Nabokov, brani di interviste Intervista del 1964: Alla domanda “Quali sono gli scrittori [...] che più hanno influito su di lei?”, risponde: “Da ragazzo ero un lettore insaziabile. A quattordici o quindici anni avevo già letto o riletto tutto Tolstoj in russo, tutto Shakespeare in inglese e tutto Flaubert in francese – oltre a centinaia di altri libri. [...] ma non credo che un autore particolare abbia avuto un influsso preciso su di me” Intervista del 1969, domanda simile: “Sono del tutto indifferente nei confronti delle correnti letterarie. Mi piace un certo numero di libri, compresi alcuni dei miei, e questo è il mio unico rapporto con la letteratura. [...] Nei miei scritti in russo ho fissato la mia propria tradizione. Tecnicamente non mi sento debitore di nessuno, in russo o in inglese. In un certo senso io ho ereditato me stesso” Vladimir Nabokov, 1899-1977 • 23 aprile 1899: Nasce a Pietroburgo, in una famiglia di tendenze liberali. Avrà due fratelli e due sorelle minori • 1917-18: Dopo la Rivoluzione d’Ottobre, la famiglia si sposta in Crimea • 1919: Con la conquista della Crimea da parte dei bolscevichi, i Nabokov fuggono a Sebastopoli e quindi a Londra, mentre Nabokov frequenta l’università a Cambridge; • 1922: Dopo la laurea raggiunge la famiglia a Berlino • 1922: Muore del padre, ucciso durante un attentato politico • 1925: Si sposa con Véra Slonim, figlia di un avvocato e uomo d’affari di Pietroburgo (nel 1934 nascerà il loro unico figlio, Dmitri) Vladimir Nabokov, 1899-1977 • Negli anni di Cambridge e di Berlino pubblica varie opere sulle riviste dell’emigrazione russa, in particolare Rul’, inizialmente diretta dal padre: scrive poesie, racconti, articoli, traduzioni, testi teatrali, libretti d’opera ecc., che firma con lo pseudonimo Sirin • A partire dal 1926 incomincia a scrivere e a pubblicare romanzi (in russo). Tra questi: – Re, donna, fante (1928) – Disperazione (1930) – Il dono (1937), ottavo e ultimo romanzo scritto in russo Vladimir Nabokov, 1899-1977 • 1937: Trasferimento in Francia, prima a Parigi e poi a Cannes, dove trascorre tre anni • Qui, nel 1938-39, scrive il suo primo romanzo in inglese, La vera vita di Sebastian Knight (pubblicato nel 1941) • 1940: Trasferimento negli Stati Uniti, dove insegna in varie università (tra cui Stanford e Cornell) • Continua a scrivere in inglese e pubblica altri romanzi, tra i quali: – Lolita (1955) – Pnin (1957) • 1961: Trasferimento a Montreux, in Svizzera – Fuoco pallido (1964) – Ada (1969) Vladimir Nabokov, un “extraterritoriale” Da un’intervista del 1965: “Il passaggio definitivo dalla prosa russa alla prosa inglese è stato quanto mai doloroso – come imparare di nuovo a maneggiare gli oggetti dopo aver perso sette o otto dita in un’esplosione” George Steiner lo ha definito uno scrittore “extraterritoriale”, quasi un emblema dell’artista contemporaneo, “profugo e vagabondo nella lingua”: “Eccentrico, lontano, nostalgico, [...] Nabokov rimane, in virtù della sua extraterritorialità, uno dei principali portavoce del nostro tempo”. Lolita: Genesi e storia del testo Anticipazioni o germi del romanzo si trovano in: • Una poesia del 1928, Lilith • Un brano del romanzo Il dono (1937) • Soprattutto in un racconto scritto in russo a Parigi nel 1939, L’incantatore: – Nabokov lo definisce “una specie di pre-Lolita” – Creduto distrutto, viene ritrovato da Nabokov tra le sue carte nel 1959 e pubblicato • Nel 1949, a Ihaca (NY), Nabokov riprende l’idea e la sviluppa, in un romanzo che inizialmente si intitola The Kingdom by the Sea • La stesura viene ultimata, dopo molte interruzioni, nella primavera del 1954 Lolita: Genesi e storia del testo • Settembre 1955: Dopo essere stato rifiutato da quattro editori americani, Lolita viene pubblicato a Parigi dall’Olympia Press, diretta