Bartolomeo N°2 Novembre 2007
-INDICEpag. 2 EDITORIALE: Quando la tolleranza ha un limite
pag. 4 IL VASO DI PANDORA: Non dimentichiamoli: loro ci sono
ancora
pag. 6 OTIUM ET NEGOTIUM: La questione demografica: opinioni
a confronto
pag. 8 IL TAFANO: Il fiore azzurro
pag. 10 CARA MUSA PARLAMI DELL’OGGI: Welby, l’Antigone
di oggi: quando stato e religione entrano in conflitto
pag. 12 INTERVISTE CON LA STORIA: Scientology: “... In passato
sono stata un pò cattiva...”
pag. 15 CARO BARTOLO
pag. 19 PIANETA ZUCCHI: What’s the matter?
pag. 20 COLAZIONE ALLO ZUCCHI: Lo zucchino qualunque
pag. 22 GIRO DI DO: Una canzone per essere liberi
pag. 24 ROXY BAR: Wonderful tonight
When the music’s over
pag. 27 ON STAGE
pag. 29 MURI E MARE: Tra un registro e un pallone. Cronaca di una
partita non qualunque
pag. 32 L’ANGOLO DI PONZO
pag. 33 L’OROSCOPO
pag. 36 QUORI INFRANTI
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Bartolomeo N°2 Novembre 2007
-EditorialeQUANDOLATOLLERANZAHAUNLIMITE
La sera di martedì 30 ottobre, Giovanna
Ruggeri, 47 anni, residente nel quartire
romano di Tor di Quinto, è stata assalita e
picchiata da Nicolae Romulus Mailat, 24
anni, romeno, da pochi mesi in Italia. Un
furto sfociato in tragedia. Giovanna, dopo
l’aggressione e una tentata violenza, è stata
abbandonata dal proprio carnefice lungo
una strada a ridosso della ferrovia. Una
donna rom, “vicina di baracca” di Nicolae,
incosapevole spettatrice dell’abbandono,
ha chiesto soccorsi e ha collaborato con
la polizia per l’arresto del colpevole.
Giovanna Ruggeri è morta l’indomani
presso l’ospedale Sant’Andrea di Roma
e Nicolae è stato accusato per omicidio.
Ecco, in breve, la vicenda da molti definita
come “la goccia che ha fatto traboccare
il vaso”: la tolleranza degli italiani è
finita. La morte di Giovanna Ruggeri
ha sollevato un immenso polverone:
forze politiche in perenne conflitto,
spedizioni punitive xenofobiche, decreti
di espulsione e dibattiti sulla sicurezza.
Da quando la Romania è entrata a far parte
dell’Unione Europea, in Italia il flusso
migratorio di cittadini romeni e di rom con
cittadinanza romena è aumentato rispetto
a quattro anni fa: oggi il numero di romeni
sul totale degli immigrati è pari a 556 mila
persone. Prima di giungere ad un’analisi
approfondita del problema, ritengo sia
d’obbligo chiarire alcuni aspetti etnicoculturali. Prima di tutto, vengono definiti
rom una popolazione indoeuropea che
parla una lingua di ceppo indiano,
concentrato
soprattutto
nell’Europa
dell’Est, in Spagna e in Sud America. La
parola rom significa “persona” e identifica
solo uno dei gruppi etnici che, nel loro
insieme, vengono denominati zingari o
gitani. Non c’è alcuna corrispondenza di
significato tra rom e romeno, ossia abitante
della Romania; tuttavia in Italia i rom
romeni sono il gruppo in maggior crescita.
L’insediamento degli zingari nel nostro
paese non è una novità degli ultimi giorni;
oggi gli zingari italiani sono in totale
90.000 di cui 30.000 residenti nel Sud
Italia. Tra questi si distinguono gruppi
rom perfettamente integrati come i rom
lucani, quelli napoletani che fino agli
anni ’70 si occupavano principalmente
della fabbricazione di attrezzi da pesca
e di spettacoli ambulanti, quelli cilentani
la cui comunità ad Eboli vanta punte di
elevata alfabetizzazione. Nel Nord Italia,
invece, tra i rom jugoslavi solo il 10% dei
minori frequenta le scuole pubbliche ed è
bassissimo il tasso d’impiego degli adulti,
e per quanto rigurada i rom romeni solo
il 10% vive in strutture pubbliche e solo
il 3% dei minori frequenta regolarmente
le scuole. Come vedete quindi, “non si
può far di tutta l’erba un fascio”. Ma il
problema c’è. Sulla quota totale degli
stranieri responsabili di omicidi, i rom
romeni rappresentano il 15,4% e sono al
primo posto anche per violenze sessuali
(16,2%), furti e rapine (19,8%). Risulta
perciò evidente una diffusa tendenza alla
criminalità fra le comunità rom romene e
jugoslave, in cui vengono attuate strategie
economiche da noi considerate illegali,
come la mendicità infantile, furti ecc. Si
rivela, inoltre, piuttosto significativo il
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Bartolomeo N°2 Novembre 2007
L’espulsione, eseguita dal questore, è
obbligatoria se lo straniero mina i diritti
fondamentali (diritto al lavoro, all’istruzione, tutela dei minori ecc.) o la dignità
della persona. A due settimane dal decreto,
il numero dei romeni espulsi in tutta Italia
ammonta a 177 (78 per motivi imperativi,
92 per motivi di sicurezza e 7 per mancanza di requisiti) ed è in calo l’arrivo di
pullman dalla Romania.
Forse l’Italia si è svegliata. Speriamo.
calo del 26% di furti in Romania nei primi
sei mesi del 2007, poco dopo lʼingresso
nellʼUnione Europea. Aggiungiamoci le
immagini televisive di piccoli rom intenti
a rubare in stazione centrale a Milano, il
deturpamento del paesaggio provocato
dalla presenza di baraccopoli, e già abbiamo superato il limite della sopportazione.
Ad essa si accompagna una profonda
sfiducia degli italiani nelle istituzioni e
nella politica (3 italiani su 4 si sentono
insicuri), la cui inettitudine spesso porta
verso unʼinevitabile, se pur sbagliata, legittimazione alla violenza come strumento
autovendicativo. La spedizione punitiva
organizzata contro un gruppo di romeni di
fronte ad un supermarket di Roma, dopo
la morte di Giovanna Ruggieri, è un segno
estremo e tangibile di una generale insofferenza verso chi non rispetta le regole.
Per la maggior parte degli italiani infatti
non è una questione di razzismo; il nostro
paese ha sempre ospitato immmigrati di
tutte le nazionalità, che ormai svolgono
tutti i mestieri che noi non vogliamo più
fare. La verità è unʼaltra; la gente comune è contro coloro che vivono di spese
pubbliche senza trovarsi un impiego, che
sfruttano i bambini senza mandarli a scuola, che si danno alla delinquenza.
LʼUnione Europea attraverso la direttiva
38 del 2004 (già entrata in vigore in Francia) ha disciplinato il dirittto dei cittadini a
circolare e soggiornare liberamente allʼinterno degli Stati membri a condizione di
“disporre, per sé e per i propri famigliari,
di risorse economiche sufficienti”; chi
non ha occupazione o denaro può essere
quindi espunso “senza che vengano lesi
i propri diritti”. Così il governo italiano,
a seguito dellʼomicidio di Tor di Quinto,
ha varato dʼurgenza il decreto di legge
sullʼespulsione dei cittadini comunitari.
Veronica Braglia II H
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Bartolomeo N°2 Novembre 2007
ATTUALITAʼ
-IlVasodiPandoraNONDIMENTICHIAMOLI:LOROCISONOANCORA
Praticamente un mese fa anche nella
nostra scuola si è deciso di ricordare i
monaci buddisti indossando qualcosa di
rosso o arancione, ovvero i colori delle
loro vesti. Un mese fa tutto ciò che li
riguardava era notizia da prima pagina per
ogni giornale, ed anche in televisione se ne
è parlato molto. Oggi, invece, mi sembra
vengano ricordati in modo diverso,
forse non sono più un grande “scoop”.
Torniamo tuttavia un po’ indietro con
il tempo, fino ad arrivare al 15 agosto.
Quel giorno il governo birmano decise
di raddoppiare i prezzi del carburante e
di quintuplicare quelli del gas per uso
domestico. Da subito iniziarono a salire i
prezzi di benzina, medicinali e molti beni
quotidiani che per un semplice operaio
con una famiglia di tre figli di uno fra i
paesi più poveri al mondo è già difficile
poter acquistare con lo stipendio. La
decisione presa non ha motivazioni, ma la
più probabile è quella di un auto-attacco
del governo al paese in modo da poter
provocare rivolte e cacciare le potenti
multinazionali proprietarie di fonti di
gas che vengono svenduti all’estero e
ricomprati a prezzi stellari. Comunque
c’è da dire che questa non è la prima delle
“stravaganti” idee del governo birmano,
perché negli anni novanta, sotto consiglio
di un indovino, venne presa la decisione
di cambiare la moneta poiché quella in
uso “portava sfortuna”. Qualche anno fa,
invece, è stata spostata la capitale del paese,
da Rangoon a Naypyidaw (una cittadina
nel cuore della foresta), con l’obbligo
rivolto a tutti i funzionari del governo
di trasferirsi, pena il carcere. Tornando
ad agosto, subito dopo le decisioni prese
sui prezzi, i componenti del gruppo
88-Generetion Students, associazione
studentesca che già nell’88 si impegnò
per il ripristino della democrazia,
iniziarono a protestare contro la giunta
militare, e molti di loro sono stati arrestati
o sono scomparsi nel nulla (vennero
tutti massacrati e torturati). Ma l’unica
possibilità per vivere è quella di essere
clandestini, anche se ogni giorno si rischia
la vita. Oltre a questi studenti, sono scesi
in piazza gli attivisti della NLD, il partito
di Aung San Suu Kyi (poetessa nobel per
la pace nel 1991), e i monaci buddisti.
Questi ultimi, agli inizi di settembre,
hanno chiesto dei cambiamenti al governo,
come già hanno fatto qualche anno fa.
Hanno iniziato a sfilare da una pagoda
all’altra e da allora non si sono fermati per
un mese intero, sostenuti sempre più dalla
popolazione civile che marciava pregando
con loro. Anche dopo le insistenze del
regime a smettere di protestare sono
andati avanti, senza ascoltare. Hanno
continuato a sfilare con le ciotole del cibo
vuote, capovolte verso terra, in segno di
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Bartolomeo N°2 Novembre 2007
ATTUALITAʼ
disprezzo nei confronti dell’esercito che il
6 settembre ha commesso varie violenze
su alcuni monaci. Ai monaci si sono
uniti civili, artisti e poeti giunti da tutto
il paese, ma nello schieramento mancano
i soldati. L’esercito infatti viene sfruttato
dal governo, che lo utilizza per fermare le
manifestazioni non violente, come fecero
un tempo dittatori quali Mussolini con le
Squadracce e Hitler con le SS.
In questi giorni, a Rangoon, si è schierata
persino la polizia davanti ai monaci in
piazza ed è stato annunciato il coprifuoco
dalle ore 21 alle 5 del mattino. Ben otto
camion carichi di agenti armati sono giunti
nell’ex capitale. Comunque il governo
non è più stabile come quest’estate
e i comandanti dell’esercito sono in
disaccordo su come poter frenare le
rivolte. Pefino Aung Kyi (dal 2003 agli
arresti domiciliari e da sempre sostenitrice
delle manifestazioni pacifiche dei monaci)
è stata spostata nella base militare di
Yemon (vicino a Rangoon), per poter
essere ascoltata dal generale Maung Aye,
che le ha già fissato un incontro.
