UN IVERSITÀ D I NA PO LI F ED ER ICO II Polo delle Scienze e delle Tecnologie La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. (Albert Einstein) Il presente opuscolo contiene informazioni generali su: Normativa di base Organizzazione della Sicurezza Valutazione del rischio Norme di comportamento e consigli di prudenza. Ogni studente, sulla base dello specifico argomento di Tesi, è informato, individualmente, sui rischi delle attrezzature che utilizzerà ed è istruito sulle procedure che dovrà seguire. ATTENZIONE Alcune sostanze, innocue per le persone normali, possono determinare sintomi specifici soprattutto a carico della pelle e dell’apparato respiratorio nelle persone divenute ad esse ipersensibili. IL LAVORATORE CHE HA IPERSENSIBILITÀ SPECIFICHE DEVE INFORMARE IL RADOR TEMPESTIVAMENTE PRIMA DELL’INIZIO DELLE ATTIVITÀ DI LABORATORIO. A cura del Referente Dr. Ing. Carosena Meola 1a stesuraMaggio 2006, revisione gennaio 2007, marzo 2008, dicembre 2010 C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 1 NORMATIVA DI BASE IN MATERIA DI SICUREZZA ED IGIENE SUL LUOGO DI LAVORO D.Lgs. 81/2008, D.I. 363/98, Regolamento di Ateneo D.R. 1761/05. Organizzazione della Sicurezza: Datore di lavoro = Presidente del Polo delle Scienze e delle Tecnologie Servizio Prevenzione e Protezione (SPP) – essenzialmente è un organo di consulenza per il Datore di lavoro. Tale servizio è composto da un Responsabile (RSPP) e da Addetti che svolgono anche attività di tutoraggio per le strutture universitarie. Dirigente = Direttore di Dipartimento o di struttura affine Il Dirigente, in base all’art. 12 comma 2 punti a-f del D.R. 1761/05, deve, in particolare: Curare l’attuazione delle misure di prevenzione che sono indicate nel Documento della Sicurezza (DS). Nominare un Referente tra le persone strutturate. Esigere, l’osservanza delle misure di prevenzione da parte dei RADoR e dei lavoratori. Vigilare, avvalendosi della collaborazione del Referente, sull’osservanza delle misure di prevenzione e segnalare l’inosservanza al datore di lavoro ed al RSPP. Referente (persona interna alla struttura) è un consulente del Dirigente che ha il compito essenziale di garantire la continuità delle conoscenze riguardanti la sicurezza della struttura anche in occasione del cambio del Direttore. Il Referente coadiuva il Dirigente nell’attività di informazione/formazione dei lavoratori ed assiste il Servizio Prevenzione e Protezione nell’aggiornamento del DS e nell’individuazione delle misure da adottare per l’eliminazione e/o la riduzione dei rischi. RADoR Responsabile di Attività Didattica o Ricerca in Laboratorio Il RADoR, art. 13, comma 2, punti a-g, D.R. 1761/05: Collabora con Dirigente, RSPP e Medico Competente, alla valutazione dei rischi ed alla elaborazione del DS. Collabora con Dirigente ed SPP alla formazione dei lavoratori. Informa i lavoratori, coinvolti nelle attività di cui è responsabile, dei rischi cui sono esposti, adotta specifiche misure di prevenzione e ne esige l’osservanza. Nell’impiego di prototipi, impianti, nuovi preparati, etc. deve garantire la protezione dei lavoratori mediante valutazione dei rischi in sede di progettazione ed adozione di opportune misure di prevenzione. All’inizio di ogni anno accademico il RADoR (art.5 D.M. 363/98) deve fare la programmazione annuale delle attività di didattica e di ricerca in Laboratorio, valutare i rischi connessi a ciascuna attività ed adottare le necessarie misure preventive, in base alle conoscenze ed al progresso tecnologico. Preposto in base all’art. 14 D.R. 1761/05, i lavoratori che coordinano e sovrintendono all’attività di altri lavoratori assumono la qualità di preposti ai sensi degli artt. 1 e 19 del D.Lgs. 81/08. Il preposto deve: C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 2 vigilare sulla corretta osservanza degli obblighi di prevenzione, sull’effettiva applicazione delle misure di prevenzione e sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione. Esigere l’osservanza, da parte dei lavoratori, degli obblighi e delle misure di prevenzione. Segnalare ai propri superiori l’inosservanza degli obblighi e la mancata adozione delle misure di prevenzione. In un laboratorio vi possono essere più preposti che collaborano con i RADoR (una persona può essere RADoR se responsabile di una ricerca o Preposto se collabora alle attività di un altro RADoR). Preposto di officina è responsabile delle attrezzature presenti in officina, cura l’attuazione delle misure di prevenzione messe in atto dal Dirigente e vigila sull’osservanza di tali misure da parte degli altri lavoratori dell’officina. Lavoratori: Personale docente, ricercatore, tecnico ed amministrativo dipendente dell’Università. Personale di