Agrobiodiversità
ARPA Rivista N. 4 luglio-agosto 2007
Fauna minore in Emilia-Romagna,
la nuova stagione delle azioni di salvaguardia
Non solo divieti e sanzioni sono previsti nella nuova legge approvata dall’Assemblea legislativa regionale il 26
luglio scorso: il cuore del provvedimento prevede studi, ricerche e interventi mirati di protezione proprio laddove
se ne intraveda la necessità. Saranno Regione, Province, Comunità montane, Comuni ed enti di gestione delle aree
protette i motori delle azioni di salvaguardia delle specie protette nonché degli habitat dove ancora vivono.
In collaborazione con le università e le associazioni di protezione ambientale, saranno attivate le opportune ricerche
e realizzato il costante monitoraggio della situazione per sondare l’effettivo stato di salute e la reale consistenza
delle popolazioni di fauna minore. La legge è illustrata dal consigliere regionale Gianluca Borghi.
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Innumerevoli sono le cause che
incidono negativamente sulle
specie della fauna minore e fra
queste risaltano:
- la distruzione e l’alterazione
degli habitat e dei siti riproduttivi
- l’impiego di pesticidi in agricoltura
- l’inquinamento chimico e organico delle acque superficiali
- le catture a scopo commerciale
- la distruzione intenzionale della
fauna minore a causa di atavici e
infondati pregiudizi.
A tutte queste cause si aggiungono le trasformazioni e le alterazioni di cicli biologici a scala planetaria – buco nella ozonosfera,
effetto serra, piogge acide, alterazioni climatiche, con effetti
diretti sulle temperature, la piovosità è in grado di determinare
la scomparsa di habitat e la diffusione di patologie – che manifestano inevitabilmente i loro
negativi effetti anche su scala
locale.
Una legge a tutela della biodiversità è una legge a tutela della vita
sotto qualsiasi forma essa si presenti. È una legge che vuole
ricondurre l’uomo a stretto contatto con la natura che lo circonda
in una dimensione di rispetto e
salvaguardia degli esseri viventi
più deboli. È una assunzione di
responsabilità nei confronti di
quelle forme di vita che troppo
spesso calpestiamo nel nome di
uno sviluppo forsennato, incuranti della complessità del
mondo attorno a noi.
Sono convinto che si tratti di un
provvedimento necessario che
potrà consentire all’EmiliaRomagna di fare un salto di qualità nella tutela della fauna
minore. Oggi la legge c’è, ci dà la
possibilità di intervenire e dovrà
produrre immediatamente effetti
positivi per la salvaguardia delle
specie protette.
Per fauna minore vengono intese
tutte le specie animali presenti
sul territorio emiliano-romagnolo
di cui esistano popolazioni
viventi stabilmente o temporaneamente, compresi i micromammiferi e i chirotteri, con
esclusione degli altri vertebrati
omeotermi.
La legge pone sotto tutela tutte
le specie (e i loro habitat trofici,
di riproduzione e di svernamento) di anfibi, rettili e chirotteri presenti sul territorio emiliano-romagnolo nonché le specie che vengono considerate particolarmente protette quali
quelle incluse negli Allegati II) e
IV) della direttiva 92/43/CEE,
quelle appartenenti all’Elenco
regionale delle specie rare e/o
minacciate (che sarà redatto e
aggiornato dalla Giunta regionale) e le specie indicate come
rare o minacciate da direttive
comunitarie o norme nazionali.
I compiti previsti, sui quali sarà
concentrato
l’impegno
di
Regione, Province, Enti di
gestione delle Aree protette,
Comuni e Comunità montane,
vanno dalla salvaguardia diretta
della fauna minore tutelandone
le specie, le popolazioni e i singoli esemplari, alla protezione
degli habitat naturali e seminaturali promuovendo anche la ricostituzione degli stessi con la promozione di interventi funzionali
al recupero delle condizioni idonee alla sopravvivenza di queste
Tartaruga di Hermann Testudo hermanni, la cui presenza è ormai esclusiva del
Bosco della Mesola (FE) ed è rarissima nella Pineta San Vitale (RA)
Rana verde
specie, anche mediante azioni di
conservazione in situ ed ex-situ.
Altro importante campo di intervento previsto riguarda l’eliminazione o la riduzione dei fattori
limitanti, di squilibrio e di
degrado ambientale nei terreni
agricoli e forestali, negli alvei dei
corsi d’acqua e canali, nei bacini
lacustri naturali e artificiali, nei
maceri, nelle pozze e negli acquitrini anche a carattere temporaneo e nelle raccolte d’acqua artificiali o semi artificiali quali
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vasche, lavatoi e abbeveratoi e in
corrispondenza di infrastrutture e
insediamenti.
Il tutto si svolgerà assieme alla
promozione di studi e ricerche
sulla fauna minore, oltre all’incentivazione di iniziative didattiche e divulgative volte a diffondere la conoscenza e il rispetto
verso questi animali.
