Il “nonnino” è la persona più longeva nella storia di Siliqua
IL 13 NOVEMBRE scorso tziu
Mundicu Piroddi (nella foto), il
nonnino siliquese, ha compiuto la
bella età di 106 anni, e consolida
il suo record: è, infatti, la persona più longeva nella storia di
Siliqua; pare che a questa età
non sia mai arrivato nessuno.
Tziu Ferdinandu Secci infatti si
era fermato a 101 anni. Valerio
Piroddi (questo è il suo vero
nome), è nato a Villamassargia il
13 novembre 1905 nel villaggio
minerario di Orbai. Rimasto orfano del padre da bambino, quando
aveva appena otto anni, si era
trasferito a Siliqua assieme
alla madre Maria Zedda
(siliquese). Era stato suo
padre Nicolò a registrarlo
all’anagrafe col nome Valerio.
La madre, invece, lo voleva
chiamare Raimondo, ed è per
questa ragione che poi lo
chiamarono “Mundicu”. Il
nonnino siliquese, che dallo
scorso anno vive col figlio
Aldo e la nuora Silvana ad
Assemini, dove è stato festeggiato da familiari, amici e
dai sindaci di Siliqua Piergiorgio Lixia, di Assemini
Paolo Mereu, di Villamassargia Francesco Porcu e
dall’assessore Sergio Lecis.
Tziu Mundicu si era sposato
con Antonia Cadeddu (nata
a Siliqua nel 1920 e mancata
qualche anno fa) dalla cui
relazione sono nati tre figli:
Aldo (59 anni), Rosina (65
anni) e Anna (che si è spenta
recentemente all’età di 69
anni). Sei sono invece i suoi
nipoti e tre i pronipoti.
FINO ALL’ETÀ DI 87 anni, l’arzillo
nonnino andava a lavorare in
vigna con la sua bici. A tavola
mangia di tutto, ma predilige le
lumache, il maialetto e le anguille
arrosto. Il suo primo piatto preferito, invece, sono gli spaghetti
alle vongole. Un bel bicchiere di
vino, rigorosamente rosso, è
sempre ben gradito da tziu Mundicu durante i pasti. Autonomo e
ancora molto lucido, guarda e
commenta i programmi Tv. Fino
all’età di 80 anni fumava anche il
sigaro. Ha conosciuto le due
guerre mondiali, malgrado non
abbia prestato servizio militare.
Infatti, fu riformato perché
orfano di padre. Nella sua vita
ha svolto principalmente il lavoro di bracciante agricolo, ma
ha lavorato anche come minatore, manovale e carbonaio.
Fino a qualche anno fa, con la
bici, andava a lavorare in vigna. Non ha una ricetta particolare da tramandare quale
elisir di lunga vita. Forse, solo
il buon umore e una vita semplice, senza troppi strapazzi.
ROBERTO COLLU
[email protected]
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IL GIORNALINO DI SILIQUA
IL PRESENTE giornalino è un mensile indipendente
realizzato a livello amatoriale.
La testata è regolarmente registrata presso la
cancelleria del Tribunale di Cagliari al n°
19/07 del 16/07/2007.
Qualsiasi inesattezza, suggerimento, o cosa ritenuta lesiva deve essere segnalata tempestivamente
alla nostra Redazione: Tel. 349/7234200 –
E.mail: [email protected].
Chiunque è autorizzato a riportare e ripubblicare le
notizie contenute sul Giornalino di Siliqua, ma deve
citarne la fonte.
Hanno collaborato alla realizzazione di questo
numero: Roberto Collu, Gino Iannello, Paolo Vallone, Laura Vargiu, Enrica Meloni, Andrea Agostino,
1 dicembre 2011
Silvia Murru, Marcella Collu, Sara Mameli, Massimo Collu.
Grafica e impaginazione a cura di: Roberto
Collu.
Foto: Archivio de “Il Giornalino di Siliqua”.
Tiratura: 450 copie. Circa 1.200 lettori lo
leggono via web.
Stampe: Presso la copisteria Eurocopy di via
Carbonazzi, n° 12 Cagliari.
LE SPESE di questo numero relative a: stampe
in copisteria, stampe in proprio (carta e toner),
piegatura, pinzatura, distribuzione, locandine a
colori, tassa annuale all’OdG, etc. sono state
sostenute con le offerte, spontanee, dei lettori
(vedi elenco a pagina 9).
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DON BRUNO IBBA (SILIQUESE) COMPIE 25 ANNI DI SACERDOZIO
DON BRUNO IBBA sacerdote, nativo di Siliqua festeggerà
l’8 Dicembre il suo 25.mo Anniversario di Sacerdozio nella parrocchia di Monastir. A Siliqua lo
ricordano ancora oggi come “
quel sacerdote che rientrando
dalla missione disse la messa
interamente in spagnolo”. Nato
nel 1945, rimasto orfano di madre a cinque anni don Bruno
segui’ il percorso di studi in un
collegio ma già da adolescente
nel suo cuore cresceva sempre
di più l’amore verso Dio. Studi
Seminaristici compiuti ad Avigliana (Torino), don Bruno è
legato fin dall’adolescenza dal
forte avvicinamento dei gesuiti.
Nel 1975 decise di partire in
Missione in Perù, dove coltiverà
in modo profondo la scelta di
consacrarsi a Dio come sacerdo-
te compiendo gli studi seminaristici al Seminario “ San Jeronimo” ad Arequipa, una città peruviana
situata
sulle rive del fiume Chilie capoluogo della regione omonima.
IL
6
DICEMBRE
del 1986 ad Arequipa è ordinato
sacerdote. In Perù
trascorse
vari
anni seguendo più
da vicino – dal
1989 - il Seminario di Arequipa come Vice Rettore di disciplina ed Economo,
toccando con mano anche le
problematiche
riguardanti
l’Istruzione. Negli anni 90 tornò
dal Perù da allora il Vescovo gli
assegnò il primo incarico come
parroco della Madonna della Difesa di Sisini
dove rimase
per quattro
anni,
allo
stesso tempo dal 1990
gli
venne
affidata
la
parrocchia di
Arixi
come
amministratore Parrocchiale.
E’
stato parroco di San
Basilio fino al 2008, fino a quando Monsignor Mani lo ha nominato Parroco di Monastir. A.A.
Fonte “Il Portico”
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DON GIULIANO, DALLA TOSCANA IN VACANZA A SILIQUA
DON GIULIANO GIOVANNINI
(Parroco Toscano) ha voluto
trascorrere in pieno relax le sue
vacanze nel mese di ottobre a
Siliqua, attorniato dall’amore
della famiglia,
zii, nipoti . Nasce a Volterra
nel 1956 da
papà Toscano e
Mamma Sarda.
Diplomatosi
alle Magistrali a
18 anni scopre
dentro di se un
forte
attaccamento a Cristo
dando tutto se
stesso
nella
vita sacerdotale. Entrando in
seminario studia Propedeutica a
Trento, e Teologia al Seminario
Regionale di Siena. Terminati gli
studi, il Vescovo per mezzo dello
Spirito Santo lo fa un vero discepolo di Cristo nella
via del Sacerdozio.
INIZIALMENTE fu
Vice
parroco
a
Cecina
fino
al
1987, nel 1987 gli
è dato il comando
di
guidare
una
comunità parrocchiale a Bibbona
con
la
nomina
anche di Direttore
dell’Ufficio Regionale per le pratiche sociali e della
Chiesa Toscana.
Sperimenta anche la gioia di
poter insegnare Religione al
Liceo per 12 anni, insegnando
anche al Seminario di Siena.
Dal 1996 fino ad oggi è Parroco della Parrocchia di California
(ovvero dell’Intero Comune di
Bibbona).” Le parrocchie di
Bibbona (St. Ilario, La California, N. S. di Fatima) comprendono il comune di Bibbona con
Marina di Bibbona, che nel
periodo estivo variano da 40 a
70 mila presenze. Le parrocchie fanno parte del vicariato
della Bassa val di Cecina e
appartengono alla diocesi di
Volterra“.
A cura di ANDREA AGOSTINO
[email protected]
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1 dicembre 2011
IL GIORNALINO DI SILIQUA
3
A. DIL. BASKET SILIQUA
MARCO PORCU: «LA PALESTRA COME AMBIENTE SANO PER RAGAZZI»
A
S O C I E T À
Basket Siliqua ha raggiunto un obiettivo
importante: in pochi
anni ha messo in piedi due
squadre Senior maschili, che
nelle intenzioni dei dirigenti devono servire da traino per la
Società, essere un punto di riferimento per i ragazzi più piccoli,
che vedono nei giocatori adulti
dei modelli.
