Giornale Ufficiale dell'ANMAR - Anno I, Numero 0 - numero di copie stampate 200.000 aprile 2006 in questo numero: Il punto sui farmaci biologici La cronicità delle malattie reumatiche Vaccino influenzale e malattie reumatiche Associazione Nazionale M a lati Reumatici EDITORIALE presentazione Prof. Alessandro Ciocci Presidente dell’ANMAROnlus La nostra Associazione Nazionale Malati Reumatici - ANMAR Onlus - che è stata fondata nel 1985 ed è costituita da 20 Associazioni Regionali, ha deciso di pubblicare una nuova rivista che sostituisce quella precedente “Artrite e Reumatismi” che da anni veniva inviata ai nostri iscritti. La nuova rivista, che si intitola “Sinergie”, si presenta con una nuova veste tipografica e con una differente impostazione editoriale che speriamo sia di gradimento al lettore. Come finalità perseguiamo quella di: a) informare sull’entità, sulla natura, sulla diffusione, sulla cura e la prevenzione delle malattie reumatiche; b) quella di svolgere una opportuna azio- ne educazionale; c) quella di farci conoscere anche al di fuori della nostra branca specialistica; d) ed infine quella di rispondere alle richieste assistenziali e sociali dei nostri malati. Vi appariranno articoli di cultura e di vita associativa e quindi di informazione scientifica nonché altri relativi alle attività della nostra associazione con note di cronaca degli avvenimenti nazionali ed internazionali che attengono ai problemi della reumatologia e alle attività degli altri organismi dedicati all’assistenza, alla politica sanitaria nazionale e delle regioni. Per tutti questi motivi abbiamo ritenuto necessario varare questa nostra rivista che soddisfi le esigenze dei nostri associati ed al contempo risponda alla esigenza di dare maggiore visibilità alla nostra associazione, che oggi è divenuta particolarmente importante nei confronti delle istituzioni reumatologiche nazionali ed internazionali. La rivista contribuirà, quindi, a rendere più facile i rapporti con i responsabili l'ufficio di direzione di Sinergie da sinistra: Giuliana, Ivo, Maria Teresa. Sinergie Perché sinergie? La scelta del nome Sinergie per il giornale è stata fatta per porre l’accento su un aspetto importante ed attuale della galassia “Reumatologia”. Al centro c’è il variegato mondo dei malati. I malati reumatici, che con le associazioni di volontariato sono impegnati a rappresentare e tutelare tutto ciò che per motivi molto diversi tra loro non aveva ottenuto la giusta considerazione. Attualmente esistono in campo nazionale più organizzazioni di questo tipo, l’ANMAR, con venti associazioni regionali (a loro volta suddivise in sezioni provinciali e locali), è senza dubbio la più rappresentativa ed è la sola ad occuparsi di tutte le Malattie Reumatiche. Infatti, all’interno della nostra famiglia convivono malati di tutte le patologie reumatiche. La condivisione all’interno della stessa casa di sensibilità e storie diverse, oltre che arricchirci sul piano umano, rende più incisive le nostre istanze. Di fatto le malattie reumatiche sono tante, da quelle più diffuse e quindi più conosciute a quelle più rare e meno note ma che non possono per questo essere trascurate. Altro importante mondo della stessa galassia è quello medico scientifico, che anche attraverso le sue organizzazioni 2 della salute pubblica e a dare tempestive informazioni ai malati, ai reumatologi italiani, ai medici di medicina generale, agli specialisti delle altre branche affini alla reumatologia, ecc…, a cui sarà spedita. Si prevede una tiratura iniziale di 20.000 copie; sarà compito delle associazioni regionali provvedere alla distribuzione della rivista ai propri soci ed a chi si ritiene possa essere interessato a ricevere informazioni sulla nostra associazione. C’è un corpo redazionale altamente qualificato, c’è un’organizzazione che ritengo soddisfacente, c’è la fondata speranza che non manchino alla nostra rivista estimatori e sostenitori. Siamo aperti, anzi sollecitiamo, pareri da coloro che la riceveranno per migliorarci nei contenuti e nella forma al fine di essere in linea con le esigenze dei lettori. Il Presidente Alessandro Ciocci (SIR, LIMAR, CRO…), muove nella stessa direzione con l’importante compito di prevenire e curare le affezioni reumatiche e contestualmente migliorare l’assistenza al malato. Tanti altri astri e satelliti gravitano in questa galassia: mondo del lavoro, istituzioni, servizio sanitario, industrie farmaceutiche ecc., e tutti, da posizioni diverse e per motivi diversi, possono influenzare e condizionare l’esistenza ed il futuro del malato. Tanti mondi e tante energie ruotano nella stessa direzione, creando questa galassia che da lontano, potrebbe sembrare un corpo unico, ma che, avvicinandoci sempre più, mette in evidenza un’eterogeneità di ruoli che per quanto vicini fra loro spesso hanno difficoltà a comunicare e a trovare soluzioni che possano soddisfare tutti, in primo luogo i malati. In questa galassia, L’ANMAR propone importanti azioni sinergiche per raggiungere quei risultati, che tutti ci aspettiamo, orientati non solo verso la sfera sanitaria ma anche verso la sfera sociale e personale del malato affinché questo diventi protagonista in “sinergia” con tutte le altre istituzioni. Operando in questa direzione diamo alla nuova rivista dell’ANMAR un significato che va oltre la funzione di informare. Infine, è importante evidenziare che se le sinergie da una parte sono uno strumento per moltiplicare le potenzialità, dall’altra si fondano principalmente sull’effettiva ricchezza dell’ANMAR e delle sue associazioni regionali; questa ricchezza non può che derivare dalla qualificazione di ciascuno, che porti a valorizzarne all’interno le intelligenze, le diversità e le risorse, fondamenti questi che servono a realizzare i propri programmi con i quali confrontarsi con il mondo esterno in SINERGIA con questo. La Direzione Sinergie ANMAR Associazione Nazionale M a lati Reumatici sommario Presentazione pag. 2 Sinergie pag. 3 Presidente: Alessandro Ciocci Vicepresidente: Giuliana Farinelli Segretario: Rita Moneta Tesoriere: Adriana Toffoli Consiglieri: Luigi Bruno, Antonella Celano, Luciano Girardi, Piera Monari, Ivo Picciau, Maria Grazia Pisu, Gabriella Voltan. Responsabile Marketing: Paola Muti Sede legale: Via Vittorio Polacco, 37 00167 Roma tel.: 06 66016720 fax: 06 660322799 sito: www.anmar.info e-mail: [email protected] Orari di segreteria: lunedì, mercoledì, venerdì dalle 15,30 alle 18,30 SINERGIE giornale ufficiale dell’ANMAR (in attesa di registrazione) Giornata Mondiale delle malattie reumatiche pag. 4 Gruppi di malattia pag. 5 Dalle Associazioni regionali pag. 6 Il punto sui farmaci biologici pag. 7 Cronicità delle M.R. pag. 8 Vaccino influenzale e M.R pag. 9 Consigli del medico di famiglia pag. 10 No, No, No! pag. 11 Letteratura e reumatologia pag. 12 Terapia termale nell’artrosi pag. 14 Narciso pag. 15 Semplificato il riconoscimento dell'invalidità civile e dell'handicap È stata approvata il 28 febbraio scorso, nell'ambito del decreto legge 10.01.2006, una norma che prevede che malati cronici e disabili non debbano più sottoporsi periodicamente alle visite di accertamento per verificare la permanenza della minorazione civile o dell'handicap. Tali malati potranno di conseguenza godere, senza interruzione di tempo, del beneficio economico al quale hanno diritto. L'ANMAR - Associazione Nazionale Malati Reumatici si è battuta, con Cittadinanzattiva e numerose associazioni di malati cronici e disabili, perché la legge venisse approvata. Sul sito www.reumaonline.it puoi consultare il testo integrale della norma. INVITIAMO I NOSTRI LETTORI AL FORUM PRESENTE NEL SITO www.reumaonline.it Sinergie COMITATO DI REDAZIONE Direttore: Ivo Picciau Segretario: Maria Teresa Mauceri Coordinatore: Giuliana Farinelli Componenti: Luigi Bruno, Antonella Celano, Letizia Edmondo, Luciana Fioravanti, Ciro Formicola, Paolo Giordano, Luciano Girardi, Ada Grazia, Mimma Guelfi, Lidia Incutti, Marilena Licandro, Loredana Manfrinato, Natalino Pellegrini, Maria Grazia Pisu, Francesca Talozzi, Fausta Trovarelli, Alessandra Verducci, Gabriella Voltan. COMITATO SCIENTIFICO: Presidente: Prof. Alessandro Ciocci (Roma) Segretario: Prof. Mauro Galeazzi (Siena) Componenti: Prof. Gerolamo Bianchi, Dott.ssa Patrizia Blasetti, Prof. Stefano Bombardieri, Prof. Claudio Cricelli, Prof. Maurizio Cutolo, Prof. Gianfranco Ferraccioli, Prof. Luigi Fontana, Prof. Walter Grassi, Prof. Giovanni Lapadula, Dott. Gianni Leardini, Prof. Vittorio Modena, Dott. Maurizio Muratore, Prof. Emilio Mortella, Prof. Raffaele Numo, Prof. Ignazio Olivieri, Prof. Giuseppe Perpignano, Prof. Leonardo Punzi, Prof. Piercarlo Sarzi Puttini, Prof. Raffaele Scarpa, Prof. Luigi Sinigaglia, Prof. Francesco Tempesta, Prof. Silvano Todesco, Prof. Giovanni Triolo, Prof. Francesco Trotta, Prof. Guido Valesini Per saperne di più VITA E ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE SINERGIE Uno dei compiti principali della nostra associazione è quello di tenere aggiornati i malati reumatici sulle varie novità scientifiche, sanitarie e sociali loro riguardanti. Compito non facilissimo se si considera la complessità dell’universo reumatologico. Con la consapevolezza che la “conoscenza” sia una condizione necessaria per vivere ed affrontare meglio la propria condizione di malato, l’ANMAR ha iniziato un percorso “editoriale” che prevede la stampa e la distribuzione di appositi libretti informativi. Si è partiti con un argomento di interesse generale stampando il libretto “conoscere le malattie reumatiche”, per continuare con temi più specifici: • Diritti, opportunità del malato reumatico “invalidità civile” realizzazione curata da AMARV, AMRER, ALOMAR; • l’Artrite Reumatoide a cura dell’ALMAR; • l’Artrosi a cura dell’AMARV; • l’Artrite Psoriasica a cura dell’ASMAR; • Guida all’uso dei farmaci a cura dell’ALOMAR; sono inoltre in preparazione i libretti relativi a: Spondilite Anchilosante, Sclerodermia, Fibromialgia, Les. La realizzazione degli opuscoli informativi è stata possibile grazie all’impegno e alla disponibilità di autorevoli professionisti che hanno gentilmente operato in stretta collaborazione