Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Dipartimento per l'Istruzione Direzione Generale per gli Affari Internazionali dell'istruzione Scolastica Ufficio V Unione Europea Fondo Sociale Europeo Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2000-2006 Programmazione 2000-2006 Obiettivo 1 (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia) 1999 IT 05 1 PO 013 Presentazione competenze tecnico-scientifiche e dipromozione dell’imprenditorialità nelle scuole secondarie superiori; l’azione 7.3 propone iniziative di orientamento e di rimotivazione allo studio per favorire l’inserimento o il reinserimento delle donne adulte nel mercato del lavoro. Q uesto lavoro offre alcune esperienze sulle tematiche di genere realizzate dalle scuole del Mezzogiorno del nostro Paese destinatarie degli interventi previsti nel Programma operativo “La scuola per lo sviluppo”. Le esperienze realizzate finora all’interno delle tre azioni sono state circa 2000 e quindi quelle qui presentate rappresentano solo degli esempi di una progettazione che sta impegnando le scuole a confrontarsi con le pari opportunità e la differenza di genere. Si tratta, in particolare, di brevi racconti o di sintetiche descrizioni delle attività svolte da studentesse e studenti, da insegnanti e da donne adulte che, nell’anno scolastico 2003/04, sono state/i coinvolte/i in percorsi di formazione progettati all’interno delle tre azioni – 7.1, 7.2 e 7.3 - previste dalla Misura 7 del Programma. Il filo conduttore e il significato più profondo di ciascuna esperienza sono nella riflessione introduttiva di Barbara Mapelli. L’azione 7.1 è destinata alla formazione in servizio delle/i docenti sulle problematiche delle pari opportunità di genere; l’azione 7.2 prevede iniziative di sostegno all’orientamento e allo sviluppo di 3 Credo che l’incontro con le culture di genere abbia sempre rappresentato per chi opera e vive nella scuola un’occasione utile – e necessaria – per ripensarsi come persona, per ritrovare e ripercorrere il significato e gli obiettivi principali del proprio essere, docente, studentessa, studente, nei luoghi dell’educazione. profondissime nelle storie diverse dell’uno e l’altro genere, diviene allora innanzitutto ricercatore o ricercatrice su di sé, rispetto al cambiamento che trova dentro e fuori la scuola, che muta i sessi e le generazioni. Un cambiamento cui non basta adeguarsi, ma rispetto al quale occorre assumere consapevolezza su quanto possa mutare anche chi è adulto e adulta, perché è questa consapevolezza che avvia alla comprensione dei ‘nuovi’ e delle ‘nuove’ al mondo, con le proposte e i bisogni che le loro vite chiedono (anche se spesso non sanno ancora formulare la domanda) ma possono anche offrire. E questa stessa consapevolezza avvia, può avviare, a una revisione critica dei saperi, che divengono ‘vitali’ e quindi momento possibile, reale di scambio, solo nel momento in cui trovano luogo e senso nelle vite ed esperienze delle persone. La prospettiva che queste culture propongono è innanzitutto, quindi, centrata sul sé di ciascuno e ciascuna, che si riconosce e si interroga donna o uomo, adulta o adulto, giovane in crescita, nel proprio essere ed essere in relazione, in quella relazione così particolare e delicata che è la relazione pedagogica, tra persone differenti per generi e generazioni. Ma anche nella relazione coi saperi e la conoscenza, che diviene per ciascuno e ciascuna un rapporto particolare, un’esperienza individuale, se pure all’interno di un progetto condiviso, di ciò che dovrebbe formare le competenze alla crescita. Chi insegna e apprende a riconoscersi come soggetto sessuato, portatore e portatrice anche nell’esperienza educativa della propria storia come donna o uomo, storia individuale, irriducibile a ogni altra, ma che affonda radici Vivere dunque una relazione pedagogica sessuata, con la con- 4 sapevolezza che offrono le narrazioni collettive e individuali di genere, le storie delle generazioni, e di ciascuno e ciascuna, può insegnare ad adulte e adulti, ai e alle giovani, che l’essere donne e uomini non è solo un destino, ma una vocazione e un desiderio, che diviene e sviluppa realtà per tutta la vita. Ma solo se si apprende che il proprio essere e appartenere a un genere è senz’altro un fatto individuale, che si realizza però e si colloca nel mondo e in una realtà più grande, in cui i cambiamenti di ciascuna e ciascuno sono in relazione di continuo scambio con il mutare collettivo di culture e ruoli dei due sessi. Occorre comprendere questi mutamenti per sapervi collocare il proprio progetto di sé, il proprio divenire donna o uomo, ma non solo, per sentirsi anche capaci di trasformazione, soggetti attivi che sanno influire sul progetto di mondo. Attraverso quello che un’educazione di genere soprattutto ha insegnato e può continuare a insegnare, nell’apprendere condiviso tra docenti e discenti, donne e uomini differenti anche perché di diverse generazioni: che tutto ciò che si pensa e dice, pur nel rigore della ricerca che riconduce ogni parola e ogni scelta alla responsabilità del soggetto, al suo vissuto, alla sua storia, è una delle possibili interpretazioni della realtà e del sapere, che può, deve imparare a convivere con altre. Una concezione delle diversità – che dal genere si allarga ad altre differenze – che declina nell’unico modo possibile nel contemporaneo la sostanza dell’uguaglianza e insegna non solo che si può essere differenti e uguali, ma che le differenze rappresentano più ricche risorse per ciascuno, per tutti e per tutte per divenire sè stessi e segnano di significato i percorsi della crescita e i percorsi dentro i saperi. Purchè l’interrogarsi su di sé, come donna e uomo nel divenire di consapevolezza interiore, di cura dell’intimità e al tempo stesso di cura delle relazioni nel loro mutare continuo, che finalmente la cultura di genere ha reso visibili e materia di discorso, non si trasformi mai in pretesa di un possesso definitivo e immutabile, ma resti come ricerca, perennemente inconclusa, come vocazione e apertura al cambiamento, che le storie collettive e individuali dei due generi e delle generazioni, che si avvicendano nel luogo dell’educare, se si sceglie di renderle centrali all’incontro educativo, possono insegnare. Barbara Mapelli 5 Istituto Comprensivo CASTELLANA SICULA (PA) Azione 7.1b Educazione allo sviluppo sostenibile attraverso l’identità di genere e l’identità professionale” Il progetto ha avuto l’obiettivo di diffondere la cultura della parità di genere nel mondo della scuola nella consapevolezza che una maggiore sensibilità al genere influisca sia sulle pratiche didattiche sia sull’approccio degli/delle studenti/esse alle discipline di studio, alle relazioni in classe, al rapporto con i/le docenti. L’articolazione delle proposte e l’andamento didattico del percorso si sono attuati secondo criteri di flessibilità e interdisciplinarità, ma soprattutto con la valorizzazione di esperienze soggettive. Alla fine di ciascun modulo è stato svolto un lavoro di approfondimento e di riflessione sulle proprie esperienze personali e sulle realtà territoriali. Infatti ci si è trovati concordi , fin dall’inizio, che il corso rappresentasse non tanto un’opportunità per acquisire conoscenze e competenze, quanto un’opportunità per riflettere sul sé, sul proprio vissuto personale e professionale. Pertanto la ricaduta è stata soprattutto a livello personale e quindi professionale, nel modo di stabilire le relazioni educative e gli approcci ai saperi in un’ottica nuova, quella appunto “di genere”. Il gruppo delle docenti a cui è stato rivolto il percorso di formazione era costituito da 15 insegnanti provenienti da diversi ordini di scuola della provincia di Palermo (dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di II grado). Il progetto è stato organizzato in 3 moduli. Nel primo si è parlato delle differenze di genere per le pari opportunità delle donne e del lavoro attraverso la lettura e la riflessione sulla normativa, su specifiche statistiche ISTAT, su articoli giornalistici. Nel secondo è stato affrontato il tema della condizione della donna nel mondo, con particolare attenzione al lavoro di cura, al ruolo delle donne e degli uomini nella nostra società e nei paesi in via di sviluppo. Il terzo modulo è stato dedicato alla didattica di genere, con riferimento alle diverse aree disciplinari, e si è snodato attraverso l’utilizzo di una metodologia attiva (ascolto attivo, simulazioni, giochi di ruolo, lavori di gruppo, circle time) e la riflessione sui va r i m a t e r i a l i a d i s p o s i z i o n e . Durante la terza fase si sono svolte circa due settimane di sperimentazione in classe dei percorsi didattici messi a punto durante i laboratori. Le docenti coinvolte nella sperimentazione hanno 6 anche se alcune delle insegnanti coinvolte hanno lamentato la difficoltà di dover realizzare prodotti “accattivanti” in tempi stretti. concentrato la loro attenzione didattica in modo sia trasversale che verticale, sull’identità di genere, sull’analisi della condizione della donna nel mondo e sui ruoli e sugli stereotipi di genere, elaborando tale tematica in modo coerente con le finalità della scuola di appartenenza e con un’attenzione particolare all’età dei/delle discenti. Dall’analisi dei lavori realizzati durante la sperimentazione e dai dati rilevabili dalla lettura dei questionari è emerso che anche la ricaduta didattica sugli/sulle alunni/e è stata positiva. Infatti, essendo i soggetti coinvolti appartenenti ad una fascia di età che va dai 3 ai 18 anni, sono state adoperate diverse metodologie