"E i libri,poi: la malerbadei libri" Da un'operadi LeonardoSciascia I n Mi ricortÌct (Je me souI uiens.Ies chosescommunes I l , P a r i s ,H a c h e t t e , 1 9 7 8 ) Georges Perec manlacalmente snocclola quasi cinquecento f r a m m e n l id i r i c o r d i , d i c u i porterò qui solo il 422': "Mi ricordo quando ero lupetto, ma ho dimenticato i1 nome della mia pattuglia". Io ricordavo di aver letto al liceo come lettura proposta (in realtà obbligatoria) per le va, canze Il consiglio d'Egitto di Leonardo Sciascia,ma non ricordavo altro, salvo che era un libro scritto bene. Perdere le cose (alcune cose) può esserebello, se poi capita di ritrovarle. Statua in stucco di Giacomo Serpotta rappresentante la " Girtstizia,,, 17 22 (Alcano, Chiesa Ss. Cosma e Damiano) 74 Ringrazio chi mi ha segnalato che ne Il consiglio d'Egitto (Torino, Einaudi, 1963) si parla anche di codici, di libri, di biblioteche. Ed è proprio una biblioteca il luogo in cui la sroriaincominc1a: Ahi ahi. la bibliotaca"penso I'abate; e riuide la scena da cui a,ueuadl)uto capo l'imbroglio: I' ambas ciatore del M aroc co cbino sul codice. monsignor Airoldi che aEettaua ansioso il responso. Cbi sa se pa,dre Saluatorenon Iofa apposttt.o riceuermi in biblioteca: il luogo clel delito..." (p. 152). L'imbroglio è quello dell'abate Giuseppe Vella, fra cappellano d e l l ' O r d i n e d i M a 1 t a ,c h e a Palermo, a partire dal dicemb r e l ' 8 2 t r a d u c e ,m a c o n i m postuîa, un codice arabo e ne f a b b r i c au n o n u o \ o : l l c o n s i glio d'Egitto. Perché il lauoro clello storico è tutto un imbroglio, un'imposturlt e c'è più merito ad inuentarlt, la storia, che a trascriuerla da uecchie carte, da anticbe lapidi, cla antichi sqpolcri (p. 59). La nuova sl.oria narala ne Il consiglio d'Egitto mette in discussione i privilegi feudali 1ocaìi ed estende l'autorità della corte centrale di Napoli su11a Sicilia, gettando ulteriore scompiglio tra i nobili isolani già scossi dalle disposizioni riformatrici e volterriane del viceré marcheseCaracciolo. Sono tempi nuovi, in cui tutta la dottrina giuridica feudale, tutto quel complessodi dottrine cbe la cultura siciliana aueua in piu sacoli. ingegnosamente, con artiJicio, elaborato per i baroni, a difesa clei loro priuile- gi (p. 42-4ì sembravacillare: e i libri hanno 1aloro parte ne1larivoluzione. E i libri, poi: la malerbad.eilibri - continuauamonsignor Iopez - Non auete idea di quanti ce ne sono,di quanti ne cl,rriuano:a ca,sse, a carrettate...E tanti ne arriuanct,tanti il boia ne brucia- rossodi sorld.isfazione,quasi gli si riflettesse infaccia, gli brillassenegli occhi.il riuerberodel rogorp. 109). Ma i tempi nuovi non durano a lungo:il marcheseCaracciolo è sostituitoda monsignorLopez e nel 1795vienescoperta - e repressacon inflessibile rigore- la congiuragiacobina capeggiatadal1'ar,.vocato FrancescoPaoloDi Blasi.La scena dell'arrestodel Di Blasiè ambientatanello studio-biblioteca. Trascriviamodalle p. 136-1.39 Je ll consiglio d'EgiÍtoedizit-rne Einaudi: Dì Blasisi trouoil Damiani a lato e gli sbirri intorno. Ebbe un attimo,appenaun attimo, d.ismatimento:comeun capogiro. Ma subitolucidamenteuide la partita perd.uta,il suo destinocompiuto. - Sela mia parola, in questa circ ostanza, ualessequalcosa, ue la darei ad assicuraruicbe in co$amia non troueretenessuna carta degna,per cosi clire, della uostraattenzione- la luce della torcia batteuasulpallorechelsuo uolI'accentuato to: mct.era calmo,parlaua con quel tono nettoeprofondo cbe il Damiani gli dleua ammirato neiprocessi.nelleconuersazioni: con quella uenad'ironia cbeIepersonecbeuigilanosui propri senlimenlimeilonoin ogni cosa- Perchénon uorrei turbare mia madre:ctquest'ora, e con la compagniadi questi ualentuomini- indicògli sbirri. - Mi ttispiace- disseil Damiani: e gli díspiaceuLl d6uuero. poicbein queslonostropaesepersino tra i reí di Statoe gli auuocatifiscali la mammastabiliscecomunione. - Venite- disseDi Blasi auuiandosiper le scale,preceduto clalvolanlechearulauaaccendendoi lumi e seguitodal Damiani e dagli sbirri. Si diresse allo studio. C'erasua madre: ferma al centro clellastanza, la mano sul cuore;una stcúua di cenereche di uiuo6,ueuala, febbrile ansietà.dellosguanl,o. C'era odoredi carta bruciata: quando il Damiani era uenuto a