da Maurice Girodias • Dicembre 1955: Graham Greene pubblica un articolo sul “Sunday Times” in cui esalta il romanzo e lo raccomanda ai lettori, definendolo uno dei migliori del 1955 • John Gordon, sul “Sunday Express”, reagisce indignato e definisce Lolita “il libro più osceno che abbia mai letto. Si tratta di pornografia senza freni… Chiunque si assumesse il rischio di pubblicarlo o venderlo qui andrebbe certamente in prigione”. Lolita: Genesi e storia del testo Scoppia uno scandalo, il cosiddetto Affaire Lolita • Si susseguono dibattiti e polemiche • Il Ministero degli interni inglese fa sequestrare alcune copie del romanzo introdotte in Inghilterra • Il Ministero dell’Interno francese manda la polizia a fare un’irruzione nella casa editrice, poi - il 20 dicembre 1956 proibisce la vendita e la circolazione del romanzo • Girodias pubblica un opuscolo contro la censura, intitolato L’Affaire Lolita: Défense de l’écrivain Lolita: Genesi e storia del testo Contestualmente, si allenta il controllo censorio negli Stati Uniti e vari editori americani incominciano a interessarsi al romanzo • Estate 1957: Una rivista di New York, la “Anchor Review”, pubblica un ampio stralcio di Lolita, accompagnato dalla postfazione di Nabokov, On a Book Entitled “Lolita” • Agosto 1958: Il libro viene pubblicato in volume dall’editore Putnam, con enorme successo di pubblico (100.000 copie vendute nelle prime tre settimane). Lolita: Genesi e storia del testo Intervista del 1966: “[L’intervistatore chiede a Nabokov se la fama che ha raggiunto comporta alcuni inconvenienti] Lolita è famosa, non io. Io sono un romanziere oscuro, doppiamente oscuro, con un nome impronunciabile” Lolita: Genesi e storia del testo Il romanzo avrà un’ampia fortuna e darà vita a una discendenza di opere, tra le quali: • 1962: Il film di di Stanley Kubrick (con James Mason, Shelley Winters, Peter Sellers e Sue Lyon nella parte di Lolita). Nabokov scrive una sceneggiatura, che però viene usata solo in minima parte dal regista • 1997: Seconda trasposizione cinematografica, di Adrian Lyne (con Jeremy Irons, Dominique Swain, e Melanie Griffith) •1971: Musical (librettista Alan Jay Lerner, compositore John Barry), con il titolo Lolita, My Love • Varie riduzioni teatrali (1982, di Edward Albee; 2003, Victor Sobchak) •E anche riscritture di carattere narrativo, tra cui di Pia Pera, Lo’s Diary, che riracconta la storia dal punto di vista di Lolita Lolita, una lettura “a strati” 1) Livello del contenuto: “Di che cosa parla questo romanzo? Come si può definire l’ossessione di Humbert Humbert?” 2) Livello strutturale: la costruzione della trama, il sistema dei personaggi, la configurazione dei temi, la rappresentazione del mondo narrativo 3) Livello del discorso narrativo: strategie comunicative, retorica della voce narrante e rapporto con il lettore 4) Livello linguistico e stilistico: l’espressione verbale, il sistema figurale, il ruolo del significante 5) Livello intertestuale: citazioni, allusioni, parodie, rapporti con altre opere (non solo letterarie) Lolita, Incipit Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta. Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita. Lolita, light of my life, fire of my loins. My sin, my soul. Lo-lee-ta: the tip of the tongue taking a trip of three steps down the palate to tap, at three, on the teeth. Lo. Lee. Ta. She was Lo, plain Lo, in the morning, standing four feet ten in one sock. She was Lola in slacks. She was Dolly at school. She was Dolores on the dotted line. But in my arms she was always Lolita. Edgar Allan Poe, Annabel Lee It was many and many a year ago, In a kingdom by the sea, That a maiden there lived whom you may know By the name of ANNABEL LEE; And this maiden she lived with no other thought Than to love and be loved by