Milano 2009 concerti, film e video nella musica del nostro tempo diciannovesima edizione con il patrocinio di concerti, film e video nella musica del nostro tempo rassegna promossa dalla Provincia di Milano il programma è a cura di Enzo Gentile, Marco Piccardi Presidente Filippo Penati coordinamento Massimo Cecconi Assessore alla cultura, culture e integrazione Daniela Benelli organizzazione, promozione Marco Piccardi, Dario Salvetti Direttore centrale cultura e affari sociali Claudio Minoia Direttore settore cultura Massimo Cecconi segreteria organizzativa Angela Marino, Veronica Sebastianelli collabora Irene Moresco ufficio stampa e sito web Giorgio Bocca, Pinuccia Merisio con Valentina Vergerio e Daniele Caiazzo stagista Antonella Armigero supporti multimediali Medialogo/ Servizio audiovisivi della Provincia di Milano con la collaborazione di Fondazione Cineteca Italiana servizi tecnici Saverio Camarca, Luca Carovelli, Caterina Casati, Bruno Chemolli, Gianni Molari, Marco Occhipinti, Giuseppe Prestia, Paolo Sigrisi Provincia di Milano/Settore cultura per informazioni: tel. 02 7740.6383/6384/6329 www.provincia.milano.it/cultura ufficio stampa: tel. 02 7740.6310/6358/6359 G iunge alla diciannovesima edizione Suoni e Visioni, rassegna ormai storica della Provincia di Milano che sempre di più nel corso degli anni ha acquistato una fisionomia schietta e decisa, non solo per la qualità artistica dei musicisti coinvolti, ma anche per la sensibilità con cui nomi e gruppi sono stati scelti. Un taglio internazionale, eclettico, che ha saputo tenere insieme - fedelmente - autori affermati e nuovi talenti. Suoni e Visioni ha sempre rispettato la sua vocazione originaria: accostarsi a diversi generi musicali, privilegiare il rapporto musica-cinema e, più in generale, musica-immagine. Purtroppo, la difficile congiuntura economica chiama in causa anche i bilanci della cultura. Abbiamo però scelto di continuare a proporre Suoni e Visioni, rinnovando rapporti consolidati di collaborazione, con un impegno che per noi è prima di tutto programmatico. La rassegna è un’eccellenza dell’offerta culturale della Provincia, e attrae un pubblico molto vasto e vario, raggiungendo giovani e musicofili di ogni tipo. Il programma 2009 è quindi più compatto ma comunque ricco e variegato. La rassegna prende vita, come sempre, in diversi spazi della città: un vantaggio, per il pubblico prima di tutto, che si sposta e apprezza diversi ambienti di performance, e una virtù, perché la rassegna entra in sintonia e relazione con la città che la ospita, polimorfa e policentrica. Si articola quindi su diverse sedi (Teatro Dal Verme, Teatro Leonardo, Spazio Oberdan), anche se in modo meno dispersivo che in passato. Riguardo agli artisti ospiti, Seun Kuti è un alfiere della musica dell’Africa di oggi, continente delle cui popolazioni tende ad incarnare anche le istanze politico-sociali, sulla scia del padre Fela. David Byrne è una stella di prima di grandezza del rock internazionale nonché artista raffinato e poliedrico che si è accostato al mondo del teatro, del cinema e della fotografia (proprio “Suoni e Visioni” anni fa ha ospitato una sua personale). Riccardo Tesi è uno degli artisti italiani più apprezzati, anche all’estero, per l’impegno nel recupero della nostra musica popolare, che però attualizza e contamina con intelligenza. Bat For Lashes, progetto che ruota attorno alla cantante-autrice Natasha Khan, è invece una proposta recente, emergente, di tendenza. I due concerti allo Spazio Oberdan sono strettamente legati al cinema: all’esibizione del songwriter Scott Matthew fa seguito la proiezione del film “Shortbus”, al quale ha partecipato di persona e con la sua musica; la performance di stampo jazzistico dei q3, con ospite il noto chitarrista Kurt Rosenwinkel, è invece un commento sonoro in simultanea ad un vecchio film muto. Il programma è completato, come di consueto, da alcune serate video, sempre all’Oberdan, che ci forniscono un ritratto in musica e immagini di artisti ospiti della rassegna, come David Byrne, o a cui rendere omaggio, come Miles Davis e Jimi Hendrix. Queste proiezioni sono ormai un punto di riferimento per