Trimestrale d’informazione culturale Contiene il supplemento IL LERCARIANO a cura della Biblioteca Lercari Quaderno n. 14 – Dicembre 2011 Settore coordinamento processi Per lo sviluppo dei municipi Municipio III Genova Bassa Valbisagno Biblioteca G. L. LERCARI Via S. Fruttuoso 74 16143 Genova Email: [email protected] 2 Sulle orme del tema scelto dal Gruppo AL: Gli animali Il mondo animale è un arcipelago ricco di tanti generi classificati e, pare, moltissimi ancora sconosciuti; come c’informa la sitografia va dai placozoi all’uomo. Tutti di fondamentale e uguale importanza per la vita sul nostro pianeta. Quando si esprime la frase: “I diritti degli animali”, il pensiero corre verso la considerazione che, se già nel Settecento alcuni uomini si sono battuti per allargare a tutte le altre specie alcuni diritti fondamentali dell’essere umano, allora significa che altre persone hanno violato tali principi. In ogni caso sempre e solo gli uomini sono gli artefici di queste realtà, nel variegato panorama animale. Esiste una dichiarazione dei diritti dell’animale dal 1978 approvata dall’UNESCO. Molte associazioni sono nate per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale contro una condizione di sfruttamento intollerabile, indice di sofferenza e mancanza di libertà degli animali, mettendone in gioco la vita stessa e la dignità, frutto di culture e credenze arcaiche e/o di spogli interessi economici. In ogni caso non voglio vestire i panni della moralizzatrice verso culture antiche e moderne che non conosco, antropologicamente parlando. Io, vengo da una cultura contadina e posso testimoniare che nel mio ambiente, rurale, c’era un generale rispetto del territorio, si viveva con l’aiuto indispensabile degli animali che erano più amati e considerati delle persone, nei nuclei famigliari. Porto con me un ricordo indelebile di quando ero piccola: un pianto inconsolabile di tutti i miei parenti adulti, per la perdita improvvisa e imprevedibile di tutti i capi di bestiame. Diverso è il mio pensiero, se sposto l’attenzione sulle notizie che ci giungono dal mondo, mettendo in luce la spettacolarizzazione che l’uomo fa degli animali, oggettivandoli per il proprio interesse, personale e collettivo. Non rimane che rispecchiarsi in queste brutalità, per capire quanto abbiamo perso di dignità e quanto cammino dobbiamo fare, per ritrovare quella dimensione armoni- 3 ca di vivere nella realtà, rispettando noi stessi e tutto quello che ci circonda. Ci sono al contrario delle notizie, d’attualità, che non fanno notizia, storie di vita e di lavoro sorprendenti che mettono in sintonia persone e animali, esempi che in un certo senso danno speranza per le future generazioni. Quest’estate mi sono soffermata in un percorso montano ad ammirare un gregge condotto da un giovane, forse diciottenne, insieme al suo cane. Nei prati aperti, a ridosso dei sentieri, frequentati da turisti, il giovane era intento a garantire un pascolo sereno al suo gregge, la libertà di movimento del suo cane pastore e la sicurezza degli escursionisti, sistemando un cartello con poche e chiare raccomandazioni: “Non avvicinarsi al cane, non fornire cibo agli animali e lasciare precedenza al passaggio del gregge, negli spostamenti fra i vari pascoli”. Il lavoro, senz’altro duro del giovane, era per lo più alleggerito da una perfetta comunicazione e comprensione d’intenti con il cane, attraverso un linguaggio fatto di suoni, molto gradevoli all’ascolto. E come non raccontare di un’altra occasione estiva, quando le persone si spostano per le vacanze e per fortuna si possono raccontare anche altre storie, che non sono legate agli abbandoni degli animali da parte dei loro padroni, ma a incontri che mettono sulla giusta strada, umani e altre specie. In questo caso posso testimoniare il meraviglioso incontro fra Cecilia, una bimba di nove anni, e Chira, una cucciola che le è stata donata da Cristina, una signora dell’est Europeo. Ora Chira, dall’alta montagna è finita a una zampata dal mare, fra le attenzioni amorose di una famiglia, colorando con un arcobaleno i pensieri di Cecilia. Vi invito a sfogliare questo fascicolo, sulle orme delle parole, nei racconti, che gli amici e scrittori di Alba Letteraria hanno voluto vergare, regalandoli a tutti quelli che avranno il piacere di leggerli. Laura Bianchi 4 Animali (di Mario Montagna) La fiera superbia del bramito del cervo, le ali guizzanti del gridio delle rondini, il saltellare nel silenzio del pettirosso curioso, il guizzo grondante della gioia del delfino… Potremo mai un giorno scioglierci in tutti voi e dire a noi stessi: “Ecco, ora siamo tutti Creature…”? 1.10.2011 5 di Bruno Arturo Menso Come gli storni Osservo, dalla mia finestra un nugolo di storni. Velocemente volano ed all’unisono cambiano direzione, volteggiano, si librano e precipitano, in sempre più veloci passaggi, poi tutti, contemporaneamente si posano e svaniscono tra i rami di un rigoglioso leccio. Dopo una breve pausa silenziosa un assordante gioioso cinguettio: inno alla vita inno all’amore. Così, i miei pensieri, prendono tutti la stessa direzione, volteggiano, si librano e precipitano, in sempre più veloci passaggi, poi tutti, contemporaneamente si posano e svaniscono tra i rami del Tuo cuore e del Tuo corpo. Dopo una breve pausa silenziosa sogno un assordante gioioso cinguettio: inno alla vita inno all’amore. 6 Come una falena Falena accecata. Volteggio rapido intorno ad una luce dai caldi riflessi dorati. Sensazione dolcissima, voluttà inebriante. Attento! Ti puoi bruciare le ali. Gira e gira, gira, …, gira, ora veloce, ora lenta, felicità, ebbrezza, intorno al lucignolo ardente. Poi, improvviso, il buio e, in un freddo agitar di ali, in sempre più ampi volteggi, vagando senza meta, la piccola falena insegue i caldi riflessi dorati dei suoi occhi. 