratta quindi di un tributo che non è neutrale ai fini della concorrenza, e ciò per il fatto che le impresc cile sono maggiormente integrate potranno produrre, tutte le alti..? condizioni eguali, a un costo meno elevato in confronto alle imprese a ciclo non integrato. Inoltre, per permeitere la tassazione di tali prodotti nel paese di destinazione, giusta quanto previsto dal Trattato di Roma, e come è ammesso anche dagli accordi internazionali del GATT, C necessario provvedere alla instaurazione di misure compensative alle frontiere, all'applicazione, cioè, di diritti compensativi all'iinportazione, a ristorni all'esportazione. Tali misure compensative che dovrebbero corrispondere all'incidenza della tassa sulla cifra di affari che grava sui prodotti oggetto di importazione e di esportazione sono calcolate in maniera forfettaria, per cui essendo impossibile effettuarne un valido controllo non si può mai avere la prova certa della loro esattezza. Di conseguenza le contestazioni da parte dei vari Paesi in tale campo sono sempre numerose. Inoltre, la manipolazione possibile di tali misure può dar luogo ad una incertezza sul piano degli scambi commerciali. Infine, la coesistenza di diversi sistemi renderà sempre necessarie delle compensazioni alle frontiere, per cui la soppressione delle frontiere fiscali alle quali ho fatto cenno non potrà mai cssere realizzata. Questi sono i motivi per i quali è stata proposta la soppressione delle imposte sulla cifra d'affari percetta con il sistema a cascata e la loro sostituzione con un'irnposta sul valore aggiunto, la quale, invece, è neutra ai fini concorrenziali. Si tratta, infatti, di un tributo, che, pur essendo percetto ad ogni stadio della produzione e della commercializzazione, incide sul prodotto finito, data la tecnica di applicazione delle deduzioni fisiche e finanziarie, sempre in maniera uniforme qualsiasi sia la lunghe7za del ciclo di produzione. Quindi, tutti gli inconvenienti ai quali ho fatto cenno riguardo alle imposte percette con il sistema « cascata » verrebbero a cadere, ed a seguito di una armonizzazione delle aliquote, oltre che della struttura, si potrebbe arrivare anche alla soppressione delle frontiere fiscali. Questo & il motivo che ha indotto la Commissione a sottoporre al Consiglio dei Ministri delle proposte in tale senso ed il Consiglio dei Ministri delle Comunità Europee, come loro sanno, l'anno scorso ha adottato due direttive che concernono rispettivamente le modalità di applicazione di tale tributo e le modalità per l'introduzione graduale di tale tributo nei sei Paesi. La Repubblica Federale Tedesca ha già introdotto il nuovo sistema a partire dal primo gennaio di quest'anno; i Paesi Bassi lo introdurranno il primo gennaio dell'anno prossimo mentre i1 Belgio ed il Lussemburgo, il primo gennaio 1970. E' augurabile anche che l'Italia possa rispettare tale termine. Per quanto ne concerne le conseguenze dell'applicazioni di tale tributo, sia nel campo finanziario che in quello economico è evidente che, specie nei primi periodi di applicazione, se ne potranno avere ma l'esempio della Francia, della Germania, nonché della Danimarca che, pur essendo un Paese al di fuori del Mercato Comune ha ritenuto opportuno ugualmente, il primo luglio dell'anno prossimo, introdurre un tale sistema, fanno ben sperare e possono tranquillizzare circa gli effetti della introduzione di detto tributo. Sempre per realizzare la libera circolazione delle merci, non è sufficiente solo procedere alla armonizzazione della tassa sulle cifre d'affari, ma ugualmente ad uil certo riavvicinamento delle altre imposte indirette, specialmente quelle che hanno una influenza sugli scambi commerciali. In tale materia la Commissione ha già proceduto ad un esame analitico di tutte le imposle indirette in vigore nei sei Paesi della Comuilità, imposte che sono molto diverse da un Paese all'altro. Alla fine dei contatti che ha avuto con gli esperti governativi dei Paesi membri essa ha proceduto alla classificazione di tali tributi in tre categorie. La prima categoria comprende certi tributi, che sia per l'importanza economica che per quella di bilancio rivestita in tutti i Paesi, debbono continuare a sussistere nei Paesi stessi e, quindi, è necessario procedere ad una loro armonizzazione. Si tratta in particolare dell'imposta indiretta sugli alcoli, dell'imposta sui prodotti petroliferi e dell'imposta sui tabacchi. Per lo zucchero e per la birra, ugualmente potrà arrivarsi ad una armonizzazione, ma, in queslo campo, i pareri sono ancora discordi. Per quanto concerne in particolare l'imposta che colpisce sia i tabacchi che gli alcoli, devo far presente che la questione è già stata esaminata, non solo dal punto di vista fiscale, ma sotto l'aspetto dei monopoli e agricolo. L'aspetto monopolio, è necessario esaminarlo perché per i tabacchi esiste in Italia un monopolio ed una regia in Francia, mentre per gli alcoli un monopolio esiste in Francia e nella Repubblica Federale Tedesca. L'aspetto agricolo è importante perché nel quadro della politica agricola comune è indispensabile realizzare una organizzazione di mercato del tabacco greggio e degli alcoli di produzione agricola. L'aspetto fiscale è, infine, importante in quanto in molti Paesi la fiscalità è spesso utilizzata come uno strumento per proteggere la produzione dell'alcole agricolo nonché regolare il mercato del tabacco greggio. Per questi tre aspetti del problema sono stati fatti studi approfonditi. Per il tabacco è stato già predisposto un progetto di regolamento che comprende i tre aspetti suddetti, C stato sottoposto al Consiglio dei Ministri ed attualmente forma oggetto di esame, sia da parte del Parlamento Europeo che da parte del Comitato Economico Sociale. Per gli alcoli invece si prevede in autunno di sottoporre un progetto di regolamento sui tre aspetti citati alla Commissione, e quindi al Consiglio delle Comunità Europee. L'altra categoria di imposte comprende quelle che esistono solo in determinati Paesi, sono diverse da un Paese all'altro e non hanno una grande importanza per il bilancid dello Stato. Per tali tributi si prevede che sarà fatta una raccomandazione ai vari Paesi membri al fine di esaminare se nel quadro della riforma della tassa sulle cifre d'affari non sia possibile procedere alla loro soppressione ed incorporazione eventuale nell'imposta sul valore aggiunto. Infine, vi è una terza categoria che comprende un numero limitatissimo di tribuli, di scarsa importanza economica e di bilancio che sono generalmente applicati al consumo e che, quindi, non hanno influenza sugli scambi intracomunitari. Per tali tributi il mantenimento potrà ancora aver luogo perché non influenza la realizzazione del Mercato Comune. Questo, per quanto concerne i lavori in materia di imposizione indiretta. COMUNI D'EUROPA Per quanto concerne invece la imposizione diretta, i lavori effettuati dai servizi della Commissione si trovano in uno stadio meno manzato. E ciò principalmente per due motivi. Innanzitutto in quanto in merito all'imposizione diretta non vi sono disposizioni precise per un'armonizzazione prevista dal Trattato di Roma; esso contiene solo una disposizione di carattere generale quella cioè dell'art. 100 che prevede un riavvicinamento delle legislazioni nell'interesse del Mercato Comune. In secondo luogo, poi, in quanto l'in~posizione diretta è spesso, in tutti i Paesi, uno strumento, non solo di politica fiscale, ma soprattutto di politica economica. Quindi i legami fra tali due politiche sono talmente stretti che è difficile separare i due aspetti e fare delle proposte in materia fiscale senza tenere conto di quelli che sono gli obiettivi da raggiungere nel campo economico. Comunque, si è potuto constatare che, fra le imposte dirette, quelle che maggiormente hanno importanza per il buon funzionamento del Mercato Comune sono le imposte che colpiscono le imprese, dato chc si tratta di tributi che, indirettamente, possono avere un'influenza sui costi di produzione e su tutta l'attivith economica. In tale sensc si è già proceduto a degli studi approfonditi per quanto concerne la base d'imposizione, specie per quanto concernc le regole d'ammortamento che sono diverse da un paese all'altro. Essendo impossibile arrivare a fissare delle regole uniformi, si tenta di vedere quali sono i punti di contatto di tali criteri in vigore nei sei Paesi e di proporre una procedura di consultazione preventiva qualora, come nei casi di accertamenti accelerati, le regole difformi in vigore possano dar luogo a distorsioni nel campo economico. Dopo l'esame della base imponibile, si è proceduto all'esame della struttura delle imposte delle imprese, ed in particolare delle imposte sulle societa. Anche in questo settore i criteri sono diversi nei vari paesi, e tali diversità possono, sopratutto, avere conseguenze importanti qualora sono riscontrate nel campo della tassazione dei dividenti che vengono distribuiti. Infatti criteri diversi di tassazione da un Paese all'altro danno luogo a regimi più favorevoli di tassazione che possono influire sui movimenti di capitali e sulla iocalizzazione degli investimenti. Altro proi.lema, che può influire sul movimento di capitali è quello della ritenuta alla fonte che colpisce i titoli obbligazionari. Anche i i i questo settore sono in vigore criteri diversi di imposizione da un paese all'altro, perché questa ritenuta oscilla da zero, come nei Paesi del Lussemburgo e delllOlanda, al 30% in Italia, e quindi può avere una influenza sulla scelta del luogo di emissione di obbligazioni. Si tratta, in definitiva, di disposizioni fiscali che hanno un'influenza diretta sul movimento dei capitali e quindi è necessario, in detto settore, di arrivare ad un certo riavvicinamento delle disposizioni esistenti per far sì che queste disposizioni fiscali non diano luogo a movimenti anormali di capitali. Tali problemi, sono stati già esaminati in maniera dettagliata, e sono stati riassunti in un memorandum che l'anno scorso la Commissione ha sottoposto all'esame del Consiglio dei Ministri. Quest'ultimo, specie per alcuni punti, ha già dato incarico alla Commissione di presentare delle proposte dettagliate. Un altro punto importante che è stato trattato in detto memorandum è quello che riguarda le imposte che possono influire sulla ristrutturazione delle imprese, ossia di quelle disposizioni fiscali che ostacolano le concentrazioni internazionali le quali, invece, si rendono sempre più necessarie per far fronte alla crescente concorrenza dei Paesi terzi. Anche in questo caso sono statc già esaminate e predisposte proposte concrete per quanto riguarda un adattamento delle disposizioni che concernono sia le fusioni internazionali, che al momento attuale, a causa del trattamento fiscale applicabilz alle plusvalenze constatate al momento delle Fusioni possono ritenersi quasi impossibili, che le prese di partecipazioni in società aventi sede in un altro Paese membro che sono spesso ostacalaie dalle doppie imposizioni che si verificano sui benefici passati dalle filiali alle societa madri con sede in un altro Paese. Per quanto concerne invece le imposte personali sul reddito delle persone fisiche, la Commissione per il momento non ha ritcnuto opportuno di prenderle in esame, in quanto tali tributi hanno attualmente una influenza relativa sul buon funzionamento del Mercato Comune. Comunque, essa si riserva di procedere a tale esame il giorno in cui un'armonizzazione più completa - specie per quanto riguarda l'imposta sulle società - sarà realizzata. Quello che è augurabile, per il momento, è che in tutti i Paesi venga introdotta una imposta avente una struttura analoga, e cioè, un'imposta personale progressiva sul reddito che esiste gia in tutti i Paesi eccezion fatta delllItalia. Ritengo che in questo caso trattasi di una questione facilmente superabile in quanto, salvo modifiche, nel progetto di riforma fiscale che sarà presentato di nuovo in ottobre al Parlamento mi sembra che sia prevista anche nel nostro Paese la sostituzione, per le persone fisiche, dell'imposta cedolare con un'imposta personale progressiva. Queste sono le grandi linee dei lavori che sono stati effettuati, grandi linee che possono già dare un'idea di quella politica fiscale comunitaria che dovrebbe essere gradualmente instaurata nei Paesi membri. Tale politica fiscale comunitaria dovrebbe essere in linea di massima basata su tre grandi tributi: un'imposta sul valore aggiunto uniforme nei sei Paesi avente cioè la stessa struttura e le stesse aliquote, al fine di permettere la soppressionc delle frontiere fiscali, affiancata da alcuni tributi indiretti di notevole importanza; un'imposta sulle società, che dovrebbe presentare una struttura analoga, ma con aliquote diverse da un paese all'altro a seconda delle necessita economiche dei Paesi, infine, un'imposta personale progressiva sul reddito delle persone fisiche, che potrebbe rimanere per lungo tempo con aliquote diverse al fine di permettere un certo margine di manovra di bilancio di cui ogni Stato ha bisogno. Da quanto esposto, penso che la domanda che tutte le personalità qui presenti possono porsi sia quella di conoscere cosa sia stato fatto nel campo dell'imposizione locale. A tale riguardo debbo subito far presente che poco è stato finora fatto, e ciò per i seguenti motivi. Come ho già accennato, la Commissione si è preoccupata, innanzitutto, di vedere quella che potrà essere la politica fiscale comunitaria da instaurare nel nuovo spazio econonlico che risulterà dall'integrazione economica in corso nonché da una unione politica che è l'obiettivo finale da raggiungere. In considerazione delle difficoltà incontrate per realizzare la suddetta politica fiscale comunitaria, sarebbe stato prematuro ed inopportuno analizzare, oggi, nei dettagli le imposizioni locali nei vari Paesi tanto più che i risultati ai quali si sarebbe potuti pervenire, sarebbero stati minimi in confronto al lavoro da effettuare. Ciò nonostante la Commissione non ha trascurato tale problema. Infatti, uno studio comparativo dei regimi fiscali locali esistenti nei Paesi membri, è stato già effettuato. Si è potuto constatare che per quanto riguarda la finanza