IL
BARBARIGO
NUMERO 17
FEBBRAIO-MARZO 2014
Pubblicazione informativa bimestrale dell’Istituto Barbarigo di Padova
“Le scuole cattoliche, che cercano
sempre di coniugare il compito
educativo con l’annuncio esplicito
del Vangelo, costituiscono
un contributo molto valido
all’evangelizzazione della cultura,
anche nei Paesi e nelle città dove
una situazione avversa ci stimola
ad usare la creatività per trovare i
percorsi adeguati.” (Evangelii
Gaudium, 134)
Anche il Barbarigo partecipa alla festaincontro della scuola italiana con papa
Francesco.
Informazioni e iscrizioni in segreteria.
ORGOGLIO DI ESSERE NOI
“Sono orgoglioso della scuola che frequentano i miei figli!”. Così, qualche settimana fa,
ha concluso un colloquio “impegnativo” un
papà, che da anni conosce e ha scelto il Barbarigo per i figlioli. Comincio da questa sintetica testimonianza, alla quale si potrebbero
unire i grazie dei genitori che hanno ritrovato serenità familiare grazie alla nostra scuola, per chiedere di “condividere” (quasi un
like di Facebook) questo orgoglio. Lo propongo a tutti:
agli studenti, per rendersi conto della fortuna di essere al Barbarigo, con tutte le opportunità che la nostra scuola offre di giorno in giorno;
ai genitori, che possono trovare collaborazione, dialogo e disponibilità nell’accompagnare i figli alla maturità scolastica e personale;
In questo numero
a tutti quelli che lavorano all’istituto, conosciuto e apprezzato per la sua serietà e qualità di proposta formativa;
agli ex allievi, che recuperano nella memoria
dei giorni al Barbarigo valori e aspetti fondanti della vita di adesso, “radici” preziose
da cui oggi ricavare frutti;
agli amici della scuola cattolica, della Diocesi
di Padova, agli amici degli amici: perché il
nostro Istituto vuole continuare a incarnare
ed esprimere al meglio la tradizione e la
passione educativa della Chiesa padovana, di
tante persone che, in ruoli diversi, hanno
seguito e formato i giovani.
In un tempo in cui la Chiesa italiana riscopre
l’interesse e la cura per la scuola – per tutti
quelli che vivono a scuola, ma per gli studenti in particolare – ci piace evidenziare il contributo specifico che il Barbarigo ha dato
(Continua a pagina 2)
- Partono le iscrizioni al prossimo
anno scolastico!
- I risultati del concorso fotografico
- Le foto del concerto di Natale
- Il Giorno della Memoria visto dagli
studenti
- le recensioni dei nostri allievi!
- Ombre di Verità in tournée
- Le nuove iniziative dell’Agib
- Tanti appuntamenti, corsi, iniziative
al Barbarigo
Passa parola!
Questo notiziario viene inviato a circa
2500 indirizzi; invitiamo tutti a
“passar parola” (=inoltrare la mail
con il notiziario) a persone che potrebbero essere interessate a conoscere la vita del Barbarigo. Grazie!
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FEBBRAIO-MARZO 2014
PRIMO PIANO
ISCRIZIONI AL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO
PER LE PRIME TEMPO FINO AL 28 FEBBRAIO
Sono aperte le iscrizioni al primo anno
della secondaria di primo e di secondo
grado per il prossimo anno scolastico
2014-2015.
Le domande possono essere presentate dal 3 al 28 febbraio 2014, esclusivamente on line, accedendo al portale del
Ministero www.iscrizioni.istruzione.it.
Attenzione: l’iscrizione è
“impegnativa” (non è una preiscrizione!) e deve essere “unica”, presso un solo istituto. Verrà poi perfezionata entro fine giugno, dopo il conseguimento del titolo scolastico.
Regole particolari valgono per il Liceo
Musicale, per il quale è fissata la prova
d’accesso (obbligatoria) il 12 marzo
2014 alle 17.30.
Per favorire studenti e famiglie, anche in
considerazione della crisi economica, il
Barbarigo mette a disposizione un contributo (“voucher”) per i libri riservato
agli alunni del primo anno di corso (in
qualsiasi indirizzo di studio). L'offerta è
limitata alle iscrizioni perfezionate entro giugno 2014, e a retta intera (ossia
senza riduzioni).
In questa ottica, rimangono disponibili
anche gli sconti per i fratelli e le possibilità di borse di studio.
La prenotazione/iscrizione all’anno
2014/15 per gli anni successivi al primo
(2-3 SS1G e 2-3-4-5 superiori), dipendendo dai posti disponibili e dalla presenza della classe, va chiesta direttamente al preside del Barbarigo. Il colloquio può servire già da “ordine di preferenza” nella lista di prenotazione ed è
utile in ordine alle decisioni sul futuro
assestamento delle classi: quindi è consigliabile informarsi quanto prima possibile.
SEGUE DALLA PRIMA
ORGOGLIO DI ESSERE NOI
nella storia e dà oggi, nell’attualità, nel
mondo scolastico.
La nostra volontà e speranza è proseguire questa “missione”, continuando con
responsabilità e generosità un percorso
educativo sempre di valore e qualità. Le
iscrizioni al nuovo anno possono davvero diventare l’occasione e il momento
per “passare parola”, per raccomandare
la nostra scuola ad altre famiglie, per
considerare il “plus” che un istituto come il nostro può offrire. Il Barbarigo
intende proporre un diploma “serio” da
raggiungere ma anche accompagnare con
qualità educativa la crescita dei ragazzi
nella delicata fase pre-adolescenziale;
offre una collaudata impostazione didattica, la professionalità e disponibilità dei
docenti, le molte opportunità di crescita
(umana, culturale, linguistica, civica, musicale, internazionale…) della proposta
formativa.
Se c’è un orgoglio – l’orgoglio di essere
Barbarigo –, è quello dell’insegnamento e
delle attività formative svolti con passione; della cura attenta e sensibile a ogni
ragazza e ragazzo affidatici; dei “miracoli”
visti in chi, trovando serenità e comprensione, ha espresso i propri talenti e recuperato la gioia di vivere. Un orgoglio che
non è un peccato, ma un impegno!
don Cesare Contarini, rettore
Per ulteriori, specifiche informazioni si
consulti il sito www.barbarigo.edu o si
chiami al 049.8246911, chiedendo del
segretario.
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PRIMO PIANO
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II CONCORSO FOTOGRAFICO BARBARIGO
GIOVANI FOTOGRAFI CRESCONO
Anche quest’anno è stato bandito un
concorso fotografico per gli allievi delle
superiori, stavolta sul tema Padova città
d’arte: un angolo da raccontare.
Tutte belle interessanti le immagini
ricevute entro lo scorso 20 dicembre,
sulla base delle quali la giuria, presieduta dal rettore e composta da tre docenti e dal responsabile della comunicazione, ha stilato una graduatoria. La
scelta è stata effettuata sulla base
dell’originalità dell’soggetto fotografato,
dell’inquadratura, dell’attinenza al tema
e della qualità fotografica.
I premi comprendono un buono per
l’acquisto di libri e tessere per ingressi
gratuiti al cinema MPX; inoltre le foto
vincitrici verranno stampate e appese
sulle pareti dei corridoi della scuola.
