Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Dipartimento per l'Istruzione
Direzione Generale per gli Affari Internazionali
dell'istruzione Scolastica
Ufficio V
Unione Europea
Fondo Sociale Europeo
Fondo Europeo di Sviluppo Regionale
2000-2006
Programmazione 2000-2006
Obiettivo 1 (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia)
1999 IT 05 1 PO 013
Presentazione
competenze tecnico-scientifiche e
dipromozione dell’imprenditorialità
nelle scuole secondarie superiori;
l’azione 7.3 propone iniziative di
orientamento e di rimotivazione
allo studio per favorire l’inserimento
o il reinserimento delle donne
adulte nel mercato del lavoro.
Q
uesto lavoro offre alcune
esperienze sulle tematiche di
genere realizzate dalle scuole del
Mezzogiorno del nostro Paese
destinatarie degli interventi previsti
nel Programma operativo “La scuola
per lo sviluppo”.
Le esperienze realizzate finora
all’interno delle tre azioni sono state
circa 2000 e quindi quelle qui
presentate rappresentano solo degli
esempi di una progettazione che
sta impegnando le scuole a
confrontarsi con le pari opportunità
e la differenza di genere.
Si tratta, in particolare, di brevi
racconti o di sintetiche descrizioni
delle attività svolte da studentesse
e studenti, da insegnanti e da
donne adulte che, nell’anno
scolastico 2003/04, sono state/i
coinvolte/i in percorsi di formazione
progettati all’interno delle tre azioni
– 7.1, 7.2 e 7.3 - previste dalla
Misura 7 del Programma.
Il filo conduttore e il significato
più profondo di ciascuna esperienza
sono nella riflessione introduttiva
di Barbara Mapelli.
L’azione 7.1 è destinata alla
formazione in servizio delle/i
docenti sulle problematiche delle
pari opportunità di genere; l’azione
7.2 prevede iniziative di sostegno
all’orientamento e allo sviluppo di
3
Credo che l’incontro con le culture di genere abbia sempre rappresentato per chi opera e vive
nella scuola un’occasione utile –
e necessaria – per ripensarsi
come persona, per ritrovare e
ripercorrere il significato e gli
obiettivi principali del proprio
essere, docente, studentessa,
studente, nei luoghi dell’educazione.
profondissime nelle storie diverse
dell’uno e l’altro genere, diviene
allora innanzitutto ricercatore o
ricercatrice su di sé, rispetto al
cambiamento che trova dentro
e fuori la scuola, che muta i sessi
e le generazioni. Un cambiamento cui non basta adeguarsi, ma
rispetto al quale occorre assumere consapevolezza su quanto
possa mutare anche chi è adulto
e adulta, perché è questa consapevolezza che avvia alla comprensione dei ‘nuovi’ e delle ‘nuove’ al mondo, con le proposte e
i bisogni che le loro vite chiedono
(anche se spesso non sanno ancora formulare la domanda) ma
possono anche offrire. E questa
stessa consapevolezza avvia, può
avviare, a una revisione critica
dei saperi, che divengono ‘vitali’
e quindi momento possibile, reale
di scambio, solo nel momento in
cui trovano luogo e senso nelle
vite ed esperienze delle persone.
La prospettiva che queste culture propongono è innanzitutto,
quindi, centrata sul sé di ciascuno
e ciascuna, che si riconosce e si
interroga donna o uomo, adulta
o adulto, giovane in crescita, nel
proprio essere ed essere in relazione, in quella relazione così
particolare e delicata che è la
relazione pedagogica, tra persone differenti per generi e generazioni. Ma anche nella relazione
coi saperi e la conoscenza, che
diviene per ciascuno e ciascuna
un rapporto particolare, un’esperienza individuale, se pure all’interno di un progetto condiviso,
di ciò che dovrebbe formare le
competenze alla crescita.
Chi insegna e apprende a riconoscersi come soggetto sessuato,
portatore e portatrice anche nell’esperienza educativa della propria storia come donna o uomo,
storia individuale, irriducibile a
ogni altra, ma che affonda radici
Vivere dunque una relazione
pedagogica sessuata, con la con-
4
sapevolezza che offrono le narrazioni collettive e individuali di
genere, le storie delle generazioni, e di ciascuno e ciascuna, può
insegnare ad adulte e adulti, ai
e alle giovani, che l’essere donne
e uomini non è solo un destino,
ma una vocazione e un desiderio,
che diviene e sviluppa realtà per
tutta la vita. Ma solo se si apprende che il proprio essere e
appartenere a un genere è
senz’altro un fatto individuale,
che si realizza però e si colloca
nel mondo e in una realtà più
grande, in cui i cambiamenti di
ciascuna e ciascuno sono in relazione di continuo scambio con il
mutare collettivo di culture e ruoli
dei due sessi. Occorre comprendere questi mutamenti per sapervi collocare il proprio progetto di
sé, il proprio divenire donna o
uomo, ma non solo, per sentirsi
anche capaci di trasformazione,
soggetti attivi che sanno influire
sul progetto di mondo. Attraverso
quello che un’educazione di genere soprattutto ha insegnato e
può continuare a insegnare, nell’apprendere condiviso tra docenti
e discenti, donne e uomini differenti anche perché di diverse
generazioni: che tutto ciò che si
pensa e dice, pur nel rigore della
ricerca che riconduce ogni parola
e ogni scelta alla responsabilità
del soggetto, al suo vissuto, alla
sua storia, è una delle possibili
interpretazioni della realtà e del
sapere, che può, deve imparare
a convivere con altre. Una concezione delle diversità – che dal
genere si allarga ad altre differenze – che declina nell’unico
modo possibile nel contemporaneo la sostanza dell’uguaglianza
e insegna non solo che si può
essere differenti e uguali, ma che
le differenze rappresentano più
ricche risorse per ciascuno, per
tutti e per tutte per divenire sè
stessi e segnano di significato i
percorsi della crescita e i percorsi
dentro i saperi.
Purchè l’interrogarsi su di sé,
come donna e uomo nel divenire
di consapevolezza interiore, di
cura dell’intimità e al tempo stesso di cura delle relazioni nel loro
mutare continuo, che finalmente
la cultura di genere ha reso visibili e materia di discorso, non si
trasformi mai in pretesa di un
possesso definitivo e immutabile,
ma resti come ricerca, perennemente inconclusa, come vocazione e apertura al cambiamento,
che le storie collettive e individuali dei due generi e delle generazioni, che si avvicendano nel
luogo dell’educare, se si sceglie
di renderle centrali all’incontro
educativo, possono insegnare.
Barbara Mapelli
5
Istituto Comprensivo
CASTELLANA SICULA (PA)
Azione 7.1b
Educazione allo sviluppo sostenibile attraverso l’identità di genere e l’identità professionale”
Il progetto ha avuto l’obiettivo di
diffondere la cultura della parità di
genere nel mondo della scuola nella
consapevolezza che una maggiore
sensibilità al genere influisca sia sulle
pratiche didattiche sia sull’approccio
degli/delle studenti/esse alle discipline
di studio, alle relazioni in classe, al
rapporto con i/le docenti.
L’articolazione delle proposte e
l’andamento didattico del percorso si
sono attuati secondo criteri di flessibilità
e interdisciplinarità, ma soprattutto con
la valorizzazione di esperienze
soggettive. Alla fine di ciascun modulo
è stato svolto un lavoro di
approfondimento e di riflessione sulle
proprie esperienze personali e sulle
realtà territoriali. Infatti ci si è trovati
concordi , fin dall’inizio, che il corso
rappresentasse non tanto un’opportunità
per acquisire conoscenze e competenze,
quanto un’opportunità per riflettere sul
sé, sul proprio vissuto personale e
professionale. Pertanto la ricaduta è
stata soprattutto a livello personale e
quindi professionale, nel modo di stabilire
le relazioni educative e gli approcci ai
saperi in un’ottica nuova, quella appunto
“di genere”.
Il gruppo delle docenti a cui è stato
rivolto il percorso di formazione era
costituito da 15 insegnanti provenienti
da diversi ordini di scuola della provincia
di Palermo (dalla scuola dell’infanzia
alla scuola secondaria di II grado).
Il progetto è stato organizzato in 3
moduli. Nel primo si è parlato delle
differenze di genere per le pari
opportunità delle donne e del lavoro
attraverso la lettura e la riflessione sulla
normativa, su specifiche statistiche
ISTAT, su articoli giornalistici. Nel
secondo è stato affrontato il tema della
condizione della donna nel mondo, con
particolare attenzione al lavoro di cura,
al ruolo delle donne e degli uomini nella
nostra società e nei paesi in via di
sviluppo. Il terzo modulo è stato dedicato
alla didattica di genere, con riferimento
alle diverse aree disciplinari, e si è
snodato attraverso l’utilizzo di una
metodologia attiva (ascolto attivo,
simulazioni, giochi di ruolo, lavori di
gruppo, circle time) e la riflessione sui
va r i m a t e r i a l i a d i s p o s i z i o n e .
Durante la terza fase si sono svolte
circa due settimane di sperimentazione
in classe dei percorsi didattici messi a
punto durante i laboratori. Le docenti
coinvolte nella sperimentazione hanno
6
anche se alcune delle insegnanti coinvolte hanno lamentato la difficoltà di
dover realizzare prodotti “accattivanti”
in tempi stretti.
concentrato la loro attenzione didattica
in modo sia trasversale che verticale,
sull’identità di genere, sull’analisi della
condizione della donna nel mondo e
sui ruoli e sugli stereotipi di genere,
elaborando tale tematica in modo coerente con le finalità della scuola di
appartenenza e con un’attenzione particolare all’età dei/delle discenti.
Dall’analisi dei lavori realizzati durante
la sperimentazione e dai dati rilevabili
dalla lettura dei questionari è emerso
che anche la ricaduta didattica sugli/sulle alunni/e
è stata positiva.
Infatti, essendo
i soggetti coinvolti
appartenenti ad
una fascia di età
che va dai 3 ai 18
anni, sono state
adoperate diverse
metodologie ma
comune a tutte è
stata la componente ludica attraverso la quale si è snodato il processo di riflessione sul sé, sull’identità
di genere e sulla diversità sessuale,
intesa come ricchezza per i singoli e
per la collettività.
