Foligno - Montefalco, 25 Agosto - 15 Settembre 2007
Comitato organizzatore
Manlio Marini, Sindaco di Foligno
Giovanni Carnevali, Assessore alla Cultura e al Turismo
Piero Lai, Dirigente Area Cultura, Turismo e Sport
Massimo Stefanetti, Soprintendente Artistico
Comitato per la programmazione del Festival
Francesco Masciolini, Coordinatore
Enrica Bizzarri, Ambretta Ciccolari Micaldi,
Roberto Lazzerini, Curatore della Rassegna Cinematografica,
Stefano Trabalza, Franco Valentini
Segreteria del Festival
Ermanno Ercolani, Angela Monetti
Organizzazione
Carlotta Aristei, Cristiana Felicioni (Fulginart)
Promozione e Stampa
Luciano Mattioli, Saulo Stoppini (Ufficio Cultura)
Romano Carloni (Ufficio Stampa)
Torna Segni Barocchi , giunto ormai alla XXVIII edizione, con
un calendario ricco di appuntamenti di prestigio.
Una storia lunga alle spalle, quella del Festival, che ha segnato la
vita culturale della città e che ha contribuito in maniera decisiva
alla riscoperta della cultura barocca nella consapevolezza dei contemporanei, a Foligno e fuori.
Se la Giostra della Quintana ha saputo crescere fino ai fasti odierni, arricchendosi di accuratezza storica e filologica, aumentando
al contempo rigore iconografico e spettacolarità e magnificenza"barocca" appunto - dei costumi e delle manifestazioni, lo si deve
senz’altro alla presenza del festival Segni Barocchi, che ha saputo
evitare alla Quintana di rimanere incastrata nella dimensione
strapaesana.
E con Segni Barocchi torna anche la Notte Barocca, momento
magico di partecipazione popolare e di spettacolo di qualità, in
cui è la notte stessa a diventare palcoscenico e ad invitare i cittadini alla festa, perché di notte - si sa - le regole che vivono durante la giornata sono sospese.
A tutti buon divertimento con Segni Barocchi 2007.
Giovanni Carnevali
Assessore alla Cultura
e al Turismo
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Foligno - Montefalco, 25 Agosto - 15 Settembre 2007
«…A tale che la festa durò per questo e altri bellissimi
intermedii fin alle quattr’hore di notte.»
Giulio Cesare Croce, 1598
Abbiamo diviso e sparpagliato le carte del giuoco tra musica, danza, teatro, cinema e
attività espositive applicando l’arte del docere e del delectare per sviluppare l’approfondimento anche attraverso il divertimento.
La ventottesima edizione di Segni Barocchi Festival si apre il 25 agosto a Foligno con
tre appuntamenti:
- alle ore 17.15, nella Sala delle Conferenze di Palazzo Trinci viene presentato e proiettato il video “Segni Barocchi Festival 25 anni (1981-2006)” realizzato dal Consiglio
Regionale dell’Umbria;
- alle ore 19.15 si inaugura, nel Museo Multimediale dei Tornei, delle Giostre e dei
Giochi, la mostra fotografica di Giovanni Galardini “L’anno scorso a Segni Barocchi”;
- alle 21.30, preceduto alle 19.30 da un animato annuncio, nel Centro Storico di
Foligno, il Teatro Tascabile di Bergamo e il Teatro Due Mondi di Faenza presentano
lo spettacolo itinerante “Un Arlecchino d’Oriente”: un evento da non perdere.
Anche quest’anno il festival dedica una parte del programma alla Strada europea della
Pace Lubecca-Roma: in collaborazione con la rassegna “Isole” della Provincia di
Perugia, la Rosa dell’Umbria ensemble barocco con strumenti originali propone il concerto vocale e strumentale sul compositore e cantore folignate “Antimo Liberati nella
Roma del tardo ‘600” (Foligno, Loc. Fiamenga, Chiesa di San Giovanni Evangelista,
Domenica 26 agosto, ore 21.15)
La rassegna “Cinema e altre visioni: Don Chisciotte uno e bino” curata da Roberto
Lazzerini prevede la proiezione, alle 17.30 e alle 21.30, dei seguenti film:
- “Quijote” di Mimmo Paladino (Italia 2006, col. 75’), Foligno, Multisala
Supercinema, Giovedì 30 agosto: nello stesso giorno, alle ore 12.00, si inaugura nella
Sala degli Imperatori di Palazzo Trinci la mostra di acquerelli di Mimmo Paladino
“Quijote”;
- “Don Chisciotte e…” di Bruno Bigoni (Italia 2006, Beta Sp Pal, col. 75’), Foligno,
Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze, Giovedì 6 settembre.
Partendo dai grandi maestri del tardo Rinascimento e soffermandosi sui diversi stili
barocchi, tra Seicento e Settecento, la compagnia La Rossignol presenta lo spettacolo di
danza ideato e realizzato per Segni Barocchi “Nuove inventioni di balli. Vaghe & bellissime figure di balli & balletti all’uso d’Italia, come quello di Francia e di Spagna”: una
produzione italiana nuova e straordinaria (Venerdì 31 agosto, ore 21.15, Foligno, Corte
di Palazzo Trinci).
Si consolida la collaborazione con il Parco Regionale di Colfiorito e con la
Circoscrizione Annifo-Colfiorito (Altopiano) con il concerto strumentale proposto
dall’Ensemble Terra d’Otranto “La tradizione spagnola nel Sud Italia. Il primo Libro di
Canzone, Fantasie…” di Andrea Falconiero (Sabato 1 settembre, ore 21.15, Foligno
Colfiorito, Chiesa di Santa Maria Assunta).
Domenica 2 settembre, alle 21.15, il Comune di Montefalco, che per tanti anni ha
accolto rilevanti iniziative del festival, ospita nella Chiesa Museo di San Francesco I
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Barocchisti di Lugano diretti da Diego Fasolis. Il concerto “Il barocco prediletto da
Hermann Hesse” organizzato in collaborazione con la Rassegna “Isole” della Provincia
di Perugia, vuole anche ricordare la visita a Montefalco del grande scrittore che tanto
amò l’Umbria e che dedicò, tra l’altro, nel 1907, due brevi scritti alle città di
Montefalco e Gubbio.
L’Associazione Teatrale Scaramante, con la regia di Luciano Falcinelli, presenta, in prima assoluta, lo spettacolo ideato e realizzato per Segni Barocchi “L’Eccellenza, et
Trionfo del Porco” liberamente tratto dal testo (1594) di Giulio Cesare Croce
(Mercoledì 5 settembre, ore 21.15, Foligno, Chiostro di San Domenico).
La Sala Sisto IV di Palazzo Trinci di Foligno ospita “Baroque Festival”, uno spettacolo
interamente mimato, privo di dialoghi, ma ricco di divertimento, costumi e musica
(Foligno, Venerdì 7 settembre, ore 21.15).
Dopo il grandioso successo dell’anno scorso, torna nel centro storico di Foligno la
“Notte Barocca”, ideata e progettata da Segni Barocchi e realizzata in collaborazione con
l’Ente Giostra della Quintana. Il programma del festival prevede le seguenti iniziative:
- alle 17.30 di sabato 8 settembre, lo spettacolo “Baroque Festival”, scomposto in quattro scene, viene riproposto a Porta Romana aprendo la festa con la prima scena;
- alle ore 18,00 nella Sala delle Conferenze di Palazzo Trinci, Raffaele Riccio presenta
la conferenza-spettacolo “Viva Bacco, Viva Amore”: vino, champagne e liquori saranno i protagonisti di quest’anno, tra letteratura, arte, musica e banco d’assaggio;
- alle ore 21.00 Piazza della Repubblica si anima con lo spettacolo “Fuori la festa” ideato e realizzato per Segni Barocchi dalla Compagnia di Valerio Festi: un evento eccezionale che verrà replicato tre volte durante la “Notte Barocca”;
- alle 22.30 il Theatrum Instrumentorum, diretto da Aleksandar Sasha Karlic propone
al Teatro San Carlo il concerto “Il fuoco, il cerchio, l’oblio”: un viaggio, tra il colto e
il popolare, nel mondo delle tarantelle, dei lamenti e delle ninna-nanne del barocco
italiano e spagnolo;
- al termine del concerto, dopo mezzanotte, in Piazza San Domenico viene proiettato, con più repliche fino alle una e trenta, il video sui venticinque anni di vita di Segni
Barocchi Festival;
- la Corte di Palazzo Trinci, alle ore 01.15, ospita il concerto del gruppo Whisky Trail,
con musiche di Turlough O’Carolan (1670-1738), Johann Sebastian Bach (16851750) e della tradizione irlandese e bretone;
- alle ore 03.45 il Theatrum Instrumentorum ripropone alla Corte di Palazzo Trinci le
migliori tarantelle del Barocco Italiano e Spagnolo: la festa è finita.
Durante la “Notte Barocca” resteranno aperti, con ingresso gratuito, dalle 18.00 “fin
alle quattr’hore di notte” il Museo della Città e il Museo Multimediale dei Tornei, delle Giostre e dei Giochi: resteranno altresì aperti negozi, ristoranti e Taverne dei Rioni
che saranno animate da giochi, spettacoli e gruppi musicali itineranti.
Mercoledì 12 settembre, alle ore 21.15, il Complesso di musica antica dell’Istituto
superiore di Studi musicali “G. Briccialdi” di Terni presenta il concerto vocale e strumentale “Clori, mia bella Clori” con musiche di Georg Philipp Telemann, Francesco
Mancini, Agostino Steffani e Antonio Caldara (Foligno, Palazzo Trinci, Sala Sisto IV).
Il festival si conclude Sabato 15 settembre, alle ore 17.30 nella Chiesa di San Nicolò
con il concerto vocale e strumentale “Viaggio musicale da Lubecca a Roma”. Le musiche di Dietrich Buxtehude (1637 - 1707), di Arcangelo Corelli (1653 - 1713) e di
Giacomo Carissimi (1605 - 1674) sono eseguite da Hermans Consort, con strumenti
originali, diretto dall’organista Fabio Ciofini.
Il programma della ventottesima edizione di Segni Barocchi è piaciuto anche al capriccioso Proteo: ci auguriamo che possa soddisfare le diversificate aspettative dei viaggiatori d’Oriente e d’Occidente e gli oscillanti gusti degli spettatori del ventunesimo secolo.
Massimo Stefanetti
Soprintendente artistico
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Sabato 25 agosto, ore 17.15
Foligno, Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze
Presentazione e proiezione del Dvd
SEGNI BAROCCHI FESTIVAL 25 ANNI
(1981-2006)
A cura del Consiglio Regionale dell’Umbria,
realizzazione del Centro Video
Intervengono: Mauro Tippolotti,
Presidente del Consiglio Regionale dell'Umbria,
Silvano Rometti, Assessore alla Cultura della Regione Umbria,
Pierluigi Neri, Assessore alla Cultura della Provincia di Perugia,
Manlio Marini, Sindaco del Comune di Foligno,
Giovanni Carnevali, Assessore alla Cultura del Comune di Foligno,
Massimo Stefanetti, Direttore Artistico di Segni Barocchi Festival
Un DVD a cura del Consiglio Regionale dell’Umbria, realizzato dal
Centro Video. Il filmato ripercorre le tappe fondamentali della manifestazione attraverso gli spettacoli e le iniziative che meglio rappresentano l'evoluzione del festival. Nato come segnale culturale della identità
folignate, il festival si è sempre più connotato come punto di riferimento, a
livello nazionale e internazionale, degli studi e delle espressioni artistiche del
barocco, qualificando in tal senso l'intera regione.
Marina Ricciarelli
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Sabato 25 agosto, ore 19.15
Foligno, Museo Multimediale dei Tornei,
delle Giostre e dei Giochi
Inaugurazione della mostra
L’ANNO SCORSO A SEGNI BAROCCHI
Fotografie di Giovanni Galardini
La mostra resterà aperta tutti i giorni,
con esclusione del lunedì, fino al 15 settembre,
orario 9-13 / 15-19
Alla fotografia di
Giovanni Galardini è
affidato il racconto
della precedente
edizione del Festival
Segni Barocchi. La mostra
raccoglie una serie di
Lenz Rifrazioni, Il Principe Costante
immagini dal taglio reportagistico che attraverso
l’immediatezza fotografica narrano di oggetti, gesti, spazi, ambienti della
rappresentazione dell’evento scenico secondo la stilizzazione barocca: sorpresa, capriccio, esuberanza decorativa ed una ritmica che alterna concavo e convesso. Uno scatto colpisce un frammento del reale e lo fissa in
supporto materico. Un passo leggero di danza, il movimento di una veste,
una piuma, strumenti ad arco e palcoscenici. L’esplosione di una voce, di
un ensemble, di un coro. Strumenti a fiato in attesa sul palco. Enormi
creature galleggianti tra le mura della città. Riprese filmiche in scena, giochi di scatole ad incastro, macchinazioni che anticipano il cinema, teatro
registrato da una macchina da presa. Volti contratti, spruzzi d’acqua, colori saturi. Attori
come elementi statici, polvere di argilla bianca,
colori in grisaille. Il barocco horror vacui è assecondato dai legami tra architettura, scultura e
corpo umano, intarsio tra dimensione mobile
ed immobile. L’immagine fotografica fa trionfare la dimensione immobile, che cristallizza in
pannelli lo svolgersi di un attimo. La creazione
formale e concettuale di un testo visivo, arte
della rappresentazione soggettiva della realtà,
rende simbolici forme, colori, segni.
Elisabetta Marchionni
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Giovanni Galardini
Nato a Foligno nel 1965, è fotografo professionista con qualifica europea
per il reportage (QEP) istituita dalla FEP European Federation of National
Professional Photographers Associations. Nel 1993 realizza un reportage
geografico nel sud del Marocco. Tra il 1997 e il 1998 documenta il sisma
in Umbria e Marche, lavoro dal quale è stato tratto il volume Il Terremoto
della gente edito da Editoriale Umbra, Foligno, 1998. Nell’Aprile 1999 è
sul confine tra Kosovo e Albania per documentare la condizione dei profughi in fuga dai luoghi dei combattimenti per il conflitto nei Balcani.
In Perù, 2002, realizza un reportage sul lavoro minorile visto dalla parte dei
Movimenti dei Bambini e Adolescenti Lavoratori dal quale è stata tratta la
pubblicazione Un giorno con Morgan, Edizioni Osiride, Rovereto, 2003.
Sempre in Perù svolge un reportage sulla questione sociale riguardante la
pianta della "coca" nella Cultura Andina. In Italia sta realizzando un progetto fotografico di carattere antropologico per documentare le tracce del
“paganesimo” nella cultura popolare. Parallelamente si occupa di ritratto e
fotografia di moda.
