PENSIERI & brevi storie Nella mia vita ci sono stati numerosi individui la cui presenza mi rendeva più facile pensare, e ancora più piacevole fornire le mie risposte. Ho cercato di valutare la facilità delle mie risposte in loro presenza e il disagio delle mie risposte dopo la loro scomparsa finale per vedere se avevo guadagnato oppure perduto qualcosa. Nel corso di questa valutazione, un elemento è divenuto chiaro. La piacevolezza della loro compagnia superava il rimpianto per la loro scomparsa. tratto da” Fondazione Anno Zero” di I. Asimov Oggi è il giorno che ci ricorda la “passione” di Gesù (chiamato) il Cristo. Pasqua significa “passaggio”, passaggio da uno stato di MORTE (buio, inverno, schiavitù, bisogni umani) alla Vera VITA (luce, primavera, libertà, bisogni interiorispirituali-divini, dategli il nome che volete!). Ma ogni passaggio, ogni trasformazione richiede un SACRIFICIO ( nel senso di “sacrum facere”: fare qualcosa di SACRO): il legno per darci calore, si trasforma in cenere; una candela per darci luce, dà tutta se stessa; l’acqua per cucinare il tuo cibo, si trasforma in vapore ……….. E TU ! Tu, cosa sei disposto a “SACRIFICARE” di “TE STESSO” per trasformarti ? Se Sacrifichi poco, poco otterrai. Se Sacrifichi tutto, trasformerai tutto. Se SACRIFICHI “la vita”, troverai LA VITA !. Il benestante, il povero e la pentola Un giorno un povero chiese in prestito una pentola da un benestante del villaggio. Alcuni giorni dopo la restituì con un piccolo pentolino sistemato dentro. Il benestante era contento perché comunque ci aveva guadagnato ma, trovando il fatto assai strano, domandò al povero: "Come mai hai messo un pentolino dentro la pentola?". "Signore" rispose l'altro "la pentola che mi hai prestato era incinta e dopo un paio di giorni che era a casa mia ha partorito un pentolino; come è giusto ho restituito sia la madre, sia il bambino". "Benissimo" disse il benestante prendendosi sia la "madre" sia il "bambino", "d'ora in poi vieni pure a prendere in prestito tutte le pentole che vuoi, basta che poi me le riporti in dietro". Qualche tempo dopo il povero si presentò di nuovo a chiedere una grossa pentola in prestito dicendo che aveva molti ospiti. L'altro gli diede la più grossa e la più bella pentola, che aveva sperando di farci un guadagno anche questa volta. Passò una settimana, poi una seconda; dopo un mese il povero non si faceva vedere. L'altro stava per mandarlo a chiamare quando lo vide arrivare con il viso triste e contrito. "Ah, signore, dopo due giorni che avevo portato la pentola a casa mia, quella si è ammalata ed è morta. Avevo deciso di aspettare che passasse il periodo di lutto per venire a dirvelo, ma poi ho pensato che voi potevate preoccuparvi e così sono venuto prima". "Che stupidaggine!" esclamò il benestante. "Quella pentola è di ferro, che cosa mi vieni a dire che è morta?" "Vedi, signore", rispose il povero "quando ti dissi che aveva partorito, poiché ti conveniva, non ti era sembrato poi così tanto strano. Però se una pentola può partorire, può anche morire". Una notte sognai di camminare sulla spiaggia accompagnata dal Signore; sullo schermo della notte erano proiettati tutti i giorni della mia vita. Guardai indietro e vidi che per ogni giorno della mia vita apparivano orme sulla sabbia: le mie e quelle del Signore. Cosi andai avanti fino a che tutti i miei giorni si esaurirono. Allora mi fermai e guardando indietro notai che in certi punti c'erano solo le mie orme... che coincidevano con i giorni più difficili della mia vita; i giorni di maggiore angustia, di maggiore paura e di maggior dolore... Domandai allora:"Signore,Tu che avevi detto che saresti stato con me sempre ed io ho accettato di vivere con Te, ma perché mi hai lasciato sola proprio nei momenti peggiori?" Il Signore rispose:"Figlia mia, Io ti amo e ti dissi che sarei Stato con te lungo tutto il tuo cammino e non ti avrei lasciata sola neanche per un attimo, e non ti ho lasciata.... Nei giorni in cui tu hai visto le orme di una sola persona Io ti ho portata in braccio". (Anonimo Brasiliano) « Ci sono anche troppi uomini privi di senso morale. Sarebbe pazzia pretendere l'impossibile, aspettarsi di essere risparmiati dalla loro malvagità. Gli uomini non cambiano, per quanta pena tu ti dia. Ma, ciononostante, essi rimangono pur sempre dei tuoi simili e noi dipendiamo gli uni dagli altri come le membra di uno stesso corpo. Tutti gli uomini ti sono affini, sono fatti della stessa carne e dello stesso sangue, anzi dello stesso spirito. E tu medesimo sei forse senza macchia? Rifletti a quanto tu devi agli altri. Del resto gli altri, in fondo, non agiscono per il gusto del male; anche il criminale va in cerca — ciò è nella natura di ogni essere vivente — di quel che gli sembra utile. Lo fa sbagliando, ma solo perché è avvolto nell'errore, e non bisogna considerarlo responsabile delle sue azioni più di un pazzo. Proprio se credi di essere in possesso della retta conoscenza, devi capire che anche l'altro si lascia guidare da determinati giudizi di valore. Allora lo comprenderai, e non ti adirerai con lui, ma gli perdonerai e cercherai d'illuminarlo. Che questo ti riesca, in realtà non dipende da te; tu non hai alcun potere sull'anima degli altri. Se l'interesse pubblico lo richiede, devi procedere contro il malfattore anche con severità. Se poi qualcuno ti si oppone con la violenza, sappi che dovevi essere preparato a ciò, e conserva la tua calma. Gli altri non possono recarti danno; tu solo te lo puoi recare, se a causa della condotta degli altri ti lasci prendere dalle passioni e compi azioni sbagliate. Se un altro sbaglia, è affar suo; tu fa quel che è in tuo potere e conserva pura la tua anima. L'ira è cosa peggiore di qualsiasi male ti possa essere fatto dal di fuori ». Marco Aurelio E forse la prima considerazione da fare in merito è che all'inizio il cristianesimo è stato la religione dei vinti, da questi trasmessa come rivincita occulta ai vincitori. Parafrasando Orazio, si potrebbe dire che, come già la Grecia vinta con le armi conquistò Roma con la sua cultura, così poi anche la Giudea soggiogata soggiogò i vincitori romani, assoggettandoli alla propria ideologia: e infine la Roma sottomessa dai barbari ripeté su di loro l'oscura vicenda di questa rivalsa della cultura sulle armi. Ma poi, nella nuova Europa, questa religione, sempre più consolidatasi ormai nelle forme di un clero strapotente che impone con la forza i propri dogmi come verità, ha finito con l'operare non più da vinta ma da vincitrice, o piuttosto da scoria delle potenze vincitrici, sui popoli soggiogati di tutti i continenti. Seguendo e benedicendo le navi dei mercanti e le cannoniere degli Stati colonialisti, preti cattolici e pastori protestanti si sono diffusi nelle nuove terre, acculturando popoli già vinti sul piano economico e militare, e aggiungendo ai genocidi materiali il genocidio culturale. E, ultimo paradosso, spesso questi popoli vinti e acculturati sentono oggi come propria, magari usandola contro gli stessi colonizzatori, l'ideologia alla quale questi li hanno acculturati. Strano esito di quella strana cosa che è la storia del genere umano, il quale oggi, nell'età della scienza dispiegata, sembra avere, più che nelle età precedenti, un estremo bisogno di credere nell'incredibile e di sottoporsi al più assurdo e retrivo dei domini ideologici. Mario Alighiero Manacorda … … … contraddizioni interne alle Scritture, anche i contrasti personali tra gli apostoli — Pietro e Paolo soprattutto — e poi tra quei vescovi che solo il potere politico dell'impero romano a cominciare da Costantino costrinse a riunirsi in concilii per porre fine alle interminabili e sanguinose dispute, e ad accordarsi in qualche modo. E mostra come in questi concilii, che sarebbero stati ispirati dallo Spirito Santo, l'accordo in realtà non ci fosse mai o quasi mai: i vescovi discussero e contesero condannandosi duramente a vicenda, votarono quasi sempre a semplice maggioranza le verità teologiche come si farebbe in ogni consesso politico, e lasciarono spesso al potere imperiale, estraneo alla Chiesa, la decisione ultima sulle verità che sarebbero state scritte nei Vangeli. E, mentre spesso i concilii successivi cancellarono e ribaltarono le decisioni dei concilii precedenti, si arrivò al paradosso per cui alcuni dogmi, che sarebbero anch'essi iscritti ab initio nei Vangeli, impiegarono secoli o addirittura millenni per essere scoperti e sanciti per tardiva ispirazione dello stesso Spirito Santo: così, ad esempio, il dogma sulla Assunzione in cielo di Maria in anima e corpo, o quello sulla infallibilità del vescovo di Roma o Pontefice, manifestamente proclamato come rivalsa ideale nel momento difficile della fine dello Stato pontificio. Mario Alighiero Manacorda “libertà da” “libertà di” “LIBERTÀ” Il primo è “libertà da”, il secondo è “libertà di” e il terzo è semplicemente “libertà”, né “da”, né “di”. Il primo, ‘libertà da’, è una reazione. È una reazione contro il passato, stai lottando contro il passato, vuoi liberartene, ne sei ossessionato. … La reazione ti dà solo un’apparenza di libertà, ma non è mai la vera libertà. Non è possibile che dalla reazione nasca una libertà reale. … Puoi lottare contro il passato ma, proprio perché ti ergi contro il passato, esso ti cattura dalla porta di servizio. Ecco perché è accaduto sempre e comunque che, non importa contro chi stai lottando, alla fine diventi simile a lui... La seconda è ‘libertà di’: è orientata verso il futuro. La prima è politica, la seconda è più poetica, è una visione, un’utopia. Molte persone hanno tentato di realizzare anche questa, ma anche questa non è possibile, perché se sei orientato verso il futuro, non puoi vivere nel presente e tu devi vivere nel presente. Non vivi nel passato, non vivi nel futuro: devi vivere nel presente. Se dimentichi il passato e guardi verso il futuro, sei ancora guidato dal passato, semplicemente non ne sei consapevole… La prima, ‘libertà da’, è una reazione. La seconda, ‘libertà di’, è una rivoluzione. La terza, la semplice libertà, è una ribellione. È orientata nel momento presente. La prima è politica, la seconda è poetica, la terza è mistica, religiosa. Non a favore e non contro, né passato né futuro: sii semplicemente qui e ora, vivi momento per momento, senza ideologie e senza utopie. … il vero mistico non è contrario al passato e non è favorevole al futuro. È completamente assorbito dal presente, al punto da non avere energia né tempo sia per il passato sia per il futuro. È così che nasce il ribelle. … il mistico non tenta di liberarsi dal passato e non cerca la libertà di fare qualcosa in futuro… non ha niente a che fare con ciò che non c’è più, e non ha niente a che fare con ciò che non c’è ancora. Tutto il suo interesse è per il momento presente, questo piccolo, limpido istante. Essere nel momento presente significa essere in meditazione. Che poi ognuno possa fare le sue scelte pratiche, è ovvio. Si può anzi pensare che molti cattolici possano uscire da questa lettura rafforzati nella loro fede, come capitò ad Abraam giudeo, secondo il racconto del Boccaccio. Incerto se convertirsi o no al cristianesimo, il buon Abraam si recò a Roma per vedere la corte papale, e avendo lì visto «niuna santità, niuna divozione, niuna buona opera in alcuno che chierico fosse... ma lussuria, avarizia e gulosità, e simili cose e piggiori», e insomma «una fucina di diaboliche operazioni», ne concluse che, se tuttavia il cristianesimo si imponeva, era perché lo Spirito Santo ne era fondamento e sostegno: e perciò si fece cristiano. E a me, così settario come sono, non dispiacerebbe certo di confrontarmi amichevolmente con tutti i Paoli e gli Abrami cristiani e cattolici. Mario Alighiero Manacorda Una volta Tanzan ed Ekido camminavano insieme per una strada fangosa. Pioveva ancora a dirotto. Dopo una curva, incontrarono una bella ragazza, in kimono e sciarpa di seta, che non poteva attraversare la strada. "Vieni, ragazza" disse subito Tanzan. Poi la prese in braccio e la portò oltre le pozzanghere. Ekido non disse nulla finché quella sera non ebbero raggiunto un tempio dove passare la notte. Allora non poté più trattenersi. "Noi monaci non avviciniamo le donne" disse a Tanzan "e meno che meno quelle giovani e carine. E' pericoloso. Perché l'hai fatto?". "Io quella ragazza l'ho lasciata laggiù" disse Tanzan. "Tu la stai ancora portando con te". Mokusen Hiki viveva in un tempio nella provincia di Tamba. Uno dei suoi seguaci si lamentò con lui dell'avarizia della propria moglie. Mokusen andò a trovare la moglie del seguace e le mise davanti al naso il pugno chiuso. "Che cosa vuoi dire con questo?" domandò stupita la donna. "Supponi che il mio pugno fosse sempre così. Come lo definiresti?" le disse Mokusen. "Deforme" rispose lei. Allora Mokusen spalancò la mano davanti al viso della donna e disse: "E ora supponi che fosse sempre così. Che cosa diresti ?" "Che è un altro tipo di deformità" disse la donna. "Se capisci questo", concluse Mokusen "sei una buona moglie". E andò via. Dopo quella visita, la donna aiutò il marito non soltanto a risparmiare, ma anche a distribuire. In Corea, durante una guerra, un esercito di nemici invase una città dove sorgeva un tempio Zen. Tutti i monaci fuggirono, ma il maestro rimase imperturbabile al suo posto. Entrò il generale nemico e subito si irritò vedendo che il monaco neppure lo guardava. Si mise a urlare: "Non sai che qui davanti a te c'è un uomo che può ucciderti senza battere ciglio?" Il maestro lo fissò con calma e rispose: "E tu non sai che qui davanti a te c'è un uomo che può essere ucciso senza battere ciglio?" Il generale stava per estrarre la spada. Ma si fermò, si inchinò e uscì. Una ragazza domandò ad un ragazzo se la considerava carina. Lui disse...NO Poi gli domandò se desiderava stare con lei per sempre. Lui rispose......NO Allora gli domandò se avesse pianto nel caso fosse partita. E lui disse....NO La ragazza aveva ascoltato abbastanza...... Cominciò a camminare e le lacrime cominciarono a rigarle il volto. Allora il ragazzo la prese dal braccio e le disse: tu non sei carina, sei BELLA. Non voglio stare con te per sempre, HO BISOGNO di stare con te per sempre. E se te ne andassi non piangerei....MORIREI. Se avessimo la certezza assoluta che in un futuro più o meno vicino ciascuno di noi dovesse trasferirsi in un paese lontano dove, sotto nuove e strane condizioni fossimo obbligati a vivere per molti anni, non è ragionevole pensare che se prima del trasloco ci si offrisse l'occasione d'informarci di quel paese, lo faremmo volentieri? La conoscenza così acquisita ci renderà molto più facile l'adattamento alle nuove condizioni. Vi è una sola certezza nella vita ed é: la Morte! Quando noi passiamo nell'aldilà e ci troviamo in nuove condizioni, il conoscerle preventivamente sarebbe certo del massimo aiuto. Max Heindel È la potenza religiosa della terra che subisce in noi una crisi definitiva: quella della propria scoperta. Noi cominciamo a comprendere, e per sempre, che la sola religione accettabile dall'uomo è quella che gli insegnerà prima di tutto a riconoscere, amare e servire con passione l'universo di cui egli è l'elemento più importante". Teilhard de Chardtin tel que je l'at connu di G. Magloire, sulla rivista "Synthèse", novembre 1957. “Presentazione” di Gonzague WILLIATTE Siamo tutti dei catari in potenza, eretici nel pensiero, cospiratori nell'azione e, da tutto questo, ne consegue la divisione interiore dell'uomo. Accecati dalla ricerca della purezza chiudiamo il nostro spirito alla ricerca della verità. Al puro, Jean Guitton osa preferire l'impuro, al fine di salvare il vero. Nella coscienza cospiratrice il Bene è concepito sotto forma negativa. Spesso è a causa dell'orrore che ispira un certo atto che si prende coscienza del proprio dovere. I puri sono sensibili allo scandalo: essi hanno persino bisogno di un certo scandalo intorno a loro per avere la gioia di disprezzare, per provare a fondo la voluttà d'irritarsi e d'emozionarsi, per sentire il bene tramite la sua assenza, per raggiungerlo indignandosi. Un puro desidera (senza confessarlo a se stesso) che lo scandalo arrivi, certo non per il male, ma per il bene che si nasconde già nell'indignazione. Una coscienza scandalizzata rende testimonianza di non essere preda del male. Poiché la società pura è una immagine sociale della purezza interiore, appartenere ad un partito di puri è un segno che si è amati dagli dei. ... … … SACRIFICIO - DISSOCIAZIONE Il sacrificio che accetta la dualità, ottiene l' unità. La dissociazione che nega la dualità, ottiene la scissione interiore. Il sacrificio ottiene la gioia profonda in mezzo alla pena. La dissociazione ottiene un' angoscia amare in mezzo alla gioia. Il sacrificio predispone l' uomo ai suoi compiti umani. La dissociazione lo porta all' egoismo. Il sacrificio ci fa uomini e ci unisce agli altri uomini. La dissociazione ci fa io e ci oppone agli altri io. Ancor più, essa oppone l' io all' io, di modo che l' io diventa il carnefice di sé stesso da “IL PURO E L'IMPURO” di JEAN GUITTON La maggior parte delle difficoltà umane, comprese le dissociazioni nevrotiche o psicotiche, è dovuta a un Io che non funziona in armonia con la totalità psichica, cioè col Sé. ..... Il complesso dell'Io tende soprattutto a dissociarsi dal resto della psiche e a comportarsi in modo autonomo, fino a trovarsi in opposizione con essa, e perciò uno dei compiti essenziali della specie umana è quello di riuscire a elaborare un Io che funzioni in maniera sana, cioè in accordo con la struttura istintiva dell'anthropos totale. Da una parte noi ci distinguiamo dagli altri animali per il fatto di avere un forte complesso dell'Io, ma d'altra parte la nostra coscienza più sviluppata ci fa continuamente correre il pericolo di dissociazione. tratto da "Il femminile nella fiaba" di M.