Copertina Sentieri equi 11x21
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PARCO REGIONALE
DEI
VIA CESARE BATTISTI,
TEL. 069479931 - FA X
5 - 00040 ROCCA
069495254
CASTELLI ROMANI
DI
PAPA
[email protected]
[email protected]
www.parks.it/parco.castelli.romani/index.html
Regione Lazio
I
l nostro compito è di liberarci dalla prigione, ampliando
la nostra sfera di comprensione per abbracciare tutte le
creature viventi e tutta la natura
nella sua bellezza.
A. Einstein
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indice
Premessa
Il sistema delle aree protette del Lazio
Il Parco Regionale dei Castelli Romani
Il territorio
Turismo equestre nel Parco
Gli itinerari
Impatto ambientale
Il codice del cavaliere
Il cavallo nei secoli
Comportamenti in relazione ai suoli
In cammino
Leggi e norme per il turismo equestre
Al ritorno
Primo soccorso
Documenti necessari
Indirizzi utili
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Direttore generale
Mauro Antonelli
Coordinamento generale
e responsabile del progetto
Fabrizio Ferretti
Testi e cartografia
Fabrizio Ferretti
Giuseppe Cerabino (testi)
Luca Ierussi (cartografia)
Ricerca storica e specialistica
Giuseppe Cerabino
Hanno collaborato
Paolo Caliciotti
Maurizio Di Giovanni
Responsabile servizio vigilanza
Carlo Grillo
Grafica e impaginazione
Franco Mascioli
Illustrazioni
Gianluca Garofolo
Stampa
Spedim,
via Serranti, 137
Monte Compatri (Rm)
• stampato su carta ecologica
Fedrigoni Freelife Cento white
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Premessa
on questo manuale, unitamente alle carte turistiche allegate, si vuole contribuire a divulgare il
significato, il senso e gli obiettivi del turismo
equestre all’interno del Parco Regionale dei Castelli Romani, per favorire la riscoperta dell’ambiente naturale e
storico-culturale del territorio e, al fine di concepire insieme un futuro sano e a misura non solo d’uomo ma
di tutti gli esseri viventi, materia inorganica compresa.
L’area di interesse è il Vulcano Laziale identificato
con i Colli Albani che hanno assunto fin dall’antichità
un ruolo primario nella storia dell’intero Lazio. Questi
luoghi sono stati la culla della civiltà latina come testimonia il mito di Alba Longa progenitrice di Roma e città madre di tutti i popoli poi irradiati per la regione.
I Colli Albani sono, per certi aspetti, anche i generatori del suolo dello stesso Lazio, essendo scaturiti da
grandiosi movimenti vulcanici che caratterizzarono la
storia geologica di tutto il centro Italia.
Gli obiettivi globali prefissi si delineano nei seguenti fondamenti:
• definire come il turismo equestre possa essere svolto
nelle aree protette senza turbare o danneggiare l’ambiente, tenendo presente la necessità di concordare modalità limitanti la fruizione indiscriminata del territorio;
• salvaguardare il valore socio-culturale del ritorno ai
ritmi di vita in consonanza con la natura e, contribuire
ad affidare al cavallo e all’equitazione l’incontro tra
natura protetta e speciali categorie di cittadini,
quali i giovani, gli studenti, le persone diversamente abili per le quali la terapia a cavallo è utilizzata soprattutto per problemi neuro-motori;
• mettere in moto un volano di sviluppo
economico e occupazionale insieme alla
formazione del personale qualificato
come operatori, accompagnatori,
guide, artieri ippici (palafrenieri),
maniscalchi e veterinari, oltre
all’indotto proveniente da
tutte le attività ricettive del
territorio.
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Il Parco a cavallo
Il sistema delle aree
protette del Lazio
l Lazio è una regione ricca di ambienti ed ecosistemi diversi che ospitano specie faunistiche e
floristiche di grande interesse naturalistico. Inoltre le testimonianze che l’uomo nel corso dei millenni ha lasciato rappresentano un enorme valore culturale, storico-archeologico ed artistico.
Tutto questo patrimonio è sottoposto ad un regime di tutela e salvaguardia attraverso la creazione
di una diffusa rete di aree protette che, con criteri
razionali, si realizza con l’emanazione della legge regionale n. 46 del 1977. Seguirono le leggi istitutive
delle singole aree protette: la Riserva Tevere-Farfa
nel 1979; il Parco della Valle del Treja e la Riserva del
Lago di Vico nel 1982; il Parco dei Monti Simbruini
nel 1983; Il Parco dei Castelli Romani nel 1984; il
Parco dell’Appia Antica nel 1988; il Parco dei Monti Lucretili nel 1989 ed altre ancora.
Con la legge n. 29 del 1997, “Norme in materia di
aree naturali protette regionali”, si definiscono i principi generali, le modalità di istituzione di nuove aree
protette, le finalità e gli obiettivi, fornendo una nuova classificazione più snella e funzionale e, riconoscendo due categorie fondamentali di area protetta:
il Parco naturale e la Riserva naturale.
«I Parchi naturali sono costituiti da aree terrestri,
fluviali, lacuali, ed eventualmente tratti di mare prospicenti la costa, di valore naturalistico e ambientale che costituiscono un sistema omogeneo individuato dagli assetti naturali dei luoghi, dai valori
paesaggistici ed artistici e dalle tradizioni culturali
delle popolazioni locali»;
«Le Riserve naturali sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali, che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della
fauna, ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per le diversità biologiche o per la conservazione delle risorse genetiche».
A tutt’oggi sono 84 le aree protette regionali tra
Parchi, Riserve e Monumenti naturali.
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Itinerari di Turismo Equestre
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Il Parco regionale
dei castelli romani
he cosa è un Parco? e soprattutto che cosa
fa? Il Parco è un'area protetta dove la natura, nel suo complesso, viene tutelata e difesa atSuperficie: 9.500 ettari.
Popolazione residente:
traverso norme e regolamen253.000 unità.
ti particolari. Tutta l'attività
Localizzazione geografica: si trodel Parco è finalizzata a queva nel Lazio a sud-est di Roma sui
sto obiettivo.
