Trimestrale d’informazione culturale
Contiene il supplemento IL LERCARIANO
a cura della Biblioteca Lercari
Quaderno n. 14 – Dicembre 2011
Settore coordinamento processi
Per lo sviluppo dei municipi
Municipio III Genova Bassa Valbisagno
Biblioteca G. L. LERCARI
Via S. Fruttuoso 74 16143 Genova
Email: [email protected]
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Sulle orme del tema scelto dal Gruppo AL: Gli animali
Il mondo animale è un arcipelago ricco di tanti generi classificati
e, pare, moltissimi ancora sconosciuti; come c’informa la sitografia va dai placozoi all’uomo.
Tutti di fondamentale e uguale importanza per la vita sul nostro
pianeta.
Quando si esprime la frase: “I diritti degli animali”, il pensiero
corre verso la considerazione che, se già nel Settecento alcuni
uomini si sono battuti per allargare a tutte le altre specie alcuni diritti fondamentali dell’essere umano, allora significa che altre persone hanno violato tali principi.
In ogni caso sempre e solo gli uomini sono gli artefici di queste
realtà, nel variegato panorama animale.
Esiste una dichiarazione dei diritti dell’animale dal 1978 approvata dall’UNESCO.
Molte associazioni sono nate per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale contro una condizione di sfruttamento intollerabile,
indice di sofferenza e mancanza di libertà degli animali, mettendone in gioco la vita stessa e la dignità, frutto di culture e credenze arcaiche e/o di spogli interessi economici.
In ogni caso non voglio vestire i panni della moralizzatrice verso
culture antiche e moderne che non conosco, antropologicamente
parlando.
Io, vengo da una cultura contadina e posso testimoniare che nel
mio ambiente, rurale, c’era un generale rispetto del territorio, si
viveva con l’aiuto indispensabile degli animali che erano più amati e considerati delle persone, nei nuclei famigliari.
Porto con me un ricordo indelebile di quando ero piccola: un
pianto inconsolabile di tutti i miei parenti adulti, per la perdita
improvvisa e imprevedibile di tutti i capi di bestiame.
Diverso è il mio pensiero, se sposto l’attenzione sulle notizie che
ci giungono dal mondo, mettendo in luce la spettacolarizzazione
che l’uomo fa degli animali, oggettivandoli per il proprio interesse, personale e collettivo. Non rimane che rispecchiarsi in queste
brutalità, per capire quanto abbiamo perso di dignità e quanto
cammino dobbiamo fare, per ritrovare quella dimensione armoni-
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ca di vivere nella realtà, rispettando noi stessi e tutto quello che ci
circonda.
Ci sono al contrario delle notizie, d’attualità, che non fanno notizia, storie di vita e di lavoro sorprendenti che mettono in sintonia
persone e animali, esempi che in un certo senso danno speranza
per le future generazioni.
Quest’estate mi sono soffermata in un percorso montano ad ammirare un gregge condotto da un giovane, forse diciottenne, insieme al suo cane. Nei prati aperti, a ridosso dei sentieri, frequentati da turisti, il giovane era intento a garantire un pascolo sereno
al suo gregge, la libertà di movimento del suo cane pastore e la
sicurezza degli escursionisti, sistemando un cartello con poche e
chiare raccomandazioni: “Non avvicinarsi al cane, non fornire cibo agli animali e lasciare precedenza al passaggio del gregge, negli spostamenti fra i vari pascoli”.
Il lavoro, senz’altro duro del giovane, era per lo più alleggerito da
una perfetta comunicazione e comprensione d’intenti con il cane,
attraverso un linguaggio fatto di suoni, molto gradevoli
all’ascolto.
E come non raccontare di un’altra occasione estiva, quando le
persone si spostano per le vacanze e per fortuna si possono raccontare anche altre storie, che non sono legate agli abbandoni degli animali da parte dei loro padroni, ma a incontri che mettono
sulla giusta strada, umani e altre specie. In questo caso posso testimoniare il meraviglioso incontro fra Cecilia, una bimba di nove
anni, e Chira, una cucciola che le è stata donata da Cristina, una
signora dell’est Europeo. Ora Chira, dall’alta montagna è finita a
una zampata dal mare, fra le attenzioni amorose di una famiglia,
colorando con un arcobaleno i pensieri di Cecilia.
Vi invito a sfogliare questo fascicolo, sulle orme delle parole, nei
racconti, che gli amici e scrittori di Alba Letteraria hanno voluto
vergare, regalandoli a tutti quelli che avranno il piacere di leggerli.
Laura Bianchi
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Animali
(di Mario Montagna)
La fiera superbia
del bramito del cervo,
le ali guizzanti
del gridio delle rondini,
il saltellare nel silenzio
del pettirosso curioso,
il guizzo grondante
della gioia del delfino…
Potremo mai un giorno
scioglierci in tutti voi
e dire a noi stessi:
“Ecco, ora siamo tutti Creature…”?
1.10.2011
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di Bruno Arturo Menso
Come gli storni
Osservo, dalla mia finestra
un nugolo di storni.
Velocemente volano
ed all’unisono cambiano direzione,
volteggiano, si librano e precipitano,
in sempre più veloci passaggi,
poi tutti, contemporaneamente si posano
e svaniscono tra i rami
di un rigoglioso leccio.
Dopo una breve pausa silenziosa
un assordante gioioso cinguettio:
inno alla vita inno all’amore.
Così, i miei pensieri,
prendono tutti la stessa direzione,
volteggiano, si librano e precipitano,
in sempre più veloci passaggi,
poi tutti, contemporaneamente si posano
e svaniscono tra i rami
del Tuo cuore e del Tuo corpo.
Dopo una breve pausa silenziosa
sogno un assordante gioioso cinguettio:
inno alla vita inno all’amore.
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Come una falena
Falena accecata.
Volteggio rapido
intorno ad una luce
dai caldi riflessi dorati.
Sensazione dolcissima,
voluttà inebriante.
Attento!
Ti puoi bruciare le ali.
Gira e gira,
gira, …, gira,
ora veloce, ora lenta,
felicità, ebbrezza,
intorno al lucignolo ardente.
Poi, improvviso,
il buio
e, in un freddo
agitar di ali,
in sempre più ampi volteggi,
vagando senza meta,
la piccola falena
insegue
i caldi riflessi dorati
dei suoi occhi.
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LOS ANIMALES
(di Margarida Sanchez Gimenez)
Podría empezar diciendo que este título parece hecho a medida
mía. Hubo una vez en que creía en las personas, pero ahora debo
decir que eso fue un sueño. Salvo algunas personas escogidas, el
resto no merecen mi atención, las personas en general no son
buenos seres, y no merecen pertenecer al mundo de los animales,
y a pesar de que fisiológicamente pertenezcan a dicho reino,
deberían ser considerados como máximo “minerales”.
En cambio mi experiencia con los animales ha sido fantástica, nos
ofrecen su amistad y no nos van a traicionar nunca, a pesar de que
ya sé que acostumbra a ser una relación en la que ellos se
benefician, pues siempre de nuestro lado pueden conseguir
comida y cuidados.