locale, i regimi in vigore sono molto diversi da un Paese all'altro, ma ciononostante si è potuto constatare che vi sono determinati tributi che sono in vigore in tutti i Paesi. Si tratta dei tributi fondamentali come l'imposta fondiaria, la imposta sulle persone fisiche, le imposte sulle imprese che specialmente hanno un carattere autonomo in alcuni paesi come in Germania e in Francia e le varie imposte sui consumi. Alcune di tali imposte sono autonome, ed altre sono percette sotto forma addizionale e tributi erariali. Si è potuto, altresì, constatare che una certa interferenza fra l'imposizione dello Stato e quella locale, esiste ovunque perché, molto spesso, taluni tributi locali possono essere dedotti dall'imposta erariale personale sul reddito progressivo delle persone fisiche. Per il momento, ripeto, ci si è limitati a esaminare la situazione vigente in tale campo e si sta procedendo, altresì, a effettuare studi più approfonditi per meglio conoscere i punti di contatto e quelli in cui le disposizioni divergono. Per quanto riguarda gli sviluppi ulteriori di tale esame è prematuro per il momento fare previsioni, quello che è certo è che il giorno in cui l'integrazione economica prevista dal Trattato di Roma sarà realizzata, e la politica fiscale comunitaria alla quale ho fatto cenno sarà stata instaurata, sarà neccssario di procedere anche ad un certo riavvicinamento delle grandi linee delle politiche fiscali locali dei sei Paesi. E nello stesso tempo occorrerà meglio fissare i rapporti fra potere centrale e potere locale, perché un'autonomia - come giustamente ha ricordato il Signor Ministro - è necessaria che sia accordata alle autorità locali, ma ciò non esclude che dei rapporti ira finanza locale e finanza erariale vengono meglio precisati al fine di evitare intralci alla realizzazione della integrazione economica che è lo scopo finale che si deve raggiungere. A parte questo studio di carattere tecnico e generale che è stato intrapreso, dai servizi della Commissione un altro esame è stato effettuato sui problemi delle autorità locali, da parte del Comitato di Bilancio. Tale Comitato è uno dei Comitati che, alla stessa stregua di quello Monetario e di quello della Congiuntura, affianca l'operato della Commissione, ed ha lo scopo di esaminare problemi di sua competenza e furmulare pareri, sia alla Commissione, sia al Consiglio dei Ministri. Tale Comitato di Bilancio, che è presieduto da una personalità italiana, e cioè dal nostro ragioniere generale dello Stato, professor Stammati, ha COMUNI D'EUROPA già messo allo studio il problema di bilancio concernente le collettività locali dei sei Paesi. Uno studio approfondito è stato fatto a tale riguardo. E' stato esaminato per quanto concerne le entrate il rapporto della quota parte nella quale interviene lo Stato nci confronti delle entrate delle attività locali, e per quanto concerne le spese, le varie catesoric e la parte che esse rappresentano nel bilancio generale. E' stata inoltre esaminata la striittura di tali spese, specie il rapporto fra spese correnti e quelle di investimento, e infine è stata esaminata l'evoluzione delle entrate e delle spese durante il ciclo congiunturale. Dopo questo esame dettagliato dei p r e blemi, il Comitato ha emesso un parere, che è stato già inviato alla Commissione ed al Consiglio dei Ministri. Possiamo riassumere questo parere dicendo che: 1) le attivith locali dovrebbero essere iilcluse in una p r e grammazione finanziaria che rileva dallo Stato in modo che tutti i loro investimenti potrebbero essere orientati verso scopi più produttivi; 2) sarebbe augurabile che i conipiti strutturali delle collettività locali fossero inseriti nel quadro della politica congiunturale che appartiene al potere centrale, e che esso può promuovere con la collaborazione delle banche di emissione; 3) gli organi nazionali dovrebbero prendere delle misure necessarie per rendere le entrate dellc collettività locali meno sensibili alle flutluazioni congiunturali; 4) sarebbe, infine, necessario un migliore coordinamento fra gestione dellc spese delle collettività l e cali e la politica di bilancio del potere centrale pur rispettando l'autonomia finailziaria di tali collcttività. Si tratta di un parere che non è vince lante, ma che può servire come raccomandazione ai vari Paesi nel quadro della gestione delle amministrazioni locali. Da quanto sopra csposto, si pub constatare che, anche se nel campo della finanza locale non è stato ordinato molto, comurique esso non è stato trascurato; si attende, ora, semplicemente il momento più opportuno, sia dal punto di vista politico, che dal punto di vista economico, per rilanciare tale problema che indubbiamente, analogamente a quello più vasto dell'armonizzazione fiscale degli Stati membri, dovrà concorrere al raggiungimento dell'integrazionc economica da tutti auspicata. Signor Presidente, Signor Ministro, Signe ri Sindaci, ho terminato questa breve e s p e sizionc, e ringrazio dell'attenzione che mi è stata prestata. Chiedo scusa se non sono stato chiaro nella mia esposizione, ma rimango a loro disposizione per tutte quelle informazioni supplementari che loro ritenessero opportuno. la risoluzione I1 Consigllo Nazionale delllAICCE, riunito a Roma in Campidoglio il 20 dicembre 1968, viste le relazioni presentate nella precedente sessione del 12 luglio 1968 sul tema generale « L'armonizzazione fiscale nell'àmbito della CEE, lo stato degli studi per la riforma tributaria al livello governativo italiano e il parere degli enti locali su tale progetto e sulle strutture degli altri Paesi comunitari» e il dibattito che ne è seguito: ravvisa nella riforma del nostro sistema tributario la occasione per un impegno specifico dello Stato Italiano di rapportare le proprie strutture fiscali e amministrative al più vasto processo dell'integrazione economica europea; ritiene che tale rapporto debba ispirare tutto il sistema della riforma, nel rispetto delle direttive emanate dal Consiglio dei Ministri della CEE, pubblicate nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee il 14 maggio 1967 e che riguardano sia la sostituzione dei sistemi attuali delle imposte sulle cifre di affari che il sistema comune sul valore aggiunto, tenendo conto n del rapporto tra le imposte dirette e quelle indirette, che differisce nei varii Stati membri, degli effetti di una niodiiica dei sistemi fiscali sulla politica fiscale e di bilancio degli Stati membri, nonché della influenza esercitata dai sistemi fiscali sulle condizioni di concorrenza e sulla situazione sociale nella Comunità m; afferma in questo quadro, l'inderogablle esigenza: 1) che venga introdotta la IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) or nei termini e nei modi gennaio 1969 prescritti dalle norme comunitarie m. consapevoli delle conseguenze negative di una sua ritardata applicazione sugli stessi sviluppi della unificazione economica europea: I'armonizzazione fiscale è infatti una delle condizioni fondamentali u per l'attuazione di una vera unificazione di mercato, quale complemento della soppressione delle barriere doganali n; 2 ) che la struttura delle altre imposte (sulle -società e personale sul reddito), previste dal progetto di rlforma preannunciato nel nostro Paese, corrisponda ai previsti orientamenti per lo sviluppo del processo di armonizzazione dei sistemi fiscali dei Paesi della CEE; ribadisce infine, che qualunque riforma tributaria dwe garantire la partecipazione degli Enti locali alla fase impositiva, assicurando altresl un gettito corrispondente alle funzioni che essi devono svolgere per lo sviluppo delle loro comunità, nel quadro delle crescenti esigenze della società moderna; inoltre la riforma tributaria dovrà indirizzare la finanza pubblica nel suo complesso verso finalità comuni di perequazione dei sacrifici, di uniformità nella erogazione dei servizl, di sostegno e progresso delle zone meno sviluppate. Approvata all'unanimith. L'aggiornamento dello Statuto dell'AICCE, i bilanci e l'elezione del Collegio dei Sindaci Nel corso della riunione del 12 luglio 1968, il Consiglio Nazionale ha appovato all'unanimith, dopo ampia discussione, gli aggiustamenti statutari demandatigli dal Congresso di Ancona (16-17 settembre 1966). Infatti, ogni Statuto è inevitabilmente soggetto alla verifica dell'esperienza e a questa legge generale non ha fatto eccezione neppure lo Statuto dell'AICCE. L'attivith pluriennale dell'Associazione ha infatti messo in evidenza un duplice ordine di motivi tali da consigliare alcuni aggiustamenti di tale documento fondamentale: l ) l'esigenza di una migliore formulazione di alcune sue norme che, appu.nto al collaudo dell'esperienza, hanno dimostrato di consentire interpretazioni non univoche o hanno dato luogo a difficolth tecniche nella loro pratica attuazione; 2) I'opportunith di permettere un ulteriore diretto ed organico, seppur limitato inserimento nel Consiglio Nazie nale dell'Associazione - al lume della realth più recente - di rappresentanti di organizzazioni e di movimenti aventi con I'AICCE comuni obiettivi nella battaglia federalista e per le autonomie locali. Sulla base di queste esigenze, la Direzione Nazionale delllAICCE nella seduta del 20 luqlio 1966 delegava ad un ristretto g r u p po di lavoro (composto da Martini, Briigner e Arpea) il compito di esaminare il testo dello Statuto vigente e di apportarvi quelle revisioni di forma, che risultassero rispondenti alle circoscritte finalith di cui sopra. Le proposte redatte dal gruppo di lavoro vennero inviate a tutti i membri della Direzione, con espresso invito a formulare eventuali osservazioni entro il 31 agosto 1966, onde poter temnestivamente sottoporre p r e poste e suggerimenti al Conqresso Nazie nale dell'Associazione, gih convocato ad Ancona nei giorni 16 e 17 settembre 1966. All'invito del gruppo di lavoro un solo membro della Direzione ritenne di dover proporre miglioramenti di formulazione di certi articoli. I1 Congresso Nazionale, constatata la assoluta mancanza di tempo per discutere tale argomento posto formalmente all'ordine del giorno, deliberò, su proposta di Giacchetto, membro dell'Esecutivo uscente, di aumentare con effetto immediato il numero dei membri dei tre organi statutari (e precisamente da 75 a 104 per il Consiglio Nazie nale, da 25 a 41 per la Direzione e da 11 a 18 per il Comitato Esecutivo) onde consentire la necessaria elezione del nuovo Consiglio Nazionale al termine del Congresso: contemporaneamente, diede mandato al n u e vo Consiglio Nazionale di procedere all'adeguamento dello Statuto negli altri punti che gih avevano formato oggetto di esame da parte dell'apposito Gruppo di lavoro e, successivamente, dei membri della Direzione uscente. Si trattava - secondo l'esplicito mandato conferito al Consiglio Nazionale dal Congresso, che approvb all'unanimith uIia breve relazione di Giacchetto - di un adeguamento puramente formale, che non doveva comunque toccare in radice la s e stanza del nostro ordinamento costituzie nale. I1 testo attualmente vigente dello Statuto dell'AICCE è quindi quello che riproduciamo nella pagina accanto, per comodith di tutti i Soci. L'approvazione dei bilanci Nella stessa riunione sopra ricordata, il Consiglio Nazionale ha anche approvato all'unanimith il conto consuntivo per il 1966 e il 1967, nonchC il preventivo 1968, dopo aver ascoltato un'ampia relazione illustrativa del Segretario amministrativo Dozio e la relazione fatta dalla prof.ssa Guasco a nome del Collegio dei Revisori dei Conti. L'elezione del Collegio dei Sindaci I1 Consiglio Nazionale ha proceduto anche all'adempimento previsto nell'art. 13 dello Statuto, cioè all'elezione del Collegio dei Sindaci nelle persone di: Maria Maddalena Guasco, Tito Scipione e Pasquale Trozzi (quali Sindaci effettivi) e Giulio de Julis e Iginio Cossu (Sindaci supplenti). 11 COMUNI D'EUROPA gennaio 1969 STATUTO DELL'AICCE (Testo approvato dal Coiisiglio Nazionale dell AIECE il 12 luglio 1968 a segui20 delle d~cisionidel 5 O Congresso tiarionale dellSAlCCE - Ancona, 16-17 seiiemhre 19661 .ARTrCO1.n -- - - - - - -- 1E' costituita, con lo scopo di cui al succes-ivo art. 3. l'Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni d'Europa ( n Associazione dei Comuni, delle Province, delie R gioni e Eegli al:ri Enti lo al1 AICCE n) - che P i? Sezione itallana del Consiqlio dei Comuni d'Europa, con tutti g7i obblighi Inerenti -, cui possono aderire tutte le comunità iocali pre\iqte <,alla CL's 1tmione deila Repubblica Italiana, e le persone giuridiche o fislche previste ddl presente Siatuto che regola I'Associazio:~e. - ARTICOLO 2 L'ad-slone a'1'Asso:iazione implica i'osservanza del presente Statuto, e dei regolamenti e norme chs verranno emanati dal Consiglio Na~iora'e de l'fissociazione stessa, compresa la norma relativa al pagamento del contribuii anniiali. ARTICOLO 3 L'Associazione ha per scopo di orparnlzzare i n I!alia una azfone euronea, In collahorazion8 con le Associazioni in er ssa:e <'e1 d'versi paesi e ~ a r . 1 ~ larmente con il Cons;g!io dcl Comuni d'Europa, al fine di: a) raforzare attraverso E-i Entl lma-l lo splrito europeo e p r o m u o ~ e r e una azlone di-etta a.13 cos:ituzion= d?lla Ferieraz'o-e eu-opea ( S atl Uni i d'Europa) fonda'a sulle autonorr-ie locali e sulla pianlficazicne democratica dei territorio federale: b ) assicurar? la parte-ipazione o la rapprzsentanza dei Comuni. delle Province. delle Re:13nl e delle alare comunità lo-ali negli Organim~ieuropel e internazionali, con particolare riguardo alle istituzioni comunitarie europee; C ) intl-grare ccn l'A-semblea rappresentativa delle Comunlth locali le futurc Istituzioni europre: d ) ott-nere e di1end:re un'effettiva autonomia del:e comunità territoriali locall; e ) facilitare la gestione del Comuni. aszlcurare ai loro abitanti con. creta noss'bi!ità di auto:overno e contribuire alla loro pro:perl!