La parafrasi Parafrasare significa riscrivere – o rielaborare in forma orale – un testo in un linguaggio più semplice e accessibile, senza modificarne i contenuti. La parafrasi deve produrre un nuovo testo che non alteri le dimensioni né il significato di quello di partenza. Nel fare una parafrasi, non si deve: eliminare o riassumere parti; aggiungere commenti o interpretazioni soggettive; ma è invece necessario esprimere gli stessi contenuti in un linguaggio più moderno e scorrevole. La parafrasi di un testo richiede interventi su diversi piani: piano della sintassi necessità di riordinare le parole nella normale successione sintattica soggetto/predicato/complementi; necessità di spezzare i periodi molto lunghi e complessi in periodi più brevi; necessità di esplicitare i legami e le espressioni sottintese. piano lessicale necessità di sostituire parole o espressioni arcaiche, letterarie o rare con sinonimi di uso corrente o con perifrasi che ne chiariscano il significato; necessità di sciogliere metafore e altre figure retoriche di difficile comprensione. Nel caso di un testo in prosa scritto in un linguaggio settoriale – come il linguaggio medico, burocratico, tecnico o scientifico – ricco di termini specialistici che esulano dal lessico della lingua d’uso: Testo di un opuscolo illustrativo consegnato ai cittadini Testo parafrasato Norme comportamentali per gli utenti per il corretto conferimento negli appositi contenitori delle frazioni merceologiche per le quali si effettua la raccolta differenziata domiciliare. Regole che i cittadini devono seguire per gettare negli appositi contenitori i vari tipi di rifiuti di cui si effettua la raccolta differenziata nelle case. Nel caso di un testo narrativo scritto con una varietà linguistica diacronica molto distante da quella contemporanea: Boccaccio, VI giornata, V novella (XIV sec.) Carissime donne, egli avviene spesso che, sì come la fortuna sotto vili arti alcuna volta grandissimi tesori di vertù nasconde, così ancora sotto turpissime forme d'uomini si truovano maravigliosi ingegni dalla natura essere stati riposti. Lo qual cosa assai apparve in due nostri cittadini, de'quali io intendo brievemente di ragionarvi: per ciò che l'uno, il quale messer Forese da Rabatta fu chiamato, essendo di persona piccolo e isformato, con viso piatto e ricagnato, fu di tanto sentimento nelle leggi, che da molti valenti uomini uno armario di ragione civile fu reputato; e l'altro, il cui nome fu Giotto, ebbe uno ingegno di tanta eccellenza, che niuna cosa da la natura, che egli con lo stile e con lo penna o col pennello non dipingesse sì simile a quella, che non simile, anzi più tosto dessa paresse, in tanto che molte volte nelle cose da lui fatte si truova che il visivo senso degli uomini vi prese errore, quello credendo esser vero che era dipinto quello che invece era soltanto dipinto. Testo parafrasato Carissime donne, avviene spesso che così come la sorte talora nasconde grandissimi tesori di virtù in uomini che esercitano umili mestieri, allo stesso modo si trovano menti ingegnose nascoste dalla natura in uomini di aspetto bruttissimo. È quanto avvenne con due nostri concittadini, dei quali voglio raccontarvi brevemente: infatti, il primo, conosciuto sotto il nome di messere Forese da Rabatta, pur essendo una persona piccola e deforme, con il viso piatto e schiacciato, era talmente esperto nelle leggi che fu ritenuto da molti uomini di valore una biblioteca ambulante di diritto civile; e l’altro, di nome Giotto, aveva un ingegno così eccezionale che non vi era nessuna cosa prodotta dalla natura che egli non dipingesse con lo stilo, con la penna o con il pennello, così simile a essa da non essere soltanto simile, ma da sembrare piuttosto vera, tanto che osservando le cose da lui realizzato spesso la vista degli uomini fu indotta in errore, a credere cioè vero