Cierto es que los hombres siempre nos hemos rodeado de
animales, no sólo perros o gatos -esto es una costumbre
relativamente nueva- sino de animales que les ayudaban en las
tareas del campo, para el transporte, o para criarlos para luego
matarlos y comerlos.
Un animal sólo mata por dos motivos, para alimentarse o para
defenderse. No es así en el caso del hombre, que es capaz de
matar a su propia especie sin ninguno de estos motivos, y aún
peor, matar a un perro o gato sólo por despecho o por cualquier
otro motivo mezquino que no tiene ningún sentido.
Yo he vivido esta experiencia en mi casa con unos gatitos que
cuidaba en mi jardín desde hace un año. A alguien le molestaban
y decidió acabar con la vida de uno de ellos. ¿Como puede ser el
hombre tan cruel? Me lo estoy preguntando desde aquel
momento, sin encontrar respuesta. También de tanto en tanto uno
lee en un periódico o ve en la TV como se ha maltratado a unos
perros sin motivo aparente, seguramente solo por el sadismo de la
diversión con el padecimiento animal. ¿Alguien sabe de un animal
que haga algo parecido? No, es imposible, no está escrito en su
rutina de vida natural.
Hay unos animales para mí muy especiales, los pájaros. ¿Hay
mejor música en el mundo que escuchar en el silencio de un
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bosque el canto de sus pájaros? En mi opinión no, ellos con su
canto o llamada entre especies consiguen la mejor música, y en mi
corazón la paz más maravillosa. Pero es que simplemente perder
la mirada en un estanque viendo como unos peces, animal que
podríamos decir es uno de los más simples, nadan y se mueven en
él, puede provocar en nuestro interior una gran paz.
¿Y el canto de una rana junto a un estanque en la canícula del
verano, al atardecer, no produce también un gran descanso? Ese
nivel de felicidad sólo lo igualamos con algunas personas
escogidas que podemos llamar amigos, pero no con el resto de la
humanidad.
Gli animali
(di Margarida Sanchez Gimenez )
Potrei iniziare dicendo che il titolo del tema pare fatto a
mia misura. Una volta credevo nelle persone, ma adesso debbo
dire che si trattò d’un sogno. Tranne qualche persona speciale,
gli altri non meritano la mia attenzione. Le persone in generale
non sono creature buone e non meritano di appartenere al
mondo degli animali, nonostante che, fisiologicamente ne facciano parte . Al massimo dovrebbero essere considerati “ minerali “.
Al contrario, la mia esperienza con gli animali è stata fantastica. Ci offrono la loro amicizia e non ci tradiscono mai, e non
perché dalla relazione con noi traggano benefici in termini di
cibo e di attenzioni, ma perché tradire non è nella loro natura.
Certo è che noi ci siamo sempre circondati di animali, ma
non solo di cani e gatti ,costume relativamente nuovo, ma anche di animali che aiutavano nel lavoro dei campi , nei trasporti
o per allevarli per poi ucciderli e mangiarli.
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Un animale uccide solo per due motivi : per mangiare o per
difendersi. Non è così nel caso dell’ uomo che è capace di uccidere creature della sua specie senza alcuno di questi due motivi, o ancora peggio, di ammazzare un cane od un gatto solo
per dispetto o per qualsiasi altro meschino motivo, incomprensibile. Io ho avuto questa esperienza in casa mia con dei gattini
che accudivo nel mio giardino un anno fa . Qualcuno, al quale
davano noia ,decise di ucciderne uno. Come può un uomo essere tanto crudele? Da quel momento me lo sto chiedendo senza averne alcuna risposta. A volte , si legge sul giornale o si
vede alla TV come si maltrattano dei cani senza un motivo
apparente , sicuramente solo per un piacevole sadismo alle sofferenze di un animale. Qualcuno è a conoscenza di un animale
che abbia fatto lo stesso? No, non è possibile, no, non è presente nell’ abituale comportamento della vita animale.
Ci sono degli animali per me assai speciali : gli uccelli. C’ è
miglior musica al mondo che ascoltare nel silenzio di un bosco
il loro canto? Io penso di no. Essi col loro canto, con i loro richiami , producono la miglior musica ed una quiete meravigliosa nel mio cuore. Ma è anche bello semplicemente spingere
lo sguardo dentro uno stagno, guardando come i pesci, animali
che potremmo dire dei più semplici, nuotano e lì muovono. Ciò
provoca dentro di noi una grande pace.
E il gracidio di una rana, vicino allo stagno, nel caldo
dell’estate, al tramonto, non dà anche ciò un senso di distensione ? Questa sensazione di felicità la possiamo condividere solo
con alcune persone particolari che possiamo chiamare “ amici
“, non con il resto dell’ umanità.
traduzione di Ugo Dodero
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Tyson
(di Carla Mangini)
Tyson è un bellissimo cane lupo, ancora cucciolo.
Il suo sguardo attento rivela il guardiano che diventerà, ma anche la sua voglia di tenerezza e di giochi.
Quando salgo ad innaffiare le piante, lo intravvedo mentre mi
spia in silenzio, al di là del canniccio che separa il mio terrazzo
dal suo. Aspetta che gli parli. Se non lo faccio subito, mi lancia
un “bau” quieto, sommesso. Allora io gli chiedo come sta, se
ha fatto colazione, se ha fatto i dispetti, spingendo la ciotola e il
suo osso di gomma nella gronda, se ha dormito bene. Cose così.
Appena smetto di parlargli, non tarda a rifare quel “bau” che
adesso significa “parla ancora” ed io talvolta lo faccio, ma
qualche volta, se ho fretta di scendere, no.
Se lo spruzzo un pochino con l’acqua delle piante, lui scappa
per tornare subito dopo a ripetere il gioco. Ma bisogna che io
abbia riguardo per i suoi padroni (questa parola riferita agli animali mi mette a disagio) e non voglio andare oltre a dargli
confidenza.
Però alla fine ci spostiamo all’altezza di un piccolo varco dove
posso dargli una grattatina sul naso con la punta di un dito,
mentre lui fa finta di volerlo mordere.
E’ il nostro saluto.
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di Lorella Finocchiaro
ANIMALI
Avvolta da calde coperte, immersa nell’odore di travi di legno
e vecchi comò
attendo che il sonno cali sulle mie palpebre e i miei pensieri.
Mentre gli occhi si assopiscono, l’udito si fa sempre più fine e
allora
mi giungono da non molto lontano il canto notturno della civetta e un vago calpestio nel bosco,
saranno la volpe o la faina che, attratte dall’odore delle pernici
in cattività, si spingono vicino alle case.
Cala il silenzio più profondo
ma all’improvviso comincia la sarabanda proprio sopra la mia
testa: un rosicchio di legno, tegole spostate, oggetti ruzzolati,
sono i ghiri che abitano la mia soffitta.
Mentre mi riaddormento sento il respiro del mio vecchio cane
acciambellato sotto la finestra
e l’eco dei campanacci dei cavalli al pascolo.
Nella mia tana, sono animale tra gli animali.
