L’incontro a Novara di san Gaudenzio con sant’Ambrogio Questo opuscolo è stato pubblicato per ricordare l’incontro a Novara di san Gaudenzio con sant’Ambrogio, avvenuto intorno all’anno 396. In occasione della festività del santo patrono, il Maestro novarese Bruno Polver ha realizzato un mosaico che raffigura il miracolo del fiore, compiuto da san Gaudenzio proprio in occasione della visita a Novara di sant’Ambrogio, vescovo di Milano. L’opera, dedicata a Giuseppe Ferrari nella ricorrenza del terzo anniversario della sua scomparsa, è stata installata sullo scalone di Palazzo Cabrino, sede del Comune di Novara in Via Fratelli Rosselli 1, ed è visibile al pubblico durante l’orario di apertura degli uffici comunali. Novara, 19 gennaio 2010 -1- Fra storia e tradizione A Novara il 22 gennaio si celebra la Festa Patronale di San Gaudenzio. In mattinata si svolge la processione lungo il centro storico cittadino, con arrivo del corteo nella Basilica di San Gaudenzio, dove ha luogo l’”Offerta del Fiore”, a ricordo di uno dei miracoli compiuti dal vescovo novarese. La tradizione racconta che sant’Ambrogio, vescovo di Milano, si era recato a Vercelli per cercare di risolvere le aspre controversie che erano sorte, dopo la morte del vescovo Limenio successore di Eusebio, per l’elezione del nuovo vescovo. La giornata era stata faticosa e contrastata, Ora Ambrogio tornava verso la sua città: il percorso era lungo, la grande pianura si stendeva silenziosa tra boscaglie e corsi d’acqua, le cavalcature camminavano di buon passo, ma la giornata volgeva al tramonto. Ambrogio avrebbe voluto fare una sosta a Novara, per incontrare Gaudenzio, ma la fretta lo spingeva. Passano oltre. Ma dopo un breve tratto di cammino improvvisamente il cavallo si ferma. Invano Ambrogio lo sprona e lo incita a proseguire. Non servono le esortazioni né le percosse: la bestia rimane immobile e ostinata, come fosse sull’orlo di un precipizio mortale. All’improvviso il vescovo capisce: forse qualcosa di superiore è intervenuto a fermare il suo cammino. Egli segue il miracoloso avvertimento, volge indietro il cavallo e, tornato sui suoi passi, fa sosta a Novara. Gaudenzio sente l’arrivo del vescovo Ambrogio quasi per illuminazione interiore, ed esce dalla città ad incontrarlo. Tutto si svolge sul filo leggendario del soprannaturale: lo Spirito illumina entrambi facendoli profeti, l’uno del futuro dell’altro: nella luce del tramonto essi si abbracciarono fraternamente, e Ambrogio all’improvviso esclama: “Di questa città, tu sarai vescovo!”. E’ la predizione di un futuro ormai prossimo, alla quale Gaudenzio ne fa seguire subito un’altra: “Ma non sarai tu a consacrarmi tale”. L’incontro si colloca nell’anno 396: Gaudenzio sarà nominato vescovo nel 398 e Ambrogio morirà nel 397. La vicenda dei due prelati poi continua con una poetica aggiunta: la sera è ormai discesa avvolgendo tutto nell’oscurità. La pianura è fitta di boscaglie ed è necessario trovare un guado per attraversare l’impetuoso torrente Terdoppio e il ponte o un traghettatore per superare il grande corso del Ticino. Le campagne sono infestate dai briganti. E’ inverno e fa molto freddo. Gaudenzio non vuole che il suo confratello si avventuri fra tanti pericoli e lo induce a fermarsi per la notte nella sua povera casa. Ed ecco, per rallegrare la mensa spoglia ed arricchirla, che miracolosamente Gaudenzio fa sbocciare nel suo piccolo giardino rose profumate e coglie dagli alberi frutta da offrire al suo ospite. Tratto da “Vita di san Gaudenzio primo vescovo di Novara”, Capitolo dell’Insigne Basilica di san Gaudenzio - Novara, di Maria Panagia, Walther Ruspi e Agostino Temporelli -3- Bruno Polver, artista di fama indiscussa oltre che illustre concittadino, ha ideato, insieme ad alcuni amici l’iniziativa di donare alla Città di Novara un suo nuovo mosaico. Il soggetto di quest’opera è l’incontro fra san Gaudenzio ed il vescovo di Milano sant’Ambrogio e in esso è raffigurato il noto miracolo del fiore, che ancora oggi Novara celebra durante la festa patronale del 22 gennaio. Proprio il soggetto in questione, ricco di significati non solo religiosi data la nota valenza civica della figura di san Gaudenzio, ci ha convinti a posizionarlo a palazzo Cabrino, sede del Municipio, dove tutti potranno ammirarlo. Ciò anche in ragione