I I I s t i t u t o C o m p r e n si v o “ A r d i g ò ” - S ed e “ G . P a s c o l i ” - v i a G . G a l i l e i , 3 6 P a d o v a . Anno XIII - Numero 1 Dicembre 2010 F R A N C E S C O S T O C C O 1 D FESTA DELL’ACCOGLIENZA Giacomelli Elisabetta 1A Pagina 3 PascoliAmo Avventura nella nuova scuola Lunedì 13 settembre è cominciata la mia avventura nella nuova scuola. Quando sono entrato nel cortile ero molto agitato e nervoso. Dopo qualche minuto sono giunti altri bambini e ho rivisto i miei vecchi amici, poi lo spazio antistante l’istituto ha cominciato a riempirsi e c’era molta confusione. Quando la Preside ha iniziato a chiamare le classi la tensione era grande, ma poi tutto si è calmato. Mi sembrava tutto un po’ strano e, all’inizio, ho avuto difficoltà ad abituarmi. Dopo qualche giorno la situazione è cambiata: tutto era più bello e divertente, i professori, i compagni, l’aula. Ho cominciato anche a farmi dei nuovi amici. Gli argomenti sono molto interessanti, anche se alcuni mi piacciono di più rispetto ad altri. Anche le feste, i giochi e l’organizzazione sembrano molto divertenti (per esempio, ho sentito parlare in modo estremamente positivo della festa di carnevale). Sono molto felice di essere in questa scuola. E’ una bellissima esperienza, mi sto divertendo veramente ed ogni giorno è sempre più interessante. Spero di continuare così. Edoardo Haymar 1D Usi e funzioni del diario scolastico… I diari all’esterno sembrano un semplice strumento scolastico, ma appena li apri ti si spalanca un nuovo mondo pieno di colori, di foto, di cartoline, di scritte sui giorni più importanti , di disegniChe fai o che ti fanno i compagni quando si è annoiati. Ma tutto parte dalla scelta. Come si fa a scegliere un diario? Credo che nessuno lo scelga dicendo: “Prendo questo perché è pratico o perché occupa meno spazio in cartella”. No, non ci credo. Penso che tutti lo prendano perché ha delle barzellette, perché è raffigurato il tuo personaggio preferito o anche perché esteriormente ti attrae. Poi, fatta la scelta, devi almeno scriverci qualcosa per differenziarlo da tutti i comuni diari. Come? Allora ognuno ha un suo “metodo”. I più pratici scrivono solo nome, cognome, classe, sezione, anno scolastico, telefono e email; invece gli altri, oltre a fare lo stesso dei primi, ci scrivono frasi personali, ci disegnano, attaccano fotografie fino a che tutto settembre è già occupato da disegnini che potrebbero sembrare inutili e infantili, mentre secondo me sono una nostra forma per esprimerci. Ora il tuo diario è solo tuo e non può essere scambiato con quello di nessun altro, ma come farai a ricordarti i compleanni di amici, amiche, nonni e nonne? E di tutte le festività? Semplice, vai al giorno giusto e occupi tutta la pagina con la scritta: “Buon Compleanno” oppure “Finalmente è festa” e poi lo contorni disegnando con tutti i colori che hai nell’astuccio. Perfetto, adesso ti ricorderai di tutto. Da ora in poi dovrai solo stare attento che nessuno te lo rovini. E così piano piano inizi a diventare geloso del tuo diario, appena uno si avvicina solo un millimetro di più, tu vai su tutte le furie e gli urli contro con tutto il fiato che hai in gola. Poi inizi a nasconderlo sotto il banco o in cartella e hai paura di portarlo a scuola. Ma purtroppo ci sarà il momento di distrazione, solo un millesimo di secondo ed ecco la mano lesta che te lo prende e a tuo malincuore inizia a sfogliarlo, a leggertelo e, nel peggiore dei casi, a scarabocchiartelo e da quel momento in poi il tuo diario, il tuo, diventa di tutti e tutti ne approfittano. Poi finalmente arriva al cinema il nuovo film che aspettavi con tanta ansia e così diventi “pazzo” e anche le poche ultime pagine rimaste bianche si colorano con le foto di tutto il cast del film e con i tuoi attori preferiti e ci rifletti tutto il tempo, giorno e notte, a scuola e a casa e pensi: Come sarà il film? Sarà diverso dal libro? (perché ovviamente hai già letto il libro almeno quindici volte). Poi arrivano le cartoline da amici e parenti e allora per attaccarle sei costretto a rinunciare a qualcosa, anche se piuttosto preferiresti morire. Ma alla fine dell’anno scolastico il tuo diario, che inizialmente era solo un semplice strumento scolastico come tutti gli altri, tra disegni, foto, cartoline, compleanni e festività e … insomma tutto quanto, è diventato unico nel suo genere e nessuno potrà averne uno simile al tuo. Ed è per questo che per me il diario è lo strumento scolastico più bello, più bizzarro e originale, perché rappresenta ciascuno di noi. Camilla Mazzucato 2 D Pagina 4 PascoliAmo Lettera aperta a “PASCOLIAMO” Cari lettori del Pascoliamo”, è a voi che indirizzo le mie riflessioni. Spesso gli adulti dicono che l’adolescenza è un’età felice e spensierata, ma questo non è sempre vero. Nell’adolescenza ci sono sicuramente meno responsabilità rispetto all’età adulta, però noi adolescenti stiamo imparando a muoverci nel mondo dei “grandi”. In noi tutto sta cambiando, sia il fisico che il carattere, e ogni giorno che passa ci sentiamo diversi dal giorno prima. A volte più grandi, a volte più piccoli. A volte più tristi, a volte più felici. Sicuramente sempre molto confusi. Il bello di questa età è quello di avere degli amici, degli amici veri, che in questo momento ogni tanto “sostituiscono” i genitori, con i quali iniziamo ad avere qualche momento di incomprensione. Non siamo sempre felici forse perché siamo molto sensibili e cerchiamo di uniformarci al “gruppo” per essere accettati, ma nello stesso tempo sappiamo che ognuno di noi ha delle cose positive che lo rendono “diverso”. La difficoltà è proprio quella di vedere queste cose positive come un valore da coltivare per diventare una persona adulta. Credo che la fiducia in se stessi e l’amore/presenza della famiglia, ci aiuteranno a superare questo periodo con successo. E voi che cosa ne pensate? Francesco Maria Soprana 3A Una giustificazione alquanto paradossale “ Volevo chiederle scusa per il mio ritardo, professoressa, ma stamattina ho avuto molti disguidi. Mia madre mi stava accompagnando a scuola con l' auto, quando un'altra vettura ci ha tamponato. Arriva il carro attrezzi, si porta via la macchina e noi siamo costretti a prendere l' autobus che, però, arriva in ritardo alla fermata. Saliamo, ma solo mia madre ha il biglietto e, si dà il caso che proprio quella mattina ci fossero i controllori. Siccome non mi andava di pagare la multa, fuggo dall' autobus sfondando l'uscita. Dopo un breve inseguimento dei controllori, fortunatamente scampo al pericolo, ma mi infilo in stradine sconosciute e mi perdo. Chiedo allora un passaggio alla prima auto che capita a tiro e mi faccio accompagnare a scuola. Salgo le scale ma, improvvisamente, mi accorgo che non era quella la mia scuola. Scendendo dalle scale, inciampo e mi procuro una brutta e dolorosissima storta alla caviglia. Mi portano al pronto soccorso e mi ritrovo con un gambaletto in gesso fino al ginocchio. Bene o male, anche se con due stampelle, riesco a portarmi avanti, ma un teppistello scherzoso e bello me ne ruba una. Zampettando, giungo fino alle strisce pedonali: il semaforo è bloccato e il traffico altrettanto, non riesco a passare. Allora sono costretto a prendere una strada molto più lunga e tortuosa. Non ce la faccio più, sono esausto e così decido di fermarmi a fare colazione. E ora, cara professoressa, che sono finalmente arrivato, lei mi dice che le lezioni sono già finite da un pezzo ?! “ Luca Di Dio 2A Pagina 5 PascoliAmo CONTROLLO DELLA VOCE Fra gli studenti è molto diffusa da qualche tempo la malattia “Vociorum Vocis”; ne sono particolarmente affetti i ragazzi della classe 2°B della scuola media Giovanni Pascoli di Padova, il che è facilmente spiegabile pensando al fatto che la malattia è provocata dal troppo sforzo delle corde vocali in momenti non idonei perché in questi casi la voce esce poco sicura e provoca un tremolio delle corde vocali che non fa bene alla salute, uno dei più comuni esempi sono le chiacchiere in classe e bisogna dire che quegli alunni sono proprio dei gran chiacchieroni... Adesso vi spiegherò i terribili danni di questa malattia: chi ne è affetto presenta come sintomo uno stato confusionario delle corde vocali, ad esempio, se un ragazzo contagiato, durante una verifica, vorrebbe sussurrare ad un compagno:- Ehi, mi spieghi l’esercizio cinque?- potrebbe urlarlo a tutta la classe. Per evitare questi terribili inconvenienti (anche se a volte rivelatori per gli insegnanti) è bene trovare un antidoto per non perdere del tutto il controllo della voce. Mariasole Zagnoni 2B Cari ragazzi di prima, sicuramente avrete già trovato molti nuovi amici qui alla Pascoli con cui trascorrerete tre anni fantastici, ma il tempo che passate con loro non si limita solo all’anno scolastico perché anche durante le vacanze estive potrete vivere emozioni insieme. Alcuni docenti, infatti, accompagnano gli alunni interessati, fuori Padova o addirittura fuori dall’Italia! L’anno scorso per esempio la prof.ssa Berio ha organizzato una vacanza-studio in Inghilterra e più precisamente in una cittadina vicino a Londra di nome Sevenoaks… La mattina del sei di Luglio, siamo partiti dall’aeroporto di Verona, alla volta della Gran Bretagna, in compagnia di molti compagni di scuola. Arrivati al college ci hanno divisi tra ragazzi e ragazze, ci hanno accompagnati nei rispettivi alloggi e ci hanno presentati alla nostra guardiana di casa di nome Guen: simpatica (a volte), gentile (quasi mai) ma un po’rompi (sempre). Il primo giorno ci hanno sottoposto tutti a un test in modo da dividerci per classi in base alla nostra conoscenza della lingua inglese così il giorno dopo abbiamo conosciuto i nostri nuovi compagni di diverse nazionalità. Ogni giorno ci svegliavamo alle 7:00 per fare colazione; le lezioni erano molto divertenti….questo grazie agli insegnanti che, oltre ad averci proposto esercizi scritti ed orali, ci hanno fatto svolgere dei giochi e navigare in rete. All’ora di pranzo ci spostavamo in una grande sala allestita per la mensa, l’unico imprevisto era la coda chilometrica che si formava all’entrata; esisteva però un mitico bigliettino (il “q- jump”) che veniva consegnato dagli insegnanti ai ragazzi che si comportavano bene, e permetteva loro di saltare la fila. Dopo il pranzo ci si iscriveva alle attività pomeridiane, si tornava nelle case per cambiarsi e ci si recava allo sport centre (centro sportivo) per restarci tre ore svolgendo, uno dopo l’altro, tre diversi sport. Se non si desiderava prendere parte alle attività sportive ci si poteva dedicare ad altri passatempi come la fotografia, l’arte o “down town”(shopping a volontà), o ancora , nei giorni più soleggiati, caccia al tesoro, scivoli d’acqua, mini olimpiadi (alle quali modestamente la nostra classe ha vinto) e la sera la discoteca ed il karaoke. Durante i week end si visitavano le città più importanti della nostra zona, come Canterbury, Cambridge, Brighton