Il popolo birmano ha bisogno d’aiuto, non
di abbandono, e purtroppo molti hanno
già dimenticato dei monaci di “quello
sperduto paese asiatico”… Non dobbiamo
abbandonarli, perché se noi abitiamo in
un paese libero, non è perché siamo in
qualche modo migliori di loro ma perché
abbiamo avuto un passato diverso da
quello birmano. Ogni uomo, europeo o
asiatico, ha diritto alla libertà!
Elisa Galimberti IV D
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Bartolomeo N°2 Novembre 2007
POLITICA
-OtiumetNegotiumLAQUESTIONEDEMOGRAFICA:OPINIONIACONFRONTO
Intendo riprendere un tema che ho già
trattato l’anno scorso sul nostro giornale,
ma che ritengo di importanza capitale per il
destino dell’umanità; un tema che concerne
il rapporto della comunità mondiale con
la Terra, ma soprattutto con se stessa;
un tema per cui tutti (autorità politiche,
studiosi, giornalisti, ma anche comuni
cittadini) dovrebbero cercare di attivarsi
in qualche modo, e che al contrario viene
sistematicamente rifuggito come si addice
a un tabù o ad un’eresia; ma non solo: la
questione viene radicalmente capovolta,
e siamo perciò di fronte a quello che può
essere definito, senza timori di cadere
nell’esagerazione dei toni apocalittici,
data la gravità del problema, un delirio
collettivo. Infatti non solo nessuno parla
della sovrappopolazione del globo, ma
molti parlano del problema opposto,
ossia del problema della denatalità.
La sovrappopolazione è il motivo
principale dei più grandi mali di oggi:
guerre territoriali, fame, sete, povertà,
schiavitù dei bambini, disoccupazione,
inquinamento, migrazioni di massa
incontrollate. Solo con serie politiche
denataliste e culturali, soprattutto nei paesi
del terzo mondo, si potrebbe arginare la
crescita incontrollata della popolazione.
Ma non voglio incalzarvi con le mie
posizioni
“forti”;
preferisco
che,
confermandole o respingendole, voi
lettori giudichiate da soli, dopo aver
letto le seguenti opinioni a confronto,
citate da articoli, dichiarazioni o libri
di persone che si sono interessate, con
approcci diversi, ai temi di natalità,
denatalità
e
sovrappopolazione.
“Un Paese che non genera nuove vite è
un Paese che non guarda al futuro. Al
contrario, un Paese che accetta di misurarsi
con la sfida demografica è un Paese che
non rinuncia a combattere il declino,
che punta a rinnovarsi e a innovarsi
per far convivere in equilibrio giovani
e anziani. […] Promuovere la natalità
deve diventare una missione europea e
nazionale che, a partire dall’impegno
della politica, non può che coinvolgere a
cascata la società nel suo complesso. […]
La denatalità non è soltanto sintomo di un
disagio sociale, ma ancor prima di una
povertà culturale, profonda e radicata…
La grande difficoltà è proprio di matrice
culturale. Oggi i giovani italiani vivono
in un sistema che non li mette al centro
dell’agenda economica e sociale e che li
porta inevitabilmente a rimandare le scelte
di vita.”
Enrico Letta, Segretario alla Presidenza
del Consiglio (candidato alla segreteria
del PD), dal libro “In questo momento sta
nascendo un bambino”
“[…] La famiglia, cellula primaria della
società e garanzia della sua stabilità,
sperimenta tuttavia le crisi che possono
colpire la stessa società. Ciò accade
quando i coniugi vivono in sistemi
economici o culturali che, sotto la falsa
apparenza di libertà e di progresso,
promuovono o addirittura difendono
una mentalità antinatalista, inducendo in
tal mondo gli sposi a ricorrere a metodi
di controllo della natalità che non sono
conformi alla dignità umana. […]”
Papa Giovanni Paolo II (omelia del 22
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Bartolomeo N°2 Novembre 2007
POLITICA
Per questa ragione sembrano del
tutto irrazionali sia il chiacchiericcio
economicista sulla questione delle
pensioni nelle quali gli aspetti ecologici
della dinamica demografica sono
regolarmente ignorati, sia gli appelli
alla natalità. Di fatto i bassi livelli di
natalità dei Paesi come l’Italia sono una
virtù ecologica da custodire, mentre la
natalità dei Paesi poveri dovrebbe essere
scoraggiata in ogni modo non violento e
non coercitivo possibile.”
Marco Cappato, eurodeputato radicale
(articolo “Siamo uomini, non conigli”)
gennaio 1998)
“[…] La generazione è, quindi,
un dono apportatore di vita e di
benessere per la società. Ne siamo
consapevoli ai nostri giorni di fronte
a nazioni che il calo demografico
priva della freschezza, dell’energia,
del futuro incarnato dai figli. […]”
Papa
Benedetto
XVI
(Udienza
generale
del
31
agosto
2005)
“[…] Paludata di familismo cattolico
questa versione natalista [quella di Enrico
Letta e Rosy Bindi, ndr] non si discosta
poi molto da quella cara alle dittature del
secolo scorso e confermata da Putin in un
recente intervento traducibile nel semplice
imperativo: «Date figli alla patria». […] Su
un piano strettamente naturalistico, viene
da chiedersi se Letta e gli altri natalisti
abbiano mai considerato l’ipotesi che
esista un limite alla popolazione residente
su un dato territorio. Ovviamente il limite
esiste, è definito in ecologia come capacità
dì carico e consiste nella popolazione
massima di una determinata specie,
animale o vegetale che un certo ecosistema
può sostenere data la sua struttura
biologica, chimica e fisica. […] L’umanità
nel suo complesso sta consumando le
risorse terrestri ad un ritmo che eccede la
bioproduttività del pianeta del 20% (per
cento). Ciò significa che l’umanità sta
intaccando in modo irreversibile le risorse
disponibili. […] Nei prossimi anni, e
comunque nella prima metà di questo
secolo, l’umanità si troverà a fronteggiare
diverse emergenze. Fra queste quella del
raggiungimento del picco del petrolio,
cioè della principale risorsa che ha
determinato l’esplosione demografica,
appare come la più inquietante.
“[…] In un solo secolo la popolazione si è
più che triplicata. Sono passate diecimila
generazioni per farci arrivare a 2 miliardi
di essere umani. Oggi siamo 6 miliardi e
mezzo; e tra 50 anni potremmo essere 9
miliardi. Follia. Si risponde che ci salverà
la tecnologia. Forse. Ma forse no. Perché
un effetto collaterale della tecnologia è di
aggravare il danno. […]”
Giovanni Sartori, editorialista del
Corriere (“Le illusioni sull’ambiente”,
15-08-07)
“A differenza delle pestilenze degli anni bui
o delle malattie contemporanee che ancora
non comprendiamo, la piaga moderna
della sovrappopolazione è risolvibile con
mezzi che ci sono noti e con risorse che
sono in nostro possesso. Quel che manca
è non già una sufficiente conoscenza
della soluzione, ma la consapevolezza
universale della gravità del problema e la
diffusione di informazione tra i miliardi di
persone che ne sono vittime.”
Martin Luther King
Elia Bisi III C
Fonti: www.vatican.va; www.rientrodolce.org;
www.corriere.it
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Bartolomeo N°2 Novembre 2007
ETICA
-IlTafanoILFIOREAZZURRO
“Che ne è se hai dormito? E che ne è se
nel tuo sonno, hai sognato? E che ne è
se, nel tuo sogno, sei salito in paradiso e
hai raccolto un fiore strano e bellissimo?
E che ne è se, quando ti sei svegliato,
tenevi il fiore fra le mani? Ah, e poi?”
(Coleridge)
rapire dai nostri ideali!
A questo proposito vorrei rispondere a un
articolo pubblicato sullo scorso numero
del Bartolomeo sulle sostanze psicotrope.
Vede, Elia Bisi, tutto ciò che Lei ha scritto
è basato su dati scientifici ed è inopinabile,
però mi permetto di ricordarLe che sono
tanti i giovani che confidando nel fatto che
un uso moderato delle droghe leggere non
influisca particolarmente sull’organismo
umano, finiscono per entrare in un tunnel
da cui difficilmente potranno uscire.
Perchè un giovane dovrebbe drogarsi?
Perchè si considera incompreso, perchè si
sente insicuro? E’ proprio questo il punto:
volgere i giovani ad uno scavo quotidiano
e profondo all’interno della propria
anima, alla ricerca della Verità, “l’unica
vera sapienza” (Eraclito). Io difendo la
legge Fini-Giovanardi, in quanto credo
sia necessario far capire ai giovani cosa è
giusto e cosa non è giusto fare, soprattutto
per il loro bene. Certo, questo deve essere
accompagnato da una presa di coscienza,
da una ritrovata educazione, ma qualche
volta il rigore è necessario. Mi sembra poi
oltremodo eccessivo affermare che “siamo
in una società dogmatica e bacchettona”.
Essere ‘dogmatici e bacchettoni’ significa
forse per Lei avere una certa visione etica
legata magari ai Valori del Cristianesimo?
Se così fosse, io sono e mi vanto di essere
un dogmatico e bacchettone!
Cari giovani, spetta a voi trovare i
vostri ideali (io sogno ad esempio
di poter trascorrere la vita sempre
filosofando, alla ricerca della Verità, e
di potermi formare una bella famiglia
Qualche giorno fa leggevo un sondaggio,
rilevato su circa mille giovani di età
compresa fra i 14 e i 25 anni. A questi
ragazzi era stato domandato cosa
cercassero nella vita e quali fossero i loro
modelli. Le risposte? Avere tanti soldi,
essere famosi, diventare come Fabrizio
Corona o Paris Hilton. Mi sono subito
chiesto: “Sono davvero questi gli ideali
in cui credono tanti giovani come me,
sono questi i valori in cui io confido?”.
Rammaricato, ho socchiuso gli occhi e il
mio pensiero è volato al poeta romantico
Novalis. In un suo scritto, il giovane
Enrico di Ofterdingen è guidato dalla
profonda ricerca di un fiore azzurro che ha
intravisto in un sogno. Infine Enrico scoprì
che doveva cercare il fiore azzurro, “lo
spirito del mondo”, non
nella Natura ma nella
propria anima. “La via
misteriosa va verso
l’interno”. Alle volte
è facile, è comodo,
ma noi giovani non
dobbiamo fermarci all’Isola dei Famosi,
a Tre metri sopra al cielo o a Costantino
Vitaglino! Sono solo apparenza, ombra,
doxa! Non facciamoci abbindolare da ciò
che ci vogliono far credere! Facciamoci
8
ETICA
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
secondo l’ideale cristiano in cui credo).
Ricordate sempre, miei lettori: non
smettete mai di sognare. La realtà “è fatta
della stessa materia di cui sono intessuti
i sogni” (Shakespeare): il sogno diventa
mondo, il mondo diventa sogno.
Jacob Panzeri I A
Risposta di Elia Bisi III C:
Poche battute, egregio signor Panzeri:
è giustissimo diffondere una capillare
informazione sui seri rischi delle sostanze
stupefacenti, e già lo si sta facendo, tanto
è vero che oggigiorno è quasi impossibile
non saperne nulla. Sono d’accordo, è
importante conoscere per deliberare; ma
Lei non può insegnare a nessuno cosa sia
giusto o meno fare, perché in uno stato
moderno e liberale la morale è individuale.
