LUGLIO - AGOSTO 2012 NUMERO 4 ANNO XXII FOGLIO DELLA COMUNITÀ AUTOGESTITA DELLA NAZIONALITÀ ITALIANA COMUNITÀ DEGLI ITALIANI “GIUSEPPE TARTINI” DI PIRANO Editoriale UN’ESTATE TORRIDA E ANNIVERSARI In occasione del cinquecentesimo dell’apparizione Il duomo di San Giorgio ha ospitato l’immagine della Madonna di Strugnano. (foto: Franco Viezzoli) di Kristjan Knez C he gli anni bisestili siano anomali, come ci insegna il detto, è cosa nota. Quello in corso, però, sembra riservarci non poche stranezze. L’inverno è stato particolarmente rigido, il manto nevoso ha coperto non poche zone adriatiche, mentre le sferzate della bora hanno messo a dura prova uomini e attività. L’estate che ci lasciamo alle spalle, invece, sarà ricordata soprattutto per la calura che non ha dato tregua. La morsa del caldo non ha risparmiato buona parte d’Europa e la colonnina di mercurio ha segnato per settimane temperature sopra i trentacinque gradi centigradi, con punte, in qualche parte, superiori ai quaranta. Abbiamo attraversato un’estate secca, praticamente senza pioggia, il solleone ha arso le colture ed è stata compromessa buona parte dei raccolti. Ed è scattata anche l’emergenza idrica. Con il notevole afflusso turistico è aumentato considerevolmente il fabbisogno d’acqua, già insufficiente a seguito della perdurante siccità. L’Istria, come ci insegna la storia, si è ritrovata ad avere nuovamente sete. Certo, molte cose sono cambiate in meglio, nelle case c’è l’acqua corrente e non occorre fare la fila per riempire un mastello alla cisterna comunale, o percorrere chilometri per attingerla a qualche sorgente, come accadeva nella zona carsica prospiciente a Pirano. Questa mancanza ha rivelato palesemente sia doveroso investire ancora nelle infrastrutture e nella ricerca di nuove fonti. In un futuro non troppo lontano si dovranno realizzare pure dei bacini capienti in grado di raccogliere l’acqua nei mesi di maggiore piovosità, per utilizzarla quando occorra. Le attività agricole ne trarrebbero grande vantaggio. È l’unica soluzione, (continua a pag. 2) pg. 3 Pirano-Venezia. L’antica rotta del sale Rievocati i legami tra le due città. Daniela Sorgo pg. 7 Pace in bici. Per un mondo senza armi nucleati. I “Beati costruttori di pace” hanno fatto tappa anche nelle saline di Sicciole. pg. 8-15 Le celebrazioni della Madonna di Strugnano Supplemento dedicato alle iniziative promosse in occasione del cinquecentesimo anniversario dell’apparizione. Kristjan Knez pg. 16-19 SPECIALE Il tram Pirano-Santa Lucia 1912-2012 In occasione dei cent’anni del mezzo di trasporto. Elio Musizza, Ondina Lusa, Claudio Polvi, Giulio Ruzzier, Luciano Monica e Bruno Fonda pg. 21 Amenità tra Buie e Pirano Note sul passato comune delle due località Luciano Monica anche perché la nostra regione registra una piovosità media, ma non equamente distribuita nel corso dell’anno solare. Bisogna anche rendersi conto che la terra ci sfama e dà da vivere a non pochi. A differenza di una strategia scellerata che vorrebbe fare incetta delle terre migliori per trasformarle in campi da golf – se n’è parlato anche nel nostro comune – per la cui erba verdissima si dovrebbero consumare considerevoli quantità d’acqua. Ma chi ne trarrebbe beneficio? Il caldo rovente, le alte temperature e l’assenza di precipitazioni hanno, al contrario, rappresentato una manna per i salinatori. La produzione di quest’anno è una delle migliori e la quantità ha superato ogni più rosea previsione. Insomma, da un lato riscontriamo la soddisfazione, dall’altro lo scontento. E non potrebbe essere diversamente. Chi produce il cristallo bianco, meno acqua piovana vede più beneficio ne trae. Un’estate secca preannuncia una produzione importante. Su posizioni diametralmente opposte troviamo invece i contadini, che per le colture necessitano eccome d’acqua, se desiderano raccogliere i frutti di un anno di duro lavoro. Era proprio in simili circostanze che i nostri vecchi non si risparmiavano e, rivolgendo lo sguardo al cielo, non di rado pronunciavano un diretto Buta piova in saline. Qualche volta venivano ascoltati. Nonostante la vampa, nei mesi estivi sono stati ricordati anche due anniversari. Nella seconda decade di luglio, al pianterreno del palazzo comunale, è stata inaugurata la mostra dedicata ai cent’anni della linea tranviaria Pirano-Santa Lucia. Un’esposizione modesta, che però ha rievocato il tempo in cui nel nostro territorio si viaggiava sui binari, quando il problema del traffico era inesistente e la città viveva ancora in una dimensione a misura d’uo- mo. L’ottenimento di quel collegamento fu un’ulteriore conquista per il nostro Comune, un altro tassello di quell’opera di modernizzazione iniziata al tramonto dell’Ottocento, e che nella figura del podestà Domenico Fragiacomo vedeva uno degli attori più decisi e impegnati. E poi abbiamo festeggiato i cinquecento anni dell’apparizione della Madonna di Strugnano. Accanto alle celebrazioni religiose, e alla processione sul mare, che da alcuni anni desta l’interesse di molti, che hanno visto la partecipazione di un folto numero di devoti, di turisti o di semplici curiosi, in questa circostanza sono state proposte anche svariate altre iniziative i cui appuntamenti sono stati seguiti con particolare attenzione. Sono pagine di storia che meritano di essere presentate e divulgate, perciò in questo numero ampio spazio lo riserviamo proprio ai due anniversari e al retaggio da noi ereditato. LA NOTA di Luciano Monica È appena iniziato un nuovo anno scolastico. Mentre i giovani genitori sono in trepidazione aspettando i primi responsi degli insegnanti sui progressi dei loro figli, la scuola, i suoi operatori stanno aff rontando un anno scolastico all’insegna del rigore finanziario e della precarietà delle risorse dovute a tagli che hanno toccato o toccheranno, anche con mano pesante, altri settori essenziali acquisiti nel tempo dalle società occidentali: la scuola pubblica, ma anche l’università, la ricerca, la sanità, gli stipendi, le pensioni e persino i posti di lavoro. Vengono chiesti a tutti dei sacrifici. Ma si sa come vanno a finire queste faccende: a pagare, come si dice, sono sempre gli stessi e cioè i dipendenti che non hanno modo di ovviare 2 al controllo dell’amministrazione contabile. Altri, e non sono pochi, se la cavano egregiamente. Ma veniamo al nostro piccolo mondo, al microcosmo della comunità italiana anch’essa e forse più di altri per la sua debolezza, sottoposta ai rigori della crisi generale. L’apertura dell’articolo riguarda la scuola, una parte sensibile, forse la più esposta della comunità italiana. Potrei riportare dati sulle iscrizioni alla scuola materna “La Coccinella” o all’elementare “Vincenzo e Diego de Castro” o al ginnasio “Antonio Sema”. Potrei comparare i dati con annate precedenti. Potrei proporre indici percentuali di crescita o di calo delle iscrizioni e ragionare sui motivi. Lo potrei fare ma, ancora una volta, dovrei concludere che diversi dei non molti apparte- nenti alla nazionalità italiana fanno scelte di “convenienza” o meglio di opportunismo, giustificando la scelta con il solito repertorio: l’ha voluto mio marito, mia moglie non sa l’italiano e perciò non può seguire il bambino, siamo italiani tutti e due (rari i casi) ma tante e dure sono state le difficoltà del nostro inserimento sociale per cui per loro, per i nostri figli, facciamo scelte diverse e via discorrendo. Ma la scuola (e i suoi operatori) esiste e resiste alle intemperie anche grazie a genitori, spesso di maggioranza, avveduti e sensibili nei confronti della lingua e della cultura italiana dando origine nella realtà ad una scuola che è molto di più che una semplice scuola a salvaguardia di un guppo minoritario i cui membri (certo non tutti per fortuna) la snobbano. Ogni scusa è buona anche quella che a Sicciole l’edificio non è agibile perché pericolante. Ma si sa, le scuole invecchiano e se ne costruiscono di nuove. È una situazione che tocca tutti: una volta la minoranza, un’altra la maggioranza. Forse a noi casi del genere capitano relativamente con più frequenza e si risolvono in tempi più lunghi. Perciò per questo inizio di anno scolastico mi auguro, auguro agli istituti scolastici interessati, che lo stesso si concluda non con il solito simpatico spettacolino di fine attività ma con la cerimonia di consegna del nuovo edificio a vantaggio dei bimbi della prescolare e degli alunni dell’obbligo. Il comune di Pirano e lo stato sloveno sono chiamati al loro dovere: la crisi può essere solo una attenuante non il motivo per una latitanza. Legami fortissimi PIRANO-VENEZIA L’ANTICA ROTTA DEL SALE Un mare che unisce Gli ospiti veneziani in canoa al largo di Pirano In basso: gli sportivi nel porticciolo cittadino e foto di gruppo con Daniele Scarpa e il suo team, il vicesindaco Bruno Fonda e alcuni attivisti del nostro sodalizio. È in luoghi di una bellezza sorprendente, semplice e naturale che si ritrovano le tradizioni più antiche. La rotta del sale che ai tempi della Serenissima i Veneziani percorrevano per trasportare “l’oro bianco” da Pirano ai magazzini del sale a Venezia, ritorna ogni estate con l’avventura/sfida del campione olimpico Daniele Scarpa e della Reale Società Canottieri Bucintoro 1882 di cui è direttore sportivo. Un viaggio tanto atteso per mare a bordo di una canoa Hawaiana Outrigger Va’ a OC6 (canoa polinesiana a 6 pagaiatori) con il team Xtreme Outrigger reduce dalla sfida mondiale hawaiana del 2010 che ha tentato l’impresa, alle prime luci dell’alba del 14 luglio, per determinare il record sulla distanza dei 100 km. Questa nuova avventura nelle acque del golfo di Pirano, ha visto ancora una volta il capovoga Tibaldo Zamengo (non vedente) guidare il team composto dagli atleti della Bucintoro del quale fa parte anche il campione europeo Paracanoa Riccardo Marchesini (amputato ad