Lolita: Genesi e storia del testo
Anticipazioni o germi del romanzo si trovano in:
• Una poesia del 1928, Lilith
• Un brano del romanzo Il dono (1937)
• Soprattutto in un racconto scritto in russo a Parigi nel 1939,
L’incantatore:
– Nabokov lo definisce “una specie di pre-Lolita”
– Creduto distrutto, viene ritrovato da Nabokov tra le sue
carte nel 1959 e pubblicato
• Nel 1949, a Ihaca (NY), Nabokov riprende l’idea e la
sviluppa, in un romanzo che inizialmente si intitola The
Kingdom by the Sea
• La stesura viene ultimata, dopo molte interruzioni, nella
primavera del 1954
Lolita: Genesi e storia del testo
• Settembre 1955: Dopo essere stato rifiutato da quattro
editori americani, Lolita viene pubblicato a Parigi
dall’Olympia Press, diretta da Maurice Girodias
• Dicembre 1955: Graham Greene
pubblica un articolo sul “Sunday
Times” in cui esalta il romanzo e
lo raccomanda ai lettori, definendolo
uno dei migliori del 1955
• John Gordon, sul “Sunday Express”,
reagisce indignato e definisce Lolita “il libro più osceno che
abbia mai letto. Si tratta di pornografia senza freni…
Chiunque si assumesse il rischio di pubblicarlo o venderlo
qui andrebbe certamente in prigione”.
Lolita: Genesi e storia del testo
Scoppia uno scandalo, il cosiddetto Affaire Lolita
• Si susseguono dibattiti e polemiche
• Il Ministero degli interni inglese fa sequestrare alcune copie
del romanzo introdotte in Inghilterra
• Il Ministero dell’Interno francese manda la polizia a fare
un’irruzione nella casa editrice, poi - il 20 dicembre 1956 proibisce la vendita e la circolazione del romanzo
• Girodias pubblica un opuscolo contro la censura, intitolato
L’Affaire Lolita: Défense de l’écrivain
Lolita: Genesi e storia del testo
Contestualmente, si allenta il controllo censorio negli Stati
Uniti e vari editori americani incominciano a interessarsi al
romanzo
• Estate 1957: Una rivista di New York, la “Anchor Review”,
pubblica un ampio stralcio di Lolita, accompagnato dalla
postfazione di Nabokov, On a Book Entitled “Lolita”
• Agosto 1958: Il libro viene pubblicato in volume
dall’editore Putnam, con enorme
successo di pubblico (100.000
copie vendute nelle prime tre
settimane).
Lolita: Genesi e storia del testo
Intervista del 1966: “[L’intervistatore chiede a Nabokov se la
fama che ha raggiunto comporta alcuni inconvenienti] Lolita
è famosa, non io. Io sono un romanziere oscuro, doppiamente
oscuro, con un nome impronunciabile”
Lolita: Genesi e storia del testo
Il romanzo avrà un’ampia fortuna e darà vita a una discendenza
di opere, tra le quali:
• 1962: Il film di di Stanley Kubrick (con James Mason, Shelley
Winters, Peter Sellers e Sue Lyon nella parte di Lolita).
Nabokov scrive una sceneggiatura, che però viene usata solo in
minima parte dal regista
• 1997: Seconda trasposizione cinematografica, di Adrian Lyne
(con Jeremy Irons, Dominique Swain, e Melanie Griffith)
•1971: Musical (librettista Alan Jay Lerner, compositore John
Barry), con il titolo Lolita, My Love
• Varie riduzioni teatrali (1982, di Edward Albee; 2003, Victor
Sobchak)
•E anche riscritture di carattere narrativo, tra cui di Pia Pera,
Lo’s Diary, che riracconta la storia dal punto di vista di Lolita
Lolita, Incipit
Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato,
anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di
tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.
Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e
quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era
Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei
documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.
Lolita, light of my life, fire of my loins. My sin, my soul.