Ed allo stesso modo, credere nei valori
cristiani (liberissimo chiunque di farlo!)
non è dogmatismo, lo è semmai voler
imporre questi valori, in quanto ritenuti
il Bene, a tutti. Quindi, come chiunque è
libero di fumare, nonostante sui pacchetti
di sigarette ci sia scritto “Il fumo uccide”,
così ad esempio chiunque dovrebbe essere
libero di fumare marijuana, essendo
consapevole dei rischi per la salute.
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Bartolomeo N°2 Novembre 2007
IL MITO OGGI
-CaraMusaparlamidell’oggi...WELBY,L’ANTIGONEDIOGGI:QUANDOSTATOERELIGIONEENTRANOINCONFLITTO
L’uomo è corpo e anima, materia e spirito.
Questo dualismo è stato concepito fin
dall’antichità classica e in particolare
disquisito da Platone ( Fedone ) che
vedeva il corpo come carcere dell’anima,
ostacolo che le impedisce di elevarsi
alla massima perfezione. Così anche la
dottrina cristiana ha rielaborato questa
separazione facendola coincidere con
i principi della fede: l’uomo tende a
coltivare la sua spiritualità distaccandosi
dai vincoli dei beni terreni per raggiungere
Dio, nella massima beatitudine della Sua
Luce. L’uomo è creatura di Dio e per
il cristiano la vita è un Suo dono; per
questo la Chiesa condanna l’eutanasia.
La Chiesa cattolica è schierata molto
nettamente contro l’eutanasia attiva e il
suicidio assistito, pur non considerando
tali pratiche equivalenti all’omicidio.
Viceversa, contempla la possibilità
dell’eutanasia passiva, ma soltanto quando
questa si possa configurare come rinuncia
all’accanimento terapeutico, ossia nei
casi in cui la morte dell’ammalato sia
ritenuta imminente ed inevitabile. Inoltre
la Dichiarazione della S. Congregazione
per la Dottrina della Fede (1974) così si
pronuncia: “Il diritto alla vita resta intatto
in un vegliardo, anche molto debilitato;
un malato incurabile non l’ha perduto”.
L’anima cristiana sopravvive persino in
quest’epoca di indifferenza e di egoismo
e ci avverte che la sfera del razionale non
spiega tutto, che la vita umana possiede
un valore incommensurabile che nessun
dolore può scalfire e una parte misteriosa,
ineffabile, sacra, di cui magari ci sfugge il
senso, che soltanto oscuramente intuiamo.
Tuttavia esiste nell’uomo una volontà,
presente al di là della religione professata,
che lo spinge a riconoscere il primato della
persona sulla società anche laddove esso
la contrasti.
Un chiaro esempio potrebbe essere la
tragedia greca Antigone di Sofocle in
cui legge dello Stato e legge Umana si
contrastano fino a determinare la vittoria
della seconda portando però alla morte di
Antigone. Infatti Eteocle e Polinice, figli di
Edipo, fratelli in contrasto per il dominio
su Tebe, cadono in battaglia affrontandosi:
il primo difensore della patria e il secondo
esule assetato de vendetta. Morti entrambi
il nuovo re di Tebe, Creonte, concede
sepoltura con onori degni di un eroe a
Eteocle rinnegando Polinice, che essendo
traditore non merita sepoltura ma è
destinato a farsi divorare la carne dagli
uccelli. Antigone, sorella dei defunti,
contravvenendo al divieto va dunque al
campo di battaglia davanti a Tebe, copre di
sabbia il corpo di Polinice ed effettua i riti
di sepoltura. Antigone è portata davanti a
Creonte. Al cospetto del rappresentante
dello Stato attesta la propria condotta. Lei
non ha voluto obbedire alle leggi scritte
ma alle norme non scritte e indistruttibili
dettate dalla natura e dalla coscienza che
si configurano con le leggi degli dei.
Antigone identifica Polinice in un fratello
e non nel corpo di un nemico e per questo
è portata ad agire secondo il principio
irrazionale del cuore che si conforma
con le leggi degli dei. “ Neppure pensavo
– dice Antigone a Creonte – che i tuoi
decreti avessero tanta forza da portare
te, uomo, a calpestare le leggi degli dei,
10
IL MITO OGGI
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
quelle leggi non scritte e indistruttibili.
Non soltanto da oggi né da ieri, ma da
sempre esse vivono, da sempre: nessuno
sa da quando sono apparse”. Per parte
sua Creonte adduce la ragione dello
Stato: “Ubbidire, ubbidire, e nel molto
e nel poco, nel giusto e nell’ingiusto,
sempre e comunque, all’uomo che sia
posto al timone dello Stato. E’ l’anarchia
il pessimo dei mali: distruggere le città
e sconvolgere le case, mette in fuga e
fa a pezzi gli eserciti in battaglia. Ma è
l’ubbidienza, l’ubbidienza ai capi la fonte
di salvezza e di vittoria. Noi dobbiamo
ubbidire alle leggi, alle leggi scritte”.
Stato e religione, razionalità e coscienza:
un capitolo che ripropone la sua eco
anche ai giorni nostri. Il caso Welby
nel 2006 ha acceso la discussione sul
valore etico dell’eutanasia nel paese.
Ma cos’è l’eutanasia oggi? Dal greco
euthanasia –eu, bene, -thanatos, morte:
“buona morte”, è una pratica che
consiste nel procurare la morte, nel
modo più indolore e rapido possibile, a
persone affette da malattie incurabili allo
scopo di interromperne le sofferenze.
Si tratta di un problema bioetica mediato
da punti di vista differenti, quello religioso
e quello legislativo, dove l’eutanasia
è legittimata nel caso di consenso del
malato o meglio valutata con attenuanti in
conformità con l’art. 579. Talvolta, come
nel caso Welby, è lo stesso malato, colui
che soffre, a richiedere l’interruzione del
trattamento abbandonandosi alla morte:
“Vita è la donna che ti ama, il vento tra
i capelli, il sole sul viso, la passeggiata
notturna con un amico. Vita è anche la
donna che ti lascia, una giornata di pioggia,
l’amico che ti delude. Purtroppo ciò che mi
è rimasto non è più vita, è solo un testardo
accanimento nel mantenere attive delle
funzioni biologiche” (Piergiorgio Welby).
11
Ma la Chiesa rimane ferma sulle sue
posizioni: “Chi ama la vita si interroga sul
suo significato e quindi anche sul senso
della morte e di come affrontarla. Ma non
cade nel diabolico inganno di pensare di
poter disporre della vita fino a chiedere
che si possa legittimarne l’interruzione
con l’eutanasia, magari mascherandola
con un velo di umana pietà” ( Consiglio
Episcopale Permanente ).
Jessica Signorile e Francesca Chirico II B
INTERVISTE
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
-Inter visteconlaStoriaSCIENTOLOGY:“...INPASSATOSONOSTATAUNPO’CATTIVA...”
Sicuramente ognuno di noi, o per curiosità vera
e propria o almeno per sentito dire, conosce
le vicende di Tom, il discusso parto di Katie,
l’eccentricità di John: ma quanti veramente
sanno che cos’è in realtà il
culto di Scientology? Di
certo pochissimi sono a
conoscenza del fatto che
questa “religione” (ognuno
scelga il termine che
preferisce) è presente anche a
Monza e non troppo lontano
dal nostro caro Liceo. Infatti
solo a pochi passi da quel Binario 7 quasi eletto
a palcoscenico ufficiale delle rappresentazioni
zucchine, dentro un’insospettabile palazzina
ha sede la Chiesa di Scientology della Brianza.
Dopo un primo contatto preso con un’assistente
d’eccezione, mi incontro con la responsabile
agli Affari Pubblici, Sig.ra Ester Galli. Qualche
domanda di rito sul giornale e inizia l’intervista
vera e propria.
Da quando Scientology è in Brianza e come
vi trovate?
Siamo presenti su questo territorio dal 1985
e a Monza ci troviamo molto bene. Siamo
parecchie persone: normalmente un centinaio
o più frequentano settimanalmente ma si
arriva al migliaio contando i “simpatizzanti”
che hanno comprato un libro o partecipato
a un corso. Anche qui lo scopo a livello
sociale è che le persone ritrovino i valori
e i precetti persi e quindi facciamo diverse
manifestazioni e parecchie attività in questo
campo, tra cui una campagna di prevenzione
alla tossicodipendenza che attuiamo dagli
anni ’90: infatti siamo convinti che, educando
le persone, il rischio sia molto minore perché
una persona può comprendere quanto può
essere stravolta dalla dipendenza sia a livello
fisico che mentale e diventare un pericolo per
la società. Lavoriamo molto anche per i diritti
12
umani proponendo degli opuscoli illustrati
riassuntivi della dichiarazione ONU del 1948
articoli a cui i Monzesi sembrano molto
interessati. Tuttavia questo impegno attivo e
risolutivo può anche portarci dei nemici.
Queste attività sono direttamente legate a
Scientology o ci sono associazioni esterne che
se ne occupano?
Queste campagne sono collegate alla Chiesa
che ne distribuisce gli opuscoli, ma abbiamo
anche delle società che le portano avanti
indipendentemente da un discorso religioso,
come “Drugfree”, che promuove un mondo
libero dalla droga, o “La via della felicità”,
che sviluppa un percorso basato su un codice
morale che incoraggia la persona verso un
comportamento che sia di aiuto a sé e agli
altri.
Come è strutturato il culto?
Abbiamo diverse classi di studio sulle Scritture,
cioè i testi del fondatore (L. Ron Hubbard,
ndR), e corsi di miglioramento personale che
includono varie aree della nostra vita come la
comunicazione o anche il metodo di studio,
sempre basati sulle ricerche scientifiche del
fondatore sulla mente umana. Questi corsi
non sono tenuti da un insegnante ma vengono
superveduti da persone appositamente istruite.
La frequenza è variabile ed è possibile venire
anche tutti i giorni tra le 10 e le 23.
Oltre a questi corsi immagino ci siano anche
alcune cerimonie e dei “riti”.
Abbiamo un servizio di funzioni domenicali
che consiste in letture. Inoltre ci sono la
Cerimonia del Nome, corrispondente al
Battesimo cristiano, in cui si dà il benvenuto
al nuovo nato, i matrimoni, riconosciuti come
legali in alcuni stati, e funerali. Inoltre c’è il
programma di purificazione dove le tossine
che provengono non solo dall’inquinamento
ambientale e dalle droghe ma anche dai cibi
e che si fissano nei tessuti grassi del nostro
corpo cibi e tendono a offuscare la capacità
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
INTERVISTE
mentale vengono espulse con una sauna.
La Chiesa è sviluppata in modo gerarchico o
ogni nucleo resta indipendente?
Ogni Chiesa è indipendente e si gestisce
autonomamente, anche se è chiaro che ci sono
Chiese nazionali (quella italiana è a Vimodrone)
e per quanto riguarda l’interpretazione delle
Scritture abbiamo come punto di riferimento
una Chiesa madre negli Stati Uniti.
Sono presenti anche molti giovani all’interno
delle attività di Scientology?
Sono comprese più o meno tutte le fasce di
età e ogni tipo di professione, dalla casalinga
all’avvocato.