enti convenzionati, pubblici e privati che svolge la propria attività presso le strutture dell’Università. Soggetti non compresi nella pianta organica con contratto temporaneo o anche volontari che svolgono attività di collaborazione. In base all’art.15 del D.R. 1761/05, sono equiparati ai lavoratori, ai fini dell’applicazione delle norme di prevenzione, gli studenti dei corsi universitari, i dottorandi, i borsisti. Tutti i lavoratori sono soggetti al rispetto degli obblighi imposti dalla normativa vigente (art.20 D.Lgs.81/08). L’inosservanza degli obblighi previsti a carico dei lavoratori dà luogo alla irrogazione di sanzioni disciplinari, oltre a costituire comportamento penalmente rilevante ai sensi dell’art.59 D.Lgs. 81/08. Nota: Nello svolgimento delle attività, oltre che alla normativa sopra citata, bisogna fare riferimento a norme specifiche (direttiva macchine, direttiva sullo smaltimento dei rifiuti, normativa sui recipienti a pressione, normativa sulla sicurezza degli apparecchi laser, etc.) ed attenersi ai principi ergonomici sull’organizzazione del lavoro (postazione ergonomica al computer, interazione uomo-macchina, etc.). Ovviamente, sono da consultare gli aggiornamenti più recenti. C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 3 L’ignorante non è solo zavorra ma pericolo della nave sociale. (Cantù) LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO Secondo le Linee Guida ISPESL i rischi lavorativi presenti negli ambienti di lavoro sono divisi in tre grandi categorie: 1. RISCHI PER LA SICUREZZA (di natura infortunistica): - Strutture - Macchine - Impianti elettrici - Sostanze pericolose - Incendio-esplosioni 2. RISCHI PER LA SALUTE (di natura igienico-ambientale): - Agenti chimici - Agenti fisici - Agenti biologici 3. RISCHI PER LA SICUREZZA E LA SALUTE (di tipo cosiddetto trasversale): - Organizzazione del lavoro - Fattori psicologici - Fattori ergonomici - Condizioni di lavoro difficili La prevenzione deve quindi mirare ad un idoneo equilibrio - lavoratore/macchina; - lavoratore/ambiente di lavoro - lavoratore/organizzazione del lavoro PRINCIPALI CAUSE DI INCIDENTE - Errori di valutazione Superficialità e mancanza di informazione Mancanza di “cultura della sicurezza” Eccessiva stima di sé Sono comportamenti sbagliati : Tentare la sorte Trasgredire Esibizionismo Eseguire le operazioni "in fretta" Prendere il lavoro "sottogamba" Insistere in comportamenti "stupidi" C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 4 INFORMAZIONI GENERALI SUI PRINCIPALI RISCHI PRESENTI LABORATORIO E CONSIGLI DI PRUDENZA IN Agenti chimici – Molte sostanze chimiche (acetone, vernici, diluenti, collanti, etc.) possono provocare fenomeni di irritazione cutanea e/o problemi a carico dell’apparato respiratorio e/o degli organi interni se inalate, ingerite o assorbite attraverso la pelle. Il lavoratore, che dovrà utilizzare tali sostanze, sarà istruito opportunamente. Le sostanze potenzialmente nocive vanno utilizzate seguendo le indicazioni ricevute ed indossando gli appositi DPI (guanti, occhiali, mascherine). È buona norma, prima dell’utilizzo, consultare le Schede di Sicurezza Prodotti. Si raccomanda di effettuare gli incollaggi (specialmente se si usa resina epossidica) solo sul banco appositamente predisposto, utilizzando gli opportuni DPI (camice, guanti monouso, mascherina, etc.). Al termine chiudere bene i contenitori e ripulire la superficie esterna da eventuali residui. Non lasciare residui sul banco e non toccare maniglie di porte o ante di armadio con le mani sporche; riporre i guanti nel contenitore dei Rifiuti Speciali e lavare bene le mani. Mercurio – i vapori di mercurio possono essere inalati o assorbiti attraverso la pelle. In alcuni laboratori vi sono canne manometriche a mercurio; un film d’acqua impedisce la volatilità del mercurio. Non rimuovere il film d’acqua. La manutenzione è a cura del personale autorizzato. In caso di fuoriuscita accidentale di mercurio, avvisare il RADoR e/o il Preposto, quindi ricoprire il mercurio versato con fiori di zolfo, aspettare che avvenga la reazione e poi smaltire come rifiuto speciale. Vapori di olio siliconico sono irritanti per le vie respiratorie; utilizzare la cappa di aspirazione. Nebbie e fumi utilizzati per misure PIV possono essere irritanti per l’apparato respiratorio. Evitare di contaminare l’ambiente lavorativo. Evitare l’uso di sostanze potenzialmente nocive per l’ambiente. Se ciò si rendesse necessario adottare idonee contromisure onde evitare lo scarico nelle fogne o l’emissione nell’atmosfera. Azoto liquido - L’azoto liquido (-196°C), in caso di contatto provoca ustioni da freddo o congelamento. In alta concentrazione può provocare asfissia. Utilizzare gli appositi DPI (occhiali di protezione e guanti per basse temperature). Aria compressa - L’aria compressa può risultare pericolosa, utilizzare il sistema di erogazione seguendo la relativa procedura. In particolare, aprire la valvola, a monte del riduttore, lentamente per evitare brusche sovra-pressioni; in caso di rottura del riduttore si può essere investiti da getti d’aria ad elevata pressione. L’accesso al locale compressore è permesso solo a personale autorizzato. Il compressore deve essere messo in funzione solo da personale autorizzato che deve seguire la relativa procedura. Bombole Bisogna fare molta attenzione all’uso di gas compressi in bombole. Le bombole piene devono essere conservate separate dalle vuote e tutte devono essere ancorate per evitare rotolamenti. C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 5 Laser - La luce del laser può arrecare danni alla vista ed all’epidermide. Il laser va utilizzato indossando gli appositi DPI (occhiali per luce laser, camice). Il laser va utilizzato solo da personale autorizzato. E’ vietato l’accesso alle zone interdette durante operazioni con laser in funzione. Rischio elettrico – L’energia elettrica può provocare incidenti mortali per elettrocuzione (scossa) e incendio. Elettrocuzione - è la condizione di contatto tra corpo umano ed elementi in tensione con attraversamento del corpo da parte della corrente. Il contatto può essere diretto quando si entra in contatto con conduttori "nudi" o direttamente accessibili, in tensione o indiretto quando si entra in contatto con parti metalliche normalmente non in tensione che, a causa di un guasto o della perdita di isolamento di alcuni componenti, risultano inaspettatamente in tensione. In ogni caso, la corrente attraversa il corpo dell’operatore (se non è isolato dal terreno per esempio con scarpe di gomma) e scarica nel terreno. Incendio - è dovuto ad un'anomalia dell'impianto elettrico, ad un corto circuito, ad un arco elettrico o ad un sovraccarico che sono possibili cause dell'innesco della combustione. Non utilizzare i quadri su cui è apposto cartello di divieto. Non maneggiare cavi in tensione. Non azionare interruttori elettrici con le mani bagnate o con i piedi su pavimento bagnato. Non sovraccaricare le prese. Rumore – Il rumore è un suono sgradevole e fastidioso che può essere causa di numerosi disturbi all’essere umano. Gli effetti nocivi dipendono da tre fattori: intensità del rumore, frequenza, durata e possono essere raggruppati in due categorie: Effetti uditivi Il rumore provoca la distruzione delle cellule cigliate che trasmettono impulsi al cervello (le cellule cigliate non sono in grado di riprodursi) con conseguente sordità. Effetti extrauditivi Aumento della pressione sanguigna, tensione muscolare, affaticamento, emicrania, etc. Alcuni soggetti possono manifestare irritabilità e sintomi di stress. Utilizzare i dispositivi di protezione individuali DPI (inserti auricolari, cuffie) quando consigliato. C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 6 ATTREZZI A MANO Le cause di infortunio derivano da impiego di attrezzi difettosi o usurati e dall’impiego improprio o non conforme alla buona pratica. Di seguiti vengono forniti consigli di buona pratica per gli attrezzi a mano più usati in Laboratorio. Cacciavite Prima dell’uso controllare che: L’estremità della lama del cacciavite sia ben affilata in modo da entrare facilmente nell’intaglio nella testa della vite. L’estremità della lama abbia affilatura rettangolare e prismatica per tutta la profondità dell’intaglio della vite. Lo spessore e la larghezza siano adatti all’intaglio della vite. È pericoloso tenere nel palmo della mano piccoli oggetti per allentare o serrare viti perché il cacciavite può scivolare dall’intaglio e ferire la mano. L’oggetto deve essere posizionato in una morsa o appoggiato su di un sostegno fisso. Chiavi La chiave va tenuta ad angolo retto rispetto all’asse della vite. Evitare di afferrare dadi o bulloni troppo all’estremità; fare attenzione al senso di rotazione. Non fare uso di prolungamenti. Seghetti Controllare prima dell’uso che la lama sia ben fissata al telaio. Fissare il pezzo da tagliare in modo che vibri il meno possibile. All’inizio del taglio tenere la sega leggermente inclinata. Incominciare il taglio tirando la lama. Premere il pollice sulla lama tenendolo lontano dai denti della sega. Verso la fine del taglio ridurre la pressione sulla sega. Lime Prima dell’uso controllare che la lima sia munita di manico con anello metallico e che il codolo sia immanicato bene. Non tenere pezzi da lavorare nel palmo della mano perché la lima può scivolare e causare abrasioni. Fissare bene il pezzo da lavorare in una morsa. Impugnare il codolo con una mano