Dirigenti Scolastici
NOTIZIARIO NAZIONALE
046/ 2014 – 09 Settembre 2014
REDAZIONE : R. Ciuffreda - Coordinamento Nazionale STRUTTURA COMPARTO NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI FLC
IN PRIMO PIANO
01. Uno sguardo sull’istruzione 2014 - Indicatori dell’OCSE
DIRIGENTI SCOLASTICI
02. Dirigenti scolastici e Direttori dei servizi: bandire
subito i concorsi
03. Dirigenti scolastici: le guide FLC COME strumenti di
lavoro utili anche ai i dirigenti scolastici
04. Dirigenti scolastici: confermata indennità di reggenza
parte fissa
05. Miur: i nuovi Direttori Generali e i nuovi Dirigenti degli
Uffici Scolastici regionali
SINDACATO - POLITICA SCOLASTICA
06. Piano scuola: 150.000 assunzioni di docenti, un
risultato delle nostre proposte e iniziative
07. Piano scuola: bene le assunzioni. E ora il rinnovo del
contratto
08. Contratti pubblici: Pantaleo, inaccettabile un ulteriore
blocco
09. Scuola: Camusso, occorre dare speranza al futuro
FINANZIAMENTI SCUOLA - PROGRAMMA ANNUALE – MOF - CONTRATTAZIONE DI
SCUOLA
10. Economie MOF 2013/2014, Aree a Rischio, utilizzati ex
at. 86 CCNL: primo incontro al MIUR
PERSONALE : PROBLEMI CONTRATTUALI – SCATTI - PROFILI
11. Posizioni economiche ATA: una nota del MEF ribadisce
il solo riconoscimento giuridico da settembre a dicembre
12.
Inserimento
dei
contratti
indeterminato: indicazioni del MIUR
scuola
a
tempo
NORME : SPAZIO FAQ E GIURISPRUDENZA
13. Una guida per docenti e ATA neo-assunti in ruolo
PRECARIATO, RECLUTAMENTO, SUPPLENZE E PROBLEMI RETRIBUTIVI
14. Le nostre guide per i supplenti della scuola
15. Graduatorie di istituto docenti: chiarimenti sulle
procedure per la pubblicazione
16. Graduatorie di istituto ATA: le domande entro mercoledì
8 ottobre
17. Retribuzioni personale della scuola: a settembre
un’emissione speciale e due urgenti di NoiPa
SCUOLA: NAVIGANDO IN RETE
18. La carriera modello: "Vengo anch'io? No tu no!" -di Pino Patroncini
19. Ormai un lavoro di confine di Franco De Anna
ALLEGATI
 Education at a Glance 2014 Sintesi in italiano

fascicolo informativo flc cgil su avvio anno scolastico 2014 2015

fascicolo informativo flc cgil su avvio anno scolastico 2014 2015 libretto

opuscolo flc cgil per docenti e ata neo assunti in ruolo a s 2014 2015

una GUIDA alle regole per la sostituzione dei docenti assenti.

una GUIDA sulle modalità di convocazione supplenti dalle graduatorie di istituto

opuscolo flc cgil per docenti e ata supplenti della scuola a s 2014 2015

NoiPA-113-2014 ind reggenza

la buona scuola facciamo crescere il paese rapporto 3 settembre 2014

nota 2771 del 4 settembre 2014 accordo riconoscimento personale ata una
tantum

nota mef 66929 dell 11 agosto 2014 accordo riconoscimento personale ata una
tantum

nota 2079 del 27 agosto 2014 funzioni sidi contratti a tempo indeterminato

nota 2082 del 29 agosto 2014 trasmissione contratti a tempo indeterminato con
presa di servizio differita

nota 8861 del 5 settembre 2014 chiarimenti pubblicazione graduatorie d istituto
docenti

scheda flc cgil chi puo presentare domanda per le graduatorie d istituto ata

decreto ministeriale 7171 del 5 settembre 2014 bando aggiornamento
graduatorie di istituto terza fascia personale ata 2014 2016

decreto ministeriale 7171 del 5 settembre 2014 allegati

nota 8921 del 8 settembre 2014 bando aggiornamento graduatorie di istituto
terza fascia personale ata 2014 2016

nota mef 115 dell 8 settembre 2014 emissione speciale compensi vari

nota mef 116 dell 8 settembre 2014 emissioni pagamenti urgenti
-----------------------------------------------------------
IN PRIMO PIANO
01. Uno sguardo sull’istruzione 2014 - Indicatori dell’OCSE
OCSE. Italia migliora qualità
istruzione di base ma livello
resta basso. Stipendi bassi ed
unico paese a tagliare risorse
L'OCSE oggi ha diffuso il dossier "Un sguardo sull'Istruzione 2014, con il quale si forniscono i
dati sulla qualità dell'istruzione di base.





Innovazione troppe spese per nuove attrezzature sono state rimandate
Migliora la qualità dell’istruzione sia in matematica che nella misurazione delle
competenze degli adulti ma il livello dell'istruzione è migliorato, ma è sempre basso
rispetto agli altri paesi.
Aumento di alunni per classe del 15% nella scuola primaria e del 22% alla media.
Stipendi le buste paga sono diminuite in media del 2%.
Diminuita spesa per studente Tra il 1995 e il 2011 in Italia la spesa per studente nella
scuola primaria, secondaria e post secondaria non terziaria è diminuita del 4%. Tra i 34
paesi Ocse presi a esame, l'Italia è l'unico che registra una diminuzione della spesa
pubblica per le istituzioni scolastiche tra il 2000 e il 2011 (-3%,la media Ocse registra
+38%) ed è il Paese con la riduzione più marcata di investimenti.
Inoltre secondo il primo rapporto internazionale sull'Efficienza della spesa per l'educazione, i
problemi della scuola italiana dipendono dagli stipendi bassi dei docenti e dagli alunni per classe.
Ciò è specificato nel rapporto redatto da Peter Dolton, esperto mondiale di economia
dell'educazione della London School of Economics, insieme a Oscar Marcenaro Gutiérrez
dell'Università di Malaga e ad Adam Still di Gems Education Solutions.
ALLEGATI

Education at a Glance 2014 Sintesi in italiano
**********
DIRIGENTI SCOLASTICI
02. Dirigenti scolastici e Direttori dei servizi: bandire subito i concorsi
Il Segretario Generale della FLC
CGIL chiede al Governo e al MIUR di
assicurare il buon funzionamento
delle scuole.
Oggi 9 settembre 2014 il Segretario Generale della FLC CGIL ha chiesto con una lettera inviata
al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Istruzione e al Capo Dipartimento per l’Istruzione, che
si proceda rapidamente a bandire i concorsi per dirigente scolastico e per direttore dei servizi.
Già quest’anno sono oltre mille le scuole affidate a dirigenti scolastici reggenti per l’esaurimento
delle graduatorie del concorso in quasi tutte le regioni e per la mancata intesa in sede di
Conferenza Unificata Stato Regioni sul dimensionamento delle scuole autonome. La stessa
situazione si è determinata per i direttori dei servizi per i quali non è mai stato bandito il concorso
dopo l’approvazione del loro profilo professionale nel 2000.
La mancanza nelle scuole di queste due figure professionali compromette la continuità della
gestione organizzativa, amministrativa e finanziaria, danneggia le attività didattiche e i colpisce
diritti degli studenti e delle famiglie.
Nei prossimi anni la carenza di dirigenti e direttori aumenterà per effetto dei pensionamenti e
per l’impossibilità di ricorrere a personale selezionato attraverso i concorsi pubblici.
Il Governo ha varato il documento “La buona scuola” aprendo una consultazione, ma su questa
esigenza delle scuole non c’è bisogno di sapere come la pensa la comunità scolastica né di
elaborare documenti programmatici, si dia seguito alle decisioni già assunte in sede legislativa
e amministrativa e si bandiscano i concorsi.
______________
Roma, 9 settembre 2014
On.Presidente del Consiglio
Matteo Renzi
On. Ministro Istruzione Università e Ricerca
Stefania Giannini
Capo Dipartimento per l’Istruzione
Luciano Chiappetta
loro sedi
Oggetto: Organici e concorsi per dirigenti scolastici e direttori dei servizi.
La scrivente Organizzazione Sindacale chiede alle SS.LL. di bandire quanto prima i concorsi per
dirigenti scolastici e per direttori dei servizi.
Ciò per dare una risposta alla pressante esigenza delle scuole pubbliche statali di avere un
governo stabile ed efficace.
I dirigenti scolastici e i direttori dei servizi sono indispensabili per il buon funzionamento delle
scuole: la copertura completa degli organici è un’urgenza indifferibile.
Se non si avvieranno e si concluderanno rapidamente i concorsi per i dirigenti scolastici e per i
direttori dei servizi, nei prossimi anni scolastici migliaia di scuole non avranno una guida stabile
e pienamente impegnata nella gestione di ciascuna delle istituzioni autonome. Già in quest’anno
scolastico sono oltre mille le scuole affidate a dirigenti reggenti che aggiungono alla propria
scuola la gestione di un’altra; lo stesso avviene in centinaia di scuole per i direttori dei servizi.
Il decreto legge 104/2013 ha modificato le procedure del concorso per DS e il decreto legge
58/2014 è ulteriormente intervento per assicurarne un rapido espletamento e per dare una
soluzione, peraltro da noi considerata insoddisfacente, ai problemi prodotti dagli errori
dell’amministrazione nell’ultimo concorso. Entrambe le norme hanno stabilito dei termini
temporali relativamente alle procedure concorsuali: il DL.104/2013 per l’avvio e il DL 58/2014
per la conclusione (entro il 31 dicembre 2014), il concorso per dsga è stato annunciato più volte
e attende dal 2000 di essere bandito.
A tutt’oggi non ci risulta, nonostante i nostri solleciti, che sia stato avviato quanto necessario
all’espletamento dei concorsi.
Le buone intenzioni e gli annunci non possono sostituire gli atti concreti indispensabili a far
funzionare il sistema educativo di istruzione e formazione.
Chiediamo che si dedichi il giusto e necessario impegno a dare seguito ad atti legislativi già
assunti la cui applicazione non è ulteriormente procrastinabile nell’interesse della scuola e dei
cittadini.
Confermiamo la nostra totale e immediata disponibilità ai confronti previsti dal CCNL per la
definizione dei bandi di concorso per dirigenti scolastici e per direttori dei servizi.
Con l’occasione si porgono cordiali saluti
Il Segretario generale FLC CGIL
Domenico Pantaleo
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03. Dirigenti scolastici: le guide FLC COME strumenti di lavoro utili anche
ai i dirigenti scolastici
Molte le guide e gli opuscoli FLC per
coadiuvare il lavoro delle strutture
sindacali, dei Dirigenti scolastici e
per gli stessi lavoratori.
ALLEGATI

