Ospite eccezionale
ZEFFIRINO
NAMUNCURÀ
Zeffirino nasce in Argentina, a
Chimpay il 26 agosto 1886 e viene
battezzato nell’88 dal missionario
salesiano don Milanesio.
Fa parte del popolo indios araucano che nel 1879 viene assalito dai soldati argentini
partiti da Buenos Aires.
Gli argentini sono capeggiati dal generale Julio Roca.
Zeffirino è figlio del “Signore della Pampa”, il gran cacicco degli Araucani (Mapuche)
Manuel Namuncurà, e nipote del Cacico Generale che cercò di unificare tutte le tribù e
proteggerle dai nemici: i cristiani.
Un giorno durante una delle molteplici battaglie tra argentini e indios, Zeffirino, scivola
dalla montagna e cade in un fiume. Si salva quasi per miracolo.
Poiché è molto intelligente il padre lo vuole mandare a studiare a Buenos Aires presso
la Scuola Militare, ma si fa togliere subito dopo pochi giorni perché si trova male.
Zeffirino viene portato poi in un Collegio salesiano. Anche lì i primi tempi sono molto
difficili per lui, poi inizia ad ambientarsi e diventa un bravo organizzatore di
passeggiate, gite in piroga sul fiume, gare con l’arco e le frecce che costruisce lui stesso.
Dopo il gioco e l’allegria Zeffirino porta tutti i suoi compagni in chiesa. Zeffirino è molto
diligente e studioso ed è molto legato a Don Milanesio. Gli dice sempre:
A quei tempi gli Indios risultano indifesi contro le più comuni malattie dei bianchi, così
anche per Zeffirino inizia la brutta esperienza della tubercolosì. Una tosse insistente e
ribelle che affatica molto i polmoni. I Padri missionari decidono di trasportarlo in un
ambiente più salubre verso il sud, a Viedma.
È un viaggio molto lungo, prima 500 Km in treno, poi gli ultimi 250 Km Zeffirino viene
trasportato da una lunga carrozza trainata da cavalli, ribattezzata col nome di
“galera”. Impiegano più di una settimana (oggi con l’aereo servono solo 2 ore).
Tra i migliori amici di Zeffirino c’è anche il primo Vescovo salesiano Monsignor Cagliero,
che poi diventerà Cardinale. Questi si fa istruire da Zeffirino circa le abitudini degli
Indios per poi andare in visita pastorale sui territori delle Ande. Anche Zeffirino
desidera andare ma la sua malattia glielo impedisce.
Durante la Visita Pastorale il Vescovo e i missionari danno il battesimo a tutti i
componenti della tribù di Zeffirino.
Nel 1903 la sua salute subisce un crollo.
Così nel 1904 viene portato in Italia per essere curato. A Torino giunge a Valdocco, qui
conosce don Rua il successore di San Giovanni Bosco. Appena arriva si reca subito a
venerare l’immagine di Maria Ausiliatrice.
Il 27 settembre 1904 Mons. Cagliero va a Roma dal Papa Pio X e porta con sé anche
Zeffirino. Il Papa si emoziona a vedere questo giovane araucano e lo invita nel suo
studio per sentire i suoi racconti.
Non sono cattivi gli
araucani, ma non
conoscono il vero Dio. Il
mio più grande desiderio è
quello di salvare i miei
fratelli!
Anche a Valdocco Zeffirino si trova bene con i suoi compagni. Studia e prega davanti a
Gesù Eucarestia. A chi gli fa domande sul suo popolo racconta:
Sì, figlio mio, Dio
ti benedica!
Signor Don Bosco, mi farò
salesiano?
Durante l’inverno viene portato a Roma, a Villa Sora a Frascati, per ulteriori cure.
Zeffirino non si arrende alla malattia e vuole studiare per diventare sacerdote. Una
notte Zeffirino sogna Maria Ausiliatrice, il Papa e Don Bosco al quale chiede:
Pregate per me, che
possa guarire, essere
sacerdote se piace al
Signore.
Grazie di tutto!
Nella primavera del 1905 la sua salute si aggrava ulteriormente, la tosse diventa di
un’intensità impressionante ripete sempre:
Il 28 aprile viene trasportato di nuovo a Roma,
all’ospedale Fatebenefratelli sull’isola Tiberina.
Egli sa che deve morire e chiede di ricevere la Santa
Comunione.
L’11 maggio 1905 Zeffirino parte per il Paradiso.
Pochi giorni dopo un missionario raggiunge
l’abitazione del grande cacico. Manuel Namuncurà
uscì, si siede davanti all’entrata della capanna e
piange.
Nel 1924 le sue
spoglie furono
rimpatriate e
interrate nel
cimitero di Fortin
Mercedes.
Il 2 maggio 1944
iniziò la causa di
beatificazione.
Il 22 giugno 1972 fu
proclamato
venerabile da Paolo
VI.
Nel dicembre del 2006 gli viene riconosciuto il primo miracolo, che ha portato Zeffirino
Namuncurà ad essere il primo argentino aborigeno a raggiungere la beatificazione,
fatta l’11 novembre 2007 ad opera del salesiano Cardinal Bertone.
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