ANNO 11 NUMERO 3 DICEMBRE 2007 IDENTITÀ E RELAZIONE Mi sembrano questi due termini fondamentali per il futuro della nostra umanità. Ognuno di noi, nella sua crescita, ha bisogno di trovare e condividere i valori in cui crede, nella comunità a cui appartiene. È il bisogno di casa, di un ambiente familiare, in cui poter trovare anche rifugio e protezione. Queste legittime esigenze, non possono però tramutarsi in chiusura al mondo, spinti da paure a volte smisurate. La casa deve avere gli adeguati sistemi di sicurezza, ma non può avere sbarre che ne fanno un bunker. Ciò è ancora più vero oggi, in un mondo globalizzato, dove le economie mondiali sono molto interdipendenti. Quello che capita in un angolo del globo, si ripercuote dall'altro capo della terra. Internet ha ridotto le distanze, merci, persone e denaro, circolano liberamente da una parte all'altra del pianeta. I problemi sul tappeto sono talmente vasti e concatenati, che chiudersi a riccio, in una nuova autarchia, sarebbe semplicemente anacronistico. È uno scenario che può inquietare come affascinare. L'incontro tra persone non può essere lasciato soltanto ai sistemi di pubblica sicurezza, che pure devono funzionare. Per non aver paura del musulmano, del rom, di chi insomma è diverso da noi, occorre recuperare la nostra coscienza di popolo. Mi chiedo: le radici cristiane dell'Europa, prima ancora che messe in discussione dai credenti in Allah e Maometto, non sono state minate dal nostro tiepido perbenismo qualunquistico? Buttiamo molta della convenzione, in cui rischiano di soffocare i nostri cuori e le nostre culture. Recuperiamo il perché dei nostri valori, se ancora tali sono. Diciamoci e diciamo ai nostri bambini, il senso di mettere Gesù Bambino al centro del nostro presepe. Sostituirlo con Cappuccetto Rosso o qualche altra diavoleria, come sperimentato in alcune scuole, per non urtare l'altrui sensibilità, credo serva solo ad annacquare il tutto. Una relazione forte, nasce solo da un'identità altrettanto forte. È falsa e tendenziosa la dicotomia tra questi valori, che da alcune parti sembrano propinarci. Solo insieme, possono assicurare la reale integrazione di tutti i popoli, in un mondo che non deve conoscere nuovi steccati ideologici e culturali. Così, Gesù Bambino potrà restare nella sua culla, a fianco di tutti gli altri simboli religiosi. Buon Natale allora, di pace e serenità! Gianenrico Passoni Dopo St. Pierre Mezzago trova affinità con un comune tedesco PIÙ VICINO IL GEMELLAGGIO CON REILINGEN Caloroso scambio di omaggi tra i Sindaci delle due comunità Mezzago e Reilingen, cittadina tedesca della Germania sud-occidentale, sono uniti da una strada privilegiata lunga 594 chilometri. Lo hanno testimoniato i sindaci delle due comunità in un consiglio comunale aperto, celebrato in sala civica sabato 21 ottobre. St. Pierre, comune francese gemellato con Mezzago da 17 anni, è gemellato anche con Lauchringen, situato a 250 km più a sud. La comune tradizione nella coltivazione degli asparagi, è stata occasione, per far avvicinare Mezzago alla realtà di Reilingen. L'iniziale conoscenza, proseguita anche grazie alla scoperta di questa grande affinità, non potrà che portare i due comuni a costruire un’amicizia sempre più solida, magari rinfrancata nel prossimo futuro da un gemellaggio ufficiale. Nel corso dell’incontro, il sindaco Antonio Colombo ha illustrato i pregi e le caratteristiche della nostra comunità e ha ricordato che la cultura del gemellaggio è frutto dell’iniziativa dei sindaci Asnaghi e Pozzati, suoi predecessori. Dario Biffi invece, consigliere di maggioranza e rappresentante del Comitato di Gemellaggio, ha presentato la ricchezza della vita associativa. A questo punto il sindaco di Reilingen, Walter Klein, che è stato accompagnato da ben undici consiglieri, ha sottolineato il senso di familiarità che si prova a Mezzago ed ha specificato l’intenzione di proseguire il cammino di amicizia in una direzione ben precisa: "l'avvicinamento delle istituzioni non deve proseguire come formale turismo politico , ma favorire la vicinanza delle persone”. Quindi il lavoro delle due comunità deve operare perché la loro distanza sia molto minore dei chilometri indicati dal cartello stradale con la dicitura: "Mezzago 594 km". Il dono simbolico del nostro Comune sarà affisso nel Municipio di Reilingen ma, prima ancora, ce lo auguriamo, nel cuore almeno di chi è venuto in visita da noi. AA la copertina del calendario 2008 della Pro Loco, dedicato al Pedibus Antonio Colombo e Walter Klein, con il cartello stradale donato alla comunità di Reilingen Direttore responsabile Antonio Colombo Capo redattore Gianenrico Passoni Vice capo redattore Alberto Aquili Registrazione al Tribunale di Monza N°1805 del 23/05/2005 Consulente informatico Nick Radaelli Fotografie Studio Giudicianni Progetto grafico e Stampa Tipolitografia Riva Villasanta HANNO COLLABORATO Foto – Studio Giudicianni Alessandro Biffi, Allan Bay, Antonino Jonathan Luzzi, Beatrice Solcia, Benedetta Solcia, Chiara Scarabelli, Dario Biffi, Federico Villa, Gabriella Bellini, Giancarlo Brioschi, Giancarlo Sangalli, Gigliola Crespi, Giorgio Crespi, Giovanna Malgaroli, Lara Cambiaghi, Mario Passoni, Saul Stucchi, Tiziano Spinelli, A.C. Mezzago, Associazione Culturale Giancarlo Brasca, Associazione Culturale "Il Pettirosso", Associazione Help for Children, Associazione Pinamonte, AVIS-AIDO, I Mezzaghini della scuola media (3^A e 3^B) con Leila Codecasa, Lorenzo Pinardi e Caterina Palano, La classe I^A della scuola media con Raimondo Sanna, National Basket, Scuola Primaria (II ^B) con Loretta Zoia, Volley 2000 Mezzago. LA VOCE DEI GRUPPI CONSILIARI GEMELLAGGIO: I PERCHÉ DI UNA SCELTA SEI RAGAZZI AL BAR COUNTRY: IL MIO RACCONTO Mi chiamo Benedetta, sono una ragazza del gruppetto dei sei che quest’estate ha affiancato i Volontari di Mezzago nella gestione del bar Country Club Pensionati. Nel mese di maggio ho letto l’annuncio con cui i Volontari cercavano qualche universitario che li aiutasse a gestire il bar e a garantirne l’apertura durante tutta la stagione estiva, e ho pensato subito di essere interessata. In un’estate da passare tra esami e vacanze di sicuro qualche soldo in tasca mi avrebbe fatto comodo, ma soprattutto mi sono detta che sarebbe stato piacevole qualche pomeriggio con gli anziani del mio paese, e che non mi avrebbe fatto che bene. Così a partire da giugno ho iniziato a passare un pomeriggio circa a settimana al bar Country. Ho imparato qual è la differenza tra tasa mista e mistin e a fare un canarino; ho preparato tanti 2 in 3 e chissà quante acqua e menta; ho sorteggiato le coppie del torneo di briscola e ho mangiato pane e salame alle quattro del pomeriggio. Ho servito al tavolo giocatori concentrati e infervorati cercando di non versare la bira e gazusa e la coppa al caffé corretta cognac. Con tanta buona volontà e qualche errore mi sono avventurata nel mestiere della barista, grazie anche alle dritte di Giuseppe (..). Ho avuto la possibilità di trascorrere qualche pomeriggio con gli anziani di Mezzago, ho conosciuto i loro visi e qualche nome, e ora qualcuno ancora mi riconosce e mi saluta. Stare con loro mi ha fatto pensare quanto semplice e ricca può essere la vita anche senza internet e cellulari, quanto contino le esperienze di vita e i rapporti, e quanto in questo gli anziani siano molto più ricchi di noi. Penso che ci sia da imparare, e penso proprio di aver avuto una opportunità rara. Sono entrata con passo silenzioso nella vita del paese, ho conosciuto i piccoli riti quotidiani di chi scandisce la giornata sull’orto, il caffé corretto al bar, la partita a carte e la cena leggera e non troppo tardi. A Mezzago ci sono tante persone non più giovani, che si trovano, passano il pomeriggio insieme e, rigorosamente in dialetto, intrecciano chiacchiere, battute, risate, e qualche battibecco col compagno di briscola. È questa una realtà presente, è una componente importante del nostro paese, che io durante l’estate ho potuto conoscere. Ho poi conosciuto i Volontari di Mezzago, e collaborato con i fondatori di questo bar un poco anomalo, che d’estate non chiude mai e dove trovi ogni giorno un barista diverso, che si cimenta con impegno in un mestiere che non è il suo(...). Penso che anche i pensionati che frequentano il bar Country siano stati contenti della novità dell’estate, noi giovani. Spesso, soprattutto i primi giorni di servizio, le facce dei clienti erano stupite e allegre, le reazioni simpatiche e bonarie: Varda la giuentù.., Largo ai giovani.. questo era il benvenuto! Spero che anche loro abbiano apprezzato questo esperimento, e cioè la vicinanza di generazioni così distanti, che di solito solo la parentela unisce. Generazioni che si conoscono poco, ma che sono incuriosite l’una dall’altra. Allora nasce la possibilità di dialogo, per capire vite e ritmi diversi da quelli a cui sei abituato: da un lato le domande sugli studi e sull’università, dall’altro i racconti e i ricordi di un tempo, passato e presente. Ecco le mie impressioni sui pomeriggi estivi di servizio al bar Country Club Pensionati. Spero che anche gli altri ragazzi, Giorgio, Roberta, Francesca, Massimo e Fabio, possano riconoscersi. È un’esperienza che arricchisce: io la auguro anche ad altri. Benedetta Il recente incontro con il Consiglio Comunale di Reilingen, comune tedesco con il quale abbiamo da alcuni anni rapporti d’amicizia, ha rilanciato le prospettive del gemellaggio. Abbiamo da sempre pensato che questo fosse un’azione ricca di prospettive