Tuttavia l’atteggiamento un
po’ “disinvolto”
dei/delle ragazzi/e nei confronti
delle tematiche
trattate mostra
come tra le giovani generazioni
l’assimilazione di tali contenuti richieda
un processo più lungo.
Per questo ci si è proposti, per il
successivo anno scolastico, di strutturare nuovi percorsi educativi su queste
tematiche di genere da inserire nel
POF e quindi nelle programmazioni
curriculari, partendo dalle esperienze
maturate e dalle competenze acquisite
nel corso di formazione.
Il lavoro svolto ha avuto un positivo
riscontro: le docenti e le classi coinvolte
si sono mostrate interessate e sensibili
alle tematiche trattate ed alle iniziative
proposte, in quanto queste hanno
contribuito a dare una chiave di lettura
diversa dei rapporti uomo-donna non
condizionata dai mass-media o da
vecchi retaggi storico- culturali.
Durante le attività, all’interno del
gruppo si è stabilita una forte “empatia”
e si è creato un clima di effettiva collaborazione come risulta dai prodotti
realizzati e dalle schede di valutazione
compilate al termine dell’esperienza
7
Istituto Comprensivo “S.Quasimodo”
Centro Territoriale Permanente per l’Educazione degli Adulti
AGRIGENTO
Azione 7.3
“Informatica e Catalogazione Beni Culturali: Competenze di base”
corso ha dimostrato ai figli, ai mariti,
a loro stesse, ai loro genitori sfiduciati
e scettici - “u nni vulisti tannu e nni
vo ora ?” (non hai voluto formarti
prima e lo vuoi fare ora?) - che non
è mai troppo tardi per stare al passo
con gli strumenti e le tecniche che
sembrano mostri a chi non li sa utilizzare.
La conclusione del corso è stata salutata con dispiacere dalla maggior
parte delle donne che avevano iniziato
a frequentare con titubanza pensando di non avere le capacità e, soprattutto, la “testa” di sentire parlare
di arte e, ancor di più, attraverso
l’uso del computer. Eppure il bisogno
di questa attività era stato espresso
da loro stesse, che si sentono tanto
isolate e poco considerate dalle
Istituzioni.
Le donne hanno fatto proprie le sollecitazioni culturali offerte dai docenti
e sono riuscite, con il computer, a
catalogare i beni architettonici presenti nel territorio evidenziando, in
sintesi, le caratteristiche architettoniche e culturali dei vari monumenti.
In questa piccola borgata, che dista
sedici chilometri dalla città, non
c’è alcuna possibilità di ritrovo che
non sia la chiesetta locale, oltre le
manifestazioni che organizza questo
Istituto.
E’ stata una
“boccata d’aria” che
ha rimesso molte in
discussione dando
loro maggiore
consapevolezza ed
una “rispolverata” o
addirittura una
nuova capacità di
comunicare e relazionare “ di altre
cose “ con il mondo
esterno e quindi,
domani, con il
mondo del lavoro.
L’assidua e massiccia frequenza al
8
Istituto Professionale per i Servizi Commerciali Turistici
Alberghieri e della Ristorazione "ANTONELLO"
MESSINA
Azione 7.1
“Cura di sé e didattica di genere”
della differenza e valorizzi i generi.
Il progetto rappresenta solo una tappa,
sia pur significativa, di un cammino
intrapreso dalla nostra scuola a partire
dal 1996 con la realizzazione del pacchetto didattico “PROGETTO GENER(E)AZIONI” – AREA II: LA STORIA,
LA SCIENZA, LA TECNOLOGIA, seguito
dalla realizzazione, nel 1998, di un pacchetto multimediale per la formazione,
negli Istituti Professionali, sulla promozione delle pari opportunità uomo –
donna “ GENERI E SISTEMI “ (entrambi
finanziati dal F.S.E. – P.O. 940025 I 1).
Tale cammino è stato continuato da un
gruppo di docenti, uomini e donne, che
particolarmente sensibili alle tematiche di
genere, hanno ricercato documenti, materiale e strategie
didattiche per realizzare progetti finalizzati alla valorizzazione
delle differenze di
genere. L’esperienza maturata si è avvertita nonostante la necessità di un
confronto con esperti che ci aiutassero
a mettere in discussione scelte personali
e professionali, convinti che un discorso
didattico sui generi non possa prescindere dal proprio vissuto. Pertanto, nell’ottica di un percorso di formazione
biennale, il progetto ha puntato soprattutto a far assumere ai/alle docenti
coinvolti/e un atteggiamento di riflessione sulla propria professionalità, sulla
propria percezione del genere, ma anche
a rafforzare nella scuola una cultura
delle pari opportunità e ad individuare
possibili strategie per avviare un percorso
educativo – didattico che tenga conto
Ad inizio corso è stato somministrato
ai/alle corsisti/e un questionario sulla
percezione di ognuna/o circa il rispetto
e la valorizzazione della propria identità
di genere. Quindi si è proceduto all’analisi
del genere in quanto modello culturale,
alla definizione di concetti come identità,
reciprocità, cura. Nella fase successiva
si è costruito il percorso “dalle disuguaglianze alle pari opportunità” per passare
al rapporto tra generi e saperi. L’ultimo
modulo è stato studiato per la realizzazione di una unità didattica: “La donna
tra passato, presente e futuro”, all’interno di un possibile
percorso formativo
pluridisciplinare: “ La
libertà delle donne nel
m
o
n
d
o
contemporaneo“. Le
classi coinvolte sono
state due terze e una
quarta e vi hanno
aderito docenti di Lettere, Storia, Diritto,
Matematica. La guida disciplinare è stata
realizzata al termine del corso per divulgare possibili strategie didattiche in
ottica di genere. Essa contiene il questionario come strumento di esplorazione
conoscitiva, la conoscenza di sé attraverso l’espressione grafica, schede di
lavoro, una griglia di osservazione sui
comportamenti da osservare in classe,
la fotografia come strumento didattico.
La guida contiene anche una bibliografia
su tematiche di genere ed è corredata
da alcune foto storiche di donne messinesi, secondo le seguenti tematiche:
donne e lavoro, donne e famiglia, donne
e istruzione.
9
Istituto Professionale per i Servizi Commerciali Turistici
Alberghieri e della Ristorazione "V. TELESE"
ISCHIA (NA)
Azione 7.3
“Gli antichi sapori della cucina delle isole partenopee”
Il progetto parte dal risultato di alcune
ricerche sulle opportunità di lavoro
per le donne, sulla condizione
femminile e sulla cultura di genere nel
territorio, realizzate dalla scuola. Dalle
ricerche è emerso che, in alcuni periodi
dell’anno, il turismo nelle nostre isole,
è del tipo “mordi e fuggi”; per questo
sono nate nel tempo strutture
turistico–ricettive adeguate a tali
esigenze, che vanno ad affiancarsi sia
a grandi aziende alberghiere, sia a
piccole imprese a conduzione familiare.
Le donne del territorio, inoccupate o
disoccupate, potrebbero trovare una
giusta collocazione all’interno delle
suddette strutture, in qualità di
imprenditrici, acquisendo
consapevolezza delle proprie
potenzialità. Sono i semplici e genuini
prodotti della terra e del mare gli
autentici protagonisti della cucina
isolana che offre, con le sue
particolarissime pietanze, un’appetitosa
galleria di sapori. Bisogna, però,
coniugare lo sviluppo alla tutela e alla
valorizzazione armonica del territorio
e bisogna sviluppare nei giovani e in
tal caso soprattutto nelle donne, una
volta depositarie della tradizione del
gusto, dignità e diritto al piacere del
cibo ed alla convivialità. Si potrà così
diffondere la conoscenza delle tecniche
10
di produzione e di
degustazione,
della storia e della
cultura del cibo,
del vino, della
gastronomia. In
tal modo la donna
potrà proporsi nel
ruolo di esperta
dell’alimentazione.
Il breve racconto
che segue parte dalle sensazioni
olfattive di una corsista dinanzi a delle
erbe aromatiche del nostro territorio,
utilizzate nel corso per la preparazione
di appetitosi piatti, per poi passare,
attraverso la memoria nelle tradizioni
culinarie del passato, alla possibile
conversione imprenditoriale delle
corsiste.
“L’odore penetrante della piperna, la forza della
maggiorana e del timo, la delicatezza del
prezzemolo, l’intensità del basilico, i sapori antichi
di piatti dimenticati; pietanze che fanno viaggiare
la memoria tra i boschi e gli orti delle nostre
contrade, quando con il nonno andavo a
raccogliere le erbe aromatiche per poi cucinare
insieme piatti semplici ma gustosi: i piatti
dell’infanzia di mio nonno e della mia infanzia.
Portata per mano da mio nonno mi incammino
per un viottolo sterrato e mi ritrovo in una piazza
dove ci sono tanti banchi, come quelli del mercato,
pieni di tanti cibi strani e sconosciuti. Mio nonno
li conosce tutti, me li indica per nome e me ne fa
provare la fragranza.
Anche noi abbiamo il nostro banchetto, esponiamo
i nostri antichi sapori ed iniziano ad avvicinarsi
diverse, poi molte e poi tante persone, al punto
di dover chiedere il vostro aiuto, perchè da sola
non riesco più a gestire le innumerevoli richieste
di questa clientela inaspettata.
Si apre davanti a noi una nuova prospettiva e
decidiamo di intraprendere insieme i percorsi del
gusto”.
Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato
CROTONE
Azione 7.2
“FOGLIO ROSA”
Il progetto, Foglio Rosa, ha
“esplorato” l’universo femminile ma,
anche,quello maschile, partendo
dal territorio. Il tutto è nato da
un’ indagine sulla condizione
femminile nella società locale,
effettuata attraverso la
somministrazione di un questionario
proposto agli studenti del biennio
(135 ragazze e 275 ragazzi). Dai dati
è emerso che i ragazzi sono molto
influenzati da una cultura decisamente
poco “al femminile”. Pertanto si è dato
avvio ad un percorso che ha operato
molto sul lavoro di gruppo creando
un contesto lavorativo dinamico,
positivo e ricco di momenti di
riflessioni e discussioni. Citando il
“Piccolo Principe”, per diventare amici,
e quindi gruppo, bisogna
“addomesticarsi”, imparare a parlare,
comprendendo alla fine la cosa più
importante: l’amicizia è condivisione
al di là delle” barriere” dei sessi. Si è
così trattato il concetto di differenza
in generale, quello di differenza di
genere, quello di logica multifattoriale
(accettazione del punto di vista
dell’altro) al posto di quello di logica
lineare (io ho ragione-tu hai torto) e
così via. Si è, poi, presa in
considerazione l’evoluzione, a livello
spaziale e temporale, della donna con
i cosiddetti punti di forza e punti di
debolezza fino ad arrivare ad un’analisi
del percorso personale di ognuno/a
per poterne valorizzare le risorse,
colmare le lacune e arrivare ad un
progetto professionale.
“E’ stato un percorso di crescita:abbiamo
11
affrontato argomenti importanti e interessanti,
intrapreso giochi divertenti ma molto
significativi, riguardanti tutti gli aspetti della
nostra vita quotidiana in riferimento alla
nostra identità femminile. Ho imparato tante
cose, che se volessi non ce la farei a scriverle
tutte! Abbiamo scoperto di come siamo
condizionati senza accorgercene, e, come
giudichiamo seguendo degli stereotipi comuni.
Dopo questa esperienza ho capito che non
bisogna giudicare una persona in base al
suo aspetto fisico, oppure al suo modo di
vestire, ma va rispettata in base alle sue idee.
Bisogna ascoltarla e sentire ciò che ha da dire,
bisogna accettare le persone per come sono
interiormente e solo allora si potranno
giudicare.”(Mariangela).
“Una cosa importante e fondamentale che ho
imparato è quella che ognuno di noi non deve farsi
condizionare dai pensieri o dalle critiche degli altri
se abbiamo un sogno o un obiettivo da rincorrere,
anche nel mondo del lavoro, quando arriva il
momento di prendere una decisione, dobbiamo
ascoltare solo noi stessi e cosa ci dice il nostro
cuore. Solo così tutti i nostri sogni si realizzeranno
e solo cosi ci sentiremo felici della nostra vita.
Dopo questa bella esperienza, mi sento con le
idee più chiare: ora cercherò e farò di tutto per
realizzare un sogno che per me fino a qualche mese
fa era impossibile da raggiungere, perché adesso
so che nel mio cuore c’è una piccola speranza!"
(Cinzia)
“Riflettendo sulle “Pari Opportunità” mi viene
da pensare a ciò che mi racconta sempre mia nonna
sulla sua adolescenza.Una delle tante cose che mi
è rimasta più impressa è, il fatto che le era proibito
mettersi un semplice rossetto perché i fratelli e i
genitori pensavano che agli occhi della
“gente”sarebbe apparsa come una “civetta”. Oggi
fortunatamente non è
più così. Ma molti
condizionamenti esistono ancora. Infatti molte
volte capita che la mia sensibilità viene ferita in
quanto sono un po’ in sovrappeso .Le persone si
soffermano molto sul mio aspetto fisico:quando mi
capita di trovarmi ad una festa mi trovo in
soggezione a prendermi qualcosa in più perché gli
altri me lo fanno notare .Lo so! E’ vero! Sono
grassottella! Però anch’io ho il diritto di divertimi
e di passare qualche ora spensierata senza essere
oggetto di battutine e frecciatine varie.”(Elena)
“L’ esperienza vissuta ha suscitato interesse e
condivisione: il terreno da indagare sugli stereotipi
tra uomo e donna e’ vastissimo e in gran parte
inesplorato. E’ indispensabile evitare che influenzino
fortemente i comportamenti personali, civili e sociali
di entrambi i sessi. La possibilità di scegliere deve
essere data a tutti, indipendentemente dal sesso,
dalla religione, dalla razza, non precludendo,
quindi, alcun diritto a nessuno! " (Desirè)
Istituto di Istruzione Superiore “I. Morra”
MATERA
Azione 7.1 “Viaggio emotivo-professionale nell’identita’ di genere”
Azione 7.2 “Relazioni efficaci nei contesti lavorativi”
Azione 7.3 “Straniere a Matera”
Un’emozione di genere ha segnato i
percorsi attivati …
condizione di vita si ritrovano livelli
stratificati di disagio ed esclusione.
Un gruppo di docenti ha compiuto un
Viaggio emotivo-professionale nell’identità
di genere. Secondo il modello della
ricerca-azione hanno seguito un percorso
di ricerca autobiografica e scientifica in
cui sentimenti, vissuti personali,
ragionamenti professionali e studi
accademici si sono virtuosamente
intrecciati. Estremamente stimolanti gli
spunti forniti dalle esperte; sono stati
presentati e discussi gli studi più recenti
di antropologia, psicologia, pedagogia.
Le dinamiche di gruppo, in particolare,
hanno consentito ai/alle partecipanti un
appassionante viaggio dentro se stessi/e,
un terapeutico “raccontarsi” che ha
permesso di esplicitare disagi e malesseri
legati agli stereotipi di genere, un
guardarsi “allo specchio” di altre donne
ed altri uomini per ritrovarsi meno soli
davanti al problema della discriminazione
sul lavoro e nella vita.
Il corso si è svolto in aula solo per un
numero limitato di ore. Molte attività
didattiche si sono svolte presso gli enti
e i servizi territoriali. Visite guidate, tavole
rotonde, "interrogazioni", focus group,
contatti, seminari: ecco i metodi utilizzati
per promuovere l'orientamento, la
cittadinanza, la presa di coscienza dei
propri diritti.
La vera forza del progetto, tuttavia,
rimane nell’azione didattica che è stata
messa in moto. Essa ha interessato n.
10 scuole, n. 20 classi, n. 383 alunni, di
cui n.127 maschi e n. 256 femmine di
età compresa tra i 9 e i 18 anni. La
formula metodologica scelta è stata quella
dei laboratori. Learning-by-doing, project
work, scrittura creativa, convegno, mostra
di immagini e testi, circle time, focus
group, indagini statistiche, diario di bordo:
queste le metodologie “attive” utilizzate
nelle classi target che hanno permesso
un impatto “forte” su studenti e
studentesse.
Di particolare rilevanza sociale e di
genere, il percorso “Straniere” a Matera,
offerto alle donne immigrate residenti
da qualche anno nella città, nella cui
Tutti i percorsi hanno visto la
collaborazione di enti ed istituzioni
territoriali, uniti in rete sinergica:
l’Università degli Studi di Bari, gli EE.LL.,
l’Ufficio Provinciale delle Pari Opportunità,
il Centro di Educazione Ambientale, Tolbà
– Associazione per lavoratori stranieri.
I laboratori didattici sulle pari
opportunità hanno dato la possibilità a
bambini e bambine, ragazze e ragazzi,
adulte a rischio di marginalità sociale di
pensare la differenza di genere come
valore, di fare un punto storico della
situazione, di sviluppare una percezione
positiva del sé di genere, di osservarsi
nelle relazioni con il maschile ed il
femminile, di riconoscere stereotipi e
pregiudizi ancora oggi esistenti, evidenza
di una persistenza di svantaggio, di una
diversità intesa come disvalore.
Si sono dunque creati spazi reali di
dialogo, di consapevolezza, di confronto,
di crescita.
In definitiva, i percorsi progettuali hanno
promosso un significativo processo di
mainstreaming di genere applicato non
solo alla didattica, ma anche alla
quotidianità delle relazioni, all’ambiente
lavorativo, al vissuto di uomini e donne
“pensanti”.
12
13
Istituto Magistrale Statale «Benedetto Croce»
ORISTANO
Azione 7.3
«Il computer per comunicare» - «Comunicare in inglese»
L’Istituto magistrale “Croce” è una scuola
storicamente “al femminile”: una vocazione tradizionale, un’attenzione al genere
femminile che i nuovi indirizzi di studio attivi ormai da anni – tendono a
“superare”, ma che ha recuperato senso
e vitalità proprio nella realizzazione dei
progetti della Misura 7. La progettazione
e la guida, come tutor, dei due corsi gemelli “Il computer per comunicare” e
“Comunicare in inglese” ha rappresentato
per noi la prima esperienza in questo ambito.
Al di là dei contenuti specifici dei due corsi
(rispettivamente un laboratorio di alfabetizzazione informatica e un laboratorio di
inglese di base), ci siamo posti obiettivi
comuni: il recupero di un adeguato livello
di istruzione di base; il consolidamento di
competenze strumentali, culturali, comunicative anche attraverso il confronto con
le/gli altre/i. In termini più generali, e nello
spirito dell’Azione 7.3, abbiamo cercato di
tener sempre in primo piano la prospettiva
di favorire il reinserimento delle partecipanti
nel sistema formativo e lavorativo come
soggetti consapevoli di sé e della propria
appartenenza di genere. La realizzazione
dei due corsi in parallelo, quasi sempre in
contemporanea, ha permesso a noi tutor
e agli esperti di elaborare strategie comuni,
di condividere materiali, di superare insieme
i contrattempi, di non sentirci mai soli di
fronte alle difficoltà, ma sempre parte di
un “progetto” di maggior respiro. Anche
per questo abbiamo realizzato una sorta
di “banca dati” dei materiali prodotti, che
vorremmo rappresenti non solo una documentazione dell'attività svolta, ma anche
un contributo utile alla realizzazione di
interventi analoghi.
Abbiamo curato le attività di diffusione
delle iniziative con volantini e manifesti
destinati a centri di orientamento ed enti
locali, oltre che alle famiglie delle alunne
e degli alunni. Non immaginavamo però
che la diffusione più efficace sarebbe avvenuta grazie al passaparola tra le candidate stesse: esiste, evidentemente, una
rete di solidarietà sociale tra le donne non
14
occupate, che in qualche
modo sopperisce alle
difficoltà di individuarle e raggiungerle
attraverso i canali “ufficiali”.