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ALLA MIA CAGNOLINA
Ti abbiamo chiamata Stella quando ti abbiamo portata a casa
da cucciola
ormai i tuoi occhi non brillano più, sono velati ma ancora più
dolci
ti accontenti di qualche carezza e della nostra compagnia
Voglio ringraziarti ora
Per quegli infiniti sguardi
Per la tua presenza discreta
Per le tue corse nei prati
Per la tua coda scodinzolante
Per l’allegria e tutto ciò che ci hai donato in questi anni insieme.
Resta ancora un po’…
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Camosci sospesi, vaganti,
residenti sulle cime di zucchero a velo.
Certamente padroni dei monti celesti,
si mostrano nel dì, per cibarsi,
sui crinali più esposti,
battuti dai venti,
nelle ripidezze scoscese
dove la coperta di neve,
costretta in slavine,
lascia scoperta la terra.
Poi, gli sguardi s’incrociano
per mettere a fuoco la fragilità
di chi non può, (terreno artificioso),
avvicinarsi alle loro maestosità naturali.
Laura Bianchi
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Airone Cenerino sul fiume Bisagno
Hai portato
le tue zampe
dove l’incauto
ha molte ragioni.
Quali fatiche hai speso
per planare su lasciti
che firmano le prove
in desideri?
La tua danza è un fiume vivo!.
Noi, petali sparsi
senza convoglio
firmiamo fragili argini
che il buio cancella.
La tua è una via
impavida,perenne
da passerella
senza cambio d’abito!.
Laura Bianchi
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Vita da …. gatti
(di Paola Carroli)
Oggi Laura ha preso un piccolo bus che si reca fin sulle alture
della sua città.
Genova è alta e stretta, per cui ogni volta che si sale, pare di
compiere una scalata, ma non diritta, bensì a zig zag.
Talvolta tra una curva e l’altra il bus si fermava, vuoi per una
macchina parcheggiata in doppia fila vuoi per l’ingorgo che si
forma spesso lungo queste stradine stipate di palazzi.
Dietro a Laura erano sedute due signore che chiacchieravano
allegramente.
Una parlava dei propri nipotini e commentava: “Possibile che
quando giocano debbano sempre urlare? Se voglio seguire uno
spettacolo in tv mi tocca alzare il volume!!”
L’altra, invece, raccontava le peripezie del suo gattino: gli scatti, gli agguati, le corse, i salti e diceva che la segue dappertutto,
anche in bagno, per cui lei non ha più un attimo di privacy.
Alla fine, dopo l’ennesima frenata del bus, ha concluso sbottando: “Chi sopporta un gatto, sopporta di tutto, anche il 67…”.
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Ninot
(di Brigitte Haegeli)
Mon père venait de disparaître et un ami de la famille arrivait
le lendemain, par une fin d’après-midi ensoleillée, avec un grand
sac d’où sortait, par une petite ouverture , une touffe de poils et
un minuscule museau noir :c’était Ninot le chiot apporté pour me
consoler, baptisé du surnom d’un autre grand ami, Alain.
Des années plus tard, maintenant que mon chien est mort
aussi, je mesure davantage encore, s’il se peut, ce que ce petit «
bâtard », « distingué »pourtant, au poitrail blanc , nous a apportés,toujours là pour nous, nous protégeant, nous témoignant sans
cesse sa fidélité, jouant, se promenant avec nous…Lorsque notre
bébé grandit et commença à marcher en essayant parfois de lui écraser les pattes, jamais il ne le mordit…simplement, il grognait
pour l’éduquer.
Les animaux apportent beaucoup à l’être humain, surtout lorsqu’il se retrouve seul…Un chien , un chat, ou un autre petit
animal ; et voilà l’univers transformé . On existe de nouveau car
on se sent responsable et l’animal croit en nous, en nous accordant toute sa confiance.
Les mal voyants sont si heureux de recevoir leur « Labrador »
qui les aide tellement moralement, et dans leurs déplacements
quotidiens en trouvant ainsi une certaine autonomie…
Combien de jeunes, complexés,
doutant d’eux-mêmes,
échouant à l’école, finissent par s’épanouir au contact d’un animal
favori ou en pratiquant le « poney-club ».
Les zoos, les cirques, les hippodromes avec leurs jockeys et
leurs montures qui ne font qu’un , nous donnent bien de bons
moments ;mais il faut veiller à l’éthique et à ce que l’animal ne
soit pas exploité par l’être humain.
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De tout temps l’animal a interpellé l’homme .Ainsi , Jean de la
Fontaine , dès1668 écrivait ses 240 fables en faisant dire aux
animaux ce qu’il avait si bien observé sur ses semblables, y ajoutant à la fin des maximes .Par exemple, dans « le corbeau et le
renard »,on apprend que « tout flatteur vit aux dépens de celui qui
l’écoute ».
Certes, je ne vous ai parlé que du bon côté des choses .Parfois, il
est vrai que les animaux peuvent devenir un fléau, en particulier
quand l’être humain ne respecte pas la nature et que l’équilibre est
rompu, des espèces néfastes proliférant alors…
Mais pour ma part, voir un chien nous accueillir en jappant de
joie et en remuant la queue, chercher des œufs frais au milieu des
coqs et des poules, observer les oies sauvages qui nous préviennent que l’hiver arrive…puis trois mois plus tard, être réveillé par
le chant matinal des oiseaux qui nous répètent que cela est bien
vrai, que le printemps revient…tout cela m’enchante !C’est la
vie !Et sans les animaux,elle me semblerait bien triste,même si
l’on ne s’en rend pas toujours compte.
Ninot
(di Brigitte Haegeli)
Mio padre era scomparso da poco ed un amico di famiglia
arrivò il giorno dopo, al termine di un pomeriggio soleggiato, con
una grande borsa dalla cui piccola apertura fuoriuscivano un ciuffo di peli ed un minuscolo musetto nero: era Ninot, il cucciolo
portato per confortarmi, battezzato col cognome di un altro grande
amico, Alain.
A distanza di anni, ora che anche il mio cane è morto, mi
rendo conto ancora di più, mi sembra, cosa quel piccolo "bastardo" ma "distinto", con il petto bianco, ci ha dato, sempre accanto
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a noi, a proteggerci, dimostrando continuamente la sua lealtà,
mentre giocava o camminava in nostra compagnia ... Quando il
nostro bambino cresceva e cominciava a camminare, cercando
talvolta di montargli sulle zampe, non lo hai mai morso... si limitava ad un grugnito di rimprovero.
Gli animali donano molto agli esseri umani, specialmente
a chi è solo ... Un cane, un gatto od un altro animale domestico e
il proprio mondo cambia. Si torna a vivere sentendosi responsabili
e l’animale cresce con noi, dandoci piena fiducia.
I non vedenti sono così felici del loro "Labrador", che risolleva loro il morale e li aiuta ad ottenere una certa autonomia
negli spostamenti quotidiani…
Molti giovani, complessati, senza autostima, e carenti a
scuola, sono riusciti a rifiorire con la compagnia di un animale
domestico o dal rapporto con un pony al maneggio.
Zoo, circhi, ippodromi con i loro fantini e le loro cavalcature, che sono tuttuno, ci fanno vivere molti momenti belli, ma
dobbiamo essere vigilanti da un punto di vista etico e far sì che gli
animali non vengano mai sfruttati dagli esseri umani.
