LUGLIO - AGOSTO 2012
NUMERO 4 ANNO XXII
FOGLIO DELLA COMUNITÀ AUTOGESTITA DELLA NAZIONALITÀ ITALIANA
COMUNITÀ DEGLI ITALIANI “GIUSEPPE TARTINI” DI PIRANO
Editoriale
UN’ESTATE TORRIDA
E ANNIVERSARI
In occasione del cinquecentesimo
dell’apparizione
Il duomo di San Giorgio ha ospitato
l’immagine della Madonna di Strugnano.
(foto: Franco Viezzoli)
di Kristjan Knez
C
he gli anni bisestili siano anomali, come ci insegna il detto, è
cosa nota. Quello in corso, però,
sembra riservarci non poche stranezze.
L’inverno è stato particolarmente rigido,
il manto nevoso ha coperto non poche
zone adriatiche, mentre le sferzate della
bora hanno messo a dura prova uomini e
attività. L’estate che ci lasciamo alle spalle,
invece, sarà ricordata soprattutto per la
calura che non ha dato tregua. La morsa
del caldo non ha risparmiato buona parte
d’Europa e la colonnina di mercurio ha
segnato per settimane temperature sopra i
trentacinque gradi centigradi, con punte,
in qualche parte, superiori ai quaranta.
Abbiamo attraversato un’estate secca, praticamente senza pioggia, il solleone ha arso
le colture ed è stata compromessa buona
parte dei raccolti. Ed è scattata anche l’emergenza idrica. Con il notevole afflusso
turistico è aumentato considerevolmente
il fabbisogno d’acqua, già insufficiente a
seguito della perdurante siccità. L’Istria,
come ci insegna la storia, si è ritrovata ad
avere nuovamente sete. Certo, molte cose
sono cambiate in meglio, nelle case c’è
l’acqua corrente e non occorre fare la fila
per riempire un mastello alla cisterna comunale, o percorrere chilometri per attingerla a qualche sorgente, come accadeva
nella zona carsica prospiciente a Pirano.
Questa mancanza ha rivelato palesemente
sia doveroso investire ancora nelle infrastrutture e nella ricerca di nuove fonti.
In un futuro non troppo lontano si dovranno realizzare pure dei bacini capienti
in grado di raccogliere l’acqua nei mesi di
maggiore piovosità, per utilizzarla quando
occorra. Le attività agricole ne trarrebbero grande vantaggio. È l’unica soluzione,
(continua a pag. 2)
pg. 3
Pirano-Venezia. L’antica rotta del sale
Rievocati i legami tra le due città.
Daniela Sorgo
pg. 7
Pace in bici.
Per un mondo senza armi nucleati. I “Beati costruttori di pace”
hanno fatto tappa anche nelle saline di Sicciole.
pg. 8-15
Le celebrazioni della Madonna di Strugnano
Supplemento dedicato alle iniziative promosse in occasione
del cinquecentesimo anniversario dell’apparizione.
Kristjan Knez
pg. 16-19
SPECIALE Il tram Pirano-Santa Lucia 1912-2012
In occasione dei cent’anni del mezzo di trasporto.
Elio Musizza, Ondina Lusa, Claudio Polvi, Giulio Ruzzier,
Luciano Monica e Bruno Fonda
pg. 21
Amenità tra Buie e Pirano
Note sul passato comune delle due località
Luciano Monica
anche perché la nostra regione registra
una piovosità media, ma non equamente
distribuita nel corso dell’anno solare. Bisogna anche rendersi conto che la terra
ci sfama e dà da vivere a non pochi. A
differenza di una strategia scellerata che
vorrebbe fare incetta delle terre migliori
per trasformarle in campi da golf – se n’è
parlato anche nel nostro comune – per la
cui erba verdissima si dovrebbero consumare considerevoli quantità d’acqua. Ma
chi ne trarrebbe beneficio?
Il caldo rovente, le alte temperature e
l’assenza di precipitazioni hanno, al contrario, rappresentato una manna per i
salinatori. La produzione di quest’anno
è una delle migliori e la quantità ha superato ogni più rosea previsione. Insomma,
da un lato riscontriamo la soddisfazione,
dall’altro lo scontento. E non potrebbe
essere diversamente. Chi produce il cristallo bianco, meno acqua piovana vede
più beneficio ne trae. Un’estate secca preannuncia una produzione importante. Su
posizioni diametralmente opposte troviamo invece i contadini, che per le colture
necessitano eccome d’acqua, se desiderano raccogliere i frutti di un anno di duro
lavoro. Era proprio in simili circostanze
che i nostri vecchi non si risparmiavano
e, rivolgendo lo sguardo al cielo, non di
rado pronunciavano un diretto Buta piova
in saline. Qualche volta venivano ascoltati.
Nonostante la vampa, nei mesi estivi
sono stati ricordati anche due anniversari. Nella seconda decade di luglio, al
pianterreno del palazzo comunale, è stata
inaugurata la mostra dedicata ai cent’anni
della linea tranviaria Pirano-Santa Lucia.
Un’esposizione modesta, che però ha rievocato il tempo in cui nel nostro territorio
si viaggiava sui binari, quando il problema
del traffico era inesistente e la città viveva
ancora in una dimensione a misura d’uo-
mo. L’ottenimento di quel collegamento
fu un’ulteriore conquista per il nostro
Comune, un altro tassello di quell’opera
di modernizzazione iniziata al tramonto
dell’Ottocento, e che nella figura del podestà Domenico Fragiacomo vedeva uno
degli attori più decisi e impegnati. E poi
abbiamo festeggiato i cinquecento anni
dell’apparizione della Madonna di Strugnano. Accanto alle celebrazioni religiose,
e alla processione sul mare, che da alcuni
anni desta l’interesse di molti, che hanno
visto la partecipazione di un folto numero
di devoti, di turisti o di semplici curiosi,
in questa circostanza sono state proposte
anche svariate altre iniziative i cui appuntamenti sono stati seguiti con particolare attenzione. Sono pagine di storia che
meritano di essere presentate e divulgate,
perciò in questo numero ampio spazio lo
riserviamo proprio ai due anniversari e al
retaggio da noi ereditato.
LA NOTA
di Luciano Monica
È
appena iniziato un
nuovo anno scolastico. Mentre i giovani
genitori sono in trepidazione
aspettando i primi responsi
degli insegnanti sui progressi
dei loro figli, la scuola, i suoi
operatori stanno aff rontando
un anno scolastico all’insegna del rigore finanziario e
della precarietà delle risorse
dovute a tagli che hanno toccato o toccheranno, anche
con mano pesante, altri settori essenziali acquisiti nel tempo dalle società occidentali:
la scuola pubblica, ma anche
l’università, la ricerca, la sanità, gli stipendi, le pensioni e
persino i posti di lavoro. Vengono chiesti a tutti dei sacrifici. Ma si sa come vanno a finire queste faccende: a pagare,
come si dice, sono sempre gli
stessi e cioè i dipendenti che
non hanno modo di ovviare
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al controllo dell’amministrazione contabile. Altri, e non
sono pochi, se la cavano egregiamente.
Ma veniamo al nostro piccolo
mondo, al microcosmo della
comunità italiana anch’essa
e forse più di altri per la sua
debolezza, sottoposta ai rigori
della crisi generale. L’apertura
dell’articolo riguarda la scuola, una parte sensibile, forse
la più esposta della comunità
italiana. Potrei riportare dati
sulle iscrizioni alla scuola materna “La Coccinella” o all’elementare “Vincenzo e Diego de
Castro” o al ginnasio “Antonio
Sema”. Potrei comparare i dati
con annate precedenti. Potrei
proporre indici percentuali di
crescita o di calo delle iscrizioni e ragionare sui motivi.
Lo potrei fare ma, ancora una
volta, dovrei concludere che
diversi dei non molti apparte-
nenti alla nazionalità italiana
fanno scelte di “convenienza”
o meglio di opportunismo,
giustificando la scelta con il solito repertorio: l’ha voluto mio
marito, mia moglie non sa l’italiano e perciò non può seguire
il bambino, siamo italiani tutti
e due (rari i casi) ma tante e
dure sono state le difficoltà del
nostro inserimento sociale per
cui per loro, per i nostri figli,
facciamo scelte diverse e via
discorrendo. Ma la scuola (e i
suoi operatori) esiste e resiste
alle intemperie anche grazie
a genitori, spesso di maggioranza, avveduti e sensibili nei
confronti della lingua e della
cultura italiana dando origine
nella realtà ad una scuola che
è molto di più che una semplice scuola a salvaguardia di un
guppo minoritario i cui membri (certo non tutti per fortuna) la snobbano.
Ogni scusa è buona anche
quella che a Sicciole l’edificio
non è agibile perché pericolante. Ma si sa, le scuole invecchiano e se ne costruiscono di
nuove. È una situazione che
tocca tutti: una volta la minoranza, un’altra la maggioranza.
Forse a noi casi del genere capitano relativamente con più frequenza e si risolvono in tempi
più lunghi. Perciò per questo
inizio di anno scolastico mi
auguro, auguro agli istituti scolastici interessati, che lo stesso
si concluda non con il solito
simpatico spettacolino di fine
attività ma con la cerimonia di
consegna del nuovo edificio a
vantaggio dei bimbi della prescolare e degli alunni dell’obbligo. Il comune di Pirano e lo
stato sloveno sono chiamati al
loro dovere: la crisi può essere
solo una attenuante non il motivo per una latitanza.
Legami fortissimi
PIRANO-VENEZIA
L’ANTICA ROTTA DEL SALE
Un mare che unisce
Gli ospiti veneziani in canoa al largo
di Pirano In basso: gli sportivi nel
porticciolo cittadino e foto di gruppo
con Daniele Scarpa e il suo team,
il vicesindaco Bruno Fonda e alcuni
attivisti del nostro sodalizio.
È
in luoghi di una bellezza sorprendente,
semplice e naturale che si ritrovano le
tradizioni più antiche. La rotta del sale
che ai tempi della Serenissima i Veneziani percorrevano per trasportare “l’oro bianco” da
Pirano ai magazzini del sale a Venezia, ritorna
ogni estate con l’avventura/sfida del campione
olimpico Daniele Scarpa e della Reale Società
Canottieri Bucintoro 1882 di cui è direttore
sportivo. Un viaggio tanto atteso per mare a
bordo di una canoa Hawaiana Outrigger Va’ a
OC6 (canoa polinesiana a 6 pagaiatori) con il
team Xtreme Outrigger reduce dalla sfida mondiale hawaiana del 2010 che ha tentato l’impresa, alle prime luci dell’alba del 14 luglio, per
determinare il record sulla distanza dei 100
km. Questa nuova avventura nelle acque del
golfo di Pirano, ha visto ancora una volta il capovoga Tibaldo Zamengo (non vedente) guidare il team composto dagli atleti della Bucintoro
del quale fa parte anche il campione europeo
Paracanoa Riccardo Marchesini (amputato ad
una gamba) recente quarto posto ai Mondiali
ICF in previsione delle Paraolimpiadi di Rio
2016. Dopo ore di pagaiate e le fatiche che ne
deriveranno ad attenderli saranno gli amici
veneziani che vedranno Daniele e Tibaldo approdare alla banchina della Reale Società Canottieri Bucintoro nella sede dei Magazzini del
Sale. “L’impresa per il valore umano e sportivo
vale più di un oro olimpico”, sono parole che
solo un campione mondiale ed olimpico può
dire e pensare al rientro di ogni nuova sfida.