con i dirigenti dell’ANMAR e dei responsabili dei vari gruppi di malattia competenti. I libretti saranno distribuiti gratuitamente attraverso le associazioni regionali. Gli opuscoli sono disponibili sul sito www.reumaonline.it in formato PDF I.P. 3 VITA E ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE giornata mondiale delle malattie reumatiche 4 conferenza stampa dell’ANMAR del 12 ottobre 2005 Giuliana Farinelli Vicepresidente dell’ANMAR Presidente ALMAR Il 12 ottobre di ogni anno è la Giornata mondiale delle malattie reumatiche . Nel 2000, sono state importanti istituzioni reumatologiche internazionali, quali la Joint and Bone Decade (movimento sotto l’egida dell’ONU e dell’OMS), l’ARI, ArthritisReumatism International (l’Associazione delle organizzazioni internazionali di malati reumatici), l’ILAR, International League against Rheumatism (Lega Internazionale contro i Reumatismi), a dichiarare il 12 ottobre the“ World Arthritis Day”, la Giornata mondiale delle malattie reumatiche. Nel nostro paese, è dell’ANMAR il merito di aver per prima “onorato” e fatto conoscere questa ricorrenza. E’ accaduto, nel 2004, con una serie di eventi (conferenza stampa e incontro con parlamentari italiani) su La diagnosi precoce e, nel 2005, con una affollata Conferenza stampa su La prevenzione della disabilità nelle malattie reumatiche. Qualità di vita del paziente reumatico. Temi, questi, portati contemporaneamente alla ribalta dalle associazioni di malati reumatici di altri paesi europei, facenti capo all’organizzazione People with Arthritis/Rheumatism in Europe (PARE Manifesto). Inoltre, sempre dal 2004, l’ANMAR ha dichiarato la domenica successiva al 12 ottobre Giornata nazionale del malato reumatico, coinvolgendo le venti Associazioni regionali che la compongono in manifestazioni pubbliche, con l’obiettivo di far conoscere la realtà ed i problemi delle persone con malattia reumatica. La Conferenza-stampa dello scorso 12 ottobre 2005, in occasione della Giornata mondiale delle malattie reumatiche, si è tenuta all’Hotel Imperiale di Via Veneto a Roma, è stata moderata dal giornalista scientifico Luciano Ragno ed ha avuto un particolare successo: di presenze, di interesse da parte dei giornalisti, di eco su stampa e televisione. IL Presidente dell’ANMAR Prof. Alessandro Ciocci, in apertura, ha ricordato il significato e le finalità della Giornata mondiale delle malattie reumatiche ed ha richiamato con forza l’attenzione delle istituzioni sui problemi dei malati reumatici, in particolare di quelli colpiti da artrite reumatoide. E’ seguita la proiezione dello spot dell’ANMAR, protagonista una bambina. E’ Eleonora, da anni affetta da artrite reumatoide ma che oggi, grazie alle nuove terapie, sta bene ed ha un sorriso accattivante. Accanto a lei, l’attore comico Max Pisu, il testimonial dell’ANMAR, che ha fatto da “spalla” ad Eleonora nello spot e che ha ricordato le ragioni del suo coinvolgimento al fianco dell’Associazione. Della storia di quella bambina in particolare e delle possibilità di cura fortunatamente oggi esistenti per combattere la malattia, prevenirne le disabilità ed offrire una buona qualità di vita ai piccoli pazienti reumatici, ha parlato in apertura la dott.ssa Gerloni.: “è stato possibile restituire alla vita anche i bambini colpiti dalle forma più aggressive”. Hanno portato il loro saluto e la condivisione degli obiettivi della giornata e della Conferenza Stampa il prof. Stefano Max Pisu, testimonial della manifestazione e la piccola Eleonora Bombardieri, Presidente della Società Italiana di Reumatologia, e, per conto del Collegio Reumatologi Ospedalieri Italiani, il prof. Lorenzo Altomonte. Le invalidità da malattia reumatica possono essere evitate - ed i relativi costi sociali abbattuti - con una diagnosi precoce, un’altrettanto precoce terapia farmacologica e una terapia fisica mirata, ha sostenuto il prof. Guido Valesini dell’Università di Roma “La Sapienza”, mentre Giuliana Farinelli, Vicepresidente dell’ANMAR, ha ricordato che esistono altri pesanti costi, i “costi umani” delle persone con malattia reumatica, che le inadeguatezze assistenziali ancora presenti nel nostro paese contribuiscono a rendere insopportabili. “Barriere invisibili”, più difficilmente superabili delle altre, secondo Stefano I.nglese, Responsabile nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato-Cittadinanzattiva, sono quelle che impediscono il diritto fondamentale alla migliore cura. Infine, il Prof.Gianfranco Ferraccioli dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha sottolineato come una diagnosi tardiva e le difficoltà di accesso ai farmaci innovativi equivalgano per i malati di artrite ad una condanna alla cronicità. La Conferenza stampa si è chiusa con numerose domande poste ai relatori e con interviste radiofoniche e televisive al Presidente Prof. Ciocci. Nei giorni successivi il Presidente dell’ANMAR è stato più volte ospite di programmi delle televisioni nazionali, nel corso dei quali ha ribadito le sue denunce sui gravi problemi dei malati reumatici ma anche insistito sulle speranze che suscitano i nuovi farmaci e le più recenti conoscenze scientifiche. AIUTA le Associazioni dei Malati Reumatici con il 5 per mille È molto semplice e non ti costa nulla. Basta firmare nell'apposito riquadro nella Pagina 3 del CUD 2006, nella Pagina 3 del modello 730-1 redditi 2005, o nella Pagina 2 del Modello Unico Persone Fisiche 2006, e riportare, nell'apposito spazio, il codice fiscale dell’Associazione della tua Regione (solo se iscritta nell’elenco speciale) oppure quello dell’ANMAR: 90030350327 Sinergie Per rispondere con maggiore efficienza alle esigenze dei malati e significare con maggiore incisività le istanze correlate alle varie patologie reumatiche sono stati costituiti all’interno dell’ANMAR i gruppi di malattia. Sempre nell’ottica di volere ottimizzare le potenzialità peculiari che le diverse patologie possiedono, pur appartenendo alla stessa famiglia, sono stati attivati i seguenti gruppi di malattia: Artrite Reumatoide, responsabile Giuliana Farinelli - e-mail: [email protected]; Artrite Reumatoide giovanile, responsabile Rita Moneta - e-mail: [email protected]; Artrite Psoriasica, responsabile Luigi Bruno - e-mail: [email protected]; Artrosi, responsabile Antonella Celano - e-mail: [email protected]; Gruppo del LES, responsabile Gabriella Voltan - e-mail: [email protected]; Osteoporosi, responsabile Maria Grazia Pisu - e-mail: [email protected]; Sclerodermia, responsabile Francesca Talozzi - e-mail: [email protected]; Spondilite Anchilosante, responsabile Ivo Picciau - e-mail: [email protected]; E’ in fase di costituzione il gruppo della Fibromialgia e della Sindrome di Sjogren. Obbiettivo: creare una rete nazionale di persone affette dalla stessa malattia reumatica e, anche attraverso la collaborazione con altre associazioni impegnate nella stessa causa, assumersi il compito di: rappresentare ed interpretare i bisogni, le esigenze e i problemi specifici dei malati; elaborare le principali istanze da avanzare presso le istituzioni competenti; tenere contati con i medici specialisti con particolare e provata esperienza specifica; promuovere iniziative volte a favorire l’incontro e l’informazione dei malati; stimolare la ricerca scientifica; Prendendo in prestito lo slogan “tutti per uno, uno per tutti” anche i gruppi per malattia, insieme, sotto l’ombrello dell’ANMAR e nell’interesse del Malato, uniscono le proprie energie per operare in SINERGIA. Ivo Picciau Revisione del D.L. 329/99 sulle malattie croniche Tavolo di lavoro presso il Ministero della Salute Antonella Celano - Presidente A.P.MA.R. Onlus Dal mese di aprile 2005 alcune Associazioni di Malati, tra cui l’ANMAR, sono impegnate ad un tavolo di lavoro presso il Ministero della Salute. Allo stesso tavolo, voluto dal Ministero stesso, siedono Reumatologi, rappresentanti delle associazioni dei malati immuno-reumatici, rappresentanti di Società Scientifiche (tra cui la SIR, Società Italiana di Reumatologia), Medici di Medicina generale, rappresentanti del Ministero. Scopo di tale iniziativa è rivedere ed aggiornare il D.L.329/99, e successive modifiche, relativo alle esenzioni dal ticket per patologia, riguardanti l’area reumatologica e le malattie autoimmunitarie. Ogni malato, cui è stato applicato questo Decreto Legislativo in quanto affetto da una delle malattie croniche in esso contenute, ha ricevuto dalla ASL di appartenenza un documento in cui sono elencate le indagini relative alla propria patologia per cui è prevista l’esenzione. E’ proprio in virtù di questo che periodicamente possiamo sottoporci gratuitamente ad alcune indagini che ci aiutano a controllare il nostro stato di salute e l’effetto dei trattamenti farmacologici. Ecco di seguito le patologie croniche di cui parliamo: Artrite Reumatoide Sclerosi Sistemica Artropatia Psoriasica Morbo di Paget Sindrome di Sjogren Spondilite anchilosante Lupus Eritematoso Sistemico E’ noto che la ricerca scientifica avanza e così alcune nuove indagini non erano comprese in questo elenco di indagini in esenzione totale. E’ stata così presentata al Ministero della Salute l’elenco degli aggiornamenti da apportare al Decreto Legislativo del 99, relativamente alle “prestazioni esenti”, suggerendo, inoltre, l’eliminazione di prestazioni ritenute ormai superate. Non è superfluo ribadire che le “prestazioni esenti” sono relative al monitoraggio della malattia e non alla diagnosi della stessa. Non appena il documento finale sarà definitivo, e si concluderà l’iter legislativo, ogni Regione dovrà applicare le disposizioni in esso contenute. E’ gia nei progetti dell’ANMAR richiedere di rivedere l’elenco dei farmaci in esenzione, al fine di integrarlo con farmaci attualmente a totale carico degli utenti. VITA E ATTIVITÀ DELL’ASSOCIAZIONE gruppi di malattia CnAMC Coordinamento nazionale Associazioni Malati Cronici (Cittadinanzattiva) Il 28 gennaio 2005, nel corso della Direzione Nazionale di Cittadinanzattiva, il Vicepresidente dell’ANMAR Giuliana Farinelli è stata nominata Vicepresidente del CnAMC, Coordinamento Nazionale Associazioni Malati Cronici. Il CnAMC, nato nel 1996, su