una gamba) recente quarto posto ai Mondiali ICF in previsione delle Paraolimpiadi di Rio 2016. Dopo ore di pagaiate e le fatiche che ne deriveranno ad attenderli saranno gli amici veneziani che vedranno Daniele e Tibaldo approdare alla banchina della Reale Società Canottieri Bucintoro nella sede dei Magazzini del Sale. “L’impresa per il valore umano e sportivo vale più di un oro olimpico”, sono parole che solo un campione mondiale ed olimpico può dire e pensare al rientro di ogni nuova sfida. Per Daniele Scarpa e il suo team, ogni nuovo evento sportivo è una missione che hanno intrapreso da anni con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica ad essere più vicina ai problemi di chi non può vedere i colori del mondo e non solo. L’entusiamo del direttore sportivo e dei suoi compagni di avventura, è diventato negli anni, una naturale tradizione per la Comunità degli Italiani. Un appuntamento in Casa Tartini del giorno prima della sfida, il 13 luglio dove ad accoglierli è stata la Famea dei salineri e i figuranti in costume del tempo di Tartini. In una cornice a tema, la mostra Sale e Saline... con i lavori realizzati dai gruppi di pittura e ceramica, sono seguiti i saluti di benvenuto della presidente della CI Manuela Rojec e di Bruno Fonda, vicesindaco del Comune di Pirano. Dopo tante strette di mano, tra gli ospiti e il pubblico, fotografie, brindisi e scambi di doni, omaggi e indirizzi. Incontri e collaborazioni come questi, tra la “G. Tartini” di Pirano e la Bucintoro 1882 di Venezia, hanno consolidato i rapporti nella cultura, nell’arte e nello sport. Per Silvano Seronelli, vicepresidente della Bucintoro, sono diventati momenti di fraterna unione tra due comunità che i confini non sono mai riusciti a dividere. Grazie, molte grazie a tutti e alla prossima avventura. Daniela Sorgo 3 Numerosi gli appuntamenti GIUGNO: TUTTE LE STAGIONI DELLA MUSICA ESTATE MUSICALE A CASA TARTINI Lezioni di musica A lato e in basso: il maestro Martin Schaefer durante le sue lezioni nella Sala delle Vedute. L a musica dei grandi autori di ieri e di oggi, che hanno composto per il mandolino, il violino, il pianoforte e la chitarra classica e folk, ha affascinato il numeroso pubblico nei quattro saggi finali di giugno organizzati dalla Comunità degli Italiani. Così, a conclusione dell’attività di valorizzazione e divulgazione della cultura musicale, in Casa Tartini la tradizione di far divertire con la musica e di ampliare la cultura degli allievi partecipanti ai corsi, non è venuta a meno. Gli allievi, di tutte le età, dai bambini agli adulti, hanno mostrato ciò che hanno imparato durante l’anno. Per qualcuno sarà stata la prima volta ad esibirsi davanti al pubblico, prevalentemente composto da genitori e nonni, ma anche da amici e conoscenti che forse anche loro per la prima volta si sono piacevolmente avvicinati alla musica delle sale di Casa Tartini. Le prime emozioni sono arrivate dalla melodia allegra dei mandolini, la musica del sole, come spesso la definisce il mentore Arcangelo Svettini, che ha riunito i giovanissimi Hana, Karin, Alessio e Matteo con gli adulti mandolinisti del gruppo “Serenate” in una serata che ha ospitato il duo canoro Lana Maria Bernetič e Matej Koljesnikov partecipanti al festival “Voci Nostre 2011” con la canzone “Batman può aspettare” scritta e 4 musicata dallo stesso mentore. La serata si è conclusa con un mix di canzoni istrovenete che ha accompagnato tutti fino al momento del rinfresco. Le emozioni non cambiano, si spostano soltanto di sala in sala, ed ecco il concerto di fine anno della classe di violino e archi del M.o Silvio Quarantotto che ci ha fatto conoscere lo straordinario e difficile strumento “da domare” soprannominato non a caso “la scatola del diavolo”. I suoi allievi grandi (di età) Milan, Daniela e Aldo hanno introdotto gli ospiti della serata, l’Associazione Ars Nova di Trieste, con il programma degli allievi della classe di pianoforte del M.o Maura Scaramella e della classe di flauto dolce del M.o Teodora Tommasi. Se per lo scrittore Alessandro Baricco, “la musica è l’armonia dell’anima”, Milly Monica, da un trentennio e oltre, è l’anima straordinaria di diff usione della musica nella classe di pianoforte. Verso la metà di giugno, le allieve Eva Amanda e Serena hanno dato il meglio di sé prima di ospitare Serena Buremi della Scuola di Musica di Capodistria-Sezione di Pirano nella classe della prof.ssa Aleksandra Č. Glavina. Ci sono due tipi di musica, quella che si ascolta, quella che si suona. È una citazione del filosofo e scrittore Roland Barthes che ho scelto in chiusura del mese dedicato ai saggi finali di musica. Saggi unici, così devono essere per i partecipanti e i docenti, e per chi è venuto ad ascoltarli. Con un programma vario di genere, dalla musica classica alla musica folk e tradizionale, 16 allievi del corso di chitarra classica e folk guidato da Vanja Pegan hanno salutato tutti con un caloroso arrivederci a settembre. Ma non è finita qua. Per non perdere neanche una nota, la musica in Casa Tartini è sempre di attualità. Per una settimana tutte le sale sono state occupate dai bambini e giovani partecipanti al Laboratorio di violino-metodo Suzuki di Capodistria, Trieste, S. Pier d’Isonzo e Reykjavik diretti dal M.o Martin Schaefer, che si sono esibiti il 7 e 10 luglio per i concerti di fine corso. Daniela Sorgo Laboratorio musicale Suzuki MUSICA A PIRANO RAGAZZI E DOCENTI NELLA CASA NATALE DI TARTINI D al 5 al 10 luglio scorsi, Casa Tartini ha ospitato il laboratorio musicale per giovani allievi che studiano il violino con il metodo Suzuki, cioè una forma d’apprendimento per imitazione. Nelle prime tre giornate il folto gruppo di ragazzi e ragazze di varia età ha seguito le lezioni tenute da Martin Schaefer (Svizzera) per la musica folk, coadiuvato da Giulia Linussio al pianoforte e da Diego Emanuele Primosi alle percussioni (entrambi dall’Italia). Alla sera del 7 luglio gli allievi si sono esibiti in un concerto folk all’estivo del Centro Pastorale Culturale “Georgios” del Duomo di Pirano. Negli ultimi tre giorni i giovani partecipanti si sono cimentati con il metodo Suzuki per violino e viola, con gli insegnanti: Cristina Verità dall’Italia, Svava Bernarsdottir e Gudrun Thorarinsdottir dall’Islanda. Una mattina i piccoli violinisti hanno eseguito alcuni brani in piazza Tartini, passando attorno al monumen- Musicisti in erba I giovani violinisti si sono esibiti anche in Piazza Tartini e sono stati notati dal sindaco Bossman (in basso). to dedicato al celebre virtuoso dell’archetto, e sono stati osservati con interesse anche dal sindaco Peter Bossman. La sera del 10 luglio, invece, al Teatro Tartini si è svolto il concerto di fine corso. Vi proponiamo una fotocronaca delle giornate. Le immagini ci sono state gentilmente fornite da Franco Viezzoli, che era presente in quanto nonno di Riccardo, il suo nipote di 10 anni che studia violino a Trieste alla scuola di Cristina Verità. Kristjan Knez 5 LE SALINE IN MOSTRA PER RICORDARE UNA PAGINA DI STORIA PIRANESE L o scorso 2 luglio al pianterreno di Casa Tartini è stata inaugurata la mostra Sale, saline… con i lavori dei gruppi di pittura e ceramica del sodalizio. L’esposizione propone acquerelli, olii, acrilici nonché terrecotte, prodotti dai partecipanti ai corsi artistici che si svolgono nella nostra sede. Erano esposti i lavori di: Giulio Ruzzier, Bruno Bonin, Mario Benčič, Francesco Rosso, Aurora Birsa, Wilma Zacchigna, Slavica Zdolšek, Darja Zdolšek, Daša Košuta Šoštarič, Jasna Bušič, Milly Monica, Josipa Rakitovec e Liliana Stipanov, quest’ultima anche mentore del gruppo di pittura. Le ceramiste, seguite da Apolonija Krejačič, che espongono sono invece: Gra- Tecniche diverse I partecipanti ai corsi hanno proposto i loro lavori sul tema del sale e delle saline. cijela Mušič, Nadia Drenik, Marija Tul, Dragica Bončina Bolanča, Jasna Bušič, Nataša Pobega, Elide Stubelj, Ljudmila Deželjin, Loredana Čendak e Laura Vianello. LE SALINE DI STRUGNANO INCONTRO ESTIVO DEL CICLO DEDICATO ALLA VITA E AL LAVORO NELLE SALINE DEL PIRANESE N ella serata di venerdì 6 luglio presso l’albergo “Oleander”, anziché nelle saline del Parco naturale di Strugnano (a causa degli acquazzoni susseguitisi nel corso della giornata), si è tenuto un nuovo appuntamento del ciclo Vita e lavoro nelle saline di Pirano: la nostra storia, questa volta dedicato alle saline di Strugnano per l’appunto. L’incontro è stato aperto da un intervento musicale di Rok Kleva Ivančič 6 quindi è seguita la conferenza Brevi note storiche sulle saline di Strugnano di Kristjan Knez. L’oratore ha evidenziato che quella zona salifera annovera una storia antichissima, nella documentazione a noi giunta ne troviamo menzione in un documento del 1258. Nel corso dei secoli l’area adibita alla produzione del cristallo bianco fu ampliata; alla fine del XVI secolo, ad esempio, fu presentato un progetto per un ingrandimento considerevole in direzione della Stiusa, che l’avrebbe trasformata nelle classiche forme geometriche dei bacini d’evaporazione e di cristallizzazione. Nell’occasione fu presentato anche il catalogo dedicato al gruppo della Famea dei salineri. La pubblicazione bilingue, con note di Manuela Rojec, Fulvia Zudič e Kristjan Knez, è stata illustrata da Nives Zudič Antonič. L’edizione è corredata dalle belle immagini di Ubald Trnkoczy, che ha immortalato diversi scorci nelle saline di Sicciole nonché alcune scene legate alla produzione del sale e alla vita in quell’ambiente particolare. In queste compaiono i membri della Famea dei salineri, che in quella circostanza hanno posato in diverse situazioni. Una serata ricca di contenuti L’etnomusicologo Dario Marušić ha proposto alcuni canti istriani. A lato: Rok Kleva Ivančič al violino, Nives Zudič Antonič, Kristjan Knez e Bruno Bonin della Famea dei salineri. Contro