e l’estremità della lima con l’altra indossando guanti di protezione. I guanti devono garantire protezione contro foratura, tagli, abrasione. C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 7 OFFICINA ATTIVITÀ Nell’officina si effettuano lavorazioni con uso di macchine utensili come tornio, trapano/fresa, trapano di precisione, sega, cesoia, molatrice smerigliatrice orbitale. Si effettuano saldature ossiacetileniche, elettriche e piccole saldature con stazione saldante. Sono presenti attrezzature varie come seghetto alternativo, trapano, smerigliatrice, stazione saldante, pistola per silicone a caldo, phon ad alta temperatura, etc. RISCHI PRESENTI IN OFFICINA: - di tipo elettrico, - da parti in rotazione, - da schizzi di liquidi, - da contatto con sostanze chimiche, - da urto, taglio, abrasione, - da emissione di: gas, vapori, polveri, fumi, radiazioni (UV, IR) dall’arco elettrico durante la saldatura. LE MACCHINE UTENSILI PRESENTI IN OFFICINA DEVONO ESSERE UTILIZZATE SOLO DA PERSONALE AUTORIZZATO E’ VIETATO SOSTARE IN OFFICINA DURANTE LE LAVORAZIONI, IN CASO DI NECESSITÀ ATTENERSI ALLE INDICAZIONI DEL PREPOSTO DI OFFICINA. C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 8 SEGNALETICA I cartelli nella zona di lavoro non sono mai messi a caso. I cartelli vanno rispettati anche quando sembrano troppo limitativi segnali di divieto segnali di obbligo segnali di pericolo segnali di sicurezza C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 9 RISCHI E CONSIGLI SUL LAVORO AL VIDEOTERMINALE RISCHI Il lavoro al videoterminale (VDT) può comportare alcuni rischi per la salute del lavoratore che sono principalmente: Rischi a carico della vista; Problemi legati alla postura ed all’affaticamento fisico o mentale. I disturbi che possono insorgere sono: - affaticamento visivo (astenopia); - affaticamento psichico e stress; - disturbi muscolo-scheletrici localizzati a schiena, spalle, collo, braccia, mano, polsi, dita; - mal di testa, tensione nervosa, irritabilità stanchezza eccessiva, insonnia, digestione difficile, ansia, depressione. Le cause sono da ricercarsi tra: - frequenti cambi di visuale tra vari oggetti a diverso livello di illuminazione e posti su diversi piani fisici (schermo, tastiera, documento) che costringono i muscoli oculari preposti alla focalizzazione ed al dimensionamento della pupilla ad un continuo processo di adattamento; - osservazione ravvicinata e protratta; - mancanza di nitidezza e di contrasto dei caratteri; - non corrette condizioni di illuminamento ambientale; - uso di componenti del posto di lavoro non rispondenti ai requisiti ergonomici che costringono l’occhio ad adottare sistemi di adattamento dei meccanismi della visione che non sono quelli fisiologici; - monotonia del lavoro; - malfunzionamento del sistema; - non corretta progettazione dei sistemi di interazione uomo-computer; - condizioni generali di igiene ambientale. CONSIGLI: Piano di lavoro - i caratteri sullo schermo devono avere una buona definizione e una forma chiara, una grandezza sufficiente e vi deve essere uno spazio adeguato tra i caratteri e le linee; - regolare la brillanza e/o il contrasto tra i caratteri e lo sfondo dello schermo oltre all’inclinazione dello stesso. I caratteri scuri su sfondo chiaro sono più facilmente leggibili; - il piano di lavoro deve essere organizzato in modo da assumere una posizione comoda e da permettere una disposizione flessibile dello schermo, della tastiera, dei documenti e del materiale accessorio; C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 10 - La tastiera deve essere posizionata in modo da non provocare l’affaticamento delle mani o delle braccia. Postura - assumere una postura corretta di fronte al video ed in particolare tale che la distanza fra gli occhi e lo schermo sia pari a 50-70 cm; - evitare postazioni che richiedono eccessivi allungamenti del corpo; - regolare il sedile come risulta più comodo, rimanere seduti appoggiando sempre le 5 le ruote sul pavimento evitando di oscillare pericolosamente; - il mouse deve essere tenuto delicatamente appoggiandovi sopra le dita. La mano deve essere tenuta rilassata e le dita distese. Il mouse non deve essere impugnato con forza; - pulire periodicamente le attrezzature di lavoro quali tastiera e mouse. Comportamenti - distogliere periodicamente lo sguardo dal video per guardare oggetti lontani al fine di ridurre l’affaticamento visivo; - fare una pausa di 15min ogni due ore consecutive di lavoro; durante la pausa è conveniente alzarsi e non eseguire compiti che richiedono elevato impegno visivo. Corretta postazione al computer C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 11 MOVIMENTAZIONE CARICHI Per Movimentazione manuale dei carichi (MMC) si intendono le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, tirare, portare o spostare un carico. EFFETTI SULLA SALUTE Lo sforzo muscolare richiesto dalla MMC determina aumento del ritmo cardiaco e di quello respiratorio ed incide negativamente nel tempo sulle articolazioni, in particolare sulla colonna vertebrale, determinando cervicalgie, lombalgie e discopatie. La MMC può costituire un rischio per la colonna vertebrale in relazione a: 1. Caratteristiche del carico: è troppo pesante è ingombrante o difficile da afferrare; non permette la visuale; è di difficile presa o poco maneggevole; è con spigoli acuti o taglienti; è troppo caldo o troppo freddo; contiene sostanze o materiali pericolosi; è di peso sconosciuto o frequentemente variabile; l'involucro è inadeguato al contenuto; è in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di spostarsi; è collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato ad una certa distanza dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco; può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza, comportare lesioni per il lavoratore, in particolare in caso di urto. Nota: il carico massimo è 30 kg per gli uomini adulti e 20 kg per le donne adulte 2. Sforzo fisico richiesto: è eccessivo può essere effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco è compiuto con il corpo in posizione instabile può comportare un movimento brusco del corpo 3. Caratteristiche dell'ambiente di lavoro: lo spazio libero, in particolare verticale, è insufficiente per lo svolgimento dell'attività richiesta il pavimento è ineguale, quindi presenta rischi di inciampo o di scivolamento per le scarpe calzate del lavoratore il posto o l'ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione manuale dei carichi a un'altezza di sicurezza o in buona posizione il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano la manipolazione del carico a livelli diversi il pavimento o il punto di appoggio sono instabili la temperatura, l'umidità o la circolazione dell'aria sono inadeguate. C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 12 4. Esigenze connesse all'attività: sforzi fisici che sollecitano in particolare la colonna vertebrale, troppo frequenti o troppo prolungati periodo di riposo fisiologico o di recupero insufficiente distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto un ritmo imposto da un processo che non può essere modulato dal lavoratore. Inoltre il lavoratore può correre un rischio nei seguenti casi: inidoneità fisica a svolgere il compito in questione indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavoratore insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione Esempio di come si deve sollevare in maniera corretta un carico da terra Secondo la postura, per un carico di 50 kg. la forza che viene esercitata a livello delle vertebre lombari è di 750 kg. o 150 kg. C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 13 Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) In base all’art.76 del D.Lgs. 81/08, si intende per dispositivo di protezione individuale (DPI) qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. I DPI vengono suddivisi in funzione delle parti del corpo che devono proteggere: PROTEZIONE DELLA TESTA PROTEZIONE DEGLI OCCHI E DEL VISO PROTEZIONE DELL’UDITO PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE PROTEZIONE DEGLI ARTI SUPERIORI PROTEZIONE DEL CORPO PROTEZIONE DEGLI ARTI INFERIORI PROTEZIONE DALLE CADUTE DALL’ALTO Attenzione: Alcuni DPI possono provocare reazioni allergiche; in caso di sensibilità verso un certo materiale (es. lattice) è necessario farlo presente subito al momento della consegna. C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 14 INFORMAZIONI SUL CORRETTO USO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE MAGGIORMENTE UTILIZZATI IN LABORATORIO PROTEZIONE DEGLI OCCHI Occhiali a mascherina Proteggono da particelle, ad alta velocità (impatto a media energia), che possono formarsi durante le operazioni di taglio e molatura. Proteggono anche da schizzi di liquidi e da particelle di polvere grossolane. Indossare regolando la fascia elastica in modo da ottenere una tenuta sicura. Conservare a temperatura tra 5 e 40°C ed umidità inferiore a 90%, evitare il contatto con materiali abrasivi, solventi o vapori di solventi. Pulire le lenti usando acqua saponata tiepida; asciugare tamponando senza strofinare. Controllare che le lenti non siano graffiate o butterate. Occhiali di protezione per saldatore Gli occhiali sono conformi alla direttiva europea 89/686/EEC e soddisfano i requisiti della normativa EN e delle normative DIN corrispondenti. Conservare gli occhiali nel loro imballo originale in locali riparati