e naturalmente la mitica Londra! Le tappe più interessanti sono state: il British Museum, la cattedrale di Canterbury, l’università di Cambridge e poi Harrods, la famigerata Abercrombie e il dolcissimo Starbucks!! Che tristezza la partenza!!! :( Purtroppo il diciannove mattina, dopo qualche foto ricordo, ci siamo avviati all’aeroporto e siamo tornati a Padova. È stata un’esperienza irripetibile per cui, se avete qualche dubbio, sappiate che di sicuro con i ragazzi della Pascoli non vi annoierete e non avrete mai nostalgia di casa!! Giulia Cardin e Anna Vittoria Peracin 3B Pagina 6 PascoliAmo Per i ragazzi della nostra età l’amicizia è il rapporto più sentito e più cercato; per questo abbiamo provato ad esprimere la nostra idea di amicizia e a raccogliere le nostre frasi più significative: • • • • • • • • • Non è facile trovare un amico vero, riconoscere tra le molte persone che incontriamo nelle varie occasioni (scuola, sport, patronato…) qualcuno con cui creare un rapporto di affetto reciproco, un rapporto stretto e sincero, speciale con cui condividere paure, dubbi ma anche con cui scambiarsi opinioni e segreti. Gli amici vanno scelti bene perchè sono quelli che ti accompagneranno nel tuo cammino di crescita. Per me gli amici sono importantissimi, sono l’unico motivo per cui vengo a scuola (anche per altre cose, s’intende!). Non mi piace prendere in giro le persone isolate e senza amici perché posso capire che cosa provano. Io mi ritengo fortunato perché sono un ragazzo socievole e cerco sempre di coinvolgere tutti. Io penso di non avere problemi a farmi degli amici, anzi sono riconoscente per avere degli amici onesti, gentili e così inclini al perdono anche quando, per i miei modi insistenti, divento irrispettoso nei loro riguardi. Fin da piccolo ho avuto tanti amici diversi, in qualsiasi posto ho fatto nuove amicizie e ogni anno se ne aggiungono di nuove. Senza amici credo che mi sentirei solo, non saprei cosa fare, non saprei a chi chiedere aiuto nel momento del bisogno. L’amicizia è la cosa più bella che mi sia capitata nella vita, per questo ho paura di perdere i miei amici dopo la terza media ma mi impegnerò per mantenere il rapporto con loro. A me è capitato di confondere il significato di amicizia; ero convinto che far parte di un gruppo forte a cui era permesso fare tutto (anche emarginare i più deboli) volesse dire essere amici: tutto sbagliato!Attraverso un percorso faticoso ho capito, invece, che il rapporto andava rovesciato, che dovevo essere io di aiuto a coloro che ne avevano bisogno e a considerarli amici di cui fidarsi. L’amicizia è un sentimento che non puoi comprare ma nasce da un giorno all’altro, spontaneamente. L’amicizia è un’emozione che parte dal cuore e ti spinge a fare di tutto per il tuo amico. E’ un sentimento che non si può descrivere a parole ma si deve vivere, è qualcosa che si sente col cuore. Il sacrificio, l’aiuto, il sostegno all’amico addolorato e triste, questi sono i valori su cui si fonda la vera amicizia e nulla può scalfire questo sentimento così forte ma fragile, così trasparente ma opaco quando arriva a nascondere l’amico vero. Vogliamo ora unire alle nostre modeste considerazioni quelle di famosi scrittori e cantautori che, proprio sull’amicizia, ci hanno lasciato delle frasi memorabili: A. Frank, Il diario: “Ho dei cari genitori e una sorella di 16 anni…conosco una trentina di ragazzi e ragazze, alcune delle quali potreste dire che sono mie amiche, ho un corteo di adoratori…no, apparentemente non mi manca nulla, SALVO L’AMICA e farò del diario l’amica lungamente attesa”. F. Uhlman, L’amico ritrovato: “Nella mia classe non c’era nessuno che potesse rispondere all’idea romantica che avevo dell’amicizia, nessuno che ammirassi davvero o che fosse in grado di comprendere il mio bisogno di fiducia, di lealtà e di abnegazione, nessuno per cui avrei dato volentieri la vita”. A. De Saint Exupery, Il piccolo principe: “Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi, ma se tu mi addomestichi (leggi: entri in relazione con me), noi avremo bisogno l’uno dell’altro, tu sarai per me l’unico al mondo e io sarò per te l’unica al mondo. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato”. D. Baldan Bembo, L’amico è:” L’amico è una persona schietta come te, che non fa prediche e non ti giudica, fra lui e te divisa in due la stessa anima. Però lui sa, l’amico sa il gusto amaro della verità ma sa nasconderla e per difenderti un vero amico anche bugiardo è. L’amico è qualcosa che più ce n’è meglio è, è un silenzio che può diventare musica…”. La classe 2 A Pagina 7 PascoliAmo Esperienze personali La chitarra Di solito guardiamo i cantanti e pensiamo alle belle note che i chitarristi, con le loro dita, fanno scaturire dal loro strumento. Ma a cosa ci serve suonare? Suonare è una forma d’arte, quella di combinare suoni e di formare una melodia di nostro gradimento. Io seguo un corso di chitarra qui, alla Scuola Pascoli, con il mio amico Alberto, il mercoledì, insieme al nostro maestro. Per ora non sappiamo fare un granché, però ci divertiamo. La bellezza di strimpellare, per me, è tenere questo strumento di forma oblunga in mano e, con le dita, suonare. La difficoltà consiste nel pizzicare bene e con giusto tempismo la corda desiderata. Certo, forse è uno degli strumenti più complessi, anche se a vederlo non sembra. La chitarra è uno strumento a corde di nylon realizzato in legno, inventato da Antonio da Torres, un liutaio spagnolo. Quella elettrica , invece, non ha un vero e proprio padre fondatore. Nasce nel XX secolo, quando la gente voleva uno strumento con un suono più forte . Per la chitarra classica servono un piedistallo, una chitarra, naturalmente, grande esperienza. Il piedistallo si usa perché lo strumento si suona da seduti e la cosiddetta “curva”, posta a metà della chitarra, non è altro che uno spazio predisposto per il ginocchio. La chitarra classica si mantiene fedele al colore e alla forma originaria, mentre quella elettrica è disponibile in moltissime varianti e colori. Carlo Megighian I D La mia giornata La sveglia è alle 6.30: mi alzo e, ancora un po’ assonnata, mi preparo per affrontare una giornata impegnativa. Indosso pantaloni, maglia e felpa e per le 6.50 sono pronta . H. 6.50: faccio colazione con latte e cereali, un pieno di energia! Esco alle 7.27. Mi metto il giubbotto e, senza fare rumore per non svegliare i vicini, esco di casa con mia mamma (non mi lascia ancora andare da sola). Alle 7 e mezza prendo il tram che è sempre “stra- stra pieno” e spiaccicandomi come una zanzara tra due mani (anzi peggio), entro e arrivo a scuola in circa tredici, quindici minuti. Arrivo a scuola alle 7 e 52, poco prima delle otto, chiacchiero un po’ con gli amici ed entro in classe appena suona la campanella. Alle 13.10 esco da scuola chiacchierando, saluto mia mamma e insieme ci avviamo verso la fermata del tram. Verso l’una e mezza il tram non è molto affollato e quindi si entra con più facilità. Dopo pranzo, alle tre del pomeriggio, sono di nuovo fuori, pronta per andare a lezione di danza classica. E’ un’attività che svolgo da quattro anni e mi piace molto. Verso le cinque mi metto a studiare; continuo fino alle sei e mezza circa e passo dei minuti interminabili! Dalle 18 e 30 in poi, esauriti gli impegni posso rilassarmi e concludere la giornata. Attenzione! Non sempre le mie giornate sono così; a volte non vado a danza, oppure non riesco a giocare perché studio di più. Clara Miccolis I D Pagina 8 PascoliAmo Flash del passato Della mia infanzia ho vari ricordi, alcuni belli, alcuni brutti, alcuni felici, alcuni tristi. Ma ce ne sono alcuni, nascosti nella mia mente, che ogni tanto salgono alla superficie dei miei pensieri e che mi sorprendono per la loro chiarezza. Per esempio, il mio primo Natale con la neve, quando avevo quattro anni, a New York. Anche se non mi ricordo neanche cos'ho avuto per pranzo ieri, mi ricordo perfettamente ogni dettaglio di quella scena, otto anni fa. Era la sera del giorno prima di Natale e mia mamma mi stava portando a fare un po' di shopping natalizio. Ero annoiatissima. Ma poi è successo qualcosa, è iniziata a cadere dal cielo una sostanza bianca. Era fredda. “Mamma, cos'è?” “E' neve.” Neve. Quell'unica parola mi è rimasta impressa nella mente, mi sono innamorata subito. Quel momento nella strada di New York, con la neve che cadeva sulle mie spalle, non me lo dimenticherò mai. C'era silenzio, tranne per il battito del mio cuore. Era magico. Questo sì che era Natale. Non so perché ricordo così bene questo momento, magari è per via della mia felicità, magari è per puro caso. Ma c'è una cosa che so di sicuro, quel momento è stato uno dei più felici della mia vita. Questo è soltanto uno dei numerosi ricordi della mia infanzia e ce ne sono tanti altri di belli, ma anche tanti altri di brutti. Nessun'infanzia è perfetta, ma ci sono sempre quei ricordi perfetti che ti aiutano a superare i tempi difficili. Questo è uno di quei ricordi. Un altro ricordo che continua a seguirmi dappertutto (purtroppo) è uno un po' meno piacevole. E' il ricordo della morte di mia nonna, sei anni fa, anche questo a Natale. Ci stavamo divertendo un mondo con i nuovi regali, quando mia mamma ha ricevuto una chiamata. La nonna era caduta giù per le scale ed era in ospedale. Siamo corsi subito a vederla, ma era troppo tardi. Quando siamo arrivati, la nonna era morta. Non ho smesso di piangere per il resto della giornata, perché non era soltanto una nonna, ma era anche un'amica che mi aiutava sempre nei tempi difficili, e adesso che era morta non sapevo più cosa fare. A volte questo ricordo mi appare nella mente quando sono molto contenta, come per ricordarmi che il mondo non è perfetto. Ed è vero. Il mondo non è perfetto, ma se continui a sperare e a ricordare, potrai superare qualunque cosa, anche i momenti più brutti, perché i ricordi sono importantissimi. Senza di loro non avresti un passato, un presente o un futuro. Senza i ricordi non saresti niente. Silvia Linton 2D Ogni anno, la mattina del 25 dicembre, quando vedo i regali mi viene in mente il giorno di Natale del 2001. E’ stato uno dei giorni più belli della mia vita. Adesso lo racconterò brevemente. Mi alzo, saluto i miei genitori e i miei nonni con la manina e subito mi fiondo sui pacchi colorati situati sotto l’albero. Come sempre parto dal più piccolo, lo apro e trovo delle pile. Penso subito che siano un regalo bruttissimo, ma poi il nonno mi dice che le pile sono molto utili. Allora, d’impulso, comincio a scartare uno dei regali più nascosti e scopro che dentro c’è una macchina della Polizia con tanto di telecomando per farla muovere. Dopo tanti minuti, visto che non sapevo mettere le pile e non volevo farmi aiutare, la macchina cominciò a muoversi. Che gioia! Ogni Natale, quando penso quanto ho fatto andare quell’oggetto quel giorno, il morale mi va alle stelle. Non so perché quel regalo mi è restato così impresso, visto che ho ricevuto doni