Per Daniele Scarpa e il suo team, ogni nuovo
evento sportivo è una missione che hanno intrapreso da anni con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica ad essere più vicina
ai problemi di chi non può vedere i colori del
mondo e non solo. L’entusiamo del direttore
sportivo e dei suoi compagni di avventura, è
diventato negli anni, una naturale tradizione
per la Comunità degli Italiani. Un appuntamento in Casa Tartini del giorno prima della sfida, il 13 luglio dove ad accoglierli è stata
la Famea dei salineri e i figuranti in costume
del tempo di Tartini. In una cornice a tema,
la mostra Sale e Saline... con i lavori realizzati
dai gruppi di pittura e ceramica, sono seguiti
i saluti di benvenuto della presidente della CI
Manuela Rojec e di Bruno Fonda, vicesindaco
del Comune di Pirano. Dopo tante strette di
mano, tra gli ospiti e il pubblico, fotografie,
brindisi e scambi di doni, omaggi e indirizzi.
Incontri e collaborazioni come questi, tra la
“G. Tartini” di Pirano e la Bucintoro 1882 di
Venezia, hanno consolidato i rapporti nella
cultura, nell’arte e nello sport. Per Silvano Seronelli, vicepresidente della Bucintoro, sono
diventati momenti di fraterna unione tra due
comunità che i confini non sono mai riusciti
a dividere. Grazie, molte grazie a tutti e alla
prossima avventura. Daniela Sorgo
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Numerosi gli appuntamenti
GIUGNO: TUTTE LE
STAGIONI DELLA MUSICA
ESTATE MUSICALE A CASA TARTINI
Lezioni
di musica
A lato e in basso:
il maestro Martin
Schaefer durante
le sue lezioni
nella Sala delle
Vedute.
L
a musica dei grandi autori di ieri e di
oggi, che hanno composto per il mandolino, il violino, il pianoforte e la chitarra classica e folk, ha affascinato il numeroso pubblico nei quattro saggi finali di giugno
organizzati dalla Comunità degli Italiani.
Così, a conclusione dell’attività di valorizzazione e divulgazione della cultura musicale, in
Casa Tartini la tradizione di far divertire con
la musica e di ampliare la cultura degli allievi
partecipanti ai corsi, non è venuta a meno.
Gli allievi, di tutte le età, dai bambini agli
adulti, hanno mostrato ciò che hanno imparato durante l’anno. Per qualcuno sarà stata
la prima volta ad esibirsi davanti al pubblico,
prevalentemente composto da genitori e nonni, ma anche da amici e conoscenti che forse
anche loro per la prima volta si sono piacevolmente avvicinati alla musica delle sale di Casa
Tartini. Le prime emozioni sono arrivate dalla melodia allegra dei mandolini, la musica
del sole, come spesso la definisce il mentore
Arcangelo Svettini, che ha riunito i giovanissimi Hana, Karin, Alessio e Matteo con gli
adulti mandolinisti del gruppo “Serenate”
in una serata che ha ospitato il duo canoro
Lana Maria Bernetič e Matej Koljesnikov partecipanti al festival “Voci Nostre 2011” con
la canzone “Batman può aspettare” scritta e
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musicata dallo stesso mentore. La serata si è conclusa con
un mix di canzoni
istrovenete che ha
accompagnato tutti fino al momento
del rinfresco. Le emozioni non cambiano, si
spostano soltanto di sala in sala, ed ecco il concerto di fine anno della classe di violino e archi del M.o Silvio Quarantotto che ci ha fatto
conoscere lo straordinario e difficile strumento
“da domare” soprannominato non a caso “la
scatola del diavolo”. I suoi allievi grandi (di
età) Milan, Daniela e Aldo hanno introdotto
gli ospiti della serata, l’Associazione Ars Nova
di Trieste, con il programma degli allievi della
classe di pianoforte del M.o Maura Scaramella
e della classe di flauto dolce del M.o Teodora
Tommasi. Se per lo scrittore Alessandro Baricco, “la musica è l’armonia dell’anima”, Milly
Monica, da un trentennio e oltre, è l’anima
straordinaria di diff usione della musica nella
classe di pianoforte. Verso la metà di giugno,
le allieve Eva Amanda e Serena hanno dato il
meglio di sé prima di ospitare Serena Buremi
della Scuola di Musica di Capodistria-Sezione
di Pirano nella classe della prof.ssa Aleksandra
Č. Glavina. Ci sono due tipi di musica, quella
che si ascolta, quella che si suona. È una citazione del filosofo e scrittore Roland Barthes
che ho scelto in chiusura del mese dedicato ai
saggi finali di musica. Saggi unici, così devono
essere per i partecipanti e i docenti, e per chi è
venuto ad ascoltarli. Con un programma vario
di genere, dalla musica classica alla musica folk
e tradizionale, 16 allievi del corso di chitarra
classica e folk guidato da Vanja Pegan hanno
salutato tutti con un caloroso arrivederci a settembre. Ma non è finita qua. Per non perdere
neanche una nota, la musica in Casa Tartini è
sempre di attualità. Per una settimana tutte le
sale sono state occupate dai bambini e giovani
partecipanti al Laboratorio di violino-metodo
Suzuki di Capodistria, Trieste, S. Pier d’Isonzo
e Reykjavik diretti dal M.o Martin Schaefer,
che si sono esibiti il 7 e 10 luglio per i concerti
di fine corso.
Daniela Sorgo
Laboratorio musicale Suzuki
MUSICA A PIRANO
RAGAZZI E DOCENTI NELLA CASA NATALE DI TARTINI
D
al 5 al 10 luglio scorsi,
Casa Tartini ha ospitato il laboratorio musicale per giovani allievi che studiano il violino con il metodo
Suzuki, cioè una forma d’apprendimento per imitazione.
Nelle prime tre giornate il folto
gruppo di ragazzi e ragazze di
varia età ha seguito le lezioni tenute da Martin Schaefer
(Svizzera) per la musica folk,
coadiuvato da Giulia Linussio
al pianoforte e da Diego Emanuele Primosi alle percussioni (entrambi dall’Italia). Alla
sera del 7 luglio gli allievi si
sono esibiti in un concerto folk
all’estivo del Centro Pastorale
Culturale “Georgios” del Duomo di Pirano. Negli ultimi tre
giorni i giovani partecipanti si
sono cimentati con il metodo
Suzuki per violino e viola, con
gli insegnanti: Cristina Verità
dall’Italia, Svava Bernarsdottir e Gudrun Thorarinsdottir
dall’Islanda. Una mattina i piccoli violinisti hanno eseguito
alcuni brani in piazza Tartini,
passando attorno al monumen-
Musicisti in erba
I giovani violinisti si sono esibiti anche in Piazza Tartini e sono stati
notati dal sindaco Bossman (in basso).
to dedicato al celebre virtuoso
dell’archetto, e sono stati osservati con interesse anche dal
sindaco Peter Bossman. La sera
del 10 luglio, invece, al Teatro
Tartini si è svolto il concerto di
fine corso. Vi proponiamo una
fotocronaca delle giornate.
Le immagini ci sono state
gentilmente fornite da Franco
Viezzoli, che era presente in
quanto nonno di Riccardo,
il suo nipote di 10 anni che
studia violino a Trieste alla
scuola di Cristina Verità.
Kristjan Knez
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LE SALINE IN MOSTRA
PER RICORDARE UNA PAGINA DI STORIA PIRANESE
L
o scorso 2 luglio al pianterreno di
Casa Tartini è stata inaugurata la
mostra Sale, saline… con i lavori dei
gruppi di pittura e ceramica del sodalizio.
L’esposizione propone acquerelli, olii, acrilici nonché terrecotte, prodotti dai partecipanti ai corsi artistici che si svolgono
nella nostra sede. Erano esposti i lavori
di: Giulio Ruzzier, Bruno Bonin, Mario
Benčič, Francesco Rosso, Aurora Birsa,
Wilma Zacchigna, Slavica Zdolšek, Darja
Zdolšek, Daša Košuta Šoštarič, Jasna
Bušič, Milly Monica, Josipa Rakitovec e
Liliana Stipanov, quest’ultima anche mentore del gruppo di pittura.
Le ceramiste, seguite da Apolonija
Krejačič, che espongono sono invece: Gra-
Tecniche diverse
I partecipanti ai corsi hanno proposto i
loro lavori sul tema del sale e delle saline.
cijela Mušič, Nadia Drenik, Marija Tul, Dragica Bončina Bolanča, Jasna Bušič, Nataša
Pobega, Elide Stubelj, Ljudmila Deželjin,
Loredana Čendak e Laura Vianello.
LE SALINE DI STRUGNANO
INCONTRO ESTIVO DEL CICLO DEDICATO ALLA VITA E AL LAVORO NELLE SALINE DEL PIRANESE
N
ella serata di venerdì 6 luglio
presso l’albergo “Oleander”,
anziché nelle saline del Parco
naturale di Strugnano (a causa degli
acquazzoni susseguitisi nel corso della giornata), si è tenuto un nuovo appuntamento del ciclo Vita e lavoro nelle
saline di Pirano: la nostra storia, questa
volta dedicato alle saline di Strugnano per l’appunto.
L’incontro è stato aperto da un intervento musicale di Rok Kleva Ivančič
6
quindi è seguita la conferenza Brevi note
storiche sulle saline di Strugnano di Kristjan Knez. L’oratore ha evidenziato che
quella zona salifera annovera una storia antichissima, nella documentazione a noi giunta ne troviamo menzione
in un documento del 1258. Nel corso
dei secoli l’area adibita alla produzione
del cristallo bianco fu ampliata; alla fine del XVI secolo, ad
esempio, fu presentato un progetto per un ingrandimento
considerevole in direzione della
Stiusa, che l’avrebbe trasformata nelle classiche forme geometriche dei bacini d’evaporazione e di cristallizzazione.
Nell’occasione fu presentato
anche il catalogo dedicato al
gruppo della Famea dei salineri.
La pubblicazione bilingue, con
note di Manuela Rojec, Fulvia
Zudič e Kristjan Knez, è stata
illustrata da Nives Zudič Antonič.
L’edizione è corredata dalle belle immagini di Ubald Trnkoczy, che ha
immortalato diversi scorci nelle saline
di Sicciole nonché alcune scene legate
alla produzione del sale e alla vita in
quell’ambiente particolare. In queste
compaiono i membri della Famea dei salineri, che in quella circostanza hanno
posato in diverse situazioni.
Una serata ricca di contenuti
L’etnomusicologo Dario Marušić ha
proposto alcuni canti istriani.
A lato: Rok Kleva Ivančič al violino,
Nives Zudič Antonič, Kristjan Knez e
Bruno Bonin della Famea dei salineri.