fascicolo informativo flc cgil su avvio anno scolastico 2014 2015

fascicolo informativo flc cgil su avvio anno scolastico 2014 2015 libretto

opuscolo flc cgil per docenti e ata neo assunti in ruolo a s 2014 2015

una GUIDA alle regole per la sostituzione dei docenti assenti.

una GUIDA sulle modalità di convocazione supplenti dalle graduatorie di istituto

opuscolo flc cgil per docenti e ata supplenti della scuola a s 2014 2015
**********
04. Dirigenti scolastici: confermata indennità di reggenza parte fissa
chiarimenti di NoiPA sulla indennità di
reggenza per i dirigenti scolastici
Ministero Economia e Finanze News_2014.385.01
Il MEF - NoiPa, con il Messaggio n. 113 del 1 settembre 2014 (
NoiPA-113-2014.doc), ad
integrazione del messaggio n. 69/2014 ed a seguito nota di rettifica del Miur n. 7525 del 25
luglio 2014, ha fornito ulteriori chiarimenti sulla indennità di reggenza per i dirigenti scolastici .
Notoriamente l'incarico di reggenza è remunerato in 2 parti:


Mediante emolumento fisso di euro 738,19 con esclusione del calcolo opera di previdenza
mediante incremento della retribuzione di risultato in misura pari all'80% della
retribuzione di posizione parte variabile che caratterizza il posto assunto in reggenza che
non è da considerarsi quindi ai fini della indennità di buonuscita.
A decorrere dall'anno scolastico 2014/2015, l'assegno 622/002 (PARTE FISSA ) verrà chiuso nel
sistema NoiPA con decorrenza 1 settembre 2014 e contestualmente verrà creato l'assegno
773/001, "Indennità di reggenza per i dirigenti scolastici".
Finalmente dovrebbe esserci più chiarezza anche nella lettura del cedolino dei Dirigenti Scolastici
in quanto il MEF ha previsto che per la retribuzione di risultato si dovranno utilizzare 2 codici:
-
671 - RETRIBUZIONE DI RISULTATO
694 - INTEGRAZIONE RETRIBUZIONE DI RISULTATO (reggenza parte CIR 80% della
retribuzione di posizione parte variabile che caratterizza il posto assunto in reggenza)
ALLEGATI
 NoiPA-113-2014 ind reggenza
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05. Miur: i nuovi Direttori Generali e i nuovi Dirigenti degli Uffici
Scolastici regionali
Nominati i nuovi Direttori Generali
del Miur e i nuovi Direttori degli
Uffici Scolastici Regionali.
Sono Qui di seguito i nomi dei Direttori i cui provvedimenti di nomina sono in corso di
perfezionamento.
Dipartimento per il sistema educativo di Istruzione Formazione:
Direzione generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione: Giovanna Boda
Direzione generale per il Personale Scolastico: Maria Maddalena Novelli
Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici e la Valutazione del Sistema Nazionale di
Istruzione: Carmela Palumbo
Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca
Direzione generale per la programmazione, il coordinamento e il finanziamento delle istituzioni
della formazione superiore: Daniele Livon
Direzione generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della formazione
superiore: Mario Alì
Direzione generale per il coordinamento, la promozione e la valorizzazione della ricerca:
Vincenzo Di Felice
Dipartimento per la Programmazione e la Gestione delle Risorse Umane, Finanziarie
e Strumentali
Direzione generale per le risorse umane e finanziarie: Jacopo Greco
Direzione generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica: Marco
Ugo Filisetti
Direzione generale per interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi
strutturali per l’istruzione e per l’innovazione digitale: Simona Montesarchio
Uffici Scolastici Regionali
Abruzzo: Ernesto Pellecchia
Calabria: Diego Bouchè
Campania: Luisa Franzese
Emilia Romagna: Stefano Versari
Lazio: Gildo De Angelis
Liguria: Rosaria Pagano
Lombardia: Avviso in corso
(Per il pensionamento al 31/08 del dott. Francesco De Sanctis)
Marche: Maria Letizia Melina
Piemonte: Fabrizio Manca
Puglia: Franco Inglese
Toscana: Rosa De Pasquale
Sardegna: Francesco Feliziani
Sicilia: Maria Luisa Altomonte
Veneto: Daniela Beltrame
**********
SINDACATO - POLITICA SCOLASTICA
06. Piano scuola: 150.000 assunzioni di docenti, un risultato delle nostre
proposte e iniziative
Ora ci vuole chiarezza sulle
risorse e sulla contrattazione.
Ingiustificato
il
mancato
riferimento alle immissioni in
ruolo del personale ATA.
Le circa 150.000 assunzioni, previste dal piano del Governo sulla scuola, corrispondono ai
numeri che la FLC CGIL ha sempre indicato come necessità prioritaria per un progetto di buona
scuola, tanto da aver avviato numerose vertenze sull’uso reiterato del tempo determinato che
sono arrivate all’attenzione della Corte europea.
Salutiamo favorevolmente il piano di stabilizzazioni che a partire dal 2015 dovrebbe
coprire tutti i posti vacanti (50.000 docenti) introdurre nella scuola l’organico dell’autonomia
(circa 80.000 docenti per tutti gli ordini), per rispondere così alle esigenze dei piani dell’offerta
formativa.
Lo svuotamento delle graduatorie ad esaurimento, consente in modo flessibile la
stabilizzazione dei posti negli organici delle scuole di tutta Italia. Sottolineiamo l’utilizzo dello
strumento del concorso come unica forma di reclutamento che è uno dei punti cardine della
nostra proposta sul reclutamento.
I precari attendevano da tempo un piano di stabilizzazioni che eliminasse il precariato
storico e lanciasse prospettive concrete per i nuovi abilitati e per quanti volessero avvicinarsi alla
professione docente.
Ora urgono i chiarimenti sull’impegno economico che l’operazione comporta, sul rispetto
delle prerogative contrattuali, in particolare quelle salariali e sui tempi di attuazione del piano.
Duro giudizio sull’assenza delle stabilizzazioni degli ATA per i quali valgono le stesse
ragioni di urgenza e di funzionamento delle scuole. Su quest ultimo punto daremo battaglia
perché non ci siano lavoratori della scuola trattati come figli di un Dio minore, ma una scuola
dove il personale tutto abbia un ruolo riconosciuto.
ALLEGATI