impulso del Tribunale per i diritti del malato e di tre associazioni di talassemici, che avevano riunito le forze per ottenere i risarcimenti previsti per i malati che avevano subito trasfusioni con sangue “infetto”, conta oggi oltre 120 associazioni di malati cronici. L’ANMAR fa parte del coordinamento fin dagli inizi e – rappresentata da Giuliana Farinelli - è da sempre componente del Consiglio Direttivo, insieme a: Federasma, BPCO, Azione Parkinson, Alzheimer Italia, Diabetici (FAND – JDF Italia), Lega italiana Osteoporosi, ecc. Sinergie 5 DALLE ASSOCIAZIONI REGIONALI Questa pagina è a disposizione delle Associazioni regionali. Pertanto chi volesse pubblicare comunicazioni importanti ai propri associati, informazioni di carattere straordinario (ma anche ordinario) o brevi notizie di interesse generale è pregato di contattare la direzione del giornale. AMARV - VENETO Giornata del malato reumatico Anche nella regione Veneto la giornata del Malato Reumatico è stata un evento! I punti informativi sono stati undici, presenti in tutta la regione: Mestre, Montebelluna e altri cinque comuni limitrofi, Padova, Treviso, Verona e Vicenza con la presenza in varie sedi degli specialisti reumatologi. Il materiale distribuito ammonta a circa 10.000 tra depliant e vari opuscoli informativi. Le persone che si sono avvicinate e hanno voluto saperne di più sono state davvero tante, questa sete di informazioni ci dice che il lavoro da fare è ancora tantissimo! ALOMAR - LOMBARDIA Ci presentiamo Cari amici, l’ALOMAR si presenta. M.G. Pisu, G. Voltan, A. Celano. Abbiamo la sede legale ed operativa presso l’Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano. Presidenti, rispettivamente, Siamo presenti dal lunedì al giovedì dalle ore 9.30 alle 12.00 a disposizione di chi ha bisogno di dell’ALOMAR, AMARV e APMAR contattarci, sia telefonicamente che di persona. E’ molto importante avere la sede in Ospedale, dove esiste un Reparto di Reumatologia Adulti e Infantile, per poter essere più vicini a chi soffre delle nostre patologie. Abbiamo attivato dal 2000 il servizio di Assistenza Psicologica a favore dei nostri malati. Quest’anno attiveremo il Servizio di Economia Articolare. Ci occupiamo di rendere meno traumatici i ricoveri dei piccoli pazienti. Cerchiamo di non far mancare caramelle, giochi, feste organizzate e la presenza dei clown ogni giovedì pomeriggio. Abbiamo stipulato convenzioni con un Sindacato per l’assistenza alle richieste di invalidità, con uno Studio Dentistico, con negozi di Articoli Sanitari e Stabilimenti Termali. Le novità nel prossimo periodico. Ciao Ciao. ASMAR - SARDEGNA E’ giovane! L’ASMAR è un associazione giovane (data di nascita 2001) e come tutti i giovani è vivace, un pochino ribelle e qualche volta irrispettosa (nei confronti degli adulti)… tendenzialmente cerca di bruciare le tappe per recuperare il terreno perduto. Caratterialmente è piuttosto allegra e gioviale, ama la compagnia ma all’occasione non esita a mettere da parte una discreta vocazione diplomatica che gli viene riconosciuta, per diventare dura ed intransigente (sigh.), ma solo per le giuste cause. Ovviamente detesta i prepotenti e i presuntuosi. Predica ed esercita il buon umore come strategia terapeutica per una buona qualità di vita. Ma sopratutto crede molto in quello che fa, nella solidarietà e nell’aiuto reciproco e fraterno. Fra non molto passerà dalla pubertà all’adolescenza che pare sia un periodo difficile per tutti. Speriamo bene! Un abbraccio a tutti dalla Sardegna AAMAR - ABRUZZO Rinnovo delle cariche sociali Il 21 dicembre 2005 è stato rinnovato il Consiglio Direttivo dell’Associazione Malati Reumatici Abruzzese che risulta così composto: Presidente: Trovarelli Fausta Vice Presidente: Zicolella Raffaele Coordinatore: Consoli Giuseppe Segretario: Padovani Marino per ulteriori informazioni contattare:Trovarelli Faustavia Montesilvano,265010 SPOLTORE ( Pescara ) tel. 085.4252840 - 4216765 e-mail:[email protected] AMRER - EMILIA ROMAGNA La nostra piccola grande storia L’Associazione Malati Reumatici dell’Emilia Romagna è stata la prima a costituirsi in Italia “con lo scopo di promuovere la prevenzione e la cura delle malattie reumatiche assistendo moralmente e materialmente i colpiti da tali patologie, rappresentandoli e tutelandoli nei loro diritti sia come singoli che come gruppo sociale” (1979). Nel 1984 ha contribuito, insieme alle associazioni di alcune altre regioni che nel frattempo si erano costituite, alla nascita della Associazione Nazionale Malati Reumatici. Ha erogato borse di studio e fondi per la ricerca. Ha acquistato ausili per i malati. E’ stata ed è particolarmente attiva e sensibile alla informazione sui diritti socio-sanitari del malato reumatico mediante opuscoli e informazioni telefoniche. Lo scopo, che da sempre si prefigge l’associazione, è quello del “malato informato” e di una organizzazione dell’assistenza reumatologica che accompagni il malato attraverso tutto il complesso iter diagnostico-assistenziale.L’obiettivo, nel breve periodo, è di riprendere l’azione incisiva e capillare che ha sempre caratterizzato l’associazione attivando la propria presenza e promuovendo incontri nei diversi centri reumatologici della regione. ALMAR - LAZIO L’ALMAR nelle piazze romane Domenica 16 ottobre 2005, seconda Giornata nazionale del malato reumatico e la seconda volta dell’ALMAR nelle piazze romane: a distribuire materiale informativo, a rispondere ai quesiti, a farsi conoscere, ecc. La data si è rivelata affollatissima di iniziative e ricorrenze: non solo di numerose altre associazioni di volontariato, ma finanche politiche, le cosiddette “primarie” dell’Unione. Non c’era verso di trovare una piazza romana libera. Finalmente è arrivato il fax del Comune, con il permesso di posizionarci in piazza S. Giovanni, piazzale delle Muse, al Corso. E’ stata un buona giornata ed un successo per la nostra associazione che ha potuto distribuire molto materiale ed ospitare, nei gazebo o al tavolo, le persone venute a visitarci su segnalazioni riportate nella cronaca di Roma di alcuni giornali. 6 Sinergie Stefano Bombardieri Presidente SIR (Società Italiana di Reumatologia) L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica che colpisce le articolazioni e talvolta anche gli organi interni, che evolve in alterazioni invalidanti delle articolazioni, con conseguente sensibile peggioramento della qualità della vita. La malattia ha un notevole impatto sociale e si accompagna a frequente e precoce inabilità lavorativa. Una più approfondita conoscenza delle molecole che intervengono nei meccanismi infiammatori e nella evoluzione cronica della malattia, ha portato allo sviluppo di una grande novità terapeutica degli ultimi anni: i farmaci biologici. Questi farmaci vengono così chiamati perché mimano ed interferiscono con molecole importanti nello svilupparsi ed nel perdurare dell’infiammazione, interagendo più a monte rispetto ai farmaci tradizionali. Quando e come utilizzarli ? Il trattamento con i farmaci biologici trova le sue maggiori indicazioni in quei pazienti che hanno mostrato una scarsa risposta alla terapia tradizionale dell’artrite reumatoide, che soffrono di una forma particolarmente aggressiva e con presenza di fattori che ne prevedono una particolare evoluzione sfavorevole. Altre importanti indicazioni sono l’artrite psoriasica e, soprattutto, la spondilite anchilosante che risponde poco alle terapie convenzionali. Questi farmaci agiscono in tempi molto brevi rispetto agli antireumatici tradizionali, con un efficace controllo dell’artrite e del danno erosivo in un elevata percentuale di malati, anche laddove le suddette terapie tradizionali avevano fallito. I biologici possono cambiare il decorso e l’evoluzione di queste malattie quando vengono utilizzati in monoterapia od in associazione con i farmaci di fondo tradizionali; questi ultimi ne potenziano l’azione e ne prevengono la perdita di efficacia nel tempo. Nella tabella sono elencati i farmaci utilizzati nella terapia dell’artrite reumatoide. Farmaci sintomatici Farmaci antireumatici tradizionali Farmaci biologici Anti-infiammatori non steroidei Methotrexate Infliximab (Remicade) Cortisonici Leflunomide (Arava) Etanercept (Enbrel) Ciclosporina (Sandimmun) Anakinra (Kineret) Salazopirina (Salazopyrin) Adalimumab (Humira) Chinolinici Sali d’oro Sinergie I farmaci attivi solo sui sintomi vanno associati a farmaci che impediscono il progredire del danno articolare. Che precauzione intraprendere durante il loro utilizzo? Per il loro recente utilizzo, non ne conosciamo ancora gli effetti a lungo termine. Viceversa è noto il loro profilo di tollerabilità a medio-breve termine, il che ne conferma la buona sicurezza e l’efficacia, soprattutto per alcuni come l’infliximab che è stato il primo farmaco ad essere introdotto. Le problematiche e gli effetti collaterali legati ai farmaci biologici sono essenzialmente le infezioni derivanti dal loro meccanismo di azione: la depressione della risposta immunitaria a cui è legata anche l’efficacia terapeutica. Queste infezioni in genere rispondono efficacemente ad una semplice terapia antibiotica. Una particolare attenzione però va posta nei confronti di una possibile infezione tubercolare, che potrebbe anche riaccendersi se contratta nel passato e non adeguatamente curata. Infatti tutti i pazienti prima del trattamento con i farmaci biologici devono eseguire un’ accurata anamnesi, una radiografia del torace, un esame chiamato intradermoreazione di Mantoux (la cui positività può essere segno di una pregressa infezione tubercolare) ed intraprendere una prevenzione tubercolare anche nel minimo sospetto di TBC. Le vie di somministrazione dei farmaci biologici sono due: la via endovenosa e la via sottocutanea. Nel primo caso possono osservarsi, anche se raramente, fenomeni di intolleranza durante le infusioni, fino a vere e proprie reazioni anafilattiche in genere precedute da perdita di efficacia; per la via sottocutanea si possono avere reazioni cutanee nelle sedi di iniezione con arrossamento, gonfiore e prurito. Per quanto tempo utilizzarli? Non ci sono delle durate terapeutiche stabilite, ma il