Di certo Monza – e lo dico da monzese – non è
conosciuta per essere una città “mentalmente
aperta” e quindi immagino che l’inserimento
nella zona non deve essere stato facile.
Sicuramente le novità destano grande curiosità
e spesso la diffidenza deriva dal non conoscere
un’associazione come la nostra e dal non
provare neanche a vedere di persona di che
cosa si tratta in realtà.
Il culto è comunque molto legato al fondatore,
scomparso nell’86, che in origine era uno
scrittore.
Non esattamente. In realtà si è sempre
interessato fin da giovanissimo alla condizione
umana, vedendo di persona i drammi della fame
e della malattia durante uno dei suoi viaggi in
Oriente, e come filosofo e umanitario volle
adoperarsi per migliorarla. Al tempo stesso
per vivere e per sostenere le proprie ricerca
scriveva libri di fantascienza, pur sostenuto da
amici. E’ con lui che si è conclusa la ricerca, ora
raggruppata i suoi libri Dianetics (solo la nuova
edizione, in quanto si è scoperto recentemente
che la prima era stata alterata) attraverso degli
assiomi dimostrabili scientificamente e non
dogmatici. Attraverso lo studio della mente
umana fatto da fisico nucleare, con metodo
scientifico ha scoperto sia come è fatta la mente
umana sia lo spirito che la controlla. Inoltre ha
scoperto le otto dinamiche, cioè gli aspetti
fondamentali della vita attraverso cui la persona
si realizza e vive: la prima è la persona con il
suo corpo, la seconda la famiglia, la terza il o i
gruppi (se il gruppo classe va bene, anch’io ne
13
ho beneficio), la quarta è l’umanità, la quinta
gli animali e i vegetali, la sesta è l’universo
materiale, la settima lo spirito, se stessi come
essere spirituale e infine l’ottava dinamica
è l’infinito o l’essere divino. In Scientology
ognuno ha il proprio percorso nella gradualità
dell’acquisizione della consapevolezza.
Credo sia quasi sconosciuto che Scientology
ha anche un simbolo.
Innanzitutto c’è la Croce di Scientology (foto,
ndR) che ha otto punte come le otto dinamiche
e poi c’è il doppio triangolo con la S: la “S”
di Scientology unisce lo spirito, il triangolo
superiore, e la conoscenza, quello inferiore.
Come si rapporta Scientology con le altre
Chiese e con i temi che le grandi religione
stanno affrontando come l’aborto, le cellule
staminali e i matrimoni omosessuali?
Abbiamo un assoluto rispetto delle altri
religioni e non chiediamo alla persona di
convertirsi, ma siamo disponibili ad aiutarla
spontaneamente. Per quanto riguarda i temi
etici, crediamo che ognuno abbia la propria
morale che può migliorare; la Chiesa non dà
direttive ma ognuno sceglie in base alla propria
etica e guardando con consapevolezza alle
conseguenze.
Come vede la vostra Chiesa quelle grandi
differenze con la religione islamica, come la
condizione femminile, che fanno parlare di
“guerra” tra Occidente e Oriente?
In Scientology non c’è assolutamente nessuna
discriminazione tra uomo e donna, tanto che
molti ministri sono donne. Possiamo osservare
che la differenza è nella prima dinamica, ma
l’essere spirituale non ha sesso.
Molte celebrità, soprattutto americane,
appartengono a Scientology e questo mette
sicuramente in risalto molti vostri riti.
Quando Katie Holmes è rimasta incinta, si è
molto parlato del “parto silenzioso” e si è letto
che la bambina doveva venire alla luce nel
silenzio totale. Quanto c’è di vero?
In realtà nel parto silenzioso sono i medici che
non devono parlare perché è dimostrato, per
esempio nell’ipnosi, che in stato di incoscienza
la persona può ricordare quanto è successo e
ne è condizionata e traumatizzata. La madre
INTERVISTE
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
può esternare il proprio dolore come vuole…
Molte dicerie o racconti riguardano la vostra
Chiesa e i soldi. Ci si basa su offerte libere o
vengono richiesti dei contributi?
Come pensi vivano le altre Chiese?! Scientology
si basa sulle offerte dei parrocchiani, tranne
i corsi che sono a pagamento a causa del
mantenimento dei locali.
Cercando alcune informazioni su Internet,
ho trovato delle terminologie specifiche di cui
spero mi possa spiegare il significato. Attack
the attacker, Fairgame, Dead agenting.
Non mi dicono nulla...
Alla fine dell’interviste è ormai abitudine fare
qualche piccola domanda di cultura generale
per testare quanto rimanga nella società
dell’apprendimento scolastico. Data della
Rivoluzione Francese?
1789
Un’opera di Shakespeare.
Così è se vi pare.
L’amata di Dante.
Beatrice.
La compagna e complice di Diabolik.
Ah, questa proprio non la so…
Eva. Non ci indurre in tentazione ma liberaci
dal male. Amen
BACK TO TEXT
- Scientology è riconosciuta ufficialmente
come religione da ventisei paesi, di cui sette
europei. In Italia l’iter per il riconoscimento è
stato bloccato e ci si rimette volta per volta alle
decisioni della Cassazione.
- Nel 1980 i vertici della Chiesa di Scientology
con sede a Milano furono citati in giudizio
con varie imputazioni in un processo che si è
concluso con l’assoluzione per quanto riguarda
l’associazione a delinquere e il rinvio a giudizio
per l’abuso di professione medica.
- “Attack the attacker”, “Fairgame” e “Dead
agenting” sono tutti termini per indicare il
metodo, descritto dallo stesso fondatore, per
“difendere” la credibilità di Scientolgy: si
inizia con lo screditare il giornalista fornendo
sempre alla stampa prove di eventuali
crimini da lui commessi ma Hubbard
arrivò a permettere di ferire fisicamente chi
14
attaccava l’organizzazione; questo attacco è
stato applicato nei confronti di un reporter
BBC. (Per ulteriori informazioni consiglio di
consultare Wikipedia)
- Mi è stato fornito moltissimo materiale,
consultabile da voi su richiesta, tra cui:
opuscoli riassuntivi DRUGFREE (in generale,
spinello, cocaina, ecstasy, eroina, crack, droga
dei piccoli, LSD, antidolorifici e crystal meth);
un opuscolo e un DVD sui diritti umani;
un’intervista a L. Ron Hubbard su Scientology
in DVD; il DVD “La via della felicità”; un
opuscolo sul riconoscimento di Scientology
nel mondo.
Michele Casadei I A
EPISTULAE
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
-CaroBartolo...INDICEEMEDIO
Marta è sola a casa. Sola. Quante volte questa
parola ha pervaso i suoi pensieri negli ultimi
tre anni L’aggettivo ha assunto, nel corso
del tempo, innumerevoli valori e svariate
tonalità: eppure sembra essere soltanto una
parola, dunque un insieme di caratteri, un
segno grafico. Marta, purtroppo, ha imparato
a sue spese che non è esattamente così. In
questo momento però il lemma acquisisce
forse il significato meno pesante, opprimente,
difficile. Semplicemente Marta è sola in casa,
ha appena finito di pranzare e sa che ora
l’aspetta un pomeriggio di studio. Eppure
prima c’è un rituale da svolgere. Non può più
farne a meno, è più forte di lei. È irresistibile,
deleterio e rassicurante. Si avvia verso
il bagno, si mette il cerchietto per non
sporcarsi i capelli, si china sul water e
due dita ( indice e medio) scivolano verso
la gola. La facilità e la calma con cui
compie quei gesti è allarmante. Spaventa
addirittura lei: la pacatezza e la sicurezza
che accompagna questi gesti ormai la
terrorizza. Finirà mai tutto questo? Mentre
si lava i denti pensa alla assurdità del
suo gesto. Un amaro sorriso le colora il
viso. “Assurdità” è la parola che i suoi
pensieri hanno partorito. E non è la prima
volta che le capita di sentire nella sua
mente questo vocabolo. Tutto ad un tratto
ora le ritornano in mente gli innumerevoli
passaggi della sua storia. La prima
volta, in un bagno di una pizzeria, al
suo compleanno, amareggiata per quella
solitudine che le colmava l’animo; la presa
di coscienza dei genitori, i loro tentativi,
i loro sentimenti ( che avevano toccato nel
giro di tre anni tutti i gradi dell’ incredulità,
della rabbia, del dolore, della rassegnazione);
la confidenza del ”problema” alla migliore
amica, forse troppo normale per poterla capire,
il suo sguardo di indifferenza, di disinteresse
profondo, il suo tono quasi derisorio; la
convinzione tanto più forte quanto triste che
nessuno ormai poteva più capirla; infine
tutte le volte che si era nascosta dietro il suo
male per non affrontare realmente i problemi
e le sofferenze. E d’un lampo i pensieri si
spostano sulle cause di tutto questo dolore.
Un altro sorriso, ancora più amaro del primo,
le fa inarcare la bocca. Sono passati tre anni
dal quella prima volta e motivi da ritenersi
degni di una tale punizione ancora Marta non
ne ha trovati. Una serie di cause e fattori le
si arrovellano nella testa. Ma sa che questi
motivi possono ingannare gli altri, quelli che
la osservano, non certo più lei. Capisce che
ormai tutte quelle scuse sono diventati motivi
per non smettere, più che cause prime. Finirà
mai tutto ciò? La risposto ora le sembra più
chiara ma purtroppo la spaventa ancora di più.
E la paura diventa terrore, poi passa ad essere
rabbia, amarezza, tristezza e infine solo dolore.
Il rituale è finito. Marta si lava le mani,
lentamente, con delicatezza e accuratamente.
Guarda le sue dita: indice e medio. Sa che
piangere è inutile ma una lacrima sembra
voler proprio uscire. Si lava la faccia, si
asciuga, si avvia verso la sua scrivania,
apre il libro di chimica. Domani, a scuola,
tornerà ad essere una brava studentessa e
una banale ragazza. Meglio così forse.
Giulia Pepè IID
LAPOLITICADELBUE
Qualche sera fa ho assistito ad un dibattito
riguardante la situazione in Iraq a cui
prendeva parte la celebre (suo malgrado)
giornalista Giuliana Sgrena e posso
affermare che la sala in cui questo incontro
era tenuto era piena di persone interessate;
qualche sera dopo ho partecipato ad un
15
EPISTULAE
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
convegno di una deputata afgana
riguardante il suo paese e anche qui
i presenti erano numerosi; ieri ho
casualmente guardato i dati sugli ascolti
in tv e ho scoperto che le trasmissioni
politiche come Ballarò o Porta a porta
contano ogni sera milioni di ascolti. Poi
l’ultima sorpresa: ho letto su internet che
circa il settanta percento degli abitanti
dell’area palestinese desidera ardentemente
la pace. Tutto questo mi ha fatto pensare:
sapere che così tante persone si interessano
all’attualità perché vogliono capire il
motivo per cui il mondo è costantemente
travagliato da guerre sanguinose e che
addirittura i popoli che le combattono
sono stanchi di tutte queste violenze, mi
porta a credere che, nonostante le vecchie
retoriche sull’ignoranza del popolo, il
menefreghismo delle nuove generazioni
eccetera eccetera, in realtà i popoli siano
pronti a terminare tutte le guerre, ad
abbattere i confini, a vivere nella pace. E
allora perché non succede niente? Sbaglio
o viviamo in stati democratici? Sbaglio
o diciamo nostro quel concetto tanto
sbandierato che è la libertà?