la buona scuola facciamo crescere il paese rapporto 3 settembre 2014
**********
07. Piano scuola: bene le assunzioni. E ora il rinnovo del contratto
Comunicato stampa di Domenico
Pantaleo, Segretario generale della
Federazione
Lavoratori
della
Conoscenza CGIL.
Il documento del Governo “La buona scuola” recepisce molte proposte che la FLC CGIL ha
presentato in tre diversi dossier: del giugno 2013 “La scuola vince in quattro mosse”, dell’aprile
2014 un documento sulle priorità e le emergenze consegnato alla Ministra Giannini, del luglio
2014
“Il
cantiere
scuola
della
FLC
CGIL”
presentato
alla
stampa.
In modo particolare su: superamento del lavoro precario, istituzione dell’organico funzionale,
eliminazione delle “molestie burocratiche”, restituzione del tempo pieno, riforma degli organi
collegiali.
Nel Piano Renzi, tuttavia, manca qualsiasi cenno alle assunzioni del personale ATA anzi si
prevede la riduzione degli assistenti amministrativi a seguito della digitalizzazione. Ciò è
inaccettabile.
Inaccettabile è anche l’assenza di qualunque riferimento al rinnovo del contratto di lavoro,
nonostante
si
parli
di
profili
professionali,
carriere,
orari
e
retribuzioni…
Funzione docente, trattamento economico, valutazione, mobilità, fondi per il miglioramento
dell’offerta formativa (da ripristinare integralmente, come da impegni governativi, non
semplicemente da stabilizzare) sono materie contrattuali e in sede contrattuale vanno affrontate.
Non ci sono strade alternative. Il contratto è un potente strumento di innovazione. Nel
documento il sindacato non viene mai menzionato come interlocutore privilegiato nelle questioni
del lavoro. È una colpevole dimenticanza.
È anche sbagliata la proposta di cancellare completamente l’anzianità nella valorizzazione
professionale. Il nuovo meccanismo è farraginoso, non è chiaro chi valuta che cosa, si
cancellano gli scatti dal 2015, ma il nuovo sistema entra in vigore dal 2018. Inoltre non è chiaro
il criterio scelto per definire a priori la percentuale dei docenti meritevoli degli scatti triennali. Le
risorse sono sempre le stesse ma saranno ripartite su una platea più ristretta di lavoratori.
Un sistema articolato di carriere deve essere una modalità integrativa per valorizzare
l’impegno dei docenti e del personale ATA in rapporto agli obiettivi di miglioramento
dell’offerta formativa, rafforzando il lavoro in team dei docenti e non la competizione individuale.
La scuola pubblica, la qualità dell’insegnamento riguardano l’intera società. Per questo è
nell’interesse del Paese regolare tali questioni con uno strumento flessibile: il contratto.
Dentro e accanto alla discussione lanciata dal Governo (positivo che venga fatta con le persone
reali e nelle scuole, e non solo on line, come abbiamo sempre chiesto) la FLC CGIL avvierà un
profondo e capillare confronto di massa.
Una discussione, indetta possibilmente in modo unitario, che coinvolgerà la categoria e tutti
i soggetti interessati alla scuola (studenti genitori, enti locali, associazioni) per ribadire che
occorre stanziare risorse per il recupero del potere di acquisto - assente nella proposta
governativa -, avviare da subito le trattative contrattuali, restituire immediatamente i fondi
sottratti alla scuola, stanziarne quanto effettivamente ne servono affinché alle buone parole
seguano buoni fatti. Il testo contiene poi tanti argomenti affrontati a dir poco in maniera
discutibile (banca delle ore dei docenti, rapporto tra scuole e mondo del lavoro, reclutamento
ispettivo e la possibilità per i dirigenti di chiamare i docenti che riterranno più adatti per
l’attuazione del Pof di istituto) sui quali ci riserviamo di dare un giudizio più puntuale nei
prossimi giorni.
Manca un obiettivo fondamentale per allinearci all’Europa: l'elevazione dell'obbligo scolastico
a 18 anni. Emerge invece una visione del sapere influenzata più dai bisogni delle imprese.
La FLC CGIL è disponibile al confronto. Ma è pronta alla lotta se non si ascolteranno le ragioni
dei lavoratori.
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08. Contratti pubblici: Pantaleo, inaccettabile un ulteriore blocco
Comunicato
stampa
di
Domenico Pantaleo, Segretario
generale
della
Federazione
Lavoratori della Conoscenza
CGIL.
Non è più rinviabile una estesa mobilitazione unitaria di tutto il pubblico impiego fino allo
sciopero generale per rispondere all'ulteriore blocco del contratto nazionale. È evidente
che si vuole cancellare il contratto nazionale e rilegificare il rapporto di lavoro in tutto il pubblico
impiego. Non a caso la legge Brunetta viene applicata in maniera sempre più rigida e burocratica
per ostacolare in tutti i modi la contrattazione decentrata. Siamo al paradosso che non solo non
si rinnovano i contratti ma si chiede ai lavoratori la restituzione di soldi per vecchi accordi
contrattuali. Ora basta!
Deve essere chiaro che non intendiamo rinunciare agli scatti d'anzianità nella scuola a partire
dal 2015 per un meccanismo di progressioni economiche, proposto nel Piano scuola, che
entrerebbe in vigore nel 2018 e che ripartisce le stesse risorse su una platea più ristretta
del personale con criteri discrezionali, incerti e al di fuori di ogni regolazione contrattuale. Salario,
valorizzazione professionale e diritti devono essere garantiti a tutti coloro che lavorano. Non si
può sostituire il contratto nazionale e la sua funzione di solidarietà e unità nel lavoro con la
competizione individuale, perché i settori della conoscenza possono migliorare la qualità se
si favorisce cooperazione, valorizzazione delle professionalità, partecipazione democratica e
responsabilità collettiva.
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09. Scuola: Camusso, occorre dare speranza al futuro
“Le scelte di oggi sulla scuola decideranno
il futuro del Paese, occorre dare speranza
al futuro, per questo sono necessari
cambiamenti all'altezza del mandato
costituzionale".
Così Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, nel giorno di presentazione delle linee
guida sulla riforma del sistema scolastico del governo Renzi. Riportiamo la nota stampa
“Le scelte di oggi sulla scuola decideranno il futuro del Paese, occorre dare speranza al futuro,
per questo sono necessari cambiamenti all'altezza del mandato costituzionale". Così Susanna
Camusso, segretario generale della Cgil, nel giorno di presentazione delle linee guida sulla
riforma del sistema scolastico del governo Renzi.
“In questi anni la Cgil - scrive in una nota il sindacato di Corso d’Italia - ha dato un contributo
straordinario in termini di proposte e di comportamenti alla modernizzazione della scuola nel
nostro Paese. Molte delle sue indicazioni hanno concorso e, come si può vedere dalle linee
guida dell'esecutivo, concorrono alla costruzione di un sistema formativo all'altezza delle sfide
che ci attendono. Per questo la Cgil vuole continuare a dare il proprio contributo costruttivo”.
"Crediamo - aggiunge il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso - che occorrano
cambiamenti all'altezza del mandato costituzionale della scuola e delle trasformazioni prodotte
dalla società e dall'economia della conoscenza".
"Tutti a scuola fino a 18 anni - continua Camusso - è un obiettivo prioritario e coraggioso per
assicurare ai giovani le competenze per il lavoro e la cittadinanza e per apprendere lungo tutto
il corso della vita. La dispersione scolastica è un’emergenza da affrontare con determinazione,
concentrando gli sforzi e le risorse. Il rapporto tra scuola e lavoro deve essere potenziato
attraverso il rilancio dell'istruzione tecnico-professionale e mediante lo sviluppo
dell'orientamento e dell'alternanza, senza subalternità alle imprese e rafforzando le
competenze formative nei posti di lavoro".
Per il segretario generale della Cgil la volontà dell'esecutivo di assumere al prossimo settembre
150 mila insegnanti “rappresenta una svolta dopo anni di tagli alla scuola pubblica e di
precarizzazione del personale. La buona scuola dipende dai buoni insegnanti, dalla qualità e
dalla stabilità del loro lavoro. Risorse certe e condivisione sono le condizioni essenziali per la
credibilità e la fattibilità delle proposte del governo”.
“Per dare coerenza a tutto questo - conclude Camusso - il rinnovo contrattuale è il luogo dove
determinare tutti gli aspetti riguardanti le condizioni di lavoro”.
**********
FINANZIAMENTI SCUOLA - PROGRAMMA ANNUALE – MOF - CONTRATTAZIONE DI
SCUOLA
10. Economie MOF 2013/2014, Aree a Rischio, utilizzati ex at. 86 CCNL:
primo incontro al MIUR
Non sono ancora pronti i dati
sulle
economie
2013/2014.
Presentata
dal
Ministero
l’ipotesi di accordo sulle aree a
rischio.
Prossimo
incontro
previsto per l’11 settembre
2014.
Si è tenuto il 4 settembre 2014, al MIUR il primo incontro d’informativa su:

definizione dell’intesa sulla ripartizione delle economie a.s. 2013/2014;

avvio degli accordi per le aree a rischio;