futuro di questi farmaci potrebbe essere rivolto, oltre alle forme che non rispondono alle terapie tradizionali, anche ai quei pazienti che precocemente presentano una malattia aggressiva o che durante la terapia antireumatica tradizionale presentano una riacutizzazione non efficacemente controllata. Sono farmaci molto costosi, ma il problema del loro costo molto elevato viene ad essere compensato se si pensa ai costi diretti ed indiretti che comporta un paziente con artrite o con spondilite che presenta lunghi periodi di inabilità lavorativa e forti bisogni assistenziali. AGGIORNAMENTO SCIENTIFICO il punto sui farmaci biologici Conclusioni Sia l’artrite reumatoide che la spondilite anchilosante e l’artrite psoriasica sono malattie croniche che possono causare in numerosi pazienti una importante disabilità e la compromissione della qualità di vita. La possibilità di bloccare queste malattie è legata alla precocità della diagnosi e all’impostazione di una corretta terapia di fondo, sia con farmaci tradizionali che biologici, anche in associazione. Un trattamento mirato è capace sia di indurre un rapido sollievo dei sintomi, sia di contrastare l’erosione articolare. Questa opportunità viene persa quando la malattia è più evoluta. Per la loro rapidità di azione, la maggiore efficacia e la capacità di contrastare l’evoluzione erosiva della malattia, i farmaci biologici ci permettono di non perdere nessuna opportunità terapeutica, incrementando le possibilità di successo terapeutico e consentendo il controllo clinico di queste malattie. 7 AGGIORNAMENTO SCIENTIFICO le malattie reumatiche: la cronicità Prof. G. Perpignano Prof. Ordinario di Reumatologia Il termine “reumatismo” (dal greco «reuma» scorrimento, flussione) viene molto frequentemente utilizzato per indicare un’insieme di dolori del sistema muscolo-scheletrico. Le malattie reumatiche o muscolo-scheletriche sono rappresentate da oltre 100 affezioni che fanno parte della Reumatologia. Queste patologie possono essere suddivise in due grossi gruppi: 1) Nel primo stanno quelle patologie che non sono molto frequenti ma che hanno una prognosi severa e richiedono un’elevata competenza specialistica in quanto sono difficili da riconoscere e spesso la terapia da intraprendere è particolarmente impegnativa sia per il paziente che per lo specialista. Queste patologie sono rappresentate dai Reumatismi Infiammatori Cronici (come per esempio l’Artrite Reumatoide dell’adulto, l’Artrite Reumatoide giovanile, le Spondiloartriti Sieronegative come l’Artrite Psoriasica e la Spondilite Anchilosante), e dalle Connettiviti (come il Lupus Eritematoso Sistemico, la Sclerosi Sistemica, le Vasculiti, la Polimialgia Reumatica, etc..) 2) Del secondo gruppo di patologie fanno parte malattie molto frequenti, seppur meno difficili da accertare, sono comunque capaci di causare invalidità ed un peggioramento della qualità di vita: in quest’ambito abbiamo l’Artrosi (primaria e secondaria), i Reumatismi extra-articolari (come per esempio la Sindrome Fibromialgica) e alcune malattie dell’osso (come l’Osteoporosi e la Malattia di Paget, solo per citare le più conosciute). Anche i sintomi di tali malattie sono molto vari, ma se ci riferiamo all’apparato locomotore, sicuramente il dolore e la ridotta capacità funzionale sono dominanti. I “meccanismi” che avviano la malattia Nelle malattie reumatiche infiammatorie si innesca un meccanismo per cui il sistema immunitario che normalmente difende l’organismo dalla aggressione di agenti estranei (batteri, virus ecc.), si rivolge contro le strutture articolari come la cartilagine e la membrana sinoviale del malato. In seguito al contatto con alcune sostanze estranee, in presenza di una predisposizione genetica, nelle malattie reumatiche infiammatorie accade che alcune cellule infiltrano le membrane sinoviali liberando agenti chimici chiamati “citochine” che sono i principali mediatori chimici dell’infiammazione. Una particolarità di tali infiammazioni è la produzione di nuovi capillari che, insieme alla proliferazione cellulare determina la produzione del cosiddetto “panno sinoviale”: si tratta di un tessuto in grado di causare erosioni cartilaginee e ossee e quindi di compromettere l’integrità e la funzionalità delle articolazioni colpite. La cronicità di evoluzione Una malattia può diventare cronica per la persistenza della causa che l’ha determinata, per cui, dopo il suo esordio che può essere graduale e insidioso oppure acuto, tendono ad alternarsi, nella migliore delle ipotesi, fasi di attività e fasi di remissione; purtroppo esistono anche quei casi in cui con il passare del tempo si ha un progressivo peggioramento. Questa cronicità non deve essere sottovalutata, infatti è sempre indispensabile fare tempestivamente una diagnosi corretta e iniziare quanto prima un’altrettanto corretta cura il cui obiettivo è quello di rallentare o possibilmente arrestare il decorso di queste malattie che altrimenti sarebbero in grado di causare danni irreversibili. La terapia Attualmente abbiamo a disposizione numerose armi per contrastarle (sia con farmaci di vecchia generazione che con nuovi farmaci come per esempio i biologici anti-TNF-a), ma purtroppo non sempre riusciamo ad ottenere una guarigione completa e definitiva, proprio perché tali terapie non agiscono sull’agente eziologico che oltretutto spesso non si conosce; abbiamo tuttavia la possibilità di controllare il loro decorso in maniera accettabile. Esistono ovviamente tutta una serie di problematiche legate alla cronicità di queste malattie, tra cui ricordiamo i possibili effetti collaterali di una terapia a lungo termine, come per esempio la maggiore suscettibilità alle infezioni causata da terapie immunosoppressive, l’eventuale perdita di efficacia di una terapia cronica, le probabili interazioni con altri farmaci eventualmente assunti per altre malattie e non ultima la scarsa disponibilità del malato ad assumere cronicamente una terapia (ridotta compliance). la direzione ringrazia Giorgio Forattini che gentilmente ha autorizzato il giornale a pubblicare suoi lavori 8 Sinergie Prof. Guido Valesini Divisione di Reumatologia Università “La Sapienza di Roma” Le vaccinazioni, nella storia della medicina, hanno rappresentato un fattore molto importante per la riduzione della mortalità e l’allungamento della vita media. Anche la somministrazione dei vaccini non sfugge però alla regola del RAPPORTO RISCHIO/BENEFICIO; prima di sottoporre un soggetto a vaccinazione bisognerà valutare infatti il rischio di infezione, i danni che l’infezione può provocare a chi si ammala, il grado di protezione che può essere indotto dal vaccino e, infine, la tossicità del vaccino stesso. Gli specialisti hanno manifestato in passato punti di vista contraddittori sull’opportunità o meno di vaccinare soggetti affetti da malattie reumatiche. Gli elementi considerati a favore della vaccinazione chiamano in causa il fatto che i pazienti affetti da malattie immunoreumatiche presentano un maggiore rischio infettivologico, che le infezioni intercorrenti possono favorire una riacutizzazione della malattia, che importanti istituzioni preposte al controllo ed alla prevenzione delle malattie raccomandano la vaccinazione di soggetti affetti da malattie croniche. Gli elementi contro sono essenzialmente rappresentati dal fatto che vaccinare un soggetto sano può raramente stimolare l’insorgenza di malattie immuno-reumatiche, che vaccinare un paziente con patologia reumatica potrebbe scatenare una acuzie di malattia, che la risposta anticorpale dopo vaccinazione potrebbe risultare inadeguata. La riluttanza della comunità scientifica ad utilizzare vaccini nei pazienti con LES nasceva da studi ormai vecchi e superati da nuove acquisizioni che complessivamente sono concordi sulla buona tollerabilità del vaccino anti-influenzale e sulla sua efficacia. La capacità di sviluppare anticorpi protettivi infatti è risultata nei soggetti con LES simile a quella dei soggetti sani, anche se ridotta nei pazienti in terapia immunosoppressiva. Per quanto attiene alla vaccinazione antinfluenzale essa è quindi in genere consigliata dal momento che l’infezione influenzale rappresenta sicuramente un pericolo maggiore. Nel caso dell’Artrite reumatoide, sono stati condotti vari studi sulla sicurezza ed efficacia del vaccino influenzale e la vaccinazione è risultata sicura e consigliabile; la risposta al vaccino è infatti sovrapponibile a quella che si ha nei soggetti sani di controllo. Consigliabile infine, ove possibile, la vaccinazione dei familiari e conviventi dei pazienti affetti da malattie reumatiche. AGGIORNAMENTO SCIENTIFICO vaccino influenzale e malattie reumatiche Piccola storia del CORTISONE Durante la seconda guerra mondiale sembra che i piloti della Luftwaffe tedesca ed i kamikaze giapponesi, noti per coraggio e temerarietà, facessero uso di un prodotto derivante da estratti delle ghiandole surrenali di origine bovina che durante il periodo bellico arrivavano periodicamente dall’Argentina sia in Germania che in Giappone. Il mistero che si nascondeva nelle ghiandole surrenali e cioè la possibile correlazione tra il coraggio manifestato da questi soldati e l’uso di questi estratti suscitò il grande e curioso interesse di Edward C. Kendall, un ricercatore della Mayo Clinic di Rochester (USA), il quale condusse le sue ricerche sulla componente corticale delle ghiandole surrenali isolando da questi tessuti otto composti cristallini a ciascuno dei quali assegnò una lettera dell’alfabeto. Tra questi scoprì che il composto “E” possedeva un elevato potere antinfiammatorio. In seguito, questo composto fu elaborato da un altro ricercatore, L.H. Sarett, che nel 1944, dopo un complesso processo produttivo arrivò alla sintesi del prodotto finale, il cortisone. E così, se da una parte il mistero della “pillola del coraggio”, ammesso che esistesse un mistero, rimase tale, dall’altra la farmacologia acquistò un grande strumento terapeutico. Infatti, nel 1949 fece il giro del mondo la notizia di un “artritico in bicicletta”, cos’era successo? In seguito ad una felice e probabilmente fortuita intuizione S. Hench usò il cortisone in un paziente affetto