Colli Albani (conosciuti anche coÈ un impegno che preme Castelli Romani) che costituisenta spesso non poche difscono i resti di un grandioso edifificoltà. Il territorio del Parco,
cio vulcanico noto come Vulcano
Laziale per la sua posizione centrainfatti, è un'area nella quale
le nell’antico Latium. La quota
la presenza dell'uomo con le
massima raggiunta dai rilievi è rapsue molteplici attività è parpresentata dai 956 m. del Maschio
ticolarmente forte (antropizdelle Faete.
zazione) e spesso l'azione di
Il Parco Regionale dei Castelli Rotutela è in conflitto con quemani occupa attualmente un territorio di circa 9.500 ettari che inteste attività umane. L'obiettiressa 15 comuni: Albano, Ariccia,
vo principale del Parco è di
Castel Gandolfo, Frascati, Genzafare in modo che l'attività
no, Grottaferrata, Lanuvio, Lariadell'uomo e la tutela delno, Marino, Monte Compatri,
l'ambiente naturale possano
Monte Porzio Catone, Nemi, Rocca
andare d'accordo.
di Papa, Rocca Priora, Velletri. Ne
Questo rapporto tra UOfanno parte anche l'Amministrazione Provinciale di Roma e la XI
MO e NATURA deve corriComunità Montano.
spondere al principio della
Il Parco è inserito nel Sistema resostenibilità. Due esempi
gionale delle aree naturali proconcreti di questo principio:
tette del Lazio.
non si può utilizzare (sfrutL'Ente è formato da un Consiglio
tare) più legname di quanto
Direttivo composto da sei membri
i boschi producono altrimenpiù un Presidente, e dalla Comunità del Parco formata dai Sindaci
ti, oltre ad non avere più bodei comuni interessati.
schi e quindi animali che
Per svolgere il lavoro l'Ente Parco si
possono vivere, non avremavvale di una struttura di gestione
mo più neanche legname da
formata da un Direttore, un ufficio
poter prelevare; non si può
Amministrativo, un ufficio Tecnico
utilizzare (sprecare) più ace dall'ufficio Vigilanza di cui fanno
parte 19 guardiaparco che svolgoqua potabile di quanta il cino soprattutto una funzione di
clo naturale non metta a di-
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controllo.
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Il Parco a cavallo
sposizione altrimenti, oltre alla riduzione o scomparsa degli ecosistemi acquatici, si ridurrà anche l'acqua
a disposizione per l'uomo. Di esempi come questi se
ne potrebbero fare moltissimi. Per ottenere i risultati sperati e quindi aiutare il Parco a raggiungere gli
obiettivi per i quali è stato istituito ognuno deve fare la sua parte.
Finalità: il Parco Regionale dei Castelli Romani è
stato istituito allo scopo di tutelare l’integrità delle
caratteristiche naturali e culturali dei Colli Albani del
Vulcano Laziale; di valorizzare le risorse per una razionale fruizione da parte dei cittadini; di contribuire al riequilibrio territoriale e allo sviluppo sociale ed
economico delle popolazioni interessate, attraverso
un intenso programma di attività e la partecipazione a progetti nazionali e comunitari. Strumenti principali del Parco sono il piano ed il regolamento.
Didattica: L’Ente Parco ha allestito presso la propria sede (Villa Barattolo nel comune di Rocca di Papa) un Parco Didattico finalizzato alle visite. Si tratta di un insieme di elementi che costituiscono un
percorso didattico unitario: un Sentiero Natura;
un’Area dedicata agli Uccelli Selvatici, composta di
una struttura per l’osservazione diretta di uccelli che
si nutrono presso mangiatoie artificiali e, di voliere
che ospitano rapaci che non sono più in grado di vivere liberi in natura avendo subìto gravi menomazioni fisiche; infine uno Stagno Didattico.
Guardiaparco: Oltre alla promozione e alla valorizzazione del territorio, il Parco tutela e salvaguardia
l’area attraverso il controllo svolto dal Corpo di Polizia Giudiziaria dei Guardiaparco. Essi hanno il
compito di vigilare, preservare e conservare gli ambienti naturali e quindi di occuparsi di vincoli paesaggistici, di inquinamento, di cave, di abusivismo
edilizio, di attività di protezione civile-sicurezza sui
percorsi escursionistici, di prevenzione e spegnimento degli incendi boschivi, di iniziative di promozione
ed incentivazione delle attività didattiche, scientifiche, d’animazione e culturali.
In tale contesto assume particolare importanza il
Servizio dei Guardiaparco a Cavallo del Parco che ha
nell’impianto internazionale Centro Equestre Federale, in località Pratoni del Vivaro nel Comune di
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Itinerari di Turismo Equestre
Rocca di Papa, scuderizzati i cavalli per il pattugliamento campestre.
Centro Equestre Federale: Il C.E.F. di proprietà
del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) si
estende su una superficie di 130 ettari con morfologia collinare e con un terreno che, essendo di origine vulcanica, mantiene d’estate un’elasticità particolare e d’inverno è naturalmente drenato.
Realizzato nel 1960 in occasione dei Giochi
Olimpici di Roma ha ospitato diversi campionati Europei Seniores, Giovani Cavalieri e Juniores. Presso il
centro federale si svolgono tutti i campionati di
Completo nazionali, le gare di ponies, i campionati
di Attacchi, oltre ai corsi federali per istruttori, giudici di Dressage e di Completo, preparatori di giovani cavalli, per giudici di Attacchi, stages per cavalieri di interesse federale, seminari. Il centro possiede
ampi spazi attrezzati per la pratica dello sport equestre tra cui le scuderie, un maneggio coperto, due
foresterie, un complesso per la mascalcia e gli uffici
per la direzione. Gli impianti sportivi sono articolati
in quattro sezioni: il Completo, il Dressage, il Salto
ostacoli e i corsi di istruzione. Tra “gli ospiti d’onore” del C.E.F. ci sono anche i cavalli anziani, gli ex
campioni dal passato glorioso, che si
godono il meritato riposo proprio
negli spazi dei Pratoni del Vivaro.
Oltre alle Olimpiadi di Roma,
furono organizzate numerose
edizioni dei Campionati d’Europa di Completo e nel 1998
si sono svolti i Campionati
Mondiali di Completo e di
Attacchi (World Equestrian Games). Infine,
sono svolte attività di ippoterapia.
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Il Parco a cavallo
Il Territorio
Colli Albani, nella regione Lazio a sud-est di Roma, costituiscono i resti del Vulcano Laziale la
cui attività eruttiva iniziò circa 700.000 anni fa
e, con il susseguirsi di diverse fasi esplosive ed effusive, si concluse 30-25mila anni fa con la formazione di alcuni laghi vulcanici tra i quali quelli ancora
esistenti di Nemi e Albano.