utilizzati ex art. 86 CCNL.
Quantificazione economie a.s. 2013/2014
L’Amministrazione ha comunicato di non essere ancora in grado di quantificare le
economie dell’a.s. 2013/2014, essendo in attesa dei dati relativi alla pratica sportiva e alle
doppie indennità spettanti ai sostituti dei DSGA, mancando dalla rilevazione alcune scuole per
definire il fabbisogno.
Utilizzati e comandati presso altri uffici del MIUR ex art. 86 CCNL
Il MIUR ci ha informati circa lo stato dell’arte riguardante la destinazione delle risorse al
personale della scuola comandato presso altri uffici del MIUR (ex art. 86 CCNL). L’accordo
deve ancora essere registrato della Ragioneria Generale, la quale ha mosso dei rilievi, ai quali il
Ministero sta rispondendo.
CCNI sulle Aree a rischio 2014/2015
Il Ministero ha presentato ai sindacati l’Ipotesi di CCNI 2014/2015 sulle aree a rischio,
richiamando l’urgenza di sottoscrivere al più presto l’accordo, data la farraginosità dell’iter di
certificazione dei contratti (regionale e nazionale).
Ancora non sono disponibili però i monitoraggi degli USR, che sono in ritardo rispetto alla
tabella di marcia prevista dall’accordo. Quindi, in questo accordo non saranno inseriti gli esiti
derivanti dai dati poiché non ancora disponibili.
Il totale dei fondi delle aree a rischio di quest’anno risulta notevolmente alleggerito
rispetto al 2013/2014 e le risorse, sempre più esigue, serviranno a coprire i progetti in quei
contesti territoriali dove c’è una forte dispersione scolastica (il 30% nelle regioni meridionali) e
avvengono dei processi immigratori.
I criteri del nuovo accordo resterebbero quelli già precedentemente individuati e anche
le percentuali di ripartizione dei fondi a livello regionale.
Il MIUR ha, inoltre, comunicato che emanerà una circolare d’accompagnamento, che darà
indicazioni alla successiva contrattazione integrativa regionale.
Nel frattempo, i sindacati si sono riservati di firmare l’accordo, non appena pronti i
monitoraggi richiesti. Quindi, sarà organizzato un nuovo incontro informativo al MIUR dopo
l’esito dei monitoraggi 2011/2012, per verificare anche i parametri adottati.
Il Ministero ha informato poi i sindacati che sono in procinto di effettuare le erogazioni
spettanti per l’a.s. 2013/2014.
La nostra posizione
La FLC CGIL ha espresso al Ministero l’urgenza di definire le economie spettanti alle scuole,
poiché è necessario individuare al più presto la possibilità di capienza per coprire le posizioni
economiche del personale ATA, nel periodo che va dal 1^ settembre al 31 dicembre 2014,
in quanto riconosciute solo giuridicamente.
Per quanto riguarda la definizione delle risorse per gli utilizzati ex art. 86 CCNL, abbiamo
chiesto al Ministero di accelerare i tempi di risposta sui rilievi sollevati, in quanto trattasi
di somme derivanti dalla contrattazione dell’anno passato.
Relativamente all’intesa sulle aree a rischio, la FLC CGIL ha manifestato la necessità a firmare
quanto prima l’accordo, per evitare anche quest’anno il forte ritardo nel pagamento di
questi lavoratori che hanno già svolto, da ben due anni, questi progetti. Questi ritardi si
traducono in gravi inadempienze contrattuali e non debbono più ripetersi.
Poiché le erogazioni sono susseguenti all’espletamento dei monitoraggi, abbiamo chiesto al
MIUR di definire tempi ben precisi entro i quali le Direzioni Regionali devono restituire i dati
raccolti per consentire allo stesso Miur di accreditare i soldi alle scuole in tempo utile per
rispettare la data del 31 agosto, termine entro il quale devono pagate le prestazioni effettuate
dai lavoratori.
A questo proposito abbiamo chiesto un coinvolgimento sindacale sulla verifica degli esiti
dei monitoraggi, per migliorare l’utilizzo delle poche risorse a disposizione e un maggiore
coordinamento tra tutti gli USR.
Abbiamo, infine, convenuto col Ministero di fissare un nuovo incontro per giovedì 11
pomeriggio alle 16.00, in cui si definiranno anche le economie 2013/2014 e i parametri
per calcolare l’assegnazione del FIS 20154/2015.
*********
PERSONALE : PROBLEMI CONTRATTUALI – SCATTI – PROFILI
11. Posizioni economiche ATA: una nota del MEF ribadisce il solo
riconoscimento giuridico da settembre a dicembre
Una nota del Ministero dell'Economia al
MIUR ribadisce che NOiPA non pagherà le
posizioni
economiche,
interessate
dall'Accordo all'Aran, nei periodi da
settembre a dicembre 2014.
Il MIUR, con la nota 2771 del 4 settembre 2014 ha trasmesso ai propri uffici territoriali una
nota del MEF (la nota 66929 dell'11 agosto 2014), la quale ribadisce che, a decorrere dal 31
agosto 2014, il sistema NoiPA non potrà procedere al pagamento di emolumenti ulteriori
che riguardano le posizioni economiche ATA, coinvolte nell'accordo all'Aran del 7 agosto 2014,
ferma restando l'applicazione dell'accordo in oggetto per quanto riguarda il loro riconoscimento
economico fino al 31 agosto 2014.
E' ormai chiaro infatti che, in assenza di nuove disposizioni normative, le posizioni economiche
implicate nell'accordo suddetto, saranno riconosciute solo ai fini giuridici per i quattro mesi
implicati.
La FLC CGIL, nel corso dell'incontro del 6 agosto sull'assegnazione del MOF 2014/2015, si era
già impegnata a sollecitare il MIUR ad avviare subito la procedura di autorizzazione col MEF,
in modo da garantire da gennaio 2015 il ripristino delle posizioni economiche per tutti.
Stiamo attendendo la verifica sulla quantificazione delle economie 2013/2014, per
individuare delle eventuali risorse una tantum da destinare anche al pagamento delle posizioni
economiche (circa 4 milioni), che sono scoperte nei quattro mesi in questione e assicurare la
funzionalità delle scuole, oltre al riconoscimento del diritto di questi lavoratori.
ALLEGATI

nota 2771 del 4 settembre 2014 accordo riconoscimento personale ata una
tantum

nota mef 66929 dell 11 agosto 2014 accordo riconoscimento personale ata una
tantum
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12. Inserimento dei contratti scuola a tempo indeterminato: indicazioni
del MIUR
Tramite le funzioni SIDI sarà possibile
predisporre i contratti di assunzione a
tempo
indeterminato,
nonché
la
trasmissione
dei
dati
necessari
all'elaborazione stipendiale.
Il MIUR, con la nota 2079 del 27 agosto 2014, comunica alle scuole e ai propri uffici territoriali
che sono disponibili le funzioni sul sistema centrale SIDI per la predisposizione dei contratti
a tempo indeterminato per l’a.s. 2014/2015 del personale docente, educativo ed ATA.
La nota fornisce indicazioni per la gestione del procedimento di assunzione a tempo
indeterminato tramite le funzioni SIDI.
Una volta terminato l’inserimento dei contratti a tempo indeterminato, è indispensabile la loro
convalida a sistema, da parte del Dirigente scolastico.
La trasmissione automatica dei dati contenuti nei contratti alle Ragionerie territoriali (RTS) - che
avviene due volte al mese secondo il calendario del MEF - ai fini del pagamento è, infatti,
vincolata alla convalida, la quale consente anche la stampa del contratto in forma definitiva.
La copia cartacea del contratto sottoscritto dalle parti va, comunque, inviata da parte della
scuola alle competenti RTS.
Il compimento di queste operazioni, tramite le funzioni SIDI, è la condizione imprescindibile sia
per il pagamento delle retribuzioni sia per tutti gli altri adempimenti amministrativi relativi
all’implementazione del fascicolo elettronico personale che è alla base di altri procedimenti
automatizzati (mobilità, assenze, ricostruzione carriera, etc…).
La nota indica, infine, la procedura da seguire per l’inserimento e aggiornamento delle modalità
di pagamento. Con la nota 2082 del 29 agosto 2014 sono state fornite anche le indicazioni per
l'acquisizione e la trasmissione delle nuove assunzioni con presa di servizio differita
(giuridiche 2013/14 ed economiche 2014/15).
ALLEGATI

nota 2079 del 27 agosto 2014 funzioni sidi contratti a tempo indeterminato

nota 2082 del 29 agosto 2014 trasmissione contratti a tempo indeterminato con
presa di servizio differita
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NORME : SPAZIO FAQ E GIURISPRUDENZA
13. Una guida per docenti e ATA neo-assunti in ruolo
I riferimenti normativi, gli adempimenti
e le informazioni utili per il primo anno
di lavoro stabile.
Abbiamo realizzato un breve opuscolo informativo per i docenti e gli ATA (collaboratori
scolastici, assistenti amministrativi e tecnici) che sono stati assunti a tempo indeterminato.
Vedi anche la guida per i docenti e gli ATA che sono inclusi nelle graduatorie provinciali.
Si tratta di una guida per districarsi nelle maglie della burocrazia, conoscendo i propri
diritti, gli adempimenti necessari e tutte le altre informazioni utili per affrontare al meglio il primo
anno di lavoro stabile.
Tutte le nostre sedi sono a disposizione per ulteriori informazioni e per la consulenza.
ALLEGATI

