. Giornalino informazioni Club Ausonia - Anno X IV - n° 57 Febbraio 2005 Assoc. sportiva - art. 36 / 38 e seguenti Codice Civile statuto reg. Trib. di Firenze n. 10727 il 15/12/1978 - Sede Via Giacomo Matteotti 18 – 50019 Sesto F.no (FI) telef. / fax 055 443447 - fax 055 470997 – e-mail:[email protected] Il Club Ausonia nasce come associazione di podisti ma intende essere anche un gruppo che riunisce persone con i più svariati interessi culturali. Il risultato di tutto questo lo potete vedere ogni mese su questo giornalino, ma ancora meglio se avremo la possibilità di riunire attorno a questa idea ancora altre persone. Per questo invitiamo tutti coloro che vogliono fare podismo in forma amatoriale stando in compagnia a venire con noi! Ci si può iscrivere al Club Ausonia in qualsiasi momento dell’anno approfittando delle facilitazioni per i nuovi soci. Telefonate, scrivete o venite in sede il venerdì sera alle 21 presso il Circolo Rinascita a Sesto Fiorentino v. Matteotti 18 Tl 055-443447, troverete amici di ogni età! il nostro od altri, ha voluto punire così i suoi credenti? Quelle fosse disumane per quale paradiso o inferno sono già pronte? Per farcene una ragione scomodiamo Dio, i vari Dei, la provvidenza e il destino, illudendosi in questo modo di essere meno soli e indifesi, come effettivamente siamo e senza l’umiltà di volerlo capire. Mi dispiace per tanti morti e chino il capo per onorarli ed anche per ammettere la nostra impotenza, ma per dirla come Tonio ne i Promessi Sposi, non c’è che da citare il detto manzoniano:”a chi la tocca la tocca”. Perché se tutto deve essere un caso, che l’uomo di ogni fede non può capire, se è giusto o no che sia così, allora lasciateci in pace con la nostra disperazione aspettando l’onda del non ritorno. Il fattore positivo di questa grande tragedia viene dalla solidarietà mondiale che ha unito tutti i popoli nell’intervenire a favore delle nazioni colpite e dei sopravvissuti. Visto che la cosa si può ripetere, non si può che auspicare un sistema preventivo di avvertimento per evitare perdite umane e danni alle cose. E speriamo che l’uomo di ogni razza smetta di far esplodere le proprie bombe, c’è già la natura e dovrebbe bastarci. Apocalisse di Natale Phuket-Natale 2004 C’era una volta un’isola felice, almeno per me e i miei ricordi, lontana da raggiungere, ma ancora più difficile da lasciare, visione di cielo e di mare, confine fra nostalgia e sogno, piena di momenti felici, viva, bella, apparentemente eterna, nella realtà e nella immaginazione del ritorno. Ora un’onda gigantesca la cancella dalla memoria, con un velo nero sui cadaveri decomposti e con il vuoto lasciato da tutto intorno distrutto. Una moltitudine di uomini di ogni colore, razza e religione giacciono sconosciuti in tristi fosse comuni e bruciano nel fiume sulle pile del rito. Un odore acre di morte ricopre i profumi del mare e delle palme. Una catastrofe enorme in una vastissima zona del sud-est asiatico, Con la costa di intere nazioni seminata di distruzioni e di morti. Prodotta da un maremoto avvenuto presso Sumatra è arrivata sulla riva di tanti Stati dove oltre alla popolazione locale erano presenti turisti di ogni nazione. Evento di grandezza indescrivibile, ma è da considerare nelle possibilità dei fenomeni del nostro pianeta, che non è una massa inerte ma qualcosa di fluttuante, all’interno e al di fuori di esso che fa sempre prevedere qualche nuovo sommovimento. Non incolpiamo la natura, ma cerchiamo di vedere i grandi limiti dell’umanità,anche se lo Tsunami scuote le nostre certezze. Pervasi dall’alienazione tecnologica non riusciamo a vedere le cose come veramente sono. Ma dobbiamo andare avanti ancora verso la resurrezione, anche senza sicurezze assolute, anche se con miliardi di messaggini non si è potuto avvisare nessuno di quei disperati che sono morti senza sapere nulla di niente. Ora mi accorgo cosa rappresentava per me quell’isola nella mia vita e nelle mie speranze che si allontana sempre di più dalle mie possibilità di rivederla. Ma quale Dio, Piero Ragionieri FARMACIA Dr. R. R. RAGIONIERI Fondata nel 1892 Via A. Gramsci 362 – 50019 - Sesto F.no Telefono/Fax 055 4489084 SEMPRE APERTA H 08,30 - 20,00 1 data 13/2 20/2 20/2 20/2 27/2 27/2 5/3 6/3 6/3 13/3 13/3 13/3 nome della corsa 9 Gennaio – Invernale Di Palastreto Fiesole (FI) – Memorial Martelli – competitiva e non comp. km 13,5 – tel. 055 59000 Parco Cascine di Tavola – Prato e Pistoia – Campionato corsa Campestre competitiva Pieve a Nievole (PT) Correndo per Stefania comp. km 12 e non km 4 – tel. 057282250 Scandicci – Mezza Maratona – comp. km 21,097 e non km 12 – tel. 055253722 Firenze – Trofeo Monte Firidolfi non competitiva km 10 – tel. 3383521614 Firenze Ugnano – 35 Scarpinata Ugnanese comp. km 15 e non km 6 – tel. 055782613 Firenze – Rosamimosa competitiva km 8 – Solo Donne tel. 0557323353 