Lo-lee-ta: the tip of the tongue taking a trip of three steps
down the palate to tap, at three, on the teeth. Lo. Lee. Ta.
She was Lo, plain Lo, in the morning, standing four feet ten
in one sock. She was Lola in slacks. She was Dolly at school.
She was Dolores on the dotted line. But in my arms she was
always Lolita.
Edgar Allan Poe, Annabel Lee
It was many and many a year ago,
In a kingdom by the sea,
That a maiden there lived whom you may know
By the name of ANNABEL LEE;
And this maiden she lived with no other thought
Than to love and be loved by me.
I was a child and she was a child,
In this kingdom by the sea;
But we loved with a love that was more than loveI and my Annabel Lee;
With a love that the winged seraphs of heaven
Coveted her and me.
[…]
Nabokov, Intervista del 1964 (su “Playboy”)
“Per la mia ninfetta avevo bisogno di un diminutivo che suonasse
come un motivetto pieno di lirismo. Una delle lettere più luminose è
la “L”. Il suffisso “-ita” trabocca di tenerezza latina, e a me serviva
anche questa. Dunque: Lolita. […] Un altro motivo è stato il
gradevole mormorio che si può cogliere nel nome originario, nella
sorgente da cui scaturisce “Lolita”: le rose e le lacrime di “Dolores”
[il nome allude alla radice latina dolor e, tradizionalmente, alla
Vergine Maria]. Dovevo tener conto dello straziante destino della
mia ragazzina, oltre che della sua grazia e limpidezza. Dolores le
offriva anche un altro diminutivo, più semplice, più familiare e più
infantile: Dolly [notare l’assonanza con doll, “bambola”], che si
associava bene al cognome “Haze”, nel quale le brume irlandesi si
fondono con una coniglietta tedesca – voglio dire, con una piccola
lepre tedesca [haze in inglese significa “foschia”, “nebbia leggera”.
“Lepre” è hase in tedesco e hare in inglese]” (43).
Lolita, Incipit
Did she have a precursor? She
did, indeed she did. In point of
fact, there might have been no
Lolita at all had I not loved, one
summer, a certain initial girlchild. In a princedom by the sea.
Oh when? About as many years
before Lolita was born as my
age was that summer. You can
always count on a murderer for a
fancy prose style.
Ladies and gentlemen of the
jury, exhibit number one is what
the seraphs, the misinformed,
simple, noble-winged seraphs,
envied. Look at this tangle of
It was many and many a year ago,
In a kingdom by the sea,
That a maiden there lived whom
you may know
By the name of Annabel Lee […]
I was a child and she was a child,
In this kingdom by the sea;
But we loved with a love that was
more than loveI and my Annabel Lee;
With a love that the winged
seraphs of heaven
Coveted her and me. […]
The Angels, not half so happy
in Heaven
Went envying her and me.
Maurice Couturier, Roman et censure,
ou la mauvaise foi d’Eros (1996)
Ha coniato l’espressione Mode poérotique
(poétique+érotique) per definire la straordinaria miscela di
erotismo e dimensione poetica su cui è costruito il romanzo:
“Lolita è forse uno dei romanzi più sconvolgenti di questo
secolo: racconta la storia, a priori totalmente immorale, di un
uomo adulto che si innamora follemente di una ragazzina di
dodici anni, una ninfetta come dice, con la quale intrattiene per
circa due anni delle relazioni sessuali. […] Ciò che rende
questo romanzo particolarmente sconvolgente il fatto che la
perversione sessuale sia travestita con gli strumenti poetici più
sofisticati e che il maestro di virtù sia, in fin dei conti, il
perverso stesso divenuto narratore”.