Il riscontro in termini di iscrizioni (oltre
120 domande per 40 posti complessivi) è
stato inaspettato, e siamo convinti corrisponda a un bisogno profondo -e ancora
in gran parte disatteso- non solo di formazione, ma anche di emancipazione. A confermare tale bisogno, gli abbandoni sono
stati pochissimi: oltre il 90% delle partecipanti ha frequentato regolarmente, con
una percentuale di presenze particolarmente alta (tra il 75 e il 100%). Il monitoraggio
ha dimostrato che le corsiste hanno compreso bene le finalità e gli obiettivi
dell'intervento didattico, hanno partecipato
con attenzione e interesse, hanno acquisito
competenze e abilità apprezzabili.
Ma al di là delle competenze specifiche acquisite,
ci pare che il miglior risultato sia dato dall’ottimo
livello di coesione del gruppo e dal clima collaborativo che si è creato. Crediamo però che sia stata
un’iniziativa collaterale (una “azione di
accompagnamento”) a lasciare il segno più duraturo. Il progetto di accoglienza dei bambini "A
scuola con mamma" ha rappresentato una preziosa
“esperienza nell’esperienza”. La docente di Pedagogia, ha costruito attorno all'assistenza bambini
uno stage cui hanno partecipato le studentesse
della IV A pedagogico, progettando e realizzando
attività ludico-ricreative con bambini di differenti
età. Dell’assistenza hanno usufruito, pienamente
soddisfatte, undici mamme. Così in una scuola “al
femminile” si sono incontrate tre generazioni di
donne: le madri, le studentesse, le bambine. “Che
strana, questa scuola, mamma” ha commentato
una bambina “ci vieni tu, ci vengo io, ci viene mia
sorella…”.
Istituto di Istruzione Superiore "G. ADRIA"
Mazara del Vallo (TP)
Azione 7.1b
“PROMUOVERE PARI OPPORTUNITA DI GENERE”
L’intervento di formazione dei docenti
sulle pari opportunità di genere ha visto
la partecipazione di n.16 docenti degli
istituti scolastici di Mazara del Vallo aderenti alla rete di scuole “Satiro Danzante”.
Il percorso, della durata di 50 ore, è
stato strutturato in lezioni frontali, attività
di laboratorio, attività in classe, percorsi
guidati di ricerca-azione e
produzione di documentazione del processo attivato.
Ha sviluppato il problema
della differenza di genere
intesa come differenza primaria per accedere all’altro
da sé, per educare i giovani,
maschi e femmine, ad utilizzare strategie non violente nelle relazioni interpersonali e a rivedere criticamente il concetto di potere e il senso dei
valori. E, in coerenza con l’obiettivo
primario della scuola, promuovere una
maggiore parità tra i sessi e coinvolgere
le donne nei processi decisionali a livello
economico, culturale e politico. I moduli
sono stati sviluppati da docenti esperti/e.
Tema privilegiato da tutti gli intervenuti
è stato il rapporto genere/apprendimento
con attenzione alla letteratura, all’arte al
femminile e alla didattica delle discipline.
Il percorso è stato suddiviso in 4 moduli
1. Modulo introduttivo;
2. “Cura di sé – identità di genere e scelte
formative e professionali";
3. “Identità di genere e relazione con i
saperi”;
4. “Valenza formativa ed orientativa dei
saperi”.
A conclusione del percorso formativo
15
ciascun/a corsista ha applicato nelle classi
le strategie e le tecniche individuate nelle
attività di laboratorio.
Sono stati somministrati questionari
di genere, strutturati dagli stessi soggetti
in formazione. In tal modo le/gli insegnanti e anche le/gli studentesse/studenti
hanno avuto modo di esprimere i propri desideri, le proprie motivazioni e i propri punti
di vista, sentendosi protagonisti
della dimensione progettuale
e non solo esecutori di pacchetti predisposti o mediati da
altri. Il messaggio dei docenti
esperti è stato chiaro ed efficace e pienamente recepito
dalle/dai corsiste/i. Considerata l’attualità
del tema tutti/e si sono impegnati/e nelle
attività con interesse e curiosità migliorando competenze e capacità di sapersi
relazionare, di cooperare, di dialogare in
modo costruttivo, di utilizzare gli spazi
per la discussione con interventi pertinenti
e con domande stimolanti la discussione
corale.
All’interno del gruppo dei/lle corsiste/i si
è registrato un cambiamento negli atteggiamenti e nei comportamenti: segno evidente di profonda consapevolezza delle
innovazioni nel loro approccio metodologicodidattico e relazionale.
A dare concretezza operativa alla formazione ha contribuito la scelta di correlare
apprendimenti e relativa applicazione nella
prassi didattica, secondo processi circolari
valorizzati come occasioni di stimolo per
connotare il percorso secondo una struttura
aperta. Tale metodologia ha fatto emergere
le particolari sensibilità ed ha messo a fuoco
esperienze e competenze pedagogicodidattiche.
Istituto di Istruzione Superiore “Ten. Col. G. Familiari”
Melito di Porto Salvo (RC)
Azione 7.2 “L’Ottica di Genere a Scuola”
Eh sì, smantellare gli stereotipi ed i
pregiudizi di genere è veramente dura ..!
Ma è proprio in questa impresa che
ci siamo cimentate/i col progetto
“L’Ottica di Genere a Scuola”.
Infatti, per orientare le allieve e gli
allievi alla costruzione di un “habitat”
di tipo paritario, in cui le differenze
di genere siano comprese nel loro
autentico valore propulsivo, abbiamo
realizzato una sorta di “cantiere per
le pari opportunità”.
La parte teorica del corso è servita
per strutturare le solide fondamenta
culturali che hanno, poi, supportato
uno straordinario processo di
brainstorming, una vera tempesta di
idee concretizzate nella redazione di
un opuscolo contenente vignette
ironiche sui vari stereotipi e pregiudizi
di genere.
Il percorso progettuale è stato
veramente intenso e appassionante,
ricco di suggestioni culturali e denso
di occasioni di notevole arricchimento
psicologico. Per orientare alla
consapevolezza di genere, abbiamo
focalizzato l’attenzione su un’analisi
fortemente critica dei ruoli di genere:
le allieve e gli allievi sono stati
stimolati ad una rilettura, guidata ma
allo stesso tempo autonoma, del
proprio modo di essere uomo o donna.
E’ iniziato, così, un processo di
decodifica del Sé culminato nello
smaltimento di quella “zavorra
misoginica” che può complicare
seriamente il rapporto ragazze/ragazzi.
Abbiamo individuato il fiume carsico
di pregiudizi e di stereotipi di genere
che scorre nei meandri della nostra
cultura e che spesso alimenta modelli
identitari fuori dal tempo.
Abbiamo percorso questo fiume
inquinato fin dalle sue origini,
divertendoci a fare dell’ironia sui tanti
luoghi comuni di quella vox populi
che si è rivelata, alla luce delle analisi,
molto lontana dall’essere vox Dei… !
A b b i a m o, p o i , e s p l o ra t o g l i
innumerevoli affluenti che hanno
alimentato ed inquinato ulteriormente
quel fiume carsico. Affluenti d.o.c. del
panorama greco, latino e non solo.
Affluenti dal nome altisonante e dagli
“effluvi” sconcertanti : Menandro (la
vita di una donna rispettabile è limitata
dalla porta di casa), Aristotele (donna,
mostruosità necessaria), Tertulliano
(la donna è un tempio costruito su
una cloaca),..il così-definito-dalleragazze Sant’affluente Tommaso
(l’immagine di Dio la troverai
nell’uomo, non nella donna), Rousseau
(la donna è fatta per sottomettersi
all’uomo e per sopportare le
ingiustizie) egualitario part-time, … e
così via … sconvolgendo, .. nel corso
dei secoli!
Abbiamo seguito, quindi, un
itinerario culturale nuovo, soprattutto
non paludato né retorico, ed abbiamo
neutralizzato e bonificato le sabbie
mobili dei pregiudizi di genere..
Le discussioni ed i dibattiti scaturiti
dalle analisi sono stati particolarmente
accesi ed anche particolarmente
16
divertenti, come quando, per
un’affermazione di Molière, “Non sta
bene che una donna studi e sappia
tante”, un allievo, appassionato di
cartoons disneyani, è saltato sulla
sedia esclamando, tra le risate
complici dei suoi compagni, “ ehi,
ma questo l’ha detto pure Gaston, il
pretendente di Belle, in La Bella e la
Bestia ..!” Grandi risate, ma anche
opportune riflessioni su come le fiabe,
al pari del linguaggio, possano essere
le cartine di tornasole di quanto gli
stereotipi ed i pregiudizi di genere si
sedimentino a livello culturale e
17
sociale, per di più (e per di peggio..!)
p a s s a n d o s p e s s o i n o s s e r va t i .
Ovviamente, sollevare il coperchio
di questo vaso di Pandora, ha
contribuito a sostanziare di input nuovi
il processo di rilettura critica delle
varie fasi della civiltà occidentale e
last but not least, ha contribuito ad
attivare un chiaro processo di
ridefinizione dei ruoli e delle relazioni
di genere, orientando le studentesse
e gli studenti verso la scoperta di
identità di genere autonome ed
originali.
Istituto Superiore “Valli”
Barcellona P.G.(Me)
Azione 7.1b
“Cultura di genere: percezione e riflessione”
Il progetto è stato elaborato per
rispondere a bisogni avvertiti diffusamente dalle docenti e dai docenti
delle due sedi associate dell’Istituto
Superiore Valli. In particolare, si è
avvertita la necessità di modificare il
proprio stile di insegnamento, di motivare alunne e alunni sempre meno
preparati e sempre più insofferenti e
ribelli nel comportamento, di cooperare allo sviluppo e al rafforzamento
delle pari opportunità di genere.
Il percorso seguito, “Cura di sé,
identità
di genere e identità
professionale”, si è posto come obiettivo primario quello di sviluppare capacità di osservazione, di ascolto, di
lettura e di interpretazione della differenza di genere negli atteggiamenti,
nei saperi e nella pratica didattica,
attraverso un processo di osservazione di sé, di riflessione sulla propria
esperienza professionale e formativa,
sulla propria relazione con i saperi
disciplinari e la cultura in generale.
Hanno partecipato 15 docenti, in
prevalenza di genere femminile, appartenenti a scuole del territorio, di
diverso ordine e grado e che insegnano discipline differenti.