In tutti i tempi gli animale hanno rappresentato l'uomo.
Jean de la Fontaine, dal 1668 scrisse 240 favole facendo agire e
parlare gli animali come aveva visto fare ai suoi simili. Per esempio, ne "Il corvo e la volpe," apprendiamo che "ogni adulatore vive a spese di chi ascolta."
Naturalmente, vi ho parlato solo dei lati positivi. E’ pur
vero che talvolta gli animali possono diventare un fastidio, specialmente quando gli uomini non rispettano la natura e ne rompono gli equilibri, consentendo a specie nocive di proliferare oltre
misura...
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Ma per quanto mi riguarda, vedere un cane che saluta abbaiando gioioso e scodinzolando, cercare le uova fresche in mezzo ai galli e alle galline, guardare le oche selvatiche che ci avvertono dell’arrivo dell'inverno... e poi tre mesi dopo essere svegliati
dal canto mattutino degli uccelli che ci avvisano del ritorno della
primavera ... tutto ciò mi incanta! Questa è la vita! Che senza gli
animali sarebbe assai più triste, anche se non ce rendiamo sempre
conto.
traduzione di Fabio Sardi
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Animali (amori miei)
(di Anna Ceccaroni)
Mi sono innamorata! Sì, mi sono innamorata alla fine degli anni
settanta; il mio innamorato era un bel gattino grigio-perla striato
con il musetto dalle caratteristiche dei gatti persiani (ereditato dal
padre). Premetto che io, allora, pensavo sempre di non volere animali in casa, oltre che per motivi di lavoro, anche perché non
davo loro importanza più di tanto. Questo cucciolo, un batuffolo
vispo, furbo che chiamammo Romeo (per gli amici MEO), mi ha
rapidamente conquistata.
Mentre questo sentimento reciproco cresceva, divenne anche lui
un gattone grosso!
Più di cinque chili di peso, non so spiegare a parole il dolore
quando, dopo dodici anni, un male incurabile me l'ha portato via.
Lo stesso dolore, anche maggiore, lo provai quando persi la mia
cagnolina Sissi, dico “maggiore” (qualora si possa misurare la
sofferenza), perché a mio parere il cane nei sentimenti è più somigliante a noi, conquista di più per il suo attaccamento e dipendenza dal padrone, (questo termine non mi piace, io mi sono sempre
definita la sua tutrice).
Quanta gente ancora considera gli animali esseri inferiori! Per me
sono solo diversi, in alcune cose inferiori, in altre superiori agli
esseri umani.
Molti sostengono che l'inferiorità degli animali sia dovuta anche
al fatto d'essere privi dell'anima, proprio loro che si chiamano
ANIMA-li? Questo mi fa pensare... sopratutto riflettere... quanti
esseri umani sono privi di umanità!? Tanto è vero, che troviamo
normale ucciderli per mangiarli, (tema non facile da discutere, ancor meno da risolvere se non impossibile); dato che noi però, apparteniamo alla categoria umana, dimostriamola questa umanità
facendoli soffrire il meno possibile. Invece?
Cosa dire di chi li uccide o li maltratta per divertimento? Dov'è
quell'umanità degli umani, (mi scuso... ma la ripetizione è voluta)
che giustifichi il sentirsi tanto “superiori”? Sono esseri viventi che
soffrono, amano, gioiscono esattamente come noi. L'amore, la
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dolcezza, la tenerezza che riescono a dare gli animali domestici,
purtroppo non l'ho trovata nell'essere umano (forse per sfortuna).
Possono a volte essere aggressivi, per fame, per paura, perché sottoposti a maltrattamenti o perché non bene educati. Mai rubano
per arricchirsi, non usano armi come: fucili, coltelli, sostanze tossiche per il proprio profitto e/o a discapito della società; l'essere
umano SI’! Come si può capire, la mia considerazione per gli animali è molto elevata, ed è superfluo dire che preferisco il loro
amore a quello di certi uomini stupratori, massacratori, sopratutto
nei confronti delle proprie compagne o di donne altrettanto grette
e crudeli.
Non è moralismo. I mezzi d'informazione ogni momento ci comunicano fatti raccapriccianti, commessi da chi sicuramente si
sente superiore ai protagonisti del presente tema.
A proposito di moralismo, sicuramente trattando quest'argomento,
qualcuno penserà quella frase che più volte si sente dire “Ma ci
sono tanti bambini che soffrono”! A sentire questo m'indispettisco
non poco, e rispondo: perché la sofferenza degli animali automaticamente la toglie ai bambini?
Mettiamoci in condizioni piuttosto, di non far soffrire né gli uni
né gli altri. Un cuore capace d'amare non fa differenze.
Quando si dice (parlando di animali), che dovremmo imparare da
loro, non è una delle solite frasi fatte. Rendiamocene conto, oltre
all'utilità che ci forniscono con la loro presenza, dovremmo quindi esser loro riconoscenti amandoli e rispettandoli.
Mentre anch'io m'impegno a questo scopo, mi coccolo i miei due
mici, Jerry e Nerina, uno tutto bianco e l'altra tutta nera, che insieme ai miei hobby riempiono le mie giornate e mi danno un
senso di famiglia.
Se pur non basta l'amore degli animali nella vita di un individuo,
colui che se ne priva non sa quello che perde.
Cito una una frase di un personaggio più autorevole di me, che
disse:
“Chi non ha provato l'amore di un cane non sa cosa sia l'amore.”
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MEDITAÇIÓN
(di Bruna Pedemonte)
Quande o mignin pisaggia
arente a stiva,
grummu de forsa,
scioppòn de vitta viva,
c’aspeta de schittà comme ‘na lippa
o pa’ savéi do mondo
ciû che un saggio;
E se s’aseun-na de mangiase trippa,
a sensasciùn che da
in to profondo,
è che o sèunne n’atra preuva de coraggio.
MEDITAZIONE
Quando il gattino sonnecchia / vicino alla stufa, / grumo di forza, / scoppio di vita viva, / che aspetta di scattare come una
“lippa” / sembra sapere del mondo / più di un saggio; // E se
sogna di mangiarsi trippa, / la sensazione che da / nel profondo
/ è che sogni un’altra prova di coraggio,
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L’aquila e la volpe 2011
Un’aquila e una volpe, che erano diventate amiche, decisero di
andare ad abitare una accanto all’altra, in modo che la consuetudine rendesse più salda la loro amicizia. Perciò l’aquila
si posò su un albero altissimo e vi fece il nido, mentre la volpe
si insinuò in un cespuglio che cresceva ai suoi piedi e qui diede
alla luce dei cuccioli. Un giorno che la volpe era uscita in cerca di cibo, l’aquila, non avendo di che sfamarsi, si calò sul cespuglio, rapì i volpacchiotti e, con i suoi piccoli, se li mangiò.
(Esopo)
Visto che gli animali avevano organizzato un proprio tribunale,
la volpe chiese giustizia portando l’aquila in aula.
I giornali si divisero immediatamente sulla questione. “La foresta ai forestali” titolò: “Aquila immigrata uccide barbaramente
cuccioli di volpe locale”, “La foresta okkupata” titolò invece:
“L’aquila ha agito così in nome della propria cultura e la contaminazione culturale è una ricchezza.”