Contro le armi nucleari
PACE IN BICI
TAPPA ANCHE NELLE SALINE DI SICCIOLE
I
n concomitanza con gli
anniversari delle bombe
atomiche sganciate sulle città giapponesi di Hiroshima e
Nagasaki, nella fase finale del
secondo conflitto mondiale, si
ricordano le due catastrofi e al
contempo si lanciano dei messaggi affinché le armi nucleari
siano messe definitivamente al
bando. Malgrado le dichiarazioni contro la proliferazioni delle
stesse, non pochi stati puntano
all’atomica come strumento di
potenza e l’elenco delle nazioni
che la possiede aumenta. Annualmente l’associazione “Beati
i costruttori di pace”, dal 6 al
9 agosto, propone un percorso
con gli Amici della bicicletta
con il fine di sensibilizzare le
popolazioni, coinvolgere le amministrazioni locali nonché caldeggiare la loro adesione all’associazione mondiale di “Mayors
for Peace” (Sindaci per la pace),
coordinata proprio dal sindaco
di Hiroshima. L’obiettivo è di
edificare un movimento che costringa gli Stati ad abbandonare
le armi atomiche, attraverso la
ratifica di una Convenzione delle Nazioni Unite che ne proibisca la produzione e il possesso,
proprio come è già accaduto per
le armi biologiche e chimiche,
per le mine antiuomo e per le
bombe a grappolo. Quest’estate la comitiva di ciclisti è partita da Parenzo (5 agosto) ed
ha raggiunto Trieste il giorno
successivo, attraversando parte
del tragitto della vecchia linea
ferroviaria, la “Parenzana”, che
tra il 1902 e il 1935 collegava le
due città. Il 6 agosto, a Buie, si
è svolta la cerimonia in memoria di Hiroshima ed è stato ri-
spettato un minuto di silenzio.
Attraversato il confine croatosloveno la carovana in bici ha
raggiunto il Parco delle Saline
di Sicciole. I partecipanti sono
stati accolti dal sindaco di Pirano, Peter Bossman, dal vicesindaco, Bruno Fonda, nonché dal
sindaco di Buie, Edi Andreašić.
Saluto del vicesindaco
Bruno Fonda ai partecipanti
Cari amici, cari sportivi, è un grande onore per noi poter ospitare questa iniziativa che reca il titolo “Pace
in bici 2012”, ideata e condotta
superlativamente dai “Beati costrut-
Per un mondo migliore
Da sinistra: il vicesindaco di Pirano, Bruno Fonda, il sindaco
Peter Bossman e Lisa Clark. In basso: Bruno Fonda durante la
lettura del suo indirizzo di saluto.
tori di pace”. Porgo pertanto a tutti
Voi, ospiti italiani e croati, il saluto
della nostra cittadinanza e mio personale in qualità di vicesindaco. Il
nostro comune intento, è quello di
adoperarci, in un mondo che per
molti aspetti sembra aver dimenticato questo postulato, di adoperarci
dicevo, con tutte le nostre forze, con
tutte le nostre energie, con tutto noi
stessi, affinché tutte le armi nucleari, e non, vengano messe al bando,
creando reali condizioni, perché la
pace regni in ogni dove ed in ogni
luogo, in questo mondo, purtroppo
ancora oggi martoriato dagli eventi
bellici. Ed è tanto più importante
pensarci oggi, nel momento quando
la grave crisi economica che attanaglia i nostri paesi si fa più sentire
e quindi in pericolo sono gli ideali,
di umanità, di pace, di amicizia, di
coesistenza, di tolleranza; quando
l’ideologia della globalizzazione ha
dimostrato e dimostra le sue gravi
carenze ed i pericoli ai quali noi
tutti andiamo incontro, quando
sempre più concreti si fanno sentire gli echi macabri dei tamburi
di guerra... ed è pertanto quanto
più necessario, cari amici, indipendentemente dalle ideologie, dalle
diverse culture, dai differenti modi
di interpretare il mondo, cercare
assieme una lingua comune, azioni comuni; come questa di oggi,
che sappiano anteporsi ad ogni
forma di barbarie ed ideologia
bellica, contro ogni intolleranza e
razzismo, contro ogni proliferazione delle armi, di qualsiasi tipo esse
siano. Ecco perché la cittadinanza
tutta della nostra Pirano non può
non accogliere con favore questa
iniziativa, che idealmente ci riporta e ci ricorda l’immane catastrofe
di Hiroshima, nel monito comune,
che non abbia mai a ripetersi. Un
grazie vada pertanto ai “Beati costruttori di pace”, perché pace sia
e pace regni sul nostro pianeta.
Grazie ancora.
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° Anniversario
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S U P P L E M E N T O
Pirano-Strugnano 14 agosto 2012
LA PROCESSIONE PER
IL CINQUECENTESIMO
NOTEVOLE L’AFFLUENZA DI FEDELI E DI VISITATORI
di Kristjan Knez
I
l cinquecentesimo anniversario dell’apparizione della Madonna di Strugnano
è stato accompagnato da celebrazioni
religiose che hanno coinvolto innumerevoli devoti e visitatori. Domenica 12 agosto, l’immagine della Beata Vergine, ossia il dipinto di Francesco Valerio (1520)
raffigurante l’episodio di mezzo millennio
fa, è stata portata in processione via mare
al duomo di San Giorgio a Pirano. Per
proteggere l’opera d’arte – la più antica
rappresentazione dell’eccezionale avvenimento – è stata realizzata una teca speciale in grado di proteggere il dipinto su
tavola anche nello sventurato caso di una
caduta in acqua. Al pomeriggio di martedì 14 agosto, alla presenza del vescovo
di Capodistria, mons. Jurij Bizijak, che
ha benedetto l’immagine, questa ha lasciato la chiesa. La processione ha raggiunto
il molo principale; l’immagine, il clero e
centinaia di fedeli sono saliti sulle imbarcazioni e, dopo una breve traversata, sono
sbarcati sulla spiaggia di Strugnano, attesi
da migliaia di persone. Da qui il corteo si
è spostato in direzione del santuario. Una
lunga colonna umana ha aff rontato la salita e ha raggiunto lo spiazzo per la Santa
Messa. Dopo i saluti di fra Niko Žvokelj,
parroco di Strugnano, questa è stata officiata dal vescovo metropolita di Lubiana,
mons. Anton Stres, coadiuvato dal surricordato prelato di Capodistria e dal vescovo emerito Metod Pirih. Tra gli altri
presenti ricordiamo anche fra Francesco
Patton, ministro provinciale dei frati fran-
1
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cescani di Trento. All’imbrunire la processione e la sacra immagine hanno raggiunto
la Croce monumentale che si affaccia sul
golfo. Centinaia di torce e di candele hanno illuminato il percorso; giunti alla meta
l’arcivescovo ha evidenziato che la Madonna da secoli protegge gli uomini di mare.
Al rientro il quadro è stato estratto dalla
teca e con particolare cura è stato nuovamente sistemato sopra l’altare maggiore. Il
giorno dell’Assunzione della Beata Vergine, da mattina a sera si sono susseguite le
messe in lingua slovena, italiana e croata.
Nelle pagine seguenti vi proponiamo la
fotocronaca della giornata, negli scatti
di Franco Viezzoli (1-8; 14-21) e Claudio
Chicco (9-13) che ringraziamo per la gentile concessione delle immagini.
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A cent’anni dalla pubblicazione
UNA RISTAMPA PER
RICORDARE LE RADICI
UN TESTO IMPORTANTE DEDICATO AL SANTUARIO DI STRUGNANO
G
iovanni Ruzzier è un cordiale
signore che ama la sua città e
perciò non ha mai scordato la
terra natia. Ha abbandonato Pirano nel
1951, è entrato nella Guardia di Finanza
facendo una bella carriera che l’ha portato in diverse città italiane, per approdare, infine, a Rimini ove tuttora risiede. In occasione del quinto centenario
dell’apparizione della Madonna di Strugnano ha promosso la ristampa anastatica dell’opuscolo Breve storia del santuario di S. Maria della Visione in Strugnano
(Pirano-Istria) del frate francescano Teo-
dorico Asson, edito a Trieste cent’anni
or sono. Per parlare di questa iniziativa e
dell’importanza del culto della Vergine,
abbiamo incontrato il cavaliere Ruzzier
a Pirano e ci siamo intrattenuti in una
piacevole conversazione.
12
Questa ristampa ha una storia interessante. Come nasce l’idea di riprodurre il volumetto e come si è tramandato fino ad oggi
in ambito familiare?
Il libretto ha una storia roccambolesca; era
di proprietà della sorella più vecchia di mia
madre, che si chiamava Maria Petronio,
la quale era andata a nozze con un mastro
d’ascia di Fasana e quindi si era trasferita
in quella cittadina. La zia aveva però una
grande sofferenza per aver lasciato Pirano, e
quando poteva correva sempre nella sua città
natale, specialmente in occasioni particolari, come la festa di San Giorgio e il Corpus
Domini. Certamente la zia era molto devota
alla Madonna di Strugnano e in quell’occasione, molto probabilmente, avrà ottenuto
il libretto. Questo ha una storia travagliata,
perché da Pirano va a Fasana, dopo la fine
della guerra lei lascia Fasana e va profuga in
Italia, in un campo della provincia di Gorizia, a Farra d’Isonzo, e da lì, dopo otto anni
di campo profughi si ritrovò, in una specie
di tugurio, perché era una stanzetta piccolissima, dove conservava, con gelosia direi,
alcuni “cimeli” storici, definiamoli così. Tra
questi vi era la pubblicazione dedicata alla
storia della Beata Vergine di Strugnano.
Negli anni 1955-1956 era il periodo in cui
da poco mi ero arruolato nella Guardia di
Finanza e arrivato a Trieste per una licenza
andai con la mamma e il papà a trovarla a
Gradisca; in quell’occasione mi fece dono di
questo libretto che io apprezzai moltissimo e
conservai gelosamente. Tutti i libri rimasero
nel campo profughi a Trieste in cui c’erano
i miei genitori, e a distanza di anni, quando
misi su casa a Venezia, mia madre venne a
trovarmi, durante le festività natalizie, e mi
portò, con mia non poca meraviglia, il libretto e le statuine del presepe, da lei attentamente custodite e con l’esodo portate in giro
con il resto del mobilio. E sono passati parec-
chi anni, andarlo a trovare è stata un’impresa
non facile, ma sono stato molto felice di averlo ritrovato, così ho fatto un regalo alla memoria di zia Maria che lo aveva conservato,
ma anche ai Piranesi devoti della Madonna,
di cui quest’anno ricorre il cinquecentesimo
anniversario dell’apparizione.
Qual è stato il riscontro?
Il riscontro è stato ottimo. Il volumetto è stato spedito in Australia, in America e ai Piranesi sparsi per l’Italia, soprattutto nel Veneto
e nel Friuli Venezia Giulia. Ho ricevuto delle
lettere di plauso e molte telefonate; maggiormente mi hanno fatto piacere quella che mi
è pervenuta dai frati di Trento, i quali, a suo
tempo, amministravano il convento di Strugnano, una di mons. Crepaldi, arcivescovo
di Trieste, e una lettera della Segreteria di
Stato vaticana; mi sono permesso di mandare a Sua Santità Benedetto XVI la copia numero 200/200 e mi è giunto un messaggio
di compiacimento e addirittura una benedizione apostolica per tutti i Piranesi e i devoti
della Madonna.