gli appassionati, e infatti non di rado si creano lunghe file di persone che attendono di entrare in sala, alla caccia di un posto. Suoni e Visioni, dunque, ci rende come sempre orgogliosi, dimostrando come si possano fare cose egregie con risorse contenute, puntando su scelte artistiche oculate e competenti. Daniela Benelli Assessore alla cultura, culture e integrazione della Provincia di Milano Seun Kuti &Fela’s Egypt 80 venerdì 20 marzo ore 21 posto unico 8 18,00 ridotto 8 14,00 Seun Anikulapo Kuti voce, sax alto, tastiere Tajudeen Olalekan Animasahun direzione musicale e tastiere Adedimeji Rilwan Fagbemi sax baritono Oyinade Adeniran sax tenore Olumuyiwa Emmanuel Kunnuji, Olugbade Peter Okunade tromba Kunle Justice basso Iyabo Folashade Adeniran, Yetunde Sophia George Ademiluyi voce e danza David Obanyedo chitarra solista Alade Oluwagbemiga chitarra Ajayi Raimi Adebiyi batteria Kola Onasanya congas Olawale Toriola, Okon Iyamba percussioni in collaborazione con Associazione culturale Informel Teatro Dal Verme Via S. Giovanni sul Muro 2 V entisei anni, Oluseun Anikulapo Kuti è il più giovane figlio del massimo artista espresso dal Continente Nero nel secolo passato: Fela Anikulapo Kuti (1938-1997). Profeta dell’afrobeat, icona musicale e culturale del suo Paese, Fela è stato molto più che un cantante e band leader, in termini concreti e simbolicamente ha rappresentato tantissimo per la Nigeria, un testimone, una bandiera e un punto di riferimento, mai rimosso, neppure a distanza dalla scomparsa. La sua eredità è stata ripresa da almeno due dei rampolli di famiglia, Femi e appunto Seun, che oggi è alla guida della spettacolosa orchestra di Fela, i leggendari Egypt 80 (ex Africa 70), una ventina di elementi che compaiono anche nel lavoro d’esordio uscito in estate, “Many Things”. Nell’album, in sette brani, per oltre cinquanta minuti di musica incandescente, fluiscono i ritmi e la filosofia cari a Fela Kuti, la cui memoria non potrebbe avere un destino e una cura migliori. In quei materiali, che portano tutti la firma di Seun, ritorna l’iterazione, la calda tensione propria del capostipite, per una miscela perfetta da ballare, ma anche nel triturare messaggi sociali e slogan di vita quotidiana, espressi in lingua yoruba, l’etnia più numerosa presente in Nigeria. Seun, con la sua voce e un sax ruvido e aggressivo, affronta gli ascoltatori per un risultato stilisticamente ineccepibile, governato con l’energia e la veracità tumultuosa tipica dell’età, dove il desiderio di modernità si coniuga alla forza delle radici. Con i testi intrisi di tematiche politiche e di denuncia, Seun arringa sulla scia del padre senza mediazioni, né timidezze: “Abbiamo problemi per avere una casa, per trovare un lavoro, per andare a scuola: ne abbiamo in termini di etnia e con il governo” canta, aggiungendo: “Non raccontate stronzate all’Africa”. Fela, da questo punto di vista, può stare tranquillo: l’afro-beat del ventunesimo secolo è in buone mani. David Byrne voce e chitarra Mauro Refosco percussioni Paul Frazier basso Graham Hawthorne batteria Mark Degliantoni tastiere Kaissa Doumbe Moulongo, Ray Frazier, Jenni Muldaur voce Lily Baldwin, Steven Reker, Natalie Kuhn danza in collaborazione con International Music and Arts “P martedì 21 aprile ore 21 primi posti 8 30,00 ridotti 8 24,00 secondi posti e balconata 824 ridotti 819 Teatro Dal Verme Via S. Giovanni sul Muro 2 orgiamo l’orecchio a cose diverse, per vedere se possiamo metterle insieme e creare qualcosa di nuovo.” Musicisti così sono ormai più unici che rari ed è bene preservarli, perché ad ogni mossa possono sorprendere, incantare, solleticare oltre ogni regola. David Byrne e Brian Eno sembrerebbero fatti uno per l’altro, artisticamente complementari, abili nella leggerezza come in profondità, nel giocare con i suoni e le melodie, ma anche capaci di sperimentare e trasformare le trame, di coltivare pozioni magiche, sempre sospesi tra prassi e teoria. A fine anni Settanta, dopo due album dei Talking Heads per cui Eno aveva firmato la produzione (“More Songs About Building and Food” e “Fear of Music”), tra Brian e David scatta una scintilla che porterà nel 1981 