del legame forte della città con il suo santo patrono che si rinnova di continuo anche attraverso iniziative simili, dalla forte valenza identitaria. Bruno Polver nel corso della sua carriera ha lasciato svariati segni del suo amore per Novara e lo ha fatto attraverso importanti opere ed imponenti realizzazioni artistiche esposte anche nei luoghi centrali della città. Ne è un esempio il mosaico di corso Cavour, che è visibile a tutti i novaresi e che rappresenta una pagina viva della storia di Novara. Per tutte queste ragioni ci sembrava dunque opportuno che un secondo mosaico di Polver trovasse collocazione nel palazzo comunale. L’abbiamo ritenuto anche un modo per valorizzare un artista che sa leggere l’essenza della sua città natale ed a manifestarla attraverso le sue capacità artistiche che lo hanno portato ad esporre in sedi prestigiose in tutto il mondo, da Milano a New York, da Barcellona a Parigi. Un vivo ringraziamento doveroso da parte dell’amministrazione comunale, oltre che all’artista, va a tutti coloro i quali hanno collaborato attivamente a questa iniziativa e ne hanno condiviso obiettivi e finalità. Il Sindaco di Novara Massimo Giordano Comune di Novara -4- Ambrogio. Gaudenzio. Simpliciano. Milano. Novara. Dovremmo aggiungere Eusebio e Vercelli, perchè dal cenobio del santo vescovo di Vercelli proveniva Gaudenzio e ne fu talmente familiare da seguirlo nell’esilio a Scitopoli. Da quel remoto angolo di Cappadocia Eusebio inviò lettere di esortazione alla sua e ad altre chiese, tra cui i cristiani di Novara, non ancora Diocesi. Qui si inserisce Ambrogio, punto di riferimento delle comunità cristiane attorno a Milano, allora capitale dell’Impero. Che Ambrogio abbia incontrato il discepolo di Eusebio, Gaudenzio, è dunque ampiamente probabile. Che Gaudenzio sia stato ordinato vescovo dal successore di Ambrogio, Simpliciano, è storia. Come sia avvenuto l’incontro tra Ambrogio e Gaudenzio ci piace sentircelo raccontare dalle cronache dell’XI secolo e vedercelo rappresentare dagli artisti, da Gaudenzio Ferrari nella predella del polittico, dai Fiammenghini sui teleri, dai Beretta sui bronzetti dell’altare maggiore. E ora da Bruno Polver nel suo mosaico, geniale per forma e materiale. Egli si inserisce nel solco della tradizione, che non è “leggenda” o “favola”, ma è racconto ricco di suggestioni fortemente impiantato sulla storia e sulla fede. E alle radici di questa tradizione si pone la nascita della Chiesa di Novara: dalla santità di Eusebio e dalla imposizione delle mani di Ambrogio. Questo, infatti, è il “miracolo” della Chiesa: una ininterrotta serie di uomini che, attraverso l’imposizione delle mani, da vescovo in vescovo si ricollega all’età apostolica. Sono uomini comuni e dunque fragili e peccatori, ma anche, spesso, esemplari e santi. Sono i pastori della Chiesa. Ognuno, poi, è libero di operare le proprie scelte. Restano, tuttavia, queste radici cristiane assai più ricche che ingombranti, solo che le si guardino con occhio libero da pregiudizi. Così anche la storia (e l’immagine) di questo incontro ci parla di valori forti, di unità d’intenti per il bene comune, di convergenza di intelligenze e di volontà al servizio della gente. Che è esattamente ciò di cui, oggi, più di ogni altra cosa, abbiamo assoluto bisogno. canonico Carlo Maria Scaciga direttore dell’Ufficio per i Beni Culturali della Diocesi di Novara -5- Bruno Polver Nato a Novara nel 1932, studia al Liceo Artistico di Brera e, successivamente, si diploma in decorazione. La serie delle esposizioni personali dedicate all’opera dell’artista, aperta nel 1960, con una rassegna alla Galleria Alberti di Verbania, comprende numerose rassegne, tra le quali si ricordano le mostre alla Galleria L’Immagine di Torino nel 1965, alla Galleria La Cruna di Novara nel 1968, 1979 e 1986, alla Galleria Quarantadue di Bologna nel 1969, alla Galleria La Toleta di Venezia nel 1972, alla Galleria L’Incontro di Borgomanero nel 1973, alla Galleria La Cittadella di Torino nel 1983, alla Galleria Sorrenti di Novara nel 1990, a Marano Ticino nel 1995, al Castello Visconteo di Massino Visconti nel 1998, alla Famiglia Artistica di Milano nel 2000, alla Galleria City di Lignano Sabbiadoro sempre nel 2000 e al Castello Falletti di Barolo nel 2002. Molte anche le collettive alle quali