ed uno strumento straordinario d'azione interculturale, tra persone di differenti regioni e paesi d’Europa. Si possono eliminare le diffidenze ed i pregiudizi reciproci e rinsaldare il sentimento di coesione, di convivenza e tolleranza dei cittadini, nei confronti di tutti. Gli incontri e le relazioni personali tra persone appartenenti a diversi ambienti culturali, permettono di conoscere altri popoli, di apprezzare meglio se stessi e gli altri e di arricchire il proprio bagaglio d’esperienze. Si conoscono realtà differenti, si fanno nuove amicizie attraverso scambi reciproci di conoscenze culturali. Tutto questo, può solamente arricchire le persone. N’è testimonianza il gemellaggio con Saint Pierre e possono esserlo in futuro le relazioni appena iniziate con Reilingen. Le persone giovani e le associazioni possono trovare nuovi stimoli, per le loro attività. Tutti, in particolare le persone di minor età, devono sfruttare al meglio queste possibilità contribuendo al suo sviluppo, portando nuove idee e proponendo scambi ed iniziative. Dario Biffi Consigliere di MEZZAGO DEMOCRATICA Carrozzoni, come ragiona la Sinistra. La divulgazione del libro “La casta” ha drammaticamente portato alla ribalta non solo i costi della politica, ma anche gli sprechi per inutili consulenze, per proliferazioni di società municipalizzate, consorzi e cooperative. Seppur in un modo non così evidente, anche gli amministratori del nostro piccolo Comune non si esimano dal voler partecipare a questa lunga lista di spese inutili. Come viene descritto nel libro citato, a Mezzago stanno proliferando costose adesioni a carrozzoni pubblici che vengono spacciati come enti sovra-comunali in grado di far risparmiare grazie ad economie di scala. Purtroppo mancando questi enti di un coordinamento sistematico e di funzioni ben definite, si crea spesso una moltiplicazione di strutture con i medesimi compiti, con il conseguente aumento dei costi che gravano su tutti i cittadini. Questi “carrozzoni”, di natura prettamente politica, in molti casi rappresentano una via, non secondaria, per dare pubblico impiego ad amici e conoscenti, nonché un ripiego dorato per politici “trombati”. Basta citare solo alcuni di questi enti a cui Mezzago aderisce: Associazione Pinamonte, Sportello Sperimentale Associazione, Idra, Cem, Cied, Spese per Servizi Territorio, Offerta Tecnica, Circondario, Parco Rio Vallone, Associazione Progetto Lavoro, ATO, Offerta Sociale, Agenda 21, Polo Catastale. Riteniamo tutte queste adesioni una “imposizione” da parte del sistema politico di sinistra dei Comuni del Vimercatese, che, senza apparenti alternative, hanno prosciugato in questi ultimi anni il nostro bilancio per un totale di 300.000 euro. Domandiamo quindi ai nostri amministratori, perché molti Comuni del circondario, più attenti ai bisogni dei propri cittadini e meno al clientelismo dei propri iscritti, non aderiscano in modo così totalitario alle molteplici Associazioni? Per invertire questa perversa tendenza, sarà un nostro inderogabile impegno assicurarci della “presunta” efficienza dei servizi offerti, controllare la congruità dei costi addebitati e, se necessario, richiedere la disdetta dei contratti stessi. Giancarlo Brioschi Capogruppo di INSIEME PER MEZZAGO I magnifici sei 2 Help for Children COMITATO DI MEZZAGO Viaggio umanitario in Bielorussia Erano le 4,30 del 25 ottobre 2007 e due camper di Cornate composti da 10 persone tra cui anche due persone di Mezzago, Pozzati Vittorio (Consigliere Provinciale) e Passoni Mario (veterano al quarto viaggio in Bielorussia), partivano alla volta di Gomel. Il Tir con il materiale umanitario (viveri, vestiti, giocattoli, materiale igienico sanitario e scolastico) era partito un mese prima per poter essere sdoganato in tempo. Questo materiale era stato preparato grazie alla generosità dei cittadini di Mezzago e Bellusco con la raccolta alimentare effettuata presso i negozi Mario Passoni e Vittorio Pozzati ospiti a Gomel COOP e CRAI di Mezzago e GS di Bellusco nel mese di settembre. Il giorno 25 ottobre il materiale era tutto sdoganato e pronto per la distribuzione nei villaggi, nelle scuole e negli orfanotrofi bielorussi. Dopo due giorni di viaggio (2500 km.) con relative soste “ricreative” previste per i pranzi, si e’ arrivati a Gomel; ci siamo sistemati in albergo e dopo un giorno di riposo, si e’ cominciato a distribuire i pacchi nei diversi luoghi di destinazione. Erano piccoli villaggi rurali o istituti per portatori di handicap, scuole, orfanotrofi o internati per bambini abbandonati, in ogni caso il nostro arrivo era comunque festeggiato in modo gioioso e allegro da parte di tutti. Ci siamo abituati a “dover” partecipare a pranzi, rinfreschi e piccole cerimonie di ringraziamento e di benvenuto che ci hanno dimostrato quanto poteva essere importante per loro la nostra presenza. La gioia che loro dimostravano nei nostri confronti era da noi altrettanto ricambiata in quanto ci si rende conto che mentre ricevono beni materiali, in cambio loro donano stima , amicizia, affetto e trasmettono anche la loro cultura. Questo scambio non puo’ che arricchire la nostra conoscenza e aumentare così la tolleranza e l’accettazione verso un popolo sfortunato ma pieno di orgoglio e di cultura. Molti di noi hanno trovato anche il tempo (fra una consegna e un’altra) di incontrare le famiglie di alcuni dei bambini che vengono ospitati (circa 130 all’anno) nel corso dell’anno per un soggiorno climatico in italia. Ricordiamoci che un mese di soggiorno in italia abbassa del 50% la quantità di cesio 137 presente nel sangue dei bambini che e’ il maggior responsabile del tumore alla tiroide. Dopo aver salutato fra baci e abbracci le famiglie dei nostri bambini con un po’ di tristezza e nostalgia siamo ripartiti per l’Italia. Dal finestrino del camper abbiamo visto scorrere diversi panorami, fabbricati, case e città di Polonia, Repubblica Ceca, Germania e Austria, per giungere finalmente in Italia. Il rientro nella notte del 3 Novembre ci ha permesso di riabbracciare le nostre famiglie. Un pensiero ci è rimasto in testa e ci fa considerare che l’impegno per organizzare il convoglio e il soggiorno dei bambini, pur essendo gravoso, è ripagato dalla soddisfazione e dalla gratificazione che si ricevono durante queste visite. Concludiamo con l’informazione che i nostri convogli hanno una scadenza semestrale e che se qualcuno fosse interessato a parteciparvi come volontario, o volesse ospitare per un mese un bambino, oppure partecipare economicamente alla raccolta di viveri il nostro recapito è: HELP FOR CHILDREN Via G. Matteotti, 56 - 20050 Mezzago Tel. 039622994 Enrica Biffi. P.A.HELP FOR CHILDREN MEZZAGO Via G. Matteotti, 64 - 20050 Mezzago Tel. 039622994 Importante sostegno per favorire le diagnosi precoci I comuni del territorio sono soci dell’associazione TUMORI AL SENO ED ALLA CUTE: MEGLIO PREVENIRE ASSOCIAZIONE PINAMONTE: L’INFORMATICA ALLA PORTATA DI TUTTI L’apporto di comune e volontari compie 10 anni A ogni età è possibile accedere alle conoscenze tecnologiche “Pronto: sono Anna dell’Associazione Volontari, volevo mettermi d’accordo per la prossima visita. La Dottoressa sarà presente sabato mattina…” Oppure: “Quante biciclette fuori dal Comune. Cos’è tutto questo via vai di persone?” - “E’ per la campagna di prevenzione ai tumori…”. E ancora: “Deve fare la mammografia a Monza? Le prenoto un posto sul pulmino dei Volontari”. Questi esempi di conversazione possono far comprendere come a Mezzago la campagna di prevenzione ai tumori al seno ed alla cute possano considerarsi un’esperienza ormai consolidata. In verità si tratta di iniziative avviate grazie all’attenzione e alla proficua collaborazione tra Amministrazione Comunale e Associazione Volontari di Mezzago, in convenzione specifica con la Lega Italiana di lotta contro i Tumori. La diagnosi precoce si raccomanda a tutti coloro che presentano un rischio di ammalarsi di tumore per età, abitudini di vita e familiarità. È utile perché consente l’individuazione del tumore prima che si manifestino i sintomi della malattia: l’avvio di una terapia efficace applicata negli stadi precoci consente una maggiore possibilità di guarigione. Considerato il rumore e il risalto che trovano le notizie scandalistiche o i pettegolezzi, viene da pensare che il lavoro discreto di tanti volontari/e per promuovere la salute ed il benessere della cittadinanza di Mezzago passi inosservato. Ma non può passare sotto silenzio un servizio messo a disposizione di una vasta fascia di popolazione (si pensi che a fronte di circa 40 uscite dei medici specialisti vengono effettuate circa 1.000, dico 1.000, visite l’anno). La visita comporta il pagamento di un ticket da parte dell’utente, mentre la copertura totale dei costi prevede una spesa annuale suppletiva di cui si fanno carico in pari misura l’Amministrazione Comunale e l’Associazione Volontari (per una quota divisa equamente di circa € 5.000 – 6.000). A proposito: la campagna di prevenzione tumori è ormai giunta al suo decimo anno di età. Infatti ha preso avvio all’inizio del 1998. E’ proprio vero che le cose belle rischiano di non fare notizia!!! Tiziano Spinelli Nel nuovo millennio l’alfabetizzazione informatica diventa la base per accedere alle conoscenze minime che la società sempre più complessa richiede: può trattarsi di ottenere requisiti, di utilizzare il computer per comunicazioni sempre più veloci o di accedere alle informazioni in tempi brevissimi. Sempre più alto quindi il numero dei ragazzi delle scuole