da artrite reumatoide. Dott.ssa Maria Teresa Mauceri Sinergie 9 CONSIGLI PRATICI 10 i consigli del medico di famiglia dott. Carlo Gargiulo Il consenso informato o la bugia pietosa…? Che, come recita una famosa aria d’opera, “…al medico è concessa”. Di sicuro Verdi non immaginava di affrontare un tema che sarebbe diventato motivo di contendere, ma soprattutto elemento cardine del rapporto medico-paziente negli anni 2000. Infatti, l’affermarsi sempre piu’ diffuso del “consenso informato”, cioe’ della necessita’ che il cittadino esprima preventivamente l’accettazione dell’atto medico, dopo essere stato messo al corrente della tecnica e dei rischi ad essa connessi, modifica profondamente una prassi che per secoli ne ha governato l’esecuzione. Affidare perciò la propria salute alle mani di un medico, da alcuni anni a questa parte, non rappresenta più una implicita accettazione dell’operato del professionista, ma occorre che venga espresso un “consenso esplicito”. Non sono in linea di principio contrario al consenso e tanto meno lo sono (e come potrei?) alla “informazione”, che ritengo il presupposto indispensabile per affidarsi ad un medico, ad una struttura sanitaria o ad una cura. Sono però assolutamente contrario ad un suo uso strumentale, come mezzo per sollevarsi da responsabilità che, ben lo sappiamo, fanno parte della professione medica. C’è, ad onor del vero, da dire che questa prassi deriva anche da un atteggiamento eccessivamente garantista da parte di una Magistratura, a cui i cittadini si rivolgono sempre piu’ spesso, insoddisfatti di trattamenti nei quali avevano riposto eccessiva fiducia, nonostante, forse, gli avvertimenti del medico. Questo modo di fare, sempre più diffuso, comporta, però, “consensi informati” ogni giorno piu’ complessi e lunghi da leggere, difficili da comprendere che, il più delle volte, vengono firmati la sera prima dell’intervento, da un cittadino spaventato dalla imminenza del trattamento. Un altro aspetto, che del consenso è la conseguenza, è l’obbligo, per così dire, di informare il cittadino sulle sue reali condizioni di salute, togliendo qualunque discrezionalità al medico ed impedendogli, di fatto, di utilizzare il fattore psicologico che rappresenta una indiscussa componente della terapia. D’altra parte, come potrebbe essere altrimenti, per “informare” sui rischi e vantaggi del mio operato devo, necessariamente, partire dalle informazioni sulle reali condizioni di salute. Senza contare, poi, il problema della privacy che impedisce il coinvolgimento di terzi, senza preventiva autorizzazione dell’interessato. Sono esempi di una rigidità e di uno schematismo che preoccupa e che non è utile quando c’è di mezzo la professionalità, che dovrebbe essere l’unica garante del rapporto medico-paziente. Proprio quel rapporto, essenzialmente basato sulle caratteristiche di umanità del medico che, imbrigliate da norme troppo vincolanti, lasciano il posto alla fredda burocrazia che mal si concilia con la tutela della salute del singolo. Tornare quindi al passato, quando presuntuosi professionisti concludevano con la sbrigativa frase “è inutile che le spieghi, tanto lei non capirebbe…”? Assolutamente no, ma evitiamo che il paziente debba apprendere come sta e a cosa verrà sottoposto solo per mezzo di un arido ed incomprensibile foglio. Informiamo, ma lasciando spazio all’umanita’ ed al calore che gia’ di per loro sono una terapia. Vigilare sull’operato del medico, intervenendo dove si commettono errori di comunicazione, o peggio dove la pratica della medicina non è svolta secondo scienza e coscienza, senza pero’ pensare che fissando regole e paletti sempre piu’ rigidi possano essere evitati questi errori. TRATTAMENTO NON FARMACOLOGICO STILE DI VITA Da: “L’artrite reumatoide” (M. Di Franco, M.T. Mauceri, 2005) Vita quotidiana È bene alternare le attività abituali con brevi periodi di riposo, la durata dei quali è variabile da persona apersona e secondo le necessità. Nei periodi in cui la malattia è attiva, i momenti di riposo devono essere più prolungati e l’attività fisica più leggera. Comunque è consigliabile un breve riposo ogni qualvolta si avverta una eccessiva stanchezza. L’esercizio fisico L’esercizio fisico continuativo (come il nuoto, la ginnastica passiva rilassante in acqua, la ginnastica posturale, lo stretching) è utile per mantenere il tono muscolare, preservare la mobilità articolare, ridurre il dolore, mantenere il peso forma. La dieta Studi recenti hanno osservato che una dieta caratterizzata da un elevato introito di proteine e grassi animali e da un basso introito di vitamine e fibre può rappresentare un fattore di rischio per la comparsa o il grado di gravità dell’AR, mentre suggeriscono che una dieta come quella “mediterranea” possa, al contrario, avere effetti protettivi. Valgono quindi le regole generali della corretta ed equilibrata alimentazione, che deve essere perciò povera di grassi, soprattutto animali, e ricca di vitamine e fibre. Inoltre, è opportuno astenersi dal consumo di alcolici perché questi possono interferire con alcuni farmaci come ad esempio il methotrexate. È importante anche mantenere il giusto peso corporeo per non sovraccaricare le articolazioni e per favorire una buona funzione cardio-circolatoria. Clima L’argomento è tuttora controverso. A tutt’oggi una chiara e diretta influenza climatica sull’artrite non è stata ancora ben dimostrata. Studi recenti hanno cercato di fare chiarezza ed hanno dimostrato che molte persone lamentano un peggioramento dei sintomi in caso di una improvvisa variazione climatica e ciò può essere correlato ad un repentino passaggio da un clima secco ad un clima umido ed al grado di umidità stesso. L’esposizione diretta ai raggi solari e ad altre fonti di calore è da evitare sia perché può peggiorare l’infiammazione articolare, sia perché può essere la causa di possibili reazioni cutanee da farmaci. la direzione ringrazia il dott. Gargiulo per aver accettato di collaborare con il nostro giornale Sinergie Le scarpe ortopediche Rose-Anne Bartholomew (ALMAR) Non c’è dubbio che l’artrite reumatoide sia una malattia implacabile e logorante. Lo sappiamo tutti troppo bene. La solitudine nel dolore è una delle cose più penose di questa malattia: ad essa non si sfugge. Arriva il momento che del dolore non si può più parlare: annoia troppo e non c’è più nessuno disposto ad ascoltare. Devo dire che io ho avuto la grande fortuna di avere sempre il supporto e la comprensione di mio marito, il che ha fatto nella mia vita una grande differenza. In questa lotta contro il dolore e la solitudine, c’è un’ arma molto potente: si potrebbe chiamare la volontà di vincere, di non cedere alla malattia, di tirarsi su dopo ogni caduta, di negare al “nemico” la vittoria e di vivere la propria vita. Quando guardo attorno a me dopo quest’avventura, mi accorgo di aver perso molte battaglie ma di avere, malgrado tutto, malgrado la dozzina di protesi e una trentina di interventi, vinto la guerra. Vi racconto una storia personale che spiega un po’ il mio atteggiamento nei confronti dell’artrite reumatoide. E’ una storia di molti anni fa, quando ero all’Università di Chicago negli Stati Uniti, con mio marito, allora professore, e già due figli. Dopo la nascita del secondo, avevo ricominciato ad essere molto malata e, disperata, cercavo un medico che potesse aiutarmi. Andai a Chicago per vederne uno, che aveva una grande reputazione; dopo il consueto consulto, lui mi disse con grande serietà: “Signora, lei ha una grave malattia che non si cura. Deve essere molto attenta, non deve bere alcool né fumare, non deve avere emozioni forti o stress di qualsiasi genere, non deve stancarsi inutilmente. Tutte queste cose possono aggravare la sua malattia. Deve riposare più del normale, deve fare una vita molto ordinata e regolata.” Ed infine disse: “Deve portare delle scarpe ortopediche.” Cioè, una vera tragedia! Con una presentazione “magistrale” mi aveva fatto capire tutto l’orrore di questo aspetto della malattia. La cosa per me più penosa era stato l’accenno alle scarpe ortopediche! All’epoca, in America, per una donna ventenne, l’espressione “scarpa ortopedica” significava la negazione della seduzione, quasi della vita. Non c’erano scarpe sportive alla moda come adesso; c’erano soltanto le scarpe eleganti e quelle delle monache! Portare delle scarpe ortopediche con una gonna (i pantaloni allora non si usavano) era quasi la fine della mia femminilità. Sembra vanitoso, frivolo? Può darsi, ma la vanità o qualunque cosa aiuti a cercare di vivere fino in fondo la propria vita non può essere un male. Dopo questa doccia fredda, tornai a casa nel South side di Chicago dove c’era l’Università, prendendo la metropolitana aerea, la cosìddetta “El,” un viaggio di mezz’ora. Scossa e tremante, passai quegli interminabili trenta minuti a farmi un bel pianto, gridando il mio rifiuto alle parole del medico ed alla malattia: “No, no, no!”