Bartolomeo N°2 Novembre 2007 -INDICEpag. 2 EDITORIALE: Quando la tolleranza ha un limite pag. 4 IL VASO DI PANDORA: Non dimentichiamoli: loro ci sono ancora pag. 6 OTIUM ET NEGOTIUM: La questione demografica: opinioni a confronto pag. 8 IL TAFANO: Il fiore azzurro pag. 10 CARA MUSA PARLAMI DELL’OGGI: Welby, l’Antigone di oggi: quando stato e religione entrano in conflitto pag. 12 INTERVISTE CON LA STORIA: Scientology: “... In passato sono stata un pò cattiva...” pag. 15 CARO BARTOLO pag. 19 PIANETA ZUCCHI: What’s the matter? pag. 20 COLAZIONE ALLO ZUCCHI: Lo zucchino qualunque pag. 22 GIRO DI DO: Una canzone per essere liberi pag. 24 ROXY BAR: Wonderful tonight When the music’s over pag. 27 ON STAGE pag. 29 MURI E MARE: Tra un registro e un pallone. Cronaca di una partita non qualunque pag. 32 L’ANGOLO DI PONZO pag. 33 L’OROSCOPO pag. 36 QUORI INFRANTI 1 Bartolomeo N°2 Novembre 2007 -EditorialeQUANDOLATOLLERANZAHAUNLIMITE La sera di martedì 30 ottobre, Giovanna Ruggeri, 47 anni, residente nel quartire romano di Tor di Quinto, è stata assalita e picchiata da Nicolae Romulus Mailat, 24 anni, romeno, da pochi mesi in Italia. Un furto sfociato in tragedia. Giovanna, dopo l’aggressione e una tentata violenza, è stata abbandonata dal proprio carnefice lungo una strada a ridosso della ferrovia. Una donna rom, “vicina di baracca” di Nicolae, incosapevole spettatrice dell’abbandono, ha chiesto soccorsi e ha collaborato con la polizia per l’arresto del colpevole. Giovanna Ruggeri è morta l’indomani presso l’ospedale Sant’Andrea di Roma e Nicolae è stato accusato per omicidio. Ecco, in breve, la vicenda da molti definita come “la goccia che ha fatto traboccare il vaso”: la tolleranza degli italiani è finita. La morte di Giovanna Ruggeri ha sollevato un immenso polverone: forze politiche in perenne conflitto, spedizioni punitive xenofobiche, decreti di espulsione e dibattiti sulla sicurezza. Da quando la Romania è entrata a far parte dell’Unione Europea, in Italia il flusso migratorio di cittadini romeni e di rom con cittadinanza romena è aumentato rispetto a quattro anni fa: oggi il numero di romeni sul totale degli immigrati è pari a 556 mila persone. Prima di giungere ad un’analisi approfondita del problema, ritengo sia d’obbligo chiarire alcuni aspetti etnicoculturali. Prima di tutto, vengono definiti rom una popolazione indoeuropea che parla una lingua di ceppo indiano, concentrato soprattutto nell’Europa dell’Est, in Spagna e in Sud America. La parola rom significa “persona” e identifica solo uno dei gruppi etnici che, nel loro insieme, vengono denominati zingari o gitani. Non c’è alcuna corrispondenza di significato tra rom e romeno, ossia abitante della Romania; tuttavia in Italia i rom romeni sono il gruppo in maggior crescita. L’insediamento degli zingari nel nostro paese non è una novità degli ultimi giorni; oggi gli zingari italiani sono in totale 90.000 di cui 30.000 residenti nel Sud Italia. Tra questi si distinguono gruppi rom perfettamente integrati come i rom lucani, quelli napoletani che fino agli anni ’70 si occupavano principalmente della fabbricazione di attrezzi da pesca e di spettacoli ambulanti, quelli cilentani la cui comunità ad Eboli vanta punte di elevata alfabetizzazione. Nel Nord Italia, invece, tra i rom jugoslavi solo il 10% dei minori frequenta le scuole pubbliche ed è bassissimo il tasso d’impiego degli adulti, e per quanto rigurada i rom romeni solo il 10% vive in strutture pubbliche e solo il 3% dei minori frequenta regolarmente le scuole. Come vedete quindi, “non si può far di tutta l’erba un fascio”. Ma il problema c’è. Sulla quota totale degli stranieri responsabili di omicidi, i rom romeni rappresentano il 15,4% e sono al primo posto anche per violenze sessuali (16,2%), furti e rapine (19,8%). Risulta perciò evidente una diffusa tendenza alla criminalità fra le comunità rom romene e jugoslave, in cui vengono attuate strategie economiche da noi considerate illegali, come la mendicità infantile, furti ecc. Si rivela, inoltre, piuttosto significativo il 2 Bartolomeo N°2 Novembre 2007 L’espulsione, eseguita dal questore, è obbligatoria se lo straniero mina i diritti fondamentali (diritto al lavoro, all’istruzione, tutela dei minori ecc.) o la dignità della persona. A due settimane dal decreto, il numero dei romeni espulsi in tutta Italia ammonta a 177 (78 per motivi imperativi, 92 per motivi di sicurezza e 7 per mancanza di requisiti) ed è in calo l’arrivo di pullman dalla Romania. Forse l’Italia si è svegliata. Speriamo. calo del 26% di furti in Romania nei primi sei mesi del 2007, poco dopo lʼingresso nellʼUnione Europea. Aggiungiamoci le immagini televisive di piccoli rom intenti a rubare in stazione centrale a Milano, il deturpamento del paesaggio provocato dalla presenza di baraccopoli, e già abbiamo superato il limite della sopportazione. Ad essa si accompagna una profonda sfiducia degli italiani nelle istituzioni e nella politica (3 italiani su 4 si sentono insicuri), la cui inettitudine spesso porta verso unʼinevitabile, se pur sbagliata, legittimazione alla violenza come strumento autovendicativo. La spedizione punitiva organizzata contro un gruppo di romeni di fronte ad un supermarket di Roma, dopo la morte di Giovanna Ruggieri, è un segno estremo e tangibile di una generale insofferenza verso chi non rispetta le regole. Per la maggior parte degli italiani infatti non è una questione di razzismo; il nostro paese ha sempre ospitato immmigrati di tutte le nazionalità, che ormai svolgono tutti i mestieri che noi non vogliamo più fare. La verità è unʼaltra; la gente comune è contro coloro che vivono di spese pubbliche senza trovarsi un impiego, che sfruttano i bambini senza mandarli a scuola, che si danno alla delinquenza. LʼUnione Europea attraverso la direttiva 38 del 2004 (già entrata in vigore in Francia) ha disciplinato il dirittto dei cittadini a circolare e soggiornare liberamente allʼinterno degli Stati membri a condizione di “disporre, per sé e per i propri famigliari, di risorse economiche sufficienti”; chi non ha occupazione o denaro può essere quindi espunso “senza che vengano lesi i propri diritti”. Così il governo italiano, a seguito dellʼomicidio di Tor di Quinto, ha varato dʼurgenza il decreto di legge sullʼespulsione dei cittadini comunitari. Veronica Braglia II H 3 Bartolomeo N°2 Novembre 2007 ATTUALITAʼ -IlVasodiPandoraNONDIMENTICHIAMOLI:LOROCISONOANCORA Praticamente un mese fa anche nella nostra scuola si è deciso di ricordare i monaci buddisti indossando qualcosa di rosso o arancione, ovvero i colori delle loro vesti. Un mese fa tutto ciò che li riguardava era notizia da prima pagina per ogni giornale, ed anche in televisione se ne è parlato molto. Oggi, invece, mi sembra vengano ricordati in modo diverso, forse non sono più un grande “scoop”. Torniamo tuttavia un po’ indietro con il tempo, fino ad arrivare al 15 agosto. Quel giorno il governo birmano decise di raddoppiare i prezzi del carburante e di quintuplicare quelli del gas per uso domestico. Da subito iniziarono a salire i prezzi di benzina, medicinali e molti beni quotidiani che per un semplice operaio con una famiglia di tre figli di uno fra i paesi più poveri al mondo è già difficile poter acquistare con lo stipendio. La decisione presa non ha motivazioni, ma la più probabile è quella di un auto-attacco del governo al paese in modo da poter provocare rivolte e cacciare le potenti multinazionali proprietarie di fonti di gas che vengono svenduti all’estero e ricomprati a prezzi stellari. Comunque c’è da dire che questa non è la prima delle “stravaganti” idee del governo birmano, perché negli anni novanta, sotto consiglio di un indovino, venne presa la decisione di cambiare la moneta poiché quella in uso “portava sfortuna”. Qualche anno fa, invece, è stata spostata la capitale del paese, da Rangoon a Naypyidaw (una cittadina nel cuore della foresta), con l’obbligo rivolto a tutti i funzionari del governo di trasferirsi, pena il carcere. Tornando ad agosto, subito dopo le decisioni prese sui prezzi, i componenti del gruppo 88-Generetion Students, associazione studentesca che già nell’88 si impegnò per il ripristino della democrazia, iniziarono a protestare contro la giunta militare, e molti di loro sono stati arrestati o sono scomparsi nel nulla (vennero tutti massacrati e torturati). Ma l’unica possibilità per vivere è quella di essere clandestini, anche se ogni giorno si rischia la vita. Oltre a questi studenti, sono scesi in piazza gli attivisti della NLD, il partito di Aung San Suu Kyi (poetessa nobel per la pace nel 1991), e i monaci buddisti. Questi ultimi, agli inizi di settembre, hanno chiesto dei cambiamenti al governo, come già hanno fatto qualche anno fa. Hanno iniziato a sfilare da una pagoda all’altra e da allora non si sono fermati per un mese intero, sostenuti sempre più dalla popolazione civile che marciava pregando con loro. Anche dopo le insistenze del regime a smettere di protestare sono andati avanti, senza ascoltare. Hanno continuato a sfilare con le ciotole del cibo vuote, capovolte verso terra, in segno di 4 Bartolomeo N°2 Novembre 2007 ATTUALITAʼ disprezzo nei confronti dell’esercito che il 6 settembre ha commesso varie violenze su alcuni monaci. Ai monaci si sono uniti civili, artisti e poeti giunti da tutto il paese, ma nello schieramento mancano i soldati. L’esercito infatti viene sfruttato dal governo, che lo utilizza per fermare le manifestazioni non violente, come fecero un tempo dittatori quali Mussolini con le Squadracce e Hitler con le SS. In questi giorni, a Rangoon, si è schierata persino la polizia davanti ai monaci in piazza ed è stato annunciato il coprifuoco dalle ore 21 alle 5 del mattino. Ben otto camion carichi di agenti armati sono giunti nell’ex capitale. Comunque il governo non è più stabile come quest’estate e i comandanti dell’esercito sono in disaccordo su come poter frenare le rivolte. Pefino Aung Kyi (dal 2003 agli arresti domiciliari e da sempre sostenitrice delle manifestazioni pacifiche dei monaci) è stata spostata nella base militare di Yemon (vicino a Rangoon), per poter essere ascoltata dal generale Maung Aye, che le ha già fissato un incontro. Il