le armi nucleari PACE IN BICI TAPPA ANCHE NELLE SALINE DI SICCIOLE I n concomitanza con gli anniversari delle bombe atomiche sganciate sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, nella fase finale del secondo conflitto mondiale, si ricordano le due catastrofi e al contempo si lanciano dei messaggi affinché le armi nucleari siano messe definitivamente al bando. Malgrado le dichiarazioni contro la proliferazioni delle stesse, non pochi stati puntano all’atomica come strumento di potenza e l’elenco delle nazioni che la possiede aumenta. Annualmente l’associazione “Beati i costruttori di pace”, dal 6 al 9 agosto, propone un percorso con gli Amici della bicicletta con il fine di sensibilizzare le popolazioni, coinvolgere le amministrazioni locali nonché caldeggiare la loro adesione all’associazione mondiale di “Mayors for Peace” (Sindaci per la pace), coordinata proprio dal sindaco di Hiroshima. L’obiettivo è di edificare un movimento che costringa gli Stati ad abbandonare le armi atomiche, attraverso la ratifica di una Convenzione delle Nazioni Unite che ne proibisca la produzione e il possesso, proprio come è già accaduto per le armi biologiche e chimiche, per le mine antiuomo e per le bombe a grappolo. Quest’estate la comitiva di ciclisti è partita da Parenzo (5 agosto) ed ha raggiunto Trieste il giorno successivo, attraversando parte del tragitto della vecchia linea ferroviaria, la “Parenzana”, che tra il 1902 e il 1935 collegava le due città. Il 6 agosto, a Buie, si è svolta la cerimonia in memoria di Hiroshima ed è stato ri- spettato un minuto di silenzio. Attraversato il confine croatosloveno la carovana in bici ha raggiunto il Parco delle Saline di Sicciole. I partecipanti sono stati accolti dal sindaco di Pirano, Peter Bossman, dal vicesindaco, Bruno Fonda, nonché dal sindaco di Buie, Edi Andreašić. Saluto del vicesindaco Bruno Fonda ai partecipanti Cari amici, cari sportivi, è un grande onore per noi poter ospitare questa iniziativa che reca il titolo “Pace in bici 2012”, ideata e condotta superlativamente dai “Beati costrut- Per un mondo migliore Da sinistra: il vicesindaco di Pirano, Bruno Fonda, il sindaco Peter Bossman e Lisa Clark. In basso: Bruno Fonda durante la lettura del suo indirizzo di saluto. tori di pace”. Porgo pertanto a tutti Voi, ospiti italiani e croati, il saluto della nostra cittadinanza e mio personale in qualità di vicesindaco. Il nostro comune intento, è quello di adoperarci, in un mondo che per molti aspetti sembra aver dimenticato questo postulato, di adoperarci dicevo, con tutte le nostre forze, con tutte le nostre energie, con tutto noi stessi, affinché tutte le armi nucleari, e non, vengano messe al bando, creando reali condizioni, perché la pace regni in ogni dove ed in ogni luogo, in questo mondo, purtroppo ancora oggi martoriato dagli eventi bellici. Ed è tanto più importante pensarci oggi, nel momento quando la grave crisi economica che attanaglia i nostri paesi si fa più sentire e quindi in pericolo sono gli ideali, di umanità, di pace, di amicizia, di coesistenza, di tolleranza; quando l’ideologia della globalizzazione ha dimostrato e dimostra le sue gravi carenze ed i pericoli ai quali noi tutti andiamo incontro, quando sempre più concreti si fanno sentire gli echi macabri dei tamburi di guerra... ed è pertanto quanto più necessario, cari amici, indipendentemente dalle ideologie, dalle diverse culture, dai differenti modi di interpretare il mondo, cercare assieme una lingua comune, azioni comuni; come questa di oggi, che sappiano anteporsi ad ogni forma di barbarie ed ideologia bellica, contro ogni intolleranza e razzismo, contro ogni proliferazione delle armi, di qualsiasi tipo esse siano. Ecco perché la cittadinanza tutta della nostra Pirano non può non accogliere con favore questa iniziativa, che idealmente ci riporta e ci ricorda l’immane catastrofe di Hiroshima, nel monito comune, che non abbia mai a ripetersi. Un grazie vada pertanto ai “Beati costruttori di pace”, perché pace sia e pace regni sul nostro pianeta. Grazie ancora. 7 ° Anniversario 500 S U P P L E M E N T O Pirano-Strugnano 14 agosto 2012 LA PROCESSIONE PER IL CINQUECENTESIMO NOTEVOLE L’AFFLUENZA DI FEDELI E DI VISITATORI di Kristjan Knez I l cinquecentesimo anniversario dell’apparizione della Madonna di Strugnano è stato accompagnato da celebrazioni religiose che hanno coinvolto innumerevoli devoti e visitatori. Domenica 12 agosto, l’immagine della Beata Vergine, ossia il dipinto di Francesco Valerio (1520) raffigurante l’episodio di mezzo millennio fa, è stata portata in processione via mare al duomo di San Giorgio a Pirano. Per proteggere l’opera d’arte – la più antica rappresentazione dell’eccezionale avvenimento – è stata realizzata una teca speciale in grado di proteggere il dipinto su tavola anche nello sventurato caso di una caduta in acqua. Al pomeriggio di martedì 14 agosto, alla presenza del vescovo di Capodistria, mons. Jurij Bizijak, che ha benedetto l’immagine, questa ha lasciato la chiesa. La processione ha raggiunto il molo principale; l’immagine, il clero e centinaia di fedeli sono saliti sulle imbarcazioni e, dopo una breve traversata, sono sbarcati sulla spiaggia di Strugnano, attesi da migliaia di persone. Da qui il corteo si è spostato in direzione del santuario. Una lunga colonna umana ha aff rontato la salita e ha raggiunto lo spiazzo per la Santa Messa. Dopo i saluti di fra Niko Žvokelj, parroco di Strugnano, questa è stata officiata dal vescovo metropolita di Lubiana, mons. Anton Stres, coadiuvato dal surricordato prelato di Capodistria e dal vescovo emerito Metod Pirih. Tra gli altri presenti ricordiamo anche fra Francesco Patton, ministro provinciale dei frati fran- 1 8 cescani di Trento. All’imbrunire la processione e la sacra immagine hanno raggiunto la Croce monumentale che si affaccia sul golfo. Centinaia di torce e di candele hanno illuminato il percorso; giunti alla meta l’arcivescovo ha evidenziato che la Madonna da secoli protegge gli uomini di mare. Al rientro il quadro è stato estratto dalla teca e con particolare cura è stato nuovamente sistemato sopra l’altare maggiore. Il giorno dell’Assunzione della Beata Vergine, da mattina a sera si sono susseguite le messe in lingua slovena, italiana e croata. Nelle pagine seguenti vi proponiamo la fotocronaca della giornata, negli scatti di Franco Viezzoli (1-8; 14-21) e Claudio Chicco (9-13) che ringraziamo per la gentile concessione delle immagini. 2 3 4 5 6 8 7 9 9 ° Anniversario 500 S U P P L E M E N T O 10 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 11 ° Anniversario 500 S U P P L E M E N T O A cent’anni dalla pubblicazione UNA RISTAMPA PER RICORDARE LE RADICI UN TESTO IMPORTANTE DEDICATO AL SANTUARIO DI STRUGNANO G iovanni Ruzzier è un cordiale signore che ama la sua città e perciò non ha mai scordato la terra natia. Ha abbandonato Pirano nel 1951, è entrato nella Guardia di Finanza facendo una bella carriera che l’ha portato in diverse città italiane, per approdare, infine, a Rimini ove tuttora risiede. In occasione del quinto centenario dell’apparizione della Madonna di Strugnano ha promosso la ristampa anastatica dell’opuscolo Breve storia del santuario di S. Maria della Visione in Strugnano (Pirano-Istria) del frate francescano Teo- dorico Asson, edito a Trieste cent’anni or sono. Per parlare di questa iniziativa e dell’importanza del culto della Vergine, abbiamo incontrato il cavaliere Ruzzier a Pirano e ci siamo intrattenuti in una piacevole conversazione. 12 Questa ristampa ha una storia interessante. Come nasce l’idea di riprodurre il volumetto e come si è tramandato fino ad oggi in ambito familiare? Il libretto ha una storia roccambolesca; era di proprietà della sorella più vecchia di mia madre, che si chiamava Maria Petronio, la quale era andata a nozze con un mastro d’ascia di Fasana e quindi si era trasferita in quella cittadina. La zia aveva però una grande sofferenza per aver lasciato Pirano, e quando poteva correva sempre nella sua città natale, specialmente in occasioni particolari, come la festa di San Giorgio e il Corpus Domini. Certamente la zia era molto devota alla Madonna di Strugnano e in quell’occasione, molto probabilmente, avrà ottenuto il libretto. Questo ha una storia travagliata, perché da Pirano va a Fasana, dopo la fine della guerra lei lascia Fasana e va profuga in Italia, in un campo della provincia di Gorizia, a Farra d’Isonzo, e da lì, dopo otto anni di campo profughi si ritrovò, in una specie di tugurio, perché era una stanzetta piccolissima, dove conservava, con gelosia direi, alcuni “cimeli” storici, definiamoli così. Tra questi vi era la pubblicazione dedicata alla storia della Beata Vergine di Strugnano. Negli anni 1955-1956 era il periodo in cui da poco mi ero arruolato nella Guardia di Finanza e arrivato a Trieste per una licenza andai con la mamma e il papà a trovarla a Gradisca; in quell’occasione mi fece dono di questo libretto che io apprezzai moltissimo e conservai gelosamente. Tutti i libri rimasero nel campo profughi a Trieste in cui c’erano i miei genitori, e a distanza di anni, quando misi su casa a Venezia, mia madre venne a trovarmi, durante le festività natalizie, e mi portò, con mia non poca meraviglia, il libretto e le statuine del presepe, da lei attentamente custodite e con l’esodo portate in giro con il resto del mobilio. E sono passati parec- chi anni, andarlo a trovare è stata un’impresa non facile, ma sono stato molto felice di averlo ritrovato, così ho fatto un regalo alla memoria di zia Maria che lo aveva conservato, ma anche ai Piranesi devoti della Madonna, di cui quest’anno ricorre il cinquecentesimo anniversario dell’apparizione. Qual è stato il riscontro? Il riscontro è stato ottimo. Il volumetto è stato spedito in Australia, in America e ai Piranesi sparsi per