superiori che frequentano, al di fuori degli orari scolastici, corsi per accedere alla patente europea, un attestato dei diversi gradi di conoscenza del computer con una certificazione riconosciuta a livello europeo. Le scuole stesse organizzano questi corsi. Ma anche per gli adulti è utile questo attestato: per migliorare la propria posizione lavorativa, per chi cerca lavoro, o per ricollocarsi nel mondo del lavoro. Sul nostro territorio già dal 1985 diversi comuni del vimercatese, su proposta del Lions Club di Vimercate, hanno fondato l’Associazione Pinamonte proprio per rispondere ad una esigenza che è divenuta sempre più urgente. All’Associazione partecipano anche: l’Associazione artigiani, la Confindustria e le organizzazioni sindacali CGIL,CISL,UIL di Monza e Brianza, il Distretto Scolastico n°60, il Consorzio d’igiene ambientale CEM, l’IDRA Srl e il Centro Lavoro Vimercate. Questa “larga intesa” conferma l’importanza attribuita alla diffusione delle conoscenze tecnologiche. Larga anche l’offerta di opportunità formativa dell’Associazione: si può dire praticamente per tutti i cittadini. Troviamo infatti tra i programmi anche corsi base rivolti “a nonni e nipoti” oppure “a genitori e insegnanti per conoscere le tecnologie informatiche finalizzate all’integrazione dei bambini diversamente abili”. Chi vuole quindi conoscere meglio tutte le possibili opzioni può accedere alle informazioni on-line: www.pinamonte.brianzaest.it oppure con e-mail: [email protected]. La segreteria è raggiungibile ad Agrate Brianza in Piazza S. Paolo,24 oppure ai recapiti telefonici: 039-6051223 / 039-6881083 o al fax 039-6051254. 3 IL RICORDO DI GIUSEPPINA BRASCA Si è svolta in un clima di grande ed intensa partecipazione la commemorazione del 5° anniversario della morte di Giuseppina Brasca che la Comunità parrocchiale ha promosso domenica 11 novembre. Nell’affollata sala S. Luigi dell’oratorio di Mezzago erano presenti il fratello Cesare, i nipoti, le persone che l’hanno conosciuta nei vari campi in cui lei ha operato e molti cittadini mezzaghesi. In tanti hanno testimoniato sulla figura umana e cristiana di Giuseppina, mettendone in risalto la sua raffinata cultura, la sua determinazione,la sua competenza, ma soprattutto la sua straordinaria disponibilità e attenzione e lo spirito del servizio all’altro. Affettivamente molto legata al fratello Giancarlo, Giuseppina Brasca ne aveva seguito l’illuminata e illuminante testimonianza di vita cristiana, adoperandosi fino all’ultimo nel servizio della Chiesa ambrosiana, instancabile collaboratrice dell’«Azione Cattolica» diocesana, di cui fu anche responsabile della sezione femminile giovanile, operosa promotrice dei «Gruppi di Ascolto» e della «Scuola della Parola adulti», generosa nell’attività di volontariato accanto agli ammalati, ai quali si è dedicata per anni con l’«Associazione Samaritani», all’Ospedale Niguarda; senza dimenticare il suo prezioso sostegno alla Comunità Terapeutica «Fratello Sole» di Santa Severa (Roma), voluta dal fratello Giancarlo. E non da meno fu il suo impegno nella vita civile e sociale di Milano, dove si dedicò all’insegnamento nelle scuole civiche e regionali del capoluogo lombardo, diventando Direttrice del «Centro Formazione Professionale» e collaborando con la Regione in diversi settori, dall’istruzione agli anziani al volontariato. Un impegno infaticabile, il suo, sempre svolto in silenzio, quasi in punta di piedi, ma che non è passato inosservato e che le è valso il riconoscimento di diverse onorificenze, tra le quali la «Croce pro Ecclesia et Pontifice», oltre all’alto riconoscimento da parte del Comune di Milano che, l’8 dicembre 2001, pochi mesi prima della sua morte, l’aveva insignita dell’«Ambrogino d’Oro». Nella ricorrenza è stata presentata la pubblicazione “Giuseppina Brasca. Laica consacrata per la chiesa di Cristo”, curata dal Centro Culturale Giancarlo Brasca e stampata dalla tipografia di Cooperate, ente gestore delle Comunità terapeutiche “Fratello Sole” per il servizio delle tossicodipendenze a cui saranno devolute le offerte raccolte in occasione della commemorazione. A cura del Centro Culturale Giancarlo Brasca Progetto per promuovere la lettura ad alta voce ai bimbi piccolissimi NON È MAI TROPPO PRESTO PER UN BEL LIBRO! Bimbi più intelligenti? Bimbi e genitori più in sintonia? A volte basta un libro! Ci vuole un intero villaggio per crescere un bambino. (Proverbio africano) Le più recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato che se un papà o una mamma si siedono accanto al loro bimbo anche piccolissimo (da zero a tre anni) o ancora meglio lo prendono in braccio, e leggono insieme a lei o lui una bella storia, magari su un libro colorato adatto alla sua età, quel bambino crescendo risulterà avvantaggiato rispetto ai suoi coetanei. Fantasie? Ma no! Basta pensarci un attimo: nei primi anni di vita il cervello del bambino è particolarmente plastico e ricettivo. Non è quindi mai troppo presto per iniziare a giocare con le parole, a raccontare e a leggere ai bambini. Dopo molte letture il bambino conosce le lettere e i numeri, scrive meglio il proprio nome, entra nel mondo della scuola dotato di maggiori strumenti. Senza dimenticare che la lettura stimola l'immaginazione, arricchisce il linguaggio, motiva il bambino ad amare e riconoscere i libri. In più, stando vicini alla mamma o al papà che leggono una storia divertente, si rafforza il legame affettivo tra adulto e bambino. Ma perché raccontarvi tutto questo? Perché il comune di Mezzago insieme ad altri quattro Comuni della zona, ha deciso di avviare un progetto per diffondere questa abitudine alla lettura ad alta voce da parte dei genitori ai loro bambini, fin dai primi mesi di vita. Come funziona il progetto? Le amministrazioni comunali hanno contattato i pediatri di famiglia e dopo una serie di incontri sovracomunali sono state definite alcune azioni concrete che partiranno in autunno. Eccole: • Un libro in regalo ai bimbi: le bibliotecarie hanno scelto tre libri adatti a bimbi da sei mesi a tre anni che i pediatri provvederanno a distribuire gratis ai loro assistiti durante i bilanci di salute; • Un opuscolo in regalo a mamma e papà: i pediatri consegneranno ai genitori un opuscolo in cui si spiegano i benefici della lettura in età prescolare; • Incontri e laboratori di lettura per bimbi e genitori; • Libreria itinerante per ragazzi: una settimana di promozione alla lettura itinerante tra i Comuni. Un grazie particolare va ai pediatri che hanno un ruolo fondamentale nel progetto. Il motivo? Semplice: una mamma e un papà alle prese con un bebé magari non pensano ad andare a comprargli un libro, ma dal pediatra ci vanno di sicuro. E così sarà proprio il medico a spiegare ai neo genitori che la salute di un bimbo non si misura solo guardando se il suo corpicino cresce sano. E’ fondamentale pensare, da subito, anche alla sua testa: la mente del bimbo va stimolata, curata, fatta crescere. Un bel libro (adatto a lui), può essere un valido aiuto. Per questo motivo i libri che verranno donati sono stati selezionati da un elenco di titoli consigliati dal pool di esperti di “Nati per Leggere”, un progetto nazionale di promozione della lettura ad alta voce ai bambini dai 6 mesi ai 6 anni che vede la collaborazione di più professionisti: in primo luogo dell’AIB (Associazione Italiana Biblioteche), dell'Associazione Culturale Pediatri, del Centro per la Salute del Bambino - onlus. Per saperne di più: www.natiperleggere.it Chi aderisce al progetto I Comuni: Bellusco, Busnago, Mezzago, Ornago, Sulbiate I Pediatri di famiglia: Lionella Crespi (Bellusco, Mezzago, Ornago), Claudia Costato (Bellusco, Mezzago, Ornago), Maria Concetta Torrieri (Bernareggio, Sulbiate), Joseph Uhama (Busnago, Roncello), Federica Zanetto (referente ACP per NPL) Il progetto in pillole Cos'e' ? Il progetto promosso dai 5 Comuni vuole promuovere la lettura ad alta voce ai bimbi fin dal primo anno di vita. Perché è importante? Recenti ricerche scientifiche dimostrano che leggere ad alta voce, con una certa continuità, ai bambini in età prescolare migliora il legame con i genitori e potenzia l'intelligenza del bambino. Con chi? Per raggiungere questo obiettivo i pediatri, i bibliotecari, le amministrazioni comunali hanno sottoscritto un protocollo di intesa. Come? Il progetto prevede varie azioni: regalo di libri ai bimbi da zero a tre anni e di opuscoli informativi ai genitori, l’organizzazione di incontri e laboratori di lettura per bimbi piccolissimi, per mamme e papà. Non dimentichiamo che… …. in biblioteca c’è già uno spazio morbido e colorato studiato proprio per i “piccolissimi” con tanti libri acquistati per loro. Libri di ogni tipo: di stoffa, di peluche, di gomma, a finestrelle, sonori, tattili…insomma: libri da giocarci… alla grande! 