-L. von Franz "E quando verrà il momento in cui gli uomini decideranno che ormai possono chiamare la guerra un'insana follia, sostate un momento ad abbracciare ... (quelli) che avete lasciato indietro." Maggiore Michael Davis O'Donnel 1 gennaio 1970 Dak To - Vietnam. ma ... (come ricorderete) "la maledizione degli uomini è dimenticare" ! Lui allora mi guardò, e il meriggio dei suoi occhi era su di me, e disse: « Tu hai molti amanti, ma io solo ti amo. Gli altri, quando ti sono vicini, amano se stessi: io amo te in te stessa. Altri uomini vedono in te una bellezza che appassirà prima ancora dei loro anni. Ma io vedo in te una bellezza che non appassirà mai, e nell'autunno dei tuoi giorni questa bellezza non avrà paura di specchiarsi, e non conoscerà oltraggio. Solo io amo in te l'invisibile ». tratto da "GESÚ FIGLIO DELL'UOMO (Cap. Maria Maddalena)" Kahlil Gibran Invece di ammettere, molto semplicemente, che la prima esperienza vitale (che ci lega al mondo e al nostro corpo) non è « io penso » ma « noi amiamo ». Perché io posso avere l'illusione di pensare da solo (soltanto dimenticando che il mio pensiero è abitato dai millenni dell'avventura umana) ma non posso avere l'illusione di amare da solo. L'amore incomincia quando si preferisce l'altro a se stesso, quando si accetta la sua differenza e la sua imprescindibile libertà. Accettare che l'altro sia abitato da tre presenze, oltre che la nostra, non avere la pretesa di rispondere a tutte le sue esigenze, a tutte le sue attese non significa rassegnarsi la infedeltà verso di noi, è volere, come la più alta prova di amore, che l'altro sia innanzi tutto fedele a se stesso. Anche se questo è doloroso per noi, è una sofferenza feconda perché ci obbliga a liberarci di noi stessi, a vivere intensamente questa arricchente spossessione: nei più amorosi amplessi è un essere libero che noi stringiamo, con tutti i suoi possibili, anche quelli che ci sfuggono. Essere capace di accogliere nell'altro anche ciò che sveglia la gelosia animale, che è segno di amor proprio e non di amore. da "PAROLA DI UOMO" di Roger Garaudy IL DENARO può comprare una casa ma non un focolare; può comprare un letto ma non il sonno; può comprare un orologio ma non il tempo; può comprare un libro ma non la conoscenza; può comprare una posizione ma non il rispetto; può pagare il dottore ma non la salute; può comprare l'anima ma non la vita; può comprare il sesso ma non l'amore. ***** ... anche se a volte può salvare una vita ... come una medicina. Il Denaro non va né disprezzato, né idolatrato, va solo usato e ricercato ... con consapevolezza. L'umanità è addormentata, si preoccupa solo di ciò che non serve e vive in un modo sbagliato. Credere di essere superiori a tutto questo è una semplice abitudine, non una religione. Questa "religione" è sciocca .... .... Non cianciare di fronte alla Gente del Sentiero, piuttosto struggiti in solitudine. Hai una religione ed una coscienza invertite se ti trovi capovolto in rapporto alla realtà. Gli uomini si avvolgono la propria rete attorno. I leoni (gli uomini della Via) fanno a pezzi la propria gabbia. Maestro Sufi Sanai (1131 d.C.) in IL GIARDINO RECINTATO DELLA VERITÀ "Una candela non ci perde niente nell'accendere un'altra candela" Siamo convinti che la nostra vita sarà migliore quando saremo sposati, quando avremo un primo figlio o un secondo. Poi ci sentiamo frustrati perché i nostri figli sono troppo piccoli per questo o per quello e pensiamo che e cose andranno meglio quando saranno cresciuti. In seguito siamo esasperati per il loro comportamento da adolescenti. Siamo convinti che saremo più felici quando avranno superato quest'età . Pensiamo di sentirci meglio quando il nostro partner avrà risolto i suoi problemi, quando cambieremo l'auto, quando faremo delle vacanze meravigliose, quando non saremo più costretti a lavorare. Ma se non cominciamo una vita piena e felice ora, quando lo faremo? Dovremo sempre affrontare delle difficoltà di qualsiasi genere. Tanto vale accettare questa realtà e decidere d'essere felici, qualunque cosa accada. Alfred Souza dice "Per tanto tempo ho avuto la sensazione che la mia vita sarebbe presto cominciata, la vera vita! Ma c'erano sempre ostacoli da superare strada facendo, qualcosa d'irrisolto, un affare che richiedeva ancora tempo, dei debiti che non erano stati ancora regolati. In seguito la vita sarebbe cominciata. Finalmente ho capito che questi ostacoli erano la vita." Questo modo di percepire le cose ci aiuta a capire che non c'è un mezzo per essere felici ma la felicità è il mezzo. Di conseguenza, gustate ogni istante della vostra vita, e gustatelo ancora di più perché lo potete dividere con una persona cara per passare insieme dei momenti preziosi della vita, e ricordatevi che il tempo non aspetta nessuno. Allora smettete di aspettare di finire la scuola, di tornare a scuola, di perdere 5 kg, di prendere 5 kg, di avere dei figli, di vederli andare via di casa. Smettete di aspettare di cominciare a lavorare, di andare in pensione, di sposarvi, di divorziare. Smettete di aspettare il venerdì sera, la domenica mattina, di avere una nuova macchina o una casa nuova. Smettete di aspettare la primavera, l'estate, l'autunno o l´inverno. Smettete di aspettare di lasciare questa vita, di rinascere nuovamente, e decidete che non c'è momento migliore per essere felici che il momento presente. La felicità e le gioie della vita non sono delle mete ma un viaggio. Un pensiero per oggi: Lavorate, come se non aveste bisogno di soldi; Amate, come se non doveste soffrire; Ballate, come se nessuno vi guardasse. Ora rifletti bene e cerca di rispondere a queste domande: 1 - Nomina le 5 persone più ricche del mondo. 2 - Nomina le 5 ultime vincitrici del concorso Miss Universo. 3 - Nomina 10 vincitori del premio Nobel. 4 - Nomina i 5 ultimi vincitori del premio Oscar come miglior attore o attrice. Come va? Male? Non preoccuparti. Nessuno di noi ricorda i migliori di ieri. E gli applausi se ne vanno! E i trofei si impolverano! I vincitori si dimenticano! Adesso rispondi a queste altre: 1 - Nomina 3 professori che ti hanno aiutato nella tua formazione. 2 - Nomina 3 amici che ti hanno aiutato in tempi difficili. 3 - Pensa ad alcune persone che ti hanno fatto sentire speciale. 4 - Nomina 5 persone con cui passi il tuo tempo. Come va? Meglio? Le persone che segnano la differenza nella tua vita non sono quelle con le migliori credenziali, con molti soldi, o i migliori premi... Sono quelle che si preoccupano per te, che si prendono cura di te, quelle che ad ogni modo stanno con te. Rifletti un momento. La vita è molto corta! Tu, in che lista sei? Non lo sai?... Permettimi di darti un aiuto... Non sei tra i famosi, però sei tra quelli che ricordo per mandargli questo messaggio. Qualche anno fa, alle Paraolimpiadi di Seattle, nove atleti, tutti mentalmente o fisicamente disabili erano pronti sulla linea di partenza dei 100 metri. Allo sparo della pistola, iniziarono la gara, non tutti correndo, ma con la voglia di arrivare e vincere. In tre correvano, un piccolo ragazzino cadde sull'asfalto, fece un paio di capriole e cominciò a piangere. Gli altri otto sentirono il ragazzino piangere. Rallentarono e guardarono indietro. Si fermarono e tornarono indietro...ciascuno di loro. Una ragazza con la sindrome di Down si sedette accanto a lui e cominciò a baciarlo e a dire: "Adesso stai meglio?" Allora, tutti e nove si abbracciarono e camminarono verso la linea del traguardo. Tutti nello stadio si alzarono, e gli applausi andarono avanti per parecchi minuti. Persone che erano presenti raccontano ancora la storia. Perché? Perché dentro di noi sappiamo che: La cosa importante nella vita va oltre il vincere per se stessi. La cosa importante in questa vita e aiutare gli altri a vincere, anche se comporta rallentare e cambiare la nostra corsa. "Una candela non ci perde niente nell'accendere un'altra candela" ...come vivi la tua vita? Durante il Medioevo, un pellegrino aveva fatto voto di raggiungere un lontano santuario, come si usava a quei tempi. Dopo alcuni giorni di cammino, si trovò a passare per una stradina che si inerpicava per il fianco desolato di una collina brulla e bruciata dal sole. Sul sentiero spalancavano la bocca grigia tante cave di pietra. Qua e là degli uomini, seduti per terra, scalpellavano grossi frammenti di roccia per ricavare degli squadrati blocchi di pietra da costruzione. Il pellegrino si avvicinò al primo degli uomini. Lo guardò con compassione. Polvere e sudore lo rendevano irriconoscibile, negli occhi feriti dalla polvere di pietra si leggeva una fatica terribile. Il suo braccio sembrava una cosa unica con il pesante martello che continuava a sollevare ed abbattere ritmicamente. "Che cosa fai?", chiese il pellegrino. "Non lo vedi?" rispose l'uomo, sgarbato, senza neanche sollevare il capo. "Mi sto ammazzando di fatica". Il pellegrino non disse nulla e riprese il cammino. S'imbattè presto in un secondo spaccapietre. Era altrettanto stanco, ferito, impolverato. "Che cosa fai?", chiese anche lui, il pellegrino. "Non lo vedi?" Lavoro da mattino a sera per mantenere mia moglie e i miei bambini", rispose l'uomo. In silenzio, il pellegrino riprese a camminare. Giunse quasi in cima alla collina. Là c'era un terzo spaccapietre. Era mortalmente affaticato, come gli altri. Aveva anche lui una crosta di polvere e sudore sul volto, ma gli occhi feriti dalle schegge di pietra avevano una strana serenità. "Cosa fai?", chiese il pellegrino. "Non lo vedi?", rispose l'uomo, sorridendo con fierezza. "Sto costruendo una cattedrale". E con il braccio indicò la valle dove si stava innalzando una grande costruzione, ricca di colonne, di archi e di ardite guglie di pietra grigia, puntate verso il cielo. I tre spaccapietre richiamano all'attenzione che si deve avere per il senso delle azioni che si compiono nella propria vita. I tre spaccapietre fanno l'identico lavoro. Ma c'è una bella differenza tra "ammazzarsi di lavoro" e "costruire una cattedrale". E' il perché lo fanno che li cambia profondamente. Si può vivere la vita senza un perché. (subisco la vita) Si può vivere una vita con qualche perché. (mi aiuta a sopravvivere) Si può vivere la vita sapendo il perché la vivo. (vivo la vita da protagonista) La CREMAZIONE è una LIBERA scelta, un atto di AMORE verso il prossimo, di rispetto per LA VITA che continua e per l'AMBIENTE, non cancella il ricordo e pone l'UGUAGLIANZA di ogni uomo nella MORTE e nella semplicità del RITO. ... è una maniera per rimanere ancora nel tema dell'amore, non vi pare? Gandalf Ma quell'io interiore.. .in realtà, che cos'è? Non nasce con il tuo corpo, né perirà alla tua morte. Non riconosce il tempo e non subisce la sua degradazione. E' senza colore, senza contorni, senza forma, senza dimensioni, eppure i tuoi occhi ne vedono tutta la grandezza. Vede il sole, le nubi, le stelle e la luna, ma esso non può essere visto. Ode gli uccelli, i grilli, la musica della cascata, ma esso non può essere udito. Afferra la foglia caduta, la roccia millenaria, il ramo contorto, ma esso non può essere afferrato. (...) Questo è quindi il messaggio dei santi, dei saggi e dei mistici, dagli amerindi ai taoisti, dagli induisti agli islamici, dai buddisti ai cristiani: nel nucleo della tua anima c'è l'anima dell'umanità stessa, un'anima divina, trascendente, che conduce dalla schiavitù alla liberazione, dal sogno al risveglio, dal tempo all'eternità, dalla morte all'immortalità». "Anche se ogni tanto mi lamento," diceva il suo cuore, "lo faccio perché sono il cuore di un uomo ed i cuori degli uomini sono così: hanno paura di realizzare i sogni più grandi, perché pensano di non meritarlo, o di non riuscire a raggiungerli. Noi, i cuori, siamo terrorizzati al solo pensiero di amori che sono finiti per sempre, di momenti che avrebbero potuto essere belli e non lo sono stati, di tesori che avrebbero potuto essere scoperti e sono rimasti per sempre nascosti nella sabbia. Perché, quando ciò accade, noi ne soffriamo intensamente." I guerrieri che morivano venivano sostituiti da altri. E la vita continuava. "Avresti potuto morire più tardi, amico mio," disse una guardia rivolta al cadavere di un compagno. "Avresti potuto morire quando fosse giunta la pace. Ma alla fine saresti morto comunque." da "L' Alchimista" di Paulo Coelho Nascondino...l'amore è cieco. La Follia decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei. Dopo il caffè, la Follia propose: "Si gioca a nascondino?". "Nascondino? Che cos'è?" - domandò la Curiosità. "Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete. Quando avrò terminato di contare, cercherò e il primo che troverò sarà il prossimo a contare". Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia. 1,2,3. - la Follia cominciò a contare. La fretta si nascose per prima, dove le capitò. La Timidezza, timida come sempre, si nascose in un gruppo d'alberi. La Gioia corse in mezzo al giardino. La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi. L'Invidia si unì al Trionfo e si nascose accanto a lui dietro un sasso. La follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano. La disperazione era disperata vedendo che la Follia era già a novantanove. "CENTO! - gridò la Follia - Comincerò a cercare. ". La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto. Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto. E così di seguito scoprì la Gioia, la Tristezza, la Timidezza. Quando tutti erano riuniti, la Curiosità domandò: "Dov'è l'Amore?". Nessuno l'aveva visto. La Follia cominciò a cercarlo. Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce. Ma non trovò l'Amore. Cercando da tutte le parti, la Follia vide un rosaio, prese un pezzo di legno e cominciò a cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì un grido. Era l'Amore, che gridava perché una spina gli aveva forato un occhio. La Follia non sapeva che cosa fare. Si scusò, implorò l'Amore per avere il suo perdono e arrivò fino a promettergli di seguirlo per sempre. L'Amore accettò le scuse. Oggi, l'Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre. Pandora è stata la prima donna, l'Eva tentatrice, del mito greco della creazione (come ce lo narra il poeta Esiodo). L'uomo era già stato creato da Prometeo, che aveva rubato per lui dal cielo il fuoco degli dei. Gli dèi gelosi avevano creato Pandora per pareggiare il conto. Efeso aveva modellato dalla creta la sua bellezza. Ermete le aveva comunicato la favella e le aveva donato l'astuzia. Afrodite le aveva donato le arti della seduzione, per lusingare e accattivarsi i cuori. Zeus infine le aveva dato un'urna chiusa, e le aveva detto di portarla in dono a Epitemeo, fratello di Prometeo... che era stato avvertito da quest'ultimo di non accettare alcun dono da Zeus. Epitemeo aveva ignorato l'avvertimento, e aveva sposato Pandora. Quando la donna aveva aperto l'urna, ne erano usciti tutti i mali e le disgrazie future dell'umanità. Solo la Speranza era rimasta dentro, quando Epitemeo, pentito, aveva cercato di chiudere l'urna; la Speranza, essendo in fondo, era rimasta sugli orli mentre stava per involarsi anch'essa. L'effetto Pandora è lo schema del comportamento umano simboleggiato dal mito. Qualcuno che dovrebbe saperla lunga e stare in guardia è invece l'artefice del proprio disastro. L'effetto si presenta in varie versioni. La vittima può essere un uomo solo, o l'intero genere umano. Il ruolo di Zeus, quale cosmico artefice di tranelli, può essere recitato dalla natura o dalla società o da noi stessi, singoli individui inconsapevoli di quanto facciamo, per incuria o negligenza o incoscienza. Nella storia umana questo beffardo schema di comportamento è antico almeno quanto il primo uomo che accese il fuoco per scaldarsi e si svegliò accorgendosi che l'intera foresta era in fiamme. dall'introduzione di "Alla fine della notte" di Jack Williamson. «... E dissi "peregrini" secondo la larga significazione del vocabulo; chè "peregrini" si possono intendere in due modi, in uno largo e in uno stretto: in largo, in quanto è peregrino chiunque è fuori de la sua patria; in modo stretto non s'intende peregrino se non chi va verso la casa di sàIacopo o riede. E però è da sapere che in tre modi si chiamano propiamente le genti che vanno al servigio de l'Altissimo: chiamansi palmieri in quanto vanno oltremare, là onde molte volte recano la palma; chiamansi peregrini in quanto vanno alla casa di Galizia, però che la sepultura di sàIacopo fue più lontana de la sua patria che d'alcuno altro apostolo; chiamansi romei in quanto vanno a Roma, là ove questi cùio chiamo peregrini andavano..». (Dante Alighieri: "Vita Nuova" - Cap. XL) Hogen, un insegnante cinese di Zen, viveva tutto solo in un piccolo tempio in campagna. Un giorno arrivarono quattro monaci girovaghi e gli chiesero se potevano accendere un fuoco nel suo cortile per scaldarsi. Mentre stavano preparando la legna, Hogen li sentì discutere sulla soggettività e sull'oggettività. Andò loro accanto e disse: "Ecco questa grossa pietra. Secondo voi, è dentro o fuori della vostra mente?". Uno dei monaci rispose: "Dal punto di vista del Buddhismo, tutto è un'oggettivazione della mente, perciò direi che la pietra è nella mia mente". "Devi sentirti la testa molto pesante", osservò Hogen "se te ne vai in giro portandoti nella mente una pietra come questa". "Le cose basse devono ritrovarsi nelle cose alte, benché in un altro stato" diceva Platone. Io ora sono convinto che ogni filosofia superiore in cui non continuino a vivere le realtà del piano che essa pretende di superare, è un'impostura. da "Il mattino dei maghi" di Pauwels & Bergier "Anche un'epoca di oppressione è degna di rispetto, perché essa è opera non degli uomini ma dell'umanità, dunque della natura creatrice, che può essere dura, ma non è mai assurda. Se l'epoca che noi viviamo è dura, abbiamo tanto più il dovere di amarla, di penetrarla con il nostro amore, fino a quando non avremo spostato le pesanti masse di materia che nascondono la luce che risplende dall'altra parte". Walter Rathenau «... le doti ... la prima fra esse è la flessibilità. Con la flessibilità viene la capacità di non irrigidirsi sul pensiero lineare e di concepire la sorpresa tattica, trovando le dinamiche più efficaci in ogni situazione. La flessibilità ti mette in grado di ascoltare e analizzare. Di vedere la situazione come realmente è, non come i tuoi desideri potrebbero fartela vedere.» tratto da ""Guerra per l'eternità" di C. Rowley - Edizioni Nord Inventai la favola della scimmia e della calabaza (Frutto tropicale, a forma di lunga zucca, che, secco e svuotato, serve da recipiente). Gli indigeni, per catturare viva la bestia, fissano ad una palma da cocco una calabaza contenente arachidi. La scimmia accorre, infila la mano, afferra le arachidi, serra il pugno. Allora non può più ritirare la mano. Ciò che ha afferrato la tiene prigioniera. Uscendo dalla scuola di Gurdjiev scrivevo: "Bisogna palpare, esaminare i fruttitrappola, poi ritirarsi con destrezza. Soddisfatta una certa curiosità, conviene riportare agilmente l'attenzione sul mondo in cui siamo, riconquistare la nostra libertà e la nostra lucidità, riprendere il nostro cammino sulla terra degli uomini alla quale apparteniamo. Pauwels Prendiamo un esempio di attualità: lei potrebbe essere richiamato, istruito e messo di fronte a un nemico qualsiasi. Se spara e uccide il nemico, avrà dalla sua il prete, la chiesa, la patria. Ma ad un tempo avrà contro di sé il divino divieto di uccidere. Allora sarà la sua coscienza a decidere se vuole obbedire ai comandamenti di Dio o a quelli della chiesa e della patria. Probabilmente attribuirà al prete e alla patria un'autorità maggiore che a Dio. Se invece non lo farà e comincerà a dubitare dell'assoluta autorità della chiesa e della patria . Hermann Hesse Durante il plenilunio di novembre, precisamente la notte tra l’8 e il 9 novembre 2003, alle 2 e 20, avverrà un’eclissi totale di luna. In molte culture - come i Maja, gli Incas o gli Egiziani - viene sottolineato questo momento come una grande opportunità per l’uomo: diventare cosciente della propria natura divina e entrare consapevolmente nei mondi di Luce, oltre le barriere della dimensione spazio/temporale del tempo inscatolato che frammenta ed incasella i moti dinamici dell’anima, legati invece alle dimensioni celesti a cui perennemente l’anima aspira. In quei giorni, i pianeti, nel loro eterno ruotare, formeranno nei cieli una Stella di David, figura di estremo valore simbolico, capace di offrirci una chiave per aprire quella porta che divide la nostra realtà materiale dalla più luminosa divina Realtà, alla quale si accede dal cuore. I testi sacri devono essere interpretati oggi da artisti con un livello di coscienza cosmico. Non c'è il "cielo" sopra, né l'inferno "sotto". Il cielo e l'inferno sono regioni del nostro inconscio. Dio è l'energia cosmica usata bene. Il diavolo è quella stessa energia usata male." Alessandro Jodorowsky - regista, poeta, scrittore - giugno 2003 ... la magia Così il lettore che si accosterà a questo argomento e avrà la pazienza di andare per gradi, senza fretta e senza "voli pindarici", apprenderà come "magia" non è MAI sinonimo di stregoneria e fattucchierismo, anche se il termine inquinato dall'uso popolare ne ha distrutto le nobili radici. La parola magia deriva dal termine zaratustriano "maga" = "Conoscenza, sapienza" e se consideriamo le cose con attenzione, i "magi" furono gli unici - nella loro qualità di saggi e iniziati - ad essere ammessi all'adorazione della teofania cristica di Gesù. Qualche altro esegeta indica come la parola magia sia di per sé "magica" perché sarebbe l'anagramma di gamía, che in greco significa "unione". Anche se l'ipotesi ci sembra fantastica, ci compiaciamo di prestarle romanticamente fede, perché in fondo traduce sinteticamente l'intimo spirito della vera magia che null'altro è se non l'unione del micro col macro cosmo, in una indefettibile armonia di regole universali che soltanto intuite parlano già del "miracolo della Cosa Unica". Quando l'uomo avrà capito e successivamente compreso che l'intero universo è retto da leggi cui egli non può, né deve sottrarsi, pena la sua totale destabilizzazione, non gli sarà difficile scoprire di essere meravigliosamente "magico", di essere cioè in perfetta fusione con il Tutto, che è "forza" e "amore". GUIDO GUIDI GUERRIERA = Magia della Piramide - Le tecniche rituali tra magia e scienza Tra miti e leggende Esistono molte e varie leggende che cercano di fissare l'incontro tra l'uomo e il caffè, la bevanda oggi più diffusa nel mondo. Secondo un racconto popolare abissino gli uomini scoprirono l'aroma del caffè del tutto casualmente, grazie a un enorme incendio che divampò su una collina dove la pianta cresceva spontanea. Il profumo attrasse gli abitanti delle vicinanze, che raccolsero i chicchi bruni dai quali ottennero poi una bevanda che riscosse un immediato successo. Nel mondo arabo si dice che la pianta sia stata donata a Maometto dall'arcangelo Gabriele, e anche che Allah bevve caffè nel giorno in cui creò il mondo e vino nel giorno del Peccato originale: per questo il vino è proibito all'uomo, mentre il caffè è considerato portatore di senno. In tempi antichi un re fece collocare una pietra enorme in mezzo ad una strada. Quindi, nascondendosi, rimase ad osservare per vedere se qualcuno si prendeva la briga di togliere la grande roccia in mezzo alla strada. Alcuni mercanti ed altri sudditi molto ricchi passarono da lì e si limitarono a girare attorno alla pietra. Alcuni persino protestarono contro il re dicendo che non manteneva le strade pulite, ma nessuno di loro provò a muovere la pietra da lì. Ad un certo punto passò un campagnolo con un grande carico di verdure sulle spalle; avvicinandosi all'immensa roccia poggiò il carico al lato della strada tentando di rimuovere la roccia. Dopo molta fatica e sudore riuscì finalmente a muovere la pietra spostandola al bordo della strada. Tornò indietro a prendere il suo carico e notò che c'era una piccola borsa nel luogo in cui prima stava la pietra. La borsa conteneva molte monete d'oro e una lettera scritta dal re che diceva che quell'oro era per la persona che avesse rimosso la pietra dalla strada. Il campagnolo imparò quello che molti di noi neanche comprendono: "Tutti gli ostacoli sono un'opportunità per migliorare la nostra condizione". Si racconta che due amici camminavano nel deserto e a un certo punto del viaggio cominciarono a discutere ed un amico diede uno schiaffo all'altro. Addolorato, ma senza dire nulla, scrisse nella sabbia "IL MIO MIGLIORE AMICO OGGI MI HA DATO UNO SCHIAFFO". Continuarono a camminare, finché trovarono un'oasi dove decisero di fare il bagno. L'amico che era stato schiaffeggiato rischiò di affogare, ma il suo amico lo salvò. Dopo che si fu ripreso, scrisse su una pietra "IL MIO MIGLIORE AMICO OGGI MI HA SALVATO LA VITA". L'amico che aveva dato lo schiaffo e che aveva salvato il suo migliore amico domandò: "Quando ti ho ferito lo hai scritto sulla sabbia e ora che ti ho salvato lo fai su una pietra, perché?" L'altro amico rispose: "Quando qualcuno ci ferisce dobbiamo scriverlo nella sabbia, dove i venti del perdono possano cancellarlo; ma quando qualcuno fa qualcosa di buono per noi dobbiamo inciderlo sulla pietra dove nessun vento possa cancellarlo." Impara a scrivere le tue ferite nella sabbia e a incidere in pietra le tue gioie: dicono che ci vuole un minuto per trovare una persona speciale, un'ora per apprezzarla, un giorno per amarla, una vita intera per dimenticarla. Se non avete mai provato il pericolo di una battaglia o la solitudine dell'imprigionamento, l'agonia della tortura o i morsi della fame, siete più avanti di 500 milioni di abitanti di questo mondo. Se potete andare in chiesa senza la paura di essere minacciati, arrestati, torturati o uccisi, siete più fortunati di 3 miliardi di persone di questo mondo. Se avete cibo nel frigorifero, vestiti addosso, un tetto sopra la testa e un posto per dormire, siete più ricchi del 75% degli abitanti del mondo. Se avete soldi in banca, nel vostro portafoglio e degli spiccioli da qualche parte in una ciotola, siete fra l'8% delle persone più benestanti al mondo. Se potete leggere questo messaggio, avete appena ricevuto una doppia benedizione perché qualcuno ha pensato a voi e perché non siete fra i due miliardi di persone che non sanno leggere. Qualcuno una volta ha detto: "Lavora come se non avessi bisogno dei soldi. Ama come se nessuno ti abbia mai fatto soffrire. Balla come se nessuno ti stesse guardando. Canta come se nessuno ti stesse sentendo. Vivi come se il Paradiso fosse sulla Terra". Se ti gusta manda questa mail a tutti quelli che tu consideri AMICI. Rendi radiosa la giornata di qualcuno. Se non la inoltri... Non succederà niente, o meglio, niente di grave... è solo una delle tante opportunità che quotidianamente si perdonano... La sola cosa che succederà se la inoltrerai è che qualcuno potrà sorridere nel riceverla... Qualche tempo fa quando un gelato costava molto meno di oggi, un bambino di dieci anni entrò in un bar e si sedette al tavolino. Una cameriera gli portò un bicchiere d'acqua. "Quanto costa un Sundae?" chiese il bambino. "Cinquanta centesimi" rispose la cameriera. Il bambino prese delle monete dalla tasca e cominciò a contarle. " "Bene, quanto costa un gelato semplice?". In quel momento c'erano altre persone che aspettavano e la ragazza cominciava un po' a perdere la pazienza. "35 centesimi!" gli rispose la ragazza in maniera brusca. Il bambino contò le monete ancora una volta e disse: "Allora mi porti un gelato semplice!". La cameriera gli portò il gelato e il conto. Il bambino finì il suo gelato, pagò il conto alla cassa e uscì. Quando la cameriera tornò al tavolo per pulirlo cominciò a piangere perché lì, ad un angolo del piatto, c'erano 15 centesimi di mancia per lei. Il bambino non chiese il Sundae per riservare la mancia alla cameriera. In una notte di pioggia c'era una signora di colore, al lato della strada, il temporale era tremendo. La sua auto era in panne ed aveva disperatamente bisogno di aiuto. Completamente inzuppata cominciò a fare segnali alle auto che passavano. Un giovane bianco, come se non conoscesse i conflitti razziali che laceravano gli Stati Uniti negli anni '60, si fermò per aiutarla. Il ragazzo la portò in un luogo protetto, le procurò un meccanico e chiamò un taxi per lei. La donna sembrava avere davvero molta fretta, ma riuscì ad annotarsi l'indirizzo del suo soccorritore e a ringraziarlo. Passati sette giorni, bussarono alla porta del ragazzo. Con sua grande sorpresa era un corriere che gli consegnò un enorme pacco contenente una grande TV a colori, accompagnata da un biglietto che diceva: "Molte grazie per avermi aiutata in quella strada, quella notte. La pioggia aveva inzuppato i miei vestiti come il mio spirito e in quel momento è apparso Lei. Grazie a Lei sono riuscita ad arrivare al capezzale di mio marito moribondo poco prima che se ne andasse. Dio la benedica per avermi aiutato. Sinceramente, Mrs. King Cole" Dopo qualche mese alla facoltà di medicina, il professore ci diede un questionario. Essendo un buon alunno risposi prontamente a tutte le domande fino a quando arrivai all'ultima che era: "Qual è il nome di battesimo della donna delle pulizie della scuola?" Sinceramente mi pareva proprio uno scherzo. Avevo visto quella donna molte volte, era alta, capelli scuri, avrà avuto i suoi cinquant'anni, ma come avrei potuto sapere il suo nome di battesimo? Consegnai il mio test lasciando questa risposta in bianco e, poco prima che finisse la lezione, un alunno domandò se l'ultima domanda del test avrebbe contato ai fini del voto. "E' chiaro!", rispose il professore. "Nella vostra carriera voi incontrerete molte persone. Hanno tutte il loro grado d'importanza. Esse meritano la vostra attenzione, anche con un semplice sorriso o un semplice ciao". Non dimenticai mai questa lezione ed imparai che il nome di battesimo della nostra donna delle pulizie era Mariana. Racconta un 'antica storia che ... ... agli inizi del mondo, appena dopo che fu creata l'umanità, un uomo e un cane si trovarono insieme a passeggiare in un prato; un fulmine improvviso li colpì entrambi lasciandoli a terra morti. Un dio si trovò passare per caso e decise di riportare in vita le due creature. Il cuore dell'uomo era rovinato mentre quello del cane era ancora intatto; il dio prese il cuore del cane e lo trapiantò nel petto dell'uomo che riprese a vivere. Il dio impastò poi della creta e fece un cuore nuovo al cane che, subito tornato in vita, scodinzolò contento per ringraziare il dio. L'uomo invece non ringraziò neppure e se ne andò via. E' per questo che gli uomini sono così malvagi: hanno il cuore che era stato destinato in origine ai cani. La scienza nel suo lavoro persegue il fine di penetrare la realtà col pensiero e di portare per mezzo di leggi un ordine nella molteplicità delle manifestazioni. Vengono quindi ideate teorie il cui scopo è quello di abbracciare nel modo migliore la realtà. Ogni teoria è, nel momento in cui viene ideata, un'immagine della coscienza del suo inventore. Continuando a ricercare, la coscienza si evolve però ulteriormente e fa ben presto apparire troppo stretta la teoria esposta, così che si presenta la necessità di una teoria nuova, più vasta, e così via. Fatalmente quindi, col progressivo ampliamento della coscienza dell'umanità ogni teoria prima o poi viene superata e deve lasciare il posto a conoscenze nuove. Poiché la verità di oggi è l’errore di domani. tratto da "Il destino come scelta Psicologia Esoterica" di THORWALD DETHLEFSEN Dal Diario di TREVOR Caro diario,un paio di giorni fa al telegiornale parlavano di un ragazzino in Inghilterra che ha una strana malattia... Pare che non senta il dolore fisico. Perciò porta sempre un casco e imbottiture sui gomiti e sulle ginocchia, altrimenti potrebbe farsi male. Senza accorgersene. All'inizio ho pensato "Però, che fortuna!" Ma a ripensarci non ne sono più così sicuro. Una volta quand'ero piccolo ho chiesto a mia madre perché esiste il dolore. Cioè, a che cosa serve? Lei ha risposto che il dolore insegna, per esempio, che non bisogna appoggiare le mani su una stufa bollente. Il dolore serve a insegnarci. Beh, adesso sono grande, e ho capito una cosa. Credo che anche mia madre abbia questa strana malattia. Ma dentro, nel cuore. È come se mia madre continuasse a toccare una stufa bollente, senza capire che si scorterà. Si fa del male senza accorgersene. Vorrei poterla aiutare. tratto da: "La Formula del CUORE" di Catherine Ryan Hyde Un soldato che si chiamava Nobushige andò da Hahlin e gli domandò: "C'è davvero un paradiso e un inferno?" "Chi sei?" volle sapere Hakuin. "Sono un samurai" rispose il guerriero. "Tu un soldato!" rispose Hakuin. "Quale governante ti vorrebbe come sua guardia? Hai una faccia da accattone!" Nobushige montò così in collera che fece per snudare la spada. Ma Hakuin continuò: "Sicché hai una spada! Come niente la tua arma è troppo smussata per tagliarmi la testa". Mentre Nobushige snudava la spada, Hakuin osservò: "Qui si aprono le porte dell'inferno!". A queste parole il samurai, comprendendo l'insegnamento del maestro, rimise la spada nel fodero e fece un inchino. "Ora si aprono le porte del paradiso" disse Hakuin. Nyogen Senzaki e Pauls Reps (a cura di), "101 storie Zen", Adelphi, Milano, 1987 Una volta Madre Teresa di Calcutta inviò ad un giornalista un biglietto al quale aveva allegato "Cinque chicchi di riso"; erano un simbolo e recitavano così: 1. il frutto del silenzio è la preghiera; 2. il frutto della preghiera è la fede; 3. il frutto della fede è l'amore; 4. il frutto dell'amore è il servizio; 5. il frutto del servizio è la pace. LE REGOLE PER ESSERE UMANI (Anonimo) 1. Riceverai un corpo. Potrai amarlo o detestano, ma sarà tuo per l’intero periodo di questa vita. 2. Prenderai lezioni. Sei iscritto a una scuola informale a tempo pieno chiamata Vita. Ogni giorno in questa scuola avrai occasione di prendere lezioni. Le lezioni potranno piacerti oppure potrai considerarle irrilevanti e stupide. 