à, speciai. mente-con lo sviluppo di lnlzietlve e di organisml comunali. pro;l?cia i e regionali, e nel caso del grandi comuni - con l'articolazione degli stessi In più comunità organ'che e demorrat1:he; f ) promuovere s'udi comparatiil e conos:enza reclpro-a, dirctta, clrca le modalith dzl governo locale nei vari pa-sl europei, e favcrire studi e inizia'lve nel campo dell'urbanistira, d:ll'econon?la agraria, del servizio sociale e della scuola, del credito, ecc., necessari al~'a!tuazlon@ del comma b ) . - ARTICOLO 4 A questo scopo 1'Asso:iazlone: svolge la n-ccssar'a azione po1::i:a e cu!turale; pr.xnuov- studi laiendosi an hc i i uffici e commlsrl~ni: in eencrdo iavorbco I'es-rcizio dellc aitivith ad es-o inerenti. -. -. La sede dell'Assuciazione ARTICOLO 5 a Roma. La durata dell'Assoclazione ARTICOLO 6 illimitata. ARTICOLO 7 L'Associazfone s i compone di s o ~ ititolarl, soci Individuali, soci esperti e soci adcren.1. S m o ammissl in qualità di soti titolari l Comuni, le Province e le Reg .od. Sono amm-ssi in qualità di soci indiv1dua:i tu:ti gil eiztti ai Conr1g:i wmunall, pr~\incialI e regionali. S o n ~amnicssi In qua1i.à di scci esperti tutti coloro che slano riconosciuti tali dalla Direzion: Naiioiialc d~l.'Associazione. Sono ammessi in qualità di soci aderenti le persone fisiche e g:i ali, che d i c h a r i n ~di a c e t t a r e io Statuto d:ll'Asso,i~one. ARTICOLO 8 I soci individuali non rieletll diventano soci aderenti. I so.1 titolari partecipano agli organl dell'Associazione attraverso i loro rappr-se,;t..n 1 l e c ~ . i (risp-ttii-a.n.nta sindcci, Pre-icenti di Pr0v.n la, Pr-siden.1 dl Regioiie), l quali patranno tuttavia delegare altro componenze del Consiglio comunale o provlnciale o regionale. con appcs1.a delibera di Giunta. ARTICOLO 9 ASSEMBLEA GENERALE L'Asszmblea generale si compane dei so21 i s ~ r i t t i che risu'tino tall da almeno 30 giorni. I1 voto dellberativo compete solo al soci titolari; i s o 3 delle altre categorie hanno dMito al roto consuitivo e piena facoltà di intervento. L'Asszmblea può essere ordinaria e straordinaria. L'Assemblea ordinaria convocata almeno ogni due anni dal Consiglio Nazionaie che ne predlspone l'ordine dei giorno. L'Assemb1;a s raordinaria è convocata tutte le vo:te lo rlterrà opportuno li Consiglio Nazionale o su richiesta scritta di almeno 11 20V0 dei soci titolari. La convocazione dell'Assemblea fatta almeno 60 g l o n ~ iavanti alla data fissata, mediante puhb 1-azione nel bo:letti.io del1'Asso;lazione e, in m n canza del bollettlno, con Lettera racco-nandata. ARTICOLO 10 I.'Assemblea ordinaria discuto o &:lbern sulla re!azionc polltlco-organlz. zativa presentata dalla Direzione Nazionale uscente, procede all'elezione del Condg!l3 Nazlonale, d l s ~ u t e e delibera su tuttl gli altri argomenti ail'ordIne del giorno. n1 vengono prese a maggioranza semplice, calcoLe d ~ ~ i . i ~ dell'Assemblea lata sulla basa del presenti e d-lle deleghe rllascia:e, con delibera dl Giunta, dai soci titolari: ciascun socio presente non può essere portatore di più di una dzlega. Per le modlfiche dello Statuto è richiesta la maggioranza dei due terzi. Lo scioglimento dell'Associazione pub essere deciso so!o con il voto favorevole di almeno 1 tre quarti del soci titolari iscritti all'Asswiarione. ARTICOLO 11 CONSIGLIO NAZIONALE, DIREZIONE, COMITATO ESECUTIVO E COLLEGIO SINDACALE I1 Conslgllo Nazionale fissa gll indirizzi genera11 deil'Asso lazlone in conformlth alle risoluzioni dell'Assemblea generale. Si riunlsce almeno due volte l'anno In seduta ordlnarla per discutere ed approvare il bilancio preventivo, Il conto consuntivo e la relazione politico-organizzativa. Ii Consiglio potrà essere convocato s u inlzlaiiva del Presldente o s u richiesta del,a Direzione Nazionale o di almeno un quarto del membri. ARTICOLO 12 L'Assemblea generale elegge direttamente 104 componenti del Conslgllo Nazlonale. di cui 56 socl titolarl, 32 soci Individuali e socl esperti, 16 parlamentarl naz'onaii particolarmente versatl nei prohl-mi europei. I l Conslgllo eletto può integrarsi mediante cooptazione dl altri 20 membri scelti tra 1 sori d i qualslasl categoria (titolarl. indivlduali, esper;! ed aderenti) senza obbligo dl rlspettaro una particolaro proporziono fra di essi. Tutti i membri del Consinllo Nazionale hanno voto de1:berativo. Fanno parte dl d'r.tto~-del Consiglio Nazionale, extra-numero, due rappresen anti di ciascuna delle seguenli Associazioni: Assodazlone europea degli Insegnanii (AEDE Sezione Italiana), Movimento Federalista Europ'o (MFE - Commisdon2 italiana), Consig io italrano del Movimento Europeo (CIME), Lnione Nazlonale Coxuni ed Enti Montani (UNCEM), Federazione Italiana Arnministratorl Entl lo ali (FIAEL). Fanno parte di diritto del Consiglio Nazionale, extra-numero, i Presidenti de le Federaz:onl regionali previste nell'art. 25 del prese.ite S:itu o. Dopo tre ass-nze conse:utive del proprio rappresentante legale o <'e1 ruo deleeato. i soci titolari membri del Cons:e7io A'azionale decadsn? da ta'e --~ vengono s~stitu1.i per cooptaz!on< Inòipendentem:nte dalla quota cari& fissata dal 2 ' comma del presente arti 010. Altrettanto avvlene per i socl Individuail ed esperti n-l caso d i asslnze ingiustlticate. - ~ ~ ARTICOLO 13 Ii Consig'i? Nazlona'e e!epge nel suo szno 11 Presidente, due o p'ù VicePresiientl e il S-gretario g?nera7e dell'Asso-iazione, noiiché tre Findacl eftettlvl e due supp-enti. I1 Consi~llo Nazionale nzlla st-ssa seduta e con separata votazione elegge nel suo seno 41 membri della Dlrczione ai qua-i s i aggiun-.ono i1 Presidente, due o più Vice-Pr~s;d:n:i e il Segretario gene;ale sià eletii. u-- I1 Colliglc dri Sindncl provvede ad eleggere tra 1 suoi membri il Presidente ed 11 Vlce-Presidente. ARTICOLO 14 La D:rezlon-: Nazlonale sl r:unisce su convocarione del Presldente o su richiesta di almrno sette del suo1 comyonentl. ARTICOLO l5 I a Direzione Nazlonale amministra l'Associazione e s i assume la responsabllità dslle prixcipali decisioni operative. I n particolare essa apprcn a il rego'am-nt3 p:r il funz'onamen:~ dell'Assoclazione e qu-il1 corsernenti le slngA2 Felerazloni rsziona:i di cui all'art. 25 d.1 przsente Stituto, fissa In misurn de:k quote asso iative, elegge nel suo seno il Comitato Eseru ito di cui al succ?ssivo art. 16 e, su proposta del Segretario grnerale, a:tribuiscc g:l incarichi di Srgretario genzralc aggionto, dl Segre:ario amministrativo e gli altri eventuali previsti nel 20 comma dell'art. 16. Il r'rolarien:~ dell'Arso iazione e que-li conc'rn nti le Feferarioni regio. nali s n > poi cotto7os:i all'approvazionn d-l Consiglio Nzzio--ale. S ~ e t t ? n o puie alla Direzione le designazlonl dei componei1.i di organi del CCE. ARTICOLO l 5 I1 Comi:at? Esecutiva b comp2s:o da: 11 Pr-s'dente. i Vic--Fr~siden'i, il Srg.etari> ge:?erale, 11 Segretar o generale aggiu;iti, Il Segreta:io smminlstratlva e da altri meml.ri elctti da la Dyrezl~neNazionale ā¬.n3 a raggiunglrc un numero coxp:essi\o di comooiienti compreso tra un minimo di 9 ed un massimo di 13. Su proposta del S-gretario generale possono essere attribuiti specifici incarichi a dngoll niembri del Comitato Esecutivo. ARTICOLO 17 I1 Comitato Esecutivo prepara l lavorl della Direzione Nazionale e ad& in via di urgenza le declsioni di competenza della Direzione stessa, alla quale riferisce alla prima rlunione suc~essiva. 11 Comltato Esecutlvo s l riunlsce s u convocazione del Presidente o su richiesta del Segretario generale o di un terzo dei suoi componentl. ARTICOLO 18 I1 Pres'dente rappresenta I'Ascociazion:; presi-d? le riunioni d l Con. siglio Nazlonaie, della Direzione Nazionale e del Comi:a:o Esecutivo. ARTICOLO 19 I1 Srgretario generale cura 11 perfezionamento e la esecuzione delle decisio:il poli lche d-1:a D;r:ziose e ce1 Comita:o Ese,utivo e i appl.caz1on- &i regolamenli di cui agli artt. 15 e 25 del presenie Statuto. ARTICOLO 20 I l Seyetario amministratiro ha la responsabil1tA del:a atrativa e sovrin:ende al relatlvi utfi:l. gestione ammlni- ARTICOLO 21 Il regolamento spefiflcherà i compiti p:rtico!ari del Segretar'o generale aggiunto, d l S-gretario amminislrativo e degli allri eventuali inrar-cati d i particolari f unziorJ. ARTICOLO 22 Le de isloni del Consigllo Nazionale, d lia D'rez'on? N-zlona'e e del. i'Ese-u 1.0 sono prese a iraggioranza dei presenti. In caso di parità prevale 11 voto del Presiden:e. Delle de;iberazio.ii si tlene verbale. ARTICOLO 23 I m2mbrl del Consiglio Nazionale che perCano la quali'h di rappres?ntanti iegali o di delegati del soci titolarl sono automJt.ca.iient2 s ~ s t i t u li con I nuovl rappresentanti o delegali dei soci s:essi. Se fdnno p ~ t :r e la Direzion~ Naz:onale. del Comilato Esecutivo o del Coll~gios.~idicale1 1.ro pos:i rimangono vacan.1 e sJno coperti szcondo le norme ael Lresen e S t a t u t ~ . salvo nel caro In cui l'Ente d a sotto:osto a gestione r o ~ m sa l l l : in t a e ipotesi i membri della Di:ezione Nazlona:e, del Cosit-to Ese u t i v ~ o del Collegio Sindacale ri.rangono comunqu? In carlca fino alla c0stit.z one della nuova amm,inistrazione elettica dA1'Ente 10-ale, salvo provved1n;ento con.rrrlo. ARTICOW 24 In caso di contestazioni sulla conipetenza rispettiva, non precisa!a dallo Statuto, dei diversi organl associativi, la coinpetenrii s l intenderà spettarc all'organo più ampio. ARTICOLO 25 I Comunl e 12 Province aderentl a'~'Assoc1aziona possono riunirsi In Fede. razioni regionali con compiti di coordinamento e propulsione delle i;;irlatlve -loia - --.i. -. I Presldenti delle Federazloni fanno parte d i diritto extra-numero del Consigllo Nazyonale e sono consultati dalla Dlrcz!one Nazionale e dal C o d . tato Esecu.ivo sui problemi interessanti le rispettive regioni. ARTICOLO 26 ENTRATE, LIQUIDAZIONE, FORMALITA' DI LEGGE Le entrate dell'Associazione sono costituite: a ) dalle quote annua11 fissate dalla Direzione Nazionale e dalle sottoscrizioni volontarie del socl delle varie categorie; b) dagll eventuaii aitri proventi. ARTICOLO 27 I n caso di sclo~limento dell'Associazione, l'Assemblea generale nomlnerà uno o plù commissari Incaricati della Ilquidazlone dei ben1 del!'Assoclazione: l'Assemblea declderà nello stesso tempo l'impiego che dovrà fare dcll'cventuale residuo attivo. La Dlrezione Nazionale assolverà le eventuall formalità di dichiarazioni e pubblicazioni prcscrltte dalle leggi vigenti. 12 COMUNI D'EUROPA La stasi dell'Europa intergovernativa e l'esigenza di una orpanizzata s ~ i n t ad i base La seduta del 20 dicembre si è aperta, sul tema « La stasi delllEuropa intergovernativa e l'esigenza di una spinta di base D, con due relazioni svolte, per l'aspetto più squisitamente politico, dal Segretario generale, Serafini ( « analisi della stasi e delle sue cause politiche D; « analisi delle componenti del " fronte democratico europeo " D ) e per la parte più organizzativa dal Segretario generale aggiunto, Martini ( e indicazioni operative da parte del CCE e del1'AICCE - il 1969 anno del Parlamento Europeo; i gemellaggi, la società civile e la politica; la scuola, i giovani e il federalismo, ecc. »). L'analisi di Serafini Serafini ha sottolineato che la relazione Martini Formava l'oggetto centrale della sessione di dicembre del Consiglio Nazionale: egli si limitava quindi a una brevissima introduzione per far da cornice al quadro di Martini. I1 Segretario generale ha insistito nella caratteristica fondamentale del CCE, come di tutti gli altri movimenti europeisti, che non possono limitarsi a fare da cassa di risonanza o da ufficio di propaganda dell'europeismo « ufficiale », ma che debbono invece svolgere quanto meno un compito integrativo o surrogatorio dei governi e dei parlamenti nazionali e delle forze politiche tradizionali, fra le quali gli stessi partiti, che contribuiscono a esprimere quasi sempre gli stessi amministratori locali, e i sindacati. Senza porsi per il momento il problema del «limite di pazienza D, oltre il quale i movimenti europeisti non potrebbero non passare dalla critica benevola entro il sistema alla stessa contestazione del sistema, che è per noi, essenzialmente, quello degli Stati nazionali e dei loro portavoce politici e burocratici, Serafini ha ricordato tuttavia alcuni atteggiamenti scandalosi dei governi nazionali sedicenti europeisti, per dimostrare la necessità di una sollecitazione e di una spinta vigorose da parte dei movimenti europeisti. Purtroppo, ha soggiunto l'oratore, ci troviamo, sulla scena politica, tra finti europeisti (o europeisti della domenica) e antieuropeisti: manca un posto preciso per gli europeisti coerenti, che contestino i finti europeisti; manca in sostanza, cioè, un posto adeguatamente occupato da una costruttiva opposizione europeista. Naturalmente il peccato non è di questo o di quell'altro governo nazionale, ma di tutti, e de Gaulle ha fornito soltanto un alibi (Serafini ha rievocato un elenco di incoerenze di fronte all'unità europea da parte di governi francesi della IV Repubblica, del governo tedesco, del governo italiano e in genere di tutti i governi cosiddetti euroneisti). Quello che è più grave è che il pubblico non venga informato correttamente di tutte queste cose, e Serafini si è lamentato aspramente delle carenzz della cosiddetta stampa indipendente, lamentando altresì l'opera ancora insufficiente dell'Associazione dei Giornalisti curopei. In ogni modo, ha continuato Serafini, dobbiamo respingere sdegnosamente il pessimismo e pensare piuttosto a batterci nei modi possibili. I1 discorso del nuovo Presidente del Consiglio italiano designato, se forse è risultato meno incisivo nelle cose europee di quanto alcuni avrebbero desiderato, tuttavia ha detto cose importanti e lascia un certo margine alla speranza nel nuovo Governo. D'altra parte 1'AICCE si deve rifare al manifesto lanciato ai candidati e agli elettori durante la primavera del 1968: in esso si parlava di una lotta di base, si ponevano alcuni obiettivi istituzionali europei e, infine, si proponevano riforme di struttura dello Stato italiano da attuare in piena rispondenza alla costruzione comunitaria e sovranazionale. Programma del Governo e Appello dell'AICCE debbono essere, nella prospettiva della politica unitaria di tutto il CCE, le aspirazioni immediate del nostro programma d'azie ne 1969. Per ripetere il trittico sino alla noia, il CCE ha tre compiti: l ) un compito politico; 2) un compito di sindacato dei Poteri locali al livello europeo; 3) un compito di fornitore di un servizio