La forma di governo presidenziale Gli Stati Uniti d’America Caratteristiche principali della forma di governo presidenziale Il presidente è sia capo dello stato sia capo del governo. La delineazione dell’indirizzo politico spetta solo al presidente. Il presidente è eletto popolarmente (anziché essere scelto dal parlamento). Il presidente resta in carica per un periodo di tempo stabilito, e sebbene possa essere messo in stato di accusa per cattiva condotta, egli non è sottoposto a voto di fiducia (o sfiducia) da parte del parlamento. Il parlamento, da parte sua, non può essere sciolto anticipatamente. Caratteristiche principali della forma di governo presidenziale (segue) Separazione dei poteri (e non solo checks and balances). Potenziale differenza di partito tra esecutivo e legislativo (c.d. governo diviso => maggioranza parlamentare e partito del Presidente possono non coincidere). Tendenza ad avere partiti deboli e disorganizzati, e coalizioni instabili. La potenziale instabilità di governo può divenire potenziale instabilità del regime stesso. La forma di governo presidenziale negli Stati Uniti d’America* La Costituzione nordamericana** prevede non solo una rigida separazione dei poteri, ma anche una serie di pesi e contrappesi (checks and balances) che legislativo ed esecutivo possono esercitare reciprocamente, e il giudiziario (Corte Suprema) su di essi. _________________________________________________________________________________ * Tra i paesi che hanno adottato una forma di governo presidenziale si possono ricordare, oltre agli Stati Uniti d’America, le Filippine, il Messico, e numerosi paesi dell’America Latina. Occorre segnalare che, con l’unica eccezione degli Stati Uniti d’America, il presidenzialismo è scivolato in una forma di autoritarismo almeno una volta in tutti i paesi in cui si è tentato di realizzare questa forma di governo. Tra le ragioni principali per il fallimento di questi tentativi vengono in genere menzionati anche i difetti nel disegno istituzionale propri di questa forma di governo. ** La Costituzione degli Stati Uniti d’America viene approvata e firmata il 17 Settembre 1787. La Costituzione degli USA Potere Legislativo Potere esecutivo Congresso Presidente Corte Suprema (4 anni) [8 giudici (justices)+ Chief Justice] Camera dei Senato Rappresentanti (2 senatori per (435) ogni Stato) Potere giudiziario Segretari (Secretaries) Esercito dal 1913 Collegio Elettorale (535 Grandi Elettori) Cittadini degli USA Il potere legislativo federale: il Congresso Parlamento bicamerale formato da: Camera dei rappresentanti: composta da 435 membri, eletti a suffragio universale con sistema maggioritario a un turno. Il numero dei rappresentanti è proporzionale alla popolazione degli Stati. La legislatura dura 2 anni => frequente convalida dell’orientamento del corpo elettorale e rappresentanti in continua campagna elettorale. La Camera elegge al suo interno uno Speaker (figura non super partes). Il potere legislativo federale: il Congresso (segue) Senato: vi sono rappresentati paritariamente gli Stati => ogni Stato membro ha diritto ad eleggere 2 senatori, indipendentemente dalla sua grandezza e popolazione (in base al Compromesso del Connecticut). È composto da 100 senatori (2 per ogni Stato). È rinnovabile per un terzo ogni 2 anni; ogni senatore dura in carica 6 anni*. Ogni Stato è diviso in 2 collegi e ogni candidato è eletto con sistema maggioritario ad un turno. La sua Presidenza è affidata al Vice Presidente degli Stati Uniti, al fine di non attribuire più potere ad uno degli Stati membri. N.B. Il territorio della capitale (District of Columbia) non ha rappresentanza parlamentare, per evitare che goda dei privilegi che ne potrebbero derivare. ______________________________________________________________ * Fino al 1913, il Senato veniva eletto dai Parlamenti statali. Il XVII Emendamento alla Costituzione, ratificato l’8 Aprile 1913, ha introdotto invece l’elezione diretta dei senatori. Il potere legislativo federale: il Congresso (segue 2) Le Camere non possono svolgere attività di controllo politico sull’Esecutivo. Alcune attività simili ad un controllo politico vengono svolte dal Senato: Solo il Senato, come Camera di rappresentanza paritaria di Stati che hanno rinunciato alla rappresentanza internazionale, deve convalidare a maggioranza tutte le