24 Città e hinterland
L’ECO DI BERGAMO
DOMENICA 3 FEBBRAIO 2013
a
Messaggio ai ragazzi
dall’inferno dei lager
«Sorridete alla gente»
Seriate, la testimonianza di Gianfranco Cucco
agli studenti delle medie: in due anni 14 campi
«Studiate: la cultura è l’anticamera della libertà»
A
Seriate
EMANUELE CASALI
La voce bassa. Silenzio. Un silenzio insolito in un posto dove sono radunati un centinaio di ragazzi di seconda media. Che invece resistono compunti, pensierosi, più di un’ora.
L’ora in cui Gianfranco Cucco,
deportato nei lager nazisti fra il
1943 e il 1945, racconta i suoi due
anni d’inferno, fra disumane sofferenze. «Mi misero a lavorare
da un legnaiolo – racconta – il
quale mentre tagliavo la sua legna, di tanto in tanto, senza motivo, usciva in cortile e mi picchiava sulla schiena con un forcone. Io non reagivo, non guardavo, non parlavo. Continuavo a
spaccare la legna. Quasi come
non fossi io a subire quella tortura sul corpo e nello spirito».
Gianfranco Cucco oggi ha 91
anni. In quei due anni, di lager ne
ha cambiati 14. «Fame, fame, fame» ripete all’infinito. Ma nel
1945, affamato come al solito, ricevette un pezzo di pane, ne
staccò un boccone e il resto lo
mise in saccoccia. Oggi lo mostra
come un trofeo ai ragazzi: è il pane dell’internato.
Gianfranco Cucco
È l’8 settembre 1943 quando
il sottotenente Gianfranco Cucco diventa un oggetto identificato con il numero 6871. Il primo
campo di concentramento è a
Sud di Varsavia, in riva al fiume
Vistola. Il viaggio dura otto giorni, su carri merci e carri bestiame. «Ci sbattono in una baracca
di legno, buia; da mangiare un
pane per cinque o sei persone; in
mezzo la fossa putrida degli
escrementi». Ma Gianfranco
Cucco non odia nessuno. Ogni
giorno cerca nel vuoto di vedere
la fine: «Non ho mai temuto
neanche un momento di non
tornare a casa».
A fine catastrofe, un treno lo
porta in Italia. Scende a Trevi-
glio, e si incammina a piedi verso Bergamo. È il 20 agosto 1945.
È notte. S’avvede di due luci di
automobile alle spalle: «Non mi
porterebbe mica a Bergamo?».
«Sali sul cassone». È pieno di angurie e c’è già appostata una persona che mangia: «Una fetta di
anguria: ecco il mio trionfale
rientro a casa».
Non si può dimenticare un inferno del genere. «Oggi – dice
Cucco – non sopporto di veder
far male a una persona nemmeno nei film. Studiate, ragazzi, studiate col cuore, non per forza: la
cultura è l’anticamera della libertà». Cita don Orione: «Fare
del bene sempre, a tutti, del male a nessuno». «In strada – continua - guardate la gente negli
occhi e fate un sorriso. Non costa niente un sorriso».
Gianfranco Cucco ha finito.
Questa è la sua 212ª conferenza
in una scuola negli ultimi dieci
anni. Ma i ragazzi non lo hanno
lasciato andare via così. I ragazzi della scuola d’arte della biblioteca di Seriate, e la loro guida
Gianmauro Valente, gli hanno
donato un quadro sulla Shoah,
da esporre nella sede dell’Associazione reduci internati di cui è
Erano un centinaio i ragazzi delle medie presenti all’incontro con l’ex deportato a Seriate FOTO BEDOLIS
Bergamo
A
Fotografie in mostra a Palafrizzoni
per la Giornata della Memoria
A
La mostra fotografica di Nicoletta
Prandi «Come goccia d’acqua in un
secchio» a Palazzo Frizzoni, sede del
Comune di Bergamo, è tra gli eventi
organizzati per la Giornata della Memoria. L’esposizione, inaugurata alla presenza del sindaco Franco Tentorio, è aperta fino al 5 febbraio con
questi orari: lunedì-sabato 10-12,30
e 16,30-18,30. L’autrice, giornalista e
fotografa, ha scelto di proporre 18
scatti scegliendoli da un archivio di
circa 600. «È un lavoro – spiega – legato alla scomparsa della memoria.
Gli ebrei sono stati molto importanti nel contribuire all’evoluzione cul-
turale in Marocco. Ma dal 1949 in poi
lo hanno abbandonato quasi tutti.