19
L’intervento formativo, inserito nel
POF 2003, ha introdotto metodologie
innovative in grado di promuovere
negli studenti e nelle studentesse
una nuova sensibilità alle problematiche di genere e a far superare i
condizionamenti culturali e sociali
nelle scelte dei percorsi di studio. I
formatori sono stati: docenti universitari, esperti in didattica della differenza, docenti interni ed esterni,
esperti in tecnica della comunicazione
e in sociologia. Durante le attività di
laboratorio hanno dominato vivacità
e partecipazione, capacità di progettare ed attuare politiche di promozione delle pari opportunità, convinzione
della necessità di cominciare a comunicare con i propri alunni e con colleghi
con linguaggio sessuato. Sono state
predisposte griglie di autoosservazione dell’insegnante, di osservazione in classe degli atteggiamenti di allievi di differente genere,
schede con “indicatori di didattica
di genere”, schede per l’orientamento scolastico e rilevazione di attitudini.
Infine è stato elaborato un progetto
sull’analisi di genere di un film, da
realizzare con alunne e alunni di una
classe liceale attraverso un percorso
pluridisciplinare.
Istituto Tecnico Attività Sociali “G. Deledda”
LECCE
Azione 7.1b
“SCUOLA ALLO SPECCHIO”
Insegnanti dell’ ITAS “G. Deledda”
allo specchio. Ma perché?
Per specchiarsi, rispecchiarsi, essere
soggetto e oggetto, vedersi come
“altro/a”, come diverso, come riflesso
di sé....
Ri-flettere su di sé, sulle proprie
incertezze e certezze: un metodo per
arrivare ad una cultura “interrogata”
il cui prodotto sia una realtà poliedrica,
che rifletta la diversificazione dei punti
di vista ed in cui tutti siano soggetti.
Il sapere è neutro o, piuttosto, il
sapere con cui siamo stati formati ed
a cui ci siamo accostati nella nostra
storia professionale è un sapere
“dettato”? Riconoscere l’agire stereotipato diventa lo scopo del per-corso
di scoperta di sé e di valorizzazione
del proprio vissuto attraverso la narrazione di esperienze e loro passaggi
significativi.
E’ un ripercorrere la propria storia
personale e professionale ed analizzare
scelte ed aspettative, concetti, categorie e linguaggi, per fare emergere
quanto di condizionato e quanto di
libero ha contraddistinto la storia di
ognuno.
Abbiamo goduto “noi stessi” di pari
opportunità?
Cosa fare per aiutare i nostri studenti
e le nostre studentesse ad intraprendere un percorso di formazione “libero”
, attento ai propri desideri e alle
proprie passioni, consapevole delle
proprie capacità ed attitudini?
Le discipline vanno rivisitate, la didattica ha bisogno di cambiamenti:
l’attenzione alla differenza deve diven-
20
tarne il pilastro portante per una relazione educativa che dia parola a pensieri e modi di essere diversi.
Cercare la differenza nei saperi ,
per esempio, non è soltanto cercare
la differenza di genere, ma anche la
differenza di valori espressi e non
espressi, la differenza di lettura della
realtà dal punto di vista dei diversi
soggetti, la differenza di esperienze,
in un’ottica di pari valorizzazione.
Con queste premesse è stato progettato il percorso di formazione ed a
questi risultati ci ha condotti.
E’ stato un lavoro di ricerca- azione
che è partito da noi docenti, dalle
nostre esperienze e dalle nostre scelte,
ha toccato i saperi contenuti nei libri
di testo ed è giunto alla condivisione
di strumenti di osservazione mirati a
cogliere e valorizzare le differenze nelle
modalità di relazione che la specificità
del “genere” comporta .
Lo strumento del “racconto” è stato
il filo conduttore dell’itinerario, la
“formula” per entrare in relazione con
gli altri e con se stessi, per conoscersi
e ri-conoscersi.
Per realizzare tanto abbiamo chiesto
la collaborazione di esperte delle tematiche di “genere”: docenti, pedagogiste, psicologhe, filosofe, storiche,
fisiche ci hanno fatto da guida nelle
varie fasi del progetto, aiutandoci nelle
ricerca e nella sperimentazione di modalità e strategie di didattica della
differenza, da utilizzare in percorsi
disciplinari attenti alla cura dell’identità
di genere ed ai valori della diversità.
Istituto Tecnico Attività Sociali “Luigi RUSSO”
CALTANISSETTA
Azione 7.1.b
“L’‘io’ duale/identità e professionalità”
Il progetto affronta il tema delle
Pari Opportunità a partire dal
riconoscimento di un’alterità originaria
per attivare processi conoscitivi e
comunicativi riferiti sia alla sfera della
identità che a quella della
professionalità.
femminile nella fiaba, nel mito e nella
scienza; presenza della donna nel
Medioevo; disagio e agio del vivere;
immaginario scientifico e immaginario
letterario; condizione femminile in
Sicilia; essere donna/uomo oggi;
scrittura di esperienza; viaggio nella
soggettività; dalla briciola al
testo/dall’emozione alla sistematicità;
narrazioni e saperi; sapere femminile
come divenire/sapere maschile come
assertività; strade percorse e non
percorse; poetesse e artiste nel
Rinascimento italiano; intellettuali e
popolane che hanno partecipato al
movimento dei Lumi e alla rivoluzione
in Francia; studiose e mistiche nei
conventi d’Europa; i diritti negati, un
tempo, alle donne.
Nella convinzione che la questione,
in quanto fortemente formativa e
orientativa, riguarda profondamente
la scuola anche per la sua capacità
d i p r o d u r r e va l o r e , t u t t i g l i
approfondimenti teorici sono stati
orientati a una pedagogia della
valorizzazione delle differenze in
generale e delle differenze di genere
in particolare, ma anche alla
consapevolezza femminile della
propria identità e alla formazione
dell’identità maschile.
Parallelamente allo sviluppo del
progetto si sono svolti seminari sul
tema “Da cuori pensanti un pensiero
del cuore: Simone Weil, Hannah
Arendt, Edith Stein, Maria Zambrano”.
Soffermarsi a riflettere su queste
filosofe ha costituito un valore
aggiunto - di sguardo, di
consapevolezza, di intelligenza - nella
comprensione della storia e
dell’esistenza, per tutti, uomini e
donne. L’atteggiamento più fecondo
nel mettersi in relazione con loro è
stato quello di raccoglierne l’eredità
di coraggio e autonomia, forza e
fedeltà a se stesse, la radicalità del
pensiero, della loro esperienza e del
loro tempo e percorrere nuove vie:
quelle della nostra esperienza e del
nostro tempo.
Alla radice del progetto c’è
l’impegno, anche istituzionale, affinché
gli obbiettivi formativi, trasversali e
specifici, si trasformino in azioni
positive, in occasioni concrete perché
la differenza di genere sia non
segregazione o subalternità, ma
ricchezza e valore.
Le prime tre fasi del progetto
( Id e n t i t à d i g e n e r e e s c e l t a
professionale, Identità di genere e
saperi, Imparare ad orientare),
introdotte da interventi e
proposte/stimolo da parte di esperti,
sono state approfondite e arricchite
dai lavori dei/lle docenti, che hanno
elaborato possibili percorsi didattici
trasversali attenti al genere (quarta
fase del progetto): maschile e
20
Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “L. Da Vinci”
MILAZZO (ME)
Azione 7.1
“Femminile/maschile”. La scuola e le identità di genere”
Sin dal primo confronto con le tematiche di genere ed il loro possibile
“recupero” e sviluppo a scuola attraverso la formazione delle/dei docenti,
mi sono resa conto della complessità
e dell’ardimento del progetto; calarlo
nel contesto e realizzarlo, ha rappresentato una bella sfida. L’Istituto nel
quale insegno da 17 anni, una delle
scuole più popolose e “popolari” di
Milazzo, prometteva di
essere un buon campo
di sperimentazione.
C’erano da abbattere
le resistenze psicologiche al tema, al raccontarsi, al costruire,
attraverso il laboratorio, la sensazione
prima, la consapevolezza via via, che il
mondo delle donne è
un sommerso intorno
al quale “gira il mondo”, ma del quale
si continuano strategicamente ad ignorare le modalità, il valore, il senso.
L’impatto quindi non è stato dei più
morbidi nella fase iniziale, quando ho
temuto per qualche momento che il
Corso potesse “saltare”: non eravamo
in pochi, le colleghe e i colleghi, che
nell’incontro promosso dal MIUR a
Ragusa nel novembre del 2003, manifestavamo perplessità e preoccupazioni.
Da quel vivo dibattito ho dedotto che
sarebbe stato importante, come prima
esperienza, lavorare intanto anche con
poche/i e per poche/i, poiché bisogna
dare tempo al tempo e consentire
l’ingresso di temi così sconvolgenti nel
gran mare della prassi scolastica quasi
in sordina ma con entusiasta accettazione dei risultati, quali che siano. I
fatti hanno premiato la nostra piccola
équipe. Dalle scuole vicine, Liceo classico-scientifico di Milazzo, Istituto Industriale “E. Majorana”, Istituto professionale per l’Agricoltura, così come
dalle fila del nostro Istituto, si sono
avvicinati al Corso colleghi affettuosi
e pazienti, che ci hanno “creduto sulla
parola” e si sono affidati alle nostre mani.
E’ stata una bellissima
esperienza. Abbiamo
costruito un percorso
ricco di sfumature e
di momenti importanti, durante il quale
toccavamo con mano
il cambiamento, a
partire dai rapporti
interpersonali.
I risultati raggiunti sono stati a mio
avviso straordinari: per la sensibilità
e la maturità rivelata dai colleghi, la
loro disponibilità ad aprirsi ed a mettersi
in discussione nelle più varie modalità;
per l’accresciuta consapevolezza, delle
12 insegnanti donne e del solo docente
uomo che hanno portato a termine il
percorso con noi, della necessità di un
nuovo approccio educativo che valorizzi
le differenze; per la convinta partecipazione in questo nuovo a.s. 2004/5
di 10 tra colleghe e colleghi del mio
Istituto, al progetto POF :”Le Pari
Opportunità a scuola: pedagogia e
didattica della differenza di genere”.