popolo birmano ha bisogno d’aiuto, non di abbandono, e purtroppo molti hanno già dimenticato dei monaci di “quello sperduto paese asiatico”… Non dobbiamo abbandonarli, perché se noi abitiamo in un paese libero, non è perché siamo in qualche modo migliori di loro ma perché abbiamo avuto un passato diverso da quello birmano. Ogni uomo, europeo o asiatico, ha diritto alla libertà! Elisa Galimberti IV D 5 Bartolomeo N°2 Novembre 2007 POLITICA -OtiumetNegotiumLAQUESTIONEDEMOGRAFICA:OPINIONIACONFRONTO Intendo riprendere un tema che ho già trattato l’anno scorso sul nostro giornale, ma che ritengo di importanza capitale per il destino dell’umanità; un tema che concerne il rapporto della comunità mondiale con la Terra, ma soprattutto con se stessa; un tema per cui tutti (autorità politiche, studiosi, giornalisti, ma anche comuni cittadini) dovrebbero cercare di attivarsi in qualche modo, e che al contrario viene sistematicamente rifuggito come si addice a un tabù o ad un’eresia; ma non solo: la questione viene radicalmente capovolta, e siamo perciò di fronte a quello che può essere definito, senza timori di cadere nell’esagerazione dei toni apocalittici, data la gravità del problema, un delirio collettivo. Infatti non solo nessuno parla della sovrappopolazione del globo, ma molti parlano del problema opposto, ossia del problema della denatalità. La sovrappopolazione è il motivo principale dei più grandi mali di oggi: guerre territoriali, fame, sete, povertà, schiavitù dei bambini, disoccupazione, inquinamento, migrazioni di massa incontrollate. Solo con serie politiche denataliste e culturali, soprattutto nei paesi del terzo mondo, si potrebbe arginare la crescita incontrollata della popolazione. Ma non voglio incalzarvi con le mie posizioni “forti”; preferisco che, confermandole o respingendole, voi lettori giudichiate da soli, dopo aver letto le seguenti opinioni a confronto, citate da articoli, dichiarazioni o libri di persone che si sono interessate, con approcci diversi, ai temi di natalità, denatalità e sovrappopolazione. “Un Paese che non genera nuove vite è un Paese che non guarda al futuro. Al contrario, un Paese che accetta di misurarsi con la sfida demografica è un Paese che non rinuncia a combattere il declino, che punta a rinnovarsi e a innovarsi per far convivere in equilibrio giovani e anziani. […] Promuovere la natalità deve diventare una missione europea e nazionale che, a partire dall’impegno della politica, non può che coinvolgere a cascata la società nel suo complesso. […] La denatalità non è soltanto sintomo di un disagio sociale, ma ancor prima di una povertà culturale, profonda e radicata… La grande difficoltà è proprio di matrice culturale. Oggi i giovani italiani vivono in un sistema che non li mette al centro dell’agenda economica e sociale e che li porta inevitabilmente a rimandare le scelte di vita.” Enrico Letta, Segretario alla Presidenza del Consiglio (candidato alla segreteria del PD), dal libro “In questo momento sta nascendo un bambino” “[…] La famiglia, cellula primaria della società e garanzia della sua stabilità, sperimenta tuttavia le crisi che possono colpire la stessa società. Ciò accade quando i coniugi vivono in sistemi economici o culturali che, sotto la falsa apparenza di libertà e di progresso, promuovono o addirittura difendono una mentalità antinatalista, inducendo in tal mondo gli sposi a ricorrere a metodi di controllo della natalità che non sono conformi alla dignità umana. […]” Papa Giovanni Paolo II (omelia del 22 6 Bartolomeo N°2 Novembre 2007 POLITICA Per questa ragione sembrano del tutto irrazionali sia il chiacchiericcio economicista sulla questione delle pensioni nelle quali gli aspetti ecologici della dinamica demografica sono regolarmente ignorati, sia gli appelli alla natalità. Di fatto i bassi livelli di natalità dei Paesi come l’Italia sono una virtù ecologica da custodire, mentre la natalità dei Paesi poveri dovrebbe essere scoraggiata in ogni modo non violento e non coercitivo possibile.” Marco Cappato, eurodeputato radicale (articolo “Siamo uomini, non conigli”) gennaio 1998) “[…] La generazione è, quindi, un dono apportatore di vita e di benessere per la società. Ne siamo consapevoli ai nostri giorni di fronte a nazioni che il calo demografico priva della freschezza, dell’energia, del futuro incarnato dai figli. […]” Papa Benedetto XVI (Udienza generale del 31 agosto 2005) “[…] Paludata di familismo cattolico questa versione natalista [quella di Enrico Letta e Rosy Bindi, ndr] non si discosta poi molto da quella cara alle dittature del secolo scorso e confermata da Putin in un recente intervento traducibile nel semplice imperativo: «Date figli alla patria». […] Su un piano strettamente naturalistico, viene da chiedersi se Letta e gli altri natalisti abbiano mai considerato l’ipotesi che esista un limite alla popolazione residente su un dato territorio. Ovviamente il limite esiste, è definito in ecologia come capacità dì carico e consiste nella popolazione massima di una determinata specie, animale o vegetale che un certo ecosistema può sostenere data la sua struttura biologica, chimica e fisica. […] L’umanità nel suo complesso sta consumando le risorse terrestri ad un ritmo che eccede la bioproduttività del pianeta del 20% (per cento). Ciò significa che l’umanità sta intaccando in modo irreversibile le risorse disponibili. […] Nei prossimi anni, e comunque nella prima metà di questo secolo, l’umanità si troverà a fronteggiare diverse emergenze. Fra queste quella del raggiungimento del picco del petrolio, cioè della principale risorsa che ha determinato l’esplosione demografica, appare come la più inquietante. “[…] In un solo secolo la popolazione si è più che triplicata. Sono passate diecimila generazioni per farci arrivare a 2 miliardi di essere umani. Oggi siamo 6 miliardi e mezzo; e tra 50 anni potremmo essere 9 miliardi. Follia. Si risponde che ci salverà la tecnologia. Forse. Ma forse no. Perché un effetto collaterale della tecnologia è di aggravare il danno. […]” Giovanni Sartori, editorialista del Corriere (“Le illusioni sull’ambiente”, 15-08-07) “A differenza delle pestilenze degli anni bui o delle malattie contemporanee che ancora non comprendiamo, la piaga moderna della sovrappopolazione è risolvibile con mezzi che ci sono noti e con risorse che sono in nostro possesso. Quel che manca è non già una sufficiente conoscenza della soluzione, ma la consapevolezza universale della gravità del problema e la diffusione di informazione tra i miliardi di persone che ne sono vittime.” Martin Luther King Elia Bisi III C Fonti: www.vatican.va; www.rientrodolce.org; www.corriere.it 7 Bartolomeo N°2 Novembre 2007 ETICA -IlTafanoILFIOREAZZURRO “Che ne è se hai dormito? E che ne è se nel tuo sonno, hai sognato? E che ne è se, nel tuo sogno, sei salito in paradiso e hai raccolto un fiore strano e bellissimo? E che ne è se, quando ti sei svegliato, tenevi il fiore fra le mani? Ah, e poi?” (Coleridge) rapire dai nostri ideali! A questo proposito vorrei rispondere a un articolo pubblicato sullo scorso numero del Bartolomeo sulle sostanze psicotrope. Vede, Elia Bisi, tutto ciò che Lei ha scritto è basato su dati scientifici ed è inopinabile, però mi permetto di ricordarLe che sono tanti i giovani che confidando nel fatto che un uso moderato delle droghe leggere non influisca particolarmente sull’organismo umano, finiscono per entrare in un tunnel da cui difficilmente potranno uscire. Perchè un giovane dovrebbe drogarsi? Perchè si considera incompreso, perchè si sente insicuro? E’ proprio questo il punto: volgere i giovani ad uno scavo quotidiano e profondo all’interno della propria anima, alla ricerca della Verità, “l’unica vera sapienza” (Eraclito). Io difendo la legge Fini-Giovanardi, in quanto credo sia necessario far capire ai giovani cosa è giusto e cosa non è giusto fare, soprattutto per il loro bene. Certo, questo deve essere accompagnato da una presa di coscienza, da una ritrovata educazione, ma qualche volta il rigore è necessario. Mi sembra poi oltremodo eccessivo affermare che “siamo in una società dogmatica e bacchettona”. Essere ‘dogmatici e bacchettoni’ significa forse per Lei avere una certa visione etica legata magari ai Valori del Cristianesimo? Se così fosse, io sono e mi vanto di essere un dogmatico e bacchettone! Cari giovani, spetta a voi trovare i vostri ideali (io sogno ad esempio di poter trascorrere la vita sempre filosofando, alla ricerca della Verità, e di potermi formare una bella famiglia Qualche giorno fa leggevo un sondaggio, rilevato su circa mille giovani di età compresa fra i 14 e i 25 anni. A questi ragazzi era stato domandato cosa cercassero nella vita e quali fossero i loro modelli. Le risposte? Avere tanti soldi, essere famosi, diventare come Fabrizio Corona o Paris Hilton. Mi sono subito chiesto: “Sono davvero questi gli ideali in cui credono tanti giovani come me, sono questi i valori in cui io confido?”. Rammaricato, ho socchiuso gli occhi e il mio pensiero è volato al poeta romantico Novalis. In un suo scritto, il giovane Enrico di Ofterdingen è guidato dalla profonda ricerca di un fiore azzurro che ha intravisto in un sogno. Infine Enrico scoprì che doveva cercare il fiore azzurro, “lo spirito del mondo”, non nella Natura ma nella propria anima. “La via misteriosa va verso l’interno”. Alle volte è facile, è comodo, ma noi giovani non dobbiamo fermarci all’Isola dei Famosi, a Tre metri sopra al cielo o a Costantino Vitaglino! Sono solo apparenza, ombra, doxa! Non facciamoci abbindolare da ciò che ci vogliono far credere! Facciamoci 8 ETICA Bartolomeo N°2 Novembre 2007 secondo l’ideale cristiano in cui credo). Ricordate sempre, miei lettori: non smettete mai di sognare. La realtà “è fatta della stessa materia di cui sono intessuti i sogni” (Shakespeare): il sogno diventa mondo, il mondo diventa sogno. Jacob Panzeri I A Risposta di Elia Bisi III C: Poche battute, egregio signor Panzeri: è giustissimo diffondere una capillare informazione sui seri rischi delle sostanze stupefacenti, e già lo si sta facendo, tanto è vero che oggigiorno è quasi impossibile non saperne nulla. Sono d’accordo, è importante conoscere per deliberare; ma Lei non può insegnare a nessuno cosa sia giusto o meno fare, perché in uno stato moderno e liberale la morale è individuale. Ed allo stesso modo, credere nei valori cristiani (liberissimo chiunque di farlo!) non è dogmatismo, lo è semmai voler imporre questi valori, in quanto ritenuti il Bene, a tutti. Quindi, come chiunque è libero di fumare, nonostante sui pacchetti di sigarette ci sia scritto “Il fumo uccide”, così ad esempio chiunque dovrebbe essere libero di fumare marijuana, essendo consapevole dei rischi per la salute. 