La notizia si diffuse ed immediatamente le zecche organizzarono una manifestazione spontanea di protesta. La volpe venne
accusata di essere una forcaiola e di prendersela con l’aquila
soltanto perché era foresta. Si era infatti trasferita da un’altra
fattoria.
Una famosa trasmissione tv, prima del processo, costruì il plastico della foresta ed invitò diversi animali a dibattere sulla
questione.
L’oca, incaricata di giudicare il caso, aveva paura della reazione delle zecche, che avevano fama di essere molto dannose e
moleste. L’aquila venne assolta per insufficienza di prove.
Venne in compenso condannata la volpe per calunnia.
Nel frattempo i ratti, unici a mantenere alto un senso di giustizia, stavano cercando il modo di far avere a ciascuno ciò che
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meritava. Intanto fecero una spedizione contro le zecche e le
sterminarono, benché gli avversari fossero assai più numerosi.
La volpe andò anche dalla vecchia e saggia tartaruga, le quale
le disse che le azioni che ciascuno compie provocano reazioni e
che ciascuno, presto o tardi, otterrà il riconoscimento o la punizione dovuti per il proprio comportamento. Il leopardo, braccio
destro della tartaruga, come diremmo noi umani, ascoltava interessato e parlottò un po’ con la volpe mentre questa si recava
nella sua nuova tana.
Un giorno in cui i piccoli dell’aquila avevano di nuovo fame, la
madre si levò in volo e vide dei piccoli d’oca. Li uccise e li
portò nel nido, sfamando nuovamente la sua prole.
La volpe vide passare l’oca a passo di corsa con gli occhi inettati di sangue. “Dove stai andando?” le chiese. “L’aquila ha ucciso i miei cuccioli. Vado, in qualche modo salirò lassù e la
sfrango di mazzate. Se vuoi darmi una zampa, vieni pure.”
“Benvenuta nel mio caruggio”, rispose la volpe “ma non penso
di volerti aiutare. Mi hai aperto gli occhi e non sono più una
forcaiola” continuò con un largo sorriso.
L’oca andò all’assalto e naturalmente senza successo poiché le
sue zampe non erano fatte per arrampicarsi sugli alberi. Dietro
di lui giunsero il leopardo ed i ratti. Il leopardo diede una zampata che ferì gravemente l’oca. Salì poi in cima all’albero.
L’aquila ed i piccoli non avevano notato cosa accadeva tanto
più in basso e sfruttando l’effetto sorpresa uccise tutti gli abitanti del nido. Il leopardo mangiò le piccole aquile, la madre
venne scaraventata giù e fu il pasto della volpe, mentre i ratti
banchettarono con l’oca dopo averla finita.
Una porzione di carne ancora calda venne anche portata in omaggio alla saggia tartaruga. (Fabio Sardi)
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Les animaux
(di Christine Bosmans)
On peut se demander d’où provient chez certains êtres humains, le grand
amour qu’ils ont pour les animaux.
C’est remarquable, les sentiments ou les sensations qui se manifestent à
l’approche du petit chien, de la chatte, des hiboux, même des tigres et
des éléphants , et certains sont en admiration absolue d’un serpent et
d’une léguane…bwèh!!!
Ces derniers me répugnent, et je ne les appelle pas des chères animaux,
mais des bêtes, placées au niveau des puces, des vers, des méduses et de
tout ce qui ne peut compter sur mon admiration.
Ma préférence animalière se dirige plutôt vers le genre doux, à poils où
à jolies rayures, et de grand format.
On pourrait certainement en retrouver l’origine dans mes gènes et dans
mon héritage familial.
Bébé , j’étais protégée par la chienne Bella, qui ne tolérait aucun visiteur
non souhaité auprès de mon berceau, et les vibrations positives que ce
brave animal m’a fait parvenir, ont du se fixer en moi pour toujours, car
maintenant encore, je ne peux vivre dans une maison sans chien.
Mon grand-père en avait trois, et ne se promenait jamais sans être contourné de ses fidèles compagnons. Mais il n’y avait pas que ça dans la
ferme de mes grand-parents, et j’étais folle de joie quand je pouvais accompagner ma grand-mère auprès des vaches où d’un troupeau d’une
centaine de moutons douillets.
Assise sur mon petit tabouret, sous la lumière diffuse de l’étable, je la
regardais faire, son front posé contre le flanc de la grande bête, et grand
était mon bonheur quand plus tard, je tenais un petit agneau dans mes
bras.
J’aurais bien oublié ces petits évènements de mon enfance, si ce n’était
qu’ils étaient d’ extraordinaires aventures pour la fillette que j’étais, et
qu’ils ont laissé en moi des traces pour toujours. Bon nombre de photos
en sont témoin.
Devenue un peu plus grande, j’avais Molly. Non, pas une chatte, ni une
chienne , mais une poule bien apprivoisée avec laquelle je me promenais
sur le bras.
Elle étendait déjà les ailes au son de ma voix.
26
Bientôt „Coq-un-peu-malade“ la rejoignait, et me suivait prudemment,
les yeux aveugles.
Il y avait ausi Auguste, le pigeon noir qui toquait à la fenêtre de ma
chambre, demandait pour entrer, et se postait aisément sur l’appui de la
fenêtre, la tête un peu penchée et l’oeul fixé sur moi, pendant que
j’étudiais ma leçon.
Grande était par contre mon désarroi quand mon lapin avait disparu, et
voyant la cage vide, j’eus un grand malaise. Il ne me fallait pas plus
pour refuser pour toujours un délicieux civet de lapin…
Et puis je devins adulte, j’avais moi-même des enfants, et les gènes
faisaient leur boulot.
Il y avait les “ Petits Franç-oies”, deux gaillards qui terrorisaient le jardin et, installation de sécurité avant la lettre, cacardaient l’alarme au
moindre bruit.
Joseph et Louis, eux, ont réussi à grimper l’escalier et à découvrir nos
chambres à coucher, ce qui nous a appris qu’il fallait toujours bien fermer la porte du jardin quand nos moutons étaient à l’aguet!
Plus tard, il y eût Tarzan, le chat tigré, qui faisait du cinéma en prenant
place sur le faîtage du toit, deux pattes de chaque côté, et il y avait le
chien Lasko, couché à mes pieds, et à qui je tenais la patte toute une soirée.
Ils ont tous laissé de si belles traces dans ma mémoire, des souvenirs
pleins de tendresse!
Maintenant j’ai autour de moi un chien, deux chats, un jardin plein
d’oiseaux et de pigeons, et des chevaux en face quand je regarde par la
fenêtre.
Ce simple monde animalier me rend heureuse.
Mais lorsque mon petit fils me demande une histoire avant de se
coucher, et qu’il choisit un livre où figurant des panthères et des lions, et
qu’il se fascine pour le comportement des dauphins et des baleines, je
me laisse emporter et je m’étonne à chaque page d’autant plus, combien
je les admire.
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Gli animali
(di Christine Bosmans)
Ci si potrebbe chiedere come nasca, in alcune persone, il grande amore
che hanno per gli animali.