21
Istituto Tecnico Commerciale “Nicola Stefanelli”
Mondragone (CE)
Azione 7.1.b
“Orienta Docente”
biamento
“Orienta Docente” nasce dalla necessità
di valorizzare e promuovere la cultura
delle differenze e delle diversità di genere. Ha inteso avviare un percorso di
orientamento personalizzato per i docenti, diretto alla creazione di una cultura
"sensibile" alle differenze di genere attraverso l'offerta di occasioni di riflessione
e di ricerca da socializzare ai/alle docenti,
alle alunne e agli alunni dell'Istituto.
Sotto l’albero di Natale il vecchio comandante scambia gli auguri e i doni con
l’equipaggio, ricordando l’esperienza
vissuta nel viaggio delle pari opportunità
tra il 18/02/04 e 10/05/04...quanti ricordi
e quante aspettative...saranno realizzate?.. si spera.
26 marzo Teoria;
esame/conoscenze/competenze su:
identità di genere
30 marzo Teoria;
competenze/saperi/identità di genere
e pari opportunità
2 aprile Azioni per il superamento della
discriminazione di genere-sociogramma
6 aprile Relazione tra i saperi di genere
e la disciplina insegnata
16 aprile Sintesi acquisizioni precedenti
20 aprile Orientamento formativo in
subordine della differenza di genere
5 marzo Dibattito su documentazione
visiva
23 aprile confronto della differenza di
orientamento formativo in subordine
alla disciplina e al genere sessuale
12 marzo Azioni per il superamentobrainstorming
30 aprile Progettazione operativa per
discipline
19 marzo Azioni per il superamento
delle discriminazioni-brainstorming
6 maggio Progettazione operativa per
discipline
23 marzo Modalità personali per il cam-
10 maggio Conclusioni.
22
Istituto Tecnico Industriale «E. Righi»
TARANTO
Azione 7.2
“Formazione di una cooperativa di addette alle attività ricreative
con competenze di primo soccorso”
Taranto, capitale europea dell’acciaio
degli anni ’60 -’70, ha dovuto ridimensionare la produzione, per ragioni di
politica economica. Allo spegnimento
di alcuni altiforni con innegabili benefici
sull’ambiente si è associata una notevole disoccupazione.
Lo studio di fattibilità sulle possibilità
occupazionali nel territorio ha riscoperto nuove potenzialità nel campo
agro-alimentare, turistico culturale,
legato al museo Archeologico Nazionale fra i primi in Italia, e turistico
alberghiero legato alla purezza delle
acque e alla bellezza della costa.
Queste nuove potenzialità hanno
facilitato l’inserimento delle donne
nelle attività produttive.
In tale contesto è nata l’idea del
progetto “Formazione di una cooperativa di addette alle attività ricreative
con competenze di primo soccorso”
che ha voluto legare alla tradizionale
conoscenza professionale del settore
turistico le potenzialità organizzative
del computer e, cosa molto più importante dove vi sono gruppi in movimento, l’attenzione alla salute.
Il progetto in sostanza si può sintetizzare così : costituzione di una cooperativa, uso consapevole del computer, primo soccorso.
Il denominatore comune del percorso è stato valorizzare le competenze
di ciascuna/o e di tutti attraverso il
raggiungimento degli obiettivi fissati.
Nello svolgimento delle attività si è notata
una crescente
partecipazione e
collaborazione da
parte delle alunne
e degli alunni ed
ognuno ha potuto
dare e ricevere un
contributo legato
alle diverse esperienze e al modo di
porsi nei confronti delle problematiche.
Un progetto sulle pari opportunità
è stato accolto con una certa curiosità
dalle/dagli alunne/i che, però, affermavano, per la maggior parte, di
percepire come problema la differenza
di genere. Man mano che si andava
avanti nelle attività, a partire dalla
simulazione di cooperative fino ad
arrivare al primo soccorso, passando
attraverso la costruzione di un sito
web, i/le partecipanti hanno potuto
constatare come nell'ambito di una
attività imprenditoriale, tutti possono
cooperare senza discriminazioni di
genere. Ad esempio, occuparsi dei
più piccoli non è una prerogativa
esclusivamente femminile; nel mettere
in pratica le tecniche di primo soccorso
non è necessaria la forza fisica che
un uomo può possedere maggiormente rispetto ad una donna, ma è importante educare a un corretto ragionamento nelle situazioni di pericolo
e acquisire i principi del "cosa fare
subito", del "cosa non fare" e soprattutto del "come farlo".
23
Istituzione Educativa “P. Colletta”
Liceo Classico - Liceo Classico Europeo
AVELLINO
Azione 7.2
“Comunicazione femmine plurale”
Il progetto ha consentito ad un gruppo
di giovani studentesse e studenti del nostro
Liceo di scoprire il valore della differenza
di genere e di “darle voce”, dopo aver
studiato nuovi linguaggi e alcuni
meccanismi della comunicazione, in EOS,
pubblicazione ormai “storica “ dell’Istituto
e in un video che raccoglie le interviste
ad alcune donne.
La prima fase del progetto,
curata dall’insegnante ormai
da dodici anni referente del
giornale d’istituto e da un
giornalista che ha dato il
prezioso contributo della sua
professionalità, ha visto un
iniziale approfondimento
teorico delle due tematiche
attraverso lezioni frontali,
incontri con esperti/e di pari
opportunità e giornalisti del
quotidiano Il Mattino, della
RAI di Napoli (dove gli
alunni/e hanno partecipato
alla manifestazione
RicordeRai ) e di televisioni
nazionali. Con questi esperti
le alunne e gli alunni hanno interagito
mostrando, attraverso domande ed
interventi critici, particolare interesse e
curiosità per quegli aspetti del mondo della
comunicazione ormai parte della loro
cultura, del loro vivere quotidiano.
La seconda fase, incentrata su una
dimensione laboratoriale, ha avuto come
protagonisti principali le ragazze ed i
ragazzi che hanno individuato una serie
di tematiche legate al tema delle differenze
di genere, da sviluppare in diversi contesti
spazio-temporali e da approfondire anche
nelle ore dell’insegnamento curricolare.
Durante questa fase le alunne e gli alunni
sono apparsi particolarmente vivaci e
motivati, soprattutto perché è stata
ampiamente valorizzata quella dimensione
progettuale che consentisse di sviluppare
con consapevolezza un percorso orientato
alla realizzazione di un prodotto.
L’interesse si è poi indirizzato sul territorio
per individuare ed analizzare, mediante la
tecnica dell’intervista, storie ”al femminile”
che apparissero particolarmente
interessanti in una provincia con poche
risorse dove, a livello lavorativo e/o
culturale, la condizione della donna appare
ancora difficile e dove più significative
risultano essere quelle esperienze di donne
che sono in qualche modo
emblematiche nella loro
volontà di sottrarsi a
condizionamenti, stereotipi,
ostacoli di vario genere.
Da questa ricerca è nato
un video con quattro
interviste interamente
realizzate dagli alunni nelle
diverse fasi - dall’
allestimento di un piccolo set
alla registrazione, dal
montaggio delle immagini e
della musica alla titolazione,
alla trasmissione del filmato
stesso attraverso quattro reti
televisive locali e regionali
- che ha mostrato, attraverso
le testimonianze di un’onorevole,
attualmente presidente della Provincia,
un’imprenditrice, una volontaria della
Mensa dei poveri, una scrittrice, quanto
vario e ricco, anche se forse non sempre
visibile, può risultare l’universo femminile.
I risultati di tutto il lavoro svolto sono
stati poi trasferiti, grazie anche al prezioso
supporto dell’assistente tecnico, sul
numero finale di EOS, il giornale scolastico.
Gli articoli sulla esperienza delle interviste,
quelli sulla rappresentazione allestita dai
ragazzi e dalle ragazze dopo una moderna
rilettura della figura di Medea, da Euripide
a Christa Wolf, le pagine dedicate ai 50
anni della televisione, con approfondimenti
sulla nascita di nuovi stereotipi femminili,
hanno offerto una materia ampia e
variegata su cui riflettere per conoscere
- ed eventualmente modificare - modelli
sociali e culturali del territorio di riferimento,
per considerare il valore della differenza
e valutarla, sempre e comunque, non un
ostacolo ma, piuttosto, una risorsa.
24
Liceo Classico Statale “G. Garibaldi”
PALERMO
Azione 7.2
“Percorsi museali al femminile”:
Espressione di una possibile rielaborazione di professionalità ed armonia”
Il progetto, pensato per formare figure
femminili in grado di promuovere la
tutela e la valorizzazione dei beni scientifici, ha attivato un confronto di punti
di vista tra femmine e
maschi al fine di modificare i condizionamenti di genere e la
marginalizzazione della
presenza femminile in
ambito scientifico e
tecnologico. Il progetto, inserito nel POF
come didattica afferente al Museo Scientifico del Liceo Garibaldi, è stato
strutturato in attività
laboratoriali a cui
hanno partecipato 17,
tra alunne ed alunni,
delle ultime due classi
del liceo. Realizzato nei
laboratori del liceo, è
stato sviluppato su sette moduli: Contratto formativo, Laboratorio di Orientamento di genere, di Informatica, di
Fisica, di Schedatura, di Percorsi Museali,
di Seminari di storia delle Scienze, Simulazione di fruizione del Museo Scientifico del Liceo.
le/gli alunne/i producendo pagine Web
che, illustrate con grande entusiasmo
ed interesse, danno risalto al lavoro
delle donne che ha contribuito a cambiare il mondo.
L'esperienza ha
dato la possibilità di
sperimentare processi
orientativi che permettano alle donne di
affrontare positivamente i temi propri
delle discipline tecnicoscientifiche, poiché è
possibile "conservare e
valorizzare solo ciò che
si conosce”, professionalizzando le risorse
e combattendo le forme di discriminazione
indirette rispetto ad
un'attività "storicamente" maschile.
Compito delle/gli alunni è stato quello
di ripercorrere il metodo per la formulazione delle schede, per descrivere e
catalogare ogni singolo strumento. Armate/i di spirito di osservazione, curiosità
e con l’aiuto di un vecchio registro di
inventario degli anni ’20, hanno acquisito
la competenza relativa alla formulazione
di schede di catalogazione di strumentazione scientifica antica e alla promozione della fruizione museale, sviluppando il senso di appartenenza, l’identità
storico-sociale e geografica, oltre che
personale.