7 LOS ANIMALES (di Margarida Sanchez Gimenez) Podría empezar diciendo que este título parece hecho a medida mía. Hubo una vez en que creía en las personas, pero ahora debo decir que eso fue un sueño. Salvo algunas personas escogidas, el resto no merecen mi atención, las personas en general no son buenos seres, y no merecen pertenecer al mundo de los animales, y a pesar de que fisiológicamente pertenezcan a dicho reino, deberían ser considerados como máximo “minerales”. En cambio mi experiencia con los animales ha sido fantástica, nos ofrecen su amistad y no nos van a traicionar nunca, a pesar de que ya sé que acostumbra a ser una relación en la que ellos se benefician, pues siempre de nuestro lado pueden conseguir comida y cuidados. Cierto es que los hombres siempre nos hemos rodeado de animales, no sólo perros o gatos -esto es una costumbre relativamente nueva- sino de animales que les ayudaban en las tareas del campo, para el transporte, o para criarlos para luego matarlos y comerlos. Un animal sólo mata por dos motivos, para alimentarse o para defenderse. No es así en el caso del hombre, que es capaz de matar a su propia especie sin ninguno de estos motivos, y aún peor, matar a un perro o gato sólo por despecho o por cualquier otro motivo mezquino que no tiene ningún sentido. Yo he vivido esta experiencia en mi casa con unos gatitos que cuidaba en mi jardín desde hace un año. A alguien le molestaban y decidió acabar con la vida de uno de ellos. ¿Como puede ser el hombre tan cruel? Me lo estoy preguntando desde aquel momento, sin encontrar respuesta. También de tanto en tanto uno lee en un periódico o ve en la TV como se ha maltratado a unos perros sin motivo aparente, seguramente solo por el sadismo de la diversión con el padecimiento animal. ¿Alguien sabe de un animal que haga algo parecido? No, es imposible, no está escrito en su rutina de vida natural. Hay unos animales para mí muy especiales, los pájaros. ¿Hay mejor música en el mundo que escuchar en el silencio de un 8 bosque el canto de sus pájaros? En mi opinión no, ellos con su canto o llamada entre especies consiguen la mejor música, y en mi corazón la paz más maravillosa. Pero es que simplemente perder la mirada en un estanque viendo como unos peces, animal que podríamos decir es uno de los más simples, nadan y se mueven en él, puede provocar en nuestro interior una gran paz. ¿Y el canto de una rana junto a un estanque en la canícula del verano, al atardecer, no produce también un gran descanso? Ese nivel de felicidad sólo lo igualamos con algunas personas escogidas que podemos llamar amigos, pero no con el resto de la humanidad. Gli animali (di Margarida Sanchez Gimenez ) Potrei iniziare dicendo che il titolo del tema pare fatto a mia misura. Una volta credevo nelle persone, ma adesso debbo dire che si trattò d’un sogno. Tranne qualche persona speciale, gli altri non meritano la mia attenzione. Le persone in generale non sono creature buone e non meritano di appartenere al mondo degli animali, nonostante che, fisiologicamente ne facciano parte . Al massimo dovrebbero essere considerati “ minerali “. Al contrario, la mia esperienza con gli animali è stata fantastica. Ci offrono la loro amicizia e non ci tradiscono mai, e non perché dalla relazione con noi traggano benefici in termini di cibo e di attenzioni, ma perché tradire non è nella loro natura. Certo è che noi ci siamo sempre circondati di animali, ma non solo di cani e gatti ,costume relativamente nuovo, ma anche di animali che aiutavano nel lavoro dei campi , nei trasporti o per allevarli per poi ucciderli e mangiarli. 9 Un animale uccide solo per due motivi : per mangiare o per difendersi. Non è così nel caso dell’ uomo che è capace di uccidere creature della sua specie senza alcuno di questi due motivi, o ancora peggio, di ammazzare un cane od un gatto solo per dispetto o per qualsiasi altro meschino motivo, incomprensibile. Io ho avuto questa esperienza in casa mia con dei gattini che accudivo nel mio giardino un anno fa . Qualcuno, al quale davano noia ,decise di ucciderne uno. Come può un uomo essere tanto crudele? Da quel momento me lo sto chiedendo senza averne alcuna risposta. A volte , si legge sul giornale o si vede alla TV come si maltrattano dei cani senza un motivo apparente , sicuramente solo per un piacevole sadismo alle sofferenze di un animale. Qualcuno è a conoscenza di un animale che abbia fatto lo stesso? No, non è possibile, no, non è presente nell’ abituale comportamento della vita animale. Ci sono degli animali per me assai speciali : gli uccelli. C’ è miglior musica al mondo che ascoltare nel silenzio di un bosco il loro canto? Io penso di no. Essi col loro canto, con i loro richiami , producono la miglior musica ed una quiete meravigliosa nel mio cuore. Ma è anche bello semplicemente spingere lo sguardo dentro uno stagno, guardando come i pesci, animali che potremmo dire dei più semplici, nuotano e lì muovono. Ciò provoca dentro di noi una grande pace. E il gracidio di una rana, vicino allo stagno, nel caldo dell’estate, al tramonto, non dà anche ciò un senso di distensione ? Questa sensazione di felicità la possiamo condividere solo con alcune persone particolari che possiamo chiamare “ amici “, non con il resto dell’ umanità. traduzione di Ugo Dodero 10 Tyson (di Carla Mangini) Tyson è un bellissimo cane lupo, ancora cucciolo. Il suo sguardo attento rivela il guardiano che diventerà, ma anche la sua voglia di tenerezza e di giochi. Quando salgo ad innaffiare le piante, lo intravvedo mentre mi spia in silenzio, al di là del canniccio che separa il mio terrazzo dal suo. Aspetta che gli parli. Se non lo faccio subito, mi lancia un “bau” quieto, sommesso. Allora io gli chiedo come sta, se ha fatto colazione, se ha fatto i dispetti, spingendo la ciotola e il suo osso di gomma nella gronda, se ha dormito bene. Cose così. Appena smetto di parlargli, non tarda a rifare quel “bau” che adesso significa “parla ancora” ed io talvolta lo faccio, ma qualche volta, se ho fretta di scendere, no. Se lo spruzzo un pochino con l’acqua delle piante, lui scappa per tornare subito dopo a ripetere il gioco. Ma bisogna che io abbia riguardo per i suoi padroni (questa parola riferita agli animali mi mette a disagio) e non voglio andare oltre a dargli confidenza. Però alla fine ci spostiamo all’altezza di un piccolo varco dove posso dargli una grattatina sul naso con la punta di un dito, mentre lui fa finta di volerlo mordere. E’ il nostro saluto. 11 di Lorella Finocchiaro ANIMALI Avvolta da calde coperte, immersa nell’odore di travi di legno e vecchi comò attendo che il sonno cali sulle mie palpebre e i miei pensieri. Mentre gli occhi si assopiscono, l’udito si fa sempre più fine e allora mi giungono da non molto lontano il canto notturno della civetta e un vago calpestio nel bosco, saranno la volpe o la faina che, attratte dall’odore delle pernici in cattività, si spingono vicino alle case. Cala il silenzio più profondo ma all’improvviso comincia la sarabanda proprio sopra la mia testa: un rosicchio di legno, tegole spostate, oggetti ruzzolati, sono i ghiri che abitano la mia soffitta. Mentre mi riaddormento sento il respiro del mio vecchio cane acciambellato sotto la finestra e l’eco dei campanacci dei cavalli al pascolo. Nella mia tana, sono animale tra gli animali. 