ma comune a tutte è stata la componente ludica attraverso la quale si è snodato il processo di riflessione sul sé, sull’identità di genere e sulla diversità sessuale, intesa come ricchezza per i singoli e per la collettività. Tuttavia l’atteggiamento un po’ “disinvolto” dei/delle ragazzi/e nei confronti delle tematiche trattate mostra come tra le giovani generazioni l’assimilazione di tali contenuti richieda un processo più lungo. Per questo ci si è proposti, per il successivo anno scolastico, di strutturare nuovi percorsi educativi su queste tematiche di genere da inserire nel POF e quindi nelle programmazioni curriculari, partendo dalle esperienze maturate e dalle competenze acquisite nel corso di formazione. Il lavoro svolto ha avuto un positivo riscontro: le docenti e le classi coinvolte si sono mostrate interessate e sensibili alle tematiche trattate ed alle iniziative proposte, in quanto queste hanno contribuito a dare una chiave di lettura diversa dei rapporti uomo-donna non condizionata dai mass-media o da vecchi retaggi storico- culturali. Durante le attività, all’interno del gruppo si è stabilita una forte “empatia” e si è creato un clima di effettiva collaborazione come risulta dai prodotti realizzati e dalle schede di valutazione compilate al termine dell’esperienza 7 Istituto Comprensivo “S.Quasimodo” Centro Territoriale Permanente per l’Educazione degli Adulti AGRIGENTO Azione 7.3 “Informatica e Catalogazione Beni Culturali: Competenze di base” corso ha dimostrato ai figli, ai mariti, a loro stesse, ai loro genitori sfiduciati e scettici - “u nni vulisti tannu e nni vo ora ?” (non hai voluto formarti prima e lo vuoi fare ora?) - che non è mai troppo tardi per stare al passo con gli strumenti e le tecniche che sembrano mostri a chi non li sa utilizzare. La conclusione del corso è stata salutata con dispiacere dalla maggior parte delle donne che avevano iniziato a frequentare con titubanza pensando di non avere le capacità e, soprattutto, la “testa” di sentire parlare di arte e, ancor di più, attraverso l’uso del computer. Eppure il bisogno di questa attività era stato espresso da loro stesse, che si sentono tanto isolate e poco considerate dalle Istituzioni. Le donne hanno fatto proprie le sollecitazioni culturali offerte dai docenti e sono riuscite, con il computer, a catalogare i beni architettonici presenti nel territorio evidenziando, in sintesi, le caratteristiche architettoniche e culturali dei vari monumenti. In questa piccola borgata, che dista sedici chilometri dalla città, non c’è alcuna possibilità di ritrovo che non sia la chiesetta locale, oltre le manifestazioni che organizza questo Istituto. E’ stata una “boccata d’aria” che ha rimesso molte in discussione dando loro maggiore consapevolezza ed una “rispolverata” o addirittura una nuova capacità di comunicare e relazionare “ di altre cose “ con il mondo esterno e quindi, domani, con il mondo del lavoro. L’assidua e massiccia frequenza al 8 Istituto Professionale per i Servizi Commerciali Turistici Alberghieri e della Ristorazione "ANTONELLO" MESSINA Azione 7.1 “Cura di sé e didattica di genere” della differenza e valorizzi i generi. Il progetto rappresenta solo una tappa, sia pur significativa, di un cammino intrapreso dalla nostra scuola a partire dal 1996 con la realizzazione del pacchetto didattico “PROGETTO GENER(E)AZIONI” – AREA II: LA STORIA, LA SCIENZA, LA TECNOLOGIA, seguito dalla realizzazione, nel 1998, di un pacchetto multimediale per la formazione, negli Istituti Professionali, sulla promozione delle pari opportunità uomo – donna “ GENERI E SISTEMI “ (entrambi finanziati dal F.S.E. – P.O. 940025 I 1). Tale cammino è stato continuato da un gruppo di docenti, uomini e donne, che particolarmente sensibili alle tematiche di genere, hanno ricercato documenti, materiale e strategie didattiche per realizzare progetti finalizzati alla valorizzazione delle differenze di genere. L’esperienza maturata si è avvertita nonostante la necessità di un confronto con esperti che ci aiutassero a mettere in discussione scelte personali e professionali, convinti che un discorso didattico sui generi non possa prescindere dal proprio vissuto. Pertanto, nell’ottica di un percorso di formazione biennale, il progetto ha puntato soprattutto a far assumere ai/alle docenti coinvolti/e un atteggiamento di riflessione sulla propria professionalità, sulla propria percezione del genere, ma anche a rafforzare nella scuola una cultura delle pari opportunità e ad individuare possibili strategie per avviare un percorso educativo – didattico che tenga conto Ad inizio corso è stato somministrato ai/alle corsisti/e un questionario sulla percezione di ognuna/o circa il rispetto e la valorizzazione della propria identità di genere. Quindi si è proceduto all’analisi del genere in quanto modello culturale, alla definizione di concetti come identità, reciprocità, cura. Nella fase successiva si è costruito il percorso “dalle disuguaglianze alle pari opportunità” per passare al rapporto tra generi e saperi. L’ultimo modulo è stato studiato per la realizzazione di una unità didattica: “La donna tra passato, presente e futuro”, all’interno di un possibile percorso formativo pluridisciplinare: “ La libertà delle donne nel m o n d o contemporaneo“. Le classi coinvolte sono state due terze e una quarta e vi hanno aderito docenti di Lettere, Storia, Diritto, Matematica. La guida disciplinare è stata realizzata al termine del corso per divulgare possibili strategie didattiche in ottica di genere. Essa contiene il questionario come strumento di esplorazione conoscitiva, la conoscenza di sé attraverso l’espressione grafica, schede di lavoro, una griglia di osservazione sui comportamenti da osservare in classe, la fotografia come strumento didattico. La guida contiene anche una bibliografia su tematiche di genere ed è corredata da alcune foto storiche di donne messinesi, secondo le seguenti tematiche: donne e lavoro, donne e famiglia, donne e istruzione. 9 Istituto Professionale per i Servizi Commerciali Turistici Alberghieri e della Ristorazione "V. TELESE" ISCHIA (NA) Azione 7.3 “Gli antichi sapori della cucina delle isole partenopee” Il progetto parte dal risultato di alcune ricerche sulle opportunità di lavoro per le donne, sulla condizione femminile e sulla cultura di genere nel territorio, realizzate dalla scuola. Dalle ricerche è emerso che, in alcuni periodi dell’anno, il turismo nelle nostre isole, è del tipo “mordi e fuggi”; per questo sono nate nel tempo strutture turistico–ricettive adeguate a tali esigenze, che vanno ad affiancarsi sia a grandi aziende alberghiere, sia a piccole imprese a conduzione familiare. Le donne del territorio, inoccupate o disoccupate, potrebbero trovare una giusta collocazione all’interno delle suddette strutture, in qualità di imprenditrici, acquisendo consapevolezza delle proprie potenzialità. Sono i semplici e genuini prodotti della terra e del mare gli autentici protagonisti della cucina isolana che offre, con le sue particolarissime pietanze, un’appetitosa galleria di sapori. Bisogna, però, coniugare lo sviluppo alla tutela e alla valorizzazione armonica del territorio e bisogna sviluppare nei giovani e in tal caso soprattutto nelle donne, una volta depositarie della tradizione del gusto, dignità e diritto al piacere del cibo ed alla convivialità. Si potrà così diffondere la conoscenza delle tecniche 10 di produzione e di degustazione, della storia e della cultura del cibo, del vino, della gastronomia. In tal modo la donna potrà proporsi nel ruolo di esperta dell’alimentazione. Il breve racconto che segue parte dalle sensazioni olfattive di una corsista dinanzi a delle erbe aromatiche del nostro territorio, utilizzate nel corso per la preparazione di appetitosi piatti, per poi passare, attraverso la memoria nelle tradizioni culinarie del passato, alla possibile conversione imprenditoriale delle corsiste. “L’odore penetrante della piperna, la forza della maggiorana e del timo, la delicatezza del prezzemolo, l’intensità del basilico, i sapori antichi di piatti dimenticati; pietanze che fanno viaggiare la memoria tra i boschi e gli orti delle nostre contrade, quando con il nonno andavo a raccogliere le erbe aromatiche per poi cucinare insieme piatti semplici ma gustosi: i piatti dell’infanzia di mio nonno e della mia infanzia. Portata per mano da mio nonno mi incammino per un viottolo sterrato e mi ritrovo in una piazza dove ci sono tanti banchi, come quelli del mercato, pieni di tanti cibi strani e sconosciuti. Mio nonno li conosce tutti, me li indica per nome e me ne fa provare la fragranza. Anche noi abbiamo il nostro banchetto, esponiamo i nostri antichi sapori ed iniziano ad avvicinarsi diverse, poi molte e poi tante persone, al punto di dover chiedere il vostro aiuto, perchè da sola non riesco più a gestire le innumerevoli richieste di questa clientela inaspettata. Si apre davanti a noi una nuova prospettiva e decidiamo di intraprendere insieme i percorsi del gusto”. Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato CROTONE Azione 7.2 “FOGLIO ROSA” Il progetto, Foglio Rosa, ha “esplorato” l’universo femminile ma, anche,quello maschile, partendo dal territorio. Il tutto è nato da un’ indagine sulla condizione femminile nella società locale, effettuata attraverso la somministrazione di un questionario proposto agli studenti del biennio (135 ragazze e 275 ragazzi). Dai dati è emerso che i ragazzi sono molto influenzati da una cultura decisamente poco “al femminile”. Pertanto si è dato avvio ad un percorso che ha operato molto sul lavoro di gruppo creando un contesto lavorativo dinamico, positivo e ricco di momenti di riflessioni e discussioni. Citando il “Piccolo Principe”, per diventare amici, e quindi gruppo, bisogna “addomesticarsi”, imparare a parlare, comprendendo alla fine la cosa più importante: l’amicizia è condivisione al di là delle” barriere” dei sessi. Si è così trattato il concetto di differenza in generale, quello di differenza di genere, quello di logica multifattoriale (accettazione del punto di vista dell’altro) al posto di quello di logica lineare (io ho ragione-tu hai torto) e così via. Si è, poi, presa in considerazione l’evoluzione, a livello spaziale e temporale, della donna con i cosiddetti punti di forza e punti di debolezza fino ad arrivare ad un’analisi del percorso personale di ognuno/a per poterne valorizzare le risorse, colmare le lacune e arrivare ad un progetto professionale. “E’ stato un percorso di crescita:abbiamo 11 affrontato argomenti importanti e interessanti, intrapreso giochi divertenti ma molto significativi, riguardanti tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana in riferimento alla nostra identità femminile. Ho imparato tante cose, che se volessi non ce la farei a scriverle tutte! Abbiamo scoperto di come siamo condizionati senza accorgercene, e, come giudichiamo seguendo degli stereotipi comuni. Dopo questa esperienza ho capito che non bisogna giudicare una persona in base al suo aspetto fisico, oppure al suo modo di vestire, ma va rispettata in base alle sue idee. Bisogna ascoltarla e sentire ciò che ha da dire, bisogna accettare le persone per come sono interiormente e solo allora si potranno giudicare.”(Mariangela). “Una cosa importante e fondamentale che ho imparato è quella che ognuno di noi non deve farsi condizionare dai pensieri o dalle critiche degli altri se abbiamo un sogno o un obiettivo da rincorrere, anche nel mondo del lavoro, quando arriva il momento di prendere una decisione, dobbiamo ascoltare solo noi stessi e cosa ci dice il nostro cuore. Solo così tutti i nostri sogni si realizzeranno e solo cosi ci sentiremo felici della nostra vita. Dopo questa bella esperienza, mi sento con le idee più chiare: ora cercherò e farò di tutto per realizzare un sogno che per me fino a qualche mese fa era impossibile da raggiungere, perché adesso so che nel mio cuore c’è una piccola speranza!" (Cinzia) “Riflettendo sulle “Pari Opportunità” mi viene da pensare a ciò che mi racconta sempre mia nonna sulla sua adolescenza.Una delle tante cose che mi è rimasta più impressa è, il fatto che le era proibito mettersi un semplice rossetto perché i fratelli e i genitori pensavano che agli occhi della “gente”sarebbe apparsa come una “civetta”. Oggi fortunatamente non è più così. Ma molti condizionamenti esistono ancora. Infatti molte volte capita che la mia sensibilità viene ferita in quanto sono un po’ in sovrappeso .Le persone si soffermano molto sul mio aspetto fisico:quando mi capita di trovarmi ad una festa mi trovo in soggezione a prendermi qualcosa in più perché gli altri me lo fanno notare .Lo so! E’ vero! Sono grassottella! Però anch’io ho il diritto di divertimi e di passare qualche ora spensierata senza essere oggetto di battutine e frecciatine varie.”(Elena) “L’ esperienza vissuta ha suscitato interesse e condivisione: il terreno da indagare sugli stereotipi tra uomo e donna e’ vastissimo e in gran parte inesplorato. E’ indispensabile evitare che influenzino fortemente i comportamenti personali, civili e sociali di entrambi i sessi. La possibilità di scegliere deve essere data a tutti, indipendentemente dal sesso, dalla religione, dalla razza, non precludendo, quindi, alcun diritto a nessuno! " (Desirè) Istituto di Istruzione Superiore “I. Morra” MATERA Azione 7.1 “Viaggio emotivo-professionale nell’identita’ di genere” Azione 7.2 “Relazioni efficaci nei contesti lavorativi” Azione 7.3 “Straniere a Matera” Un’emozione di genere ha segnato i percorsi attivati … condizione di vita si ritrovano livelli stratificati di disagio ed esclusione. Un gruppo di docenti ha compiuto un Viaggio emotivo-professionale nell’identità di genere. Secondo il modello della ricerca-azione hanno seguito un percorso di ricerca autobiografica e scientifica in cui sentimenti, vissuti personali, ragionamenti professionali e studi accademici si sono virtuosamente intrecciati. Estremamente stimolanti gli spunti forniti dalle esperte; sono stati presentati e discussi gli studi più recenti di antropologia, psicologia, pedagogia. Le dinamiche di gruppo, in particolare, hanno consentito ai/alle partecipanti un appassionante viaggio dentro se stessi/e, un terapeutico “raccontarsi” che ha permesso di esplicitare disagi e malesseri legati agli stereotipi di genere, un guardarsi “allo specchio” di altre donne ed altri uomini per ritrovarsi meno soli davanti al problema della discriminazione sul lavoro e nella vita. Il corso si è svolto in aula solo per un numero limitato di ore. Molte attività didattiche si sono svolte presso gli enti e i servizi territoriali. Visite guidate, tavole rotonde, "interrogazioni", focus group, contatti, seminari: ecco i metodi utilizzati per promuovere l'orientamento, la cittadinanza, la presa di coscienza dei propri diritti. La vera forza del progetto, tuttavia, rimane nell’azione didattica che è stata messa in moto. Essa ha interessato n. 10 scuole, n. 20 classi, n. 383 alunni, di cui n.127 maschi e n. 256 femmine di età compresa tra i 9 e i 18 anni. La formula metodologica scelta è stata quella dei laboratori. Learning-by-doing, project work, scrittura creativa, convegno, mostra di immagini e testi, circle time, focus group, indagini statistiche, diario di bordo: queste le metodologie “attive” utilizzate nelle classi target che hanno permesso un impatto “forte” su studenti e studentesse. Di particolare rilevanza sociale e di genere, il percorso “Straniere” a Matera, offerto alle donne immigrate residenti da qualche anno nella città, nella cui Tutti i percorsi hanno visto la collaborazione di enti ed istituzioni territoriali, uniti in rete sinergica: l’Università degli Studi di Bari, gli EE.LL., l’Ufficio Provinciale delle Pari Opportunità, il Centro di Educazione Ambientale, Tolbà – Associazione per lavoratori stranieri. I laboratori didattici sulle pari opportunità hanno dato la possibilità a bambini e bambine, ragazze e ragazzi, adulte a rischio di marginalità sociale di pensare la differenza di genere come valore, di fare un punto storico della situazione, di sviluppare una percezione positiva del sé di genere, di osservarsi nelle relazioni con il maschile ed il femminile, di riconoscere stereotipi e pregiudizi ancora oggi esistenti, evidenza di una persistenza di svantaggio, di una diversità intesa come disvalore. Si sono dunque creati spazi reali di dialogo, di consapevolezza, di confronto, di crescita. In definitiva, i percorsi progettuali hanno promosso un significativo processo di mainstreaming di genere applicato non solo alla didattica, ma anche alla quotidianità delle relazioni, all’ambiente lavorativo, al vissuto di uomini e donne “pensanti”. 12 13 Istituto Magistrale Statale «Benedetto Croce» ORISTANO Azione 7.3 «Il computer per comunicare» - «Comunicare in inglese» L’Istituto magistrale “Croce” è una scuola storicamente “al femminile”: una vocazione tradizionale, un’attenzione al genere femminile che i nuovi indirizzi di studio attivi ormai da anni – tendono a “superare”, ma che ha recuperato senso e vitalità proprio nella realizzazione dei progetti della Misura 7. La progettazione e la guida, come tutor, dei due corsi gemelli “Il computer per comunicare” e “Comunicare in inglese” ha rappresentato per noi la prima esperienza in questo ambito. Al di là dei contenuti specifici dei due corsi (rispettivamente un laboratorio di alfabetizzazione informatica e un laboratorio di inglese di base), ci siamo posti obiettivi comuni: il recupero di un adeguato livello di istruzione di base; il consolidamento di competenze strumentali, culturali, comunicative anche attraverso il confronto con le/gli altre/i. In termini più generali, e nello spirito dell’Azione 7.3, abbiamo cercato di tener sempre in primo piano la prospettiva di favorire il reinserimento delle partecipanti nel sistema formativo e lavorativo come soggetti consapevoli di sé e della propria appartenenza di genere. La realizzazione dei due corsi in parallelo, quasi sempre in contemporanea, ha permesso a noi tutor e agli esperti di elaborare strategie comuni, di condividere materiali, di superare insieme i contrattempi, di non sentirci mai soli di fronte alle difficoltà, ma sempre parte di un “progetto” di maggior respiro. Anche per questo abbiamo realizzato una sorta di “banca dati” dei materiali prodotti, che vorremmo rappresenti non solo una documentazione dell'attività svolta, ma anche un contributo utile alla realizzazione di interventi analoghi. Abbiamo curato le attività di diffusione delle iniziative con volantini e manifesti destinati a centri di orientamento ed enti locali, oltre che alle famiglie delle alunne e degli alunni. Non immaginavamo però che la diffusione più efficace sarebbe avvenuta grazie al passaparola tra le candidate stesse: esiste, evidentemente, una rete di solidarietà sociale tra le donne non 14 occupate, che in qualche modo sopperisce alle difficoltà di individuarle e raggiungerle attraverso i canali “ufficiali”. Il riscontro in termini di iscrizioni (oltre 120 domande per 40 posti complessivi) è stato inaspettato, e siamo convinti corrisponda a un bisogno profondo -e ancora in gran parte disatteso- non solo di formazione, ma anche di