opuscolo flc cgil per docenti e ata neo assunti in ruolo a s 2014 2015
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PRECARIATO, RECLUTAMENTO, SUPPLENZE E PROBLEMI RETRIBUTIVI
14. Le nostre guide per i supplenti della scuola
I riferimenti normativi, gli adempimenti e
le informazioni utili per il personale
precario.
Abbiamo realizzato un opuscolo informativo per i docenti e gli ATA (collaboratori scolastici,
assistenti amministrativi e tecnici) che sono inclusi nelle graduatorie provinciali e sono
interessati alla stipula dei contratti a tempo determinato annuali o fino al termine delle attività
didattiche.
Si tratta di una guida per districarsi nelle maglie della burocrazia, conoscendo i propri
diritti, gli adempimenti necessari e tutte le altre informazioni utili per affrontare al meglio le
operazioni di nomina a livello provinciale. Vedi anche la guida per docenti e ATA neo-assunti in
ruolo.
Per le supplenze assegnate dalle scuole sono disponibili altre due schede:

una guida alle regole a cui attenersi per la sostituzione dei colleghi assenti.

una guida sulle modalità di convocazione del personale precario incluso nelle graduatorie
d'istituto.
Ricordiamo che le norme generali sulle supplenze sono contenute nel Decreto Ministeriale
131/07 per i docenti, nel Decreto Ministeriale 430/00 per gli ATA e nella annuale circolare per le
supplenze.
Tutte le nostre sedi sono a disposizione per ulteriori informazioni e per la consulenza.
ALLEGATI

opuscolo flc cgil per docenti e ata supplenti della scuola a s 2014 2015
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15. Graduatorie di istituto docenti: chiarimenti sulle procedure per la
pubblicazione
Prevista la pubblicazione anche sui siti
delle scuole oltre che su istanze online
Il Miur con la nota 8861 del 5 settembre 2014 ha fornito ulteriori chiarimenti sulle modalità di
pubblicazione delle graduatorie d'istituto docenti.
Nella nota si illustrano i vari passaggi e si conferma che la data di pubblicazione è definita
dall'Ufficio provinciale per tutte le scuole.
Con la pubblicazione delle provvisorie su istanze online la propria situazione sarà visibile in
colore rosso (eventuali sezioni ancora in grigio segnalano che la scuola sta ancora operando su
quella domanda). Quando le graduatorie saranno definitive la visualizzazione sarà di colore
verde.
Quando si procede alla pubblicazione sia delle provvisorie che delle definitive, le singole scuole
devono darne comunicazione e rendere visibili le graduatorie sul proprio sito internet
(quando disponibile).
Ricordiamo che i reclami possono essere presentati alla scuola capofila nei 10 giorni
successivi alla pubblicazione ufficiale delle graduatorie provvisorie e, fino a tale pubblicazione, i
dati che appaiono su istanze online sono ancora in lavorazione e quindi non sempre completi e
precisi.
In altra notizia abbiamo fornito tutte le indicazioni per controllare il proprio punteggio e per
la presentazione dei reclami.
ALLEGATI

nota 8861 del 5 settembre 2014 chiarimenti pubblicazione graduatorie d istituto
docenti
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16. Graduatorie di istituto ATA: le domande entro mercoledì 8 ottobre
Pubblicato il bando per la terza fascia.
Le domande sono cartacee, mentre la
scelta delle 30 scuole avverrà con le
istanze online.
Il MIUR, con il Decreto Ministeriale 717 del 5 settembre 2014 e allegati, ha pubblicato il bando
per il reclutamento 2014/2016 della terza fascia d’istituto del personale ATA.
Le domande potranno essere presentate entro mercoledì 8 ottobre 2014.
Sarà possibile confermare la propria posizione con il modello D2 o effettuare un
aggiornamento o un nuovo inserimento con il modello D1.
Il Modello D3 per la scelta delle 30 scuole andrà presentato attraverso le istanze online con
scadenza che sarà definita successivamente. Intanto è opportuno registrarsi alle istanze
online o controllare le proprie credenziali. Sul nostro sito sono disponibili una guida e
un video con le istruzioni per la registrazione.
A breve pubblicheremo un commento analitico ed alcune schede di lettura, intanto
alleghiamo la scheda sui requisiti per poter accedere.
Presso le nostre sedi locali sarà predisposto uno specifico servizio di consulenza.
ALLEGATI



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scheda flc cgil chi puo presentare domanda per le graduatorie d istituto ata
decreto ministeriale 7171 del 5 settembre 2014 bando aggiornamento
graduatorie di istituto terza fascia personale ata 2014 2016
decreto ministeriale 7171 del 5 settembre 2014 allegati
nota 8921 del 8 settembre 2014 bando aggiornamento graduatorie di istituto
terza fascia personale ata 2014 2016
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17. Retribuzioni personale della scuola: a settembre un’emissione
speciale e due urgenti di NoiPa
Ancora delle emissioni speciali e
urgenti per regolarizzare il pagamento
degli stipendi arretrati ai supplenti.
Il sistema NoiPA, con i messaggi 115 e 116 dell’8 settembre 2014 informa che è
prevista un’emissione speciale e due emissioni di pagamenti urgenti per consentire il
pagamento delle retribuzioni arretrate al personale supplente breve e saltuario della
scuola.
L’emissione speciale è prevista per lunedì 15 settembre e riguarderà tutti gli elenchi, che
avranno completato l’iter autorizzativo entro le ore 17.00 del suddetto giorno.
Le due emissioni urgenti sono previste nelle seguenti date:


mercoledì 10 settembre 2014
giovedì 18 settembre 2014
Per questi ultimi due emissioni urgenti è necessario che i lotti di segnalazione con tipo
“conguaglio a cedolino urgente” siano revisionati entro le ore 18.00 di mercoledì 10 e
giovedì 18 settembre 2014.
Come chiediamo oramai da tempo al Ministero, vogliamo una regolarizzazione del
pagamento degli emolumenti mensili ai supplenti, senza dover ricorrere ogni mese
alle "emissioni speciali e urgenti" per normalizzare il loro stipendio.
ALLEGATI