Sono notevoli i sentimenti e le sensazioni che proviamo mentre ci avviciniamo al cane, al gatto, ai gufi, anche alle tigri ed agli elefanti, e alcuni
arrivano ad ammirare estasiati i serpenti e le iguane ... bwèh!
Questi mi ripugnano, e non li inserisco fra gli animali carini, ma come
bestie, insieme a pulci, vermi, meduse, e tutto ciò che mi ripugna.
Le mie preferenze vanno ad animali dolci, pelosi di colore uniforme o a
strisce e di una certa dimensione.
Si potrebbe certamente far risalire questa preferenza ai geni ereditati dai
famigliari.
Ancora bambina, ero protetta dalla cagnetta Bella, la quale non tollerava
alcun visitatore indesiderato nei pressi dalla mia culla, e le vibrazioni
positive che mi ha trasmesso quell’animale coraggioso, si sono fuse con
me per sempre, perché anche ora, non posso vivere in una casa senza un
cane.
Mio nonno ne aveva tre, e non usciva mai a passeggiare senza essere attorniato dai suoi compagni fedeli. Ma non c'erano solo loro nella fattoria
dei miei nonni, ed io ero entusiasta quando potevo accompagnare mia
nonna a vedere le mucche o un gregge di un centinaio di pecore.
Seduta sul mio sgabello, alla luce diffusa della stalla, osservavo la sua
fronte appoggiata contro i fianchi del grosso animale, e grande era la
mia felicità quando più tardi potevo cullare un agnellino fra le braccia.
Avrei dimenticato questi piccoli eventi della mia infanzia, se non si fosse trattato di straordinarie avventure per la bambina che ero, e che hanno
lasciato tracce indelebili in me. Molte fotografie testimonianno quei
momenti.
Poi, cresciuta, ho avuto Molly. No, non un gatto o un cane, ma una gallina ben addomesticata con la quale camminavo tenendola in braccio.
Lei agitava le ali al suono della mia voce.
Presto "gallo-piuttosto-malato" l'ha raggiunta e mi seguiva con cautela,
gli occhi ciechi.
C'era anche Augusto, il piccione nero che picchiettava alla finestra della
mia camera, chiedendo di entrare, e si posava a proprio agio sul davan-
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zale della finestra, la testa leggermente inclinata e gli occhi fissi su di
me, mentre io studiavo la lezione.
Grande è stato il mio sgomento quando il mio coniglio scomparve: vedendo la gabbia vuota, ho provato un grande malessere, più che sufficiente a farmi rifiutare, da quel momento in poi, un delizioso stufato di
coniglio ...
E poi sono diventata adulta, ho avuto dei bambini, e la genetica ha fatto
il suo lavoro.
C'erano " Petits Franç-oies", due ragazzi che controllavano il giardino,
come un allarme antesignano, dando l’allerta al minimo rumore.
Giuseppe e Luigi, sono riusciti a salire le scale e a trovare le nostre camere da letto, il che ci ha insegnato la necessità di chiudere sempre bene
la porta del nostro giardino, quando le pecore erano in giro!
Più tardi, è arrivato Tarzan, il gatto soriano, che sembrava recitare stando in cima al tetto, con due zampe per lato e c'era il cane Lasko, disteso
ai miei piedi, col quale stavo mano nella zampa per l’intera serata.
Hanno tutti lasciato dei bei momenti nella mia memoria, dei ricordi pieni d’amore!
Ora ho intorno a me un cane, due gatti, un giardino pieno di uccelli e
piccioni, e cavalli di fronte quando guardo fuori dalla finestra.
Questo semplice mondo animale semplice mi rende felice.
Ma quando mio nipote mi chiede di raccontargli una storia prima di amdare a dormire, e sceglie un libro con immagini di pantere e leoni, e lo
vedo affascinato dal comportamento dei delfini e delle balene, la mia
mente vola e mi sorprendo ad ogni pagina, ammirandoli.
Traduzione di Fabio Sardi
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(di Lucia Tencaioli)
Micio libero
Eri ferito nella strada quando ti presi,
micio norvegese dal morbido mantello.
Sul terrazzo di casa hai imparato
a miagolare piano, in modo strano,
mentre ti davo il cibo e le carezze.
Miciotto grigio e addomesticato,
mi ami quanto la tua lbertà
e così ti ho lasciato nel giardino
tra le fredde montagne ed il silenzio.
Ma ogni volta che torno, tu mi cerchi
come la mamma che non hai avuto,
ma ogni volta che sogno, ti rivedo,
dolce Zoppetto, che mi viene incontro…
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Per Kim, nel tempo
Ti vedo correre nel bosco,
tra pini acerbi e larici scattanti,
ma ritorni abbaiando, se ti chiamo.
Agile come un cervo dallo sguardo
pieno d’amore e di felicità,
scatti nel sole e insegui una pernice,
poi ti bagni nei “ru” delle sorgenti
e mi spruzzi, scrollando all’improvviso.
Poi fuggi e ti raggiungo nel mio sogno,
perché sei vivo ed io cammino ancora,
chiudendo gli occhi all’ombra della sera.
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Gli animali: Olly in casa Carbone-Dodero
(di Ugo Dodero)
Olly, diminutivo di Olivia, è il nome che abbiamo dato io e
mia moglie ad una bassottina di razza tedesca che da due anni
circa fa parte della nostra famiglia.
Confesso che sono sempre stato contrario a tenere un animale in casa, fosse cane o gatto, al massimo avrei tollerato un
canarino giallo di quelli che cantano sempre. Ho sempre compatito quelle persone che al mattino presto, piova o nevichi o
sotto il sole cocente, portano a spasso quei quadrupedi delle più
svariate razze, o senza pedigree, grandi o piccoli, bianchi o neri, belli o brutti che si fermano a fare pipì o popò accanto ai loro padroni che, armati di sacchetti di nylon, ne raccolgono le
deiezioni.
Vi chiederete ora il perché io nemico (o quasi) degli animali vi parli di “Olly”, bassottina tedesca tenuta come una figlia in
casa mia. Cercherò di spiegarvi questo mio repentino cambio di
opinione in merito. Circa due anni fa a mia moglie venne offerto in regalo un minuscolo essere dall’aria spaurita, frutto di una
nidiata di cinque cuccioli di bassotti nani tedeschi. Sembravano
tutti eguali, ma uno in particolare attrasse la sua attenzione: le
faceva festa, sembrava le dicesse portami via con te, voglio essere tua… Lei rimase intenerita da quel piccolo essere che
chiedeva a modo suo protezione ed affetto, un asilo, un conforto.
Lei sapeva ch’io non ero d’accordo, ma, con una certa riluttanza cedetti e Olly entrò a far parte della famiglia.
Pian piano ne sono rimasto affascinato, conquistato da quel
piccolo essere vivente (nel frattempo è un po’ cresciuto, ma
non di molto), con quel musino dolce, con quelle orecchie a
sventola. Ti sembra dire: voglimi bene ch’io te ne voglio, pro32
teggimi ch’io ho bisogno d’affetto, di carezze, accompagnami
fuori per le mie necessità. Spesso sembra soffrire di non potersi
esprimere ed emette dei guaiti che sembrano espressioni di
gioia o di dolore, e da come rotea gli occhi vorrebbe dirti come
si sente e quanto ti vuole bene. Da come muove la coda puoi
capire s’è felice o triste.