me. I was a child and she was a child, In this kingdom by the sea; But we loved with a love that was more than loveI and my Annabel Lee; With a love that the winged seraphs of heaven Coveted her and me. […] Nabokov, Intervista del 1964 (su “Playboy”) “Per la mia ninfetta avevo bisogno di un diminutivo che suonasse come un motivetto pieno di lirismo. Una delle lettere più luminose è la “L”. Il suffisso “-ita” trabocca di tenerezza latina, e a me serviva anche questa. Dunque: Lolita. […] Un altro motivo è stato il gradevole mormorio che si può cogliere nel nome originario, nella sorgente da cui scaturisce “Lolita”: le rose e le lacrime di “Dolores” [il nome allude alla radice latina dolor e, tradizionalmente, alla Vergine Maria]. Dovevo tener conto dello straziante destino della mia ragazzina, oltre che della sua grazia e limpidezza. Dolores le offriva anche un altro diminutivo, più semplice, più familiare e più infantile: Dolly [notare l’assonanza con doll, “bambola”], che si associava bene al cognome “Haze”, nel quale le brume irlandesi si fondono con una coniglietta tedesca – voglio dire, con una piccola lepre tedesca [haze in inglese significa “foschia”, “nebbia leggera”. “Lepre” è hase in tedesco e hare in inglese]” (43). Lolita, Incipit Did she have a precursor? She did, indeed she did. In point of fact, there might have been no Lolita at all had I not loved, one summer, a certain initial girlchild. In a princedom by the sea. Oh when? About as many years before Lolita was born as my age was that summer. You can always count on a murderer for a fancy prose style. Ladies and gentlemen of the jury, exhibit number one is what the seraphs, the misinformed, simple, noble-winged seraphs, envied. Look at this tangle of It was many and many a year ago, In a kingdom by the sea, That a maiden there lived whom you may know By the name of Annabel Lee […] I was a child and she was a child, In this kingdom by the sea; But we loved with a love that was more than loveI and my Annabel Lee; With a love that the winged seraphs of heaven Coveted her and me. […] The Angels, not half so happy in Heaven Went envying her and me. Maurice Couturier, Roman et censure, ou la mauvaise foi d’Eros (1996) Ha coniato l’espressione Mode poérotique (poétique+érotique) per definire la straordinaria miscela di erotismo e dimensione poetica su cui è costruito il romanzo: “Lolita è forse uno dei romanzi più sconvolgenti di questo secolo: racconta la storia, a priori totalmente immorale, di un uomo adulto che si innamora follemente di una ragazzina di dodici anni, una ninfetta come dice, con la quale intrattiene per circa due anni delle relazioni sessuali. […] Ciò che rende questo romanzo particolarmente sconvolgente il fatto che la perversione sessuale sia travestita con gli strumenti poetici più sofisticati e che il maestro di virtù sia, in fin dei conti, il perverso stesso divenuto narratore”. Solipsismo “Atteggiamento di chi tende a risolvere ogni realtà nell’io singolo (solus ipse), o dal punto di vista pratico (ponendo come criterio delle proprie azioni l’interesse personale) o da quello gnoseologico-metafisico (ritenendo l’universo come una pura rappresentazione della propria coscienza individuale)” (Battaglia, Grande dizionario della lingua italiana) “Lolita era ormai solipsizzata e al sicuro (safely solipsized)” (p. 80) Nabokov, Intervista del 1964 “Scrivere Lolita è stato come mettere insieme un bel puzzle – comporlo e ricomporlo nello stesso tempo, dato che l’una cosa è l’immagine speculare dell’altra, secondo come si guarda”. Lolita, Struttura temporale Estremi cronologici della vicenda raccontata da Humbert: • 1910: Suo anno di nascita • 25 settembre 1952: Omicidio di Quilty Eventi successivi, che apprendiamo dalla Prefazione di John Ray: • 16 novembre 