Per cui sono andata alla ricerca delle loro tracce, nei vecchi cimiteri e
sulle montagne: un lavoro che mi ha
molto affascinato. In taluni luoghi ho
trovato ancora dei ricordi, come sassi che segnano le sepolture o tombe,
nella maggior parte dei casi divelte
o rovinate». Le foto, 50 per 70 centimetri, in bianco e nero, propongono
quindi delle riflessioni sull’abbandono di questa terra da parte degli
ebrei. Nella parte bassa dei pannelli
corre un filo rosso che finisce in un
secchio d’acqua. (F. Lamb.)
presidente a Bergamo.
«Solitamente questo evento è
rappresentato in modo triste, e
in effetti lo è – dice una una ragazza del gruppo –. Anzi, è terribile. Ma noi siamo gli artisti, vediamo i fatti attraverso una visione diversa. Per questo abbiamo
deciso di rappresentarlo in modo diverso. Gioioso, senza colori
bui e neri, senza scene di crudeltà. Ogni nuvola nel cielo azzurro del quadro contiene un
nostro pensiero sull’importanza
di ricordare ciò che è successo al
fine che non accada mai più».
Una mostra di pensieri, scritti, fotografie, sulla Shoah a cura
delle terze della media «Aldo
Moro» è visitabile nell’auditorium della biblioteca fino a metà
febbraio. ■
©RIPRODUZIONE RISERVATA
a
Sicurezza stradale
in un libro a fumetti
per i piccoli seriatesi
A
Seriate
È colorato. Illustrato con tante figure a fumetti. E facile da comprendere. «Guarda, ci sono le strisce pedonali. Guarda il semaforo
verde. Se è rosso non si deve passare».
I bambini hanno subito preso
confidenza con il nuovo opuscolo. È quanto si erano prefissi i promotori dell’iniziativa «Il
quaderno dell’educazione stradale». Nella sala consiliare del
Comune si sono riuniti una
sessantina di bambini delle
classi quarte delle primarie di
Seriate. In cattedra il sindaco
Silvana Santisi Saita, il comandante della polizia locale Giovanni Vinciguerra, il realizzatore del quaderno Claudio Bertarelli, i dirigenti scolastici di
Seriate Anna Maria Crotti e
Goffredo Sermide. «Vedete
quante persone lavorano insieme e si occupano di voi, perché
voi siete preziosi» faceva osservare Crotti. E il sindaco: «C’è
tanto movimento intorno a
voi; siate attenti a voi stessi; voi
sarete quello che imparate oggi». «Con questo quaderno giocate con le maestre e con i genitori, fate voi le domande, in-
Il volume presentato a Seriate
vece di sentirvele sempre fare»
ha sottolineato Sermide, mentre Vinciguerra ha detto ai
bambini: «Voi guidate la bicicletta ma fra poco guiderete
moto e auto, e la prima cosa da
fare è quella di evitare incidenti, che sono una brutta cosa».
Dai bambini di quarta un grazie ad amministratori e vigili
urbani «per quello che fate per
noi e che continuerete a fare».
L’opuscolo è un divertente
vademecum sulla sicurezza
stradale. Chi sono gli utenti
della strada? Sono i pedoni, gli
animali, i veicoli. E chi è il vigile? Risponde il comandante
Vinciguerra: «Il vigile é un
amico che pensa alla vita degli
altri contrastando gli incidenti». L’opuscolo arriva nel ventennale di «Strada sicura», manifestazione seriatese per
bambini e ragazzi composta da
lezioni nelle scuole e un finale
in bicicletta a slalomare in una
selva di segnaletica stradale. Il
Quaderno è uno strumento in
più per i prossimi interventi
didattici. Secondo Vinciguerra, l’iniziativa «Strada sicura»
ha contribuito a diminuire del
50% gli incidenti nel centro
abitato; a ridurre del 25% le
guide in stato di ebbrezza; e a
diffondere l’uso del casco:
«Nessun verbale emesso per
mancanza di casco nel 2012».
È stata la Brt Factory di
Claudio Bertarelli di Villongo
a creare la collana «Educazione alle regole». «Abbiamo avuto l’idea ma per tradurla in maniera comprensibile, con il linguaggio giusto, é stata preziosa
e indispensabile la collaborazione delle scuole e del Comune». Il Quaderno sarà distribuito alle classi terze, quarte e
quinte delle primarie di Seriate. Da ultimo un annuncio non
secondario di questi tempi:
«La pubblicazione non costa
niente al Comune, essendo
sovvenzionata da sponsor con
l’obiettivo di aiutare i bambini». «Pubblicità sociale» l’ha
chiamata Bertarelli. ■
Em. Cas.
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