L’obiettivo è stato pienamente
raggiunto all’inizio di questa stagione; infatti, proprio in questi
due mesi la Società ha già tesserato quasi cento ragazzi, il che
giustamente è motivo di orgoglio
per dirigenti e allenatori. Per
saperne di più del nostro Basket
locale, ci siamo rivolti ad un
“mago” del basket siliquese,
Marco Porcu (nella foto di Sara
Montalbano) dirigente, allenatore nonché giocatore, una “colonna” della squadra senior.
Marco, la squadra Senior ormai è una realtà, con quale
spirito inizia il nuovo campionato?
«Sì, la Promozione è una realtà;
nelle partite casalinghe il pubblico (oltre 100 presenze) è davvero l’uomo in più di questa squadra. Anche arbitri e avversari si
complimentano e ci invidiano per
il calore e la correttezza dei nostri sostenitori».
Pensi che quest’anno la
squadra abbia le stesse potenzialità dello scorso anno?
«Nel precedente campionato ci
siamo classificati all’ottavo posto
con un’onorevole qualificazione
ai playoff. Da poco abbiamo iniziato questo campionato con
l’ambizione
di
fare
meglio
dell’anno precedente, con una
squadra rafforzata dagli innesti
delle guardie Luca Porcu e dell’ex
Siliqua Roberto Piseddu, oltre
all’ormai adottato “totem” quartese Marcello Serra. La novità più
importante è l’arrivo del coach
Giancarlo Pintus dalla serie C di
Uta».
Cento ragazzi frequentano la
palestra. Come mai questo
successo?
«In questo momento siamo cento
tesserati senior, microbasket,
minibasket e under. Il neonato
gruppo micro (2007-2008) rap-
presenta la nostra più grande
soddisfazione anche per i complimenti ricevuti dalla Federazione. Si tratta di un progetto di
attività motoria fortemente voluto dalla Società, che ha superato
in poche settimane ogni più rosea aspettativa grazie all’innesto
nello staff tecnico dell’insegnante
elementare Sabrina Congiu e
dell’istruttrice FIF (Fedr. Italiana
Fitness) Francesca Laconi».
Com’è organizzato il settore
giovanile?
«Oltre al gruppo dei micro abbiamo “pulcini e paperine”,
“scoiattoli” e libellule”, seguiti
da me
e Fabio Alba, poi seguono “aquilotti”, “mufloni”,
“esordienti” sotto la guida di
Stefano Frongia».
Che cosa rappresenta il settore giovanile per la Società?
«Per noi è solo un punto di
partenza, vorremmo diventare
una realtà consolidata e che la
palestra rappresentasse un
ambiente sano e costruttivo
dove trascorrere del tempo
senza però tralasciare le ambizioni puramente tecniche. Il
tempo parlerà per noi, per ora
pensiamo e continuiamo a lavorare come stiamo facendo,
avvicinando bambini e genitori
all’ambiente, instaurando collaborazioni con altre società
del territorio (Uta, Iglesias,
Elmas) e formando istruttori e
istruttrici di Siliqua, che rappresenteranno una risorsa importante negli anni a venire».
Ha ragione Marco Porcu, la
formazione di istruttori in seno
alla Società è un vero investimento per la società stessa e
per lo sport in generale. Infatti, lo stesso Marco allenerà la
seconda squadra senior di prima divisione e Stefano Frongia
allenerà la serie C femminile di
Uta. Il Giornalino ringrazia
Marco Porcu per la collaborativa disponibilità e augura ai
dirigenti e a tutti i tesserati
dell’A.DIL. BASKET Siliqua tutti
i successi desiderati GINO IANNELLO
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CALCIO, PROMOZIONE
IL SILIQUA IN CRISI DI VITTORIE: NON VINCE DA QUATTRO GARE
IL SILIQUA dopo tre successi di fila (contro
Barisardo, Quartu 2000 e Arbus) che avevano
allontanato la squadra dalla zona calda della classifica, è rimasto successivamente a secco di vittorie per tre match consecutivi (pareggio e sconfitta
in casa, rispettivamente contro Ferrini e Asseminese, e pareggio esterno contro il Sant’Elena).
Nella gara del 20 novembre ha pareggiato 1-1
contro il fanalino di coda Tortolì: una gara che si
era messa in salita, riequilibrata grazie ad un gol
di Daniele Alberti. Il 27 novembre il Siliqua giocherà nel capoluogo ogliastrino contro il Lanusei.
Ora, la squadra guidata da Titti Podda occupa
una posizione di centro classifica, senza dubbio
tranquilla, anche se in considerazione dei torti arbitrali subiti, avrebbe avuto sicuramente qualche
punto in più.
LE GARE DA DISPUTARE nel mese di dicembre sono le seguenti: Siliqua – Sant’Antioco (4 dicembre, ore 15); Cardedu – Siliqua (8 dicembre, ore
15); Siliqua – Fulgor Senorbì (11 dicembre, ore
15); l’ultima gara del 2011, il Siliqua la giocherà a
Cagliari contro La Palma Monte Urpinu (18 dicembre, ore 15). ROBERTO COLLU
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IL GIORNALINO DI SILIQUA
1 dicembre 2011
ZONA INDUSTRIALE, LA REGIONE HA APPROVATO IL PROGETTO
QUATTORDICI ETTARI sulla
nuova statale 130 (dietro la legnaia Palmas, ndr) che potranno
ospitare imprese, aziende, laboratori artigianali, negozi. L'approvazione definitiva da parte
della Regione segna la fine di un
lungo iter burocratico. «Una
svolta per il paese, Siliqua avrà
finalmente la sua vetrina», dice
il sindaco Piergiorgio Lixia. Ci
sono voluti quattro anni, tre
passaggi in Consiglio
comunale,
molteplici
pareri e autorizzazioni.
La zona industriale in
località Is Gibas - Nuraxi Oniga, alle porte di
Siliqua, sulla quattro
corsie che collega Cagliari a Iglesias (vedi
foto di A. Cucca), nasce
da una variante al Piano urbanistico comunale.
IL PROGETTO.
«Abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto sin dal primo giorno
del nostro insediamento - dice il
sindaco Lixia - in molti erano
scettici, grazie ai nostri uffici
siamo invece riusciti a superare
tutte le difficoltà burocratiche
che ci sbarravano la strada».
Come previsto dal regolamento
urbanistico, il Comune non avrebbe potuto realizzare nuove
aree D e G, destinate alla realiz-
zazione di attività produttive e
servizi. Avrebbe prima dovuto
attendere il completamento di
queste e poi, solo allora, richiedere alla Regione la possibilità di
crearne delle nuove.
L'IDEA. L'amministrazione comunale ha cercato di ovviare a que
sta situazione. Credendo fermamente nelle potenzialità strategiche di un'area industriale a ridosso della statale 130, asse priori-
tario del traffico tra il Cagliaritano e il Sulcis, ha ottenuto dall'assessorato regionale all'Urbanistica di modificare il Puc, dirottando
una parte delle aree industriali di
Santa Maria e Giba Maiore nei
terreni di Is Gibas-Nuraxi Oniga:
quattordici ettari (sette di zona G
e altrettanti di zona D) dove potranno sorgere laboratori, imprese, attività commerciali. Prima di
ottenere il via definitivo dalla
Regione, però, è stato necessario
realizzare uno studio di compatibilità idraulica e geologica
dell'area e attendere le osservazioni della Provincia. L'iter si
è ora finalmente concluso con
la pubblicazione della variante
urbanistica nel Buras.
I COMMENTI. «C'è molta soddisfazione - dichiara il sindaco
Lixia - l'area industriale sulla
statale 130 sarà fondamentale
per il futuro del nostro territorio. Una vetrina che
innescherà un circolo
virtuoso: attirerà imprese, darà conseguentemente lavoro,
combatterà lo spopolamento del paese».
Ci vorrà ovviamente
del tempo perché il
territorio possa usufruire di queste importanti ricadute economiche. «Ma l'amministrazione - dice Lixia si adopererà da subito per facilitare l'ingresso di imprese e
aziende a Siliqua. In molte,
anche di caratura nazionale, ci
hanno già manifestato il loro
interesse ad aprire nell'area. Ci
stiamo inoltre adoperando per
avviare una campagna promozionale nei principali aeroporti
regionali e nazionali».