12 ALLA MIA CAGNOLINA Ti abbiamo chiamata Stella quando ti abbiamo portata a casa da cucciola ormai i tuoi occhi non brillano più, sono velati ma ancora più dolci ti accontenti di qualche carezza e della nostra compagnia Voglio ringraziarti ora Per quegli infiniti sguardi Per la tua presenza discreta Per le tue corse nei prati Per la tua coda scodinzolante Per l’allegria e tutto ciò che ci hai donato in questi anni insieme. Resta ancora un po’… 13 Camosci sospesi, vaganti, residenti sulle cime di zucchero a velo. Certamente padroni dei monti celesti, si mostrano nel dì, per cibarsi, sui crinali più esposti, battuti dai venti, nelle ripidezze scoscese dove la coperta di neve, costretta in slavine, lascia scoperta la terra. Poi, gli sguardi s’incrociano per mettere a fuoco la fragilità di chi non può, (terreno artificioso), avvicinarsi alle loro maestosità naturali. Laura Bianchi 14 Airone Cenerino sul fiume Bisagno Hai portato le tue zampe dove l’incauto ha molte ragioni. Quali fatiche hai speso per planare su lasciti che firmano le prove in desideri? La tua danza è un fiume vivo!. Noi, petali sparsi senza convoglio firmiamo fragili argini che il buio cancella. La tua è una via impavida,perenne da passerella senza cambio d’abito!. Laura Bianchi 15 Vita da …. gatti (di Paola Carroli) Oggi Laura ha preso un piccolo bus che si reca fin sulle alture della sua città. Genova è alta e stretta, per cui ogni volta che si sale, pare di compiere una scalata, ma non diritta, bensì a zig zag. Talvolta tra una curva e l’altra il bus si fermava, vuoi per una macchina parcheggiata in doppia fila vuoi per l’ingorgo che si forma spesso lungo queste stradine stipate di palazzi. Dietro a Laura erano sedute due signore che chiacchieravano allegramente. Una parlava dei propri nipotini e commentava: “Possibile che quando giocano debbano sempre urlare? Se voglio seguire uno spettacolo in tv mi tocca alzare il volume!!” L’altra, invece, raccontava le peripezie del suo gattino: gli scatti, gli agguati, le corse, i salti e diceva che la segue dappertutto, anche in bagno, per cui lei non ha più un attimo di privacy. Alla fine, dopo l’ennesima frenata del bus, ha concluso sbottando: “Chi sopporta un gatto, sopporta di tutto, anche il 67…”. 16 Ninot (di Brigitte Haegeli) Mon père venait de disparaître et un ami de la famille arrivait le lendemain, par une fin d’après-midi ensoleillée, avec un grand sac d’où sortait, par une petite ouverture , une touffe de poils et un minuscule museau noir :c’était Ninot le chiot apporté pour me consoler, baptisé du surnom d’un autre grand ami, Alain. Des années plus tard, maintenant que mon chien est mort aussi, je mesure davantage encore, s’il se peut, ce que ce petit « bâtard », « distingué »pourtant, au poitrail blanc , nous a apportés,toujours là pour nous, nous protégeant, nous témoignant sans cesse sa fidélité, jouant, se promenant avec nous…Lorsque notre bébé grandit et commença à marcher en essayant parfois de lui écraser les pattes, jamais il ne le mordit…simplement, il grognait pour l’éduquer. Les animaux apportent beaucoup à l’être humain, surtout lorsqu’il se retrouve seul…Un chien , un chat, ou un autre petit animal ; et voilà l’univers transformé . On existe de nouveau car on se sent responsable et l’animal croit en nous, en nous accordant toute sa confiance. Les mal voyants sont si heureux de recevoir leur « Labrador » qui les aide tellement moralement, et dans leurs déplacements quotidiens en trouvant ainsi une certaine autonomie… Combien de jeunes, complexés, doutant d’eux-mêmes, échouant à l’école, finissent par s’épanouir au contact d’un animal favori ou en pratiquant le « poney-club ». Les zoos, les cirques, les hippodromes avec leurs jockeys et leurs montures qui ne font qu’un , nous donnent bien de bons moments ;mais il faut veiller à l’éthique et à ce que l’animal ne soit pas exploité par l’être humain. 17 De tout temps l’animal a interpellé l’homme .Ainsi , Jean de la Fontaine , dès1668 écrivait ses 240 fables en faisant dire aux animaux ce qu’il avait si bien observé sur ses semblables, y ajoutant à la fin des maximes .Par exemple, dans « le corbeau et le renard »,on apprend que « tout flatteur vit aux dépens de celui qui l’écoute ». Certes, je ne vous ai parlé que du bon côté des choses .Parfois, il est vrai que les animaux peuvent devenir un fléau, en particulier quand l’être humain ne respecte pas la nature et que l’équilibre est rompu, des espèces néfastes proliférant alors… Mais pour ma part, voir un chien nous accueillir en jappant de joie et en remuant la queue, chercher des œufs frais au milieu des coqs et des poules, observer les oies sauvages qui nous préviennent que l’hiver arrive…puis trois mois plus tard, être réveillé par le chant matinal des oiseaux qui nous répètent que cela est bien vrai, que le printemps revient…tout cela m’enchante !C’est la vie !Et sans les animaux,elle me semblerait bien triste,même si l’on ne s’en rend pas toujours compte. Ninot (di Brigitte Haegeli) Mio padre era scomparso da poco ed un amico di famiglia arrivò il giorno dopo, al termine di un pomeriggio soleggiato, con una grande borsa dalla cui piccola apertura fuoriuscivano un ciuffo di peli ed un minuscolo musetto nero: era Ninot, il cucciolo portato per confortarmi, battezzato col cognome di un altro grande amico, Alain. A distanza di anni, ora che anche il mio cane è morto, mi rendo conto ancora di più, mi sembra, cosa quel piccolo "bastardo" ma "distinto", con il petto bianco, ci ha dato, sempre accanto 18 a noi, a proteggerci, dimostrando continuamente la sua lealtà, mentre giocava o camminava in nostra compagnia ... Quando il nostro bambino cresceva e cominciava a camminare, cercando talvolta di montargli sulle zampe, non lo hai mai morso... si limitava ad un grugnito di rimprovero. Gli animali donano molto agli esseri umani, specialmente a chi è solo ... Un cane, un gatto od un altro animale domestico e il proprio mondo cambia. Si torna a vivere sentendosi responsabili e