nota mef 115 dell 8 settembre 2014 emissione speciale compensi vari
nota mef 116 dell 8 settembre 2014 emissioni pagamenti urgenti
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SCUOLA : NAVIGANDO IN RETE
18. La carriera modello: "Vengo anch'io? No tu no!" -di Pino Patroncini
Di tutte le castronerie, e ce ne sono tante nonostante l’appeal delle 150.000 assunzioni in ruolo,
dell’evanescente Piano Scuola di Renzi, quella più sconcertante riguarda la nuova carriera non
più in base a scatti di anzianità ma ai cosiddetti “scatti di competenza” ( cioè dati in base alle
competenze didattiche, formative e professionali che costiuirebbero il cosiddetto merito).
Attenzione non mi riferisco qui al principio i...n sé, che darà luogo da solo a fiumi di polemiche,
e neppure al fatto che non si capisce chi valuta chi. Non mi riferisco neppure al fatto che si siano
del tutto soppressi gli scatti di anzianità, caso quasi unico in Europa ( compresi paesi in cui
esistono le più rigide valutazioni). E non mi riferisco neppure al criterio competitivo adottato per
cui si gareggia per entrare nell’area degli eletti e non restare nell’area dei reietti (il tutto mentre
in altre parti del documento si inneggia allo sforzo comune e al lavoro collaborativo) E neppure
al fatto che ciò avvenga scuola per scuola e non in base a standard nazionali, per cui potremmo
aver scuole dove anche i luminari restano al palo e scuole in cui come si suol dire “nel regno dei
ciechi il monocolo è re”.
Tutto questo è contestabile razionalmente e troverà certo le sue confutazioni.
Mi riferisco alle percentuali adottate a priori per cui il 66% avanza e il 34% resta fermo. Cioè su
tre insegnanti due sono promossi e uno no. Anzi, mettendo a confronto gli avanzamenti con gli
attuali scatti di anzianità, i due vincitori si spartiscono lo scatto del terzo escluso.
Altro che logica premiale, questa è proprio una logica punitiva. E’ come se in una gara di atletica
invece di far salire sul podio i vincitori, si mettesse alla gogna l’ultimo arrivato e tutti gli altri
concorrenti fossero tenuti a fargli sberleffi. La gara non mi piace ma se gara ha da essere almeno
che gara sia col podio per i vincitori, non la gogna per i perdenti. Nella maniera scelta questi
ultimi assomigliano tanto al protagonista della canzone di Jannacci: “Vengo anch’io? No tu no!
Ma perché? Perché no!”.
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19. Ormai un lavoro di confine di Franco De Anna
La parola “riforma”, riferita alla scuola è ormai una sorta di buzz word, un ronzio fastidioso che
si ripete di convegno in convegno, di legislatura in legislatutra, di ministro in ministro, di
indicazioni e curricoli.
Più recentemente si abbina all’idea che occorrano interventi direttamente coinvolgenti gli
insegnanti (formazione, merito, orari di lavoro, articolazioni professionali) e, nelle motivazioni
di tale abbinamento, si articolano e convalidano nel chiacchiericcio politico e mediatico che
spesso sostituisce la riflessione, curiose rappresentazioni contraddittorie degli insegnanti stessi.
Agli estremi: una categoria professionale, certo retribuita modestamente, ma che lavora poco e
senza controllo; un ceto di “eroi” sottopagati che, pure, nel suo sacrificio regge un edificio cui si
dedicano poche risorse e attenzioni.
Nell’intento di contribuire a superare tali contraddizioni e semplificazioni e di cogliere elementi
di realtà essenziali ad una sensata politica scolastica (quali ne siano le scelte alternative..)
propongo una interpretazione del lavoro del docente come “un mestiere di confine”.
Quella del “confine” è una metafora complessa, ambigua e affascinante (come ogni metafora
che si rispetti).
Il confine è la linea di separazione, ma anche di congiunzione e di prossimità; è la “superficie di
scambio” tra distinzioni e meticciamenti; è il “limite” e dunque congiuntamente il vincolo e la
sfida.
I motivi per attribuire tale metafora al lavoro del docente sono tanti e ovviamente non disposti
linearmente nell’argomentazione e neppure equivalenti.
Ma cercando di dipanarne gli intrecci si incontrano molte delle contraddizioni che segnano questo
lavoro e il ceto che lo interpreta. E su tali contraddizioni proprio tale approccio consente di fare
più luce di quanta (poca) rischiari i più generici inviti alla cosiddetta ”centralità” della scuola.
Il primo confine: tra relazione educativa e sistema organizzato
L’impegno quotidiano di ogni docente, quale ne sia la preparazione professionale, l’esperienza,
la disponibilità individuale, è collocato entro la “relazione educativa”. Una relazione asimmetrica
che, come tutte le relazioni asimmetriche, comporta dolore e rischi patologici nella sua gestione.
E’ una relazione polimorfa: uno-a–uno, uno–a–molti, molti–a-molti. E ciascuna dimensione
presenta problematiche specifiche tra loro connesse. Si consideri inoltre che dall’esterno di tale
relazione (dalla società, dalla politica, dalla cultura, dalla moda) provengono sollecitazioni che
volta a volta pongono in evidenza l’una o l’altra dimensione, e dunque interrogano in modo vario
il lavoro del docente. Per esempio la sottolineatura alla “personalizzazione”, che da oltre un
decennio viene proposta nelle politiche scolastiche; o, per altro verso, il richiamo alla necessità
di esplorare e sviluppare nella scuola l’attenzione alla dimensione molti-a-molti (la relazione e la
gestione con “i gruppi” nella classe, posto che la classe solo per comodità erronea viene indicata
come un gruppo: non lo è).
Un richiamo più che fondato se si pensa che la scuola è oggi sempre più l’unico luogo organizzato
di sviluppo e gestione della “noità” che è dimensione essenziale nella formazione del soggetto,
sia sotto il profilo psicologico (il superamento dell’io infinitamente desiderante e della dimensione
ristretta della appartenenza famigliare), sia sotto il profilo sociale e collettivo, come “premessa”
della cittadinanza compiuta e consapevole.
Nell’immaginario (nell’ideologia) di ogni (buon) insegnante (professionalmente) motivato e
(apprezzabilmente) preparato alla professione, è fondativa la vocazione “pedagogica” (non
necessariamente la effettiva cultura pedagogica). Il docente si rappresenta il proprio lavoro come
finalizzato ad accompagnare lo sviluppo dell’allievo verso l’adultità, la autonoma capacità di
affrontare la vita, il lavoro, lo sviluppo successivo, ecc…Insomma il proprio lavoro di commisura
a confronta con lo sviluppo del soggetto con cui interagisce nella relazione educativa.
Contemporaneamente, il lavoro del docente è inserito in un “sistema organizzato”, un “potente”
sottosistema sociale che concentra e organizza notevoli quantità di risorse, di lavoro, di tempi,
di spazi, di processi normati e regolati. Senza voler scimmiottare Derrida: un “sistema” è sempre
potere e cristallizzazione autoritaria di significati.
A quel “sistema” vengono assegnati un significato, una funzione, una specializzazione sociale
che è quella della “riproduzione”: dei valori sociali riconosciuti, delle enciclopedie disponibili,
delle appartenenze culturali e sociali, del senso comune, della divisione del lavoro…
E tutto ciò si traduce in lavoro scolastico corrispondente, tempi e spazi di erogazione,
programmi, compiti e regole operative, gerarchie e culture organizzative.
Sono due aspetti del lavoro docente (quello “istituente” rapportato al soggetto, e quello “istituito”
rapportato al “sistema”) che, come le classiche due facce della medaglia rappresentano il primo
e fondamentale “confine” da esplorare.
Una dialettica difficile da ricomporre e che, di volta in volta, trova “formazioni di compromesso”
(mi si passi la terminologia psicanalitica) diversamente collocate lungo essa: l’orientamento al
curricolo (alla riproduzione) e l’orientamento al soggetto devono ricomporsi in un sensato lavoro
quotidiano, e tale ricomposizione dà fondamento ai diversi profili di diversi insegnanti. E questa
è la fatica di ognuno.
Ma tutto ciò ha anche una dimensione collettiva, legata a fasi storico politiche, a suggestioni
culturali prevalenti che ispirano politicamente il “sistema”, ma anche a immaginari collettivi che
attingono dinamiche sociali esterne al sistema stesso.
La storia dei sistemi di istruzione ha conosciuto specializzazioni e funzioni assai diverse sia in
linea diacronica, sia sincronica tra segmenti diversi di sistema.
E’ del tutto evidente che il passaggio alla scolarizzazione di massa, non solo per i livelli elementari
della “scuola per il popolo” ma nella istruzione superiore, si è riflessa sui caratteri del “lavoro
docente”, così come è evidente che le “specializzazioni” interne ai sistemi si riflettono in
dislocazioni oggettive e nelle percezioni professionali soggettive dei docenti stessi. Specie in
sistemi che hanno una rilevante resistenza riproduttiva interna (come quello nazionale).
Basti pensare alla distanza ancora oggi riprodotta sia nelle realtà strutturali (tempi e spazi di
lavoro, retribuzioni p.es.) sia negli immaginari professionali soggettivi tra un docente della scuola
dell’infanzia ed uno di un Liceo Classico. Una differenza che, nella scala di valori riconosciuti e
riprodotti che vi si connette, non tiene affatto conto (anzi..) che il lavoro del primo è più che
determinante delle condizioni e del possibile successo del lavoro del secondo.
Il secondo confine: tra vecchio e nuovo
Ha un ovvio fondamento strutturale. Il lavoro docente è quotidianamente ( si potrebbe dire
“fisiologicamente”) posto di fronte alle nuove generazioni, il cui rinnovamento (linguaggi, mode,