1° Gianmarco Fasolo
2° Benedetta Toffano
3° Marco Zanetti
4° Camilla Cappellato
5° Cristopher Chilò
6° Andrea Garaffa
7° Tommaso Pirazzo
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GALLERIE
MUSICA
CONCERTO DI NATALE 2013
Lo scorso 19 dicembre, nel teatro del
Barbarigo, si è tenuto il tradizionale
spettacolo di Natale, preparato dagli
studenti delle Medie e del Liceo Musicale con i loro docenti e amici.
In continuo miglioramento le pur ottime
performance dei nostri studenti, sempre
più a loro agio con i vari strumenti e con
il vasto repertorio, sia classico che moderno, proposto dagli insegnanti. Del
resto l’insegnamento della musica è da
sempre una tradizione e un tratto distintivo del Barbarigo, fino all’inaugurazione del
Liceo Musicale nel 2010 e alla nascita, lo
scorso anno, dell’Associazione culturale e
musicale “Amici di don Floriano”.
Per il Liceo Musicale prossimo appuntamento è il concerto del 29 maggio.
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GALLERIE
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Servizio di Federica Martelli
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PAROLA AGLI STUDENTI
FEBBRAIO-MARZO 2014
GIORNATA DELLA MEMORIA/1
UN “AMICO” RITROVATO AL TEATRO
La lunga attesa fuori al teatro MPX, con i
ragazzi ammassati vicino alla piccola porticina d'ingresso pronti ad entrare, nascondeva il grande spazio all'interno del
teatro, dove di lì a poco sarebbe andato
in scena il monologo tratto dal racconto
L'amico ritrovato, di Fred Uhlman. Non
avrei mai immaginato che quella lunga
attesa in una fredda mattina di gennaio
sarebbe stata mitigata dalla consapevolezza di aver ampliato la nostra conoscenza
sull'assurdità dell'ultima guerra e delle
folli idee di Hitler, il cui passaggio ha lasciato ferite indelebili.
Leggevo sul volto degli altri miei coetanei
che erano già seduti sulle comode poltrone la curiosità e l'emozione di ascoltare dal vivo la storia, che sarebbe stata
rappresentata da una sola persona.
Di che cosa avrebbe parlato l'attore,
sarebbe stata una storia triste, a lieto
fine, comica o di due amici che si ritrovano dopo mille peripezie?
La storia: due amici di religioni diverse,
che l'assurdità dell’ideologia razzista vuole dividere, motivo per il quale uno ė
costretto a lasciare la Germania del führer. Il trascorrere del tempo, la delusione
per un'amicizia stroncata, il costante
riaffiorare di ricordi sulla gioventù e sul
periodo trascorso nel collegio Karl
Alexander Gymnasium di Stoccarda, e
soprattutto la scoperta di un opuscolo
riportante i nomi degli alunni morti nella
seconda guerra mondiale, portano Hans,
il protagonista, a indagare sul passato,
nonostante il presentimento e il timore
di trovare in quella lunga lista anche il
nome dell’amico d’infanzia Konradin von
Hohenfels. In questo modo
Hans ritroverà il suo amico morto per
contrastare l'assurdità delle idee di Hitler, spinto forse anche dalla loro amicizia,
che in fondo non era mai finita.
Alla fine della rappresentazione i volti
gioiosi dei ragazzi erano diventati tristi,
qualcuno aveva anche versato qualche
lacrima di malinconia. Tutto ciò accompagnato da un fondale di fitta nebbia grigia che ci attendeva all'uscita della piccola porticina del teatro e che ha inconsapevolmente contribuito a far rimanere in
noi quel sentimento di tristezza.
Alexandra Apicella, III media
GIORNATA DELLA MEMORIA/2
CRONACA E RIFLESSIONE DI UNA MATTINA A TEATRO
Per ricordare la giornata della memoria,
dedicata a tutte le vittime sterminate
nei campi di concentramento, il nostro
Istituto ha organizzato vari eventi, tra i
quali un’uscita didattica per assistere alla
rappresentazione teatrale del celebre
romanzo di Fred Uhlman L’amico ritrovato.
La mattina del 24 gennaio ci siamo recati presso il teatro MPX di Padova per
assistere a questo commovente spettacolo che narra, con eleganza e delicatezza, la storia di un’amicizia tra un ragazzo ebreo e uno tedesco, in un contesto storico spietato.
Il legame, nato sui banchi di scuola, si
incrina quando Hans scopre che Konradin e la sua famiglia hanno rapporti con
Hitler, per poi terminare definitivamente una sera a teatro, quando Konradin
finge di non vedere e di non conoscere
l’amico ebreo. Molti anni dopo Hans
riceve una lettera dal suo vecchio liceo,
con allegato un libretto con tutti i nomi
dei compagni deceduti: tra questi quello
dell’amico Konradin, giustiziato per aver
preso parte al complotto per l’uccisione
del führer. Hans capisce così di aver
“ritrovato” l’amico, anche se solo spiritualmente.
Questo monologo teatrale ci ha raccontato, attraverso il rapporto tra i due
amici, come l’ideologia nazista fosse
riuscita a soffocare le relazioni umane e
a distruggere ogni sentimento.
L’amico ritrovato resterà per sempre
impresso nel mio cuore e nella mia
mente perché mi ha portata a riflettere
sull’amicizia, sulle oppressioni e sui valori importanti della vita, ma soprattutto
mi ha insegnato che bisogna vivere con
coraggio, lottando per i propri ideali e
contro le ingiustizie.
A fine spettacolo, mentre tutti insieme
ritornavamo a scuola, immersi tra le
chiacchiere e i rumori della città, io
continuavo a pensare a questa triste
storia e ai milioni di ebrei assassinati, tra
i quali tantissimi bambini e ragazzi della
mia età. Quando vedo alla tv o sui testi
scolastici quelle terribili immagini dei
campi di concentramento mi chiedo il
perché… Perché tutta quella cattiveria
e tutte quelle atrocità? Chi può permet-
tersi di ritenere “diverso” un suo simile?
Eppure è accaduto.
Agli ebrei è stato tolto tutto: i ricordi,
gli amici, la famiglia ma soprattutto la
dignità e la vita; di loro rimaneva soltanto un pigiama a righe, con un insignificante numero con il quale venivano
identificati.
Lo sterminio del popolo ebraico è stato
un capitolo agghiacciante della nostra
storia che non può essere dimenticato;
per questo è importante che tutte le
scuole organizzino, proprio come ha
fatto il nostro Istituto, incontri, letture,
eventi o uscite didattiche su questo
tema… appunto per non dimenticare!!!
Asya Peruzzo, III media
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NUMERO 17
PAROLA AGLI STUDENTI
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ILB AR B A R I G O
FAR MEMORIA, CAPIRE, RIFIUTARE...
Ho letto molti libri sull’Olocausto, attraverso i quali ho provato ad avvicinarmi al dolore, all’odio e alla tristezza dei
personaggi coinvolti.
Ho visto parecchi film sulla paura, sulle
angosce e sulle sensazioni drammatiche
che certamente provarono gli ebrei.