Solipsismo
“Atteggiamento di chi tende a risolvere ogni realtà nell’io
singolo (solus ipse), o dal punto di vista pratico (ponendo
come criterio delle proprie azioni l’interesse personale) o da
quello gnoseologico-metafisico (ritenendo l’universo come
una pura rappresentazione della propria coscienza
individuale)” (Battaglia, Grande dizionario della lingua
italiana)
“Lolita era ormai solipsizzata e al sicuro (safely solipsized)”
(p. 80)
Nabokov, Intervista del 1964
“Scrivere Lolita è stato come mettere insieme un bel puzzle
– comporlo e ricomporlo nello stesso tempo, dato che l’una
cosa è l’immagine speculare dell’altra, secondo come si
guarda”.
Lolita, Struttura temporale
Estremi cronologici della vicenda raccontata da Humbert:
• 1910: Suo anno di nascita
• 25 settembre 1952: Omicidio di Quilty
Eventi successivi, che apprendiamo dalla Prefazione di John
Ray:
• 16 novembre 1952: Humbert muore di trombosi coronarica
• 25 dicembre 1952: Lolita muore di parto a Grey Star, in
Alaska
Distribuzione e velocità degli eventi
• Primi capp. (circa trenta pagine) coprono un arco
cronologico che va dal 1910 al 1947
• Estate 1947: Humbert si stabilisce a casa di Charlotte Haze
• Parte restante del libro: Dall’estate 1947 al settembre 1952
Lolita, Struttura temporale
Tempo della narrazione: Humbert inizia la stesura nel
settembre 1952 e la conclude dopo 56 giorni
Incongruenza, gap temporale di tre giorni
• Humbert muore il 16 nov. 1952, e impiega 56 giorni a
scrivere la storia
• Ipotizzando che abbia concluso la stesura il giorno stesso
della morte, un intervallo di 56 giorni fa risalire al 22
settembre 1952
• Ma lui stesso ci dice che il 22 settembre riceve la lettera di
Lolita (p. 333), e che tre giorni dopo uccide Quilty
• Dunque, verrebbe arrestato per un crimine che non ha
ancora commesso
Lolita, Lo spazio narrativo
La vicenda è scandita da vari tragitti nello spazio
geografico:
• Trasferimento di Humbert dall’Europa agli Usa: sbarco a
New York, spostamenti fino a Rasmdale (New England)
• Primo viaggio con Lolita: dura dall’agosto 1947 all’agosto
1948, in un percorso di 27.000 miglia. Si conclude a
Beardsley, dove si stabiliscono circa un anno
• Secondo viaggio con Lolita: si svolge nell’estate 1948, e
nel corso del viaggio Humbert si accorge di essere inseguito
da un rivale (Quilty), che gli porta via Lolita a Elphinstone
• Humbert all’inseguimento di Quilty, poi ritorno a
Beardsley
Lolita, Lo spazio narrativo
Lolita, Destino e coincidenze
Aubrey McFate (McFatum nella traduzione italiana)
The Enchanted Haunters (I cacciatori incantati) è il nome:
• Dell’albergo in cui Humbert porta Lolita
• Di una commedia scritta da Quilty in cui recita Lolita
Coincidenze numeriche: il 342
• Numero civico della casa di Charlotte e Lolita a Ramsdale,
Lawn Street 342
• Numero della stanza di Humbert e Lolita ai Cacciatori
incantati
• Numero di alberghi e motel in cui si ferma Humbert quando
va all’inseguimento di Quilty
Nabokov, Intervista del 1964
“Mi secca […] che si sparga la notizia che voglio prendere
in giro l’America.
Ma non ha scritto lei stesso che “nulla è più esilarante
della volgarità filistea americana”?
No, non ho detto questo. La frase è stata prelevata dal
contesto […] Io ho detto che quanto a volgarità filistea – cosa
che in effetti considero quanto mai esilarante – non c’è
differenza tra usi americani e usi europei. Dico che un
proletario di Chicago può essere filisteo quanto un duca
inglese”.