9 Bartolomeo N°2 Novembre 2007 IL MITO OGGI -CaraMusaparlamidell’oggi...WELBY,L’ANTIGONEDIOGGI:QUANDOSTATOERELIGIONEENTRANOINCONFLITTO L’uomo è corpo e anima, materia e spirito. Questo dualismo è stato concepito fin dall’antichità classica e in particolare disquisito da Platone ( Fedone ) che vedeva il corpo come carcere dell’anima, ostacolo che le impedisce di elevarsi alla massima perfezione. Così anche la dottrina cristiana ha rielaborato questa separazione facendola coincidere con i principi della fede: l’uomo tende a coltivare la sua spiritualità distaccandosi dai vincoli dei beni terreni per raggiungere Dio, nella massima beatitudine della Sua Luce. L’uomo è creatura di Dio e per il cristiano la vita è un Suo dono; per questo la Chiesa condanna l’eutanasia. La Chiesa cattolica è schierata molto nettamente contro l’eutanasia attiva e il suicidio assistito, pur non considerando tali pratiche equivalenti all’omicidio. Viceversa, contempla la possibilità dell’eutanasia passiva, ma soltanto quando questa si possa configurare come rinuncia all’accanimento terapeutico, ossia nei casi in cui la morte dell’ammalato sia ritenuta imminente ed inevitabile. Inoltre la Dichiarazione della S. Congregazione per la Dottrina della Fede (1974) così si pronuncia: “Il diritto alla vita resta intatto in un vegliardo, anche molto debilitato; un malato incurabile non l’ha perduto”. L’anima cristiana sopravvive persino in quest’epoca di indifferenza e di egoismo e ci avverte che la sfera del razionale non spiega tutto, che la vita umana possiede un valore incommensurabile che nessun dolore può scalfire e una parte misteriosa, ineffabile, sacra, di cui magari ci sfugge il senso, che soltanto oscuramente intuiamo. Tuttavia esiste nell’uomo una volontà, presente al di là della religione professata, che lo spinge a riconoscere il primato della persona sulla società anche laddove esso la contrasti. Un chiaro esempio potrebbe essere la tragedia greca Antigone di Sofocle in cui legge dello Stato e legge Umana si contrastano fino a determinare la vittoria della seconda portando però alla morte di Antigone. Infatti Eteocle e Polinice, figli di Edipo, fratelli in contrasto per il dominio su Tebe, cadono in battaglia affrontandosi: il primo difensore della patria e il secondo esule assetato de vendetta. Morti entrambi il nuovo re di Tebe, Creonte, concede sepoltura con onori degni di un eroe a Eteocle rinnegando Polinice, che essendo traditore non merita sepoltura ma è destinato a farsi divorare la carne dagli uccelli. Antigone, sorella dei defunti, contravvenendo al divieto va dunque al campo di battaglia davanti a Tebe, copre di sabbia il corpo di Polinice ed effettua i riti di sepoltura. Antigone è portata davanti a Creonte. Al cospetto del rappresentante dello Stato attesta la propria condotta. Lei non ha voluto obbedire alle leggi scritte ma alle norme non scritte e indistruttibili dettate dalla natura e dalla coscienza che si configurano con le leggi degli dei. Antigone identifica Polinice in un fratello e non nel corpo di un nemico e per questo è portata ad agire secondo il principio irrazionale del cuore che si conforma con le leggi degli dei. “ Neppure pensavo – dice Antigone a Creonte – che i tuoi decreti avessero tanta forza da portare te, uomo, a calpestare le leggi degli dei, 10 IL MITO OGGI Bartolomeo N°2 Novembre 2007 quelle leggi non scritte e indistruttibili. Non soltanto da oggi né da ieri, ma da sempre esse vivono, da sempre: nessuno sa da quando sono apparse”. Per parte sua Creonte adduce la ragione dello Stato: “Ubbidire, ubbidire, e nel molto e nel poco, nel giusto e nell’ingiusto, sempre e comunque, all’uomo che sia posto al timone dello Stato. E’ l’anarchia il pessimo dei mali: distruggere le città e sconvolgere le case, mette in fuga e fa a pezzi gli eserciti in battaglia. Ma è l’ubbidienza, l’ubbidienza ai capi la fonte di salvezza e di vittoria. Noi dobbiamo ubbidire alle leggi, alle leggi scritte”. Stato e religione, razionalità e coscienza: un capitolo che ripropone la sua eco anche ai giorni nostri. Il caso Welby nel 2006 ha acceso la discussione sul valore etico dell’eutanasia nel paese. Ma cos’è l’eutanasia oggi? Dal greco euthanasia –eu, bene, -thanatos, morte: “buona morte”, è una pratica che consiste nel procurare la morte, nel modo più indolore e rapido possibile, a persone affette da malattie incurabili allo scopo di interromperne le sofferenze. Si tratta di un problema bioetica mediato da punti di vista differenti, quello religioso e quello legislativo, dove l’eutanasia è legittimata nel caso di consenso del malato o meglio valutata con attenuanti in conformità con l’art. 579. Talvolta, come nel caso Welby, è lo stesso malato, colui che soffre, a richiedere l’interruzione del trattamento abbandonandosi alla morte: “Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude. Purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita, è solo un testardo accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche” (Piergiorgio Welby). 11 Ma la Chiesa rimane ferma sulle sue posizioni: “Chi ama la vita si interroga sul suo significato e quindi anche sul senso della morte e di come affrontarla. Ma non cade nel diabolico inganno di pensare di poter disporre della vita fino a chiedere che si possa legittimarne l’interruzione con l’eutanasia, magari mascherandola con un velo di umana pietà” ( Consiglio Episcopale Permanente ). Jessica Signorile e Francesca Chirico II B INTERVISTE Bartolomeo N°2 Novembre 2007 -Inter visteconlaStoriaSCIENTOLOGY:“...INPASSATOSONOSTATAUNPO’CATTIVA...” Sicuramente ognuno di noi, o per curiosità vera e propria o almeno per sentito dire, conosce le vicende di Tom, il discusso parto di Katie, l’eccentricità di John: ma quanti veramente sanno che cos’è in realtà il culto di Scientology? Di certo pochissimi sono a conoscenza del fatto che questa “religione” (ognuno scelga il termine che preferisce) è presente anche a Monza e non troppo lontano dal nostro caro Liceo. Infatti solo a pochi passi da quel Binario 7 quasi eletto a palcoscenico ufficiale delle rappresentazioni zucchine, dentro un’insospettabile palazzina ha sede la Chiesa di Scientology della Brianza. Dopo un primo contatto preso con un’assistente d’eccezione, mi incontro con la responsabile agli Affari Pubblici, Sig.ra Ester Galli. Qualche domanda di rito sul giornale e inizia l’intervista vera e propria. Da quando Scientology è in Brianza e come vi trovate? Siamo presenti su questo territorio dal 1985 e a Monza ci troviamo molto bene. Siamo parecchie persone: normalmente un centinaio o più frequentano settimanalmente ma si arriva al migliaio contando i “simpatizzanti” che hanno comprato un libro o partecipato a un corso. Anche qui lo scopo a livello sociale è che le persone ritrovino i valori e i precetti persi e quindi facciamo diverse manifestazioni e parecchie attività in questo campo, tra cui una campagna di prevenzione alla tossicodipendenza che attuiamo dagli anni ’90: infatti siamo convinti che, educando le persone, il rischio sia molto minore perché una persona può comprendere quanto può essere stravolta dalla dipendenza sia a livello fisico che mentale e diventare un pericolo per la società. Lavoriamo molto anche per i diritti 12 umani proponendo degli opuscoli illustrati riassuntivi della dichiarazione ONU del 1948 articoli a cui i Monzesi sembrano molto interessati. Tuttavia questo impegno attivo e risolutivo può anche portarci dei nemici. Queste attività sono direttamente legate a Scientology o ci sono associazioni esterne che se ne occupano? Queste campagne sono collegate alla Chiesa che ne distribuisce gli opuscoli, ma abbiamo anche delle società che le portano avanti indipendentemente da un discorso religioso, come “Drugfree”, che promuove un mondo libero dalla droga, o “La via della felicità”, che sviluppa un percorso basato su un codice morale che incoraggia la persona verso un comportamento che sia di aiuto a sé e agli altri. Come è strutturato il culto? Abbiamo diverse classi di studio sulle Scritture, cioè i testi del fondatore (L. Ron Hubbard, ndR), e corsi di miglioramento personale che includono varie aree della nostra vita come la comunicazione o anche il metodo di studio, sempre basati sulle ricerche scientifiche del fondatore sulla mente umana. Questi corsi non sono tenuti da un insegnante ma vengono superveduti da persone appositamente istruite. La frequenza è variabile ed è possibile venire anche tutti i giorni tra le 10 e le 23. Oltre a questi corsi immagino ci siano anche alcune cerimonie e dei “riti”. Abbiamo un servizio di funzioni domenicali che consiste in letture. Inoltre ci sono la Cerimonia del Nome, corrispondente al Battesimo cristiano, in cui si dà il benvenuto al nuovo nato, i matrimoni, riconosciuti come legali in alcuni stati, e funerali. Inoltre c’è il programma di purificazione dove le tossine che provengono non solo dall’inquinamento ambientale e dalle droghe ma anche dai cibi e che si fissano nei tessuti grassi del nostro corpo cibi e tendono a offuscare la capacità Bartolomeo N°2 Novembre 2007 INTERVISTE mentale vengono espulse con una sauna. La Chiesa è sviluppata in modo gerarchico o ogni nucleo resta indipendente? Ogni Chiesa è indipendente e si gestisce autonomamente, anche se è chiaro che ci sono Chiese nazionali (quella italiana è a Vimodrone) e per quanto riguarda l’interpretazione delle Scritture abbiamo come punto di riferimento una Chiesa madre negli Stati Uniti. Sono presenti anche molti giovani all’interno delle attività di Scientology? Sono comprese più o meno tutte le fasce di età e ogni tipo di professione, dalla casalinga all’avvocato. Di