Silence Teatro, Suggestioni Barocche
Plasticiens Volants, Perle
Red Priest, Pirati del Barocco
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Sabato 25 agosto
Teatro Tascabile di Bergamo - Teatro Due Mondi
UN ARLECCHINO D’ORIENTE
ore 19.30
Annuncio itinerante dello spettacolo
Foligno, Piazza Piermarini Corso Cavour - Largo Carducci
ore 21.30
Spettacolo itinerante
Foligno, Piazza Piermarini Corso Cavour - Largo Carducci Piazza della Repubblica - Corte di Palazzo Trinci
Il progetto Un Arlecchino
d’Oriente nasce dalla collaborazione del Teatro
Tascabile di Bergamo con
il Teatro Due Mondi, due
gruppi italiani noti a livello internazionale per i loro lavori di teatro
in spazi aperti. Il Teatro Tascabile
di Bergamo ha vissuto il capitolo
del teatro di strada fin dalle origini
facendone, dal 1974 in poi, uno
dei momenti centrali della propria
attività di ricerca e di pratica scenica: nel corso degli anni ha sviluppato un
proprio stile di lavoro ed una propria poetica che si colloca fra la tradizione popolare mediterranea e la sperimentazione più moderna. L'indagine
sulla cultura scenica orientale, di cui il TTB è uno dei massimi esperti in
Occidente, ha fatto nascere al suo interno diversi gruppi di attori-danzatori italiani di teatro classico orientale assai quotati. La collaborazione con il
Teatro Due Mondi si è realizzata in diverse occasioni, nel corso di progetti speciali realizzati nell'ambito di rassegne e manifestazioni di teatro in
spazi aperti. Il Teatro Due Mondi nasce nel 1983 avvicinandosi all'esperienza del "teatro di gruppo" e lavorando sulla direttrice tracciata dalle
avanguardie storiche, poi approfondita dal Terzo Teatro. Un gruppo interessato a costruire teatro a partire dall'attore, visto come una macchina
dalle centomila soluzioni tecniche. La sua produzione spazia dal teatro di
strada al teatro ragazzi, dalle letture al teatro di parola. I suoi lavori di teatro di strada sono stati presentati in tutta Europa. Pur lavorando di frequente nei "luoghi deputati" del teatro, resta prioritaria la presenza fuori
dai circuiti ufficiali, per trovare ancora un senso diverso, uno spettatore
diverso del teatro: nei centri sociali, nei circoli e nelle scuole, in quelli che
sono troppo spesso territori dimenticati, frontiere incustodite e quindi
estremamente ricettive.
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Lo spettacolo, una nobile e pomposa mascherata, è organizzato "in sembianza di passeggio", per le vie e la piazza principale della città.
Fa da filo conduttore un Arlecchino, che sulla scia dei grandi viaggiatori
d'un tempo il Corsali, Duarte Barboso, Pedro Alvares, Ludovico di
Barthema, tutti i grandi navigatori raccontati dal Ramusio condurrà gli
spettatori alla scoperta di Orienti immaginari e da favola. Dagli angoli della
Piazza si avviano i carri, adornati in tema con l'allestimento scenografico
dello spettacolo e su di essi gli attori che mettono in scena un Oriente lontano. Fra di loro si aggira un bergamasco-venesiàn Arlecchino-narratore
con tanto di costume filologico, alla scoperta di mondi sconosciuti.
Lentamente i carri confluiscono al centro della piazza per comporsi in un
unico palcoscenico sotto un grande cielo variopinto che si leva verso l'alto
come un grande sipario che apre lo spazio alla scena. Entra in scena
l'Arlecchino con la sua Commedia dell'Arte e ancora personaggi e scene
d'Oriente si intrecciano con la sua presenza: una danzatrice esegue un
brano classico indiano mentre l'Arlecchino danzante con vigore e leggerezza gli fa da specchio imitandone le movenze.
Nel frattempo altri attori riconquistano la scena a terra: irrompono giganteschi samurai sui trampoli alla caccia di inermi contadini scaturiti da un
lontano oriente di favola. Una spettacolare battaglia si gioca sul ritmo
infernale di una marcia stravinskiana con i costumi e le movenze uscite da
un quadro futurista di un Depero, coinvolgendo il pubblico tra inseguimenti, astuzie, risate e tenerezze, sospiri e sottili paure. Come in un grande montaggio delle attrazioni, altri personaggi sopraggiungono dal fondo
della piazza. In forma di fiabesco corteo, popolato da maschere aristocratiche e popolari, avanzano re e regina, ministri e dignitari, scimmiette e servitori che si fanno largo fra la folla con la dignità, la spavalderia o la complicità cordiale delle loro maschere. Li accompagnano le crepitanti batterie
dei loro tamburi e gli squilli delle loro trombe ricurve; i flauti siderei del
nogaku giapponese e quelli incantati della musica turkmena. In questa
dimensione forte di favola vera, in un luogo di fiori ed oro, attori nei gonfi
rutilanti costumi del Kathakali, le teste calzate delle celebri corone lignee
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intarsiate d'oro e d'argento danzano alla luce di torce in fiamme mentre
una grande cascata di coriandoli multicolore dall'alto degli edifici circostanti si sparge sulla scena e sul pubblico. La cornice scenografica rielabora
gli spazi prescelti (una Piazza storica, una corte...) attraverso interventi di
varia natura sugli elementi architettonici. L'idea della "indoratura" è caratteristica peculiare della poetica del TTB come ingrediente delle sue azioni
sceniche in spazi aperti. Altri allestimenti sono parte fondante della drammaturgia dello spettacolo: carri addobbati che si uniscono a formare un
grande palcoscenico sulla piazza, variopinte nevicate di coriandoli che suggellano il finale...
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Domenica 26 agosto, ore 21.15
Foligno, Loc. Fiamenga,
Chiesa di San Giovanni Evangelista
La Rosa dell'Umbria, ensemble barocco con strumenti originali
La strada europea della Pace Lubecca-Roma: percorsi di
musica barocca
ANTIMO LIBERATI NELLA ROMA
DEL TARDO ‘600
Musiche di Carlo Mannelli, Antimo Liberati,
Alessandro Stradella, Giovanni Battista Lulier, Arcangelo Corelli
Massimiliano Mauthe Von Degerfeld, controtenore Valerio Losito, Giannicola Stagno, violini barocchi Renato Criscuolo, basso di violino e violoncello barocco Luca Marzetti, violone - Roberto Caravella, chitarrone Alessandra Iovino, clavicembalo
In collaborazione con "Isole. Approdi di suoni e voci nelle abbazie umbre"
della Provincia di Perugia
Programma
Carlo Mannelli
Sonata in Re minore per due violini e
basso continuo
Antimo Liberati
Cantata Gioite o miei pensieri
Alessandro Stradella
Sinfonia in Sib maggiore per violino,
violoncello e basso continuo
Antimo Liberati
Cantata D’un’erma spiaggia
Giovanni Battista Lulier Sonata in Fa maggiore per violone
(basso di violino) e basso continuo
Antimo Liberati
Cantata Era la notte (La maga per amore)
Arcangelo Corelli
Sonata à 3 op.2 n.3
Antimo Liberati
Aria Quanto godo e quanto rido
Aria Su rallegrati mio core
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La figura del compositore folignate
Antimo Liberati ricalca più la formazione di un musicista rinascimentale che non uno dell’età
barocca.
Nato a Foligno il 3 aprile 1617,
studiò legge nella cittadina umbra,
intraprendendo la carriera di notaio. Allo stesso tempo si dedicò
all’apprendimento della musica e
delle belle arti. Nel 1637 abbandonò Foligno per recarsi alla corte
viennese, al servizio dell’imperatore
Ferdinando III e dell’arciduca
Leopoldo. Ritornato a Foligno nel
1644, prese gli ordini minori.
Verso il 1650 si trasferì a Roma,
dove
divenne allievo di Gregorio
Antimo Liberati da Foligno.
Allegri e, dopo al sua morte, avveIncisione di P.C. Ghezzi.
Milano, Civica Raccolta delle Stampe
nuta nel 1652, di Orazio Benevoli.
Il 20 novembre del 1661 fu assunto come cantore nel coro della cappella pontificia, incarico che mantenne
fino alla sua morte, divenendo maestro di cappella negli anni 1674 e 1675.
Fu organista e maestro di cappella presso le chiese di S. M. dell’Anima, SS.
Trinità dei Pellegrini e SS. Stimmate di S. Francesco. Della sua grande produzione, interamente vocale, ben poco è sopravvissuto: perduti sono i 21
oratori in lingua italiana, il dramma per musica S. Eustachio, il Prologo alla
tragedia di S. Feliciano e Messalina, il Dialogo per li serenissimi Ferdinando
et Adelaide di Baviera e numerosi altri lavori liturgici. Oltre ad un Laudate
Dominum a quattro voci e basso continuo, di Antimo Liberati ci rimane
gran parte della produzione profana, consistente in arie e cantate da camera, per soprano e basso continuo, probabilmente scritte per uso personale.
Le cantate alternano recitativi ed arie, secondo lo schema che proprio alla
metà del XVII secolo si andava standardizzando per questo genere musicale. Le arie seguono invece generalmente un andamento strofico, intervallate da ritornelli in cui il compositore ha annotato solo il basso continuo, ma
che la prassi del tempo poteva prevedere l’aggiunta di due violini o altri
strumenti acuti. Le parti di violino della presente esecuzione sono state realizzate dal M° Valerio Losito. Il fatto che il compositore scrivesse per sé cantate con estensione di soprano e lavorasse invece presso la Cappella Sistina
in qualità di alto, ci ha fatto propendere per la scelta di una voce di controtenore, di tessitura intermedia e affine al timbro dell’evirato secentesco.
Liberati fu comunque una figura centrale nel panorama musicale romano
della seconda metà del XVII secolo, anche e soprattutto in virtù dei suoi
scritti teorici ed epistolari, in particolare Epitome della Musica e Lettera
scritta […] in risposta ad una del Sig. Ovidio Persapegi, che rivelano tutti
un’ideale palestriniano della musica sacra. Diverse informazioni sullo stato
della cappella pontificia ci vengono dal suo Ragguaglio dello stato del coro
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de’cantori nella cappella pontificia, mentre nelle Due lettere a Giovanni Paolo
Colonna in difesa d’un passo dell’opera Seconda Sonata terza d’Arcangelo
Corelli egli prende posizione in favore del musicista di Fusignano nella celebre querelle che la pubblicazione dell’opera seconda di Corelli provocò.
L’opera, una raccolta di dodici sonate a tre pubblicate a Roma nel 1685,
conterrebbe, all’interno della Allemanda della seconda sonata (eseguita nel
presente programma), un passo con due presunte quinte parallele, che avevano suscitato una accesa disputa armonica nell’ambiente musicale del
tempo. A contornare le cantate e le arie di Liberati sono state scelte, oltre
alla sonata op. 2 n. 3 di Corelli, altre musiche strumentali di compositori
gravitanti nello stesso ambiente del Liberati. Carlo Mannelli (Roma 16401697), autore della sonata a tre in Re minore, fu anch’egli cantore evirato
e violinista. Entrato al servizio del principe Camillo Pamphilij (da cui il suo
soprannome Carluccio di Pamfilio), fu attivo a Roma e a Venezia.
Giovanni Lorenzo Lulier, detto Giovannino dal Violone (Roma 16621700) fu musicista gravitante nella cerchia corelliana. Virtuoso dapprima
di basso di violino (violone) e poi di violoncello, morì in età fresca per un
accidente appoplettico. Aiutante da camera del potente cardinale Benedetto
Pamphilij, fu autore di drammi per musica, oratori e cantate. Due sonate
per violone (con questo termine, nella Roma del XVII secolo si intendeva
il basso di violino, antesignano del violoncello che, come lascia intendere il
nome, ne costituì poi una versione più piccola) a lui attribuite sono conservate manoscritte presso la Oxford Music Library. Inutile dilungarsi in
notizie biografiche su Alessandro Stradella (Nepi 1639 - Genova 1682),
uno dei più noti compositori italiani di epoca barocca. All’interno delle sue
numerose composizioni strumentali, egli scrisse due sinfonie per violino,
uno strumento grave concertante e basso continuo: il basso concertante fu
scritto probabilmente o per il liuto o per il violoncello, che già alla fine del
XVII secolo iniziava lentamente a prendere piede spodestando gradualmente il basso di violino, suo più voluminoso e ingombrante progenitore.
Renato Criscuolo
La Rosa dell’Umbria
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La Rosa dell’Umbria
Il gruppo La Rosa dell’Umbria –
ensemble barocco con strumenti
originali è l’unico della regione a
suonare regolarmente repertorio
barocco utilizzando strumenti
d’epoca e rifacendosi alla corretta
prassi esecutiva storica.
Fondato nel 2004 dal violoncellista barocco Renato Criscuolo e
dalla clavicembalista Alessandra
Iovino, l’ensemble si è subito avvalso della preziosissima collaborazione
della cattedra di Storia della Musica dell’Università di Perugia (prof.ssa
Biancamaria Brumana), con la quale ha dato inizio a un processo di ricerca storico-musicologica sul repertorio umbro del XVII secolo, estendendosi poi a tutta l’area dell’Italia centrale. In particolare sono stati fatti studi e
relativi concerti sul compositore perugino Giovanni Andrea Angelini
Bontempi e su Antonio Maria Abbatini di Città di Castello. Oltre a suddetto repertorio particolare rilievo è stato dato a programmi inerenti agli
anniversari della nascita e della morte dei compositori. Per il 2005 sono
stati realizzati programmi relativi al III anniversario della morte del già
citato Angelini Bontempi, al IV centenario dalla nascita di G. Carissimi e
al III centenario dalla nascita del celebre cantante castrato Carlo Broschi
detto Farinelli. Un altro ambito di ricerca de La Rosa dell’Umbria è il repertorio per violoncello e basso continuo, in particolare quello del
XVII secolo e quello napoletano
e veneziano del XVIII secolo. Il
gruppo si è esibito finora in vari
festivals barocchi tra cui Segni
Barocchi di Foligno, Isole della
provincia di Perugia, Festival
Farinelli di Andria, Festival di
Castellana Grotte e Festival del
Ticino.
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Giovedì 30 agosto, ore 12.00
Foligno, Palazzo Trinci, Sala degli Imperatori
Inaugurazione della mostra, ingresso libero
QUIJOTE
Acquerelli di Mimmo Paladino
La mostra resterà aperta tutti i giorni,
con esclusione del lunedì, fino al 15 settembre,
orario 9-13 / 15-19,
ingresso con modalità di accesso al Museo di Palazzo Trinci
Mimmo Paladino - Quijote. Una mostra, un film, un libro
Una mostra: Quijote si intitola la mostra che Paladino ha realizzato per
raccontare il popolare eroe-antieroe di Cervantes. Una grande installazione, bronzi, dipinti e acquerelli, un libro d’artista, per un sorprendente viaggio nell’immaginario di Don Chisciotte. Le opere di
Paladino sono un percorso all’interno dell’universo del cavaliere
dalla ‘triste figura’, così lontano nel racconto delle sue avventure e
delle sue fantastiche battaglie contro i mulini a vento, ma anche così
vicino nelle reazioni emotive e sentimentali alla nostra contemporaneità.