Quest’estate ha deciso di trascorrere un periodo di vacanza a Pirano. Nonostante lei
venga periodicamente nella città d’origine,
questa è la prima volta che soggiorna. Questa decisione è legata, in qualche modo, al
quinto centenario dell’apparizione?
Senz’altro sì. Ho deciso di soggiornare per
dieci giorni consecutivi a Pirano; non è mai
accaduto dal 1951, da quando ho lasciato la
città da esule. Sono venuto qui per assistere alle cerimonie religiose in occasione del
cinquecentesimo. Domenica 12 agosto ho
seguito l’arrivo da Strugnano delle barche
con la sacra immagine e la processione che
si è snodata dal molo fino al duomo di San
Giorgio, che ha accolto la Madonna, gremito
in ogni ordine di posto. Dirò che mi sono
sentito un po’ estraneo, perché gli inni che
venivano cantati e la funzione erano in sloveno, però ho avuto l’impressione bellissima di
questa moltitudine in chiesa, che mi faceva ricordare le solennità dei miei tempi, come per
la festa del patrono, San Giorgio, quando il
duomo si riempiva di tantissimi Piranesi devoti. Per ritornare al libretto, desidero offrire un
segno tangibile di quello che era il pensiero e
la fede dei nostri padri, e che oggi vedo, con
piacere, viene vissuta veramente con larga partecipazione.
Il culto della Madonna di Strugnano esce dai
confini comunali, per ovvie ragioni è molto forte nel Piranese, da mezzo millennio è
un punto di riferimento per un’ampia parte
dell’Istria e continua ad esserlo; anno dopo
anno si registra una maggiore presenza di devoti. Quale era il rapporto dei Piranesi?
Per i marittimi la Madonna di Strugnano era
una protettrice: quando partivano con i trabaccoli, prima a vela poi a motore, per Trieste
o per andare in Sdobba a caricare sabbia, rivolgevano sempre uno sguardo alla Croce grande di Strugnano che apre le braccia sul golfo,
invocandola, specie quando soffiava la bora
forte, perché li aiutasse a raggiungere il porto
o la destinazione. Anche i contadini guardavano con particolare devozione alla Madonna,
ad essa raccomandavano il buon raccolto. I
Piranesi, residenti in città o nel contado, hanno sempre avuto un rapporto incredibilmente
sereno e allo stesso tempo pieno di partecipazione, per questo santuario e per la Madonna
che lì si venera.
Ha dei ricordi diretti sul pellegrinaggio che si
faceva da Pirano a Strugnano?
Ho il ricordo della presenza della Madonna di
Strugnano, che arrivava via mare accompagnata da una selva di barche. Sulla più grande, di
solito, addobbata con dei veli bianchi e celesti,
i colori della Madonna per l’appunto, vi era la
statua che veniva portata in processione nella chiesa di San Pietro, che si venerava per un
paio di giorni, per poi fare il percorso inverso,
proprio come avviene attualmente. In quelle
occasioni sul sagrato del santuario di Strugnano vi era un fiorire di bancarelle che proponevano i prodotti tipici della terra. Per i bambini c’erano i mulinelli colorati di celluloide e
l’immancabile carretto dei gelati. Era una festa
di popolo, con una partecipazione veramente
sentita. Per arrivarci, allora si faceva il percorso a piedi, si partiva dall’Erta di San Niccolò,
poi la Croce Bianca, giù per la strada dei anzoli
fino a Strugnano. Noi piccoli, ancora mamoli,
preferivamo andare sotto riva, arrivavamo alle
saline e poi salivamo al santuario.
E ricorda la presenza delle famiglie che arrivavano dal resto dell’Istria addirittura con i
buoi?
Sì, quelli che maggiormente venivano notati
non erano tanto coloro che giungevano con i
carretti e gli asini, bensì quelli che arrivavano
con i carri un po’ più grossi trainati da due
buoi. Perché? Il bue ha un passo sicuro ma lento e quindi questa presenza era maggiormente
visibile, accompagnava a passo a passo questo
pellegrinaggio. Ovviamente i carretti si fermavano sotto il colle, non potevano raggiungere
il sagrato. La funzione religiosa veniva fatta dai
Il promotore della ristampa
Il piranese Giovanni Ruzzier accanto al
monumento dedicato a Tartini.
frati, logicamente, e da tutto il capitolo di San
Giorgio, che vedeva coinvolto il parroco ed i
vari canonici, ai miei tempi c’era mons. Egidio
Malusà, poi c’erano i canonici Piccoli, Borsatti, Pagliaro. C’era una larga partecipazione,
proprio di tutti.
Nei ricordi di Mario Ravalico, pubblicati recentemente, un’ampia parte è dedicata alla
Chiesa, al suo ruolo svolto a Pirano, al rapporto molto stretto della sua popolazione con
la religione. Dal suo punto di vista cosa ci
può dire in merito?
I Piranesi e la Chiesa hanno vissuto in simbiosi sempre. C’era una religiosità partecipata
e sentita, per moltissimi, altri, invece, non è
che non sentissero il bisogno di avvicinarsi
alla Chiesa, erano solo più refrattari ad andare alle funzioni religiose. La stragrande
maggioranza della popolazione la frequentava attivamente. Nel duomo, per esempio, la
domenica mattina alle nove veniva celebrata
la messa per i piccoli, alle dieci invece c’era la
messa cantata. Mi sembra ancora adesso di
sentire le note dell’organo, che ha un’acustica veramente bella che uno si sentiva proprio
trasportare da quelle musiche. Venivano fatte
tre grandi processioni per portare in giro per
Pirano tutte le varie scuole. Davanti al crocifisso ognuna portava due rostri, i “farai” e
poi la statua. C’era la scuola dell’Addolorata
che vestiva di bianco, quella dei pescatori,
di Sant’Andrea, quella dei marittimi, vestiti di blu, che portavano San Nicolò, quella
di San Giorgio, vestiti di rosso in onore dei
martiri, con la statua che ancora oggi si porta
in processione. La partecipazione era molto
forte. Le donne avevano un motivo in più
per pregare e per andare in chiesa dato che
la stragrande maggioranza dei Piranesi navigava, non solo nel Golfo di Trieste, facevano
viaggi lungo tutto l’Adriatico, fino in Puglia.
Molti poi navigavano con la Società di navigazione Adriatica, con il Lloyd triestino, con la
Società di navigazione Italia. Mio padre, per
esempio, ha potuto vedermi solo dopo otto
mesi dalla nascita. Quando nacqui, aveva ricevuto un cablogramma, si trovava a Shangai.
Le donne che rimanevano da sole a casa con i
figli avevano questo pensiero riverente. C’era
chi pregava di più la Madonna, chi San Antonio, ognuno aveva un punto di riferimento.
La massima festa era comunque San Giorgio, cosa ci può dire al riguardo?
Quando la processione faceva ingresso nel
duomo di Pirano, ma specialmente nel momento in cui entrava la statua di San Giorgio,
all’organo veniva suonato e il coro intonava
il Deus Tuorum Militum, è un inno solenne,
l’inno dei martiri. Anche adesso che ne parlo
mi viene la pelle d’oca, perché era un’esplosione di musica solenne che rendeva la partecipazione popolare ancora più sentita, era
proprio tutto all’unisono: la fede, la gente e
la musica. Era qualcosa di veramente incredibile la partecipazione dei Piranesi per San
Giorgio, largamente sentita e partecipata.
Kristjan Knez
13
° Anniversario
500
S U P P L E M E N T O
Appuntamento con la storia
UN SANTUARIO CARO
AGLI ISTRIANI
NELLA CHIESA DI SANTA MARIA DELLA VISIONE RICORDATA UNA PAGINA DEL RICCO PASSATO REGIONALE
L
a sera dello scorso 17 agosto, la chiesa
di Santa Maria della Visione di Strugnano ha ospitato la conferenza La
Madonna di Strugnano. Cinquecento anni di
storia e devozione di Kristjan Knez. L’oratore
ha proposto alcuni tasselli della ricca storia
di quel luogo di culto – una chiesetta fu edificata già nel XIII secolo –, ha rammentato
l’apparizione della Vergine alle due guardie
campestri, Giovanni Grandi e Pietro di Zagabria, nel 1512, gli sviluppi successivi nonché la fama conquistata dal santuario, tanto
da essere menzionato dai funzionari veneziani anche nelle loro relazioni diplomatiche relative a terre molto lontane dall’Istria.
In quell’occasione è stato presentato anche
l’opuscolo Breve storia del santuario di S. Maria della Visione in Strugnano (Pirano-Istria), di
Teodorico Asson, edito un secolo fa in occasione delle celebrazioni del quarto centenario dell’apparizione della Madonna e ora
riproposto grazie ad una ristampa anastatica
patrocinata da Giovanni Ruzzier (Piastra). Si
tratta di un libriccino di una quarantina di
14
pagine, in cui con un linguaggio
semplice propone il passato della
chiesa, dal Medioevo ai primi del
Novecento. Il frate francescano
Asson (1871-1962) fu ordinato sacerdote nel 1894 e fu un apprezzato predicatore già in gioventù.
Erudito e attento studioso, con
una memoria possente, fu chiamato a collaborare all’edizione
delle opere di San Bonaventura
nel Collegio dei Quaracchi a Firenze. Per un ventennio fu cappellano nelle carceri di Trento.
Nel novembre del 1910 giunse a Strugnano
e vi rimase fino all’agosto del 1912. In quel
periodo svolse importanti ricerche negli archivi di Pirano e di Trieste, analizzò la documentazione conservata e, grazie alle fonti a
sua disposizione, poté redigere un testo divulgativo (tradotto anche in sloveno e tedesco)
in cui ogni affermazione trova riscontro nei
documenti, quegli stessi che l’autore aveva
curato in una pubblicazione specifica. Nono-
Un chiesa antica
Un edificio sacro sorgeva sullo stesso sito
già nel XIII secolo.
In basso: Il pubblico numeroso segue
l’incontro.
A lato: Giovanni Ruzzier (a sinistra) e
Kristjan Knez.
stante la sua sottigliezza, propone contenuti
interessanti e tuttora costituisce una lettura
obbligatoria per comprendere lo sviluppo storico del santuario. Ruzzier ha ricordato che
“La Madona de Strugnan rappresentava per i
Piranesi tutti una certezza, intesa come protezione alle loro attività, infatti numerosi sono
sempre stati gli ex voto, specie dei marittimi,
ma anche dei lavoratori dei campi” e ha proseguito “I nostri marineri quando lasciavano
Pirano per andare a Trieste o a Punta Sdobba
per caricare sabbia, guardavano sempre con
devozione la grande croce che sovrasta il colle
di Strugnano e apre le sue braccia al golfo di
Trieste, raccomandandosi alla Vergine Maria,
specie quando il mare in burrasca metteva in
difficoltà i velieri e, più tardi, i motovelieri.