4 L’ANGOLO DELLE POESIE POESIE DALLA SCUOLA PRIMARIA Il contributo della scuola primaria a questa rubrica continua anche in questo anno scolastico con la collaborazione dell’insegnante della II^B, Loretta Zoia . Ecco qua la seconda B che si presenta a voi cosi’. E’ il turno di Mariangela Nicoscia a cui piace stare in compagnia. Penultimo arriva Marco Vitali che è più bello con gli occhiali. Per prima c’è Giulia Bassani che accarezziamo con le nostre mani. Viene adesso Simone Nuzzolese che è nato nell’ultimo mese. Ed infine c’è Zoe Vitali che ama molto gli animali. Dopo viene Alessandro Brambilla che avrebbe bisogno di una camomilla. C’è poi Adina Passoni che rende tutti più chiacchieroni. Segue poi Antonio De Meco che in classe fa spesso l’eco. Segue inoltre Giulia Passoni che indossa sempre i pantaloni. Ecco qui Amina El Haouss che con gli ospiti mangia il cous cous. E che dire di Simone Pedrinelli? Che fa disegni sempre belli. In seguito arriva Sonia Ferrante è tutto il contrario di un elefante. E del suo amico Matteo Ponzoni? Che è uno studente tra i più secchioni! Adesso c’è Rossella Fiorentino che ha un visino proprio carino. La nostra Cassandra Porra ha una chioma rossa magnific…orra! Dopo ancora c’è Giuseppe Gitto che non sta mai zitto. In coda si trova Antonio Stillitano che con la mente viaggia lontano … Incontriamo adesso Marco Lari che ha tanti amici cari. Vi presentiamo pure Giorgia Vitali che è un angioletto, ma senza ali. La classe IIª B Foto – Studio Giudicianni POESIE DALLA SCUOLA MEDIA Pubblichiamo i contributi poetici inviati dal Professor Raimondo Sanna, che conduce un laboratorio di poesia nella sua IA IL TRENO Treno, tu che vai veloce come il vento, tu che sei forte come il mio lamento tu fai ciuf, ciuf e io mi rattristo perché tu treno sei triste, e mentre io piango tu parti per un lungo viaggio. L’ARCOBALENO Tra monti E pianure, dopo una lunga e violenta pioggia appare inaspettato il meraviglioso arco della vita. Rosso, giallo verde, blu sono i colori che compongon quell’arco magico misterioso apparso dal nulla Chiara Crippa e Veronica Confalonieri Letizia Grassi La giuria tecnica conferma i voti popolari CONCLUSO IL PRIMO CONCORSO DEI “MEZZAGHINI” I vincitori in gita alla “Gazzetta dello sport” Concluso con una simpatica premiazione in sala civica il primo concorso riservato agli allievi di terza media che avevano partecipato ad un mini-corso di giornalismo a scuola. Gli allievi, divisi in tre gruppi, avevano preparato, come prodotto del corso, una pagina comparsa sulle pagine de “il mezzaghero”.Il giudizio è stato espresso con i voti di una giuria popolare, potevano infatti votare tutti i cittadini in possesso di un tagliando comparso sul giornale, e dalla giuria tecnica composta da Leila Codecasa e Anna Prada, giornaliste e istruttrici del corso, e da Alberto Aquili, della redazione de ”il mezzaghero”. Nella sostanza i voti popolari non sono stati tantissimi, infatti è stato istituito un punto di raccolta anche a scuola, oltre a quello esposto a lungo in biblioteca, per avere un numero di voti abbastanza consistente. Il giudizio tecnico, alla fine, ha confermato quello dei voti popolari. È sicuramente di alta qualità tutto il lavoro svolto dai ragazzi nel corso, come le pagine prodotte in tutti e tre i gruppi. La giuria tecnica ha premiato anche l’entusiasmo e l’impegno nella partecipazione: d’altra parte alcuni tra gli alunni hanno già iniziato a collaborare al giornale. Nel frattempo alla scuola media è già partito un secondo corso con gli alunni di terza media, mentre a gennaio il gruppo vincitore del concorso e i più meritevoli degli altri gruppi andranno in gita alla “Gazzetta dello sport”. Premiazione del concorso "Mezzaghini" Foto – Studio Giudicianni 5 Intitolata al tema: “Tutti i diritti umani per tutti” IN 200.000 ALLA MARCIA PER LA PACE PERUGIA-ASSISI 2007 Due donne, una palestinese e una israeliana, ospiti dei nostri comuni Ore 8.30 del 7 ottobre: sono in centro a Perugia, siamo stretti stretti, stipati, in attesa che inizi la marcia per la pace. Noi di Mezzago, Bellusco, Ornago ci siamo un po’ dispersi, ciascuno cercando di intrufolarsi un po’ per non rimanere proprio in fondo al corteo. Dagli altoparlanti sentiamo brevi testimonianze che arrivano da diversi paesi del mondo, sui diritti umani, questo il tema della marcia: diritti civili, diritti economici, diritti sanitari, diritti politici. Ascolto e intanto mi guardo intorno… quanti giovani, e meno male, dà speranza vedere che le nuove generazioni si interessano ancora a questi temi! Il corteo si incammina, un po’ stentato per la prima mezz’ora, perché siamo veramente tanti, e poi pian piano si incomincia con passo costante. A sprazzi esce anche il sole. Bello camminare così, in mezzo alle colline verdi e quando ti giri vedi un tripudio di bandiere e persone multicolori, tra i quali spicca il rosso, simbolo del nostro supporto morale ai monaci birmani. Acceleriamo il passo, superiamo gruppi che cantano con chitarra in mano, striscioni e bandiere, bimbi nel passeggino con i genitori. Lungo il cammino trovi punti di ristoro e gruppi di amici o famigliole che si fermano e improvvisano un picnic nei prati. La gente nei paesi si ferma lungo le strade a guardare questo serpentone multicolore che passa, una scia lunga chilometri. Noi decidiamo di arrivare fino in cima, alla Rocca di Assisi, senza pause, per poter sentire le testimonianze, così sbocconcelliamo del pane portato appresso e procediamo con passo celere. E continui a guardarti intorno, ogni tanto qualcuno ti allunga un volantino: che sensazione vedere tutta questa gente che è qui per lo stesso scopo, eppure siamo tutti diversi veniamo da realtà diverse e crediamo in cose diverse! Ma certi valori sono molti forti ed è bello sapere che c’è gente che come me, si mette in marcia per 26 chilometri con un desiderio comune: “tutti i diritti umani per tutti”. Ce l’abbiamo quasi fatta, Bastia, Santa Maria degli Angeli e là davanti si vede Assisi, appollaiata sul monte Subasio,! Che bella che è, dà un senso di casa, di arrivo e di pace! Per entrare in città c’è una strettoia e così si forma l’imbuto, una mezz’ora più o meno fermi…, c’è del caos..Poi si scopre che avevano allestito un palco, con una esibizione di atletici ciclisti che facevano spinning con una musica assordante… decisione del comune, ma avvallata dai frati della Basilica…coincidenza? O un tentativo di boicottarci o sminuirci? E dove si è perduto lo spirito di San Francesco? Ce l’abbiamo fatta! Siamo in cima! Iniziano le testimonianze, intervallate dalla Banda Osiris (intanto ci sediamo sull’erba bagnata mangiando cous cous). C’è una preghiera di monaci buddisti, c’è una donna israeliana che racconta di come ogni giorno cerchi di impedire che i soldati violino i diritti dei palestinesi: tante voci, tante realtà. Un desiderio comune: diritti umani. È ora di tornare. Sul pullman di Mezzago ci sono anche due ospiti, una donna palestinese e una israeliana, che nei giorni scorsi avevano raccontato della loro realtà nei nostri paesi. (Una volta tornata in patria, la palestinese ha scoperto che mentre era via, la polizia aveva messo a soqquadro la sua casa e arrestato i suoi fratelli). Le gambe ora fanno male davvero, ma siamo contenti di esserci stati. Non basta questo per cambiare il mondo, ma anche questo serve, e poi ci si deve lavorare nella propria quotidianità. Eravamo in duecentomila…dite poco? Chiara Scarabelli "La pace... in cammino": Perugia - Assisi LA PACE VISTA DA NOI RAGAZZI Mezzago. A ottobre in concomitanza con la marcia Perugia – Assisi anche il nostro piccolo paese ha pensato di aderire a tale manifestazione con una serie di iniziative. Tra le altre vi è stato un rilevante incontro nella nostra scuola media: il giorno 2 ottobre 2007, le rappresentanti di una associazione per il dialogo tra i parenti delle vittime nel conflitto israelo-palestinese, sono venute a trovarci, una giovane ragazza palestinese e una signora di origine israeliana, raccontandoci le loro testimonianze di vita in territori segnati dai conflitti. Questo fatto ha colpito particolarmente noi ragazzi perché ci ha avvicinato a un problema attuale, a noi sconosciuto, e contemporaneamente ci ha fatto capire che con il dialogo si possono abbattere i muri dell’odio e dell’intolleranza. In seguito a questa iniziativa si è tenuta a Mezzago una marcia della pace. Il corteo è stato aperto e accompagnato dalla banda musicale dei ragazzi della scuola media di Mezzago. Una volta ritornati in paese si è tenuta una piccola esibizione musicale nei pressi di Palazzo Archinti. Andrea Radaelli - Alessia Rusconi - Alessandra Mattavelli Continua in paese il corso d'italiano per stranieri, tenuto da volontari. Le lezioni si tengono presso la Sala Civica, secondo questi orari: martedì 15-17 - giovedì 19-21 "La pace... in cammino": foto della Marcia per la Pace tra i comuni di Bellusco e Mezzago Foto – Studio Giudicianni La NEWSLETTER de "il Mezzaghero" ti permetterà di ricevere ogni numero del giornale direttamente nella tua casella di posta elettronica! Vai sul sito www.mezzaghero.brianzaest.it e clicca su "Iscriviti alla Newsletter del Mezzaghero": basterà inserire i tuoi dati accompagnati dall'indirizzo e-mail. La conferma dell'iscrizione precederà l'invio dell'ultimo numero. La Redazione 6 Don Lorenzo Milani ricordato nel quarantesimo della morte “ME NE CURO”, IL MOTTO DI UNA SCUOLA CHE ABBATTE LE BARRIERE Ancora attuale la provocazione del Priore di Barbiana Durante l'ultimo maggio cittadino, presso la sala Monsignor Gerardi, don Fabio Corazzina, di Pax Christi, ha tratteggiato con passione la fisionomia spirituale di Lorenzo Milani, una delle più grandi e scomode figure del cattolicesimo italiano del '900, nato nella primavera del 1923 in un’agiata famiglia fiorentina, da madre di origine ebraica. Convertitosi al cristianesimo all’età di vent’anni e subito diventato prete, don Milani, sensibile alle condizioni delle classi più deboli, iniziò ad avvicinare i giovani lavoratori, per lo più analfabeti impiegati o, meglio, sfruttati nei campi e nelle fabbriche tessili del pratese. Nel dicembre del 1954 fu nominato priore della minuscola parrocchia di Sant’Andrea a Barbiana, frazione del