3. Non vi sono errori, soltanto lezioni. La crescita è un procedimento per tentativi: è sperimentazione. Gli esperimenti "falliti" fanno parte del procedimento tanto quanto l’esperimento che alla fine "funziona". 4. Una lezione viene ripetuta fino all’apprendimento. Una lezione ti sarà presentata sotto varie forme finché la imparerai. Una volta appresa questa, potrai passare alla lezione successiva. 5. Non si finisce mai di imparare. Non vi è parte della vita che non contenga le sue lezioni. Finché vivrai ci saranno lezioni da apprendere. 6. "Lì" non è meglio di "qui". Quando il tuo "lì" sarà diventato un "qui", semplicemente otterrai un altro "lì" che di nuovo sembrerà migliore di "qui". 7. Gli altri sono semplicemente specchi di te. Non puoi amare od odiare qualcosa di un altra persona finché ciò non riflette qualcosa che ami od odi di te stesso. 8. Spetta a te decidere cosa fare. Hai tutti gli strumenti e le risorse di cui hai bisogno. Spetta a te decidere cosa farne. La scelta è tua. 9. Le risposte risiedono dentro di te. Le risposte alle domande della Vita risiedono dentro di te. Tutto ciò che ti serve è guardare, ascoltare e avere fiducia. 10. Dimenticherai tutto questo. 11. Puoi ricordartelo ogni volta che vuoi. ... "In sostanza si impone al giovane "comunista" di essere essenzialmente umano, ... Così iniziava il messaggio originale, non "epurato" (da me) ... E' uno stralcio da una delle ultime lettere scritte ai suoi figli e dalla quale avevo tolto la parola comunista, in quanto mi sembrava troppo limitante perché ritengo che certi valori vanno oltre le etichette, le fazioni o gli schieramenti: sono talmente vere che divengono universali. Chi è l'autore? Guarda sotto! Vi invito a fare un attimo mente locale e pensare chi potrebbe aver esprimere un concetto di questo tipo: vi ricordo "illustri precedenti": "E sarebbero venuti loro" (ve ne ricordate?) è una canzone di ... Vasco Rossi ! ! ! Si, si, proprio lui. Il discorso sul "mistero" ... di Albert Einstein ! Quest'ultima, a quale categoria di uomini potrebbe appartenere? L'avete pensato? Scartatela e pensate a tutt'altro ! ! ! ! ! (*) L'autore è ... El Che, ucciso il 9 ottobre 1967, e la lettera è dell'aprile del 1965. "Il più bel sentimento che si può provocare è il senso del mistero. E' questa la fonte di ogni arte genuina, di ogni vera scienza. Colui che non ha mai conosciuto questa emozione, che non possiede il dono di meravigliarsi e di estasiarsi, tanto varrebbe che fosse morto: i suoi occhi sono chiusi" Queste parole non sono di un'artista o di un poeta ma di Albert Einstein, uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, che evidentemente ben sapeva quanto per l'uomo fosse importante la consapevolezza di quell'ignoto che ci consente di misurare i nostri limiti, spingendoci verso altri confini, oltre i quali vive la scienza, con le sue certezze e i suoi dubbi. tratto da "Il segreto dei teschi di cristallo" di Jon Ropper - ed. Piemme il quintalogo 1 Dare sempre ad un altro l’occasione di spiegarsi, anche quando sembra tutto chiaro e che io abbia ragione; 2 Ricordare sempre che quando sono arrabbiato sbaglio, sto usando male le mie energie e perciò proibirmi di fare qualsiasi ragionamento mentre lo sia; 3 Ricordare sempre che quando una persona (io od altri) si comporta "male" è soltanto indice del suo malessere e perciò un sintomo, e che ciascuno ha le sue proprie forme di manifestare questo malessere, e perciò chi si comporta "male" non fa altro che chiedere aiuto! e ne ha diritto!! ; 4 Imparare che il perdono è un dono che faccio a me stesso e non un favore che faccio ad altri … …; 5 Provare a perdonare (me od altri) soprattutto quando hanno torto marcio! e perdonare me quando non ci riesco ancora. (L.H.) Anni fa una cara amica (scusatemi, ma che ci posso fare se ho più amiche che amici?) prima di lasciare l'Italia per rientrare al suo paese mi lasciò in regalo quello che lei chiamava il "quintalogo" (forma scherzosa di chiamare un "decalogo" di cinque regole invece che di dieci). Fu un dono prezioso che ogni tanto vado a rileggermi. Mi è stato prezioso negli anni e tutte le volte che non l'ho seguito me ne sono dovuto pentire. Gandalf Gli idioti sono molto, molto chiari – chiari nel senso che non hanno l’intelligenza per avvertire la confusione. Per sentirsi confusi è necessaria una grande intelligenza. Solo gli intelligenti si sentono confusi, i mediocri continuano a muoversi nella vita sorridendo, ridendo, accumulando denaro, lottando per più potere e più fama. Se li vedi, potresti sentirti un po’ geloso; sembrano così fiduciosi, sembrano perfino felici. STORIELLA INDIANA: Il mio amico aprì il cassetto del comodino di sua moglie e ne estrasse un pacchetto, avvolto in carta di riso: "Questo – disse - non è un semplice pacchetto, è biancheria intima". Gettò la carta che lo avvolgeva e osservò la seta squisita e il merletto. "Lo comprò la prima volta che andammo a New York ,8 o 9 anni fa". "Non lo usò mai. Lo conservava per 'un'occasione speciale." "Bene. Credo che questa sia l'occasione giusta". Si avvicinò al letto e collocò il capo vicino alle altre cose che avrebbe portato alle pompe funebri. Sua moglie era appena morta. Girandosi verso di me disse: "non conservare niente per un'occasione speciale, ogni giorno che vivi è un'occasione speciale." Sto ancora pensando a queste parole che hanno cambiato la mia vita. Adesso leggo di più e pulisco di meno. Mi siedo in terrazzo e ammiro il paesaggio senza fare caso alle erbacce del giardino. Passo più tempo con la mia famiglia e gli amici e meno tempo lavorando. Ho capito che la vita deve essere un insieme di esperienze da godere, non per sopravvivere. Ormai non conservo nulla. Uso i miei bicchieri di cristallo tutti i giorni. Mi metto la giacca nuova per andare al supermercato, se decido così e ne ho voglia. Ormai non conservo il mio miglior profumo per feste speciali, lo uso ogni volta che voglio farlo. Le frasi "un giorno..." e "uno di questi giorni" stanno scomparendo dal mio vocabolario, se vale la pena vederlo, ascoltarlo o farlo adesso. Non sono sicuro di cosa avrebbe fatto la moglie del mio amico, se avesse saputo che non sarebbe stata qui per il domani che tutti prendiamo tanto alla leggera. Credo che avrebbe chiamato i suoi familiari e gli amici intimi. Magari avrebbe chiamato alcuni vecchi amici per scusarsi e fare la pace per una possibile lite passata. Mi piace pensare che sarebbe andata a mangiare cibo cinese, il suo preferito. Sono queste piccole cose non fatte che mi infastidirebbero, se sapessi che le mie ore sono contate. Infastidito perché smisi di vedere buoni amici con i quali mi sarei messo in contatto "un giorno". Infastidito perché non scrissi certe lettere che avevo intenzione di scrivere "uno di questi giorni". Infastidito e triste perché non dissi ai miei fratelli e ai miei figli, con sufficiente frequenza, quanto li amo. Adesso cerco di non ritardare, trattenere o conservare niente che aggiungerebbe risate ed allegria alle nostre vite. E ogni giorno dico a me stesso che questo è un giorno speciale. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto... è speciale. Un alto dignitario si trovò un giorno a dover attraversare un fiume su un traghetto. Non sapeva nuotare ed era la prima volta in vita sua che saliva su una barca. Arrivati in mezzo al fiume il dignitario fu preso dal panico, pallido di terrore afferrò il braccio del barcaiolo e si mise a gridare: "Salvami! Sento che sono sul punto di morire annegato!". Il barcaiolo lo afferrò e lo gettò in acqua. Tenendolo per i capelli lo immerse e lo tirò su alcune volte poi lo fece risalire sulla barca. Quando l'altro si fu ripreso gli domandò: "Va meglio adesso?". "Meglio, molto meglio!" rispose l'altro. Il barcaiolo commentò: "Chi non ha mai viaggiato a piedi non può apprezzare un cavallo, chi non è mai caduto in acqua non può apprezzare una barca, chi non ha mai patito la fame non può apprezzare la bontà del cibo". Rosencruz "L’origine del movimento rosacrociano risale agli inizi del Seicento quando un pastore protestante J. V. Andreae (1586-1654) pubblicò alcuni opuscoli dedicati a un utopistico progetto di fratellanza universale e narrò la vita di un grande iniziato, Christian Rosenkreutz, il mitico fondatore della Rosacroce. Secondo la leggenda, egli avrebbe portato dall'Oriente un libro contenente riti e formule che, debitamente applicati, avrebbero gettato le basi per la costruzione di un grande progetto umanitario. A queste opere si ispirarono pensatori di varia estrazione intellettuale; prese così il via la letteratura rosacrociana , che mescolava idee politiche estremamente liberali con antiche dottrine esoteriche (qabbalah, alchimia, neo-platonismo) miranti a restaurare nell'animo umano uno stato di innocenza e perfezione spirituale. Le idee rosacrociane si diffusero in tutta Europa e, sul finire del Settecento, in Inghilterra, vennero accolte all'interno della Massoneria, dove diedero vita al mito della "Tradizione Segreta". Tra i secoli XVIII-XIX, assieme all'espansione della Massoneria avvenne la proliferazione di fratellanze rosacrociane in Europa e America. La bibliografia sui movimenti rosacrociani è vastissima. Citiamo soltanto F. Yates, L'illuminismo dei Rosacroce, trad. it. Einaudi, Torino, 1976, e, con particolare riguardo all'argomento che stiamo trattando, Ch. Mcintosh, I Rosacroce, trad. it. Convivio, Firenze, 1989." La Voce Interiore Dovete credere solo a voi stessi. Dovete cercare di ascoltare la Voce Interiore. Usate pure l'espressione "dettami della ragione", se non volete scomodare Dio, giacché, fortunatamente, non c'è nessuno e niente altro che Dio in questo universo. Gandhi Se la goccia d'acqua dicesse:"Non è una goccia d'acqua che può fare un fiume Non ci sarebbero gli oceani" Se l'uomo dicesse: "Non è un gesto d'amore che può rendere felici e cambiare il destino del mondo Non ci sarebbero mai né giustizia, né pace, né felicità sulla terra degli uomini". Dopo aver ascoltato, il giovane guardò il suo cuore, che non era più "il cuore più bello del mondo", eppure lo trovava più meraviglioso che mai: perché l'amore del vecchio ora scorreva dentro di lui. DIO non può amare in noi - diceva - che il consenso a ritirarci per lasciarlo passare, così come Lui stesso creatore, si è ritirato per lasciarci passare. Questa doppia operazione non ha altro significato che l' amore, così come il padre dà al bambino ciò che permetterà al bambino di fargli un regalo il giorno del suo compleanno. DIO mi ha dato l' essere perché io glielo renda. di Simone Weil : C'era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone: diceva di avere il cuore più bello del mondo, o quantomeno della vallata. Tutti quanti glielo ammiravano: era davvero perfetto, senza alcun minimo difetto. Erano tutti concordi nell'ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane s'insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso. All'improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio, che emergendo dalla folla disse: "Beh, a dire il vero... Il tuo cuore è molto meno bello del mio." Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti: della folla, e del ragazzo. Certo, quel cuore batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici. C'erano zone dove dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene, così il cuore risultava tutto bitorzoluto. Per giunta, era pieno di grossi buchi dove mancavano interi pezzi. Così tutti quanti osservavano il vecchio, colmi di perplessità, domandandosi come potesse affermare che il suo cuore fosse bello. Il giovane guardò com'era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere: "Starai scherzando!", disse."Confronta il tuo cuore col mio: il mio è perfetto, mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime." "E' vero!", ammise il vecchio. "Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai cambio col mio. Vedi, ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel'ho dato, e spesso ne ho ricevuto in cambio un pezzo del loro cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio cuore. Ma, certo, ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi e così ho qualche bitorzolo, a cui però sono affezionato: ciascuno mi ricorda l'amore che ho condiviso! Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: questo ti spiega le voragini. Amare è rischioso, certo, ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l'amore che ho provato anche per queste persone...e chissà? Forse un giorno ritorneranno, e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro. Comprendi, adesso, che cosa significa avere il cuore più bello del mondo?" Il giovane era rimasto senza parole, e lacrime copiose gli rigavano il volto. Prese un pezzo del proprio cuore, andò incontro al vecchio, e gliel'offrì con le mani che tremavano. Il vecchio lo accettò, lo mise nel suo cuore, poi prese un pezzo del suo vecchio cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane. Ci entrava, ma non combaciava perfettamente , faceva un piccolo bitorzolo. Poi il vecchio aggiunse: "Se la nota musicale dicesse:" Non è la nota che fa la musica..." Non ci sarebbero le sinfonie. Se la parola dicesse:"Non è una parola che può fare una pagina..." Non ci sarebbero i libri. Se la pietra dicesse: "Non è una pietra che può alzare un muro... Non ci sarebbero case" ECCO L' UOMO - ECCE HOMO Quanto a noi, cosa ci resta da fare ? Una cosa : quella di chiedere che Cristo si degni di riprodurre in noi questa immagine dell' uomo doppio ed uno in Lui, doppio senza dissociazione, uno senza assorbimento. Perch‚ ciò che è impossibile alla nostra libertà è possibile a colui che, col suo sangue, riconcilia le parti separate dell' essere e della storia : che fa UTRAQUE UNUM , come dice S. Paolo, " dei due fa una cosa sola ". La cultura cattolica e quella laica sono entrambe entrate in crisi perché, soprattutto in campo scientifico, abbiamo alcune novità di fronte alle quali sia il mondo laico sia quello cattolico debbono misurarsi, ciascuno con la propria storia, il proprio bagaglio esistenziale: la ricerca della verità non termina mai" P. Flavio R. Carraro, Vescovo di Verona Io non ti darò alcuna certezza. Ti darò chiarezza, non certezza. La chiarezza trova sempre la sua via attraverso la confusione, non le è antagonista. ... posso prometterti solo una cosa, che avrai chiarezza. Ci sarà chiarezza, trasparenza, sarai capace di vedere le cose come sono. Non sarai né confuso né certo. La certezza e la confusione sono i due lati della stessa medaglia. Però... Be', non riuscivo proprio a cancellare mamma dalla mia memoria e dai miei pensieri. Credo che sia praticamente impossibile farlo, quando si tratta di un genitore, di un fratello o di una sorella; il legame che unisce i parenti stretti può essere troncato, ma le estremità recise, nei giorni di burrasca, tendono a schiaffeggiarti il viso. tratto da “Un pugno di cenere” di Elizabeth George Un professore di filosofia, in piedi davanti alla sua classe, prese un grosso vasetto di marmellata vuoto e cominciò a riempirlo con dei sassi di circa 3 cm. di diametro. Una volta fatto chiese agli studenti se il contenitore fosse pieno ed essi risposero di sì. Allora il Professore tirò fuori