molto più belli e costosi di una macchina della Polizia radiocomandata che tuttavia, a distanza di nove anni, per me ha ancora un valore inestimabile. Altri due flash di cui vorrei parlare sono legati a mio nonno Aldo. A casa nostra, quando mangiava con noi, io e lui sedevamo a capotavola, e ogni volta non ci riuscivamo più a vedere perché c’era una bottiglia di plastica verde della marca “Vera”, proprio al centro del tavolo. Quando mi viene in mente, la scena è sempre la stessa: io muovo la testa per vederlo e lui la muove dall’altra parte per farmi uno scherzo e viceversa, fino a quando ci mettiamo a ridere tutti e due e ci abbracciamo con affetto. Altro flash legato a mio nonno riaffiora ogni volta che vado a Sottomarina. Nel ricordo vedo io e mio padre seduti sulla sabbia che giochiamo con palette, formine e secchielli, mia madre che prende il sole, e mio nonno seduto su una sdraio, che legge quello che chiamavo “il giornale rosa” (“La Gazzetta dello Sport”), nel bagno “Granso Stanco” di Sottomarina. I due flash legati a mio nonno per me sono molto importanti perché, oltre alle foto, sono gli unici ricordi vivi che ho di lui. Cerco di farmeli venire in mente molto spesso perché non voglio dimenticarmi di lui. Il primo ha soprattutto un valore di affetto tra me, il nipote,e lui, il nonno. Ricordo ogni minimo particolare e quando, al momento in cui ci abbracciamo, capisco che lui è sempre vicino a me. Il secondo ricordo, invece, è importante per un solo motivo, “La Gazzetta dello Sport” che è davvero un elemento in comune che c’è tra mio nonno, mio padre e me, tutti e tre seguiamo e abbiamo seguito le vicissitudini riguardanti il “Milan” sul “giornale rosa”. E’ così che ogni giorno, quando sfoglio quelle pagine rosa, penso al mio caro nonno. Giacomo Fabris 2D Pagina 9 PascoliAmo Caro Diario l’ultimo giorno d’estate è terminato e noi ragazzi ci siamo ritrovati in piedi alle 7.30 della mattina, per andare a scuola e ricominciare la nostra vita normale. L’estate, la nostra magica estate, è terminata e io ancora ora mi sento strana, come se un vuoto nell’anima richiamasse più attenzione: è quella parte del mio cuore che è rimasta al mare, tra le emozioni di una spiaggia che mi ha regalato uno dei mesi più belli della mia vita. Ma ora sono nella mia aula, a riflettere su gli ultimi mesi trascorsi e sull’estate che se n’è appena andata. Mi ricordo, come se fosse ieri, quel 15 Settembre 2008, il giorno in cui, per la prima volta, ho varcato il famoso portone della Pascoli; ricordo i ragazzi più grandi che non ci degnavano di uno sguardo, troppo immedesimati nella loro parte di “adulti”, ma che, dopo una settimana, hanno incominciato a chiacchierare con noi, bambini inesperti e insicuri. Ricordo la festa dell’Accoglienza, dove i bigliettini spiritosi delle classi terze mi hanno spaventata, perché non sapevo cosa mi aspettava… Ricordo quando ci hanno mostrato la scuola e le varie attività e subito mi è parsa innovativa e piena di vita. Ma soprattutto ricordo quando, alle elementari, ci hanno dato un foglio, quello per l’iscrizione alle medie, ed io, tutta orgogliosa, ho fatto una gran croce sulla casellina Pascoli: quella scelta poi si è rivelata giusta e saggia. Ora sono in terza, ho visto quelli che mi avevano accolta andarsene, ho perso alcuni amici più grandi, ma me ne sono fatta di nuovi, più piccoli ☺. Adesso è bello vedere che i “primini” ci guardano con rispetto, che non osano chiederci nulla, che per loro siamo dei miti . Alla festa dell’Accoglienza, noi di terza abbiamo presentato la Pascoli ai ragazzi nuovi e li abbiamo “preparati”, sempre scherzosamente, alla vita di questa scuola speciale. Ho visto i loro occhi, come i miei due anni fa, riempirsi di stupore e meraviglia, perché la Pascoli riesce a rendere speciale anche la più piccola attività, perché ogni cosa è fatta con il cuore!!! Ora mancano meno di otto mesi alla fine di tutto e all’inizio dei famosi esami, e sono felice e spaventata al tempo stesso. Ricordo quando, l’ultimo giorno di scuola dell’anno scorso, abbiamo fatto il tunnel umano a quelli di terza, che poi hanno preso un simbolico diploma, con gli occhi lucidi pronti per prendere in mano le redini della loro vita. Sono già triste al pensiero di lasciare i miei compagni, se potessi ritornerei indietro, ma, nonostante tutto, questo è l’anno più bello ed emozionante. Rispetto alla prima sono maturata e ho preso consapevolezza di me stessa, dei miei limiti, che cerco sempre di superare, dei miei punti forti, dei miei pregi e dei miei difetti. Quando due anni fa entravo nell’aula, lo facevo con timore, per paura che durante la lezione potessi fare brutta figura; ora sono più tranquilla , quando l’insegnante entra non sono più ansiosa, anzi sono felice di poter comprendere argomenti nuovi, anche perché qui alla Pascoli, il professore, mentre spiega, ride e scherza e, anche se succede solo per cinque minuti, ciò riesce a rallegrare l’atmosfera e, caro diario, ti assicuro che anche l’algebra diventa divertente ☺☺☺☺. Varcare, il 13 Settembre 2010, il portone della Pascoli e rivedere i miei compagni, mi ha procurato un grande senso di nostalgia e un grande senso di appartenenza alla mia classe, dato che, superati i momenti di rancore e tristezza , dove ognuno si sente solo e odiato dagli altri , ci siamo ritrovati più uniti che mai, pronti per affrontare l’ultimo anno tutti insieme e compatti. Quando in classe guardo le facce dei miei compagni, leggo la consapevolezza che il nostro cammino si sta facendo sempre più arduo e in salita e tutti, per non cedere, si pongono degli obbiettivi: il mio è uscire con un bel voto finale, anche se non penso ancora a quale sarà, per paura di rimanere delusa. Intanto penso a godermi questi ultimi mesi di spensieratezza,dato che le miei preoccupazioni sono ancora lontane, o così mi illudo. Dopo due anni, proprio ora che ho conosciuto tutti i lati nascosti dei miei compagni, devo pensare a quando dovrò ricominciare tutto daccapo, in una nuova classe, al liceo. È vero, le medie volano e, quando non sembra passato nemmeno un anno, ci si ritrova a dover scegliere la nuova scuola e non si fa neanche a tempo ad abituarsi alle nuove responsabilità, che ci si ritrova a dovere decidere della propria vita, come un adulto, anche se non ci si sente in grado di farlo. Già temo il suono dell’ultima campanella, suono sempre così desiderato, ma che quando sancisce la fine dell’ultimo anno, non si vorrebbe mai sentire, perché non si è pronti a dire addio a quella che per gli ultimi anni è stata una seconda casa . Marella Marassi 3B Pagina 10 PascoliAmo “Benvenuti al Sud” “Benvenuti al Sud” è una fantastica commedia che da ottobre spopola nelle multisale italiane. La storia che in sé non è complicata, ma comunque ben chiara , trae lo spunto tra le differenze negli usi e nei modi di fare tra gente del Nord e gente del Sud. E’ stato ispirato dal film francese “Giù al Nord” che tratta analoghe questioni. Il protagonista, un milanese come Claudio Bisio, si ritrova a lavorare in una località del napoletano e rimane spaesato in questa nuova realtà. Con il tempo impara ad adattarsi e finisce per innamorarsi di quei luoghi, coinvolgendo anche la moglie, prima piuttosto diffidente e prevenuta nei confronti del Sud. Questo film è stato per me emozionante e divertente, soprattutto per le comiche gag tra il protagonista Claudio Bisio e i suoi colleghi napoletani, episodi in cui si evidenzia quanto sia difficile per un”nordista” comprendere le espressioni dialettali del Sud e quanto il Meridione appaia più svagato e spensierato rispetto a un Nord ordinato e “perfettino”. Di questa commedia mi è rimasta impressa una frase pronunciata da Alessandro Siani, interprete del collega napoletano del protagonista:”Qui al Sud piangi due volte; quando arrivi e quando riparti”. Secondo me, mai frase fu più vera di questa, perché per quanto un settentrionale sia rispettoso dell’ordine, in qualche momento si lascia comunque andare e si svaga e per questo rimpiange quel Sud che prima valutava negativamente. Alberto Oliveri 3C LETTO PER VOI: ”ANNA DAI CAPELLI ROSSI” Vorrei consigliarvi un libro che ho preso in prestito dalla biblioteca di classe e che mi e’ piaciuto molto: si intitola ”Anna dai capelli rossi” di Lucy Maud Montgomary . Anna, una bambina orfana sui dieci anni, viene affidata, per errore, a due anziani fratelli, Marilla e Matthew Cuthbert. Alta, magra, capelli rosso carota, lentiggini, Anna apparentemente sembra una ragazza piuttosto bruttina ed antipatica, in realtà si rivela una sognatrice dalla parlantina facile, che trovera’ in Avonlea, o meglio in Green Gables, la villa dove abita, un posto favoloso, dove vivere, insieme all’inseparabile amica Diana Barry, mille avventure indimenticabili. Sognerà ad occhi aperti le cose piu’ belle ed inimmaginabili del mondo. Alla scuola media, poi troverà tante amiche, come Jane e Ruby, ma anche acerrimi rivali, come Gilbert Blythe, un ragazzo piuttosto carino, che però prende in giro Anna, chiamandola “Pel di carota”!!!!!! Ma…….. Basta! Vi ho detto troppo! Leggetelo e troverete in questo libro la storia di una ragazza diversa da tutte le altre, che vi coinvolgerà, con la sua fantasia, nelle fantastiche avventure della sua vita! E pensate che è stato scritto nel 1908! Pare impossibile che, cento anni dopo, piaccia ancora! Anna Zuin IA Pagina 11 PascoliAmo Gli appassionati dei film di animazione, quest’estate saranno di certo accorsi al cinema per vedere gli ultimi episodi delle saghe animate “Toy Story” e “Shrek” Io non potevo assolutamente perdermi “Toy Story 3”: dovevo scoprire cos’altro sarebbe successo ai giocattoli di Andy il protagonista della saga. In questo film Andy è ormai un ragazzo: deve andare al college e, per lasciare libera la sua camera alla sorella, fa ordine tra i giocattoli. Invece di finire in soffitta come ricordi, Baz, Wody e i loro amici si ritrovano in mezzo ad altri giocattoli in un asilo e qui verranno coinvolti in un’avventura mozzafiato. Quando realizzano di non essere stati conservati in soffitta, si sentono abbandonati e traditi: sono stati sempre fedeli compagni per Andy ed ora lui sembra essersi dimenticato di loro. Giunti in mezzo ad altri giocattoli e tra molti altri bambini, pensano di aver trovato nuovi amici e per un po’ dimenticano il loro dolore. Presto, però, scopriranno la verità: questi nuovi giocattoli vogliono solo approfittare di loro lasciandoli con i bambini più violenti e agitati. La forte amicizia che lega Wody e gli altri li aiuterà ad affrontare tutte le cattiverie che la banda di Lotzo (capo dei giocattoli dell’asilo) ha in serbo per loro. È proprio la collaborazione tra gli amici, in cui ognuno dà il suo contributo, che permetterà loro di salvarsi e di tornare da Andy. Ma Andy ormai è veramente troppo grande per aver tempo da trascorrere con i suoi amici giocattoli! Quale soluzione migliore se non affidarli ad una dolcissima bambina che avrà sicuramente