Dall’attività vulcanica si formarono vari materiali come il tufo, il peperino, le pozzolane, il basalto
mentre la presenza di potassio e altri elementi preziosi per la vita vegetale diede origine, unitamente
ad un clima umido, a grandi foreste di faggio che sino al XVIII secolo coprivano, insieme a boschi misti
e cerrete, gran parte dei rilievi.
La presenza sul posto dei materiali prodotti dalle eruzioni vulcaniche utilizzabili per opere edili, le
diverse quote altimetriche costituite dalle valli, dai
laghi fino alle sommità dei rilievi più alti (956 metri
del Maschio delle Faete) con la conseguente varietà
di specie vegetali e animali, fece di questi luoghi un
ambìto territorio per le genti che vi abitavano, a ini-
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Itinerari di Turismo Equestre
ziare dall’epoca preistorica fino a giungere agli
odierni centri urbanizzati.
I primi insediamenti risalgono all’età neolitica e,
successivamente, divennero stabili nelle varie fasi
dell’età della civiltà del bronzo, al cui culmine, secondo la tradizione antica, avverranno i primi contatti con il mondo egeo-anatolico: Enea fonda Alba
Longa; Telegono, figlio di Ulisse, Tuscolo; Diomede,
Lanuvio.
I Colli Albani, rivestiti di fitte selve, ebbero un
profondo significato religioso per i boschi legati al
culto di divinità antichissime o a miti primitivi.
La selva di querce di Juppiter Latialis, che rivestiva tutto Monte Cavo, si identificava con il “nume”
attorno al quale si riunivano le federazioni di tutti i
popoli Albani e Latini. Famose anche la selva del lago di Nemi, sacra a Diana e legata a riti cruenti e primordiali; quella attorno alla sorgente della dea Ferentina, identificabile nella sorgente Squarciarelli di
Grottaferrata; quella di Alba Longa, l’odierna Castelgandolfo, sacra a Marte e luogo dove Rea Silvia
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avrebbe concepito Romolo e Remo; quella del Monte Corne, presso Tuscolo, anch’essa sacra al culto di
Diana.
Nell’ottavo secolo a.C. la fondazione di Roma e
la sua successiva ascesa segneranno il declino di Alba Longa, che verrà distrutta nel VII secolo a.C. ad
opera di Tullio Ostilio: il cuore politico-religioso del
centro Italia si sposterà definitivamente verso Roma.
I Colli Albani rimasti spopolati rifioriranno in età repubblicana ed imperiale con il sorgere di numerose
ville abitate da patrizi romani e, i loro resti testimoniano, oggi, il favore accordato a quest’area dai nobili dell’epoca.
Il declino dell’Impero Romano e la conseguente
decadenza di Roma ridurranno i Colli Albani a piccoli villaggi rurali, fondati sulle ville patrizie abbandonate. Solo attorno al X secolo si assisterà alla nascita di veri e propri centri abitati e sorgeranno numerosi castelli. Il dominio dei Colli Albani passerà alla potente famiglia dei Conti di Tuscolo che reggerà
le sorti di gran parte di questo territorio fino al 1191
quando i Romani distrussero Tuscolo. A Nemi, Ariccia, Marino, Rocca di Papa, Rocca Priora, Grottaferrata, già feudi dei Conti, si aggiungeranno anche
Monte Porzio, Montecompatri e Frascati in cui si
stanzieranno i superstiti del massacro di Tuscolo.
Tra Medioevo e Rinascimento i vari castelli passeranno alle
tante famiglie di nobili dell’epoca: i Savelli, i Colonna, gli Sforza-Cesarini, gli Annibaldi (discendenti dei Conti Tuscolo), i
Borgia, domineranno per
secoli questo territorio. Solo
alla fine del Cinquecento prenderà forma l’assetto urbano
definitivo dei Colli Albani. La
scomparsa di alcuni castelli e
lo sviluppo di altri,
determinerà quell’insieme che oggi prende il
nome di Castelli Romani.
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turismo equestre
nel parco
na delle finalità delle aree protette, recita la
Legge Nazionale n. 394/91, è la “promozione delle attività compatibili per favorire lo
sviluppo economico sociale delle popolazioni locali”.
Questa legge è senz’altro una pietra miliare sul
cammino di una migliore garanzia e promozione
della conservazione e valorizzazione del patrimonio
naturale del nostro paese, ma soprattutto sul cammino di un nuovo rapporto tra l’uomo e l’ambiente.
Pertanto, il Parco Regionale dei Castelli Romani intende individuare i problemi che può porre il
turismo equestre nelle aree protette e, disciplinare
le migliori soluzioni che riescano a coniugare il desiderio di natura dei turisti equestri e la necessità
di protezione del patrimonio culturale del paese.
Sotto il profilo economico e sotto quello sociale
il tempo libero trascorso a cavallo non può essere
ignorato dalle pubbliche autorità, anche in riferimento alla disciplina legislativa di questa attività.
L’interesse che suscitano oggigiorno le aree, non
ancora ecologicamente compromesse e lontane dall’affollata e rumorosa civiltà dei consumi, deve però
essere accompagnato da una cultura ambientalista
che, purtroppo, non rientra facilmente nel bagaglio
di conoscenze acquisite normalmente dall’uomo
moderno nella civiltà cittadina.
Il turismo equestre si inserisce nell’ambiente rispettando pienamente i valori naturali e, ha i requisiti necessari per la penetrazione in tutte le aree che
si vogliono salvare dalle automobili e dal cemento. Il
rapporto con il cavallo e l’immersione in un mondo
dove è necessario fare da sé, senza l’aiuto paralizzante del progresso tecnico, può contribuire a far
riaffiorare quelle virtù e quei principi comportamentali ormai dimenticati dagli uomini della civiltà attuale.
Le aree protette sono, quindi, il territorio equituristico per eccellenza qualora questa attività possa
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Il Parco a cavallo
essere svolta senza mettere in pericolo la loro primaria funzione di protezione ambientale.
La disponibilità di personale specializzato è quindi altrettanto indispensabile affinché i parchi diventino veramente centri di attività educativa, ma anche
motori di nuove professioni e fonti di nuova occupazione. I centri ippici che operano nell’area sono in
grado di accompagnare il turista che desideri visitare questa zona, alleviandogli i problemi organizzativi in cui può incorrere.