comune di Vicchio di Mugello sul monte Giovi. Ma proprio a Barbiana egli trapiantò l’idea di offrire un’istruzione gratuita iniziata con la scuola popolare di San Donato di Calenzano. La sua nomina a Barbiana rappresentava un provvedimento disciplinare: intendeva cioè confinare fra i monti quel prete che investiva il suo tempo nell'istruzione dei giovani operai. Per Don Lorenzo limitare l’orizzonte della vita parrocchiale significava parlare un linguaggio incomprensibile a molti, soprattutto ai più giovani, all’origine della diaspora che la Chiesa non era in grado di arrestare. Su una parete della sua scuola fece scrivere il motto degli universitari americani "I care", ossia: mi sta a cuore, mi interessa, me ne curo. Istruirsi per affrontare le ingiustizie che tutti i giorni essi subivano nei campi e nelle fabbriche; istruirsi non tanto per colmare l’ignoranza, ma per appianare le differenze sociali:questa la molla ‘scattata’ nella testa dei giovani di Don Lorenzo. L’accesso alla sua scuola popolare non fu limitato soltanto ai ragazzi di Azione Cattolica e nessuna adesione dottrinale era richiesta ai genitori all’atto dell’iscrizione: cercò allievi anche fra le famiglie povere culturalmente più lontane, dicendo a tutti che "solo l’istruzione li avrebbe resi liberi" e non volle crocifissi appesi alle pareti della classe. Se pensiamo alla premeditata banalità dei messaggi che oggi piovono da ogni parte, alla presenza totalizzante di un mercato divenuto dio unico, alla devastazione di violenze e ingiustizie ancor più feroci di quelle di quegli anni, la provocazione del Priore di Barbiana è incredibilmente attuale. Don Lorenzo ci spronerebbe sicuramente a recuperare una dimensione sociale dell’essere persone umane, ad avere a cuore la sorte così spesso dolorosa di tanti nostri simili. Morì a Firenze il 26 giugno 1967, in casa della madre. Venne sepolto nel cimitero di Barbiana, accompagnato dalla commozione della sua gente. Ai suoi ragazzi aveva scritto, sul letto di morte: «Ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho speranza che lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto sul suo conto» Giorgio Crespi Don Milani con i suoi ragazi Appuntamento in Arca nella rassegna sulla pace L’OBBEDIENZA NON È PIÙ UNA VIRTÙ In scena la non violenza targata Barbiana Lo scorso 12 ottobre, presso l’Arca dell’oratorio di Mezzago, è stato proposto La fedeltà radicale all’evangelo reclama il rifiuto di qualsiasi ricorso alla violenza. un adattamento teatrale a cura del teatro “Il Trebbo” di Milano. Al centro la lettera ai cappellani militari e la successiva lettera che don Milani, Don Milani tuttavia sostiene le proprie tesi senza bisogno di scomodare il già gravemente malato, inoltrò ai giudici del tribunale che lo giudicò. “Se voi messaggio cristiano, ma appoggiandosi alla Costituzione della Repubblica avete il diritto, senza essere richiamati dalla Curia, di insegnare che italiani italiana. E se proprio esiste una guerra giusta, l’unica che si sia combattuta e stranieri possono lecitamente anzi eroicamente squartarsi a vicenda, allora in cento anni di storia è stata la guerra partigiana. “Era nel '22 (durante la io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere marcia su Roma) che bisognava difendere la Patria aggredita. Ma l'esercito i ricchi. E almeno nella scelta dei mezzi sono migliore di voi: le armi che non la difese. Stette ad aspettare gli ordini che non vennero. Se i suoi preti voi approvate sono orribili macchine per uccidere, mutilare, distruggere, far l'avessero educato a guidarsi con la Coscienza invece che con l'Obbedienza orfani e vedove. Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo «cieca, pronta, assoluta» quanti mali sarebbero stati evitati alla Patria e al mondo (50.000.000 di morti!). Così la Patria andò in mano a un pugno di sciopero e il voto”. Questo è uno dei passaggi più vivaci e coraggiosi della lettera inviata nel criminali che violò ogni legge umana e divina e riempiendosi la bocca della marzo del 1965 ai cappellani militari in congedo della Toscana, che poco parola Patria, condusse la Patria allo sfacelo”. prima avevano definito “estranea al comandamento cristiano dell’amore” La serata ha offerto a tutti una preziosa occasione per riflettere su tematiche la testimonianza di nonviolenza attiva per la quale alcuni giovani obiettori ancora oggi terribilmente serie ed attuali, basti solo ricordare che cosa di coscienza erano finiti in carcere, come prevedeva la legge di allora. Il accade in queste settimane in Birmania. priore di Barbiana, dalle pagine di Rinascita, si schierò pubblicamente a La situazione internazionale è tesa e violenta, l’abuso di potere, la sopraffazione del più debole sono difesa degli obiettori incarcerati, che fenomeni ordinariamente riscontrabili erano, a suo giudizio, tutt’altro che vili. a tutte le latitudini, e il ricorso alla E si scatenò il finimondo. Il cardinale di forza militare viene ancora e sempre Firenze, Ermenegildo Florit, minacciò la considerato idoneo alla risoluzione dei sospensione a divinis. Per questo scritto conflitti fra le parti. Per questo gli accorati don Lorenzo venne denunciato e poi richiami di questo credibile testimone mandato a processo col direttore del della nonviolenza, la sua instancabile giornale. Assolto in prima istanza, fu poi passione per l’uomo e in special modo per condannato in appello per apologia di quello più svantaggiato, costituiscono un reato. Ma la sentenza risulterà postuma: antidoto vigoroso alla ideologia mortifera già gravemente malato all’epoca della che fa chiudere mente e cuore sul dolore denuncia, morì poco prima della fine del del mondo e per la quale l’esistenza dei processo. più, così sovente, tende ad avvizzire nella Nonostante l’obiezione di coscienza sia cura del privato giardinetto di casa. stata poi ampiamente riconosciuta dalla Giorgio Crespi successiva legislazione, la sentenza non Scene dell'adattamento teatrale proposto dal Teatro "Il Trebbo" Foto – Studio Giudicianni venne mai ritirata. di Milano in sala Arca, il 12 ottobre 7 “DIVERTIMONDO” ALLA SUA SECONDA EDIZIONE L’Associazione “Il Pettirosso”, sabato 8 settembre, ha realizzato per il secondo anno consecutivo la giornata di giochi per bambini che quasi due anni fa ha dato il via alla creazione dell’Associazione stessa. Divertimondo è infatti la prima manifestazione dalla quale i soci fondatori hanno preso spunto per “costruire” il gruppo che dal 2006 ha proposto e realizzato piccoli e grandi eventi. La giornata, che ormai molti di voi conoscono, è interamente dedicata ai bambini, con giochi, gare di abilità e spettacoli realizzati per divertire e fare svagare piccoli e meno piccoli. Quest’anno le iscrizioni sono state superiori rispetto all’anno scorso e anche la partecipazione dei genitori che hanno accompagnato i propri figli tra le stazioni del nostro immaginario treno circondato da tanti personaggi dei cartoni animati, è stata notevole. Durante il pomeriggio i ragazzi e le ragazze (divisi in due gruppi, piccoli e grandi) hanno gareggiato tra di loro per divertirsi ma anche per portare a casa la vittoria finale e, i più bravi, i premi che abbiamo messo in palio. L’apertura della serata è stata dedicata alla premiazione dei bambini classificatisi ai primi posti,e per chiudere l’evento è stato ingaggiato un vero Mago! Lo spettacolo magico ha rapito e divertito tutti (bastava guardare le facce dei genitori!) con le sue magie, i suoi giochi di prestigio e la sua simpatia. L’anno prossimo ci impegneremo ancora di più per accrescere il numero di partecipanti e rendere la giornata sempre più speciale, ricca di sorprese e divertimento per i nostri piccoli amici. Stage in nazionale e allenamenti con quattro campioni del mondo VERONICA: UNA PASSIONE E MILLE EMOZIONI Anche la sorella Valeria ha ottenuto grandi risultati Veronica Cattaneo, ragazza ventenne di Mezzago, diplomatasi lo scorso anno in Ragioneria, studia Psicologia all’Università. Per questa promettente giovane è stato impegnativo raggiungere il diploma perchè era anche molto occupata col suo sport prediletto: il karate. Veronica lo pratica fin da quando aveva otto anni, ma lei avrebbe voluto iniziarlo già molto prima. I suoi genitori all’inizio non erano d’accordo perché vedevano il karate come uno sport violento (opinione molto diffusa). Ora però si sono ricreduti e sostengono che quest’arte marziale è una disciplina utilizzata esclusivamente per la difesa personale e aiuta a superare la timidezza ed a trovare fiducia e sicurezza in sé stessi. Come hai iniziato questo sport? "All’inizio il karate era un po’ noioso anche perché, cominciando a gareggiare subito, non vedevo risultati. Dopo due anni, però, ho iniziato ad ottenerli: nel campionato italiano del 1998 a Verona, infatti, sono salita sul podio arrivando terza. Cinque anni dopo, nel 2003, ho vinto i regionali. A marzo dello stesso anno ho partecipato ad uno stage a Norcia con la nazionale italiana, grazie anche alla federazione Fesik di cui è membro la palestra di Mezzago presso cui mi alleno". E’ vero che fai parte della nazionale? "Sì, sono un’“azzurrabile”, ovvero è come se giocassi in panchina per la nazionale italiana. Sono cintura nera di terzo dan (il massimo sono dieci dan) ed ora mi alleno a Milano con quattro campioni del mondo della nostra nazionale". C’è un evento sportivo che ricordi con particolare piacere? "Impossibile scordarmi dei mondiali per club a Jesolo dove sono arrivata in semifinale con altri tre sportivi di cintura