Un altro fatto: ricordate che pochi anni fa
era scoppiato lo scandalo dei dati Auditel
(appunto gli ascolti tv) che venivano
volontariamente alterati dalle emittenti
televisive per continuare a propinarci
telenovele e reality show? Cosa si diceva
prima che avvenisse questa rivelazione?
Si diceva che il Grande Fratello aveva
fatto successo perché quasi tutti lo
guardavano, mentre poi è venuto fuori che
non era vero: i dati erano sbagliati, molte
persone preferivano guardare Superquark.
Ci prendevano in giro; tentavano di
spegnere ogni lamentela alla mancanza di
programmi interessanti dicendo che era il
popolo il “bue” che guardava i reality e che
le emittenti non facevano altro che nutrirlo
16
delle porcherie che gli piacevano. Ma
non era vero. Quale era allora l’obiettivo?
Risparmiare i soldi facendo programmi
di bassissima qualità? Probabile, ma io
ci vedo qualcosa di più: a me sembra che
facesse parte di un piano ben più grande
per rimbecillirci tutti. Con questa assurda
legge del mercato, l’insieme dei cittadini
è visto come il popolo dei consumatori:
ci vogliono veramente come il bue che
deve essere ingrassato e basta. Ma hanno
sbagliato i conti: i primi esempi che ho
fatto all’inizio dell’articolo dimostrano che
il popolo non vuole essere disinformato,
guidato a piacimento, ingrassato senza
fare nulla. Oggi non c’è più informazione,
non sappiamo più cosa è successo in
Afghanistan, in Iraq, in Libano, in
Palestina. Invece di dirci la situazione del
mondo, ci parlano di quei quattro attori che
si sposano. Ma noi italiani vogliamo sapere
di più, ascoltiamo in massa Piero Angelo,
Bruno Vespa, Beppe Grillo sperando che
ci diano delle risposte, e senza volerlo ci
ritroviamo uniti in un comune senso di
malessere, di prigionia. Vogliamo fare
qualcosa. Parte la pubblicità, finisce il
sogno: ci sbandierano stereotipi, mode
nuove, quell’assurdo concetto del più
bello, più forte e più furbo che domina
su tutti gli altri. Ancora una volta la legge
del mercato ci vuole confondere, ci vuole
dividere: se metti questo sei alla moda,
se fai questo sei migliore, fatti furbo e
frega sul tempo gli altri. Questa visione
del mondo, contraria alla natura umana (e
purtroppo insita nella società capitalistica
occidentale, che provoca una concorrenza
spietata tra i lavoratori e le generazioni), è
voluta da poche industrie e pochi potenti
che tentano, dividendoci, di farci perdere
di vista ciò a cui tutti in realtà agogniamo:
una libertà superiore, intellettuale, che si
basi sull’armonia tra i popoli e le persone,
EPISTULAE
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
sull’informazione reale e completa, sulla
possibilità di sapere ciò che veramente
accade nel mondo e di giudicarlo
razionalmente.
I popoli, così simili tra loro e non così
diversi come tentano di farci credere, sono
pronti a superare tutti i confini, per creare
un mondo più pacifico e più equo.
Giovanni Seltralia I B
UNALETTERAPERRINGRAZIARE...
Vi ricordate l’anno scorso in autogestione
e a fine anno?!? Tutti noi siamo stati
deliziati dalle meraviglie dolciarie
dei fantastici banchetti delle torte. I
soldi guadagnati sono stati devoluti in
beneficenza all’Operazione Mato Grosso,
un movimento di ragazzi e ragazze che
lavorano qui in Italia per mandare il
ricavato nelle missioni di Perù, Ecuador,
Bolivia e Brasile. I vostri soldi, in
particolare, sono arrivati a Marco Radaelli,
un ex-studente dello Zucchi, che ha fatto la
scelta di vivere con la sua famiglia accanto
ai poveri di Yungay (Perù).
Ecco quello che racconta.
Yungay, 19 settembre 2007
“ […] Volevo scriverti, adesso che in
Italia inizia la scuola, per ringraziarti
dell’iniziative che avete inizia la scuola,
per ringraziarti dell’iniziative che avete
portato avanti lì allo Zucchi per la scuola
di Yungay. Adesso stiamo portando
giù con il camion gli alberi abbattuti il
mese scorso. Saranno le travi del tetto.
Speriamo di riuscire ad inaugurare per
marzo, quando, qui in Perù , inizia
l’anno scolastico. Il problema è che a
ottobre inizia la stagione delle piogge…
È stata una bella iniziativa che, spero,
si potrà ripetere. Mi ricordo di come,
oramai un bel po’ di anni fa, moltissimi
amici dello Zucchi venivano ai campi di
lavoro, ci aiutavano… Credo che per lo
meno cinquanta ragazzi abbiano provato
a partecipare a un campo di lavoro
dell’OMG. Mi ricordo di come l’OMG è
stata l’occasione per tanti di noi di mettere
in concreto molte parole che si spendevano
a scuola. Poi per qualcuno non è più stata
vita, ma scelta di vita. Sono passati più di
dieci anni, ma credo che la proposta di
regalare energie, soldi, fatica, entusiasmo
ai più poveri sia ancora valida, sia ancora
la molla che può spingerci verso sogni
grandi per la nostra vita.
Anche se adesso ho trenta anni continuo
ad aver bisogno di una vita esagerata
nel regalare agli altri. E per questo sono
contento di giocare la partita della vita
fuori dagli schemi di lavoro sicuro, casa,
mutuo, macchina, SKY, microonde,
pensione… Così eccomi qua, in Perù a
ringraziare che mi aiuta ad aiutare i poveri.
E sono ringraziamenti davvero sinceri,
perché qui dicono che io sono buono,
e non riescono a credere che, dall’altra
parte dell’oceano, ci possa essere gente
che li aiuta senza conoscerli. Sanno che
è difficile risparmiare e, ancora di più,
regalare. Se riusciste a continuare…
Sono riuscito a trovare i soldi per tegole,
legname, finestre, mancherebbero quelli
per banchi e sedie. Che ne dici? Li faremo
con i ragazzi falegnami a cui, dopo aver
loro insegnato il mestiere, stiamo cercando
di trovare lavoro da fare. Ogni banco da
due costerebbe 50$ (40€) e ogni sedia 27$
(20€). Speriamo. Comunque GRAZIE.
Marco, Maida, Martina.”
Giulia Radaelli III D (per qualsiasi
informazione)
17
EPISTULAE
MECHANICALCHERUB
Angeli meccanici
nelle vastità dei cieli.
Rivelazioni cosmiche, su questa terra,
non ce n’è.
Il mondo è caos, quanto è vero Dio.
Il mondo è caos, come lo sono io.
Un mondo di grigio e porpora, e scarlatto
e carminio
Di smog macchiato di sangue, di lacrime
e sudore
In questo mondo sporco, e fradicio
d’orrore
Si trovò precipitato, d’un tratto, un
cherubino.
Accasciato in una strada, tossiva il suo
rancore
La luce lo feriva, così livida e violenta
Non il chiarore soffuso delle sfere celesti,
Né pace, né equilibrio. Dov’è ora il tuo
Signore?
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
Ritenta, e se fallisci, noi te l’avevamo
detto...
Con un colpo delle tue ali meccaniche
– se ce la fai – adesso vola!”
Angeli meccanici
nelle vastità dei cieli.
Rivelazioni cosmiche, a questo mondo,
non ce n’è.
Talvolta avere sogni costa troppo a chi è
quaggiù,
E non sempre ali meccaniche portano nel
blu.
Per un sognatore è preferibile non essere
mai nato…
Un cherubino meccanico giace a terra,
sfracellato.
Ambra Ghiringhelli II G
“Qui niente e nessuno allevierà le tue
fatiche.
Non cercare beatitudine, non ne troverai.
Homo homini lupus - così la gente dice:
Se ora non comprendi, presto capirai.
La tua tunica è stracciata, e laceri i tuoi
piedi:
Camminare è uno sforzo che non hai fatto
mai.
Le risposte non le abbiamo, se è quello
che ti chiedi.
Sei bello, fresco e puro, e questo è un
crimine, lo sai?
Perciò lascia che il cuore ti martelli
dentro al petto,
Grida finché la voce ti spezzerà la gola.
18
ZUCCHI
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
-PianetaZucchiWHAT’STHEMATTER?!?
Lo Zucchi è lo Zucchi: scuola conosciuta
per la sua difficoltà ma anche per l’ottima
preparazione che offre. Ma ragazzi… quanti
problemi! Ogni anno sono sempre gli stessi.
Ormai ci abbiamo fatto l’abitudine a tal punto
che non prestiamo neanche più ascolto quando
nelle assemblee di Istituto promettono di
risolvere le numerose mancanze della scuola!
Il primo problema in assoluto è rappresentato
dai… bagni!
All’inizio di quest’anno la situazione
sembrava almeno in parte risolta… senza
entrare nei dettagli, le ragazze all’ultimo
piano avevano un bagno grande e spazioso.
Certo, per alcune classi era distante, ma chi
non si è giustificato per avere ritardato dopo
l’intervallo di qualche minuto dicendo “il
bagno è lontano e poi prof… c’era la coda!”?
Beh… penso proprio che l’abbiano fatto tutti.
E adesso? Adesso dopo che a turno tutti i
bagni sono stati guasti almeno una volta, ecco
che, sempre all’ultimo piano, il bagno delle
femmine viene cambiato con il bagno dei
maschi… cioè il nostro “bellissimo” bagno
grande e spazioso sostituito da uno stanzino
piccolo e con le porte che non si chiudono!
Ma dove sta il divertimento in tutto questo?
(ammesso che qualcuno abbia voglia di
divertirsi con queste amenità). Nel fatto che
questo cambiamento ha scombussolato un po’
tutti. Per esempio… un ragazzo è stato trovato
nel bagno delle femmine, tranquillo e pensando
di essere nel posto giusto; anzi, si è mostrato
sorpreso di vedere due ragazze entrare: “Scusa,
ma questo è il bagno delle femmine”, “nooo,
ma veramente?!? E da quando?”, “mmm…da
ieri!”; “oh scusate!”… oppure molto spesso è
capitato che una ragazza sia arrivata davanti
al bagno dei maschi e solo in quel momento
si sia ricordata che doveva andare dalla
parte opposta ma semplicemente perché ha
visto “l’omino senza la gonnellina” (testuali
parole!). Ovviamente ci sono sempre i bidelli
19
pronti a ricordarti da che parte devi andare:
“Ciccia, il bagno è dall’altra parte” è la frase
più comune, anche se in verità non sempre la
persona a cui è rivolta deve andare in bagno!!
Questo è solo uno dei problemi dello Zucchi!
Un altro eclatante è quello della macchinetta che
è (o almeno era) perennemente rotta all’ultimo
piano vicino a questo famoso bagno piccolo e
stretto delle ragazze (avete capito dove, vero?).
Beh, la cosa più assurda è che “generazioni di
studenti” continuano ostinatamente a infilarci i
soldi sperando, grazie a un miracolo, di potere
aprire lo sportellino. Poi se ne vedono di scene
divertenti: fine della quarta ora di un venerdì
lungo ed estenuante, una povera sfortunata
“bisognosa di zuccheri” arriva alla macchinetta,
infila i soldi e poi realizza…”cavolo, non si
apre!”. Alcuni ragazzi, sentendo la lamentela,
accorrono dicendo di essere sempre riusciti ad
aprirla anche se difettosa…“premi il pulsante”,
“tira”, “no aspetta, non così!”, “ecco, prova
ora” e poi… colpi, calci, pugni…ma niente
riesce ad aprire quel maledetto sportellino!