emancipazione. A confermare tale bisogno, gli abbandoni sono stati pochissimi: oltre il 90% delle partecipanti ha frequentato regolarmente, con una percentuale di presenze particolarmente alta (tra il 75 e il 100%). Il monitoraggio ha dimostrato che le corsiste hanno compreso bene le finalità e gli obiettivi dell'intervento didattico, hanno partecipato con attenzione e interesse, hanno acquisito competenze e abilità apprezzabili. Ma al di là delle competenze specifiche acquisite, ci pare che il miglior risultato sia dato dall’ottimo livello di coesione del gruppo e dal clima collaborativo che si è creato. Crediamo però che sia stata un’iniziativa collaterale (una “azione di accompagnamento”) a lasciare il segno più duraturo. Il progetto di accoglienza dei bambini "A scuola con mamma" ha rappresentato una preziosa “esperienza nell’esperienza”. La docente di Pedagogia, ha costruito attorno all'assistenza bambini uno stage cui hanno partecipato le studentesse della IV A pedagogico, progettando e realizzando attività ludico-ricreative con bambini di differenti età. Dell’assistenza hanno usufruito, pienamente soddisfatte, undici mamme. Così in una scuola “al femminile” si sono incontrate tre generazioni di donne: le madri, le studentesse, le bambine. “Che strana, questa scuola, mamma” ha commentato una bambina “ci vieni tu, ci vengo io, ci viene mia sorella…”. Istituto di Istruzione Superiore "G. ADRIA" Mazara del Vallo (TP) Azione 7.1b “PROMUOVERE PARI OPPORTUNITA DI GENERE” L’intervento di formazione dei docenti sulle pari opportunità di genere ha visto la partecipazione di n.16 docenti degli istituti scolastici di Mazara del Vallo aderenti alla rete di scuole “Satiro Danzante”. Il percorso, della durata di 50 ore, è stato strutturato in lezioni frontali, attività di laboratorio, attività in classe, percorsi guidati di ricerca-azione e produzione di documentazione del processo attivato. Ha sviluppato il problema della differenza di genere intesa come differenza primaria per accedere all’altro da sé, per educare i giovani, maschi e femmine, ad utilizzare strategie non violente nelle relazioni interpersonali e a rivedere criticamente il concetto di potere e il senso dei valori. E, in coerenza con l’obiettivo primario della scuola, promuovere una maggiore parità tra i sessi e coinvolgere le donne nei processi decisionali a livello economico, culturale e politico. I moduli sono stati sviluppati da docenti esperti/e. Tema privilegiato da tutti gli intervenuti è stato il rapporto genere/apprendimento con attenzione alla letteratura, all’arte al femminile e alla didattica delle discipline. Il percorso è stato suddiviso in 4 moduli 1. Modulo introduttivo; 2. “Cura di sé – identità di genere e scelte formative e professionali"; 3. “Identità di genere e relazione con i saperi”; 4. “Valenza formativa ed orientativa dei saperi”. A conclusione del percorso formativo 15 ciascun/a corsista ha applicato nelle classi le strategie e le tecniche individuate nelle attività di laboratorio. Sono stati somministrati questionari di genere, strutturati dagli stessi soggetti in formazione. In tal modo le/gli insegnanti e anche le/gli studentesse/studenti hanno avuto modo di esprimere i propri desideri, le proprie motivazioni e i propri punti di vista, sentendosi protagonisti della dimensione progettuale e non solo esecutori di pacchetti predisposti o mediati da altri. Il messaggio dei docenti esperti è stato chiaro ed efficace e pienamente recepito dalle/dai corsiste/i. Considerata l’attualità del tema tutti/e si sono impegnati/e nelle attività con interesse e curiosità migliorando competenze e capacità di sapersi relazionare, di cooperare, di dialogare in modo costruttivo, di utilizzare gli spazi per la discussione con interventi pertinenti e con domande stimolanti la discussione corale. All’interno del gruppo dei/lle corsiste/i si è registrato un cambiamento negli atteggiamenti e nei comportamenti: segno evidente di profonda consapevolezza delle innovazioni nel loro approccio metodologicodidattico e relazionale. A dare concretezza operativa alla formazione ha contribuito la scelta di correlare apprendimenti e relativa applicazione nella prassi didattica, secondo processi circolari valorizzati come occasioni di stimolo per connotare il percorso secondo una struttura aperta. Tale metodologia ha fatto emergere le particolari sensibilità ed ha messo a fuoco esperienze e competenze pedagogicodidattiche. Istituto di Istruzione Superiore “Ten. Col. G. Familiari” Melito di Porto Salvo (RC) Azione 7.2 “L’Ottica di Genere a Scuola” Eh sì, smantellare gli stereotipi ed i pregiudizi di genere è veramente dura ..! Ma è proprio in questa impresa che ci siamo cimentate/i col progetto “L’Ottica di Genere a Scuola”. Infatti, per orientare le allieve e gli allievi alla costruzione di un “habitat” di tipo paritario, in cui le differenze di genere siano comprese nel loro autentico valore propulsivo, abbiamo realizzato una sorta di “cantiere per le pari opportunità”. La parte teorica del corso è servita per strutturare le solide fondamenta culturali che hanno, poi, supportato uno straordinario processo di brainstorming, una vera tempesta di idee concretizzate nella redazione di un opuscolo contenente vignette ironiche sui vari stereotipi e pregiudizi di genere. Il percorso progettuale è stato veramente intenso e appassionante, ricco di suggestioni culturali e denso di occasioni di notevole arricchimento psicologico. Per orientare alla consapevolezza di genere, abbiamo focalizzato l’attenzione su un’analisi fortemente critica dei ruoli di genere: le allieve e gli allievi sono stati stimolati ad una rilettura, guidata ma allo stesso tempo autonoma, del proprio modo di essere uomo o donna. E’ iniziato, così, un processo di decodifica del Sé culminato nello smaltimento di quella “zavorra misoginica” che può complicare seriamente il rapporto ragazze/ragazzi. Abbiamo individuato il fiume carsico di pregiudizi e di stereotipi di genere che scorre nei meandri della nostra cultura e che spesso alimenta modelli identitari fuori dal tempo. Abbiamo percorso questo fiume inquinato fin dalle sue origini, divertendoci a fare dell’ironia sui tanti luoghi comuni di quella vox populi che si è rivelata, alla luce delle analisi, molto lontana dall’essere vox Dei… ! A b b i a m o, p o i , e s p l o ra t o g l i innumerevoli affluenti che hanno alimentato ed inquinato ulteriormente quel fiume carsico. Affluenti d.o.c. del panorama greco, latino e non solo. Affluenti dal nome altisonante e dagli “effluvi” sconcertanti : Menandro (la vita di una donna rispettabile è limitata dalla porta di casa), Aristotele (donna, mostruosità necessaria), Tertulliano (la donna è un tempio costruito su una cloaca),..il così-definito-dalleragazze Sant’affluente Tommaso (l’immagine di Dio la troverai nell’uomo, non nella donna), Rousseau (la donna è fatta per sottomettersi all’uomo e per sopportare le ingiustizie) egualitario part-time, … e così via … sconvolgendo, .. nel corso dei secoli! Abbiamo seguito, quindi, un itinerario culturale nuovo, soprattutto non paludato né retorico, ed abbiamo neutralizzato e bonificato le sabbie mobili dei pregiudizi di genere.. Le discussioni ed i dibattiti scaturiti dalle analisi sono stati particolarmente accesi ed anche particolarmente 16 divertenti, come quando, per un’affermazione di Molière, “Non sta bene che una donna studi e sappia tante”, un allievo, appassionato di cartoons disneyani, è saltato sulla sedia esclamando, tra le risate complici dei suoi compagni, “ ehi, ma questo l’ha detto pure Gaston, il pretendente di Belle, in La Bella e la Bestia ..!” Grandi risate, ma anche opportune riflessioni su come le fiabe, al pari del linguaggio, possano essere le cartine di tornasole di quanto gli stereotipi ed i pregiudizi di genere si sedimentino a livello culturale e 17 sociale, per di più (e per di peggio..!) p a s s a n d o s p e s s o i n o s s e r va t i . Ovviamente, sollevare il coperchio di questo vaso di Pandora, ha contribuito a sostanziare di input nuovi il processo di rilettura critica delle varie fasi della civiltà occidentale e last but not least, ha contribuito ad attivare un chiaro processo di ridefinizione dei ruoli e delle relazioni di genere, orientando le studentesse e gli studenti verso la scoperta di identità di genere autonome ed originali. Istituto Superiore “Valli” Barcellona P.G.(Me) Azione 7.1b “Cultura di genere: percezione e riflessione” Il progetto è stato elaborato per rispondere a bisogni avvertiti diffusamente dalle docenti e dai docenti delle due sedi associate dell’Istituto Superiore Valli. In particolare, si è avvertita la necessità di modificare il proprio stile di insegnamento, di motivare alunne e alunni sempre meno preparati e sempre più insofferenti e ribelli nel comportamento, di cooperare allo sviluppo e al rafforzamento delle pari opportunità di genere. Il percorso seguito, “Cura di sé, identità di genere e identità professionale”, si è posto come obiettivo primario quello di sviluppare capacità di osservazione, di ascolto, di lettura e di interpretazione della differenza di genere negli atteggiamenti, nei saperi e nella pratica didattica, attraverso un processo di osservazione di sé, di riflessione sulla propria esperienza professionale e formativa, sulla propria relazione con i saperi disciplinari e la cultura in generale. Hanno partecipato 15 docenti, in prevalenza di genere femminile, appartenenti a scuole del territorio, di diverso ordine e grado e che insegnano discipline differenti. 