nera (la cosiddetta “champion chip”) e dove, successivamente, sono arrivata prima". Sei contenta di questi traguardi? "Sono contentissima e ringrazio innanzitutto i miei genitori e poi il mio maestro di karate Marsilio Bordogna: per me è come un secondo padre. A lui spiace che non abbia potuto sostenermi mentre affrontavo le gare, poiché era impegnato come arbitro, ma è felice perché la sua allieva ha superato sempre le difficoltà con grande disciplina e forza d’animo". Cosa pensi oggi di questo sport? Foto – Studio Giudicianni "Penso che il karate, oltre ad essere lo sport migliore in assoluto, sia una disciplina fisica e Veronica Cattaneo mentale; quando lo si pratica solo per spettacolo perde tutti i valori. È proprio questo che cerco di trasmettere ai miei allievi quando alleno. Per praticare questa disciplina di origine orientale servono sostanzialmente cinque elementi: concentrazione, forza, velocità, potenza, espressività". Veronica ha sicuramente tutte queste potenzialità. Nel frattempo, in famiglia, sta crescendo un’altra campionessa: la sorella, Valeria. Infatti ha solo undici anni ed ha già vinto i campionati italiani nell’anno 2005/06. Veronica accetta volentieri nuovi allievi/e. Chi volesse partecipare alle sue lezioni può recarsi alla palestra di via Stefano Biffi, tutte le settimane il lunedì e il giovedì dalle 17.30 alle 20.00. Per avere maggiori informazioni è possibile visitare il sito internet www.ipponkarateclub.it Lara Cambiaghi LA REDAZIONE INTERA AUGURA A TUTTI I LETTORI UN SERENO NATALE ED UN FELICE ANNO NUOVO Medaglia d'oro per 29 anni di lodevole attività: così è scritto sul premio, ricevuto domenica 17 giugno, dallo Studio fotografico di Enrico Giudicianni e Piera Biffi. Un premio, quello "Piazza Mercanti", che la Camera del Commercio di Milano, destina ad imprenditori segnalatisi per affermazione di valori, quali intraprendenza ed apertura al nuovo. 8 Sport La società ricerca nuovi sponsor per crescere ancora BASKET MEZZAGO IN “PROMOZIONE”: LA PARTENZA È INCORAGGIANTE Appuntamento casalingo il giovedì sera in palestra la lotteria dei playout. Infatti le Il campionato di pallacanestro prime 8 delle 14 squadre che della categoria “Promozione” partecipano al campionato, ha visto ai nastri di partenza la andranno ai playoff, mentre le squadra del Basket Mezzago. ultime 4 ai playout. Due stagioni giocate ad altissimo La filosofia societaria ha optato livello e coronate da due passaggi per un gruppo formato da giovani di categoria consecutivi, hanno provenienti prevalentemente da portato i ragazzi biancoverdi ad settori giovanili. affrontare un nuovo campionato I ragazzi biancoverdi hanno più duro ed impegnativo. Le militato nelle giovanili premesse sono incoraggianti e delle squadre di Vimercate, nell’esordio casalingo la National Bernareggio, Agrate e Villasanta. si è imposta sul Basket Nibionno Mancano però due dei principali con il punteggio di 62-55. Nota protagonisti della promozione, lieta della serata,oltre al risultato Ivan Motta, ora ad Arcore in significativo, è stata la numerosa serie “D”, ed Alessio Beretta, partecipazione del pubblico, trasferitosi da qualche mese a che ha seguito con entusiasmo Londra in cerca di fortuna. questa prima sfida dei ragazzi Così alla vecchia guardia, guidati dal coach Giampaolo composta da Andrea Brambilla, Galbussera: quarta stagione La National Basket 2007/2008 con il mister Giampaolo Galbussera e Foto – Studio Giudicianni Roberto Carbone, Antonio per lui su questa panchina. Giovanni Steffani, Presidente Cambareri, Michele Colombo, Nella seconda partita in quel di Chiavenna i ragazzi mezzaghesi hanno sentito il peso di un campionato Luca Vimercati, Alessandro Gori si sono aggiunti il mezzaghese Fabio più difficile: dopo aver chiuso i 4 tempi regolamentari sul 59 il 59, il tempo Steffani, Massimiliano Spinelli, Alberto Zappa, Alessandro Mapelli, Gabriele supplementare ha visto Chiavenna prevalere per 70-67. Il terreno di gioco Brambilla, Emilio Acmet e Mirko Lissoni. Un gruppo davvero giovane che mezzaghese è rimasto però inviolato anche contro la temuta formazione ha tanta voglia di fare, migliorare, divertirsi e vincere. La società chiede il del Pescate, una squadra con molta esperienza che punterà ai vertici della sostegno di nuovi sponsor che possano contribuire ad un ulteriore crescita classifica. I nostri ragazzi hanno chiuso la partita con un brillante 79-71, ma della squadra. Un minimo esborso può consentire di coprire le spese con la nota dolente dell’infortunio al ginocchio per il centro titolare Andrea necessarie a mantenere il basket cittadino a questi livelli. L’appuntamento “Coach” Brambilla, che starà 40 giorni lontano dal campo. L’avvio di stagione casalingo con i ragazzi del Mezzago è il giovedì sera alle 21.15 presso la ha già mostrato quanto possa essere duro questo campionato. Ma Mezzago palestra comunale, dove si potranno ricevere informazioni sul campionato, ha le potenzialità per farsi spazio. L’obiettivo di società e allenatore è di la squadra e altre iniziative. consolidare il gruppo e posizionarsi nei primi dieci posti e di evitare così Vi aspettiamo numerosi. Formati i gruppi Minivolley e Under 14 CONTINUA L’AVVENTURA DEL VOLLEY 2000 Under 14 in gruppo misto con Bellusco E’ partita la stagione del volley femminile. Organizzatori e dirigenti, non risparmiano energie e sacrifici per dare continuità al Progetto Volley 2000, nato proprio con la finalità di far crescere anche nel nostro territorio questo sport, che a livello nazionale continua a dare importanti successi. Grande è la soddisfazione per aver costituito un gruppo di minivolley con le bambine di III, IV e V elementare. Una quindicina di ragazze sono seguite da Anna Panzeri e Francesca Stucchi. Silvana Gerosa guida invece la formazione mista Mezzago-Bellusco, costituita da ragazze nate nel 1995, che partecipano al campionato FIPAV Under 14. Allenamenti a Bellusco e partite interne il sabato alle ore 16, nella palestra comunale di Mezzago. Termine della fase invernale del campionato, ad inizio febbraio 2008. Spazio poi alla Coppa Milano nel periodo primaverile, da marzo a maggio. Le ragazze Under 14 della pallavolo, con il tecnico Silvana Gerosa, l'aiuto tecnico Norma Parolini ed alcuni dirigenti Foto – Studio Giudicianni A.C. Mezzago 2007-2008 IIª categoria, girone S di Monza In piedi da sinistra: Pessina (Fisioterapista), Parolini, Marchesi, Covello, Gualtieri, Gianni, Mauri, Pirola, Beretta, Bandini, Turconi (Vice Mister), Colombo (Mister) Accosciati da sinistra: Rovelli, Deni, Durante, Colombo Luca, Brambilla, Colombo Diego, Morlacchi, Pesce, Rigamonti Altri giocatori della rosa: Bordogna, Corio, Dondi, Gaviraghi, Grasso, Nicastro. Foto – Studio Giudicianni 9 “Ho letto…” MARCELLO FOIS, MEMORIA DEL VUOTO, Gennaio 1902, Ogliastra: per partecipare al battesimo dell’ultimo nato del compare, Felice Stocchino compie un lungo viaggio a piedi in compagnia del figlioletto Samuele. Di notte, sulla strada del ritorno, il genitore si ferma davanti alla casa del bottaio per chiedere dell’acqua con cui dissetare il figlio, ma si sente opporre un rifiuto scortese. “Mio padre sputò a terra. Ce la faccio, dissi io, ce la faccio, e già m’incamminavo in direzione di casa. Mio padre non si mosse, pareva aspettare qualcosa che sapeva non sarebbe mai accaduto. Poi sputò ancora a terra e, con la punta dello scarpone, fece un segno sul terreno davanti all’uscio della casa del bottaio”. Questo gesto, questo segno scavato nella terrà arida traccerà il destino di Samuele, le cui violenze provocheranno una lunga scia di lutti che per decenni insanguinerà l’Ogliastra. Non è per libera scelta che il protagonista de Memoria del vuoto - l’ultimo libro di Marcello Fois (se mi consentite un’annotazione personale, il libro più bello che abbia letto quest’anno, insieme a L’ora di tutti di Maria Corti e ai Viceré di De Roberto) – compie queste imprese. “Semplicemente” obbedisce a un codice di comportamento che impone la vendetta come risposta a un torto subito. Prima però di intraprendere la propria personale via crucis costellata di omicidi e fughe, Samuele deve perdersi e ritrovarsi, farsi uomo dalla volontà ferrea, sprezzatore del pericolo e amante della morte. Ancora piccolo deve sperimentare la caduta nell’abisso (come il giovane Giuseppe, come Daniele, come Giona), salvandosi dalla morte soltanto grazie all’intervento di un’altra bambina anch’essa temporaneamente dispersa che saprà riportarlo tra i vivi. Tra i vivi in un’epoca di guerra. Mentendo sull’età, Samuele riesce a farsi arruolare per la Libia, dove conoscerà la ferocia dello scontro corpo a corpo e la ferinità del contatto sessuale. Dall’Africa Samuele torna più morto che vivo, ma la sua ora è ancora lontana. Molti altri devono precederlo, spenti dalla sua mano che non conosce il perdono. Al pozzo del paese ritrova Mariangela, la bimba che l’aveva salvato, ora donna. Sembra EINAUDI una delle storie della Bibbia, dove gli incontri che segnavano il destino avvenivano proprio al pozzo, luogo d’incontro e di scambio d’informazioni. Lo scrittore non nasconde il riferimento: “la leggenda dice che lui, come Giacobbe quando vide Rachele al pozzo, subito abbia sentito desiderio di baciarla. E racconta che questo accadeva perché dentro di lui si era palesata una certezza assoluta: che quella donna l’aveva scelto da sempre, e che non c’era proprio niente che potesse fare per costringerla a cambiare idea”. Per Samuele e Mariangela la parentesi di tranquillità si rivela per quello