PAOLO VALLONE
(Fonte: L’Unione Sarda)
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CASTELLO DI ACQUAFREDDA, UN SENTIERO NATURA PER IL JOGGING
AL CASTELLO di Acquafredda storia e cultura si
sposano con il fitness. Non solo gite e visite guidate
nella fortezza medievale che fu del Conte Ugolino
della Gherardesca. Il castello offre ai visitatori un
nuovo servizio: un sentiero natura ai piedi del mastio consente ai cittadini di usufruire di un nuovo
spazio all'aria aperta per corse e passeggiate. L'iniziativa è della cooperativa Antarias. Tra gli alberi di
pino, nel colle in cui sorge il castello, è stato realizzato un cammino, circa cinquecento metri, in sterra-
to. La strada è facilmente percorribile e può essere utilizzata per fare jogging o semplicemente
per passeggiare. Il percorso è a tappe: in ogni
stazione c'è un cartello illustrativo che mostra gli
esercizi fisici che è possibile compiere.
«Il sentiero natura è a disposizione di tutti», dice
il presidente della coop Antarias, Matteo Pitzalis.
PAOLO VALLONE
(Fonte: L’Unione Sarda)
ù
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1 dicembre 2011
IL GIORNALINO DI SILIQUA
5
COMUNE DI SILIQUA, ECCO IL BILANCIO DI PREVISIONE 2011 - 2013
RITENENDO di fare cosa
gradita ai cittadini di Siliqua, e
per soddisfare anche le richieste
di alcuni lettori del Giornalino, si
ritiene
opportuno
pubblicare
alcune informazioni sul bilancio
del nostro Comune. In questo
numero ci limiteremo a
presentare il quadro riassuntivo del bilancio di
previsione per l’esercizio
2011 e il bilancio pluriennale 2011-2013, approvato dal Consiglio comunale nell’adunanza del 22
marzo 2011. Il documento contabile prevede per
il 2011 un totale di spesa di €
7.321.469,03. I quattro capitoli
di spesa prevedono: spese correnti (€ 5.059.364,87), spese in
conto capitale (€ 825.686,99),
spese per il rimborso di prestiti
(€ 735.546,57), spese per servizi
per conto terzi (€ 700.870,60).
NATURALMENTE,
il totale delle
entrate previste pareggia il totale
delle spese. I sei capitoli di en
trata prevedono: entrate tributarie (€ 483.828,23),
entrate deri
vanti
da contributi dello
Stato, della Regione
e altri enti pubblici
(€
4.305.477,57),
entrate extra tributari (€ 521.230,68),
entrate derivanti da
trasferimenti di capitale e da riscossioni crediti (€
378.916,57), entrate da servizi
per conto terzi (€ 700.870,60),
avanzo di amministrazione (€
20.000,00). Nella stessa seduta il
Consiglio ha approvato la rela-
zione Previsionale e programmatica illustrata dall’Assessore
al bilancio Alessandra Porcu,
(nel riquadro) corredo del bilancio
di
previsione
per
l’esercizio
finanziario 2011,
strumento avente quale obiettivo quello di chiarire quali siano
gli
interventi
che
l’Amministrazione intende attuare nel 2011, per quanto
attiene il bilancio annuale e,
negli anni 2011-2013, per
quanto concerne il bilancio di
previsione pluriennale. Il bilancio ha ricevuto il parere favorevole del revisore, ai sensi
dell’arti 239, 1° comma, lett. b
del D.Lgs 267/2000.
GINO IANNELLO
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Associazione musicale “G. Verdi” Siliqua
“SULLE NOTE DELLA MEMORIA”, BANDE MUSICALI IN CONCERTO
BRILLANTE esibizione della
Banda Musicale “Giuseppe Verdi”
alla manifestazione “Sulle note
della memoria”, a Cagliari il 30
ottobre
scorso,
presso
l’auditorium del conservatorio,
per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. La
manifestazione è stata organizzata dal Comune di Cagliari,
dalla Soprintendenza Archivistica
per la Sardegna e dalla Federazione delle Bande
Musicali della Sardegna. La banda “G.
Verdi” di Siliqua (nella foto storica, la
banda musicale siliquese nel 1903) è tra
le
fondatrici
della
Federazione,
tanto
che la sede legale è a
Siliqua e il primo
presidente è stato
uno dei dirigenti della
nostra Associazione.
Altro motivo di orgoglio per la nostra
Banda è il successo che ha riscosso la maestra Maria Bonaria Todde, che ha avuto
l’oneroso incarico di curare
l’organizzazione e l’aspetto artistico della manifestazione; incarico che Maria Bonaria ha assolto
in modo impeccabile. La maestra
Todde è anche la presidente
della commissione artistica della
Federazione
Sardegna.
delle
Bande
della
LA MANIFESTAZIONE si è aperta
con i saluti dell’assessore alla
cultura del comune di Cagliari,
Enrica Puggioni, della Soprintendente Archivistica per la Sardegna, Anna Pia Bidolli e della
presidente della Federazione delle Bande, Maria Concetta Vac
ca. La prima banda ad esibirsi è
stata la banda giovanile rappre-
sentativa della Federazione, della
quale fanno parte otto giovani
musicisti della nostra Banda:
Gaia Mancosu, Margherita Murtas, Rinaldo Mancosu, Fabio Pisanu, Giulia Bachis, Francesco
Pitzalis, Simona Pitzalis, Federico
Mancosu. Si sono esibite poi le
bande Giuseppe Verdi di Siliqua,
Città di Carloforte, Monastir, Cit-
tà di San Gavino e Guspini,
Giuseppe Verdi di Sestu, Santa
Cecilia di Villacidro, Città di
Quartu S.Elena. L’esecuzione
della nostra Banda, diretta dai
maestri Marco Caboni e Maria
Bonaria Todde, è stata molto
apprezzata dal numerosissimo
pubblico.
PER IL CENTOCINQUANTESIMO
anniversario dell’Unità d’Italia,
inoltre, la Soprintendenza archivistica
della
Sardegna
ha
pubblicato
un
opuscolo illustrativo
intitolato
“Sulle note della
memoria”, primo
risultato di un
lavoro di schedatura degli archivi
di dieci bande
musicali sarde.
La
copertina
dell’opuscolo
riporta lo spartito dell’Inno di
Mameli,
manoscritto redatto da un vecchio
direttore della Banda di Siliqua
e conservato nel suo archivio.
La manifestazione è stata molto apprezzata, tanto che gli
organizzatori pensano di farne
un appuntamento annuale.
GINO IANNELLO
[email protected]
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IL GIORNALINO DI SILIQUA
1 dicembre 2011
Seconda opera dello scrittore siliquese
CLAUDIO BACHIS, PRESENTA IL LIBRO “DIARI DI CURVA”
L A U D I O BACHIS,
siliquese, 53 enne; Agente della Digos della
questura
di
Cagliari,
rientrato nell’Isola dopo una
lunga e positiva esperienza professionale nella Milano degli”
anni di piombo”, aveva raccontato la sua vicenda umana e
professionale attraverso la sua
prima opera autobiografica dal
titolo “Vita da sbirro”: testimonianza civile e strumento di
crescita interiore, che ricevette
attestati di stima dal ministero
dell’interno nel maggio 2007.
Ora, propone la sua nuova
opera “Diari di Curva”, un
libro di 160 pagine (illustrate)
edito da Alfa Editrice, che si
trova anche nel le due edicole
di Siliqua al prezzo di 14 €.
Riportiamo di seguito la descrizione dell’opera di Claudio Bachis, tratta dal sistema SBS
(Servizi Bibliografici Sardegna): un servizio per chi cerca
un libro pubblicato in Sardegna
da un editore locale (sito web
www.editoriasarda.it)
«L'OPERA nasce dalla passione
per il calcio vissuta tra i campi
improvvisati di una piccola periferia dell´entroterra sardo, la
voglia di libertà racchiusa in un
pallone, un sogno adolescente
che diventa realtà. Il riscatto di
una vita, di un’intera Isola. Diari
di Curva è il taccuino di
un’epoca che ha segnato la storia
del calcio e del tifo cagliaritano.
Un calcio di ricordi: dal Cagliari
dello scudetto ai mondiali di Ita-
lia ´90, dall’eroiche gesta di Gigi
Riva alle gloriose giocate di
Gianfranco Zola. C´è tutto
l´entusiasmo di un popolo legato
al pallone, ma anche le pagine
più nere della tifoseria rossoblù.
Il libro costruisce pezzo per pezzo il percorso autobiografico della
vita di un ispettore della Digos,
Giovanni Moro, che attraverso il
suo mestiere ci racconta alcuni
momenti intensi e difficili della
storia sociale della Sardegna
degli ultimi quarant´anni.