Ho visto foto e immagini su questo
ingiusto e terribile sterminio…
Ogni anno il 27 gennaio si celebra la
Giornata della Memoria e ogni volta mi
fermo a riflettere su quello che è accaduto, a pensarne i motivi, a trovare un
elemento che mi permetta di immaginare cosa possa aver spinto i nazisti ad
uccidere vittime innocenti quali donne,
bambini e anziani.
Forse solo l’ignoranza può essere alla
base di tutto ciò, o una convinzione
così cieca da vedere in Hitler l’uomo
del destino…
“Io credo in quest’uomo. Lui solo è in
grado di salvare il nostro amato paese
dal materialismo e dal comunismo.[…]
Esteriormente è un ometto insignificante, ma appena lo si ascolta parlare si
viene travolti dalla forza della sua convinzione, dalla sua volontà di ferro, dalla
sua intensità e dalla perspicacia quasi
profetica di cui è dotato. Quando lo
lasciammo, mia madre era in lacrime e
continuava a ripetere: ‘È Dio che ce l’ha
mandato’”. Queste sono le parole che
un giovane tedesco, Konradin von Hohenfels, scrisse al suo amico ebreo,
Hans Schwarz, e che possiamo leggere
CULTURA A SCUOLA/1
PREVENZIONE
ODISSEA AL TEATRO
CONOSCI IL TUO LIMITE?
Il giorno 12 dicembre le classi IV Ginnasio,
I Scientifico, I Classico e I-II ITE si sono
recate al cinema MPX per assistere a uno
spettacolo teatrale dal titolo: Odissea. La
rappresentazione era adattata per la scuola: erano state scelte le avventure più
famose di Odisseo, interpretate da due
attori molto coinvolgenti. I due davano
vita al famoso viaggio come i migliori degli
aedi: effetti speciali, canti in greco antico e
la loro grande passione ci hanno incantato.
Abbiamo potuto vedere con i nostri occhi
il dolore, la paura, la gioia e l'incrollabile
tenacia di Odisseo nel suo viaggio di ritorno ad Itaca, fino a quando è riuscito a
riabbracciare l'amata moglie Penelope e a
scacciare gli odiosi Proci. Al termine dello
spettacolo i due attori, un uomo ed una
donna, hanno spiegato come è nata l'idea
di questa rappresentazione e hanno chiesto al pubblico suggerimenti. Agli studenti
è piaciuto molto questo momento, poiché
potevano interagire con i due attori e
suggerire miglioramenti, ma anche avanzaClasse IV Ginnasio
re critiche.
Elisa Temporin, Ludovico Vanfiori,
Daniela Zanon, Luca Bigolaro
L’istituto Barbarigo anche quest’anno ha
promosso per le classi superiori del II anno
in orario scolastico un progetto sulla prevenzione dell’alcol, grazie alla collaborazione
della Compagnia di Educazione alla Salute:
l’intento è stato quello di spiegare ai giovani i
problemi che possono derivare dall’assumere questa sostanza e le motivazioni che
spingono i ragazzi ad abusarne. L’associazione, oltre a svolgere attività formative nelle
scuole, offre agli adolescenti, che ne fanno
richiesta, la possibilità di seguire dei cicli di
sedute terapeutiche. Il progetto si è svolto
in tre incontri (9,14 e 22 gennaio 2014) alla
presenza di due psicologhe che hanno intitolato il loro progetto in questo modo:
“Conosci il tuo limite?”. Il primo incontro è
stato di carattere un po’ più teorico, mentre
negli altri due è stato dato maggior spazio al
nostro confronto e alla nostre esperienze in
una modalità di intervento più laboratoriale.
All’inizio ci è stato distribuito un questionario e dopo averlo compilato ci è stato proposto di confrontarci tra di noi, dicendo
quali quesiti ci erano sembrati più interessanti. Tra tutti sono emersi questi: “Quanto
bevo? Perché bevo?”. Dalla discussione è
risultato che l’assunzione di alcol risponde a
una forma di immaturità: bere un alcolico
può essere considerato un modo per stare
in compagnia, un sostegno nei momenti di
difficoltà, in quanto ci permette di allontanarci dal problema che dobbiamo affrontare
in quel momento. L’assunzione di alcol,
infatti, stimola la reattività e l’iperattività,
inibendo per esempio la timidezza; d’altra
parte però rende la persona meno conscia
nel breve romanzo L’amico ritrovato dello scrittore tedesco Fred Uhlman.
E questo è stato lo spettacolo a cui il 24
gennaio abbiamo partecipato presso il
teatro MPX di Padova. Un vero e proprio omaggio a quanto scrive Primo
Levi: “Considerate se questo è un uomo”. Elisa Francon, II Liceo Scientifico
delle proprie reazioni e può facilitare manifestazioni aggressive. Quello che spinge
principalmente i ragazzi a bere è sicuramente la sensazione di sicurezza che si avverte
stando insieme agli altri, o comunque il bisogno di essere accettati nel gruppo. Spesso i
ragazzi, pur consapevoli del fatto che l’alcol
è nocivo, preferiscono far del male alla propria salute piuttosto che restare esclusi da
una determinata cerchia di amici. Le psicologhe, allora, ci hanno spiegato cosa succede
quando beviamo dell’alcol: lo stomaco lo
assorbe per il 20%, mentre il restante 80%
viene metabolizzato nella prima parte dell’intestino (intestino tenue). L’alcol passa poi
direttamente nel sangue e dal sangue al
fegato, che ha il compito di distruggerlo
attraverso degli enzimi. Anche se è assorbito in modeste quantità, prima di tutto l’alcol
agisce negativamente sull’apparato digerente, poi su quasi tutto il corpo. A lungo andare può inoltre provocare un disturbo
dell’apprendimento, in quanto danneggia la
memoria e altre funzioni neurologiche. Una
notevole incidenza dell’alcol si è misurata
nella casistica dei tumori del cavo orale,
della faringe, della laringe, dello stomaco e
dell’intestino. Ricordiamo anche che il coma
etilico può portare alla morte. A questo va
considerato il fatto che gli adolescenti si
accostano all’alcol sempre più giovani e
numerosi. Forse per far sì che questo fenomeno non continui ad aumentare sarebbero
necessarie delle leggi più severe, che riuscissero a mantenere un maggior ordine tra i
giovani. Francesco Aligo e Damiano Terzo
II Liceo Scientifico
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PAROLA AGLI STUDENTI
FEBBRAIO-MARZO 2014
CULTURA A SCUOLA/2
VIVERE L’ARCHEOLOGIA IN CLASSE
L’Italia è uno dei Paesi più ricchi di reperti
archeologici risalenti a epoche lontane. È
sorprendente pensare che solo qualche
metro sotto le nostre case potremmo
trovare vasi in vetro ancora integri o monili preziosi conservati alla perfezione.
Purtroppo questa consapevolezza non
sempre è tenuta in debito conto: chi ricopre un incarico pubblico, dovendo decidere se costruire o meno una strada o qualche altra infrastruttura in una determinata
zona, spesso preferisce non sollevare
troppe questioni e sbrigare in fretta il
proprio lavoro… con una colata di cemento.
Ci sono poi quelli che desiderano conservare i reperti nel proprio salotto, magari
come un originale porta ombrelli, dimenti-
cando di detenere illegalmente nella propria abitazione un patrimonio archeologico pubblico, ovvero di proprietà dello
stato.