Un film: Paladino, nelle vesti di regista, continua il racconto del suo Quijote anche sul grande schermo, con un cast eccezionale: Peppe Servillo degli
Avion Travel è don Chisciotte, Lucio Dalla è Sancho Panza, Enzo Cucchi
è Mago Merlino, Alessandro Bergonzoni è Mago Festone e Ginestra Paladino è Dulcinea. Un libro: Paladino è anche autore delle tavole di un prezioso ‘Libro d’Artista’, dal titolo Don Chisciotte, realizzato da Editalia
(Gruppo Istituto Poligrafico - Zecca dello Stato). Le immagini dell’artista
dialogano con i versi del poeta Giuseppe Conte che narra “l’eroe mitico
mediterraneo”. Editalia ha altresì realizzato una raffinata edizione del Don
Chisciotte di Cervantes nella classica traduzione di Alfredo Giannini e
accompagnata da 150 riproduzioni di acquerelli, attraverso i quali Paladino non illustra il racconto, ma “gioca” con il libro, l’autore, i personaggi.
A Foligno, oltre alla proiezione del film, vengono esposti venti acquerelli.
Mimmo Paladino
Nasce nel 1948 a Paduli, in provincia di Benevento, dove tuttora vive e
lavora. La sua carriera artistica comincia nel 1968 con una mostra a Portici, presentato dal giovane critico Achille Bonito Oliva, che lo accompagnerà nel corso del suo intenso percorso artistico, con l'avventura della Transavanguardia. Dal 1987 il lavoro di Paladino è ufficialmente riconosciuto a
livello internazionale, dopo le molte esposizioni nei principali musei europei, degli Stati Uniti, del Sud America e giapponesi. Nel 1988 la Biennale
di Venezia gli dedica una sala all'interno del Padiglione Italia. Il suo estro e
la sua geniale creatività si adattano alle più varie situazioni: interventi architettonici per chiese, piazze, palazzi, ma anche il teatro che lo vede protagonista
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delle scene dall'inizio degli anni
Novanta. Nel 1993 inizia la collaborazione con la Bottega d'Arte Ceramica Gatti di Faenza, rapporto consolidato negli anni, tuttora esistente.
Il 2002 è l'anno della grande antologica al Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato. Nel 2003
Paladino è l'artista scelto per rappresentare l'arte italiana durante la presidenza italiana a Bruxelles: la scultura equestre Zenith viene installata
nella piazza della sede del Parlamento europeo. Nel 2004 la Reggia di
Caserta, nell'ambito del progetto
Terrae Motus, gli dedica una personale con lavori recenti tra cui un
grande tondo in ceramica, omaggio a Beuys. Il 2005 lo vede protagonista
di una serie di esposizioni personali: al MAR Museo d'Arte della Città di
Ravenna, dove per la prima volta vengono esposte le scenografie realizzate
negli ultimi quindici anni; a Cà Pesaro, a Venezia, in occasione della
Biennale, con le terrecotte di grande formato; a Napoli, in due eventi, al
Teatro San Carlo per la progettazione delle scene del "Fidelio" e al Museo
di Capodimonte con una mostra dedicata a Don Chisciotte, durante la
quale verrà proiettato anche il suo film, libera interpretazione del Don
Chisciotte, da lui realizzato, in qualità di regista, nel settembre dello scorso anno.
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Giovedì 30 agosto, ore 17.30 e 21.30
Foligno, Multisala Supercinema
Cinema e altre visioni: Don Chisciotte uno e bino
Produzione Ananas
con il contributo della Film Commission
Regione Campania e il patrocinio
della Provincia di Benevento
QUIJOTE
di Mimmo Paladino
con Peppe Servillo, Lucio Dalla,
Alessandro Bergonzoni, Remo Girone
Italia 2006, col., 75'
La Rassegna
Cinema e altre visioni. Quijote, l’uno e i molti
All’eterogeneo audiovisivo del barocco improprio, non poteva
mancare quest’anno la riedizione di uno sguardo, non una semplice
occhiata, all’icona romanzesca del Don Chisciotte, cui non è estraneo
il gioco delle duplicazioni e dell’intrigo e dell’imago. A dirla tutta questa
figura attraversa costantemente - anche svista qualche volta - quasi tutte le
edizioni del festival, a cominciare dalla seconda edizione carnascialesca
(gennaio e febbraio 1982, edizione mai più ripetuta) con il nome dell’hidalgo in testa alla rassegna cinematografica, diffusa in molti luoghi del
nostro territorio (Don Chisciotte alla corte di Luigi XIV), dove brillava la
perla cinematografica in bianco e nero (1933) di George Wilhelm Pabst,
nel mezzo di un ricco percorso filmico, perfino didatticamente articolato.
La quinta edizione (1984) riprendeva, come un pescatore di spugne, quella perla e ne raddoppiava lo splendore proiettandola in colore e formato
scope (1957) nella versione russa di Grigorij Kozintsev e la rassegna (quattro film) era fatta oggetto di una breve disamina della Trista Figura, gettata nel crogiuolo delle diverse letture.
L’edizione dell’anno successivo (1985) rileggeva le narrazioni magiche
come modi dell’inganno letterario e cinematografico e, nel fulgore della
versione di Maurizio Scaparro (1984) con Pino Micol e Beppe Barra - una
macchina di dispositivi intrecciati - decentrava il personaggio in un ricamo
di citazioni da Kafka a Sklovskij, saggiando la produttività della chimera di
Cervantes. Ogni volta come la prima e l’ennesima volta.
La rassegna cinematografica della già richiamata quinta edizione però, in
coda e quasi tra le righe, evocava l’assenza e la catastrofe: rispettivamente il
Don Quijote (1947) di Rafael Gil, chiuso nella Cineteca Nazionale di
Madrid e il Don Quixote (1955) di Orson Welles, inconcluso di cui restano alcuni frammenti non più ricomposti.
Se la prima (l’assenza) sembra disponibile allo sguardo del ricercatore e forse dello spettatore, la seconda (la catastrofe) è irrimediabile e riproduce il
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suo destino e colpisce anche altri progetti: infatti nella ventiseiesima edizione (2005) del festival ci siamo occupati puntualmente della seconda catastrofe, quella del film The Man Who Killed Don Quixote (2000) di Terry
Gilliam, che ha trovato un’impressionante documentazione nel film di
Keith Fulton e Luis Pepe Lost in La Mancha (2002), trasformatosi per l’occasione da backstage sul set in film vero e proprio, in assenza definitiva dell’altro. Catastrofi dissimili però: se Orson Welles per dieci e più anni seguiterà a parlare del suo progetto e ad accumulare materiali filmici da cui
avrebbe potuto trarre almeno tre film, Terry Gilliam, all’ennesima coincidenza di elementi negativi, interrompe definitivamente la realizzazione.
Modi diversi di far fronte alla deriva.
Nella processione dei simulacri cinematografici chisciotteschi però non
possono non mancare la lacuna (recente) e la rimozione (vecchia). Quest’ultima - Don Chisciotte e Sancho Panza (1968) - è attribuibile senz’altro,
e in superficie, alla realizzazione cinematografica di un regista di generi,
Gianni Grimaldi, e alla presenza della famosa e troppo popolare coppia di
comici, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia: mal si sopporta, forse, la parodia di una Parodia,
che spesso zoppica
ma attraversa il
corpo canonico con
allegro, disinvolto
e divertito umorismo. Più in profondità però si sprofonda nella data di
produzione del film
(un’epoca politica
forte) e nel suo proclama libertario di
combattere contro
il vento (un richiamo etico insopportabile). Così intramati di precedenti
edizioni - un riassunto che lascia intravedere l’inconscio cinematografico
del festival: l’hidalgo come doppio pedagogico, parodico (ironico e drammatico) del cavaliere che percuote con gli zoccoli del suo cavallo le vie della città nella manifestazione settembrina, contigua e intrecciata al Festival
- giungiamo sulla soglia di questa nuova, che non mancherà di sorprendere con due film che riprendono la doppia tradizione, letteraria e cinematografica, per sperimentare nuove direzioni di ricerca. Di fronte alla possanza del Don Chisciotte di Cervantes - che sta al centro del canone occidentale, secondo l’efficace invenzione di Harold Bloom in un suo libro ormai
famoso, The Western Canon (1994) - le divagazioni e le sperimentazioni
non diminuiscono il lettore e lo spettatore, anzi entrambi ne vengono arricchiti.
Roberto Lazzerini
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Quijote
Il film - presentato
nella sezione Orizzonti del Festival di Venezia (63a edizione, settembre 2006), nella
sezione Casa rossa doc
del Bellaria Film Festival (25a edizione, giugno 2007) e, attualmente, in varie occasioni museali e cinematografiche - è innanzitutto un esperimento pittorico e scultoreo di Mimmo Paladino ed è il primo lungometraggio dell’artista, che riprende dalla tradizione cinematografica non soltanto la precisione dell’inquadratura e la
scultura fotografica degli oggetti e dei corpi ma anche l’accoppiata attoriale
sorprendente (Peppe Servillo e Lucio Dalla).
L’arte che nasce dall’arte, secondo gli appunti progettuali, laconici, del
dicembre 2005, dà luogo ad una messa in scena scritta dei precedenti esperimenti, ad un’evocazione dei numi tutelari, di coloro che hanno affrontato
con la macchina da presa monumenti letterari, pietre miliari del canone occidentale: Fellini e il Satyricon, Pasolini e i racconti di Canterbury, Carmelo
Bene e le sue incursioni decostruttive di Shakespeare.
Sono autori anche ben auguranti, perché poi ognuno di loro non si è limitato ad un solo esperimento cinematografico, ad un solo testo ma ha realizzato, nel corso del tempo, una serie di esperimenti in diversi testi, ugualmente
canonici: in effetti la tradizione del canone letterario occidentale attira lo
sguardo critico e lo invita alla rilettura continua, alla ripetizione differente,
una tradizione che resiste al tempo proprio nella sua riproposizione in variazioni di variazioni. Ma anche semplicemente in ispirazioni: il liberamente
tratto da, l’ispirato a, sono segni evidenti del fatto che il deposito culturale
del canone, con i suoi personaggi e le sue narrazioni, agisce nell’immaginario
e provoca l’immaginazione, spinge all’azione creativa e suscita l’emozione.
Il cinema è contemplazione sognante - la stessa dei bambini - dare forma alle
nuvole, secondo le parole dell’artista.
Questa capacità del cinema di lavorare con la luce e dare forma infine ad una
materia audiovisuale, attraverso una serie di passaggi nel tempo, è per certi
versi, nella procedura, simile alla scultura: più che richiamare l’ovvio confronto con la pittura, occorre esplorare le connessioni con l’atto dello scolpire. Così il film misura questo confronto, attraverso le figure di Don Chisciotte e Sancho Panza, che vagano per il Sannio come fosse una Mancha magica, costellata di oggetti e cavalli paladiniani, di racconti popolari in teatri di
marionette, di effetti di maghi in dimore fiabescamente strambe. Una scultura cinematografica servita da un cast straordinario di attori, teatranti, artisti, poeti e cantanti. (r.l.)
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Venerdì 31 agosto, ore 21.15
Foligno, Corte di Palazzo Trinci
La Rossignol
NUOVE INVENTIONI DI BALLI.
VAGHE & BELLISSIME FIGURE DI BALLI
& BALLETTI ALL'USO D'ITALIA,
COME QUELLO DI FRANCIA E DI SPAGNA
Spettacolo ideato e realizzato per Segni Barocchi
Bruna Gondoni, Marco Bendoni, Letizia Dradi, danza Marco Colucci, acrobazie danza Roberto Quintarelli, contraltista, danza Erica Scherl, violino barocco - Matteo Pagliari, flauti, traversa Francesco Zuvadelli, organo positivo, clavicembalo Domenico Baronio, liuto, chitarra barocca, colascione
Programma
Michael Praetorius
Cesare Negri
Pavana d’Espagne e Gagliarda, Terpsichore, 1612
So ben mi c’ha bon tempo, Alemana d’amore,
Alta mendoza, “Le gratie d’amore”, 1602
Thoinot Arbeau
Air des morisques, “Orchésographie” , 1589
Fabritio Caroso
Chiara Stella, “Nobiltà di dame”, 1602
Claudio Monteverdi
O rosetta, che rosetta, Scherzi musicali, 1607
Fabritio Caroso
Spagnoletta e Canario, “Nobiltà di dame”, 1602
B. di Belgioioso
Aria della campanella, “Ballet comique …”, 1581
Anonimo
Tarantella del Gargano, Sec. XVII (Elab. De Simone)
Salomone Rossi
Sonata sopra il Ruggiero,“Il terzo libro …”, 1613
Jean Baptiste Lully
Marche pour la ceremonie des turcs, Menuet,
“Le bourgeois…”, 1670
Jean Baptiste Lully
La Bourrée d’Achille, “Achille et Polixène”, 1687
Jean Baptiste Maurice Quinault Gavotte du Roi, “Les divertissements de la
Comédie…” , 1714
Gabriel Bataille
Un satire cornu, Airs de cour, 1611
Da Floriano Pico
Tarantella, “Nuova scelta di sonate”, 1608
André Campra
Forlana, La Sérénade Vénitienne, 1702
G. Lambranzi
Romagniola, Nuova e curiosa scuola, 1715
Ms. anonimo
L’Italienne, B.N. Paragi, 1716
A. Scarlatti
Elitropio d’Amor, “Cantate…”, Ms. Sanvitale, 1694
Jean Baptiste Lully
Sarabande espagnolle, “Le bourgeois…” 1670
Antonio Martin y Coll
Diferencias sobre las Folias, “Tonos de Palacio”, 1706
Tra il XVI ed il XVII secolo si verifica in Europa la più grande esplosione
di balli di tutti i tempi. La danza diviene una delle arti più amate e, per
dame e cavalieri, il ben figurare nel ballo diventa condizione per affermarsi: ballare non è più solo un divertimento, una tecnica di corteggiamento,
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ma un’arte raffinata, elegante, codificata in forme ben precise. Tra i
grandi Maestri del tardo ‘500, ricercati organizzatori ed animatori di
feste atti ad interpretare la magnificenza dei loro protettori, spiccano
Fabritio Caroso da Sermoneta e
Cesare Negri, milanese, i quali, con
le loro opere, hanno contribuito in
modo determinante al prestigioso
cammino dell’arte suprema. Per la
parte barocca la fonte ispiratrice
principale è i Della tragedia antica e moderna un trattato edito nel 1715 del
bolognese Pier Jacopo Martello (1665-1727) il quale descrive gli stili di
danza francese, spagnola e italiana: “Il Franzese balla in modo che sembra
quasi nuotare. Le braccia, sempre elevate e pieghevoli, rompono l’onde leggiadramente”. La maniera spagnola invece “custodisce un non so quale
decoro e maestà che è indivisibile dal genio grave della nazione” mentre il
danzatore italiano “si vibra nell’aria e trinciate in essa agilissime capriole si
restituisce in punta di pié leggerissimamente sul piano”.