cura di loro? Solo così potranno riacquistare la felicità e avere di nuovo una famiglia. Questo film mi ha fatto ripensare a tutti quei giocattoli con cui giocavo fino a poco tempo fa. Ora sono in prima media e sto crescendo: sono molto impegnato con lo studio, il rugby e gli amici e per giocare non ho più tempo, ma quando la sera vado a letto e ritrovo il mio gattino di peluche, provo un grande senso di tenerezza e rivivo, anche se per pochi istanti, la gioia dei giochi che ho sempre fatto con lui. Toy story: un cartone animato che ci insegna il valore dei nostri amici giocattoli, per non dimenticare di essere stati bambini e che farà di certo commuovere. Ludovico Gioi IA R ACCO N T I M I T O L O G I CI Uno speciale dono di pace Era una sera di fine estate e sul Monte Olimpo due potenti dei erano in attesa di essere ricevuti da Zeus: sua figlia Artemide, dea della caccia, e suo figlio Ares, dio della guerra. Importanti questioni dovevano essere definite. Ognuno dei due affermava di essere arrivato per primo e di avere il diritto di essere per primo ascoltato. Cominciarono a litigare violentemente, tanto che Zeus si alzò dal trono e tuonò con impeto contro di loro. Su tutta la terra iniziò un forte temporale. Durante questo alterco Ares, come al solito bellicoso e possente, scagliò l’arco di Artemide in aria che, ricadendo, si spezzò rovinosamente. Ares, scorgendo la disperazione negli occhi di Artemide, provò pietà; temeva anche l’ira di Zeus e i rimproveri di sua madre Era. Chiese allora aiuto ad Efesto che gli forgiò un arco speciale capace di riflettere ogni raggio emesso dal cocchio di Apollo. Artemide accettò con entusiasmo quel dono di pace e lo alzò in alto con una tale veemente gioia da far comparire nel cielo della Terra, ancora grigio di pioggia, uno speciale, splendente arco multi-colore. Ancor oggi, ogni tanto, Ares e Artemide litigano, ma poco dopo, in segno di pace, Artemide lancia verso l’alto il suo arco. Così noi, sulla Terra, ammiriamo l’ARCOBALENO. Giovanni Battista Poci I A Pagina 12 PascoliAmo PERCY JACKSON Ee GLI g l i DEI d e i DELL’OLIMPO d e l l ' o l i m po PERCY JACKSON RECENSIONE Il film "Percy Jackson e gli dei dell'olimpo" è adatto alle persone amanti della mitologia greca. Percy, è un ragazzo dislessico che vive a New York con la madre e scopre che Poseidone, re del mare, fratello di Zeus e di Ade, è suo padre. Percy viene accusato di aver rubato la folgore di Zeus e dovrà ritrovarla entro il solstizio d'estate, altrimenti scoppierà una guerra tra i due mondi. Dovrà affrontare dei nemici insieme al suo migliore amico Grover, il fauno, e Annabeth, figlia di Atena. Dovrà trovare tre perle che gli serviranno per tornare dagli inferi. Il mio giudizio è molto positivo perchè questo film mi ha fatto pensare alla bellezza della Grecia antica . Non vi anticipo altro. Buona visione !! Francesca Rondinone IC Lo scioglimento dei ghiacciai è un fenomeno molto rischioso per la terra, la vita dell’uomo e degli animali. Ciò avviene a causa dell’effetto serra, che permette a parte del calore irradiato dai raggi del sole di rimanere sulla terra; questo nel corso degli ultimi secoli è aumentato di molto. Ciò porta al catastrofico aumento della temperatura, dannoso in particolare per le maggiori risorse di acqua dolce presenti sulla terra: i ghiacciai. Il calore sulla terra è maggiore poiché l’uomo inquina di più l’ambiente e produce maggiore anidride carbonica che, di conseguenza, non permette a parte dell’energia solare di fuoriuscire dal pianeta. Ciò porta ad un innalzamento del livello del mare, il quale nel corso degli anni, se non si fa qualcosa, potrebbe sommergere alcune zone costiere. Inoltre alcuni animali, come orsi bianchi, foche e trichechi (ma non solo), stanno perdendo il loro habitat naturale e ciò li porta ad estinguersi e di conseguenza a diventare specie protette per evitare che spariscano definitivamente. L’uomo, onde evitare questo, ha messo in pratica delle iniziative: in Europa sono state istituite le eco-tasse che colpiscono le industrie più inquinanti, sono stati messi in vendita prodotti con il marchio ecologico (inquinano meno), ma di sicuro il progetto più importante è il riciclaggio, che permette ad alcune industrie di riutilizzare materie scartate da altre. Tutte queste iniziative fanno parte del sistema eco-sostenibile, che è un obbiettivo insieme politico, economico e culturale che permetterebbe anche alle generazioni future di usufruire delle risorse naturali. A contribuire alla messa in atto di questi progetti è stato il protocollo di Kyòto firmato dagli stati più inquinanti nel 2004 ad eccezione, purtroppo, del Giappone e degli USA. Lorenzo Boschini 2C Pagina 13 PascoliAmo BARZELLETTE SCOLASTICHE NEURONI Professoressa: Allora per le vacanze scrivete il tema Studente: prof che ne dice di ‘Che ti ha portato Babbo Natale?’ Professoressa: un neurone perché l’unico che avevi è scaduto! NON CI CREDO Un ragazzo: un signore mi ha detto che noi ragazzi non crediamo più a niente L’altro: NON CI CREDO!! LEOPARDI Professoressa: ragazzi oggi da voi vorrei sentire dei versi di Leopardi… Studenti: GRRRR!!ROARR!!RRRR!! Professoressa: chissà se al prof di filosofia avanza un po’ di cicuta… FENOMENI Studente: siamo una generazione di fenomeni. Professoressa: Si, l’unico problema è che vi hanno rinchiuso qui dentro…. Caterina Ostini I B Pagina 14 PascoliAmo Lettera aperta al Ministro della Pubblica Istruzione Egregio ed illustrissimo Ministro della Repubblica Italiana, Maria Stella (o “ Mary Star “ come la chiama Luciana Littizzetto) Gelmini, di recente sono state mosse molte critiche contro di lei e le sue riforme. Su questo vorrei intervenire riassumendo un opuscolo consegnato alla mia ignara nonna, durante un giorno di sciopero in “ suo onore,” perché, Signor Ministro, deve sapere che tutti gli scioperi compiuti dai ragazzi delle superiori sono solo un motivo per festeggiare il suo magnifico operato. Che credeva! Comunque, tornando all’opuscolo, esso riporta i seguenti dati: - il governo ha tagliato il 60% dei fondi della scuola pubblica; - ha ridotto del 10,5% lo stipendio dei docenti; - ha scoraggiato la ricerca e demotivato i ricercatori. Sinceramente, Signor Ministro, ritengo che per gestire il debito pubblico del nostro Paese sia sì necessario qualche taglio, ma sono dell’idea che si possa risparmiare bilanciando i fondi scolastici con le spese relative ad altri settori, ad esempio lo stipendio dei politici. Che ne pensa? La invito, inoltre, a visitare la mia scuola (Giovanni Pascoli di Padova), come esempio, così si accorgerebbe che presenta qualche “ problemino “ di manutenzione . Concludo dicendo che, sicuramente non sono abbastanza maturo per dare un giudizio sull’operato di chi ci governa, tuttavia sono convinto che anche noi ragazzi tredicenni dobbiamo iniziare a farci delle opinioni anche in ambiti che richiedono una certa competenza poiché, in fondo, siamo proprio noi ragazzi il futuro del nostro paese. Sergio Pellegrino 3A Quanti avvisi di sciopero quest’anno!! Quest’anno ci dettano molto spesso avvisi di sciopero anche se, purtroppo, quasi nessun professore aderisce. Abbiamo sempre l’illusione di fare festa, invece, ogni volta ci dicono che le lezioni si svolgeranno regolarmente ed allora i nostri sogni svaniscono… Nel mondo della scuola c’è tanta agitazione per la riforma che sembra non piacere a nessuno, ma soprattutto per il fatto che pare che molti insegnanti perderanno il lavoro. Io non capisco molto i cambiamenti che stanno avvenendo, ma, sentendo cosa ne dicono i professori, mi sembra di capire che la scuola sta peggiorando e che i nostri diplomi futuri varranno sempre meno. Io ho fiducia in quello che pensano e dicono i nostri professori perciò mi chiedo: “Perché, signora Gelmini, non ascolta un po’ quello che pensano le persone che lavorano nella scuola?”. Pietro Faggion 3A Pagina 15 PascoliAmo Ora un po’ di robotica... ROBOT HRP-4 DIVA Una sera, con mio zio, ho visto su Internet il video di un robot davvero interessante. Ciò che mi ha colpito di più è stata la naturalezza dei suoi movimenti e della voce. Allora, incuriosita, sono andata a cercare qualche notizia in più. Il nuovo robot inventato dalla tecnologia giapponese si chiama HRP-4: ha l'aspetto di una ragazza asiatica e il suo soprannome, diva-bot, ne definisce lo scopo. HRP-4 è un robot progettato per cantare, regolato da un software che imita una cantante umana in un modo più naturale ed espressivo di tutti i robot-cantanti precedenti. Il modello di cantante utilizzato è stato quello di una tipica pop star giapponese, il cui volto è stato ricreato e mappato sul robot. La tecnologia su cui si basa il robot è anche in grado di ottenere movimenti che lo rendono più realistico: pause per la respirazione e la vocalizzazione dei rumori che provoca il respiro di una cantante che prende fiato. Ma oltre a cantare, diva-bot riesce ad assumere espressioni facciali umane e movimenti del corpo umani. HRP-4 è frutto del lavoro di un team del National Institute of Advanced Industrial Science and Technology di Tokyo. Masataka Goto, a capo del team di ricerca e scienziato che si dedica allo studio della tecnologia applicata alla musica, sostiene che se i robot dovessero essere diffusi su larga scala nella nostra società, avranno bisogno di diffondersi inizialmente nell'industria dell'intrattenimento, in modo che vengano conosciuti dalla gente. Io penso che la tecnologia di oggi sia molto avanzata e mi sembra incredibile che sia arrivata a questi livelli. Credo però che sia molto importante l’utilizzo che l’uomo ne fa, in questo caso credo che l’arte e quindi anche la musica e il canto debbano rimanere un’espressione dell’uomo e non di una macchina. Mi sembrerebbe più utile usare diva-bot per lavorare nelle industrie o per aiutare le persone. Elisabetta Pavan I A Pagina 16 PascoliAmo Mio zio Filippo è astrofisico all'osservatorio di Arcetri a Firenze. Il 14 di ottobre su Nature, una delle riviste scientifiche più note al mondo, è apparso un risultato di alcune sue recenti ricerche. La notizia è stata poi ripresa anche dai principali giornali nazionali. Le sue osservazioni hanno per la prima volta fornito una prova diretta del fatto che le galassie giovani possono crescere “ingerendo” il freddo gas che le circonda, utilizzandolo come combustibile per la formazione di nuove stelle. Capire come le galassie siano cresciute nei primi miliardi di anni dopo il Big Bang è uno dei più dibattuti quesiti dell'astrofisica moderna. L'Universo aveva meno di un miliardo di anni quando le prime galassie si sono formate; esse erano molto più piccole rispetto ai sistemi giganti che vediamo oggi, come ad esempio la nostra Via Lattea. Spesso per formare sistemi più grandi, le galassie si scontrano e si fondono: si tratta certamente di un meccanismo di crescita importante. Un team di astronomi europeo, di cui fa parte anche zio Filippo, ha utilizzato il Very Large Telescope per