. Fu un momento importante per me. Quel medico mi aveva reso un servizio enorme: farmi capire che la mia “normalità” era molto più importante di qualsiasi precauzione, anche la più ragionevole. Da allora, ho sempre cercato di vivere una vita il più possibile normale. Ho avuto altri due figli, ho lavorato in ufficio, ho giocato a tennis e nuotato ancora per molto tempo, ho ballato tanto e goduto di tante serate e tante risate. Sona stata quattro volte ambasciatrice, con doveri e responsabilità, in paesi diversi: in Italia ma anche in Libano quando vi era la guerra. Certamente, si potrebbe dire che quest’atteggiamento non è stato ragionevole e chissà che non abbia peggiorato la mia condizione. L’ho pagato con mattinate penose e giornate perse nel dolore. Ciò nonostante, sono convinta che il fatto di insistere a vivere una vita normale mi abbia aiutato ad evitare quella capitolazione della malattia che porta a gravi invalidità (è una ipotesi che mi è stata confermata da più di un medico, su due continenti). Ed anche se non fosse vero, posso in ogni caso dire di essere stata felice. L’ANGOLO DELLE ESPERIENZE PERSONALI NO! NO! NO! Mi rendo conto che questo modo di fare non è da raccomandare a tutti e che non è possibile per tutti, così come sono convinta che per il medico curante non è facile far capire al paziente un tale concetto. Io posso solo cercare di dare un contributo con la mia esperienza personale, la mia convinzione personale. Hai una storia da raccontare? Scrivi a: [email protected] Sinergie 11 LETTERATURA E REUMATOLOGIA 12 Tanto per fare un esempio, un giorno come quello di oggi e una persona come me. Me. di Maria Giacobbe In quanto al giorno, è un limpido e calmo giorno feriale nella pacifica città del pacifico paese in cui vivo. In quanto a me, precisamente in questo momento, sono seduta davanti alla mia scrivania nel mio studio: una stanza ampia e luminosa che io stessa ho arredato e dove mi piace stare. La luce del sole entra generosamente dalle grandi vetrate della finestra a tre ante e dalla porta aperta verso la veranda e il giardino dove le chiome rosee dei ciliegi giapponesi appena fioriti si cullano nella leggera brezza primaverile e i merli hanno intonato i loro polifonici cori. In breve, oggi è uno di quei giorni in cui lo splendore della luce, la dolcezza dell’aria, i colori del cielo e dei fiori insieme al canto degli uccelli potrebbero farmi credere d’essere in paradiso. Sto in mezzo a tutta questa perfezione, conscia di quanto io sia privilegiata in un mondo così pieno di conflitti e di miseria, e perciò conscia anche del mio dovere di non sprecare questa mia fortuna e di gettarmi energicamente sul progetto di lavoro che mi ero fatta per oggi. Ma si sa che la realtà, anche in tempo di pace, anche senza pressanti problemi concreti, non sempre è priva di complicazioni. E ora, mentre la volontà e la coscienza mi dicono che non dovrebbe mancarmi nulla per “potermi sentire in paradiso e per fare qualcosa per meritarmi questo privilegio”, il mio corpo non riesce a sentirsi in paradiso, e i miei pensieri rifiutano di muoversi con la desiderata costruttività. Il problema è che, proprio in un giorno come questo, bello ma caratterizzato da qualche remota e per i più ancora quasi impercettibile variazione atmosferica, un reumatico cronico come me è aggredito da oscure sofferenze fisiche, reali ma terribilmente difficili da descrivere e non sempre accompagnate da precisi, “misurabili” sintomi che potrebbero giustificarmi, per esempio, se cedessi alla tentazione di gettarmi su un letto nella stanza più buia della casa e mettessi da parte il giorno con i suoi splendori, nonché tutti i propositi di non sprecarlo che avevo fatto. Invece l’assenza di sintomi precisi e verificabili, fa sì che un irrazionale rimorso mi costringa lo stesso a cercare di realizzare ad ogni costo dei progetti per i quali, in un giorno come questo, non sono minimamente idonea. Un po’ di febbre e dei gonfiori alle giunture possono talvolta testimoniare che il malessere e la stanchezza che diminuiscono la mia capacità lavorativa non sono semplici sintomi di pigrizia. Ma anche quando nessun gonfiore e nessun rialzo di temperatura sono constatabili, ho l’impressione che il sangue mi scorra nelle vene lento come piombo fuso e che tutto il mio corpo sia impacciato e irrigidito sotto il peso della testa che preme sui muscoli induriti e doloranti del collo. E allo stesso tempo quella stessa testa che sento così eccezionalmente pesante mi sembra piena d’un’ovatta e d’una nebbia che mi velano la vista e i pensieri. In un giorno come questo, insieme a questo malessere diffuso, ho anche “male” a una o più parti del corpo in modo particolare. Un “male” difficile da definire e localizzare e che non ha niente a che fare, per esempio, col “male” di una ferita aperta o di un osso fratturato o con i dolori del parto, e neppure con un buon colpo della strega o con tutti gli altri onesti dolori che quasi costringono la loro vittima a gridi e lamenti liberatori che convincerebbero della loro sincerità persino il testimone più scettico, e i cui sintomi sono così chiari che i medici non avrebbero alcun dubbio nelle loro diagnosi. E in mezzo a questo malessere fisico e psichico non posso far a meno di domandarmi: che cos’è questa “cosa” che segretamente, senza lasciare visibile traccia, “fa male” qua e là nel mio corpo e invade talmente la mia testa da diventare tutt’uno con essa? Niente o quasi niente di visibile testimonia di questo “male” che coinvolge tutta la mia persona, combattendo la mia energia vitale e distruggendo anche quella rara possibilità che oggi avevo di sentirmi ospite privilegiata di un piccolo paradiso sulla terra. O per semplicemente impedirmi di sentirmi normale. Nessuno, neppure un medico, sarebbe in grado di constatare che ho veramente “male” alle ginocchia, o alle spalle, o altrove, e che il mio sangue è come piombo fuso... Io stessa posso esser colta dal sospetto che tutto sia frutto della mia immaginazione e che per star meglio mi basterebbe provare a pensare ad altro. “Prova a pensare ad altro”, era ciò che, quando da bambina mi lamentavo dei miei “dolori” - dopo avermi massaggiato senza troppo successo con le sue mani in ogni caso deliziosamente calde e asciutte mi diceva mia madre fingendo una specie di fiducia nella superiorità dello spirito sulla tirannia del corpo. I “dolori” alle gambe, alla testa, al petto erano diventati una parte della mia vita quotidiana da quando, all’età di sette-otto anni, ero stata colpita da un attacco di febbri reumatiche alle quali quasi miracolosamente ero riuscita a sopravvivere, ma le cui conseguenze continuavo e ancora dopo tanto tempo continuo a sentire. Allora, nella mia Sardegna natale, quei malanni di cui io e tanti altri attorno a me soffrivamo, venivano chiamati genericamente “dolori reumatici”. Che io ricordi non si faceva distinzione tra i “dolori reumatici” di una persona anziana come nonna che, a causa dei “dolori alle ginocchia che non si piegavano”, passava le sue giornate seduta su una sedietta impagliata; quelli di una zia la cui anca sembrava essersi saldata al bacino costringendola a camminare ruotando sulla gamba sana e, per non cadere, appoggiandosi ai mobili e alle spalliere delle sedie; e dunque anche i miei “dolori”, dopo quell’attacco di “febbri reumatiche”. In Danimarca, dove attualmente vivo e dove mi sono trasferita da adulta, il reumatismo si chiama “gigt”. (Una parola che, pur non avendo con essa nessun rapporto etimologico o di altro genere, quando la udii la prima volta suonò alle mie orecchie ancora mediterranee molto somigliante a un’altra che avevo appena imparato: “gift”, che significa “veleno”). Come “reumatismo” in italiano, il termine danese “gigt” indica genericamente “tutto quel complesso di affezioni dolorose che colpiscono le articolazioni, i muscoli, i tendini, le ossa, e i tessuti connettivi dei vasi sanguigni e degli organi interni”, come leggo nella mia Nuova Enciclopedia Danese. Del coinvolgimento dei “tendini e dei tessuti connettivi dei vasi sanguigni” nelle affezioni reumatiche, non avevo mai sentito prima d’ora e l’apprendo in questo momento, trovando per la prima volta la spiegazione di questa pesantezza alla testa, di questi dolori al collo e alle tempie e di questo terribile bruciore alle vene che sono peggiori dei dolori alle articolazioni e ai muscoli ma di cui forse non ho mai fatto menzione con nessuno perchè sono così difficili da descrivere, da definire e da localizzare che al loro riguardo ho sempre temuto di non esser creduta neppure dai medici. Continuando nella mia lettura, apprendo che di solito le malattie reumatiche vengono divise in quattro grandi gruppi uno dei quali comprende le “malattie reumatiche infiammatorie” e cioè un’enorme quantità di malattie diverse per sintomi e per conseguenze che costituiscono un panorama variegato nel quale trovo anche il mio vecchio nemico, la febbre reumatica. “La febbre reumatica è una malattia articolare acuta che può manifestarsi dopo un’infezione da streptococchi alla gola. Si presenta più di Sinergie frequente in persone fra i 5 e i 20 anni. Oltre che con saltuari dolori e gonfiori alle articolazioni, la malattia si manifesta generalmente con febbre alta (...) e può essere causa di affezioni cardiache i cui sintomi più frequenti sono delle aritmie e delle infiltrazioni nella regione cardiaca. Conseguenza tardiva di queste carditi può essere la calcificazione e la stenosi delle valvole. Nel passato questa malattia non era del tutto rara. Col miglioramento delle condizioni di vita, è quasi debellata nei paesi industrializzati ma ancora presente nelle zone povere del mondo La lettura di queste e delle molte altre interessanti informazioni sull’argomento che trovo, pagina dopo pagina, nella mia Nuova Enciclopedia Danese, può se non altro darmi una certa pace nell’anima perchè conferma che le mie sofferenze hanno una chiara causa fisica e non sono il sintomo d’un’insana e insanabile ipocondria. Ma in compenso non dà pace alle mie membra doloranti, naturalmente, e neppure alla mia valvola mitrale che quella volta, nella mia infanzia lontana, venne danneggiata e che oggi “zitta zitta continua il suo processo di prevista calcificazione e stenosi” come un cardiologo mi ha detto di recente, dopo una visita di controllo, apparentemente soddisfatto di questa ulteriore conferma dell’infallibilità della scienza. Il vecchio medico di famiglia in Sardegna, che quella volta aveva diagnosticato e fatto quanto poteva per curare la mia febbre reumatica, aveva detto anche lui, con un po’ più di pietà -immagino -, che “il reumatismo infantile è una malattia odiosa che lecca le giunture e morde il cuore”. Il mio cuore dunque venne “morso” quella volta, e ancora ricordo l’impressione che avevo di esser violentemente trascinata in un vortice, quando ciò accadde durante un accesso di febbre altissima. Un vortice dove l’angoscia e il dolore erano terribili ma dove allo stesso tempo era fantastico ed emozionante trovarsi. Era difficile tirare il fiato nella spirale che mi risucchiava con una velocità così vertiginosa che mi dava l’impressione che occhi e cervello mi venissero centrifugati dal cranio e si sparpagliassero nell’abisso dove stavo precipitando senza sapere se la caduta avrebbe mai avuto termine. Allo stesso tempo era come se il mio cuore non potesse seguire la velocità del corpo e