Occorre, altresì, che le Federazioni e le Associazioni, preposte alla regolamentazione delle discipline equestri e alla organizzazione degli eventi sportivi e turistici a cui fanno riferimento i centri ippici e
le aziende agrituristiche aderenti, tengano conto
della necessità di attuare le giuste modalità per la
pratica dell’equitazione nelle aree protette, impegnandosi a dettare le regole, non solo tecniche ma
anche di comportamento in campagna e nei boschi,
ai propri soci e tesserati.
Tutti dovranno studiare e
concordare le competenze e le
infrastrutture, con l’accordo
delle direzioni delle singole
aree protette, per una sempre maggiore qualificazione
della cultura del cavallo.
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gli itinerari
l Parco Regionale dei Castelli Romani è costituito da un territorio di elevato valore naturalistico
e da una grande variabilità di ambienti: colli e
valli, rilievi montuosi e laghi, boschi ed aree prative.
L’Ente Parco si è preposto lo studio e l’individuazione delle vie di comunicazioni più adatte per essere impiegate dal cavaliere turista, puntando naturalmente, soprattutto su sentieri di pubblico demanio
che permettono di ottenere un duraturo rapporto di
passaggio e di transito: il turista comunque dovrà
rispettare le proprietà private, i boschi ed il sottobosco, le colture agricole ed i siti oggetto di fragile equilibrio naturalistico.
È stata allestita la relativa segnaletica al fine di
orientare maggiormente il visitatore verso gli aspetti
naturalistici e paesaggistici, culturali e storico-archeologici del parco.
I circuiti proposti consentono di accedere a questi ambienti con il cavallo che ben si integra in questa area relativamente urbanizzata e, che necessita
di essere preservata il più possibile da modalità di visita ‘mordi e fuggi’ generalmente associate all’utenza automobilistica: il primo itinerario è localizzato
sull’apparato vulcanico denominato Faete; il secondo sull’apparato vulcanico Artemisio.
Può accadere che i circuiti non sempre siano accessibili durante l’intero arco dell’anno per motivi legati alle condizioni del terreno durante i periodi di
pioggia oppure quando sono in svolgimento le attività di taglio colturale dei boschi di castagno.
Per queste motivazioni i visitatori dell’area protetta potranno rivolgersi alla sede del Parco Regionale dei Castelli Romani, dove il personale addetto
provvederà ad organizzare la visita e a dare tutte le
necessarie informazioni, eventuali autorizzazioni e a
fornire pubblicazioni specializzate in grado di gudare i visitatori.
In queste guide sono state elencate una serie di
istruzioni ed informazioni necessarie a coloro che
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Il Parco a cavallo
sono interessati a questo turismo alternativo, di per
sé problematico soprattutto in aree sconosciute, che
si avvale spesso del supporto e dell’assistenza dei
centri ippici in grado di dare i servizi utili all’equiturista. Infine, sono indicati i luoghi ove è possibile ristorarsi, punti panoramici, fontanili e i centri dove
poter richiedere ospitalità e servizi vari.
impatto ambientale
ontare a cavallo fuori dai maneggi per
compiere gite e viaggi coinvolge il territorio che, salvo poche e apprezzate eccezioni, non è attrezzato a sufficienza per accogliere i cavalieri.
La presenza sul territorio dei cavalieri che non si
servono della viabilità ordinaria è vantaggiosa, perché
promuove l’economia dei luoghi più lontani dalle vie
di grande comunicazione e favorisce in primo luogo
l’agriturismo, ma potrebbe, se mal gestito, comportare problemi per il suo impatto sui terreni agricoli e
sulle aree protette e per la sua concorrenza con altre
forme di turismo, anch’esse socialmente apprezzabili, quali le escursioni a piedi e in bicicletta.
Le escursione a cavallo comportano ovunque esse sono svolte una organizzazione di base. La scelta
degli itinerari, i problemi dei diritti privati di passo,
l’organizzazione delle tappe con alloggio e vitto per
uomini e cavalli sono difficoltà da risolvere in un
mondo organizzato per l’automobilista e non più
per l’uomo a cavallo. Questi problemi nelle aree protette non possono essere lasciati all’iniziativa di singoli o di gruppi.
Occorre, con l’accordo degli organi di direzione
delle singole aree protette e la consulenza dei centri
equestri, diffondere un codice deontologico e comportamentale per la fruizione di questi territori da
parte degli equituristi, che consiste nella conoscenza di regole basilari di comportamento in campagna
e nei boschi, di elementi di botanica e di zoologia
affinché i cavalieri, muovendosi sul territorio, rispettino l’ambiente naturale e agricolo.
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Itinerari di Turismo Equestre
Ma un corretto rapporto con le aree protette
non può essere facilmente mantenuto dai turisti
equestri se il territorio non possiede strutture per
riceverli: innanzitutto itinerari segnalati a norma
lungo il percorso - non indicatori posticci e provvisori come nastri e fiocchi di plastica, sagome
sugli alberi verniciate o affisse con punti metallici - poi una chiara informazione cartografica sulle zone vietate alla circolazione dei cavalli, luoghi
di abbeverata e di tappa. Questi sono fattori indispensabili affinché l’inserimento dei cavalieri non
sia difficile o addirittura pericoloso per essi stessi, per gli altri utilizzatori del territorio e per il
territorio stesso.
Alcune norme da rispettare.
È sconsigliato transitare sui sentieri il cui fondo
si presenti molto fangoso, poiché il continuo calpestio degli zoccoli dei cavalli può accelerare la formazione di solchi che, irreggimentando le acque piovane, possono trasformarsi in profonde forre.
Alcuni passaggi sono impediti dall’abusivismo
edilizio privato tramite sbarre o recinzioni: ciò comporta deviazioni su altre zone, anche di proprietà
privata, che devono comunque essere rispettate.
Agevolare l’incontro con passanti, escursionisti, ciclisti e podisti mettendoli a loro agio, rallentando l’andatura del cavallo, fermandosi o ponendosi ad un
lato della via, come anche per l’incontro con armenti o greggi. Il rispetto per le cose altrui e per l’ambiente sono prerogative imprescindibili per chi applica correttamente il turismo equestre.