l’artista prende parte: tra le più importanti si segnalano le presenze a “9 pittori novaresi” ad Orta S. Giulio nel 1959, a “Uno di New York e 20 pittori” alla Galleria La Cruna di Novara nel 1960, alla “Mostra Internazionale di Arte” di Torre Pellice nel 1962,1965,1967,1975 e 1981, all’inaugurazione della Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Torre Pellice nel 1963, al “Premio Internazionale Juan Mirò” di Barcellona nel 1967, a “Linee della giovane arte torinese” a Torino nel 1969, alla “Mostra Nazionale di Grafica” ad Arezzo nel 1973, al “Premio Montecitorio” di Roma nel 1979, a “Arte 80 un confronto” al Salone dell’Arengo di Novara nel 1979 e a Gallarate nel 1980, al “Salon des Nations” a Parigi nel 1982, ad “Artexpo” a New York nel 1983 e a Los Angeles nel 1988, a “Itinerari della spiritualità contemporanea” a Palazzo dei Vescovi di Novara nel 1990, a “Generazioni a confronto” alla Galleria La Meridiana a Messina nel 1993, a “Nave Italia e Acquario” a Genova nel 1995, a “Arte da Mangiare, Mangiare Arte” alla Permanente di Milano nel 2000, a “Quarantuno Artisti d’Oggi” a Romagnano Sesia nel 2000 e nel 2007 in occasione della mostra personale all’Arengo del Broletto di Novara gli è stato conferito il premio alla carriera. Nel 2009 ha vinto il primo premio alla Quarantaseiesima edizione del “Premio di Pittura” di Santhià. E’ stato preside del Liceo Artistico di Novara, di Romagnano Sesia, dell’Istituto d’Arte di Saluzzo e del Liceo Artistico Statale di Brera di Milano; è inoltre stato docente dell’Accademia ACME di Novara. Bruno Polver posa dinnanzi al mosaico ancora diviso in due parti. -6- San Gaudenzio (Ivrea, metà sec. IV - Novara, 22 gennaio 418 c.a) Fu il primo pastore della Chiesa di Novara, divenuta sede vescovile alla fine del IV secolo per iniziativa della Chiesa di Milano e dei suoi vescovi Ambrogio e Simpliciano. I dittici con la serie dei vescovi più antichi indicano la durata del suo episcopato in vent’anni, mentre la Vita, redatta con intento edificante alla fine del secolo XI, e gli antichi documenti liturgici, oltre a indicarlo originario di Ivrea, lo propongono quale immagine del “buon pastore”, coraggioso nel testimoniare la fede, austero nello stile di vita, caritatevole verso i bisognosi. Morì il 3 agosto forse del 418 e venne sepolto fuori Porta Vercelli. Sin dall’alto medioevo la comunità novarese celebra in modo solenne Gaudenzio come protovescovo, padre della fede, patrono della Città e Diocesi. La festa liturgica si celebra a Novara il 22 gennaio. Particolare dei due santi, nel bozzetto in dimensione reale. -8- Sant’Ambrogio (Treviri, 339 – Milano, 4 aprile 397) Ambrogio, appartenente ad una ricca ed importante famiglia romana, possedeva una formazione retorica e giuridica, che gli consentì di divenire funzionario imperiale a Milano. Alla morte del vescovo Aussenzio, a Milano scoppiarono tumulti tra cattolici e ariani per la nomina del successore. Ambrogio intervenne per pacificare le due parti quando all’improvviso fu acclamato vescovo dai due partiti, nonostante fosse solo catecumeno. Fu consacrato vescovo il 7 dicembre 374, solo otto giorni dopo il battesimo. Fu grande pastore, generoso coi poveri, difensore degli umili e dei deboli, maestro dei credenti. Di eccezionale efficacia fu la sua azione pastorale non solo in relazione alla Chiesa di Milano ma anche nella costituzione di altre Chiese come quella di Novara. Di fronte all’autorità imperiale tutelò con tenace coraggio i diritti e la libertà della Chiesa. In tempi di grandi trasformazioni culturali e sociali la sua figura si distinse come segno di pacificazione e libertà. Illuminato dalla sua santità sant’Agostino si convertì approdando alla certezza della fede. Morì il sabato santo 4 aprile 397. La sua memoria si celebra il 7 dicembre, giorno in cui divenne vescovo. “L’incontro con sant’Ambrogio”. Telero di Giovan Mauro Della Rovere detto Fiammenghino (15751640). Basilica di San Gaudenzio, cappella del SS. Sacramento, Novara. -9- L’incontro a Novara di san Gaudenzio con sant’Ambrogio. L’incontro a Novara di san Gaudenzio con sant’Ambrogio Polver è un artista sensibile e colto. L’incontro di San Gaudenzio con sant’Ambrogio è stato, sin dagli anni ’80, un tema a lui molto caro. La prima volta che i due santi furono ritratti in un’opera di