verificare che le galassie giovani possono crescere anche aspirando idrogeno ed elio freddi, materiali che riempivano l'Universo primordiale, formando da questi nuove stelle. Proprio come una società commerciale può espandersi grazie ad una fusione con altre società o assumendo più personale, le galassie giovani possono crescere tramite la fusione con altre galassie o per accrescimento di materiale. La scoperta avrà un grande impatto sulla nostra comprensione dell'evoluzione dell'Universo dal Big Bang ai giorni nostri. Molte teorie sulla formazione delle galassie e sulla loro evoluzione potrebbero dover essere riscritte. Se siete curiosi, consultate il sito dell'ESO (http://www.eso.org) che è la principale organizzazione intergovernativa di Astronomia in Europa e l'osservatorio astronomico più produttivo al mondo. Tommaso Tonolo 3A Vi presento il Cao de agua La storia comincia oltre sette secoli fa… con le parole di un monaco che, avendo assistito al salvataggio di un pescatore nel sud delle coste portoghesi, volle lasciare la descrizione dell’eroico salvatore: «un cane con lungo pelo nero rasato fino all’ultima costola, con un ciuffo di peli sulla punta della coda, quattro zampe bianche e un ciuffo bianco sul muso». Ancora oggi queste parole – datate 1297 – sono considerate la più accurata descrizione di un moderno Cao de Agua ed il primo rapporto ufficiale sulla razza. La storia prosegue nei secoli e, per sintetizzare, si può dire che per molto tempo la regione portoghese dell’Algarve ha utilizzato gli esemplari di questa razza come cani pescatori, affidando loro importanti compiti per il buon esito dell’uscita in mare. Ci si attendeva da questo cane cose semplicemente incredibili: viaggiava sulla prua della barca, in mezzo all’oceano agitato, per sorvegliare il mare e segnalare la presenza di banchi di pesci; in caso di pericolo svolgeva la funzione di «allarme»: in presenza degli squali metteva in guardia i pescatori nascondendosi nella barca e lamentandosi si rifiutava di compiere il lavoro; in condizioni tranquille invece si manteneva pronto a tuffarsi per aiutare a piazzare le reti e ritirarle; spesso riusciva a catturare i pesci che scappavano dalla rete; era corriere di messaggi, cibo, acqua ecc., dimostrando quindi capacità di nuoto su grandi distanze e su correnti freddi e gelate; recuperava oggetti caduti in mare; era in grado di ritrovare la cima sott’acqua per il traino della barca in porto. Oggi sono cambiate le tecniche di pesca e l’«assistente al pescatore» è stato quasi del tutto messo in pensione, ma le sue particolari caratteristiche si sono mantenute nei secoli e, grazie soprattutto al suo carattere docile e allegro, il Cao comincia a farsi conoscere come cane da compagnia. Nella descrizione della razza fissata dal suo paese di origine, il Portogallo, si legge: «cane per la famiglia ed ausiliario alla pesca». Pagina 17 PascoliAmo Il suo atteggiamento disponibile nei confronti degli uomini ha dato il via ad altre possibilità di utilizzo della razza – sulle quali si sta molto impegnando il Cao de Agua club –, indirizzate ad attività quali la pet-therapy (utilizzo del cane come aiuto di persone disabili) o l’addestramento per la protezione civile. Nonostante il manto molto lungo e folto, questo cane non perde pelo ed ha quindi meno possibilità di sviluppare allergeni in persone sensibili. Proprio per questo un cucciolo nero di Cao, chiamato Boh, è stato recentemente adottato dal presidente americano Barack Obama, il quale ha una figlia allergica ai cani. A proposito di pelo, la tosatura descritta dal monaco (“tosato fino all’ultima vertebra”) è ancora oggi usata negli esemplari che lavorano in acqua: consente ai cani di avere le zampe posteriori libere e di nuotare più facilmente. Voglio infine concludere dicendo che il mio Cao, Hagrid, si è molto impegnato per perfezionare una caratteristica personale da aggiungere a tutte quelle elencate sino a qui: è diventato uno straordinario Cao de sofá! Per saperne di più: www.dolusiadas.org Alberta Cattozzo IB Accaniti lettori del “Pascoliamo”, oggi vorrei parlarvi di un argomento alquanto interessante: le invenzioni, ovvero le idee che hanno rivoluzionato il mondo ed il nostro modo di vivere. Queste scoperte, elaborate dai più grandi uomini esistiti nel passato, hanno permesso al genere umano di soddisfare i propri bisogni ed esigenze, ma anche di migliorare le proprie condizioni di vita. Abbiamo invenzioni applicate in svariati campi, tra cui quelle attuate per vivere meglio e quelle per giocare e comunicare. Esempi del primo caso sono: l'invenzione del primo calcolatore aritmetico universale (la calcolatrice) e il frigorifero. Pensate, la prima calcolatrice mai esistita fu messa in funzione dal fisico Howard Aiken all'università di Harvard (Boston) il 1 agosto del 1944. Mark 1, questo era il suo nome, era composto da 750 000 dispositivi meccanici collegati tra loro da 800 km di cavi. Pesava 5 tonnellate, era lungo 20 m e alto 3. Poteva moltiplicare 2 numeri di 23 cifre in 6 secondi! Un vero record! In quanto al frigorifero, esso fu inventato nel 1851. Era un apparecchio che comprimeva e decomprimeva l'etere (aria) per assorbire calore dall'ambiente. Nel 1858, invece, un tale di nome Ferdiand Carrè, francese, ne costruì uno che usava ammoniaca, ma solo nel 1921 due americani, Copeland e Wales, disponendo dell'energia elettrica, realizzarono un contenitore con pareti isolate termicamente che produceva e tratteneva il freddo. Fu chiamato “Kelvinator”. Sono state fatte scoperte anche in ambito naturalistico e scientifico, come l'aver scoperto l'intelligenza delle megattere o i virus. Nel primo esempio, due ricercatori dell'università di New York, Patrick Hof ed Estel van der Gucht, nel 2006 hanno condotto uno studio sul cervello delle megattere, scoprendo la presenza di un tipo di neuroni esistente solo nel cervello degli esseri umani, delle grandi scimmie e di altri cetacei evoluti, come i delfini e le orche. Anche se non è ancora del tutto chiara la funzione di questi neuroni, i ricercatori pensano che sia legata ai processi di apprendimento e di memorizzazione. La scoperta spiegherebbe la complessa vita sociale delle megattere. Nel secondo esempio, invece, un botanico russo di nome Dimitri Ivanovsky, scoprì che nel 1892 l'esistenza di organismi incredibilmente piccoli in grado di provocare malattie. Ivanovsky stava studiando una malattia che colpisce le piante di tabacco. All'inizio pensava fosse provocata da batteri, poi con sua grande sorpresa si accorse che si trattava di organismi ancora più piccoli. Solo con l'invenzione del microscopio elettronico fu possibile osservare i virus e rilevare che erano completamente diversi da tutti gli altri organismi. Ma queste sono soltanto alcune delle miriadi di invenzioni e scoperte fatte dall'uomo e chissà quante ancora se ne faranno per migliorare il progresso dell'umanità. Oliviero Zorzetto 3B Pagina 18 PascoliAmo Triste attualita’ L'ALLUVIONE Domenica 31 ottobre ritornavamo dalla montagna per andare a salutare la nonna che abita a Schio, una città vicina a Vicenza. Mentre andavamo, abbiamo visto tantissima acqua che scendeva dalle montagne e che andava sempre più velocemente nel fiume. Io ero molto spaventato, anche perchè c'erano tante frane e molti alberi che, a causa dell'acqua, cadevano; mi dispiaceva per chi abitava in quei posti, perchè le loro case erano in pericolo. A casa della nonna ho acceso subito la televisione ed ho sentito che le cose andavano ancora peggio di quello che pensavo. Il fiume Bacchiglione era in piena e stava distruggendo tutto quello che trovava davanti. Eravamo tutti preoccupati perchè dovevamo ritornare a Padova e molte strade erano chiuse. Il giorno dopo abbiamo saputo che il fiume era straripato ed aveva allagato interi paesi, e poi la stessa città di Vicenza, che ha vissuto certamente un giorno molto difficile. Giovanni Ometto 2C Martedì 2 novembre, tornando da scuola, ho visto che tra la superficie dell'acqua e il ponte del Bassanello c'erano al massimo venti centimetri; il terrazzo della Canottieri era caduto nel fiume e si era diretto verso il ponte, rischiando di chiuderlo e di provocare un allagamento: la cosa che mi fa più rabbia è che nessuno (o quasi) ne ha parlato! I telegiornali raccontano di politici, di scandali, di spazzatura, e si curano molto poco di quanto è accaduto nella nostra città: persone che hanno perso la casa, il lavoro, la fabbrica, il negozio... Anche la mia professoressa ha vissuto questa brutta esperienza e, quando la penso, mi dispiace dal profondo del cuore. Ma alla fine qualcosa di buono c'è stato nell'alluvione: si è potuto constatare che le disgrazie uniscono. Infatti tutti gli abitanti dei paesi allagati si sono aiutati a vicenda per salvare se stessi e gli altri. E anche gli stranieri, di cui sempre si diffida, si sono mostrati generosi e disponibili. Alessandra Cortellazzo 2C Pagina 19 PascoliAmo POVERA SARAH !! Il fenomeno mediatico di quest'ultimo periodo è il delitto di Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana scomparsa quest'estate e ritrovata dopo circa un mese grazie alla confessione dello zio, Michele Misseri, che inizialmente si era autoaccusato dell'omicidio (apparendo subito come un mostro e portando l'orrore di tutti al massimo). La madre di Sarah ricevette la notizia in diretta durante la trasmissione “Chi l'ha visto?”, a cui era ricorsa nella disperata speranza di ritrovare la figlia, che si pensava fosse semplicemente fuggita di casa (cosa pensare infatti di una adolescente carina, che affidava al suo diario le sue insoddisfazioni?). Questo fatto fece piovere severissime accuse sui media, che sfruttavano (e sfruttano tuttora) la tragedia per fare audience. Si sono susseguiti continui colpi di scena, fino ad oggi, quando lo zio accusa la figlia Sabrina di aver ucciso la cugina in un impeto di gelosia. E' molto probabile che sia andata così, ed è una tragedia che si somma alla tragedia. Ritengo che i giornali e la televisione stavolta abbiano veramente esagerato; tutti vogliono sapere chi è stato, come è andata, come fosse un libro giallo, ma nei romanzi è tutta una finzione. Non dimentichiamo che una giovanissima vita, reale, è stata spezzata in modo crudele ; e intanto sogni giovanili sono stati infranti, un così bel sorriso è spento per sempre, solo per una irrefrenabile gelosia.....ciò dimostra la violenza e la debolezza umane, che non fanno differenze tra parenti, amici e sconosciuti. E pure ci fa comprendere che la vita di oggi è dominata dall'egoismo, dalla voglia di avere sempre e subito tutto; molti giovani non accettano la sconfitta, non ammettono di dover rinunciare a qualcosa, vogliono essere sempre “vincenti”, secondo quei falsi modelli che la società di oggi ci propone. Virginia Scapolo 2C Gli sms e noi ragazzi Gli sms (acronimo dall’inglese “short message service”) sono brevi messaggi inviati da un cellulare all’altro. Il primo sms della storia