L’Ottocento: Il Realismo L’Ottocento Il Realismo Il Realismo: Realismo: l’arte del quotidiano e del lavoro. Il Realismo nasce in Francia a metà del XIX secolo. Si ispira alla corrente filosofica del Positivismo, che indicava lo studio scientifico della realtà, come l’unico vero e giusto interesse per il pensatore, l’artista ed il letterato. In arte il Realismo viene definito programmaticamente dal pittore francese Gustave Courbet, che, nel 1855, 1855, espresse i suoi ideali artistici in un opuscolo scritto in occasione dell’ Esposizione Universale di Parigi, pittore Parigi ed in un quadro, intitolato l’atelier del pittore. L’artista, dice Courbet, deve rappresentare le idee, i costumi e l’aspetto della sua epoca secondo il suo modo di vedere, facendo dell’arte viva. Sempre di ispirazione realista, nasce, in Francia, la scuola di Barbizon, Barbizon città vicina alla foresta di Fontainebleau. Gli artisti che aderiscono a questa scuola riprendono anche loro realisticamente scene della vita quotidiana, ma prediligono la rappresentazione di momenti della vita di contadini ed immagini di paesaggi rurali. Millet e Corot sono due famosi esponenti della scuola di Barbizon. Un altro artista, pittore e scultore realista, è Honoré Daumier. Il Realismo L’artista si prefigge di tradurre in opera d’arte i costumi, le idee, l’aspetto della sua epoca. Realismo La gente comune si deve riconoscere nell’opera d’arte. Le scene sono riprese dalla vita quotidiana, i soggetti vengono ritratti mentre lavorano, mangiano, vanno alla messa domenicale, viaggiano sui treni di terza classe. L’artista partecipa con la sua coscienza al dramma della povertà e dell’ ingiustizia sociale. L’opera d’arte può essere uno strumento di denuncia. Gustave Courbet L’atelier del pittore, 1855, olio su tela, Parigi, Musée d’Orsay immagine Honoré Daumier Vagone di terza classe, 1862-1864 circa, olio su tela, New York, The Metropolitan Museum of Art immagine Gustave Caillebotte Operai che lamano il parquet, 1875, olio su tela, Parigi, Musée d’Orsay immagine Gustave Courbet Gli spaccapietre, 1848, olio su tela, Desdra, Staatliche Kunstsammlungen Jean-François Millet Le spigolatrici, 1857, olio su tela, Parigi, Musée d’Orsay IL REALISMO Gustave Courbet L’atelier del pittore, 1855, olio su tela, Parigi, Musée d’Orsay IL REALISMO Honoré Daumier Vagone di terza classe, 1862-1864 circa, olio su tela, New York, The Metropolitan Museum of Art IL REALISMO Gustave Caillebotte Operai che lamano il parquet, 1875, olio su tela, Parigi, Musée d’Orsay IL REALISMO Gustave Courbet Gli spaccapietre, 1848, olio su tela, Desdra, Staatliche Kunstsammlungen IL REALISMO Jean-François Millet Le spigolatrici, 1857, olio su tela, Parigi, Musée d’Orsay In Italia Il Verismo Anche in Italia si diffuse, dalla seconda metà dell’ Ottocento, l’interesse culturale per l’osservazione e rappresentazione della realtà. Il Vero, analizzato secondo regole scientifiche, divenne il protagonista di opere letterarie, scultoree, pittoriche e musicali. In particolare, in arte, il movimento verista italiano fu influenzato dal realismo francese di Courbet dal 1855, anno dell’Esposizione Universale di Parigi, di cui abbiamo già parlato. In Italia fiorirono numerose scuole e gruppi di artisti di ispirazione verista con caratteristiche differenti a seconda delle aree geografiche di provenienza, che mantennero però stretti rapporti con l’ambiente culturale parigino, che allora rappresentava il punto di riferimento più importante per tutta l’arte occidentale. Le scuole più importanti furono quella dei Macchiaioli che nacque a Firenze (gruppo di artisti che diventeranno famosi oltre che per la loro aderenza al verismo, per l’innovativa tecnica pittorica del colore a macchia) e le scuole di Resìna e Posillipo che nacquero a Napoli. A Firenze, al caffè Michelangelo si riunirono gli artisti che saranno poi chiamati Macchiaioli: Giovanni Fattori, Giuseppe Abbati, Telemaco Signorini, Vincenzo Cabianca, Silvestro Lega. A Napoli lavorarono nella scuola di Resìna, Giuseppe de Nittis, Marco De Gregorio, Filippo Palizzi e Antonino Leto. Un altro artista napoletano, scultore ed orafo, che realizzò opere veriste di grande importanza è Vincenzo Gemito. Il Verismo Giovanni Fattori Mandrie maremmane, 1893, olio su tela, Livorno, Museo civico Telemaco Signorini L’alzaia, 1864, olio su tela, collezione privata Silvestro Lega Il Bindolo, 1863, olio su tela, Roma, Galleria Nazionale di Arte Moderna Antonino Leto La mattanza, 1887, olio su tela, Palermo, Pinacoteca della fondazione del Banco di Sicilia Vincenzo Gemito Il pescatorello, 1872, bronzo, Firenze, Museo Nazionale del Bargello Filippo Palizzi Contemplazione, 1872, olio su tela, collezione privata Giuseppe de Nittis Una strada da Brindisi a Barletta, particolare, 1872, olio su tavola, collezione privata Firenze: I Macchiaioli Verismo Napoli: Scuola di Posillipo Scuola di Resìna IL VERISMO Giovanni Fattori mandrie maremmane, 1893, olio su tela, Livorno, Museo civico IL VERISMO Telemaco Signorini L’alzaia, 1864, olio su tela, collezione privata IL VERISMO Silvestro Lega Il Bindolo, 1863, olio su tela, Roma, Galleria Nazionale di Arte Moderna IL VERISMO Antonino Leto La mattanza, 1887, olio su tela, Palermo, Pinacoteca della fondazione del Banco di Sicilia IL VERISMO Vincenzo Gemito Il pescatorello, 1879, bronzo, Firenze, Museo del Bargello IL VERISMO Filippo Palizzi Contemplazione, 1872, olio su tela, collezione privata IL VERISMO Giuseppe De Nittis Una strada da Brindisi a Barletta, particolare, 1872, olio su tavola, collezione privata