RIAFFIORA così un sentiero di
memoria personale, un viaggio
di ricordi, tra le passioni e i
sogni di un uomo, i giorni
più duri degli ultras cagliaritani, il loro linguaggio, la
loro anima. Un resoconto
vissuto, che scorre senza
mai cedere in pericolosi giudizi, o fragili sentenze di
parte. Il tifo diventa quindi
un´occasione per provare a
vedere il mondo da un´altra
prospettiva. Con gli occhi di
un poliziotto anomalo, che
osserva e cerca di capire il
perché di ogni partita, le
ragioni che portano i tifosi
alla violenza, a calpestare il
prossimo e la sua cultura.
Un diario di curva che custodisce dentro di sé la trama di una vita, lo sguardo di
un uomo, ma soprattutto, un
coraggioso insegnamento civile: a valere non deve essere
solo il rispetto delle regole, ma
anche il rispetto per chi le regole le viola».
ROBERTO COLLU
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ABBANOA: «L’ACQUA DEL RUBINETTO E’ POTABILE E CONTROLLATA»
IN RIFERIMENTO alle richieste espresse da alcuni nostri
lettori che si chiedevano se
l’acqua dei nostri rubinetti fosse
potabile o meno, abbiamo cercato di approfondire l’argomento,
in modo da togliere ogni loro
dubbio. Su un documento concernente la campagna di sensibilizzazione per l’utilizzo dell’acqua
della rete idrica, promossa da
Abbanoa (gestore unico del servizio
idrico),
dall’Autorità
d’ambito della Sardegna e dalla
Regione Sardegna, si legge:
«Tutta l’acqua, distribuita da
Abbanoa, che arriva nei rubinetti
è potabile, buona e controllata».
Dall’ufficio tecnico del Distretto 3
di Sanluri (di cui Siliqua fa parte) ci è stato successivamente
confermato che «la qualità
dell’acqua distribuita da Abba-
noa nella rete idrica è garantita
dai sofisticati controlli
dei parametri previsti
dalla legge, che vengono eseguiti, a campione, ogni settimana dagli
enti di controllo (Asl e
Arpas) e, ogni giorno,
dai nostri laboratori.
L’ACQUA che arriva nei
rubinetti di Siliqua proviene dall’impianto di
potabilizzazione
della
diga Rio Leni di Villacidro».
Dal
sito
web
www.abbanoa.it abbiamo inoltre estrapolato le analisi chimiche e chimicofisiche, dell’acqua che arriva nella nostra rete idrica. Ecco i parametri e i relativi valori medi:
pH 7,31, Torbidità NTU 0,5,
Colore mg Pt/Co
1,
Conducibilita
μS/cm 234, Salinità mg/l 164, Cloruri mg/l 60, Solfati mg/l 17, Nitrati mg/l 1, Bicarbonato
mg/l
23, Calcio mg/l 8,
Magnesio mg/l 6,
Sodio mg/l 29,
Potassio mg/l 1,
Ferro mg/l 0,062,
Alluminio
mg/l
0,076, Manganese
mg/l 0,006, Piombo mg/l 0,001,
Cadmio mg/l nra,
Nichel mg/l 0,001.
ROBERTO COLLU
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1 dicembre 2011
IL GIORNALINO DI SILIQUA
7
Saranno famose, aspiranti fotomodelle sarde
ELISA LOI, GIOVANE FOTOMODELLA DI DOMUSNOVAS
O N T I N U A la rassegna
sulle
giovani
modelle sarde. In questo numero abbiamo il
piacere di presentare ai
lettori, Elisa Loi (nelle foto),
studentessa (frequenta la quinta
superiore al liceo delle Scienze
Sociali), nata a Iglesias il 20
settembre 1992, residente a
Domusnovas. E’ alta 170 cm e
pesa 50 kg.
Parlaci di questa tua esperienza di fotomodella?
«La mia avventura da modella è
iniziata quando avevo sedici
anni, così per gioco mi sono iscritta a un’agenzia di moda a
Cagliari, dopo un paio di giorni
sono stata richiamata per poter
fare un colloquio. Ed è da quel
momento che ho
cominciato a partecipare a vari concorsi di bellezza.
Alcune
persone
avendomi
notato
hanno fatto si che
potessi partecipare
a shooting di varie
pubblicità per bibite
e locali».
«No, non ho mai fatto nessun
provino per il cinema e per lo
spettacolo, perché purtroppo non
ne ho mai avuta occasione! Se
mi capiterà l'occasione, la sfrutterò».
Ti piacerebbe un giorno essere un’attrice?
«Sì, mi piacerebbe fare l'attrice:
m’ispiro a Margherita Buy. Una
donna meravigliosa una delle
attrici italiane più affermate negli
ultimi tempi, il suo film che più
mi ha colpito è stato "Il più bel
giorno della mia vita"».
Hai mai fatto un calendario
con foto artistiche?
«No mai fatto, però mi piacerebbe farlo, io penso che i calendari
non siano fatti solo per far vede-
Sei soddisfatta di
questa esperienza?
«Sì, sono molto
contenta
perché
penso che questa
sia una bellissima
esperienza da poter
sfruttare al meglio
se si hanno le giuste qualità».
Eventualmente, quali sono
stati i tuoi primi impegni come modella?
«I miei primi impegni da modella
sono stati a Iglesias, per l'apertura di un nuovo locale, mi hanno chiamato dopo avermi vista
ad un concorso di bellezza, mi
hanno chiesto se volevo posare
per questo bellissimo locale e la
mia risposta è stata subito affermativa. Ho posato per un
centro benessere aperto a Iglesias poco tempo fa e per un negozio di abbigliamento».
Hai mai fatto qualche provino
per il cinema o lo spettacolo?
re pose nude, ma anche per trasmettere
qualcosa,
dolcezza,
passione, sensualità! Che molte
ragazze oggi non conoscono
neppure il significato».
Oltre alla moda hai altri interessi?
«Ho l'interesse dello studio, mi
piacerebbe diventare una psicologa, mi piace ascoltare la gente
e poterle aiutare. Pratico sport da
tanti anni, ho iniziato con la pallavolo, poi ho fatto nuoto e danza! Ora vado in palestra per stare
in forma! Mi piace andare al cinema con gli amici e divertirmi.
Infine, passo il mio tempo libero
ad ascoltare musica. Mi piacciono tutti i generi, dalla musica rock a quella classica. Diciamo che mi baso tanto sul
mio stato d'animo e in base ad
esso decido cosa ascoltare. Il
mio gruppo preferito è sicuramente "Acdc". Comunque, anche Vasco Rossi mi ha regalato
tante emozioni con le sue canzoni».
Qual è il tuo stilista preferito?
«Prediligo senza ombra di dubbio Giorgio Armani».
Che genere di abbigliamento preferisci?
«Il mio stile di abbigliamento è
molto casual, comodo però allo
stesso tempo “particolare”. Mi
piacciono
gli
abiti eleganti,
e non perdo
occasione,
specie il sabato, di indossarli».
Parlaci
dei
tuoi progetti
per il futuro...
«Sono
tanti.
Prima di tutto
Laurearmi,
diventare
un
giorno psicologa.
Poi,
se
avrò l'opportunità, di lavorare come fotomodella. Questa oltretutto è
stata da sempre la mia passione. Infine,
vorrei sposarmi e avere due
bimbi: mi piacciono da morire!!
So già che sarò una bravissima
moglie e mamma!
Manda ora un saluto alle
persone a te care..
«Saluto mamma, papà e mio
fratello che in questi ultimi anni
mi hanno sempre sostenuto in
ogni mia scelta».
ROBERTO COLLU
[email protected]
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IL GIORNALINO DI SILIQUA
1 dicembre 2011
Speciale Siliquesi nel mondo
ROSSANA URRU, UNA SILIQUESE TRAPIANTATA A PISA
UESTO MESE
abbiamo intervistato
due nostre compaesane emigrate: Michela Deidda (nella
pagina accanto, intervistata da
Sara Mameli) e Rossana Urru (nella foto accanto), una
ragazza solare ed estroversa,
nata a Cagliari il 18 novembre
1975, che ci ha gentilmente
dedicato un po’ del suo tempo
per parlarci della sua vita fuori
dalla Sardegna.
Rossana, in quale anno eri
andata via da Siliqua e perchè?
«Dal 2004. Avevo lasciato Siliqua per andare a Londra: feci
questa scelta principalmente
per motivi di studio e per
migliorare la lingua inglese,
poiché sapevo che sarebbe
stata una cosa importante
per quel che avrei fatto in
futuro, nel campo del turismo».
Cos’hai fatto dopo aver
lasciato il paese?