europeo. I1 primo compito implica diverse articolazioni: a) un'educazione capillare alllEuropa e al federalismo degli amministrati delle nostre Comunità locali (ma Serafini ha sottolineato che hanno molto più bisogno di educazione in tal senso i « quadri » politici di vertice e i quadri medi e minori, poiché la cosiddetta massa è disponibile verso l'Europa, tanto più che da essa non si pub pretendere una consapevol~zza tecnica del problema); b) la collaborazione a formare i quadri politici (specie medi e piccoli) di una classe dirigente sovranazionale: in tal gennaio 1969 senso è veramente incredibile e incoerente col programma dei nostri successivi Governi italiani l'orientamento, che sarebbe in alcuni casi del Ministero degli Interni e che sempre più frequentemente attuano i Prefetti, nel cancellare le delibere, anche di grossi Enti locali su modeste spese facoltative, necessarie a quegli scambi intereuropei che si giudicherebbero irrinunciabili, semplicemente in un quadro di minima modernità e sotto la voce di «pubbliche relazioni », per la più modesta delle industriole; C) l'organizzazione, in collaborazione con le altre forze vive, di una pressione dal basso verso il vertice, prigioniero della routine nazionale. I1 secondo compito consiste nel tante volte ripetuto disimpegno del ruolo, che ha svolto e continua a svolgere egregiamente il CCE. di sindacato dei Poteri locali al livello dellJEuropa in costruzione. Anche per il fatto che i Poteri locali sono Enti territoriali, questo non è affatto un compito settoriale, ma al contrario tende a evitare che cresca una Europa burocratica, lontana dalle particolarità e dalle vocazioni delle sue diverse regioni e dei suoi diversi abitanti. In questo campo è veramente superfluo ricordare i rilevanti successi ottenuti dal CCE, e c'è solo da strutturare un programma delllAICCE che contribuisca a tenerci validamente sulla buona strada, anche se forse dovremmo reclamizzare meglio le nostre benemerenze verso soci che ne godono i frutti, ma che non sanno quante energie e quanto impegno tutto ciò venga a costare. In terzo luogo e nei limiti delle nostre forze noi dobbiamo svolgere un sempre più accurato «servizio europeo » a favore dei nostri Soci, informandoli via via su come incida sulle loro molteplici e differenti situazioni il processo di integrazione europea e sugli strumenti che il processo stesso mette di volta in volta a loro disposizione. al Consiglio Nazionale del 20 luglio (da sinistra): il ministro Ferrari Aggradi, il presidente delI'AICCE, Grosso, il sindaco di Roma, Santini, e il segretario generale del19AICCE, Serafini gennaio 1969 Le indicazioni di Martini Martini ha iniziato il suo rapporto formulando alcuni interrogativi dai quali deve partire un serio ed efficace esame di coscienza del CCE, delle sue Sezioni nazionali, dei suoi Enti aderenti. Quale significato riveste oggi l'adesione di un Ente locale alla nostra organizzazione? Esiste ancora attualmente uno spazio politico specifico al CCE e qual'è il ruolo che esso è chiamato a svolgere nella presente congiuntura europea? Quali possibilità concrete assicura 1'AICCE agli Enti locali di inserirsi nella realtà europea (e comunitaria in particulare) e a quali condizioni? La risposta a detti interrogativi - ha detto Martini - non deve essere un semplice elenco di cose da fare, ma deve essere una risposta politica, più programmatica che ideologica, una risposta misurata e realistica tendente a dare al CCE e all'AICCE nuovo slancio e sempre maggiore peso politico. Dopo più di 17 anni di vita del CCE e sulla base dei suoi obiettivi statutari, detta risposta non può non partire da un postulato, cioè dal presupposto dell'esistenza, nell'ambito del CCE, di un consenso generale sul tipo di Europa auspicata e cioè federale e democratica. Non è possibile infatti, in un discorso che vuole giungere a delle indicazioni operative, ripartire ogni volta da zero; è necessario piuttosto affrontare il problema del continuo adeguamento della strategia e della tattica della nostra Asse ciazione al mutare delle situazioni, fermi restando gli obiettivi di fondo. A titolo di esempio, anche sul piano europeo si va manifestando un crescente divario tra esigenze della società civile e le necessarie riforme istituzionali del potere politico, divario reso ancor più evidente e drammatico dall'attuale situazione di stasi della c e struzione europea intergovernativa e diplomatica. Inoltre, la politica internazionale registra l'apporto di nuovi soggetti e nuovi centri opzrativi nonché nuovi strumenti di azione che non possono lasciare indifferenti il CCE e 1'AICCE. Sulla base di tali premesse, Martini ha così schema~izzatoalcuni dei contenuti essenziali dell'azione del CCE e dell'AICCE: 1) azione di formazione federalista degli amministratori locali e, per loro tramite, della pubblica opinione: il federalismo, come concezione generale dell'organizzazione della società, si lega infatti in modo naturale all'esperienza e alle esigenze del governo locale e ai suoi rapporti con gli altri livelli di governo, fondati sull'unità nella diversità, sull'equilibrio tra autonomia e coordinamento e sull'applicazione del principio di sussidiarietà; 2) servizio europeo agli Enti locali, causa ed effetto, al tempo stesso, di un loro sempre maggiore inserimento nel processo di integrazione europea e di una accresciuta consapevolezza dei suoi contenuti politici e tecnici; 3) partecipazione efficace dei Poteri locali ai meccanismi di decisione e di studio delle Istituzioni europee e particolarmente di quelle comunitarie: ciò comporta evidentemente anche un- maggiore collegamento dell'AICCE con i centri decisionali a livello COMUNI D'EUROPA 13 nazionale in quanto essi saranno sempre più condizionati da quelli europei, via via che si svilupperà la integrazioi-ie politica ed economica delllEuropa. In questo quadro generale, che va sempre tenuto presente nel valutare la attività della AICCE, è necessario individuare alcuni orientamenti prioritari da attuarsi senza mai perdere di vista il fine globale della lotta federalista, ma utilizzando al tempo stesso, opportuil capo ufficio studi del ministero delle Finanze, de Nardo svolge namente, le risorse e gli strumenti propri di la sua relazione; al suo fianco il segretario generale aggiunto dell'AICCE, Martini una associazione di p e teri locali: compito non facile ma irrinunciabile, che richiede un con- quindi la necessità di una conoscenza comtinuo superamento di una duplice tentazione, parata delle diverse esperienze nazionali. In quella dell'astratto intellettualismo politico questo quadro si colloca oggi, con partida un lato e quella delle « rivendicazioni colare attualità, il fenomeno del regionacategoriali » dall'altro. Punto di riferimento lismo nella prospettiva delllintegrazione essenziale per questi orientamenti (qui di europea. seguito schematizzati) dovranno essere comunque le attuali Istituzioni europee. La realizzazione di questi orientamenti a ) 11 raffonamento della democrada a tutti i livelli, dai consigli degli enti locali e regionali e dai parlamenti nazionali fino al parlamento di una ~ ~ europea. ciò d implica, tra lPaltro, non solo i problemi della elezione a suffragio universale e diretto del Parlamento Europeo e del rafforzamento dei suoi poter., ma anche quelli della sua popolarità, del suo ruolo di arbitro d e m e cratico, del suo significato per un'autentica regionalizzazione della Comunità europea. - b ) La maturazione negli amministratori locali della consapevolezza che essi operano ormai in una societh aperta, e che quindi l'interdipendenza delle esperienze diviene componente essenziale di un'autentica educazione civica europea. In questo senso i gemellaggi, così come sono sempre stati concepiti dal CCE nel loro significato essenzialmente politico, nonché gli scambi e i contatti con i vari aspetti della realtà europea vanno moltiplicati e perfezionati: ciò esiye la rimozione di assurdi ostacoli posti sul piano nazionale da norme anacronistiche e chiaramente superate e la realizzazione, sul piano europeo, di idonei strumenti di aiuto finanziario specie a favore decli enti locali delle regioni più povere e periferiche. prioritari richiede tuttavia alcune condizioni la cui attuazione impegna la responsabilità di tutti i soci delllAICCE e di tutti i suoi organi~ statutari. ~Proseguendo ~ nella sua ~ relazione, Martini ha indicato specificatamente alcune di queste condizioni da lui considerate particolarmente importanti per l'avvenire della nostra Associazione e che pos'On0 essere sintetizzate: 1) poich6 ~ ~ A I C C Eè sezione italiana di organismd sovranazionale europeo, il CCE, è evidente che una sua più efficace azione dipende anche dal grado di incisività che tutto il CCE è in grado di manifestare nella sua attività a livello europeo: ogni iniziativa, quindi, assunta dalllAICCE per potenziare e rendere più efficiente il CCE rifluirà a vantaggio della sua stessa azione sul piano italiano. 2) Ferme restando le attribuzioni riconosciute dallo Statuto ai diversi organi delI'AICCE (Consiglio nazionale, Direzione, Comitato esecutivo) non vi è dubbio che la tempestività e l'efficacia di una parte notevole delle iniziative dell'AICCE divendono dalle modalità di funzionamento del Comitato esecutivo, anche se gli orientamenti politici di fondo e le linee generali programmatiche vengono ad esso fissate dagli organi C) L'approfondimento dei f i i e dei mezzi di una politica formativa e culturale degli più ampi. Ne deriva la necessith di una maggiore Enti locali e quindi dei loro rapporti con coesione e di un migliore coordinamento la scuola e con le nuove generazioni, divise tra la contestazione della societh nazionale, collegiale del Comitato esecutivo del11.41CCE le aspirazioni mondialistiche e una inade- e al tempo stesso un'azione più differenguata comprensione del significato esem- ziata nel suo ambito: quest'ultima potrebbe plare che avrebbe un'autentica federazione essere attuata mediante una ripartizione di europea nel contesto internazionale. compiti fra alcuni dei suoi membri, corrid) Una più impegnata azione per lo svi- spondenti ai grandi settori di iniziative soluppo delle comunità locali, particolarmente pra richiamate e ai principali assessorati sotto il profilo economico e sociale, con nei quali si articola oggi l'amministrazione tutti i suoi necessari collegamenti con la locale del nostro Paese. La Segreteria delpolitica regionale, la programmazione eco- 1'AICCE e gli uffici della sede di Roma donomica, l'assetto territoriale, l'adeguamento vrebbero ovviamente assicurare un'azione delle strutture amministrative e fiscali e di coordinamento, di stimolo e di supporto i COMUNI D'EUROPA organizzativo. Tale proposta dovrebbe essere sollecitamente studiata nelle sue modalith e nelle sue conseguenze pratiche ed attuata dallo stesso Comitato esecutivo. 3 ) Poiché gli Enti locali dimostrano una crescente sensibilità per i contenuti tecnici della loro azione politica ed amministrativa, si impone anche alllAICCE un'esame appro fondito delle sue reali possibilità di valersi di strumenti di studio su singoli problemi al fine di dare maggiore concretezza e credibilità alle sue proposte politiche. Dovrà in primo luogo farsi ricorso a quegli istituti ed organismi di studio e di ricerca che gennaio 1969 gih fanno parte delle attuali strutture degli Enti locali (comuni, province e regioni) o che comunque sono più direttamente legati alla loro azione. 4) Se le indicazioni che precedono impegnano più direttamente gli organi centrali delllAICCE, va tuttavia sottolineato che a queste accresciute responsabilità del centro dovrà corrispondere una più incisiva azione della periferia, cioè di tutti i soci sotto il profilo politico, organizzativo e finanziario. Al raggiungimento di questo obiettivo p tranno contribuire: - un organico ed equilibrato allargamento, sul piano territoriale e secondo i tipi degli enti, delle adesioni allJAICCE. Ciò assumerh un particolare rilievo in vista dell'attuazione delle regioni a statuto ordinario prevista alla fine del 1969; - la promozione di corsi-quadri regio nali e interregionali, tenuto conto delle positive esperienze già fatte in questo campo. Detto problema formativo inoltre non si pone solo per gli eletti locali ma anche per i loro collaboratori a livello burocratico (a cominciare dai Segretari comunali, provinciali e regionali) dalla cui sensibilizzazione all'idea europea si potrebbero attendere risultati concreti non indifferenti; - l'articolazione delllAICCE in federazioni regionali, che potrebbero tra l'altro costituire un prezioso strumento di coesione della classe dirigente locale a livello regio nale e nella quale la comune ispirazione federalista pub divenire punto di coagulo della diversità delle opinioni politiche e personali. Naturalmente la soluzione di questo problema presuppone una preventiva valutazione del suo « costo » per l'azione globale dell'AICCE non per creare delle remore a priori ma affinché l'attuazione delle federazioni regionali si inserisca in una funzionale struttura dell'AICCE concepita organicamente nel suo complesso. BANCODISANTO SPIRITO Fondato nel 1605 Sede Sociale: Roma - Via Milano, 53 Una più stretta collaborazione con le altre forze federaliste e con le varie componenti del Consiglio Italiano del Movimento E u r e peo anche nell'hmbito dei Comitati che q u e st'ultimo va promuovendo nelle varie p r o vince italiane. Cib assicurerh, tra l'altro, più efficaci risultati a certe iniziative di grande respiro, quali la Giornata europea delle Scuole e la Giornata d'Europa. 