Al colle di Strugnano ed alla sua chiesa guardavano fiduciosi anche i contadini implorando dalla Vergine aiuto per la buona riuscita
del raccolto”. Nel suo intervento Ruzzier ha
presentato il legame della popolazione locale
con il luogo mariano e ha rimarcato quanto
fosse sentita la partecipazione da parte degli
abitanti della città di San Giorgio e delle località limitrofe. “Questa era la realtà in cui noi
Piranesi vivevamo prima dell’esodo e, ancora
oggi, invidio i Piranesi residenti a Trieste perché possono in qualsiasi momento raggiungere questo eremo di pace, trovando in questa
piccola chiesa assurta al ruolo di santuario
mariano, conforto alle loro ansie, ai loro problemi, al loro vivere quotidiano”.
In concomitanza con l’importante anniversario, Ruzzier ha ritenuto opportuno recuperare quel testo, riprodurlo e renderlo nuovamente disponibile. Con questa ristampa ha
desiderato contribuire ai festeggiamenti di
quest’anno; un’iniziativa lodevole che palesa
l’attaccamento del suo promotore alla terra
natia, in particolar modo a Pirano. L’opuscolo, poi, è diventato ormai una rarità, pertanto
la sua riproposta è stata salutata positivamente e con interesse. Ma, come ha evidenziato
il nostro concittadino: “Non è stato facile
trovarlo, miracolosamente salvato dall’esodo
INAUGURATA MOSTRA
D’ARTE SACRA
L
o scorso 5 agosto, nell’atrio coperto
del convento francescano di Strugnano, è stata inaugurata la mostra
dei lavori realizzati nel corso della colonia
artistica svoltasi nella stessa località tra
il 22 e il 28 aprile di quest’anno. Questi
andranno a costituire la collezione d’arte
sacra contemporanea in seno al santuario.
L’iniziativa è stata promossa in occasione
del cinquecentesimo anniversario dell’apparizione della Madonna.
Gli artisti, selezionati dal direttore artistico Klavdij Tutta e da padre Niko Žvokelj,
hanno presentato le loro opere seguendo
la tecnica a loro più congeniale. L’estro
creativo è stato espresso da undici pittrici
e pittori, da una scultrice e da un fotogra-
e custodito con amore. Ci sono delle cose,
anche talvolta banali, che ci accompagnano e
che senti di far parte della nostra quotidiani-
tà, del nostro essere presenti con gli affetti, i
ricordi, le speranze. Questo libretto fa parte
di tutto ciò”.
Kristjan Knez
fo. La critica Nives Marvin ha presentato le
opere e i seguenti autori: i pittori Klementina Golija e Klavdij Tutta di Kranj, Nikolaj
Mašukov di Ljubno, Janko Orač di Novo
mesto, Matej Metlikovič e Darko Slavec
di Lubiana, Mira Ličen Krmpotić e Fulvia
Zudič di Pirano, Hrvoje Marko Peruzović
di Spalato nonché Valentin Oman e Karl
Vouk dalla Carinzia austriaca; la scultrice
Katja Smerdu di Strugnano e il fotografo
Ubald Trnkoczy di Lubiana. Nel catalogo
della mostra, nella presentazione bilingue,
la già ricordata Marvin scrive: “I dipinti, la
scultura, la multivisione e le fotografie che
gli autori hanno donato all’organizzatore
costituiscono memorie tangibili e perenni,
espressioni di valori, conoscenze, esperienze, pensieri, idee, visioni e sensazioni individuali in un ambiente e in un momento
precisi. Possiamo osservare tredici creazioni molto diverse tra loro, originali
anche nell’approccio e nei procedimenti
artistici. La scelta soggettiva dei generi e
delle tecniche sottolinea ulteriormente
le differenze, l’inconfrontabilità e quindi
la riconoscibilità stessa dell’autore delle
singole interpretazioni, mentre la mostra
nel suo insieme è permeata da particolari genius seculi e genius loci che scaturiscono dalla concreta microubicazione del
complesso conventuale”. Kristjan Knez
15
S P E C I A L E
1912-2012
CENT’ANNI DEL TRAM
PIRANO-SANTA LUCIA
MEZZO DI TRASPORTO PRATICO ED ECONOMICO
È
RICORDI D’ALTRI TEMPI
arcinoto che i più anziani sono abituati rievocare i tempi passati, sia
gli avvenimenti festosi come pure
qualche fatto triste; le gioie e i dolori della vita che più sono rimasti impressi nella
loro mente. Quindi dei fatti, avvenimenti
di Pirano ci si rifà spesso alle novità più
salienti non trascurandone perciò l’inaugurazione della linea tranviaria Pirano-S.
Lucia. E in questi appunti ci avvaliamo
proprio di un ricordo della connazionale piranese Pina Del Ben nata Potocco,
morta poco tempo fa, mentre precedentemente ci aveva lasciato qualche notizia,
dei ricordi sul tram assieme alla vecchia
foto che pubblichiamo. Suo padre era tra
i primi tranvieri e perciò ha elencato i
nomi e alcuni soprannomi del gruppo di
lavoratori del tram. “La tranvia di Pirano
è stata inaugurata nel 1912 da una ditta
germanica di Monaco di Baviera. Allora,
i tranvieri erano 12 assieme al capo e il
controllore, mentre altri erano gli addetti
alla rimessa e per la pulizia dei tranvai.
Ecco i nomi dei primi tranvieri (nella foto
da sinistra):
1. Domenico Lugnani
2. Antonio Spangher (ingegnere tedesco)
3. Andrea Ceroici
4. Giovanni Viezzoli (Lepo morto nel
1977 all’età di 94 anni)
5. Antonio Petronio (Sbrissa)
6. Antonio Aber
7. Antonio Zuder
8. Giovanni Giraldi
9. Giovanni Potocco
10. Romano Giraldi (Brustolin)
11. Francesco Chierego (Checo)
12. Pietro Degrassi
I tranvieri vestivano la divisa di panno
16
Foto storiche
Il personale della tranvia nel periodo
antecedente la prima guerra mondiale.
In basso: i dipendenti alla rimessa del
tram alle porte di Pirano.
nero col distintivo TP (tranvia Pirano) in
metallo e il berretto con lo stemma germanico; d’estate i tram erano sempre ben
puliti e lucidi; per l’inaugurazione tutti imbandierati e con tanti festoni.
I tranvai partivano alle 6 e rientravano con
l’ultima corsa alle ore 23 con capolinea a
Pirano in Piazza Tartini e a S. Lucia vicino
al campo sportivo. L’ultima corsa venne effettuata nell’agosto 1953”.
Elio Musizza ed Ondina Lusa
da: “Lasa Pur Dir” n. 2, Pirano 1977, pp. 48-49.
IL TRAM DI PIRANO
I Piranesi amavano troppo la loro città,
in quel lontano 1896, per accorgersi e
ammettere in buona pace che la natura
aveva frapposto insormontabili difficoltà
acciocché il tracciato della costruenda ferrovia Trieste-Buie-Parenzo permettesse il
passaggio di questa almeno in prossimità
delle sue mura. I suoi abitanti protestarono
fermamente, ma in maniera altamente civile, come era costume in quei tempi beati,
presso le autorità preposte. Non dobbiamo
dimenticare che a quell’epoca Pirano era
uno dei centri più importanti dell’Istria
tenendo conto che sia Capodistria che Parenzo avevano circa 10 mila abitanti contro
i 13 mila di Pirano.
Bisogna dare atto alla buona volontà della
commissione di revisione del progetto che
venne incontro ai desideri dei Piranesi spostando il tracciato portandolo dalla valle
di Strugnano, attraverso una galleria fino
a S. Lucia. I Piranesi non disarmarono e
cercarono di far arrivare il tram almeno a
S. Bernardino, ma la commissione questa
volta fu irremovibile.
Allo stesso tempo una potente formazione
di capitalisti della monarchia viennese aveva intrapreso il lancio turistico-balneare di
Portorose notando l’urgente necessità di
collegare in qualche maniera Portorose sia
con Pirano che con la stazione ferroviaria
di S. Lucia. Fu subito scartata l’idea della
trazione a vapore perché il fumo e il rumore avrebbero disturbato i turisti stranieri
sempre più numerosi. Le discussioni si
prolungarono per parecchi anni e la proposta del tram a cavalli, patrocinata dal
Comune e appoggiata dal podestà d’allora,
signor Fragiacomo, perché ritenuta la più
economica, poco mancò fosse messa in
atto. Prevalse invece l’idea, giunta da Vienna, di impiantare in via sperimentale un
servizio filobus e tranvie senza rotaie, detti
elettromobili, che venivano azionati da motori elettrici. Tale servizio durò solamente
due anni, dal 1909 al 1911, ma bastarono
a rendere Pirano una delle prime città al
mondo ad aver usato i filobus. Le condizioni delle strade di quel tempo (terra battuta
e macadam) quasi sempre in pessimo stato
consigliarono di trasformare le linee di filobus in tranviarie. Il tracciato venne portato
a termine in soli sei mesi e così il primo
viaggio ufficiale del tram venne effettuato
il 20 luglio 1912. Il parco viaggiante consisteva all’inizio in quattro carrozze-motrici,
un rimorchio chiuso e uno aperto, tutti
costruiti dalla Casa Weitzer di Graz con
equipaggiamenti elettrici della Siemens di
Vienna. Le motrici avevano la capacità di
20 posti a sedere e 20 posti in piedi. La
velocità massima consentita dal tracciato
era di 26 km all’ora. L’impianto venne a
costare circa 150 mila corone delle quali
un terzo a carico del Comune.
Causa l’aumento del traffico automobilistico e anche dell’invecchiamento del parco
rotabile, la gloriosa tranvia Pirano-Portorose-Stazione S. Lucia venne chiusa al traffico
nell’agosto del 1953. Molti di noi si ricorda-
Mezzo di trasporto cittadino
Il tram passava per Piazza Tartini non
lungi dal palazzo del Comune.
no ancora il mesto corteo di motrici e vagoni nel loro ultimo viaggio prima di essere
imbarcati per altre destinazioni.
Claudio Polvi
da: “Lasa Pur Dir” n. 2, Pirano 1977, pp. 50-51.
RICORDANDO IL TRAM
Ad una certa età siamo portati a rievocare gli anni della nostra gioventù,
ricordando i fatti che più sono rimasti
impressi nella nostra mente. Succede anche che riemergano dei ricordi che credevamo di aver dimenticato. In questi
appunti vi voglio raccontare quello che
ancora ricordo del tram di Pirano, che
“ Non era veloce,
tanto che per
compiere il tragitto
di poco più di
cinque chilometri,
impiegava circa
mezz’ora
”
per oltre 40 anni è stato un mezzo di trasporto comodo, economico, puntuale, e
che ha avuto un importante ruolo nella
vita di Pirano, Portorose, S. Lucia e din-
torni. Ho viaggiato con il tram negli ultimi tre anni del suo esercizio, cioè dal
1950 al 1953 per recarmi a scuola, da
Portorose, in cui abitavo, a Pirano, dove
frequentai quattro anni della scuola ottennale. Il tram partiva da Pirano e rispettivamente da S. Lucia ad intervalli
di trenta minuti, iniziando le corse alle
cinque del mattino e terminando alle
23. Non era veloce, tanto che per compiere il tragitto di poco più di cinque
chilometri, impiegava circa mezz’ora,
anche a causa delle numerose fermate,
più di una ventina, in maggior parte a
richiesta. Cercherò di elencarle con le
denominazioni di allora. Partendo da
Piazza Tartini la prima fermata era al
Borgo (Piazza S. Rocco), Sottomogoron
(o Sanità), Bagni Riviera, Rimessa del
tram, Case gialle, Fabbrica Salvetti, S.