È infatti previsto che, in forma
coordinata con le misure e le
azioni di tutela della biodiversità,
di cui all'articolo 11 della legge
regionale n. 6 del 2005, i soggetti
pubblici interessati, con l'eventuale supporto tecnico di Arpa o
di altri istituti di ricerca, nell'ambito dei loro strumenti regolamentari di pianificazione territoriale e urbanistica e della loro
attività di programmazione e
gestione operino per:
• individuare e adottare misure
di tutela e conservazione, anche
temporanee e limitate a particolari fasi del ciclo biologico, della
fauna minore
• promuovere, anche mediante il
coinvolgimento dei soggetti
gestori del reticolo idrografico e
della rete infrastrutturale, una
gestione coerente degli elementi
del paesaggio che per la loro
struttura e ruolo di collegamento
sono essenziali per la migrazione,
la distribuzione geografica e lo
scambio genetico delle specie
della fauna minore, quali i corsi
d'acqua e i canali con relative
sponde e arginature, le siepi cam-
pestri, le scarpate stradali e ferroviarie, le aree intercluse degli
svincoli stradali.
Entro sei mesi dall’entrata in
vigore della legge, la Giunta
regionale emanerà, sentito il
parere del Comitato consultivo
regionale per l'ambiente naturale, le direttive per la predisposizione delle misure di tutela e
conservazione e in generale per
le azioni di cui sopra.
È poi previsto un sistema di
monitoraggio integrato a livello
regionale, provinciale e delle
aree protette, con il coinvolgimento di Arpa, degli istituti universitari, delle associazioni e
organismi scientifici riconosciuti,
delle associazioni ambientaliste,
delle associazioni di volontariato
aventi finalità di tutela ambientale e di protezione animale,
iscritte nei registri regionali. Gli
esiti del monitoraggio sono finalizzati anche alla stesura del rapporto sullo stato di conservazione
del patrimonio naturale regionale, facente parte del Programma regionale di cui all’articolo 12 della legge regionale n. 6
del 2005, e alla predisposizione e
aggiornamento dell’elenco regionale delle specie rare e/o minacciate che sarà approvato dalla
Giunta regionale entro sei mesi.
L’aggiornamento avrà cadenza
almeno triennale e sarà deciso
sentite le Province, gli Enti di
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Libellule
gestione delle aree protette, gli
istituti universitari, le associazioni e organismi scientifici riconosciuti, le associazioni ambientaliste riconosciute con decreto
del ministero dell’Ambiente e le
associazioni che perseguono finalità di tutela ambientale e di protezione animale riconosciute.
La vigilanza sull’applicazione
della legge è affidata ai corpi e servizi di polizia locale, al Corpo forestale dello Stato, agli ufficiali e
agenti di Polizia giudiziaria e ai
guardaparco, oltre che alle guardie
ecologiche volontarie, agli agenti
giurati delle associazioni di protezione ambientale riconosciute dal
ministero dell’Ambiente, ai sensi
dell’articolo 13 della legge n. 349
del 1986, alle guardie volontarie
delle associazioni venatorie e delle
associazioni di protezione degli
animali e altre associazioni o corpi
riconosciuti da leggi nazionali e
regionali.
Le sanzioni per chi trasgredisce
questa legge vanno da un
minimo di 10 a un massimo di
5.000 euro.
Gianluca Borghi
Consigliere regionale
Regione Emilia-Romagna
Il testo della legge è disponibile sul
sito http://demetra.regione.emiliaromagna.it/
FAUNA MINORE DELL'EMILIA-ROMAGNA
Presentato in novembre un opuscolo informativo
Cos'è questa "fauna minore"? Perché le si dà questo nome? Per
quali motivi è tanto importante? Quali sono le minacce che la
riguardano? Cosa si può fare per evitare la perdita irreversibile di
tanti organismi?
A queste domande, il Servizio Parchi e risorse forestali della
Regione Emilia-Romagna e il Museo di storia naturale di Ferrara
hanno cercato di dare risposte semplici, ma esaurienti e scientificamente rigorose attraverso un opuscolo scritto da Carla Corazza e
Stefano Mazzotti del Museo e curata da Monica Palazzini e Maria
Vittoria Biondi della Regione Emilia-Romagna. Il volumetto è
stato presentato il 17 novembre 2007, in concomitanza con l'inaugurazione della mostra sui maceri del ferrarese; i maceri, infatti,
sono habitat molto interessanti per la protezione di tante specie di
anfibi, rettili, piccoli mammiferi, insetti, crostacei, ovvero una parte
importante delle specie tutelate dalla legge.
È possibile scaricare la versione pdf dell’opuscolo al sito
http://ww2.comune.fe.it/storianaturale/, Eventi, Archivio notizie.
Le foto pubblicate in questo articolo sono di Federico Montanari
Farfalla appartenente al genere
Licaena. La specie Licaena dispar è
tutelata dalla Direttiva Habitat
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