La simulazione della fruizione museale, durante la presentazione al pubblico di alcuni strumenti tra quelli antichi
del liceo, ha evidenziato la sensibilità
femminile nella lettura e nella presentazione del lavoro fatto: percorsi museali,
descrizione e dimostrazione d'uso degli
strumenti, corredata da notizie storiche
relative alle numerose figure femminili
della storia delle scienze, note e non,
che hanno segnato il cammino delle
scienze. Ad esse si sono appassionate/i
Attraverso questa esperienza alunne
e alunni sono diventate/i, strumento
dopo strumento, partecipi e soprattutto
artefici della storia: quella del Museo
Scientifico del Liceo Classico Statale
“G.Garibaldi” di Palermo.
25
Centro Territoriale Permanente Eda Distretto 10
SMS “Quasimodo-Melo da Bari”
BARI
Azione 7.1b
“Leggere la differenza di genere”
E’ raro, nella propria vita lavorativa,
tanto più se si è uomini, imbattersi in
momenti di aperto confronto e di riflessione profonda, fatta a più voci insieme
a colleghi e
colleghe, sulle
caratteristiche
individuali che
ciascuno porta
nella propria
attività
e,
quindi, sui propri
percorsi professionali. Anche
nei ruoli che richiedono una
continua revisione dei paradigmi con cui si
opera, come
può essere la
funzione docente, si tende
a restare legati
a stili e codici
comunicativi, ad
approcci metodologici e a
schemi mentali
che restano sostanzialmente statici, poiché, quand’anche vengano sottoposti a critica e
revisione, queste difficilmente arrivano
a coinvolgere gli aspetti più nascosti
del nostro sé professionale.
Si può dire che la prima grande opportunità, offerta a chi, come me, ha
partecipato al corso di formazione docenti “Leggere la differenza di genere”,
sia stata proprio quella di ripercorrere
e analizzare le modalità con cui si
interpreta il proprio ruolo lavorativo,
mettendolo in relazione al tracciato di
vita con cui ci si è formati in quanto
uomini e in quanto donne. Attraverso
il ricorso al
metodo autobiografico, colleghi e colleghe
di età e di ambiti professionali
e disciplinari
diversi, hanno
messo a confronto le loro
storie scolastiche personali,
come alunni/e e
come insegnanti, ma anche le tappe significative
attraverso cui
hanno costruito
le proprie identità di genere.
Questo ci racconta il diario di
bordo del corso,
in cui ciascuno/a, di volta in
volta, ha ricostruito la memoria collettiva degli incontri.“E’ stato un ritornare
bambine, sorelle, figlie, ma anche madri
e mogli come lo siamo ora” dice Miriam,
una collega che lavora come me in
Educazione degli Adulti, e continua “nel
giro della memoria, il racconto di sé è
divenuto motivo per ricercare sempre
di più la mia identità di genere, le
tappe che l’ hanno connotata e i percorsi che l’ hanno portata a maturazione. Mi sono rivista adolescente e
26
ho ricordato tutte quelle persone professori, educatori, amici e conoscenti-, che hanno contribuito a farmi
evolvere come persona e come
donna”. E il diario stesso è diventato
memoria collettiva del gruppo fatto,
inizialmente, di persone che da anni
si incrociano nei corridoi, che si vedono
senza guardarsi, ma che solo grazie
al racconto delle proprie storie, a volte
dolorose, sono arrivate alla “presa di
coscienza di quanto sia facile cadere
nella trappola del giudicare senza
conoscere, del con-vivere senza condividere”, come ha affermato Franca,
una collega alle soglie del pensionamento.
E attraverso le storie individuali sono
emerse tutte le polarità del maschile
e del femminile - espansività e sintesi,
emotività e razionalità, circolarità e
linearità, analogico e digitale – che
non restano solo stili cognitivi e schemi
mentali, ma si incarnano nei corpi
delle persone. Così, il ricorso alla
videocamera che riprendeva per intero
gli incontri, ha dato modo di analizzare
quanto e come, attraverso il non detto
della gestualità corporea, trasmettiamo
silenziosamente messaggi analogici ai
nostri alunni/e attinenti la dimensione
identitaria e di genere. L’istanza del
corporeo è stata forse la scoperta più
dura da accettare: sul nostro essere
al “femminile” o al “maschile”, possiamo mediare, modulare o mentire con
il pensiero e con il linguaggio ma non
con il corpo. E’ stato sorprendente
scoprire che i colleghi e le colleghe
che tendevano a creare setting didattici
o si connotavano con stili cognitivi e
relazionali al “maschile”, riportavano
durante i role-play psicocorporei questo stesso profilo nella postura, nell’uso
dello sguardo, nel modo di gestire. Il
corpo è il luogo in cui si conservano
ferite di antichi conflitti nella costruzione della propria identità e, quindi,
diventa terreno privilegiato per osser-
vare nel rapporto educativo l’avanzare
del processo identitario.
Il linguaggio, invece, è il terreno
degli infingimenti e del mascheramento, luogo di occultamento delle differenze e di produzione di omologazione
e neutralità. Pertanto è al suo interno
che i docenti, attraverso le sollecitazioni dei testi di Luce Irigaray, Luisa
Muraro e del Circolo di Diotima, hanno
cercato di individuare i meccanismi
di produzione di racconti disciplinari
ideologici e hanno indagato le possibilità di costruzione di contenuti e
saperi sessuati, attenti alla differenza
di genere. La stessa potenza linguistica, messa al servizio dell’occultamento,
per esempio attraverso le regole grammaticali, può essere diversamente
utilizzata, sfruttando la capacità evocativa e immaginifica del lessico.
L’uso del linguaggio, gli elementi
non verbali della comunicazione, la
dimensione gruppale la gestione del
conflitto, la polarità negli stili cognitivi
sono stati individuati, attraverso una
metacognizione sul percorso svolto,
come i punti di vista su cui esercitare
l’osservazione dei/delle docenti, nell’intento di verificare quanto in situazione le differenze di genere si manifestano e come l’intervento educativo
può valorizzarle, modularle anziché
farle configgere. Questo complesso
itinerario di ripensamento, di interrogazione, di rimessa in discussione di
sé, è approdato alla costruzione di un
nuovo sguardo, resosi consapevole
che, con le parole di Angela, “l’uomo,
la donna sono progetti in divenire, in
costante mutamento e l’identità di
ciascuno, altro non è che il risultato
della poliedricità connaturata all’essenza individuale, della ricchezza ed unicità della soggettività di ognuno”.
27
Centro Territoriale Permanente – S.M.S. “COCCHIARA”
PALERMO
Azione 7.1b
“La formazione delle/dei docenti: pari opportunità”
Ci sono esperienze professionali che
restano nella memoria come più
significative di altre.
Così è stato per il Corso “La
formazione delle/dei docenti: pari
opportunità”. Basti pensare al fatto
che quando noi partecipanti, anche
casualmente, ci incontriamo ci
salutiamo con gioia e simpatia, come
persone, non più anonime, che hanno
vissuto insieme qualcosa di bello.
Certo, eravamo già sensibili alle
tematiche di genere, ma eravamo
incuriosite (vista la partecipazione di
un solo corsista utilizzeremo il genere
femminile) dagli apporti o comunque
dalle stimolazioni nuove che la
partecipazione al corso, forse, avrebbe
potuto darci.
Operiamo in un ambiente dove
emergono situazioni di disagio causate
da bisogni - di tutti i tipi - mai
soddisfatti, che non possono non
coinvolgerci come esseri umani e
come persone di cultura. La possibilità
di essere aiutate a promuovere lo
sviluppo dei/delle nostri/e alunni/e
valorizzando la differenza tra i sessi,
ci intrigava, anche se, prima di dare
la nostra adesione, ancora
continuavamo a chiederci: “ Sarà
interessante? Ci tornerà utile nella
nostra attività educativa? Ci farà solo
stancare, impegnandoci ancora alcune
ore della nostra giornata, già
abbastanza piena?”.
28
Non ci siamo pentite di avere detto
di si!
Già dal primo incontro ci è apparso
chiaro che il nostro bisogno era quello
di educare i nostri alunni e le nostre
alunne a conoscersi e a sapersi
valorizzare, non potevamo non partire
da noi, abituandoci a parlare delle
nostre “cose” a noi stesse e agli altri/e.
Sistemate in modo circolare e senza
reticenze, abbiamo iniziato parlando
delle nostre scelte lavorative: “quali
persone o cose le avevano stimolate
o condizionate?” I nostri dialoghi,
sempre volti a cogliere il nocciolo dei
problemi, assumevano spesso un tono
scherzoso, grazie alla verve di alcune
che sapevano raccontare con brio e
intelligente ironia.
Eravamo, inoltre, incoraggiate nella
nostra apertura e nell’essere noi stesse
dalla simpatia dimostrataci dalla
conduttrice dei nostri primi incontri,
una psicologa, che si diceva contenta
di lavorare con un gruppo come il
proposto il genogramma in classe. Il
modo in cui hanno caratterizzato i
familiari ci ha fatto comprendere meglio
il loro vissuto e ci ha rese più attente
nel ricercare strategie educative
adeguate.
nostro, così variegato nelle personalità
e nelle esperienze di vita.
Intanto, gli incontri con la sociologa
aprivano un altro varco alle nostre
riflessioni: cos’è cambiato per la donna,
dall’origine del Femminismo ad oggi?
Non molto, si è pensato! E questo sia
relativamente al mondo sociale e
politico, sia nel microcosmo della
famiglia dove ruoli, competenze e
compiti appaiono fin troppo circoscritti
e cementati da una lunga abitudine.
Dopo questi incontri siamo passate
alla fase successiva di elaborazione di
percorsi formativi orientati alle pari
opportunità di genere.
Ci siamo prima confrontate sui
progetti realizzati nelle nostre scuole
poi ci siamo esercitate nel costruire
unità didattiche attente al genere
femminile e al maschile. Abbiamo
pensato a fiabe, racconti, film che
potessero far risalire alle appartenenze
di genere e guidare i ragazzi e le ragazze
a riflettere sul loro vissuto. Abbiamo
pensato a personaggi storici femminili
da far conoscere e ad artiste il cui
linguaggio espressivo potesse essere
confrontato con quello di contemporanei
di sesso maschile.