nomine fatte dal Presidente degli Stati Uniti. Deve approvare, con maggioranza dei 2/3, i trattati internazionali ratificati dal Presidente degli Stati Uniti => in politica estera, il Presidente è un’ “anatra zoppa”. Il potere legislativo federale: il Congresso (segue 3) Le Camere possono attivare la procedura di impeachment: È un controllo di carattere penale, che può riguardare tutti i funzionari federali, fino al Presidente federale. la Camera dei rappresentanti mette in stato di accusa per gravi reati un funzionario federale (o il Presidente), che viene giudicato dal Senato. Quest’ultimo emette solo una sentenza di innocenza o colpevolezza, e in quest’ultima eventualità, rimanda il caso alla magistratura ordinaria, che commina la sanzione. N.B. Quando la procedura di impeachment riguarda il Presidente o il Vice Presidente, il Senato è presieduto dal Chief Justice (Presidente della Corte Suprema). Il potere esecutivo federale: il Presidente degli Stati Uniti E’ il capo indiscusso dell’esecutivo: Delinea l’indirizzo politico, di cui è il solo responsabile di fronte al corpo elettorale. È affiancato da un “Gabinetto”, formato da Segretari, il più importante dei quali è il Segretario di Stato (Ministro degli esteri). La loro nomina deve essere approvata a maggioranza dal Senato. I Segretari non possono essere parlamentari => un modo per potenziare il ruolo del Presidente, perché l’unico interesse politico che essi avranno è quello del Presidente stesso. Il potere esecutivo federale: il Presidente degli Stati Uniti (segue) È capo dell’amministrazione federale, e in quanto tale nomina tutti i funzionari federali (convalidata a maggioranza dal Senato), salvo alcune categorie per cui sono previsti altri metodi di arruolamento. Ha la possibilità di distribuire cariche, in genere a chi ha sostenuto la sua elezione (patronage). Può nominare anche Commissioni indipendenti = organi ad hoc, i cui membri in genere non possono essere parlamentari, che svolgono funzioni amministrative che riguardano questioni specifiche o specifiche aree geografiche (es. la Tennessee Valley Authority). Il potere esecutivo federale: il Presidente degli Stati Uniti (segue 2) Nomina tutti i giudici federali, per i tre gradi di giudizio, sempre con la convalida del Senato. I giudici restano in carica “a vita”, e non possono essere revocati. Rispetto al potere legislativo del Congresso, non ha iniziativa legislativa, non interviene nella fase di approvazione delle leggi ma interviene in fase di promulgazione, potendo esercitare in determinate circostanze un potere di veto (pocket veto). È capo delle forze armate. L’elezione del Presidente degli Stati Uniti La Costituzione prevede una elezione indiretta, da parte di Grandi Elettori, che riuniti Stato per Stato votano a scrutinio segreto. Se nessuno dei candidati ottiene la maggioranza assoluta, la Camera dei rappresentanti vota tra i tre candidati che hanno ottenuto più voti, e il Senato decide chi sarà il VicePresidente tra i due candidati respinti. Nella prassi, l’elezione è praticamente diretta: i Grandi Elettori, eletti a loro volta dal corpo elettorale, appartengono ad uno dei due principali partiti a livello federale (Democratico e Repubblicano), e in genere votano per il candidato dei rispettivi partiti; pertanto, se la maggioranza assoluta dei G.E. appartiene ad un partito, sarà eletto Presidente il candidato di quello stesso partito. L’elezione del Presidente degli Stati Uniti (segue) Candidatura (nomination) per ogni partito: Avviene attraverso un lungo processo di selezione, che inizia a febbraio e termina a giugno. In luglio-agosto si riuniscono i delegati di ciascun partito nelle Conventions, durante le quali si arriva a definire IL candidato che concorrerà per la carica di Presidente. Alle Conventions partecipano i delegati scelti, stato per stato e partito per partito, tra febbraio e giugno attraverso due strade principali*: ________________________________________________ *La scelta tra i due metodi è affidata ad una legge statale, essendo il livello statale competente a legiferare in materia elettorale. L’elezione del Presidente degli Stati Uniti (segue 2) Caucus: è una riunione indetta dagli attivisti del partito, a cui partecipa chi vuole (in gen., i simpatizzanti), e durante la quale vengono presentati più candidati delegati, votati per alzata