1952: Humbert muore di trombosi coronarica • 25 dicembre 1952: Lolita muore di parto a Grey Star, in Alaska Lolita, Struttura temporale Estremi cronologici della vicenda raccontata da Humbert: • 1910: Suo anno di nascita • 25 settembre 1952: Omicidio di Quilty Eventi successivi, che apprendiamo dalla Prefazione di John Ray: • 16 novembre 1952: Humbert muore di trombosi coronarica • 25 dicembre 1952: Lolita muore di parto a Grey Star, in Alaska Distribuzione e velocità degli eventi • Primi capp. (circa trenta pagine) coprono un arco cronologico che va dal 1910 al 1947 • Estate 1947: Humbert si stabilisce a casa di Charlotte Haze • Parte restante del libro: Dall’estate 1947 al settembre 1952 Lolita, Struttura temporale Tempo della narrazione: Humbert inizia la stesura nel settembre 1952 e la conclude dopo 56 giorni Lolita, Struttura temporale Tempo della narrazione: Humbert inizia la stesura nel settembre 1952 e la conclude dopo 56 giorni Incongruenza, gap temporale di tre giorni • Humbert muore il 16 nov. 1952, e impiega 56 giorni a scrivere la storia • Ipotizzando che abbia concluso la stesura il giorno stesso della morte, un intervallo di 56 giorni fa risalire al 22 settembre 1952 • Ma lui stesso ci dice che il 22 settembre riceve la lettera di Lolita (p. 333), e che tre giorni dopo uccide Quilty • Dunque, verrebbe arrestato per un crimine che non ha ancora commesso Lolita, Lo spazio narrativo La vicenda è scandita da vari tragitti nello spazio geografico: • Trasferimento di Humbert dall’Europa agli Usa: sbarco a New York, spostamenti fino a Rasmdale (New England) • Primo viaggio con Lolita: dura dall’agosto 1947 all’agosto 1948, in un percorso di 27.000 miglia. Si conclude a Beardsley, dove si stabiliscono circa un anno • Secondo viaggio con Lolita: si svolge nell’estate 1948, e nel corso del viaggio Humbert si accorge di essere inseguito da un rivale (Quilty), che gli porta via Lolita a Elphinstone • Humbert all’inseguimento di Quilty, poi ritorno a Beardsley Lolita, Lo spazio narrativo Lolita, Destino e coincidenze Aubrey McFate (McFatum nella traduzione italiana) The Enchanted Haunters (I cacciatori incantati) è il nome: • Dell’albergo in cui Humbert porta Lolita • Di una commedia scritta da Quilty in cui recita Lolita Coincidenze numeriche: il 342 • Numero civico della casa di Charlotte e Lolita a Ramsdale, Lawn Street 342 • Numero della stanza di Humbert e Lolita ai Cacciatori incantati • Numero di alberghi e motel in cui si ferma Humbert quando va all’inseguimento di Quilty Nabokov, Intervista del 1964 “Mi secca […] che si sparga la notizia che voglio prendere in giro l’America. Ma non ha scritto lei stesso che “nulla è più esilarante della volgarità filistea americana”? No, non ho detto questo. La frase è stata prelevata dal contesto […] Io ho detto che quanto a volgarità filistea – cosa che in effetti considero quanto mai esilarante – non c’è differenza tra usi americani e usi europei. Dico che un proletario di Chicago può essere filisteo quanto un duca inglese”. Lolita, i falsi indizi Nabokov dissemina falsi indizi sull’identità della vittima: • Le allusioni a Edgar Allan Poe (Annabel Lee, ma anche Lenore e The Raven) possono far pensare che la vittima sia proprio Lolita • Poi la vittima designata sembra Charlotte: Humbert stesso immagina di ucciderla, e allude alla fiaba di Perrault, Barbablù • Nella parte finale le ipotesi si spostano di nuovo su Lolita, soprattutto grazie all’insistenza sul “tema di Carmen”: cfr. Prosper Mérimée, Carmen, storia tragica di gelosia in cui il protagonista uccide la donna amata Lolita, la pista di Quilty Vivian Darkbloom ha scritto una biografia intitolata My Cue (Il mio Cue) Lolita, la pista di Quilty Cap. II, 8; pp. 44-56: […] un Chi è? del mondo dello spettacolo relativamente recente (1946) – attori, produttori, drammaturghi e fotografie di scena. L'altra sera, sfogliando quest'ultimo volume, mi si è offerta una di quelle stupefacenti coincidenze tanto detestate dai logici e amate dai poeti. Trascrivo buona parte della pagina: “Pym, Roland. Nato a Lundy, Mass., 1922. Apprendistato teatrale alla Elsinore Playhouse, Derby, N.Y. Esordio in Sprazzo di sole [Sunburst]. Ha recitato tra l'altro in: Quattro passi da qui, La ragazza in verde, Mariti strapazzati, Lo strano fungo [The Strange Mushroom], Mordi e fuggi, John il Bello, Sognavo di te. Lolita, la pista di Quilty “Quilty, Clare. Drammaturgo statunitense [American dramatist]. Nato a Ocean City, N.J., 1911. Columbia University. Si dedicò al teatro dopo una parentesi nel commercio. Autore di La piccola ninfa [The Little Nymph], La signora che amava il fulmine (in collaborazione con Vivian Darkbloom), L'età buia, Lo strano fungo, Amor paterno [Fatherly Love], et al. Da ricordare le sue molte commedie per bambini. L'inverno precedente la prima a New York, nel corso di una tournée di ventiduemila chilometri, La piccola ninfa (1940) è stata rappresentata 280 volte. Hobby: macchine veloci, fotografia, cuccioli. “Quine, Dolores. Nata nel 1882 a Dayton, Ohio. Studi teatrali all'American Academy. Debuttò a Ottawa nel 1900, a New York nel 1904 in Non parlare con gli sconosciuti [Never Talk to Strangers]. È scomparsa, in seguito, in (segue un elenco di circa trenta pièces)”. Lolita, la pista di Quilty Ah, al solo vedere il nome del mio caro amore, per quanto attribuito a una megera, mi sento ancora attanagliare da un dolore senza speranza! Chissà, forse anche lei avrebbe potuto fare l'attrice. Nata nel 1935. Comparsa (noto il lapsus della mia penna nel paragrafo precedente, ma per favore non correggerlo, Clarence) nel Drammaturgo assassinato [The Murdered Playwright]. Quine: il quiz del Quilticidio. [Quine the Swine. Guilty of killing Quilty] Oh, mia Lolita, ormai il mio trastullo son solo le parole! [Oh, my Lolita, I have only words to play with!] Lolita, la pista di Quilty Cap. II, 11, p. 245: La Pratt, direttrice della scuola di Lolita a Beardsley, convoca Humbert per un colloquio: “Deve assolutamente permetterle di prendere parte ai Cacciatori incantati [in realtà The Hunted Enchantersi, “Gli incantatori cacciati”, nell’originale]. Alle prove è stata perfetta nella parte della piccola ninfa [a perfect little nymph], e in primavera Clare, che ha scritto il testo, si tratterrà per qualche giorno al Beardsley College e forse assisterà a un paio di prove nel nostro nuovo auditorio. Voglio dire che essere giovani e vivi e belli è divertente proprio per questo genere di cose. Lei deve comprendere...”. Lolita, la pista di Quilty Allusioni legate al nome: • Lolita va in vacanza al Camp Q • Cap. II, 1, p. 191: All’inizio del primo viaggio: “Non ho mai visto strade lisce e amabili come quelle che s'irradiavano di fronte a noi, attraverso la bizzarra trapunta di quarantotto Stati [the crazy quilt of forty-eight states]”. • P. 200: Transitano “in una città del Michigan che porta il nome di Quilty” [in realtà nell’orig.: “in a Michigan town bearing his first name”] • Cap. II, 19, p. 279: Lolita riceve una lettera da Mona in cui parla dello spettacolo: “Come mi aspettavo, nella Scena III il povero Poeta s'è impappinato, quando è arrivato alla tiritera francese. Ti ricordi? Ne manque pas de dire à ton amant, Chimène, comme le lac est beau car il faut qu'il t'y mène. Fortunato cicisbeo! Qu'il t'y… Che scioglilingua!” Lolita, la pista di Quilty Cap. I, 28, p. 162: I was about to move away when his voice addressed me: "Where the devil did you get her?" "I beg your pardon?" "I said: the weather is getting better." "Seems so." "Who's the lassie?" "My daughter." "You lie--she's not." "I beg