l’Italia, soprattutto nel Veneto e nel Friuli Venezia Giulia. Ho ricevuto delle lettere di plauso e molte telefonate; maggiormente mi hanno fatto piacere quella che mi è pervenuta dai frati di Trento, i quali, a suo tempo, amministravano il convento di Strugnano, una di mons. Crepaldi, arcivescovo di Trieste, e una lettera della Segreteria di Stato vaticana; mi sono permesso di mandare a Sua Santità Benedetto XVI la copia numero 200/200 e mi è giunto un messaggio di compiacimento e addirittura una benedizione apostolica per tutti i Piranesi e i devoti della Madonna. Quest’estate ha deciso di trascorrere un periodo di vacanza a Pirano. Nonostante lei venga periodicamente nella città d’origine, questa è la prima volta che soggiorna. Questa decisione è legata, in qualche modo, al quinto centenario dell’apparizione? Senz’altro sì. Ho deciso di soggiornare per dieci giorni consecutivi a Pirano; non è mai accaduto dal 1951, da quando ho lasciato la città da esule. Sono venuto qui per assistere alle cerimonie religiose in occasione del cinquecentesimo. Domenica 12 agosto ho seguito l’arrivo da Strugnano delle barche con la sacra immagine e la processione che si è snodata dal molo fino al duomo di San Giorgio, che ha accolto la Madonna, gremito in ogni ordine di posto. Dirò che mi sono sentito un po’ estraneo, perché gli inni che venivano cantati e la funzione erano in sloveno, però ho avuto l’impressione bellissima di questa moltitudine in chiesa, che mi faceva ricordare le solennità dei miei tempi, come per la festa del patrono, San Giorgio, quando il duomo si riempiva di tantissimi Piranesi devoti. Per ritornare al libretto, desidero offrire un segno tangibile di quello che era il pensiero e la fede dei nostri padri, e che oggi vedo, con piacere, viene vissuta veramente con larga partecipazione. Il culto della Madonna di Strugnano esce dai confini comunali, per ovvie ragioni è molto forte nel Piranese, da mezzo millennio è un punto di riferimento per un’ampia parte dell’Istria e continua ad esserlo; anno dopo anno si registra una maggiore presenza di devoti. Quale era il rapporto dei Piranesi? Per i marittimi la Madonna di Strugnano era una protettrice: quando partivano con i trabaccoli, prima a vela poi a motore, per Trieste o per andare in Sdobba a caricare sabbia, rivolgevano sempre uno sguardo alla Croce grande di Strugnano che apre le braccia sul golfo, invocandola, specie quando soffiava la bora forte, perché li aiutasse a raggiungere il porto o la destinazione. Anche i contadini guardavano con particolare devozione alla Madonna, ad essa raccomandavano il buon raccolto. I Piranesi, residenti in città o nel contado, hanno sempre avuto un rapporto incredibilmente sereno e allo stesso tempo pieno di partecipazione, per questo santuario e per la Madonna che lì si venera. Ha dei ricordi diretti sul pellegrinaggio che si faceva da Pirano a Strugnano? Ho il ricordo della presenza della Madonna di Strugnano, che arrivava via mare accompagnata da una selva di barche. Sulla più grande, di solito, addobbata con dei veli bianchi e celesti, i colori della Madonna per l’appunto, vi era la statua che veniva portata in processione nella chiesa di San Pietro, che si venerava per un paio di giorni, per poi fare il percorso inverso, proprio come avviene attualmente. In quelle occasioni sul sagrato del santuario di Strugnano vi era un fiorire di bancarelle che proponevano i prodotti tipici della terra. Per i bambini c’erano i mulinelli colorati di celluloide e l’immancabile carretto dei gelati. Era una festa di popolo, con una partecipazione veramente sentita. Per arrivarci, allora si faceva il percorso a piedi, si partiva dall’Erta di San Niccolò, poi la Croce Bianca, giù per la strada dei anzoli fino a Strugnano. Noi piccoli, ancora mamoli, preferivamo andare sotto riva, arrivavamo alle saline e poi salivamo al santuario. E ricorda la presenza delle famiglie che arrivavano dal resto dell’Istria addirittura con i buoi? Sì, quelli che maggiormente venivano notati non erano tanto coloro che giungevano con i carretti e gli asini, bensì quelli che arrivavano con i carri un po’ più grossi trainati da due buoi. Perché? Il bue ha un passo sicuro ma lento e quindi questa presenza era maggiormente visibile, accompagnava a passo a passo questo pellegrinaggio. Ovviamente i carretti si fermavano sotto il colle, non potevano raggiungere il sagrato. La funzione religiosa veniva fatta dai Il promotore della ristampa Il piranese Giovanni Ruzzier accanto al monumento dedicato a Tartini. frati, logicamente, e da tutto il capitolo di San Giorgio, che vedeva coinvolto il parroco ed i vari canonici, ai miei tempi c’era mons. Egidio Malusà, poi c’erano i canonici Piccoli, Borsatti, Pagliaro. C’era una larga partecipazione, proprio di tutti. Nei ricordi di Mario Ravalico, pubblicati recentemente, un’ampia parte è dedicata alla Chiesa, al suo ruolo svolto a Pirano, al rapporto molto stretto della sua popolazione con la religione. Dal suo punto di vista cosa ci può dire in merito? I Piranesi e la Chiesa hanno vissuto in simbiosi sempre. C’era una religiosità partecipata e sentita, per moltissimi, altri, invece, non è che non sentissero il bisogno di avvicinarsi alla Chiesa, erano solo più refrattari ad andare alle funzioni religiose. La stragrande maggioranza della popolazione la frequentava attivamente. Nel duomo, per esempio, la domenica mattina alle nove veniva celebrata la messa per i piccoli, alle dieci invece c’era la messa cantata. Mi sembra ancora adesso di sentire le note dell’organo, che ha un’acustica veramente bella che uno si sentiva proprio trasportare da quelle musiche. Venivano fatte tre grandi processioni per portare in giro per Pirano tutte le varie scuole. Davanti al crocifisso ognuna portava due rostri, i “farai” e poi la statua. C’era la scuola dell’Addolorata che vestiva di bianco, quella dei pescatori, di Sant’Andrea, quella dei marittimi, vestiti di blu, che portavano San Nicolò, quella di San Giorgio, vestiti di rosso in onore dei martiri, con la statua che ancora oggi si porta in processione. La partecipazione era molto forte. Le donne avevano un motivo in più per pregare e per andare in chiesa dato che la stragrande maggioranza dei Piranesi navigava, non solo nel Golfo di Trieste, facevano viaggi lungo tutto l’Adriatico, fino in Puglia. Molti poi navigavano con la Società di navigazione Adriatica, con il Lloyd triestino, con la Società di navigazione Italia. Mio padre, per esempio, ha potuto vedermi solo dopo otto mesi dalla nascita. Quando nacqui, aveva ricevuto un cablogramma, si trovava a Shangai. Le donne che rimanevano da sole a casa con i figli avevano questo pensiero riverente. C’era chi pregava di più la Madonna, chi San Antonio, ognuno aveva un punto di riferimento. La massima festa era comunque San Giorgio, cosa ci può dire al riguardo? Quando la processione faceva ingresso nel duomo di Pirano, ma specialmente nel momento in cui entrava la statua di San Giorgio, all’organo veniva suonato e il coro intonava il Deus Tuorum Militum, è un inno solenne, l’inno dei martiri. Anche adesso che ne parlo mi viene la pelle d’oca, perché era un’esplosione di musica solenne che rendeva la partecipazione popolare ancora più sentita, era proprio tutto all’unisono: la fede, la gente e la musica. Era qualcosa di veramente incredibile la partecipazione dei Piranesi per San Giorgio, largamente sentita e partecipata. Kristjan Knez 13 ° Anniversario 500 S U P P L E M E N T O Appuntamento con la storia UN SANTUARIO CARO AGLI ISTRIANI NELLA CHIESA DI SANTA MARIA DELLA VISIONE RICORDATA UNA PAGINA DEL RICCO PASSATO REGIONALE L a sera dello scorso 17 agosto, la chiesa di Santa Maria della Visione di Strugnano ha ospitato la conferenza La Madonna di Strugnano. Cinquecento anni di storia e devozione di Kristjan Knez. L’oratore ha proposto alcuni tasselli della ricca storia di quel luogo di culto – una chiesetta fu edificata già nel XIII secolo –, ha rammentato l’apparizione della Vergine alle due guardie campestri, Giovanni Grandi e Pietro di Zagabria, nel 1512, gli sviluppi successivi nonché la fama conquistata dal santuario, tanto da essere menzionato dai funzionari veneziani anche nelle loro relazioni diplomatiche relative a terre molto lontane dall’Istria. In quell’occasione è stato presentato anche l’opuscolo Breve storia del santuario di S. Maria della Visione in Strugnano (Pirano-Istria), di Teodorico Asson, edito un secolo fa in occasione delle celebrazioni del quarto centenario dell’apparizione della Madonna e ora riproposto grazie ad una ristampa anastatica patrocinata da Giovanni Ruzzier (Piastra). Si tratta di un libriccino di una quarantina di 14 pagine, in cui con un linguaggio semplice propone il passato della chiesa, dal Medioevo ai primi del Novecento. Il frate francescano Asson (1871-1962) fu ordinato sacerdote nel 1894 e fu un apprezzato predicatore già in gioventù. Erudito e attento studioso, con una memoria possente, fu chiamato a collaborare all’edizione delle opere di San Bonaventura nel Collegio dei Quaracchi a Firenze. Per un ventennio fu cappellano nelle carceri di Trento. Nel novembre del 1910 giunse a Strugnano e vi rimase fino all’agosto del 1912. In quel periodo svolse importanti ricerche negli archivi di Pirano e di Trieste, analizzò la documentazione conservata e, grazie alle fonti a sua disposizione, poté redigere un testo divulgativo (tradotto anche in sloveno e tedesco) in cui ogni affermazione trova riscontro nei documenti, quegli stessi che l’autore aveva curato in una pubblicazione specifica. Nono- Un chiesa antica Un edificio sacro sorgeva sullo stesso sito già nel XIII secolo. In basso: Il pubblico numeroso segue l’incontro. A lato: Giovanni Ruzzier (a sinistra) e Kristjan Knez. stante la sua sottigliezza, propone contenuti interessanti e tuttora