Che dire, inoltre, della maggior parte degli
italiani che vive poco lontano da un sito
archeologico o da un museo, ma che
spesso non ne è consapevole o si dimostra indifferente, a dispetto dei numerosi
turisti stranieri che arrivano da tutto il
mondo per vedere la nostra terra? Quanti
conoscono le origini della propria città? Vi
invito alla riflessione, perché la storia e
l’archeologia fanno parte di noi italiani e
costituiscono un bene che va promosso e
tutelato.
Ebbene la mia classe, insieme alla I scientifico e IV ginnasio, ha potuto partecipare
all’iniziativa scolastica “L’archeologia per la
storia” promossa dalla fondazione della
Cassa di risparmio di Padova e Rovigo.
Questa attività, svoltasi in due momenti
diversi (17 e 20 gennaio), ci ha permesso
di parlare direttamente con un’archeologa, di capire in cosa consiste questo mestiere e di visitare il museo archeologico
di Adria. Insomma non ci siamo lasciati
sfuggire l’occasione di conoscere le nostre
origini.
Giovanni Peghin, II Liceo Scientifico
complessità del
lavoro del restauratore
e
dell'archeologo.
Siamo venuti a
sapere che anche le nostre
campagne possono
essere
campi archeologici tutti da scoprire.
Abbiamo
già
accennato
alla
diversità culturale che caratterizzava Adria, persino superiore a quella di Roma. Queste
culture oggi possono essere conosciute
grazie ai reperti. Gli Etruschi hanno lasciato statuette in bronzo – fra cui un
Ercole interpretato in modo un po' singolare –, le ceramiche e le loro case.
Questa civiltà fu in seguito superata dai
Greci; della loro cultura abbiamo vasi di
ogni tipo, così numerosi che si potrebbe
riempirne una fabbrica: classici, con le
loro eleganti fatture e figure, o ellenici,
dalla pasta grossolana e i disegni abbozzati.
Le tombe sono le “migliori amiche” degli
archeologi: dicono più loro di una civiltà
e del loro possessore di quanto non
faccia un vaso o una statua. Qui i corredi
funebri cambiano a seconda delle epoche: prima modesti ma raffinati, pur con
tutti gli “optional” utili per la vita di un
defunto nell'aldilà, poi esagerati e barocchi.
I funerali e le tombe più spettacolari
sono quelle celtiche. I Celti erano un
popolo guerriero e ciò veniva rispecchiato nei loro riti funebri. Al museo abbiamo visto la ricostruzione del funerale di
un giovane guerriero celtico: la fossa, al
cui interno venivano posti il carro da
guerra e due cavalli, appositamente sacrificati. Veniva poi sacrificato anche il cavallo personale del giovane defunto, per
farlo riposare insieme ai suoi valorosi
animali.
Tutti noi allievi del Barbarigo ci sentiamo
di ringraziare il progetto “Attivamente”
della fondazione Cassa di Risparmio di
Padova e Rovigo per la bella opportunità
che ci è stata offerta.
Elisa, IV Ginnasio
CULTURA A SCUOLA/3
VISITA AL MUSEO DI ADRIA
Il giorno 20 gennaio le classi IV ginnasio
e I e II scientifico si sono recate di
buon'ora al museo archeologico di Adria.
Di solito a noi italiani, quando pensiamo
alla storia antica, viene in mente il museo
egizio del Cairo, l'isola dei musei a Berlino e tanti altri musei in località non
troppo vicine. Per gli studenti del Barbarigo è stata una vera sorpresa scoprire
che la storia l'avevamo... a un passo da
casa.
Nel museo archeologico di Adria viene
esposta, in tutta la sua ricchezza, la collezione Bocchi: una famiglia i cui membri,
per più di un secolo, hanno raccolto e
classificato i reperti storici rinvenuti nei
dintorni, di cui fanno parte manufatti
romani, greci, veneti e celtici. Infatti
Adria, sia prima che durante l'Impero
Romano, era una vera e propria metropoli di altri tempi: fra le sue mura vivevano in pace celti, veneti e persino greci.
Era un porto commerciale e culturale fra
i più importanti dell'epoca. Pensate un
po’ che sorpresa scoprire che, per vedere dal vivo un po’ di storia, non serviva
andare fino a Roma e oltre.
Siamo stati guidati con molta professionalità da un'archeologa e da una restauratrice del museo, che ci hanno condotti
alla scoperta delle nostre origini. Abbiamo potuto toccare con mano
(letteralmente!) antichi reperti: abbiamo
scoperto la lavorazione etrusca della
ceramica, il “bucchero”, l'importanza
dell'ambra nel mondo antico, abbiamo
ammirato la sottile ceramica romana e la
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NUMERO 17
PAROLA AGLI STUDENTI
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ILB AR B A R I G O
IL RACCONTO PREMIATO
UNA NOTTE DI SPERANZA
Domenica 2 febbraio Laura Boscato, studentessa in III Media, ha ricevuto il primo
premio, nella categoria riservata ai ragazzi
delle medie, nell’ambito della quindicesima
rassegna letteraria per racconti brevi “La
Seriola”, indetta dalla biblioteca comunale
di Dolo. Il tema scelto quest’anno era tratto da Le notti bianche di Fëdor Dostoevskij: “Era una notte meravigliosa, una di quelle notti che forse esistono soltanto quando si è giovani…”. Grande soddisfazione in tutto l’Istituto per il riconoscimento, al quale si è unita anche la segnalazione
del Rotary, che Laura dedica a Desirée, una
bambina della Costa d’Avorio adottata a
distanza dalla sua famiglia, a soli 9 anni tragicamente scomparsa in seguito agli scontri
che martoriano il paese africano.
Era una notte meravigliosa, una di quelle
notti che forse esistono soltanto quando
si è giovani, quando si è ancora pieni di
speranze e sembra che tutto sia possibile,
che tutto andrà per il verso giusto. Infatti
quella notte niente poteva spegnere il mio
entusiasmo, niente poteva mettere in
dubbio la mia certezza di poter vivere una
vita migliore. Anche su quel barcone pieno di gente che di speranze ne aveva poche, io non riuscivo a staccare gli occhi da
quello spettacolo meraviglioso.
Ero partita dal mio paese quella mattina
presto, lasciando tutto ciò che avevo.
Non che, in realtà, avessi molto da lasciare. La guerra mi aveva da poco portato via
tutto ciò a cui tenevo di più al mondo: la
mia famiglia. Mi ero presto ritrovata a
dover fare i conti con la fame e la solitudine. Decisi perciò di chiedere ospitalità al
mio parente più vicino, il fratello di mia
madre. Lui mi voleva molto bene e mi
accolse, nonostante dopo la guerra si
fosse ritrovato in una situazione di tale
povertà da non poter garantire ogni giorno un pasto ai suoi figli. Cercavo di contribuire, per quanto potessi, al mantenimento della famiglia. Smisi presto di studiare e
cominciai a trascorrere le mie giornate a
vendere al mercato della città più vicina
quei pochi frutti che i campi di mio zio
potevano ancora dare.