5) In questo rilancio politicoorganizzativo delllAICCE, un ruolo particolare assumerà il collegamento tra centro e periferia e più in generale tra l'Associazione e l'opinione pubblica. Esso troverh valido strumento nelle varie iniziative di stampa delI'AICCE e precisamente: a) in «Notizie AICCE. per far cono scere e valorizzare l'attività dell'Associazione e dei suoi aderenti. E' inoltre attualmente allo studio in sede europea I'opportunith e la possibilith di un « Bollettino di informazione D sull'attivith delle Comunith europee nei settori che più direttamente incidono sull'amministrazione locale; b ) nella rivista « Comuni d'Europa D che per la sua diffusione quantitativa e qualitativa può costituire un sempre più prezioso strumento di presenza politica e di solidarietà associativa: a tal fine appare opportuno assicurare, anche mediante una nuova struttura redazionale della rivista, gennaio 1969 COMUNI D'EUROPA - un migliore equilibrio fra le sue finalità di formazione politica generale e la sua natura di organo di un'associazione eurcpea di Enti locali aventi specifici problemi e differenziati interessi, nel più generale contesto europeo; teplici obiettivi che essa ha di fronte, ha affermato la necessità di applicare la dottrina del federalismo integrale, sia a livello europeo che all'intemo dello Stato: a questo scopo, utile si prospetta uno studio veramente analitico, fra l'altro, delle stnitture territoriali degli altri Paesi, in vista delC ) nella pubblicazione di opuscoli della la costituzione delle Regioni ordinarie itacollana E< !5krvizio europeo per l'amrninistratore locale inaugurata con l'apprezzato liane. La necessità di concentrare in poche mastudio sul « Fondo sociale europeo ». A quenifestazioni di rilievo e a date fisse l'attisto potranno far seguito una « Guida eurodell'AICCE (per esempio in vità di massa pea dei gemellaggi D ed altre pubblicazioni concernenti il FEOGA e i problemi degli preparazione e per lo svolgimento della Assessorati alla Pubblica Istruzione e alla :q Giornata europea delle Scuole » e della « Giornata d'Europa ») è stata sostenuta da Gioventù. Zoli, che ha anche concordato di attribuire Concludendo il suo rapporto, Martini ha dei compiti specifici a membri delllEsecupresentato un progetto di risoluzione con- tivo, nonchC di proseguire la pubblicazione tenente tra l'altro la richiesta di delega al di opuscoli della collana di « Servizio euroComitato Esecutivo, da parte del Consiglio peo per l'amministratore locale n. Giraudi, dopo essersi detto certo della Nazionale, per l'attuazione delle proposte disponibilità dei parlamentari delllAICCE sopra formulate. affinché le richieste e l'opera dell'Associazione non rimangano solo sul piano delle manifestazioni formali, ma vengano seguite Il dibattito e sostenute nelle sedi opportune, si è sofI1 dibattito sulle due relazioni, di Serafini fermato sull'esperienza della Federazione e di Martini, si è aperto con l'intervento del regionale piemontese - da cui potrebbe rappresentante del Movimento Federalista prendere vita il primo nucleo del « fronte Europeo in seno al Consiglio Nazionale, democratico europeo » in Piemonte - che si svolge in un momento estremamente faDi Cocco, il quale, sottolineato come tutta la crisi della società risieda nella sua inca- vorevole per essere ripetuta altrove, vista pacità di trasformazione e di ricerca di isti- imminente la costituzione delle regioni. Da parte sua Piombino, premesso che si tuzioni adatte, ha ritenuto necessario l'opera rende necessario un rapporto più efficace degli Enti locali per riconquistare la fiducia fra Associazione e associati (per esempio delle popolazioni nella democrazia, soprattutto attraverso la rivalutazione dell'istituto interessando questi ultimi a temi precisi, parlamentare (il Parlamento Europeo). An- quali la politica regionale e la partecipache il rappresentante dell'unione Nazic- zione degli Enti locali, la politica agricola nale Comuni ed Enti Montani, nella per- e il FEOGA, la programmazione economica, sona del suo Segretario generale, Piazzoni, ecc.). ha riconfermato la validità, sul piano ha sostenuto la necessità di rafforzare l'isti- politico, delle risoluzioni di Trieste (v. « Co-che-cestibituto parlamentare europeo (ha criticato, fra muni d'Europa D, n. 10/f968)~; l'altro, la non ancora effettuata nomina dei scono il quadro d'azione di tutti i federaparlamentari italiani a Strasburgo); l'oratore listi nei prossimi mesi. In vista di una riorpanizzazione metodolc& passato poi ad illustrare l'utilità di rilangica del lavoro dell'AICCE, Bernassola, riciare il patto di unità d'atione fra 1'UNCEM e I'AICCE, sottoscritto dalle due Associazioni cordato che gli impegni principali della ncstra Organizzazione nel 1969 riguardano il alcuni anni or sono. Vaccari, dopo aver detto che una più arti- Parlamento Europeo (il 1969, anno del Parcolata assegnazione dei compiti in seno alla lamento Europeo) e l'aggancio dei giovani Associazione - nel senso chiarito da Mar- al problema europeo, si & sofferrnato su tini - la renderebbe più adeguata ai mol- alcune proposte operative che concernono, fra l'altro, l'attività delle Commissioni del CCE, i viaggi di studio, le riunioni degli organi sociali in città diverse da Roma (per legare l'attività dell'AICCE a problemi locali concreti) e la rivista « Comuni d'Europa D. A proposito di quest'ultima, Bernassola ha Comuni Abitanti sostenuto la necessità che la rivista assuma una articolazione in parte diversa, più risponBUDRIO(BO) . . . . . . . . . 14.579 dente alle esigenze della periferia, in modo CONSELVE(PD) . . . . . . . . , 6.885 da essere la n rivista di tutti n. DENNO(TN) . . . . . . . . . . 1.200 Sempre nel c a m w delle proposte conFONW(TN) . . . . . . . . . . 1.728 crete figurano quelle della Guasco, che ha GIANONELL'UMBRIA (PG) . . . . . 3.206 richiesto la preparazione di un opuscolo LAVIS(TN) . . . . . . . . . . 4.477 ideolo~ico per gli assessori alla Pubblica Istruzione in prevarazione della E< Giornata LUSERNA (TN) . . . . . . . . . 642 europea delle Scuole n: di Calsolaro, che ha PARTANNA (TP) . . . . . . . . . 13.011 invocato un'azione dell'ATCCE tendente a PERGINE VALSUGANA (TN) . . . . . 11.964 risolvere il problema della tutela prefettiPREDAZZO (TN) . . . . . . . . . 3.783 zia, che paralizza l'attività degli Enti locali: S. BENEDETTO DEL TRONTO (AP) . . . 31274 di Mascherucci, che ha fatto presente la SFRUZ(TN) . . . . . . . . . 322 opportunità di istituire più numerosi premi comunali da assegnare ai vincitori della SIROR(TN) . . . . . . . . . . 1.138 a Giornata europea delle Scuole n. SPORMINORE (TN) . . . . . . . . 802 Ultimo ad intervenire nel dibattito & stato VIGOLOVATTARO (TN) . . . . . . 1353 Bonea, che, sottolineato il ruolo della scuola NUOVI POTERI LOCALI AOtRENTl ALL'AICCE . Merlot è morto Joseph.Jean Merlot ~5 morto. Egli n-n era soltanto il DéputC-Maire di Séraing e vice-presidente della Sezione belga del CCE, divenuto frattanto un personagg:~importante su-la scena politica del suo Paese, vice-presidente del Consiglio e ministro deli'ecanomia, e restato fedele alla nostra organ'zzazione (a ottobre venne e non con una rapida appariz.one, ma lavorando s o d ~ all'Assemblea dei Dzlegatl di Trlezte). Merlot era e rrs:erà soprzt:utto uno l nell'ormai lontairo 1951 dei fondatori d ~ CCE, a Ginevra; era e resterà il co:lega e il compagno di milizia federalista, che non ha mai cess-ito di legare la po-itica all'utapia, la preoccupazione dell'amministratore locale al grand: disegnD sovranazionale. Nella memoria di molti di noi resterà altresl il tribuno di tutte le nostre grandi assise - a cominciare dagli Stati penera!e di Versailles (ottobre 1953) -, cap:c:, subito dopo un discoiso memora7~ileanchz sot:o I'aspetto delln fatica fisica, di mettersi pazien. temente e per ore a un tavolino per trovarc, fra tesl divergenti, In conc'usione unitaria del CCE. Questo infatti può dirsi fors: il mzrito principale di Joseph-Jean: aver sovente cercato un compromesso, che non nasceva dall'opportunismo perché non si sarebbe veduto quale partico'are opportunità gli offriva i1 CCE -, ma da:i'esigenza dell'unità nella lotta dei Poteri locali per gli Stati Uniti d'Europa. - - - per la formazione all'idea europea (e la necessità di rendere la « Giornata » più impegnativa), ha rilevato l'importanza che la realizzazione di alcuni fatti comunitari, quali l'unificazione delle legislazioni scolastiche europee e la creazione di un'università eurcpea, possono rivestire per il futuro dell'integrazione europea. Chiusa la discussione, il Consiglio Nazionale ha approvato all'unanimità, cinque risoluzioni che vengono integralmente riportate in questo stesso numero: esse riguardano il programma di azione 1969, il Parlamento Europeo, i rapporti tra i giovani, l'Europa e gli Enti locali, le conclusioni formulate dall'apposito Gruppo di lavoro in tema di arrnonizzazione fiscale, riforma tributaria italiana e finanza locale sulla base dei risultati del precedente Consiglio Nazionale (pubblicata a pag. 10) ed infine la denuncia di anacronistiche norme legi- 16 gennaio 1969 COMUNI D'EUROPA C ) l e modalith di rafforzamento del coordinamento tra azione centrale e periferica nell'ambito dell'AICCE e tra Enti locali e altre forze federaliste, specie nel quadro del Consiglio italiano del Movimento Europeo e dei sioi Comitati provinciali per l'Europa: ciò anche per assicurare più efficaci risultati alle annuali celebrazioni della « Giornata europea delle Scuole » e della C Giornata d'Europa n, che rappresentano assieme ai gemellaggi due punti chiave nell'azione dell'AICCE; il segretario amministrativo dell'AICCE, Dozio slative e di dannose forme di tutela sugli Enti locali che ostacolano l'inserimento e la partecipazione di questi ultimi alla vita di un'autentica e solidale società europea. Nella stessa tornata il Consiglio Nazionale ha inoltre approvato il bilancio preventivo 1959: il Segretario amministrativo Dozio ne aveva preventivamente delineato l'impostazione e illustrato le voci essenziali, sottolineando come, pur nell'inadeguatezza dei mezzi, Fosse stato fatto ogni sforzo per fare del bilancio uno strumento idoneo a recepire le esigenze fondamentali dello sviluppo dell'Associazione. d ) l'adeguamento degli strumenti di st-mpa dell'AICCE alle nuove esigenze degli amministratori locali, rese sempre più evidenti da una sostanziale compenetrazione tra realth comunitaria e societh nazionale, anche mediante la creazione di una nuova stmttura redazionale della rivista «Comuni d'Europa», nella quale si articoli l'indirizzo politico della pubblicazione in conformith, oltre che agli obiettivi statutari dell'AICCE, alle diverse scelte programmatiche degli organi associativi. Dovrà anche essere proseguita la serie di pubblicazioni della Collana u Servizio europeo per l'amministratore locale n, con particolare riguardo alla «Guida europea dei gemellnggi n, ai problemi del FEOGA e alle esigenze degli Assessori degli Enti locali alla Pubblica Istruzione e alla Giovent* e ) un'azione di informazione e di formazione europea dei Segretari e dei funzionari delle Regioni, delle Province e dei Comuni, anche in collaborazione con gli organismi rappresentativi delle loro categorie. Approvata all'unanimith. PARLAMENTO EUROPEO Il Consiglio Nazionale delllAICCE, riunito a Roma in Campidoglio il 20 dicembre 1968, Le risoluzioni constatato PROGRAMMA D'AZIONE 1969 I1 Consiglio Nazionale delllAICCE, riunito a Roma in Campidoglio i1 20 dicembre 1968, che, a sette mesi dalle elezioni, il Parlamento italiano non ha ancora proweduto, come suo preciso dovere a termini dei Trattati da esso approvati, alla designazione dei propri rappresentanti in seno al Parlamento Europeo, ritenendo che la grave inadempienza determina negative ripercussioni non solo in seno allo stesso Parlamento Europeo, ma altresì nella pubblica opinione, in uu momento in cui maggiormente urgono azioni decise a livello sovranazionale col sostegno di tutti i cittadini, preso atto degli impegni contenuti nelle dichiarazioni programmatiche del nuovo Governo itallano di centro-sinistra, chiede agli Onorevoli Presidenti delle Camere di provvedere al più presto a convocare le riunioni idonee per la designazione della rappresentanza italiana al Parlamento Europeo. I1 Consiglio Nazionale prende poi atto con soddisfazione che l'Assemblea dei Delegatl di tutto il CCE ha deciso, nell'ottobre scorso a Trieste, di fure del 1969 l'anno del Parlamento Europeo, cioè l'anno in cui l'attenzione della pubblica opinione e un insieme coordinato di iniziative federaliste si facciano convergere sul problema della sua elezione a suffrdgio universale e diretto: questo problema si ricollega ad una maggiore popolarità del Parlamento Europeo, del suo molo di arbitro democra:ico, del suo significato per una autentica regionalizzazione delle Comunità europee; è fermamente d'awiso che il Governo italiano debba prendere una iniziativa palese per richiedere l'attuazione, ormai irrimandabile, dei terzi capoversi degli articoli 138 CEE, 108 Euratom, 21 CECA rivisto (approvazione da parte del Consiglio dei Ministri delle Comunith di disposizioni per l'adozione da parte degli Stati membri di un pro- udite le relazioni svolte dal Segretario genorale Serafini e dal Segretario generale aggiunto Martini sui problemi politico-organizzativi dell'AICCE e sulle linee orientative del suo prrgramma di azione per il 1969 nel quadro del CCE. a seguito dell'ampio dibattito che ne è seguito. in riferimento alle risultanze del bilancio di previsione 1969, approvato nella medesima seduta, e tenuto conto della relazione al bilancio stesso, svolta dal Segretario amniinistrativo Dozio, confermata la validità dell'Appello rivolto dall'AICCE ai candidati e agli elettori nel marzo 1968 e della Risoluzione politica approvata dall'Assemblea dei De'egati del CCE a Tr:este, ne-l'ottobre 1968, che tracciano alcune direttive essenziali di azione dell'Associazione sul piano europeo ed italiano, approva le predette relazioni e, per quanto concerne alcuni aspetti più immediatamente operativi, dh mandato al Comitato Eseciitivo di attuare, nel termine di tre mesi, le proposte contenute nella relazione Martini riguardanti: a ) l'articolazione funzionale del Comitato Esecutivo delllAICCE nell'hmbito di una sua maggiore coesione collegiale; b) una più approfondita valutazione degli aspetti tecnici delle proposte politiche delI'AICCE, utilizzando particolarmente gli stmmenti di cui già dispongo110 gli Enti locali e gU Istituti di studio e di ricerca ad essi collegati; VENT'ANNI CON LO SPORT PER LO SPORT 17 COMUNI WEUROPA gennaio 1969 getto inteso a permettere l'elezione a suffragio universale e diretto del Parlamento Europeo, secondo una procedura uniforme in