costituisce una lettura obbligatoria per comprendere lo sviluppo storico del santuario. Ruzzier ha ricordato che “La Madona de Strugnan rappresentava per i Piranesi tutti una certezza, intesa come protezione alle loro attività, infatti numerosi sono sempre stati gli ex voto, specie dei marittimi, ma anche dei lavoratori dei campi” e ha proseguito “I nostri marineri quando lasciavano Pirano per andare a Trieste o a Punta Sdobba per caricare sabbia, guardavano sempre con devozione la grande croce che sovrasta il colle di Strugnano e apre le sue braccia al golfo di Trieste, raccomandandosi alla Vergine Maria, specie quando il mare in burrasca metteva in difficoltà i velieri e, più tardi, i motovelieri. Al colle di Strugnano ed alla sua chiesa guardavano fiduciosi anche i contadini implorando dalla Vergine aiuto per la buona riuscita del raccolto”. Nel suo intervento Ruzzier ha presentato il legame della popolazione locale con il luogo mariano e ha rimarcato quanto fosse sentita la partecipazione da parte degli abitanti della città di San Giorgio e delle località limitrofe. “Questa era la realtà in cui noi Piranesi vivevamo prima dell’esodo e, ancora oggi, invidio i Piranesi residenti a Trieste perché possono in qualsiasi momento raggiungere questo eremo di pace, trovando in questa piccola chiesa assurta al ruolo di santuario mariano, conforto alle loro ansie, ai loro problemi, al loro vivere quotidiano”. In concomitanza con l’importante anniversario, Ruzzier ha ritenuto opportuno recuperare quel testo, riprodurlo e renderlo nuovamente disponibile. Con questa ristampa ha desiderato contribuire ai festeggiamenti di quest’anno; un’iniziativa lodevole che palesa l’attaccamento del suo promotore alla terra natia, in particolar modo a Pirano. L’opuscolo, poi, è diventato ormai una rarità, pertanto la sua riproposta è stata salutata positivamente e con interesse. Ma, come ha evidenziato il nostro concittadino: “Non è stato facile trovarlo, miracolosamente salvato dall’esodo INAUGURATA MOSTRA D’ARTE SACRA L o scorso 5 agosto, nell’atrio coperto del convento francescano di Strugnano, è stata inaugurata la mostra dei lavori realizzati nel corso della colonia artistica svoltasi nella stessa località tra il 22 e il 28 aprile di quest’anno. Questi andranno a costituire la collezione d’arte sacra contemporanea in seno al santuario. L’iniziativa è stata promossa in occasione del cinquecentesimo anniversario dell’apparizione della Madonna. Gli artisti, selezionati dal direttore artistico Klavdij Tutta e da padre Niko Žvokelj, hanno presentato le loro opere seguendo la tecnica a loro più congeniale. L’estro creativo è stato espresso da undici pittrici e pittori, da una scultrice e da un fotogra- e custodito con amore. Ci sono delle cose, anche talvolta banali, che ci accompagnano e che senti di far parte della nostra quotidiani- tà, del nostro essere presenti con gli affetti, i ricordi, le speranze. Questo libretto fa parte di tutto ciò”. Kristjan Knez fo. La critica Nives Marvin ha presentato le opere e i seguenti autori: i pittori Klementina Golija e Klavdij Tutta di Kranj, Nikolaj Mašukov di Ljubno, Janko Orač di Novo mesto, Matej Metlikovič e Darko Slavec di Lubiana, Mira Ličen Krmpotić e Fulvia Zudič di Pirano, Hrvoje Marko Peruzović di Spalato nonché Valentin Oman e Karl Vouk dalla Carinzia austriaca; la scultrice Katja Smerdu di Strugnano e il fotografo Ubald Trnkoczy di Lubiana. Nel catalogo della mostra, nella presentazione bilingue, la già ricordata Marvin scrive: “I dipinti, la scultura, la multivisione e le fotografie che gli autori hanno donato all’organizzatore costituiscono memorie tangibili e perenni, espressioni di valori, conoscenze, esperienze, pensieri, idee, visioni e sensazioni individuali in un ambiente e in un momento precisi. Possiamo osservare tredici creazioni molto diverse tra loro, originali anche nell’approccio e nei procedimenti artistici. La scelta soggettiva dei generi e delle tecniche sottolinea ulteriormente le differenze, l’inconfrontabilità e quindi la riconoscibilità stessa dell’autore delle singole interpretazioni, mentre la mostra nel suo insieme è permeata da particolari genius seculi e genius loci che scaturiscono dalla concreta microubicazione del complesso conventuale”. Kristjan Knez 15 S P E C I A L E 1912-2012 CENT’ANNI DEL TRAM PIRANO-SANTA LUCIA MEZZO DI TRASPORTO PRATICO ED ECONOMICO È RICORDI D’ALTRI TEMPI arcinoto che i più anziani sono abituati rievocare i tempi passati, sia gli avvenimenti festosi come pure qualche fatto triste; le gioie e i dolori della vita che più sono rimasti impressi nella loro mente. Quindi dei fatti, avvenimenti di Pirano ci si rifà spesso alle novità più salienti non trascurandone perciò l’inaugurazione della linea tranviaria Pirano-S. Lucia. E in questi appunti ci avvaliamo proprio di un ricordo della connazionale piranese Pina Del Ben nata Potocco, morta poco tempo fa, mentre precedentemente ci aveva lasciato qualche notizia, dei ricordi sul tram assieme alla vecchia foto che pubblichiamo. Suo padre era tra i primi tranvieri e perciò ha elencato i nomi e alcuni soprannomi del gruppo di lavoratori del tram. “La tranvia di Pirano è stata inaugurata nel 1912 da una ditta germanica di Monaco di Baviera. Allora, i tranvieri erano 12 assieme al capo e il controllore, mentre altri erano gli addetti alla rimessa e per la pulizia dei tranvai. Ecco i nomi dei primi tranvieri (nella foto da sinistra): 1. Domenico Lugnani 2. Antonio Spangher (ingegnere tedesco) 3. Andrea Ceroici 4. Giovanni Viezzoli (Lepo morto nel 1977 all’età di 94 anni) 5. Antonio Petronio (Sbrissa) 6. Antonio Aber 7. Antonio Zuder 8. Giovanni Giraldi 9. Giovanni Potocco 10. Romano Giraldi (Brustolin) 11. Francesco Chierego (Checo) 12. Pietro Degrassi I tranvieri vestivano la divisa di panno 16 Foto storiche Il personale della tranvia nel periodo antecedente la prima guerra mondiale. In basso: i dipendenti alla rimessa del tram alle porte di Pirano. nero col distintivo TP (tranvia Pirano) in metallo e il berretto con lo stemma germanico; d’estate i tram erano sempre ben puliti e lucidi; per l’inaugurazione tutti imbandierati e con tanti festoni. I tranvai partivano alle 6 e rientravano con l’ultima corsa alle ore 23 con capolinea a Pirano in Piazza Tartini e a S. Lucia vicino al campo sportivo. L’ultima corsa venne effettuata nell’agosto 1953”. Elio Musizza ed Ondina Lusa da: “Lasa Pur Dir” n. 2, Pirano 1977, pp. 48-49. IL TRAM DI PIRANO I Piranesi amavano troppo la loro città, in quel lontano 1896, per accorgersi e ammettere in buona pace che la natura aveva frapposto insormontabili difficoltà acciocché il tracciato della costruenda ferrovia Trieste-Buie-Parenzo permettesse il passaggio di questa almeno in prossimità delle sue mura. I suoi abitanti protestarono fermamente, ma in maniera altamente civile, come era costume in quei tempi beati, presso le autorità preposte. Non dobbiamo dimenticare che a quell’epoca Pirano era uno dei centri più importanti dell’Istria tenendo conto che sia Capodistria che Parenzo avevano circa 10 mila abitanti contro i 13 mila di Pirano. Bisogna dare atto alla buona volontà della commissione di revisione del progetto che venne incontro ai desideri dei Piranesi spostando il tracciato portandolo dalla valle di Strugnano, attraverso una galleria fino a S. Lucia. I Piranesi non disarmarono e cercarono di far arrivare il tram almeno a S. Bernardino, ma la commissione questa volta fu irremovibile. Allo stesso tempo una potente formazione di capitalisti della monarchia viennese aveva intrapreso il lancio turistico-balneare di Portorose notando l’urgente necessità di collegare in qualche maniera Portorose sia con Pirano che con la stazione ferroviaria di S. Lucia. Fu subito scartata l’idea della trazione a vapore perché il fumo e il rumore avrebbero disturbato i turisti stranieri sempre più numerosi. Le discussioni si prolungarono per parecchi anni e la proposta del tram a cavalli, patrocinata dal Comune e appoggiata dal podestà d’allora, signor Fragiacomo, perché ritenuta la più economica, poco mancò fosse messa in atto. Prevalse invece l’idea, giunta da Vienna, di impiantare in via sperimentale un servizio filobus e tranvie senza rotaie, detti elettromobili, che venivano azionati da motori elettrici. Tale servizio durò solamente due anni, dal 1909 al 1911, ma bastarono a rendere Pirano una delle prime città al mondo ad aver usato i filobus. Le condizioni delle strade di quel tempo (terra battuta e macadam) quasi sempre in pessimo stato consigliarono di trasformare le linee di filobus in tranviarie. Il tracciato venne portato a termine in soli sei mesi e così il primo viaggio ufficiale del tram venne effettuato il 20 luglio 1912. Il parco viaggiante consisteva all’inizio in quattro carrozze-motrici, un rimorchio chiuso e uno aperto, tutti costruiti dalla Casa Weitzer di Graz con equipaggiamenti elettrici della Siemens di Vienna. Le motrici avevano la capacità di 20 posti a sedere e 20 posti in piedi. La velocità massima consentita dal tracciato era di 26 km all’ora. L’impianto venne a costare circa 150 mila corone delle quali un terzo a carico del Comune. Causa l’aumento del traffico automobilistico e anche dell’invecchiamento del parco rotabile, la gloriosa tranvia Pirano-Portorose-Stazione S. Lucia venne chiusa al traffico nell’agosto del 1953. Molti di noi si ricorda- Mezzo di trasporto cittadino Il tram passava per Piazza Tartini non lungi dal palazzo del Comune. no ancora il mesto corteo di motrici e vagoni nel loro ultimo viaggio prima di essere imbarcati per altre destinazioni. Claudio Polvi da: “Lasa Pur Dir” n. 2, Pirano 1977, pp. 50-51. RICORDANDO IL TRAM Ad una certa età siamo portati a rievocare gli anni della nostra gioventù, ricordando i fatti che più sono rimasti impressi nella nostra mente. Succede anche