evitando il contatto con acqua, solventi, acidi ed azioni meccaniche. Adattare l’occhiale alla morfologia individuale agendo sull’elastico o sulle stanghette assicurandosi del corretto posizionamento. Per la pulizia usare sapone neutro e acqua tiepida; sostituire le lenti graffiate o butterate. La disinfezione può avvenire con soluzione di benzil lauril dimetil ammonio cloruro o lampade UV germicida. I materiali costituenti l’occhiale sono fisiologicamente compatibili ma possono causare reazioni allergiche ad individui sensibili. Gli occhiali e le lenti non sono infrangibili. Utilizzare sempre ricambi originali ed adatti al lavoro da eseguire dello stesso livello di protezione. Non utilizzare lenti di ricambio non certificate o di classe ottica non dichiarata. Non è garantita la protezione per scopi non prefissati (saldatura ad arco, forti impatti meccanici). Si consigliano frequenti ispezioni e la sostituzione di tutte le parti danneggiate o deteriorate. C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 15 Livello di protezione verificare che l’occhiale sia idoneo alle operazioni da svolgere confrontando il grado di resistenza meccanica ed il livello di protezione delle lenti montate. Le lenti incolori in vetro temperato offrono una resistenza fino ad un impatto di 12 m/s; le lenti incolori in policarbonato fino a 120 m/s. Per le lenti inattiniche utilizzare il livello di protezione come da tabella: scelta delle lenti-indicazioni conformi alla normativa EN 169 Tonalità DIN Applicazioni Saldatura e brasatura Taglio 4 q 70 5 70 q 200 900 q 2000 6 200 q 800 2000 q 4000 7 q<800 4000 q 8000 q portata inl/h Maschera per saldatore La maschera Translight turbo è completa di cassetta optoelettronica ad oscuramento automatico con alimentazione a celle solari. La maschera va utilizzata solo per saldatura ad arco. Attenzione all’impatto del filtro con altre superfici; non appoggiare oggetti sul filtro; il filtro va sostituito quando sono presenti graffi o lesioni. Non immergere il filtro in acqua; la pulizia va effettuata con un panno imbevuto di alcol o di un comune disinfettante. L’efficienza del filtro va verificata mediante il seguente test: indossare la maschera, effettuare un passaggio rapido della mano a qualche centimetro di distanza, se il filtro varia il livello di luminosità passando dal chiaro al buio e poi di nuovo al chiaro allora è efficiente altrimenti va sostituito. PROTEZIONE DI OCCHI E VISO Semicalotta con schermo in policarbonato Il casco con l’apposita visiera, conforme ai requisiti EN166/92, è ideato per protteggere da impatti, schizzi di liquidi e schizzi di metallo fuso. Conservare il prodotto a temperatura tra 5°C e 40°C e ad una umidità inferiore al 90%. Evitare il contatto con materiali abrasivi, solventi o vapori di solventi. Pulire con acqua insaponata tiepida, asciugare tamponando senza strofinare. Il prodotto ha durata di circa 2 anni, controllare la visiera e sostituirla se presenta butterature o graffiature, controllare che il casco non sia danneggiato. Il dispositivo può causare reazioni allergiche a soggetti con pelle sensibile. C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 16 PROTEZIONE DELL’UDITO Effetti del rumore Il rumore irrita e indispone. Ostacola il dialogo e la concentrazione. Ma questi sono effetti collaterali a breve termine. L'aspetto realmente negativo del rumore è che distrugge l'udito delle persone esposte in modo tanto lento e subdolo che all'inizio non si accorgono di quanto accade loro. Quando se ne rendono conto il danno è fatto ed è IRREPARABILE. Gli effetti dannosi del rumore si possono classificare come: • psicologici (irritabilità, sintomi di stress), • di mascheramento (incapacità a registrare altri suoni), • fisiologici questi ultimi variano dal danno grave all'orecchio interno all'aumento della pressione sanguigna, della funzione metabolica e della frequenza respiratoria, e via via alle emicranie, nausea, tensione muscolare, affaticamento e nervosismo. Inserto auricolare L’inserto auricolare, in schiuma poliuretanica con superficie impermeabile, certificato in base alla normativa EN352-2, è caratterizzato da un valore di attenuazione media (SNR) di 33dB. Il dispositivo è efficace solo se indossato correttamente: con mani pulite, comprimere con movimento rotatorio l’inserto assottigliandolo il più possibile come in figura (5) e introdurlo con un leggero movimento avvitante tirando in su e all’indietro la cima del padiglione (6) per raddrizzare il meato uditivo. Gli inserti devono essere conservati in modo da proteggerli da polvere, unto, qualsiasi genere di sporcizia e dal contatto con sostanze chimiche. Gli inserti devono essere indossati per tutta la durata di permanenza in ambiente