certo Monza – e lo dico da monzese – non è conosciuta per essere una città “mentalmente aperta” e quindi immagino che l’inserimento nella zona non deve essere stato facile. Sicuramente le novità destano grande curiosità e spesso la diffidenza deriva dal non conoscere un’associazione come la nostra e dal non provare neanche a vedere di persona di che cosa si tratta in realtà. Il culto è comunque molto legato al fondatore, scomparso nell’86, che in origine era uno scrittore. Non esattamente. In realtà si è sempre interessato fin da giovanissimo alla condizione umana, vedendo di persona i drammi della fame e della malattia durante uno dei suoi viaggi in Oriente, e come filosofo e umanitario volle adoperarsi per migliorarla. Al tempo stesso per vivere e per sostenere le proprie ricerca scriveva libri di fantascienza, pur sostenuto da amici. E’ con lui che si è conclusa la ricerca, ora raggruppata i suoi libri Dianetics (solo la nuova edizione, in quanto si è scoperto recentemente che la prima era stata alterata) attraverso degli assiomi dimostrabili scientificamente e non dogmatici. Attraverso lo studio della mente umana fatto da fisico nucleare, con metodo scientifico ha scoperto sia come è fatta la mente umana sia lo spirito che la controlla. Inoltre ha scoperto le otto dinamiche, cioè gli aspetti fondamentali della vita attraverso cui la persona si realizza e vive: la prima è la persona con il suo corpo, la seconda la famiglia, la terza il o i gruppi (se il gruppo classe va bene, anch’io ne 13 ho beneficio), la quarta è l’umanità, la quinta gli animali e i vegetali, la sesta è l’universo materiale, la settima lo spirito, se stessi come essere spirituale e infine l’ottava dinamica è l’infinito o l’essere divino. In Scientology ognuno ha il proprio percorso nella gradualità dell’acquisizione della consapevolezza. Credo sia quasi sconosciuto che Scientology ha anche un simbolo. Innanzitutto c’è la Croce di Scientology (foto, ndR) che ha otto punte come le otto dinamiche e poi c’è il doppio triangolo con la S: la “S” di Scientology unisce lo spirito, il triangolo superiore, e la conoscenza, quello inferiore. Come si rapporta Scientology con le altre Chiese e con i temi che le grandi religione stanno affrontando come l’aborto, le cellule staminali e i matrimoni omosessuali? Abbiamo un assoluto rispetto delle altri religioni e non chiediamo alla persona di convertirsi, ma siamo disponibili ad aiutarla spontaneamente. Per quanto riguarda i temi etici, crediamo che ognuno abbia la propria morale che può migliorare; la Chiesa non dà direttive ma ognuno sceglie in base alla propria etica e guardando con consapevolezza alle conseguenze. Come vede la vostra Chiesa quelle grandi differenze con la religione islamica, come la condizione femminile, che fanno parlare di “guerra” tra Occidente e Oriente? In Scientology non c’è assolutamente nessuna discriminazione tra uomo e donna, tanto che molti ministri sono donne. Possiamo osservare che la differenza è nella prima dinamica, ma l’essere spirituale non ha sesso. Molte celebrità, soprattutto americane, appartengono a Scientology e questo mette sicuramente in risalto molti vostri riti. Quando Katie Holmes è rimasta incinta, si è molto parlato del “parto silenzioso” e si è letto che la bambina doveva venire alla luce nel silenzio totale. Quanto c’è di vero? In realtà nel parto silenzioso sono i medici che non devono parlare perché è dimostrato, per esempio nell’ipnosi, che in stato di incoscienza la persona può ricordare quanto è successo e ne è condizionata e traumatizzata. La madre INTERVISTE Bartolomeo N°2 Novembre 2007 può esternare il proprio dolore come vuole… Molte dicerie o racconti riguardano la vostra Chiesa e i soldi. Ci si basa su offerte libere o vengono richiesti dei contributi? Come pensi vivano le altre Chiese?! Scientology si basa sulle offerte dei parrocchiani, tranne i corsi che sono a pagamento a causa del mantenimento dei locali. Cercando alcune informazioni su Internet, ho trovato delle terminologie specifiche di cui spero mi possa spiegare il significato. Attack the attacker, Fairgame, Dead agenting. Non mi dicono nulla... Alla fine dell’interviste è ormai abitudine fare qualche piccola domanda di cultura generale per testare quanto rimanga nella società dell’apprendimento scolastico. Data della Rivoluzione Francese? 1789 Un’opera di Shakespeare. Così è se vi pare. L’amata di Dante. Beatrice. La compagna e complice di Diabolik. Ah, questa proprio non la so… Eva. Non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. Amen BACK TO TEXT - Scientology è riconosciuta ufficialmente come religione da ventisei paesi, di cui sette europei. In Italia l’iter per il riconoscimento è stato bloccato e ci si rimette volta per volta alle decisioni della Cassazione. - Nel 1980 i vertici della Chiesa di Scientology con sede a Milano furono citati in giudizio con varie imputazioni in un processo che si è concluso con l’assoluzione per quanto riguarda l’associazione a delinquere e il rinvio a giudizio per l’abuso di professione medica. - “Attack the attacker”, “Fairgame” e “Dead agenting” sono tutti termini per indicare il metodo, descritto dallo stesso fondatore, per “difendere” la credibilità di Scientolgy: si inizia con lo screditare il giornalista fornendo sempre alla stampa prove di eventuali crimini da lui commessi ma Hubbard arrivò a permettere di ferire fisicamente chi 14 attaccava l’organizzazione; questo attacco è stato applicato nei confronti di un reporter BBC. (Per ulteriori informazioni consiglio di consultare Wikipedia) - Mi è stato fornito moltissimo materiale, consultabile da voi su richiesta, tra cui: opuscoli riassuntivi DRUGFREE (in generale, spinello, cocaina, ecstasy, eroina, crack, droga dei piccoli, LSD, antidolorifici e crystal meth); un opuscolo e un DVD sui diritti umani; un’intervista a L. Ron Hubbard su Scientology in DVD; il DVD “La via della felicità”; un opuscolo sul riconoscimento di Scientology nel mondo. Michele Casadei I A EPISTULAE Bartolomeo N°2 Novembre 2007 -CaroBartolo...INDICEEMEDIO Marta è sola a casa. Sola. Quante volte questa parola ha pervaso i suoi pensieri negli ultimi tre anni L’aggettivo ha assunto, nel corso del tempo, innumerevoli valori e svariate tonalità: eppure sembra essere soltanto una parola, dunque un insieme di caratteri, un segno grafico. Marta, purtroppo, ha imparato a sue spese che non è esattamente così. In questo momento però il lemma acquisisce forse il significato meno pesante, opprimente, difficile. Semplicemente Marta è sola in casa, ha appena finito di pranzare e sa che ora l’aspetta un pomeriggio di studio. Eppure prima c’è un rituale da svolgere. Non può più farne a meno, è più forte di lei. È irresistibile, deleterio e rassicurante. Si avvia verso il bagno, si mette il cerchietto per non sporcarsi i capelli, si china sul water e due dita ( indice e medio) scivolano verso la gola. La facilità e la calma con cui compie quei gesti è allarmante. Spaventa addirittura lei: la pacatezza e la sicurezza che accompagna questi gesti ormai la terrorizza. Finirà mai tutto questo? Mentre si lava i denti pensa alla assurdità del suo gesto. Un amaro sorriso le colora il viso. “Assurdità” è la parola che i suoi pensieri hanno partorito. E non è la prima volta che le capita di sentire nella sua mente questo vocabolo. Tutto ad un tratto ora le ritornano in mente gli innumerevoli passaggi della sua storia. La prima volta, in un bagno di una pizzeria, al suo compleanno, amareggiata per quella solitudine che le colmava l’animo; la presa di coscienza dei genitori, i loro tentativi, i loro sentimenti ( che avevano toccato nel giro di tre anni tutti i gradi dell’ incredulità, della rabbia, del dolore, della rassegnazione); la confidenza del ”problema” alla migliore amica, forse troppo normale per poterla capire, il suo sguardo di indifferenza, di disinteresse profondo, il suo tono quasi derisorio; la convinzione tanto più forte quanto triste che nessuno ormai poteva più capirla; infine tutte le volte che si era nascosta dietro il suo male per non affrontare realmente i problemi e le sofferenze. E d’un lampo i pensieri si spostano sulle cause di tutto questo dolore. Un altro sorriso, ancora più amaro del primo, le fa inarcare la bocca. Sono passati tre anni dal quella prima volta e motivi da ritenersi degni di una tale punizione ancora Marta non ne ha trovati. Una serie di cause e fattori le si arrovellano nella testa. Ma sa che questi motivi possono ingannare gli altri, quelli che la osservano, non certo più lei. Capisce che ormai tutte quelle scuse sono diventati motivi per non smettere, più che cause prime. Finirà mai tutto ciò? La risposto ora le sembra più chiara ma purtroppo la spaventa ancora di più. E la paura diventa terrore, poi passa ad essere rabbia, amarezza, tristezza e infine solo dolore. Il rituale è finito. Marta si lava le mani, lentamente, con delicatezza e accuratamente. Guarda le sue dita: indice e medio. Sa che piangere è inutile ma una lacrima sembra voler proprio uscire. Si lava la faccia, si asciuga, si avvia verso la sua scrivania, apre il libro di chimica. Domani, a scuola, tornerà ad essere una brava studentessa e una banale ragazza. Meglio così forse. Giulia Pepè IID LAPOLITICADELBUE Qualche sera fa ho assistito ad un dibattito riguardante la situazione in Iraq a cui prendeva parte la celebre (suo malgrado) giornalista Giuliana Sgrena e posso affermare che la sala in cui questo incontro era tenuto era piena di persone interessate; qualche sera dopo ho partecipato ad un 15 EPISTULAE Bartolomeo N°2 Novembre 2007 convegno di una deputata afgana riguardante il suo paese e anche qui i presenti erano numerosi; ieri ho casualmente guardato i dati sugli ascolti in tv e ho scoperto che le trasmissioni politiche come Ballarò o Porta a porta contano ogni sera milioni di ascolti. Poi l’ultima sorpresa: ho letto su internet che circa il settanta percento degli abitanti dell’area palestinese desidera ardentemente la pace. Tutto questo mi ha fatto pensare: sapere che così tante persone si interessano all’attualità perché vogliono capire il motivo per cui il mondo è costantemente travagliato da guerre sanguinose e