Non ci credete? Invece è tutto vero: cinque
ragazzi contro una macchinetta. Ma come
sempre vince la macchinetta! Con la fortuna
che ho io però, questa macchinetta è stata
aggiustata qualche settimana fa precisamente
il giorno in cui ho consegnato l’articolo. Ma si
può essere più sfortunati di me?? Ecco un’altra
caratteristica dello Zucchi: le cose avvengono
sempre al momento sbagliato!
Bene, questi sono solo due dei problemi…
ovviamente potrei andare avanti parlando
della lampadina fulminata dalla fine dell’anno
scorso nello spogliatoio delle ragazze, oppure
dei caloriferi che funzionano quando vogliono
loro… Sono però sicura che, senza questi
problemi che rendono meno monotone e più
divertenti le nostre giornate, non ci sentiremmo
allo Zucchi!
Sara Montagnino I A
ZUCCHI
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
-ColazionealloZucchiLOZUCCHINOQUALUNQUE
Penso che vi siate accorti di come in
questo Liceo si sia instaurato da anni un
sistema decisionale troppo autoritario
e rigidamente gerarchizzato, in cui
chi comanda è la classe docente e ad
obbedire ciecamente sono gli studenti.
Perdonatemi l’insubordinazione, ma io
credo che per un Paese che voglia dirsi
democratico ciò sia inaccettabile, ed è
forse giunto il momento di cambiare.
Siamo in tempo di elezioni per il
Consiglio d’Istituto e prima ancora
di qualsiasi polemica dovremmo
domandarci per quale oscuro motivo
spettino agli studenti soltanto
4 seggi, contro gli 8 riservati ai
professori da sommarsi naturalmente
a quello del Preside... Con questa
distribuzione impari e ingiusta delle
cariche, ogni qualvolta si verifichi
il caso in cui ci si volesse opporre a
qualche delibera che avvantaggiasse
i docenti a discapito degli studenti,
nemmeno unendo le forze con i 4
rappresentanti dei genitori si potrebbe
in alcun modo ostacolare l’operato del
Consiglio: insomma, bell’esempio
di democrazia!! Ovviamente poi
non voglio sottolineare che, mentre
per candidare una lista lo studente
deve presentare ben 20 firme, ad un
professore bastano 7 sottoscrittori,
cioè i colleghi di corso e un paio di
amici… Ma dal momento che le cose
stanno in questo modo e non possono
20
essere cambiate così facilmente, credo
che il nostro compito sia perlomeno
di valorizzare il poco potere che ci è
concesso. Per questo ogni anno siamo
chiamati a votare dei baldi giovini che
con le unghie e con i denti difendano
la nostra autorità… ma le cose
accadono davvero in questo modo?
Temo che da anni ormai il ruolo dei
nostri Rappresentanti, quasi sempre
gli stessi in verità, si sia ridotto al
mero atto notarile di constatazione
e approvazione di qualsiasi delibera
della Presidenza. Nessuno, nella
mia memoria, è ancora riuscito ad
attuare il benché minimo stralcio del
suo programma (ahimè i bei tempi
passati…), e mai si è indetta qualche
Assemblea d’Istituto per prendere
contatto direttamente con i propri
compagni di scuola (gli elettori, nda),
per informarli sul proprio operato e
perché no per raccogliere proposte ed
organizzare insieme iniziative… mai
nulla di tutto ciò, e vi invito a ricercare
i responsabili… Eppure a questo
dovrebbero servire dei Rappresentanti,
per fare valere il diritto di parola e
anche di decisione, perchè in ogni
sistema scolastico che si rispetti gli
studenti sono il fine, e i professori, con
rispetto parlando, il mezzo. È ovvio
dunque che ci sia bisogno di una
svolta in senso democratico. Non
so se possa venire dai candidati di
ZUCCHI
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
quest’anno, tra i quali scorgo solo
uno sparuto gruppo di homines
novi, ma sono ottimista, e credo
nell’intelligenza di tutto il popolo
zucchino. In occasione di quel
famoso venerdì di sciopero contro
gli esami di riparazione abbiamo
dimostrato di poter contare, di
essere numerosi e di avere una
coscienza comune, anche se ancora
non ben delineata. Basterebbero
dunque delle persone distinte,
autorevoli e responsabili, dei
veri “leader” insomma, per
organizzare iniziative partecipate
di rinnovamento serio e profondo.
La mia speranza è, dunque, che noi
tutti impariamo ad amare la libertà
che ci è stata fin’ora concessa,
approfittando dei nostri pochi diritti,
sempre nel rispetto delle regole, per
migliorare la situazione attuale, ormai
ridicola e insopportabile.
Concedetemi
infine
un
breve
vademecum per i candidati alla
Rappresentanza:
Prima regola, rispettare gli impegni e
cessare di deludere i propri elettori,
pratica che purtroppo sembra ormai
una tradizione inevitabile;
Seconda regola, imparare a dire di
no quando è necessario, perché non
si ottengono progressi accontentando
sempre
e
comunque,
senza
controbattere, i centri di potere;
Terza regola, mai dimenticare che tutti
insieme si può fare di più e meglio,
che lottare non è mai e poi mai inutile
21
e che, per Giove, siamo o non siamo
zucchini??
Ave atque vale,
Marco Nebuloni IIB
MUSICA
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
-GirodiDoUNACANZONEPERESSERELIBERI
Ciao ragazzi! Sembra impossibile, ma
sono passati solo due mesi dall’inizio
della scuola, e noi, che già aspettiamo
impazienti un po’ di vacanza
,abbiamo pensato ad un articolo con
i fiocchi. Non vogliamo propinarvi
un pesantissimo e soporifero tema
letterario, e nemmeno sciorinarvi tutti
i problemi del mondo in una paginetta:
le nostre penne artistiche vogliono
solo proporvi un sottofondo per farvi
rilassare e staccare per un attimo la
spina, mettere in ‘stand by’ la mente e
semplicemente risvegliare la fantasia.
Insomma, vi parleremo di Libertà,
usando la musica, le canzoni e i loro
testi. Chissà quanti di voi, ascoltando
una canzone, si sono sentiti leggeri
dentro, come se stessero per spiccare
il volo, e con uno stupido sorriso
sulla faccia hanno pensato: “Mi sento
libero!” Beh, se non vi è mai capitato,
prima poi arriverà quel momento: una
canzone può sorprenderti in qualsiasi
istante. Stai camminando per la strada,
si apre la porta di un negozio oppure
passa una macchina , senti un motivetto
ed ecco… hai l’illuminazione! Ti senti
libero! Semplice no?
Basta ascoltare… una cosa così facile,
che non richiede grandi sforzi, ma
che ci permette di provare qualsiasi
sentimento, anche quello della libertà,
così difficile da trovare al giorno
d’oggi. Parlando concretamente,
22
quanti sono stati i canti scritti per
protestare, per dichiararsi liberi, per
ottenere qualcosa? Bob Marley nella
sua “Redemption song” diceva: “Non
farai a meno di cantare queste canzoni
di liberta? Perchè è tutto ciò che ho:
canzoni di redenzione, queste canzoni
di libertà”. Tutti quelli che pensano
siano necessari lunghi giri di parole
(spesso profonde solo in apparenza)
per raggiungere un obiettivo o per
essere ascoltati, si sbagliano! Basta
anche solo la musica, la melodia. Chi
non ha mai sentito la colonna sonora
del film”Il Gladiatore”, la famossisma
“Now we are free” di Enya? Su quelle
note la fantasia vola libera, sopra le
versioni di greco e di latino, sopra i
compiti di matematica, sopra tutti i
problemi.
Da che mondo è mondo, i giovani
amano cantare “viva la libertà”:
ricordate un certo ragazzo che
“amava i Beatles e i Rolling Stones”?
Bene, anche se vi sembrerà la solita
canzonetta, risentita un miliardo di
volte, in realtà il testo dice più di
quanto si pensi… Un ragazzo che
amava la libertà ma che il mondo ha
costretto a piegarsi, a conformarsi. La
ribellione a un mondo, che spesso non
va come dovrebbe, è il primo motivo
per gridare ‘voglio essere libero!’. Per
citare un altro famoso autore italiano,
Jovanotti: ”Salvami, salvati, salvaci,
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
MUSICA
salvaci,
salviamoci!”,
ovvero
”scappiamo dai tanti orrori che la
società del denaro e dell’apparire ci
mostra”. C’è poi chi già cresciuto,
riguarda disilluso la libertà tanto
sognata da ragazzo: il leggendario
Vasco Rossi canta: “Liberi liberi siamo
noi, però liberi da che cosa, chissà
cos’è…”. In effetti tutti oggi ci parlano
di libertà dicendo che finalmente non
esiste nessun regime che ci tarpa le
ali. Ma non pensate che nel nostro
che hai dentro contagerà tutti e come si
suol dire, ‘l’unione fa la forza!’.
Buon ascolto!
PS: Se siamo cadute nel tunnel della
filosofia ci scusiamo, ma dopo cinque
anni di liceo classico è impossibile
uscirne! Ricordiamo comunque che
sono sempre ben accette le vostre
proposte e i vostri consigli! Perché
come le canzoni nella musica, i nostri
articoli vivono perché qualcuno li
scrive… e perché qualcuno li ascolta!
CANZONE DEL MESE (con la
collaborazione Maggie Zev):
Thriller, Micheal Jackson
piccolo siamo ancora rinchiusi dentro
i pregiudizi e le mode ? Una sola cosa
è ancora libera di esistere come vuole:
la musica. E se ci pensate, in fondo
sono le canzoni stesse ‘esseri liberi’!
L’autore le scrive e le rende pubbliche;
poi vagano, girano per il mondo,
raggiungono l’ impiegato cittadino o
il monaco buddista. Sono libere: non
fanno distinzioni, non scelgono chi
deve ascoltarle, sono per tutti.
Quando Bocelli e Giorgia cantavano
‘”vivo per lei perché mi dà, pause e
note e libertà” avevano capito che
anche quando ti senti incatenato dagli
impegni, dai doveri e dai divieti, puoi
ancora esprimere te stesso in un modo
molto semplice: cantando.
E se proprio non ne sei capace, puoi
sempre ascoltare la tua musica al
volume più alto che esista, perché
magari così la voglia di essere libero
SPECIAL TRACK (by Fra):
Starway to heaven, Led Zeppelin
Lara Bucella e Francesca Gavezzoli
III A
23
RECENSIONI CONCERTI
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
-RoxyBarWONDERFULTONIGHT
“Abbiamo fatto tutti musica rock. Ora
vogliamo tornare al blues, di cui il rock è
il figlio bianco.”
Tornare al blues, è l’idea che nasce dopo
un comune pranzo fra cinque amici senza
dubbio poco comuni. Paolo Bonfanti,
Vittorio De Scalzi, Franz Di Cioccio,
Lucio Fabbri e Reinhold Kohl decidono
così di unire il proprio talento e la propria
passione per la musica, linee guida di
tutta la loro carriera. Nascono gli Slow
Feet, ironico tributo a Eric Clapton,
soprannominato “Slow Hand”.