E’ logico, è inevitabile, ch’io sia diventato uno dei tanti che
al mattino, armato di guinzaglio, di sacchetti di nylon e di paletta, percorra in su ed in giù Via Aldo Manuzio, o vie limitrofe, in attesa che Olly depositi il suo tributo liquido o solido e lei
guardandoti dal basso sembra dirti : “Vedi che ho fatto il mio
dovere?” e lieta scodinzola.
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TEMA LIBERO
Natale
(di Maria Giovanna Franceschi)
Azzurre campane invisibili
risuonano senza più fine
in una nebbia d’oro.
Un forte sentore di arance
passa nel vento pungente,
che tesse una trama di suoni
fra gli alberi neri.
La terra è coperta di gemme,
le perle dei poveri.
Le case dei ricchi traboccano
di luce e di festa che incrina
la noia con unghie di acciaio.
Io non sento la festa dell’uomo
normale, io vivo la povera gioia
dell’erba intirizzita dal gelo,
del masso di terra del campo.
La gioia di quella stella cometa
appena sgorgata dal cielo,
che pare una stilla di trepido pianto.
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Dopo l’alluvione
(di Luciana Giannini)
Perché stasera Luna, risplendi bianca e quieta?
Perché sei lì nel cielo come se nulla fosse?
Stasera il cielo è terso, stasera c'è tepore,
Aria di primavera.. novembre e sembra maggio.
Stasera grande Luna sei candida, d'argento,
Sei calma, silenziosa, sembri parlar di pace.
Ma sotto di te c'è il fango, sotto di te la morte.
Sotto il tuo viso quieto la nostra gente piange.
Guardando a te serena tutto sembra lontano,
La distruzione, il pianto, i giorni del dolore.
Eppure solo ieri i cuori si son squarciati,
Sconvolti, disperati, travolti ed impotenti.
Il fango li ha sommersi, ha preso lor la vita.
I cuori della gente, la nostra amata gente.
Ad uno ad uno amati, anche se sconosciuti.
Per loro abbiamo pianto, per loro abbiam pregato.
Le nostre amate terre straziate, disperate.
Alcune sono ferite, altre sono sparite.
Ma vivono per sempre nel cuore di ciascuno.
Rimangono con noi come gli amati morti.
Vernazza, Monterosso, perle della mia terra.
Genova mia adorata, madre della mia vita.
Vi piango tutte al pari, tutte siete mie amate!
Terre dei miei natali, Terre anima mia!
E questa sera tu, dolce serena Luna,
Stasera ci sorridi, ci inviti a sperare ancora.
Sembri volerci dire che tutto ricomincia,
Che anche da queste ceneri risorgerà il Domani!
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O principin (Il piccolo principe)
(di Paola Carroli)
Il sorriso di un bimbo biondo
vola tra vento, sabbia e stelle,
gli occhi sbalorditi
regalano un segreto,
la zazzera solare
ha sapore d’avventura.
Il suo viaggio tra asteroidi
ci concede lo stupore,
marionette senza fili
rincorrono assurdità
e un fiore rallegra gli astri
sul pianeta del pianto.
La musica dei suoi passi
è come vento nel grano
dove la volpe assaporerà
il prezzo della felicità:
o no se vedde ben che co-o cheu,
l’ezenciale o l’è invixible a-i oeggi.
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BIBLIOTECA LERCARI in VILLA IMPERIALE
DI TERRALBA
Via San Fruttuoso, 74
16143 GENOVA
MUNICIPIO III BASSA VALBISAGNO
Direttore responsabile: Paola Casciuolo – Redattore: Gino Carosini
TEMPORA CURRUNT… e non sempre “MALA”…!
2011: la nostra Biblioteca compie 90 anni ed è un
piacere per noi raccontarne un poco la storia….
Ospitata dal 1921 nella villa cinquecentesca dei Principi Imperiale di S. Angelo, a San Fruttuoso, dopo il crollo parziale del
soffitto del salone di lettura, è diventata inagibile ed è stata trasferita nei locali di salita Superiore della Noce.
Villa Imperiale venne costruita da Lorenzo Cristoforo Cattaneo a
Terralba verso la fine del XV secolo e già nel 1502 ospitò, per un
memorabile ricevimento, il re di Francia Luigi XII. Nel corso del
‘600 il palazzo passò alla famiglia Salvago e quindi, per matrimonio, alla famiglia Imperiale fino a quando, attorno agli anni
Venti del secolo scorso, fu acquistato dal Comune di Genova.
Importante l’apparato decorativo, riemerso in parte nel corso
dei complessi e accurati lavori di restauro diretti dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici. Gli affreschi del
salone centrale, opera di Luca Cambiaso, possono essere ammirati nello splendore originario, insieme agli apparati decorativi presenti in altri locali, alcuni dei quali emersi “a sorpresa” nel
corso dei lavori, come la Crocifissione nella splendida cappelletta del piano nobile. La Villa rinnovata ospita, oltre alla Biblioteca Lercari, la scuola dell’infanzia “G. Rodari” .
Nel 1915 Gian Luigi Lercari donava al Comune una raccolta costituita da "3.576 libri letterari, storici, scientifici, di cultura generale oltre che da parecchi opuscoli di vario argomento".
La biblioteca, all'inizio, fu ospitata nel Palazzo già comunale di
Piazza Manzoni, per essere successivamente trasferita nei saloni centrali del palazzo imperiale acquisito dal Comune di Genova nel 1919. Nel corso degli anni la biblioteca si è arricchita
per merito di numerosi legati. Importanti quelli dell'Imperiale e
del Morselli, il carteggio Ricotti e le lettere, gli opuscoli e gli autografi di Michele Giuseppe Canale.
La ricca collezione di spogli da giornali e riviste di Amedeo Pescio è tuttora in sede. Nel 1930 fu depositata la residua raccolta
Canevari, ricca di 1.283 cospicue opere di medicina e chirurgia
(questo ultimo prezioso fondo e altri carteggi sopra ricordati
sono passati da molti anni alla Civica Biblioteca Berio - Sezione
Conservazione).
38
Dopo il restauro di Villa Imperiale a Biblioteca Lercari torna nella sua sede originaria completamente rinnovata. I servizi bibliotecari tradizionali si saldano alle nuove esigenze di informazione, divertimento, formazione e autoformazione, dando vita a
una multibiblioteca dotata delle più nuove tecnologie
dell’informazione e a un centro culturale che si pone come punto di eccellenza per i cittadini di tutta Genova. Inserita in un
contesto urbano come San Fruttuoso ad alta densità demografica la Biblioteca si segnala per le numerose attività svolte in
collaborazione con realtà legate al sociale come il gruppo di
SempliceMente, il centro Arcobaleno , il centro Auser e il Centro
Terralba e con realtà prettamente culturali con associazioni come “Alba letteraria”, “A Compagna” che dedica lezioni allo studio della lingua genovese, il ”Teatro Garage” . La biblioteca è
anche sede di visite guidate, di attività a cura del “ F.A.I.”, di
mostre pittoriche, concerti e letture poetiche, conferenze varie
con proiezioni e presentazioni di libri.