Lolita, i falsi indizi
Nabokov dissemina falsi indizi sull’identità della vittima:
• Le allusioni a Edgar Allan Poe (Annabel Lee, ma anche
Lenore e The Raven) possono far pensare che la vittima sia
proprio Lolita
• Poi la vittima designata sembra Charlotte: Humbert stesso
immagina di ucciderla, e allude alla fiaba di Perrault,
Barbablù
• Nella parte finale le ipotesi si spostano di nuovo su Lolita,
soprattutto grazie all’insistenza sul “tema di Carmen”: cfr.
Prosper Mérimée, Carmen, storia tragica di gelosia in cui il
protagonista uccide la donna amata
Lolita, la pista di Quilty
Vivian Darkbloom ha scritto una biografia intitolata My Cue
(Il mio Cue)
Lolita, la pista di Quilty
Cap. II, 8; pp. 44-56: […] un Chi è? del mondo dello
spettacolo relativamente recente (1946) – attori, produttori,
drammaturghi e fotografie di scena. L'altra sera, sfogliando
quest'ultimo volume, mi si è offerta una di quelle stupefacenti
coincidenze tanto detestate dai logici e amate dai poeti.
Trascrivo buona parte della pagina:
“Pym, Roland. Nato a Lundy, Mass., 1922. Apprendistato
teatrale alla Elsinore Playhouse, Derby, N.Y. Esordio in
Sprazzo di sole [Sunburst]. Ha recitato tra l'altro in: Quattro
passi da qui, La ragazza in verde, Mariti strapazzati, Lo
strano fungo [The Strange Mushroom], Mordi e fuggi, John il
Bello, Sognavo di te.
Lolita, la pista di Quilty
“Quilty, Clare. Drammaturgo statunitense [American dramatist].
Nato a Ocean City, N.J., 1911. Columbia University. Si dedicò al
teatro dopo una parentesi nel commercio. Autore di La piccola
ninfa [The Little Nymph], La signora che amava il fulmine (in
collaborazione con Vivian Darkbloom), L'età buia, Lo strano
fungo, Amor paterno [Fatherly Love], et al. Da ricordare le sue
molte commedie per bambini. L'inverno precedente la prima a
New York, nel corso di una tournée di ventiduemila chilometri, La
piccola ninfa (1940) è stata rappresentata 280 volte. Hobby:
macchine veloci, fotografia, cuccioli.
“Quine, Dolores. Nata nel 1882 a Dayton, Ohio. Studi teatrali
all'American Academy. Debuttò a Ottawa nel 1900, a New York
nel 1904 in Non parlare con gli sconosciuti [Never Talk to
Strangers]. È scomparsa, in seguito, in (segue un elenco di circa
trenta pièces)”.
Lolita, la pista di Quilty
Ah, al solo vedere il nome del mio caro amore, per quanto
attribuito a una megera, mi sento ancora attanagliare da un
dolore senza speranza! Chissà, forse anche lei avrebbe potuto
fare l'attrice. Nata nel 1935. Comparsa (noto il lapsus della
mia penna nel paragrafo precedente, ma per favore non
correggerlo, Clarence) nel Drammaturgo assassinato [The
Murdered Playwright]. Quine: il quiz del Quilticidio. [Quine
the Swine. Guilty of killing Quilty] Oh, mia Lolita, ormai il
mio trastullo son solo le parole! [Oh, my Lolita, I have only
words to play with!]
Lolita, la pista di Quilty
Cap. II, 11, p. 245: La Pratt, direttrice della scuola di Lolita a
Beardsley, convoca Humbert per un colloquio:
“Deve assolutamente permetterle di prendere parte ai
Cacciatori incantati [in realtà The Hunted Enchantersi, “Gli
incantatori cacciati”, nell’originale]. Alle prove è stata
perfetta nella parte della piccola ninfa [a perfect little
nymph], e in primavera Clare, che ha scritto il testo, si
tratterrà per qualche giorno al Beardsley College e forse
assisterà a un paio di prove nel nostro nuovo auditorio.
Voglio dire che essere giovani e vivi e belli è divertente
proprio per questo genere di cose. Lei deve comprendere...”.