your pardon?" "I said: July was hot. Where's her mother?" "Dead." "I see. Sorry. By the way, why don't you two lunch with me tomorrow…” Lolita, la pista di Quilty Il simbolismo del rosso: • Quilty seduto in a “blood-red armchair” (p. 176) • Lo definisce “demonio rosso [red fiend]” (p. 309) • “A row of parked cars, like pigs at a trough, seemed at first sight to forbid access; but then, by magic, a formidable convertible, resplendent, rubious in the lighted rain, came into motion” (p. 150) •“From another [garage] a red hood protruded in somewhat cod-piece fashion” (p. 268; [Lolita] dreamily brimmed with a diabolical glow that had no relations to me whatever” (p. 269) • “The problem of the Aztec Red Convertible presented itself to me” (p. 271); “I was proceeding slowly one afternoon through torrents of rain and kept seeing that red ghost swimming and shivering with lust in my mirror” (p. 272) Lolita, la pista di Quilty Il simbolismo del rosso: • But next day, like pain in a fatal disease that comes back as the drug and hope wear off, there it was again behind us, that glossy red beast. The traffic on the highway was light that day; nobody passed anybody; and nobody attempted to get in between our humble blue car and its imperious red shadow” (pp. 274-75) • “Oh Lolita! There she was playing with a damned dog, not me. The animal, a terrier of sorts, was losing and snapping up again and adjusting between his jaws a wet little red ball […] but suddenly something in the pattern of her motions, as she dashed this way and that in her Aztec Red bathing briefs and bra, struck me...” (p. 296). Lolita, La voce narrante NARRATORE AUTODIEGETICO (“PRIMA PERSONA”) Livello Storia Discorso narrativo Soggetto Io narrato (Humbert Io narrante (Humbert narratore) personaggio) Tempo Y (tempo della narrazione, 56 X1X2X3… (momenti giorni tra settembre e novembre successivi della storia, dal 1952) 1910 al 25 set. 1952) Lolita, La voce narrante Sarah Herbold, “Dolorès Disparue”: Reading Misogyny in “Lolita” (2008): “Visto che il romanzo è narrato in prima persona, […] non esiste alcuna realtà oggettiva in Lolita con la quale il lettore possa confrontare le eventuali distorsioni di Humbert. Questo “vicolo cieco” epistemologico è particolarmente evidente nelle ultime sezioni del romanzo, dove, come i critici hanno notato, Nabokov si prende quasi gioco dei lettori e della loro incapacità di capire che cosa è frutto della fantasia di Humbert e che cosa è “reale” […]. La Lolita che vediamo potrebbe non essere la “reale” Lolita, ma studenti e insegnanti non hanno accesso a nessuna altra Lolita”. Il narratario Gerald Prince, Introduction à l’étude du narrataire (1973): “Qualunque narrazione, sia orale che scritta, […] presuppone non soltanto (almeno) un narratore, ma anche (almeno) un narratario, cioè qualcuno a cui il narratore si rivolge. In una narrazione fittizia – in un racconto, in un poema epico, in un romanzo – il narratore è una creatura fittizia, come il suo narratario”. Il narratario Gerald Prince, Introduction à l’étude du narrataire (1973): “Qualunque narrazione, sia orale che scritta, […] presuppone non soltanto (almeno) un narratore, ma anche (almeno) un narratario, cioè qualcuno a cui il narratore si rivolge. In una narrazione fittizia – in un racconto, in un poema epico, in un romanzo – il narratore è una creatura fittizia, come il suo narratario”. Testo narrativo Autore Narratore Storia Narratario Lettore Il narratario Gerald Prince, Introduction à l’étude du narrataire (1973): “Qualunque narrazione, sia orale che scritta, […] presuppone non soltanto (almeno) un narratore, ma anche (almeno) un narratario, cioè qualcuno a cui il narratore si rivolge. In una narrazione fittizia – in un racconto, in un poema epico, in un romanzo – il narratore è