Insieme si propongono di rivisitare il
mondo classico del Blues, quello meno
conosciuto se non dagli appassionati del
genere: Popa Chubby, Taj Mahal, Terry
Evans, Kim Wilson, Junior Wells, Jimmy
Reed, Tommy Castro ed altri ancora.
Ma scelgono anche di reinterpretare in
chiave blues brani rock che sono stati
colonna sonora della loro adolescenza:
nasce il disco “Elephant memory”, che
esprime ancora la voglia di ironizzare, sui
numerosi anni di carriera che hanno alle
spalle, e su un’esperienza musicale che
attinge ad un passato nemmeno troppo
lontano, ma ormai poco conosciuto dalla
nostra generazione.
Lo scorso 28 ottobre si sono esibiti in un
Rolling Stones carico di atmosfera blues,
suonando per intero il nuovo album: “The
last time” dei Rolling Stones, “Manic
depression” di Jimi Hendrix, White room”
dei Cream, cantata da un commovente
Vittorio de Scalzi. E poi ancora “We’ve got
to get out of this place” degli Animals, “A
“A whiter shade of pale” dei Procol
Harum, “All day and all of the night”
dei Kinks. Ma sul palco “il gioco della
citazione” diventa inarrestabile, e allora
nascono brevi medleys: “My Generation”
degli Who si fonde con “Black Night”
dei Deep Purple; “Nowhere Man” con
“Dr.Robert”, entrambe dei Beatles; e poi
“Hurricane”, che dal violino di Fabbri si
insinua in “All along the watchtower” di
Bob Dylan.
Il gruppo ha però deciso di mantenere
anche un legame con la carriera personale
dei singoli componenti, scegliendo di
esibirsi con un brano di Bonfanti, uno
della PFM e uno dei NewTrolls (dedicato
da De Scalzi all’amico e compagno Nico
di Palo, presente tra il pubblico). Ma l’idea
di Slow Feet nasce anche dalla voglia di
ricordare attraverso la musica l’amico
comune De Andrè, legato umanamente
e artisticamente a Di Cioccio, Fabbri e
De Scalzi, ma anche al bassista Kohl,
fotografo personale del cantautore. E
proprio come omaggio a Faber hanno
suonato un suo brano classico, “Bocca di
rosa”, cantata a tre voci da Bonfanti, De
Scalzi e Di Cioccio.
Slow Feet è un gruppo in cui ogni
componente è padrone di un virtuosismo
che lo rende unico, primi fra tutti Paolo
Bonfanti, chitarra e voce solista, e Lucio
Fabbri, violinista. Ma senza dimenticare
l’energia di Di Cioccio alla batteria o
l’espressività di De Scalzi alle tastiere e di
Reinhold Kohl al basso.
Ospite della serata, si è poi esibito sul
palco anche Fabio Treves, armonicista e
24
RECENSIONI CONCERTI
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
e leader dell’omonima blues band.
Unica pecca l’acustica, mal gestita dagli
addetti al mixaggio, che hanno spesso
portato il volume ad un livello eccessivo,
creando una risonanza all’interno del
locale che non sempre permetteva di
distinguere i vari strumenti. Stupisce
comunque il clima intimo, quasi familiare,
creatosi durante il concerto; sembrava di
assistere a prove, tecnicamente perfette,
in cui gli artisti si sentivano liberi di
scherzare fra loro e interagire senza alcuna
formalità con il pubblico.
La forza di questo gruppo sta in una
professionalità che non preclude il
divertimento. I musicisti mostrano
realmente di percepire il palco come “il
loro posto naturale, il luogo migliore per
esprimere la loro musicalità”.
Nient’altro da dire.
Standing ovation.
sopravvalutate e strettamente legate
alle doti interpretative del suo leader, il
carismatico Jim Morrison. Tuttavia, pur
considerando fondamentali i contributi
del Re Lucertola, non si può non
riconoscere il dovuto merito agli altri
componenti di quella che fu senza dubbio
una delle più grandi rock band di tutti i
tempi: il tastierista Ray Manzarek, dotato
di straordinarie doti tecniche e musicali,
responsabile della parte melodica di ogni
singola canzone, e incaricato del non facile
compito di sostituire il basso mancante
attraverso le proprie tastiere; il batterista
John Paul Densmore, le cui bacchette
Claudia Spinelli II E
WHENTHEMUSIC’SOVER
“Se le porte della percezione fossero
spalancate, ogni cosa apparirebbe
all’uomo come realmente è: infinita”
William Blake
Nel gennaio del 1967 usciva “The Doors”,
il primo album dell’omonima band; oggi,
dopo 40 anni, mi sembra doveroso rendere
omaggio a coloro che contribuirono,
attraverso uno stile unico, a creare un
nuovo tipo di musica, in grado di unire
armoniosamente elementi rock, blues,
psichedelici e jazz.
Non sempre la critica è stata concorde
sulla qualità del loro lavoro, reputando
le capacità della band eccessivamente
25
costituivano una sorta di seconda voce,
insinuandosi prepotentemente dietro il
poliedrico timbro di Jim; il chitarrista
Robbie Krieger, contraddistinto per
un tipico ritmo flamenco, le cui lente
note dovevano riuscire a conciliare
i suoni dell’organo, la pulsante
batteria e la mistica voce di Morrison.
Autori di soli sei album (ma in appena 5
anni di attività), i Doors sono stati creatori
di canzoni che sono diventate eterne, come
“Light my fire”, “The end”, “Riders on the
storm”, “Roadhouse blues” e moltissime
altre. Ma ciò che colpisce sono i loro testi,
profondi, carichi di passionalità e violenza
insieme, portatori anche di messaggi
provocatori, che invitano l’ascoltatore a
staccarsi da tutto ciò che è inculcato in
lui fin dalla nascita, e che quindi non gli
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
RECENSIONI CONCERTI
appartiene come proprio, per dare libero
sfogo ai propri istinti, ai propri impulsi,
alla propria sensualità. Tutto questo veniva
espresso da quella che era sicuramente la
figura più carismatica del gruppo, James
Douglas Morrison, una delle personalità
di maggiore potere seduttivo nella storia
della musica. Sentimentale e autore di
poesie nella vita privata, dotato di una
voce che poteva variare dall’angelico
al demoniaco, Jim dava il meglio delle
proprie performances nei concerti, quando,
di fronte a migliaia di giovani giunti
per ascoltarlo, accompagnava la propria
voce che poteva variare dall’angelico
al demoniaco, Jim dava il meglio delle
proprie performances nei concerti, quando,
di fronte a migliaia di giovani giunti
per ascoltarlo, accompagnava la propria
voce a una teatralità simile a quella della
tragedia greca; tutto ciò rendeva i concerti
dei Doors degli eventi da seguire come se
si fosse alla presenza di un dio, impegnato
a istruire folle giovanili alla ricerca di
nuovi ideali, nuovi valori. Dedito all’
alcool e all’uso di sostanze stupefacenti,
di cui si serviva per “superare le porte
che chiudono l’ignoto”, Jim rappresenta
l’emblema del cantante/poeta ribelle,
colui che tentò di cambiare il mondo con
i messaggi delle proprie canzoni, ma che
venne infine condannato e schiacciato
dallo stesso mondo, che preferisce
ricordare le sue sfrenatezze ed eccessi
piuttosto che le sue doti musicali.
I Doors si sciolsero ufficialmente nel 1973,
ma in realtà la loro musica era svanita due
anni prima, con la morte del loro cantante.
Il 3 luglio 1971 infatti, Jim fu trovato morto,
forse per overdose, in un appartamento di
Parigi, dove si era ritirato per smettere
di bere e dedicarsi alla poesia, oltre che
per sfuggire a quella popolarità che lui
26
stesso aveva contribuito a crearsi intorno.
La sua morte andò così ad aggiungersi
ad altre celebri scomparse di quegli anni
(Jimi Hendrix, Janis Joplin, Brian Jones),
ma lo trasformò di diritto, a soli 27 anni,
in una figura dal carattere misterioso che
ancora oggi, a 40 di distanza, raccoglie
moltissimi fan sulla sua tomba, a Parigi.
Su di essa è incisa una frase in greco:
“Fedele alla sua anima”, a testimonianza
di un uomo che visse per tutta la vita in
maniera coerente alla propria personalità.
Marco Erba III C
DATE CONCERTI
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
-OnStage�������������
������������� basso, clarinetto basso, voce
����������� batteria
��������������� tromba
�������������� sax
������������ tastiere
�������������� armonica
“Lo stile innovativo, nato da una felice combinazione di groove, soul e
abilità tecnica sconvolgente, ha fatto di Marcus Miller uno dei più noti
bassisti virtuosi in ambito jazz, R&B e fusion, con una lista di credits
impressionante e con all'attivo la vittoria di Grammy Award anche in veste
di compositore e produttore. La rivista Bass Player lo ha nominato tra i dieci
bassisti più influenti degli anni ’90, e gli ha affibbiato l’epiteto di “Superman
of Soul”. Ma il suo curriculum mostra ben più di questo, dalle esperienze
giovanili da compositore, arrangiatore e produttore, agli anni di militanza
nella band di Miles Davis, fino all’ascesa allo status di vera e propria
superstar mondiale della fusion, o soul jazz, o funk che dir si voglia.”
resto è poe
degli intelle
Quando: 30
Dove: Crebe
Prezzo: 1° s
2° s
3° s
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Quando: �� �������� ����� ��� ����� � �����
Dove: Blue Note, Milano
Prezzo: ������ �������� � �����
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“ FREDDIE.....A NIGHT TO
REMEMBER ”
� over band apprezzatissima anche in
Inghilterra, I QueenMania si esibiranno in
una serata tributo all’Alcatraz per ricordare il
16esimo anniversario della scomparsa del
frontman dei Queen Freddie Mercury.
Dopo il successo dell’esibizione al LiveClub di Trezzo dello scorso anno, i
QueenMania saranno nuovamente affiancati dal cantante Enrico Ruggeri.
Ospiti della serata saranno inoltre Andrea Mirò e Luigi Schiavone.
Quando: 24 novembre 2007, ore 22.30
Dove: Alcatraz, Milano
Prezzo: Donna: 6 euro
Uomo: 10 euro
27
giochi e pa
crescendo;
Quando: 2 d
Dove: Blue
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DATE CONCERTI
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
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Il Vuoto tour
“Il cantante siciliano non può che proseguire
un viaggio iniziato da molto tempo, dove la
musica è cornice di una ricerca filosofica e
culturale. Ad accompagnarlo come sempre il
maestro Sgalambro, il trio rock Fsc e la band
tutta femminile le MAB che dagli ultimi album
segue la vena rock sperimentale di Battiato. Il
resto è poesia, letteratura di oggi nelle parole e nell'interpretazione di uno
degli intellettuali più sinceri del nostro tempo.”
Quando: 30 novembre 2007
Dove: Creberg Teatro, Bergamo
Prezzo: 1° settore numerato: 68 euro
2° settore numerato: 46 euro
3° settore numerato: 34,50 euro
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������ �������� ������ �������� ����
������� ��������� ������ ����� ����������
batteria
“Un autentico “SUPER GRUPPO”, un viaggio
etnico-musicale attraverso diverse "tradizioni
dei tamburi" proposto da esponenti tra i più
completi e rappresentativi. Lo spettacolo si
snoda attraverso sezioni "obbligate" e momenti
in assolo, con composizioni scritte da diversi
musicisti e completate da improvvisazioni,
giochi e palleggi musical percussivi per concludersi con un gran finale in
crescendo; insomma, una formula unica, originale e nuova.”