a un autentico capolavoro, “My Life in the Bush of Ghosts”, un tesoro di intuizioni, alchimie, fascino che lascerà un’impronta profonda nella musica di questi anni. E nonostante quell’esito, incensato da più parti, la stima reciproca e il buon vicinato, ci sono voluti altri ventisette anni perché Byrne e Eno tornassero a realizzare un altro disco insieme, “Everything That Happens Will Happen Today”, uscito alla fine del 2008. “Volevamo un album che combinasse qualcosa di umano, fallibile e personale con qualcosa di molto elettronico e matematico – hanno spiegato –, che si avvicinasse all’idea di gospel elettronico, ovvero musica in cui il canto è al centro di tutto, ma con paesaggi sonici atipici. E alla fine abbiamo realizzato qualcosa che nessuno di noi avrebbe mai potuto fare da solo...”. Canzoni oblique, ispirazioni trasversali, che nella traduzione ‘live’ subiranno un’ulteriore metamorfosi, con l’apporto anche di due danzatori: è materia in movimento, una fibrillazione volutamente ardita, ma a misura d’uomo, senza inutili cedimenti criptici. Nello show, che riporta David Byrne a Milano dopo cinque anni, è prevedibile anche una panoramica sul suo canzoniere, dalle origini delle ‘teste parlanti’ alla citazione dei suoi bellissimi dischi solisti: una produzione sempre all’insegna di un malizioso, intelligente, amabile scavo nell’inusuale, un esotismo urbano contemporaneo che non smette di sollecitare il corpo e la fantasia. Riccardo Tesi organetto Maurizio Geri chitarra, voce Claudio Carboni sax Marco Fadda percussioni Stefano Melone pianoforte, voce Archaea Modern Strings: Mauro Fabrucci violino Vieri Bugli violino Marcello Puliti viola Damiano Puliti violoncello Filippo Pedol contrabbasso Ospite: Elena Ledda voce in collaborazione con Frame Events e Associazione culturale Via Vai D Riccardo Tesi “Presente Remoto” martedì 28 aprile ore 21 posto unico 8 18,00 ridotto 8 14,00 Teatro Leonardo Via Ampère 1 (ang. Piazza Leonardo da Vinci) a Pistoia con furore: il nostro più bravo musicista folk, e probabilmente, nel suo settore, il più conosciuto e accreditato anche all’estero, arriva dall’Appennino toscano da dove, circa trent’anni fa, parte il cammino professionale: un curriculum fitto di dischi, collaborazioni, riconoscimenti e premi internazionali che gli hanno consentito di sfondare oltre il circuito specializzato degli appassionati stretti e addetti ai lavori. Riccardo Tesi (1956) ha conquistato favori e consensi innanzitutto come virtuoso dell’organetto diatonico (un antenato della fisarmonica), per amplificare poi la sua notorietà in virtù delle eccellenti doti di band leader e compositore sempre alimentato dalla curiosità, dal desiderio della ricerca, da una vitalità artistica che, poggiando sugli archetipi della musica popolare e tradizionale, si è aperta a sonorità e architetture più complesse e ambiziose. La storia di Tesi parla chiaro e segnala un artista aperto, spalancato ai suoni del mondo, osservatore privilegiato proprio perché capace di unire, come un’ideale cerniera del tempo, universi apparentemente lontanissimi tra loro eppure in grado di dialogare virtuosi e preziosi tra loro. Dopo un inizio professionale nel gruppo di Caterina Bueno, il musicista pistoiese ha saputo portare alla ribalta, da protagonista, uno strumento considerato di nicchia, limitato nelle sue possibilità: e la carriera, non solo da titolare ma anche da session-man di lusso, evidenzia la fertile duttilità di Tesi, che rintracciamo in vari dischi pop e d’autore. La lista delle collaborazioni è lunga e di assoluto prestigio: De Andrè, Gaber, Fossati, Pelù, Tosca, Ornella Vanoni, Gianmaria Testa, Banda Osiris, Gianluigi Trovesi, Daniele Sepe e, oltre confine, John Kirkpatrick, Kepa Junkera, Patrick Vaillant... Tra gli artisti che più efficacemente hanno condiviso palcoscenico e sala di registrazione con Tesi, c’è anche Elena Ledda, splendida voce della Sardegna che figura nella formazione allargata di questa esecuzione ‘live’ di “Presente Remoto”, il suo disco più recente, felice commistione di stili, persuasiva ode multiculturale nel solco di una nuova world music italiana. Scott Matthew voce e chitarra