19 L’intervento formativo, inserito nel POF 2003, ha introdotto metodologie innovative in grado di promuovere negli studenti e nelle studentesse una nuova sensibilità alle problematiche di genere e a far superare i condizionamenti culturali e sociali nelle scelte dei percorsi di studio. I formatori sono stati: docenti universitari, esperti in didattica della differenza, docenti interni ed esterni, esperti in tecnica della comunicazione e in sociologia. Durante le attività di laboratorio hanno dominato vivacità e partecipazione, capacità di progettare ed attuare politiche di promozione delle pari opportunità, convinzione della necessità di cominciare a comunicare con i propri alunni e con colleghi con linguaggio sessuato. Sono state predisposte griglie di autoosservazione dell’insegnante, di osservazione in classe degli atteggiamenti di allievi di differente genere, schede con “indicatori di didattica di genere”, schede per l’orientamento scolastico e rilevazione di attitudini. Infine è stato elaborato un progetto sull’analisi di genere di un film, da realizzare con alunne e alunni di una classe liceale attraverso un percorso pluridisciplinare. Istituto Tecnico Attività Sociali “G. Deledda” LECCE Azione 7.1b “SCUOLA ALLO SPECCHIO” Insegnanti dell’ ITAS “G. Deledda” allo specchio. Ma perché? Per specchiarsi, rispecchiarsi, essere soggetto e oggetto, vedersi come “altro/a”, come diverso, come riflesso di sé.... Ri-flettere su di sé, sulle proprie incertezze e certezze: un metodo per arrivare ad una cultura “interrogata” il cui prodotto sia una realtà poliedrica, che rifletta la diversificazione dei punti di vista ed in cui tutti siano soggetti. Il sapere è neutro o, piuttosto, il sapere con cui siamo stati formati ed a cui ci siamo accostati nella nostra storia professionale è un sapere “dettato”? Riconoscere l’agire stereotipato diventa lo scopo del per-corso di scoperta di sé e di valorizzazione del proprio vissuto attraverso la narrazione di esperienze e loro passaggi significativi. E’ un ripercorrere la propria storia personale e professionale ed analizzare scelte ed aspettative, concetti, categorie e linguaggi, per fare emergere quanto di condizionato e quanto di libero ha contraddistinto la storia di ognuno. Abbiamo goduto “noi stessi” di pari opportunità? Cosa fare per aiutare i nostri studenti e le nostre studentesse ad intraprendere un percorso di formazione “libero” , attento ai propri desideri e alle proprie passioni, consapevole delle proprie capacità ed attitudini? Le discipline vanno rivisitate, la didattica ha bisogno di cambiamenti: l’attenzione alla differenza deve diven- 20 tarne il pilastro portante per una relazione educativa che dia parola a pensieri e modi di essere diversi. Cercare la differenza nei saperi , per esempio, non è soltanto cercare la differenza di genere, ma anche la differenza di valori espressi e non espressi, la differenza di lettura della realtà dal punto di vista dei diversi soggetti, la differenza di esperienze, in un’ottica di pari valorizzazione. Con queste premesse è stato progettato il percorso di formazione ed a questi risultati ci ha condotti. E’ stato un lavoro di ricerca- azione che è partito da noi docenti, dalle nostre esperienze e dalle nostre scelte, ha toccato i saperi contenuti nei libri di testo ed è giunto alla condivisione di strumenti di osservazione mirati a cogliere e valorizzare le differenze nelle modalità di relazione che la specificità del “genere” comporta . Lo strumento del “racconto” è stato il filo conduttore dell’itinerario, la “formula” per entrare in relazione con gli altri e con se stessi, per conoscersi e ri-conoscersi. Per realizzare tanto abbiamo chiesto la collaborazione di esperte delle tematiche di “genere”: docenti, pedagogiste, psicologhe, filosofe, storiche, fisiche ci hanno fatto da guida nelle varie fasi del progetto, aiutandoci nelle ricerca e nella sperimentazione di modalità e strategie di didattica della differenza, da utilizzare in percorsi disciplinari attenti alla cura dell’identità di genere ed ai valori della diversità. Istituto Tecnico Attività Sociali “Luigi RUSSO” CALTANISSETTA Azione 7.1.b “L’‘io’ duale/identità e professionalità” Il progetto affronta il tema delle Pari Opportunità a partire dal riconoscimento di un’alterità originaria per attivare processi conoscitivi e comunicativi riferiti sia alla sfera della identità che a quella della professionalità. femminile nella fiaba, nel mito e nella scienza; presenza della donna nel Medioevo; disagio e agio del vivere; immaginario scientifico e immaginario letterario; condizione femminile in Sicilia; essere donna/uomo oggi; scrittura di esperienza; viaggio nella soggettività; dalla briciola al testo/dall’emozione alla sistematicità; narrazioni e saperi; sapere femminile come divenire/sapere maschile come assertività; strade percorse e non percorse; poetesse e artiste nel Rinascimento italiano; intellettuali e popolane che hanno partecipato al movimento dei Lumi e alla rivoluzione in Francia; studiose e mistiche nei conventi d’Europa; i diritti negati, un tempo, alle donne. Nella convinzione che la questione, in quanto fortemente formativa e orientativa, riguarda profondamente la scuola anche per la sua capacità d i p r o d u r r e va l o r e , t u t t i g l i approfondimenti teorici sono stati orientati a una pedagogia della valorizzazione delle differenze in generale e delle differenze di genere in particolare, ma anche alla consapevolezza femminile della propria identità e alla formazione dell’identità maschile. Parallelamente allo sviluppo del progetto si sono svolti seminari sul tema “Da cuori pensanti un pensiero del cuore: Simone Weil, Hannah Arendt, Edith Stein, Maria Zambrano”. Soffermarsi a riflettere su queste filosofe ha costituito un valore aggiunto - di sguardo, di consapevolezza, di intelligenza - nella comprensione della storia e dell’esistenza, per tutti, uomini e donne. L’atteggiamento più fecondo nel mettersi in relazione con loro è stato quello di raccoglierne l’eredità di coraggio e autonomia, forza e fedeltà a se stesse, la radicalità del pensiero, della loro esperienza e del loro tempo e percorrere nuove vie: quelle della nostra esperienza e del nostro tempo. Alla radice del progetto c’è l’impegno, anche istituzionale, affinché gli obbiettivi formativi, trasversali e specifici, si trasformino in azioni positive, in occasioni concrete perché la differenza di genere sia non segregazione o subalternità, ma ricchezza e valore. Le prime tre fasi del progetto ( Id e n t i t à d i g e n e r e e s c e l t a professionale, Identità di genere e saperi, Imparare ad orientare), introdotte da interventi e proposte/stimolo da parte di esperti, sono state approfondite e arricchite dai lavori dei/lle docenti, che hanno elaborato possibili percorsi didattici trasversali attenti al genere (quarta fase del progetto): maschile e 20 Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “L. Da Vinci” MILAZZO (ME) Azione 7.1 “Femminile/maschile”. La scuola e le identità di genere” Sin dal primo confronto con le tematiche di genere ed il loro possibile “recupero” e sviluppo a scuola attraverso la formazione delle/dei docenti, mi sono resa conto della complessità e dell’ardimento del progetto; calarlo nel contesto e realizzarlo, ha rappresentato una bella sfida. L’Istituto nel quale insegno da 17 anni, una delle scuole più popolose e “popolari” di Milazzo, prometteva di essere un buon campo di sperimentazione. C’erano da abbattere le resistenze psicologiche al tema, al raccontarsi, al costruire, attraverso il laboratorio, la sensazione prima, la consapevolezza via via, che il mondo delle donne è un sommerso intorno al quale “gira il mondo”, ma del quale si continuano strategicamente ad ignorare le modalità, il valore, il senso. L’impatto quindi non è stato dei più morbidi nella fase iniziale, quando ho temuto per qualche momento che il Corso potesse “saltare”: non eravamo in pochi, le colleghe e i colleghi, che nell’incontro promosso dal MIUR a Ragusa nel novembre del 2003, manifestavamo perplessità e preoccupazioni. Da quel vivo dibattito ho dedotto che sarebbe stato importante, come prima esperienza, lavorare intanto anche con poche/i e per poche/i, poiché bisogna dare tempo al tempo e consentire l’ingresso di temi così sconvolgenti nel gran mare della prassi scolastica quasi in sordina ma con entusiasta accettazione dei risultati, quali che siano. I fatti hanno premiato la nostra piccola équipe. Dalle scuole vicine, Liceo classico-scientifico di Milazzo, Istituto Industriale “E. Majorana”, Istituto professionale per l’Agricoltura, così come dalle fila del nostro Istituto, si sono avvicinati al Corso colleghi affettuosi e pazienti, che ci hanno “creduto sulla parola” e si sono affidati alle nostre mani. E’ stata una bellissima esperienza. Abbiamo costruito un percorso ricco di sfumature e di momenti importanti, durante il quale toccavamo con mano il cambiamento, a partire dai rapporti interpersonali. I risultati raggiunti sono stati a mio avviso straordinari: per la sensibilità e la maturità rivelata dai colleghi, la loro disponibilità ad aprirsi ed a mettersi in discussione nelle più varie modalità; per l’accresciuta consapevolezza, delle 12 insegnanti donne e del solo docente uomo che hanno portato a termine il percorso con noi, della necessità di un nuovo approccio educativo che valorizzi le differenze; per la convinta partecipazione in questo nuovo a.s. 2004/5 di 10 tra colleghe e colleghi del mio Istituto, al progetto POF :”Le Pari Opportunità a scuola: pedagogia e didattica della differenza di genere”. 