che addirittura i popoli che le combattono sono stanchi di tutte queste violenze, mi porta a credere che, nonostante le vecchie retoriche sull’ignoranza del popolo, il menefreghismo delle nuove generazioni eccetera eccetera, in realtà i popoli siano pronti a terminare tutte le guerre, ad abbattere i confini, a vivere nella pace. E allora perché non succede niente? Sbaglio o viviamo in stati democratici? Sbaglio o diciamo nostro quel concetto tanto sbandierato che è la libertà? Un altro fatto: ricordate che pochi anni fa era scoppiato lo scandalo dei dati Auditel (appunto gli ascolti tv) che venivano volontariamente alterati dalle emittenti televisive per continuare a propinarci telenovele e reality show? Cosa si diceva prima che avvenisse questa rivelazione? Si diceva che il Grande Fratello aveva fatto successo perché quasi tutti lo guardavano, mentre poi è venuto fuori che non era vero: i dati erano sbagliati, molte persone preferivano guardare Superquark. Ci prendevano in giro; tentavano di spegnere ogni lamentela alla mancanza di programmi interessanti dicendo che era il popolo il “bue” che guardava i reality e che le emittenti non facevano altro che nutrirlo 16 delle porcherie che gli piacevano. Ma non era vero. Quale era allora l’obiettivo? Risparmiare i soldi facendo programmi di bassissima qualità? Probabile, ma io ci vedo qualcosa di più: a me sembra che facesse parte di un piano ben più grande per rimbecillirci tutti. Con questa assurda legge del mercato, l’insieme dei cittadini è visto come il popolo dei consumatori: ci vogliono veramente come il bue che deve essere ingrassato e basta. Ma hanno sbagliato i conti: i primi esempi che ho fatto all’inizio dell’articolo dimostrano che il popolo non vuole essere disinformato, guidato a piacimento, ingrassato senza fare nulla. Oggi non c’è più informazione, non sappiamo più cosa è successo in Afghanistan, in Iraq, in Libano, in Palestina. Invece di dirci la situazione del mondo, ci parlano di quei quattro attori che si sposano. Ma noi italiani vogliamo sapere di più, ascoltiamo in massa Piero Angelo, Bruno Vespa, Beppe Grillo sperando che ci diano delle risposte, e senza volerlo ci ritroviamo uniti in un comune senso di malessere, di prigionia. Vogliamo fare qualcosa. Parte la pubblicità, finisce il sogno: ci sbandierano stereotipi, mode nuove, quell’assurdo concetto del più bello, più forte e più furbo che domina su tutti gli altri. Ancora una volta la legge del mercato ci vuole confondere, ci vuole dividere: se metti questo sei alla moda, se fai questo sei migliore, fatti furbo e frega sul tempo gli altri. Questa visione del mondo, contraria alla natura umana (e purtroppo insita nella società capitalistica occidentale, che provoca una concorrenza spietata tra i lavoratori e le generazioni), è voluta da poche industrie e pochi potenti che tentano, dividendoci, di farci perdere di vista ciò a cui tutti in realtà agogniamo: una libertà superiore, intellettuale, che si basi sull’armonia tra i popoli e le persone, EPISTULAE Bartolomeo N°2 Novembre 2007 sull’informazione reale e completa, sulla possibilità di sapere ciò che veramente accade nel mondo e di giudicarlo razionalmente. I popoli, così simili tra loro e non così diversi come tentano di farci credere, sono pronti a superare tutti i confini, per creare un mondo più pacifico e più equo. Giovanni Seltralia I B UNALETTERAPERRINGRAZIARE... Vi ricordate l’anno scorso in autogestione e a fine anno?!? Tutti noi siamo stati deliziati dalle meraviglie dolciarie dei fantastici banchetti delle torte. I soldi guadagnati sono stati devoluti in beneficenza all’Operazione Mato Grosso, un movimento di ragazzi e ragazze che lavorano qui in Italia per mandare il ricavato nelle missioni di Perù, Ecuador, Bolivia e Brasile. I vostri soldi, in particolare, sono arrivati a Marco Radaelli, un ex-studente dello Zucchi, che ha fatto la scelta di vivere con la sua famiglia accanto ai poveri di Yungay (Perù). Ecco quello che racconta. Yungay, 19 settembre 2007 “ […] Volevo scriverti, adesso che in Italia inizia la scuola, per ringraziarti dell’iniziative che avete inizia la scuola, per ringraziarti dell’iniziative che avete portato avanti lì allo Zucchi per la scuola di Yungay. Adesso stiamo portando giù con il camion gli alberi abbattuti il mese scorso. Saranno le travi del tetto. Speriamo di riuscire ad inaugurare per marzo, quando, qui in Perù , inizia l’anno scolastico. Il problema è che a ottobre inizia la stagione delle piogge… È stata una bella iniziativa che, spero, si potrà ripetere. Mi ricordo di come, oramai un bel po’ di anni fa, moltissimi amici dello Zucchi venivano ai campi di lavoro, ci aiutavano… Credo che per lo meno cinquanta ragazzi abbiano provato a partecipare a un campo di lavoro dell’OMG. Mi ricordo di come l’OMG è stata l’occasione per tanti di noi di mettere in concreto molte parole che si spendevano a scuola. Poi per qualcuno non è più stata vita, ma scelta di vita. Sono passati più di dieci anni, ma credo che la proposta di regalare energie, soldi, fatica, entusiasmo ai più poveri sia ancora valida, sia ancora la molla che può spingerci verso sogni grandi per la nostra vita. Anche se adesso ho trenta anni continuo ad aver bisogno di una vita esagerata nel regalare agli altri. E per questo sono contento di giocare la partita della vita fuori dagli schemi di lavoro sicuro, casa, mutuo, macchina, SKY, microonde, pensione… Così eccomi qua, in Perù a ringraziare che mi aiuta ad aiutare i poveri. E sono ringraziamenti davvero sinceri, perché qui dicono che io sono buono, e non riescono a credere che, dall’altra parte dell’oceano, ci possa essere gente che li aiuta senza conoscerli. Sanno che è difficile risparmiare e, ancora di più, regalare. Se riusciste a continuare… Sono riuscito a trovare i soldi per tegole, legname, finestre, mancherebbero quelli per banchi e sedie. Che ne dici? Li faremo con i ragazzi falegnami a cui, dopo aver loro insegnato il mestiere, stiamo cercando di trovare lavoro da fare. Ogni banco da due costerebbe 50$ (40€) e ogni sedia 27$ (20€). Speriamo. Comunque GRAZIE. Marco, Maida, Martina.” Giulia Radaelli III D (per qualsiasi informazione) 17 EPISTULAE MECHANICALCHERUB Angeli meccanici nelle vastità dei cieli. Rivelazioni cosmiche, su questa terra, non ce n’è. Il mondo è caos, quanto è vero Dio. Il mondo è caos, come lo sono io. Un mondo di grigio e porpora, e scarlatto e carminio Di smog macchiato di sangue, di lacrime e sudore In questo mondo sporco, e fradicio d’orrore Si trovò precipitato, d’un tratto, un cherubino. Accasciato in una strada, tossiva il suo rancore La luce lo feriva, così livida e violenta Non il chiarore soffuso delle sfere celesti, Né pace, né equilibrio. Dov’è ora il tuo Signore? Bartolomeo N°2 Novembre 2007 Ritenta, e se fallisci, noi te l’avevamo detto... Con un colpo delle tue ali meccaniche – se ce la fai – adesso vola!” Angeli meccanici nelle vastità dei cieli. Rivelazioni cosmiche, a questo mondo, non ce n’è. Talvolta avere sogni costa troppo a chi è quaggiù, E non sempre ali meccaniche portano nel blu. Per un sognatore è preferibile non essere mai nato… Un cherubino meccanico giace a terra, sfracellato. Ambra Ghiringhelli II G “Qui niente e nessuno allevierà le tue fatiche. Non cercare beatitudine, non ne troverai. Homo homini lupus - così la gente dice: Se ora non comprendi, presto capirai. La tua tunica è stracciata, e laceri i tuoi piedi: Camminare è uno sforzo che non hai fatto mai. Le risposte non le abbiamo, se è quello che ti chiedi. Sei bello, fresco e puro, e questo è un crimine, lo sai? Perciò lascia che il cuore ti martelli dentro al petto, Grida finché la voce ti spezzerà la gola. 18 ZUCCHI Bartolomeo N°2 Novembre 2007 -PianetaZucchiWHAT’STHEMATTER?!? Lo Zucchi è lo Zucchi: scuola conosciuta per la sua difficoltà ma anche per l’ottima preparazione che offre. Ma ragazzi… quanti problemi! Ogni anno sono sempre gli stessi. Ormai ci abbiamo fatto l’abitudine a tal punto che non prestiamo neanche più ascolto quando nelle assemblee di Istituto promettono di risolvere le numerose mancanze della scuola! Il primo problema in assoluto è rappresentato dai… bagni! All’inizio di quest’anno la situazione sembrava almeno in parte risolta… senza entrare nei dettagli, le ragazze all’ultimo piano avevano un bagno grande e spazioso. Certo, per alcune classi era distante, ma chi non si è giustificato per avere ritardato dopo l’intervallo di qualche minuto dicendo “il bagno è lontano e poi prof… c’era la coda!”? Beh… penso proprio che l’abbiano fatto tutti. E adesso? Adesso dopo che a turno tutti i bagni sono stati guasti almeno una volta, ecco che, sempre all’ultimo piano, il bagno delle femmine viene cambiato con il bagno dei maschi… cioè il nostro “bellissimo” bagno grande e spazioso sostituito da uno stanzino piccolo e con le porte che non si chiudono! Ma dove sta il divertimento in tutto questo? (ammesso che qualcuno abbia voglia di divertirsi con queste amenità). Nel fatto che questo cambiamento ha scombussolato un po’ tutti. Per esempio… un ragazzo è stato trovato nel bagno delle femmine, tranquillo e pensando di essere nel posto giusto; anzi, si è mostrato sorpreso di vedere due ragazze entrare: “Scusa, ma questo è il bagno delle femmine”, “nooo, ma veramente?!? E da quando?”, “mmm…da ieri!”; “oh scusate!”… oppure molto spesso è capitato che una ragazza sia arrivata davanti al bagno dei maschi e solo in quel momento si sia ricordata che doveva andare dalla parte opposta ma semplicemente perché ha visto “l’omino senza la gonnellina” (testuali parole!). Ovviamente ci sono sempre i bidelli 19 pronti a ricordarti da che parte devi andare: “Ciccia, il bagno è dall’altra parte” è la frase più comune, anche se in verità non sempre la persona a cui è rivolta deve andare in bagno!! Questo è solo uno dei problemi dello Zucchi! Un altro eclatante è quello della macchinetta che è (o almeno era) perennemente rotta all’ultimo piano vicino a questo famoso bagno piccolo e stretto delle ragazze (avete capito dove, vero?). Beh, la cosa più assurda è che “generazioni di studenti” continuano ostinatamente a infilarci i soldi sperando, grazie a un miracolo, di potere aprire lo sportellino. Poi se ne vedono di scene divertenti: fine della quarta ora di un venerdì lungo ed estenuante, una povera sfortunata “bisognosa di zuccheri” arriva alla macchinetta, infila i soldi e poi realizza…”cavolo, non si apre!”