l’animale cresce con noi, dandoci piena fiducia. I non vedenti sono così felici del loro "Labrador", che risolleva loro il morale e li aiuta ad ottenere una certa autonomia negli spostamenti quotidiani… Molti giovani, complessati, senza autostima, e carenti a scuola, sono riusciti a rifiorire con la compagnia di un animale domestico o dal rapporto con un pony al maneggio. Zoo, circhi, ippodromi con i loro fantini e le loro cavalcature, che sono tuttuno, ci fanno vivere molti momenti belli, ma dobbiamo essere vigilanti da un punto di vista etico e far sì che gli animali non vengano mai sfruttati dagli esseri umani. In tutti i tempi gli animale hanno rappresentato l'uomo. Jean de la Fontaine, dal 1668 scrisse 240 favole facendo agire e parlare gli animali come aveva visto fare ai suoi simili. Per esempio, ne "Il corvo e la volpe," apprendiamo che "ogni adulatore vive a spese di chi ascolta." Naturalmente, vi ho parlato solo dei lati positivi. E’ pur vero che talvolta gli animali possono diventare un fastidio, specialmente quando gli uomini non rispettano la natura e ne rompono gli equilibri, consentendo a specie nocive di proliferare oltre misura... 19 Ma per quanto mi riguarda, vedere un cane che saluta abbaiando gioioso e scodinzolando, cercare le uova fresche in mezzo ai galli e alle galline, guardare le oche selvatiche che ci avvertono dell’arrivo dell'inverno... e poi tre mesi dopo essere svegliati dal canto mattutino degli uccelli che ci avvisano del ritorno della primavera ... tutto ciò mi incanta! Questa è la vita! Che senza gli animali sarebbe assai più triste, anche se non ce rendiamo sempre conto. traduzione di Fabio Sardi 20 Animali (amori miei) (di Anna Ceccaroni) Mi sono innamorata! Sì, mi sono innamorata alla fine degli anni settanta; il mio innamorato era un bel gattino grigio-perla striato con il musetto dalle caratteristiche dei gatti persiani (ereditato dal padre). Premetto che io, allora, pensavo sempre di non volere animali in casa, oltre che per motivi di lavoro, anche perché non davo loro importanza più di tanto. Questo cucciolo, un batuffolo vispo, furbo che chiamammo Romeo (per gli amici MEO), mi ha rapidamente conquistata. Mentre questo sentimento reciproco cresceva, divenne anche lui un gattone grosso! Più di cinque chili di peso, non so spiegare a parole il dolore quando, dopo dodici anni, un male incurabile me l'ha portato via. Lo stesso dolore, anche maggiore, lo provai quando persi la mia cagnolina Sissi, dico “maggiore” (qualora si possa misurare la sofferenza), perché a mio parere il cane nei sentimenti è più somigliante a noi, conquista di più per il suo attaccamento e dipendenza dal padrone, (questo termine non mi piace, io mi sono sempre definita la sua tutrice). Quanta gente ancora considera gli animali esseri inferiori! Per me sono solo diversi, in alcune cose inferiori, in altre superiori agli esseri umani. Molti sostengono che l'inferiorità degli animali sia dovuta anche al fatto d'essere privi dell'anima, proprio loro che si chiamano ANIMA-li? Questo mi fa pensare... sopratutto riflettere... quanti esseri umani sono privi di umanità!? Tanto è vero, che troviamo normale ucciderli per mangiarli, (tema non facile da discutere, ancor meno da risolvere se non impossibile); dato che noi però, apparteniamo alla categoria umana, dimostriamola questa umanità facendoli soffrire il meno possibile. Invece? Cosa dire di chi li uccide o li maltratta per divertimento? Dov'è quell'umanità degli umani, (mi scuso... ma la ripetizione è voluta) che giustifichi il sentirsi tanto “superiori”? Sono esseri viventi che soffrono, amano, gioiscono esattamente come noi. L'amore, la 21 dolcezza, la tenerezza che riescono a dare gli animali domestici, purtroppo non l'ho trovata nell'essere umano (forse per sfortuna). Possono a volte essere aggressivi, per fame, per paura, perché sottoposti a maltrattamenti o perché non bene educati. Mai rubano per arricchirsi, non usano armi come: fucili, coltelli, sostanze tossiche per il proprio profitto e/o a discapito della società; l'essere umano SI’! Come si può capire, la mia considerazione per gli animali è molto elevata, ed è superfluo dire che preferisco il loro amore a quello di certi uomini stupratori, massacratori, sopratutto nei confronti delle proprie compagne o di donne altrettanto grette e crudeli. Non è moralismo. I mezzi d'informazione ogni momento ci comunicano fatti raccapriccianti, commessi da chi sicuramente si sente superiore ai protagonisti del presente tema. A proposito di moralismo, sicuramente trattando quest'argomento, qualcuno penserà quella frase che più volte si sente dire “Ma ci sono tanti bambini che soffrono”! A sentire questo m'indispettisco non poco, e rispondo: perché la sofferenza degli animali automaticamente la toglie ai bambini? Mettiamoci in condizioni piuttosto, di non far soffrire né gli uni né gli altri. Un cuore capace d'amare non fa differenze. Quando si dice (parlando di animali), che dovremmo imparare da loro, non è una delle solite frasi fatte. Rendiamocene conto, oltre all'utilità che ci forniscono con la loro presenza, dovremmo quindi esser loro riconoscenti amandoli e rispettandoli. Mentre anch'io m'impegno a questo scopo, mi coccolo i miei due mici, Jerry e Nerina, uno tutto bianco e l'altra tutta nera, che insieme ai miei hobby riempiono le mie giornate e mi danno un senso di famiglia. Se pur non basta l'amore degli animali nella vita di un individuo, colui che se ne priva non sa quello che perde. Cito una una frase di un personaggio più autorevole di me, che disse: “Chi non ha provato l'amore di un cane non sa cosa sia l'amore.” 