21 Istituto Tecnico Commerciale “Nicola Stefanelli” Mondragone (CE) Azione 7.1.b “Orienta Docente” biamento “Orienta Docente” nasce dalla necessità di valorizzare e promuovere la cultura delle differenze e delle diversità di genere. Ha inteso avviare un percorso di orientamento personalizzato per i docenti, diretto alla creazione di una cultura "sensibile" alle differenze di genere attraverso l'offerta di occasioni di riflessione e di ricerca da socializzare ai/alle docenti, alle alunne e agli alunni dell'Istituto. Sotto l’albero di Natale il vecchio comandante scambia gli auguri e i doni con l’equipaggio, ricordando l’esperienza vissuta nel viaggio delle pari opportunità tra il 18/02/04 e 10/05/04...quanti ricordi e quante aspettative...saranno realizzate?.. si spera. 26 marzo Teoria; esame/conoscenze/competenze su: identità di genere 30 marzo Teoria; competenze/saperi/identità di genere e pari opportunità 2 aprile Azioni per il superamento della discriminazione di genere-sociogramma 6 aprile Relazione tra i saperi di genere e la disciplina insegnata 16 aprile Sintesi acquisizioni precedenti 20 aprile Orientamento formativo in subordine della differenza di genere 5 marzo Dibattito su documentazione visiva 23 aprile confronto della differenza di orientamento formativo in subordine alla disciplina e al genere sessuale 12 marzo Azioni per il superamentobrainstorming 30 aprile Progettazione operativa per discipline 19 marzo Azioni per il superamento delle discriminazioni-brainstorming 6 maggio Progettazione operativa per discipline 23 marzo Modalità personali per il cam- 10 maggio Conclusioni. 22 Istituto Tecnico Industriale «E. Righi» TARANTO Azione 7.2 “Formazione di una cooperativa di addette alle attività ricreative con competenze di primo soccorso” Taranto, capitale europea dell’acciaio degli anni ’60 -’70, ha dovuto ridimensionare la produzione, per ragioni di politica economica. Allo spegnimento di alcuni altiforni con innegabili benefici sull’ambiente si è associata una notevole disoccupazione. Lo studio di fattibilità sulle possibilità occupazionali nel territorio ha riscoperto nuove potenzialità nel campo agro-alimentare, turistico culturale, legato al museo Archeologico Nazionale fra i primi in Italia, e turistico alberghiero legato alla purezza delle acque e alla bellezza della costa. Queste nuove potenzialità hanno facilitato l’inserimento delle donne nelle attività produttive. In tale contesto è nata l’idea del progetto “Formazione di una cooperativa di addette alle attività ricreative con competenze di primo soccorso” che ha voluto legare alla tradizionale conoscenza professionale del settore turistico le potenzialità organizzative del computer e, cosa molto più importante dove vi sono gruppi in movimento, l’attenzione alla salute. Il progetto in sostanza si può sintetizzare così : costituzione di una cooperativa, uso consapevole del computer, primo soccorso. Il denominatore comune del percorso è stato valorizzare le competenze di ciascuna/o e di tutti attraverso il raggiungimento degli obiettivi fissati. Nello svolgimento delle attività si è notata una crescente partecipazione e collaborazione da parte delle alunne e degli alunni ed ognuno ha potuto dare e ricevere un contributo legato alle diverse esperienze e al modo di porsi nei confronti delle problematiche. Un progetto sulle pari opportunità è stato accolto con una certa curiosità dalle/dagli alunne/i che, però, affermavano, per la maggior parte, di percepire come problema la differenza di genere. Man mano che si andava avanti nelle attività, a partire dalla simulazione di cooperative fino ad arrivare al primo soccorso, passando attraverso la costruzione di un sito web, i/le partecipanti hanno potuto constatare come nell'ambito di una attività imprenditoriale, tutti possono cooperare senza discriminazioni di genere. Ad esempio, occuparsi dei più piccoli non è una prerogativa esclusivamente femminile; nel mettere in pratica le tecniche di primo soccorso non è necessaria la forza fisica che un uomo può possedere maggiormente rispetto ad una donna, ma è importante educare a un corretto ragionamento nelle situazioni di pericolo e acquisire i principi del "cosa fare subito", del "cosa non fare" e soprattutto del "come farlo". 23 Istituzione Educativa “P. Colletta” Liceo Classico - Liceo Classico Europeo AVELLINO Azione 7.2 “Comunicazione femmine plurale” Il progetto ha consentito ad un gruppo di giovani studentesse e studenti del nostro Liceo di scoprire il valore della differenza di genere e di “darle voce”, dopo aver studiato nuovi linguaggi e alcuni meccanismi della comunicazione, in EOS, pubblicazione ormai “storica “ dell’Istituto e in un video che raccoglie le interviste ad alcune donne. La prima fase del progetto, curata dall’insegnante ormai da dodici anni referente del giornale d’istituto e da un giornalista che ha dato il prezioso contributo della sua professionalità, ha visto un iniziale approfondimento teorico delle due tematiche attraverso lezioni frontali, incontri con esperti/e di pari opportunità e giornalisti del quotidiano Il Mattino, della RAI di Napoli (dove gli alunni/e hanno partecipato alla manifestazione RicordeRai ) e di televisioni nazionali. Con questi esperti le alunne e gli alunni hanno interagito mostrando, attraverso domande ed interventi critici, particolare interesse e curiosità per quegli aspetti del mondo della comunicazione ormai parte della loro cultura, del loro vivere quotidiano. La seconda fase, incentrata su una dimensione laboratoriale, ha avuto come protagonisti principali le ragazze ed i ragazzi che hanno individuato una serie di tematiche legate al tema delle differenze di genere, da sviluppare in diversi contesti spazio-temporali e da approfondire anche nelle ore dell’insegnamento curricolare. Durante questa fase le alunne e gli alunni sono apparsi particolarmente vivaci e motivati, soprattutto perché è stata ampiamente valorizzata quella dimensione progettuale che consentisse di sviluppare con consapevolezza un percorso orientato alla realizzazione di un prodotto. L’interesse si è poi indirizzato sul territorio per individuare ed analizzare, mediante la tecnica dell’intervista, storie ”al femminile” che apparissero particolarmente interessanti in una provincia con poche risorse dove, a livello lavorativo e/o culturale, la condizione della donna appare ancora difficile e dove più significative risultano essere quelle esperienze di donne che sono in qualche modo emblematiche nella loro volontà di sottrarsi a condizionamenti, stereotipi, ostacoli di vario genere. Da questa ricerca è nato un video con quattro interviste interamente realizzate dagli alunni nelle diverse fasi - dall’ allestimento di un piccolo set alla registrazione, dal montaggio delle immagini e della musica alla titolazione, alla trasmissione del filmato stesso attraverso quattro reti televisive locali e regionali - che ha mostrato, attraverso le testimonianze di un’onorevole, attualmente presidente della Provincia, un’imprenditrice, una volontaria della Mensa dei poveri, una scrittrice, quanto vario e ricco, anche se forse non sempre visibile, può risultare l’universo femminile. I risultati di tutto il lavoro svolto sono stati poi trasferiti, grazie anche al prezioso supporto dell’assistente tecnico, sul numero finale di EOS, il giornale scolastico. Gli articoli sulla esperienza delle interviste, quelli sulla rappresentazione allestita dai ragazzi e dalle ragazze dopo una moderna rilettura della figura di Medea, da Euripide a Christa Wolf, le pagine dedicate ai 50 anni della televisione, con approfondimenti sulla nascita di nuovi stereotipi femminili, hanno offerto una materia ampia e variegata su cui riflettere per conoscere - ed eventualmente modificare - modelli sociali e culturali del territorio di riferimento, per considerare il valore della differenza e valutarla, sempre e comunque, non un ostacolo ma, piuttosto, una risorsa. 24 Liceo Classico Statale “G. Garibaldi” PALERMO Azione 7.2 “Percorsi museali al femminile”: Espressione di una possibile rielaborazione di professionalità ed armonia” Il progetto, pensato per formare figure femminili in grado di promuovere la tutela e la valorizzazione dei beni scientifici, ha attivato un confronto di punti di vista tra femmine e maschi al fine di modificare i condizionamenti di genere e la marginalizzazione della presenza femminile in ambito scientifico e tecnologico. Il progetto, inserito nel POF come didattica afferente al Museo Scientifico del Liceo Garibaldi, è stato strutturato in attività laboratoriali a cui hanno partecipato 17, tra alunne ed alunni, delle ultime due classi del liceo. Realizzato nei laboratori del liceo, è stato sviluppato su sette moduli: Contratto formativo, Laboratorio di Orientamento di genere, di Informatica, di Fisica, di Schedatura, di Percorsi Museali, di Seminari di storia delle Scienze, Simulazione di fruizione del Museo Scientifico del Liceo. le/gli alunne/i producendo pagine Web che, illustrate con grande entusiasmo ed interesse, danno risalto al lavoro delle donne che ha contribuito a cambiare il mondo. L'esperienza ha dato la possibilità di sperimentare processi orientativi che permettano alle donne di affrontare positivamente i temi propri delle discipline tecnicoscientifiche, poiché è possibile "conservare e valorizzare solo ciò che si conosce”, professionalizzando le risorse e combattendo le forme di discriminazione indirette rispetto ad un'attività "storicamente" maschile. Compito delle/gli alunni è stato quello di ripercorrere il metodo per la formulazione delle schede, per descrivere e catalogare ogni singolo strumento. Armate/i di spirito di osservazione, curiosità e con l’aiuto di un vecchio registro di inventario degli anni ’20, hanno acquisito la competenza relativa alla formulazione di schede di catalogazione di strumentazione scientifica antica e alla promozione della fruizione museale, sviluppando il senso di appartenenza, l’identità storico-sociale e geografica, oltre che personale. La simulazione della fruizione museale, durante la presentazione al pubblico di alcuni strumenti tra quelli antichi del liceo, ha evidenziato la sensibilità femminile nella lettura e nella presentazione del lavoro fatto: percorsi museali, descrizione e dimostrazione d'uso degli strumenti, corredata da notizie storiche relative alle numerose figure femminili della storia delle scienze, note e non, che hanno segnato il cammino delle scienze. Ad esse si sono appassionate/i Attraverso questa esperienza alunne e alunni sono diventate/i, strumento dopo strumento, partecipi e soprattutto artefici della storia: quella del Museo Scientifico del Liceo Classico Statale “G.Garibaldi” di Palermo. 