rumoroso. Cuffia antirumore Indossare collocando le coppe auricolari sopra i padiglioni dell’orecchio. Conservare in ambiente asciutto e fresco. Attenzione al contatto con sostanze chimiche. Posizionare l’archetto sul capo facendolo scorrere nei punti di attacco. I cuscinetti auricolari devono aderire bene al capo per una perfetta tenuta. La cuffia deve essere sottoposta regolarmente a controllo di efficienza; controllare lo stato dei cuscinetti se appaiono deteriorati vanno sostituiti. Deve essere lavata con sapone ed acqua calda. Deve essere indossata durante tutto il tempo di permanenza in ambiente rumoroso. C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 17 PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE L’immissione di prodotti inquinanti nei polmoni può causare danni all’organismo umano. In particolare le polveri di asbesto e silicio si fissano nei polmoni e possono danneggiare i tessuti e creare difficoltà respiratorie mentre le polveri del piombo dai polmoni si immettono nel circolo sanguigno danneggiando il sistema nervoso centrale. I dispositivi di protezione consistono generalmente in facciali filtranti che vanno dalla semplice mascherina antipolvere alla maschera con filtro al carbone attivo e schermo che funge anche da protezione degli occhi. Tali dispositivi devono essere indossati correttamente prima di venire in contatto con i contaminanti; non bisogna utilizzare i facciali (né rimanere) in zone dove la concentrazione di ossigeno è inferiore al 17% (maggiore del 25%), o i contaminanti sono ignoti, o la concentrazione di contaminanti supera il valore limite TLV (Threshold limit value). Facciali filtranti Il tipo FFP3(SL) protegge contro aerosol solidi e liquidi (es. nebbie oleose) non tossici, di media/bassa tossicità ed altamente tossici e radioattivi in concentrazione fino a 50 TLV. Per l’indossaggio seguire le indicazioni di figura; controllare la tenuta come segue: appoggiare le mani sul facciale ed espirare bruscamente si deve avvertire una sovrapressione all’interno del facciale, se si sente l’aria sfuggire ai bordi riposizionare regolando la bardatura. Non usare per operazioni antincendio. PROTEZIONE DEGLI ARTI SUPERIORI Guanti Sono di diverso tipo in base all’uso a cui sono destinati. In laboratorio sono presenti: - guanti monouso in lattice o vinile per protezione limitata - guanti in crosta per saldatore - guanti per protezione alle basse temperature di colore rosso-arancio - guanti per protezione alle alte temperature per rischio incendio - guanti per protezione per il rischio elettrico di colore blu. I guanti vanno utilizzati quando consigliato; non vanno utilizzati in tutti quei casi in cui vi può essere rischio di impigliamento come nelle lavorazioni al tornio. Prima di indossare un qualsiasi DPI è indispensabile eseguire un controllo visivo per accertarsi della sua integrità. C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 18 Chi accetta di buon grado un ordine, sfugge all’aspetto più crudele della servitù. (Seneca) NORME GENERALI DI COMPORTAMENTO 1. Rispettare la segnaletica presente. 2. Rispettare gli altri; non avere comportamenti lesivi nei confronti del personale del laboratorio e/o dei colleghi. 3. Non disturbare le attività di altri lavoratori; non parlare a voce alta, non cantare, non fischiare; il chiasso irrita e può far abbassare il livello di attenzione. 4. Eseguire il lavoro attenendosi alle istruzioni (procedure) ricevute, indossare i DPI consigliati, non prendere iniziative personali senza aver prima consultato il RADoR. 5. Non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre, non di propria competenza, che possono compromettere la sicurezza propria e/o quella altrui. 6. Prima di utilizzare una qualsiasi apparecchiatura leggere attentamente il manuale d’uso e/o la relativa procedura; chiedere informazioni al RADoR. 7. Prima di utilizzare un preparato chimico leggere attentamente la relativa scheda di sicurezza; riporre, dopo l’uso, i contenitori al loro posto; se si nota una posizione contigua di sostanze tra loro incompatibili, avvisare il RADoR, o il Preposto. 8. Avere cura dei locali e di altri beni strumentali, non manomettere apparecchiature, macchinari o attrezzature; non creare disordine, non trasformare in pattumiera oggetti di cui non si conosce l’uso. 9. Riporre sempre gli attrezzi al loro posto dopo l’uso; non lasciare in giro siringhe senza cappuccetto o altro materiale che può arrecare danno ad altri lavoratori. 10. Non usare le macchine presenti in officina (trapano/fresa, tornio, levigatrice, sega etc.,) il cui utilizzo spetta al personale qualificato. 11. Non usare apparecchiature malfunzionanti o con cavi e/o spine danneggiati o usurati. Avvisare tempestivamente i superiori se si nota un cattivo funzionamento di una apparecchiatura. 