tutti gli Stati membri). Frattanto il Consiglio Nazionale di appoggiare l'azione del Movimento Federalista Europeo per la raccolta di firme a favore di un progetto di legge, di iniziativa popolare, che provochi - in caso di inadempienza da parte di altri consociati -, non oltre il 1969 e presumibilmente in concomitanza con le elezioni regionali, almeno l'elezione unilaterale della delegazione italiana al Parlamenlo Europeo a suffragio universale e diretto: tale azione è del rzsto c~nfor:ata da alcun: già zvvenute iniziative parlamentari e dall'appoggio di un primo importante nucleo di Amministrazioni locali aderenti all'AICCE. indica nella proinozione di accordi tra i governi europei, tendenti ad un coordinamento legislativo dei vari ordinamenti scolastici, la base per autonomi provvedimenti di legge nell'àmbito delle competenze nazionali, che riconoscano la libera circolazione degli studenti, gli scambi programmati tra insegnanti, la istituzione di campi europei di incontro tra studenti di diversa nazionalith, esprime la propria convinzione che in tale direzione possano rimuoversi ostacoli e difficoltà, che hanno sinora impedito la istituzione, già approvata, dell'Università europea e la europeizzazione delle Universith nazionali. Approvata all'unanlmith. DENUNCIA DI ANACRONISTICHE E DANNOSE FORME DI TUTELA DEGLI ENTI LOCALI; RICHIESTA DI MISURE ANALOGHE A QUELLE DELL'UFFICIO FRANCO-TEDESCO Approvata all'unanimith. GIOVANI, EUROPA, ENTI LOCALI I1 Consiglio Nazionale dell'AICCE, riunito a Roma in Campidoglio il 20 dicembre 1968, auspica che la scuola italiana sia riconosciuta come il più efficace strumento della diffusione e dell'approfondimento dell'idea europea, sollecita i Sindaci, i Presidenti di Provincia e di Regione e gli Assessori alla P.I. e alla Gioventù degli Enti locali ad agevolare il compito e l'impegno della scuola per l'Europa, in modo da non limitarli alla valida ma uiiica manifestazione della Giornata europea delle Scuole ma allargandoli ad ogni iniziativa che valga a diffondere negli studenti C nei giovani l'interesse alia creazione di un'Europa federata, I1 Consiglio Nazionale delllAICCE, riunito a Roma in Campidoglio Il 20 dicembre 1968, riaffermato il nuovo ruolo che l'Ente locale è chiamato a svolgere in una societh moderna, soprattutto nel settore socio-economico e culturale, considerata L'Incidenza delle Istituzioni europee sull'attivith e sui problemi fondamentali degli Enti locali, con particolare riguardo alle Comunità europee nel campo socio-economico e al Consiglio d'Europa in quello culturale, ravvlsa negli scambi e nelle relazioni intercomunali e nei gemellaggi, così come vengono concepiti ed organizzati dal CCE, un elemento politico essen- ziale a detta concezione moderna delllEnte locale e una componente irrinunciabile per I'attuazione degli obiettivi statutari delllAICCE, ricordato che più volte in sede politica e da parte di vari Ministeri 1'AICCE è stata sollecitata ad impegnarsi ulteriormente in modo organico nelle iniziative di cui sopra, chiede che il Parlamento (in sede normativa) e il Governo (in sede amministrativa), ciascuno per la propria competenza, provvedano: 1) ad abrogare sollecitamente quelle parti della legislazione comunale e provinciale che appaiono manifestamente anacronistiche e Incompatibili con le accennate funzioni dl un Ente locale moderno; 2) a delineare e ad esercitare comunque I'attività tutoria in modo da facilitare e non ostacolare l'esercizio di tali funzioni, con particolare riguardo all'aituazione di gemellaggi e di scambi e relazioni intercomunali nell'àmbito territorlale coperto dalle Istituzioni europee, fondate su trattati di cui lo Stato italiano è parte contraente; 3) ad assicurare in modo organico appropriati sistemi di aiuti finanziari agli Enti locali per la realizzazione di tali iniziative sull'esempio di quanto viene da anni effettuato, con brillanti risultati, anche se su scala solo bilaterale, dalllUfficio franco-tedesco della gioventù, sottolinea che 1 provvedimenti sopra richiamati sono Indispensabili: 1) anche per non mettere in condizioni di inferiorità gli Enti locali del nostro Paese, già pregiudicati sovente, in tale settore di attivita, dalla loro posizione periferica; 2) per provocare una maggiore presenza italiana a tutti i livelli decisionali, culturali e amministrativi europei; 3) per contribuire efficacemente alla formazione di una classe dirigente sovranazionale, moderna e democratica. Approvata all'unanimith. Sulla RIVIERA ADRIATICA DI ROMAGNA al prezzo più equo le migliori vacanze Bellaria - Igea Marina Rimini Riccione Misano Adriatico Cattolica Gatteo Mare Cesenatico e le stazioni termali di: San Mauro Mare Castrocaro Terme e Bagno di Romagna 45 Km. di spiaggia - il pih grande e il pih attrezzato complesso alberghiero d'EUROPA. Collegato alle più moderne autostrade d'Italia ("Autostrada del Mare ,,: MilanoBologna- Cattolica) Grandi manifestazioni artistiche, culturali, folkloristiche e sportive. MondanitA Gite ed escursioni nei dintorni nonché a: Urbino Assisi Perugia S. Marino - - - - Ravenna - Firenze - Venezia Informazioni presso : ENTE PROVINCIALE PER IL TURISMO DI FORLI' o AZIENDE AUTONOME DI SOGGIORNO di Rimlni, Riccione, Cattolica, Cesenatico, Bellaria-lgea Marina, Misano Adriatico, Castrocaro Terme e Bagno di Romagna; Proloco di Gatteo Mare e San Mauro Mare o le Agenzie di Viaggio della Vostra Città. COMUNI 18 gennaio 1969 D'EUROPA Riassunto schematico delle attività sovranazionali del CCE durante il 1968 Questo riassilnto comprende le sole manifestazioni, a cui hanno preso parte siniultaneamente rappresentanti di diverse Sezioni nazionali del CCE e della sua Segreteria sovranazionale: si tratta di un lavoro che ha impegnato, il più delle volte, più delegati di ciascuna Seziotze, con un numero di presenze complessive veramente imponente (ricorderemo, a titolo d'esempio, l'Assemblea dei Delegati di Trieste, i convegni di Taranto e di Bruxelles, la CEPL). h presenza, dunque, del CCE a tutti i livelli europei - per difendere gli interessi e g!i ideali degli Enti locali aderenti - è di gran lunga la pii1 larga e determinante rispetto a quella di qualsiasi altra organizzazioize europea. A que.cta attività si deve ovviamente aggiungere il lavoro di massa e capillare, che svolge - sul suo territorio - ciascuna Sezione nazionale (per quanto ci riguarda, I'AICCE). I. A) Riunioni degli organi dirigenti (10 riunioni) 2) Preparazione della VI1 Sessione della CEPL e partecipazione ai lavori, di cui Lugger assicura ormai la presidenza (Strasburgo, 28-31 ottobre) 3) Partecipazione ai lavori del Comitato di cooperazione per le questioni municipali e regionali (Comitato cosiddetto degli esperti governativi) (Strasburgo, 2-5 dicembre) 4) Partecipazione alle riunioni della Commissione di pianificazione del territorio e dei Poteri locali delllAssemblea Consultiva 5) Partecipazione alla riunione di esperti su a I viaggi educativi e gli scambi di insegnanti e di futuri insegnanti » (Strasburgo, 28-29 marzo) 1) Comitato dei Segretari nazionali e Comitato di Presidenza (Innsbruck, 8-9 gennaio) 2) Comitato dei Segretari nazionali e Bureau europeo (Nizza, 14-15-16 marzo) 3 ) Comitato dei Segretari nazionali e Comitato di Presidenza (Losanna, 7-8 maggio) 4) Comitato di Presidenza (Assmannshausen, 3-4 luglio) 5) Comitato dei Segretari nazionali e Assemblea dei Delegati (Trieste, 7-8-9 ottobre) 6) Comitato dei Segretari nazionali (Muehlheim. 27 novembre) B) Partecipazione sovranazionale a Congressi di Sezioni nazionali: - Congresso della Sezione belga (18 ottobre) 11. A) Riunioni delle Commissioni permanenti di studio (6 riunioni) a ) Studi comparati di problemi amministrativi e finanziari degli Enti locali minori e delle Regioni (Stoccarda, 21 febbraio; Stoccarda, 23 settembre) b ) Pianificazione del territorio europeo e politica regionale [Torino, 26 aprile; Cortina dlAmpezzo, 16 luglio (Gruppo di lavoro <( ad hoc »); Muehlhein~,28 novembre (Comitato di redazione)] C ) Azione europea (Mulhouse, 19 aprile) B) Riunioni dell'lstituto europeo di studi e relazioni intercomunali (IESRI con sede a Lugano), wllegato w l CCE: - 1) Assemblea ordinaria delllIstituto (Lugano, 17 marzo) 2) Convegno di studi in collaborazione con l'Accademia europea di Otzenhausen (Lugano, 15-17 giugno) 3 ) Comitato Esecutivo (Trieste, 8 ottobre) 4) I1 Convegno in collaborazione con l'Accademia europea (Otzenhausen, 1-3 novembre) 111. - V. Attività varie A) Gemellaggi e scambi 1) Sul piano dei gemellaggi: - coordinazione delle domande - sviluppo particolarmente abbondante dei gemellaggi franco-tedeschi e soddisfacente dei gemellaggi di Comuni tedeschi con Comuni britannici e scandinavi, buon inizio dei gemellaggi di Comuni olandesi con la Gran Bretagna e la Germania, difficoltà logistiche e talvolta difficoltà sollevate dalllAutorità tutoria per i gemellaggi delle città italiane - proseguimento delle iniziative in corso, nell'ambito di gemellaggi già iniziati 2) Sul piano degli scambi: - coordinamento e appoggio delle candidature indirizzate al Plan européetz d'échan es intermunicipaux del Consiglio d'Europa (insieme alle candidature per il Premio e le Bandiere d'Europa) - campagna per l'accrescimento dei fondi; numerosi interventi presso i Governi dei Paesi membri; intervento per la creazione di un Ufficio Europeo della G:oventÙ, in appoggio soprattutto alle iniziative prese in questo senso dal Parlamento Europeo e dalla Commissione unica delle Comunità Attività in collegamento con le Comunità europee Per memoria a ) Convegni - Preparazione 1) Comuiii siderurgici e minerari (Taranto, 28-29-30 gennaio) 2) Politica regionale comunitaria (Bruxelles, 16-17 ottobre) b) Delegazio~e presso il Parlamento Europeo 1) Regione della Loira (Strasburgo, 23-24 gennaio) 2) Rodano-Alpi (Strasburgo, 2-3 ottobre) C ) Riu~iioizi sovraconfinarie 1) Bassa Sassonia - Provincia di Frisia (Bad Zwichenahn, 31 maggio) 2) Limburgo belga - Limburgo olandese (Hamont e Budel, 27 settembre) d ) Partecipazione alle riunioni dell'intergruppo di studi per i problemi regionali e locali del Parlamento Europeo (Bruxelles, 13 febbraio; Trieste, 17-18 aprile; Bruxelles, 19 dicembre) e) Interi:eizto ai lavori della Commissione economica del Parlamento Europeo (Cagliari, 25-27 marzo) Per memoria Nunlerosi contatti del Segretario generale europeo Bareth e del Segretario del Bureau de Liaison Vanden Brande con i membri dclla Commissione Unica e con gli alti funzionari delle Comunità Europee. - Partecipazione alla riunione per la preparazione del rapporto di sintesi sui lavoratori migranti (Bruxelles, 11 dicembre). -- IV. - Attività in collegamento con il Consiglio d'Europa 1) Preparazione delle diverse riunioni del Comitato permanente e dei suoi Gruppi di lavoro e sotto-commissioni, partecipazionc ai loro lavori Elaborazione e presentazione (unitamente all'UIV) di un progetto di riforma della CEPL (Strasburgo, 6 dicembre) del Colloquio culturale organizzato con le Comunith europee per il gennaio 1969 B) Rapporti con altre organizzazioni di Enti locali l ) Contatti con I'UIV, cooperazione nel quadro del Consiglio d'Europa e adozione di un protocollo relativo alla cooperazione in certi campi relativi alle Comunità europee, riunione del Comitato di collegamento a Parigi il 12 febbraio e delle due Segreterie internazionali a Bruxelles il 15 ottobre 2) Presenza come osservatori alla riunione dell'Union internationale des Maires (la cui branca francese si B integrata nella Sezione francese del CCE) C) Relazioni col Movimento Europeo, coi movimenti federalisti e con gli altri movimenti europeisti 1) Partecipazione alla riunione del Comitato federale del Movimento Europeo (19-20 gennaio a Roma) e alla elezione del nuovo Bureau Exécutif; partecipazione alle diverse riunioni del Comitato Direttivo (Bonn, 4 magglo; Bruxelles, 5 luglio; Parigi, 1" ottobre) ove il CCE è rappresentato come delegato permanente da Serafini e come supplente da Philippovich; presentazione di proposte e di memoriali per la riforma delle strutture del Movimento Europeo 2) Partecipazione alla Conferenza dei parlamentari e dei dirigenti del Movimento Europeo (Bonn, 3-4 maggio); partecipazione al Congresso parlamentare delllAja (8-9 novembre) promosso dal Movimento Europeo 3) Partecipazione a riunioni varie dei federalisti sia del Movimento Federalista Europeo che delllAzione Europea Federalista (particolarmente alla riunione comune dei Comitati Centrali MFE-AEF a Parigi il 20-21 aprile); partecipazione a riunioni europee delllAEDE (Association européenne des Enseignants); partecipazione alle riunioni dell'Associazione Europea dei Giornalisti; partecipa-rione ai lavori delllUnione delle Capitali della Comunità Europea; partecipazione al Congresso delltUnione Europea dei Democratici Cristiani (12-15 settembre a Venezia) COMUNI D'EUROPA gennaio 1969 Una contestazione difficile Ripubblichiamo, dal libro « I l mio granello di sabbia n di Luciano Bolis (scritto durante la lunga convalescenza e firmato nel settembre 1945), le pagine sul lento, caparbio suicidio - mancato per u n soffio - del partigiano che sente il dovere di mettersi in condizione di non parlare più e quindi sicirramente di non tradire, sotto la prossima inevitabile tortura. Luciano è stato ed è uno dei più cari compagni della nostra contestazione federalista, pronta a non lievi sacrifici quando occorrano, m a schiva dall'eroismo per l'eroismo: è lo scopo che le importa, non il teatro e la catarsi del menare le mani. Accanto uubblichiamo la parte essenziale di una lettera di u n federalista di una più recente generazione, Umberto Giovine, inviata a Luciano dal carcere di Corbeil, dove si trova - insieme a Maurizio Panichi - per l'atto dimostrativo contro il regime dei cclonnelli che ha compiuto sull'aereo della compagnia greca, di cui la proprietà è attribuita a Onassis. La società umana è colma di ingiustizie, il mondo è da cambiare e, pertanto, anzitutto da contestare. Ci sono popoli ricchi e popoli clze muoiono di fame; ci sono classi agiate e classi diseredate; c'è un capitalistno arrogante, a democratico D finché torna conto, e se no, fascista; e c'è uno spirito borghese, che non ha niente di