consumi) ha conosciuto accelerazioni più che significative negli ultimi quaranta anni, con una
presa progressiva di egemonia del mercato rispetto alle agenzie tradizionali come la famiglia e
la scuola stessa.
Linguaggi, mode, consumi plasmati dal mercato e dalle sue convenienze, tanto più in condizioni
di progressivo restringimento delle platee delle popolazioni corrispondenti (dal mercato giovanile
e unificato di massa degli anni ’70, ai mercati articolati e selezionati attuali), accelerano le
cadenze dei passaggi generazionali. Cinque, sei anni (le durate dei cicli scolastici) segnano
spesso modificazioni radicali, che si offrono alla permanenza e continuità del lavoro docente
come altrettante difficoltà alla sua capacità di interpretazione.
Ma il confine tra vecchio e nuovo, al di là di tali dinamiche più recenti, è un tracciato strutturale
che corrisponde a quello indicato nel punto precedente: da un lato l’impegno alla “riproduzione”
dei significati, dei valori e delle appartenenze (la conservazione), dall’altro la “formazione” della
autonomia personale del soggetto la cui espressione piena è la podestà di alterazione dei
significati stessi, la deliberazione sui valori e sulla appartenenze (l’innovazione).
Il docente opera a cavallo di tale confine, tra il dolore del “tradimento come traguardo”
(l’alterazione dei significati riprodotti, come compimento della relazione con il maestro) e il
rischio della manipolazione e mortificazione della autonomia del soggetto entro la asimmetria
della relazione educativa. Oggi inoltre alimentato dalla rilevanza assunta dalla rielaborazione
dell’informazione e della comunicazione attraverso la digitalizzazione e la rete, capace di
“virtualizzare” ogni esperienze reale che dovrebbe accompagnare la formazione del soggetto.
Lo sviluppo di capacità critica verso gli apparati di manipolazione e riproduzione dei significati
che operano dentro/fuori la a scuola, si pone sempre più come urgenza cogente del lavoro
formativo, ma contemporaneamente e specularmente si individua come essenziale l’obiettivo di
sviluppare una “disciplina della ribellione” come condizione per
superare il rischio più
evidente della reiterazione del consumo che sostituisce la responsabilità e identità del desiderio.
Penso che, a cavallo di tale dialettica si richieda oggi al docente una capacità di “lungimirante
severità” che risagomi anche un tradizionale e inevitabile “peterpanismo” caratteristico del resto
di tutti quanti operano a contatto con le nuove generazioni.
Ma si tratta evidentemente di una istanza che a sua volta si dovrebbe rideclinare in rapporto alla
stessa età dei docenti. Il nostro sistema di istruzione ha un livello medio di età tra i più elevati
a livello mondiale; ma, proprio per questo e in relazione ai caratteri del rapporto di lavoro, ha
una prossima stagione di turnover e rinnovamento generazionale di dimensioni quantitative più
che significative e che possono essere “calcolate” con precisione statistica; e dunque
suggeriscono (suggerirebbero) politiche del personale (formazione, mercato del lavoro interno,
mobilità professionale, ecc..) consapevolmente “mirate” a tali mutamenti strutturali, e in grado
di superare pratiche (per esempio sindacali) confortevolmente riproduttive.
Il terzo confine: tra ceti e culture sociali.
Nel pieno della stagione storica della scolarizzazione di massa (anni ’70) si pubblicò la prima
ricerca sociale sugli insegnanti italiani condotta da Barbagli e Dei. Il titolo, “Le vestali della
classe media”, era più che efficacemente rappresentativo della sintesi dell’insieme di dati che la
ricerca aveva rilevato.
Caratterizzava un ceto professionale in tumultuosa crescita numerica, collocato entro un sistema
(istituzionale, amministrativo, organizzativo) sottoposto a tensioni innovative strutturali
(l’ingresso all’istruzione di ceti tradizionalmente esclusi) e coinvolto in parziali e segmentati
tentativi di innovazione istituzionale che, per quanto interpreti di quella innovazione, dovevano
misurarsi con resistenze e stratificazioni riproduttive, specie amministrative, capaci di mandare
fuori bersaglio ogni politica scolastica riformatrice. Essa si espresse comunque in
interventi segmentali mai complessivi di sistema: la scuola media, e poi a distanza decennale
la scuola elementare; per la secondaria superiore ci vollero quarant’anni (ammesso che oggi…).
Allora, nelle citazioni di quella ricerca, nei richiami ad essa, nel dibattito pubblico che si sviluppò,
il titolo veniva regolarmente deformato: “Le vestali della classe media” diventava regolarmente
“Le vestali della scuola media”.
Un lapsus che vale più di tante analisi approfondite. Un “luogo” di inconsapevolezze plurime. La
ricerca sottolineava la permanenza, custodia, riproduzione di valori tradizionali relativi al ceto
medio, in contemporanea all’impegno alla estensione della platea sociale dei riferimento, con
l’ingresso di ceti popolari prima esclusi dall’istruzione. La “lettura” del ceto professionale era
invece egemonizzata dall’ideologia del rinnovamento, in particolare nel segmento che più ne era
investito (la scuola media), ma poco si interrogava sulle corrispondenze tra struttura sociale e
suoi bisogni specifici e set di valori e significati in riproduzione.
Il massimo di consapevolezza “progressista” si esprimeva in termini di “apertura e facilitazione”
all’ingresso di nuovi ceti nel medesimo contenitore (e nel medesimo approccio culturale),
pensato ed organizzato per altri valori che rimanevano tuttavia, esplicitamente o
sotterraneamente, i medesimi.
Usando altre parole: il sistema ampliava “liberisticamente” i propri “contenitori”, ma conservava,
attraverso la permanenza e riproduzione di valori e significati, le medesime gerarchie culturali e
sociali, custodite dal ceto professionale anche quando sé dicente “progressista”. (Si ricordi che
ci volle un contratto dei metalmeccanici per dare vita ad una esperienza di formazione degli
adulti come le 150 ore. E la situazione attuale dello sviluppo della istruzione permanente porta
ancora i segni della “indifferenza” istituzionale da un lato alla ”cultura del lavoro” e dall’altro alla
“formazione per tutta la vita”)
Il “ceto professionale” dei docenti era (è) attraversato da tale confine, con riflessi soggettivi e
collettivi sulla declinazione e sugli immaginarti professionali, con tante dislocazioni interne più
profonde e a volte occulte che permangono e si riproducono anche nelle stagioni sè dicenti
innovative. Potremmo invocare riprove attuali di tali permanenze più o meno sotterranee: che
dire del fatto che il recente “ritorno” alla valutazione numerica abbia visto da un lato le proteste
(tenui) degli orientamenti “facilitatori ed accoglienti” e dall’altra il tacito sospiro di sollievo di chi
ne apprezza la semplificazione o interpreta (finalmente!) la possibile “vendetta pedagogica”
rispetto alla stagione del “progressismo accogliente”? Certo posizioni opposte, segno di profonde
dislocazioni interne anche se curiosamente unificate da una proposizione largamente condivisa
che scongiura comunque, come comune pericolo, la possibilità di un “valutatore esterno”.
Anche questo confine ha declinazioni diverse sia strutturali/culturali che storico/soggettive.
Gli insegnanti costituiscono un ceto professionale con un elevato e significativo tasso di
“endogamia” (si sposano spesso tra loro) anche al confronto con altri “ceti professionali”. La loro
bassa retribuzione individuale e la sicurezza del rapporto di lavoro nel caso di personale in ruolo,
in tale condizione media, diventano elementi di classificazione sociale da fascia di ceto medio,
sia pure a livello modesto; (anche a prescindere da considerazioni relative a patrimoni famigliari
comunque riferibili mediamente sempre a stratificazioni sociali intermedie. Qui basterebbe
considerare la stratificazione sociale interna dei laureati e la sua evoluzione).
D’altra parte, a partire dal dato relativo al grado di endogamia, va ricordato che il processo di
femminilizzazione del ceto professionale si è esteso progressivamente dai livelli scolari inferiori
a quelli superiori, dai docenti ai dirigenti. E in parallelo è cresciuta la soglia di età di ingresso al
lavoro scolastico. Il confine della stratificazione sociale è dunque oggettivamente esplorato
sempre più in relazione al “coniuge” e al reddito famigliare. E se rifacessimo la ricerca di Barbagli?
Quarto confine: tra autonomia professionale e ordinabilità del lavoro.
In qualunque impresa (aggregazione di lavoro collettivo diretta ad uno scopo comune) i caratteri
concreti del lavoro sono determinati dalla tecnologia disponibile ed applicata, dalla
organizzazione e dal “manuale operativo”. Nessuna di queste tre componenti, da sola,
predetermina il carattere del lavoro, neppure la tecnologia.
Anche se la sua pretesa “oggettività e razionalità” la predica, ideologicamente, come
univocamente determinante del processo, la tecnologia deve combinarsi con il lavoro vivo, la
sua “fisicità” ma anche le sue rappresentazioni e le sue abilità, semplici o complesse che siano.
Inoltre il lavoro collettivo va “combinato”, composto, diviso, ordinato, organizzato. E in tutti i
modelli organizzativi, anche in quelli che si autoproclamano “razionali”, operano elementi di
cultura sociale, scale di valori, gerarchie riconosciute che sono
declinate all’esterno
dell’organizzazione concreta (esempio eclatante le differenziazioni di genere..). Infine il
“manuale operativo” raccoglie sia notazioni tecniche sia “diritti e doveri” che regolano il fluire del