che è: un’illusione a cui in realtà nessuno dei due ha mai creduto veramente. Troppo numerosi e potenti i nemici. E la Storia intanto macina le sue tappe: c’è da difendere la nazione e dunque Samuele si ritrova nuovamente al fronte, questa volta al confine nord orientale, sul Carso. In trincea scopre che la maggior parte dei suoi commilitoni proviene dalla Sardegna, anzi da località che lui nemmeno sospettava esistessero sull’isola, e riceve la notizia della morte del padre, seguita da una lettera anonima che lo mette in guardia contro i prepotenti che stanno rovinando la sua famiglia. Chiede il congedo ma deve attendere mesi prima di poter tornare al paese. Il secondo ritorno darà l’avvio a un’irrefrenabile danza macabra… La storia, basata su una vicenda reale, appassiona con il perfetto concatenarsi degli accadimenti tragici, vividi inserti sapientemente cuciti sopra lo sfondo storico dei primi decenni del Novecento. Ma è soprattutto la struttura del romanzo a colpire l’attenzione del lettore: qui l’autore mostra tutta la propria abilità, traendo elementi dall’epica, dalla tragedia greca, dai racconti esemplari, ovvero dal ricco mondo dell’oralità, dei cantastorie, con parole e brevi frasi in sardo, a volte esplicate dal contesto, altre invece non tradotte. Consentitemi una seconda e ultima annotazione personale. Curiosamente ho ritrovato il gesto che ho ricordato all’inizio – quello del padre di Samuele fuori dall’uscio della casa del bottaio – nel racconto Il demonio è cane bianco di Sergio Atzeni, pubblicato da Sellerio insieme a un altro racconto, Bellas Mariposas che dà il titolo al volumetto. Non so se quella di Fois sia una citazione consapevole o una reminiscenza; ai miei dodici lettori consiglio comunque la lettura anche di questi due brevi testi. Saul Stucchi “Ho ascoltato …” EDDIE VEDDER "INTO THE WILD" (2007) "Into The Wild" è un'opera freschissima, uscita ad ottobre e creata dal genio di Vedder, frontman dei Pearl Jam. La musicalità dell'intero album rimane inscindibilmente legata a quella della band di Seattle, anche se il sound è decisamente più etereo e soft; compaiono suonate di strumenti "insoliti" per i PJ come l'ukulele e il banjo; senza poi dimenticare un bellissimo assolo di chitarra classica. "Into The Wild" è la colonna sonora dell'omonimo film di Sean Penn che, non a caso, ha scelto Vedder per comporre le tracce musicali; entrambi infatti sono probabilmente i due artisti americani che ora risultano più impegnati sulla scena politica. In questo album Eddie Vedder mostra il suo lato più aulico e più saggio; è come se la sua voce divenisse più calda e intima, quasi quella di un cantastorie che narra dei racconti malinconici. "Into The Wild" è realmente un album solista: è la voce di Vedder ad essere protagonista: nella maggioranza dei pezzi il suonato è puro contorno delle parole messe in musica dal cantante di Seattle che prima sussurra, poi canta e infine urla le sue emozioni, rendendo sentimenti contrastanti: rabbia, sconforto, paura, odio!!! In alcuni tratti dell'opera sembra proprio di ascoltare una recitazione poetica con sottofondo musicale!!! Ciò che stupisce ancora di più è la durata dei brani: il più lungo è il pezzo di apertura con soli 3 minuti all'attivo!!! Il minutaggio così scarso non è certo caro a Vedder (ricordiamo pezzi come "Even Flow" o "Present Tense" dei Pearl Jam) che però in "Into The Wild" ha voluto dare un taglio diverso alle sue composizioni: veri e propri lampi di luce, brevi ma accecanti per intensità e bellezza!!! Alcune tracce sono inoltre caratterizzate da uno scheletro assolutamente semplice; viene quasi da chiederci infatti se esse siano solo delle demo provate in studio oppure dei veri e propri pezzi di un album!!! Ma poco importa!!! "Into the Wild" è un album che, con le sue 11 tracce, di cui "Hard Sun" e "Society" sono cover, ci fa succhiare appieno il sapore dell'intimità musicale di Vedder, artista poliedrico, interiore, spirituale, aggressivo e dolce!!! E' questo un album che non può di certo mancare nella collezione di un fan dei Pearl Jam e adatto agli amanti di una musica "ballata", semplice e sentimentale!!!! Come sempre procuratevelo col mezzo a voi più consono, mettete il vostro corpo nella posizione e nella situazione che più vi rilassa e... Buon ascolto!!! FedeFloYd Persi nella rete a cura di Nick 10 In questo numero il consiglio è di cliccare su: http://it.openoffice.org/ Questa volta più che un sito propongo di cambiare il programma di videoscrittura. Solitamente la maggior parte degli utenti utilizza Microsoft Word incluso nel pacchetto Microsoft Office. Spesso capita che questo si chiuda in maniera “anomala” su alcuni file... OpenOffice è un ambiente alternativo, molto simile a Word Excel e PowerPoint, la cosa da sottolineare è che utilizza una licenza LGPL gratuita. Il programma di videoscrittura su chiama Writer. Per installare OpenOffice basta aprire il sito, scaricare il programma ed eseguirlo (cliccare su download: sono circa 110 Megabyte, è consigliata una connessione ADSL). Durante l'installazione vi verrà chiesto se volete associare le estensioni classiche di Microsoft Office a OpenOffice. Nella prima esecuzione del programma viene richiesta la registrazione ma non è obbligatorio. Buona scrittura! Un angolo di mondo A cura di Beatrice Solcia In questo numero voliamo ancora nel continente africano, più precisamente in Sudafrica, dove sono stata con Nick. Oltre al nostro viaggio, trovate anche quello di un Mezzaghino, recatosi nella bella Sicilia. E voi, dove siete stati o andrete prossimamente? Parlateci del vostro viaggio, del vostro “angolo di mondo”! Inviate il vostro racconto a [email protected], lo aspettiamo… FINALMENTE, IL SUD AFRICA Viaggio nel “paese arcobaleno”, tra storia recente e meraviglie della natura Quest’estate si è realizzato un mio sogno: da molto tempo desideravo fare un viaggio in Sud Africa e quest’anno io e Nick abbiamo deciso di regalarci una vacanza che sapevamo sarebbe stata indimenticabile. Già qualche giorno prima della partenza sono iniziate le prime avvisaglie da viaggio: quando parto tendo ad agitarmi. Per me ogni partenza, a prescindere dalla distanza che si compie e dal periodo di assenza da casa, è sempre un addio. Per fortuna mia mamma, nel salutarmi, mi ha detto una frase che mi ha incoraggiato: “Pensa quando sarai tornata… I tuoi occhi saranno diversi perché avranno visto cose bellissime!”. E così è stato. Il tempo e lo spazio non mi permettono di raccontare come vorrei il nostro viaggio: ho deciso quindi di darvi alcuni buoni motivi per salire su un aereo diretto alla fine del mondo. Il Sud Africa è in realtà un paese di stampo molto occidentale: sembra di essere in Inghilterra e non solo per il cibo e la guida a sinistra. Il turismo è molto: il retroterra storico e culturale di un paese che è da poco uscito da anni di segregazione razziale non deve scoraggiare. Ecco allora cinque buone ragioni per programmare un viaggio nel paese di Nelson Mandela: 1. La penisola del Capo - Città del Capo è una delle città più a sud del mondo, eppure vi sembrerà di essere a nord, tra case di legno colorate, con tetti spioventi e affacciate sull’oceano. La sua anima è però profondamente africana: in ogni via e angolo le persone cantano e ballano ritmi a noi sconosciuti e decisamente coinvolgenti. Custode della città (dove già fervono i preparativi per i mondiali di calcio del 2010) e delle sue zone nevralgiche, dal City Bowl al waterfront, è la Table Mountain, più volte citata negli avvincenti romanzi di Wilbur Smith. Una delle esperienze più belle in assoluto è stato partire alla volta della Penisola del Capo fino ad arrivere a Cape Point e al famoso Capo di Buona Speranza. Pinguini, foche e uccelli di ogni specie ci hanno accompagnato nel tragitto che porta alla punta estrema dell’Africa: è proprio qui che approdarono De Gama, Diaz e molti altri esploratori! Alla nostra sinistra l’Oceano Indiano, a destra l’Oceano Atlantico, di fronte le loro acque che si unicono e oltre solo l’Antartide… 2. Le distese verdi - dei 2500 chilometri fatti in auto in Sud Africa la maggior parte sono stati in mezzo al verde. Vigneti a perdita d’occhio nelle zone di Franschoek, Stellenbosch e Swelldam; frutteti e piantagioni tra Ceres e Worcester; campi coltivati e popolati da struzzi a perdita d’occhio. E quando ad accompagnarci erano nuvole grigie (e a volte cariche di pioggia) era ancora più bello: sembra impossibile ma il verde diventava ancora più brillante. 3. La costa dell’oceano - Le montagne rocciose digradano nel mare, le onde minacciose dell’oceano non intimoriscono i molti surfisti, le spiagge bianche sono lunghissime e deserte: stiamo costeggiando l’oceano. Da Gaansbai si parte per le immersioni con gli squali. Nella baia di Hermanus tra giugno e ottobre le balene accorrono per riprodursi. Siamo circondati da una natura spettacolare e il meglio deve ancora venire… 4. I safari – I nostri safari hanno avuto come teatro due parchi: la riserva di Shamwari e l’enorme Kruger National Park, ai confini con il Mozambico. Siamo entrati davvero nel regno animale: a dimostrarlo erano le protezioni attorno ai lodge, per scoraggiare l’intrusione degli animali, e il fucile sempre imbracciato dai ranger. Sveglia alle 5 di mattina: “Ready for breakfast?” era il nostro buongiorno. Per riuscire a vedere i predatori occorre muoversi all’alba e al tramonto e ne vale davvero la pena. L’elenco degli animali visti (compresi un branco di leoni a caccia e un leopardo intento a mangiare una gazzella) riempirebbe pagine. 