che riemergano dei ricordi che credevamo di aver dimenticato. In questi appunti vi voglio raccontare quello che ancora ricordo del tram di Pirano, che “ Non era veloce, tanto che per compiere il tragitto di poco più di cinque chilometri, impiegava circa mezz’ora ” per oltre 40 anni è stato un mezzo di trasporto comodo, economico, puntuale, e che ha avuto un importante ruolo nella vita di Pirano, Portorose, S. Lucia e din- torni. Ho viaggiato con il tram negli ultimi tre anni del suo esercizio, cioè dal 1950 al 1953 per recarmi a scuola, da Portorose, in cui abitavo, a Pirano, dove frequentai quattro anni della scuola ottennale. Il tram partiva da Pirano e rispettivamente da S. Lucia ad intervalli di trenta minuti, iniziando le corse alle cinque del mattino e terminando alle 23. Non era veloce, tanto che per compiere il tragitto di poco più di cinque chilometri, impiegava circa mezz’ora, anche a causa delle numerose fermate, più di una ventina, in maggior parte a richiesta. Cercherò di elencarle con le denominazioni di allora. Partendo da Piazza Tartini la prima fermata era al Borgo (Piazza S. Rocco), Sottomogoron (o Sanità), Bagni Riviera, Rimessa del tram, Case gialle, Fabbrica Salvetti, S. Bernardino, Squero, Officina gas, Casa Rossa, Sisa (Riedl), Scambio (Fisine), Magazeni, Direzione saline, Villa Maria, Hotel Central, Portorose piazza, Acqua Madre (campi tennis), Villa S. Marco, S. Lorenzo, Saline, Marasca (S. Lucia), Casa del Popolo ed infine il capolinea della stazione. Le vetture tramviarie consistevano in 5 motrici e 6 rimorchi, uno dei quali per il servizio estivo, aperto lateralmente. Ciascuna aveva 20 posti a sedere, su sedili di legno a strisce ed in alto le reticelle per bagagli e pacchi, ed altrettanti posti in piedi. Gli adulti, si aggrappavano con la mano sugli appositi appigli che pendevano dal soffitto, per mantenersi in equilibrio durante il tragitto. I tranvieri, normalmente, erano due: il conducente, ritto in piedi, con le sue manovelle e leve di comando, ben lucidate, con il piede premeva sulla campana per avvertire eventuali veicoli e pedoni, di sgomberare la strada. L’altro tranviere era il fattorino, con la sua borsa a tracolla vendeva i biglietti, o, con l’apposita pinza, bucava gli abbonamenti. Era munito anche di un fischietto con cui avvertiva il conducente di poter proseguire la corsa. Per prenotare le fermate a richiesta, si premeva su pulsanti sistemati in vari punti delle vetture. Talvolta, quando non 17 Dipinti rievocativi In una serie di quadri Giulio Ruzzier ha riprodotto il percorso del tram. In basso: I dipendenti della linea tranviaria in una foto d’epoca. A lato: il tram in Piazza Tartini. c’era spazio a sufficienza nelle vetture, alcuni passeggeri viaggiavano anche sui gradini e pedane esterni. I viaggiatori abituali erano operai delle varie industrie locali: della fabbrica Salvetti, del cantiere navale, delle saline, della miniera di Sicciole, o gli addetti che operavano nel settore turistico, e poi c’erano gli scolari, le massaie, provenienti dalle campagne circostanti portando sul capo i pianeri e le saine colmi di frutta e verdure con cui fornivano il mercato di Pirano, le cosiddette done del late provenienti anche da Malio, Corte, Sicciole che di buon mattino trasportavano i loro recipienti, detti ramine, a dorso d’asino fino alla stazione di S. Lucia per trasbordarli sul tram e per poi distribuire il latte a molte famiglie piranesi. Io, a quei tempi abitavo a Santiane, l’altura sovrastante Portorose. Per recarmi a scuola dovevo prendere il tram alle 7.30 in piazza a Portorose partendo da casa circa 10 minuti prima. A volte anche lo perdevo. Se sentivo lo stridere delle sue ruote 18 sul giro di S. Lorenzo (oggi Metropol), allora non mi restava altro che mettermi di buon passo e camminare verso Croce Bianca, il cimitero, la Carrara di Raspo fino in Piazza Tartini e arrivavo in classe, tutto affannato, pochi istanti prima che vi entrasse l’insegnante. La scuola era ubicata nell’ala sinistra del palazzo comunale, sopra la vecchia caserma dei pompieri. A volte, noi ragazzi, combinavamo qualche scherzetto: poco prima che arrivasse il tram in piazza a Pirano, mettevamo sulle rotaie, a debita distanza, delle cartucce di pistole-giocat- tolo o scacciacani. Al suo arrivo provocava un rumoroso scoppiettio simile ad una raffica di arma da fuoco. Immaginate il disappunto dei tranvieri. Mi ricordo anche di uno strano personaggio: alto, magro, portava a tracolla un sacchetto con la merenda, era l’addetto alla manutenzione delle rotaie. Lo chiamavamo Toni Clanfa. Munito di una specie di pala appuntita, la spingeva davanti a sé inserendola nella scanalatura della rotaia asportando eventuali detriti, sassi, terriccio, che potevano provocare il deragliamento delle vetture. Da notare che le strade non erano ancora del tutto asfaltate. Noi ragazzi ci divertivamo a prenderlo in giro, se durante il tragitto lo vedevamo al lavoro, lo facevamo arrabbiare gridandogli: “Clanfaaa…” e lui, ad alta voce ci malediva i parenti più stretti, agitando minacciosamente la sua pala. Poi c’era una pescivendola ambulante, Maria Slanca, una povera diavola che si guadagnava il pane (ed il vino) vendendo pesce nei dintorni di S. Lucia e Sicciole. Di buon mattino acquistava il pesce dai pescatori, nel mandracchio di Pirano, quindi con due secchi colmi di sardelle, spari, menoli, saliva sul tram scendendo a S. Lucia per proseguire, a piedi, verso le campagne, off rendo la sua merce di casa in casa gridando: “Done, pesceee… pesce frescoooo…”. Nelle giornate calde d’estate era seguita da una nuvola di mosche attratte dall’odore del pesce. Nel tardo pomeriggio, traballante, con i secchi vuoti, faceva ritorno a S. Lucia per prendere nuovamente il tram per Pirano. Siccome il tram non era eccessivamente veloce, specialmente sulle curve, alcuni ne approfittavano anche per salirvi o scendere durante la corsa. Ricordo pure che una volta deragliò, uscendo dalle rotaie, forse per l’inadeguata velocità, dopo aver attraversato il ponte di S. Lucia in prossimità della trattoria di Bastian (poi Ravaliko). Anche al capolinea di Piazza Tartini più volte fuoriuscì dove finivano le rotaie, proseguendo per vari metri verso la Casa veneziana, lascian- do sul lastricato scanalature provocate dalle ruote. A tarda sera, il tram rincasava e andava a godersi il meritato riposo dopo la lunga giornata di servizio, nella rimessa che noi ragazzi chiamavamo “La casa dei trani”. E così giunse il 31 agosto 1953. Una pagina di vita si chiuse nella storia della cittadina e dei dintorni. Il tram dunque se ne va. Colpito da anzianità di servizio, questo veicolo che fu per Pirano un simpatico distintivo di vita per oltre 40 anni, lascerà per lungo tempo un senso di nostalgia nell’animo della gente. Dopo tanti viaggi via terra, lo vedemmo partire sul mare, imbarcato sul motoveliero “Nanos”, verso destinazione ignota. Giulio Ruzzier UNA MOSTRA PER IL CENTENARIO DEL TRAM Alcune manifestazioni del comune di Pirano, secondo l’interpretazione dell’amministrazione sono “più nostre”, cioè della comunità italiana, e altre meno. Succede che, per quelle più nostre, il comune non sempre presta la dovuta attenzione, garantisce il dovuto sostegno (anche finanziario) e si impegna alla loro visibilità come fosse un fatto privato piuttosto che un avvenimento pubblico e dunque di tutti i cittadini siano essi appartenenti alla maggioranza o alla minoranza nazionale o a cittadini di altra provenienza. Le manifestazioni per il centenario della messa in funzione del tram Pirano-Santa Lucia, è stata una di queste. Come se certi avvenimenti storici, nel caso specifico una conquista di modernità per la popolazione del comune interessasse oggi solamente una parte dei suoi cittadini. Forse è una mia sensazione, ma l’anniversario del tram è stata un’occasione mancata non solo per ricordare degnamente quel periodo di intraprendenza che vedeva Pirano fra le prime cittadine ad adottare un sistema di trasporto pubblico allora innovativo ma anche e specialmente per riflettere sull’attualità dei problemi legati al traffico, al trasporto urbano e al parcheggio delle macchine. Problemi che, al momento, sembrano irrisolvibili. Luciano Monica 100 ANNI DEL TRAM Cari amici, questa volta ci troviamo a celebrare i 100 anni del tram de Piran, un’altra importante cerimonia, che idealmente ripercorre un altro accadimento nei meandri della memoria di questa regione, documento importante per certificare ulteriormente la nostra presenza su questo lembo di terra istriana, attraverso molteplici documentazioni di arte, di cultura, di usi, di modi di essere, di abitudini, che formano il mosaico della nostra vita. La presenza di questa linea tramviaria, inizialmente al servizio della “Parenzana”, si è protratta fino all’agosto del 1953, quando le allora maestranze decisero che non fosse più utile, a pro di altre forme di locomozione. Oggi, per chi ancora come me si ricorda dell’esistenza di questo tram, e ci ha viaggiato sopra, rivede il tutto con un certo rimpianto forse, in quanto che il tram de Piran ha rappresentato un momento importante della nostra vita e della nostra storia: all’inizio come succursale della “Parenzana”, e quindi attraverso ben due guerre mondiali fino ai difficili anni dell’immediato dopoguerra. Tempi duri e difficili, dunque. Ed ecco perché è necessario, credo, incastonare, inserire, la storia del nostro tram de Piran, proprio in quello specifico momento della nostra storia: accanto a tante altre piccole e grandi storie di piccoli e grandi uomini, nella cornice dei primi anni ’50 del ’900. Su questa linea hanno viaggiato, anche se per breve tempo, generazioni di uomini e donne, con i loro destini, con i loro problemi, con le loro difficoltà, con le loro speranze e con le loro sofferenze, tutti a sfilare attraverso un