una scatola piena di piselli, li versò dentro il vasetto e lo scosse delicatamente. Ovviamente i piselli si infilarono nei vuoti lasciati tra i vari sassi. Ancora una volta il Professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno ed essi, ancora una volta, dissero di sì. Allora il Professore tirò fuori una scatola piena di sabbia e la versò dentro il vasetto. Ovviamente la sabbia riempì ogni altro spazio vuoto lasciato e coprì tutto. Ancora una volta il Professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno e anche questa volta essi risposero di sì, senza dubbio alcuno. Allora il Professore tirò fuori, da sotto la scrivania, 2 lattine di birra e le versò completamente dentro il vasetto, inzuppando la sabbia. Gli studenti risero. "Ora," disse il Professore non appena svanirono le risate, "voglio che voi capiate che questo vasetto rappresenta la vostra vita. I sassi sono le cose importanti - la vostra famiglia, i vostri amici, la vostra salute, i vostri figli - le cose per le quali se tutto il resto fosse perso, la vostra vita sarebbe ancora piena. I piselli sono le altre cose per voi importanti: come il vostro lavoro, la vostra casa, la vostra auto. La sabbia è tutto il resto … le piccole cose." "Se mettete dentro il vasetto per prima la sabbia," continuò il Professore" non ci sarebbe spazio per i piselli e per i sassi. Lo stesso vale per la vostra vita. Se dedicate tutto il vostro tempo e le vostre energie alle piccole cose, non avrete spazio per le cose che per voi sono importanti. Dedicatevi alle cose che vi rendono felici: giocate con i vostri figli, portate il vostro partner al cinema, uscite con gli amici. Ci sarà sempre tempo per lavorare, pulire la casa, lavare l'auto. Prendetevi cura dei sassi; prima le cose che contano veramente. Fissate le vostre priorità il resto è solo sabbia. Una studentessa allora alzò la mano e chiese al Professore cosa rappresentasse la birra. Il Professore sorrise. "Sono contento che me l'abbia chiesto. Era giusto per dimostrarvi che non importa quanto piena possa essere la vostra vita, perché c'è sempre spazio per un paio di birre." Il grande filosofo tedesco Arthur Schopenhauer, nella sua magnifica opera “I due problemi fondamentali dell'etica” (1841), tratta di questa esperienza spirituale e trascendentale. Come può essere, egli si domanda, che un individuo si dimentichi di se stesso e della propria incolumità e arrivi al punto di mettere a repentaglio la sua stessa vita per salvare un altro dalla morte o dal dolore? Come se la vita o il dolore dell'altro fossero la sua stessa vita o il suo stesso dolore? Un simile comportamento, risponde Schopenhauer, nasce da un istintivo riconoscimento della verità che lui e l'altro sono di fatto un unico essere. Quell'uomo, cioè, è stato spinto ad agire non dalla consapevolezza di se stesso, secondaria e inferiore, come essere separato dagli altri, ma dall'improvvisa intuizione di una verità più grande e superiore, e cioè che noi tutti siamo una cosa sola nel fondamento del nostro essere. Schopenhauer chiama questa motivazione "pietà", e la identifica come l'unica e sola forza ispiratrice di un'azione intrinsecamente morale; essa si trova, secondo la sua visione, in un'intuizione metafisicamente valida. Per un attimo, l'individuo diventa capace di ignorare se stesso, di spingersi oltre i propri limiti individuali, oltre i confini del' "io" tratto da “Miti per vivere” di Joseph Campbell LE COSE NON SEMPRE SONO CIÒ CHE SEMBRANO Due angeli viaggiatori si fermarono per la notte nella casa di una famiglia molto facoltosa. La famiglia era rude e non consentì loro di fermarsi nella stanza degli ospiti della villa. Invece venne dato loro un piccolo spazio nella cantina fredda della casa. Mentre sistemavano i letti sul pavimento, l’Angelo più anziano vide una fessura nel muro e la sistemò. Quando l’Angelo più giovane chiese il perché, quello più anziano rispose, "Le Cose non sempre sono ciò che sembrano” La notte successiva, gli angeli andarono a riposare nella casa di una coppia molto povera, ma l’uomo e sua moglie erano molto ospitali. Dopo aver condiviso il poco cibo che la famiglia possedeva, la coppia permise agli Angeli di dormire nel loro letto dove avrebbero potuto avere una buona notte di riposo. Quando si svegliarono il giorno successivo, gli Angeli trovarono in lacrime il signore e sua moglie. L’unica mucca che possedevano, il cui latte era la loro unica entrata di soldi, giaceva morta nel campo. L’Angelo più giovane era furibondo e chiese all’Angelo più anziano, “come hai potuto permettere che accadesse? Il primo uomo aveva tutto e tu l’hai aiutato; la seconda famiglia aveva poche cose, ma era disposta a condividerle, e tu hai permesso che la loro mucca morisse”. "Le Cose non sempre sono ciò che sembrano” ripose l’Angelo più anziano. "Quando eravamo nella cantina di quella villa, ho notato che c’era dell’oro nascosto in quel buco del muro. Dato che il proprietario era ossessionato dai soldi, ho chiuso il buco così da non permettere più loro di trovare l’oro." "Questa notte, mentre dormivamo nel letto della famiglia povera, l’angelo della morte venne in cerca della moglie del contadino e io gli ho dato la mucca. Le Cose non sempre sono ciò che sembrano” A volte è esattamente questo ciò che accade quando le cose volevamo… non sono come le Alcune persone arrivano nelle nostre vite e se ne vanno rapidamente… oooO ( ) Alcune persone \ ( Ci diventano amiche e \_) Rimango con noi del tempo Lasciando bellissime orme Nei nostri cuori... oooO ( ) e non saremo più come prima perché abbiamo avuto \ ( un buon amico!! \_ ) Ieri è storia. Domani, un mistero. Oggi è un regalo. Ed è per questo che si chiama presente! Credo che la vita sia speciale...vivila e assapora ogni momento... Qual è l’etimologia del nome Prometeo? Significa “prevedere”, “prevenire”. … secondo la tradizione classica, fu il civilizzatore dell'umanità, che donò a essa il linguaggio, la filosofia, la matematica, consentendo l'emancipazione dalla barbarie. Questo era il senso del suo dono: luce, illuminazione, conoscenza; rendere visibile ciò che era occultato nell'ombra. Questo titano commise scientemente un crimine per portare il fuoco ai mortali e per istruirli sul modo di usarlo. Fu un tradimento! Prometeo minacciava di portare gli umani alla pari con gli dei! Così facendo, però, diede origine alla civiltà. tratto da “L’inganno di Pomerteo” di Robert Ludlum … polpettone che sconsiglio di leggere ! Buddha disse: "Io considero la posizione dei re e dei governanti come quella dei granelli di polvere. Osservo tesori di oro e di gemme come se fossero mattoni e ciottoli. Guardo le più belle vesti di seta come cenci strappati. Vedo le miriadi di mondi dell'universo come i piccoli semi di un frutto, e il più grande lago dell'India come una goccia d'olio sul mio piede. Mi accorgo che gli insegnamenti del mondo sono l'illusione di maghi. Distinguo il più elevato concetto di emancipazione come un broccato d'oro di un sogno, e considero il sacro concetto degli illuminati come fiori che si schiudono ai nostri occhi. Vedo la meditazione come il pilastro di una montagna, il Nirvana come un incubo delle ore diurne. Considero il giudizio del bene e del male come la danza serpentina di un drago, e il sorgere e il tramontare delle credenze come null'altro che le tracce lasciate dalle quattro stagioni". Zi Qin chiese al suo maestro Mozi: "Maestro, nel parlare molto c'è qualcosa di buono?". "Che cosa vuoi che ci sia di buono nel parlare molto?" rispose Mozi. "Prendi ad esempio un rospo in uno stagno: gracida continuamente giorno e notte fino a farsi seccare la lingua e la gola, eppure nessuno gli presta la minima attenzione. Il gallo nel pollaio, invece, canta solo due o tre volte al mattino e tutti lo ascoltano perché vuol dire che si inizia il giorno. Bisogna parlare solo quando occorre." Ikkyu, il maestro di Zen, era molto intelligente anche da bambino. Il suo insegnante aveva una preziosa tazza da tè, un oggetto antico e raro. Sfortunatamente Ikkyu ruppe questa tazza e ne fu molto imbarazzato. Sentendo i passi dell'insegnante, nascose i cocci della tazza dietro la schiena. Quando comparve il maestro, Ikkyu gli domandò: "Perché la gente deve morire?". "Questo è naturale" spiegò il vecchio. "Ogni cosa deve morire e deve vivere per il tempo che le è destinato". Ikkyu, mostrando la tazza rotta, disse: "Per la sua tazza era venuto il tempo di morire". Il vostro amico è il vostro bisogno saziato. È il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza. [...] Quando vi separate dall'amico, non rattristatevi; la sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate, come allo scalatore la montagna è più chiara dalla pianura. Kahlil Gibran Un amico è colui al quale puoi rivelare i contenuti del tuo cuore, ogni grano e granello, sapendo che le mani più gentili li passeranno al setaccio e che solo le cose di valore verranno conservate, tutto il resto verrà scartato con un soffio gentile. Proverbio arabo Passa tranquillamente tra il rumore e la fretta, e ricorda quanta pace può esserci nel silenzio: Dì la verità con calma e chiarezza; e ascolta gli altri, anche i noiosi e gli ignoranti; anche loro hanno una storia da raccontare. Antica Chiesa di San Paolo - Baltimora,1692 Amiche Abbiamo bisogno di una giornata dell'amicizia-fra-donne! Se ricevi questa mail più di una volta vuol dire che sei piena di amiche! Buona giornata dell'amicizia femminile! Le belle giornate sono anche migliori quando vengono condivise! Una lunga e buona chiacchierata può curare quasi ogni cosa. Ogni donna ha bisogno di qualcuno con cui condividere i suoi segreti. Saper ascoltare è importante quanto parlare. Un'amica che ti capisce è molto meglio di uno psicologo; ..e molto più economico! I sorrisi rendono il mondo un posto veramente bello. Gli amici sono come il vino; migliorano invecchiando!!! Ci sono volte in cui abbiamo bisogno solo di una spalla su cui piangere... Le grandi menti si somigliano, specialmente se sono donne! Quando si parla di legami affettivi le donne sanno cosa vuol dire e si comportano meglio. NON SI E’ MAI TROPPO VECCHIE PER UN PIGIAMA-PARTY!!!! E' importante trovare sempre il tempo di fare un po' di "cose da donne". Le calorie non contano quando sei a pranzo con le tue amiche!!! Le gemme possono essere preziose, ma l'amicizia non ha prezzo!!!!! L'uomo può vivere solamente nella società e il dovere di lui … collocato da Dio … come un toro davanti all'armento, consiste essenzialmente nel passare «da un'azione utile a tutti ad un'altra azione utile a tutti » Marco Aurelio Non sto dicendo nulla di nuovo: dico anzi cose ben note agli stessi teologi cristiani e cattolici. Nella più accreditata delle edizioni canoniche oggi disponibile delle Sacre Scritture, quella della Bibbia di Gerusalemme, la Introduzione ai Vangeli ammette: «Non si deve però dire che ogni fatto o detto da loro riferito può essere preso per una riproduzione rigorosamente esatta di ciò che è successo nella realtà». Mario Alighiero Manacorda "Non siamo uguali, è inutile raccontarsi frottole. Il che non significa che uno sia superiore all'altro, solo che l'uguaglianza viene spesso travisata. Ciascuno dei due sessi possiede punti di forza e di debolezza. Bisognerebbe riconoscere rispettare le differenze, e non sfruttarle, come stato fatto in passato. (pg. 267) "Non si può mai sapere abbastanza di nessun argomento. Non essere mai soddisfatti di quello che sai e non accettare una teoria senza porsi domande. Non lasciare che qualcun altro pensi al posto tuo. (pg. 272) "Abbiate fede. [...] Se crederete, avrete già fatto metà della fatica. Dovete essere capaci di vedere già voi stessi mentre completate l'opera che vi siete prefissi di portare a termine, altrimenti non preoccupatevi neppure di iniziarla. (pg. 313) … mi ricorda molto il Metodo Silva. Gandalf “Il danno è fatto. [...] A volte [...] dispiacersi (Gandalf: o “rammaricarsi” … vi ricorda qualcuno?) non è sufficiente.” (pg. 343) tratto da “Galaspia” di S. e J. Guptara Mi hanno fatto capire che il mondo è bello se noi siamo belli, e che non si può ottenere niente senza donare, e che bisogna donare senza pretendere di ricevere. Forse noi tutti diamo il nostro cuore senza spirito critico a coloro che in cambio quasi non pensano a noi. di T. H. WHITE "RE IN ETERNO" DIO non può amare in noi - diceva - che il consenso a ritirarci per lasciarlo passare, così come Lui stesso creatore, si è ritirato per lasciarci passare. Questa doppia operazione non ha altro significato che l’amore, così come il padre dà al bambino ciò che permetterà al bambino di fargli un regalo il giorno del suo compleanno. DIO mi ha dato l’essere perché io glielo renda. di Simone Weil Aspetti principali della legge di CAUSA - EFFETTO: Ogni attività promossa o indotta o liberamente avviata reca con sé un effetto. Tale principio vale per il mondo fisico, per quello delle sensazioni, per quello del pensiero. L’effetto è della stessa natura della causa e strettamente legato ad essa. Si creano cause tanto volontariamente che involontariamente, perché l’accadere dell’effetto non è subordinato alla consapevole consumazione della causa. L’effetto ricade su chi ha mosso la causa. L’effetto ricade con fine di dare coscienza al soggetto che lo promosse. L’effetto ricade quando il soggetto è pronto a comprendere, cioè quando il soggetto, dall’effetto, trova la coscienza che gli mancava. “ECCE HOMO” (ECCO L’UOMO) Quanto a noi, cosa ci resta da fare ? Una cosa: quella di chiedere che Cristo si degni di riprodurre in noi questa immagine dell’uomo doppio ed uno in Lui, doppio senza dissociazione, uno senza assorbimento. Perché‚ ciò che è impossibile alla nostra libertà è possibile a colui che, col suo sangue, riconcilia le parti separate dell’essere e della storia : che fa UTRAQUE UNUM (dei due fa una cosa sola ), come dice S. Paolo . L'insegnamento dell'anima. Rabbi Pinhàs citava spesso la massima: "L'anima dell'uomo gli insegnerà" e la ribadiva dicendo: "Non vi è uomo a cui l'anima non insegni continuamente". Una volta i discepoli gli chiesero: "Se è così perché l'uomo non l'ascolta?" "Continuamente l'anima insegna" rispose loro Rabbi Pinhàs "ma non ripete mai." La preghiera è una cosa, e la contemplazione un'altra, benché la preghiera e la contemplazione si generino a vicenda. La preghiera è il seme, la contemplazione il raccolto: il mietitore contempla ammirato l'ineffabile visione delle belle spighe cresciute dai piccoli spogli chicchi che ha seminato. Isacco di Siria Racconti ch’assidici – Hakuin Il maestro di Zen Hakuin era decantato dai vicini per la purezza della sua vita. Accanto a lui abitava una bella ragazza giapponese, i cui genitori avevano un negozio di alimentari. Un giorno, come un fulmine a ciel sereno, i genitori scoprirono che era incinta. La cosa mandò i genitori su tutte le furie. La ragazza non voleva confessare chi fosse l'uomo, ma quando non ne poté più di tutte quelle insistenze, finì coi dire che era stato Hakuin. I genitori furibondi andarono dal maestro. "Ah sì?" disse lui come tutta risposta. Quando il bambino nacque, lo portarono da Hakuin. Ormai lui aveva perso la reputazione, cosa che lo lasciava indifferente, ma si occupò del bambino con grande sollecitudine. Si procurava dai vicini il latte e tutto quello che occorreva al piccolo. Dopo un anno la ragazza madre non resistette più. Disse ai genitori la verità: il vero padre del bambino era un giovanotto che lavorava al mercato del pesce. La madre e il padre della ragazza andarono subito da Hakuin a chiedergli perdono, a fargli tutte le loro scuse e a riprendersi il bambino. Hakuin non fece obiezioni nel cedere il bambino, tutto quello che disse fu: "Ah sì?" Hakuin Una persona con un ideale conosce la via da seguire. Una persona con un grande ideale viaggerà lungo una strada che continuerà a percorrere ad ogni costo. Sarà il suo spirito a guidarla nella giusta direzione. Una persona che ha un ideale per il quale vivere è forte. da "La donna del XXI secolo" In Giappone, un monaco di nome Shinyo si fece gettare sette volte in prigione. Ogni volta che lo liberavano, riprendeva a rubare perché di nuovo lo arrestassero, così da poter impartire il suo insegnamento ai prigionieri, che in effetti ricevettero tutti l'ordinazione monacale. E alla fine i guardiani, commossi e turbati, rilasciarono il maestro e i prigionieri, ora suoi discepoli. Chi vuol trasmettere un vero insegnamento deve saper comprendere l'animo altrui. Maestro Taìsen Dashimaru Uno studente universitario, che era andato a trovare Gasan, gli domandò: "Hai mai letto la Bibbia cristiana?". "No, leggimela tu" disse Gasan. Lo studente aprì la Bibbia e lesse da san Matteo: "E perché ti preoccupi delle vesti? Guarda come crescono i gigli del campo: essi non lavorano e non