La Rossignol
Si occupa professionalmente di musica e di danza antica, in particolare del
Rinascimento e del primo Barocco italiano. Lo studio delle fonti dirette, le
indagini storiche, organologiche ed iconografiche, la particolare attenzione
all’aspetto spettacolare del proprio lavoro, hanno portato i componenti del
gruppo, sin dal 1987, ad un’intensa attività artistica, in Italia, Svizzera, Francia,
Germania, Israele, Tunisia, Algeria, Egitto, Russia, Grecia, India, Cina,
Giappone, Romania, Cipro, Spagna, Siria, Libano, Marocco, Slovenia,
Ungheria, Bulgaria, Malta, Turchia, Pakistan, Austria, Polonia, Brasile,
Albania, Taiwan, Messico, Città del Vaticano, Australia, Kenia, Svezia, con
concerti e spettacoli in rassegne di grande prestigio. All’attivo vi sono collaborazioni con le maggiori emittenti mondiali, consulenze e direzioni artistiche,
corsi di formazione e di aggiornamento, la realizzazione delle musiche per spettacoli teatrali e di danza antica.
Discografia: Festa al Castello - Arie, danze e canzon da ballo nelle corti del
Rinascimento (1990); I Balli del Granduca - Danze, sinfonie e canzoni nei libri
“...accomodati …” (1991); Monteverdi - Il cremonese che ha cambiato la musica (1992); Teatrum Musicum - Diverse sorti di balli, sonate e madrigali…
(1993); A Ricolta! - Musiche del Medioevo e dell’Ars Nova (1994); Veni Creator
Spiritus - Musica nel castello, nella chiesa, nella corte e nella taverna Medioevale
(1995); Giardino d’Amore - Danze nelle corti rinascimentali (1997); Corti e
Cortili - Musiche per le feste rinascimentali (1997); Arie e Danze cortigiane Musiche del Rinascimento (1998); Gloria in Cielo - Antiche armonie natalizie
(1999); A.D. MCCC - Canti dei pellegrini medioevali (2000); Per Cantar et
Sonar - Arie e danze rinascimentali (2001); Alla Piffaresca - Musiche rinascimentali (2002); Canti e Danze alla Corte Estense tra il XV ed il XVI secolo (2003);
O Florens Rosa - La Rosa nella musica rinascimentale (2004); In Vino - Il vino
in musica tra XV e XVI secolo (2005); Ars Magica - Musica magica, stregonesca e
propiziatoria tra storia e tradizione (2006).
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Sabato 1 settembre, ore 21.15
Foligno, Loc. Colfiorito, Chiesa di Santa Maria Assunta
Ensemble Terra d'Otranto
La tradizione spagnola nel Sud Italia
IL PRIMO LIBRO DI CANZONE,
FANTASIE, …
di Andrea Falconiero
Doriano Longo, violino, direzione Laura Scipioni, violino Rosario Conte, chitarra spagnola, tiorba Pierluigi Ostuni, tiorba Luca Tarantino, chitarra spagnola Michele Visaggi, clavicembalo
In collaborazione con il Parco Regionale di Colfiorito e
con la Circoscrizione Annifo - Colfiorito (Altopiano)
Programma
La Suave Melodia
Corrente dicha la Cuella
L’Eroica
Canzone detta l’Infante Arcibizzarra
Fantasia echa para el muy Reverendo Padre Falla
Folias echa para mi Señora Doña Tarolilla de Caralleños
La Gioiosa Fantasia
Passacalle
Batalla de Barabaso yerno de Satanás
Andrea Falconiero (Napoli 1585- 1656)
fu ottimo compositore e abile suonatore
di liuto. Ebbe modo di viaggiare e lavorare nei più importanti centri musicali italiani (Napoli, Modena, Roma, Firenze,
Parma e Venezia) e presso la corte spagnola, prima in Spagna e poi a Napoli, dove
divenne Maestro della Real Cappella.
Il Primo Libro, stampato a Napoli nel
1650, quando Falconiero aveva sessantacinque anni, è una raccolta di composizioni scritte espressamente per uno e due violini. In essa il compositore napoletano trasferisce tutte le esperienze accumulate
nelle corti e nei diversi ambienti musicali
23
dove si trovò ad operare. Così si incontrano brani di raffinata melodia, arie
di origine popolare stilizzate e rese per un insieme di diversi strumenti,
composizioni con chiari rimandi allo stile contrappuntistico di cui la scuola napoletana era ancora principale interprete, bassi ostinati con diminuzioni molto articolate e raffinate.
I titoli dei brani presenti nell’opera rispettano l’uso promiscuo della lingua
italiana e di quella spagnola dell’ambiente napoletano del Seicento. Alcuni
di loro richiamano ambientazioni diaboliche e infernali (Batalla de
Barabaso Yerno de Satanás, …), temi assai popolari nella cultura spagnola e
dell’Italia meridionale, altri si riferiscono al carattere, all’affetto (L’Eroica,
Capriccio Bisbetico, La Maraviglia, …), altri ancora sono dedicati a personaggi importanti della corte spagnola.
Ensemble Terra d’Otranto
Ensemble Terra d’Otranto
Fondato nel 1991 da Doriano Longo, che tuttora lo dirige, è costituito
da qualificati professionisti specializzati nella prassi esecutiva della musica
tardo-rinascimentale e barocca. Essi hanno studiato e si sono perfezionati
con illustri docenti (Enrico Gatti, Maggie Faultless, Jaap Schroder, Rolf
Lislevand, Hopkinson Smith, Franco Pavan, Lorenzo Ghielmi, Laura
Alvini, ...) presso rinomate accademie e scuole di musica (Fiesole, Milano,
Basilea, Londra, Aix en Provence, ...). L’Ensemble Terra d’Otranto ha
sede in Calimera (Lecce). Il progetto originario del gruppo era quello di
far conoscere o riportare alla luce le opere più significative degli autori dell’antica Terra d’Otranto. Nel corso del lavoro di ricerca, tuttavia, i musicisti hanno constatato la necessità di esplorare anche un repertorio popolare,
antico o tradizionale, che fra XVI e XVIII secolo caratterizza le espressioni
musicali più originali del Salento, con particolare riferimento alle forme di
24
origine terapeutica e rituale. L’Ensemble Terra d’Otranto è presente nei
programmi dei principali festivals di musica antica italiani ed europei
(Belgio, Grecia, Portogallo, Spagna, Malta, Montenegro, …). Nel 2003 il
gruppo si è esibito in diretta per Radio Tre RAI partecipando alla rassegna Concerti dal Quirinale. Diverse sono le produzioni effettuate per conto
di enti ed istituzioni varie: con RAI Due i cortometraggi Tarantule,
Antidoti e Follie, mensione d’onore al festival internazionale di Varsavia
sulle produzioni televisive, e Mila, Mila Dòdeka, sul tema del tarantismo e
della cultura greco-bizantina in Terra d’Otranto; con il Teatro Pubblico
Pugliese lo spettacolo La Gerusalemme Liberata con Michele Mirabella; con
La Casa dei Doganieri lo spettacolo La Favola di Zoza con Paolo Panaro
tratta da Lo Cunto de li Cunti di G.B. Basile; con la Facoltà di
Conservazione dei Beni Culturali la manifestazione I Capricci di Proteo;
con la Facoltà di Filologia Linguistica dell’ Università di Lecce la manifestazione Omaggio a Girolamo Comi; con l’E.C.CO. Eastern College
Consortium (U.S.A.) un seminario sul tarantismo; con la Città di Alessano
e la Regione Puglia il festival di musica antica Il Montesardo, … Le musiche dei CD prodotti, Tarantule, Antidoti e Follie e Mila, Mila Dòdeka, sono
state utilizzate come colonna sonora di diversi cortometraggi e spettacoli
teatrali di giovani registi italiani. Di prossima uscita saranno Il Primo Libro
di Canzone, Fantasie, … di Andrea Falconiero e I Lieti Giorni di Napoli di
Girolamo Melcarne il Montesardo.
25
Domenica 2 settembre, ore 21.15
Montefalco, Chiesa Museo di San Francesco
I Barocchisti, Lugano
IL BAROCCO PREDILETTO
DA HERMANN HESSE
Musiche di Georg Friedric Haendel,
Francesco Maria Veracini, Johann Sebastian Bach,
Antonio Vivaldi, Salvatore Lanzetti
Duilio Galfetti, violino e mandolino Fiorenza De Donatis, violino - Marco Testori, violoncello Vanni Moretto, contrabbasso, violoncello Diego Fasolis, maestro al clavicembalo
In collaborazione con
"Isole. Approdi di suoni e voci nelle abbazie umbre"
della Provincia di Perugia e con il Comune di Montefalco
Diego Fasolis
Programma
G. F. Händel
(1685-1759)
Sonata in trio in sol maggiore op. 5 n. 4, HWV 400
Allegro - A tempo ordinario - Allegro non presto - Passacaille Gigue
F. M. Veracini
(1690 - 1768)
da “Sonate Accademiche” Sonata per violino e basso continuo
op. 2 n. 9 in la maggiore. Allegro moderatamente, Adagio,
Scozzese - un poco andante e affettuoso, Largo, Un poco andante
e affettuoso
J. S. Bach
(1685-1750)
Sonata per due violini e basso continuo in sol maggiore, BWV
1039. Adagio, Allegro ma non presto, Adagio e piano, Presto
A. Vivaldi
(1678-1741)
Sonata in do magg. per mandolino e basso continuo RV 82,
Allegro, Andante, Allegro
S. Lanzetti
(1710-1780)
Sonata V in Si bemolle maggiore per violoncello e clavicembalo
Allegro, Largo, Allegro-gavotta
A. Vivaldi
Variazioni per due violini e basso continuo sopra “La Follia”
op. 1/12 RV 63
(1678-1741)
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I Barocchisti
Il complesso raccoglie, sotto la guida di Diego Fasolis, l’eredità della
Società cameristica di Lugano che a partire dagli anni 50, sotto la guida di
Edwin Löherer, ha svolto un’attività fondamentale per il recupero delle
opere vocali e strumentali del Barocco ottenendo successi concertistici e
discografici di livello mondiale (tra cui vari dischi d’oro). Primo violino è
l’artista svizzero Duilio Galfetti. Il complesso si presenta in formazioni
variabili e musicisti provengono da varie esperienze con i maggiori complessi barocchi d’Europa. Il carattere “latino” delle esecuzioni improntate
al virtuosismo e al ritmo equilibrati da una costante melodicità espressiva
stimola il plauso del pubblico e della critica che sin dalle prime apparizioni ha scritto in termini entusiastici. Unitamente al Coro della Radio
Svizzera in questi ultimi anni, con la direzione di Fasolis, ha realizzato
diverse produzioni concertistiche e discografiche pluripremiate dedicate a
Händel, Vivaldi, Bach, Galuppi, Scarlatti, Paisiello, Casini, Mozart,
Pergolesi. Il doppio CD Il Mondo alla Roversa di Galuppi è stato insignito
del “Premio internazionale del disco” della Fondazione Cini di Venezia.
Nel 2001 l’orcherstra ha registrato un CD e video per la TSI con strumenti classici dedicato all’opera di Paisiello La Morte di Gesù Cristo. Nel 2002
oltre ad una fortunata tournée in Francia, registrazione e concerti con
L’Orfeo di Monteverdi, prima esecuzione moderna de Le Triomphe de la
République di Gossec e registrazione dell’Oratorio di Natale di Bach.
Nel 2003 appare una innovativa versione con archi e fiati di Le Quattro
Stagioni di Vivaldi (Claves e Video TSI) che viene indicata dalla stampa
tedesca quale incisione di riferimento. Sempre nel 2003 una tournée con il
RIAS Kammerchor di Berlino (Nantes, Berlino, Bilbao, Lisbona). Ospiti
regolari del Festival delle Fiandre a Bruges vi hanno interpretato oltre alle
produzioni corali Le Stagioni di Vivaldi e i Concerti Brandeburghesi. Del
2005 la produzione video dei Concerti Brandeburghesi e la realizzazione del
Requiem di Mozart. Nel 2006 si segnalano, Thamos e la Messa in do minore di W. A. Mozart oltre ad una serie di concerti all’estero insieme al Coro
della Radio Svizzera.
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Mercoledì 5 settembre, ore 21.15
Foligno, Chiostro di San Domenico
Associazione Teatrale Scaramante
L’ECCELLENZA,
ET TRIONFO DEL PORCO
da Giulio Cesare Croce
Regia Luciano Falcinelli
Prima assoluta
Spettacolo ideato e realizzato per Segni Barocchi
Attori: Luca Sargenti, Simone Frascarelli,
Andrea Pettirossi, Luca Tironzelli, Pamela Tabarrini,
Giordano Draoli, Laura Tombolesi, Paola Guazzai,
Sara Taddei, Adelaide Susta, Marcello Masci, Chiara Proietti,
Simona Torroni, Marco Paparelli, Gabriele Pinca
Musicisti: Luca Marzetti, violone e contrabbasso Renato Criscuolo, viola da gamba, basso di violino e violoncello
Cena a tema
È invitato chi:
Narra le grandezze del Porco
Non è invitato chi:
Essalta la liberalità e magnificenza di un principe
Loda le rare bellezze della sua dama
Spiega la bontà del fico
Dice la virtù della fava
Canta la dolcezza del melone
Svela i secreti del tartufo
Descrive la nobiltà dell’asino
Voi che lodate tanto il nobil Asino,
mirate un poco hor l'eccellente Porco,
e se dapoi non celebrate il Porco,
dite che un Porco son, ch'io son un Asino.
Di pregi a punto è come Luna l'Asino,
ed è qual risplendente Sole il Porco,
quindi a ragion, chi non gradisce il Porco,
da tutti reputato sia qual Asino.
Messer
Giulio Cesare Croce
Personaggi
Dame, messeri che mangiucano bonissima porchetta
Scenografia
Una tavola imbandita
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Associazione Scaramante
Si costituisce nel 2007 per rispondere alla
richiesta di artisti, professionisti e non, del territorio Umbro di avere un’organizzazione seria
e disciplinata al fine di divulgare una passione
nata in anni di studi. In soli sei mesi di vita
Scaramante vanta un curriculum di successo di
attività riguardanti il teatro con tre produzioni
teatrali che hanno riscosso successo di pubblico e critica: Questi fantasmi di Edoardo De
Filippo, opera teatrale classica rielaborata sia
nel linguaggio che nello stile dal regista Luca
Sargenti al fine di rendere al massimo le sue
caratteristiche tragicomiche (basti pensare ad
una scenografia composta da una enorme ragnatela-casa nella quale si districa il protagonista nelle sue equivoche vicende); Come ridevamo, di autori vari,
un divertente intreccio di sketch comici radiofonici e della prima televisione
riadattati al teatro, mescolati con intermezzi tratti dalla commedia dell’arte.