Queste considerazioni riattizzavano in
noi il desiderio che le cose cambiassero
e la volontà di educare i ragazzi e le
ragazze al cambiamento.
Ci sono stati proposti, quindi,
strumenti di osservazione e tecniche
per individuare dinamiche di
comportamenti di genere all’interno
della famiglia. Si trattava di giochi di
ruolo, di simulazioni, psicodrammi…
Ma l’attività che maggiormente ha
coinvolto è stata il “genogramma”, sorta
di albero genealogico della famiglia. Le
prime ad impegnarci in questo gioco
siamo state noi docenti, invitate ad
indicare con colori diversi l’intensità di
rapporto che ci lega a certi, e non altri,
nostri parenti. E’ stato un modo di
guardare a persone e cose, tra le più
importanti della nostra vita, per cogliere
elementi fondanti, connessioni, cause,
conseguenze che, anche nel confronto
con i racconti delle colleghe, ci
chiarivano a noi stesse e ci davano
spiegazioni su quello che siamo
diventate. L’entusiasmo con cui ci siamo
dedicate a questa attività l’abbiamo
riscontrato pure nei nostri alunni e nelle
nostre alunne, quando abbiamo
Sono stati i primi tentativi, specie per
molte di noi che non avevano mai
seguito un corso di pari opportunità di
genere, ma è stato bello provarci.
29
Centro territoriale Permanente – S.M.S. “I. Florio”
PALERMO
Azione 7.3
“Figlia sarai donna” - “Parlare al femminile”
La S.M.S. “ Florio” di Palermo ha
proposto e sviluppato progetti
riguardanti la misura 7 promuovendo
una rete comprensiva di molte
Istituzioni scolastiche del territorio
e di altre Istituzioni di servizio.
Interessanti per gli
esiti raggiunti sono
stati: il progetto
“Figlia sarai
donna”, attuato
dalla S.M.S. “B.
Siciliano” di Capaci,
comune limitrofo alla
città con caratteristiche
etico/sociali contraddittorie, e il
progetto“ Parlare al femminile” attuato
dall’ I.C. “Basile”, situato in un
quartiere periferico e deprivato della
città. I progetti hanno colto istanze
e bisogni delle donne del territorio,
offrendo opportunità di
apprendimento e di conoscenza della
società nella quale vivono e che
comprendevano con difficoltà e hanno
anche aperto alla prospettiva di potersi
inserire nel mondo del lavoro dal quale
si erano sentite “naturalmente”
escluse.
Aspetti comuni ai due corsi sono
stati i laboratori, animati da esperti
e tutor e relativi a:
·Conoscenza e ri/conoscenza dei
linguaggi creativi attraverso varie
forme (teatro, danza, pittura…);
·Conoscenza e uso delle nuove
tecnologie;
·Riscoperta della propria individualità
come portatrice inconsapevole di
cultura;
Il progetto “Figlia sarai donna” ha
attuato anche un modulo di
20 ore dedicato al diritto
di famiglia e all’analisi
della L. R. n.32/00
sull’imprenditoria
femminile. I laboratori
di informatica, subito
accettati, hanno fatto si
che le partecipanti si
sentissero alla “pari” e pronte ad
eventuali collaborazioni con i propri
mariti/ compagni/figli
L’ e l e m e n t o p i ù r i l e va n t e e
significativo che va al di là del
risultato, tra l’altro molto positivo sia
per le competenze acquisite che per
la crescita culturale, è stata la
presenza assidua delle donne che con
impegno hanno superato difficoltà
familiari di tipo organizzativo per fare
qualcosa che hanno ritenuto e
dichiarato importante per sé e per i
figli. L’interesse e l’efficacia dei
laboratori sono stati tali che tutte,
alla fine dei due percorsi, hanno
manifestato disappunto per la loro
conclusione auspicando una nuova
opportunità che consentisse di
proseguire quel cammino di
autonomia e di autostima che le aveva
entusiasmate.
30
Istituto Superiore “G. F. Gemelli Careri”
TAURIANOVA (RC)
Azione 7.2
“Dalla business idea al mercato”
Il progetto ha coinvolto gli alunni
delle classi IV, di cui il 90% donne.
La necessità di creare figure
professionali con competenze mirate
allo sviluppo dell’economia,
migliorando l’atteggiamento
individuale principalmente da parte
delle donne nei confronti
dell’imprenditorialità, è stato il punto
di forza del progetto.
Impresa attraverso la nomina dei
Direttori di Funzione, hanno redatto
il Business Plan, realizzato una ricerca
di mercato ed infine hanno realizzato
un proprio prodotto. Si è cercato di
riprodurre fedelmente le funzioni di
un’impresa reale in tutti i suoi aspetti.
Sperimentando le più svariate
tecniche (come quella del
L a d i ffu s i o n e d e l l a
cultura d’impresa, ha
portato alla conoscenza
del territorio provinciale e
locale sotto il profilo socio
- economico; ha cercato
di orientare studenti e
studentesse nelle scelte
occupazionali future.
L’attività di formazione
ha seguito un percorso
strutturato in moduli,
favorendo il confronto tra
i/le partecipanti,
alternando momenti teorici ed
esperenziali. Con la lezione frontale
sono state affrontate le tematiche sui
finanziamenti regionali, nazionali e
comunitari, sulla normativa ISO 9000
e il sistema di qualità, sulla (legge
626) sicurezza nei luoghi di lavoro.
Attraverso esercitazioni pratiche ed
all’insegna del learning by doing, gli
studenti e le studentesse, mettendo
a frutto la capacità di lavorare in
gruppo per obiettivi comuni e
condivisi, hanno simulato la
costituzione di un’Impresa, redatto
l’Atto Costitutivo e lo Statuto, dato
una struttura organizzativa alla loro
Brainstorming), gli studenti e le
studentesse hanno lavorato per
individuare e concretizzare la propria
idea imprenditoriale, valorizzando la
creatività individuale e di gruppo.
Interessanti sono stati i momenti
decisionali, in quanto hanno avuto
l’opportunità di mettere alla prova se
stessi e acquisire nuovi elementi di
professionalità specifica in termini
di conoscenza e abilità.
Il coinvolgimento di alunne e alunni
è notevolmente cresciuto quando
hanno avuto la possibilità di applicare
all’attività lavorativa le nozioni teoriche
studiate nelle varie discipline.
31
Liceo Scientifico
di San Giorgio a Cremano (NA)
Azione 7.3
“ Donna: progetto futuro”
Al termine della scorsa annualità,
nel mese di maggio 2004, il del sindaco di san Giorgio e l'Assessora alle
Pari Opportunità, che ha caldeggiato
il patrocinio del Comune per la
nostra iniziativa, hanno consegnato
gli attestati di partecipazione alle
donne che hanno partecipato al per-
corso formativo "Donna, progetto
futuro".
L'appuntamento per docenti e tutor
era nell'Aula Consiliare.
Il giorno prima tutte dal parrucchiere
e la mattina del giorno fatidico tutte
ad approntare il vestito delle occasioni.
Ci siamo ritrovate in quel caldo
pomeriggio un po' emozionate e, a
dir la verità, anche commosse. Era
32
stata una prima esperienza per tutte:
le corsiste perché erano state coinvolte per la prima volta in un'iniziativa
rivolta solo a loro per rispondere ad
un'esigenza profonda di autonomia
lavorativa e di realizzazione umana;
la sottoscritta, docente con funzione
di tutor, perchè aveva portato brillantemente in porto, con
lusinghieri riscontri sul
territorio, un progetto
diverso dai soliti, con
una platea decisamente particolare,
oppressa da doveri e
incombenze familiari,
eppure desiderosa di
a p p r e n d e r e .
Ore 15: il Sindaco
pronuncia un discorso
di congratulazioni e
apprezzamento e
consegna singolarmente gli attestati con
il suo solito garbo,
l'Assessora ricorda
quanto sia importante
l'imprenditoria femminile e come il
mondo del lavoro, anche a San Giorgio, abbia bisogno dell’iniziativa delle
donne. Foto di gruppo (complice un
marito fotografo). E ora? Affrontiamo
la seconda annualità del percorso,
dal titolo “Donna, non solo vestale”,
per imparare come si costituisce
un’impresa.
Liceo scientifico “Federico Quercia”
Marcianise (CE)
Azione 7.2
“IMPRESA MULTIMEDIALE PER IL TURISMO”
Il Progetto si inserisce nell’ambito
delle tematiche di genere, con l’intento
di creare negli/lle studenti/esse una
mentalità imprenditoriale nuova, che
offra opportunità di lavoro modulare,
flessibile, sia nel tempo che nello
spazio, da svolgere in collaborazione
con altri operatori, anche lontani per
mezzo della rete multimediale.
Questo tipo di scelta lavorativa
dovrebbe offrire pari dignità a chi,
uomo o donna, voglia dedicare il resto
del suo tempo ad altri compiti, quali,
per esempio la cura della famiglia.
Il progetto si è articolato in tre fasi:
la prima dedicata alla storia
dell’emancipazione femminile; la
seconda all’acquisizione di semplici
nozioni su che cosa è e come si forma
una piccola società; l’ultima alla
preparazione di una gita scolastica
con la guida, un quaderno attivo per
gli studenti.
In questa fase, le alunne, hanno
fatto ricerche sui libri e su Internet,
ma soprattutto hanno fatto proprie
le notizie acquisite, le hanno verificate
sul posto e ciascuna di loro, inserita
a piccoli gruppi, ha prodotto materiale
in parte utilizzato per la realizzazione
della guida del parco “Vergilianum”
di Napoli, meta prescelta per la gita.
33
34
NOTE
35
NOTE
36
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Dipartimento per l'Istruzione
Direzione Generale per gli Affari Internazionali
dell'istruzione Scolastica
Ufficio V
Unione Europea
Fondo Sociale Europeo
Fondo Europeo di Sviluppo Regionale
2000-2006
Scarica

opuscolo 23.FH10