pionieristico ( l o diciamo per coloro che ancora vagheggiano l'imprenditore calvirzista, che schiatta d i fatica per chiamata divina), ma aina soltarzto l'ordine pubblico, la TV e il weekend garantito. Ma i federalisti sanno che non è - o non è solo - u n probler~za di attribuzioiie formale della proprietà: a pochi o (nominalmente) alla collettività. E sanno anche che non è - o non è solo - u n prcblema di restituire la facoltà di decidere del proprio destino, sempre e direttamente, ai miliardi di cittadini del mondo. Il prchlema & quello di contestare, in ogni istante, questa società ingiusta, ma insieme di proporre e portare avanti il disegno di una nuova orgai~izzazione del potere: appunto, il disegno federalista. Il nemico (cioè l'oppressore, lo sfruttatore, l'imperialista, il fabbricante di guerre) è dunque insidioso, perché usa molti travestimenti e si a f f e r m a indisturbato, a ovest e ad est, a nord e a sud. La base, ovviamente, dovrà essere quella di piccole comunità (quartieri, villaggi, fab...), a misura umana, in cui briche, sct~ole ciasccln cittadino possa veramente dire la sua: m a il problema nasce poi, al momento di studiare il modo di farsi rappresentare per controllare e dirigere le forze scatenate dallo stesso cosiddetto progresso umano. Per questo la contestazione federalista è difficile e provoca il fastidio degli impazienti, che spesso sono emotivi dalla volontà sostanzialmente fragile. Noi la proponiamo ai giovani duri, coscienti dell'impossibilità di tollerare questo mondo e decisi a risalire a tutte le autentiche cause di ingiustizia. Proponiamo anche, ormai quasi da trenta anni, di fare dell'Europa il campo di u n primo, grande, moderno, integrale esempio di federalismo. Non è forse dall'Et~ropache sono partite le due guerre mondiali? Bene: riscattiamoci. ARGO Era notte. fesso! - mi aveva detto il piantone nel lasciarmi e con accento sincero. Anch'io ero coi ribelli, una volta, poi mi han preso e avevan cominciato a trattarmi come te. Ma io ho detto tutto e ora mi tengono con loro. Mi ci trovo bene. Se parli potrai venirci anche tu. Disgusto, pietà, ribrezzo: non posso dire quello che provai! A un tratto mi venne un'idea: « E se provassi a liberare le mani dalle ritorte? n. - Canta, N L I S S ama U ~ ~la pace come un vera ex-combattente: nessurro più di 1u1 è convinto della ingicistizia e della stupidità della guerra. Manifesto deiia Confederazione Europea degli Ex-Combattenti Noi, Ex-Combattenti, ieri difensori delle nostre patrie, oggi fraternamente riuniti, proclamiamo la necessità di promuovere rapidamente l'Europa politica che, sola, permetterà di salvaguardare i brillanti risultati già ottenuti con gli accordi economici, perfezionarli ed estenderli alle altre Nazioni. Dobbiamo ottenere dai governi dei nostri paesi che ciascuno di essi nomini un Ministro per l'Europa, che tali Ministri riuniti intraprendano un processo di cooperazione e preparino un quarto trattato: quello della Comunità politica, da sottoporre ad una Assemblea Costituente Europea eletta a suffragio universale. Gli Ex-Combattenti fanno appello a tutte le popolazioni di questo continente, assicurando loro che l'Europa è una necessità assoluta e che essa sola può garantire la sicurezza e la prosperità dei nostri paesi, come quella di tutti i cittadini. Essi lanciano anche un appello ai sindaci e a tutti gli amministratori locali perché facciano delllEuropa una realtà operante alla portata dei loro amministrati, di cui devono fare degli autentici Europei. 11 gesto fu più fulmine0 dell'idea. Uno strattone e la sinistra era libera (vecchio cospiratore, avevo disposto le mani in modo che vi fosse consentito un certo agio). Ora è la volta della destra: strappo, tiro, ruoto, e poi ancora strappo, e poi tiro con tutte le mie forze tanto da spezzarmi l'osso. Niente. Sudo freddo! Rinunciare, dopo aver quasi raggiunto lo scopo? Tornare indietro, a questa vita, all'indomani che mi attendeva tristissimo, quando già lo spirito aveva intravvisto l'al di là e la resistenza della carne era stata vinta? A che valeva che su di essa avesse trionfato l'imperativo della coscienza? Io ero sempre lì, misero straccio alla merc&dei despoti, che l'indomani mi avrebbero ripreso, trastullo dei loro ozi, oggetto delle loro sevizie. Mi vidi per quindici giorni appeso per aria, fustigato, arso. E non ignoravo quello che mi avrebbe aspettato poi se non avessi parlato: i bagni nella pece bollente, le camere refrigeranti, il casco di ferro, le scosse elettriche, insomma tutto quello che ancora non avevo provato. Una paura folle mi prese: e se non resistessi a tutto questo? E vedevo già i compagni braccati e torturati a loro volta, e una sequela interminabile di arresti, e la insurrezione che da tempo progettavamo forse rimandata, forse anche compromessa. E intanto la lametta stava lì, nella cucitura dei calzoni, a pochi centimetri, che aspettava soltanto d'esser presa e mi gridava che la salvezza mia e di tutti dipendeva soltanto da lei. E se il piantone, rientrando per i soliti controlli notturni, mi trovasse con una mano fuori? Forse applicherebbero una sorveglianza tale da precludere il presentarsi di una seconda occasione. Cercai dunque, in preda a una profonda tristezza, di infilar di nuovo la mano nell'apertura, ma neanche questa operazione mi riusciva più. Momenti di ansia indicibile! Certo solo la forza della disperazione riuscì invece a farmi liberare anche la destra. Libero! La vita e la morte stavano ormai nelle mie mani. Quello che si svolse allora fu questione di un lampo, ma lo spirito in quei momenti raggiunge una vitalità di cui non si ha idea. In un baleno ebbi tutta la vita condensata nella coscienza. I miei pensieri erano dei concentrati di pensieri. Tutto, di me, era presente. Con la lametta a me7z'aria tra l'indice e il pollice destro, non diedi forma ad alcuna espressione particolare, perché l'espressione esclude l'inesnresso, e in quel momento avevo bisogno della totalità del mio essere. Trasmettevo e ricevevo con tutta la persona, e la voce (o forza) che veniva a me sapeva così di profondo che ho creduto un istante che altri, da altri mondi, mi comunicasse. Volendo trarhrre in parole anel dialogo, forse si potrebbe ricostruire cosi: - Allora, Luciano, sei pronto? .- Sì. - Devi proprio? Sì. Allora forza! - Dio, perdonami Tu che vedi perché lo faccio! - E giù un gran colpo sul polso sinistro. Il sangue sprizzò altissimo ed io me ne sentii uscire un gran fiotto dal cuore. Barcollai. Temetti di cadere e di far accorrere il piantone, richiamato dal rumore. Mi adagiai pertanto lungo disteso per terra, mentre il sangue continuava a sgorgare abbondantemente dalla vena aperta, e passai la lametta dalla destra alla sinistra. Questa, a sua volta, vibrò il suo colpo al polso destro, ma il sangue ne uscì con minor veemenza. Allora distesi i nervi, composi le membra e mi dissi: - Ormai è fatta! Pensiamo a morir bene, voglio dire a vivere intensamente e degnamente questi ultimi istanti. Sapevo che la fine non sarebbe sopravvenuta subito. Di quei momenti dirò una cosa sola: il rammarico, non già di morire, perché & mia abitudine non trovar né bella né brutta una COMUNI D'EUROPA 20 cosa che si ha la coscienza di dover iare, ma il rammarico di morire così, senza poter scrivere un estremo messaggio che dicesse ciò che avevo sofferto e proclamasse che all'ultimo quella che avevo sentito più forte era stata la voce della virtù. Io invece non sarei stato un martire della libertà, ma un disperso, e i miei cari mi avrebbero forse aspettato per anni prima di chiudere il cuore alla mai morta speranza. E un altro pensiero ricordo infine, che io mi limito a citare qui senza commenti, per quanto, lo confesso, lo trovi strano: la preoccupazione per il corpo ch'io lasciavo e che gli aguzzini avrebbero mutilato, come avevan promesso, e poi abbandonato chi sa dove. Considerai anche i capi di vestiario che avevo indosso, ognuno dei quali mi richiamava qualche ricordo del passato. Mentre tali pensieri mi occupavano e una gran pace mi scendeva nel cuore, constatai con sorpresa che il sangue aveva smesso di defluire e gli sbocchi delle vene recise erano ostruiti da sangue coagulato. E' il freddo, - pensai. - Ci vorrebbe dell'acqua calda ». Ma la mia sorpresa si fece desolazione quando mi accorsi, ripetuta per parecchie volte l'operazione di strapparmi il sangue rappreso, che comunque il deflusso era cessato. Furono quelli momenti di disperazione profonda, perché tutto in quei frangenti si colora di tinte superlative. Fu con terrore ch'io riconobbi le conseguenze del fatto: o non morivo, e l'indomani sarei stato trovato ancora in condizione tale che si cercasse di farmi parlare, e naturalmente anche farmi pagare il gesto tentato, oppure ... dovevo uccidermi una seconda volta. Una terza soluzione non c'era, e fu cosi ch'io, già adagiato in una morte che stavo gustando dolce come il sogno (la prima cosa dolce dopo il parossismo di tante angustie), dovetti nuovamente far ricorso a tutte le fibre della mia volontà, perché un'altra volta mi soccorresse. Bisogna tagliar più profondo n, pensavo. Ma le mani ormai paralizzate non ce la facevano più a vibrare il colpo con la forza necessaria. Mi consultai: Che proprio non si possa morire? n. Mi misi la lametta tra i denti e segai, tenacemente, prima un polso e poi l'altro, in diversi punti, a lungo, fin che potei. Evidentemente non erano più le vene che segavo, perché sentivo qualche resistenza e delle sensazioni come di scossa elettrica per tutto il braccio. (Un giorno ho poi appreso trattarsi di nervi e di tendini). Ma il risultato sperato non veniva: il sangue, evidentemente, non voleva più saperne di uscire. « Audaces fortuna iuvat, - mi con detto. Qui bisogna trovare qualcos'altro D. Ripresi faticosamente la lametta tra i polpastrelli che più non sentivano e stringendola così convulsivamente tentai le vie del cuore. « Lì basta un bucherellino, - pensavo. Mireremo bene tra le costole m. Ma l'altra mano, per quanto si sforzasse, non riusciva a sbottonare il cappotto che avevo indosso, e neanche le forze valevano più a strapparlo, e intanto io pensavo che quella piccola lama non era certo atta a superare la resistenza del pesante tessuto. Forse, - pensai, - lo potrebbe col tessuto dei calzoni ». Ma dove trovare nelle gambe delle vene così alla superficie? Fu soltanto allora che pensai alla carotide. BANCO DI NAPOLI Istiluto di credito di diritto pubblico jondato nel 1539 Fondi patrimoniali e riserve: L. 32.223.184.138 Riserve speciale Cred. Ind.: L. 7.745.754.018 - Direzione Generale Nuovo richiamo di energie, nuovo stridor di denti per la tensione dello sforzo. Le dita, malcerte ed ormai fredde, stringono ancora la lametta, mentre io pongo ogni cura a che essa non mi scivoli inavvertitamente via, perché certo più non l'avrei trovata tra il buio e l'anestesia che ormai mi prendeva tutta la mano, ciò che avrebbe significato restare una volta di più a mezza strada tra la vita e la morte. Il colpo parte e colpisce giusto (annoto tra parentesi che debbo la vita, oltre alle miracolose circostanze che esporrò in seguito, anche alla mia ignoranza in fatto di anatomia, perché io credevo che le carotidi stessero nel mezzo anziché ai lati della gola). Istantaneamente sento che, all'alzarsi e abbassarsi del petto in forza del movimento di respirazione, corrisponde un passaggio di aria attraverso l'apertura praticatami, né mi riesce più di respirare con la bocca o col naso. Qualcosa ho colpito, - mi son detto, ma perché non muoio? Si vede che i vasi interessanti sono più sotto a. E allora giù colpi su colpi. (( Segnalianzo ai nostri lettori: IL MONTANARO D' ITALIA Rivista dei Comuni ed Enti Montani Edita daii'UNCEM Vla G. Romagnosi, 1 - Roma Direttore: Enrico Ghio Condirettore resp.: Giuseppe Piazzoni Sommario del N. 1 8 - Gennaio 1969 Attualità Iniziative parlamentari per la monvagna Il Ministro Valsecchi agli Agricoltori Riunita la Giunta Esecutiva UNCEM unitamente ai Capo-giuppo consiliari - L'incontro col Ministro Valsecchi ORFEOTURNOROTINI:La difesa del suolo 8 Testinzonianze ed esperienze LUIGI RICCARDI:Programmata la costruzione di scuole medie in provincia di Varese Notiziario Napoli Tutte le operazioni ed i servizi di banca CREDITO AGRARIO - CREDITO FONDIARIO CREDITO INDUSTRIALE E ALL'ARTIGIANATO MONTE DI CREDITO SU PEGNO Inauzurata la Conferenza nazionale delle Acque La XLVI Assemblea degli Amministratori delle Camere di Commercio Assemblea del CIPDA Programinate le feste nazionali della montagna 1970: anno europeo per la consensazione della natura Revisione della disci~lina fiscale delle convenzioni per gli Enti 'locali Riunita la V Sezione del Consiglio Superiore dell'Agricoltura Riunito il Consiglio nazionale AICCE Dalla Gazzetta Ufficiale Vita dell'UNCEM Assemblea u Sezione Consorzi Bonifica Montana Riuniti i consiqlieri nazionali del Piemonte Accordo UNCEM-AICCE per l'adesione dei Comuni Wiontani Riparto sobracanoni 480 FILIALI I N ITALIA Filiali all'estero : Asmera - Buenos Aires - Chisimeio N e w York - Tripoli ~ e n n a i o1969 8 Convegni e Riunioni - Mogadiscio Notizie dalllEuropa Uffici di rappresentanza all'estero : Bruxelles - Buenos Aires - Franco~ortesul Meno Londra - N e w York - Parigi Zurigo - Corrispondenti: in tutto il mondo Roma: La Provincia nell'ordinamento regionale Castelnuovo Monti: Convegno per la nuova legge sulla Montaga - A Ginevra riunione sui problemi forestali Calendario riunioni CEA Provvedimenti per l'economia forestale in Svizzera Se mo: Attività degli enti monrani E l l e regioni Pubblicazioni riceilule dell'annata '68 - - - Notizie Indice Abbonamento annuo: L. 2.000 C.C.P. n. 1/2072 intestato UNCEM Roma - gennaio 1969 Forse chi legge penserà ch'io agissi ormai come un forsennato. Invece no: posso garantire che non ho mai perso il controllo dei miei nervi e che ogni movimento era compiuto a ragion veduta; né la lucidità della coscienza mi venne mai meno, anche nei momenti successivi. Posso anzi precisare che in me c'erano come due persone distinte; una era l'attore della tragedia, attore nel senso materiale e psichico della parola, tutto preso dall'impegno della parte assunta, l'altra era uno