Un progetto teatrale con il fine di mescolare varietà e teatro “storico” che è
stato replicato dodici volte; Trappola per topi di Agatha Christie, il giallo per
eccellenza che da più di cinquantacinque anni si replica con successo in
Inghilterra. Tutto l’humor inglese unito alla vivacità e alla caratterizzazione
più vicina al teatro italiano si intreccia con suspense e paura per la creazione
di una macchina teatrale accattivante. Nel maggio 2007 l’associazione
Scaramante si è occupata della recitazione del spettacolo Viva, viva Garibaldi
prodotto dalla Corale del Torrino DLF di Foligno, con il patrocinio del
Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bicentenario della nascita di
Giuseppe Garibaldi. Oltre le produzioni teatrali l’associazione Scaramante ha
creato e sviluppato diversi progetti nel sociale: Fantasio Festival, presentazione del libro “21” di Gorge Maag sulle problematiche dei ragazzi down; un
laboratorio teatrale gestito intorno ai fondamentali del teatro (voce, improvvisazione, immedesimazione, costruzione scenica, etc.) che ha portato 20
allievi di tutte le età alla messa in scena di un recital di poesie tratto da
Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master; un progetto per le scuole incentrato sulla collaborazione, il diverso e l’espressione del proprio io che si è concluso con la creazione di uno scritto sulle tematiche ambientali e la sua messa
in scena da parte degli studenti della prima media Colomba Antonietti di
Bastia Umbra; un progetto di
espressività all’interno della scuola
di danza Scarpette Rosa di
Cannara con il fine di sperimentare la fusione tra diverse discipline
e diverse forme di espressioni artistiche (danza e teatro) che si è
concluso con la presentazione di
uno spettacolo il 16 giugno 2007.
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Giovedì 6 settembre, ore 17.30 e 21.30
Foligno, Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze
Cinema e altre visioni: Don Chisciotte uno e bino
DON CHISCIOTTE E…
di Bruno Bigoni
con Giuseppe Cederna, Yousuf Ademnur
Italia 2006, DVCam, col., 75'
Alle 17.30 racconteranno la loro esperienza due degli
studenti dell’Università IULM che hanno partecipato
alla realizzazione del film
Il film di Bruno Bigoni - filmaker di lunga carriera ormai, che alterna
l’attività di regia con l’insegnamento e la formazione, indicato nelle
varie mappe storico-critiche delle nuove generazioni cinematografiche, come una delle figure di spicco della scuola milanese degli
anni ottanta del secolo scorso, che scuola non era ma forse attività coordinata di progetti individuali,
sostenuta da critici, riviste, festival ed
enti - è innanzitutto un intreccio critico
e produttivo, di cui attestiamo la riuscita. Sta in un progetto, avviato tre anni
fa, giunto ormai alla seconda realizzazione (la prima si è conclusa con il
Riccardo, come risultato di un laboratorio sulla figura del Riccardo III shakespeariano, poi trasposto liberamente in
film, girato con alcuni studenti universitari e detenuti della casa circondariale
di Bollate, partecipanti tutti alla elaborazione sceneggiata e recitata, con la
presenza di un attore professionista,
Bebo Storti). La formula del secondo
film è la stessa ma la presenza di tecnici
e professionisti sembra più rilevante: gli studenti del secondo anno della
laurea specialistica in Televisione Cinema e Produzione Multimediale
dell’Università IULM sono affiancati da uno sceneggiatore, un direttore
della fotografia, una scenografa e costumista, un fonico e da attori professionisti (Giuseppe Cederna come Chisciotte) con attori non professionisti
trovati anche tra gli assistiti della Casa della Carità di Milano e con presenze teatrali e cinematografiche, dal regista Salvatores a Moni Ovadia.
Gli studenti partecipanti attraversano tutta la fase produttiva, dalla sceneggiatura alla postproduzione. Insomma un percorso laboratoriale, formativo
ma con un interessante risvolto produttivo, il cui esito è un film, girato in
digitale e che può essere distribuito e reso pubblico alla visione. Se la for-
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mula del laboratorio è convincente, l’intreccio produttivo pure: infatti
l’Università IULM, con il coordinatore del progetto Gianni Canova,
docente ma anche direttore di una buona rivista cinematografica Duel,
getta la sua presenza produttiva nel progetto come un’interrogazione sul
senso dell’insegnare cinema nell’istituzione e ricercando il partenariato di
enti pubblici (il settore cultura della Provincia di Milano), associazioni
(Olinda) e produttori indipendenti (Minnie Ferrara e associati). Il racconto cinematografico traspone il Chisciotte ai giorni nostri. Un Marco qualsiasi, che vive in una casa famiglia, in una Milano quasi astratta, fugge dall’angustia dei suoi giorni e con le parole del Chisciotte, nel mese di gennaio, si mette ad errare per la città metafisica, che è la Mancha del suo desiderio. Come un camaleonte (si sente ovunque a casa propria), fatto cavaliere da un passante venale che lo intronizza irridendolo, in compagnia di Tu,
un moro gentile (Yousuf Ademnur), cerca l’amore, l’onore e la libertà, che
non sono valori di scambio, in un mondo desolato. Un racconto quasi
gogoliano, a tratti pirandelliano, con l’intercessione dell’intrigo chisciottesco, mentre cade la neve su Milano, una città desolata, caduta anche nei
Frammenti d’Italia. Partitura per immagini, suoni e parole, il recente viaggio
in super8 di Bruno Bigoni, presentato in concorso anteprima doc al Bellaria
Film Festival (25a edizione, giugno 2006). (r.l.)
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Venerdì 7 settembre, ore 21.15
Foligno, Palazzo Trinci, Sala Sisto IV
Casa di Produzione Tedavi '98
BAROQUE FESTIVAL
con Cristiana Ionda e Alessandro Riccio
Regia Alessandro Riccio
Daniela Ortolani, costumi Samantha Chellini, oggetti di scena Giuseppe d'Ambrosio, Emanuele Teobaldelli, foto di scena
La favolosa
epoca del Barocco in un
fantastico spettacolo comico!
Completamente mimato e cantato, lo spettacolo è una divertentissima carrellata di situazioni barocche per ogni tipo di pubblico:
gli attori scavalcano il limite della parola con una sorprendente
mimica, vestiti con meravigliosi costumi creati nello stile estremo e
stravagante del Barocco. Le incantevoli musiche di Händel, Bach,
Telemann, e le arie d’opera dal Don Giovanni di W. A. Mozart sono il sottofondo sonoro di uno spettacolo indimenticabile.
I PREPARATIVI DEL BANCHETTO
Il Marchese dà una grande festa per i
suoi ospiti e vuole un banchetto: i suoi
servitori si muovono veloci perché tutto
sia perfetto e di ottima qualità.
Lucidare i candelabri, stirare le tovaglie,
addobbare la tavola, pulire le stoviglie,
sistemare i bicchieri....
Non è certo lavoro da poco.
LA GOLOSITÀ DEL
MARCHESE
Tutto è concesso ad un nobile di
alta schiatta: anche mangiare a
più non posso, mischiare portate
e cibi, bere e gozzovigliare fino
all'alba...
...mentre il servetto
sta a guardare...
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LE POSE DELLA CONTESSA
Per essere apprezzata in società
è necessario sapersi porre nel modo giusto:
un po' di civetteria e un po'
di sobrietà.
Ecco che la giovane Contessa
fa le "prove" delle buone
maniere barocche.
IL CORTEGGIAMENTO
La difficile etichetta e il lungo
cerimoniale costringono gli
innamorati ad una serie di espedienti per ottenere l'attenzione
della propria amata.
Ecco che il Viscontino balla,
gioca, passeggia per conquistare
la sua amata.
LA SERENATA E IL SUICIDIO
Il giovane Viscontino si lancia in
una melodica serenata per conquistare
la sua bella.
Ma lei non risponde al suo canto.
Rifiutato dalla Contessa, è deciso a
togliersi la vita con ogni mezzo:
dal veleno alle salsicce...
LE VISIONI DEL VISCONTE
L'ingenuo Viscontino non giunge
al suo intento ma riesce solo ad
ubriacarsi: sotto gli influssi del vino
vede mostri ed esseri stranissimi
e magici.
Ma sono veramente sogni
oppure esseri in carne ed ossa?
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LA VESTIZIONE E LA PASSEGGIATA
DELLA BARONESSA
La mattina, lunghi sono i preparativi per la
vestizione della Baronessa: è necessaria molta
pazienza e sopratutto molta scelta...
Appena pronta, tutta la città la deve vedere!
Sotto un grande coprisole azzurro, la
Baronessa si mostra agli occhi del popolo,
accompagnata dal suo fedele servetto, sempre
attento ad eseguire alla lettera gli ordini della
sua Signora.
LA RIVOLTA DEI GIOIELLI
La brutta Baronessa
è una gran vanitosa e indossa
sempre un enorme numero
di monili e gioie.
Ma togliersi questi ninnoli
non è così facile come sembra...
L’ESOTICO COCORITO
Il gusto dell'esotico e i viaggi fanno
conoscere all'Europa oggetti, manufatti
ed animali mai visti.
Ecco che la Baronessa possiede
un coloratissimo pappagallo
che sa parlare e ripetere
tutto quello che gli si dice.
IL PENTIMENTO
E LA CONFESSIONE
Essere buoni e pietosi non è facile
in un periodo faceto e capriccioso
come il Barocco.
Ma il severo Cardinale si occupa di
recuperare e di salvare le anime che
peccano di continuo...
LA SFIDA CANORA DEI CASTRATI
I Castrati: le stelle del Barocco.
La loro voce è umana o divina?
Vanitosi e bizzosi si esibiscono di fronte ad
intere folle di spettatori, strabiliati dalle
loro capacità vocali.
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Casa di produzione Tedavi ’98
Tedavi è l’acronimo di teatro-danza-video quello che, nel 1998, l’associazione
culturale fondata da Alessandro Riccio si proponeva di realizzare e promuovere. Tante cose sono cambiate, tante sono rimaste uguali. Il palcoscenico è sempre quello della meravigliosa Firenze, coi suoi vicoli bui tra i palazzi maestosi,
col suo Arno ribollente e con la sempre cangiante periferia collinare, con le
grotte barocche e i giardini monumentali, i circolini, le logge, l’orgoglio, i tramonti rosa. Un panorama noto a tutti eppure ancora misterioso, che nasconde sé stesso dentro sé stesso. Anche la passione è quella di un tempo, schietta,
immotivata, vera. Supportata dalla crescente professionalità, dalla sempre più
profonda compenetrazione con le istituzioni territoriali e dall’affetto e la stima
di pubblico e collaboratori, sempre più numerosi. Ma così tante cose sono
cambiate, che quell’acronimo non basta più a definire ciò che oggi è Tedavi’98:
un crogiuolo di attività che ne fanno una Casa di Produzione impegnata e presente, uno snodo importante per tutto ciò che ruota attorno alla cultura e
all’intrattenimento cittadini. Tedavi ’98 oggi è innanzitutto teatro. L’evento
principale di ogni stagione è il Mese Mediceo, rassegna di spettacoli che raccontano le gesta degli appartenenti alla famiglia de’Medici, la casata che nel
corso di oltre tre secoli ha dato lustro e fama a Firenze, consegnandola per sempre alla gloria dell’umanità. Gli spettacoli si dipanano lungo tutta l’estate, e
sono sempre accompagnati da incontri, conferenze, visite guidate, che fanno da
indispensabili compendi per conoscere i protagonisti delle vicende e i luoghi
ove queste vengono inscenate. Perché altra caratteristica del Mese Mediceo è
quella di portare il teatro in luoghi che non sono teatrali: ex chiese, oratori,
ninfei, giardini, ville, che così rivivono l’antico splendore. Accanto al Mese
Mediceo, non manca mai una produzione invernale di rilievo, che volentieri
esplora possibilità e linguaggi inediti del teatro. E ancora spettacoli in senso più
“classico” che fanno tappa nei teatri regionali e nazionali con periodiche tournée. Tedavi ’98 oggi è anche cinema, e la produzione di cortometraggi resta una
componente centrale del suo lavoro. Piccoli film che riscuotono consensi in
giro per i maggiori festival nazionali ed internazionali, cui sempre partecipano
tanti tra gli innumerevoli attori che hanno in qualche modo a che fare con
Tedavi ’98. La Casa di Produzione è infatti diventata, quasi naturalmente,
anche agenzia di casting per gli attori operanti nel panorama fiorentino; e tante
sono le collaborazioni di rilievo, non ultima quella con la BBC inglese, che ha
in Tedavi ’98 una sorta di “base” italiana per la realizzazione delle superbe fiction che sono per essa motivo di vanto nel mondo.
Ma Tedavi ’98 è anche altro. Organizzazione di eventi, doppiaggi professionali per pubblicazioni multimediali, service luci e audio e tante altre attività tengono costantemente impegnata la sede di via Campana, uno spazio affascinante che ospita diverse compagnie teatrali per prove di spettacoli; insegnanti di
discipline che vanno dal canto alla danza, alla scrittura creativa; professionisti
con stage e corsi su diversi aspetti della produzione nel mondo dello spettacolo. Oggi Tedavi ’98 è un nome a cui siamo affezionati, una parola che ci ricorda perché facciamo quello che facciamo, poiché nessuna parola basterebbe a
trasmettere tutto quello che è Tedavi ’98: qualcosa, qualunque cosa essa sia, che
anche mentre queste parole vengono scritte continua a cambiare, a crescere, a
succedere. Qualcosa di grande.