cercarloe non I'aueuatrouato, sicur1.mente lei aueuaintuito la ragioneper cui cercauano il figlio; ed,era scesanello studio a, bruciare quelle carte che aueuacredutopotessero comprometterlo. Ma comprometterloin che?Iei non sapeúa nienteclellacongiura,né c'era nellostud,iouna sola caúa che con la congiuraauesse relazione. "Cbi sa cbe cosaba bruciato: e ora costuisi mettein d.ffidenza": cbé giò il Damiani leuauale naschecome un bracco. Di Blasi ne ebbeirritazione. "Lenostremctmmecbe banno presentimentocli tuttct,cbesanno tutto:e nonfanno checomplicare le cose".E dall'irritazione trassequel contegnorigido, quellafredrla apparenza che gli ci uoleuain un cosistrazlante lnomento. - Questisignctridebbonoperdere un po' di tenxpoqui, trq, questecose:è il loro douere... Unaperquisizione,insomma. D o n n a E m m a n u e l aa n n u i : guardauanegli occhi ilfiglio e scuoteudld testagrigia a díre cli si, che capiuq,,che aueua semprecapito. "il destino"pensò il fíglio "eccoquel cbe ha semprecapito: il destino,il cloloree la mofie cui la uita è stata semprelegata".Ma donna Emmanuelacntpiuaanche.che ilfiglio uoleuain quel momento allontanarla, cbe un uomo ba dirittctcli star soloquand.oè d.i fronte al proprio destino: quancl'èclifronte al traclim,ento, allo sbirro, alla morte. Disse - VacJct di là: mi farai chiamarq seaurai bisognodi me. Si uoltòper uscire.- Grazie Btblioteche ogg- Gennoio-Febbroio'9 I S js,..,,..lt.l 't Itl ,t1t:;c,'.,,', N&.".!, r. t rr:esd *,:,rit; p $ {:l t !.4i:| :{ ir '4, :'.:a,: s:r' -& .:''., tr: t r:. :,?, }qll "L'isola di Sicilia divisa nelle sue valli", pubblicata - d,isseil figlio. Efu la parola cbeper gli anni cbe le restarono da uiuerenel suclcuoregermogliòdi un lunBo.inlermina bile,folle colloquio.Sulla soglia "Non sifermÒper un momento. pregòsilenziosamenti uolta.re" te il figlio. Il cuoregli batteuat comenei sogniquand.osull'orlo di un baratrctci si aggrappa a un esileramo, a un cesquglio. Chiusegli occhi:e quand,o li riapri lei on c'era piu, per sempre. Il Damiani si erctaul)entatoai cassettid,ellascriuanía.Non cbefosseconuintod,ipoter trouarequalcosa.ma il douereè douere.Passauauna d,duna tutte le lettere:le scorreuacome se mormorasse7uemarie;ma delusodal loro conlenulo,in- aYenezTa rrel L782 presso Arl.torrio Zatt^ nen)osito.Gli sbirri gli faceuano carosellctíntorno senzasapere cloueprecisamentemetter le mani. Acl un certopunto il fiscale ordinò- I libri, buttate giù i libri: o credeteche io debb6 star qui per un meseintero? Di Blasi sedettequasi al centro clellastanza,d,ifronte agli scaffali rli nocescuro da cui gli sbirri, a hracciate,tirauano fuori i libri. E li posauanosul pdt")imento, uicinoa lui. "l libri, i tuoi libri" si clisseDí afeBlasí:ad irciderese stesso, rirsi "Veccbiacarta, uecchia pergamend: e tu nelaceuiuna p a s s i o n eu , n a m . a n i a . .P . er questagentehannctmenoualore cheper i sorci, i sorci almeno li mangiano:e ancheper le. 016;non ti seruonopiù, am- 8 Btblioteche oggi- Gennoio-Febbroio'9 messocbe ti siano mai seruiti; cheti siano mai seruitisen1n per ridurti a questacondizione.E aurestidountolasciarliin ogni caso:ora o lrd uenlanni. a un parente, a un amico, a un seruo...Si,forsepoteuilasciarli al giouaneOrtolani: li ama comete,forsepiù di te... No.nonpiù di le: li ama in un modo d,iuerso,da eruditct;per lui non ci sarà,il pericolodifin ire comeÍ u slai per fi n ire. Nonpuoi più farlo, ora: questi libri appartengonoal re contro cui cospiraui,conledire che appartengonoagli sbitrí. Guardateli bene,per I'ultima uolta... Eccogli Opuscoliin cui bai scrit to d,ell'eguaglianz a degli uomini; eccoil De Soliscbe ti hafallo sognareI'America:ec- co /'Enciclopedia:uno d.ue tre..."contòí uctluminla,nmano chegli sbirri ueniuanoad, ammucchiarli "eccoI'Ariosto: Oh gran contrastoin giovenil pensiero,Desir di laude et impeto d'amorel ... Ma non questi uersi, non questi...Ed.ecco Diderot, cinque uolumi,Iond.ra 1773".Allungò il piedeuercola pila più uicina,afarla crollare. Il Damiani, cbe non lo perdeua d,iuistapur continuancloa leggere le letterecbe tiraua fuori dai cassetti,si allarmò, insorse cli dffidenza; e ordinò agli sbirri di sfogliarepagina per pagina i libri cbeDi Blasi aueuafatto cadere. "Imbecille"pensòDi Blasi "e non capiscichestocominciando a morire?". 75