Pratoni del Vivaro: Guardiaparco Castelli Romani e Forestali Roma
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Il Parco a cavallo
Il Codice
del cavaliere
eguire le regole della
circolazione fuoristrada e stradale ed il relativo codice. Scegliere le
andature in relazione al terreno; nei percorsi misti, se il
terreno lo consente, è bene
utilizzare andature più rapide. Nelle salite o discese
molto ripide o su terreni pericolosi si consiglia di procedere al passo o di smontare
da cavallo; nel caso di strade
asfaltate procedere sui bordi.
Rispettare la proprietà
privata e pubblica; in caso si
attraversi una proprietà privata chiedere il permesso: se
concesso, seguire i sentieri
non coltivati oppure attraversare le colture con erba medica procedendo in ordine sparso anziché in fila indiana; non abusare delle coltivazioni o dei frutti, se non autorizzati.
Viaggiando in gruppo, occuparsi di coloro che
stanno dietro e degli inesperti; diminuire le andature
in caso di difficoltà dei membri del gruppo. Controllare spesso la ferratura del proprio cavallo e del collega. Non partire prima che tutto il gruppo sia montato.
Non abbandonare liberamente il proprio cavallo
anche se di temperamento mite. Può essere pericoloso per sé e per gli altri.
Chiudere i cancelli o le recinzioni dalle quali si è
entrati ed avvisare il proprietario se qualche animale
fugge dalla recinzione. Mettersi al passo quando si incontrano animali domestici o selvatici ed anche pedoni e ciclisti.
Non parlare ad alta voce.
S
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Il Parco a cavallo
Il cavallo nei secoli
Cavaliere della civiltà di Hallstatt
L
a decorazione di una tenda ritrovata in
Asia centrale mostra un fiero cavaliere
con la sua faretra. La civiltà detta «di
Hallstatt» (dal nome della città austriaca in
cui sono state rinvenute le vestigia) si sviluppa in Europa centrale a partire dal
1000 a.C.. Questi popoli nomadi si
spostano a cavallo e fanno uso
delle armi. L’addomesticamento del cavallo, avvenuto
in Asia centrale verso il 2500
a.C., facilita le migrazioni dei
popoli. Partiti dall’Europa
centrale, i popoli nomadi di Hallstatt si dirigono verso l’Europa occidentale, portando con sé la metallurgia del ferro. La loro migrazione ha
inizio nel III millennio e conduce all’insediamento in Europa di popoli di origine indeuropea.
Trasporto terrestre, 1000-1450
I
l trasporto terrestre ha il
vantaggio di essere più rapido del trasporto marittimo. Il carro a due ruote, il
mulo o il cavallo permettono a quei mercanti che non sono
gravati da un carico
pesante e a coloro
che hanno fretta di
percorrere da 40 a 50
chilometri al giorno.
Più lento il carro, con diversi animali attaccati gli uni
dietro agli altri, trasporta fino a
16 persone.
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Indiano a cavallo, 1600-1700
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n Europa e in Asia il cavallo rimane per le persone
il mezzo di trasporto
più rapido. È usato anche
dai contadini come mezzo di trazione, ma il suo
mantenimento è costoso e solo le persone agiate possono
permettersene uno.
In città richiede la
presenza di scuderie
e l’esistenza di un artigianato specializzato, come il sellaio. Introdotto in America dagli Europei, diviene rapidamente un elemento fondamentale della civiltà indiana, in particolare, nelle
grandi pianure. Più che come mezzo di trasporto gli
Indiani usano il cavallo per la caccia al bisonte.
Slitta, XVI secolo
A
partire dal XVI secolo la Russia intraprende la colonizzazione della Siberia. In questa immensa regione, coperta di
neve per gran parte dell’anno, le slitte costituiscono il
principale mezzo di trasporto per
uomini e merci. Di dimensioni
molto variabili, le slitte di legno
sono trainate da cavalli o da
renne. Questo tipo di trasporto è particolarmente rapido, a condizione che il
freddo abbia sufficientemente gelato il terreno, che
durante la primavera diventa
fangoso. Nelle migliori condizioni è possibile coprire circa 80
chilometri al giorno.
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Società di trasporti, 1700- 1789
N
el XVIII secolo
i trasporti migliorano. Nella maggior parte dei
paesi europei i governi creano società di
trasporti, allo scopo di
organizzare i trasporti
di merci e persone.
Esse collegano le città
tra loro e coprono
l’insieme del territorio. Le stazioni di posta, dove i viaggiatori e i
cavalli possono riposare, servono anche come locande. Le società
di trasporto si sviluppano grazie al miglioramento generale della
rete stradale. Fanno infatti la loro apparizione le vie regali, pavimentate e regolarmente mantenute.
Migrazioni del lavoro, 1789-1848
A
ll’inizio del XIX secolo molti abitanti delle campagne lasciano la loro regione per trovare lavoro in città. Di fatto
essi cercano di sfuggire alla povertà. Alcune attività sono
stagionali: muratori e spazzacamini, ad esempio,
vengono in città per una parte dell’anno
quando non hanno più lavoro in provincia. I contadini esplicano per lo più
mansioni di operai, uomini di fatica,
oppure lavorano nelle prime fabbriche.
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Itinerari di Turismo Equestre
Circolare nella città, Omnibus a cavallo
A
ll’inizio del XX secolo la società parigina, che assicurava i trasporti
collettivi lungo precisi tragitti mediante omnibus,
nonché il servizio di carrozze per uso privato (a due o
quattro posti), teneva in circolazione circa 98.000 cavalli.
Fine degli omnibus.
Agli inizi del Novecento poco alla volta la trazione animale comincia a diminuire per la
concorrenza dei primi tram a vapore (dal 1875 ca.), degli autobus (intorno al 1906) e della metropolitana.
L’ultimo omnibus a cavalli cessa il suo servizio il 1° gennaio 1913
e i Parigini gli rendono omaggio con una solenne cerimonia. Per
qualcuno questa data segna la fine della «schiavitù» del cavallo
adibito ai trasporti pubblici.
Storia del cavallo
G
li antenati del cavallo erano dei
mediocri corridori e avevano zampe con più dita.
I principali mutamenti degli equidi sono
da mettere in relazione a due specializzazioni: corsa e alimentazione a base di erba.
Quando si corre non ci si appoggia su tutta la pianta del piede ma solo sulle dita.
L’adattamento sempre maggiore dei cavalli alla corsa è intervenuto in modo determinante nella modificazione delle loro
zampe, all’inizio provviste di tre dita e
attualmente di uno solo, ricoperto da
uno zoccolo.