Firenze – Grassina 29 Trofeo Sasi – non competitiva km 16,7 e 6 – tel. 3355910089 Prato – 4 Giro di Iavello – competitiva km 16,8 e non 3/7 – tel. 0574799460 Lastra a Signa – 24 La Strapazza competitiva km 10 e non km 5 – tel. 0558722798 (FI) S. Donato in collina 28 Scarpinata tra gli Ulivi non comp. km 12 – tel. 055699250 Chiesa Nuova Prato – 21 scarpinata competitiva km 13 e non 7 – tel. 0574595734 Gennaio 2005 Il Club Ausonia con cordialità e amicizia da il benvenuto ai nuovi soci podisti che anno aderito al nostro gruppo sportivo: Campinotti Paolo, Desii Luca, Dimoni Stefano, Gianassi Giuseppe, Pedrazzini Gabriele, Pedrazzini Giulia, Soldini Luca Pietrini Marisa, Quinonez Leonor, Simonelli Simone, Benvenuti nell'Ausonia Aiazzi P. Bini Fabrizio Boccardi M. Conti A. Del Tora G. Dimoni S. Fabbri D. Felitti A. Fratoni M. Furlanetto N. Bagnarli F. Giuliani S. Niccolini A. Pedrazzini G. Porcasi A. Rosati S. Totti G. Baroni A. Betti F. Borghini A. Cravedi B. De Muzio G. Graziani P. Cocco G. Francschini V. Funghi E. Morozzi S. Nencini E. Simone S. Morganti I. Desii L. Fioravanti S. Reggioli E. Quinonez E. Pietrini M. Ceccherini A. Ercolino V. Fanciullacci R. Faggi F. Faggi Cristina Faggi Francesca Innocenti G. Martelli G. Magni S. Moriani L. Oberosler A. Peperini G. Pieralli R. Valli R. Zucca R. 9 Gennaio Ciaspolada Val di Non Borsetto G. Cocco M. Latini V. Calzolari M.luisa LLa Ciaspolada giunta alla sua trentaduesima edizione, si è svolta in località Fondo - Val di Non il 9 Gennaio 2005. Con le rispettive famiglie alcuni podisti del Club Ausonia Circolo Rinascita hanno partecipato anche questo anno alla manifestazione, alla quale ha aderito atleti di tutto il mondo. Grazie agli organizzatori per la loro esperienza di gestione, e l’abbondante quantità di neve caduta nei giorni precedenti, ha reso possibile la gara podistica con le Ciaspole una vera e propria festa per gli atleti ed esperti camminatori nella Val di Non, con il proposito di divertire tutti e trascorrere un piacevole soggiorno riuscito alla grande. I nostri tempi di percorrenza nell'ordine di arrivo su 2500 competitivi e 4000 non competitivi sono: Gianni Borsetto assoluto n. 119 in minuti 37,41,7 - Cocco Marco assoluto n. 173 in minuti 40,17,0 - Latini Valfrido veterano n. 308 in minuti 47,41,2 - Calzolari Marialuisa veterana n. 498 in minuti 1,10,26. Certi forse che non mancheremo all'appuntamento invernale 2006, ci auguriamo di ripresentarsi più numerosi come gruppo. 23 Gennaio Trofeo la Nave Aiazzi P. Felitti A. Fratoni M. Furlanetto N. Pedrazzini G. Baroni A. Betti F. Borghini A. Travedi B. De Muzio G. Latini V. Morozzi S. Calzolari M.luisa Fioravanti S. Ceccherini A. Ercolino V. Faggi F. Innocenti G. Magni S. Valli R. Latini Valfrido Email: [email protected] Email: [email protected] Email: [email protected] Adesione telefonare entro il venerdì AUSONIA 055 443447 (ore 21-23) Calzolari Luisa 340 6736485 Magni Siro 055 444788 (ore 9-12) Latini Valfrido 333 4267648 2 AMORE E MORTE ALLA CORTE DI COSIMO di ripetere alla figlia: ”Isabella, io non ho a vivere sempre”. Intendeva ammonirla di non approfittare della sua accondiscendenza, prevedendo che alla sua morte molti nodi sarebbero venuti al pettine. Morto Cosimo il suo successore Francesco, che non poteva certo dirsi esempio di moralità, ma che non amava la sorella Isabella e mal sopportava la cugina Eleonora, richiamò i mariti, non al senso di responsabilità, ma al risentimento dell’onore. Coloro che maggiormente avevano la colpa delle colpe amorose delle loro donne, farsi carnefici, col consenso e l’omertà del nuovo granduca. La più ignobile delle viltà avrebbe così riscattato il più vile degli onori. La cronaca di questi fatti è venuta fino a noi per mezzo dei diaristi dell’epoca i quali narrano che all’indomani della morte di Cosimo, Eleonora fu portata a Cafaggiolo dal marito don Pietro dé Medici, dopo due giorni si sparse in Firenze la voce che Eleonora, era stata strangolata da suo marito con un asciugamano. Il Lapini (diarista) aggiunge una nota di pietà affermando che: “Eleonora aveva 21 anni, bella, graziosa, gentile, garbata, leggiadra, alla mano e soprattutto aveva due occhi che di bellezza pareggiavano due stelle”. L’infelice giovane, da Cafaggiolo, fu portata a Firenze e in San Lorenzo, fu sepolta la notte del 11 luglio 1576. Paolo Giordano Orsini non volle essere da meno del cognato. Giunse da Roma gonfio di ventre e di vendetta, condusse la bella moglie infedele, nella villa di Cerreto Guidi, dove Isabella entrò angosciata col presentimento di una sciagura imminente. La villa di Cerreto Guidi era la più severa e la più tetra delle ville medicee. La giunse a Isabella la notizia della morte di Eleonora e forse previde che un’uguale sorte si preparava anche per lei. La sera del 15 luglio, Isabella era ancora seduta a tavola con madonna Lucrezia