Bernardino, Squero, Officina gas, Casa
Rossa, Sisa (Riedl), Scambio (Fisine),
Magazeni, Direzione saline, Villa Maria,
Hotel Central, Portorose piazza, Acqua
Madre (campi tennis), Villa S. Marco,
S. Lorenzo, Saline, Marasca (S. Lucia),
Casa del Popolo ed infine il capolinea
della stazione. Le vetture tramviarie
consistevano in 5 motrici e 6 rimorchi, uno dei quali per il servizio estivo,
aperto lateralmente. Ciascuna aveva 20
posti a sedere, su sedili di legno a strisce ed in alto le reticelle per bagagli e
pacchi, ed altrettanti posti in piedi. Gli
adulti, si aggrappavano con la mano sugli appositi appigli che pendevano dal
soffitto, per mantenersi in equilibrio
durante il tragitto. I tranvieri, normalmente, erano due: il conducente, ritto
in piedi, con le sue manovelle e leve di
comando, ben lucidate, con il piede premeva sulla campana per avvertire eventuali veicoli e pedoni, di sgomberare la
strada. L’altro tranviere era il fattorino,
con la sua borsa a tracolla vendeva i biglietti, o, con l’apposita pinza, bucava
gli abbonamenti. Era munito anche di
un fischietto con cui avvertiva il conducente di poter proseguire la corsa. Per
prenotare le fermate a richiesta, si premeva su pulsanti sistemati in vari punti delle vetture. Talvolta, quando non
17
Dipinti rievocativi
In una serie di quadri Giulio Ruzzier ha riprodotto il percorso del tram.
In basso: I dipendenti della linea tranviaria in una foto d’epoca.
A lato: il tram in Piazza Tartini.
c’era spazio a sufficienza nelle vetture,
alcuni passeggeri viaggiavano anche sui
gradini e pedane esterni. I viaggiatori
abituali erano operai delle varie industrie locali: della fabbrica Salvetti, del
cantiere navale, delle saline, della miniera di Sicciole, o gli addetti che operavano nel settore turistico, e poi c’erano
gli scolari, le massaie, provenienti dalle campagne circostanti portando sul
capo i pianeri e le saine colmi di frutta
e verdure con cui fornivano il mercato di Pirano, le cosiddette done del late
provenienti anche da Malio, Corte, Sicciole che di buon mattino
trasportavano i loro recipienti, detti ramine, a dorso
d’asino fino alla stazione
di S. Lucia per trasbordarli
sul tram e per poi distribuire il latte a molte famiglie
piranesi. Io, a quei tempi
abitavo a Santiane, l’altura sovrastante Portorose.
Per recarmi a scuola dovevo prendere il tram alle
7.30 in piazza a Portorose
partendo da casa circa 10
minuti prima. A volte anche lo perdevo. Se sentivo
lo stridere delle sue ruote
18
sul giro di S. Lorenzo (oggi Metropol),
allora non mi restava altro che mettermi
di buon passo e camminare verso Croce
Bianca, il cimitero, la Carrara di Raspo
fino in Piazza Tartini e arrivavo in classe,
tutto affannato, pochi istanti prima che
vi entrasse l’insegnante.
La scuola era ubicata nell’ala sinistra del
palazzo comunale, sopra la vecchia caserma dei pompieri. A volte, noi ragazzi,
combinavamo qualche scherzetto: poco
prima che arrivasse il tram in piazza a
Pirano, mettevamo sulle rotaie, a debita
distanza, delle cartucce di pistole-giocat-
tolo o scacciacani. Al suo arrivo provocava un rumoroso scoppiettio simile ad
una raffica di arma da fuoco. Immaginate il disappunto dei tranvieri. Mi ricordo
anche di uno strano personaggio: alto,
magro, portava a tracolla un sacchetto
con la merenda, era l’addetto alla manutenzione delle rotaie. Lo chiamavamo Toni Clanfa. Munito di una specie
di pala appuntita, la spingeva davanti
a sé inserendola nella scanalatura della
rotaia asportando eventuali detriti, sassi, terriccio, che potevano provocare il
deragliamento delle vetture. Da notare
che le strade non erano ancora del tutto asfaltate. Noi ragazzi ci divertivamo a
prenderlo in giro, se durante il tragitto lo
vedevamo al lavoro, lo facevamo arrabbiare gridandogli: “Clanfaaa…” e lui, ad
alta voce ci malediva i parenti più stretti,
agitando minacciosamente la sua pala.
Poi c’era una pescivendola ambulante,
Maria Slanca, una povera diavola che si
guadagnava il pane (ed il vino) vendendo
pesce nei dintorni di S. Lucia e Sicciole.
Di buon mattino acquistava il pesce dai
pescatori, nel mandracchio di Pirano,
quindi con due secchi colmi di sardelle,
spari, menoli, saliva sul tram scendendo
a S. Lucia per proseguire, a piedi, verso
le campagne, off rendo la sua merce di
casa in casa gridando: “Done, pesceee…
pesce frescoooo…”. Nelle giornate calde d’estate era seguita da una nuvola di
mosche attratte dall’odore del pesce. Nel
tardo pomeriggio, traballante, con i secchi vuoti, faceva ritorno a S. Lucia per
prendere nuovamente il tram per Pirano.
Siccome il tram non era eccessivamente
veloce, specialmente sulle curve, alcuni
ne approfittavano anche
per salirvi o scendere
durante la corsa. Ricordo pure che una volta
deragliò, uscendo dalle
rotaie, forse per l’inadeguata velocità, dopo
aver attraversato il ponte di S. Lucia in prossimità della trattoria di
Bastian (poi Ravaliko).
Anche al capolinea di
Piazza Tartini più volte
fuoriuscì dove finivano
le rotaie, proseguendo
per vari metri verso la
Casa veneziana, lascian-
do sul lastricato scanalature provocate
dalle ruote. A tarda sera, il tram rincasava e andava a godersi il meritato riposo
dopo la lunga giornata di servizio, nella
rimessa che noi ragazzi chiamavamo “La
casa dei trani”. E così giunse il 31 agosto 1953. Una pagina di vita si chiuse
nella storia della cittadina e dei dintorni. Il tram dunque se ne va. Colpito da
anzianità di servizio, questo veicolo che
fu per Pirano un simpatico distintivo di
vita per oltre 40 anni, lascerà per lungo
tempo un senso di nostalgia nell’animo
della gente. Dopo tanti viaggi via terra,
lo vedemmo partire sul mare, imbarcato
sul motoveliero “Nanos”, verso destinazione ignota. Giulio Ruzzier
UNA MOSTRA PER IL CENTENARIO
DEL TRAM
Alcune manifestazioni del comune di Pirano, secondo l’interpretazione dell’amministrazione sono “più nostre”, cioè
della comunità italiana, e altre meno.
Succede che, per quelle più nostre, il
comune non sempre presta la dovuta
attenzione, garantisce il dovuto sostegno
(anche finanziario) e si impegna alla loro
visibilità come fosse un fatto privato
piuttosto che un avvenimento pubblico
e dunque di tutti i cittadini siano essi
appartenenti alla maggioranza o alla minoranza nazionale o a cittadini di altra
provenienza. Le manifestazioni per il
centenario della messa in funzione del
tram Pirano-Santa Lucia, è stata una di
queste. Come se certi avvenimenti storici, nel caso specifico una conquista di
modernità per la popolazione del comune interessasse oggi solamente una
parte dei suoi cittadini. Forse è una mia
sensazione, ma l’anniversario del tram è
stata un’occasione mancata non solo per
ricordare degnamente quel periodo di
intraprendenza che vedeva Pirano fra le
prime cittadine ad adottare un sistema
di trasporto pubblico allora innovativo
ma anche e specialmente per riflettere
sull’attualità dei problemi legati al traffico, al trasporto urbano e al parcheggio
delle macchine. Problemi che, al momento, sembrano irrisolvibili.
Luciano Monica
100 ANNI DEL TRAM
Cari amici, questa volta ci troviamo a celebrare i 100 anni del tram de Piran, un’altra importante cerimonia, che idealmente
ripercorre un altro accadimento nei meandri della memoria di questa regione,
documento importante per certificare ulteriormente la nostra presenza su questo
lembo di terra istriana, attraverso molteplici documentazioni di arte, di cultura,
di usi, di modi di essere, di abitudini, che
formano il mosaico della nostra vita.
La presenza di questa linea tramviaria, inizialmente al servizio della “Parenzana”, si
è protratta fino all’agosto del 1953, quando le allora maestranze decisero che non
fosse più utile, a pro di altre forme di locomozione.
Oggi, per chi ancora come me si ricorda
dell’esistenza di questo tram, e ci ha viaggiato sopra, rivede il tutto con un certo
rimpianto forse, in quanto che il tram de
Piran ha rappresentato un momento importante della nostra vita e della nostra
storia: all’inizio come succursale della
“Parenzana”, e quindi attraverso ben
due guerre mondiali fino ai difficili anni
dell’immediato dopoguerra. Tempi
duri e difficili, dunque.
Ed ecco perché è necessario, credo,
incastonare, inserire, la storia del
nostro tram de Piran, proprio in quello specifico momento della nostra
storia: accanto a tante altre piccole
e grandi storie di piccoli e grandi
uomini, nella cornice dei primi anni
’50 del ’900. Su questa linea hanno
viaggiato, anche se per breve tempo,
generazioni di uomini e donne, con
i loro destini, con i loro problemi,
con le loro difficoltà, con le loro speranze e con le loro sofferenze, tutti
a sfilare attraverso un periodo non
certamente dei più belli della nostra
storia.
Momenti piacevoli, frammenti tragici, istanti incantevoli e parentesi
drammatiche di un vivere quotidiano. È la vita! Insomma, el tram
de Piran xe stado una parentesi della
nostra grande storia: era e rimane
nel ricordo, parte di noi, del nostro
essere, della nostra memoria storica
ed umana e del nostro divenire.
Intervento del vicesindaco Bruno
Fonda pronunciato in occasione
dell’inaugurazione della mostra
19
Molte le iniziative proposte
FINE ESTATE…
LE MANIFESTAZIONI SONO STATE REALIZZATE A PIRANO E NEL CIRCONDARIO
O
ra che il caldo torrido
dell’estate è stato attenuato dalla tempesta di
agosto, volgiamo il nostro pensiero alle attività della Comunità, attività che in realtà non
si fermano nemmeno d’estate.