22 MEDITAÇIÓN (di Bruna Pedemonte) Quande o mignin pisaggia arente a stiva, grummu de forsa, scioppòn de vitta viva, c’aspeta de schittà comme ‘na lippa o pa’ savéi do mondo ciû che un saggio; E se s’aseun-na de mangiase trippa, a sensasciùn che da in to profondo, è che o sèunne n’atra preuva de coraggio. MEDITAZIONE Quando il gattino sonnecchia / vicino alla stufa, / grumo di forza, / scoppio di vita viva, / che aspetta di scattare come una “lippa” / sembra sapere del mondo / più di un saggio; // E se sogna di mangiarsi trippa, / la sensazione che da / nel profondo / è che sogni un’altra prova di coraggio, 23 L’aquila e la volpe 2011 Un’aquila e una volpe, che erano diventate amiche, decisero di andare ad abitare una accanto all’altra, in modo che la consuetudine rendesse più salda la loro amicizia. Perciò l’aquila si posò su un albero altissimo e vi fece il nido, mentre la volpe si insinuò in un cespuglio che cresceva ai suoi piedi e qui diede alla luce dei cuccioli. Un giorno che la volpe era uscita in cerca di cibo, l’aquila, non avendo di che sfamarsi, si calò sul cespuglio, rapì i volpacchiotti e, con i suoi piccoli, se li mangiò. (Esopo) Visto che gli animali avevano organizzato un proprio tribunale, la volpe chiese giustizia portando l’aquila in aula. I giornali si divisero immediatamente sulla questione. “La foresta ai forestali” titolò: “Aquila immigrata uccide barbaramente cuccioli di volpe locale”, “La foresta okkupata” titolò invece: “L’aquila ha agito così in nome della propria cultura e la contaminazione culturale è una ricchezza.” La notizia si diffuse ed immediatamente le zecche organizzarono una manifestazione spontanea di protesta. La volpe venne accusata di essere una forcaiola e di prendersela con l’aquila soltanto perché era foresta. Si era infatti trasferita da un’altra fattoria. Una famosa trasmissione tv, prima del processo, costruì il plastico della foresta ed invitò diversi animali a dibattere sulla questione. L’oca, incaricata di giudicare il caso, aveva paura della reazione delle zecche, che avevano fama di essere molto dannose e moleste. L’aquila venne assolta per insufficienza di prove. Venne in compenso condannata la volpe per calunnia. Nel frattempo i ratti, unici a mantenere alto un senso di giustizia, stavano cercando il modo di far avere a ciascuno ciò che 24 meritava. Intanto fecero una spedizione contro le zecche e le sterminarono, benché gli avversari fossero assai più numerosi. La volpe andò anche dalla vecchia e saggia tartaruga, le quale le disse che le azioni che ciascuno compie provocano reazioni e che ciascuno, presto o tardi, otterrà il riconoscimento o la punizione dovuti per il proprio comportamento. Il leopardo, braccio destro della tartaruga, come diremmo noi umani, ascoltava interessato e parlottò un po’ con la volpe mentre questa si recava nella sua nuova tana. Un giorno in cui i piccoli dell’aquila avevano di nuovo fame, la madre si levò in volo e vide dei piccoli d’oca. Li uccise e li portò nel nido, sfamando nuovamente la sua prole. La volpe vide passare l’oca a passo di corsa con gli occhi inettati di sangue. “Dove stai andando?” le chiese. “L’aquila ha ucciso i miei cuccioli. Vado, in qualche modo salirò lassù e la sfrango di mazzate. Se vuoi darmi una zampa, vieni pure.” “Benvenuta nel mio caruggio”, rispose la volpe “ma non penso di volerti aiutare. Mi hai aperto gli occhi e non sono più una forcaiola” continuò con un largo sorriso. L’oca andò all’assalto e naturalmente senza successo poiché le sue zampe non erano fatte per arrampicarsi sugli alberi. Dietro di lui giunsero il leopardo ed i ratti. Il leopardo diede una zampata che ferì gravemente l’oca. Salì poi in cima all’albero. L’aquila ed i piccoli non avevano notato cosa accadeva tanto più in basso e sfruttando l’effetto sorpresa uccise tutti gli abitanti del nido. Il leopardo mangiò le piccole aquile, la madre venne scaraventata giù e fu il pasto della volpe, mentre i ratti banchettarono con l’oca dopo averla finita. Una porzione di carne ancora calda venne anche portata in omaggio alla saggia tartaruga. (Fabio Sardi) 25 Les animaux (di Christine Bosmans) On peut se demander d’où provient chez certains êtres humains, le grand amour qu’ils ont pour les animaux. C’est remarquable, les sentiments ou les sensations qui se manifestent à l’approche du petit chien, de la chatte, des hiboux, même des tigres et des éléphants , et certains sont en admiration absolue d’un serpent et d’une léguane…bwèh!!! Ces derniers me répugnent, et je ne les appelle pas des chères animaux, mais des bêtes, placées au niveau des puces, des vers, des méduses et de tout ce qui ne peut compter sur mon admiration. Ma préférence animalière se dirige plutôt vers le genre doux, à poils où à jolies rayures, et de grand format. On pourrait certainement en retrouver l’origine dans mes gènes et dans mon héritage familial. Bébé , j’étais protégée par la chienne Bella, qui ne tolérait aucun visiteur non souhaité auprès de mon berceau, et les vibrations positives que ce brave animal m’a fait parvenir, ont du se fixer en moi pour toujours, car maintenant encore, je ne peux vivre dans une maison sans chien. Mon grand-père en avait trois, et ne se promenait jamais sans être contourné de ses fidèles compagnons. Mais il n’y avait pas que ça dans la ferme de mes grand-parents, et j’étais folle de joie quand je pouvais accompagner ma grand-mère auprès des vaches où d’un troupeau d’une centaine de moutons douillets. Assise sur mon petit tabouret, sous la lumière diffuse de l’étable, je la regardais faire, son front posé contre le flanc de la grande bête, et grand était mon bonheur quand plus tard, je tenais un petit agneau dans mes bras. J’aurais bien oublié ces petits évènements de mon enfance, si ce n’était qu’ils étaient d’ extraordinaires aventures pour la fillette que j’étais, et qu’ils ont laissé en moi des traces pour toujours. Bon nombre de photos en sont témoin. Devenue un peu plus grande, j’avais Molly. Non, pas une chatte, ni une chienne , mais une poule bien apprivoisée avec laquelle je me promenais sur le bras. Elle étendait déjà les ailes au son de ma voix. 26 Bientôt „Coq-un-peu-malade“ la rejoignait, et me suivait prudemment, les yeux aveugles. Il y avait ausi Auguste, le pigeon noir qui toquait à la fenêtre de ma chambre, demandait pour entrer, et se postait aisément sur l’appui de la fenêtre, la tête un peu penchée et l’oeul fixé sur moi, pendant que j’étudiais ma leçon. Grande était par contre mon désarroi quand mon lapin avait disparu, et voyant la cage vide, j’eus un grand malaise. Il ne me fallait pas plus pour refuser pour toujours un délicieux civet de lapin… Et puis je devins adulte, j’avais moi-même des enfants, et les gènes faisaient leur boulot. Il y avait les “ Petits Franç-oies”, deux gaillards qui terrorisaient le jardin et, installation de sécurité avant la lettre, cacardaient l’alarme au moindre bruit. Joseph et Louis, eux, ont réussi à grimper l’escalier et à découvrir nos chambres à coucher, ce qui nous a appris qu’il fallait toujours bien fermer la porte du jardin quand nos moutons étaient à l’aguet! Plus tard, il y eût Tarzan, le chat tigré, qui faisait du cinéma en prenant place sur le faîtage du toit, deux pattes de chaque côté, et il y avait le chien Lasko, couché à mes pieds, et à qui je tenais la patte toute une soirée. Ils ont tous laissé de si belles traces dans ma mémoire, des souvenirs pleins de tendresse! Maintenant j’ai autour de moi un chien, deux chats, un jardin plein d’oiseaux et de pigeons, et des chevaux en face quand je regarde par la fenêtre. Ce simple monde animalier me rend heureuse. Mais lorsque mon petit fils me demande une histoire avant de se coucher, et qu’il choisit un livre où figurant des panthères et des lions, et qu’il se fascine pour le comportement des dauphins et des baleines, je me laisse emporter et je m’étonne à chaque page d’autant plus, combien je les admire. 