periodo non certamente dei più belli della nostra storia. Momenti piacevoli, frammenti tragici, istanti incantevoli e parentesi drammatiche di un vivere quotidiano. È la vita! Insomma, el tram de Piran xe stado una parentesi della nostra grande storia: era e rimane nel ricordo, parte di noi, del nostro essere, della nostra memoria storica ed umana e del nostro divenire. Intervento del vicesindaco Bruno Fonda pronunciato in occasione dell’inaugurazione della mostra 19 Molte le iniziative proposte FINE ESTATE… LE MANIFESTAZIONI SONO STATE REALIZZATE A PIRANO E NEL CIRCONDARIO O ra che il caldo torrido dell’estate è stato attenuato dalla tempesta di agosto, volgiamo il nostro pensiero alle attività della Comunità, attività che in realtà non si fermano nemmeno d’estate. Questa stagione è stata segnata da avvenimenti importanti come il 320esimo della nascita di Giuseppe Tartini, il quinto centenario dell’apparizione della Madonna di Strugnano, il centenario del tram di Pirano ed il progetto sulle saline che è iniziato già a gennaio. Giulio, il nostro pittore documentarista, è in esposizione nell’atrio del comune di Pirano con i suoi tram. La ricchissima mostra su Tartini ha fatto onore ed informato i visitatori sul personaggio, da aprile a giugno. Nell’ambito del progetto sulle saline, che ha dato vita a numerosi incontri, conferenze, dibattiti e mostre, ultima delle quali, nei mesi estivi quella al pianterreno in Casa Tartini con dipinti e ceramiche sul tema. Numerosi ed ammirati i visitatori di varie provenienze. L’evento celebrativo per i 500 anni dell’apparizione della Madonna a Strugnano era stato annunciato già l’anno scorso e c’è stata un’ampia collaborazione tra la Comunità ed il rappresentante del Convento di Strugnano, frate Niko. Questa primavera si è tenuta una colonia artistica pittorico internazionale a cui hanno preso parte numerosi pittori accademici, tra cui Fulvia, per esaltare, tramite l’espressione della loro arte, l’evento dell’apparizione. Le opere risultate sono raccolte in un catalogo e sono esposte 20 nelle sale al pianterreno di Casa Tartini. Quest’anno a giugno, a conclusione delle attività, i gruppi della nostra Comunità si sono presentati a Strugnano nello scenario suggestivo circostante la chiesa proprio per onorare il giubileo dell’apparizione, dando vita ad una giornata culturale che ha confermato l’impegno e la dedi- zione degli attivisti. L’immancabile Famea dei salineri nei loro costumi tradizionali con l’offerta di sale e con gli attrezzi. Il gruppo di pittura che ha allestito una bella mostra di paesaggi sul prato attorno alla chiesa ed alcune interessanti rappresentazioni della Madonna dinanzi alla facciata della chiesetta. Il gruppo dei nostri mandolinisti si è esibito in un ricco repertorio dimostrando la bravura dei suoi componenti. Il programma musicale è proseguito con gli ospiti della vicina Buie che ci hanno deliziati proponendoci piacevoli brani sempreverdi. Sul piccolo palcoscenico, gli attori del MINICANTANTI E INVENTASTORIE I l gruppo dei minicantanti della nostra Comunità, guidato dalla maestra Dolores Barnaba ha concluso l’attività prima delle vacanze estive, esibendosi alla Casa di cultura di Bertocchi dove i ragazzi si sono presentati con tre canzoni. Il caloroso pubblico ha applaudito la canzone I dolcetti, con la quale si sono presentati tutti assieme, mentre Aurora Lovrečič da solista ha cantato Mamma show e Laureen Zakinja Il torero camomillo, accompagnate dal coretto. I bambini dei gruppi dei Minicantanti e dell’Inventastorie si sono presentati, il 21 giugno, al saggio di fine anno negli ambienti della scuola elementare “Vincenzo e Diego de Castro” di S. Lucia, dove, oltre ai canti, è stata allestita la mostra dei lavori realizzati dai bambini del laboratorio creativo de l’Inventastorie, guidato da Mariella Batista ed Elena Bulfon Bernetič, gruppo filodrammatico ci hanno divertito con alcuni dei loro pezzi forti. Dopo la Santa Messa, tenuta da frate Niko, pure in lingua italiana, all’interno della bella chiesetta, il nostro coro ha eseguito un repertorio di brani sacri e Canti Mariani con il solista Neven Stipanov e Davide Circota all’organo. Nel frattempo i frati e le signore della Comunità locale di Strugnano hanno imbandito i tavoli off rendo a tutti, attivisti e spettatori, un rinfresco. Quest’estate si è tenuta pure la celebrazione del 40esimo dell’Auditorium di Portorose. Nell’insieme uno spettacolo divertente che ha riscontrato applausi e consensi. Peccato che i giovani che sono attualmente alla guida dell’ente, non siano informati dell’ampia collaborazione che c’è stata negli anni con la Comunità “Giuseppe Tartini” di Pirano. Liliana Stipanov e presentato la fiaba scritta ed illustrata Pericolo e gli occhiali. Ultima esibizione prima della pausa estiva il 7 luglio a Visinada, in cui i minicantanti delle CI di Pirano e Visinada, accuratamente preparati dalla maestra Dolores Barnaba, si sono esibiti all’aperto nella cornice della cisterna cittadina. L’attività dei gruppi riprenderà nel mese di settembre. Tra beghe e relazioni AMENITÀ TRA BUIE E PIRANO NOTE SUL PASSATO COMUNE DELLE DUE LOCALITÀ N che ne voleva avere il controllo perché considerata punto strategico importante. Non per niente altri autori l’hanno definita spia o vedetta dell’Istria. Non certo per la sua elevata altitudine ma per la sua posizione centrale rispetto al territorio circostante che permette di spaziare a trecentosessanta gradi. Continuando nel tempo, i contrasti a “livello centrale” tra la Serenissima Repubblica e il Patriarcato, si esprimevano poi a livello locale in continue scaramucce di confine (dopo secoli non ancora esaurite) fra Pirano (veneziana dal 1283) e Buie (patriarchina fino al 1412). Ma i litigi erano precedenti e continuarono anche dopo la dedizione di Buie alla Serenissima Repubblica di Venezia come testimonia un documento del 1212 emanato dal Patriarca di Aquileia per regolare i confini fra i due abitati in contrasto riguardo ai territori di Castelvenere! La stessa Venezia, durante il dominio su tutto il territorio in causa, diede il benestare ai Piranesi e al capitano di Raspo per abbattere le mura cittadine di Buie. Siamo nel 1412. Ma i Piranesi non contenti dell’operato dato che il loro scopo finale era quello di annettersi il territorio, chiesero a Venezia il permesso per abbattere anche il campanile perché pericoloso punto di controllo. Così fu che Buie rimase senza mura e senza campanile. Appena qualUn cimelio piranese a Buie Il lampadario già esistente al Teatro che decennio più tardi Venezia stessa intervenne affinché si Tartini, dal 1934 si trova nella ricostruissero prima le mura e chiesa di San Servolo a Buie. A lato: l’interno del duomo buiese poi il campanile. Altri fatti di ell’ultima escursione per l’Istria, organizzata dalla nostra Comunità, curata e guidata dal sottoscritto il 12 maggio u.s., la prima tappa del viaggio che ci doveva portare fino ad Albona, è stata Buie della quale Giuseppe Caprin, giornalista, patriota garibaldino nonché scrittore, grafico ed editore triestino, scrisse nel suo ultimo libro L’Istria nobilissima: “Un solo posto dell’Istria offre un panorama più vasto ed è quello che si gode dal Monte Maggiore, però non è così bello”. Detto da uno che aveva l’Istria nel cuore e l’aveva percorsa e descritta in lungo e in largo, non è cosa da poco. Difatti già nei tempi passati Buie, con i suoi 222 metri sul livello del mare, era contesa tra il Patriarcato di Aquileia del quale faceva parte e la Repubblica di Venezia cronaca riguardano la fede. Alla fine del ’400, inizi ’500 le genti dei due territori furono testimoni di fenomeni molto simili: l’apparizione della Madonna e la successiva costruzione di una chiesa a suo nome. A Buie apparve in sogno ad un signore nell’anno domini 1497 il quale si recò subito a Venezia per acquistare una madonna lignea che assomigliasse a quella sognata. Rientrato tardi dal viaggio, trovata chiusa la porta della città, dovette passare la notte in un orto lì vicino da dove la statua non ne volle sapere di muoversi. Fu così che la chiesa della Madonna della misericordia venne costruita l’anno dopo subito fuori la porta principale delle mura cittadine e divenne ben presto luogo di culto molto noto. Anche fuori Pirano e precisamente in zona Strugnano, quindici anni più tardi, 2 abitanti, custodi delle campagne, nella notte fra il 14 e il 15 di agosto, ebbero una visione laddove già precedentemente sorgeva una chiesetta. Eravamo nel 1512, quando sul luogo venne costruita una chiesa dedicata a Santa Maria della Visione. Ora ne sono passati 500 di anni e, dopo vicissitudini fauste ed infauste, il luogo è ancora ben frequentato. Nei secoli successivi gli animi si calmarono tanto che possiamo annotare qualche segnale di collaborazione fra Pirano e Buie. Per esempio l’architetto che costrui il duomo di Pirano, Zuanne Dongetti, è lo stesso che venne chiamato a Buie per la costruzione della nuova chiesa cattedrale. Ma ahimè, ben presto fu cacciato perché fra investitori buiesi e progettista non ci fu intesa sulla direzione in cui doveva situarsi la facciata rispetto alla piazza dedicata al patrono San Servolo. Ad onta dei Piranesi fu chiamato un certo Antonio Naiber, capomastro di Capodistria. Consacrata nel 1784, conserva al suo interno, in bella mostra dal 1934, il bellissimo lampadario che prima pendeva dal soffitto del Teatro Tartini. Si dice per merito di un benefattore del posto. C’è da crederci? Chissà se i “combattenti per il confine meridionale” lo sanno. Spero proprio di no, almeno non prima che Slovenia e Croazia firmino il trattato di definizione dei conLuciano Monica fini. 21 SCUOLE NOSTRE I RAGAZZI E GLI INSEGNANTI SCRIVONO era arrivato: lentamente, abbiamo calato la nave in acqua e…. esperimento riuscito, la nave ha galleggiato perfettamente! Così