«All’inizio stavo solo studiando, infatti, oltre al diploma di
maturità scientifica, ne ho
conseguito un altro come
tecnico dei servizi turistici.
Poi iniziai a lavorare a Londra
nel campo della ristorazione,
per mantenermi con gli studi
e viver nel capoluogo inglese,
in modo da non gravare totalmente sulla mia famiglia.
Per trovare lavoro era stato
fondamentale l’appoggio di
mio zio (Nandino Secci, ndr)
che lavora in quel settore».
E ora dove ti trovi?
«Mi trovo a Pisa. E’ una bella
cittadina di oltre 80.000 abitanti,
abbastanza
tranquilla,
molto
caratteristica e con bei posti da
visitare».
Che attività lavorativa svolgi
attualmente?
«Lavoro come assistente di
volo alla Ryanair da circa 4
anni. Pisa è la mia base aeroportuale».
Parlaci un po’ di questo tuo
interessante lavoro…
«Intanto devo dire che l’hostess
è sempre stato uno dei miei sogni nel cassetto. Leggevo sempre riviste con offerte di lavoro.
Un giorno vidi che Ryanair cercava nuovo personale. Il primo
passo fu di mandare immediatamente il mio curriculum vitae,
una volta verificato i requisiti per
potermi presentare alla selezione. Di fatto andai a Roma e superai la selezione, dopodiché
partì per il corso in Irlanda, vicino a Dublino. Fui assunta ad aprile del 2008, e come base mi
assegnarono Pisa. Ovviamente
fui soddisfatta per aver realizzato
uno dei miei sogni».
Come hai vissuto questi anni
la lontananza dalla tua terra?
«Il mio primo istinto fu di tornare
a casa una volta a Londra, perché all'inizio ero spaesata in una
grande città in cui non conoscevo
nessuno e ciò mi spaventava.
Questo disagio è durato solo due
settimane, infatti, appena iniziai
a studiare conobbi tante persone
e ben presto non mi sentì più
spaesata e intimorita dalla situazione di vivere in un Paese straniero. Ho amato tantissimo Londra e davvero non sarei mai voluta andar via. Ho conosciuto
persone di tutte le parti del mondo, ne ho ammirato cultura, stile
di vita e amato la diversità».
Cosa ti manca invece della
Sardegna?
«Mi manca il mare, i posti che ho
sempre frequentato, il clima, i
miei parenti, le amicizie, i tempi
della gioventù. Insomma, devo
ammettere che un po’ di nostalgia c’è sempre. Per questo,
appena ho la possibilità, ci faccio un salto».
Che cosa fai nel tuo tempo
libero?
«Diciamo che tempo libero ne
ho davvero poco, poiché in
genere lavoro una settimana di
mattina e una di sera, inoltre
faccio anche la reperibilità.
Tuttavia, appena ho la possibilità, esco con gli amici e colleghi, d’estate vado al mare, e a
volte al cinema. Poi, mi piace
tanto viaggiare».
Trovi che Siliqua sia molto
cambiata nel tempo?
«Anzitutto essendo Siliqua un
piccolo centro, c’è ancora una
mentalità paesana peculiare: un paese prevalentemente “spento”, vuoto,
deserto. Poi, ritengo che
la tecnologia moderna
(computer, internet, Facebook, cellulari, etc.)
abbia contribuito a tenere
ancor più la gente in casa. Mancano gli svaghi e
rispetto a qualche tempo
fa, ci sono meno spettacoli e riti civili. Mi riferisco
al cinema all’aperto e alle
feste di San Giuseppe e
Santa Margherita che da
qualche anno non ci son
più. Infine la mancanza
del lavoro ha incrementato l’emigrazione, soprattutto dei giovani».
Un breve tuo commento sul Giornalino di
Siliqua ..
«L’ho conosciuto circa due anni
fa, tramite internet. Ritengo sia
un’iniziativa lodevole perché
riesce a creare un legame tra
me e il mio paese. E’ bello,
quando si è lontani dalla propria terra, essere informati di
quel che accade. Fra le altre
cose mi piace vedere le foto del
passato. Sono una mia passione. Infine, mi congratulo con
tutti voi per quello che state
facendo e per avermi dato questa opportunità».
ROBERTO COLLU
[email protected]
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1 dicembre 2011
IL GIORNALINO DI SILIQUA
9
Speciale Siliquesi nel mondo
MICHELA DEIDDA, SEI ANNI FA CAMBIO’ SILIQUA PER PARIGI
N Q U E S T O numero
le notizie per la nostra
rubrica, arrivano dalla
vicina Francia grazie alla
disponibilità di un'altra giovane
siliquese, Michela Deidda, (nella
foto), nata il 1 novembre del
1981 e che si trova a Parigi da
quasi sei anni.
Michela, vivi in Francia da
quando avevi 24 anni, come
hai vissuto il cambio?
«I primi due anni sono stati semplici. Parigi è una città stupenda,
viva, accogliente e multiculturale,
dove nessuno ti guarda dall'alto
in basso. Puoi vestirti come ti
pare senza che i passanti ti guardino di traverso, puoi vivere la
tua vita sociale e professionale
con disinvoltura, puoi continuare
ad essere te stesso o esprimere
quella personalità che prima non
potevi.
Dal terzo in poi è stato sempre
più difficile vivere lontano dalla
mia famiglia, dagli amici, dalla
mia terra, dalla mia cultura...
L'adolescenza finisce, ti ritrovi
adulto, sperduto, in una cultura
nella quale, sai già, non potrai
mai identificarti. Quasi intrappolato tra le mura di questa città e
di questa grande nazione, che ti
ha dato tanto a cui devi tanto».
Ricordi ancora le sensazioni
vissute il giorno della tua partenza?
«Non potrò mai dimenticare il
giorno della partenza, e soprattutto il triste sostegno della mia
famiglia. Un mix di eccitazione e
paura, adrenalina e nostalgia».
Perché hai deciso di emigrare? Potendo tornare indietro,
faresti la stessa scelta?
«In realtà non ho mai deciso di
emigrare. Inizialmente sono partita solo per la stagione estiva.
Poi Parigi mi ha "stregata". E sì,
non mi sono pentita di aver fatto
questa scelta, la rifarei. L'Italia
non avrebbe mai potuto darmi
quello che ho conquistato qui in
cinque anni. E lo dico a malincuore».
Secondo te è più facile raggiungere i propri obiettivi fuori
dall'Italia?
«Non ho mai lavorato fuori dalla
Sardegna. Non posso estendere la
mia risposta all'Italia.
L'unica cosa che posso dire con
certezza è che ho ottenuto ciò che
volevo: un lavoro sicuro e piacevole che mi permette di guardare
al futuro. In Sardegna sicuramente non ci sarei riuscita».
Di cosa ti occupi?
«Lavoro
come
aiuto-contabile
presso la filiale francese di una
grande società agro-alimentare
italiana. E' una bella azienda e
sono molto felice di farne parte».
Come sei riuscita a trovare
lavoro? E' stato facile? Hai
sempre lavorato per la
stessa ditta?
«Lavoro per questa ditta da
due anni. Il mio primo lavoro
è stato presso una taverna
bretone: offrivano vitto, alloggio e un buono stipendio.
Sono partita dall'Italia con il
contratto in mano. Se penso
a quante ore avevo speso
davanti al computer mandando curriculum e cercando
"qualunque tipo di lavoro" in
Sardegna … sì, è stato facile.
Dopo questi due mesi di esperienza mi sono trasferita a
Parigi. Dopo tre giorni ho trovato un lavoro part-time in un
ristorante spagnolo, che ho
integrato poi con qualche ora
di baby-sitting. Dopo un anno
ho deciso che dovevo provare
a cambiare mestiere. Ho lavorato per sei mesi in un call
center, servizio clienti di una
marca di lusso, poi due anni
come segretaria per un noto
produttore di scale».
A Parigi, frequenti altri
sardi o persone che ti
hanno in un certo senso
fatto respirare aria di Sardegna?
«Sì, ho conosciuto molti sardi
da quando sono qui. Sono
stata anche in qualche ristorante sardo. Ma il modo migliore per respirare aria di
Sardegna, è sempre il volo
"low cost"!».
Trovi che Siliqua sia molto
cambiata nel tempo?
«Decisamente sì. Niente a
che vedere con le "schitarrate" al parco della mia epoca!!
Ancora qualcuno "resiste", ma
per quanto tempo ancora? E
a che prezzo?».