Marisol Limon Martinez piano Eugene Lemcio basso Clara Kennedy viola Sam Taylor violoncello il film "Shortbus" di John Cameron Mitchell (2006) è vietato ai minori di 18 anni management DNA Concerti T Scott Matthew + proiezione del film “Shortbus” lunedì 4 maggio ore 21 posto unico 8 10,00 ridotto 8 8,00 Spazio Oberdan Viale Vittorio Veneto 2 ra le giovani promesse ecco un artista da tenere d’occhio, una delle carte da giocare per il rinnovamento della canzone d’autore internazionale: Scott Matthew (da non confondersi con il quasi omonimo collega britannico Scott Matthews) è australiano di nascita ma newyorkese d’adozione. Originario del Queensland, abbandonati gli studi, fonda a Sidney il gruppo punk Nicotine, prima di trasferirsi a New York, dal 1997, dove si allargano notevolmente i suoi orizzonti musicali. E lì nel 2002 pubblica il suo esordio discografico, un EP dalle fila del gruppo Elva Snow. La carriera è ancora agli inizi, ma con premesse tali da segnalarlo all’attenzione del pubblico e della critica che seguono il circuito indipendente. Ad oggi, dopo un abbrivio promettente, il songwriter ha pubblicato un solo album, senza titolo, nel 2008, mentre è in uscita il secondo. Ma a rivelarlo è stata la partecipazione, per una breve apparizione da attore, al film “Shortbus”, cui ha anche contribuito con diversi brani inseriti nella colonna sonora, compreso il tema, “In the End”. La pellicola del regista John Cameron Mitchell, presentata in concorso al Festival di Cannes del 2006, è diventata un titolo di culto dell’underground, permettendo a Scott di farsi notare ed emergere grazie a un garbo e a un’ispirazione densa e delicata, a composizioni morbide e sensuali, molto intense e cariche di una forte tensione poetica. La grazia dell’architettura, una vocalità intrigante per come si sposa alle sonorità acustiche, la dimensione intrisa di un’accattivante spiritualità, fanno di Matthew una rivelazione su cui puntare a colpo sicuro, qualcosa di più di una speranza. è quindi atteso dal vivo per la prima volta a Milano (dopo un fugace passaggio, lo scorso anno, in un locale dell’hinterland) per un recital reso ancora più interessante dall’eventualità di poter ascoltare anche i nuovi brani, praticamente alla prima esecuzione in concerto. q3+ Kurt “Nanuk l’eschimese” Rosenwinkel performance multimediale Max de Aloe armonica cromatica, armonica cromatica bassa, fisarmonica, pianoforte elettrico rhodes, pianoforte acustico, campionatore, effetti Simon Quinn contrabbasso, pianoforte elettrico rhodes, campionatore Brian Quinn batteria, vibrafono, percussioni ospite: Kurt Rosenwinkel chitarra elettrica management Fondazione Cineteca Italiana L’ martedì 5 maggio ore 21 posto unico 8 10,00 ridotto 8 8,00 Spazio Oberdan Viale Vittorio Veneto 2 omaggio a uno dei grandi maestri del documentario, del cinema inteso come poesia delle immagini, come transfert emotivo nel contatto tra l’uomo e la natura, rimanda a Robert Joseph Flaherty (18841951), autore americano che ha fatto della ricerca estrema, della sua potenza visiva un indelebile marchio di qualità per le generazioni a venire. L’incontro tra la musica e il suo capolavoro, “Nanuk l’eschimese”, girato nel corso di due anni (1920-1921) al Circolo Polare Artico, in condizioni atmosferiche e temperature proibitive, avviene grazie al lavoro del giovane gruppo ticinese q3 che con questo esperimento ha disegnato la suggestiva, originale sonorizzazione di una delle pellicole più importanti della storia del cinema. La vicenda del film è tanto semplice quanto sorprendente per la realizzazione: racconta la quotidianità di Nanuk e della sua famiglia, osservati con occhio complice, tra situazioni ora buffe ora drammatiche, e una delicatezza che fa di quel reportage un punto irrinunciabile della conoscenza, con meriti etnoantropologici, riconosciuti tuttora, a distanza di quasi un secolo. Il collettivo svizzero q3 ha composto ottanta minuti di musica al fine di accompagnare le gesta e le disavventure di Nanuk, per un’opera che presto vedrà la luce su dvd. Nelle passate stagioni l’organico è variato, ruotando sempre intorno alle figure dei fratelli Simon e Brian Quinn. Per