PSCferrara
1° INCONTRO AGENDA 21 LOCALE
La nuova legge regionale urbanistica
Nuovi strumenti per ferrara
Il Posterplan e le proposizioni guida
nuovi temi
legge regionale 20/2000
questione ambientale
concertazione
semplificazione
nuovi temi
legge regionale 20/2000
questione ambientale
1. Il quadro conoscitivo è elemento costitutivo degli strumenti di pianificazione territoriale e
Art. 1 Oggetto della legge
urbanistica. Esso provvede alla organica rappresentazione e valutazione dello stato del territorio e dei
processi evolutivi che lo caratterizzano e costituisce riferimento necessario per la definizione degli
obiettivi e dei contenuti del piano e per la valutazione di sostenibilità di cui all'art. 5.
2. Il quadro conoscitivo dei piani generali, in coerenza con i compiti di ciascun livello di pianificazione,
ha riguardo:
a)alle dinamiche dei processi di sviluppo economico e sociale;
b)agli aspetti fisici e morfologici;
c)ai valori paesaggistici, culturali e naturalistici;
d)ai sistemi ambientale, insediativo e infrastrutturale;
e)all’utilizzazione dei suoli ed allo stato della pianificazione;
CAPO
I - DISPOSIZIONI
f) alle
prescrizioni
e ai vincoli territorialiGENERALI
derivanti dalla normativa, dagli strumenti di pianificazione
vigenti, da quelli in salvaguardia e dai provvedimenti amministrativi.
Art. 2 Funzioni ed obiettivi della pianificazione
3. I piani settoriali provvedono ad integrare e approfondire il quadro conoscitivo del piano generale del
Art. livello
3 - di governo
Processo
di pianificazione
medesimo
con gli approfondimenti
relativi al loro specifico campo di interesse.
4. Al fine di elaborare il quadro conoscitivo, le amministrazioni operano ai sensi dell'art. 17,
Art. 4 Quadro conoscitivo
provvedendo alle integrazioni, agli approfondimenti ed agli aggiornamenti ritenuti indispensabili.
TITOLO I - PRINCIPI GENERALI DELLA
PIANIFICAZIONE
Art.
5 -
Valutazione di sostenibilità e monitoraggio dei piani
nuovi temi
legge regionale 20/2000
questione ambientale
La Regione, le Province e i Comuni provvedono, nell’ambito del procedimento di elaborazione
Art.
1 Oggetto della legge
ed approvazione dei propri piani, alla valutazione preventiva della sostenibilità ambientale
e territoriale degli effetti derivanti dalla loro attuazione, anche con riguardo alla normativa
nazionale e comunitaria.
2. A tal fine, nel
documento
preliminare sono
evidenziati i potenziali
impatti negativi delle
TITOLO
I
PRINCIPI
GENERALI
DELLA
scelte operate e le misure idonee per impedirli, ridurli o compensarli. Gli esiti della
valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale costituiscono parte integrante del
PIANIFICAZIONE
piano approvato e sono illustrati da un apposito documento.
3. In coerenza con le valutazioni di cui al comma 2 la pianificazione territoriale e urbanistica
CAPO
I - DISPOSIZIONI
GENERALI
persegue
l’obiettivo della contestuale
realizzazione delle previsioni in essa contenute e
degli interventi necessari ad assicurarne la sostenibilità ambientale e territoriale.
Art. 2 Funzioni ed obiettivi della pianificazione
Art.
3 - le Province
Processo
di pianificazione
4. La Regione,
e i Comuni
provvedono inoltre al monitoraggio dell’attuazione dei
propri piani e degli effetti sui sistemi ambientali e territoriali, anche al fine della revisione
Art. o aggiornamento
4 Quadro
conoscitivo
degli stessi.
Art. 5 Valutazione di sostenibilità e monitoraggio dei piani
nuovi temi
legge regionale 20/2000
concertazione
La conferenza di pianificazione ha la finalità di costruire un quadro conoscitivo
Art. 1.
1
Oggetto della legge
condiviso del territorio e dei conseguenti limiti e condizioni per il suo sviluppo sostenibile,
nonché di esprimere valutazioni preliminari in merito agli obiettivi e alle scelte di
pianificazione prospettate dal documento preliminare.
2. Il documento preliminare presenta in particolare i seguenti contenuti:
a) le indicazioni in merito agli obiettivi generali che si intendono perseguire con il piano ed
alle scelte strategiche di assetto del territorio, in relazione alle previsioni degli strumenti
di pianificazione di livello sovraordinato;
b) l’individuazione di massima di limiti e condizioni per lo sviluppo sostenibile del
territorio.