lavoro organizzato. E ne formalizza il modello.
Nella scuola, intesa come sistema organizzato, le cose non sono diverse. La specificità, se
osservata a livello di sistema organizzativo, è determinata dal livello della composizione tecnica,
e dal ruolo del “manuale operativo”.
La prima (la composizione tecnica) ha un livello assai basso: non solo le tecnologie utilizzate
sono mediamente insignificanti, ma le stesse “tecniche” utilizzate dal “lavoro vivo” (le
didattiche..) hanno un oggettivo basso livello di validazione scientifica e di consolidamento
standard. (Si veda la problematica, altrove rielaborata, dello sviluppo necessario di un “sistema
della ricerca educativa”).
La conseguenza immediata di una bassa composizione tecnica è il basso “livello di ordinabilità”
del lavoro. Non vi sono condizioni “reali” per determinare un “mansionario” ordinabile e
controllabile.
Il lavoro concreto erogato in tali condizioni conserva un elevato livello di autonomia individuale,
pure entro un involucro organizzativo collettivo (Non è un difetto, anzi. E una condizione reale e
specifica, semmai da assumere e valorizzare).
In tali condizioni reali, si esalta inevitabilmente il ruolo del “manuale operativo” come raccolta e
repertorio di regole formalizzate e consolidate dell’uso e come declaratoria di diritti e doveri. Si
esalta tale ruolo fino a rovesciare il nesso tra caratteristiche strutturali dell’erogazione e caratteri
del lavoro: il manuale operativo diventa
la rappresentazione formalizzata ed esaustiva
dell’insegnare, e i suoi parametri (tempi, spazi, distribuzione del lavoro, gerarchie, cadenze e
scadenze) acquistano il valore di modello organizzativo inevitabile, e quasi “naturale”
rappresentazione della razionalità operativa. (Rimando a Max Weber)..
Così sono per esempio le classi, le classi di concorso, le cattedre, gli orari settimanali, giornalieri,
annuali, ecc.. l’intera incastellatura formale governata dal manuale operativo si costituisce come
descrizione completa ed esaustiva del lavoro di insegnamento..
Effetto fondamentale di tale contraddizione tra formalismo del “manuale” e autonomia
individuale è però che quest’ultima si configura come “residuale”, difensiva, intesa come
“salvaguardia”, e dunque in permanente tentazione di corporativismo, e non come “valore
produttivo” da “configurare” e consolidare in un modello professionale. (Da qui il grado di
ambiguità che accompagna sempre il richiamo alla “libertà di insegnamento”)
Il crinale di tale dialettica è stato esplorato lungamente specie in questi anni, rielaborando
categorizzazioni interessanti: si pensi alla descrizione dei docenti come “professionisti che
operano in una organizzazione”, o al richiamo al “professionista riflessivo” o alle elaborazioni che
si cimentano con modellizzazioni organizzative articolate, o al permanente richiamo alla
“collegialità”.
Ma l’assimilazione della organizzazione della scuola alla Pubblica Amministrazione, con il
carattere invasivo che assume in tal modo il “manuale operativo” (che si fa “norma”, spesso
trasformando caratteri d’uso consolidati in diritti e regole; che “cosalizza” contenitori fisici e
temporali, classificazioni del lavoro e ripartizione delle competenze) rappresenta un vincolo di
carattere “gravitazionale”: per interessanti e stimolanti possano essere proposte come quelle
citate, vengono comunque deformate e infine inghiottite dalla forza gravitazionale di quel “buco
nero”.
Quindici anni fa vi fu l’occasione, rappresentata dalla “autonomia” delle istituzioni scolastiche,
per smontare l’intero costrutto, e rielaborare alla radice un diverso “manuale operativo”. Ma al
break point iniziale non seguì un break throught, un “attraversamento” coerente capace di
accompagnare la transizione. Anzi, come sappiamo, il vecchio “manuale operativo” si mantenne
e ripropose, salvo piccolissime correzioni, come permanente “punto di riferimento” (non ostante
le ripetute proclamazioni di innovazioni riformatrici “epocali”, rielaborazioni di programmi e
“indicazioni”, ecc..). Del resto la considerazione vale per la scuola esattamente come, per i
medesimi anni, vale per la Pubblica Amministrazione: vedi Legge 59/97 (Bassanisni).
La dialettica rappresentata in questo paragrafo (il lavoro del docente tra basso livello di
composizione tecnica, basso livello di ordinabilità e vincolo “formale” del manuale operativo) ha
naturalmente una sua evoluzione, sia storica che soggettiva.
Per esempio, (ma la cosa richiama una elaborazione sviluppata in altre occasioni di intervento)
l’integrazione tra insegnamento/apprendimento e tecnologie dell’informazione prospetta, uno
sviluppo potenziale più che significativo della “composizione tecnica”. Entro tale prospettiva si
delineano significative potenzialità di obsolescenza dei modelli di classificazione del lavoro, di
determinazione dei suoi contenitori spazio temporali, delle gerarchie interne e dei livelli di
interazione collettiva (dunque del suo stesso livello di ordinabilità). I più attenti osservatori di
tali prospettive e sviluppi pongono esplicitamente la questione di una necessaria decostruzione
del manuale operativo tradizionale, in connessione con l’integrazione delle tecnologie e dei
devices digitali nell’insegnamento e apprendimento. Tenendo conto del rapporto non
deterministico tra tecnologia e organizzazione ciò disegna un compito squisitamente “politico” di
operare scelte tra alternative, esperienze, modelli diversi. (non basta dire che si farà “formazione
digitale”. Quale?)
Dunque…?
Possibile estrarre dalla lunga riflessione precedente qualche indicazione più legata al che fare
rispetto alla la scuola, che, come ecclesia, semper reformanda.
Le enumero, provvisoriamente.
1. La promozione professionale del lavoro docente ha come fondamento l’ esplorazione della
dialettica tra la funzione istituente dell’insegnamento e il suo rapporto con le dimensioni
istituite. La prima, il “cuore” del lavoro, può essere valorizzata se i parametri della
seconda sono sensatamente flessibili, aperti, capaci di lasciare esprimere ed anzi
promuovere tale dialettica. Più “invasivo” è l’istituito (il manuale operativo, la
classificazione del lavoro, ma anche l’invasività istituita delle “geometrie” curricolari..)
più qualunque progetto di valorizzazione professionale, (formazione, aggiornamento,
merito, ecc…) si rivela privo di fondamento e alla lunga si trasforma oppositivamente e/o
opportunisticamente in “altro” (ve ne sono esempi nella storia recente).
2. Non c’è formazione professionale dei docenti sensatamente progettabile e
con
ragionevoli prospettive di risultato, in costanza di “manuale operativo”. L’apprendimento
professionale di cui ha bisogno la scuola ed i docenti italiani è “apprendimento
organizzativo”. un antico aforisma recita: “un soggetto cambia perché apprende; ma una
organizzazione apprende perché cambia”. Ben vengano, ovviamente le preoccupazioni e
le intenzioni di “formazione dei docenti”; ma prima di cimentarsi in discussioni su “diritti
e doveri”, risorse e premi, si badi alla connessione strutturale tra caratteri del lavoro che
si vogliono promuovere e trasformazioni necessarie dell’organizzazione (decostruire il
manuale operativo).
3. Il basso livello di “ordinabilità” del lavoro docente va assunto come “valore positivo” in
chiave di autonomia, come condizione di falsificazione del modello amministrativo e dei
suoi effetti professionalmente mortificanti. L’esercizio corrente di una puntigliosa
strutturazione in ore e mezz’ore degli impegni di lavoro da dedicare a funzioni
fondamentali che sono invece parte intrinseca del lavoro formativo (programmazione,
progettazione, valutazione, rapporto con il contesto…ecc..) è l’esempio mortificante di
una deriva che finisce appunto per declinare l’autonomia professionale in chiave
regressiva. Occorrono tempi e spazi comprensivi e flessibili.
4. Ogni sensata iniziativa che voglia misurarsi con la promozione professionale degli
insegnanti deve declinarsi in contesto di autonomia scolastica rilanciata. E’ infatti
questo il solo e appropriato contesto che dia alla promozione professionale la dimensione
di processo connesso sviluppo organizzativo. Consistente (e conosciuto) altrimenti è il
rischio che la formazione diventi invece “una batteria di slides diretta ad aumentare
l’autostima del formatore”.
5. A fronte delle dialettiche qui presentate vale ricordare che l’innovazione reale di diffonde
sempre con modalità virali, per contagio, prossimità, imitazione; molto meno per
“pianificazione”. Ciò non significa che non occorra l’innesco, il raggiungimento della soglia
di energia di attivazione. E’ compito del decisore politico. Ma saggezza politica è che
l’azione politica promuova l’epidemia, piuttosto che proporsi di “controllare” e pianificare
l’intero
progetto.
La gestione dei processi sia lasciata all’autonomia, valorizzando l’inevitabile “variabilità”
come condizione di evoluzione (così è in natura). Cura del decisore politico e
amministrativo sia piuttosto una politica dei fattori capaci di facilitare l’epidemia
innovativa (flessibilità gestionale, investimenti onnicomprensivi e “pazienti” affidati alle
responsabilità
autonome,
solo
per
fare
esempi).
Fondamentale invece l’esercizio del monitoraggio e della valutazione, intese come
permanente feed back della politica pubblica che rappresenta la propria responsabilità
ultima del decisore e della quale deve dare conto. (Ed è anche condizione per coltivare il
consenso sociale sulla valutazione di tutto il sistema).
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