si fosse trasformato in un palloncino rosso che vedevo ondeggiare sopra di me a una distanza che cambiava continuamente. Era affascinante e terribile quando all’improvviso l’elastico che teneva il palloncino legato al mio corpo s’accorciava, e il palloncino-cuore cadeva con velocità pazzesca, e con un colpo secco e duro mi colpiva direttamente in mezzo al petto per un affannoso e doloroso ricongiungimento. Sopravvissi anche a questo e, nonostante i miei malesseri e dolori diffusi e la mia valvola mitrale lesa con tutte le previste e puntuali conseguenze, ho da allora vissuto una vita ormai lunga e passabilmente operosa, durante la quale la stessa cronicità dei miei malanni mi ha reso incline alla rassegnazione. Però un giorno come oggi, in cui potrei essere attiva e felice e non lo sono, non posso far a meno di domandarmi se è colpa mia avere stupidamente rinunziato a cercare un rimedio che forse a mia insaputa esiste e esisteva. Ma esiste e esisteva davvero un rimedio a questi silenziosi malanni? Sono mai state fatte ricerche sufficientemente prive di pregiudizi sui postumi che le febbri reumatiche infantili lasciano in eredità permanente a quelli che sopravvivono? Si sa davvero qualcosa di questo “male” che invisibile e poco localizzabile continua tutta la vita a darsi da “fare” nelle membra di alcune disgraziate persone e, zitto zitto, a “mordere” nel loro cuore? Esiste contro di esso, qualche cura non palliativa e senza troppi effetti negativi collaterali? O forse i postumi delle febbri reumatiche sono a lungo andare troppo sordi, troppo diffusi, troppo incostanti, troppo sfuggenti, troppo indescrivibili e troppo poco descritti, perchè possano essere reali e avere interesse per dei ricercatori? Saremmo dunque noi, i reumatici cronici, almeno in parte responsabili del nostro stato perchè, non essendo in grado di localizzare con precisione e Sinergie di descrivere in modo convincente le nostre sofferenze, per paura di non esser creduti abbiamo troppo spesso rinunziato a chiedere aiuto con la necessaria chiarezza e insistenza e ci siamo rassegnati al nostro stato? (Quando ci rivolgiamo a un medico, - se mai ci decidiamo a farlo - e alla fine siamo davanti a lui, di solito la crisi è per quella volta superata e il tentativo di descriverne i sintomi suona poco convincente anche alle nostre orecchie). Se davvero i reumatici cronici siamo incurabili, come ora mi sembra di credere, non sarebbe perchè noi stessi con la nostra rassegnazione abbiamo impedito che le nostre sofferenze, non sufficientemente descritte e non abbastanza enfatizzate, diventassero un pressante oggetto di ricerche scientifiche con relativi risultati terapeutici? Ma cos’è che ora mi son messa a rimuginare? Perchè devo credere di essere non solo incurabile ma anche responsabile della mia incurabilità? Perchè questo pessimismo? Che cosa mi sta accadendo mentre il mondo esterno si mostra sotto il suo aspetto più bello e gli uccelli cantano a gola spiegata? Perchè non me ne torno a letto, al buio, se è di questo che tutto sommato sento più bisogno in questo momento? Che cosa può significare ciò che gli altri - ma quali altri, se sono completamente sola? -potrebbero pensare del mio bisogno di riposo in un momento in cui dovrei essere attiva, e dei miei dolori che ci sono ma non si vedono? Cos’è quest’eterno desiderio di “comprensione”? Una “comprensione” che somiglia stranamente a un “perdono”...? Sto forse cominciando ad avere i primi sintomi di una paranoia reumatica? (Esiste davvero? E se non esiste... è strano che nessuno l’abbia inventata...) Ma perchè diamine me ne sto qui e provo a essere virtuosamente attiva invece di concedermi del riposo, quando sto male come sto? Perchè me ne sto qui seduta davanti alla scrivania in questa stanza piena di luce che mi ferisce gli occhi, e di canti d’uccelli che mi bucano le orecchie, invece di mettermi a giacere immobile, pesante e passiva nella stanza più buia e remota della casa? E se avessi fatto così ogni volta che nella vita mi son sentita come in questo momento, quanti giorni all’anno avrei dovuto strappare dal mio calendario? Troppi. Il loro possibile numero mi spaventa. Devo lasciare questi pensieri neri. Devo provare a fare qualcosa. E del resto la situazione non è disperata. Ci sono infatti un mucchio di rimedi. Secondo alcuni questi rimedi sarebbero infallibili. Bisognerebbe provare. Io sarei anche disposta a provare. Avrei anche il dovere di provare..., se non stessi così male che qualunque iniziativa mi stanca solo a pensarla... E poi ci sarebbe la scelta, una scelta difficile: impacchi caldi, impacchi gelati, immersioni prolungate in acqua bollente, immersioni alternate in acqua fredda e in acqua calda, ginnastica, riposo assoluto, lunghe camminate a passo di marcia, totale relax, cyclette prolungata, fisioterapia, psicoterapia, magnetoterapia, idroterapia, bagni termali, fanghi, sabbiature, yoga, agopuntura, dieta strettamente basica, dieta vegetariana, dieta a base d’aglio, dieta a base di peperoncino, prezzemolo, nessun grasso animale, moderato consumo d’olio d’oliva, nessun grasso di nessun genere.. E poi ci sono le pillole..., pillole, pillole, pillole, con ricetta e senza ricetta, in farmacia o in erboristeria, di tutti i colori e di ogni grandezza e genere... Pillole per tutta la vita in crescente quantità e concentrazione... Pillole forse non direttamente curative, ma chissà... Però il rimedio più sicuro e meno dannoso è forse ancora quello che mi consigliava mia madre: “provare a pensare ad altro”. Ed è ciò che infatti sto cercando di fare, per così dire, in questo giorno di primavera che potrebbe anche essere un giorno d’autunno o anche d’estate o d’inverno, in un anno qualunque da quando il “male cominciò a leccarmi le giunture e a mordermi il cuore”. LETTERATURA E REUMATOLOGIA Maria Giacobbe, nata a Nuoro vive in Danimarca dal 1957. Dal 1956 1963 collaborò al “Mondo” di Mario Pannunzio e a diversi periodici italiani ed europei. Nel 1957 pubblicò “ Il Diario di una maestrina” per il quale ottenne il Premio Viareggio. Seguirono una ventina di altri titoli, in italiano e in danese. Ai suoi libri sono stati assegnati i maggiori premi letterari danesi: fra questi, nel 1994 il Premio Beatrice dell’Accademia di Danimarca. 13 PER SAPERNE DI PIÙ 14 è ancora valida la terapia termale nell’artrosi A.Fioravanti, M. Galgani, G. Leo, M. Giorgi Università degli Studi di Siena – Dip. di Medicina Clinica e Scienze Immunologiche Sezione di Reumatologia Introduzione L’impiego degli agenti termali ha sempre riscosso un notevole successo nel trattamento di alcune Malattie Reumatiche (MR), sia per il carattere cronico di queste patologie, sia per i problemi terapeutici legati all’uso di farmaci non sempre scevri di effetti collaterali. Tale successo è testimoniato dalle richieste di prestazioni termali per MR. Gli scopi del termalismo rimangono quelli classici e si configurano nella prevenzione, nella terapia e nella riabilitazione di ben precise patologie osteoarticolari. Anche in ambito reumatologico, le cure termali hanno le loro regole, le loro indicazioni e le loro controindicazioni con la intuitiva possibilità di allargare le prime e di restringere le seconde se, alle cure termali, vengono razionalmente associate le altre pratiche terapeutiche (farmacologiche, fisiochinesiterapiche, dietoterapiche) nell’ambito di un ben congegnato e articolato programma terapeutico. Il successo della fangobalneoterapia (FBT) in Reumatologia è naturalmente subordinato ad un corretto procedimento diagnostico e a una buona conoscenza del mezzo di cura termale. Facendo tesoro della tradizione e dell’esperienza quotidiana, senza peraltro dimenticare verifiche recenti, si può affermare che la patologia reumatica nella quale la crenoterapia trova un’elettiva indicazione è rappresentata dall’Osteoartrosi (OA) primaria e secondaria in tutte le sue localizzazioni. Meccanismi d’azione della terapia termale I meccanismi d’azione attraverso i quali i mezzi crenoterapici esplicano i loro benefici effetti nel trattamento delle principali MR non sono ancora oggi completamente conosciuti. Probabilmente le acque ed i fanghi esercitano le loro azioni curative attraverso una serie di meccanismi combinati di tipo meccanico, fisico e chimico. Gli stimoli meccanici agiscono favorevolmente sul tono muscolare, sulla mobilità articolare e sulla sintomatologia dolorosa. L’alta temperatura del fango e delle acque minerali porta tra l’altro ad una diminuzione della contrattura muscolare. L’applicazione del fango termale maturo induce un rapido incremento di sostanze che intervengono nei meccanismi del dolore, a questo consegue l’effetto antidolorifico e miorilassante. Cicli di FBT determinano anche un aumento di fattori protettivi per la cartilagine articolare. Tra gli effetti benefici della FBT è opportuno considerare poi anche le particolari condizioni climatiche e ambientali delle stazioni termali così come il riposo e l’allontanamento dagli stress quotidiani del paziente. Efficacia clinica delle terapie termali nell’artrosi L’impiego della crenoterapia nel trattamento di questa patologia vanta antichissime tradizioni e i grandi progressi compiuti dalla farmacologia in questo settore non hanno sostanzialmente svilito il ruolo del termalismo, che rappresenta, ancora oggi, un valido ausilio da affiancare alle terapie mediche. Nel trattamento dell’OA, primitiva o secondaria, nelle sue varie localizzazioni, gli agenti crenologici a nostra disposizione (fanghi, bagni, grotte) possono essere utilizzati secondo varie modalità di applicazione, la cui scelta sarà dettata dalle età e dalle precise necessità del paziente, dalla presenza di eventuali patologie associate, dal numero delle sedi articolari interessate e dal grado di limitazione funzionale presente. Per effetto delle azioni locali e generali della lutoterapia è possibile ottenere nell’OA una riduzione della sintomatologia dolorosa e delle contratture muscolari ed una esaltazione di tutti i processi biologici tissutali, compresi quelli del tessuto cartilagineo degenerato. Sul piano clinico tutto ciò si traduce non solo in un effetto puramente sintomatico, ma