SARA MAMELI
[email protected]
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ECCO I LETTORI CHE HANNO CONTRIBUITO ALLE SPESE DI QUESTO NUMERO
RINGRAZIAMO i lettori che hanno contribuito,
spontaneamente, alle spese di gestione del Giornalino. Come al solito, pubblichiamo i nomi di chi ha
contribuito per questo numero (offerte elargite dal
1° al 25 novembre 2011): Cristina Bachis e
clienti, clienti tabaccherie Devino e Ghiani,
clienti Bar Greca Orrù, clienti Cartolibreria
Frongia, clienti Cartolibreria Orrù, clienti
market Raffaella Talana, Enoteca Fabrizio Pi-
tzianti e clienti, Efisio Alba, Pinuccio Esu, Pasticceria Bachis/Serra, Vincenza Tola, Oreficeria Mancosu/Ledda, Michele Corrias, Piero
Carta, Parruccheria Tania Dessì, Tessuti e
Scampoli di Anna Musiu, Macelleria Pintus
Giovanna, IT di Gianfranco Ghiani, Maria Melis, Alessandra Aiana, Stefanina Maccioni,
Maria Fonnesu, Antonia Diana, Maria Marconi,
Sandro Pirisi, Angelo Marcialis.
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IL GIORNALINO DI SILIQUA
1 dicembre 2011
INTERVISTA ALL’EX COMANDANTE DELLA BRIGATA SASSARI
GENERALE CARTA: «NEL ‘96 FECI MUSICARE DIMONIOS»
IL
GENERALE
di
Corpo
d’Armata Giangabriele Carta,
ha preso parte alla Manifestazione "150 Anni, un percorso di
unità
e
pace",
organizzata
dall’Associazione Coro polifonico
“Cantu e Sentimentu”, che si
è svolta a Siliqua lo scorso mese
di Ottobre. Ha partecipato alla
commemorazione dei nostri Caduti, che si è svolta in piazza
Martiri, dove la Banda musicale
della “Brigata Sassari”, diretta
dal Maresciallo Capo Andrea
Atzeni, ha scandito, con le sue
musiche i passi più significativi
della cerimonia. In seguito, il
Generale, è stato ospite nei locali dell’ex Montegranatico,
alla conferenza dal tema:
“150
anni
dell’unità
d’Italia; nella memoria del
passato le basi per costruire il presente e il futuro”
presentata dal Luogotenente
Antonio
Pinna,
direttore del museo della
Brigata Sassari, e appassionato e competente storico.
Giangabriele Carta, Generale di Corpo d’Armata è
laureato in Scienze Strategiche. E’ nato a Domusnovas nel 1944, ed è il nipote
del
nostro
concittadino
Attilio Pirinu. E’ padre di
due figli, uno dei quali
(Ruggero), è Capitano nel
Reggimento “Lancieri di
Montebello” di Roma, ora
in servizio in Afganistan.
Generale Carta, ci parli delle
principali tappe e degli incarichi ricoperti nella sua lunga
e brillante carriera militare..
«Mi arruolo giovanissimo e nel
1959 entro nella Scuola militare
“Nunziatella” di Napoli; dopo la
maturità
scientifica
entro
nell’Accademia militare di Modena. Nominato Tenente vengo
assegnato al Reggimento “Genova
Cavalleria”a
Palmanova
(UD); Capitano del “Nizza Cavalleria” a Pinerolo; nel 1979 fui
ammesso alla Scuola di Guerra di
Civitavecchia e poi frequentatore
della Scuola di Guerra del Pakistan (1° Italiano). Nel 1985 vice
Addetto militare in India e dal
1993 al 1996 Addetto militare in
Israele. Poi, sono stato Comandante dei “Lancieri” di Montebello, Comandante del Reggimento
“Nizza Cavalleria”, Comandante
della “Brigata Sassari” (19961998) e del Comando Militare
della
Sardegna
(1999-2004).
Durante la mia carriera militare
ho rappresentato le forze armate
italiane in numerosi gruppi di
lavoro internazionali ed ho visitato gli eserciti di diversi continenti».
Era stato lei a far musicare
l’inno della Brigata Sassari. Ci
dice in quale circostanza e
com’è nato “Dimonios”?
«Nell’ottobre del 1996, mi capita
la cosa più bella che possa capi-
tare a un Ufficiale sardo; infatti
al rientro da tre anni trascorsi
a Tel Aviv, vengo nominato
Comandante della Brigata Sassari”. Prendendo possesso del
mio ufficio, trovo nell’ultimo
cassetto della scrivania un
foglio
plastificato
con
l’intestazione
“Dimonios”.
M‘informo con il mio segretario
di cosa si tratta e ricevo questa risposta: “Generale, è un
inno scritto dal Capitano Sechi,
in servizio a Macomer, in onore
della nostra Brigata, ma il suo
predecessore, napoletano, non
ha voluto adottarlo perché non
ne capiva le parole”. Poco dopo, è la festa della Brigata
Sassari, arriva in città la banda
musicale e chiedo al maresciallo Atzeni di farla suonare. La
banda la studia tutta la notte
ed il giorno dopo, la suona
nello stadio dell’atletica di Sassari. Da subito è piaciuta a
tutti ed ho imposto ai soldati di
impararla perché si doveva
cantare nei momenti più significativi della vita della Brigata.
Adesso ho la soddisfazione di
sentirla non solo in Sardegna,
ma in tante occasioni in cui si
parla della nostra Isola e, per
noi sardi, è diventato una sorta
di inno nazionale».
Quali sono le sue principali
passioni e attività nel suo
tempo libero?
«Sono un appassionato sportivo, ho partecipato a centinaia
di concorsi ippici ed ho corso
con cavalli purosangue nei
principali ippodromi italiani.
Attualmente
mi
dedico
all’allevamento dei cavalli e
gestisco un’azienda agricola a
Pula».
ROBERTO COLLU
[email protected]
1 dicembre 2011
IL GIORNALINO DI SILIQUA
11
4 NOVEMBRE 2011, OMAGGIO AI CADUTI DI TUTTE LE GUERRE
ANCHE QUEST’ANNO l’Amministrazione Comu-
nale ha celebrato, nella mattinata di venerdì 4
Novembre, la cerimonia ufficiale della commemorazione dei Caduti in
guerra. Il corteo delle
Autorità civili e delle Associazioni è partito alle
ore 10,30 dalla Sede
Comunale per raggiungere la Chiesa di San Sebastiano, dove il parroco
Don Giuseppe Orrù ha
celebrato una solenne
funzione religiosa, accompagnata dai canti del
Coro parrocchiale. La
Chiesa era completamente gremita di cittadini e
di alcune classi della
Scuola Media, accompagnati dagli insegnanti e
dal dirigente scolastico,
prof.ssa Filomena Santeufemia. Al termine
della messa è stata deposta una corona al vicino monumento ai Caduti al
suono del Silenzio, eseguito dal trombettista Roberto Pittau, componente della Banda Musicale
“Giuseppe Verdi”. Il sindaco, Piergiorgio Lixia,
ha concluso la cerimonia con un breve discorso
per sottolineare l’importanza della breve ma significativa cerimonia odierna, con la quale tutta la
cittadinanza ha voluto rendere omaggio ai Caduti
di tutte le guerre.
IL SINDACO, inoltre, si è
scusato del perché la cerimonia non si è conclusa
con l’abituale rinfresco. In
tempo di crisi - ha aggiunto il primo cittadino - un
po’ di austerità non guasta,
anzi, l’Amministrazione ha
preferito dirottare la spesa
verso altre necessità, come
l’acquisto di due nuove
scale per il cimitero.
Qualcuno ha sottolineato
l’assenza della locale Banda Musicale alla cerimonia
odierna. L’assenza della
Banda è ampiamente giustificata dal fatto che il 4
novembre è giornata lavorativa, e, poiché la Banda è
formata
soprattutto
da
lavoratori e studenti, i dirigenti non hanno ritenuto
opportuno distrarre i bandisti dal loro primo dovere
di studenti e di lavoratori. In ogni caso, la sobrietà
della cerimonia non ha sminuito l’importanza e la
solennità della ricorrenza.
GINO IANNELLO
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SILIQUA, COME ERAVAMO ..
NELLA FOTO, scattata il 9 novembre del 1958 nei pressi dell’attuale Municipio di Siliqua di via Mannu,
gli sposi Francesco Melis (nato a Gavoi il 20 aprile 1934) e Anna Uccheddu (nata a Pula il 22 luglio 1936).
Lo scorso mese i due coniugi siliquesi hanno festeggiato 53 anni di matrimonio.