tessono, eppure io ti dico che neppure Salomone in tutta la sua gloria era abbigliato come uno di loro... perciò non darti pensiero del domani, perché sarà il domani a pensare alle cose...". Gasan osservò: "Chiunque abbia detto queste parole, a me sembra un uomo illuminato". Lo studente continuò a leggere: "Chiedi e ti sarà dato, cerca e troverai, bussa e ti sarà aperto. Perché colui che chiede riceve, e colui che cerca trova, e a colui che bussa verrà aperto". Gasan commentò: "questo è molto bello. Chiunque l'abbia detto, è quasi un Buddha". Padre misericordioso ho sperperato i miei giorni nella speranza di fare tante cose; questa non era nei miei piani. Ma in questo momento la mia preghiera è … vivere i prossimi minuti con onore: per quello che avremmo dovuto pensare e non abbiamo pensato per quello che avremmo dovuto dire e non abbiamo detto per quello che avremmo dovuto fare e non abbiamo fatto io prego te Signore per il perdono. Ma cosa necessita per essere completo? Ciascuno di noi, a un certo punto della vita si rivolge a qualcuno … un padre, un fratello … un Dio e chiede: “Perché sono qui? Cosa sono destinato ad essere?” “È questo tutto ciò che sono ? Non c’è niente di più? … e spera di toccare il suo creatore, per trovare le risposte. Da molto tempo ormai mi fidavo completamente del mio sé sognante, in quanto più saggio del mio sé sveglio; quest'ultimo ha la mente tanto offuscata dalla ragione e dalle cose pratiche ed è così indaffarato a cercar di controllare tutto che talvolta dimentica che il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce. Quando sogno non dimentico mai di fidarmi di me stesso. vivono una vita vuota e priva di un'anima perché si nutrono di popolarità, apprezzamento, lode, di «io sono OK?, tu sei OK?», guardami, stammi vicino, sostienimi, apprezzami; si nutrono di potere, di vittorie. Voi vi nutrite di questo? Se è così siete morti. Avete perso l'anima. Nutritevi di materiali diversi, più sostanziosi. Allora assisterete alla trasformazione. Anthony de Mello La missione di insegnamento del guru è un tentativo di liberare i suoi seguaci da lui. Il guru istruisce i pellegrini nella tradizione di rompere con la tradizione, nel perdersi in modo da potersi ritrovare. Ogni uomo deve attraversare il suo ponte. L'importante è iniziare. Ma, ricordatevi, iniziare non garantisce di per sé il successo ... bisogna anche perseverare. I vostri figli non sono figli vostri. Potete donare loro il vostro amore ma non i vostri pensieri. Poiché hanno pensieri loro propri. Potete dare rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime, giacché le loro anime albergano nella casa del domani, che voi non potete visitare neppure in sogno. Potete tentare di essere come loro, ma non di renderli come voi siete. K. Gibran La marionetta Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi regalasse un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto quello che penso, ma in definitiva penserei tutto quello che dico. Darei valore alle cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano. Dormirei poco, sognerei di più, andrei quando gli altri si fermano, starei sveglio quando gli altri dormono, ascolterei quando gli altri parlano e come gusterei un buon gelato al cioccolato!! Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, vestirei semplicemente, mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente il mio corpo ma anche la mia anima. Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole. Dipingerei con un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di Benedetti e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna. Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle loro spine e il carnoso bacio dei loro petali. Dio mio, se io avessi un pezzo di vita, non lascerei passare un solo giorno senza dire alla gente che amo, che la amo. Convincerei tutti gli uomini e le donne che sono i miei favoriti e vivrei innamorato dell'amore. Agli uomini proverei quanto sbagliano pensando che smettono di innamorarsi quando invecchiano, senza sapere che invecchiano quando smettono di innamorarsi. Ad un bambino darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo. Agli anziani insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con la dimenticanza. Tante cose ho imparato da voi: Uomini! Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scarpata. Ho imparato che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno, per la prima volta, il dito di suo padre, lo tiene stretto per sempre. Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardarne un altro dall'alto al basso solamente quando deve aiutarlo ad alzarsi. Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, ma realmente, non mi serviranno a molto, perché quando mi metteranno dentro quella valigia, infelicemente starò morendo. (erroneamente? maldestramente?) attribuita a Gabriel Garcia Marquez * * per correttezza: Gio 13 luglio 2000 Garcia Marquez: Il testamento è falso! "Ho provato vergogna nel pensare che i lettori potessero immaginarmi autore di tanta banalità". Ha commentato così Gabriel Garcia Marquez il suo testamento, falso, che è circolato in questi giorni sulla stampa internazionale. A far infuriare lo scrittore non è stato solo un apocrifo, ma soprattutto un apocrifo così malscritto e banale. Il "Corriere della Sera" di oggi ricostruisce la vicenda. Molto malato, Marquez avrebbe scritto una poesia-testamento per congedarsi dalla vita: "Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stracci e mi regalasse un tozzo di vita, probabilmente non direi tutto ciò che penso, però, in definitiva, penserei comunque tutto ciò che dico" e poi "Darei valore alle cose non per ciò che valgono ma per ciò che significano". "Disegnerei con un sogno di Van Gogh sulle stelle di un poema di Mario Benedetti e su una canzone di Serrat". Quando il fratello dello scrittore ha letto la poesia sul "Tiempo" di Bogotà ha capito immediatamente che non poteva essere vera. Dopo due mesi, il falso è stato rilanciato dalla rivista "Koyeu Latino America", e poi ieri, sul quotidiano "Liberazione". Il giornalista che ha pubblicato il testamento si è scusato: "ho avuto il racconto da persona fidata". Tutti gli esseri sono fin da principio altrettanti Buddha; è come il ghiaccio e l'acqua: senza l'acqua nessun ghiaccio può esistere. Al di fuori degli esseri senzienti, dove dobbiamo cercare il Buddha? Non sapendo quanto vicina sia la Verità, gli uomini la cercano lontano Sono simili a colui che, in mezzo all'acqua, chiede implorante da bere. Hakuin Un compagno molto più esperto di me mi dice: «Quando i piedi non vogliono più portarti, si cammina sulla testa». Ed è vero. Forse non è nell'ordine naturale delle cose, ma non è meglio camminare sulla testa che pensare con i piedi, come capita spesso? Renè Daumal L'umanità è addormentata, si preoccupa solo di ciò che non serve e vive in un modo sbagliato. Credere di essere superiori a tutto questo è una semplice abitudine, non una religione. Questa "religione" è sciocca .... .... Non cianciare di fronte alla Gente del Sentiero, piuttosto struggiti in solitudine. Hai una religione ed una coscienza invertite se ti trovi capovolto in rapporto alla realtà. Gli uomini si avvolgono la propria rete attorno. I leoni (gli uomini della Via) fanno a pezzi la propria gabbia. Tratto da " IL GIARDINO RECINTATO DELLA VERITA' " del Maestro Sufi Sanai (1131 d.C.) La vita è breve, l'arte è lunga, l'occasione è fugace, l'esperienza è fallace, il giudizio è difficile. Bisogna che non solo il medico sia pronto a fare da sé le cose che debbono essere fatte, ma anche il malato, gli assistenti, le cose esterne. Ippocrate Non si può cambiare nulla … senza prima accettarlo. Jung rileva che "il malato deve imparare non a sbarazzarsi della sua nevrosi bensì a tollerarla. Poiché la malattia non è un peso superfluo e insensato, ma è parte di lui stesso; lui stesso è quell' "altro" che cercavamo sempre di escludere". Se fuggiamo dal male che è in noi stessi, lo facciamo a nostro rischio e pericolo. Non intraprendete il viaggio senza rendervi conto che ”la strada” non è priva di pericoli. Tutto ciò che è buono è costoso, e lo sviluppo della personalità è più costoso di ogni altra cosa. Vi costerà la vostra innocenza, le vostre illusioni, la vostra certezza. Si può raccogliere l'acqua fresca dal ruscello spumeggiante con le palme aperte, traboccanti. Non si può afferrarla e portarla alla bocca coi pugni stretti, malgrado la sete che motiva la nostra azione violenta. Prima che l'uomo possa essere libero, deve innanzitutto scegliere la libertà. Allora comincia il lavoro duro ... rinunciando all'apparenza per avere l'apertura, e alla solitudine per avere la compagnia. L'uomo è stato dotato della ragione e del potere di creare, così che egli potesse aggiungere del suo a quanto gli è stato donato. Ma finora egli non ha mai agito da creatore, ma soltanto da distruttore. Rade al suolo le foreste, prosciuga i fiumi, estingue la flora e la fauna selvatica, altera il clima e abbruttisce la terra ogni giorno di più. Anton Chekhov (1860-1904),"Zio Vanya" La solitudine dell’uomo. Uomo solo, sono millenni che giri intorno al nocciolo dei tuoi problemi, adeguando te stesso ai tuoi bisogni e ai tuoi impulsi, creando complesse teorie per mascherare quanto siano questi bisogni e questi impulsi - peraltro facilmente governabili, se tu davvero lo volessi - a governare te stesso come capricciosi e crudeli padroni. La solitudine dell’uomo e la sua eterna ricerca per annullarla... Quanti romanzi, quante poesie, quante musiche, quante opere d’arte hai creato per giustificare ciò che tu vuoi essere, fino a far affondare le radici della tua stessa tradizione nel mito della solitudine umana, usato come scudo per occultare - inserendola in una falsa cornice di forza d’animo - la tua innata tendenza al vittimismo e all’autocommiserazione più gretta! “L’uomo è solo anche in mezzo alla folla”, dici spesso. E noi ti diciamo che non è così, perché se tu hai saputo vivere, se hai saputo amare la vita e le piccole e grandi cose che ti circondano - dal granello di sabbia tra le tue dita agli immensi abissi degli spazi celesti - non puoi non aver capito che non sei mai solo, che non puoi esserlo perché tutto ciò che esiste intorno a te è stato creato per esserti compagno. Dici anche: “Meglio solo che male accompagnato”. Ed in queste parole sta il perché - il ricorrente perché - della tua solitudine, poiché non è possibile dire con parole più chiare quanto tu voglia essere solo, arrogandoti il diritto di giudicare gli altri, facendo di te stesso il metro di paragone ideale, isolandoti nella tua sciocca superbia senza capire che, diffamando gli altri, ti metti in una posizione d’inferiorità tale che, con qualche ragione in più, dovrebbero essere gli altri ad affermare dite: “Meglio soli che accompagnati da lui”. “L’uomo muore solo”, dici a volte. Quale più immensa bugia, quale più assurdo mito spaventoso potevi creare, quale più anacronistico travisamento della realtà? Tutto ciò che sei riuscito a fare è di avere reso il momento della tua vera nascita un momento fatto di ansia, disperazione, tormento e paura. Non vi è, infatti, momento di tutta la vita in cui tu sia meno solo, perché è proprio in quel momento che riconoscerai di avere almeno avuto, comunque e sempre, accanto a te la più fedele compagna dei tuoi giorni, delle tue ore, dei tuoi secondi: la vita stessa. Ancora dici: “L’uomo è solo davanti a Dio nell’ora del giudizio”. Ed è questa affermazione, così cara ai poeti ed ai religiosi, che dimostra come è lontano l’uomo dalla Verità, poiché ben poca cosa sarebbe un Dio che giudicasse le sue creature e lasciasse che esse - innanzi a Lui - si sentissero staccate da Lui stesso. Mot L’azione, ecco il minimo comune denominatore di ogni grande successo; l’azione è ciò che produce risultati. Il sapere è potere potenziale finché non capita nelle mani di qualcuno che sa agire con efficacia. In fin dei conti, il termine ‘potere’ significa, alla lettera, ‘facoltà di agire’. Spesso si ritiene che le persone abbiano successo grazie a qualche dote particolare; ma è un grave errore. Un più attento esame ci rivela che la dote massima di cui dispongono gli individui di successo consiste nella loro capacità di decidersi all’azione; e si tratta di una ‘dote’ che ciascuno di noi può sviluppare in se stesso.... Quel che facciamo nel corso dell’esistenza è determinato dal nostro modo di comunicare. Nel mondo moderno, la qualità della vita è tutt’uno con la qualità delle comunicazioni. Da quel che pensiamo e diciamo di noi stessi, dal nostro modo di muoverci e di servirci della nostra muscolatura corporea e facciale, dipenderà fino a che punto saremo in grado di servirci di quel che sappiamo. Tutti noi produciamo due forme di comunicazione che plasmano le nostre esperienze esistenziali. In primo luogo ci dedichiamo a comunicazioni interne, e sono le cose che immaginiamo, diciamo e sentiamo nel nostro intimo. In secondo luogo sperimentiamo comunicazioni esterne: parole, tonalità, espressioni facciali, portamenti corporei, azioni fisiche che servono a comunicare con il mondo. Ogni comunicazione è un’azione, una causa che produce effetti. E ha qualche conseguenza per noi e per gli altri. Comunicazione è potere, Quelli che hanno imparato a servirsene in maniera efficace possono mutare la propria esperienza del mondo e l’esperienza che il mondo ha di loro. Non c’è comportamento e sentimento che non abbia le proprie originarie radici in una forma di comunicazione. Le persone che influiscono sui pensieri, i sentimenti e le azioni della maggior parte di noi sono quelle che sanno come servirsi di questo strumento di sapere... Dal nostro livello della padronanza della comunicazione col mondo esterno dipenderà il livello del nostro successo con gli altri sul piano personale, emozionale, sociale e finanziario. Cosa più importante ancora, il livello di successo cui si perviene interiormente — la felicità, la gioia, l’estasi, l’amore, e quant’altro si desideri — è il diretto risultato del nostro modo di comunicare con noi stessi. Come ci sentiamo, non deriva da ciò che ci succede nella vita, bensì dalla nostra interpretazione di quel che accade. Le vite delle persone di successo ci hanno fornito più e più volte la riprova che la qualità della vita non è determinata da quel che ci accade, ma piuttosto da come ci atteggiamo nei confronti di ciò che ci accade. Sei tu che decidi come sentire e agire in base a come hai scelto di percepire la tua esistenza. Nessuna cosa ha un significato diverso da quello che noi le attribuiamo.... Se siamo depressi, vuol dire che abbiamo creato e prodotto quella manifestazione che definiamo depressione. E se siamo in preda all’estasi, anche questa l’abbiamo creata noi... Ogni scintillante ago di pino, ogni pezzo di costa sabbiosa, ogni bruma nel bosco oscuro, ogni ronzio di insetto. I fiori profumati sono nostri fratelli. L’orso, il cervo, la grande aquila, le cime rocciose, i frutti succosi, il calore che emana dai cavalli e l’uomo, tutti appartengono alla stessa famiglia. I fiumi sono nostri fratelli. Spengono la nostra sete, portano le canoe e nutrono i nostri bambini. Per questo dovete avere con i fiumi la stessa gentilezza che avreste con vostro fratello. Questo noi sappiamo: la terra non appartiene all’uomo, ma l’uomo appartiene alla terra. Tutte le cose sono collegate come il sangue che ci unisce. L’uomo non ha tessuto la trama della vita, ne è solo un filamento. Qualsiasi cosa lui faccia alla trama, la fa a sé stesso. Capo Seattle Non si vende la terra su cui si cammina. Cavallo Pazzo (Crazy Horse) Noi non litighiamo mai per questione di religione, perché la fede di un uomo appartiene personalmente a lui, come la sua voce, il colore dei suoi occhi ed i suoi pensieri. Non si può litigare sui pensieri di un uomo. Cavallo Pazzo (Crazy Horse) Avete detto che volete metterci in una riserva, costruirci case e darci tende per gli stregoni. Io non voglio queste cose, sono nato nella prateria, dove il vento soffia libero e non vi è nulla che spezzi i raggi del sole, sono nato dove non vi sono recinti e dove ogni cosa respira liberamente. Voglio morire lì e non fra i muri Dieci Orsi – Capo Comanche POTERE = Capacità di scelta e di decisione (=libertà) e quindi, SCEGLIERE DI NON ESSERE, cioè il SERVIZIO CAPRIOLO ZOPPO (Stregone della tribù lakota) Solo una parte irrilevante delle immense crudeltà commesse dagli uomini può essere ascritta ad istinti crudeli. La maggior parte di esse è dovuta a superficialità o ad abitudini consolidate. Le radici della crudeltà, quindi, sono più diffuse di quanto non siano forti. Ma verrà il giorno in cui l'inumanità, protetta dalle abitudini e dalla superficialità, soccomberà di fronte all'umanità difesa dalla