Nativo dell’America, durante il
Pliocene il cavallo scompare
dalle sue zone d’origine, dove sarà reintrodotto dall’uomo soltanto alla fine del XV
secolo.
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Itinerari di Turismo Equestre
Il prescelto tra mille
V
i fu in tempi remoti un’età
oscura, nel corso della quale
scomparvero dal mondo lealtà,
solidarietà, verità e giustizia. Per cui dilagarono slealtà, ingiuria e falsità, provocando errore e sconcerto nel popolo di
Dio. Fu necessario allora restaurare la
giustizia perduta attraverso il timore, e
perché ciò potesse avvenire tutto il popolo fu diviso per migliaia, e da ogni mille
ne fu scelto uno che si distinguesse dagli
altri per gentilezza d’animo, lealtà, saggezza e forza.
A questo uomo in grado di prevalere
su tutti per nobiltà, coraggio, tenacia e bontà d’animo fu dato per
compagno l’animale più bello,
nobile, veloce, pronto ad affrontare qualsiasi sacrificio,
cioè il cavallo. Per questo, il
prescelto tra mille fu
detto cavaliere.
Ranòn Llull
Libro dell’Ordine
della Cavalleria
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Il Parco a cavallo
comportamenti
in relazione ai suoli
bene tenere presente che gli accessi sui percorsi che si diramano all’interno di un parco sono,
comunque, disciplinati da specifici regolamenti delle singole aree protette.
È possibile che il transito su particolari sentieri sia
interdetto, seppure temporaneamente, per fenomeni
di eccessiva erosione del fondo stradale o per altre
cause che alterano le condizioni ambientali come il
calpestio di varietà floreali rare, il danneggiamento di
reperti archeologici e disturbo alla fauna locale.
Spazi erbosi
Prestare molta attenzione alle zone dove sono
presenti coni terrosi di talpa che nascondono buche
pericolose per gli arti del cavallo, come alle aree di
colore verde smeraldino che possono coprire acquitrini o fondi melmosi.
Strade e sentieri erbosi
Possono presentare uno strato erboso al centro e
solchi ai lati (cunette) per lo scolo delle acque: sono
praticabili al centro, se la striscia di erba è sufficientemente larga da scongiurare il rischio della scivolata di un arto, che può avvenire anche accostandosi
troppo al margine delle cunette.
Boschi
L’andatura è condizionata dalla densità degli alberi e dai rami bassi. Occorre limitare l’accesso all’interno delle aree boschive fuori dai sentieri e dalle piste per evitare il calpestio e l’erosione del sottobosco, ricco di humus. Può capitare di percorrere sentieri che presentano al centro profonde forre, formatesi per l’erosione delle acque che scorrono a valle:
si raccomanda cautela per non scivolare all’interno.
Sterrato
È proprio delle piste aperte con le ruspe e non
consolidate, caratterizzate da irregolarità del suolo e
da possibili ostacoli come radici e sassi: consente
un’andatura moderata nella velocità.
È
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Campi arati o coltivati
È vietato l’accesso.
Terra smossa
Si consiglia il transito solo eccezionalmente e per
brevi tratti a causa della cedevolezza del fondo e
della resistenza che oppone al ritrarre degli zoccoli
del cavallo.
Terra battuta
Si tratta delle strade dette ‘bianche’ e sono piste
o carrarecce il cui suolo è stato compattato dal frequente transito. Le andature sono in relazione all’eventuale fondo sdrucciolevole.
Asfalto
Il fondo stradale levigato può risultare scivoloso.
Essendo strade prevalentemente transitate da veicoli a motore mantenersi lungo il margine della via, facendo attenzione alle difficoltà che il cavallo incontrerà: tombini, rifiuti abbandonati ecc.
Acciottolato
Condurre il cavallo al passo per la durezza del
fondo e l’aderenza non omogenea e poco sicura per
i piedi dell’equino.
Fondi sassosi
Caratterizzati da superfici irregolari e dissestate,
pertanto procedere al passo aiutando il cavallo a trovare la migliore stabilità per evitare distorsioni.
Fondi melmosi ed acquitrini
Al passo raccorciato per evitare l’affaticamento
dei tendini e il risucchio del terreno che può allentare la presa dei ferri dagli zoccoli.
Neve
Non affaticare il cavallo anche in relazione all’altezza della neve. Attenzione alla formazione di
blocchi compatti e convessi sotto la suola degli
zoccoli che creano instabilità e perdita di equilibrio
al cavallo.
Ghiaccio
La stabilità del cavallo è quasi nulla se ai ferri
non sono stati montati gli appositi ramponi. Se il
passaggio è inevitabile la marcia deve avvenire appiedati.
A proposito di neve e ghiaccio …
Già nel Settecento ai Castelli Romani funzionavano i “corrieri della neve”, che da Rocca di Papa e
Rocca di Priora, con muli e carretti, trasportavano a
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Il Parco a cavallo
Roma casse di neve pressata per i sorbetti delle nobili famiglie romane e colonne di ghiaccio per gli
ospedali. Per il commercio della neve, i comuni interessati dalle abbondanti nevicate disponevano che
gli abitanti sospendessero le loro attività per impegnarsi nella raccolta della neve che veniva conservata in profondi pozzi coperti da tavole e paglia.
Nell’anno della presa di Roma e durante le prime
libere elezioni, alla Luogotenenza Generale del Re
per Roma e le Provincie Romane giunse un dispaccio degli amministratori di Rocca Priora, che si scusavano per non essere stati in grado di dare normale svolgimento alle votazioni «siccome c’era stata
un’improvvisa caduta delle nevi alla cui reposizione si
presta ogni ceto di persone di questo popolo, onde fare
la solita annuale provvista per la Dominante (…)».
Sopra … tutto, il sorbetto.
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Itinerari di Turismo Equestre
in cammino
consigliabile iniziare la marcia almeno due o
tre ore dopo che il cavallo abbia mangiato in
maniera completa.
Per chi monta, si consiglia di adottare una tenuta tradizionale e l’uso di un casco.
Seduti in sella, con un corretto assetto, senza caricare eccessivamente le reni del cavallo, si parte al
passo. Questa andatura deve essere mantenuta fin
quando i muscoli del cavallo non saranno ben caldi.
Il cavaliere deve far sentire al cavallo il proprio
controllo, senza innervosirlo. Il passo è
l’andatura principale in un percorso. Quando il terreno lo
permette è consigliabi-
È
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Il Parco a cavallo
le rompere al trotto o al galoppo in modo graduale.