. Alcuni ragazzi, sentendo la lamentela, accorrono dicendo di essere sempre riusciti ad aprirla anche se difettosa…“premi il pulsante”, “tira”, “no aspetta, non così!”, “ecco, prova ora” e poi… colpi, calci, pugni…ma niente riesce ad aprire quel maledetto sportellino! Non ci credete? Invece è tutto vero: cinque ragazzi contro una macchinetta. Ma come sempre vince la macchinetta! Con la fortuna che ho io però, questa macchinetta è stata aggiustata qualche settimana fa precisamente il giorno in cui ho consegnato l’articolo. Ma si può essere più sfortunati di me?? Ecco un’altra caratteristica dello Zucchi: le cose avvengono sempre al momento sbagliato! Bene, questi sono solo due dei problemi… ovviamente potrei andare avanti parlando della lampadina fulminata dalla fine dell’anno scorso nello spogliatoio delle ragazze, oppure dei caloriferi che funzionano quando vogliono loro… Sono però sicura che, senza questi problemi che rendono meno monotone e più divertenti le nostre giornate, non ci sentiremmo allo Zucchi! Sara Montagnino I A ZUCCHI Bartolomeo N°2 Novembre 2007 -ColazionealloZucchiLOZUCCHINOQUALUNQUE Penso che vi siate accorti di come in questo Liceo si sia instaurato da anni un sistema decisionale troppo autoritario e rigidamente gerarchizzato, in cui chi comanda è la classe docente e ad obbedire ciecamente sono gli studenti. Perdonatemi l’insubordinazione, ma io credo che per un Paese che voglia dirsi democratico ciò sia inaccettabile, ed è forse giunto il momento di cambiare. Siamo in tempo di elezioni per il Consiglio d’Istituto e prima ancora di qualsiasi polemica dovremmo domandarci per quale oscuro motivo spettino agli studenti soltanto 4 seggi, contro gli 8 riservati ai professori da sommarsi naturalmente a quello del Preside... Con questa distribuzione impari e ingiusta delle cariche, ogni qualvolta si verifichi il caso in cui ci si volesse opporre a qualche delibera che avvantaggiasse i docenti a discapito degli studenti, nemmeno unendo le forze con i 4 rappresentanti dei genitori si potrebbe in alcun modo ostacolare l’operato del Consiglio: insomma, bell’esempio di democrazia!! Ovviamente poi non voglio sottolineare che, mentre per candidare una lista lo studente deve presentare ben 20 firme, ad un professore bastano 7 sottoscrittori, cioè i colleghi di corso e un paio di amici… Ma dal momento che le cose stanno in questo modo e non possono 20 essere cambiate così facilmente, credo che il nostro compito sia perlomeno di valorizzare il poco potere che ci è concesso. Per questo ogni anno siamo chiamati a votare dei baldi giovini che con le unghie e con i denti difendano la nostra autorità… ma le cose accadono davvero in questo modo? Temo che da anni ormai il ruolo dei nostri Rappresentanti, quasi sempre gli stessi in verità, si sia ridotto al mero atto notarile di constatazione e approvazione di qualsiasi delibera della Presidenza. Nessuno, nella mia memoria, è ancora riuscito ad attuare il benché minimo stralcio del suo programma (ahimè i bei tempi passati…), e mai si è indetta qualche Assemblea d’Istituto per prendere contatto direttamente con i propri compagni di scuola (gli elettori, nda), per informarli sul proprio operato e perché no per raccogliere proposte ed organizzare insieme iniziative… mai nulla di tutto ciò, e vi invito a ricercare i responsabili… Eppure a questo dovrebbero servire dei Rappresentanti, per fare valere il diritto di parola e anche di decisione, perchè in ogni sistema scolastico che si rispetti gli studenti sono il fine, e i professori, con rispetto parlando, il mezzo. È ovvio dunque che ci sia bisogno di una svolta in senso democratico. Non so se possa venire dai candidati di ZUCCHI Bartolomeo N°2 Novembre 2007 quest’anno, tra i quali scorgo solo uno sparuto gruppo di homines novi, ma sono ottimista, e credo nell’intelligenza di tutto il popolo zucchino. In occasione di quel famoso venerdì di sciopero contro gli esami di riparazione abbiamo dimostrato di poter contare, di essere numerosi e di avere una coscienza comune, anche se ancora non ben delineata. Basterebbero dunque delle persone distinte, autorevoli e responsabili, dei veri “leader” insomma, per organizzare iniziative partecipate di rinnovamento serio e profondo. La mia speranza è, dunque, che noi tutti impariamo ad amare la libertà che ci è stata fin’ora concessa, approfittando dei nostri pochi diritti, sempre nel rispetto delle regole, per migliorare la situazione attuale, ormai ridicola e insopportabile. Concedetemi infine un breve vademecum per i candidati alla Rappresentanza: Prima regola, rispettare gli impegni e cessare di deludere i propri elettori, pratica che purtroppo sembra ormai una tradizione inevitabile; Seconda regola, imparare a dire di no quando è necessario, perché non si ottengono progressi accontentando sempre e comunque, senza controbattere, i centri di potere; Terza regola, mai dimenticare che tutti insieme si può fare di più e meglio, che lottare non è mai e poi mai inutile 21 e che, per Giove, siamo o non siamo zucchini?? Ave atque vale, Marco Nebuloni IIB MUSICA Bartolomeo N°2 Novembre 2007 -GirodiDoUNACANZONEPERESSERELIBERI Ciao ragazzi! Sembra impossibile, ma sono passati solo due mesi dall’inizio della scuola, e noi, che già aspettiamo impazienti un po’ di vacanza ,abbiamo pensato ad un articolo con i fiocchi. Non vogliamo propinarvi un pesantissimo e soporifero tema letterario, e nemmeno sciorinarvi tutti i problemi del mondo in una paginetta: le nostre penne artistiche vogliono solo proporvi un sottofondo per farvi rilassare e staccare per un attimo la spina, mettere in ‘stand by’ la mente e semplicemente risvegliare la fantasia. Insomma, vi parleremo di Libertà, usando la musica, le canzoni e i loro testi. Chissà quanti di voi, ascoltando una canzone, si sono sentiti leggeri dentro, come se stessero per spiccare il volo, e con uno stupido sorriso sulla faccia hanno pensato: “Mi sento libero!” Beh, se non vi è mai capitato, prima poi arriverà quel momento: una canzone può sorprenderti in qualsiasi istante. Stai camminando per la strada, si apre la porta di un negozio oppure passa una macchina , senti un motivetto ed ecco… hai l’illuminazione! Ti senti libero! Semplice no? Basta ascoltare… una cosa così facile, che non richiede grandi sforzi, ma che ci permette di provare qualsiasi sentimento, anche quello della libertà, così difficile da trovare al giorno d’oggi. Parlando concretamente, 22 quanti sono stati i canti scritti per protestare, per dichiararsi liberi, per ottenere qualcosa? Bob Marley nella sua “Redemption song” diceva: “Non farai a meno di cantare queste canzoni di liberta? Perchè è tutto ciò che ho: canzoni di redenzione, queste canzoni di libertà”. Tutti quelli che pensano siano necessari lunghi giri di parole (spesso profonde solo in apparenza) per raggiungere un obiettivo o per essere ascoltati, si sbagliano! Basta anche solo la musica, la melodia. Chi non ha mai sentito la colonna sonora del film”Il Gladiatore”, la famossisma “Now we are free” di Enya? Su quelle note la fantasia vola libera, sopra le versioni di greco e di latino, sopra i compiti di matematica, sopra tutti i problemi. Da che mondo è mondo, i giovani amano cantare “viva la libertà”: ricordate un certo ragazzo che “amava i Beatles e i Rolling Stones”? Bene, anche se vi sembrerà la solita canzonetta, risentita un miliardo di volte, in realtà il testo dice più di quanto si pensi… Un ragazzo che amava la libertà ma che il mondo ha costretto a piegarsi, a conformarsi. La ribellione a un mondo, che spesso non va come dovrebbe, è il primo motivo per gridare ‘voglio essere libero!’. Per citare un altro famoso autore italiano, Jovanotti: ”Salvami, salvati, salvaci, Bartolomeo N°2 Novembre 2007 MUSICA salvaci, salviamoci!”, ovvero ”scappiamo dai tanti orrori che la società del denaro e dell’apparire ci mostra”. C’è poi chi già cresciuto, riguarda disilluso la libertà tanto sognata da ragazzo: il leggendario Vasco Rossi canta: “Liberi liberi siamo noi, però liberi da che cosa, chissà cos’è…”. In effetti tutti oggi ci parlano di libertà dicendo che finalmente non esiste nessun regime che ci tarpa le ali. Ma non pensate che nel nostro che hai dentro contagerà tutti e come si suol dire, ‘l’unione fa la forza!’. Buon ascolto! PS: Se siamo cadute nel tunnel della filosofia ci scusiamo, ma dopo cinque anni di liceo classico è impossibile uscirne! Ricordiamo comunque che sono sempre ben accette le vostre proposte e i vostri consigli! Perché come le canzoni nella musica, i nostri articoli vivono perché qualcuno li scrive… e perché qualcuno li ascolta! CANZONE DEL MESE (con la collaborazione Maggie Zev): Thriller, Micheal Jackson piccolo siamo ancora rinchiusi dentro i pregiudizi e le mode ? Una sola cosa è ancora libera di esistere come vuole: la musica. E se ci pensate, in fondo sono le canzoni stesse ‘esseri liberi’! L’autore le scrive e le rende pubbliche; poi vagano, girano per il mondo, raggiungono l’ impiegato cittadino o il monaco buddista. Sono libere: non fanno distinzioni, non scelgono chi deve ascoltarle, sono per tutti. Quando Bocelli e Giorgia cantavano ‘”vivo per lei perché mi dà, pause e note e libertà” avevano capito che anche quando ti senti incatenato dagli impegni, dai doveri e dai divieti, puoi ancora esprimere te stesso in un modo molto semplice: cantando. E se proprio non ne sei capace, puoi sempre ascoltare la tua musica al volume più alto che esista, perché magari così la voglia di essere libero SPECIAL TRACK (by Fra): Starway to heaven, Led Zeppelin Lara Bucella e Francesca Gavezzoli III A 23 RECENSIONI CONCERTI Bartolomeo N°2 Novembre 2007 -RoxyBarWONDERFULTONIGHT “Abbiamo fatto tutti musica rock. Ora vogliamo tornare al blues, di cui il rock è il figlio bianco.” Tornare al blues, è l’idea che nasce dopo un comune pranzo fra cinque amici senza dubbio poco comuni. Paolo Bonfanti, Vittorio De Scalzi, Franz Di Cioccio, Lucio Fabbri e Reinhold Kohl decidono così di unire