3. Alla conferenza partecipano necessariamente gli enti territoriali e le amministrazioni
CAPO
I - DISPOSIZIONI
GENERALI
individuate
per ciascun piano dagli
artt. 25, 27 e 32. Alla conferenza intervengono inoltre
competenti al rilascio dei pareri, delle intese e degli atti di
Art. tutte
2 le
- amministrazioni
Funzioni
ed obiettivi della pianificazione
assenso, comunque denominati, ai sensi del comma 3 dell’art. 34. L’amministrazione
Art. procedente
3 di pianificazione
può Processo
altresì convocare
altre amministrazioni coinvolte o interessate
dall’esercizio delle funzioni di pianificazione.
Art. 4. 4
Quadro conoscitivo
La conferenza realizza la concertazione con le associazioni economiche e sociali,
Art. chiamandole
5 Valutazione
di sostenibilità
e monitoraggio
dei piani
a concorrere
alla definizione
degli obiettivi
e delle scelte strategiche
individuati dal documento preliminare, acquisendone le valutazioni e le proposte.
TITOLO I - PRINCIPI GENERALI DELLA
PIANIFICAZIONE
nuovi temi
Art.
legge regionale 20/2000
semplificazione
1. La pianificazione territoriale e urbanistica recepisce e coordina le prescrizioni
1 - alla regolazione
Oggettodell’uso
della del
legge
relative
suolo e delle sue risorse ed i vincoli territoriali,
paesaggistici ed ambientali che derivano dai piani sovraordinati, da singoli
provvedimenti amministrativi ovvero da previsioni legislative.
2. Quando la pianificazione urbanistica comunale abbia recepito e coordinato
TITOLO
I -lePRINCIPI
GENERALI
integralmente
prescrizioni ed i vincoli
di cui al comma 1,DELLA
essa costituisce la carta
unica del territorio ed è l'unico riferimento per la pianificazione attuativa e per la
PIANIFICAZIONE
verifica di conformità urbanistica ed edilizia, fatti salvi le prescrizioni ed i vincoli
sopravvenuti, anche ai fini dell’autorizzazione per la realizzazione, ampliamento,
ristrutturazione o riconversione degli impianti produttivi, ai sensi del D.P.R. 20 ottobre
1998,
447.
CAPO
I -n.DISPOSIZIONI
GENERALI
Art.
Art.
Art.
Art.
Funzioni
ed obiettivi
della
pianificazione
3.2La -deliberazione
di approvazione
del piano
comunale
dà atto del completo
recepimento
di
cui
al
comma
2
ovvero
del
recepimento
parziale,
indicandone le
3 Processo di pianificazione
motivazioni. Dell’approvazione della carta unica del territorio è data informazione ai
4 - anche Quadro
cittadini
attraversoconoscitivo
lo sportello unico per le attività produttive di cui al D.P.R. n.
447
del
1998.
5 Valutazione di sostenibilità e monitoraggio dei piani
nuovi
strumenti
legge regionale 20/2000
piano strutturale comunale
reg. urbanistico edilizio
piano operativo
nuovi
strumenti
legge regionale 20/2000
piano strutturale comunale
1. Il Piano Strutturale Comunale (PSC) è lo strumento di pianificazione urbanistica generale
che deve essere predisposto dal Comune, con riguardo a tutto il proprio territorio, per
delineare le scelte strategiche di assetto e sviluppo e per tutelare l'integrità fisica ed
ambientale e l'identità culturale dello stesso.
2. Il PSC in particolare:
a) valuta la consistenza, la localizzazione e la vulnerabilità delle risorse naturali ed
antropiche presenti nel territorio e ne indica le soglie di criticità;
b) fissa
limiti e le condizioni di
sostenibilità degli REGIONALE
interventi e delle trasformazioni
CAPO
I - iPIANIFICAZIONE
TERRITORIALE
pianificabili;
Art.
Piano Territoriale
Regionale
(PTR) rilevanza, per dimensione e
c) 23
individua
le infrastrutture
e le attrezzature
di maggiore
funzione;
Art. 24
Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR)
d) classifica il territorio comunale in urbanizzato, urbanizzabile e rurale;
Art.
Procedimento
approvazione
e) 25
individua
gli ambiti
del territoriodi
comunale
secondo quanto disposto dall’Allegato e
definisce le caratteristiche urbanistiche e funzionali degli stessi, stabilendone gli
obiettivi sociali, funzionali, ambientali e morfologici e i relativi requisiti prestazionali;
CAPO
II - PIANIFICAZIONE
TERRITORIALE
PROVINCIALE
f) definisce
le trasformazioni che
possono essere attuate
attraverso intervento diretto, in
conformità
alla
disciplina
generale
del
RUE
di
cui
al
comma
2 dell’art. 29.