riflessione. Lasciateci lavorare per far sì che questo giorno arrivi. Albert Schweitzer, "Memoirs of Childhood and Youth" Giuro che non disonorerò la mia anima con l'odio, ma mi offrirò umilmente come guardiano della natura, come rimedio alla sofferenza, come messaggero di meraviglia, come architetto di pace. Diane Ackerman “Non sono un ubriaco, ma neppure un santo. Un medicine-man non deve essere un santo … Deve poter cadere in basso quanto un pidocchio ed elevarsi come un’aquila … Deve essere dio e diavolo insieme. Essere un buon medicine-man significa trovarsi nel mezzo di una tormenta e non mettersi al riparo. Significa sperimentare la vita in tutte le sue espressioni. Significa fare il pazzo ogni tanto. Anche questo è sacro.” “SE NEL SILENZIO DEL TUO CUORE SCOPRI TE STESSO E SCOPRI IL VERO SIGNIFICATO DI TUTTE LE ESPERIENZE CHE LA VITA HA VISSUTO IN TE: ALLORA LE FORZE FIORISCONO, LE TUE POTENZIALITÀ SI MANIFESTANO E TU MATURI NELLA VERITÀ”. … Occorre agire nei tre possibili aspetti della Riconciliazione: "Riconciliazione della memoria, delle chiese, dei nemici". La memoria custodisce tutte le nostre ferite, con tutti gli errori e gli orrori nostri ed altrui. La memoria va allora liberata: "tutti i tagli della nostra storia devono essere portati alla luce, tutti i demoni fatti uscire per essere esorcizzati". Ma occorre ricordare insieme: "solo la vittima può perdonare il carnefice" e "solo dopo una lettura comune, si può costruire una storia comune". Le chiese si sono prodigate nella riconciliazione all'interno delle loro confessioni ma ciò che più manca è il confronto nella parità, l'accoglienza reciproca, la comune professione di fede. Occorre togliere le scomuniche, celebrare l'ospitalità eucaristica perché "siamo tutti ospiti dello stesso Cristo." Riconciliarci con i nemici, infine, ci inchioda. Occorre alzare un nuovo sguardo capace di scorgere l'altro nella sua vicenda umana, capace di cogliere la sua amabilità, la sua bellezza: "noi siamo belli, perché Dio ci ama". Occorre allora saper cogliere la bellezza delle nostre diversità, la necessità e la bellezza di essere uniti nella diversità. Occorre riscrivere ecumenicamente la storia delle chiese per raggiungere l'unità attraverso la ricchezza dei percorsi e la serenità dei confronti. http://www.edscuola /archivio/interlinea/cronache.html “IL DIVENIRE DEI FATTI, ATTRAVERSO LA GIOIA ED IL DOLORE, HA SOLO UNO SCOPO: CONDURTI FINALMENTE A TE STESSO. PUOI ANDARE OLTRE IL DOLORE, PUOI TROVARE LA VERA DIMENSIONE DELL’AMORE, PUOI ARRIVARE ALLA META”. MEDITAZIONE NEL PIÙ PROFONDO DEL MIO ESSERE sgorga una infinita sorgente di amore. Adesso permetto che questo amore salga alla superficie. Esso riempie il mio cuore, la mia mente, la mia coscienza, il mio SÉ. Irradia in ogni direzione e torna a me moltiplicato. Quanto più ne utilizzo e ne dispenso, tanto più ne posseggo; la provvista d’amore e infinita. L’uso dell’amore MI FA SENTIR BENE. L’Amore è l’espressione della mia gioia interiore. Mi amo; pertanto curo con attenzione e tenerezza il mio corpo. Lo nutro affettuosamente con bevande ed alimenti nutrienti e sani. Lo governo e lo conservo con amore ed esso risponde amorosamente, con una salute vibrante e con energia. Mi amo; perciò mi procuro una casa comoda. che soddisfa le mie necessità ed in cui è piacevole abitare. Riempio le stanze con le vibrazioni dell’amore. affinché coloro che entrano, me compreso, sentano quest’amore e si nutrano di esso. Nel mio mondo attraggo solamente persone affettuose e gentili poiché esse sono lo specchio di quel che sono io. Mi amo; perciò svolgo un lavoro in cui utilizzo tutte le mie capacità ed i miei talenti creativi, e lo esercito con e per delle persone che rispetto e che mi rispettano e per questo lavoro guadagno una buona mercede. Mi amo; perciò penso e mi comporto in modo affettuoso con tutti, poiché so che tutto ciò che io dono ritorna a me moltiplicato. Mi amo; perciò perdono e lascio andare completamente il passato con tutte le sue esperienze, e sono libero. Mi amo; perciò vivo totalmente il presente, assaporando ogni esperienza come buona e sapendo che il mio futuro e brillante, gioioso e sicuro, poiché IO sono un figlio amato dell’Universo, e l’Universo si incarica amorevolmente di me, adesso e per tutta l‘eternità. ED É COSÌ. Da ciò che fu viene ciò che è e che sarà. Lo schiavo può nascere principe per le virtù che ebbe il regnante può tornare in vesti di straccione ed errare senza pace per ciò che fece o non fece. L’Assoluto che vive in te e attraverso di te, soffre o gioisce per i tuoi peccati o per i tuoi meriti, ma le sue leggi sono immutabili, permangono, non possono essere spezzate o frodate. Il bene è compensato con pace e tranquillità, con pene e angosce il male. Il Signore che è in te non conosce collera né perdono, ma preciso è nelle sue misurazioni. Il tempo per lui non ha valore. Può giudicare domani o fra molti giorni. Colui che ha rubato restituisce, colui che uccide sarà ucciso, colui che aiuta sarà aiutato, colui che comprende sarà compreso. Questa è la legge di giustizia dell’Assoluto. La sua meta è la consumazione. Abbi dunque la forza di sopportare ogni pena per pagare ogni tuo debito. Compensa con tanto bene e amore il male che ti è fatto. Sii giorno per giorno giusto, misericordioso e puro, ed il dolore non ti seguirà più. Ricorda sempre che ciò che farai a te sarà fatto. I frutti ti seguiranno nel cammino. IL SACRIFICIO Il “Sacrificio” è la trasmutazione da una forma all’altra. In base alla grande legge naturale della conservazione dell’energia, non esiste la totale distruzione della forza. Quando noi facciamo un sacrificio di qualsiasi sorta, prendiamo una forza statica di energia, ed infrangendo la forma che la imprigiona, la mettiamo in libera circolazione nel cosmo. Ciò che sacrifichiamo in una forma riappare a tempo debito in un’altra forma. Un uomo può sacrificare le sue emozioni alla sua carriera, una donna può sacrificare la sua carriera alle emozioni. Se il taglio è netto, se non ci sono rimpianti, un’immensa quantità di energia psichica viene liberata per essere impiegata nel canale scelto. Na se il desiderio minore è un’espressione puramente inibita e negata e non è realmente posta sull’altare del sacrificio come una DELIBERATA E LIBERA OFFERTA, la sfortunata vittima ha fatto il peggio di entrambi i mondi. L’orgoglio ha le sue radici nell’egoismo e finché noi siamo egoisti non possiamo essere fatti una cosa sola è con tutte le cose. ……… Nell’orgoglio l’anima cerca di estendere i propri confini fino a possedere tutte le cose …… Possedere una cosa equivale in pari misura ad essere posseduti dalla cosa stessa. Bisogna dare se stessi senza restrizioni se si vuole partecipare all’unione mistica. “Lasciate che colui che aspira ad essere il più grande tra voi, sia il servo di tutti” Mica è facile scrivere. Mica mi è facile scrivere. Certo che no. Io che non ho girato il mondo. Io che per quanto so, so poco. Io che scrivo. Io, che scrivo? Eppure sono qui. E la penna scorre. Di nuovo. E tu sei con me. Tu sei in me. Sei me. Scrivo a me. Di me. Per conoscermi. Per comprendermi. Per svuotarmi. Per digerire la cena di stasera. Per digerire tutto oggi. E ieri. Tutti quanti i miei ieri. Il materiale in fondo c’è. É qui dentro. Nulla a che vedere con i libri che ho letto. Con le cose che vedo o che ho vissuto soltanto. Soltanto di fuori. Con le foglie della Magnolia che ondeggiano al vento. Oltre la finestra. In questo momento. Ed io qui che sto a guardare. Io qui che guardo. E tu, dentro di me, che guardi. Tramite i miei occhi. Gli unici occhi di cui disponiamo. I nostri occhi. Le nostre mani. La nostra carne. Le nostre ossa. Sei così profondamente in me e così diverso da me che a volte mi sembra assurdo. Ma ti distinguo. Ti riconosco. Ti so. E so che sei tu che mi inventi. Attimo per attimo. Pensiero per pensiero. Sensazione dopo sensazione. A volte mi sembra di essere l’unica persona che parla con se stessa. Che ti vede così distintamente. Senza essere detta pazza. Non so spiegarmi come vadano avanti quelli che non ci pensano. Che non si pensano. Che non si parlano. E tantomeno si scrivono. Come me, ora. Mica è facile scrivere di te. Scegliere di scrivere di te. Della vita con te. Della mia vita. Di qualche ritaglio della mia vita. Emotiva più che pratica. Interiore ed esteriore. Vissuta con te. Tramite te. Una scatola ch’è tutt’uno col suo contenuto. Ma non è facile da dire. Ancora mi trattengo. Ancora non mi vedono che parlo da sola. Tanto non è necessario formularle, le parole. Non è necessario, per parlare con te. Ma è necessario scrivendo. Ci provo anche scrivendo. Ci provo perché ne ho bisogno. Perché mi scopro sempre più cosciente di te. E devo manifestarti. E mi disturba pensare che molti corpi, non siano coscienti del loro contenuto. Di quello che non è palpabile. Dell’essenza. Come lo sono io di te. Per questo non credono nel «dopo». Nel proseguire dell’esistenza oltre la morte fisica Per me è tutto abbastanza chiaro. Tu sei nella mia carne, ma non sei la mia carne. Tu sei nel mio respiro, ma non sei il mio respiro. Tu mi muovi, ma non sei un muscolo. Tu mi dai gli impulsi, ma non sei il mio cervello. Mi acceleri o mi rallenti i battiti del cuore, ma non sei il mio cuore. Tu sei me. Me dentro. Tu sei il mio spirito La mia essenza. Unica. Distinta. Singolare. Necessaria. Se il mio cuore si ferma, se i miei muscoli smettono di muoversi, tu non ne risenti. Tu non c’entri. É tutto così normale. Ho solo questo inquietante timore di dirti. A chiunque. Paura di sminuirti. Paura che le parole ti sminuiscano. Sei troppo intimo. Il mio intimo. Il più interiore. Eppure ti sento quando ti libri. Quando mi aleggi intorno. Quando straripi da me perché sei più grande di me. In ogni tua forma. E temo di essere troppo mediocre per contenerti. Troppo ordinaria per meritarti. Posso però comunicare con te. Contare sulla tua presenza. E finché posso, finché ottengo risposta, io sono viva. Arriverà anche il giorno in cui tu parlerai da solo. E spero di darti abbastanza conoscenza. Di renderti saggio. Di non negarti nulla. Di ascoltarti ed assecondarti sempre e comunque. E di amarti. Di amarti più che posso. Io che so che ti ho. (STRALCIO dal libro di un’amica) ed ora … prima di concludere questo momento ascoltati e tu puoi sentirti colui che può vivere veramente, in pienezza la propria vita perché in ognuno la vita sia più bella perché i problemi possano essere risolti perché ci sia in ognuno … una vera maturazione … per un vero cambiamento e quindi … consapevole di queste grandi capacità, viviamo un momento di profonda riconoscenza … verso la vita. Mendoza Ecco là io vedo mio padre Ecco là io vedo mia madre, le mie sorelle ed i mie fratelli Ecco là io vedo tutti i miei parenti defunti Dal principio alla fine. Ecco, ora chiamano me. Mi invitano a prendere posto in mezzo a loro Nella sala del Vahalla Dove l’Impavido può vivere per SEMPRE. Dal Film: “Il 13° Guerriero” Concedimi, Signore, la grazia di non cercare tanto di essere amato, quanto di amare; non tanto di consolare, quanto di consolare, perché dando è come se ricevessimo, perdonando è come se fossimo perdonati e, morire in Te, è come nascere alla Vita Eterna. DIO donami la serenità per accettare ciò che non posso cambiare, il coraggio di cambiare ciò che mi è possibile e la sapienza per capire la differenza Se riesci a mantenere la calma quando tutti attorno a te la stanno perdendo e danno la colpa a te; Se sai aver fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te, tenendo però nel giusto conto i loro dubbi; Se sai aspettare senza stancarti di aspettare, o essendo calunniato non rispondere con calunnie, o essendo odiato non dare spazio all’odio, senza tuttavia sembrare troppo buono né parlare troppo da saggio; Se sai sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni; Se riesci a pensare senza fare dei pensieri il tuo fine; Se sai incontrarti con il successo e la sconfitta e trattare questi due impostori proprio allo stesso modo; Se riesci a sopportare di sentire la verità che tu hai detto, distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per ingenui; o guardare le cose, per le quali hai dato la vita, distrutte e umiliarti a ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori; Se sai fare un’unica pila delle tue vittorie e rischiarla in un solo colpo a testa o croce, e perdere, e ricominciare di nuovo dall’inizio senza mai lasciarti sfuggire una parola su quello che hai perso; Se sai costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più e così a resistere quando in te non c’è più nulla tranne la volontà che dice loro: “Resistete!” Se sai parlare con i disonesti senza perdere la tua onestà o passeggiare con i re senza perdere il comportamento normale; Se non possono ferirti né i nemici né gli amici affettuosi; Se per te contano tuffi gli uomini, nessuno troppo; Se riesci a riempire l’inesorabile minuto dando valore ad ogni istante che passa, tua è la Terra e tutto ciò che vi è in essa, e - quel che più conta - tu sarai un Uomo, figlio mio! Rudyard Kipling Aprì la finestra per cambiare aria e avvertì la piacevole carezza del sole come un saluto benefico alla sua nuova condizione di sopravvissuta. Indugiò, chiudendo gli occhi e - lasciandosi cooptare dall'evento naturale - desiderò fortemente che avesse il sopravvento. Aveva un grande desiderio di confondersi con le piante, i fiori, i fili d'erba; di sentirsi elemento di un'orchestra di tanti piccoli e grandi e teneri e forti "bios" cullati e nutriti da quella fascia tenerissima di luce e calore che avvolgeva in sol destino uomini, piante animali da tempo immemorabile . Voleva confondersi nei cicli del cielo e della terra, adeguarsi alle leggi naturali e soprannaturali con docile sentimento di attesa e di gratitudine. Non voleva più essere determinante né... tantomeno determinata. http://www.edscuola /archivio/interlinea/speranza.html Ci sono alcuni … che devono prima imparare ad affrontare perdite, dolore e disperazione. Fra tutti i sentieri che portano alla saggezza, questo è il più lungo e il più crudele. Sei tu dunque uno di coloro che devono seguirlo? Neppure io posso saperlo, ma se anche lo sei, rincuorati, perché quanti arrivano in fondo al cammino ottengono molto di più della saggezza. Come la lana grezza diviene tessuto e la rozza argilla un vaso, cosi costoro cambiano e modellano la saggezza per gli altri, e ciò che danno è più importante di ciò che hanno conquistato È così difficile essere un adulto indipendente, autosufficiente, consapevole di dover badare a se stesso poiché non c'è nessuna altro a farlo. Le cose più importanti, ciascun uomo deve farle da sé. L'amore non basta, ma certamente aiuta. Dobbiamo vivere nell'ambiguità di una libertà parziale, di un potere parziale e di una conoscenza parziale. Tutte le decisioni importanti devo essere prese sulla base di dati insufficienti. Tuttavia siamo tutti responsabili di tutti i nostri atti. Padre Nostro, ti ringraziamo per averci inviato alcuni Messia, per averci inviato alcune centinaia di parapsicologi, per averci inviato parecchie centinaia di migliaia di scienziati, ma ti ringraziamo - soprattutto - per averci dato la possibilità di usare il nostro buon senso. Ma state attenti, poiché, anche il buon senso, come tutte le doti, può diventare un difetto. "Quando la mente si dimostra tronfia, schernitrice, superba, folle, violenta, intemperante, tortuosa, ingannevole, quando è tutto intenta a innalzare se stessa e a denigrare gli altri, facile all'oltraggio, impetuosa, occorre rimanere immobili come un tronco d'albero" Shantideva "Un uomo la cui reputazione si basa sulla abilità in una tecnica è uno stupido. Concentrando tutta la sua energia in un solo campo, certamente vi eccelle, ma non è interessato ad altro. Un uomo simile è inutile" Yamamoto Tsunetomo "Per essere un guerriero senza pari si deve amare la libertà ed avere un distacco, un disinteresse supremo. Il cammino del guerriero è estremamente pericoloso perché rappresenta il lato opposto della condizione dell'uomo moderno, che ha abbandonato il regno dell'ignoto e del misterioso e si è installato nel regno del funzionale. Ha voltato le spalle al mondo del presentimento e del giubilo e ha dato il benvenuto al mondo della noia." C. Castaneda "A che serve arrischiare la vita in questo modo?