di mano, che parteciperanno alla Convention di luglio-agosto. In genere, accanto al nome del candidato delegato c’è anche il nome del candidato Presidente che questi si impegna a sostenere alla Convention. La lista che ottiene più voti viene inviata alla Convention di luglio-agosto, dove verrà proclamato il candidato Presidente. L’elezione del Presidente degli Stati Uniti (segue 3) Elezioni primarie: i simpatizzanti di un partito vanno a votare (con voto segreto) per una lista di delegati da inviare alla Convention di quel partito. Accanto al nome dei delegati si trova il nome del candidato Presidente che essi sosterranno nella Convention. Due tipi principali di elezioni primarie: Primarie aperte: vi può partecipare chiunque. Primarie chiuse: chi vi partecipa deve dimostrare il proprio impegno verso il partito. A questi tipi se ne può aggiungere un terzo: Primarie “cross-over”: i simpatizzanti repubblicani vanno ad eleggere i delegati democratici e quelli democratici i delegati repubblicani. Il tipo più usato è quello delle primarie chiuse. La scelta tra i tre tipi è sempre affidata ad una legge statale. L’elezione del Presidente degli Stati Uniti (segue 4) Ogni stato ha la facoltà di decidere quando tenere primarie e caucus (comunque entro giugno). Già dopo le prime 10-15 primarie in genere si sa chi sarà il candidato Presidente di ciascun partito. In luglio-agosto si tengono le Conventions, alla fine delle quali la nomination è attribuita ad una sola persona, la quale: 1. Espone la sua platform alla Convention; 2. annuncia il suo Vice-Presidente, la cui candidatura viene accettata (quasi sempre per acclamazione) dalla Convention. L’elezione del Presidente degli Stati Uniti (segue 5) Elezione: novembre si procede all’elezione dei Grandi Elettori, che a loro volta voteranno, a metà dicembre, a scrutinio segreto, il Presidente degli S.U. Poiché essi sono vincolati, a volte anche giuridicamente, a votare il candidato del loro partito, quando si conosce la composizione percentuale dei Grandi Elettori si consoce automaticamente anche il nome del Presidente eletto. Qualora nessuno dei candidati ottenga la maggioranza del collegio dei Grandi Elettori, la Costituzione prevede che sia la Camera a scegliere il Presidente tra i tre candidati più votati, e il Senato a scegliere il VicePresidente tra i due scartati. in Il potere giudiziario federale: la Corte Suprema Formata da 8 giudici (Justices), nominati dal Presidente degli Stati Uniti, e da un Chief Justice, anch’egli nominato dal Presidente. Svolge le funzioni di una Corte Suprema (simile alla Corte di Cassazione), e di una Corte Costituzionale => I giudici federali intervengono per applicare il diritto federale nei seguenti casi: per dirimere controversie tra persone o enti di stati diversi; quando gli Stati Uniti sono coinvolti come soggetto giuridico; quando una delle due parti è un diplomatico o uno (o più) Stati esteri; quando viene sostenuto che il diritto statale viola quello federale. Il potere giudiziario federale: la Corte Suprema Controllo di costituzionalità è diffuso, spetta cioè a tutti i giudici, di qualsiasi grado, che prima di applicare una norma ne verificano la costituzionalità (principio stabilito nella sentenza della Corte Suprema del 1803, Marbury v. Madison). Se la norma è ritenuta non costituzionale, il giudice si limita a non applicarla, ma non la può eliminare (in base al principio della separazione dei poteri). Il principio dello stare decisis mette ordine nel controllo di costituzionalità: i giudici di grado inferiore devono uniformarsi alla decisione del giudice superiore => nessun giudice di grado inferiore applicherà una legge che un giudice di grado superiore (in ultimo grado, la Corte Suprema) ha deciso essere inapplicabile. Riferimenti bibliografici Biscaretti di Ruffia, P. (ed.) (1994), Costituzioni straniere contemporanee, vol. I, Milano: Giuffrè Editore. Linz J.J. and A. Valenzuela, The Failure of Presidential Democracy: Comparative Perspectives. Linz J.J. and A. Stepan, Problems of Democratic Transition and Consolidation: Southern Europe, South America and Post-Communist Europe. Sartori, Giovanni (1996), Ingegneria costituzionale comparata, Bologna: Il Mulino. Shugart, M.S., and Carey, J.M. (1995), Presidenti e assemblee. Disegno costituzionale e dinamiche elettorali, Bologna: Il Mulino.