5. Tutto il resto – Visitare le township delle città (Soweto è la baraccopoli più conosciuta) per rendersi conto di cosa ha significato l’apartheid in Sud Africa. Mangiare la miglior carne di antilope, struzzo e coccodrillo che ci sia. Prendere un velivolo a elica per atterrare in un aeroporto di capanne. Dormire in una fattoria del 1700 con i tetti in paglia. Ammirare albe e tramonti nel mezzo della savana, tra silenzi e colori mai visti prima. Alzare gli occhi al cielo e accorgersi che… le stelle sono diverse dalle nostre. Sul boeing che da Johannesburg ci ha riportato a casa, prima della partenza si diffondevano le note di una canzone che conoscevo: “When you come back, South Africa”. Chissà, pensavo con una punta di malinconia, se torneremo mai in Sud Africa. Mentre l’aereo decollava ho guardato Nick avvolto nella sua felpa della nazionale di rugby sudafricana, il mio cappello da safari, le luci della città sotto di noi… Mi sono resa conto che questo viaggio ci aveva ripagato di un anno di lavoro, che ritrovare la quotidianità sarebbe stato ancora più bello. Perché eravamo stati in quello che chiamano “il mondo in un solo paese”. Beatrice REPORTAGE DALLE TERRE SICANE VIAGGIO NEL PAESE DE “IL GATTOPARDO” Come da abitudine, anche questa volta mi sono avventurato in un mondo fantastico alla scoperta di un altro capitolo della letteratura italiana. In Sicilia, regione abitata nell’antichità dai Sicani, il famoso scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa (Palermo 1896 - Roma 1957) diede vita al capolavoro che lo avrebbe reso celebre: “Il Gattopardo”. L’opera venne composta tra il 1955 e il 1956, in pochi mesi. Tomasi lo propose alla casa editrice Mondadori; rifiutato da questa, venne poi ripreso da Giorgio Bassani, che dopo la morte dell’autore, riuscì a farlo pubblicare nel 1958, dall’editore Feltrinelli. Il titolo si riferisce allo stemma del casato dei Salina, che raffigura un gatto dalla pelliccia leopardata su fondo blu. Proprio in onore del suo lavoro, il palazzo di Giuseppe Tomasi fu ribattezzato “Gattopardo”. Questa splendida e lussuosa villa, usata dallo scrittore per la villeggiatura in estate, si trova in un piccolo paesino in provincia di Agrigento, di nome Santa Margherita Belice (Donnafugata nel romanzo). Purtroppo dell’edificio originale è rimasto ben poco a causa del terribile terremoto che, nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968, sconvolse e rase al suolo moltissime città tra cui Gibellina, Trapani, Palermo, Montevago, Santa Margherita, Salaparuta, Menfi, Partanna, Agrigento e Poggioreale; persero la vita centinaia di persone. Chi oggi si reca a Santa Margherita, come ho fatto io ad agosto, trova il Gattopardo ristrutturato ma che conserva la struttura originale. Oggi il palazzo offre ai visitatori un museo delle cere che ricostruisce gli scenari del libro, l’amore fra Angelina e Tancredi e un’importante associazione culturale promotrice di premi letterari in cui sono risultati vincitori le penne più note del nostro panorama letterario, come Claudio Magris e il Nobel K. Gibran. Antonino Luzzi 11 L'angolo della Cucina IL RINGRAZIAMENTO Era il 28 ottobre 2004 e l'Associazione Amici della Biblioteca, invitò Allan Bay in Sala Mons. Gerardi, a parlare del suo libro "Cuochi si diventa 2". Partecipai anch'io a quella serata, al termine della quale, chiesi al relatore, se volesse scrivere per il nostro giornale, di cucina. Da un'indagine appena condotta, questa era risultata la rubrica più letta ed apprezzata. Mi sembrò un'occasione straordinaria, per impreziosire oltremodo le nostre pagine. Solo dopo mi resi conto, di quanto ardita fu la mia richiesta, considerato il livello del personaggio. Tutti noi infatti, conoscevamo già Allan Bay come scrittore di libri o come recensore di ristoranti, comunque impegnato nello scrivere in materia su importanti quotidiani nazionali. Eppure Allan, con totale disponibilità, mi consegnò il suo bigliettino da visita e si disse disponibile a collaborare (gratuitamente!) per "il Mezzaghero". Così, a partire dall'ultimo numero del 2004, le sue ricette ed i suoi preziosi consigli gastronomici, hanno rapito l'attenzione di noi lettori, sollecitando i nostri appetiti. Ora Allan ci lascia con questo suo ultimo pezzo, perché l'attende una fatica editoriale che lo impegnerà per circa due anni: scrivere due enciclopedie di cucina. A lui, oltre ad un grosso in bocca al lupo per il suo lavoro, un grazie di cuore per questi tre anni che è rimasto con noi. È stato davvero un onore ed un privilegio averlo tra i nostri collaboratori. GRAZIE ancora, Allan! LA PROPOSTA PER IL FUTURO Non pensiamo certo di poter sostituire una "penna" così importante ed un cuoco famoso, in un batter di ciglia. L'idea venuta però, è quella di affiancare, a partire dal prossimo anno, le ricette proposte dai lettori, a quelle di Alberto. Aspettiamo numerose le vostre idee in Redazione! Gianenrico Passoni Il grande chef consiglia Cosa è il formaggio? Un “semplice” derivato del latte. Semplice va scritto fra virgolette perché è incredibile quanti formaggi diversi esistono: si può tranquillamente dire che in nessun altro comparto, l’ingegno dell’uomo è stato più creativo. I formaggi italiani, fra DOP e tradizionali, sono (ma è meglio dire: dovrebbero essere, che di micro tradizioni sia pur estinte o quasi, ce ne sono tante): 403, di cui 322 sono di montagna che, fra mille virgolette, in linea di massima sono migliori e che però fatturano solo il 20% del totale. Capita. Solo pochissimi hanno vendite significative ed una distribuzione adeguata. In primis i grana, cioè Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Trentino, ed il Pecorino romano, fatto prevalentemente in Sardegna: i due al top delle vendite e della riconoscibilità, anche internazionale. Poi, in ordine rigidamente alfabetico, Asiago, qualche Caciotta, Crescenza, il Fior di Latte (quello che tutti chiamano Mozzarella), Fontina, Gorgonzola, Mascarpone, Montasio, la Mozzarella di Bufala, qualche Pecorino non romano, Provolone, Quartirolo, qualche Robiola ed il Taleggio. Questi si trovano nei negozi, possono essere più o meno buoni, i Consorzi stabiliscono le modalità di produzione, non la qualità, ma certo ce ne sono molti altri, altrettanto se non più buoni ed interessanti. Ma trovarli, al di fuori della zona di produzione ed una manciata di negozi che tengono alta la bandiera del buon formaggio, è difficilissimo. Una vera frustrazione. Come si mangiano? Meglio gustarli così come sono. Salvo pochissimi, non si conservano bene e quindi bisogna comprarne in modica quantità, in modo da finirli il giorno che vengono gustati. Se avanzassero, conservateli avvolti in carta vegetale, tipo quella vecchia da macellaio, che li fa respirare bene, messi nel frigorifero in basso, nel reparto più umido, in un contenitore di vetro o plastica non chiuso ma con il bordo abbastanza vicino alla mensola superiore. In alternativa: gustateli al ristorante, così non c’è problema di avanzi e per fortuna sono sempre di più i ristoranti che hanno un bel carrello di formaggi. Problema. In Italia il pasto tipo è composto da: un antipasto, un primo a base di pasta o riso ed un saporito secondo, per finire con un dolce più o meno nutriente. Se mangiate così, quando mangiate così, non c’è spazio nel pancino per i formaggi. Quindi, se volete veramente goderli, sostituiteli al secondo piatto. Funziona più di quanto sembri. Con che cosa si accompagnano? Il miele o una confettura poco zuccherina sono perfetti. Con che vino si bevono? Con un bianco profumato, anche con uno spumante. O un rosso leggero e non tannico. Però vanno benissimo anche i grandi vini dolci, come i vin santi, i passiti, i sauternes francesi ed il Porto. Allan Bay PER LA TUA PUBBLICITÀ SUL i NOSTRO GIORNALE CHIAMA IN BIBLIOTECA 039 68 83 208 (POMERIGGIO) OPPURE IN MUNICIPIO CORNO CLAUDIO Via del Bosco, 10 20050 Mezzago (Mi) Tel. 039.6020128 Cell. 348.7661624 039 60 67 639 (MATTINO) Creazione giardini - Manutenzione Potature alto fusto - Piante - Siepi Irrigazioni L’associazione compie 80 anni AVIS, UNA GRANDE STORIA ITALIANA Incontro in Sala Civica il 21 dicembre L’AVIS ha voluto celebrare il suo 80° compleanno con un video presentato lo scorso 27 maggio al Teatro Nuovo di Milano con la presenza, tra gli altri, del ministro della salute, la senatrice Livia Turco,e del vicesindaco De Corato. In sala centinaia di “avisini”, con gli stendardi delle loro sezioni, alcuni giunti persino da Reggio Calabria e da Nuoro. L’opera, prodotta dalla AVIS provinciale di Milano, in collaborazione con il Consiglio Nazionale e con il contributo della Biblioteca Comunale di Milano, ripercorre le pagine più significative della sua storia Il filmato, dura circa 55 minuti, inizia con l’appello del fondatore Vittorio Formentano nel 1927,e ripercorre i difficili anni del fascismo e della seconda guerra mondiale. È degli anni sessanta e settanta la grande crescita associativa in tutta Italia, mentre negli anni più recenti prendono il via le legislazioni in materia emo-trasfusionale e le campagne di sensibilizzazione. Con questo video AVIS vuol far conoscere le proprie radici e rilanciare l’immagine di un volontariato al servizio delle persone e dei bisogni del territorio, con la speranza di avvicinare sempre piu’ giovani e cittadini di ogni eta’. Venerdì 21 dicembre in sala civica, alle 21.00, avrà luogo una serata dedicata all’AVIS/AIDO. Seguirà un rinfresco. Tutti i cittadini sono invitati. 12