30/09/2015 Il Secolo XIX Interni DE GIORGI AVEVA ANCHE AMMONITO LA MELONI PER LE SUE FRASI SUGLI ISLAMICI Via il direttore antidiscriminazioni Pari opportunità senza guida Non confermato il numero uno dell' Unar, l' ufficio governativo che promosse i contestati opuscoli gender contro l' omofobia ROMA. La poltrona di Marco De Giorgi ha continuato a tremare per un anno, finché non gliel' hanno sfilata da sotto e lo hanno gentilmente accompagnato alla porta. Dura la vita del direttore dell' Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali. L' Unar, creato nel 2003, è parte del dipartimento delle Pari opportunità che da quando non ha più un ministro di riferimento, e nemmeno un sottosegretario, dipende direttamente da Palazzo Chigi, dunque dal governo. L' Unar nasce per contrastare i fenomeni di razzismo ovunque essi si nascondano, dalla strada alla scuola ai palazzi della politica. Nel corso degli anni però ha esteso le sue competenze anche alle discriminazione sull' identità di genere. Ed è proprio un' iniziativa dell' Unar ad aver causato quel boato di proteste che si trascina fino a oggi sulla cosiddetta teoria del gender. Colpa di tre libretti, dal titolo "Educare alla differenza". Opuscoli diretti, nelle intenzioni, a combattere «il bullismo omofobico», insegnando ai ragazzi com' è fatta la società di oggi, dove un bambino può avere anche due papà o due mamme. Siamo a inizio 2014, l' Italia sta affrontando una crisi politica che terminerà con il passaggio della campanella tra Enrico Letta e Matteo Renzi. Le associazioni cattoliche favorevoli alla famiglia tradizionale scatenano ogni forma di protesta. Il governo di cui è parte integrante il Nuovo Centrodestra si guarda intorno e che fa? Se la prende con De Giorgi. L' allora viceministro Maria Cecilia Guerra verga una nota formale di demerito contro il direttore dell' Unar, colpevole di non aver preallertato il governo dell' iniziativa e di aver fatto tutto di testa propria. Dovrà essere un ottimo incassatore, De Giorgi, perché passa un anno e mezzo e contro il direttore viene aperto un procedimento disciplinare. Questa volta è colpevole di aver inviato un messaggio a Giorgia Meloni, leader dei Fratelli d' Italia, chiedendole di prendere in considerazione la possibilità, per il futuro, di usare «messaggi di diverso tenore». Meloni aveva pubblicato un post, la cui conclusione era questa: «Basta immigrazione e soprattutto basta immigrazione da paesi musulmani. La (piccola) quota di immigrati che reputiamo necessaria prendiamola da quei popoli che hanno dimostrato di non essere violenti». L' Unar la riprende. La leader di Fdi parla di «censura» e in sua difesa scende pure il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 62 30/09/2015 Il Secolo XIX Interni che chiede la soppressione di «una struttura che danneggia l' Italia», dimenticandosi che quella stessa struttura era stata istituita dal governo di Silvio Berlusconi. Alla fine, nonostante pareva che il ministro Maria Elena Boschi volesse chiudere la faccenda, difendendo l' iniziativa di De Giorgi come prassi, il direttore viene convocato per dare spiegazioni dal segretario generale Paolo Aquilanti e il sottosegretario Claudio De Vincenti. Questa volta a bacchettarlo non può essere un ministro con delega specifica alle Pari opportunità, perché semplicemente non c' è. Referente del dipartimento è l' onorevole Giovanna Martelli, in qualità di consigliera del Presidente del Consiglio dei ministri. È questo è uno dei motivi che agitano le associazioni come l' Arci che hanno espresso solidarietà a De Giorgi e lo stesso Unar, al suo interno, dove si vive un senso di abbandono dalla politica e dal governo, nonostante i temi della discriminazione di genere e del razzismo strisciante siano all' ordine del giorno. Ufficialmente l' incarico di De Giorgi è scaduto il 24 settembre. Dal governo si sono guardati bene dal chiedergli di rimanere e già settimane fa è stata inviata una mail tra i funzionari per chiedere se qualcuno voleva candidarsi al suo posto. ILARIO LOMBARDO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 63