Frescobaldi la sua dama di compagnia, quando arrivò un servo portando due splendidi cani da caccia da parte di Paolo Giordano, il quale mandava a chiedere se ella voleva provarli a caccia l’indomani. Mandava anche a chiedere se voleva raggiungerlo nella sua stanza e andare a dormire con lui. Quest’ultimo invito turbò più che mai Isabella, la quale si rivolse alla dama per chiederle: ”Madonna Lucrezia, vo io, sì o no?” Al che la dama si strinse nelle spalle e rispose:”vostra eccellenza faccia quello che ella crede, egli è suo marito”. Isabella pallida e atterrita, seguì al lume della torcia il servo per entrare nella camera del marito, dove incontrò l’amplesso della morte. Così si spengeva la stella di casa Medici, la beniamina di Cosimo, la delizia della corte granducale, ridotta dal marito indifferente e brutale, nera e brutta, addirittura mostruosa per lo spasimo della morte. ( a cura di Romano Valli) Alla morte di Cosimo, seguirono due tragedie, che gettarono sulla famiglia Medici un’ombra sinistra. L’unica figlia rimastagli, Isabella, viveva alla sua corte, sposata fin da bambina, non certo per amore ma per ragioni politiche, a Paolo Giordano Orsini, duca di Bracciano. Tra marito e moglie nessun legame sentimentale. Paolo Giordano viveva a Roma in mezzo a feste e bagordi, oppure impegnato in imprese militari. Isabella a Firenze, nell’antico palazzo di Via Larga, che il padre Cosimo le aveva assegnato, o in palazzo Pitti, o alla villa del Poggio Imperiale, contornata da gentildonne, o cavalieri e uomini di cultura. Bella, intelligente, spiritosa, Isabella non si faceva ammirare ed amare soltanto per le sue doti fisiche, ma anche per la sua intelligenza e per la sua cultura, che rendevano le sue conversazioni piacevoli e brillanti. L’amore le si rivelò nella persona di un cugino del marito, Troilo Orsini, bello, cortese, galante, mentre Paolo Giordano, col passare degli anni, si era trasformato in una specie di mostro, la cui schifosa obesità era motivo di riso e di scherno. Accanto ad Isabella, come lei vivace intelligente, spiritosa, appassionata, viveva la giovane Eleonora di Toledo, figlia di un fratello della duchessa Eleonora, il quale perduta la moglie, aveva affidato alla sorella la bambina orfana, che portava il suo stesso nome. La duchessa Eleonora aveva allevato la piccola Eleonora tra i propri figli. Compagno d’infanzia e di adolescenza era stato perciò il cugino don Pietro, ultimo figlio di Cosimo, giovane come abbiamo già detto, scapestrato se non addirittura dissoluto. Si pensò di fargli mettere testa a partito, dandogli in sposa la giovanissima Eleonora, ma il matrimonio fra cugini non fu felice, a causa di don Pietro che trascurava vergognosamente la delicata fanciulla, delusa dal matrimonio col suo vizioso compagno di giochi. Dopo una relazione con un paggio di corte che scoperto dalla paura si fece frate, la bella Eleonora era caduta tra le braccia di un cavaliere di Santo Stefano, Bernardino Antinori, giovane di bell’aspetto, di cortesi e galanti maniere, di testa calda, valoroso in guerra, quant’era prepotente in città, tanto da essere arrestato, condannato e poi trucidato nelle segrete del Bargello, con gran dolore di Eleonora, che non seppe nascondere la propria fiamma amorosa. Intanto Cosimo non si stancava DI Ghizzani Marco & C. Ballo con orchestra dal vivo tutti i Sabati dalle ore 21.30 le Domeniche e festivi dalle ore 15.30 - Tombola tutti i Giovedì, Sabato, Domenica e festivi dalle ore 21.0 - Scuola di “Ballo liscio”, tutti i Lunedì e Martedì - Scuola di ballo “ LatinoAmericano” tutti i Mercoledì - Inoltre: Ristorante pizzeria tutti i Sabati e le Domeniche dalle ore 18.30 - Circolo A.R.C.I. Salone Rinascita V. Matteotti N° 18 per info TL. 055-440147 PERSONAL COMPUTER Via Cadorna 20 50019 Sesto Fiorentino 3 Saltino e Vallombrosa, fanno parte del Comune di Reggello, Firenze. Questi luoghi incantevoli, hanno un fascino quasi mistico, liberando tanta pace e bellezza naturalistica. Oserei dire, che questo territorio ha il potere di donare la tranquillità nell’animo umano. Sentimento raro nei giorni di oggi. Dunque: questa zona, è una vera ricchezza per l’umanità, e la definirei, “Luogo dei pensieri perduti”. Dove tutto è leggero e armonioso assieme al cinguettio di tanti uccelli che segnalano l’alba di ogni nuovo giorno. Desidero, ringraziare tutti coloro che sapranno portare avanti le loro iniziative per la conoscenza della foresta e il suo territorio con la storia della sua civiltà, sia raccontata o sussurrata. Purchè, la nostra Vallombrosa possa confermare e simboleggiare nel tempo il suo patrimonio, a colui che sappia rispettare la natura, tesoro inestimabile dell’uomo sensibile e innamorato di Vallombrosa. Sono nata per correre. Nella mia famiglia se ne sono accorti tardi. Così adesso capita che qualcuno di casa, che comincia a condividere