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12
IL GIORNALINO DI SILIQUA
1 dicembre 2011
Libri & Autori di Sardegna
“DOPPIO CIELO” DI GIULIO ANGIONI
N A
S T O R I A
semplice e preziosa
quella che Giulio Angioni ci ha regalato in “Doppio
cielo”, romanzo pubblicato poco
più di un anno fa dalla casa editrice nuorese Il Maestrale.
L’autore, tra i più apprezzati
dell’odierna stagione letteraria,
ci conduce con la maestria del
grande narratore nel profondo
delle
viscere
della
terra,
all’interno di un mondo buio e
pieno d’insidie, dove guadagnarsi il pane significa rischiare
la vita ogni giorno. È, infatti,
una storia di ambientazione mineraria quella che inizia a scorrere mentre si segue il giovane
protagonista, Luisu Melas, le
cui vicende finiscono per
perdersi inevitabilmente
in quelle tumultuose della
Storia con la esse maiuscola.
Era il tempo del “Taci, il
nemico ti ascolta” e del
carbone autarchico del
Sulcis. La grande miniera
di Serbariu raccoglieva
braccia da ogni parte
d’Italia sullo sfondo di
Carbonia, città nuova e
moderna che il regime
fascista aveva fatto sorgere dal nulla solo pochi
anni prima.
Luisu, vent’anni scanditi
unicamente dai ritmi della vita contadina del paese immaginario di Fraus,
vi giunge in groppa al
puledro Baieddu quasi al termine del 1942, in pieno conflitto
mondiale; per conto del padrone
deve consegnare il cavallo, destinato a diventare bestia da
traino nelle gallerie sotterranee,
ma anche lui, trattenuto laggiù
in qualità di “abile arruolato
minatore” per assolvere il dovere della leva militare, è costretto
a conoscere la traumatica discesa nel Pozzo Uno, tutto un altro
mondo a ben centosettantasei
metri sottoterra.
Luisu non ci metterà molto a
vedere con i suoi occhi campagnoli la miniera come un campo
di battaglia, con tanto di morti e
feriti da essere non meno pericolosa della guerra stessa.
ANCHE QUEL MONDO ha il suo
cielo, anzi due: cielo doppio che
alterna i suoi volti di buio e luce
nell’eterno scendere e risalire dal
pozzo; quello infido è il “cielo di
sotto nero e basso, […] cielo che
può cadere”, spazio angusto per
corpo e mente dove il grisù, ancor più traditore, tende i suoi
agguati di fuoco.
Intorno a Luisu, che di sopra e di
sotto percorre il suo personale
percorso di formazione, si muo-
vono altri personaggi, tra i quali
il toscano anarchico, nonché
confinato politico, Ferriero Dondi,
il minatore-penitente tziu Macis
e la figlia di quest’ultimo, Marialuisa, ragazza decisa dal bel nome d’erba.
Caratterizzato da una realistica
documentazione dell’esperienza
della vita in miniera e da una
lirica semplicità di linguaggio, il
libro di Angioni sa tenere viva
l’attenzione del lettore dalle prime alle ultime pagine e solo allo-
ra, alle concitate battute conclusive, si comprenderà con
amarezza che la fine del romanzo era già racchiusa nel
suo inizio.
Una lettura che ha il merito di
farci voltare indietro ancora
una volta per riscoprire, grazie
all’intreccio inscindibile e ben
dosato di finzione e realtà, un
passato che ci appartiene e
neppure tanto lontano.
NATO A GUASILA (CA) nel
1939, Giulio Angioni affianca
l’attività di scrittore a quella di
antropologo.
Docente di antropologia culturale all’Università degli Studi di
Cagliari dall’inizio degli anni
Ottanta, ha insegnato
anche
in
Germania,
Francia e Gran Bretagna.
Ricca e interessante la
sua produzione narrativa: tra i suoi titoli, solo
per
citarne
alcuni,
“L’oro di Fraus” (1988),
“Una ignota compagnia”
(1992),
“Millant’anni”
(2002),
“Assandira”
(2004), “Alba dei giorni
bui” (2005) e “La pelle
intera” (2007).
Vincitore di importanti
premi letterari, Angioni
ha pubblicato i suoi
romanzi con varie e
prestigiose case editrici,
tra cui Sellerio, Feltrinelli, Marsilio e, in particolare, Il Maestrale di Nuoro.
Scheda del libro:
Titolo: “Doppio cielo”
Autore: Giulio Angioni
Anno di pubblicazione: 2010
Editore: Il Maestrale
Pagine: 176
Prezzo: 16,00 €
LAURA VARGIU
[email protected]
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. CIMITERO DI SILIQUA, ORARIO (INVERNALE) DI APERTURA AL PUBBLICO
LUNEDI: Chiuso - MARTEDI: dalle 8,00 alle 12,00 e dalle 15,00 alle 17,00 - MERCOLEDI: dalle
8,00 alle 12,00 - GIOVEDI: dalle 8,00 alle 12,00 e dalle 15,00 alle 17,00 - VENERDI: dalle 8,00
alle 12,00 - SABATO: Chiuso - DOMENICA: dalle 8,00 alle 12,00.
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1 dicembre 2011
IL GIORNALINO DI SILIQUA
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Sa coxina sarda de Marco Piras
Minestu de sìmbula (lepudrida) cun lardu
COMENTI a d-onnia mesi su coxineri Marco Piras si fai connosci
una arratzeta de su connotu sardu:
minestu de sìmbula cun lardu.
Su chi serbit po 4 personas
300 gr. de sìmbula grussa; 150 gr.
de lardu de procu aresti; 1 cibudda;
perdusèmini; Sali su chi ddi dexit.
Aparìcius:
Segai a fini a fini su lardu e poneinci-eddu a arrubiai in sa pingiada impari cun sa
cibudda segada a pispisalla e lassai coi amesturendi-ddu abellu-abellu, iat a essi mellus cun duna turra de linna. Candu su concivimentu est fatu
aciungei àcua, Sali, fadei buddiri s’àcua
e ponei-nci sa sìmbula. Tastai de Sali e
lassai coi po una mes’oredda sempri
amesturendi – dda cun sa turra de linna. Cun d-una folla de perdusèmini friscu cundei custu mandiari antigu de su
connotu sardu e serbei-ddu.
Su de bufai: Vermentinu de Gaddura
buffau friscu.
(Tratta dal Giornalino di Siliqua del 25-10-2008)
Furriada in sardu de MARCELLA COLLU
ASSOCIAZIONE SA BERTULA ANTIGA
[email protected]
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IL BARATTO DI SILIQUA
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verniciatura, guaina catramata. Info. 346 6072450
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IL GIORNALINO DI SILIQUA
1 dicembre 2011
Musica de sa terra nostra
IS NODAS DI VINCENZO CANNOVA
I S O N A N Z A
d’incontestabili note,
prestanza d’un lirico
udito, come versi
nell’aere del suono. Is cuntzertus del maestro Vincenzo
Cannova (foto di Gabriele
Espis), ne redimono l’impronta
culturale della tipicità musicale
insulare. Non solo ascolto, ma
impiego costruttivo di un’arte
che diviene insegnamento ed
appagante formazione. Note
qualificabili nella crescita d’un
percorso inorgogliente il costume etnologico del Medio
Campidano.
Una propensione inalienabile: la dedizione alla tradizione delle launeddas, sonorità mistiche, portatrici
d’isolanità. Quando nacque
la tua passione per questo
strumento
tanto
tipico
quanto suggestivo?
«La passione per is launeddas
è nata grazie all'ambiente in
cui sono cresciuto. Mio padre è
un cantadore a chitarra e i
miei genitori si sono conosciuti
al gruppo folk, pertanto la
musica sarda mi ha accompagnato nella maggior parte della mia vita. Non avrei potuto
non innamorarmi de is launeddas, strumento principe della
tradizione sarda».
Data la varietà di tipologie
di
launeddas
presenti
sull’isola, potresti indicarci
su quale modello eserciti la
tua passione e quali sono le
sue caratteristiche?
«Ogni cuntzertu ha tre canne,
due legate fra loro, chiamate
su tumbu e sa mancosa, le
quali insieme formano sa loba
(che si suona con la mano
sinistra) e sa mancosedda o
destrina(che invece si suona
con la destra). Tra i vari tipi di
cuntzertus troviamo: fiorassiu,
mediana e punt'e organu, da
questi tre strumenti attraverso
adeguati accoppiamenti fra
lobas e mancoseddas, nascono
nuovi cuntzertus: tzampognia,
ispinellu, ispinellu a pippia, fiuda,
mediana a pippia, frassettu, contrappuntu, morisku. Personalmente non possiedo un cuntzertu
preferito rispetto ad altri. Mi
piacciono tutti allo stesso modo,
poiché ciascuno possiede nodas
diverse».