Questa stagione è stata segnata da avvenimenti importanti
come il 320esimo della nascita
di Giuseppe Tartini, il quinto
centenario dell’apparizione della Madonna di Strugnano, il
centenario del tram di Pirano
ed il progetto sulle saline che è
iniziato già a gennaio. Giulio, il
nostro pittore documentarista,
è in esposizione nell’atrio del comune di Pirano con i suoi tram.
La ricchissima mostra su Tartini ha fatto onore ed informato
i visitatori sul personaggio, da
aprile a giugno. Nell’ambito
del progetto sulle saline, che ha
dato vita a numerosi incontri,
conferenze, dibattiti e mostre,
ultima delle quali, nei mesi estivi quella al pianterreno in Casa
Tartini con dipinti e ceramiche
sul tema. Numerosi ed ammirati i visitatori di varie provenienze. L’evento celebrativo
per i 500 anni dell’apparizione
della Madonna a Strugnano
era stato annunciato già l’anno
scorso e c’è stata un’ampia collaborazione tra la Comunità ed
il rappresentante del Convento
di Strugnano, frate Niko. Questa primavera si è tenuta una
colonia artistica pittorico internazionale a cui hanno preso
parte numerosi pittori accademici, tra cui Fulvia, per esaltare,
tramite l’espressione della loro
arte, l’evento dell’apparizione.
Le opere risultate sono raccolte
in un catalogo e sono esposte
20
nelle sale al pianterreno di Casa
Tartini. Quest’anno a giugno, a
conclusione delle attività, i gruppi della nostra Comunità si sono
presentati a Strugnano nello scenario suggestivo circostante la
chiesa proprio per onorare il giubileo dell’apparizione, dando vita
ad una giornata culturale che ha
confermato l’impegno e la dedi-
zione degli attivisti. L’immancabile Famea dei salineri nei loro costumi tradizionali con l’offerta di
sale e con gli attrezzi. Il gruppo di
pittura che ha allestito una bella
mostra di paesaggi sul prato attorno alla chiesa ed
alcune interessanti
rappresentazioni
della Madonna dinanzi alla facciata
della chiesetta. Il
gruppo dei nostri
mandolinisti si è
esibito in un ricco
repertorio dimostrando la bravura
dei suoi componenti. Il programma musicale è
proseguito
con
gli ospiti della vicina Buie che ci
hanno deliziati proponendoci
piacevoli brani sempreverdi. Sul
piccolo palcoscenico, gli attori del
MINICANTANTI E INVENTASTORIE
I
l gruppo dei minicantanti della nostra Comunità, guidato dalla maestra Dolores Barnaba ha concluso l’attività prima delle vacanze estive, esibendosi alla Casa di cultura di
Bertocchi dove i ragazzi si sono presentati con
tre canzoni. Il caloroso pubblico ha applaudito
la canzone I dolcetti, con la quale si sono presentati tutti assieme, mentre Aurora Lovrečič da solista ha cantato Mamma show e Laureen Zakinja
Il torero camomillo, accompagnate dal coretto. I
bambini dei gruppi dei Minicantanti e dell’Inventastorie si sono presentati, il 21 giugno, al
saggio di fine anno negli ambienti della scuola
elementare “Vincenzo e Diego de Castro” di
S. Lucia, dove, oltre ai canti, è stata allestita
la mostra dei lavori realizzati dai bambini del
laboratorio creativo de l’Inventastorie, guidato
da Mariella Batista ed Elena Bulfon Bernetič,
gruppo filodrammatico ci hanno
divertito con alcuni dei loro pezzi
forti. Dopo la Santa Messa, tenuta da frate Niko, pure in lingua
italiana, all’interno della bella
chiesetta, il nostro coro ha eseguito un repertorio di brani sacri e Canti Mariani con il solista
Neven Stipanov e Davide Circota
all’organo. Nel frattempo i frati e
le signore della Comunità locale
di Strugnano hanno imbandito
i tavoli off rendo a tutti, attivisti e
spettatori, un rinfresco. Quest’estate si è tenuta pure la celebrazione del 40esimo dell’Auditorium di
Portorose. Nell’insieme uno spettacolo divertente che ha riscontrato applausi e consensi. Peccato
che i giovani che sono attualmente alla guida dell’ente, non siano
informati dell’ampia collaborazione che c’è stata negli anni con la
Comunità “Giuseppe Tartini” di
Pirano.
Liliana Stipanov
e presentato la fiaba scritta ed illustrata Pericolo e gli occhiali. Ultima esibizione prima
della pausa estiva il 7 luglio a Visinada, in cui
i minicantanti delle CI di Pirano e Visinada,
accuratamente preparati dalla maestra Dolores Barnaba, si sono esibiti all’aperto nella
cornice della cisterna cittadina. L’attività dei
gruppi riprenderà nel mese di settembre.
Tra beghe e relazioni
AMENITÀ TRA BUIE
E PIRANO
NOTE SUL PASSATO COMUNE DELLE DUE LOCALITÀ
N
che ne voleva avere il controllo
perché considerata punto strategico importante. Non per niente
altri autori l’hanno definita spia
o vedetta dell’Istria. Non certo
per la sua elevata altitudine ma
per la sua posizione centrale rispetto al territorio circostante
che permette di spaziare a trecentosessanta gradi. Continuando
nel tempo, i contrasti a “livello
centrale” tra la Serenissima Repubblica e il Patriarcato, si esprimevano poi a livello locale in
continue scaramucce di confine
(dopo secoli non ancora esaurite)
fra Pirano (veneziana dal 1283) e
Buie (patriarchina fino al 1412).
Ma i litigi erano precedenti e
continuarono anche dopo la dedizione di Buie alla Serenissima
Repubblica di Venezia come testimonia un documento del 1212
emanato dal Patriarca di Aquileia per regolare i confini fra i
due abitati in contrasto riguardo ai territori di Castelvenere!
La stessa Venezia, durante il
dominio su tutto il territorio
in causa, diede il benestare ai
Piranesi e al capitano di Raspo
per abbattere le mura cittadine
di Buie. Siamo nel 1412. Ma i
Piranesi non contenti dell’operato dato che il loro scopo finale era quello di annettersi il
territorio, chiesero a Venezia il
permesso per abbattere anche
il campanile perché pericoloso punto di controllo. Così fu
che Buie rimase senza mura e
senza campanile. Appena qualUn cimelio piranese a Buie
Il lampadario già esistente al Teatro che decennio più tardi Venezia
stessa intervenne affinché si
Tartini, dal 1934 si trova nella
ricostruissero prima le mura e
chiesa di San Servolo a Buie.
A lato: l’interno del duomo buiese poi il campanile. Altri fatti di
ell’ultima escursione
per l’Istria, organizzata
dalla nostra Comunità,
curata e guidata dal sottoscritto
il 12 maggio u.s., la prima tappa
del viaggio che ci doveva portare
fino ad Albona, è stata Buie della
quale Giuseppe Caprin, giornalista, patriota garibaldino nonché
scrittore, grafico ed editore triestino, scrisse nel suo ultimo libro
L’Istria nobilissima: “Un solo posto dell’Istria offre un panorama
più vasto ed è quello che si gode
dal Monte Maggiore, però non
è così bello”. Detto da uno che
aveva l’Istria nel cuore e l’aveva
percorsa e descritta in lungo e in
largo, non è cosa da poco. Difatti già nei tempi passati Buie, con
i suoi 222 metri sul livello del
mare, era contesa tra il Patriarcato di Aquileia del quale faceva
parte e la Repubblica di Venezia
cronaca riguardano la fede.
Alla fine del ’400, inizi
’500 le genti dei due territori furono testimoni di fenomeni molto simili: l’apparizione della Madonna
e la successiva costruzione
di una chiesa a suo nome.
A Buie apparve in sogno
ad un signore nell’anno
domini 1497 il quale si
recò subito a Venezia per
acquistare una madonna
lignea che assomigliasse a
quella sognata. Rientrato
tardi dal viaggio, trovata
chiusa la porta della città,
dovette passare la notte in
un orto lì vicino da dove la
statua non ne volle sapere
di muoversi. Fu così che la chiesa
della Madonna della misericordia venne costruita l’anno dopo
subito fuori la porta principale
delle mura cittadine e divenne
ben presto luogo di culto molto
noto. Anche fuori Pirano e precisamente in zona Strugnano,
quindici anni più tardi, 2 abitanti, custodi delle campagne, nella
notte fra il 14 e il 15 di agosto,
ebbero una visione laddove già
precedentemente sorgeva una
chiesetta. Eravamo nel 1512,
quando sul luogo venne costruita una chiesa dedicata a Santa
Maria della Visione. Ora ne
sono passati 500 di anni e, dopo
vicissitudini fauste ed infauste, il
luogo è ancora ben frequentato.
Nei secoli successivi gli animi
si calmarono tanto che possiamo annotare qualche segnale
di collaborazione fra Pirano e
Buie. Per esempio l’architetto
che costrui il duomo di Pirano,
Zuanne Dongetti, è lo stesso
che venne chiamato a Buie per
la costruzione della nuova chiesa cattedrale. Ma ahimè, ben
presto fu cacciato perché fra
investitori buiesi e progettista
non ci fu intesa sulla direzione
in cui doveva situarsi la facciata
rispetto alla piazza dedicata al
patrono San Servolo. Ad onta
dei Piranesi fu chiamato un certo Antonio Naiber, capomastro
di Capodistria. Consacrata nel
1784, conserva al suo interno,
in bella mostra dal 1934, il bellissimo lampadario che prima
pendeva dal soffitto del Teatro
Tartini. Si dice per merito di
un benefattore del posto. C’è
da crederci? Chissà se i “combattenti per il confine meridionale” lo sanno. Spero proprio
di no, almeno non prima che
Slovenia e Croazia firmino il
trattato di definizione dei conLuciano Monica
fini.
21
SCUOLE NOSTRE
I RAGAZZI E GLI INSEGNANTI SCRIVONO
era arrivato: lentamente, abbiamo calato la
nave in acqua e…. esperimento riuscito, la
nave ha galleggiato perfettamente! Così si
è concluso il progetto “L’angolino dell’ingegnere”. Con tanta soddisfazione siamo
tornati all’asilo, dove, stanchi ma contenti,
abbiamo smontato il “cantiere” e fatto posto ad un nuovo angolino.
L’ANGOLINO
DELL’INGEGNERE
SCUOLA DELL’INFANZIA
“LA COCCINELLA”, SICCIOLE
Quest’anno ci è venuta un’idea ingegnosa: allestire un angolino dove creare ogni
cosa con materiali di recupero (bottiglie
di plastica, cartone, vecchi cd, cilindri di
carta igienica…). Tutti insieme, maestri
e bambini, abbiamo deciso di chiamarlo
“L’angolino dell’ingegnere”. È stato bellissimo poter dare sfogo alla nostra creatività! Abbiamo portato a termine tantissimi
progetti di cui molti davvero impegnativi, come castelli, aerei, automobili e navi
spaziali. Prima di unire le varie parti di
un futuro modellino, abbiamo preparato i progetti su carta, per non sbagliare
l’assemblaggio. Anche grazie a questa importante fase abbiamo raggiunto sempre
ottimi risultati. Per concludere il progetto
“L’angolino dell’ingegnere” abbiamo deci-
I bambini e gli insegnanti
Mariella Batista e Sebastijan Chiavalon
so di assemblare una nave capace veramente di solcare i mari! Dopo un mese di lavori, tra bozze, scelta dei materiali più adatti,
costruzione, prove di stabilità della nave
all’asciutto, eravamo finalmente pronti per
scoprire se la nave sarebbe rimasta a galla.