una creatura fittizia, come il suo narratario”. Testo narrativo Autore Narratore Storia Narratario Lettore Il narratario può essere più o meno evidente: • In certi casi c’è un “narratario di grado zero”; • In altri casi, la sua presenza è esplicitata dai “segnali del narratario” (in particolare l’apostrofe) Il narratario Lolita Manoscritto di Humbert Storia narrata Lolita V.N. J.R “Lettore” H.H. “Signori della giuria” Lettore reale • Lolita è il romanzo scritto da Nabokov, letto dal lettore reale • Il manoscritto di Humbert viene scritto in carcere e pubblicato da John Ray (cfr. Prefazione) • La storia viene raccontata da Humbert a un doppio destinatario: i giurati (primo narratario) e il “lettore” (secondo narratario) • In più, si rivolge alla stessa Lolita, personaggio della sua storia • In rosso, le direzioni delle apostrofi di Humbert Il narratario Appelli ai giurati: • “Gentlemen of the Jury”, oppure “Ladies and gentlemen of the Jury” • “Oh, winged gentlemen of the jury!”: rimanda a un verso della poesia di Poe, Annabel Lee: I was a child and she was a child, In this kingdom by the sea; But we loved with a love that was more than loveI and my Annabel Lee; With a love that the winged seraphs of heaven Coveted her and me. Il narratario Cap. II, 26: Humbert si rivolge così al lettore: “Reader! Bruder!” (p. 326). Bruder (=fratello, in tedesco). Allude all’ultimo verso della poesia che apre Les Fleurs du mal di Baudelaire, Au lecteur: Mais parmi les chacals, les panthères, les lices, Les singes, les scorpions, les vautours, les serpents, Les monstres glapissants, hurlants, grognants, rampants, Dans la ménagerie infâme de nos vices, II en est un plus laid, plus méchant, plus immonde! Quoiqu'il ne pousse ni grands gestes ni grands cris, Il ferait volontiers de la terre un débris Et dans un bâillement avalerait le monde; C'est l'Ennui! L'oeil chargé d'un pleur involontaire, II rêve d'échafauds en fumant son houka. Tu le connais, lecteur, ce monstre délicat, — Hypocrite lecteur, — mon semblable, — mon frère! Il narratario Lionel Trilling, The Last Lover. Vladimir Nabokov’s “Lolita” (1958): “Ci ritroviamo particolarmente scioccati quando ci rendiamo conto che, durante la lettura del romanzo, finiamo per passar sopra alla violazione che descrive […] Siamo stati sedotti e resi conniventi con la violazione, perché abbiamo permesso alle nostre fantasie di accettare ciò che sappiamo essere rivoltante”. Il narratario Strategie di difesa utilizzate da Humbert: 1) Giustificazione psicologica: il trauma con Annabel Leigh 2) Giustificazione culturale: la relatività delle norme morali e dei tabù 3) Giustificazione morale: “fu lei a sedurre me” (p. 168) “The rapist was Charlie Holmes; I am the therapist - a matter of nice spacing in the way of distinction” (p. 189) Il narratario Strategie di difesa utilizzate da Humbert: 1) Giustificazione psicologica: il trauma con Annabel Leigh 2) Giustificazione culturale: la relatività delle norme morali e dei tabù 3) Giustificazione morale: “fu lei a sedurre me” (p. 168) “The rapist was Charlie Holmes; I am the therapist - a matter of nice spacing in the way of distinction” (p. 189) 4) Giustificazione soprannaturale: la ninfetta come creatura demoniaca Lolita, La lingua e lo stile • Nabokov dichiara che il romanzo è un resoconto della sua “storia d’amore con la lingua inglese” • Nella prima pagina, il narratore allude con compiacimento al suo “fancy prose style” • A un certo punto (Cap. I, 8), ammette: “I have only words to play with” (p. 45) Lolita, La lingua e lo stile Allitterazioni • In accostamenti di due parole: infinitely inferior perverse purposes humble Humbert • In sintagmi più complessi: blackness in the blue of my bliss bones, brains, bronze hair and blood • A volte riguarda sia l’inizio, sia la