27 Gli animali (di Christine Bosmans) Ci si potrebbe chiedere come nasca, in alcune persone, il grande amore che hanno per gli animali. Sono notevoli i sentimenti e le sensazioni che proviamo mentre ci avviciniamo al cane, al gatto, ai gufi, anche alle tigri ed agli elefanti, e alcuni arrivano ad ammirare estasiati i serpenti e le iguane ... bwèh! Questi mi ripugnano, e non li inserisco fra gli animali carini, ma come bestie, insieme a pulci, vermi, meduse, e tutto ciò che mi ripugna. Le mie preferenze vanno ad animali dolci, pelosi di colore uniforme o a strisce e di una certa dimensione. Si potrebbe certamente far risalire questa preferenza ai geni ereditati dai famigliari. Ancora bambina, ero protetta dalla cagnetta Bella, la quale non tollerava alcun visitatore indesiderato nei pressi dalla mia culla, e le vibrazioni positive che mi ha trasmesso quell’animale coraggioso, si sono fuse con me per sempre, perché anche ora, non posso vivere in una casa senza un cane. Mio nonno ne aveva tre, e non usciva mai a passeggiare senza essere attorniato dai suoi compagni fedeli. Ma non c'erano solo loro nella fattoria dei miei nonni, ed io ero entusiasta quando potevo accompagnare mia nonna a vedere le mucche o un gregge di un centinaio di pecore. Seduta sul mio sgabello, alla luce diffusa della stalla, osservavo la sua fronte appoggiata contro i fianchi del grosso animale, e grande era la mia felicità quando più tardi potevo cullare un agnellino fra le braccia. Avrei dimenticato questi piccoli eventi della mia infanzia, se non si fosse trattato di straordinarie avventure per la bambina che ero, e che hanno lasciato tracce indelebili in me. Molte fotografie testimonianno quei momenti. Poi, cresciuta, ho avuto Molly. No, non un gatto o un cane, ma una gallina ben addomesticata con la quale camminavo tenendola in braccio. Lei agitava le ali al suono della mia voce. Presto "gallo-piuttosto-malato" l'ha raggiunta e mi seguiva con cautela, gli occhi ciechi. C'era anche Augusto, il piccione nero che picchiettava alla finestra della mia camera, chiedendo di entrare, e si posava a proprio agio sul davan- 28 zale della finestra, la testa leggermente inclinata e gli occhi fissi su di me, mentre io studiavo la lezione. Grande è stato il mio sgomento quando il mio coniglio scomparve: vedendo la gabbia vuota, ho provato un grande malessere, più che sufficiente a farmi rifiutare, da quel momento in poi, un delizioso stufato di coniglio ... E poi sono diventata adulta, ho avuto dei bambini, e la genetica ha fatto il suo lavoro. C'erano " Petits Franç-oies", due ragazzi che controllavano il giardino, come un allarme antesignano, dando l’allerta al minimo rumore. Giuseppe e Luigi, sono riusciti a salire le scale e a trovare le nostre camere da letto, il che ci ha insegnato la necessità di chiudere sempre bene la porta del nostro giardino, quando le pecore erano in giro! Più tardi, è arrivato Tarzan, il gatto soriano, che sembrava recitare stando in cima al tetto, con due zampe per lato e c'era il cane Lasko, disteso ai miei piedi, col quale stavo mano nella zampa per l’intera serata. Hanno tutti lasciato dei bei momenti nella mia memoria, dei ricordi pieni d’amore! Ora ho intorno a me un cane, due gatti, un giardino pieno di uccelli e piccioni, e cavalli di fronte quando guardo fuori dalla finestra. Questo semplice mondo animale semplice mi rende felice. Ma quando mio nipote mi chiede di raccontargli una storia prima di amdare a dormire, e sceglie un libro con immagini di pantere e leoni, e lo vedo affascinato dal comportamento dei delfini e delle balene, la mia mente vola e mi sorprendo ad ogni pagina, ammirandoli. Traduzione di Fabio Sardi 29 (di Lucia Tencaioli) Micio libero Eri ferito nella strada quando ti presi, micio norvegese dal morbido mantello. Sul terrazzo di casa hai imparato a miagolare piano, in modo strano, mentre ti davo il cibo e le carezze. Miciotto grigio e addomesticato, mi ami quanto la tua lbertà e così ti ho lasciato nel giardino tra le fredde montagne ed il silenzio. Ma ogni volta che torno, tu mi cerchi come la mamma che non hai avuto, ma ogni volta che sogno, ti rivedo, dolce Zoppetto, che mi viene incontro… 30 Per Kim, nel tempo Ti vedo correre nel bosco, tra pini acerbi e larici scattanti, ma ritorni abbaiando, se ti chiamo. Agile come un cervo dallo sguardo pieno d’amore e di felicità, scatti nel sole e insegui una pernice, poi ti bagni nei “ru” delle sorgenti e mi spruzzi, scrollando all’improvviso. Poi fuggi e ti raggiungo nel mio sogno, perché sei vivo ed io cammino ancora, chiudendo gli occhi all’ombra della sera. 31 Gli animali: Olly in casa Carbone-Dodero (di Ugo Dodero) Olly, diminutivo di Olivia, è il nome che abbiamo dato io e mia moglie ad una bassottina di razza tedesca che da due anni circa fa parte della nostra famiglia. Confesso che sono sempre stato contrario a tenere un animale in casa, fosse cane o gatto, al massimo avrei tollerato un canarino giallo di quelli che cantano sempre. Ho sempre compatito quelle persone che al mattino presto, piova o nevichi o sotto il sole cocente, portano a spasso quei quadrupedi delle più svariate razze, o senza pedigree, grandi o piccoli, bianchi o neri, belli o brutti che si fermano a fare pipì o popò accanto ai loro padroni che, armati di sacchetti di nylon, ne raccolgono le deiezioni. Vi chiederete ora il perché io nemico (o quasi) degli animali vi parli di “Olly”, bassottina tedesca tenuta come una figlia in casa mia. Cercherò di spiegarvi questo mio repentino cambio di opinione in merito. Circa due anni fa a mia moglie