questa passione, esca con me. In effetti io stessa non immaginavo simile predisposizione. Abituata alle passeggiatine vicino casa, qualche volta in centro, una o due volte al mese alle Cascine, nonostante il parco sia poco distante da casa. Ma, sai com’è, da sola non mi sono mai permessa più di un giro d’isolato. Da casa qualcuno sempre mi chiama: hanno bisogno di me o vogliono la mia compagnia. Non me la sento di lasciarli indietro più di tanto, così li aspetto e ce ne andiamo insieme. Di passo tranquillo. Eppure, quando mi permetto quell’avanzare solitario di pochi metri , sento come un richiamo lontano che dal fondo del cuore, o meglio, dal ventre stesso, mi sale sù fino alle narici. Allora so che qualche mio avo aveva la passione, anzi il talento del corridore. Le rare volte che ci spingiamo per i sentieri sotto Monte Morello mi faccio accarezzare con piacere dall’aria frizzantina che attraversa i fitti rami verde scuro dei cipressi e movimenta le foglioline appuntite dei ginepri del sottobosco. Non vorrei mai venire via. Il ventolino mi avvolge, qualche volta facendomi socchiudere gli occhi, perché dalle cime di Morello scende portando un accenno di neve, privilegio dell’altitudine. Non mi scompongo per così poco: in fondo azzardiamo quelle mete “lontane” rispetto alle usuali soltanto quando il sole è ben certo in cielo e basta riemergere dove il bosco è più rado e il suo tepore annulla i leggeri brividi dell’ombra. Sono queste le occasioni nelle quali dò sfogo al pizzichìo delle mie gambe. La passeggiata controllata si trasforma in una manciata di secondi in corsetta, poi in corsa, infine in velocità pura. Allora divento un’altra. Riaffiorano reminiscenze di carrozze al galoppo, che nascondono eleganti dame in morbido ermellino bianco, attese a sontuose feste o nel casino di caccia da gagliardi cavalieri. Sento di essere lì anch’io, le precedo, le affianco, giro loro intorno con maestrìa. Se mai sbucasse da dietro un tronco un’ombra pericolosa sarei io ad avvertirle: spaventerei gli indesiderati con un fortissimo ed inaspettato abbaiare furente e li farei fuggire terrorizzandoli, con le mie fauci bianchissime, dapprima digrignate, poi spalancate minacciosamente! Fantasie… fantasie di Chicca, giovane dalmata di città quale sono, nata per correre. Mi immagino umana, ma devo accontentarmi di accompagnare la mia padroncina Fernanda o il di lei marito in tranquille passeggiate domenicali nel quartiere od ultimamente, per fortuna, nelle corsettine alle Cascine o a Monte Morello. Se almeno mi togliessero un po’ più spesso questo guinzaglio che mi fa tenere un’andatura così ridicola… Fernanda De Simine Cosetta Garuglieri Il circolo Arci Rinascita e il G.S. Ausonia Organizzano per il giorno 16 Febbraio 2005 una visita all’ osservatorio astrofisico di Arcetri. La visita sarà guidata dagli astronomi dell’osservatorio. Le persone che intendono aderire alla visita dovranno contattare i sig.ri Roberto Morini TL 055-440147 o Romano Valli - telefono 055-315104 o 349-3513751 La quota a testa per la visita è di € 5 da versare all’atto della prenotazione. In caso di bel tempo la visita si svolgerà con osservazione di Luna e altro, in caso di cattivo tempo la visita si svolgerà comunque. Il ritrovo sarà in via Pian Dei Giullari N° 16 alle ore 21.00 Circolo ARCI PADULE Via del Risorgimento 237 - 50019 Sesto F.no tel. 055 4210242 Attività’ Sportive: BASEBALL maschile SOFTBALL Femminile – CALCIO A 5 – A 7 maschile - Corsi giovanili per ragazzi ragazze da 8 a 14 anni. Attività’ Ricreative: Pizzeria il sabato h 19,00 TV visione partite calcio da calendario federale Tombola tutti i venerdì ore 20,30 Ballo mesi estivi Supermercato DESPAR ALIMENTARI Di Innocenti e Landi & C. snc P.zza Ghiberti, 27 Tel. 055 4200112 50019 Sesto Fiorentino (Fi) Servizio a domicilio Specialità gastronomiche Via Fra G. Angelico 6 Firenze Tel. 055 6236163 Fax 055 6235378 4 Programma commedie stagione 2005 Il 21 Gennaio 2005 (venerdì) La compagnia “ButtaroniGiobbi” presenta “I Ragazzi del 99” soggetto di Emiliano Buttaroni regia di Emiliano Buttaroni Il 18 Febbraio 2005 (venerdì) la compagnia teatrale “Cesare Ignesti” presenta una commedia in vernacolo “Firenze Trespiano e viceversa” di Emilio Caglieri regia di Maria Ignesti Il 17 Marzo 2005 (giovedì) la compagnia teatrale “Cesare Ignesti” presenta una commedia in vernacolo “Grazie nonno” di Luciano Baroni regia di Maria Ignesti Il 14 Aprile 2005 (giovedì) la compagnia “Punto e a Capo” presenta “L’ultimo degli amanti focosi” tratta da un lavoro di Neil Simon regia di Fiorenza Brogi Tutti gli spettacoli verranno rappresentati nel Teatro del Circolo Rinascita, via Matteotti 18 Sesto Fiorentino. Per info Tl. 055-440147 Quando ho cominciato a correre sentivo la musica con le cuffiette, pensavo fosse un modo per distrarmi dalla fatica e per passare meglio il tempo, con