25 Centro Territoriale Permanente Eda Distretto 10 SMS “Quasimodo-Melo da Bari” BARI Azione 7.1b “Leggere la differenza di genere” E’ raro, nella propria vita lavorativa, tanto più se si è uomini, imbattersi in momenti di aperto confronto e di riflessione profonda, fatta a più voci insieme a colleghi e colleghe, sulle caratteristiche individuali che ciascuno porta nella propria attività e, quindi, sui propri percorsi professionali. Anche nei ruoli che richiedono una continua revisione dei paradigmi con cui si opera, come può essere la funzione docente, si tende a restare legati a stili e codici comunicativi, ad approcci metodologici e a schemi mentali che restano sostanzialmente statici, poiché, quand’anche vengano sottoposti a critica e revisione, queste difficilmente arrivano a coinvolgere gli aspetti più nascosti del nostro sé professionale. Si può dire che la prima grande opportunità, offerta a chi, come me, ha partecipato al corso di formazione docenti “Leggere la differenza di genere”, sia stata proprio quella di ripercorrere e analizzare le modalità con cui si interpreta il proprio ruolo lavorativo, mettendolo in relazione al tracciato di vita con cui ci si è formati in quanto uomini e in quanto donne. Attraverso il ricorso al metodo autobiografico, colleghi e colleghe di età e di ambiti professionali e disciplinari diversi, hanno messo a confronto le loro storie scolastiche personali, come alunni/e e come insegnanti, ma anche le tappe significative attraverso cui hanno costruito le proprie identità di genere. Questo ci racconta il diario di bordo del corso, in cui ciascuno/a, di volta in volta, ha ricostruito la memoria collettiva degli incontri.“E’ stato un ritornare bambine, sorelle, figlie, ma anche madri e mogli come lo siamo ora” dice Miriam, una collega che lavora come me in Educazione degli Adulti, e continua “nel giro della memoria, il racconto di sé è divenuto motivo per ricercare sempre di più la mia identità di genere, le tappe che l’ hanno connotata e i percorsi che l’ hanno portata a maturazione. Mi sono rivista adolescente e 26 ho ricordato tutte quelle persone professori, educatori, amici e conoscenti-, che hanno contribuito a farmi evolvere come persona e come donna”. E il diario stesso è diventato memoria collettiva del gruppo fatto, inizialmente, di persone che da anni si incrociano nei corridoi, che si vedono senza guardarsi, ma che solo grazie al racconto delle proprie storie, a volte dolorose, sono arrivate alla “presa di coscienza di quanto sia facile cadere nella trappola del giudicare senza conoscere, del con-vivere senza condividere”, come ha affermato Franca, una collega alle soglie del pensionamento. E attraverso le storie individuali sono emerse tutte le polarità del maschile e del femminile - espansività e sintesi, emotività e razionalità, circolarità e linearità, analogico e digitale – che non restano solo stili cognitivi e schemi mentali, ma si incarnano nei corpi delle persone. Così, il ricorso alla videocamera che riprendeva per intero gli incontri, ha dato modo di analizzare quanto e come, attraverso il non detto della gestualità corporea, trasmettiamo silenziosamente messaggi analogici ai nostri alunni/e attinenti la dimensione identitaria e di genere. L’istanza del corporeo è stata forse la scoperta più dura da accettare: sul nostro essere al “femminile” o al “maschile”, possiamo mediare, modulare o mentire con il pensiero e con il linguaggio ma non con il corpo. E’ stato sorprendente scoprire che i colleghi e le colleghe che tendevano a creare setting didattici o si connotavano con stili cognitivi e relazionali al “maschile”, riportavano durante i role-play psicocorporei questo stesso profilo nella postura, nell’uso dello sguardo, nel modo di gestire. Il corpo è il luogo in cui si conservano ferite di antichi conflitti nella costruzione della propria identità e, quindi, diventa terreno privilegiato per osser- vare nel rapporto educativo l’avanzare del processo identitario. Il linguaggio, invece, è il terreno degli infingimenti e del mascheramento, luogo di occultamento delle differenze e di produzione di omologazione e neutralità. Pertanto è al suo interno che i docenti, attraverso le sollecitazioni dei testi di Luce Irigaray, Luisa Muraro e del Circolo di Diotima, hanno cercato di individuare i meccanismi di produzione di racconti disciplinari ideologici e hanno indagato le possibilità di costruzione di contenuti e saperi sessuati, attenti alla differenza di genere. La stessa potenza linguistica, messa al servizio dell’occultamento, per esempio attraverso le regole grammaticali, può essere diversamente utilizzata, sfruttando la capacità evocativa e immaginifica del lessico. L’uso del linguaggio, gli elementi non verbali della comunicazione, la dimensione gruppale la gestione del conflitto, la polarità negli stili cognitivi sono stati individuati, attraverso una metacognizione sul percorso svolto, come i punti di vista su cui esercitare l’osservazione dei/delle docenti, nell’intento di verificare quanto in situazione le differenze di genere si manifestano e come l’intervento educativo può valorizzarle, modularle anziché farle configgere. Questo complesso itinerario di ripensamento, di interrogazione, di rimessa in discussione di sé, è approdato alla costruzione di un nuovo sguardo, resosi consapevole che, con le parole di Angela, “l’uomo, la donna sono progetti in divenire, in costante mutamento e l’identità di ciascuno, altro non è che il risultato della poliedricità connaturata all’essenza individuale, della ricchezza ed unicità della soggettività di ognuno”. 27 Centro Territoriale Permanente – S.M.S. “COCCHIARA” PALERMO Azione 7.1b “La formazione delle/dei docenti: pari opportunità” Ci sono esperienze professionali che restano nella memoria come più significative di altre. Così è stato per il Corso “La formazione delle/dei docenti: pari opportunità”. Basti pensare al fatto che quando noi partecipanti, anche casualmente, ci incontriamo ci salutiamo con gioia e simpatia, come persone, non più anonime, che hanno vissuto insieme qualcosa di bello. Certo, eravamo già sensibili alle tematiche di genere, ma eravamo incuriosite (vista la partecipazione di un solo corsista utilizzeremo il genere femminile) dagli apporti o comunque dalle stimolazioni nuove che la partecipazione al corso, forse, avrebbe potuto darci. Operiamo in un ambiente dove emergono situazioni di disagio causate da bisogni - di tutti i tipi - mai soddisfatti, che non possono non coinvolgerci come esseri umani e come persone di cultura. La possibilità di essere aiutate a promuovere lo sviluppo dei/delle nostri/e alunni/e valorizzando la differenza tra i sessi, ci intrigava, anche se, prima di dare la nostra adesione, ancora continuavamo a chiederci: “ Sarà interessante? Ci tornerà utile nella nostra attività educativa? Ci farà solo stancare, impegnandoci ancora alcune ore della nostra giornata, già abbastanza piena?”. 28 Non ci siamo pentite di avere detto di si! Già dal primo incontro ci è apparso chiaro che il nostro bisogno era quello di educare i nostri alunni e le nostre alunne a conoscersi e a sapersi valorizzare, non potevamo non partire da noi, abituandoci a parlare delle nostre “cose” a noi stesse e agli altri/e. Sistemate in modo circolare e senza reticenze, abbiamo iniziato parlando delle nostre scelte lavorative: “quali persone o cose le avevano stimolate o condizionate?” I nostri dialoghi, sempre volti a cogliere il nocciolo dei problemi, assumevano spesso un tono scherzoso, grazie alla verve di alcune che sapevano raccontare con brio e intelligente ironia. Eravamo, inoltre, incoraggiate nella nostra apertura e nell’essere noi stesse dalla simpatia dimostrataci dalla conduttrice dei nostri primi incontri, una psicologa, che si diceva contenta di lavorare con un gruppo come il proposto il genogramma in classe. Il modo in cui hanno caratterizzato i familiari ci ha fatto comprendere meglio il loro vissuto e ci ha rese più attente nel ricercare strategie educative adeguate. nostro, così variegato nelle personalità e nelle esperienze di vita. Intanto, gli incontri con la sociologa aprivano un altro varco alle nostre riflessioni: cos’è cambiato per la donna, dall’origine del Femminismo ad oggi? Non molto, si è pensato! E questo sia relativamente al mondo sociale e politico, sia nel microcosmo della famiglia dove ruoli, competenze e compiti appaiono fin troppo circoscritti e cementati da una lunga abitudine. Dopo questi incontri siamo passate alla fase successiva di