il proprio talento e la propria passione per la musica, linee guida di tutta la loro carriera. Nascono gli Slow Feet, ironico tributo a Eric Clapton, soprannominato “Slow Hand”. Insieme si propongono di rivisitare il mondo classico del Blues, quello meno conosciuto se non dagli appassionati del genere: Popa Chubby, Taj Mahal, Terry Evans, Kim Wilson, Junior Wells, Jimmy Reed, Tommy Castro ed altri ancora. Ma scelgono anche di reinterpretare in chiave blues brani rock che sono stati colonna sonora della loro adolescenza: nasce il disco “Elephant memory”, che esprime ancora la voglia di ironizzare, sui numerosi anni di carriera che hanno alle spalle, e su un’esperienza musicale che attinge ad un passato nemmeno troppo lontano, ma ormai poco conosciuto dalla nostra generazione. Lo scorso 28 ottobre si sono esibiti in un Rolling Stones carico di atmosfera blues, suonando per intero il nuovo album: “The last time” dei Rolling Stones, “Manic depression” di Jimi Hendrix, White room” dei Cream, cantata da un commovente Vittorio de Scalzi. E poi ancora “We’ve got to get out of this place” degli Animals, “A “A whiter shade of pale” dei Procol Harum, “All day and all of the night” dei Kinks. Ma sul palco “il gioco della citazione” diventa inarrestabile, e allora nascono brevi medleys: “My Generation” degli Who si fonde con “Black Night” dei Deep Purple; “Nowhere Man” con “Dr.Robert”, entrambe dei Beatles; e poi “Hurricane”, che dal violino di Fabbri si insinua in “All along the watchtower” di Bob Dylan. Il gruppo ha però deciso di mantenere anche un legame con la carriera personale dei singoli componenti, scegliendo di esibirsi con un brano di Bonfanti, uno della PFM e uno dei NewTrolls (dedicato da De Scalzi all’amico e compagno Nico di Palo, presente tra il pubblico). Ma l’idea di Slow Feet nasce anche dalla voglia di ricordare attraverso la musica l’amico comune De Andrè, legato umanamente e artisticamente a Di Cioccio, Fabbri e De Scalzi, ma anche al bassista Kohl, fotografo personale del cantautore. E proprio come omaggio a Faber hanno suonato un suo brano classico, “Bocca di rosa”, cantata a tre voci da Bonfanti, De Scalzi e Di Cioccio. Slow Feet è un gruppo in cui ogni componente è padrone di un virtuosismo che lo rende unico, primi fra tutti Paolo Bonfanti, chitarra e voce solista, e Lucio Fabbri, violinista. Ma senza dimenticare l’energia di Di Cioccio alla batteria o l’espressività di De Scalzi alle tastiere e di Reinhold Kohl al basso. Ospite della serata, si è poi esibito sul palco anche Fabio Treves, armonicista e 24 RECENSIONI CONCERTI Bartolomeo N°2 Novembre 2007 e leader dell’omonima blues band. Unica pecca l’acustica, mal gestita dagli addetti al mixaggio, che hanno spesso portato il volume ad un livello eccessivo, creando una risonanza all’interno del locale che non sempre permetteva di distinguere i vari strumenti. Stupisce comunque il clima intimo, quasi familiare, creatosi durante il concerto; sembrava di assistere a prove, tecnicamente perfette, in cui gli artisti si sentivano liberi di scherzare fra loro e interagire senza alcuna formalità con il pubblico. La forza di questo gruppo sta in una professionalità che non preclude il divertimento. I musicisti mostrano realmente di percepire il palco come “il loro posto naturale, il luogo migliore per esprimere la loro musicalità”. Nient’altro da dire. Standing ovation. sopravvalutate e strettamente legate alle doti interpretative del suo leader, il carismatico Jim Morrison. Tuttavia, pur considerando fondamentali i contributi del Re Lucertola, non si può non riconoscere il dovuto merito agli altri componenti di quella che fu senza dubbio una delle più grandi rock band di tutti i tempi: il tastierista Ray Manzarek, dotato di straordinarie doti tecniche e musicali, responsabile della parte melodica di ogni singola canzone, e incaricato del non facile compito di sostituire il basso mancante attraverso le proprie tastiere; il batterista John Paul Densmore, le cui bacchette Claudia Spinelli II E WHENTHEMUSIC’SOVER “Se le porte della percezione fossero spalancate, ogni cosa apparirebbe all’uomo come realmente è: infinita” William Blake Nel gennaio del 1967 usciva “The Doors”, il primo album dell’omonima band; oggi, dopo 40 anni, mi sembra doveroso rendere omaggio a coloro che contribuirono, attraverso uno stile unico, a creare un nuovo tipo di musica, in grado di unire armoniosamente elementi rock, blues, psichedelici e jazz. Non sempre la critica è stata concorde sulla qualità del loro lavoro, reputando le capacità della band eccessivamente 25 costituivano una sorta di seconda voce, insinuandosi prepotentemente dietro il poliedrico timbro di Jim; il chitarrista Robbie Krieger, contraddistinto per un tipico ritmo flamenco, le cui lente note dovevano riuscire a conciliare i suoni dell’organo, la pulsante batteria e la mistica voce di Morrison. Autori di soli sei album (ma in appena 5 anni di attività), i Doors sono stati creatori di canzoni che sono diventate eterne, come “Light my fire”, “The end”, “Riders on the storm”, “Roadhouse blues” e moltissime altre. Ma ciò che colpisce sono i loro testi, profondi, carichi di passionalità e violenza insieme, portatori anche di messaggi provocatori, che invitano l’ascoltatore a staccarsi da tutto ciò che è inculcato in lui fin dalla nascita, e che quindi non gli Bartolomeo N°2 Novembre 2007 RECENSIONI CONCERTI appartiene come proprio, per dare libero sfogo ai propri istinti, ai propri impulsi, alla propria sensualità. Tutto questo veniva espresso da quella che era sicuramente la figura più carismatica del gruppo, James Douglas Morrison, una delle personalità di maggiore potere seduttivo nella storia della musica. Sentimentale e autore di poesie nella vita privata, dotato di una voce che poteva variare dall’angelico al demoniaco, Jim dava il meglio delle proprie performances nei concerti, quando, di fronte a migliaia di giovani giunti per ascoltarlo, accompagnava la propria voce che poteva variare dall’angelico al demoniaco, Jim dava il meglio delle proprie performances nei concerti, quando, di fronte a migliaia di giovani giunti per ascoltarlo, accompagnava la propria voce a una teatralità simile a quella della tragedia greca; tutto ciò rendeva i concerti dei Doors degli eventi da seguire come se si fosse alla presenza di un dio, impegnato a istruire folle giovanili alla ricerca di nuovi ideali, nuovi valori. Dedito all’ alcool e all’uso di sostanze stupefacenti, di cui si serviva per “superare le porte che chiudono l’ignoto”, Jim rappresenta l’emblema del cantante/poeta ribelle, colui che tentò di cambiare il mondo con i messaggi delle proprie canzoni, ma che venne infine condannato e schiacciato dallo stesso mondo, che preferisce ricordare le sue sfrenatezze ed eccessi piuttosto che le sue doti musicali. I Doors si sciolsero ufficialmente nel 1973, ma in realtà la loro musica era svanita due anni prima, con la morte del loro cantante. Il 3 luglio 1971 infatti, Jim fu trovato morto, forse per overdose, in un appartamento di Parigi, dove si era ritirato per smettere di bere e dedicarsi alla poesia, oltre che per sfuggire a quella popolarità che lui 26 stesso aveva contribuito a crearsi intorno. La sua morte andò così ad aggiungersi ad altre celebri scomparse di quegli anni (Jimi Hendrix, Janis Joplin, Brian Jones), ma lo trasformò di diritto, a soli 27 anni, in una figura dal carattere misterioso che ancora oggi, a 40 di distanza, raccoglie moltissimi fan sulla sua tomba, a Parigi. Su di essa è incisa una frase in greco: “Fedele alla sua anima”, a testimonianza di un uomo che visse per tutta la vita in maniera coerente alla propria personalità. Marco Erba III C DATE CONCERTI Bartolomeo N°2 Novembre 2007 -OnStage������������� ������������� basso, clarinetto basso, voce ����������� batteria ��������������� tromba �������������� sax ������������ tastiere �������������� armonica “Lo stile innovativo, nato da una felice combinazione di groove, soul e abilità tecnica sconvolgente, ha fatto di Marcus Miller uno dei più noti bassisti virtuosi in ambito jazz, R&B e fusion, con una lista di credits impressionante e con all'attivo la vittoria di Grammy Award anche in veste di compositore e produttore. La rivista Bass Player lo ha nominato tra i dieci bassisti più influenti degli anni ’90, e gli ha affibbiato l’epiteto di “Superman of Soul”. Ma il suo curriculum mostra ben più di questo, dalle esperienze giovanili da compositore, arrangiatore e produttore, agli anni di militanza nella band di Miles Davis, fino all’ascesa allo status di vera e propria superstar mondiale della fusion, o soul jazz, o funk che dir si voglia.” resto è poe degli intelle Quando: 30 Dove: Crebe Prezzo: 1° s 2° s 3° s ������ Quando: �� �������� ����� ��� ����� � ����� Dove: Blue Note, Milano Prezzo: ������ �������� � ����� ������ ����� � ����� ����������� “ FREDDIE.....A NIGHT TO REMEMBER ” � over band apprezzatissima anche in Inghilterra, I QueenMania si esibiranno in una serata tributo all’Alcatraz per ricordare il 16esimo anniversario della scomparsa del frontman dei Queen Freddie Mercury. Dopo il successo dell’esibizione al LiveClub di Trezzo dello scorso anno, i QueenMania saranno nuovamente affiancati dal cantante Enrico Ruggeri. Ospiti della serata saranno inoltre Andrea Mirò e Luigi Schiavone. Quando: 24 novembre 2007, ore 22.30 Dove: Alcatraz, Milano Prezzo: Donna: 6 euro Uomo: 10 euro 27 giochi e pa crescendo; Quando: 2 d Dove: Blue Prezzo� Al m l e oti its ste eci an nze nza ria in in e il del o, i DATE CONCERTI Bartolomeo N°2 Novembre 2007 ��������������� Il Vuoto tour “Il cantante siciliano non può che proseguire un viaggio iniziato da molto tempo, dove la musica è cornice di una ricerca filosofica e culturale. Ad accompagnarlo come sempre il maestro Sgalambro, il trio rock Fsc e la band tutta femminile le MAB che dagli ultimi album segue la vena rock sperimentale di Battiato. Il resto è poesia, letteratura di oggi nelle parole e nell'interpretazione di uno degli intellettuali più sinceri del nostro tempo.” Quando: 30 novembre 2007 Dove: Creberg Teatro, Bergamo Prezzo: 1° settore numerato: 68 euro 2° settore numerato: 46 euro 3° settore numerato: 