il tempo e l’allenamento ho scoperto quanto sia migliore la musica dei passi sui diversi tipi di terreno e del respiro affannato. In questa 27° invernale di Palastreto le musiche c’erano tutte, abbiamo corso con il tip tap dell’asfalto, col fruscio delle foglie secche, sulla ghiaia, sui sassi, sull’erba, con cambi di pendenza duri e impegnativi. Mai un momento di noia nel percorso, che pur ripassando verso la metà dalla partenza nel secondo tratto sceglie un tragitto più “agreste” che costeggia orti e boschi, c’è anche un ponte pedonale in legno, dotta citazione della maratona di Venezia che non può essere sfuggita a chi ha passato il Canal Grande al 40°. Ma passiamo ad una cronaca più rude come si conviene al podista incallito (nel senso letterale del termine). La base della corsa è alla Casa del Popolo di Colonnata con ampi stanzoni al primo piano adibiti a spogliatoio, al mio arrivo già gremiti di atleti che nel tentativo di migliorare la prestazione si erano unti come gamberetti, l’ambiente era così saturo di olio canforato che una scintilla avrebbe potuto provocare una tragedia. Tanto per far capire di cosa stiamo parlando la partenza è già in pendenza, dopo qualche saliscendi attacca le colline sestesi con sentieri abbastanza stretti da poter correre appena affiancati. Il percorso è veramente impegnativo sia in salita che in discesa ed alla fine del primo giro solo il vile invito di Nicola a fermarsi al traguardo ad aspettarlo mi dà la forza di continuare, d’altronde chiunque riesca a bere il tè incandescente del ristoro senza svenire ha in se l’energia per affrontare la seconda parte, peraltro più corta (ma non si sapeva), della corsa. L’arrivo con tanto di gonfiabile e rilevazione del tempo prelude un’ulteriore ustione gastrica al ristoro e una selva di pacche sulla spalla per aver superato le fatiche del percorso. Il costo della partecipazione – del quale apprezzabilmente un Euro va a favore del Nuovo Meyer – comprende guanti verde Rambo o, per chi vuole dimenticare la sconfitta, un buon paio di vini. Un salto in friggitoria al primo piano per mettersi qualcosa di asciutto ed eccoci pronti per la prossima domenica. Documentazione fotografica sul sito del mitico Piero Giacomelli che da anni accompagna i podisti toscani armato di macchina fotografica e – cosa non da poco – mette tutto a disposizione gratuitamente su www.pierogiacomelli.com. Aiazzi Piero La sezione cultura del circolo Rinascita Romano Valli La mia prima Maratona Domenica 28 novembre 2004, ore 7 del mattino. Fuori è buio, c’è la nebbia, e già mi sento addosso il fastidio dell’umidità. Partiamo in moto, la città sta ancora dormendo, non c’è in giro nessuno; ogni tanto tiro su la testa a leggere gli striscioni: “Firenze saluta i partecipanti alla XXI Maratona Fiorentina”. Grazie, ricambio il saluto, ma chi mi aiuterà a correre per 42 km e 195 metri? Sarò davvero sola, e devo farcela. Man mano che ci avviciniamo ai lungarni sento crescere la tensione e allora, inesorabile, si insinua la DOMANDA: perché questa follia? Perché tutta questa fatica? Ormai è troppo tardi per chiederselo, dopo mesi di allenamento, alle 6 del mattino come alle 8 di sera, quando il caldo ti soffoca, oppure al buio, con la pioggia, con il vento, con me stessa: se fino ad ora non ho saputo rispondere alla DOMANDA, anche adesso rimango muta. Siamo arrivati, mi cambio in mezzo a tanta altra gente, quasi tutti ridono, si scambiano battute, mi chiedo come ne siano capaci, io sono tesa come una corda di violino. C’è chi si dà la crema nei piedi, uno si infila i calzini stirandoli fino all’ultima piega, uno si aggiusta le mutande, tutti sembrano seguire un proprio rito, personalissimo e segreto, come a prepararsi per una cerimonia solenne, per una festa importante. E quei due tedeschi con la tutina di carta bianca? Per un attimo sembra di essere in un film di fantascienza, ma no, siamo a Firenze, 28 novembre 2004, e tra un’ora si corre la Maratona, gara antica, gara di storia, altro che fantascienza. Devo concentrarmi ancora un attimo sull’abbigliamento, non posso sbagliare: maniche corte OK, pantaloncini corti? Hmmm… ma sì, il freddo alle gambe sarà l’ultimo dei miei problemi! Ora, una volta lasciate le borse, ci imbustiamo nei sacchetti verdi e allora sì che sembriamo extraterrestri, anzi, sembriamo tante olive prima di essere gettate in un frantoio. Ma perché questi pensieri cupi? (segue a pagina 6) BAR-RISTORANTE-PIZZERIA FORNO A LEGNA V.le Pratese 54 ang. Piazza Bagnolet Sesto Fiorentino Tel 055 4201352 - 055 4211706 CHIUSO VENERDI’ 5 Chiudo gli occhi alla ricerca del pensiero positivo, mentre il busnavetta ci porta alla partenza. Quando scendo sul Piazzale Michelangelo respiro, mi guardo intorno e capisco che è davvero una festa, l’emozione mi assale: tante facce, tante lingue diverse parlate, sento le lacrime agli occhi. Luca