Il mercato era sempre molto affollato e
spesso mi capitava di ascoltare racconti di
paesi lontani, dove la fame non esisteva e
la gente era sempre felice. Spesso mio
padre mi aveva parlato di queste terre,
sostenendo che prima o poi ci sarebbe
andato e avrebbe costruito una grande
casa per me e la mamma e, ascoltando
queste persone, maturava in me il deside-
rio di realizzare il suo sogno di regalarmi
una vita migliore. L'occasione mi si presentò quando sentii che l'indomani sarebbe partito un altro "viaggio della speranza", come li chiamavano certi signori. Ne
parlai con mio zio, il quale, dopo un primo momento di preoccupazione, capì che
sarebbe stata la mia unica speranza per un
futuro senza povertà.
Il giorno dopo, prima dell'alba, ci incamminammo verso il molo; mio zio portò tutto ciò che poteva permettersi e io tutti i
miei risparmi. Fui affidata ad un'amica
dello zio, che per portarmi con sé mi
spacciò per sua figlia. Lo abbracciai forte.
Fu il momento più doloroso. È vero che
non avevo molto da lasciare, ma lui era
tutto ciò che mi rimaneva. Non lo avrei
mai più rivisto.
Il barcone era sovraffollato di gente di
ogni tipo: uomini, donne e bambini, che
piangevano spaventati da quell'enorme
massa accalcata in cosi poco spazio. Partimmo al calar del sole e l'oscurità ci avvolse quando fummo in mezzo al mare.
Ero spaventata e affamata, mentre guardavo quei volti sconosciuti pieni di dolore.
Fu allora che, per distogliere lo sguardo,
alzai gli occhi al cielo e vidi quelle meravigliose stelle; allora tutto cambiò, tutta la
mia paura si trasformò in coraggio.
Il viaggio fu interminabile. Durante il giorno non c'era riparo al sole cocente e la
poca acqua che ci dividevamo sembrava
non dissetare mai. Eravamo costretti a
mangiare di nascosto per paura che gli
uomini potessero usare la forza per rubarci il cibo. L'odore nauseante si faceva
ogni giorno più intenso e i bambini non
smettevano mai un pianto che sembrava
inconsolabile. La notte invece il freddo si
faceva pungente ed il mare nero come la
pece sembrava più minaccioso che mai. Il
giorno peggiore fu senza dubbio quando
un forte vento ci portò in mezzo ad una
tremenda tempesta. Onde gigantesche
scuotevano violentemente la nostra ormai
precaria imbarcazione, mentre l'acqua
salmastra entrava da ogni parte. Le urla
strazianti delle madri si confondevano a
quelle di terrore dei loro figli. Gli uomini
si agitavano; ne vidi anche qualcuno cadere in mare. Ero terrorizzata e per la prima
volta nella mia vita capii che cosa significasse davvero avere paura di morire. Mi
rannicchiai in un angolo, chiusi gli occhi e
pregai. Pregai come non avevo mai pregato prima. Non so esattamente quanto
durò, ma ad un tratto il vento si placò;
non si udiva più nessun rumore, solo l'abbattersi lieve delle onde sul nostro scafo.
Eravamo ormai tutti sfiniti, avevamo finito
acqua e cibo, i bambini avevano pianto
tutte le loro lacrime, quando qualcuno
urlò, indicando una debole luce in lontananza.
Guardammo tutti e fu un esplodere di
urla e risate di chi aveva ormai perso la
speranza di farcela. Io mi alzai. Ero debolissima. Guardai verso quelle luci e fui
colta da un inspiegabile terrore: perché
ero lì? Perché avevo abbandonato un
paese che amavo per una terra sconosciuta? Quale futuro realmente mi aspettava?
Ero sola.
Fu allora che alzai nuovamente lo sguardo
verso il cielo: le mie stelle erano lì; stavo
guardando lo stesso cielo che illuminava il
mio amato paese. Era una notte meravigliosa. Pensai a mio papà, ai suoi sogni.
Ora niente avrebbe potuto fermarmi.
Laura Boscato, III Media
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PAROLA AGLI STUDENTI
FEBBRAIO-MARZO 2014
LE RECENSIONI DEGLI STUDENTI/2
LEGGERE, CHE PASSIONE!
La fattoria degli animali
di George Orwell
In un periodo indefinito, nei pressi della
campagna inglese, George Orwell ci accompagna a conoscere gli eventi che portano un semplice fattoria, gestita dal signor Jones, a trasformarsi rapidamente
nel luogo di una vera e propria rivoluzione. Gli animali, stanchi di essere sfruttati
senza ricavare alcun profitto dal loro duro
lavoro, si ribellano al loro padrone scacciandolo definitivamente dalla proprietà.
Rincorrono il sogno, profetizzato da un
vecchio e saggio verro, di una società in
cui poter essere liberi artefici del proprio
destino. Su questi ideali nasce ben presto
il movimento dell’Animalismo, sintetizzato
in Sette Comandamenti assoluti che sanciscono l’uguaglianza fra tutti gli animali e i
principi da rispettare per non cadere in
quei vizi che rendono gli umani così riprovevoli. L’uomo, il nemico per eccellenza, è
dunque respinto e gli animali per la prima
volta possono decidere delle loro vite e
perseguire la felicità e la soddisfazione
nella nuova Fattoria degli animali.
Tuttavia in questo scenario quasi fiabesco
si insinua presto un’ombra: i maiali, gli
animali più intelligenti della fattoria, scaltramente diventano la classe dirigente,
ponendosi sempre di più in una posizione
di superiorità rispetto ai compagni e arrivando a infrangere i sacri comandamenti
che loro stessi avevano precedentemente
vergato. Gli altri animali, più ingenui e
ottusi, si lasciano così facilmente abbindolare da non accorgersi del cambiamento
radicale, avvenuto sotto i loro occhi, che
ha rovesciato tutti gli ideali per cui avevano lottato contro l’uomo. La società egualitaria della fattoria si trasforma in una
dittatura, in cui ognuno dei Sette Comandamenti è stato ormai rinnegato e perfino
il motto di uguaglianza fra gli animali stessi
è stato stravolto in “Tutti gli animali sono
uguali, ma alcuni sono più uguali degli
altri”. Ciò che colpisce, in questo romanzo di Orwell, è la capacità dell’autore di
celare in una storia, che potrebbe apparire come una favola per bambini, la satira
contro un regime totalitario realmente
esistito. Gli eventi narrati, infatti, si presentano come una critica romanzata della
Rivoluzione Russa e del regime sovietico
staliniano, ma il messaggio della storia si
spinge ben oltre, fino a diventare un’allegoria della società odierna con i suoi giochi di potere, le sue falsità e ipocrisie. In
poche centinaia di pagine, Orwell mette a
nudo con straordinaria efficacia ed espressività uno dei vizi più radicalmente connaturati nell’uomo: la sua brama di potere,
di possedere senza limiti. Perfino l’animo
mosso dai più alti e nobili ideali, più determinato e giusto nella sua missione, qualora venga posto di fronte al potere, perde i
propri riferimenti e inevitabilmente tentenna, arrendendosi troppo spesso alla
propria avidità. Nella rivoluzione degli
animali, che in fondo non è che una disillusa metafora di qualsiasi rivoluzione, i nuovi
detentori del potere cadono nella corruzione, arrivando non solo a rinnegare ogni
ideale professato in precedenza con tanta
convinzione, ma diventando addirittura
quegli stessi aguzzini da cui tanto avevano
inizialmente desiderato di liberarsi, in un
tragico, crudele paradosso: “dall'esterno
le creature volgevano lo sguardo dal maiale all'uomo, e dall'uomo al maiale, e ancora dal maiale all'uomo: ma era già impossibile distinguere l'uno dall'altro”,
Orwell ci presenta una storia che fa sorridere e riflettere, lasciandoci scoprire durante la lettura quanto la realtà della Fattoria degli animali sia tutt’altro che estranea alla nostra e come ognuno di noi
possa decidere di essere uomo, maiale o
qualsiasi altro ingenuo animale della fattoria. Sta solamente a noi il compito di scegliere.