venne offerto in regalo un minuscolo essere dall’aria spaurita, frutto di una nidiata di cinque cuccioli di bassotti nani tedeschi. Sembravano tutti eguali, ma uno in particolare attrasse la sua attenzione: le faceva festa, sembrava le dicesse portami via con te, voglio essere tua… Lei rimase intenerita da quel piccolo essere che chiedeva a modo suo protezione ed affetto, un asilo, un conforto. Lei sapeva ch’io non ero d’accordo, ma, con una certa riluttanza cedetti e Olly entrò a far parte della famiglia. Pian piano ne sono rimasto affascinato, conquistato da quel piccolo essere vivente (nel frattempo è un po’ cresciuto, ma non di molto), con quel musino dolce, con quelle orecchie a sventola. Ti sembra dire: voglimi bene ch’io te ne voglio, pro32 teggimi ch’io ho bisogno d’affetto, di carezze, accompagnami fuori per le mie necessità. Spesso sembra soffrire di non potersi esprimere ed emette dei guaiti che sembrano espressioni di gioia o di dolore, e da come rotea gli occhi vorrebbe dirti come si sente e quanto ti vuole bene. Da come muove la coda puoi capire s’è felice o triste. E’ logico, è inevitabile, ch’io sia diventato uno dei tanti che al mattino, armato di guinzaglio, di sacchetti di nylon e di paletta, percorra in su ed in giù Via Aldo Manuzio, o vie limitrofe, in attesa che Olly depositi il suo tributo liquido o solido e lei guardandoti dal basso sembra dirti : “Vedi che ho fatto il mio dovere?” e lieta scodinzola. 33 TEMA LIBERO Natale (di Maria Giovanna Franceschi) Azzurre campane invisibili risuonano senza più fine in una nebbia d’oro. Un forte sentore di arance passa nel vento pungente, che tesse una trama di suoni fra gli alberi neri. La terra è coperta di gemme, le perle dei poveri. Le case dei ricchi traboccano di luce e di festa che incrina la noia con unghie di acciaio. Io non sento la festa dell’uomo normale, io vivo la povera gioia dell’erba intirizzita dal gelo, del masso di terra del campo. La gioia di quella stella cometa appena sgorgata dal cielo, che pare una stilla di trepido pianto. 34 Dopo l’alluvione (di Luciana Giannini) Perché stasera Luna, risplendi bianca e quieta? Perché sei lì nel cielo come se nulla fosse? Stasera il cielo è terso, stasera c'è tepore, Aria di primavera.. novembre e sembra maggio. Stasera grande Luna sei candida, d'argento, Sei calma, silenziosa, sembri parlar di pace. Ma sotto di te c'è il fango, sotto di te la morte. Sotto il tuo viso quieto la nostra gente piange. Guardando a te serena tutto sembra lontano, La distruzione, il pianto, i giorni del dolore. Eppure solo ieri i cuori si son squarciati, Sconvolti, disperati, travolti ed impotenti. Il fango li ha sommersi, ha preso lor la vita. I cuori della gente, la nostra amata gente. Ad uno ad uno amati, anche se sconosciuti. Per loro abbiamo pianto, per loro abbiam pregato. Le nostre amate terre straziate, disperate. Alcune sono ferite, altre sono sparite. Ma vivono per sempre nel cuore di ciascuno. Rimangono con noi come gli amati morti. Vernazza, Monterosso, perle della mia terra. Genova mia adorata, madre della mia vita. Vi piango tutte al pari, tutte siete mie amate! Terre dei miei natali, Terre anima mia! E questa sera tu, dolce serena Luna, Stasera ci sorridi, ci inviti a sperare ancora. Sembri volerci dire che tutto ricomincia, Che anche da queste ceneri risorgerà il Domani! 35 O principin (Il piccolo principe) (di Paola Carroli) Il sorriso di un bimbo biondo vola tra vento, sabbia e stelle, gli occhi sbalorditi regalano un segreto, la zazzera solare ha sapore d’avventura. Il suo viaggio tra asteroidi ci concede lo stupore, marionette senza fili rincorrono assurdità e un fiore rallegra gli astri sul pianeta del pianto. La musica dei suoi passi è come vento nel grano dove la volpe assaporerà il prezzo della felicità: o no se vedde ben che co-o cheu, l’ezenciale o l’è invixible a-i oeggi. 36 BIBLIOTECA LERCARI in VILLA IMPERIALE DI TERRALBA Via San Fruttuoso, 74 16143 GENOVA MUNICIPIO III BASSA VALBISAGNO Direttore responsabile: Paola Casciuolo – Redattore: Gino Carosini TEMPORA CURRUNT… e non sempre “MALA”…! 2011: la nostra Biblioteca compie 90 anni ed è un piacere per noi raccontarne un poco la storia…. Ospitata dal 1921 nella villa cinquecentesca dei Principi Imperiale di S. Angelo, a San Fruttuoso, dopo il crollo parziale del soffitto del salone di lettura, è diventata inagibile ed è stata trasferita nei locali di salita Superiore della Noce. Villa Imperiale venne costruita da Lorenzo Cristoforo Cattaneo a Terralba verso la fine del XV secolo e già nel 1502 ospitò, per un memorabile ricevimento, il re di Francia Luigi XII. Nel corso del ‘600 il palazzo passò alla famiglia Salvago e quindi, per matrimonio, alla famiglia Imperiale fino a quando, attorno agli anni Venti del secolo scorso, fu acquistato dal Comune di Genova. Importante l’apparato decorativo, riemerso in parte nel corso dei complessi e accurati lavori di restauro diretti dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici. Gli affreschi del salone centrale, opera di Luca Cambiaso, possono essere ammirati nello splendore originario, insieme agli apparati decorativi presenti in altri locali, alcuni dei quali emersi “a sorpresa” nel corso dei lavori, come la Crocifissione nella splendida cappelletta del piano nobile. La Villa rinnovata ospita, oltre alla Biblioteca Lercari, la scuola dell’infanzia “G. Rodari” . Nel 1915 Gian Luigi Lercari donava al Comune una raccolta costituita da "3.576 libri letterari, storici, scientifici, di cultura generale oltre che da parecchi opuscoli di vario argomento". La biblioteca, all'inizio, fu ospitata nel Palazzo già comunale di Piazza Manzoni, per essere successivamente trasferita nei saloni centrali del palazzo imperiale acquisito dal Comune di Genova nel 1919. Nel corso degli anni la biblioteca si è arricchita per merito di numerosi legati. Importanti quelli dell'Imperiale e del Morselli, il carteggio Ricotti e le lettere, gli opuscoli e gli autografi di Michele Giuseppe Canale. La ricca collezione di spogli da giornali e riviste di Amedeo Pescio è tuttora in sede. Nel 1930 fu depositata la residua raccolta Canevari, ricca di 1.283 cospicue opere di medicina e chirurgia (questo ultimo prezioso fondo e altri carteggi sopra ricordati sono passati da molti anni alla Civica Biblioteca Berio - Sezione Conservazione). 