Nel trotto è necessario alternare i diagonali su
cui sedere per evitare di stancare il cavallo: tale andatura può essere conservata a lungo.
Il galoppo deve essere sempre controllato e non
eccessivamente sostenuto. È consigliabile un canter
o trotto allungato. Le andature rapide devono essere tenute per tempi brevi.
Far allungare spesso le redini al cavallo in tratti
di trotto per permettere il rilassamento dell’incollatura dell’animale.
Dopo aver attraversato terreni pesanti o sassosi
verificare la ferratura. Verso la fine della tappa alleggerire i posteriori e prevedere di scendere di sella per far rilassare la muscolatura del cavallo e del
cavaliere.
Il cavaliere dovrebbe dividere sempre con il proprio cavallo la fatica del viaggio, percorrendo anch’egli parte del percorso a piedi.
In marcia evitare distrazioni ed impedire al cavallo di allungare le redini per brucare l’erba.
Lungo i tragitti far bere spesso e brevemente al
cavallo acqua, ma non troppo fredda; all’arrivo, invece, è consigliata una miscela di acqua e farina
bianca. In caso di deformazione di un ferro è consigliabile toglierlo del tutto.
Durante i periodi caldi scegliere per viaggiare le
ore più fresche della giornata.
Durante una sosta smontare da cavallo ed allentare la cinghia del sottopancia, poi rialzare le staffe.
Se la sosta è sufficientemente lunga, togliere
sella e briglie e mettere capezza e lunghina; asciugare il sudore del cavallo in caso di vento o freddo.
Non abbandonare i cavalli liberi o con altri cavalli accanto: controllare sempre gli animali.
Scegliere zone di sosta dove è possibile l’abbeverata e preferibilmente qualche prato.
Possibili rischi per il cavallo nell’ambiente attraversato sono rappresentati dalla natura del percorso (dirupi, boscaglie, guadi, ostacoli), dalle condizioni meteorologiche e climatiche (eccessivo caldo o freddo, temporali), dall’incontro con animali
bradi o da varie altre cause di disturbo come motociclette, macchine agricole, spari di cacciatori.
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Itinerari di Turismo Equestre
G
Riflessioni
di una notte
di mezza estate
li uomini sono migliori quando
cavalcano, più giusti e più comprensivi, più attenti, più disinvolti e più animosi, consapevoli di tutte le
contrade e di tutti i percorsi; a dire il vero, le buone abitudini e le buone maniere provengono da ciò, e anche la salute
dell’uomo e della sua anima.
Edoardo
Plantageneto
Duca di York
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Il Parco a cavallo
leggi e norme per
il turismo equestre
opportuno che il turista equestre conosca, al
pari di chi conduce un autoveicolo, il codice
della strada e le norme che regolano il traffico, il transito sulle strade aperte al pubblico, le responsabilità civili e penali in caso di danni provocati ai terzi ed alle proprietà private.
È
Requisiti per la condotta degli animali
Chi conduce animali deve essere idoneo per condizioni fisiche e psichiche ed avere compiuto anni
14 per condurre animali da tiro, da soma o da sella, ovvero armenti, greggi o moltitudini di bestie.
Mano da tenere
I veicoli, come pure gli animali, devono circolare sulla mano destra della carreggiata in prossimità
del margine estremo anche quando la strada è libera. Questo vale in modo particolare per animali e
veicoli non a motore.
Responsabilità civile e penale
Il cavaliere in viaggio ha responsabilità verso terzi, così pure chi opera in maneggio o chi prende a
prestito un cavallo.
Il proprietario di un animale, o chi per lui, è responsabile per i danni cagionati in caso di fuga sia
sotto la sua custodia o che provi il caso fortuito.
Chiunque lasci liberi o non custodisca animali
pericolosi da lui posseduti, o li affidi a persona inesperta, è punito penalmente.
Chiunque accompagni un minorenne a cavallo,
risponde di fronte alla legge anche per esso in
quanto sotto la sua custodia di “responsabile”.
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Itinerari di Turismo Equestre
O
Al ritorno
ccuparsi prima del proprio cavallo … poi di se stessi. Alla
fine di una giornata di lavoro
pesante, è bene dare ancora un colpo di
spazzola o perfino una strigliatura supplementare. Arrivando a una tappa, Catone il Censore non tralasciava mai di frizionare personalmente la sua cavalcatura.
Nell’ora del riposo, il cavallo deve venire
prima del padrone.
È la regola eccellente che veniva seguita fedelmente dalla dea Atena quando
tornava dalla battaglia «… tutta cosparsa
di fango sanguinoso. Mai,» canta Callimaco «ella lavò le sue braccia robuste prima di aver pulito i fianchi impolverati dei suoi cavalli … Staccandoli, lavava con l’acqua
dell’oceano il loro sudore;
e toglieva con la spugna la
schiuma che imbrattava le loro bocche, che avevano morso il
freno».
Paul
Vigneron
Il cavallo
nell’antichità
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Il Parco a cavallo
Primo soccorso
n campagna sia il cavallo che il cavaliere possono
essere soggetti ad emergenze mediche improvvise.
Quando si è lontani da case o da luoghi abitati,
è bene avere al seguito una giusta scorta di attrezzi
e medicinali di primo intervento oltre che di un manuale di primo soccorso.
I
Alcune regole…
Non spostare assolutamente e per nessun motivo l’infortunato.
Non abbandonarlo per alcun motivo e non somministrare alcolici o bevande fredde, coprirlo se necessario.
Mandare qualcuno alla casa più vicina per avvisare i soccorsi.
Controllare lo stato di coscienza costantemente.
Non togliere immediatamente corpi contundenti
se non si è accertata la gravità del danno causato.
Bloccare le emorragie.
… e strumenti.
Bende varie, cerotti, cotone idrofilo, acqua ossigenata, fasce elastiche per cavallo, disinfettante,
coltello, forbici, siringhe sterili, laccio emostatico,
tranquillanti di vario tipo, antispastico per coliche,
cardiotonico, analettico per svenimenti, antistaminico per allergie, collirio e acqua potabile in
borraccia. Gran parte del materiale può essere di
doppio uso per cavallo e
cavaliere.
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Il Parco a cavallo
Documenti
necessari
Per il cavallo:
• Certificazioni rilasciate dall’A.S.L. di competenza,
tra cui dichiarazione attestante lo stato di salute del
cavallo e la non presenza di sintomi clinici riferibili
a malattie trasmissibili.