è stato nel 1992 e il testo del messaggio era “Merry Christmas”. L’utilizzo di questo strumento di comunicazione si è sviluppato, però, soprattutto negli ultimi dieci anni e piace principalmente a noi ragazzi. Oggi non scriviamo più lettere cartacee, ma solo sms ed e-mail perché velocemente e comodamente possiamo comunicare con la massima efficienza un messaggio, appunto con lo scopo di produrre un effetto di qualche tipo su colui che lo riceve. Nello spazio di pochi caratteri trasmettiamo richieste, informazioni, accordi di qualsiasi tipo, espressioni di affetto, sicuri che l’altro riceverà velocemente il messaggio in qualsiasi luogo e situazione si trovi. Credo che sia proprio la facilità di fare questo, che gli sms oggi hanno rivoluzionato il modo di comunicare tra le persone e, per noi adolescenti, che abbiamo vissuto in pieno il linguaggio multimediale, essi sono entrati talmente nella nostra vita da non poterne fare più a meno. Portare con noi il telefonino è come portarsi appresso un pezzetto di casa: ci si sente più sicuri, meno soli nell’affrontare il mondo, ma è anche un modo per sentirci più vicine le persone a cui siamo legati e questo utilizzando soprattutto gli sms, più economici rispetto a una telefonata e più discreti perché l’altro potrà leggerli in un qualsiasi momento della giornata. Gli sms sono diventati così uno strumento per socializzare più facilmente e soprattutto i più timidi ne traggono vantaggio. E’ molto più facile, infatti, entrare nel “gruppo” mandando un messaggino che prendere la cornetta del telefono o recarsi fisicamente a trovare qualcuno. E’ più facile rompere il ghiaccio con un amico inviando pochi caratteri che affrontarlo di persona magari arrossendo. Tutto questo poi avviene nel più assoluto silenzio, senza che nessuno ascolti, in maniera intimistica. Uno dei motivi per cui li utilizziamo è la possibilità di inviare il messaggio, una volta scritto, a tutti quelli che fanno parte del gruppo con un solo “clic”. C’è da dire, però, che così facendo ricorriamo sempre più al linguaggio non verbale. Anche le emozioni viaggiano attraverso abbreviazioni e acronimi in maniera veloce. Non sappiamo ancora se questo è un bene o un male, ma sicuramente questa forma di comunicazione ostacola quel comunicare faccia a faccia che, in fondo, per me è il più vero. Ho assistito più di una volta a situazioni in cui, in un gruppo non sapendo cosa dire, tutti erano intenti a mandare un sms a qualcun altro. Gli sms forse sono diventati quasi una mania e anche il linguaggio si è modificato: le parole si abbreviano, le frasi sono prive di verbi, si usano codici, acronimi e simboli smileys e ognuno cerca di essere a suo modo creativo. Io credo che gli sms siano un’invenzione importante per noi ragazzi, ma penso anche che non dovremmo rinunciare del tutto alla bellezza di scrivere una lettera ad un amico per poi aspettare di ricevere la sua. Marianna Lacognata 2A Pagina 20 PascoliAmo Mode giovanili CELLULARE,CELLULARE… CELLULARE, CELLULARE... Il cellulare tra i ragazzi è ormai sempre più diffuso,sempre più usato non solo da quelli delle medie, ma anche dai bambini delle elementari. L'altroieri, chiedendo a più o meno venti degli alunni della Pascoli se avevano il cellulare, tutti hanno risposto di sì. Dopo aver fatto alcune ricerche sono riuscito a verificare che il tasso di ragazzi che comprano o si fanno prendere un telefonino è aumentato di un numero spropositato in un solo anno. MA QUESTO OGGETTO CI RENDERA' DIPENDENTI O E' SOLO UNA MODA? Per avere la risposta a questa domanda ho dovuto visitare vari siti di attualità, ma alla fine non ho trovato una vera risposta. Alcuni ricercatori stanno studiando il fenomeno e non hanno ancora tratto delle conclusioni; quindi si possono fare solo delle ipotesi. Certo, da quello che ho visto di persona, il cellulare è una specie di droga giovanile. Per fare un esempio, si potrebbe pensare alla sorella di un mio amico che, in un certo periodo della sua vita, era diventata schiava del cellulare. Quando uscivamo fuori a cena lei si portava il suo telefonino e spediva continuamente messaggi alle sue amiche. Per fortuna, adesso ha superato questa fase ed il cellulare lo usa sempre più di rado. Io vi do un consiglio, ragazzi: per non ridurvi come questa mia amica, per conoscere la gente uscite fuori di casa e, che ne so, fatevi una bella passeggiata con gli amici, ma non barricatevi in stanza per messaggiare! Luca Piccolella 1C Pagina 21 PascoliAmo LA MIA GATTINA SCUOLA I bambini vanno a scuola Zitti zitti senza parola, Con lo zaino col cappello Quando piove con l’ombrello. Poi si siedono ai banchi Ma son tutti sempre stanchi. Dopo il suono del campanello Senti il solito ritornello: EVVIVA EVVIVA LA SCUOLA E’ FINITA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Com’è bella la mia gattina: Nera bianca e colorata, Ha una macchia sul musino E si sente tanto amata. Ha due baffi lunghi e dritti E gli occhietti un po’ tristi. Per dormire nella sua cesta Corre e salta lesta lesta Ha per letto un piumino Che le piace un pochino. Quando arriva il mattino Fa uno spuntino E con un debole miagolio Dice al mondo:ci sono anche io. SORELLE Siamo sorelle sorelline Siamo molto birichine, Insieme giochiamo e balliamo Per questo ci divertiamo Tra le montagne rosate Ci facciamo molte risate; Se qualcuno ci vorrà separare Non lo potrà fare. Tra i banchi di scuola Zitte senza parola, Invece in piazzola Scateniamo il vento boreale. Se volete frequentarci Vi consiglio di provarci. ANIMALI Gli animali sono amici E son tutti più felici. Il cagnolino abbaia e abbaia Ti risveglia dalla vecchiaia, Canta il canarino Che ti risveglia il mattino. Con le fusa i gattini Ti riscaldano i piedini. Gli animali sanno amare Non li abbandonare. Margherita Peracin e Maria Vittoria Basile I B Pagina 22 PascoliAmo L’ADOLESCENZA Nella vita ci sono momenti di discesa e di salita. L’adolescenza è uno di questi nella quale tu manifesti la tua voglia di cambiare e di maturare. Vuoi essere più indipendente e non farti giudicare dalla gente che vedi più intelligente. Passa il tempo con amici e conoscenti e non stare in casa con pensieri deprimenti. La vita è un lungo viaggio che va vissuto con coraggio. Non farti mai comandare e influenzare e vedrai che gli altri capiranno quanto tu sia speciale. Laura Boschini Eleonora Vita 3D Un battito, uno scoppio E poi il batticuore Poi lo stupore Cos’è questa strana emozione? Che trasforma la vita in una visione? Questo piccolo o questo eccesso? Questo sentimento semplice e complesso? Ha l’odore di un fiore È forte come un bruciore È il primo amore. S’innalza Veloce , spicca Nel cielo cobalto Sale con un battito E in un attimo È già lassù, nel blu Ora cade in picchiata È morto, perché? ma a un palmo da terra cambia direzione svolta e torna nel cielo e il ciclo ricomincia. Veronica Camaioni 2B Pagina 23 PascoliAmo DOLCE NATALIZIO!! Ecco a voi un suggerimento, molto goloso, per la prossima festa di Natale! CREMA PASTICCERA PER IL PANETTONE INGREDIENTI 90 g di zucchero; 3 rossi d’uovo; 75 g di farina; buccia di limone; zucchero vanigliato; ½ l di latte; 1 noce di burro. PREPARAZIONE Mettete in una casseruola 90 grammi di zucchero e tre rossi d’uovo. Mescolate con un cucchiaio e aggiungete 75 grammi di farina. Aggiungete un po’ di buccia di limone oppure, se vi piace di più, una puntina di zucchero vanigliato. Mettete a scaldare ½ litro di latte e quando sarà quasi bollente versatelo sulle uova, la farina e lo zucchero, mescolando e sciogliendo con una piccola frusta. Quando avrete aggiunto tutto il latte, togliete la frusta e mettete la casseruola sul fuoco, mescolando continuamente con il cucchiaio. Vedrete che la crema si addenserà gradatamente. Continuate a mescolarla e, raggiunta l’ebollizione, lasciate che la crema bolla per 4 o 5 minuti. Adesso potrete versarla sul panettone oppure in una coppetta. Elisabetta Giacomelli 1A UNA DIETA SANA E NUTRIENTE!! Cinque pasti al giorno: -prima colazione -spuntino di metà mattina -pranzo -merenda -cena È il segreto per dare al nostro organismo la giusta energia e un ritmo naturale. LA COLAZIONE La prima colazione è molto importante e deve ricoprire almeno il 15% del fabbisogno delle calorie giornaliere. Sono necessari zuccheri (marmellata, miele), amidi (pane, cerali..) grassi (latte, burro) proteine (latte, yogurt, formaggi). E’ bene assumere un alimento da ognuno dei tre gruppi. LA MERENDA Secondo un’indagine del nostro Ministero della Salute, più di un bambino su tre di età compresa tra i 6 e gli 11 anni pesa troppo. Responsabili di ciò sono le cattive abitudini alimentari. E’ molto importante fare una sana merenda sia a metà mattina che a metà pomeriggio.La merenda che consumiamo a scuola spesso risulta troppo abbondante o troppo ricca di alimenti grassi,. Invece la merenda di metà mattina non deve sostituire una corretta prima colazione (con latte, frutta di stagione, cereali). Al tempo stesso, però, questo piccolo pasto ci deve fornire una ricarica di energia che ci consenta di arrivare non troppo affamati al momento del pranzo.Sono rigorosamente da evitare tutti gli snack che ci regalano calorie “vuote” come patatine, merendine confezionate, creme e bibite gassate. Sono invece da preferire i panini imbottiti, ma non troppo, la frutta, lo yogurt, le torte della mamma fatte in casa, i succhi di frutta. BUON APPETITO A TUTTI ! Virginia Castglione 1A Pagina 24 PascoliAmo Sapete, io sono un tipo pigro e non ne posso proprio più !!! Mi sono ridotta ad essere superattiva e con le ossa distrutte, lividi dappertutto; a dirla in breve non ne posso proprio più, più e più ! “Lui”, il mio padrone, è troppo attivo, ha un via-vai di appuntamenti tra calcio (partite e allenamenti), incontri con gli amici… Sarà pure Bello, Forte e Intelligente (commenti a parte) ma preferirei avere qualcun altro come padrone. 