Quando: 2 dicembre 2007, ore 21.00
Dove: Blue Note, Milano
Prezzo� Al momento non disponibile (consultare il sito bluenotemilano.com)
A cura di Claudia Spinelli II E
28
SPAZIO POETICO
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
-MurieMareTuchiamalesevuoi...emozioni(L.Battisti)
TRAUNREGISTROEUNPALLONE...
-CronacadiunapartitadicalcioNONqualunqueO Popolo Zucchino, ave!
Ci terrei a fare una precisazione: nella presentazione della rubrica, lo scorso numero,
ho lasciato intendere che questo sarebbe stato lo spazio dedicato alle riflessioni, ai
pensieri…Tuttavia ogni tanto mi verrà voglia di “sgarrare”, cosa che farò già questa
volta. J
E così, lasciando da parte versi e punti di domanda, eccomi qui, sotto richiesta del
professor Galeotto (non me ne sono dimenticata, visto prof?) a parlare del celeberrimo
pomeriggio del 6 giugno 2007. O meglio, di alcuni dei suoi protagonisti. Per quale
motivo tanto celebre? La risposta è semplice: signore e signori, in un cupo e piovoso
pomeriggio di inizio giugno, un esiguo –ma neanche troppo!- numero di sprovveduti
zucchini ha assistito al debutto calcistico dei propri docenti!
E così, impavidi, sono scesi in campo pronti a dimostrare la loro supremazia anche
sul piano sportivo… senza sapere che avrebbero dovuto prima fare i conti con i nostri
“portavoce” di terza, che sembravano più che intenti a non considerare i ruoli… bensì
solo la vittoria...
Eccolo! Lo vedo avanzare… come chi? Il Bulega!
Mentre i colleghi si dimenavano per il campo cercando di agguantare il pallone lui,
tranquillo, procedendo per lo più a passo rilassato con fare da “come viene viene” e
con molta nonchalance, proseguiva -ataratticamente parlando- rivolgendo ogni tanto
(e comunque più tanto che ogni) sguardi e sorrisi compiaciuti al pubblico (femminile)
strepitante.
Franco Bulega? Mr Sorriso!
E mentre il professor Bulega alternava fasi di impegno sentito ad altre di totale distacco
imperturbabile, ci stiamo forse dimenticando di colui che ha guidato la squadra per tutto
il tempo della partita? Di chi sto parlando? Ma del prof Gardella, ovviamente!
Da degno professore di educazione fisica, se ne stava lì in porta, sull’attenti, pronto a
29
SPAZIO POETICO
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
a dare disposizioni ai suoi. Che leader!
Adriano Gardella? L’indispensabile!
No, in realtà lo sportivo effettivo della situazione era lui: il prof Galeotto!
Divisa da vero calciatore, con calzettoni bianchi sotto il ginocchio e maglietta dentro i
calzoncini, nessun fallo, sempre pronto a balzar fuori per acchiappare la palla… beh…
o almeno ci provava… Eppure, in verità, dei numeri li ha realizzati… quando, però, non
era troppo impegnato a cimentarsi in espressioni facciali troppo complicate per poter
concentrare l’attenzione anche su altro!
Gabriele Galeotto? Esemplare!
E infine citerei colui che ha fatto tremare gli avversari… colui che ha messo in pericolo
vite e in subbuglio il pubblico zucchino rumoreggiante di proteste… Marino!
Della serie: Prof, ma in 60 minuti, quanti falli è riuscito a fare??
Alternando momenti di furia ad altri in cui si appollaiava pigramente al suolo, con aria
sinistra procedeva lungo il campo, pronto a lanciarsi nella mischia con un unico intento:
procurarsi la palla. Come, non importa.
Il fatto che poi ci sia riuscito scaraventando più volte a terra i suoi studenti (i caduti -in
tutti i sensi- sul campo di battaglia…), direi sia emblematico…
Ergo, Che impeto!
Forse il suo motto è stato *Il fine giustifica i mezzi* ? K
Antonio Marino? Il Ringhio della situazione!
30
SPAZIO POETICO
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
Ebbene, la partita si è conclusa con la vittoria del corpo docenti, il quale tuttavia deve un
grosso grazie al piccolo Andrea, figlio del professor Cucinotta, che ha partecipato allo
scontro, fornendo un GROSSO supporto ai nostri insegnanti.
Infine, vorrei concludere questa breve descrizione di un pomeriggio sportivo, o meglio,
degli sportivi stessi, con la citazione di un meritevole striscione che ha accompagnato
questa partita…
“Gli antichi dicevano…
Mens Sana In Corpore Sano… VEDREMO…”
Giuliana Genovese II G
31
GIOCHI
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
-L’angolodiPonzodi Stefano Ponzoni II H
METTETEVI...
ALLA PROVA!
E ANCORA... LOGICA!
32
OROSCOPO
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
-L’OroscopoARIETE
Mese un po’ infruttuoso in campo scolastico,
ma riuscirai a rifarti a breve. Qualche litigio in
famiglia sembrerà farti perdere il buonumore. Avrai
una buona notizia che ti stupirà molto. Qualche
problema economico a fine mese.
TORO
Non sai come comportarti con una persona a cui
vuoi bene ma di cui critichi molti aspetti: forse è
tempo di chiarimenti. Nessuna novità nel versante
scolastico fino alla fine del mese, dove avrai un
lieve innalzamento. Buona riuscita nelle attività
extrascolastiche.
GEMELLI
Sei annoiato e la vita ti sembra monotona: devi cercare
nuovi stimoli. Gli amici conosceranno un lato di te a
loro ignoto, ma sapranno apprezzarti ugualmente.
Ottimo momento per la ricerca dell’anima gemella. A
scuola però ci vuole maggiore impegno.
CANCRO
Riponi molte speranze in questo novembre, ma
otterrai i risultati sperati solo con grande impegno.
Qualcuno che non conosci molto si rivelerà più
interessante del previsto e ne sarai piacevolmente
colpito. Con poco sforzo riuscirai inoltre a migliorare
il tuo aspetto fisico.
33
OROSCOPO
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
LEONE
Il fallimento di qualcosa per cui ti sei impegnato
il mese scorso ti ha un po’ demoralizzato: è ora di
voltare pagina e guardare avanti. Qualche difficoltà
con la scuola, sia con le persone che in campo
didattico. In compenso starai molto bene con la
famiglia e gli amici.
VERGINE
Arriva inaspettato un interesse particolare per
qualcuno che conosci già da qualche tempo.
Riuscirai a diventare più apprezzato da chi ti sta
intorno con molta semplicità. Qualche intoppo con
la tecnologia. Migliora la situazione scolastica, ma
sarai più stanco del solito.
BILANCIA
La parola d’ordine è influenza: attento ai malanni di
stagione, ma soprattutto all’influenza psicologica.
Il parere degli altri rischia di condizionarti troppo,
devi essere più sicuro. Brutte sorprese in campo
scolastico, ma verso fine mese saprai recuperare.
Un po’ troppe le spese superflue.
SCORPIONE
Periodo buono per cercare di migliorare le cose
che non ti soddisfano. Tenderai ad essere un po’
selettivo nei rapporti, ma sarai molto sereno. Cerca
di concederti qualche piacere in più del solito, anche
qualcosa di semplice. Grosse novità in arrivo.
SAGITTARIO
In questo novembre sarai insicuro su ciò che la gente
pensa di te: stai tranquillo, riscuoti molto successo.
Non hai voglia di prenderti più responsabilità del
solito, ma saprai cavartela. Qualcosa che aspettavi
è arrivato e ne stai godendo i frutti.
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OROSCOPO
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
CAPRICORNO
Gli amici ti regalano dei bei momenti e ti aiutano
quando sei in difficoltà. Dovrai sistemare alcuni
aspetti della tua vita scolastica, ma te la saprai cavare.
Sarai spesso portato a distrarti e insolitamente pigro.
Eccessiva testardaggine a fine mese.
ACQUARIO
Le cose scorrono in modo positivo, ma ti senti
insoddisfatto. Qualcuno a cui tieni molto si sente
trascurato, ma tu non sembri accorgertene. Sarai un
po’ cagionevole verso fine mese, ma ricco di spirito
di iniziativa. Qualche difficoltà a gestire l’aspetto
economico.
PESCI
I rapporti saranno un po’ compromessi a causa
della tua testardaggine, ma verso fine mese saprai
recuperare. A scuola sarai in grado di recuperare
un po’ del tempo perduto in questi primi mesi, ma
ti costerà un po’ di fatica. Da ridurre i dolci e i fuori
pasto.
A cura di Chiara Pergamo II H
35
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
ANNUNCI
Per Benedetta II B
Sei la mia biondina preferita… mi
piaci tantissimo!
Xkè non mi vedi mai?? Ale
Per Saretta I A
Alla mia casinista doc
preferita… tanti auguriiiii…
Vio
Per Nebu
Sono qui ad
aspettarti..so di
essere quella
giusta x te..
Anonima in
love
P.S W le moto rosse
Per Vicky
Tesoro, mi dispiace ma sei
arrivata tardi.
P.S Ricky TVB
36
ANNUNCI
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
Per Marco e Sale II G
Ti amo alla follia
P.S. La tua compagna di
classe Francy (cosi sei sicuro
che sia io)
Per Viola I A
Per Ale
Oh.. Lascia stare la biondina di
Sei
stupenda…
Da uno di II
II B… è solo nostra!!
Per il ragazzo di II B con gli
occhiali.. Anche se sono una
quartina non mi snobbare,
accorgiti quando ti guardo!
Per Mega e Giga
Alle mie pazzone preferite, che riescono a farmi
sorridere sempre e comunque. “Ho bisogno di
alcool! Sono le sette e mezza…” Nessuno
riesce a batterci nel momento ‘yo’ palleggiato.
Baci, dalla vostra Drew. Vi voglio bene. - Ama -
37
LaRedazione
DIRETTORE: Veronica Braglia II H
VICEDIRETTORE: Michele Casadei I A
IMPAGINAZIONE: Veronica Braglia II H
COPERTINA: Alessia Covello I F
REDATTORI (in ordine alfabetico):
Stefania Antonelli II H
Elia Bisi III C
Lara Bucella III A
Michele Casadei I A
Valeria Chiozzi II G
Francesca Chirico II B
Martina Ferlisi II G
Elisa Galimberti IV D
Francesca Gavezzoli III A
Giuliana Genovese II G
Francesca Mapelli II B
Sara Montagnino I A
Marco Nebuloni II B
Jakob Panzeri I A
Chiara Pergamo II H
Stefano Ponzoni II H
Raffaella Sciartilli II G
Jessica Signorile II B
Claudia Spinelli II E
PER QUESTO NUMERO, SI RINGRAZIA:
Giulia Pepè II D
Giovanni Seltralia I B
Giulia Radaelli III D
Marco Erba III C
AVVISO! Si comunica che la data di consegna degli articoli per il nu-
mero di dicembre è fissata al 30 novembre. Inviare i propri lavori (articoli
e copertine) su [email protected]. Si ringrazia per la collaborazione il prof. Galeotto e il personale ATA che si è occupato della stampa.
A PRESTO!
38
Bartolomeo N°2 Novembre 2007
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INDICE - Liceo Classico Zucchi