Alessandra Lovison, V Liceo Scientifico
L’ombra del vento
di Carlos Ruiz Zafon
Questo libro è uno dei migliori racconti
che abbia mai letto. È molto appassionante e avventuroso e rapisce il lettore in
modo avvincente. Niente di questo racconto è prevedibile e proprio in questo
consiste la bravura dell’autore: chi legge
non si annoia mai, ma è sempre pronto a
sorprendersi.
Francesco Apolloni, II Liceo Scientifico
All’età di undici anni Daniel viene portato
dal padre nel Cimitero dei Libri Dimenticati,
dove sceglie quello che sarà per sempre il
suo libro del cuore: L’ombra del vento di
Julian Carax. Lo legge tutto in una notte e
decide di cercare informazioni sull’autore
per poter leggere altre sue opere, ma
scopre che queste sono quasi introvabili:
tutte le copie esistenti sono state bruciate
sistematicamente in circostanze poco
chiare. Il mistero si infittisce quando un
uomo dalla faccia divorata dalle fiamme gli
si avvicina intimandogli di vendergli il libro
di Carax, ma Daniel si rifiuta negando di
possederlo… Il ragazzo comincia così
un’investigazione che lo porterà a far riaffiorare amori impossibili, passioni controverse, amicizie assolute e follie omicide e
a restituire la voce e la penna a uno
“scrittore maledetto”, scoprendo che in
fondo le loro esistenze sono sempre state
legate a un doppio filo…
Maria Chiara De Canale,
I Liceo Scientifico
L’ombra del vento: un romanzo di Carlos
Riuz Zafon: una storia d’amore, di odio e
di sogni vissuti all’ombra del vento.
Damiano Terzo , II Liceo scientifico
Hunger Games
di Suzanne Collins
Il romanzo è ambientato in un Nord
America post apocalittico. Protagonista è
la sedicenne Katniss Everdeen, che vive
nella terra di Panem, divisa in distretti e
governata da un regime totalitario con
sede a Capitol City. In seguito ad un passato tentativo di rivolta, ogni anno da
ciascun distretto vengono scelti un ragazzo e una ragazza per partecipare
agli Hunger Games, un combattimento
mortale trasmesso in televisione.
Un romanzo questo, che sembra richiamare le storie dei gladiatori dell’antica
Roma e il sistema socio-politico raccontato da Orwell in 1984 e che, primo di una
trilogia, ha fatto impazzire il mondo intero. Per me è stato una vera e propria
miscela esplosiva di sentimenti e azione:
se la mia lettura veniva interrotta per
impegni scolastici sentivo l'eco della voce
della protagonista Katniss chiamare il mio
nome e invitarmi a continuare a leggere;
così finivo in fretta e furia i compiti per
ributtarmi nella lettura. Quando ho finito
il primo libro mi sono precipitata nella
libreria vicino a casa per comprarmi il
secondo volume. Insomma, quale effetto
collaterale di questo libro, posso individuare la totale dipendenza alla lettura!
Giada Gori, II ITE
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ASSOCIAZIONI
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AGIB
UNA MATTINATA INSIEME AL SANTO
Sabato 25 gennaio l’Associazione Genitori
dell Istituto Barbarigo (AGIB) ha organizzato una visita molto particolare alla Basilica di S.Antonio.
Ci siamo trovati in circa 40 persone nel
sagrato della Basilica, accolti da P. Giuliano
Abram che ci ha fatto da guida. Inizialmente abbiamo visitato la Scoletta del Santo e
l’oratorio di San Giorgio, adiacenti alla
basilica. Abbiamo potuto ammirare una
serie di affreschi, veri capolavori che narravano scene del Vangelo e momenti della
vita di S. Antonio, il tutto spiegato e raccontato con molta competenza e coinvolgimento da parte di P. Giuliano. Ci siamo
poi diretti verso la basilica attraversando
chiostri e passaggi normalmente non accessibili al pubblico, dando cosi un tocco
molto particolare e suggestivo alla visita.
Sempre accompagnati da P. Giuliano all’interno della Basilica abbiamo avuto anche
la possibilità di vedere la sacrestia e il
retro dell’altare, dove si possono apprezzare da vicino delle meravigliose opere del
Donatello. Il tutto è durato circa tre ore,
sono “ volate” grazie all’abilità dell’oratore e alla bellezza di quanto ci è stato fatto
vedere e abbiamo avuto la possibilità di
ammirare.
Il direttivo Agib
AGIB
PARLIAMO DEL PADRE
Tre incontri sulla paternità con Don
Roberto Ravazzolo
PROGRAMMA
Giovedì 20 febbraio 2014, ore 20.45
Cosa resta del padre?
riflessioni in margine alla lettura del libro
di Massimo Recalcati
Giovedì 13 marzo 2014, ore 20.45
Abramo, Ettore, Giuseppe: figure paterne
a confronto
Giovedì 27 marzo 2014, ore 20.45
Onora il padre e la madre. Parole disattese: ma da chi?
COMPAGNIA TEATRALE “OMBRE DI VERITÀ”
“DESTINATARIO SCONOSCIUTO” IN TOURNÉE
In occasione della giornata della memoria, la compagnia teatrale Ombre di Verità
ha messo in scena il dramma Destinatario
sconosciuto, tratto dal romanzo di Katherine Kressmann Taylor, scritto nel
1939. Lo spettacolo, presentato il 26
gennaio ad Albignasego, il 27 a Vigonza
e il 31 a Treponti di Teolo, è intenso e
profondo. L'argomento di per sé è molto toccante, e la storia, raccontata tramite lo scambio epistolare di due amici,
l’ebreo Max (interpretato da Toni Da
Re) e l’”ariano”Martin (interpretato da
Dino Gasparoni), aiuta a comprendere
la gravità e la drammaticità di quel periodo grazie anche all'accompagnamento
musicale alla chitarra di Gianluca Gallo.
Il pubblico si è dimostrato attento, interessato e riflessivo, concentrato soprattutto sul cambiamento di Martin che, a
causa della sua lealtà per la madre patria
e per il führer, mette drasticamente fine
all'amicizia con Max. L'allontanamento e
la chiusura di Martin portano Max a
reagire con rabbia e frustrazione. Alla
fine il pubblico rimane attonito e in silenzio, quasi accettasse e comprendesse
il comportamento di Max, la sua rabbia,
e l'esasperazione a cui è giunto invece
Martin. La nuova sceneggiatura, le immagini proiettate e l'interpretazione dei
personaggi hanno reso lo spettacolo
ancora più “reale”, aiutando il pubblico
a entrare nel dramma di un popolo e di
un’intera epoca.