Art. 26 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
(PTCP)
3. Nell’ambito delle previsioni di cui ai commi 1 e 2, il PSC si conforma alle prescrizioni e ai
Art. 27
- e dà attuazione
Procedimento
di approvazione
del PTCP
vincoli
agli indirizzi
e alle direttive contenuti
nei piani territoriali
sovraordinati.
TITOLO II - STRUMENTI E CONTENUTI DELLA
PIANIFICAZIONE
nuovi
strumenti
legge regionale 20/2000
reg. urbanistico edilizio
1. Il Regolamento Urbanistico ed Edilizio (RUE) contiene la disciplina generale delle tipologie e
delle modalità attuative degli interventi di trasformazione nonché delle destinazioni d'uso.
Il regolamento contiene altresì le norme attinenti alle attività di costruzione, di
trasformazione fisica e funzionale e di conservazione delle opere edilizie, ivi comprese le
norme igieniche di interesse edilizio, nonché la disciplina degli elementi architettonici e
urbanistici, degli spazi verdi e degli altri elementi che caratterizzano l'ambiente urbano.
2. Il RUE, in conformità alle previsioni del PSC, disciplina:
a) Ile- trasformazioni
negli ambiti
consolidati e nel
territorio rurale;
CAPO
PIANIFICAZIONE
TERRITORIALE
REGIONALE
b) gli interventi diffusi sul patrimonio edilizio esistente sia nel centro storico sia negli ambiti
Art. 23 da
- riqualificare;
Piano Territoriale Regionale (PTR)
negli ambiti
specializzati
per attività
produttive
di cui al comma 6 dell'art. AArt. c)
24 gli
- interventiPiano
Territoriale
Paesistico
Regionale
(PTPR)
13 dell'Allegato.
Art. 3.
25Gli- interventi di
Procedimento
approvazione
cui al comma 2 di
non
sono soggetti al POC e sono attuati attraverso intervento
diretto.
4. Il RUE contiene inoltre:
CAPO
PIANIFICAZIONE
TERRITORIALE
PROVINCIALE
a) II
la -definizione
dei parametri
edilizi ed urbanistici
e le metodologie per il loro calcolo;
b)
la
disciplina
degli
oneri
di
urbanizzazione
e
del
costo
costruzione; (PTCP)
Art. 26 Piano Territoriale di CoordinamentodiProvinciale
c) le modalità di calcolo delle monetizzazioni delle dotazioni territoriali.
Art. 5.
27Il -RUE è approvato
Procedimento
di degli
approvazione
del PTCPtecnico di cui all'art. 16 ed è
in osservanza
atti di coordinamento
valido a tempo indeterminato.
TITOLO II - STRUMENTI E CONTENUTI DELLA
PIANIFICAZIONE
nuovi
strumenti
legge regionale 20/2000
piano operativo
1. Il Piano Operativo Comunale (POC) è lo strumento urbanistico che individua e disciplina gli
TITOLO
II
- STRUMENTI
E CONTENUTI
DELLA
interventi di
tutela
e valorizzazione, di organizzazione
e trasformazione del
territorio da
realizzare nell'arco temporale di cinque anni. Il POC è predisposto in conformità alle
PIANIFICAZIONE
previsioni del PSC e non può modificarne i contenuti.
2. Il POC contiene, per gli ambiti di riqualificazione e per i nuovi insediamenti:
a) la delimitazione, l'assetto urbanistico, le destinazioni d'uso, gli indici edilizi;
b) le modalità di attuazione degli interventi di trasformazione, nonché di quelli di
CAPO
I - PIANIFICAZIONE TERRITORIALE REGIONALE
conservazione;
Art.
Territoriale
c) 23
i contenuti
fisicoPiano
morfologici,
sociali Regionale
ed economici(PTR)
e le modalità di intervento;
d) l'indicazione delle trasformazioni da assoggettare a specifiche valutazioni di sostenibilità e
Art. 24
Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR)
fattibilità e ad interventi di mitigazione e compensazione degli effetti;
Art.
Procedimento
di approvazione
e) 25
la definizione
delle
dotazioni territoriali
da realizzare o riqualificare e delle relative aree,
nonché gli interventi di integrazione paesaggistica;
f) la localizzazione delle opere e dei servizi pubblici e di interesse pubblico.