12 ore su 24 sono super iperattiva, come ad esempio ieri con la partita contro il Sant’ Agostino, tra colpi di testa, scivolate, cadute di vario genere ed altre arti marziali, mi sono ridotta ad uno straccio, un vero schifo! La settimana per me è dura, soprattutto la mattina, ma quando arriva il sabato è tutta un’ altra cosa e per fortuna il mio padrone dorme che è una meraviglia e così posso riprendere le forze per la settimana successiva, non come adesso mentre sto scrivendo! A pensarci bene il mio mestiere avrà pure alti e bassi, ma sono unica nel mio genere e questo mi rende molto, molto felice!!! Giacomo Belloni 2B Forza ragazzi!! Che cosa aspettate?! Siete pronti per un’avventura che cambierà la vostra vita?? Allora venite a provare un’emozione unica nell’oasi di Ca’ Roman. Lì potrete scoprire il vostro talento nella navigazione a vela, stringere amicizie con persone che non avreste mai conosciuto, assaggiare piatti che non avreste mai mangiato a casa e molte altre cose. Ecco la giornata tipo: alla mattina sveglia alle sette e mi raccomando di non perdere tempo a sonnecchiare nel vostro caldo letto perché alle sette e mezza vi aspetta un fresco risveglio con la ginnastica!! (In effetti l’organizzazione può sembrare un po’ militaresca, ma alla fine si trova sempre il tempo per scherzare). Dopo la colazione delle otto, ci si reca tutti nell’aula di teoria, dove il prof, insieme agli istruttori, ci illustra l’obbiettivo del giorno che poi dovrà essere eseguito in acqua entro la mattinata e nel pomeriggio. La paura che di solito si affronta prima di salire su un optimist (così si chiama il tipo di imbarcazione) è quella di finire in acqua, ma vi assicuro che difficilmente succederà, a meno che non si tratti di bic, imbarcazioni più veloci e difficili da governare. A fine pranzo ci sono sempre tre quarti d’ora dove si può leggere in perfetta tranquillità un bel libro. Il momento più bello della giornata, dopo la navigazione è la ricreazione dopo cena, quando si gioca o si approfondiscono le amicizie. Questo corso di vela è un’esperienza indimenticabile, durante la quale si vivono momenti di estrema allegria e soddisfazione nell’essere riusciti a governare una barca e nel provare quella tranquillità e quel rilassamento che si possono trovare sfiorando l’acqua con una piccola imbarcazione. Talora si vivono momenti in cui non si è molto soddisfatti del proprio lavoro, ma alla fine si è certi di aver imparato e si può dire: “Mi sono divertito’’. Mazzoleni Chiara 3A Pagina 25 PascoliAmo CORSO DI VELA Una delle iniziative che rendono famosa la scuola Pascoli è il corso di vela, organizzato dal professore di educazione fisica Fausto Angeli da più di 10 anni, e che per gli alunni della scuola è diventato quasi una tradizione. Questo corso, come probabilmente già saprete, si tiene a Ca’ Roman, un’ isoletta della laguna veneta vicino a Chioggia, abitata unicamente dagli allievi del corso e da alcuni vecchietti e famigliole che hanno optato per una vacanza economica in mezzo alla natura. L’isola è, infatti, un’oasi naturale protetta dalla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) e da altre associazioni ambientalistiche. Quest’anno il corso è stato organizzato come di consueto per quanto riguarda sistemazioni, luogo e istruttori; ma c’è stata una novità molto positiva relativamente alle barche. Le precedenti imbarcazioni, che venivano usate fino all’anno scorso, piuttosto vecchie, molto pesanti perché di materiale metallico e divenute negli anni residenza di varie specie di insetti, sono state sostituite da moderni e nuovi optimist, dotati di tecnologie avanzate (come l’auto-svuotamento dall’acqua) e di attrezzature più comode ed efficienti. Oltre agli optimist sono state acquistate anche 4 barche BIC di recente creazione, progettate appositamente per i ragazzi della nostra età. Questo tipo di imbarcazione è molto più divertente da usare in quanto permette di mettere davvero alla prova la propria stabilità e l’equilibrio (esercitati anche durante la ginnastica mattutina con il professor Angeli) quando si inclina dal lato della vela (cioè sottovento) obbligando la persona che la controlla a sporgersi all’indietro, fuori dal bordo, per evitare di scuffiare, ossia causare il capovolgimento del BIC e cadere in acqua. I BIC si possono anche utilizzare in piedi , abbassandosi esclusivamente durante i cambi di mura, quando la vela passa da un lato all’altro; avanzando in questo modo scuffiare è inevitabile, ma a volte è perfino piacevole rinfrescarsi nelle acque di Ca’ Roman, soprattutto quando la temperatura è molto elevata. Le lezioni pratiche in mare sono affiancate dalle lezioni di teoria, un po’ meno divertenti… ma sicuramente utili soprattutto in vista del piccolo esame finale, superato il quale noi velisti in erba riceviamo un attestato della FIV (Federazione Italiana Vela). Durante la permanenza sull’isola ci sono vari momenti di svago, come l’ora di riposo pomeridiano, durante la quale si possono leggere libri o chiacchierare con il compagno di stanza, e la ricreazione del dopo cena, quando ci si può divertire con giochi di società in compagnia degli amici. L’ultima sera è concessa un’uscita per recarsi allo storico baracchino dei gelati per acquistare un dolce dessert. Questo corso di vela è molto utile per imparare le basi della barca a vela, ma è anche una bellissima e divertente esperienza personale che permette di diventare più indipendenti e responsabili grazie alla disciplina sempre richiesta dal professore che, anche in vacanza, pretende la massima attenzione al rispetto delle regole e degli orari, pur essendo molto meno formale che a scuola tanto da concedersi a volte divertenti battute. Insomma, vi consiglio vivamente di frequentare questo corso se avrete voglia di vivere per una settimana in mezzo alla natura, dedicandovi allo sport e rinunciando alla tecnologia (cellulari compresi!). Margherita La Gamba 3D Pagina 26 Fin che la barca va... PascoliAmo Ho provato una strana sensazione quando, all’attracco del traghetto di Chioggia che portava all’isola di Ca’ Roman, ho rivisto tutti i miei compagni di classe. Dopo esserci salutati siamo saltati sul traghetto ed abbiamo continuato a parlare di quello che avevamo fatto durante l’estate. Appena siamo arrivati ho visto, su una cartina, che l’isola era divisa, idealmente, in tre parti: l’attracco dei traghetti dove c’era un piccolo baracchino, che fungeva da bar, che sembrava pericolante ma era saldamente poggiato su dei solidi piloni; il villaggio marino dove c’erano i nostri alloggi, la nostra aula che fungeva anche da sala di ritrovo e la mensa; la riserva naturale. Bisogna dire che, appena arrivati, siamo rimasti colpiti, oltre che dal baracchino, anche dal fatto che il villaggio marino era circondato dal mare e da una rete alta due metri per evitare che potessimo cadere in acqua. Il professor Angeli ci ha accolti spiegandoci, dettagliatamente, come avremmo trascorso le giornate su quest’isola, dopo di che alcuni ragazzi di terza ci hanno consegnato la maglietta del corso e il professore ci ha accompagnato nelle nostre stanze. Io ero in una delle due camere da tre con Federico e Alvise, mentre l’altra camera da tre era occupata dalle nostre compagne Maria Teresa, Ilaria e Martina.Dopo aver messo a posto la camera siamo usciti e il professore, insieme agli istruttori, ha cominciato a spiegarci le prime nozioni sulla vela che ci sarebbero servite quando, il giorno dopo, saremmo dovuti andare in acqua con le barche. Arrivata la sera ci siamo riuniti nella sala della mensa e in mezz’ora abbiamo cenato; durante la cena ognuno ha espresso le sue impressioni sul pomeriggio oltre ad aver continuato a parlare delle vacanze. Finita la cena siamo andati nella cosiddetta sala comune dove ci siamo divisi in gruppetti per giocare con i giochi che avevamo portato da casa e abbiamo chiacchierato fino alle 21:30, quando il professore ci ha detto che era ora di andare a dormire. Tuttavia, abbiamo avuto mezz’ora per metterci in pigiama e lavarci, così abbiamo potuto chiacchierare ancora un po’. Alle dieci, però, il prof ha spento tutte le luci e ci ha proibito di parlare. Alla mattina il prof ci ha svegliati alle sette e ci siamo vestiti da ginnastica e, dalle sette e mezzo fino alle otto, abbiamo corso, fatto stretching, piegamenti e addominali: come in una normale lezione di ginnastica. Alle otto abbiamo fatto colazione tutti sudati e alle nove eravamo in aula dove, insieme agli istruttori, il prof ha continuato ad insegnarci le tecniche della vela; alla fine della lezione siamo andati a fare pratica in mare dove abbiamo attuato gli insegnamenti appena appresi con percorsi studiati in base al vento. Al corso partecipavano alunni già iniziati alla vela, alunni che non avevano una grande esperienza ma sapevano già andare in barca, e alunni che non erano mai saliti su una barca a vela che, solitamente, scuffiavano molto spesso (scuffiare vuol dire che la barca si rovescia in acqua). Tuttavia, anche ragazzi che erano già andati in barca come me, Alvise e Federico potevano scuffiare, a dimostrazione che non voleva dire non essere bravi. Dopo la mattinata passata a veleggiare siamo tornati all’isola e ci siamo cambiati per poi andare a pranzo. Finito di pranzare ognuno è andato nella propria stanza a leggere, ovviamente non si poteva parlare e passava così, in modo rilassante, circa un’ora. Finita l’ora del riposo siamo tornati in aula per ulteriori spiegazioni ed errori che gli insegnanti avevano notato durante la mattinata, poi siamo tornati in barca. Dopo essere tornati dalla veleggiata, la serata è proseguita come la sera precedente. Le giornate passavano, scandite da quell’orario che può far sembrare tutto noioso, ma che in realtà nascondeva sempre una novità; infatti sia io che i miei compagni ci accorgevamo che le giornate passavano veloci. Tutte le giornate, come già ribadito, avevano qualcosa di speciale ma, durante la veleggiata del pomeriggio del penultimo giorno, sono stato partecipe, nella prova di regata, di un testa a testa con la mia compagna Martina che mi ha battuto di due centimetri esatti all’arrivo, dopo le boe. Dopo cena siamo andati a prenderci una bibita o un gelato al famoso baracchino, prima di tornare a giocare. L’ultimo giorno, dopo la solita routine mattutina, abbiamo fatto la regata davanti ai nostri genitori. Dopo pranzo abbiamo anche sostenuto un esame durante il quale ci hanno chiesto alcune cose di ciò che avevamo imparato durante la settimana. Alla fine ci hanno consegnato una medaglia e un attestato di partecipazione al corso, ci siamo salutati e siamo partiti per tornare verso Chioggia. Questa avventura è stata come un viaggio durante il quale dovevamo imparare non solo ad andare a vela ma anche a gestirci la nostra camera e gli orari; ringrazio il professor Angeli e tutti gli altri istruttori che hanno reso possibile questa bella esperienza. Gabriele Gioi 2A Pagina 27 PascoliAmo Lasca la scotta, poggia, orza !!! Cari ragazzi che frequentate la scuola Pascoli, vi siete già chiesti che problema può aver avuto il computer quando ho scritto il titolo? In realtà non c’è nessun problema, queste strane parole sono solo quello che di sicuro sentireste frequentando il corso di vela seguito dal Professor Angeli, che si tiene durante le prime due settimane di settembre. ATTENZIONE! Questo corso non è adatto a tutti! Solo chi ha veramente voglia di impegnarsi e di imparare a veleggiare può aderire all’iniziativa. Questa avventura può apparire un po’ rigida vista da fuori e lo è anche vista da dentro! Sveglia alle 7.00, ginnastica, colazione, poi barca! Pranzo, riposino, poi barca! Disarmo delle barche, doccia, cena, ricreazione, poi luci spente alle 22,00. State tranquilli; dall’anno scorso le opportunità di divertirsi si sono raddoppiate, in quanto dal mese di settembre l’oasi di Ca’ Roman ha accolto una nuova tipologia di barca oltre al classico “optimist”, più veloce, più divertente e, a parer mio, più bella: il Bic. L’optimist è, senza mezzi termini, una vasca da