- affermava Aristide Bruni descrivendo la sua ascesa al Procinto - a che serve? Non foss'altro per trovarsi in quei momenti supremi nei quali, spogliato l'uomo di quella maschera che lo ricopre, si trova a tu per tu colla natura, si trova, non costretto dalla necessità che abbrutisce, ma rafforzato dalla propria volontà che lo innalza, a lottare contro i pericoli ed a riuscire in ciò che altri riterrebbero impossibile..." La percezione del paesaggio: non esiste una rappresentazione oggettiva del paesaggio. Ogni viaggiatore porta con sé l'esperienza della mente, il suo sapere, i suoi desideri, la sua percezione della realtà, la sua sensibilità. Percezione come summa dei risultati forniti dai nostri sensi ed elaborati dal nostro cervello. Lo stesso paesaggio, la stessa situazione viene vissuta in modo completamente soggettivo. Un' arricchimento di tipo culturale e spirituale ci permette di apprezzare veramente la vita. Uno stolto, anche se catapultato di fronte a capolavori della natura, dell'arte...non riesce a "vedere" pienamente ed a godere di ciò che ha di fronte...come "se non ci fossero". Il denaro può far sì di farti arrivare ovunque, ma non di "vedere", di vivere. La realtà è un' opinione!! Solo la ricerca della "Conoscenza" può dare un senso alla tua vita. "I principianti che si dedicano ad una disciplina dovrebbero cercare di essere sinceramente genuini. Se un individuo si sforza irragionevolmente, o si sottopone ad un eccessiva severità, finirà con l'esaurire il proprio potenziale. Quando lo stato psicologico di una persona è negativo, le discipline non faranno che peggiorarlo. La disciplina serve a fortificare il potenziale, quindi bisogna evitare in ogni modo di esaurirlo. Oggigiorno molte persone sono soggette ad un calo del proprio potenziale e si ammalano o diventano dementi a forza di praticare la disciplina in maniera errata o seguendo imitazioni dello Zen. Tutto ciò che si deve fare è sviluppare la propria volontà per essere sinceramente genuini" Suzuki Shosan "Per me gli alberi sono sempre stai i predicatori più persuasivi. Li venero quando vivono in popoli, in famiglie, in selve e boschi. E li venero ancora di più quando se ne stanno isolati. Sono come uomini solitari. Non come gli eremiti, che se ne sono andati di soppiatto per sfuggire ad una debolezza, ma come grandi uomini solitari, come Beethoven e Nietzsche. Tra le loro fronde stormisce il mondo, le loro radici affondano nell'infinito; tuttavia non si perdono in esso, ma perseguono con tutta la loro forza vitale un unico scopo: realizzare la legge che è insita in loro, portare alla perfezione la propria forma, rappresentare se stessi. Niente è più sacro e più esemplare di un albero bello e forte. Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi li sa ascoltare, conosce la verità." H.Hesse "Il gusto intellettuale della vita non deve soppiantare l'attività muscolare. Se uno indugiasse a considerare con quanta delicata precisione un pezzetto di pane passa attraverso la gola, finirebbe con il morire di fame" Ralph Waldo Emerson «La vita può assumere molte forme. Pensate a quelle che assume solo su questo pianeta. Qui, in questo cespuglio, ci sono insetti che si potrebbero facilmente scambiare per rocce o pezzi di corteccia — almeno fino a che non ci pungono. La vita non è costituita solo da bipedi che camminano e respirano e fumano sigari come facciamo noi. L’ho già detto e lo ridico: l’universo è una gigantesca fucina di possibilità, dove tutto ha l’opportunità e il diritto di succedere, e quindi noi non dobbiamo avere teorie preconfezionate su come debba svolgersi la vita. Essa, infatti, potrebbe sorprenderci» Credo Mutwa - Storico ufficiale della nazione Zulu, dal libro Song of the Stars (N.d.T.: Canto delle stelle) Le TRE leggi della Robotica di Isaac Asinov Prima Legge Un robot non può arrecare danno α un essere umano né, α causa del proprio mancato intervento, permettere che un essere umano riceva danno. Seconda Legge Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani α meno che tali ordini contravvengono alla Prima Legge. Terza Legge Un robot deve proteggere lα propria esistenza, purché ciò non contrasti con la Prima e la Seconda Legge ». "La casa sarà dove la gente non ha cibo a sufficienza. La casa sarà ovunque gli uomini vengono oppressi. La casa sarà ovunque il male è più forte e può essere combattuto. La casa sarà dove tu andrai d'ora in avanti". Hemingway - Lo strano paese "Coltivando pace e felicità in noi stessi, iniziamo a costruire la pace nel mondo. Coltivando il sorriso in noi stessi, respirando consapevolmente, lavoriamo alla pace nel mondo. Se non ci concediamo pace, come possiamo condividerla con gli altri? Se non iniziamo a coltivare la nostra pace, da dove iniziare?" Thich Nhat Hanh "In un conflitto entrambe le parti soffrono, perché non hanno visto la natura dell'interessere. Se mio figlio non può sorridere, non posso sorridere nemmeno io. Devo comprendere e fare qualcosa in quella direzione. Posso uscire dalla prigione dell'ego, e scoprire che la felicità non è una cosa individuale." Thich Nhat Hanh … … … sull'importanza di saper guardare le cose da diverse angolazioni. “Chi sono io?” chiese un giorno un giovane a un anziano. “Sei quello che pensi” rispose l'anziano “Te lo spiego con una piccola storia. Un giorno, dalle mura di una città, verso il tramonto si videro sulla linea dell'orizzonte due persone che si abbracciavano. - Sono un papà e una mamma -, pensò una bambina innocente. - Sono due amanti -, pensò un uomo dal cuore torbido. - Sono due amici che s'incontrano dopo molti anni - , pensò un uomo solo. - Sono due mercanti che han concluso un buon affare - , pensò un uomo avido di denaro. - E' un padre che abbraccia un figlio di ritorno dalla guerra - , pensò una donna dall'anima tenera. - Sono due innamorati - , pensò una ragazza che sognava l'amore. - Chissà perché si abbracciano - , pensò un uomo dal cuore asciutto. - Che bello vedere due persone che si abbracciano - , pensò un uomo di dio. Ogni pensiero”, concluse l'anziano, “rivela a te stesso quello che sei. Esamina di frequente i tuoi pensieri: ti possono dire molte più cose su te di qualsiasi maestro.” "Il nonno si chinò sul nipotino di cinque anni e gli diede il bacio della buonanotte. Subito dopo il bambino si strofinò la faccia. "Perché fai così, tesoro?" gli chiese la mamma. "Quando qualcuno ti bacia non c'è bisogno di strofinare via il bacio". "Mammina" spiegò il bambino, "non lo strofinavo via. Lo strofinavo dentro"...." Un topino muove i suoi primi passi da solo fuori dalla tana, alla scoperta del mondo e vede volteggiare in alto un pipistrello. lo osserva ammirato finché non scompare. allora corre in casa da mamma-topo gridando: "mamma! sai cosa ho visto? ....un angelo!" … parlando della Natura.." Viviamo in mezzo a lei, e le siamo stranieri. Essa parla continuamente con noi, e non ci tradisce il suo segreto. Agiamo continuamente su di lei e non abbiamo, su di lei, nessun potere." (J.W.Goethe) "Per comprendere cosa ci sia nel cuore e nella mente di un uomo, non guardare ai risultati che ha ottenuto, ma alle mete che aspira a raggiungere" Kahil Gibran E il robot disse: « Sto cercando di assimilare, […], alcune idee […] e forse ci riuscirò, perché all'improvviso mi pare di capire che l'estirpazione di ciò che non deve essere, ossia ciò che voi uomini chiamate il male, è meno giusta e desiderabile della sua trasformazione in ciò che voi chiamate il bene. » Esitò, poi, come sorpreso delle sue stesse parole, disse: « Vai e non peccare più ». tratto da “Abissi d’acciaio” di A. Asimov “Tutti i periodi dell'evoluzione umana,— disse il Coordinatore — sono stati caratterizzati da particolari tipi di conflitto, da determinati problemi che sembrava si potessero risolvere soltanto con la forza. Ma ogni volta che si è fatto ricorso alla forza non si è riusciti in realtà ad approdare a niente. I problemi continuavano a sussistere attraverso una serie di conflitti, poi si risolvevano da soli con... come si dice? ah sì, "non con un botto, ma con un sospiro", appena le condizioni economiche e sociali cambiavano. Sorgevano quindi nuovi problemi e nuove guerre, in un ciclo che sembrava eterno. Proviamo a considerare la storia degli ultimi secoli. Dal XVI al XVIII secolo ci fu la serie delle guerre dinastiche. Era l'epoca in cui pareva che la questione più importante in Europa fosse stabilire se a esercitare il loro dominio sul continente dovevano essere gli Asburgo o i Valois-Borboni. Era un cosiddetto “conflitto inevitabile”, visto che l'Europa sembrava non potesse sopravvivere appartenendo per metà a una Casa e per metà all'altra. Però sopravvisse, e le guerre non portarono all'eliminazione di una dinastia e al consolidamento dell'altra. Poi, quando, nel 1789, si creò in Francia una nuova atmosfera sociale, i Borboni per primi e infine anche gli Asburgo precipitarono miseramente nell'inceneritore della storia. In quegli stessi secoli scoppiarono le ancor più barbare guerre di religione, che avevano lo scopo di stabilire se l'Europa dovesse essere cattolica o protestante. Che fosse per metà cattolica e per metà protestante pareva inammissibile e così si giudicò ancora una volta "inevitabile" il ricorso alle armi. Invece le due religioni continuarono a sopravvivere. In Inghilterra stava nascendo la civiltà industriale e sul continente nasceva un nuovo tipo di nazionalismo. E l'Europa è rimasta così, metà cattolica e metà protestante, fino ai giorni nostri, e a nessuno importa niente. Nel XIX e nel XX secolo ci fu un ciclo di guerre nazionalistico-imperialistiche: la questione in ballo era a quali Paesi europei toccasse sfruttare le risorse economiche e le capacità di consumo di determinati Paesi non europei. Sembrava inaccettabile che le zone non europee dovessero sottostare al dominio frammentato di inglesi, francesi, tedeschi eccetera. Solo che gli ideali nazionalistici si diffusero a sufficienza da contagiare i Paesi non europei, sicché questi risolsero il problema che le guerre non erano riuscite a risolvere e decisero di poter sopravvivere benissimo senza avere nessun europeo sul loro suolo. Dunque esiste uno schema generale..." […] Nel XX secolo iniziammo un nuovo ciclo di guerre che non so come potrei definire. Ideologiche? La passione religiosa applicata ai sistemi economici anziché alle speculazioni sul mondo divino? Di nuovo le guerre apparvero "inevitabili" e questa volta le armi a disposizione erano atomiche, sicché l'umanità non poteva più permettersi di affrontare conflitti, in quanto non sarebbe sopravvissuta fino all'estinzione naturale della causa che li aveva provocati. E infine … tratto da “Io, Robot / Conflitto inevitabile” di A. Asimov «Siete contrario al governo dei Tirannici, non è vero? Ditelo francamente. Vi dico francamente che io lo sono. E vi dico anche che lo era vostro padre.» «È così» disse Biron, calmo. «Perché?» «Perché sono stranieri. Perché non sono dei nostri. Che diritto hanno di governare su Nephelos o su Rhodia?» «L'avete sempre pensata così?» Biron non rispose. «In altre parole» disse Gillbret «la pensate così solo ora, per-ché hanno giustiziato vostro padre; il che, dopo tutto, era loro diritto. Oh, vi prego, non vi offendete! Siate ragionevole, e credetemi. Sono dalla vostra parte! Ma pensate. Vostro padre era Governatore di un pianeta prevalentemente agricolo e dedito alla produzione del bestiame. Che diritti avevano i suoi sudditi? Se uno di essi rubava del bestiame, per sé o per venderlo, che punizione gli toccava? La prigione, per furto. E se avesse tramato l'uccisione di vostro padre, per una ragione qualsiasi, magari per una ragione che ai suoi occhi pareva giustissima, a quali conseguenze sarebbe andato incontro? Sarebbe stato giustiziato, senza dubbio. E che diritto aveva vostro padre di dettar legge e comminare pene ad altri esseri umani, suoi simili? Lui era come uno dei Tirannici, per loro. «È chiaro che vostro padre, ai suoi stessi occhi e anche ai miei, era un patriota. Ma cosa vuol dire? Per i Tirannici era un traditore, e l'hanno eliminato. Non potete negare a nessuno il diritto di difendere i propri interessi. Gli Hinriadi, ai loro bei tempi, sono stati una banda di macellai. Ripassate la storia, giovanotto. Tutti i governi uccidono. Fa parte della natura delle cose. «Trovate dunque una ragione migliore per odiare i Tirannici. Non crediate che sia sufficiente sostituire un gruppo di dominatori con un altro; non crediate che il semplice cambiamento porti alla libertà.» tratto da “Il tiranno dei mondi “ di A: Asimov Oggetto: Agire. La madre ed il padre stavano vedendo la televisione, quando la madre disse: "Io sono stanca ed è tardi, vado a coricarmi." Andò in cucina a fare dei panini per lo spuntino del giorno seguente a scuola, lavò le tazze del pop-corn, rimosse la carne per la cena del giorno seguente dal congelatore, verificò che le scatole dei cereali non fossero vuote, riempì la ciotola di zucchero, mise ciotole e posate sulla tavola e preparò la caffettiera per il giorno seguente. Mise dei vestiti nella lavatrice, cucì un bottone che era staccato. Tolse il servizio di piatti dalla tavola, e mise il calendario al giorno dopo. Innaffiò le piante, raccolse l'immondizia e stese un asciugamano bagnato. Sbadigliò, e si avviò verso la stanza da letto. Si fermò nello studio e scrisse una nota per l'insegnante del figlio, mise in una busta i soldi per il pagamento di una visita medica, e raccolse un quaderno che era caduto sotto una sedia. Firmò un cartoncino di auguri di compleanno per un amico, mise un francobollo sulla busta, e fece una piccola lista per il supermercato. Mise il cartoncino e la lista vicino al portafoglio. A quel punto il Padre disse là dalla sala: "Pensavo che ti fossi andata a coricare." Lei rispose: "Sto andando". Mise l'acqua nella ciotola del cane e richiamò il gatto in casa. Si accertò che le porte fossero chiuse. Sbirciò nella stanza di ognuno dei bambini, spense la luce del corridoio, appese una camicia, gettò delle calze nel cesto dei vestiti sporchi, parlò un poco col figlio più grande che ancora stava studiando. Una volta in camera da letto, sistemò la sveglia per il giorno dopo, preparò i vestiti per il giorno seguente e sistemò le scarpe. Dopo si lavò il viso, passò la crema, spazzolò i denti e si sistemò un'unghia rotta. A quel punto, il padre spense la televisione e disse: Io vado a dormire" … e......ci andò..... senza fare null'altro! A questo punto: avete notato qualcosa di straordinario? Vi siete chiesti perché le donne vivono di più...... e sono così meravigliose? PERCHÉ LORO SONO PIÙ FORTI... SONO FATTE PER RESISTERE......... Ci sono molti motivi per non amare una persona, ma solo uno per amarla. Carlos Drummond de Andrade Nota: OK. Bellissima la storia comune della donna forte, ma questa stessa donna forte è la stessa che per ricevere le attenzioni che non ha avuto dal marito, vizia il figlio maschio e lo rende dipendente da lei fino a generare altri uomini nullafacenti che rendono tristi altre mogli. Svegliatevi madri italiane e mettete al mondo figli sani e indipendenti. E' vero che la maggioranza degli uomini di natura non è indipendente e nel tempo non fa assolutamente nulla per rendersi tale, sono schifosamente oziosi ed egoisti e si lasciano pulire il culo senza dignità, ma le madri non li aiutano di certo. Quindi, invece di continuare ad essere vittime... agiamo. La moglie si rende gheisha per compiacere il marito i primi anni e perchè possa essere contento di aver preso la decisione di convivere. Poi nel tempo quando tutto diventa abitudine, la moglie si lamenta. Riflettete Donne! Siamo nel 2004, in Italia e non nello Ièmen basta con il vittimismo di 50 anni fa. Facciamo qualcosa di concreto invece di lamentarci educhiamo i nostri figli ad essere indipendenti già dai primi anni nelle piccole cose e sopratutto quando ci sposiamo o andiamo a convivere siamo noi stesse e non fingiamoci schiave solo per paura di rimanere sole, Se non funziona... avete sposato l'uomo sbagliato, e il testo sopra citato sarà la vostra vita. Meglio sole, ma felici. Anonima ***** Nota di Gandalf il grigio, disturbatore della quiete. Dove la verità? Nella prima parte o nella seconda ? In tutte e due ed in nessuna delle due, a mio parere, perché … IN MEDIA VIRTUS ! Credo che l’umanità tutta non abbia bisogno né di sante né di schiave, ma semplicemente di VERE DONNE che prendano coscienza del LORO VERO VALORE che certamente non è scimmiottare i maschietti, ma essere se stesse e basta, perché fare le femminucce al maschile in un mondo che gira al maschile alla fine le distruggerà! Molto meno facile ma molto più creativo sarebbe stemperare il mondo maschile quello femminile impegnativo ! ∇ sino ad arrivare alla ∆ con … ma questo ovviamente è molto più Se è così “normale” vedere donne - con pantaloni e giacca, fare i manager e parlare di calcio, praticare la box e andare in guerra, ululare davanti ad uno spogliarello maschile … Come mai non lo consideriamo altrettanto “normale” vedere uomini - con gonne e tacchi a spillo, fare i casalinghi e parlare di emozioni e piangere, praticare il cucito o l’economia domestica, arrossire davanti ad una battutaccia volgare o blasfema ? PERCHÉ ? … MEDITIAMO GERNTE, MEDITIAMO … … …