38 Dopo il restauro di Villa Imperiale a Biblioteca Lercari torna nella sua sede originaria completamente rinnovata. I servizi bibliotecari tradizionali si saldano alle nuove esigenze di informazione, divertimento, formazione e autoformazione, dando vita a una multibiblioteca dotata delle più nuove tecnologie dell’informazione e a un centro culturale che si pone come punto di eccellenza per i cittadini di tutta Genova. Inserita in un contesto urbano come San Fruttuoso ad alta densità demografica la Biblioteca si segnala per le numerose attività svolte in collaborazione con realtà legate al sociale come il gruppo di SempliceMente, il centro Arcobaleno , il centro Auser e il Centro Terralba e con realtà prettamente culturali con associazioni come “Alba letteraria”, “A Compagna” che dedica lezioni allo studio della lingua genovese, il ”Teatro Garage” . La biblioteca è anche sede di visite guidate, di attività a cura del “ F.A.I.”, di mostre pittoriche, concerti e letture poetiche, conferenze varie con proiezioni e presentazioni di libri. 39 Gian Luigi Lercari (1849-1937) un mecenate dei tempi moderni “…affinché venga istituita una pubblica biblioteca nella regione orientale della Città…” 40 Alcune date… 20 Novembre 1919 Lettera di Gian Luigi Lercari al Sindaco di Genova 29 Gennaio 1920 Delibera della Giunta 12 Marzo 1920 Delibera del Consiglio Comunale 2 Settembre 1920 Atto di donazione di Gian Luigi Lercari 23 Ottobre 1921 Inaugurazione della Biblioteca Sala Cambiaso oggi… SALA CAMBIASO OGGI… 41 Villa Imperiale, anni ‘20 Le attività di un tempo ormai andato…. 42 Come eravamo 43 Amedeo Pescio (1880-1952): il primo Bibliotecario Il Lercari in caricatura… spirito allegro di un’epoca che mai più tornerà 44 Il primo regolamento della biblioteca…. “ … Il sottoscritto, dopo aver speso molta parte della sua vita e della sua sostanza nel raccogliere con passione di bibliofilo un ricco e svariatissimo materiale librario, […], è venuto nel deliberato proposito di affidarne la proprietà alla civica Amministrazione della Sua Città natale …” G.L. Lercari, lettera al Sindaco Massone, 20 novembre 1919 45 ANCHE IL LERCARIANO HA IL SUO SITO ! l’indirizzo è il seguente: http://lercariano.beepworld.it/ nel sito, troverete informazioni utili sulla biblioteca e gli articoli apparsi su ALBA LETTERARIA. IL LERCARIANO Supplemento di ALBA LETTERARIA Direttore Responsabile Paola Casciuolo Redattore: Gino Carosini L’aforisma Uno dei malintesi che dominano la nozione di biblioteca è che si vada in biblioteca per cercare un libro di cui si conosce il titolo. In verità accade sovente di andare in biblioteca perché si vuole un libro di cui si conosce il titolo, ma la principale funzione della biblioteca, almeno la funzione della biblioteca di casa mia e di qualsiasi amico che possiamo andare a visitare, è di scoprire dei libri di cui non si sospettava l'esistenza, e che tuttavia si scoprono essere di estrema importanza per noi. Umberto Eco, De bibliotheca, 1986 Si ringrazia la Dottoressa Annarita Bruno per le immagini e le note. 46 Attività culturali della Biblioteca Lercari LUNEDI 12 DICEMBRE LA MADONNA NELLA STORIA DELLA REPUBBLICA E LE EDICOLE VOTIVE ORE 16.00 fotoconferenza a cura di D. Ricci e F. Maiani MERCOLEDI 14 DICEMBRE 2011 ORE 16.00 LUNEDI 19 DICEMBRE 2011 ORE 16.00 Mostra a cura del signor Ivan Rossi (sala Cambiaso) Presentazione e visita della mostra “I LIGURI DI IERi “GLI ARTIGIANI ED IL LOROTEMPO” nella nostra Biblioteca si tengono i seguenti corsi: ASTRONOMIA a cura del Sig. Planezio GENOVESE a cura del Sig. Gambetta STORIA DELL’ARTE A GENOVA a cura dei Sigg. Macrì & Mori RUSSO a cura della Signora Ougorova FRANCESE a cura della Signora Agostino LABORATORIO SULLA FIABA a cura della dott.ssa Rapuzzi 47 INDICE Sulle orme del tema scelto dal gruppo AL: Gli animali di Laura Bianchi Animali di Mario Montagna Come gli storni / Come una falena di Bruno Arturo Menso Los animales di Margarida Sanchez Gimenez Traduzione di Ugo Dodero Tyson di Carla Mangini Animali / Alla mia cagnolina di Lorella Finocchiaro Camosci sospesi / Airone cenerino sul fiume Bisagno di Laura Bianchi Vita… da gatti di Paola Carroli Ninot di Brigitte Haegeli Traduzione di Fabio Sardi Animali (amori miei) di Anna Ceccaroni Meditaçión di Bruna Pedemonte L’aquila e la volpe 2011 di Fabio Sardi Les animaux di Christine Bosmans Traduzione di Fabio Sardi Micio libero / Per Kim nel tempo di Lucia Tencaioli Gli animali: Olly in casa Carbone-Dodero di Ugo Dodero TEMA LIBERO Natale di Maria Giovanna Franceschi Dopo l’alluvione di Luciana Giannini O principin (Il piccolo principe) di Paola Carroli Il Lercariano 48 pag. 3 pag. 5 pag. 6-7 pag. 8 pag. 9 pag. 11 pag.12- 13 pag. 14-15 pag. 16 pag. 17 pag. 18 pag. 21 pag. 23 pag. 24 pag. 26 pag. 28 pag.30-31 pag. 32 pag. 34 pag. 35 pag. 36 pag. 37 Ed ora per finire, gentil nostro lettore, che letto hai i nostri scritti, tristi o gaudenti, riassumo i temi dei quaderni precedenti: Quaderno n. 1 - La terra di Liguria Quaderno n. 2 - Passioni ed incontri Quaderno n. 3 - Festività, tradizioni e personaggi liguri Quaderno n. 4 – Una frase che non ho detto o che ho letto Quaderno n. 5 – I quattro elementi Quaderno n. 6 – Il sogno Quaderno n. 7 – Degli affetti Quaderno n. 8 – Il viaggio Quaderno n. 9 – Il lavoro Quaderno n. 10 – Una strada, una piazza, un vicolo Quaderno n. 11 – Seguire il cuore o la ragione? Quaderno n. 12 – La bellezza Quaderno n. 13 – La fratellanza Essendo il nostro un Gruppo Culturale e di Lettura libero ed indipendente, ciascun autore si assume la sola e piena responsabilità delle opinioni politiche, religiose e, in generale, delle posizioni etiche e sociali contenute nei propri testi. 49 RINGRAZIAMENTI Un grazie sincero da parte di tutti gli scrittori di “Alba Letteraria” va alla dott.ssa Paola Casciuolo, alla Divisione Territoriale III Bassa Val Bisagno e al Municipio III – Bassa Val Bisagno che hanno sostenuto e finanziato il presente opuscolo. Gruppo culturale Alba Letteraria http//:www.albaletteraria.beepworld.it Per informazioni Gruppo Culturale Alba Letteraria c/o Villa Imperiale - Biblioteca L. G. Lercari Coordinatrici: Laura Bianchi: [email protected] Carla Mangini: [email protected] L’impaginazione del presente opuscolo è curata da: Rosemarie Agostino: [email protected] Fabio Sardi: [email protected] Responsabile per l’estero: Ugo Dodero: [email protected] Responsabile del sito web: Paola Maria Carròli 50