12. Spegnere le macchine accese (salvo diversa disposizione) prima di allontanarsi dal posto di lavoro. 13. Non utilizzare strumenti o attrezzature elettriche personali non a norma o prive di marchio CE. 14. Ridurre al minimo l'uso di prolunghe cercando di collegare i cavi direttamente alle prese murali disponibili. Usare prolunghe dotate di spine sigillate non apribili e con marchio CE o IMQ; non collegare mai 2 o più prolunghe in serie. 15. Non lasciare cavi, multiprese e/o altri oggetti per terra che possono costituire intralcio alla circolazione con pericolo di inciampo nonché ostacolo per le operazioni di pulizia dei locali. 16. Non utilizzare attrezzature su cui è apposto il cartello “FUORI USO”. 17. Se inavvertitamente dovesse cadere olio o altra sostanza (con pericolo di scivolamento e/o contaminazione), attivarsi per ripulire la zona e/o avvertire subito il RADoR, o il Preposto. 18. Non toccare, o annusare, sostanze di cui non si conoscono le proprietà. C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 19 19. Non mangiare e/o bere mentre si maneggiano agenti chimici e/o durante operazioni di incollaggio. 20. Non portare in laboratorio sostanze chimiche senza preavviso e non corredate delle relative schede di sicurezza. 21. Non tenere nelle tasche forbici, cacciaviti o materiale contundente. 22. Non bloccare le uscite di emergenza, i pannelli elettrici e le attrezzature di soccorso. 23. Riferire sempre prontamente al RADoR, o al Preposto, eventuali incidenti, o condizioni di non sicurezza. 24. Non lavorare da soli, soprattutto nel caso di esperimenti pericolosi (utilizzo di laser, e/o parti in movimento). 25. Si sconsiglia l’uso di lenti a contatto perché possono essere causa di accumulo di sostanze pericolose. È sconsigliato l’uso di tacchi alti e di scarpe aperte. 26. I capelli lunghi vanno annodati dietro la nuca quando si maneggiano agenti chimici e/o si lavora con parti in movimento ed in tutte quelle situazioni in cui vi può essere rischio di impigliamento. 27. L’uso di gioielli penzolanti (orecchini, bracciali…) può rappresentare rischio di impigliamento; utilizzare un abbigliamento adeguato al tipo di attività da svolgere. 28. Non introdurre terzi in Laboratorio senza aver prima consultato il RADoR. 29. Impedire l’accesso alle zone pericolose a personale non addetto. 30. Mantenere sempre alto il livello di attenzione, l’eccessiva stima di sé è, spesso, causa di gravi incidenti. C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 20 Comportamenti in caso di infortunio Non perdere la calma evitare azioni inconsulte e dannose allontanare le persone non indispensabili prodigare le prime cure se si è in grado di farlo esame dell'infortunato: controllare immediatamente le funzioni vitali fare un'ispezione accurata del soggetto valutare la dinamica dell'incidente rassicurare l'infortunato se è cosciente (soccorso psicologico) evitare commenti sul suo stato anche se pare incosciente chiamare il pronto intervento (118) qualora si ritenga necessario, specificando chiaramente l'indirizzo e le modalità di accesso alla struttura praticare le manovre previste per l'urgenza e/o per la gravità: eseguire immediatamente le manovre per la rianimazione se la situazione non è urgente fare il minimo indispensabile porre l'infortunato nella posizione di attesa più idonea non lasciare l'infortunato da solo fino a che non verrà affidato a persone competenti in caso di incidente provocato da contatto con sostanze chimiche, consegnare al medico l'imballaggio con l'etichetta della sostanza. Numeri di emergenza Polizia Soccorso Pubblico 113 Vigili del Fuoco 115 Carabinieri 112 Ambulanze ASL NA1 081 752 82 82 Centro Antiveleni 081 545 33 33 C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 21 Comportamenti in caso di emergenza In attesa dell’attuazione del piano di emergenza da parte del SPP bisogna attenersi alle indicazioni sotto riportate. Non perdere la calma; agitarsi non serve a risolvere la situazione In caso di incendio Dare l’allarme senza creare panico. Non usare gli estintori se non si è in grado di farlo; un cattivo uso dell’estintore può alimentare la fiamma anziché spegnerla. Seguire le indicazioni dell’addetto all’emergenza. Se l’addetto all’emergenza è assente spetta al lavoratore strutturato, o al più alto in grado gestire l’emergenza: mettere in salvo i lavoratori presenti; spegnere, se possibile, le apparecchiature elettriche; chiamare il 113; avvisare la portineria al numero 081 768 3390 In caso di terremoto Dare l’allarme senza creare panico. Lasciare la struttura, non sostare vicino all’edificio C. Meola - DIAS, Università di Napoli Federico II 22