mi guarda e dice: ma cosa fai, piangi adesso? Almeno piangi all’arrivo! Già, lui fa presto a parlare, lui che di maratone ne ha già corse due, e 2 di 78 km a Davos, e la PistoiaAbetone; ma io non so se arriverò al traguardo, fatemi intanto emozionare alla partenza! La pipì è un’incubo, meglio farla una volta in più prima di partire, dopo è sempre un problema per noi donne. Il RISCALDAMENTO: rimango imbustata e inizio a correre pian pianino, ma perché ridono tutti? Forza Giò, rilassati, hai fatto gare in montagna, con i cancelletti orari. Lì c’era da preoccuparsi, ma oggi no! Pensa a viverla questa corsa, per poi ricordarla! Ore 8.45: l’entrata nelle griglie di partenza, dopo averci imbustati ora ci ingabbiano; mi sento uno di quei maialini che a volte vediamo fare capolino dai camion sull’autostrada. Uffa, di nuovo il pensiero cupo, vattene via!! Guardo i tanti accompagnatori al di là delle griglie: mogli, figli, amici “non correnti” che salutano i rispettivi mariti, padri, amici. Vorrei essere con loro? Vorrei avere un bel piumino bianco, gli stivali, i jeans, il rossetto invece di questo sacchetto verde? Noooo!!! Il mio corpo è vivo, la mia mente è libera, i miei piedi cercano di farmi volare, io corro!! Via il sacchetto verde, si parte, inizia l’avventura. Adesso metto a fuoco l’obiettivo nel mio cervello: non sono 21 km, come le ultime mezze fatte nei mesi scorsi, oggi si va per i 42, sposta l’orizzonte Giò, e metti la marcia giusta; occhio agli obiettivi intermedi, devi superare un traguardo alla volta per arrivare a quello finale, corri, ma senza ansia, lascia che i chilometri, uno alla volta, si facciano raggiungere. Al 5° KM bevo acqua, non ci sono problemi, devo solo cambiare un po’ l’andatura, è finita la discesa, non posso pretendere di tenere il passo di prima. Arrivo al 10° KM, sto bene, il respiro è leggero, il cuore batte giusto, le gambe girano, prendo la bottiglietta con il mio intruglio preparato da Luca, devo solo stare attenta allo stomaco, per questo cerco di inghiottire piano, e via di nuovo a cercare il ritmo giusto. Adesso si corre verso il 15°, concentrati: sono 5 KM dentro alle Cascine, sarà noioso ma almeno vedo il verde oltre l’asfalto grigio e questo è bello, posso sorridere; ecco il ristoro e il cartello del 15°, non mi sembra vero di essere già qui; bene, il prossimo obiettivo è fondamentale: 21 KM. E dopo il 21°? Inizia il DIFFICILE. E dopo il 30°? Inizia l’IGNOTO!! Calma, andiamo per gradi, a piccoli passi, tanti piccoli passi mi porteranno in Piazza Santa Croce, comincio a crederci. Passo la mezza maratona in 1h 45’, il mio personale è 1h 43’ 18”, forse sono andata troppo veloce, devo stare attenta, cerco di captare ogni piccolo segnale che proviene dal mio corpo: dalle dita dei piedi fino agli occhi, passando per le ginocchia, la pancia, le spalle, il collo, e se penso che metà gara è andata riesco anche a vincere la salitina del Ponte S. Niccolò per poi rilassarmi nella pur breve discesa. Mi concentro di nuovo; mi tornano in mente le parole di Fulvio lette ieri sull’opuscolo della maratona: “con il passare dei KM la mente si riempirà di pensieri positivi”. Adesso si va per i 30, forza e coraggio, non guardare quanto è lungo questo viale, lascia andare le tue gambe, respira e ascolta come corre il tuo cuore. Al 25° mi accorgo che qualche neurone è andato fuori posto e il mio cervello non sta lavorando bene, infatti cerco la bottiglietta al ristoro personale e non la trovo, PANICO! Come faccio? Ma dov’è? Ragiona, non ce l’hai il ristoro al 25°, è al 30°, prendi l’acqua e cerca di nuovo il ritmo, hai rallentato un po’ ma non ci pensare, ti aspetta il sottopasso, scendi, rilassa le braccia e spingi per risalire, sarà mica una salita questa, in confronto a tutte quelle di quest’estate in montagna; è fatta, di nuovo il piano, torna a concentrarti, stai andando verso lo stadio, ecco il 30°, siamo alla RESA DEI CONTI, c’è la mia bottiglina, Firenze – livorno Cooperativa Facchinaggio Trasporto Mercato Ortofrutticolo di Novoli Piazza Eugenio Artom, 12 Tel. 055 428969 - 055 4393545 bevo, cerco anche di mangiare un pezzo di crostata ma ho la gola chiusa. Cosa avevo detto? Dopo il 30° inizia l’IGNOTO, bene, affrontiamolo! Comincio a sentire qualche dolore alle gambe, no, non posso camminare, se mi fermo ripartire sarà tremendo, quindi rallento, ascolto di nuovo il respiro, vedo i battiti del cuore: tutto OK, se il motore gira, devono girare anche le ruote quindi gambe in spalla e pedalare!! Arrivo al Ponte del Pino, oddio un’altra salita, chiudo gli occhi ed è passata anche questa, adesso si va per i 35 km; inizio a vedere tanta gente che si ferma, qualcuno si trascina con i crampi alle gambe, qualcuno cammina, io devo tenere duro. Mi scappa la pipì, adesso mi fermo, poi ragiono e capisco che è solo una scusa per riposare, non se ne parla nemmeno. Al 