fine delle parole: dangerous Dolores, hypothetical hospital Lolita, La lingua e lo stile Paronomasie, giochi di parole • Rapist/therapist; Guilty of killing Quilty • Bland Mrs. Haze, complete with camera, grew up like a fakir's fake tree • Giochi di parole bilingui: Maffy on Say = ma fiancée [la mia fidanzata] Arthur Rainbow = Arthur Rimbaud Lolita, La lingua e lo stile Neologismi • solipsized • daymare • bubbleblood Lolita, La lingua e lo stile Anagrammi • Cap. II, 23: Uno dei nomi falsi lasciati da Quilty è: Ted Hunter, Cane, NH, anagramma di The Enchanted Hunters [trad. it.: Icaro Cantici, Attica, In = I cacciatori incantati] • Vivian Darkbloom, anagramma di Lolita, La lingua e lo stile Anagrammi • Cap. II, 23: Uno dei nomi falsi lasciati da Quilty è: Ted Hunter, Cane, NH, anagramma di The Enchanted Hunters [trad. it.: Icaro Cantici, Attica, In = I cacciatori incantati] • Vivian Darkbloom, anagramma di Vladimir Nabokov Lolita, La lingua e lo stile Anagrammi • Cap. II, 23: Uno dei nomi falsi lasciati da Quilty è: Ted Hunter, Cane, NH, anagramma di The Enchanted Hunters [trad. it.: Icaro Cantici, Attica, In = I cacciatori incantati] • Vivian Darkbloom, anagramma di Vladimir Nabokov - Lett.: “fiore nero” - Allusione a Conrad, Heart of Darkness, e a Bloom, protagonista dell’Ulysses di Joyce Lolita, La lingua e lo stile Nomi propri • Vedi i nomi di Lolita e le relative connotazioni: Dolores Haze, Dolly, Lolita, Lola, Lo… • Humbert Humbert – Nome raddoppiato, “doppio brontolio” (cfr. tema del doppio) – Rimanda alla simbologia luce/ombra: Humbert (umbra) / Clare [Quilty] (clarus) / Darkbloom – Aggettivazioni e variazioni: Humbert the Terrible, Humbert the Small, Humbert the Humble, Humbert the Hummer, San Humbertino Humbert, Homburg, Hamburg, Humburg, Humbird ecc. Lolita, La lingua e lo stile Nomi propri • Nomi allitterativi: Bryan Bryanski, Sullen Sullivan, Vanessa van Ness • Nomi con giochi di parole bilingui: Blanche Schwarzmann (lett. Bianca Uomonero: fr. Blanche = bianca; ted. Schwarz = nero, Mann = uomo); Avis Byrd (=Uccello Uccello, latino avis + inglese bird) • Nomi che riflettono le emozioni di Humbert: Killer Street • Nomi metonimici: Mrs Opposite (che vive nella casa di fronte a Charlotte); Mr Taxovich (che fa il taxista) • Nomi che rimandano alla sfera sessuale: Conception Park, Miss Redcock, Miss Lebone; Miss Lester e Miss Fabian: Les(ster) + (Fa)bian = Lesbian • Nomi che contengono allusioni letterarie: Dr Byron, Shirley Holmes, Dr Tristramson (Sterne, Tristram Shandy) Lolita, Intertestualità • Autori russi: Gogol’, Puskin, Dostoevskij, Turgenev • Poe, Annabel Lee, Lenore e The Raven; William Wilson e Gordon Pym • Mérimée, Carmen • I poeti francesi: Baudelaire, Rimbaud, Verlaine • I grandi autori del modernismo europeo: Joyce, Proust, Eliot • Lewis Carroll, Alice • Altri autori: Poeti latini (Catullo, Ovidio), Dante, Petrarca, Shakespeare, Cervantes, Marlowe, Ronsard, Goethe, Sterne, Rousseau, Melville, Byron, Keats, Coleridge, Blake, Chateaubriand, Browning, Stevenson ecc. ecc. • Cfr. The Annotated Lolita, Penguin, edizione commentata a cura di Alfred Appel Lolita, Intertestualità Flaubert • Nous connûmes…: cfr. L’educazione sentimentale, Parte III, cap. 6: “Il voyagea. Il connut la mélancolie des paquebots, les froids réveils sous la tente, l’étourdissement des paysages et des ruines, l’amertume des sympathies interrompues. Il revint. Il fréquenta le monde, et il eut d’autres amours encore…” • Lolita, cap. II, 14: “Because it supposedly tied up with her interest in dance and dramatics, I had permitted Lo to take piano lessons with a Miss Emperor (as we French scholars may conveniently call her) to whose blue-shuttered little white house a mile or so beyond Beardsley Lo would spin off twice a week” Gaston Godin - Gustave