Davide Morena
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NOTTE BAROCCA A FOLIGNO
in collaborazione con l’Ente Giostra della Quintana
Sabato 8 settembre
dalle ore 17.30 “fin alle quattr’hore di notte”
Porta Romana
ore 17.30 - 19.30 - 23.00 - 02.30
Scene da
BAROQUE FESTIVAL
Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze - ore 18.00
Conferenza spettacolo con degustazione
Raffaele Riccio
“VIVA BACCO, VIVA AMORE”: VINO, CHAMPAGNE E
LIQUORI NELL’EUROPA DEL XVII SECOLO
"Se gli Dei dispongono di ambrosia e nettare, l'uomo ha il vino" questo proverbio del mondo antico si attaglia perfettamente anche all'epoca rinascimentale ed al Seicento. Proprio nell'epoca barocca la grande letteratura prende in
esame minutamente il vino, come bevanda inebriante, e si sofferma sui liquori, unici liquidi, assieme alla birra, di largo consumo, prima che il caffè e la
cioccolata venissero importate dal nuovo mondo. Al Seicento, anzi, dobbiamo
una maggior conoscenza e selezione di vini, definiti e classificati, sulla scorta di
quanto aveva già fatto nella prima metà del Cinquecento, Sante Lancerio, cantiniere del Papa Paolo III, secondo la loro qualità e la loro provenienza geografica. Ne è un esempio noto il Bacco in Toscana di Francesco Redi, opera satirica in cui si fa un elogio spassionato del vino e dei suoi benefici effetti. In Francia, a quanto sostiene Brillat-Savarin nella Fisiologia del Gusto, i medici, nell'ultimo periodo del regno di Luigi XIV, per alleviare la vecchiaia e le malattie del
sovrano, "inventarono" i liquori aromatici e le acquaviti profumate, aggiungendo e facendo macerare frutta, spezie, aromi, in una base di Cognac o acquavite. L'uso di questi liquori, come tutte le faccende gastronomiche del tempo,
dalla corte, per imitazione, si diffuse presso tutte le province del regno e poi in
tutta Europa. Sempre in Francia, nella metà del Seicento, Dom Pérignon, (vissuto tra il 1639 ed il 1715) céllier dell'abbazia di Hautvilliers riformò del tutto, secondo una sorta di metodo cartesiano applicato alla vinificazione, il modo
di fare il vino, prodotto dai vignaioli del suo convento. Adottò le bottiglie scure e pesanti, i tappi di sughero, come si usava in Spagna, e forse introdotti in
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Francia ai tempi di Anna d'Austria, madre spagnola di Luigi XIV, e soprattutto curò con attenzione il cuvée, ovvero la scelta dei grappoli migliori e più integri per la spremitura. Da tutto ciò nacque lo champagne. Tutte queste innovazioni vennero puntualmente registrate dai pittori e dagli artisti. L'attenzione ed
il gusto tutto seicentesco per le nature morte si riflette nella cura particolare e
nella rappresentazione delle suppellettili da tavola, tanto che nella pittura del
XVII secolo si assiste ad una profusione di oggetti dipinti tra cui primeggiano
le bottiglie ed i bicchieri. Tramite le rappresentazioni artistiche dei pittori è
possibile oggi ricostruire l'uso del vino e delle bevande in epoca barocca, in Italia, in Spagna, in Francia e nel resto d'Europa. Le immagini delle più interessanti nature morte e le rappresentazioni di quadri di Velazquez, dello Spagnoletto, di Caravaggio, di pittori fiamminghi e francesi, verranno proiettate e
commentate durante la conferenza - spettacolo. Anche la musica dedicò ampio
spazio agli effetti piacevoli del vino e delle bevande inebrianti. Sempre durante la conferenza verranno fatti ascoltare vari brani musicali che ricreano e propongono l'atmosfera delle feste, sia di corte sia popolari, allietate e rese più
"spumeggianti" dal vino. In modo particolare, per quanto riguarda le feste
popolari, verranno ascoltati brani selezionati dai cd: In Vino. Il vino in musica
tra XV e XVII sec., a cura del complesso Le Rossignol,Tactus, Bologna 2005;
Adriano Banchieri, Festino nella sera di giovedì grasso, (1608) Tactus, Bologna
2001. Per quanto concerne le feste di Corte in Italia ed a Versailles, verranno
ascoltati brani tratti dal cd: Arie e Danze cortigiane, a cura del complesso Le
Rossignol, 2003; J. B. Lully, Divertissement, complesso Capriccio stravagante,
Skip Sempè, Parigi 2005. La conferenza terminerà con la nota aria di Mozart:
Viva Bacco, Bacco viva! tratta da Mozart, Il Ratto dal serraglio, Atto II, Viva Bacco, Bacco viva!, direttore K. Bohm, Dresda.
Piazza della Repubblica - ore 21.00
replica ore 23.15 - replica ore 00.15 - replica ore 02.45
Compagnia di Valerio Festi
FUORI LA FESTA
Prima, dopo, sotto e dietro
Un progetto di Monica Maimone ideato e realizzato per Segni Barocchi
Drammaturgia Francesco Fiaschini
Produzione Chiara Grasselli, Pina Petrone
Quanto si parla dei fasti della festa barocca! Della festa barocca si ammirano i fasti effimeri, il lato cerimoniale, la versione fantasiosa e ostentata dell’uomo. Ma quando si parla della festa barocca non si parla mai del contorno: di ciò che si ammonticchia e si stiva e si costruisce prima e di ciò che
resta avanzato, inutile, sovrabbondante. Eppure è proprio questa la tendenza poetica del barocco: imparare l’inessenziale meravigliandosi dell’impres-
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sione della ridondanza. Della festa barocca in genere si tace il lato sotterraneo dell’umanità, eppure, proprio questo aspetto è così ricco dell’ispirazione iperbolica e segretamente grottesca del Seicento. Questo spettacolo si
intitola Fuori la Festa perché vuole portare in scena il punto di vista della
cornice. Lo presentiamo a Foligno, in Piazza della Repubblica, all’interno
della Notte Barocca: uno spettacolo all’interno della Notte Barocca, la Notte dell’arte, la Notte dei segni e dei ricordi, la Notte che accoglie in un
atmosfera di Festa il pubblico. La Festa è dentro, è fuori, è sotto, è dietro.
Spettacolo
È Festa. Video proiezioni, macchine sceniche barocche che si muovono per
la piazza, costumi d’altri tempi, cucine imbandite, cibi e portate prelibate:
lo spettacolo prende vita da ciò che si cela dietro la Festa e che viene alla
luce in tutto il suo sfarzo ed il suo divertimento. Cibi ed eleganza, acrobazie e scenografie d’eccezione: passaggi di nobili, cortigiani e cantori; passaggi di storie, di musiche e di immagini, luci, suoni ed un’esibizione finale: una performance in una ciotola ricolma d’acqua di grande impatto.
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Teatro San Carlo - ore 22.30
Theatrum Instrumentorum
IL FUOCO, IL CERCHIO, L’OBLIO
Tarantelle, lamenti e ninna-nanne del barocco italiano e spagnolo
Musiche di Anonimi, G. Frescobaldi, G. Kapsberger, A. Falconieri,
B. Montalbano, J. Aranes, G. Sanz, dalla tradizione orale e
dalle raccolte di A. Kircher (1643, 1650, 1673), F. X. Cid (1787) e
di un anonimo violinista spagnolo del Settecento
Federica Doniselli, canto - Raùl Orellana, violino barocco - Maria Eva Sola,
violoncello barocco - Vincenzo Onida, flauti, cennamella, dulciana - Fabio Tricomi,
mandolino barocco, marranzano, percussioni - Miranda Aureli, clavicembalo Aleksandar Sasha Karlic, chitarra barocca, oud, percussioni e direzione
Programma
Anonimo (F. X. Cid, 1787)
Tarantelas
Girolamo Frescobaldi (1630) Aria di Passacaglia: Così mi disprezzate?
Anonimo (XVI sec.)
Pavana: La Morte de la Ragione / Saltarello
L. Allegri (1618)
Tu piangi
B. Montalbano (1629)
Sonata quarta il Geloso
Tradizione orale corsa
U lamentu di Ghijesù (lamento della Madonna
sulla Follia)
Andrea Falconieri
Folias echas para Dona Tarolilla
Girolamo Kapsberger (1623) Dormi, figlio (ninna - nanna)
Tradizione orale siciliana
Ballettu (tarantella)
Anonimo (1700 circa)
Mareta, Mareta, non me fazes plorar (ninna nanna)
Tradizione orale siciliana
viersu: Abbobò (ninna- nanna)
G.Sanz (1674, 1697)
Jacaras/Jacaras de la costa
J. Aranes (1628)
Ciacona: A la vida bona
Tradizione orale sefardita
Durme, durme (ninna - nanna)
Anonimo (XVII sec.)
Si te credisse
Anonimi
Antidotum tarantulae, Primus, secundus et
(A. Kircher, 1643, 1650, 1673) tertius Modus tarantella, Tarantella tono
hypodorico, Tarantella Neapolis
Anonimo (1760)
Vurria ca fusse ciaola
G. Sanz
Tarantelas
Anonimo (1768)
Lo Guarraccino
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“La tarantola, con il suo corpo globulare attorniato da otto zampe, è quasi
immagine del sole. Se la bestia, mobile e viva, la si considera più vicina a
noi, è immagine del sole che usiamo rappresentare con un cerchio e tanti
raggi. La tela che tesse è il cielo, il male che può rendere è di bruciare, mentre i suoi benefici non si contano”.
Rosario Jurlaro, da “Storie e fatti di Puglia”
Una delle forme d’arte più tipiche e genuine dell’Italia - anticamente anche della
Spagna - meridionale è la tarantella. Si tratta di poesia, musica e danza tramandati di generazione in generazione; di un genere che nasce dall’espressione popolare più autentica e che non è regolato, se non a grandi linee, da stili precisi o
formule codificate. La tarantella nasce in tempi antichissimi come oscura danza
di guerra, di morte e di rinascita, trasformandosi successivamente in forma
coreutico - musicale dal carattere ora molto vivace, a tratti selvaggio, ora languido e dolente, che deriva dai movimenti concitati e convulsi, altre volte lenti e sofferti, provocati (secondo le credenze popolari di tutta l’Europa mediterranea
almeno dal Medioevo in poi) dal morso di un ragno, la tarantola. La vittima del
tarantismo - la patologia provocata dal morso della tarantola, oppure, più raramente, sempre secondo le credenze popolari, da altri animali come il serpente e
lo scorpione - manifestava disturbi quali ansia, tremori, delirio, esaltazione o
depressione, conati di vomito e dispnea, accompagnati da tachicardia e convulsioni. La tarantella come terapia contro il tarantismo era una forma coreutico musicale ripetitiva, reiterata, circolare che dava origine ad una danza pantomimica eseguita senza sosta. Il tarantolato (o la tarantolata) cominciava a muoversi e quindi a danzare, a volte per delle giornate intere, raggiungendo uno stato
alterato di coscienza quale antidoto contro il morso dell’animale. Oggi questa
credenza popolare è quasi del tutto scomparsa, ma dalla leggenda sono sopravvissuti i tratti essenziali di un’antica cultura tramandata attraverso danze, canti e
musiche - di tradizione orale, ma a volte anche scritte - fino ai nostri giorni.
Preme sottolineare a questo punto il fatto che le prime fonti scritte (quindi, di
provenienza “alta”) di questo genere musicale presentano spesso delle caratteristiche che lo avvicinano notevolmente ai modelli popolari che evidentemente lo
hanno ispirato - tenendo comunque presente che già all’epoca (come oggi, del
resto) esistevano le tarantelle destinate al solo diletto, oltre che al rito di guarigione vero e proprio. Nell’Ottocento la tarantella di provenienza “colta” si è trasformata, invece, in pura forma di intrattenimento folcloristico - salottiero,
ormai lontana da qualsiasi connotato magico - rituale. Nei casi migliori, di questa danza si sono ricordati Liszt e Saint - Saens, in tempi a noi più vicini Strauss
e Stravinskij, ma quasi sempre la trascrizione/composizione colta ha fatto perdere quel carattere d’improvvisazione, ossessione e straordinaria energia tipici delle
tarantelle antiche. Appartiene sempre alla tradizione della musica popolare,
anche se presenta caratteristiche completamente diverse, la ninna - nanna, il
canto conosciuto in ogni parte del mondo e intonato per cullare e addormentare i bambini. La struttura della ninna - nanna è semplice, con un andamento ritmico costante e ripetitivo che spesso segue il movimento della culla o della
mamma che tiene il bimbo tra le braccia. Le caratteristiche sono diverse a seconda delle popolazioni, ma solitamente la ninna - nanna è tra le forme più elementari dell’espressione poetico - musicale, anche se spesso di trascendentale bellezza. Il testo è in genere di estrema semplicità, con frasi rimate, andamento musi-
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cale reiterato e circolare e frequente impiego di parole non - sense. Nella tradizione popolare e popolareggiante italiana e spagnola la ninna - nanna è ampiamente diffusa nelle forme e nei modi della poesia lirica monostrofica, a volte anche
pluristrofica. In uso dalla fine del Quattrocento e connessa ai riti di fecondità
(secondo altri autori, ai primordi di teatro in musica), la Folia era una canzone
da ballo, più tardi danza strumentale, originaria della Penisola Iberica che, per la
sua struttura particolare (felicissimo connubio ritmico - melodico - armonico)
ispirò molti autori, da Frescobaldi a Corelli, da Bach a Händel, da Cherubini a
Rachmaninov - per citarne solo alcuni - che elaborarono sul tema in questione,
la famosa follia appunto (in tempo ternario e diviso in due parti di quattro battute ciascuna) una serie più o meno estesa di variazioni, caratterizzate da un
basso ripetuto (detto anche “ostinato”) e a volte anch’esso variato. La follia può
a buon diritto considerarsi la capostipite delle forme basate sul basso ostinato forme reiterate, circolati, ipnotiche - coma la Passacaglia, la Ciaccona e molte
altre ancora. Il concerto del Theatrum Instrumentorum propone all’ascolto un
viaggio in questo affascinante repertorio tra il colto e il popolare, dal canto del
cigno dell’epoca del Rinascimento, al tramonto, ai lamenti intensamente espressivi e dal sapore talvolta squisitamente sperimentale (quintessenza della nuova
sensibilità barocca), dalle tarantelle alle follie ad altre danze ora violente, cupe e
drammatiche, ora lievi e spiritose, per temprare questo “troppo grande foco nel
petto” attraverso la catarsi della danza, del pianto, della risata (che dire della esilarante e surreale guerra subacquea per amore di una sardella descritta ne Lo
Guarracino, il capolavoro assoluto della poesia napoletana popolareggiante del
Settecento); oppure ancora attraverso la dolcezza infinita di una ninna - nanna o
magari del nostro lontano ricordo di un abbraccio, di una voce, di un profumo,
di un canto… questa musica è tutto questo, è anche questo. Attraversando il
sempre presente cerchio, che anticamente era il simbolo della Vita stessa. Buon
ascolto, buon divertimento.
Aleksandar Sasha Karlic
Aleksandar Sasha Karlic
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Piazza San Domenico - dalle ore 24.00 alle ore 01.30
Proiezione del Dvd
SEGNI BAROCCHI FESTIVAL 25 ANNI (1981-2006)
Foligno, Corte di Palazzo Trinci - ore 01.15
Whisky Trail
LA MUSICA IRLANDESE FRA TRADIZIONE E BAROCCO
Musiche di T. O'Carolan, J. S. Bach, Whisky Trail,
musica tradizionale bretone e irlandese
Giulia Lorimer, voce, fiddle - Vieri Bugli, fiddle - Stefano Corsi, arpa celtica,
armonica, harmonium - Massimo Giuntini, uilleann pipes, low whistle Pietro Sabatini, chitarre, bouzouki, bodhran, pedal bass pipe
Programma
T. O’Carolan 1670-1732
Tradizionale irlandese del ‘600
T. O’Carolan
J.S. Bach 1685-1750
Tradizionale irlandese
Whisky Trail
Whisky Trail
Whisky Trail
Whisky Trail
Tradizionale bretone
T. O’Carolan
Tradizionale irlandese
Tradizionale irlandese
Whisky Trail
Anonimo irlandese del ‘600
Miss Mc Dermott
Raggle Taggle gipsy
Fanny Power
2 gighe
Stars
Colours
Water
Dies Irae
Planxty Irwin
Banshee
Boidin
Soul
Aibligail Ni Connor
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La tradizione musicale irlandese è fondamentalmente melodica. Tipico il ‘solo’
di uno strumento o l’unisono del fiddle (il violino) con la uilleann pipes (la
cornamusa), il whistle (il flauto) o altri. Così, come su un unico multiforme
strumento, le melodie si snodano lungo il classico schema AABB con gli abbellimenti che danno il caratteristico incedere. È questo il respiro profondo della
musica irlandese che si fa risalire normalmente alla discendenza celtica. L’ innumerevole quantità di melodie che è giunta fino a noi attraverso la tradizione
orale, si è via via modificata e ampliata grazie ad una creatività e una vitalità
uniche al mondo. Difficile stabilire quale sia stata l’influenza della musica colta
sulla musica irlandese o quando questa si sia codificata nelle attuali strutture.