CAPO
II - PIANIFICAZIONE
TERRITORIALE
PROVINCIALE
3. Nel definire
le modalità di attuazione
di ciascun nuovo
insediamento o intervento di
riqualificazione il POC applica criteri di perequazione ai sensi dell'art. 7.
Art.
26
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)
4. Il POC programma la contestuale realizzazione e completamento degli interventi di
Art. 27
Procedimento
di approvazione
PTCP
trasformazione
e
delle connesse dotazioni
territorialidel
e infrastrutture
per la mobilità. A tale
scopo il piano può assumere, anche in deroga ai limiti temporali definiti dal comma 1, il
fasi ed
elaborati
PSCferrara POSTERPLAN
a. documento preliminare
b. piano strutturale/rue
c. piano operativo
fasi ed
elaborati
PSCferrara
a. documento preliminare
Il DOCUMENTO PRELIMINARE è oggetto dell’ACCORDO
DI PIANIFICAZIONE tra gli enti che
partecipano alla CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE
fasi ed
elaborati
PSCferrara
b. piano strutturale/rue
fasi ed
elaborati
PSCferrara
c. piano operativo
PSCferrara POSTERPLAN
Il posterplan del Piano Strutturale Comunale di Ferrara si basa su alcune idee, alcune
proposizioni guida, ed è costituito da un testo e una serie di disegni
(mappa generale e layers di lettura).
Osservando i processi di costituzione e di trasformazione della città contemporanea non
sembra possibile riconoscerla come un tutto coerente e finito, quanto piuttosto un
articolato insieme di spazi, popolazioni, paesaggi, che diventa più interessante
interpretare come territorio-palinsesto interessato da un ininterrotto processo di
modificazione, una pluralità di situazioni in continuo cambiamento.
Partendo da queste considerazioni, oggi non sembra più possibile cercare di definire una
volta per tutti i presunti limiti/confini della città, non sembra né possibile né utile
cercare di delineare una “nuova forma compiuta della città”, non sembra più possibile
immaginare la città come qualcosa di definito in una precisa forma dai contorni netti che
si staglia da uno sfondo (sia esso lo spazio della natura o della campagna).
Osservando nello specifico il caso di Ferrara, una città caratterizzata da: crescita
rallentata e per converso presenza/disponibilità di aree dismesse o da ripensare,
“rottura” ormai avvenuta della forma urbis tradizionale e necessità di riosservare
l’interno insediamento urbano come un tutto articolato ma non necessariamente
gerarchizzato in termini di valori decrescenti dal centro verso l’esterno (vedi la buona
qualità di alcuni quartieri pubblici, le potenzialità del parco nord, ecc.), sembra possibile
considerare in maniera meno drammatica le questioni della sua crescita, concentrandosi
piuttosto su quelle relative ai possibili modelli di sviluppo.
Da qui stanno nascendo alcune idee guida, alcune prime immagini di riferimento che nel
corso del lavoro saranno ovviamente sottoposte ad un continuo e progressivo processo
di affinamento, di verifica e falsificazione, purtuttavia ci permettono già oggi di ordinare
alcune nostre prime riflessioni.
PSCferrara POSTERPLAN
lavorare sulla città esistente
- trasformazione della città
- riqualificazione
tre proposizioni
espandere il centro
- direttrici urbane
- nuove centralità
immaginare nuove reti e
connessioni- sistema del verde
- piste ciclabili e mobilità
PSCferrara POSTERPLAN
tre proposizioni
Lavorare sulla città esistente
Non ricercare e definire nuove “addizioni” ma far diventare un valore, un’occasione
pubblica (nel senso di opportunità per incrementare ciò che costituisce “bene comune”),
il processo di metamorfosi della città esistente. Lavorare sulla città esistente non vuol
dire necessariamente rinunciare ad immaginare nuovi e diversi futuri, non vuol dire
costruire la città semplicemente a misura della società esistente, quanto piuttosto
ripartire da un progetto che si sviluppa tra le sue pieghe, di un progetto capace prima di
tutto di esplorare le potenzialità inscritte nei diversi contesti, che deve tendere forse
inizialmente a riscattare l’immagine troppe volte preconcetta che si ha della città
contemporanea, della città che, in fondo, abbiamo costruito nell’epoca della democrazia.
Questa idea si lega anche alla sensazione che nei passati decenni di crescita si siano
costruite molte nuove aree edificate (residenziali e non) che ancora non sono o faticano a
diventare veramente città, parti urbane che spesso appaiono compiute nella loro forma
ma ancora povere di funzioni, usi e popolazioni: aree sulle quali sembra possibile lavorare
ancora molto per aumentarne per così dire l’articolazione interna, il loro livello di
“urbanità” e forse anche la loro “biodiversità sociale”, prima di dover occupare nuovo
terreno agricolo.