Federica Martelli
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SCUOLA
FEBBRAIO-MARZO 2014
PROPOSTA QUARESIMALE
CON IL CUAMM DALLA PARTE DELLE MAMME E DEI BAMBINI
Quest’anno al Barbarigo le feste sono
state vissute in maniera diversa, mettendo al centro la solidarietà. L’Istituto
appoggia Medici con l’Africa – Cuamm,
coinvolgendo studenti, famiglie e personale nel progetto Prima le mamme e i
bambini. L’obiettivo è di offrire a quante
più donne africane l’accesso a un parto
sicuro e gratuito. Fino a Pasqua sarà
possibile dare un sostegno concreto
all'intervento, che riguarda quattro paesi
africani: Angola, Etiopia, Uganda e Tanzania. Ancora oggi qui si muore di parto:
solo in Angola addirittura 14 neomamme su 1.000. La popolazione interessata
dall’iniziativa è di circa 1.300.000 persone, con 4 ospedali principali e 22 centri
di salute periferici che possono garantire
il parto sicuro; l'obiettivo è di raddoppiare in cinque anni il numero dei parti
assistiti nelle aree interessate, passando
dagli attuali 16.000 a oltre 33.000. «In
questi paesi si soffre per la mancanza di
strutture sanitarie adeguate – dice don
Lorenzo Celi, animatore spirituale del
Barbarigo e sostenitore del progetto –
per questo “Prima le donne e i bambini”
per noi non vuole essere solo il nome di
un progetto, ma un impegno quotidiano
per queste mamme e questi bambini».
Bastano 15 euro per garantire un trasporto in ambulanza, 40 per l’assistenza
medica durante il parto, 100 per un
cesareo, 250 per formare di un’ostetrica. I problemi sono molti, a volte però
risolvibili con poco.
SERVIZI ALLA PERSONA
ASCOLTARE PER COMPRENDERE E AIUTARE
Anche quest’anno il Barbarigo, nell’ottica di confermarsi scuola della per la
persona, prosegue il servizio di ascolto e
counselling rivolto a tutti gli studenti (ed
eventualmente ai genitori e ai docenti).
Un tempo e un luogo di accoglienza di
istanze e problematiche (disagi, necessità, bisogni) dei ragazzi, per fornire un
supporto alla crescita di ciascuno e anche per l’orientamento in uscita. Viene
pensato come un servizio di cura, nel
senso di prendersi cura delle persone
(caring) ma non di prescrivere cure
(curing): quindi un modello non di tipo
sanitario-clinico-medico (prestazioni
verso un “paziente”), ma nello stile della
cura individuale, personalizzata, che
richiede la partecipazione e il coinvolgimento delle persone interessate. Gli
appuntamenti sono individuali, anche su
invito/proposta del Consiglio di Classe,
e si svolgono presso l’Istituto. Per prenotare ci si può rivolgere al preside o
alle docenti referenti, anche via mail:
[email protected]. Gli orari sono
liberi, da concordare con l’operatore,
dentro o fuori l’orario scolastico, Il servizio viene organizzato in collaborazione/convenzione con il Centro Universitario di Padova (via Zabarella) e si avvale
della disponibilità di professionisti e tirocinanti già attivi in tale Centro.
DIDATTICA E ORIENTAMENTO
UN CORSO PER PREPARARSI AL TEST DI MEDICINA
È partito per i ragazzi dell’ultimo anno
delle superiori un corso di preparazione
per il test di ingresso al corso di laurea
in medicina, che quest’anno si terrà per
la prima volta in primavera, ovvero l’8
aprile.
A condurlo è la professoressa Francesca
Toffanin, che insegna scienze al classico
e allo scientifico. «La richiesta è partita
da alcuni studenti, che sentivano di avere alcune lacune da colmare – spiega la
docente –. Tanto più che attualmente le
materie insegnate nell’ultimo anno sono
molto diverse da quelle che formeranno
l’oggetto della prova».
Successivamente la proposta è stata
estesa anche agli altri allievi interessati:
«appena l’hanno saputo molti si sono
aperti in un sorriso, altri mi hanno ringraziato. È anche un modo per esser
loro vicini, sostenerli, capirli nello sforzo che stanno facendo».
Oggi sono una decina i ragazzi che si
incontrano ogni giovedì per due ore di
lezione. Gli incontri sono partiti il 23
gennaio: nelle prime tre lezioni è stato
affrontato il ripasso dei programmi di
biologia e di genetica, mentre nelle
prossime si studieranno il corpo umano
(4 lezioni) e chimica (3 lezioni).
«Cerco di essere sintetica ma non val la
pena di correre troppo – continua la
Toffanin –, altrimenti si rischia che ai
ragazzi non rimanga niente».
Intanto la data della prova si avvicina, e
anche gli insegnanti vivono le stesse
ansie degli studenti: «Purtroppo si tratta
di test molto selettivi, che rischiano
davvero di chiudere le porte a ragazzi
che magari hanno la buona volontà e le
qualità umane per essere buoni medici.
Tanti poi li tentano la seconda o la terza
volta, magari avendoli provati solo pochi
mesi fa ed essendosi dedicati nel frattempo solo a prepararsi. Chi deve anche preparare la maturità purtroppo
parte svantaggiato».
Coraggio ragazzi!
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SCUOLA/PERSONE
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SCAMBI INTERNAZIONALI
L’AMBASCIATORE, EX ALLIEVO, PASSA A SALUTARE
Lo scorso 7 febbraio le classi II Liceo
Classico e IV Ite, in visita in Norvegia per
lo scambio internazionale con la scuola
di Askim (appartenente come il Barbarigo al network europeo d’eccellenza Elos)
hanno ricevuto la visita dell’ambasciatore
Giorgio Novello, ex allievo del Barbarigo. Nella foto: gli studenti consegnano al
diplomatico il gagliardetto e una copia
del magazine dell’Istituto. Nato a Dolo
nel 1960 e sposato con tre figli, Novello
è entrato alla Farnesina nel 1986, ricoprendo successivamente numerosi incarichi di altissimo rilievo, sia presso il
Ministero che nelle più importanti rappresentanze all'estero. È cavaliere ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica
Italiana (OMRI).
EX ALLIEVI
IL CORAGGIO DI CATERINA
Si è parlato molto, soprattutto tra la fine di
dicembre e l’inizio di gennaio, della storia di
Caterina Simonsen, la ragazza insultata e
minacciata da estremisti per le sue posizioni a favore della ricerca e della sperimentazione animale.
Una vicenda che il 29 dicembre è arrivata
addirittura alla prima pagina dei maggiori
quotidiani e in tutti i tg.
Non tutti sanno che non solo Caterina è
un’ex allieva dell’Istituto, avendo frequentato le classi del Liceo Scientifico Barbarigo,
ma che il rapporto con la sua ex scuola è
durato anche dopo il diploma. Proprio questo notiziario bimestrale è stato il primo a
pubblicare un’intervista a Caterina (sul n.
11), che di seguito riproponiamo.