• Avvenuta vaccinazione antitetanica e antinfluenzale rilasciato da veterinario libero professionista, secondo norme FISE.
• Polizza assicurativa di R.C.T.
• Certificati di proprietà del cavallo, libretto sanitario (allegato E legge 22-4-94/n. 93) e identificativo
dell’animale.
Per il turista:
• Autorizzazione a montare di una Federazione Sportiva Equestre: FISE, ANTE, UISP ecc.
• Carta d’identità personale e/o patente di guida.
• Certificato che attesti la vaccinazione antitetanica.
• Libretto di assistenza A.S.L.
Per la vettura (van o trailer):
• Certificato di disinfestazione del trasporto cavalli
rilasciato, previe verifiche, presso l’A.S.L. che effettua
la disinfestazione.
• Modello Sanitario 4 compilato da chi guida l’automezzo.
• Autorizzazione sanitaria riferita al trasporto specifico di cavalli, rilasciata dietro apposita domanda da
presentare al Settore Veterinario dell’A.S.L. dove è
immatricolato il mezzo o alla Motorizzazione Civile.
• Certificati di proprietà ed assicurativi a norma del
Codice Stradale.
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Itinerari di Turismo Equestre
BIBLIOGRAFIA
Santangeli, M.P. Rocca di Papa al tempo della crespigna e dei sugamèle - usanze, racconti del focolare, canti, proverbi, medicamenti popolari degli anni 20. Roma, Lerel, 1994, 2a ed. Roma, Edilazio
2003.
Tenerelli, A. Rocca di Papa nostra. La Spiga
Barlucchi, Andrea. “L’albero del pane”. Medioevo, n. 8 (sett.
1997), p. 78-79
Tamburlani, Ferdinando Lariano e suoi 25 anni di autonomia, Lariano 1992
Rocca, Silvano La Grande Madre, ed. Ve.La. di Velletri
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Il Parco a cavallo
indirizzi utili
LARIANO
Comune
piazza S. Eurosia, 1
tel. 06964991
Vigili Urbani
piazza S. Eurosia, 1
tel. 069655740
Carabinieri
via Urbano IV
tel. 0696498459 – 96498744
Protezione Civile
piazza dell’Anfiteatro, 3
tel. 069656909
ROCCA DI PAPA
Comune
Corso della Costituente
tel. 06 6428611
Vigili Urbani
Corso della Costituente
tel. 0664286133/4
Carabinieri
Via Rampa Ortagia, 15
tel. 0694749007
Comando Corpo Forestale
Viale Ferri
tel. 069499605
Protezione Civile
Corso Costituente, 23/b
tel. 069495717
Cotral
Piazza della Repubblica
tel. 0694749022
Taxi
Piazza della Repubblica
tel. 069497240 cell. 3391669282
Telefoni pubblici
Bar Bellina
tel. 06 94749119
VELLETRI
Comune
piazza del Comune
tel. 0696142577
Vigili Urbani
viale Volsci, 59
tel. 069630667
Carabinieri
corso della Repubblica, 241
tel. 0696150635
Comando Corpo Forestale
c.da Colle Palazzo, 5
tel. 069626258
Protezione Civile
tel. 069626055
ASL Roma H Servizio Veterinario
via del Mattatoio
tel. 069628085
Ospedale Civile di Velletri
via Orti Ginnetti, 2
tel. 06961021
Ferrovie dello Stato
tel. 069628297
Azienda di Promozione Turistica
piazza Garibaldi
tel. 069630896 – 069633367
Cotral
via Appia km 44,400
tel. 069623283
Taxi
piazza Garibaldi
tel. 069631140
VARI
Azienda di Promozione Turistica
della Provincia di Roma
Via XX Settembre, 26, Roma
Tel. 06421381
IAT Albano Laziale
Viale Risorgimento, 1
tel. 069324081 - 069324082
IAT Frascati
Piazza Marconi, 1
tel. 069420331
IAT Velletri
Piazza Garibaldi
tel. 069630896
Corpo Forestale dello Stato
Numero Verde 1515
Comando Carabinieri
per la Tutela dell’Ambiente
Numero Verde 800253608
Centro Equestre Federale
Via Casal Vivaro, 25
00040 Rocca di Papa
tel. 0694436484
Veterinari:
dott. Folli Vincenzo
cell. 337 775370
dott.ssa Di Blasi Magalì
cell. 338 6397138
Maniscalchi:
Gatta Enzo
cell. 338 4080092
Palmieri Giancarlo
cell. 347 5066576
Copertina Sentieri equi 11x21
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Pagina 2
indice
Premessa
Il sistema delle aree protette del Lazio
Il Parco Regionale dei Castelli Romani
Il territorio
Turismo equestre nel Parco
Gli itinerari
Impatto ambientale
Il codice del cavaliere
Il cavallo nei secoli
Comportamenti in relazione ai suoli
In cammino
Leggi e norme per il turismo equestre
Al ritorno
Primo soccorso
Documenti necessari
Indirizzi utili
1
2
3
6
9
11
12
14
15
20
23
26
27
28
30
32
Direttore generale
Mauro Antonelli
Coordinamento generale
e responsabile del progetto
Fabrizio Ferretti
Testi e cartografia
Fabrizio Ferretti
Giuseppe Cerabino (testi)
Luca Ierussi (cartografia)
Ricerca storica e specialistica
Giuseppe Cerabino
Hanno collaborato
Paolo Caliciotti
Maurizio Di Giovanni
Responsabile servizio vigilanza
Carlo Grillo
Grafica e impaginazione
Franco Mascioli
Illustrazioni
Gianluca Garofolo
Stampa
Spedim,
via Serranti, 137
Monte Compatri (Rm)
• stampato su carta ecologica
Fedrigoni Freelife Cento white
Copertina Sentieri equi 11x21
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Pagina 1
PARCO REGIONALE
DEI
VIA CESARE BATTISTI,
TEL. 069479931 - FA X
5 - 00040 ROCCA
069495254
CASTELLI ROMANI
DI
PAPA
[email protected]
[email protected]
www.parks.it/parco.castelli.romani/index.html
Regione Lazio
I
l nostro compito è di liberarci dalla prigione, ampliando
la nostra sfera di comprensione per abbracciare tutte le
creature viventi e tutta la natura
nella sua bellezza.
A. Einstein
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