35° bevo dei sali, e se davvero riuscissi ad evitare LA CRISI? IL BOTTO? IL FAMOSO MURO? Vedo che il ritmo è sceso, sono sui 5’ 20” al KM, ma va bene così. Eccomi finalmente in centro, Piazza Santissima Annunziata, Piazza Duomo, Piazza Della Repubblica, c’è un po’ di gente, ma io penso solo a me e a tutti quelli che corrono accanto a me, alla nostra STANCHEZZA, ALLE NOSTRE EMOZIONI, e di nuovo arriva la DOMANDA: PERCHE’ TUTTA QUESTA FATICA? Adesso non posso rispondere, devo raccogliere le ultime gocce di energia, le gambe sono sempre più pesanti, ma tanta, tanta forza sta crescendo dentro di me, ed è questa che mi aiuterà a correre gli ultimi 5 chilometri. Vedo una ragazza al mio fianco, è già un po’ che facciamo l’elastico, ma ora passa davanti lei, forza, non mollarla, tieni il passo. Ormai mancano solo 2 KM, sto terminando la mia impresa, la ragazza allunga, non ce la faccio a starle dietro, ma va bene così, io sto comunque arrivando al traguardo, a quel traguardo che poche ore fa mi sembrava inarrivabile. A 500 metri dalla fine sento Luca che mi incita, e allora vai, lancia le gambe fino alla fine; dalla nebbia delle lacrime vedo spuntare lo striscione dell’arrivo, che bella immagine! Ma ancora più bella è l’immagine dei due ragazzi davanti a me, arrivano tenendosi per mano, e ora ci sono io, alzo tutte e due le braccia al cielo e rido, sìììììì, io HO VINTO LA MIA GARA! 3h 37’ e spiccioli, ho sempre corso, non mi sono fermata, e adesso sono davvero stanca, ma la soddisfazione è enorme, indescrivibile. Subito dopo il traguardo mi piego in due, le gambe sono molto, molto pesanti, continuo a ridere e piangere insieme, mi sento un piccolo pulcino bagnato, però ho ancora più forza dentro di me e, sì, posso rispondere alla DOMANDA: PERCHE’ TUTTA QUESTA FATICA? QUALCUNO MI PAGA? HO VINTO QUALCOSA? Nessuno mi paga, ma tante cose mi ripagano della fatica che faccio a correre: la sensazione di sana stanchezza dopo un allenamento, che mi fa dimenticare la stanchezza mentale di una giornata di lavoro. La felicità di respirare, di sentirsi più leggeri, di sentire che il proprio corpo si muove, è vivo. Io ogni giorno vinco la libertà, vinco la volontà, vinco la gioia di avere tante esperienze da ricordare, e dopo la fatica, vinco il riposo. Ho finito la mia prima maratona, spero di correrne altre: da questa ho imparato tante cose, ma la più importante penso sia rendersi conto che 42 km si corrono con le gambe, con il cuore e soprattutto con il cervello, che 42 km servono per imparare a correre la vita, superando i ponti, cercando di stare leggeri sui sampietrini, godendosi le discese, osservando gli altri che corrono insieme a noi e pensando che anche quando l’ultimo guizzo di forza sembra essersi esaurito, dobbiamo scavare più profondamente dentro di noi perché ne troveremo sicuramente di nuova, e ci servirà per ripartire e correre su nuove strade, verso nuovi traguardi, con nuove convinzioni. Per ricevere il giornalino in formato elettronico comunicare E-mail alla casella postale: [email protected] 6 Bigagli Giovanna Ripubblichiamo il seguente articolo che nella precedente edizione è stato pubblicato in versione errata, ce ne scusiamo. Hai sca rpin ato in salite e scese, ha i stra cciato mille scarp ette, ve rsa to sudore a da migiane, con suda tic ci pan ni log orato svaria te la va tric i, ma ma i ne ssun a men zio ne o rico mpensa . Tu ideale so lda to di mille b attag lie, fo ssi stato un milita re, per te ci sarebbe il mon u men to a l MILITE IGNOTO, per te in vece P ODISTA QUALUNQUE non c’è ma i una meda glia, ne tan to meno ad alcuno verrà ma i in mente d i farti un mo nu men to. Eppure tu lo a vresti ben meritato , più ch e meritato. Tu infa ticabile b ison te, gran ma rciato re lo hai ben dimo stra to con la tua costanza ed il disin tere sse d i sportivo che fa tic a e si accontenta d i “ STARE INS IEME “ne lla su a fa miglia pod istic a, c osì fra a mic i, maga ri avversari in co rsa, ma poi se mp re a mici, più che a mic i. P er questo io, u mile scrib a, oggi ho presce lto te, o P ODISTA QUALUNQUE per farti i mie i più fervid i augu ri di BUON ANNO. Tu sei un pod ista. Tu non se i un P odista Camp ione , tu sei so ltanto un co mune pod ista: il P ODISTA QUALUNQUE. Sei p rez ioso, quando partecip i in massa fa i la fortuna d i og ni corsa, ma nessuno ma i si ric o rda di te. Ti alz i a l can tar de l ga llo , ti allen i ne i rita gli di te mpo , senz a tabella e senza crono metro, ciaba tti e pesti su tu tte le strade del mondo, ma nessuno ti ra mmenta mai. Al micro fono de lle p re mia zion i mai c’è ch i ti chia mi, chi sca ndisca il tuo no me, pe rché tu sei anonimo, o P ODISTA QUALUNQUE. P er quanti an ni ha i pa rtec ipa to a tu tte le co rse corte o lunghe? Vent’anni, Trenta o fo rse anc he di p iù? Romano Zucca Questa interessante commedia è stata rappresentata