elaborazione di percorsi formativi orientati alle pari opportunità di genere. Ci siamo prima confrontate sui progetti realizzati nelle nostre scuole poi ci siamo esercitate nel costruire unità didattiche attente al genere femminile e al maschile. Abbiamo pensato a fiabe, racconti, film che potessero far risalire alle appartenenze di genere e guidare i ragazzi e le ragazze a riflettere sul loro vissuto. Abbiamo pensato a personaggi storici femminili da far conoscere e ad artiste il cui linguaggio espressivo potesse essere confrontato con quello di contemporanei di sesso maschile. Queste considerazioni riattizzavano in noi il desiderio che le cose cambiassero e la volontà di educare i ragazzi e le ragazze al cambiamento. Ci sono stati proposti, quindi, strumenti di osservazione e tecniche per individuare dinamiche di comportamenti di genere all’interno della famiglia. Si trattava di giochi di ruolo, di simulazioni, psicodrammi… Ma l’attività che maggiormente ha coinvolto è stata il “genogramma”, sorta di albero genealogico della famiglia. Le prime ad impegnarci in questo gioco siamo state noi docenti, invitate ad indicare con colori diversi l’intensità di rapporto che ci lega a certi, e non altri, nostri parenti. E’ stato un modo di guardare a persone e cose, tra le più importanti della nostra vita, per cogliere elementi fondanti, connessioni, cause, conseguenze che, anche nel confronto con i racconti delle colleghe, ci chiarivano a noi stesse e ci davano spiegazioni su quello che siamo diventate. L’entusiasmo con cui ci siamo dedicate a questa attività l’abbiamo riscontrato pure nei nostri alunni e nelle nostre alunne, quando abbiamo Sono stati i primi tentativi, specie per molte di noi che non avevano mai seguito un corso di pari opportunità di genere, ma è stato bello provarci. 29 Centro territoriale Permanente – S.M.S. “I. Florio” PALERMO Azione 7.3 “Figlia sarai donna” - “Parlare al femminile” La S.M.S. “ Florio” di Palermo ha proposto e sviluppato progetti riguardanti la misura 7 promuovendo una rete comprensiva di molte Istituzioni scolastiche del territorio e di altre Istituzioni di servizio. Interessanti per gli esiti raggiunti sono stati: il progetto “Figlia sarai donna”, attuato dalla S.M.S. “B. Siciliano” di Capaci, comune limitrofo alla città con caratteristiche etico/sociali contraddittorie, e il progetto“ Parlare al femminile” attuato dall’ I.C. “Basile”, situato in un quartiere periferico e deprivato della città. I progetti hanno colto istanze e bisogni delle donne del territorio, offrendo opportunità di apprendimento e di conoscenza della società nella quale vivono e che comprendevano con difficoltà e hanno anche aperto alla prospettiva di potersi inserire nel mondo del lavoro dal quale si erano sentite “naturalmente” escluse. Aspetti comuni ai due corsi sono stati i laboratori, animati da esperti e tutor e relativi a: ·Conoscenza e ri/conoscenza dei linguaggi creativi attraverso varie forme (teatro, danza, pittura…); ·Conoscenza e uso delle nuove tecnologie; ·Riscoperta della propria individualità come portatrice inconsapevole di cultura; Il progetto “Figlia sarai donna” ha attuato anche un modulo di 20 ore dedicato al diritto di famiglia e all’analisi della L. R. n.32/00 sull’imprenditoria femminile. I laboratori di informatica, subito accettati, hanno fatto si che le partecipanti si sentissero alla “pari” e pronte ad eventuali collaborazioni con i propri mariti/ compagni/figli L’ e l e m e n t o p i ù r i l e va n t e e significativo che va al di là del risultato, tra l’altro molto positivo sia per le competenze acquisite che per la crescita culturale, è stata la presenza assidua delle donne che con impegno hanno superato difficoltà familiari di tipo organizzativo per fare qualcosa che hanno ritenuto e dichiarato importante per sé e per i figli. L’interesse e l’efficacia dei laboratori sono stati tali che tutte, alla fine dei due percorsi, hanno manifestato disappunto per la loro conclusione auspicando una nuova opportunità che consentisse di proseguire quel cammino di autonomia e di autostima che le aveva entusiasmate. 30 Istituto Superiore “G. F. Gemelli Careri” TAURIANOVA (RC) Azione 7.2 “Dalla business idea al mercato” Il progetto ha coinvolto gli alunni delle classi IV, di cui il 90% donne. La necessità di creare figure professionali con competenze mirate allo sviluppo dell’economia, migliorando l’atteggiamento individuale principalmente da parte delle donne nei confronti dell’imprenditorialità, è stato il punto di forza del progetto. Impresa attraverso la nomina dei Direttori di Funzione, hanno redatto il Business Plan, realizzato una ricerca di mercato ed infine hanno realizzato un proprio prodotto. Si è cercato di riprodurre fedelmente le funzioni di un’impresa reale in tutti i suoi aspetti. Sperimentando le più svariate tecniche (come quella del L a d i ffu s i o n e d e l l a cultura d’impresa, ha portato alla conoscenza del territorio provinciale e locale sotto il profilo socio - economico; ha cercato di orientare studenti e studentesse nelle scelte occupazionali future. L’attività di formazione ha seguito un percorso strutturato in moduli, favorendo il confronto tra i/le partecipanti, alternando momenti teorici ed esperenziali. Con la lezione frontale sono state affrontate le tematiche sui finanziamenti regionali, nazionali e comunitari, sulla normativa ISO 9000 e il sistema di qualità, sulla (legge 626) sicurezza nei luoghi di lavoro. Attraverso esercitazioni pratiche ed all’insegna del learning by doing, gli studenti e le studentesse, mettendo a frutto la capacità di lavorare in gruppo per obiettivi comuni e condivisi, hanno simulato la costituzione di un’Impresa, redatto l’Atto Costitutivo e lo Statuto, dato una struttura organizzativa alla loro Brainstorming), gli studenti e le studentesse hanno lavorato per individuare e concretizzare la propria idea imprenditoriale, valorizzando la creatività individuale e di gruppo. Interessanti sono stati i momenti decisionali, in quanto hanno avuto l’opportunità di mettere alla prova se stessi e acquisire nuovi elementi di professionalità specifica in termini di conoscenza e abilità. Il coinvolgimento di alunne e alunni è notevolmente cresciuto quando hanno avuto la possibilità di applicare all’attività lavorativa le nozioni teoriche studiate nelle varie discipline. 31 Liceo Scientifico di San Giorgio a Cremano (NA) Azione 7.3 “ Donna: progetto futuro” Al termine della scorsa annualità, nel mese di maggio 2004, il del sindaco di san Giorgio e l'Assessora alle Pari Opportunità, che ha caldeggiato il patrocinio del Comune per la nostra iniziativa, hanno consegnato gli attestati di partecipazione alle donne che hanno partecipato al per- corso formativo "Donna, progetto futuro". L'appuntamento per docenti e tutor era nell'Aula Consiliare. Il giorno prima tutte dal parrucchiere e la mattina del giorno fatidico tutte ad approntare il vestito delle occasioni. Ci siamo ritrovate in quel caldo pomeriggio un po' emozionate e, a dir la verità, anche commosse. Era 32 stata una prima esperienza per tutte: le corsiste perché erano state coinvolte per la prima volta in un'iniziativa rivolta solo a loro per rispondere ad un'esigenza profonda di autonomia lavorativa e di realizzazione umana; la sottoscritta, docente con funzione di tutor, perchè aveva portato brillantemente in porto, con lusinghieri riscontri sul territorio, un progetto diverso dai soliti, con una platea decisamente particolare, oppressa da doveri e incombenze familiari, eppure desiderosa di a p p r e n d e r e . Ore 15: il Sindaco pronuncia un discorso di congratulazioni e apprezzamento e consegna singolarmente gli attestati con il suo solito garbo, l'Assessora ricorda quanto sia importante l'imprenditoria femminile e come il mondo del lavoro, anche a San Giorgio, abbia bisogno dell’iniziativa delle donne. Foto di gruppo (complice un marito fotografo). E ora? Affrontiamo la seconda annualità del percorso, dal titolo “Donna, non solo vestale”, per imparare come si costituisce un’impresa. Liceo scientifico “Federico Quercia” Marcianise (CE) Azione 7.2 “IMPRESA MULTIMEDIALE PER IL TURISMO” Il Progetto si inserisce nell’ambito delle tematiche di genere, con l’intento di creare negli/lle studenti/esse una mentalità imprenditoriale nuova, che offra opportunità di lavoro modulare, flessibile, sia nel tempo che nello spazio, da svolgere in collaborazione con altri operatori, anche lontani per mezzo della rete multimediale. Questo tipo di scelta lavorativa dovrebbe offrire pari dignità a chi, uomo o donna, voglia dedicare il resto del suo tempo ad altri compiti, quali, per esempio la cura della famiglia. Il progetto si è articolato in tre fasi: la prima dedicata alla storia dell’emancipazione femminile; la seconda all’acquisizione di semplici nozioni su che cosa è e come si forma una piccola società; l’ultima alla preparazione di una gita scolastica con la guida, un quaderno attivo per gli studenti. In questa fase, le alunne, hanno fatto ricerche sui libri e su Internet, ma soprattutto hanno fatto proprie le notizie acquisite, le hanno verificate sul posto e ciascuna di loro, inserita a piccoli gruppi, ha prodotto materiale in parte utilizzato per la realizzazione della guida del parco “Vergilianum” di Napoli, meta prescelta per la gita. 33 34 NOTE 35 NOTE 36 Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Dipartimento per l'Istruzione Direzione Generale per gli Affari Internazionali dell'istruzione Scolastica Ufficio V Unione Europea Fondo Sociale Europeo Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2000-2006