Ma il periodo decisivo per la formazione dell’estetica odierna è senz’altro quello compreso fra la seconda metà del ‘600 e la prima del ‘700. È il periodo di
Turlough O’Carolan (1670-1738), un personaggio circondato da un alone leggendario per il suo genio musicale e per la tragica sorte che lo privò della vista
a causa di un’infezione di vaiolo che lo colpì da bambino. Fu apprezzato da
molti, fra questi l’italiano Geminiani, con cui si incontrò in Irlanda. Amava
particolarmente Vivaldi e Corelli e alcune sue composizioni si ispirarono a questi musicisti pur conservando una forte connotazione etnica. La novità è sicuramente data dall’uso del contrappunto barocco che nella musica di O’Carolan
fa il suo ingresso allargando all’armonia la musica irlandese. E probabilmente
è di questo periodo anche la strutturazione definitiva delle danze (jigs e reels)
nello schema AABB su accennato. Il periodo fra Sei e Settecento è anche quello in cui per la prima volta si cominciano a raccogliere e a mettere in forma
scritta le canzoni e le danze della tradizione. Infatti, a causa della persecuzione
inglese che si ebbe da Cromwell in poi, contro chi possedeva strumenti musicali, si cominciò a temere che la ricca tradizione musicale irlandese si potesse
perdere nel nulla. Dunque, si può dire che la grande rinascita della musica
irlandese, nella seconda metà del ‘900, si deve al riappropriarsi dei brani raccolti fra Sei e Settecento e al fascino esercitato dall’armonia barocca sui musicisti irlandesi. Questa riscoperta oggi, estesa ad alcune nuove sensibilità, riconducibili perfino al rock e al jazz, ha fatto sì che la musica irlandese sia andata
ormai al di là dei propri confini nazionali per diventare un vero e proprio genere musicale. Il concerto dei Whisky Trail, oltre a proporre brani di O’Carolan
e brani della tradizione che si ritiene risalgano al ‘600, propone anche nuove
composizioni frutto di un punto di vista da cui guardare questa musica: un
punto di vista che è stato apprezzato anche a livello europeo.
Whisky Trail
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Whisky Trail
Il gruppo Whisky Trail nasce nel 1975 con l’intento di ripercorrere a ritroso la pista del whiskey: la pista dell’emigrante irlandese in America. Con
l’emigrazione, insieme al whiskey, consolazione di una difficile condizione
umana, una grande tradizione musicale aveva fatto irruzione sul territorio
americano e attraverso la contaminazione con altre culture e le nuove
modalità di vita, aveva dato vita a tante altre forme musicali. I componenti del gruppo, che da quelle esperienze musicali provenivano, nel ritorno
alle origini trovarono qualcosa a loro molto vicino, scoprendo il ricco patrimonio letterario e culturale irlandese come uno dei fondamenti della cultura europea. E proprio il riferimento a quel patrimonio ha definito l’inconfondibile stile musicale dei Whisky Trail che è venuto formandosi nei
10 dischi della loro lunga carriera. Racconti di fate e di folletti, antiche liriche irlandesi, poesie di W.B.Yeats e S.Heaney, racconti di antichi calendari lunari che ruotano attorno alla mitica dea bianca, sono solo alcuni dei
temi che hanno preso forma nella musica del gruppo.
Foligno, Corte di Palazzo Trinci - ore 03.45
Theatrum Instrumentorum
TARANTELLE DEL BAROCCO ITALIANO E SPAGNOLO.
LA FESTA È FINITA
Durante la “Notte Barocca” resteranno aperti, con ingresso
gratuito, dalle 18.00 “fin alle quattr’hore di notte”
il Museo della Città e il Museo Multimediale dei Tornei,
delle Giostre e dei Giochi (Palazzo Trinci).
Resteranno altresì aperti negozi, ristoranti e Taverne dei
Rioni della Giostra della Quintana, che saranno animate
con giochi, spettacoli e gruppi musicali itineranti.
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Mercoledì 12 settembre, ore 21.15
Foligno, Palazzo Trinci, Sala Sisto IV
Complesso di musica antica dell'Istituto superiore
di Studi musicali "G. Briccialdi" di Terni
CLORI, MIA BELLA CLORI
Musiche di Georg Philipp Telemann,
Francesco Mancini, Agostino Steffani, Antonio Caldara
Simona Barbierato, Roberta Ciapica, soprani Elisabetta Pallucchi, contralto - Carolina Pace, flauto Andrea Mion, Antonello Cola, oboi Andrea Di Mario, Michele Petrignani,
Americo Gorello, trombe - Matteo Flori, timpani Luca Venturi, Sara Montani, violini Eleonora Bisaccioni, viola - Alessandra Montani, violoncello Vincenzo Rito Liposi, contrabbasso Ornella Bucchignani, clavicembalo
Concertatore Andrea Mion
Programma
Francesco Mancini (1672-1737)
Sinfonia “Hydaspes”
per tromba, archi e basso continuo
Agostino Steffani (1653-1728)
“Begl’occhi, oh Dio, non più”
Duetto da camera
per soprano, contralto e basso
continuo
Antonio Caldara (1670-1736)
“Clori, mia bella Clori”
Cantata per contralto, oboe, flauto
e basso continuo
Sinfonia
Recitativo - Aria
Recitativo - Aria
Antonio Caldara
Sinfonia in do maggiore
per tromba, archi e basso continuo
Allegro - Grave - Allegro
Francesco Mancini (1672-1737)
“Quanto dolce è quell’ardore”
Cantata per soprano, oboe e
basso continuo
Aria - Recitativo - Aria
Georg Philipp Telemann (1681-1767)
Concerto per tre trombe, timpani,
due oboi, archi e basso continuo
Intrada - Allegro - Largo - Vivace
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La formazione musicale
“alta” - da qualche anno
riconquistata alla sfera
pubblica per effetto della riforma dei Conservatori - non può che muovere dalla presa d’atto
dell’ampliamento degli
orizzonti storici (e geoculturali) del fare musica, che la ricerca del
Novecento ha consegnato alle nuove generazioni. Un ampliamento che
dovrà ora tradursi in
approfondimento degli
Andrea Mion
studi, quindi in maggiori opportunità di scelta
repertoriale per i giovani musicisti, evitando tuttavia di alimentare gli
atteggiamenti specialistici ignari dell’interconnessione fra le tante storie,
e in definitiva della “potenza” del reale, quello presente e quello da
inventare. L’Istituto superiore di Studi musicali di Terni da tempo coltiva una sua vocazione “antica” (ovvero per la cultura e la prassi musicale
dell’ancien régime), grazie alle particolari competenze e sensibilità che,
quasi attraendosi, si sono trovate al Briccialdi, tanto da permetterci di
istituire nel Biennio post-diploma (diploma accademico di II livello) dei
corsi ad indirizzo “barocco”; e tanto da sperimentare vere e proprie produzioni da offrire al pubblico. Di tale vocazione è non poco responsabile anche il festival di Foligno, datosi che chi scrive fu pienamente
coinvolto nell’esperienza fondativa dei Segni e per tutto l’epico primo
decennio di loro lunga vita; e che molti maestri briccialdiani sono transitati per i luoghi musicali folignati ben prima che a Terni nascesse un
dipartimento di musica antica. Dunque, è ancor più significativo che ora
lo studium ternano torni periodicamente a Foligno. Lo ha fatto nel…
secolo scorso e ancora nel 2005, per il centenario di Giacomo Carissimi
(non lo scorso anno, perché impegnato nella realizzazione della Passione
secondo Giovanni di Bach, coprodotto con il Lelikoor di Amsterdam e
con il Conservatorio di Cosenza); e lo fa quest’anno, grazie al “Progetto
Clori” di Andrea Mion e alla speciale cura delle voci da parte di Gloria
Banditelli, docente nel nostro Biennio di Canto barocco.
Pier Giuseppe Arcangeli
direttore dell’Istituto Briccialdi
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Sabato 15 settembre, ore 17.30
Foligno, Chiesa di San Nicolò
Hermans Consort, con strumenti originali
La Strada Europea della Pace Lubecca-Roma:
percorsi di musica barocca
VIAGGIO MUSICALE DA LUBECCA A ROMA
Musiche di D. Buxtehude, A. Corelli, G. Carissimi
Luca Venturi, Sara Montani, violini Alessandra Montani, violoncello Cristina Paolucci, soprano Elisabetta Pallucchi, mezzosoprano Mauro Borgioni, baritono - Fabio Ciofini, organo e direzione
In occasione del Convegno Internazionale:
"Arte organaria e musica per organo nell'età moderna (sec. XVI-XVII).
L'Umbria nel quadro europeo" organizzato dalla Deputazione
di Storia Patria per l'Umbria e dalla Accademia Organistica Umbra di Amelia
Programma
D. Buxtehude (1637-1707) Jesu meine Freude
Cantata Sacra per Soprano, Mezzosoprano,
Basso, 2 Vl e b.c.
Sonata: (Moderato) - Grave - Allegro
Vers: Jesu meine Freude
Vers: Unter deinem Schirmen (Soprano solo)
Vers: Trotz (Basso solo)
Vers: Weg miy allen Schätzen
Vers: Gute Nacht (Soprano solo)
Vers: Weicht, ihr Trauergeister
D. Buxtehude
Cantate Domino (Psalm 96, 1-4)
Cantata Sacra per Soprano, Mezzosoprano,
Basso e b.c.
A. Corelli (1653-1713)
Sonata op. 1 n. 1 in Fa maggiore per 2 vl e b.c.
Grave, Allegro, Adagio, Allegro
G. Carissimi (1605-1674) Historia di Job
Oratorio per Soprano, Mezzosoprano, Basso e b.c.
A. Corelli
Sonata op. 2 n. 12 in Sol minore per 2 vl e b.c.
D. Buxtehude
Sonata II Bux WV 253 per vl, vlc e b.c.
lento-vivace-arioso con 5 variazioni
D. Buxtehude
In dulci Jubilo
Mottetto per Soprano, Mezzosoprano, Basso,
2 Vl e b.c.
Sempre affrettando
Nel viaggio che ci conduce da Lubecca a Roma incontreremo tre fra le figure più rappresentative del barocco europeo: Dietrich Buxtehude (1637-1707), compositore ed
organista della Marienkirke di Lubecca, grande esecutore all'organo e autore di sva-
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riata musica vocale e strumentale come le cantate sacre in programma, dal quale lo
stesso J.S. Bach prese grandissimi insegnamenti ed ispirazioni. Il suo stile "libero" lo
portò ad avere grandissima fama in vita e l'accezzione retorica della sua musica, lo
pongono al centro della grande scuola barocca tedesca. Giacomo Carissimi (16051674), padre delle cantate, perfezionatore dell'oratorio, "liberatore" del basso continuo e traghettatore alla musica del XVIII sec. attraverso lo stile "moderno", al compimento dei vent'anni fu portato ad Assisi e vi esercitò le funzioni di maestro di cappella per diversi anni presso la Cattedrale, di ritorno a Roma, nel 1628, ottenne il
posto di maestro di cappella della chiesa di Sant'Apollinare del collegio germanico,
carica che ricoprì fino all'ultimo dei suoi giorni. Arcangelo Corelli (1653-1713), stabilitosi a Roma molto presto, qui lavorò ed insegnò quasi esclusivamente. Le sue
composizioni costituiscono un momento importantissimo nello sviluppo della musica strumentale occidentale. Egli diede nuovo impulso alla forma della sonata a tre,
pubblicando, tra il 1681 ed il 1694, quattro raccolte, comprendenti ciascuna dodici
sonate a tre (dall'op. 1 all'op. 4), le quali, ripartite com'era costume dell'epoca in
sonate da camera e sonate da chiesa a seconda del loro carattere, segnano un punto
conclusivo dell'evoluzione di questa forma in Italia. Nella sonata a tre, Corelli sfrutta a fondo le possibilità cantabili del violino (si tratta di composizioni per due violini e basso, oltre al clavicembalo nelle sonate da camera e all'organo nelle sonate da
chiesa, per la realizzazione del basso continuo) servendosi di una struttura in tre o
quattro tempi. La scrittura, nobile ed espressiva, è sostenuta da un contrappunto
vigoroso e di studiate dissonanze che lo porteranno a divenire capostipite della scuola violinistica italiana.
Hermans Consort
Fa parte dell’Accademia Barocca
Willelm Hermans. L’Accademia si è
costituita nell’ottobre del 2000 ed è
formata da strumentisti e cantanti specializzati nell’esecuzione di musica
antica con diverse opportunità di
variazione a seconda del repertorio.
I musicisti dell’Accademia vantano
molteplici esperienze professionali sia
in Italia che all’estero ed hanno avuto
modo di distinguersi in festivals e concorsi prestigiosi evidenziando spiccate doti musicali ed interpretative. Il linguaggio
sviluppato dal gruppo è il risultato del giusto equilibrio tra la conoscenza della prassi esecutiva per la musica antica e l’esperienza interpretativa dei singoli strumentisti.
Per la musica antica hanno studiato presso il Conservatorio “J.P. Sweelinck” di
Amsterdam, La Schola Cantorum Basilensis e la Scuola di Musica di Fiesole e il
Dipartimento di musica antica dell’IMP Briccialdi di Terni. Collabora costantemente con l’Hermans Festival di Collescipoli (Terni), cura la direzione artistica dei concerti del Festival di Musica Antica Parco in… Musica nei luoghi storici della Valnerina
ternana, Musica sul Colle Festival di musica Vocale Antica e Barocca nella Chiesa di
Santa Maria dell’Oro di Terni e ha curato l’organizzazione dei concerti per gli studenti universitari del Polo Scientifico Didattico di Terni (Università degli Studi di
Perugia) nell’edizione 2004. Lavora stabilmente con solisti di fama internazionale
come E. Gatti, M. Pennicchi, G. Banditelli, S. Foresti etc. Ha inciso quattro CD per
Bongiovanni, Bottega Discantica e Tactus.