A questa prima grande ipotesi si collega ovviamente il lavoro sulle aree dismesse, sugli
ambiti di riqualificazione urbana, sui contesti dai quali possono prendere avvio precisi
strumenti attuativi, visti anche come occasione per attivare un rapporto virtuoso tra
investimento pubblico sullo spazio urbano e nuovi investimenti privati.
Lavorare sulla città esistente, per noi vuol anche dire lavorare in continuità con il piano
regolatore vigente, intrattenere un rapporto di continuità con questo e con la politica
urbanistica fin qui seguita per la gestione della città, riconoscendo che entrambi (piano e
politica) sono portatori di una certa immagine della città e che vanno assunti come
“contesto di riferimento”, elementi dai quali partire.
PSCferrara POSTERPLAN
tre proposizioni
Espandere il centro/espandere la campagna
In stretta relazione con il punto precedente, l’idea è di provare a spingere anche nelle
parti di città esterne al centro antico, la qualità, densità e frammistione di funzioni e
attività che connotano il centro. All’interno dell’ipotesi di lavorare sulla città esistente
collochiamo anche l’idea di rafforzarne il carattere di urbanità, prolungando il sistema
degli spazi collettivi e della socialità che innervano così fortemente la città entro le
mura anche alle parti della città contemporanea, a quelle parti caratterizzate da una
più forte omogeneità e monotonia funzionale e spaziale. Espandere il centro antico
non significa quindi allargare la fascia di vincoli e tutele ad un territorio più ampio, ma
al contrario far appartenere alla vitalità e ricchezza di opportunità che oggi caratterizza
il centro antico, vitalità sostenuta da una consistente presenza di attrezzature e servizi
oltre che di spazi aperti, anche le parti di città esterne.
Pensiamo di fare ciò, ad esempio, attraverso la ridefinizione della sezione, della
mobilità e del tipo di attività e servizi posti lungo gli assi che escono dalla città, oppure
rafforzando e connettendo la rete degli spazi già oggi utilizzati dalla collettività, ma
che appaiono come una serie di punti separati e frammentati, piuttosto che come un
sistema in grado di dare forza e identità a ciascuna piccola comunità.
PSCferrara POSTERPLAN
tre proposizioni
Immaginare nuove reti e connessioni
Proprio le caratteristiche della città che ci troviamo di fronte, la sua indefinitezza formale
ma anche l’essere costituita di zone diverse, funzionalmente definite, sembra suggerire
di lavorare soprattutto sull’idea di connessione, di messa in relazione gestendo anche le
relazioni tra le varie scale territoriali, tra gli elementi che caratterizzano la scala
geografica e gli elementi che si ritrovano a scala urbana (ad esempio tra i grandi fiumi, il
paesaggio aperto della campagna, ecc. e i parchi e giardini interni alla città).
a. Reti relative strettamente alla mobilità delle persone, costituite essenzialmente da
strade, che però devono essere considerate anche come fondamentale se non addirittura
principale spazio pubblico, strade che non vanno considerate solamente tubi in grado di
“smaltire” il traffico veicolare (pensato come “rifiuto” o male necessario) ma anche come
luogo urbano per eccellenza.
b.Ma anche reti ambientali costituite da una articolata trama del verde, riconoscendo il
ruolo strutturante (sia per un corretto funzionamento ecologico del territorio, sia per una
migliore vivibilità della città) delle grandi superfici verdi e dell’importanza che queste
siano connesse tra loro a formare una rete ecologica che ne garantisca e aumenti la
biodiversità. Importante appare connettere tra loro i grandi “serbatoi di naturalità” (il Po
e il Volano ad esempio) e le altre aree verdi (parchi urbani, cave dismesse, lungomura)
costituendo un sistema fatto di “corridoi” ed ambiti più o meno ampi.
c. Ed infine, reti concernenti lo spazio pubblico, trame costituite dalla successione non
solo di percorsi pedonali e ciclabili differenziati e protetti, ma anche da tutto l’insieme di
piazze, spiazzi, slarghi, giardini, viali, parcheggi, ecc. che tessono tra loro le varie parti
della città, che ne costituiscono l’armatura, dando luogo non solo ai luoghi centrali, ma
più in generale alle aree nelle quali si sta in pubblico, nelle quali si svolge la vita pubblica
e collettiva della città.
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