Lolita, la pista di Quilty
Allusioni legate al nome:
• Lolita va in vacanza al Camp Q
• Cap. II, 1, p. 191: All’inizio del primo viaggio: “Non ho mai
visto strade lisce e amabili come quelle che s'irradiavano di
fronte a noi, attraverso la bizzarra trapunta di quarantotto Stati
[the crazy quilt of forty-eight states]”.
• P. 200: Transitano “in una città del Michigan che porta il nome
di Quilty” [in realtà nell’orig.: “in a Michigan town bearing his
first name”]
• Cap. II, 19, p. 279: Lolita riceve una lettera da Mona in cui
parla dello spettacolo: “Come mi aspettavo, nella Scena III il
povero Poeta s'è impappinato, quando è arrivato alla tiritera
francese. Ti ricordi? Ne manque pas de dire à ton amant,
Chimène, comme le lac est beau car il faut qu'il t'y mène.
Fortunato cicisbeo! Qu'il t'y… Che scioglilingua!”
Lolita, la pista di Quilty
Il simbolismo del rosso:
• Quilty seduto in a “blood-red armchair” (p. 176)
• Lo definisce “demonio rosso [red fiend]” (p. 309)
• “A row of parked cars, like pigs at a trough, seemed at first
sight to forbid access; but then, by magic, a formidable
convertible, resplendent, rubious in the lighted rain, came
into motion” (p. 150)
•“From another [garage] a red hood protruded in somewhat
cod-piece fashion” (p. 268; [Lolita] dreamily brimmed with a
diabolical glow that had no relations to me whatever” (p. 269)
• “The problem of the Aztec Red Convertible presented itself
to me” (p. 271); “I was proceeding slowly one afternoon
through torrents of rain and kept seeing that red ghost
swimming and shivering with lust in my mirror” (p. 272)
Lolita, la pista di Quilty
Il simbolismo del rosso:
• But next day, like pain in a fatal disease that comes back as
the drug and hope wear off, there it was again behind us, that
glossy red beast. The traffic on the highway was light that day;
nobody passed anybody; and nobody attempted to get in
between our humble blue car and its imperious red shadow”
(pp. 274-75)
• “Oh Lolita! There she was playing with a damned dog, not
me. The animal, a terrier of sorts, was losing and snapping up
again and adjusting between his jaws a wet little red ball […]
but suddenly something in the pattern of her motions, as she
dashed this way and that in her Aztec Red bathing briefs and
bra, struck me...” (p. 296).
Lolita, La voce narrante
NARRATORE AUTODIEGETICO (“PRIMA PERSONA”)
Livello Storia
Discorso narrativo
Soggetto Io narrato (Humbert
Io narrante (Humbert narratore)
personaggio)
Tempo
Y (tempo della narrazione, 56
X1X2X3… (momenti
giorni tra settembre e novembre
successivi della storia, dal
1952)
1910 al 25 set. 1952)
Lolita, La voce narrante
Sarah Herbold, “Dolorès Disparue”: Reading Misogyny
in “Lolita” (2008):
“Visto che il romanzo è narrato in prima persona, […]
non esiste alcuna realtà oggettiva in Lolita con la quale il
lettore possa confrontare le eventuali distorsioni di
Humbert. Questo “vicolo cieco” epistemologico è
particolarmente evidente nelle ultime sezioni del romanzo,
dove, come i critici hanno notato, Nabokov si prende
quasi gioco dei lettori e della loro incapacità di capire che
cosa è frutto della fantasia di Humbert e che cosa è “reale”
[…]. La Lolita che vediamo potrebbe non essere la “reale”
Lolita, ma studenti e insegnanti non hanno accesso a
nessuna altra Lolita”.
Il narratario
Gerald Prince, Introduction à l’étude du narrataire (1973):
“Qualunque narrazione, sia orale che scritta, […]
presuppone non soltanto (almeno) un narratore, ma anche
(almeno) un narratario, cioè qualcuno a cui il narratore si
rivolge. In una narrazione fittizia – in un racconto, in un
poema epico, in un romanzo – il narratore è una creatura
fittizia, come il suo narratario”.