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Programma
Sabato 25 agosto, ore 17.15
Foligno, Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze
Presentazione e proiezione del Dvd
SEGNI BAROCCHI FESTIVAL 25 ANNI (1981-2006)
A cura del Consiglio Regionale dell’Umbria, realizzazione del Centro Video
Intervengono: Mauro Tippolotti, Presidente del Consiglio Regionale dell'Umbria,
Silvano Rometti, Assessore alla Cultura della Regione Umbria,
Pierluigi Neri, Assessore alla Cultura della Provincia di Perugia,
Manlio Marini, Sindaco del Comune di Foligno,
Giovanni Carnevali, Assessore alla Cultura del Comune di Foligno,
Massimo Stefanetti, Direttore Artistico di Segni Barocchi Festival
Ingresso libero
Sabato 25 agosto, ore 19.15
Foligno, Museo Multimediale dei Tornei, delle Giostre e dei Giochi
Inaugurazione della mostra
L’ANNO SCORSO A SEGNI BAROCCHI
Fotografie di Giovanni Galardini
La mostra resterà aperta tutti i giorni, con esclusione del lunedì,
fino al 15 settembre, orario 9-13 / 15-19
Ingresso libero
Sabato 25 agosto, ore 19.30
Foligno, Piazza Piermarini - Corso Cavour - Largo Carducci
Teatro Tascabile di Bergamo - Teatro Due Mondi
UN ARLECCHINO D’ORIENTE
annuncio itinerante dello spettacolo
Ingresso libero
Sabato 25 agosto, ore 21.30
Foligno, Piazza Piermarini - Corso Cavour - Largo Carducci - Piazza della Repubblica Corte di Palazzo Trinci
Teatro Tascabile di Bergamo - Teatro Due Mondi
UN ARLECCHINO D’ORIENTE
spettacolo itinerante
Ingresso libero
Domenica 26 agosto, ore 21.15
Foligno, Loc. Fiamenga,
Chiesa di San Giovanni Evangelista
La Rosa dell'Umbria, ensemble barocco con strumenti originali
La strada europea della Pace Lubecca-Roma: percorsi di musica barocca
ANTIMO LIBERATI NELLA ROMA DEL TARDO ‘600
Musiche di Carlo Mannelli, Antimo Liberati, Alessandro Stradella,
Giovanni Battista Lulier, Arcangelo Corelli
Massimiliano Mauthe Von Degerfeld, controtenore - Valerio Losito, Giannicola Stagno,
violini barocchi - Renato Criscuolo, basso di violino e violoncello barocco Luca Marzetti, violone - Roberto Caravella, chitarrone - Alessandra Iovino, clavicembalo
In collaborazione con "Isole. Approdi di suoni e voci nelle abbazie umbre"
della Provincia di Perugia
Ingresso gratuito, prenotazione consigliata: 075.3681526 - 075.3681226
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Giovedì 30 agosto, ore 12.00
Foligno, Palazzo Trinci, Sala degli Imperatori
Inaugurazione della mostra, ingresso libero
QUIJOTE
Acquerelli di Mimmo Paladino
La mostra resterà aperta tutti i giorni,
con esclusione del lunedì,
fino al 15 settembre, orario 9-13 / 15-19,
ingresso con modalità di accesso al Museo di Palazzo Trinci
Giovedì 30 agosto, ore 17.30 e 21.30
Foligno, Multisala Supercinema
Cinema e altre visioni: Don Chisciotte uno e bino
Produzione Ananas con il contributo della Film Commission
Regione Campania e il patrocinio della Provincia di Benevento
QUIJOTE
di Mimmo Paladino
con Peppe Servillo, Lucio Dalla, Alessandro Bergonzoni, Remo Girone
Italia 2006, col., 75'
Ingresso unico € 4,50
Venerdì 31 agosto, ore 21.15
Foligno, Corte di Palazzo Trinci
La Rossignol
NUOVE INVENTIONI DI BALLI. VAGHE & BELLISSIME FIGURE DI BALLI
& BALLETTI ALL'USO D'ITALIA, COME QUELLO DI FRANCIA E DI SPAGNA
Spettacolo ideato e realizzato per Segni Barocchi
Bruna Gondoni, Marco Bendoni, Letizia Dradi, danza - Marco Colucci, acrobazie danza Roberto Quintarelli, contraltista, danza - Erica Scherl, violino barocco Matteo Pagliari, flauti, traversa - Francesco Zuvadelli, organo positivo, clavicembalo Domenico Baronio, liuto, chitarra barocca, colascione
Ingresso € 10,00 - Ridotto € 7,00
Sabato 1 settembre, ore 21.15
Foligno, Loc. Colfiorito, Chiesa di Santa Maria Assunta
Ensemble Terra d'Otranto
La tradizione spagnola nel Sud Italia
IL PRIMO LIBRO DI CANZONE, FANTASIE, …
di Andrea Falconiero
Doriano Longo, violino, direzione - Laura Scipioni, violino Rosario Conte, chitarra spagnola, tiorba - Pierluigi Ostuni, tiorba Luca Tarantino, chitarra spagnola - Michele Visaggi, clavicembalo
In collaborazione con il Parco Regionale di Colfiorito e
con la Circoscrizione Annifo - Colfiorito (Altopiano)
Ingresso gratuito, prenotazione consigliata: 0742.344563
Domenica 2 settembre, ore 21.15
Montefalco, Chiesa Museo di San Francesco
I Barocchisti, Lugano
IL BAROCCO PREDILETTO DA HERMANN HESSE
Musiche di Georg Friedric Haendel, Francesco Maria Veracini,
Johann Sebastian Bach, Antonio Vivaldi, Salvatore Lanzetti
Duilio Galfetti, violino e mandolino - Fiorenza De Donatis, violino Marco Testori, violoncello - Vanni Moretto, contrabbasso, violoncello Diego Fasolis, maestro al clavicembalo
In collaborazione con "Isole. Approdi di suoni e voci nelle abbazie umbre"
della Provincia di Perugia e con il Comune di Montefalco
Ingresso gratuito, prenotazione consigliata: 075.3681526 - 075.3681226 / 0742.379598
50
Mercoledì 5 settembre, ore 21.15
Foligno, Chiostro di San Domenico
Associazione Teatrale Scaramante
L’ECCELLENZA, ET TRIONFO DEL PORCO
da Giulio Cesare Croce
Regia Luciano Falcinelli
Prima assoluta
Spettacolo ideato e realizzato per Segni Barocchi
Ingresso € 10,00 - Ridotto € 7,00
Giovedì 6 settembre, ore 17.30 e 21.30
Foligno, Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze
Cinema e altre visioni: Don Chisciotte uno e bino
DON CHISCIOTTE E…
di Bruno Bigoni
con Giuseppe Cederna, Yousuf Ademnur
Italia 2006, DVCam, col., 75'
Alle 17.30 racconteranno la loro esperienza due degli studenti
dell’Università IULM che hanno partecipato alla realizzazione del film
Ingresso gratuito
Venerdì 7 settembre, ore 21.15
Foligno, Palazzo Trinci, Sala Sisto IV
Casa di Produzione Tedavi '98
BAROQUE FESTIVAL
con Cristiana Ionda e Alessandro Riccio
Regia Alessandro Riccio
Ingresso € 10,00 - Ridotto € 7,00, prenotazione consigliata: 0742.344563
NOTTE BAROCCA A FOLIGNO
In collaborazione con l’Ente Giostra della Quintana
Sabato 8 settembre
dalle ore 17.30 “fin alle quattr’hore di notte”
Porta Romana - ore 17.30 -19.30 - 23.00 - 02.30
Scene da
BAROQUE FESTIVAL
Ingresso libero
Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze - ore 18.00
Conferenza spettacolo con degustazione
Raffaele Riccio
“VIVA BACCO, VIVA AMORE”: VINO, CHAMPAGNE E LIQUORI
NELL’EUROPA DEL XVII SECOLO
Ingresso libero
Piazza della Repubblica - ore 21.00
replica ore 23.15 - replica ore 00.15 - replica ore 02.45
Compagnia di Valerio Festi
FUORI LA FESTA
Prima, dopo, sotto e dietro
Un progetto di Monica Maimone ideato e realizzato per Segni Barocchi
Drammaturgia Francesco Fiaschini
Ingresso libero
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Teatro San Carlo - ore 22.30
Theatrum Instrumentorum
IL FUOCO, IL CERCHIO, L’OBLIO
Tarantelle, lamenti e ninna-nanne del barocco italiano e spagnolo
Musiche di Anonimi, G. Frescobaldi, G. Kapsberger, A. Falconieri,
B. Montalbano, J. Aranes, G. Sanz, dalla tradizione orale e
dalle raccolte di A. Kircher (1643, 1650, 1673), F. X. Cid (1787) e
di un anonimo violinista spagnolo del Settecento
Federica Doniselli, canto - Raùl Orellana, violino barocco - Maria Eva Sola, violoncello
barocco - Vincenzo Onida, flauti, cennamella, dulciana - Fabio Tricomi, mandolino barocco, marranzano, percussioni - Miranda Aureli, clavicembalo Aleksandar Sasha Karlic, chitarra barocca, oud, percussioni e direzione
Ingresso € 10,00 - Ridotto € 7,00
Piazza San Domenico - dalle ore 24.00 alle ore 01.30
Proiezione del Dvd
SEGNI BAROCCHI FESTIVAL 25 ANNI (1981-2006)
Ingresso libero
Foligno, Corte di Palazzo Trinci - ore 01.15
Whisky Trail
LA MUSICA IRLANDESE FRA TRADIZIONE E BAROCCO
Musiche di T. O'Carolan, J. S. Bach, Whisky Trail,
musica tradizionale bretone e irlandese
Giulia Lorimer, voce, fiddle - Vieri Bugli, fiddle - Stefano Corsi, arpa celtica, armonica,
harmonium - Massimo Giuntini, uilleann pipes, low whistle Pietro Sabatini, chitarre, bouzouki, bodhran, pedal bass pipe
Ingresso gratuito
Foligno, Corte di Palazzo Trinci - ore 03.45
Theatrum Instrumentorum
TARANTELLE DEL BAROCCO ITALIANO E SPAGNOLO.
LA FESTA È FINITA
Ingresso gratuito
Durante la “Notte Barocca” resteranno aperti, con ingresso gratuito, dalle 18.00
“fin alle quattr’hore di notte” il Museo della Città e il Museo Multimediale dei Tornei,
delle Giostre e dei Giochi (Palazzo Trinci),
prenotazione consigliata, tel. 0742.330584, fax 0742.330599,
e-mail: [email protected]
Resteranno altresì aperti negozi, ristoranti e Taverne dei Rioni della Giostra della Quintana,
che saranno animate con giochi, spettacoli e gruppi musicali itineranti
Mercoledì 12 settembre, ore 21.15
Foligno, Palazzo Trinci, Sala Sisto IV
Complesso di musica antica dell'Istituto superiore di Studi musicali
"G. Briccialdi" di Terni
CLORI, MIA BELLA CLORI
Musiche di Georg Philipp Telemann, Francesco Mancini,
Agostino Steffani, Antonio Caldara
Simona Barbierato, Roberta Ciapica, soprani - Elisabetta Pallucchi, contralto
Concertatore Andrea Mion
Ingresso € 10,00 - Ridotto € 7,00, prenotazione consigliata: 0742.344563
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Sabato 15 settembre, ore 17.30
Foligno, Chiesa di San Nicolò
Hermans Consort, con strumenti originali
La Strada Europea della Pace Lubecca-Roma: percorsi di musica barocca
VIAGGIO MUSICALE DA LUBECCA A ROMA
Musiche di D. Buxtehude, A. Corelli, G. Carissimi
Luca Venturi, Sara Montani, violini - Alessandra Montani, violoncello Cristina Paolucci, soprano - Elisabetta Pallucchi, mezzosoprano Mauro Borgioni, baritono - Fabio Ciofini, organo e direzione
In occasione del Convegno Internazionale:
"Arte organaria e musica per organo nell'età moderna (sec. XVI-XVII).
L'Umbria nel quadro europeo"
organizzato dalla Deputazione di Storia Patria per l'Umbria e
dalla Accademia Organistica Umbra di Amelia
Ingresso gratuito, prenotazione consigliata: 0742.344563
BIGLIETTI
Ingresso ridotto per il festival € 4.50 al botteghino
30 agosto Foligno, Multisala Supercinema, Film “Quijote”, ore 17.30 e 21.30
Intero € 10.00, ridotto € 7.00* (nei luoghi di spettacolo dalle ore 17.00)
31 agosto
Foligno, Corte di Palazzo Trinci, ore 21.15
5 settembre Foligno, Chiostro di San Domenico, ore 21.15
7 settembre Foligno, Palazzo Trinci, Sala Sisto IV, ore 21.15
8 settembre Foligno, Teatro San Carlo, ore 22.30
12 settembre Foligno, Palazzo Trinci, Sala Sisto IV, ore 21.15
*Riduzioni: spettatori fino ai 25 anni e oltre i 60 anni, abbonati alla Stagione Teatrale di
Foligno 2006/2007, soci Associazione Amici della Musica di Foligno, titolari di tessera Ostello
per la Gioventù e Touring Club, gruppi organizzati superiori a 10 persone
PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI
Auditorium San Domenico - Largo F. Frezzi n. 8 - Foligno
Dal martedì al sabato ore 10.00-12.30, martedì e giovedì ore 15.30-17.30
Tel. e fax 0742.344563 - E-mail: [email protected]
Http://www.comune.foligno.pg.it/canale.asp?id=49
INFORMAZIONI
Ufficio Relazioni con il Pubblico - Piazza della Repubblica n.10 - Foligno
Dal lunedì al giovedì ore 8.30-13.30/15.30-18.30, venerdì e sabato ore 8.30-13.30
Tel. 0742.330299 - Fax 0742.330282
E-mail: [email protected] - Http://www.comune.foligno.pg.it/canale.asp?id=70
Servizio Turistico Associato - Porta Romana, Corso Cavour n. 126 - Foligno
Dal lunedì alla domenica ore 09.00-20.00, orario continuato
Tel. 0742.354459, 0742.354165 - Fax 0742.340545
E-mail: [email protected] - [email protected]
Http://www.comune.foligno.pg.it/canale.asp?id=3273
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Fiamenga di Foligno
Chiesa di S. Giovanni Evangelista
A
6
Montefalco
Chiesa Museo di San Francesco
B
2
4
VI
5
IV
3
V
Trinci
1 Palazzo
Piazza della Repubblica
di San Domenico
4 Chiostro
Piazza San Domenico
Multimediale dei Tornei, delle Giostre e dei Giochi
2 Museo
Palazzo Brunetti Candiotti, Via Gramsci
San Carlo
5 Teatro
Via Saffi
Supercinema
3 Multisala
Corso Cavour
di san Nicolò
6 Chiesa
Piazza San Nicolò
Luoghi del Festival
1
III
II
I
C
Colfiorito di Foligno
Chiesa di S. Maria Assunta
I Piazza Piermarini
IV Piazza della Repubblica
II Corso Cavour
V Porta Romana
III Largo Carducci
VI Piazza San Domenico
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Copertina Opuscolo 2007