spiritello saccente che si divertiva alle rievocazioni mnemoniche più impensate c commentava passo passo tutti i gesti e le deliberazioni del primo. Colpi su colpi, dunque, e certamente del sangue colava anche dalla gola, ormai, ma tuttavia non tanto quanto ne desideravo io. Frattanto le forze venivan meno e il dolore fisico, che nei primi momenti non ricordo di aver sentito (forse perché la stessa tensione psichica era tale da operare una specie di anestesia totale o di ipnosi come pare avvenga per i fachiri), cominciava ora ad ergersi come un notevole ostacolo davanti a me che forzatamente lo esasperavo; ma più che altro un gran desiderio di calma, uno stadio mai provato di « nirvana » mi invadeva, e sempre più disperati si facevano gli appelli alla volontà, perché non cedesse proprio allora ma mi sorreggesse sino in fondo. Per quella gran furia di colpi, la lametta si era nel mentre spostata fra le dita, o forse anche spezzata, o addirittura caduta nella ferita che mi ero aperto. I1 fatto è che non la sentivo » più. E qui avvenne quello che (non son io che parlo, ma i medici specialisti che mi videro in seguito) si potrebbe quasi chiamare miracolo, nel senso che si dubita che le sole forze di un uomo normale possano bastarvi, io mi cacciai le dita già irrigidite dal freddo e dalla morte nella ferita e tirai, spezzai, slabbrai quel taglio da farlo divenire uno squarcio, scavai la mia gola per farci entrare la mano intera, strappai le parti molli che mi si presentavano, mentre tutto in me convergeva nello sforzo della mia mano di andar dentro, più dentro, sempre più dentro, ove si annidava la morte. E le forze venivan meno, e rantolavo senza volerlo e svenivo e mi riprendevo di colpo con rinnovata energia. Una cosa sola sapevo: che il piantone mi doveva trovar morto. A un certo punto fui preso da una grande arsura, come un bruciore alla gola da far impazzire. Allungai allora il collo e sporsi le labbra con l'intenzione di bere nella pozza di sangue in cui mi sentivo steso, ma quale non fu la mia sorpresa nel trovarmi in bocca, anziché un liquido, una sostanza che aveva una certa consistenza e quasi neanche si spappolava. Ancor oggi non so se si trattasse di sangue celermente rappreso o delle cartilagini e mucose che mi ero strappato. Ma qui devo interropere un momento la foga della narrazione per ascoltare anche lo spiritello saccente che non stava mai zitto e mi consigliava in continuazione: - No, lascia questo pezzo, tanto non ce la fai. Non vedi com'è piantato bene dentro? Tira invece quest'altro ... Ecco, così bravo! Ma non pensi che riusciresti meglio girando il dito per così? E poi perché non lavori con l'unghia? In certi casi anch'essa può servire, <( COMUNI D'EUROPA « ...Jc m e suis toujours dcrnaridé si les activités qzle - depllis la fin d u CPE (*) - nous nrgunisons a u seiri dzt MFB rie rious o n t fuit perdre de v u e la valeur des choses qui arrzvent autour ae I Z O L Pottr ~ . ~ . faire ztn exemple, j'ai été tozcjours e n favetir de la campagne pottr l'élection dtt Parleitzerit Ettropéetz a u s u f f r a g e universel, m i m e a u t e m p s ozi notre anzi Albertini se faisail beattcottp d'illttsions sur la réussite d u recensement. Maintenant, voici le hlFE qui s'occi~rpe &ne et corps d e la campagne pour l'élection directe. Je suis toztjozzrs d'accord, évidenznietzt; tnais est-ce que ca vaut la peine d'engager les forces dont notts disponsons e n une actiotz qtti - att m a x i m u m - ne peut que donner u n peu plus de poids a u x dessins de loi déjà présentés a u Parlement Iralien. Cela ne veut pas dire qu'il ne faut pus s'intéresser à ca. Mais il arrive que pendant que nous notcs occupons d e ca la dictattire s'instaure eli Grèce, révit a u Portugal, les t a n k s russes urrivent i1 Prugue etc. etc. T o u t cela sans parler de ce qui arrive hors d'Europe o u de ce qui pourru arriver bicntbt en Roumalzie o u e n Pologiie. Or, si n o u s i t i o n s rtn grand parii, riche et bien organisé, avec de n o m b r e u x tnilitants, nous pouvions peut-&re ~ z o u spayer le luxe de notts etzgager duns des multiples initiatives e t <l'uc.complir des progrès dans plusieurs domaincs. Mais n o u s s o m m e s - c o m m e t u le sais bien - très peu nombreux, nous r7e s o m m e s n i t m e pas capables de nous payer uiz « sttxff » (le. professionnels; donc, il f a u f choisir: e t il f a u t choisir selon u n e échelle de priorités précises, ev2 tant qtce fidéralistes et démocrates. Or, je suis convaincu qu'il faudrait ckanger d e tactique et de noics occuper plut6t de t o u t e cette Europe qui nous éckuppe, u u lieu d'essayer (inictilement) de n o u s faire remarqzler par les milieux politiques qui comptent. D'un c6té d o n c il faudrait, bien sur, développer izotre peizsée politique e t essayer d e la faire accepter e n profondeur par les k o m n i e s politiqztes et par les « apparatniki » des partis; m a i s de l'autre c6té il faudrait s'engager dans des activités visant à rapprocker à llEurope qtle n o u s sonzmes abitués à considérer, les pettples qzti sttbisseizt d e s régimes tyramniques. C'est d o n c tine notzvelle frontière eztropéetzne qzt'il fattdrait coizquérir. E t ce ne serait pas la première fois que la poussée vers la frontière engendre des inorrvements importantr « à l'intérieur D. U n Motivement qrni se serait ainsi jorgé dans la lutte pottr les libertés fotzdanietztales atlruit ensirite, le m o m e n t venu, beaucoup plus d'autorité et d e capacité de pretzdre la relève d e l'actiotz décisive pour la Fédération Européenne. Voilà quelques idées que j'écris sans t r o p y réfléckir parce qzte j'y ai beaucoup réflécki d c n s le passé. Azcssi, j'ciimerais bien savoir quel sera - d'après toi - la décision de la Court des Droits d e l ' k o m m e et d z ~Conseil d e I'Europe à propos de la Grèce. J'ai sztivi avec attention les bulletins d u Conseil de I'Europe stlr la Grèce. La date de izotre action a été ckoisie e n tenant c o m p t e d e I'application de la soidisante « constitzttioiz » grècque et d e l'expiration d u sursis donné par le Conseil d e I'Europe a u Gouvernement grecq pottr la restauration des libertés e n Grèce. Excuse-moi pour la longueur de cette lettre mais ici o n devient « bavard » n'ayant pas la possibilité d e beaucozcp bavarder. Merci beaucoup, a u n o m aussi d e m o n a m i Maurizio Panicki, pour tout et, j'espère, à bient6t. Je t'embrasse n. UMBERTOGIOVTNE (*) Il Congresso dcl Popolo Europeo fu uiia importante iniziativa dei federalisti europei, presa quando - zaduta la CED - una parte dell'Unioti européenne des fédérali.slcs passò dal metodo illuministico fabiano persuasivo delle classi politiche nazionali a qiiello dell'azione popolare diretta e dclla bressione 'organizzata da uiia centrale sovranazii~nale (fu allora che si stqccarono dall'U.E:F. i n-odei-ati. in maznioranza Cra tedeschi e olandesi, in larga minoranza i r a i francesi, fondando I'Actiotr européenlqe ~ é d é ~ < ; 1 [Il~ zC.P.E. ~ ) . voleva essere un'organizzazioiie d i lotta, sostenuta d a tutti coloro che sentivano a la nccessilà d i rivendicare i propri diritti d i cittadini d'Europa n: era formato da federalisti presentatisi su diverse piazze d'Europa per chiedere, attraverso qualcosa di simile, alle elezioni prjniarie arnci-icane, una investitiira del p o p ~ : o europeo. Queste elezioni dovevano, iilsieme, suscitare una coscienza e darlt: una possibilità pratica di esprimersi. Per il C.P.E. v. di Altiero Spinelli, in e L'Europa non cade dal cielo n , Bolosna 1950, il cap. VI11 (Le ragioni ideali del Congresso del popolo europeo) della parte 111 (Nuovo corso e rilancio europeo - 1954-1958); v. anche in a Comuni d'Eiiropa ., luglio-agosto 1956, la « Dichiarazione d i Stresa n dei federalisti di Anversa, Dusseldorf, Saarbriicken, Strasburgo, Lione, Ginevra, Torino, riuniti nel Comitato di iniziativa del C.P.E. I1 Recerzse~nerit o Censimento volontario del popolo federale europeo ii stata un'altra iniziativa, posteriore, dei fedcralisti sempre sul ter:eno dell'azione popolare diretta: v. in 4 Comuni d'Europa D, discussione sulla relazione poliaprile 1964, la « mozione' di autonoinia federalista ( p . 15 sg.) e la tica. (p. 14 sg.). 2 22 gennaio 1969 COMUNI D'EUROPA ad esempio per segare quel grosso tubo di gomma resistente che senti in fondo e che dev'essere l'esofago. Dovresti passargli un dito per di dietro e poi tirare: chi sa che non venga via anche lui?... Forse a un medico potrebbe interessare ch'io riferissi qui l'analisi esatta dei movimenti fatti e delle resistenze e sensazioni incontrate, così come effettivamente questo racconto interessò i chirurghi che mi ebbero più tardi in cura, ma per rispetto dei lettori non chirurghi lo sottacerò. Dirò soltanto che a un certo punto sentii qualcosa tra le dita, nella cavità che mi ero aperta, che non poteva essere che la lametta dispersa: tiro per recuperarla e con mia meraviglia noto ch'essa si è ormai infissa nella carne. I medici poi hanno identificato la presunta lametta in una lamina tiroidea, una cioè delle due cartilagini che formano il cosidetto pomo dlAdamo, che ero riuscito quasi a divellere e che restava così spenzolante in fuori. Mentre la mia volontà si superava in una serie di sforzi ormai supremi, mentre il mio accanimento si acuiva in una lotta sovrumana tra la vita e la morte, tra me che vivevo e me che non volevo vivere, tra l'io fisico che voleva salvarsi e l'io spirituale che per salvarsi doveva perdersi, in un alternarsi spasmodico di tensioni e distensioni, di svenimenti e riprese, di febbre e terrore, ecco che la porta cigola, un. fascio di luce investe la parete cui ero stato legato e una voce prontamente risuona: - I1 prigioniero è fuggito! Presto la stanza è piena di armati e un fascio di luce avvolge me pure, in un angolo, steso in un lago di sangue. Sento voci concitate, imprecazioni, richiami. Mi si urta col piede. - E' ancor vivo! Respira. Ma come avrà fatto? E' incredibile! Che forza d'animo però ... E poi a me forte in un orecchio perché sentissi: Ce la pagherai ... Nuove persone sopraggiungono, forse lo stesso Spiotta. Ho colto tra l'altro questo dialogo: - E ora che ne facciamo? - Finiamolo e poi facciamolo scomparire. - E se potesse ancora parlare? - Ma non vedi che è agonizzante? COMUNI D'EUROPA - Canaglia! Ogni tanto il fascio di luce mi investiva. Io allora ricominciavo a recitar la mia parte, che questa volta era... quella del morto. Ma poi il fascio di luce si allontanava e io, che avevo la destra ormai attanagliata alla gola, riprendevo in silenzio la mia opera di lacerazione. La lotta tra la vita e la morte doveva veder vincitrice la parte migliore di me, e così cercavo di rubare ancora qualche probabilità alla vita. Questi son gli ultimi strappi che posso dare, - pensavo. - Poi o morirò o tornerò ad essere una semplice cosa nelle loro mani n. Finalmente mi si prende, mi si fa rotolare su un telotenda di cui si sollevano i quattro capi e mi si carica sulla famosa camionetta come un grande fagotto. « Dove mi porteranno ad ammazzare? » pensavo. Ma il mio destino era un altro. - E' stato un vero miracolo, - mi hanno detto i medici poi, - che lei non sia morto durante il tragitto, soffocato dal sangue che, liberamente e copiosamente sgorgando, poteva prender la via dei polmoni! ISTITUTO BANCARIO SAN PAOLO DI TORINO Organo de1l'A.I.C.C.E. Anno XVII - n. 1 - gennaio 1969 Direttore resp.: UMBERTO SERAFINI Redattore capo: EDMONDO PAOLINI DIREZIONE, REDAZIONE E AMMI- 684.556 NISTRAZIONE 687.320 Piazza di Trevi, 86 - Roma - tel. Indir. telegrafico: Comuneuropa - Roma 1 Abbonamento annuo L. 1.500 - Abbonamento annuo estero L. 2.000 - Abbonamento annuo per Enti L. 5.000 - Una copia L. 200 (arretrata L. 300) - Abbonamento sostenitore L. 100.000 - Abbonamento benemerito L. 300.000. 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Alla 724 si può preferire la 724 Special, alla 724 Special si può preferire la 725, alla 725 si può preferire la 725 SpeciaL Questione di prestazioni, di confort e di finizionim C'è dunque concorrenza tra le 724 e le 725. Tra le loro qualità e I loro prezzi. Una concorrenza HUMH che fa bene, UMN RHQHNMM che serve 197 cm3, 60 CV (DIN), 'elocità oltre 740 kmlora, 5 posti, reni a disco sulle quattro ruote. 4 3 8 cm3, 7 0 CV (DIN), relocità oltre 750 kmlora, 5 posti, f freni a disco con servofreno, ;edili anteriori con schienale ribaltabile mobiletto centrale, wova strumentazione, proiettori. 'rezzo L. 7.745.000 Motore a doppio albero a camme in testa, '608 cm3, 90 CV (DIN), ~elocità760 kmlora, 5 posti, freni a disco con servofreno, ;edili anteriori con schienale ribaltabile ? piano portaoggetti sul tunnel, lappeti del pavimento in moguette, Q proiettori. prezzo L. 7.300.000 RUMH UHM rVlotore a doppio albero a camme in testa, 1608 cm3, 700 CV (DIN), velocità circa 770 kmloxa, 5 marce, 5 posti, 4 freni a disco, impianto di frenatura a doppio circuito, servofreno, sedili rivestiti in panno e finta pelle, sedili anteriori con schienale ribaltabile e mobiletto centrale, tappeti del pavimento in moguette, nuovo impianto di riscaldamento, 4 proiettori allo iodio. Prezzo L. 1.390.000 m /l meglio è già RUNH UMH RHQHUNM Fiat. Presso tutte le Filiali e Commissionarie Fiat anche con acguisto rateale SA VA Armadi Schedari Nelle Ibro diverse versioni - ad altezza completa o ridotta, ad ante rientranti, battenti,scorrevoli o pieghevoli gli armadi metallici Olivetti Synthesis, disposti singolarmente o a batteria, garantiscono la più economica e conveniente utilizzazione degli spazi esterni ed interni. Sono gli strumenti indispensabili e razionali per I'organizzazione di archivi efficienti e funzionali, secondo le più svariatesoluzioni (cartelle sospese, raccoglitori, casellari ecc.) Caratteristiche fondamentali degli schedari orizzontali Olivetti Synthesis, particolarmente indicati per i servizi anagrafici, sono la disposizione orizzontale e lo sfasamento delle schede: ciò rende possibile eseguire direttamente sullo schedario le nuove registrazioni, con una sensibile economia di tempo e di lavoro. Elementi distintivi degli schedari Synthesis sono l'attacco metallico dei portaschede e il principio costruttivo modulare. -