Abbiamo deciso di fare il test a Fiesso. Con
un po’ di fatica e tanta impazienza abbiamo
trasportato la nave manualmente fino alla
spiaggia. Non stavamo più nella pelle per
l’emozione e la curiosità di scoprire quello
che sarebbe successo. Il momento del varo
22
LA CANZONE DEI
CONIGLIETTI
SCUOLA DELL’INFANZIA
“LA COCCINELLA” PIRANO, LUCIA
La canzone dei Coniglietti è stata ideata
nella sezione dei bambini dai 2 ai 5 anni
di età, durante il raduno mattuttino e le
attività di routine quotidiana, per consolidare le relazioni tra i bambini e trasmettere il senso di appartenenza al gruppo (noi
insieme). Noi bambini siamo più o meno
piccoli, ma siamo tutti amici, giochiamo e
ci divertiamo insieme e siamo orgogliosi…
di essere Coniglietti! La canzoncina è diventata ormai l’inno della nostra sezione.
Ve ne presentiamo il testo:
CONIGLIETTI
Siamo il gruppo dei Coniglietti,
tutto il giorno saltiamo contenti.
Tutto il giorno stiamo a giocare,
ma non dobbiamo litigare.
Giocando impariamo,
e non ci lamentiamo.
Se qualcosa non vi va,
i Coniglietti stiamo qua.
Speriamo che la nostra canzoncina vi piaccia, a noi piace tantissimo!
Il Gruppo dei Coniglietti e la maestra
Aida Gruden
MIX
RUBRICA D’INFORMAZIONE
AVVISO
I
nformiamo i nostri lettori che “il Trillo” ospita
testi, contributi e fotografie di tutti coloro che
sentono il desiderio di inviarci aneddoti, racconti
di vita vissuta, vecchie storie, memorie e fotografie
della Pirano di un tempo. È un modo per raccogliere ancora testimonianze, prima che queste siano
cancellate dall’oblio del tempo: una maniera per
documentare questa nostra presenza su questo
lembo di terra istriana. Ognuno di voi certamente avrà dei racconti, delle storie di vita vissuta,
ambientate o riguardanti la nostra città, conservati e celati nella propria memoria. Si tratta
di estrapolarli e di inviarceli, preferibilmente in
forma elettronica. Grazie per la collaborazione.
La redazione de “il Trillo”
BIBLIOTECA DIEGO DE CASTRO
D
esideriamo informare i nostri gentili lettori che la nostra Biblioteca dispone quest’anno di nuovi
libri ordinati su segnalazione di voi lettori. Vi invitiamo quindi a farci visita per prestarvi le novità che abbiamo a disposizione. Oltre ai libri la nostra Biblioteca dispone pure di riviste su svariati
argomenti che potete consultare.
BIBLIOTECA
DIEGO DE CASTRO
STANZA RICORDO
GIUSEPPE TARTINI
AVVISO
ORARIO
Lunedì dalle ore 10 alle ore 12 Giuliana Del Giusto
Martedì dalle ore 10 alle ore 12 Daniela Paliaga
Mercoledì dalle ore 16 alle ore 18 Ondina Lusa
Giovedì dalle ore 14 alle ore 16 Daniela Sorgo
Venerdì dalle 10 alle ore 12 Kristjan Knez
Tutti i giorni dalle ore 11.00 alle ore 12.00
dalle ore 17.00 alle ore 18.00
Lunedì chiuso
Prezzo del biglietto:
adulti: 1,50 €; studenti e pensionati: 1,00 €
PASSAPAROLA!...
CONCORSO
VERSI AL VINO
I
l vino è come la poesia, che si gusta meglio e che si capisce davvero, soltanto quando si studia la vita,
le altre opere, il carattere del poeta,
quando si entra in confidenza con
l’ambiente dove è nato, con la sua
educazione, con il suo mondo.
(Mario Soldati, Vino al vino)
Lo scrittore e regista italiano
amava descrivere il vino come
la poesia della terra ed è con
questo pensiero e intento che
la Comunità degli Italiani insieme agli organizzatori della
tradizionale manifestazione Festa del Vin, vi propone un bel
viaggio tra le parole e i colori, il
concorso Versi al vino dedicato
al vino e all’uva.
Gentili lettori, con questo numero de “il Trillo”, passate parola ai vostri amici, ai parenti e
conoscenti per far conoscere il
concorso e invitate tutti, anche
i vostri nipoti a mandare aneddoti, poesie, racconti fantastici, citazioni, leggende popolari
e tradizionali sui tesori nel bicchiere. Il concorso è rivolto a
tutti e prevede la partecipazione delle nostre scolaresche,
che “a misura di bambino”
manderanno i loro disegni o
racconti. E per chi invece, conosce e usa il nostro dialetto,
le sue opere saranno inserite
nella sezione dialettale. Quin-
CORSO
DI MANDOLINO
PER GIOVANI
C
arissimi giovani, siete
invitati a iscrivervi al
corso gratuito per mandolino che inizierà nel mese
di settembre e si terrà al venerdi alla scuola elementare
italiana di Santa Lucia, dalle
ore 16.00 alle ore 17.00. A
questo corso hanno aderito
già quattro bravi giovani che
si sono esibiti un paio di volte nella nostra Comunità.
Possono iscriversi i ragazzi
dalla quarta classe in poi.
Invitiamo pure le persone
adulte che desiderano imparare a suonare il mandolino
(gratuitamente) nella sede
della Comunità di Pirano,
ogni mercoledi dalle ore
15.00 alle 16.00.
Per informazioni contattare
il mentore allo 041 268 723
(Arcangelo Svettini).
di, non stancatevi di suggerire
l’idea di partecipare a Versi al
vino, avete tempo di pensarci e
di mandare il tutto entro il 30
ottobre prossimo all’indirizzo
della Comunità degli Italiani,
precisando Sezione lingua italiana e/o Sezione dialettale.
In seguito, l’apposita commissione giudicatrice selezionerà
i tre migliori lavori pervenuti e in una serata a tema
consegnerà i premi ai partecipanti del concorso.
Il Trillo, foglio della comunità italiana di Pirano
Caporedattore: Kristjan Knez | Redazione: Bruno Fonda, Kristjan Knez, Ondina Lusa, Luciano Monica | Segreteria: Marisa Zottich De Rosario, Fulvia Zudič
Progetto grafico: www.davidfrancesconi.eu | Stampa: Pigraf s.r.l, Isola
Sede: Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini”, Via Kajuh 12, SI-6330 Pirano | Recapiti: Tel. segreteria: +386 (5) 673 30 90; Fax: +386 (5) 673 01 45;
Contabilità: +386 (5) 673 30 91; Fulvia Zudič: +386 (5) 673 01 40 | E-mail: [email protected] | www.comunitapirano.com
Il periodico esce grazie al contributo del Comune di Pirano, del Ministero per l’istruzione, la scuola, la cultura e lo sport della Repubblica di Slovenia e della
Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste-Fondo donazione prof. Diego de Castro | Pirano, 31 agosto 2012
23
CONOSCIAMO
IL NOSTRO DIALETTO
RUBRICA DEDICATA AL NOSTRO VERNACOLO.
PER SORRIDERE, RICORDARE ED IMPARARE DALLA STRAORDINARIA SAGGEZZA LOCALE
di Donna Luisa
C
arissimi amici lettori!
Nel ricordare i 100 anni della prima corsa del tram, avvenuta il 20
luglio 1912, presento il bollettino delle tariffe per le vetture tratto dalla Guida di Portorose compilata da Carlo Baxa nel 1920.
1. Pirano-Casa Rossa:
a) solo andata…Lire 5. b) andata-ritorno
con 10 minuti di fermata… Lire 7.
2. Pirano-Portorose
a) solo andata …Lire 7. b) andata-ritorno
con 10 minuti di fermata… Lire 10.
3. Pirano-Ferrovia:
a) solo andata … Lire 10. b) andata-ritorno con 10 minuti di fermata… Lire 14.
4. Casa Rossa-Ferrovia:
a) solo andata … Lire 8. b) andata-ritorno con 10 minuti di fermata..Lire 10.
5. Portorose-Ferrovia:
a) solo andata … Lire 5. b) andata-ritor-
Il nostro tram
Il mezzo mentre
transita per
Piazza Tartini, si
notano i binari.
Foto della
collezione del
sig. Josip Sobota
no con 10 minuti di fermata… Lire 8.
Questi erano i prezzi che i nostri nonni
pagavano per arrivare da Pirano a Santa
Lucia e viceversa.
Questo mese i lemmi dialettali mi sono stati trasmessi dalla signora Nella Nemec di Strugnano che ringrazio e saluto. La soluzione dovrà pervenire entro il 15 ottobre 2012.
Il partecipante, la cui risposta esatta verrà estratta, riceverà un prodotto di bigiotteria
placcata argento (creazioni di Monique e Sarah Vuk)
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
21.
24
Anera
Cagneto
Caval
Cavera
Cioca
Conigio
Crocal
Dindio
Levere
Lumaga
Manzo
Micio
Moschin
Musso
Naserda
Piegora
Pulisin
Scarpion
Sorzeto
Tavarassa
Vedel
A.
B.
C.
D.
E.
F.
G.
H.
I.
L.
M.
N.
O.
P.
Q.
R.
S.
T.
U.
V.
Z.
Pecora
Vitello
Bue
Gatto
Topolino
Lumaca
Scorpione
Moscerino
Asino
Anitra
Cagnolino
Tafano
Gabbiano
Pulcino
Capra
Lepre
Tacchino
Cavallo
Coniglio
Lucertola
Chioccia
SOLUZIONI DEL CONCORSO N° 3
Andito/Corridoio, Beleto/Rossetto,
Bissiga/Vescica, Bochisâ/Sbadigliare,
Bonbâ/ Inzuppare, Ebete/Deficiente,
Ingropâ/Annodare, Montura/Uniforme,
Polsâ/Riposare, Pomela/Bacca,
Scabel/Comodino, Semoloso/
Lentigginoso, Senpiesso/Sciocchezza,
Sestela/Cestello, Sigala/Cicala,
Sonfo/Monco, Spaliâ/Sparpagliare,
Sponta/Iniezione, Squero/Cantiere,
Stiama/Squama, Tacadisso/Appiccicoso.
Tra le risposte esatte è stato sorteggiato
Umberto Tamaro di Santa Lucia che riceverà la pianta ornamentale.
Modi di dire di Casa Nostra
El ga do man sanche.
Vardâ de l’alto in basso.
Ganbiâ aria.
Niegasse int’un bicier de aqua.
Indrio co’ le carte.
Siera de scoresa.
O de rifa o de rafa.
Ver la luna per tresso.
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Trillo nr. 4 - Comunità degli Italiani di Pirano