Polver fu in occasione di una mostra presso la galleria “La Cruna” di Novara, nel 1979, quando l’artista abbozzò i primi progetti alla presenza dei visitatori. Negli anni seguenti, san Gaudenzio fu ripetutamente raffigurato in svariate opere ed illustrazioni. Questa inclinazione a rappresentare il primo vescovo di Novara e suo santo patrono fa emergere il forte legame sentimentale che unisce Polver al fatto storico ed alla sua terra, solitamente raffigurata attraverso l’interpretazione del paesaggio. Disegno eseguito nel 1979 alla Galle- L’incontro con Giuseppe Ferrari, all’inizio degli ria “La Cruna”. anni ‘80, fa nascere un’amicizia, che per Polver funge da ulteriore stimolo per la sua produzione artistico-religiosa. Nei primi anni del nuovo millennio esplorarono assieme la possibilità di lasciare a Novara una testimonianza tangibile dell’incontro fra i due santi, avvenuto 16 secoli prima e coperto ancora oggi da un alone di leggenda. Ai tempi dello storico incontro, Gaudenzio non era ancora stato consacrato vescovo, anche se nell’opera di Polver entrambi i personaggi sono caratterizzati dai paramenti liturgici vescovili. Questa visione non è un errore storico, bensì sta a rappresentare un testimone ideale ceduto da Ambrogio a Gaudenzio attraverso il suo successore san Mosaico presso la Chiesa della SS. Trinità e Santa Maria al Monserrato, di Novara. - 12 - Bozzetto su carta. Sempliciano, oltre che una trasposizione temporale ai tempi nostri sottolineata dalla personalissima interpretazione artistica e creativa dell’autore. La rappresentazione di sant’Ambrogio, santo protettore della città di Milano, sta inoltre a rimarcare il legame di Polver con una città che lo ha visto professionalmente ed artisticamente impegnato dagli albori della sua carriera sino ai giorni nostri, culminata con l’ammissione quale socio vitalizio alla prestigiosa “Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente”. Il bozzetto dell’opera che oggi è stata realizzata è stato prescelto, fra tre diverse proposte, proprio da Giuseppe Ferrari al quale l’opera è dedicata. Grazie al contributo della famiglia Ferrari, il mosaico polimaterico è ora visibile da tutti i novaresi e potrà diventare una famigliare presenza, così come quello collocato in Corso Cavour, nei pressi della chiesa della SS. Trinità e Santa Maria al Monserrato, che dal 1994 osserva i novaresi transitare nella più rappresentativa arteria del centro cittadino. “L’incontro a Novara di san Gaudenzio con sant’Ambrogio” è un dono che idealmente Bruno Polver ha voluto lasciare alla sua città natale, che lo ha visto sempre innamorato protagonista di tutti i fermenti artistici e culturali che negli anni l’hanno interessata ed attraversata. Massimo Mormile - 13 - Il Maestro Polver maneggia il bozzetto in dimensione reale. Particolare del cavallo di sant’Ambrogio, sul bozzetto in dimensione reale. - 14 - Il bozzetto in dimensione reale. Particolare del cavallo di sant’Ambrogio, a confronto con il bozzetto in dimensione reale. - 15 - Taglio delle tessere. Particolare del cavallo. - 16 - Trattamento del cirmolo. Frantumazione della pietra. - 17 - Un momento della lavorazione. Firma dell’opera. - 18 - Titolo dell’opera: L’incontro a Novara di san Gaudenzio con sant’Ambrogio. Tecnica: mosaico polimaterico, realizzato in cirmolo, pietra del Mottarone, marmo di Carrara, marmo di Candoglia, ardesia, porfido e alabastro. Dimensioni: cm250x185h (due pannelli di cm 125x185h ciascuno). Anno di realizzazione: 2008-2010. L’opera è dedicata alla memoria di Giuseppe Ferrari che ne ha ispirato la realizzazione Si ringrazia: canonico Natale Allegra canonico Carlo Scaciga Giancarlo Pessarelli Isabella Arnoldi Michela Bossi Patrizia Margaroli Giovanna Mastrotisi Maurilio Spagnolini Impresa Brustia S.r.l. Progetto grafico ed impaginazione: Massimo Mormile Coordinamento: Bruno Polver Fotografia: Massimo Mormile La foto di Massimo Giordano è dell’Archivio del Comune di Novara La foto del mosaico del Monserrato è di Mauro Porta/Archivio Bruno Polver Stampa: Italgrafica - Novara Bibliografia: “Vita di san Gaudenzio primo vescovo di Novara” Capitolo dell’Insigne Basilica di san Gaudenzio - Novara di Maria Panagia, Walther Ruspi e Agostino Temporelli Internet: www.brunopolver.it Finito di stampare nel mese di gennaio 2010 - 19 -