Sa Canna Masca o Cann’e
Seddori, un tipo di canna fondamentale per la costruzione
di questo nobile strumento.
Essa è presente in poche località dell’isola come Barumini e Sanluri, paesi a te familiari per le tue origini e residenza.
Ciò
ha
influito
sull’approccio verso questa
musicalità, hai sentito in questi luoghi un input musicale
facilmente coinvolgente?
«In effetti, le zone migliori per
trovare le canne adatte al confezionamento di questo strumento
sono proprio la Trexenta e la
zona che va da Sanluri a Barumini, luoghi specifici sono i terreni
irrigati, adiacenti alle rive de su
Flumini Mannu, dove si trovano
pure le canne adatte per la costruzione delle ance (cabitzinas).
Ciò comunque non ha influito sul
mio percorso musicale giacché
non sono ancora in grado di costruire strumenti, mi arrangio
giusto a far qualche ancia. Ci
sono dei costruttori molto abili
dai quali mi fornisco».
Che differenza vi è tra le varie scuole presenti sul territorio regionale? Avendo tu appreso l’arte grazie ad un insegnamento
Campidanese,
come reputi la formazione
musicale acquisita nell’arco
questi anni?
«Il patrimonio musicale delle
launeddas è vasto e ci vorrebbe tanto tempo per descriverlo. Le scuole più importanti
sono senza dubbio quelle del
Sarrabus e del Campidano,
della quale io faccio parte,
essa riprende le suonate di
Samatzai dei fratelli Figus e
dei Sanna, fino a giungere a
Dionigi Burrasca, Sergio Lecis
e Bruno Loi. La scuola del
Sarrabus è la più diffusa e
vanta fra i maggiori esponenti
Luigi Lai, Andrea Pisu, Giancarlo Seu, Salvatore e Antonio Trebini, Orlando Mascia e
Franco Melis. Un’altra scuola è
quella del Sinis con Stefano
Pinna che ha comunque avuto
grandi influenze dal Sarrabus.
Le suonate e il ritmo delle
stesse è completamente diverso, il ballo di Villaputzu ed
il ballo Campidanese divergono
sia sulle scale che su is nodas,
un vero arricchimento per la
nostra cultura».
Da allievo ad insegnante:
un’esperienza
doppiamente
costruttiva. Potresti parlarcene?
«Con is launeddas non si smette
mai di imparare. Nel momento in
cui pensi di essere arrivato hai
finito di suonarle. Come diceva
Seneca: “insegnare è studiare
due volte” trasmettere ciò che si
è appreso è molto importante e
da tante soddisfazioni, fa si che
non
si
perda
una
parte
importante della nostra cultura e
della nostra tradizione».
ENRICA MELONI
[email protected]
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FESTA DEI QUARANTENNI NATI NEL 1971
SI VORREBBE organizzare la festa dei quarantenni di Siliqua, nati nel 1971, per trascorrere insieme
una giornata e festeggiare così i quarant’anni. Chi volesse partecipare all’iniziativa o avere informazioni
più dettagliate può contattare Raffaele Grussu al numero: 0781 874198.
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1 dicembre 2011
IL GIORNALINO DI SILIQUA
15
L’angolo del diritto
LA DIFFAMAZIONE ON LINE
A R I L E T T O R I,
a seguito della diffusa
utilizzazione
di
chat,
blog e forum da parte di
migliaia di utenti della rete
internet e dell’errata convinzione
di molti di poter liberamente
esprimere pensieri anche diffamatori dell’altrui reputazione
confidando nell’apparente anonimato assicurato dall’uso di
nomignoli non riconducibili con
immediatezza alla persona fisica
autrice delle pubblicazioni, appare doveroso ricostruire la disciplina del reato in esame punito
dall’art. 595 c.p.
del
L’ELEMENTO
OGGETTIVO
reato di diffamazione consta di
tre
requisiti:
a)
l’assenza
dell’offeso, b) l’offesa all’altrui
reputazione, c) la comunicazione
con più persone. L’assenza del
soggetto passivo al momento
dell’azione criminosa, che si deduce dall’inciso “fuori dei casi
indicati dall’articolo precedente”
con cui si apre l’art. 595 c.p.,
consiste nell’impossibilità che la
persona offesa percepisca direttamente l’addebito diffamatorio
e che si
verifichino
quei
fatti
che la legge equipara
alla
presenza, quali
la comunicazione
telegrafica
o telefonica, gli scritti o i disegni diretti
alla persona offesa.
di difendersi
dall’addebito
o
di
ritorcere
l’offesa determinano la maggiore
gravità della diffamazione rispetto all’ingiuria. Il secondo requisito dell’elemento materiale della
diffamazione consiste nell’offesa
alla reputazione di una persona.
Per offesa, s’intende non il significato di lesione, bensì come
probabilità o possibilità che l’uso
L’IMPOSSIBILITÀ
di parole o di atti destinati a ledere l’onore provochi un’effettiva
lesione; ciò che conta è l’idoneità
della notizia riportata dal soggetto attivo a cagionare una lesione
alla
reputazione
della vittima. La
diffamazione
è
qualificata come
reato di pericolo
concreto, essendo
demandata
di
volta in volta al
giudice
l’interpretazione
della portata offensiva delle espressioni usate dall’agente ed
essendo sufficiente che tali espressioni determinino anche
solo
il
pericolo
di
lesione
dell’altrui reputazione.
PER AVERSI il requisito della co-
municazione con più persone
occorre che l’agente renda partecipi dell’addebito diffamatorio
almeno due persone, le quali
siano state in grado di percepire
l’offesa e di comprenderne il significato. Non è richiesto che
l’addebito diffamatorio sia comunicato a più persone contemporaneamente,
ben
potendo l’offesa essere comunicata a
diversi soggetti anche in tempi diversi:
in questo caso il
momento consumativo coincide con la
comunicazione
alla
seconda persona.
In rete, ad esempio,
il reato si compie inserendo il
messaggio in un forum e si consuma nel momento e nel luogo i
cui
i
terzi
percepiscono
l’espressione ingiuriosa e nel
caso in cui frasi o immagini lesive
siano state immesse sul web, nel
momento in cui il collegamento è
attivato.
SOTTO IL PROFILO dell’elemento
psicologico del reato, deve rilevarsi come non sia necessaria
l’intenzione di offendere la repu-
tazione della persona, essendo
sufficiente la volontà di utilizzare espressioni offensive con
la consapevolezza di offendere.
In tal senso occorre analizzare
tutte le conseguenze connesse alla diffamazione: i danni
che
possono
andare
dalla
perdita di clientela e di guadagni, nel caso di
persona che ha
denigrato la operatività commerciale di un soggetto, ha
diffuso notizie in merito alla
sua insolvenza o comunque ha
accusato un soggetto di essere
inaffidabile; ma anche danni
morali, consistenti nella offesa
alla reputazione che può provocare un grave impedimento
a sentirsi ben accetti nella propria comunità, o che può costringere un soggetto a doversi
discolpare dalle accuse diffamatorie e quindi subire un
grave danno alla reputazione
ed all’onore, quantificabile secondo il grado di offesa, tenendo conto dei fatti narrati,
della quantità e qualità dei
soggetti destinatari di tali narrazioni, nonché del mezzo mediante cui la diffamazione è
compiuta.
RIMEDI: per denunciare le
diffamazioni a mezzo internet,
ci si può recare al compartimento più vicino della polizia
postale oppure al commissariato della polizia di stato on line.
Vi ringrazio per l’attenzione
dedicatami e vi aspetto il prossimo mese.
Dott.ssa SILVIA MURRU
Per info e segnalazioni su eventuali tematiche da trattare
potete scrivere a:
[email protected]
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IL GIORNALINO DI SILIQUA
1 dicembre 2011
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LA FOTO SCATTATA NEL 1975, ritrae Epifanio Collu, noto Nino, durante la trebbiatura dei ceci col cavallo
e il puledro, in località Poadas nel territorio di Siliqua, a circa 3 km dal paese, nei pressi dell’ex Casa cantoniera dell’Anas, sulla vecchia SS 130. Sullo sfondo la sua prima autovettura, la Fiat 850 Special. Nino
Collu, era nato a Siliqua il 6 gennaio 1923; si era spento il 27 febbraio 2004, all’età di 80 anni. La foto è
stata pubblicata anche nella rubrica “Come Eravamo” di Daniela Pinna (L’Unione Sarda del 15-11-2011)
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Il “nonnino” è la persona più longeva nella storia di Siliqua