anche in un miglioramento delle prestazioni articolari con possibilità di recupero delle funzioni perdute. Caratteristica è anche la cronologia dell’effetto terapeutico della FBT nell’OA; si possono, infatti, distinguere due fasi nella risposta clinica, una immediata e una tardiva. La prima, subito al termine della cura, consiste in una parziale risoluzione della sintomatologia dolorosa ed è legata all’effetto analgesico e decontratturante della lutoterapia; questa fase non è sempre presente, anzi, talora il paziente può lamentare nell’immediato una riacutizzazione dei sintomi. La seconda è quella che si osserva a distanza di tempo, generalmente 2 - 3 mesi. Questa efficacia clinica persistente è attribuibile non solo all’effetto sintomatico della FBT, ma anche alle azioni svolte sulle diverse sostanze che intervengono nel determinismo del danno cartilagineo che è alla base della malattia artrosica. Le cure termali devono essere tempestive, ovvero attuate il più precocemente possibile, in modo da influire in senso preventivo sul futuro sviluppo della malattia, cioè quando è ancora possibile rallentare l’evoluzione del processo artrosico. Effetti collaterali e controindicazioni Le cure termali risultano in genere ben tollerate; la percentuale e la gravità degli effetti collaterali sono sicuramente inferiori rispetto a quelle determinate da altri interventi terapeutici. Le due evenienze più importanti da considerare durante un ciclo di FBT sono rappresentate dalla reazione termale e dalla crisi termale. La prima può insorgere subito dopo l’inizio della cura (1°-2° giorno) ed è caratterizzata da sintomi generali quali febbricola, astenia, cefalea, insonnia e modificazioni dell’umore, che tendono a scomparire rapidamente senza necessità di alcun provvedimento terapeutico. Sinergie dell’handicap che non significa passiva rassegnazione ma serena convivenza con un nuovo modo di essere. L’ambiente termale, quindi, può essere il luogo ideale dove realizzare quei centri di recupero psico-fisico in grado di condurre il paziente reumatico ad un graduale reinserimento nella vita sociale, e talora, lavorativa. Questa nuova visione dell’organizzazione riabilitativa in ambiente termale comporta la necessità di affrontare problemi complessi quali la composizione di un’equipe medica e paramedica, la scelta delle strumentazioni diagnostiche terapeutiche in dotazione al centro e agli eventuali collegamenti con altre strutture sanitarie e sociali per garantire l’assistenza ai pazienti sotto ogni punto di vista, nonché la valutazione dei costi e dei rapporti con la vigente legislazione. Un altro punto fondamentale è rappresentato dalla durata del trattamento termale e dei cicli riabilitavi che devono rispondere alle reali esigenze del singolo caso, infatti la formulazione dei programmi terapeutici dovrebbe essere il più possibile personalizzata ed adeguata al singolo paziente. PER SAPERNE DI PIÙ Riabilitazione Termale Un aspetto meritevole di considerazione nel trattamento dell’OA è, inoltre, rappresentato dalla Riabilitazione Termale, che sfrutta il sinergismo terapeutico tra cure termali e riabilitative. La riabilitazione effettuata in piscine termali opportunamente attrezzate offre molteplici vantaggi: l’alta temperatura dell’acqua ha un’azione vasodilatatrice, miorilassante e complessivamente antidolorifica, l’effetto di galleggiamento riduce il peso corporeo, facilita l’esecuzione dei movimenti e permette l’utilizzazione anche delle articolazioni dolenti. A tali vantaggi si aggiungono i benefici che derivano dalle caratteristiche intrinseche delle acque minerali legate alle azioni specifiche delle sostanze in esse disciolti. Tra gli aspetti positivi della riabilitazione termale devono essere considerati anche i risvolti di natura psicologica; il periodico soggiorno in ambiente termale può aiutare a far conoscere ed a gestire meglio la propria malattia ad un paziente sfiduciato dalla propria invalidità, favorendo il processo di accettazione NARCISO Quello che segue fa parte dell’intervento svolto dalla Dottoressa Silvia Presciuttini, psicologa e psicoterapeuta della ASLRMA, nell’ambito di un convegno organizzato dall’ALMAR sul tema “Il sostegno psicologico al malato reumatico”. Secondo Jung certe immagini mitologiche altro non sono che l’espressione sensibile e comunicabile di strutture dell’inconscio umano. Così alcune figure appartenenti all’antichità greca e romana appartengono ancora oggi al nostro immaginario; la cosa migliore da farsi è lasciar parlare i mitologemi per se stessi, e prestar loro semplicemente ascolto. Narciso era figlio di un dio fluviale e della ninfa Lirope, una delle Oceanine. Fu meravigliosamente bello, secondo la leggenda, ma senza saperlo. La madre, avendo consultato l’indovino Tiresia sul destino di lui, ne ebbe questa ambigua risposta: che egli sarebbe vissuto finchè non si fosse conosciuto. La spiegazione di questo enigma non si fece molto attendere. Appassionato della caccia, egli percorreva, instancabile, boschi e monti; in uno di questi si incontrò con la ninfa Eco, che si innamorò perdutamente di lui; ma egli non volle corrispondere all’amore della ninfa e le impedì di vederlo, riducendola ad un’ombra della quale non rimase altro che la voce. La sofferenza della povera fanciulla chiamò vendetta: entrò in scena Nemesi, la terribile dea che puniva i falli degli uomini. Condusse Narciso sulla sponda di una fonte le cui acque limpide gli rimandarono, come in uno specchio, la propria immagine bellissima; egli che non l’aveva mai veduta se ne innamorò e, non riuscendo a separarsene, morì consunto dal più vano e ridicolo amore. Fu poi mutato dalla dea vendicatrice nel fiore che conserva il suo nome e che gli antichi consacrarono alle Furie. Nel linguaggio comune il termine è passato per descrivere un atteggiamento di vano ripiegamento su se stessi, se non di esasperato amore di sé. Ma gli studi psicoanalitici, a partire da Freud (1914), hanno illustrato che la presenza di una com ponente narcisistica si situa nello sviluppo umano normale. All’inizio della vita il bambino investe tutta la libido in se stesso; psicologicamente parlando è come se egli fosse ancora all’interno dell’utero, non vi è da parte del bambino alcuna consapevolezza di essere un individuo diverso e separato dalla madre. Grazie al casuale verificare che la soddisfazione dei bisogni non è immediata ed appare provenire non da se stesso, ma da qualche agente esterno, il narcisismo dell’infante si volge allora anche verso la madre, quasi ella fosse parte di lui. La relazione con l’altro come oggetto esterno e separato si sviluppa dunque a partire dal narcisismo primario, che rappresenta la condizione originaria grazie alla quale l’adattamento dell’individuo al mondo esterno può gradualmente iniziare. In senso lato parliamo di narcisismo normale a proposito dell’amore di ciascun individuo per se stesso, che corrisponde alla spinta all’autoconservazione; il narcisismo è patologico soltanto quando impedisce il contatto con il mondo esterno e con la realtà. Il narcisismo normale è la base dell’autostima, di ciò che oggi chiamiamo “piacersi” e del rispetto di sé. cronica rappresenta, dal punto di vista psicologico, una ferita narcisistica, cioè un attacco all’amore di sé e all’autostima. Se la malattia è invalidante compromette altre funzioni dell’Io, come l’autonomia personale. Viene attaccata l’integrità psichica, oltre quella fisica; la restaurazione di uno stato di accettabile qualità della vita implica la riparazione della ferita che è stata portata al narcisismo. (La seconda parte sarà pubblicata sul prossimo numero di sinergie) Dott.ssa Silvia Presciuttini Sinergie 15 ELENCO ASSOCIAZIONI REGIONALI ANMAR ABRUZZO Associazione Abruzzese Malati Reumatici (A.A.MA.R.) Tel: 0854216765 E-mail: [email protected] CALABRIA Associazione Calabra Malati Reumatici (A.C.MA.R.) Tel: 0965624138 Cell. 3407188671 E-mail: [email protected] CAMPANIA Associazione Campana Malati Reumatici (A.C.Ma.R.) Tel e Fax: 081475765 (provvisorio) E-mail: [email protected] (provvisorio) EMILIA ROMAGNA Associazione Malati Reumatici Emilia Romagna (A.M.R.E.R.) Tel: 051249045 Cell. 3356223895 E-mail: [email protected] FRIULI VENEZIA GIULIA Associazione Malati Reumatici Friuli Venezia Giulia (A.Ma.Re.) Tel. 0432501182 LAZIO Associazione Laziale Malati Reumatici (ALMAR) Tel: 0666016720-0666032799 Cell. 3283141261 E-mail: [email protected] Sito web: www.almar.org LIGURIA Associazione Ligure Malati Reumatici (A.L.Ma.R.) Tel. 0105531693 E-mail: [email protected] LOMBARDIA Associazione Lombarda Malati Reumatici (ALOMAR) Tel: 0258315767 Cell. 3290285611 E-mail: [email protected] Sito web: www.alomar.it LUCANIA Associazione Lucana Malati Reumatici (A.LU.MA.R.) Tel. 097123648 MARCHE Associazione Marchigiana Malati Reumatici (A.MA.MA.R.) Tel: 0731534125 MOLISE Associazione Molisana Malati Reumatici (A.MO.MA.R.) Tel. 08657221 int.470 E-mail: [email protected] PIEMONTE Associazione Piemontese Malati Reumatici (A.PI.Ma.R.) Tel: 01563746 Cell. 3294787443 E-mail: [email protected] PUGLIA Associazione Pugliese Malati Reumatici (A.P.MA.R.) Cell. 3393227227 E-mail: [email protected] SARDEGNA Associazione Sarda Malati Reumatici (A.S.M.A.R.) Tel./fax 070262446-070273096 E-mail: [email protected] Sito web: www.reumaonline.it SICILIA Associazione Siciliana Malati Reumatici (A.SI.Ma.R.) Tel: 0923566312 E-mail: [email protected] TOSCANA Associazione Toscana Malati Reumatici (A.T.MA.R.) Tel. 0586501630 Cell: 3407659006 E-mail: [email protected] TRENTINO Associazione Trentina Malati Reumatici (A.T.Ma.R.) Tel: 0464420765 Cell.: 3404874664 E-mail: [email protected] UMBRIA Associazione Umbra Malati Reumatici (A.U.Ma.R) Tel: 075816894 Cell. 3471372272 E-mail: [email protected] VALLE D’AOSTA Associazione Malati Reumatici della Valle d’Aosta (A.V.MA.R.) Tel. 015352503 E-mail: [email protected] VENETO Associazione Malati Reumatici del Veneto (A.Ma.R.V.) Tel: 0415040987 E-mail: [email protected] Associazione Nazionale Malati Reumatici – ONLUS (ANMAR) Sede NazionaleVia Vittorio Polacco, 37 – 00167 Roma Tel./Fax 0666016720 – 0666032799 E-mail: [email protected] Sito web: www.anmar.info