Testo narrativo
Autore
Narratore
Storia
Narratario
Lettore
Il narratario può essere più o meno evidente:
• In certi casi c’è un “narratario di grado zero”;
• In altri casi, la sua presenza è esplicitata dai “segnali del
narratario” (in particolare l’apostrofe)
Il narratario
Lolita
Manoscritto di Humbert
Storia narrata
Lolita
V.N.
J.R
“Lettore”
H.H.
“Signori
della giuria”
Lettore
reale
• Lolita è il romanzo scritto da Nabokov, letto dal lettore reale
• Il manoscritto di Humbert viene scritto in carcere e pubblicato da
John Ray (cfr. Prefazione)
• La storia viene raccontata da Humbert a un doppio destinatario: i
giurati (primo narratario) e il “lettore” (secondo narratario)
• In più, si rivolge alla stessa Lolita, personaggio della sua storia
• In rosso, le direzioni delle apostrofi di Humbert
Il narratario
Appelli ai giurati:
• “Gentlemen of the Jury”, oppure “Ladies and gentlemen
of the Jury”
• “Oh, winged gentlemen of the jury!”: rimanda a un verso
della poesia di Poe, Annabel Lee:
I was a child and she was a child,
In this kingdom by the sea;
But we loved with a love that was more than loveI and my Annabel Lee;
With a love that the winged seraphs of heaven
Coveted her and me.
Il narratario
Cap. II, 26: Humbert si rivolge così al lettore: “Reader!
Bruder!” (p. 326). Bruder (=fratello, in tedesco). Allude
all’ultimo verso della poesia che apre Les Fleurs du mal di
Baudelaire, Au lecteur:
Mais parmi les chacals, les panthères, les lices,
Les singes, les scorpions, les vautours, les serpents,
Les monstres glapissants, hurlants, grognants, rampants,
Dans la ménagerie infâme de nos vices,
II en est un plus laid, plus méchant, plus immonde!
Quoiqu'il ne pousse ni grands gestes ni grands cris,
Il ferait volontiers de la terre un débris
Et dans un bâillement avalerait le monde;
C'est l'Ennui! L'oeil chargé d'un pleur involontaire,
II rêve d'échafauds en fumant son houka.
Tu le connais, lecteur, ce monstre délicat,
— Hypocrite lecteur, — mon semblable, — mon frère!
Il narratario
Lionel Trilling, The Last Lover. Vladimir Nabokov’s
“Lolita” (1958):
“Ci ritroviamo particolarmente scioccati quando ci
rendiamo conto che, durante la lettura del romanzo,
finiamo per passar sopra alla violazione che descrive […]
Siamo stati sedotti e resi conniventi con la violazione,
perché abbiamo permesso alle nostre fantasie di accettare
ciò che sappiamo essere rivoltante”.
Il narratario
Strategie di difesa utilizzate da Humbert:
1) Giustificazione psicologica: il trauma con Annabel
Leigh
2) Giustificazione culturale: la relatività delle norme
morali e dei tabù
3) Giustificazione morale: “fu lei a sedurre me” (p. 168)
“The rapist was Charlie Holmes; I am the therapist - a
matter of nice spacing in the way of distinction” (p.