si è concluso il progetto “L’angolino dell’ingegnere”. Con tanta soddisfazione siamo tornati all’asilo, dove, stanchi ma contenti, abbiamo smontato il “cantiere” e fatto posto ad un nuovo angolino. L’ANGOLINO DELL’INGEGNERE SCUOLA DELL’INFANZIA “LA COCCINELLA”, SICCIOLE Quest’anno ci è venuta un’idea ingegnosa: allestire un angolino dove creare ogni cosa con materiali di recupero (bottiglie di plastica, cartone, vecchi cd, cilindri di carta igienica…). Tutti insieme, maestri e bambini, abbiamo deciso di chiamarlo “L’angolino dell’ingegnere”. È stato bellissimo poter dare sfogo alla nostra creatività! Abbiamo portato a termine tantissimi progetti di cui molti davvero impegnativi, come castelli, aerei, automobili e navi spaziali. Prima di unire le varie parti di un futuro modellino, abbiamo preparato i progetti su carta, per non sbagliare l’assemblaggio. Anche grazie a questa importante fase abbiamo raggiunto sempre ottimi risultati. Per concludere il progetto “L’angolino dell’ingegnere” abbiamo deci- I bambini e gli insegnanti Mariella Batista e Sebastijan Chiavalon so di assemblare una nave capace veramente di solcare i mari! Dopo un mese di lavori, tra bozze, scelta dei materiali più adatti, costruzione, prove di stabilità della nave all’asciutto, eravamo finalmente pronti per scoprire se la nave sarebbe rimasta a galla. Abbiamo deciso di fare il test a Fiesso. Con un po’ di fatica e tanta impazienza abbiamo trasportato la nave manualmente fino alla spiaggia. Non stavamo più nella pelle per l’emozione e la curiosità di scoprire quello che sarebbe successo. Il momento del varo 22 LA CANZONE DEI CONIGLIETTI SCUOLA DELL’INFANZIA “LA COCCINELLA” PIRANO, LUCIA La canzone dei Coniglietti è stata ideata nella sezione dei bambini dai 2 ai 5 anni di età, durante il raduno mattuttino e le attività di routine quotidiana, per consolidare le relazioni tra i bambini e trasmettere il senso di appartenenza al gruppo (noi insieme). Noi bambini siamo più o meno piccoli, ma siamo tutti amici, giochiamo e ci divertiamo insieme e siamo orgogliosi… di essere Coniglietti! La canzoncina è diventata ormai l’inno della nostra sezione. Ve ne presentiamo il testo: CONIGLIETTI Siamo il gruppo dei Coniglietti, tutto il giorno saltiamo contenti. Tutto il giorno stiamo a giocare, ma non dobbiamo litigare. Giocando impariamo, e non ci lamentiamo. Se qualcosa non vi va, i Coniglietti stiamo qua. Speriamo che la nostra canzoncina vi piaccia, a noi piace tantissimo! Il Gruppo dei Coniglietti e la maestra Aida Gruden MIX RUBRICA D’INFORMAZIONE AVVISO I nformiamo i nostri lettori che “il Trillo” ospita testi, contributi e fotografie di tutti coloro che sentono il desiderio di inviarci aneddoti, racconti di vita vissuta, vecchie storie, memorie e fotografie della Pirano di un tempo. È un modo per raccogliere ancora testimonianze, prima che queste siano cancellate dall’oblio del tempo: una maniera per documentare questa nostra presenza su questo lembo di terra istriana. Ognuno di voi certamente avrà dei racconti, delle storie di vita vissuta, ambientate o riguardanti la nostra città, conservati e celati nella propria memoria. Si tratta di estrapolarli e di inviarceli, preferibilmente in forma elettronica. Grazie per la collaborazione. La redazione de “il Trillo” BIBLIOTECA DIEGO DE CASTRO D esideriamo informare i nostri gentili lettori che la nostra Biblioteca dispone quest’anno di nuovi libri ordinati su segnalazione di voi lettori. Vi invitiamo quindi a farci visita per prestarvi le novità che abbiamo a disposizione. Oltre ai libri la nostra Biblioteca dispone pure di riviste su svariati argomenti che potete consultare. BIBLIOTECA DIEGO DE CASTRO STANZA RICORDO GIUSEPPE TARTINI AVVISO ORARIO Lunedì dalle ore 10 alle ore 12 Giuliana Del Giusto Martedì dalle ore 10 alle ore 12 Daniela Paliaga Mercoledì dalle ore 16 alle ore 18 Ondina Lusa Giovedì dalle ore 14 alle ore 16 Daniela Sorgo Venerdì dalle 10 alle ore 12 Kristjan Knez Tutti i giorni dalle ore 11.00 alle ore 12.00 dalle ore 17.00 alle ore 18.00 Lunedì chiuso Prezzo del biglietto: adulti: 1,50 €; studenti e pensionati: 1,00 € PASSAPAROLA!... CONCORSO VERSI AL VINO I l vino è come la poesia, che si gusta meglio e che si capisce davvero, soltanto quando si studia la vita, le altre opere, il carattere del poeta, quando si entra in confidenza con l’ambiente dove è nato, con la sua educazione, con il suo mondo. (Mario Soldati, Vino al vino) Lo scrittore e regista italiano amava descrivere il vino come la poesia della terra ed è con questo pensiero e intento che la Comunità degli Italiani insieme agli organizzatori della tradizionale manifestazione Festa del Vin, vi propone un bel viaggio tra le parole e i colori, il concorso Versi al vino dedicato al vino e all’uva. Gentili lettori, con questo numero de “il Trillo”, passate parola ai vostri amici, ai parenti e conoscenti per far conoscere il concorso e invitate tutti, anche i vostri nipoti a mandare aneddoti, poesie, racconti fantastici, citazioni, leggende popolari e tradizionali sui tesori nel bicchiere. Il concorso è rivolto a tutti e prevede la partecipazione delle nostre scolaresche, che “a misura di bambino” manderanno i loro disegni o racconti. E per chi invece, conosce e usa il nostro dialetto, le sue opere saranno inserite nella sezione dialettale. Quin- CORSO DI MANDOLINO PER GIOVANI C arissimi giovani, siete invitati a iscrivervi al corso gratuito per mandolino che inizierà nel mese di settembre e si terrà al venerdi alla scuola elementare italiana di Santa Lucia, dalle ore 16.00 alle ore 17.00. A questo corso hanno aderito già quattro bravi giovani che si sono esibiti un paio di volte nella nostra Comunità. Possono iscriversi i ragazzi dalla quarta classe in poi. Invitiamo pure le persone adulte che desiderano imparare a suonare il mandolino (gratuitamente) nella sede della Comunità di Pirano, ogni mercoledi dalle ore 15.00 alle 16.00. Per informazioni contattare il mentore allo 041 268 723 (Arcangelo Svettini). di, non stancatevi di suggerire l’idea di partecipare a Versi al vino, avete tempo di pensarci e di mandare il tutto entro il 30 ottobre prossimo all’indirizzo della Comunità degli Italiani, precisando Sezione lingua italiana e/o Sezione dialettale. In seguito, l’apposita commissione giudicatrice selezionerà i tre migliori lavori pervenuti e in una serata a tema consegnerà i premi ai partecipanti del concorso. Il Trillo, foglio della comunità italiana di Pirano Caporedattore: Kristjan Knez | Redazione: Bruno Fonda, Kristjan Knez, Ondina Lusa, Luciano Monica | Segreteria: Marisa Zottich De Rosario, Fulvia Zudič Progetto grafico: www.davidfrancesconi.eu | Stampa: Pigraf s.r.l, Isola Sede: Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini”, Via Kajuh 12, SI-6330 Pirano | Recapiti: Tel. segreteria: +386 (5) 673 30 90; Fax: +386 (5) 673 01 45; Contabilità: +386 (5) 673 30 91; Fulvia Zudič: +386 (5) 673 01 40 | E-mail: [email protected] | www.comunitapirano.com Il periodico esce grazie al contributo del Comune di Pirano, del Ministero per l’istruzione, la scuola, la cultura e lo sport della Repubblica di Slovenia e della Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste-Fondo donazione prof. Diego de Castro | Pirano, 31 agosto 2012 23 CONOSCIAMO IL NOSTRO DIALETTO RUBRICA DEDICATA AL NOSTRO VERNACOLO. PER SORRIDERE, RICORDARE ED IMPARARE DALLA STRAORDINARIA SAGGEZZA LOCALE di Donna Luisa C arissimi amici lettori! Nel ricordare i 100 anni della prima corsa del tram, avvenuta il 20 luglio 1912, presento il bollettino delle tariffe per le vetture tratto dalla Guida di Portorose compilata da Carlo Baxa nel 1920. 1. Pirano-Casa Rossa: a) solo andata…Lire 5. b) andata-ritorno con 10 minuti di fermata… Lire 7. 2. Pirano-Portorose a) solo andata …Lire 7. b) andata-ritorno con 10 minuti di fermata… Lire 10. 3. Pirano-Ferrovia: a) solo andata … Lire 10. b) andata-ritorno con 10 minuti di fermata… Lire 14. 4. Casa Rossa-Ferrovia: a) solo andata … Lire 8. b) andata-ritorno con 10 minuti di fermata..Lire 10. 5. Portorose-Ferrovia: a) solo andata … Lire 5. b) andata-ritor- Il nostro tram Il mezzo mentre transita per Piazza Tartini, si notano i binari. Foto della collezione del sig. Josip Sobota no con 10 minuti di fermata… Lire 8. Questi erano i prezzi che i nostri nonni pagavano per arrivare da Pirano a Santa Lucia e viceversa. Questo mese i lemmi dialettali mi sono stati trasmessi dalla signora Nella Nemec di Strugnano che ringrazio e saluto. La soluzione dovrà pervenire entro il 15 ottobre 2012. Il partecipante, la cui risposta esatta verrà estratta, riceverà un prodotto di bigiotteria placcata argento (creazioni di Monique e Sarah Vuk) 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 24 Anera Cagneto Caval Cavera Cioca Conigio Crocal Dindio Levere Lumaga Manzo Micio Moschin Musso Naserda Piegora Pulisin Scarpion Sorzeto Tavarassa Vedel A. B. C. D. E. F. G. H. I. L. M. N. O. P. Q. R. S. T. U. V. Z. Pecora Vitello Bue Gatto Topolino Lumaca Scorpione Moscerino Asino Anitra Cagnolino Tafano Gabbiano Pulcino Capra Lepre Tacchino Cavallo Coniglio Lucertola Chioccia SOLUZIONI DEL CONCORSO N° 3 Andito/Corridoio, Beleto/Rossetto, Bissiga/Vescica, Bochisâ/Sbadigliare, Bonbâ/ Inzuppare, Ebete/Deficiente, Ingropâ/Annodare, Montura/Uniforme, Polsâ/Riposare, Pomela/Bacca, Scabel/Comodino, Semoloso/ Lentigginoso, Senpiesso/Sciocchezza, Sestela/Cestello, Sigala/Cicala, Sonfo/Monco, Spaliâ/Sparpagliare, Sponta/Iniezione, Squero/Cantiere, Stiama/Squama, Tacadisso/Appiccicoso. Tra le risposte esatte è stato sorteggiato Umberto Tamaro di Santa Lucia che riceverà la pianta ornamentale. Modi di dire di Casa Nostra El ga do man sanche. Vardâ de l’alto in basso. Ganbiâ aria. Niegasse int’un bicier de aqua. Indrio co’ le carte. Siera de scoresa. O de rifa o de rafa. Ver la luna per tresso.