34,50 euro ������������ ������ �������� ������ �������� ���� ������� ��������� ������ ����� ���������� batteria “Un autentico “SUPER GRUPPO”, un viaggio etnico-musicale attraverso diverse "tradizioni dei tamburi" proposto da esponenti tra i più completi e rappresentativi. Lo spettacolo si snoda attraverso sezioni "obbligate" e momenti in assolo, con composizioni scritte da diversi musicisti e completate da improvvisazioni, giochi e palleggi musical percussivi per concludersi con un gran finale in crescendo; insomma, una formula unica, originale e nuova.” Quando: 2 dicembre 2007, ore 21.00 Dove: Blue Note, Milano Prezzo� Al momento non disponibile (consultare il sito bluenotemilano.com) A cura di Claudia Spinelli II E 28 SPAZIO POETICO Bartolomeo N°2 Novembre 2007 -MurieMareTuchiamalesevuoi...emozioni(L.Battisti) TRAUNREGISTROEUNPALLONE... -CronacadiunapartitadicalcioNONqualunqueO Popolo Zucchino, ave! Ci terrei a fare una precisazione: nella presentazione della rubrica, lo scorso numero, ho lasciato intendere che questo sarebbe stato lo spazio dedicato alle riflessioni, ai pensieri…Tuttavia ogni tanto mi verrà voglia di “sgarrare”, cosa che farò già questa volta. J E così, lasciando da parte versi e punti di domanda, eccomi qui, sotto richiesta del professor Galeotto (non me ne sono dimenticata, visto prof?) a parlare del celeberrimo pomeriggio del 6 giugno 2007. O meglio, di alcuni dei suoi protagonisti. Per quale motivo tanto celebre? La risposta è semplice: signore e signori, in un cupo e piovoso pomeriggio di inizio giugno, un esiguo –ma neanche troppo!- numero di sprovveduti zucchini ha assistito al debutto calcistico dei propri docenti! E così, impavidi, sono scesi in campo pronti a dimostrare la loro supremazia anche sul piano sportivo… senza sapere che avrebbero dovuto prima fare i conti con i nostri “portavoce” di terza, che sembravano più che intenti a non considerare i ruoli… bensì solo la vittoria... Eccolo! Lo vedo avanzare… come chi? Il Bulega! Mentre i colleghi si dimenavano per il campo cercando di agguantare il pallone lui, tranquillo, procedendo per lo più a passo rilassato con fare da “come viene viene” e con molta nonchalance, proseguiva -ataratticamente parlando- rivolgendo ogni tanto (e comunque più tanto che ogni) sguardi e sorrisi compiaciuti al pubblico (femminile) strepitante. Franco Bulega? Mr Sorriso! E mentre il professor Bulega alternava fasi di impegno sentito ad altre di totale distacco imperturbabile, ci stiamo forse dimenticando di colui che ha guidato la squadra per tutto il tempo della partita? Di chi sto parlando? Ma del prof Gardella, ovviamente! Da degno professore di educazione fisica, se ne stava lì in porta, sull’attenti, pronto a 29 SPAZIO POETICO Bartolomeo N°2 Novembre 2007 a dare disposizioni ai suoi. Che leader! Adriano Gardella? L’indispensabile! No, in realtà lo sportivo effettivo della situazione era lui: il prof Galeotto! Divisa da vero calciatore, con calzettoni bianchi sotto il ginocchio e maglietta dentro i calzoncini, nessun fallo, sempre pronto a balzar fuori per acchiappare la palla… beh… o almeno ci provava… Eppure, in verità, dei numeri li ha realizzati… quando, però, non era troppo impegnato a cimentarsi in espressioni facciali troppo complicate per poter concentrare l’attenzione anche su altro! Gabriele Galeotto? Esemplare! E infine citerei colui che ha fatto tremare gli avversari… colui che ha messo in pericolo vite e in subbuglio il pubblico zucchino rumoreggiante di proteste… Marino! Della serie: Prof, ma in 60 minuti, quanti falli è riuscito a fare?? Alternando momenti di furia ad altri in cui si appollaiava pigramente al suolo, con aria sinistra procedeva lungo il campo, pronto a lanciarsi nella mischia con un unico intento: procurarsi la palla. Come, non importa. Il fatto che poi ci sia riuscito scaraventando più volte a terra i suoi studenti (i caduti -in tutti i sensi- sul campo di battaglia…), direi sia emblematico… Ergo, Che impeto! Forse il suo motto è stato *Il fine giustifica i mezzi* ? K Antonio Marino? Il Ringhio della situazione! 30 SPAZIO POETICO Bartolomeo N°2 Novembre 2007 Ebbene, la partita si è conclusa con la vittoria del corpo docenti, il quale tuttavia deve un grosso grazie al piccolo Andrea, figlio del professor Cucinotta, che ha partecipato allo scontro, fornendo un GROSSO supporto ai nostri insegnanti. Infine, vorrei concludere questa breve descrizione di un pomeriggio sportivo, o meglio, degli sportivi stessi, con la citazione di un meritevole striscione che ha accompagnato questa partita… “Gli antichi dicevano… Mens Sana In Corpore Sano… VEDREMO…” Giuliana Genovese II G 31 GIOCHI Bartolomeo N°2 Novembre 2007 -L’angolodiPonzodi Stefano Ponzoni II H METTETEVI... ALLA PROVA! E ANCORA... LOGICA! 32 OROSCOPO Bartolomeo N°2 Novembre 2007 -L’OroscopoARIETE Mese un po’ infruttuoso in campo scolastico, ma riuscirai a rifarti a breve. Qualche litigio in famiglia sembrerà farti perdere il buonumore. Avrai una buona notizia che ti stupirà molto. Qualche problema economico a fine mese. TORO Non sai come comportarti con una persona a cui vuoi bene ma di cui critichi molti aspetti: forse è tempo di chiarimenti. Nessuna novità nel versante scolastico fino alla fine del mese, dove avrai un lieve innalzamento. Buona riuscita nelle attività extrascolastiche. GEMELLI Sei annoiato e la vita ti sembra monotona: devi cercare nuovi stimoli. Gli amici conosceranno un lato di te a loro ignoto, ma sapranno apprezzarti ugualmente. Ottimo momento per la ricerca dell’anima gemella. A scuola però ci vuole maggiore impegno. CANCRO Riponi molte speranze in questo novembre, ma otterrai i risultati sperati solo con grande impegno. Qualcuno che non conosci molto si rivelerà più interessante del previsto e ne sarai piacevolmente colpito. Con poco sforzo riuscirai inoltre a migliorare il tuo aspetto fisico. 33 OROSCOPO Bartolomeo N°2 Novembre 2007 LEONE Il fallimento di qualcosa per cui ti sei impegnato il mese scorso ti ha un po’ demoralizzato: è ora di voltare pagina e guardare avanti. Qualche difficoltà con la scuola, sia con le persone che in campo didattico. In compenso starai molto bene con la famiglia e gli amici. VERGINE Arriva inaspettato un interesse particolare per qualcuno che conosci già da qualche tempo. Riuscirai a diventare più apprezzato da chi ti sta intorno con molta semplicità. Qualche intoppo con la tecnologia. Migliora la situazione scolastica, ma sarai più stanco del solito. BILANCIA La parola d’ordine è influenza: attento ai malanni di stagione, ma soprattutto all’influenza psicologica. Il parere degli altri rischia di condizionarti troppo, devi essere più sicuro. Brutte sorprese in campo scolastico, ma verso fine mese saprai recuperare. Un po’ troppe le spese superflue. SCORPIONE Periodo buono per cercare di migliorare le cose che non ti soddisfano. Tenderai ad essere un po’ selettivo nei rapporti, ma sarai molto sereno. Cerca di concederti qualche piacere in più del solito, anche qualcosa di semplice. Grosse novità in arrivo. SAGITTARIO In questo novembre sarai insicuro su ciò che la gente pensa di te: stai tranquillo, riscuoti molto successo. Non hai voglia di prenderti più responsabilità del solito, ma saprai cavartela. Qualcosa che aspettavi è arrivato e ne stai godendo i frutti. 34 OROSCOPO Bartolomeo N°2 Novembre 2007 CAPRICORNO Gli amici ti regalano dei bei momenti e ti aiutano quando sei in difficoltà. Dovrai sistemare alcuni aspetti della tua vita scolastica, ma te la saprai cavare. Sarai spesso portato a distrarti e insolitamente pigro. Eccessiva testardaggine a fine mese. ACQUARIO Le cose scorrono in modo positivo, ma ti senti insoddisfatto. Qualcuno a cui tieni molto si sente trascurato, ma tu non sembri accorgertene. Sarai un po’ cagionevole verso fine mese, ma ricco di spirito di iniziativa. Qualche difficoltà a gestire l’aspetto economico. PESCI I rapporti saranno un po’ compromessi a causa della tua testardaggine, ma verso fine mese saprai recuperare. A scuola sarai in grado di recuperare un po’ del tempo perduto in questi primi mesi, ma ti costerà un po’ di fatica. Da ridurre i dolci e i fuori pasto. A cura di Chiara Pergamo II H 35 Bartolomeo N°2 Novembre 2007 ANNUNCI Per Benedetta II B Sei la mia biondina preferita… mi piaci tantissimo! Xkè non mi vedi mai?? Ale Per Saretta I A Alla mia casinista doc preferita… tanti auguriiiii… Vio Per Nebu Sono qui ad aspettarti..so di essere quella giusta x te.. Anonima in love P.S W le moto rosse Per Vicky Tesoro, mi dispiace ma sei arrivata tardi. P.S Ricky TVB 36 ANNUNCI Bartolomeo N°2 Novembre 2007 Per Marco e Sale II G Ti amo alla follia P.S. La tua compagna di classe Francy (cosi sei sicuro che sia io) Per Viola I A Per Ale Oh.. Lascia stare la biondina di Sei stupenda… Da uno di II II B… è solo nostra!! Per il ragazzo di II B con gli occhiali.. Anche se sono una quartina non mi snobbare, accorgiti quando ti guardo! Per Mega e Giga Alle mie pazzone preferite, che riescono a farmi sorridere sempre e comunque. “Ho bisogno di alcool! Sono le sette e mezza…” Nessuno riesce a batterci nel momento ‘yo’ palleggiato. Baci, dalla vostra Drew. Vi voglio bene. - Ama - 37 LaRedazione DIRETTORE: Veronica Braglia II H VICEDIRETTORE: Michele Casadei I A IMPAGINAZIONE: Veronica Braglia II H COPERTINA: Alessia Covello I F REDATTORI (in ordine alfabetico): Stefania Antonelli II H Elia Bisi III C Lara Bucella III A Michele Casadei I A Valeria Chiozzi II G Francesca Chirico II B Martina Ferlisi II G Elisa Galimberti IV D Francesca Gavezzoli III A Giuliana Genovese II G Francesca Mapelli II B Sara Montagnino I A Marco Nebuloni II B Jakob Panzeri I A Chiara Pergamo II H Stefano Ponzoni II H Raffaella Sciartilli II G Jessica Signorile II B Claudia Spinelli II E PER QUESTO NUMERO, SI RINGRAZIA: Giulia Pepè II D Giovanni Seltralia I B Giulia Radaelli III D Marco Erba III C AVVISO! Si comunica che la data di consegna degli articoli per il nu- mero di dicembre è fissata al 30 novembre. Inviare i propri lavori (articoli e copertine) su [email protected]. Si ringrazia per la collaborazione il prof. Galeotto e il personale ATA che si è occupato della stampa. A PRESTO! 38 Bartolomeo N°2 Novembre 2007