bagno con una vela piantata a prua, comunque estremamente utile per cominciare a solcare la laguna.Molto più valida esteticamente e più veloce, il Bic è una barca molto aerodinamica, simile a un windsurf, più competitiva rispetto alla precedente. Il Professor Angeli si fa comunque aiutare a sostenere il corso, infatti ogni anno è supportato da validissimi collaboratori come Alessandro Toson, Luca Tosi e, in più , a fare il lavoro più “sporco” ci sono gli “schiavi”, che hanno i compiti più umili, ma comunque indispensabili. L’estate 2009 ho partecipato a una delle settimane di corso e ho ripetuto l’esperienza nel 2010 addirittura per due settimane! Ciò sta a significare che, nonostante la fatica, le sfuriate del Professore, tutte le insalate che si è costretti a brucare, il corso di vela è un’esperienza di gran qualità, grazie alla quale si fanno nuove amicizie e si impara a veleggiare con maestria anche solo in una settimana. Elisabetta Pittarello 3C La violenza nello sport Gli avvenimenti accaduti recentemente allo stadio Marassi di Genova hanno riacceso un tema da un po’ sopito: il vandalismo dei tifosi.La Lega Calcio italiana, proprio per cercare di contrastarlo, ha messo in commercio la tanto contestata “tessera del tifoso”, obbligatoria per seguire la propria squadra in trasferta.A mio parere è un’ottima idea per combattere queste violenze e i tifosi che la criticano sono solo dei vandali che vedono loro negata la possibilità di fare confusione con fumogeni e altro.Anche in Inghilterra una volta succedevano eventi negativi di questo tipo, con i tristemente famosi hooligans; a tale riguardo, la lega inglese ha imposto pesanti multe e partite a porte chiuse alle squadre i cui tifosi abbiano compiuto atti vandalici. Anche se dovesse succedere qualcosa di analogo in una partita di campionato dovremmo attuare queste misure di prevenzione, sperando che in futuro si assista a partite all’insegna del rispetto e del buon calcio. Marco Testolin 3C Pagina 28 PascoliAmo 10 novembre, la vigilia della campestre, è il grande giorno! Torno a casa e già penso al domani, quando qualcosa mi impedisce di sognare: sono caldo, ho la febbre.Mi tocca stare a letto tutta la serata con un mal di testa pazzesco e la febbre a 40°; il giorno successivo, dopo non più di 5 ore di sonno a intervalli di un’ora ciascuno, mi alzo e, tutto traballante e sentendo il mondo che gira come una trottola, mi trascino su per le scale fino ad arrivare in cucina. Ancora assopito, faccio colazione.Avrei perso la campestre che già assaporavo e non avrei festeggiato il mio compleanno per colpa della malattia, ma in questo momento non so neanche distinguere tra sogno e realtà, penso di essere ancora a letto e che tutto quello che sto facendo non sia vero.Dopo torno a letto e accendo la tv: l’unica cosa che ho la forza di fare.Anche se non capisco quello che si sta raccontando, la tv mi sveglia un po’ e mi dà la forza di alzarmi. Allora torno a fare colazione ma vedo che qualcuno l’ha già fatta; penso fra me:- E se l’avessi fatta io?- Torno giù e continuo a “ipnotizzarmi” con la tv. Mi annoio mortalmente, non mi viene in mente niente da fare, l’unica cosa che mi tira su di morale è la presenza di Ciuchino: il mio canarino. È piccolo, tenero, ha un piumaggio giallo come il sole. Ecco, lui è l’unica cosa che non vedo come un sogno, che mi fa capire che sono nella realtà e non in un mondo costruito dalla mia mente.Il pomeriggio passa così, fra tv e sogni, fino alle 15.30, quando chiamo i miei compagni. Avevano vinto alla campestre! I primi 4 erano della B! – E chi se ne importa…Ho pensato arrabbiato e dispiaciuto per non aver potuto essere stato lì. E il mio compleanno? Anche quello è saltato. Niente festa, niente di niente. Cavolo!!! Giacomo Battaglia 2B Breakdance Non è solo una danza, ma anche un bellissimo sport, uno stile di vita. Quando, per esempio, stai facendo un’acrobazia o una semplice mossa per la prima volta, ti sembra di fare chissà cosa, ma poi, andando avanti, ti rendi conto che in realtà quando giri sulla testa o fai un six step non stai facendo niente e magari quel poco che hai fatto, l' hai fatto pure male perché non è una mossa che conta, ma l' insieme. Allora la voglia di migliorare è tanta; provi e riprovi e i risultati arrivano, ma a te non basta. Se stai camminando per la strada e ascolti musica, con i piedi segui ritmi tutti tuoi. Arrivato a casa, continui a provare, ad assemblare migliaia di passi in ordini e modi diversi perché non tutto quello che sembra semplice lo è davvero. Idee e fantasia non bastano; bisogna considerare pure l' enorme sforzo fisico perché, anche se non sembra, una coreografia è faticosa quanto una partita di calcio. Io vivo di musica, l' ascolto per metà della mia giornata e adesso ho trovato il modo di esprimerla. Questa è breakdance. Nicolò Rizzato 2C Pagina 29 PascoliAmo L’anno scorso, nel mese di maggio, abbiamo partecipato con il prof. Angeli ai Giochi della Gioventù, insieme a molti altri ragazzi delle scuole di Padova. Il torneo è organizzato in diverse fasi: comunali, provinciali e regionali. Le fasi comunali, di cui vi raccontiamo, si sono svolte allo stadio Colbachini, dove ci siamo recati con l’autobus. Eravamo in circa quindici ragazzi di seconda e terza media della nostra scuola. Al Colbachini c’erano numerosi partecipanti che praticavano diverse specialità: velocità, resistenza, salto in alto, salto in lungo, lancio del peso e staffetta. Appena giunti allo stadio abbiamo preso posto sulle gradinate mentre coloro che dovevano partecipare alla prima gara, iniziavano il riscaldamento. Io, Mazen, cominciai a prepararmi per i 100 metri di velocità. Ero un po’ teso e il prof. mi dava i consigli che avrei dovuto mettere in pratica alla partenza. Finalmente arrivò il turno della mia batteria. Ai blocchi di partenza la tensione era così alta che sono scattato quell’ istante più tardi che mi ha impedito di arrivare sul podio. Appena tagliato il traguardo ero molto felice, ma allo stesso tempo molto stanco!!!!! Quando, poi, sono uscito dalla pista, tutti i miei compagni e il professore si sono complimentati con me. Io, Francesco, ho iniziato a fare il riscaldamento più tardi degli altri perché dovevo correre i 1000 metri di resistenza… Ero preoccupato di cadere alla partenza, come già era accaduto, perchè quando si parte le batterie sono numerose. Quando hanno chiamato il primo gruppo ero presente anch’io e, appena partiti, mi sono posizionato ai primi posti!!! Tutti i miei compagni facevano il tifo per me urlando a squarciagola il mio nome. Dopo due giri, ero terzo e stavo dando il massimo per superare i due concorrenti davanti a me, ma quando stavo per superare il secondo, egli decise di aumentare il suo ritmo e non riuscii più a raggiungerlo. Alla fine mi sono classificato terzo e sono stato molto contento del risultato conseguito, considerando che si gareggiava con ragazzi più grandi. Alla consegna delle medaglie eravamo tutti in ansia perché se ci fossimo classificati tra le prime tre scuole saremmo passati alle fasi provinciali. Fu annunciata la graduatoria delle scuole partecipanti fino al quarto posto, e non essendo stati chiamati, la nostra emozione ed agitazione crebbe. Alla fine la nostra scuola si è classificata al 1° posto e la cosa più bella è stato sentire il prof. Angeli che si complimentava con noi dicendoci che siamo un bel gruppo e che, uniti e affiatati, riusciremo a superare le difficoltà anche se dovessero sembrarci insormontabili!!!!!!!!! Mazen Deghaili e Francesco Muraro 3B Pagina 30 PascoliAmo CHE BELLA ACCOGLIENZA!!! Mario Chicoli 3D Prof. non ho fatto i compiti Gentilissima Prof. Non sono riuscita a fare i compiti per una serie di motivi che ora le elencherò: nella mia terrazza c’è stata una invasione di cavallette; mia mamma ha chiamato il disinfestatore, ma appena lui è entrato, le cavallette lo hanno assalito provocandogli una reazione allergica. Così io e la mamma l’abbiamo portato all’ospedale, ma tornando abbiamo fatto un incidente e, siccome eravamo lontane da casa, siamo dovute tornare a piedi. A metà del tragitto abbiamo trovato una signora che si è offerta di portarci a casa, ma siccome era francese, non ha capito bene dove dovevamo andare e ci ha portate dall’altra parte della città. Abbiamo cercato di prendere un taxi, ma non si fermava nessuno. Camminando un altro po’, abbiamo trovato una fermata dell’autobus ma, mentre la mamma saliva, le si è rotto un tacco ed è caduta all’indietro. Nel frattempo passava di lì un signore con un cane su cui la mamma è piombata, il cane si è fatto male, il signore si è arrabbiato e ci ha costrette ad andare dal veterinario per pagarne la parcella. Dal veterinario c’era una fila lunga un chilometro e quindi abbiamo dovuto aspettare fino a sera inoltrata. Per fortuna il signore, soddisfatto dell’intervento del veterinario, ci ha voluto accompagnare a casa dove abbiamo trovato mio papà infuriato perché la cena non era pronta. La mamma si è subito precipitata in cucina e ha messo le bistecche sui fornelli. Subito dopo, però, ha squillato il telefono. La mamma è corsa a rispondere e si è messa a chiacchierare con la sua amica Stefania, scordandosi completamente delle bistecche. Il vicino (che è un impiccione) vedendo del fumo uscire dalla finestra della cucina ha chiamato i pompieri che si sono presentati con gli idranti e ci hanno allagato la casa e la cena. Così, dopo le dovute scuse a tutti, abbiamo passato il resto della notte ad asciugare casa. Prof. spero che lei mi capisca e che non mi dia una nota perché ho tanto sonno e voglio dormire!!! Chiara Pro 1C F E L I Z Buon Natale N A V I D A D G I O V A N N I P A R A B A T T I S T A S I E M P R E P O C I 1 A Buone Vacanze a tutti !!! Le vacanze di Natale inizieranno venerdì 24 dicembre e termineranno domenica 9 gennaio 2011. Arrivederci, quindi, al 10 gennaio. A tutti cari auguri di liete feste natalizie dal PASCOLIAMO INFORMAZIONI SU PASCOLIAMO Gli articoli firmati con nome, cognome e classe vanno presentati come documento Word compatibile con Office 2000, già corretti dal professore di riferimento. Il lavoro, salvato su CD o su chiavetta USB e stampato in formato A4, va consegnato in busta singola al redattore, che avrà cura di controllare la consegna. Ogni articolo dovrà riportare: Titolo Autore Classe Sezione Argomento Direttore Responsabile Prof.ssa Annamaria Astolfi Responsabili Valentina Adami 3A Beatrice Maccari 3A Elisabetta Pittarello 3C La redazione degli alunni 1A Zuin Anna 2A Gioi Gabriele Gatto Martina 3A Soprana Francesco Maria 1B Neri M. Peracin M. 2B Masiero Vittoria 3B Camaioni M. Chiaioni A. 1C Pro Chiara 2C Scapolo Virginia 3C Pittarello Elisabetta 1D Haymar Edoardo 2D Mazzucato C. Linton S. 3D La Gamba Margherita Regia Informatica Prof.ssa Maria Carone Comitato di redazione Tutte le docenti di lettere RINGRAZIAMENTI Si ringrazia il personale della scuola per la gentile collaborazione alla realizzazione del giornalino