39
Gian Luigi Lercari (1849-1937)
un mecenate dei tempi moderni
“…affinché venga istituita una pubblica biblioteca
nella regione orientale della Città…”
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Alcune date…
20 Novembre 1919 Lettera di Gian Luigi Lercari al Sindaco di Genova
29 Gennaio 1920 Delibera della Giunta
12 Marzo 1920 Delibera del Consiglio Comunale
2 Settembre 1920 Atto di donazione di Gian
Luigi Lercari
23 Ottobre 1921 Inaugurazione della Biblioteca
Sala Cambiaso oggi…
SALA CAMBIASO OGGI…
41
Villa Imperiale, anni ‘20
Le attività di un tempo ormai andato….
42
Come eravamo
43
Amedeo Pescio (1880-1952): il primo Bibliotecario
Il Lercari in caricatura…
spirito allegro di un’epoca
che mai più tornerà
44
Il primo regolamento della biblioteca….
“ … Il sottoscritto, dopo aver speso molta
parte della sua vita e della sua sostanza nel
raccogliere con passione di bibliofilo un ricco e svariatissimo materiale librario, […], è
venuto nel deliberato proposito di affidarne
la proprietà alla civica Amministrazione della
Sua Città natale …”
G.L. Lercari, lettera al Sindaco Massone,
20 novembre 1919
45
ANCHE IL LERCARIANO
HA IL SUO SITO !
l’indirizzo è il seguente: http://lercariano.beepworld.it/
nel sito, troverete informazioni utili sulla biblioteca e gli articoli
apparsi su
ALBA LETTERARIA.
IL LERCARIANO
Supplemento di ALBA LETTERARIA
Direttore Responsabile Paola Casciuolo
Redattore: Gino Carosini
L’aforisma
Uno dei malintesi che dominano la nozione di biblioteca è che si vada in biblioteca per cercare un libro di cui si conosce il titolo. In verità
accade sovente di andare in biblioteca perché si vuole un libro di cui
si conosce il titolo, ma la principale funzione della biblioteca, almeno
la funzione della biblioteca di casa mia e di qualsiasi amico che possiamo andare a visitare, è di scoprire dei libri di cui non si sospettava
l'esistenza, e che tuttavia si scoprono essere di estrema importanza
per noi.
Umberto Eco, De bibliotheca, 1986
Si ringrazia la Dottoressa Annarita Bruno per le immagini e
le note.
46
Attività culturali della Biblioteca Lercari
LUNEDI 12 DICEMBRE
LA MADONNA NELLA STORIA DELLA REPUBBLICA E LE EDICOLE VOTIVE
ORE 16.00
fotoconferenza a cura di D. Ricci e F. Maiani
MERCOLEDI 14 DICEMBRE 2011
ORE 16.00
LUNEDI 19 DICEMBRE 2011
ORE 16.00
Mostra a cura del signor Ivan Rossi (sala Cambiaso)
Presentazione e visita della mostra
“I LIGURI DI IERi
“GLI ARTIGIANI ED IL LOROTEMPO”
nella nostra Biblioteca si tengono i seguenti corsi:
ASTRONOMIA a cura del Sig. Planezio
GENOVESE a cura del Sig. Gambetta
STORIA DELL’ARTE A GENOVA a cura dei Sigg. Macrì & Mori
RUSSO a cura della Signora Ougorova
FRANCESE a cura della Signora Agostino
LABORATORIO SULLA FIABA a cura della dott.ssa Rapuzzi
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INDICE
Sulle orme del tema scelto dal gruppo AL: Gli animali
di Laura Bianchi
Animali di Mario Montagna
Come gli storni / Come una falena di Bruno Arturo
Menso
Los animales di Margarida Sanchez Gimenez
Traduzione di Ugo Dodero
Tyson di Carla Mangini
Animali / Alla mia cagnolina di Lorella Finocchiaro
Camosci sospesi / Airone cenerino sul fiume Bisagno
di Laura Bianchi
Vita… da gatti di Paola Carroli
Ninot di Brigitte Haegeli
Traduzione di Fabio Sardi
Animali (amori miei) di Anna Ceccaroni
Meditaçión di Bruna Pedemonte
L’aquila e la volpe 2011 di Fabio Sardi
Les animaux di Christine Bosmans
Traduzione di Fabio Sardi
Micio libero / Per Kim nel tempo di Lucia Tencaioli
Gli animali: Olly in casa Carbone-Dodero di Ugo
Dodero
TEMA LIBERO
Natale di Maria Giovanna Franceschi
Dopo l’alluvione di Luciana Giannini
O principin (Il piccolo principe) di Paola Carroli
Il Lercariano
48
pag. 3
pag. 5
pag. 6-7
pag. 8
pag. 9
pag. 11
pag.12- 13
pag. 14-15
pag. 16
pag. 17
pag. 18
pag. 21
pag. 23
pag. 24
pag. 26
pag. 28
pag.30-31
pag. 32
pag. 34
pag. 35
pag. 36
pag. 37
Ed ora per finire, gentil nostro lettore,
che letto hai i nostri scritti, tristi o gaudenti,
riassumo i temi dei quaderni precedenti:
Quaderno n. 1 - La terra di Liguria
Quaderno n. 2 - Passioni ed incontri
Quaderno n. 3 - Festività, tradizioni e personaggi liguri
Quaderno n. 4 – Una frase che non ho detto o che ho letto
Quaderno n. 5 – I quattro elementi
Quaderno n. 6 – Il sogno
Quaderno n. 7 – Degli affetti
Quaderno n. 8 – Il viaggio
Quaderno n. 9 – Il lavoro
Quaderno n. 10 – Una strada, una piazza, un vicolo
Quaderno n. 11 – Seguire il cuore o la ragione?
Quaderno n. 12 – La bellezza
Quaderno n. 13 – La fratellanza
Essendo il nostro un Gruppo Culturale e di Lettura libero ed
indipendente, ciascun autore si assume la sola e piena responsabilità delle opinioni politiche, religiose e, in generale, delle
posizioni etiche e sociali contenute nei propri testi.
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RINGRAZIAMENTI
Un grazie sincero da parte di tutti gli scrittori di “Alba Letteraria” va alla dott.ssa Paola Casciuolo, alla Divisione Territoriale
III Bassa Val Bisagno e al Municipio III – Bassa Val Bisagno
che hanno sostenuto e finanziato il presente opuscolo.
Gruppo culturale
Alba Letteraria
http//:www.albaletteraria.beepworld.it
Per informazioni Gruppo Culturale Alba Letteraria
c/o Villa Imperiale - Biblioteca L. G. Lercari
Coordinatrici:
Laura Bianchi: [email protected]
Carla Mangini: [email protected]
L’impaginazione del presente opuscolo è curata da:
Rosemarie Agostino: [email protected]
Fabio Sardi: [email protected]
Responsabile per l’estero: Ugo Dodero: [email protected]
Responsabile del sito web:
Paola Maria Carròli
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quaderno 14 corretto - Sistema Bibliotecario Urbano