Caterina Simonsen, 24 anni, ex allieva
del Liceo Scientifico del Barbarigo, sabato 17 novembre 2012 ha incontrato i suoi
colleghi più giovani per parlare della sua
malattia, e soprattutto dell’impegno che
ne è nato a favore delle persone che si
trovano nelle sue stesse condizioni. «Nel
2009 mi è stata diagnosticata una malattia
genetica rara, chiamata deficit di alfa-1
antitripsina», racconta Caterina. «La malattia colpisce il fegato e i polmoni, e obbliga a fare 7 – 9 aerosol al giorno, oltre a un
altro trattamento che dura dalle 3 alle 6
ore al giorno».
Eppure Caterina si è messa in testa
di correre nella sua condizione… una
maratona! «Mi sto preparando da maggio.
Sono arrivata a fare 7 km in un’ora, portandomi dietro la bombola con 6 litri di
ossigeno e alternando corsa e camminata. Adesso da due mesi ho una brutta
bronchite, ma ho già iniziato ad allenarmi
con gli step in casa».
L’obiettivo è di provare a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza
della ricerca per le malattie rare, ed è
anche per questo che è venuta ad incontrare i ragazzi del Barbarigo: «Me lo ha
proposto la professoressa Zotti una volta
che è venuta a trovarmi a casa. Le ho
detto che volevo correre la maratona e
mi ha chiesto di condividere l’esperienza
con gli studenti». Il volontariato infatti non
riguarda solo determinate categorie sociali, come i poveri e gli anziani: può succedere a tutti di trovarsi prima o poi nella
situazione di dover chiedere aiuto.
Caterina ha parlato dell’associazio-
ne Alfa1atonlus, che si occupa delle persone che soffrono della stessa malattia: «Al
momento esiste una terapia a base di
prolastina, che però costa 300.000 euro al
mese ed è riservata a chi è in attesa di
trapianto. È importante mantenere alta
l’attenzione sulle malattie rare,visto che
per le compagnie farmaceutiche non è
economico investirci».
Com’è andata al Barbarigo? «Ho spiegato la mia situazione, del fatto che è importante donare organi e sangue, anche
per dare un futuro a tanti giovani. I ragazzi sono stati molto carini, mi hanno chiesto da dove tiro fuori l’energia per andare
avanti. Alcuni hanno pianto, una ventina sono venuti da me a parlami, mi hanno chiesto se potevano aggiungermi su
Facebook». Grazie Caterina, e tanti auguri.
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APPUNTAMENTI
FEBBRAIO-MARZO 2014
IL 15 FEBBRAIO DI NUOVO INSIEME PER DANTE
CALENDARIO
Sabato 15 febbraio, alle ore 16 nel chiostro dell’Istituto (Sala Ramin) riprende
con il terzo appuntamento il ciclo delle Conversazioni su Dante condotte dal
mitico professor Federico Talami. La
lettura e il commento riguarderanno il
canto XXXIII dell’Inferno e si svolgeranno in sala Ramin, con accesso da via
Rogati 17 e possibilità di parcheggio
interno da via del Seminario.
Federico Talami è stato docente di materie letterarie al Barbarigo per quarant'anni e sindaco di Abano tra il 1960
e il 1979. La rassegna è organizzata
dall’Associazione ex Allievi del Barbarigo (tel. 333.7899783, email: [email protected]): gli incontri sono aperti al pubblico, partico-
FEBBRAIO
larmente indicati per gli studenti delle
superiori e per gli appassionati.
I prossimi appuntamenti si terranno
il 29 marzo (canto XI del Purgatorio) e
il 3 maggio (canto XI del Paradiso).
LINGUE STRANIERE
MUSICA
CORSI
INGLESE SCIENTIFICO
CORSI DI FISARMONICA
FILOSOFIA
Le lingue sono fondamentali per lo studio e per il lavoro, e questo al Barbarigo si sa da tempo.
Per questo alle diverse iniziative già in
campo l’Istituto ora aggiunge per i ragazzi delle quinte superiori, anche un
breve corso (9-10 ore) di inglese scientifico, diretto essenzialmente alla lettura
testi scientifici.
Gli incontri partono il 10 febbraio e si
tengono il lunedì tra le 14.30 e le15.30.
Docente è Mara Casalini, già in servizio
al Fermi, che nel suo curriculum può
annoverare una laurea in biologia e un
PhD alla St. Andrews University. Maggiori
informazioni in segreteria o chiedendo
alla prof. Coeli.
Da marzo l’Associazione “Amici di Don
Floriano”, il cui obiettivo è di diffondere
la cultura musicale tra grandi e piccini,
inaugura un nuovo corso musicale per
fisarmonica.
Le lezioni, aperte a grandi e piccini,
saranno impartite dal maestro Nereo
Fiori, molto apprezzato nel territorio
sia per il suo repertorio folcloristico
che classico.
Sempre a marzo partirà anche un secondo corso di propedeutica musicale
per bambini, ogni mercoledì alle 16.30.
È comunque possibile iscriversi in corso
d’anno anche per gli altri strumenti.
Per informazioni e iscrizioni: Tel.
346.6973949
Il professor Martino Dalla Valle, docente di storia e filosofia al Barbarigo, terrà
nelle prossime settimane anche due
corsi di filosofia aperti a tutti presso la
libreria La forma del libro di via XX settembre, a pochi passi dall’Istituto.
I corsi saranno dedicati alla "Filosofia
dell'esistenzialismo" e a "Filosofia e letteratura", e prenderanno il via rispettivamente il 18 febbraio (alle 16.30) e il
27 febbraio (alle 18.30).
Ulteriori informazioni si trovano sul sito
della libreria: www.viaventisettembre.it/
project/corso-di-filosofiadellesistenzialismo/
www.viaventisettembre.it/project/
filosofia-e-letteratura/
15
20
28
Conversazioni su Dante con il
prof. Talami (ore 16)
1° Incontro sul padre, con don
Roberto Ravazzolo (ore 20.45)
Chiusura iscrizioni on line
MARZO
1
L’ARCHIVIO DI DON FLORIANO
III Liceo Classico 1980 (Foto di Giuliana Allen). Si riconoscono Carlo Costa, Valentina Giobba, Patrizia Schiavon, Giovanni Carraro, Giancarlo Passerini, Giorgio Mattaliano Belforti e Isabella Gasparetto.
2-5
13
27
29
Concerto Ensemble d’arpe
Floriana a Cortina.
Sospensione lezionie
2° Incontro sulla paternità
(ore 20.45)
3° Incontro sulla paternità
(ore 20.45)
Conversazioni su Dante (ore 16)
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pubblicazione informativa bimestrale dell’Istituto Barbarigo, scuola paritaria (Scuola
Media, Ginnasio Liceo Classico, Liceo
Scientifico, Liceo Musicale, Istituto Tecnico
Economico).
Direttore:
Don Cesare Contarini
Coordinamento di redazione:
Daniele Mont D’Arpizio
Via dei Rogati 17, 35122 Padova
Tel. 049-8246911 - Fax 049-8246950
Hanno collaborato
a questo numero:
Francesco Aligo, Alexandra Apicella, Francesco Apolloni, Rachele Battan, Laura
Boscato, Lorenzo Celi, Margherita Coeli,
Maria Chiara De Canale, Elisa Francon,
Catia Giordan, Giada Gori, Alessandra
Lovison, Federica Martelli, Chiara Pegge,
Giovanni Peghin, Asya Peruzzo, Federica
Rigobello, Elisa Temporin, Damiano Terzo.
[email protected]
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Numero 17 - Barbarigo