189)
4) Giustificazione soprannaturale: la ninfetta come
creatura demoniaca
Lolita, La lingua e lo stile
• Nabokov dichiara che il romanzo è un resoconto della
sua “storia d’amore con la lingua inglese”
• Nella prima pagina, il narratore allude con
compiacimento al suo “fancy prose style”
• A un certo punto (Cap. I, 8), ammette: “I have only
words to play with” (p. 45)
Lolita, La lingua e lo stile
Allitterazioni
• In accostamenti di due parole:
infinitely inferior
perverse purposes
humble Humbert
• In sintagmi più complessi:
blackness in the blue of my bliss
bones, brains, bronze hair and blood
• A volte riguarda sia l’inizio, sia la fine delle parole:
dangerous Dolores,
hypothetical hospital
Lolita, La lingua e lo stile
Paronomasie, giochi di parole
• Rapist/therapist; Guilty of killing Quilty
• Bland Mrs. Haze, complete with camera, grew up like a
fakir's fake tree
• Giochi di parole bilingui:
Maffy on Say = ma fiancée [la mia fidanzata]
Arthur Rainbow = Arthur Rimbaud
Lolita, La lingua e lo stile
Neologismi
• solipsized
• daymare
• bubbleblood
Lolita, La lingua e lo stile
Anagrammi
• Cap. II, 23: Uno dei nomi falsi lasciati da Quilty è:
Ted Hunter, Cane, NH, anagramma di The Enchanted
Hunters
[trad. it.: Icaro Cantici, Attica, In = I cacciatori incantati]
• Vivian Darkbloom, anagramma di
Lolita, La lingua e lo stile
Anagrammi
• Cap. II, 23: Uno dei nomi falsi lasciati da Quilty è:
Ted Hunter, Cane, NH, anagramma di The Enchanted
Hunters
[trad. it.: Icaro Cantici, Attica, In = I cacciatori incantati]
• Vivian Darkbloom, anagramma di Vladimir Nabokov
- Lett.: “fiore nero”
- Allusione a Conrad, Heart of Darkness, e a Bloom,
protagonista dell’Ulysses di Joyce
Lolita, La lingua e lo stile
Nomi propri
• Vedi i nomi di Lolita e le relative connotazioni: Dolores
Haze, Dolly, Lolita, Lola, Lo…
• Humbert Humbert
– Nome raddoppiato, “doppio brontolio” (cfr. tema del
doppio)
– Rimanda alla simbologia luce/ombra:
Humbert (umbra) / Clare [Quilty] (clarus) / Darkbloom
– Aggettivazioni e variazioni: Humbert the Terrible,
Humbert the Small, Humbert the Humble, Humbert the
Hummer, San Humbertino Humbert, Homburg,
Hamburg, Humburg, Humbird ecc.
Lolita, La lingua e lo stile
Nomi propri
• Nomi allitterativi: Bryan Bryanski, Sullen Sullivan,
Vanessa van Ness
• Nomi con giochi di parole bilingui: Blanche
Schwarzmann (lett. Bianca Uomonero: fr. Blanche = bianca;
ted. Schwarz = nero, Mann = uomo); Avis Byrd (=Uccello
Uccello, latino avis + inglese bird)
• Nomi che riflettono le emozioni di Humbert: Killer Street
• Nomi metonimici: Mrs Opposite (che vive nella casa di
fronte a Charlotte); Mr Taxovich (che fa il taxista)
• Nomi che rimandano alla sfera sessuale: Conception Park,
Miss Redcock, Miss Lebone; Miss Lester e Miss Fabian:
Les(ster) + (Fa)bian = Lesbian
• Nomi che contengono allusioni letterarie: Dr Byron,
Shirley Holmes, Dr Tristramson (Sterne, Tristram Shandy)
Lolita, Intertestualità
• Autori russi: Gogol’, Puskin, Dostoevskij, Turgenev
• Poe, Annabel Lee, Lenore e The Raven; William Wilson e
Gordon Pym
• Mérimée, Carmen
• I poeti francesi: Baudelaire, Rimbaud, Verlaine
• I grandi autori del modernismo europeo: Joyce, Proust,
Eliot
• Lewis Carroll, Alice
• Altri autori: Poeti latini (Catullo, Ovidio), Dante, Petrarca,
Shakespeare, Cervantes, Marlowe, Ronsard, Goethe, Sterne,
Rousseau, Melville, Byron, Keats, Coleridge, Blake,
Chateaubriand, Browning, Stevenson ecc. ecc.
• Cfr. The Annotated Lolita, Penguin, edizione
commentata a cura di Alfred Appel
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