venerdì 21 gennaio al Salone Rinascita. Sul filo dei ricordi del nonno ragazzo del ’99, fortunatamente tornato a casa, si entra nell’orrore della vita di trincea, così come l’abbiamo letta sui libri che trattano l’argomento, nell’assurdità della guerra, con la disciplina senza senso e la snervante attesa che spesso porta solo alla morte dei compagni e alla propria. Dalla conversazione a due, nella noia della trincea, emergono i caratteri dei protagonisti, scherzoso uno, ANGELO FAGGIANO Servizi Assicurativi Pensioni Integra tiv e Infortuni Incendio RC Auto Via La ma rmora 29 – Fire nze Tel. 055 575851 – 055 587368 Via Matteotti 18 Sesto F.no Tel. 055 444788 7 più fragile e serioso l’altro, vessati entrambi dal generale che si dimostra inaspettatamente il nemico più difficile da controllare, con la sua insensata logica guerrafondaia. Tutto questo è intercalato da canzoni popolari e lettere alla mamma in una atmosfera molto suggestiva al lume di candela. Un bello spettacolo che, penso abbia fatto riflettere tutti ancora una volta, sulle sofferenze delle precedenti generazioni, quando tante persone sacrificarono la loro giovinezza e la loro vita per questa cosa assurda chiamata guerra. CARLA DAGLIANA GUIDO CAVALCANTI I giovani poeti del dolce stil novo, usavano donneare, corteggiare a distanza le donzelle, avvolgendole in un tenero assedio di rime alternate, o baciate (l’unico bacio ammesso in pubblico), così caste che potevano sottoscriverle anche i frati di clausura. Per questi poeti snob, la donna perde ogni connotato terrestre e carnale, diventa angelo, e Firenze una succursale del Paradiso. Possono anche diventare malinconici per amore e scrivere questi bellissimi versi in questo sonetto, provate a leggerlo. Voi, che per li occhi mi passaste al core Voi, che per li occhi mi passaste al core e destaste la mente che dormia, guardate all’angosciosa vita mia che sospirando la distrugge Amore. E’ ven tagliando di sì gran valore che i deboletti spiriti van via; riman figura sol’en segnoria e voce alquanta che parla dolore. Questa vertù d’amor che m’ha disfatto da’vostri occhi gentil presta si mosse; un dardo mi gittò dentro dal fianco. Si giunse ritto’ l colpo, al primo tratto, che l’anima tremando si riscosse, veggendo morto’ l cor nel lato manco. (è come piantare un nuovo albero) La vita è ancora possibile e volentieri procedo cercando il trovabile. Non mi interessa molto il destino degli altri forse sono poco sociale. Un cipresso una rosa ogni tanto mi riporta un attimo di commozione. Niente scopro di nuovo, ma cerco per cercare anche se non trovo nulla. Il mio cuore offerto al cielo ed alla terra è in definitiva, felice. In un teatro deserto ho recitato la mia scena in compagnia dei fantasmi delle mie Waterloo. Lacrime segrete ho pianto aspettando che passasse la paura. Troppi giorni sono trascorsi troppi anni che non ho vissuto. Anche l’orologio è stanco di segnare queste ore. Ma domani….. pianterò un albero vicino alla mia porta. Alessandra Bruscagli Piero Ragionieri (a cura di Romano Valli) Darei la vita per vedere un sorriso sulle labbra di un bimbo infelice. Donerei la mia coscienza, a un povero meschino. Abbraccerei il mondo intero per sentire il suo calore. Rinuncerei all’esistenza, se l’universo donasse pace all’uomo della terra. Cosetta Garuglieri Non ho chiesto Niente di te Tracotante diverbio, Da te discosto Tracimante impulso, Di tuo nascosto Sterile inquadrato, Mendico dimenticato Imputato alla sbarra Con sospetto di gogna Altra nuda fogna, Volersi bene E’ un trapano circuito Bugiardo Tommaso Chimenti Impresa funebre Macherelli dal 1934 P.zza della Chiesa, 100 Sesto Fiorentino Telefono 055 4489153 P.zza V. Veneto 4 – 50041 Calenzano Telefono 055 8811033 8 A volte la notte veglio mentre la città si acquieta, diventando in bianco e nero mentre il silenzio stende il suo velo. Immagini e colori affollano la mente assopita, nell’attesa del sonno, sognerò, con occhi spalancati nel buio. Dalla mia finestra vedo il cielo, a volte vedo la luna, le stelle, scorgo altri pianeti lontani, con la fantasia mi perdo nel sogno. In alto, in basso, precipito, riapro gli occhi, la luce e tornata, colori, battiti, fremiti, è l’alba. Calzolari Marialuisa Redazione: Valli Romano, Latini Valfrido, Latini Leonardo, Zucca Romano. invio gratuito: soci, gruppi sportivi, enti promozione sportiva, ditte collaboratrici, responsabilità di quanto pubblicato è dei singoli autori, la collab. prestata gratuitamente ed il notiziario è redatto il 31 / 1 / 2005. Impaginazione grafica: Latini Leonardo, Latini Valfrido Collaboratori in redazione Cosetta Garuglieri, Calzolari Marialuisa, Dagliana Carla, Latini Valfrido, Latini Leonardo, Piero Ragionieri, Piero Graziani, Romano Zucca, Tommaso Chimenti, Valli Romano, Cristina Bini, Laura ghelli, Dr. Daniele Galli, Aiazzi Piero,Fernanda De Simine