l’occasione, ad impreziosire la performance, il trio ha voluto coinvolgere un ospite speciale, uno dei maggiori stilisti della chitarra jazz dell’ultima generazione: Kurt Rosenwinkel (1970). Cresciuto al Berklee College of Music di Boston, oltre a una propria carriera solista (“The Remedy – Live at the Village Vanguard”, del 2008 è l’album più recente), Rosenwinkel vanta un ricco palmares di collaborazioni: da quelle avute poco più che ventenne con Gary Burton e Paul Motian alle successive con Brad Mehldau e Joshua Redman. Bat For Lashes Natasha Khan voce, tastiere, chitarra, percussioni Sarah Jones batteria Ben Christophers chitarra, tastiere e altri strumenti Charlotte Hatherley chitarra in collaborazione con DNA Concerti G domenica 10 maggio ore 21 posto unico 8 18,00 ridotto 8 14,00 Teatro Leonardo Via Ampère 1 (ang. Piazza Leonardo da Vinci) li osservatori di cose rock, i talent scout abituati a fiutare l’aria e le novità dai vari fronti del suono internazionale sono concordi nell’indicare in Bat For Lashes un nome su cui puntare per l’immediato futuro: una promessa e pure qualcosa di più, in attesa della pubblicazione di “Two Suns”, cd che viene presentato con un ampio tour europeo in primavera. La vocazione tipica di “Suoni e Visioni”, che tende a recuperare le radici, a inquadrare il passato prossimo e remoto, ma a tenere d’occhio le ultime tendenze e anche le prossime, ha portato a considerare un concerto di Bat For Lashes come una vetrina ideale per seguire le mosse di una band ancora tutta da scoprire. Dietro il nome, più che un collettivo si cela il progetto di Natasha Khan (1979), musicista inglese di Brighton con origini pakistane che, oltre a cantare e a comporre tutti i materiali, si dedica a una vasta gamma di strumenti tra cui pianoforte, tastiere, chitarra, vibrafono e percussioni. L’opera di debutto, “Fur and Gold”, è del settembre 2006 e raccoglie esiti eccellenti, conquistando sia il pubblico che la critica: undici canzoni che hanno garantito alla band un solido credito anche nell’ambiente, tra i colleghi, al punto che i Radiohead hanno voluto Bat For Lashes come supporter in tutto il tour europeo dello scorso anno. Avvicinata per la tensione che sa tracciare nei testi e nell’architettura dei suoni a personaggi come Bjork, PJ Harvey, Kate Bush, in effetti Natasha dispone di una propria originalità, alimentata da un sapiente intreccio di tecnologia e trame ardite, sensuali, che consentono di svariare tra la forma della ballad e fughe più avventurose e sperimentali. Nel suo palmares anche due nomination nei prestigiosi Brit Awards, per le categorie Best British Female Artist e Best British Breakthrough Act. non-stop video Spazio Oberdan Viale Vittorio Veneto 2, Milano tel. 02.7740.6302/6300 David Byrne e Talking Heads martedì 7 aprile, ore 21 ingresso libero fino ad esaurimento posti selezione a cura di Cristina Guenzi e Gianmarco Picuzzi I l concerto di David Byrne, fiore all’occhiello di questa stagione 2009, si rivela un’occasione ancora più ghiotta per l’opportunità offerta di una riflessione per immagini sulla sua carriera lunga circa trent’anni, tra le gesta con i Talking Heads e le successive opzioni come solista. Con i suoi compagni (Jerry Harrison, Tina Weymouth e Chris Frantz) che illuminarono la scena newyorchese dalla seconda metà dei Settanta, proprio per sottolineare la straordinaria varietà di autore ed esecutore, e la funambolica capacità di band-leader, Byrne viene rappresentato da più angolazioni, a partire da un raro filmato live di “Psycho Killer”, del 1978. Sempre dal vivo troviamo due estratti di un concerto romano del 1980 e poi estratti dal filmdocumentario “Stop Making Sense”, girato da Jonathan Demme nel 1984. In un folgorante intreccio di stili e di linguaggi, ecco le diverse anime dell’artista (di cui “Suoni e Visioni” ha ospitato nel 1999 una mostra fotografica), con un frammento da “True Stories”, di cui fu regista, e poi esempi dei suoi videoclip, frammenti di interviste e delle variegate collaborazioni, le testimonianze dell’incontro con Brian Eno (“Mea Culpa”), con la coreografa Twyla Tharp (“Catherine Wheel”), fino a uno splendido duetto con Caetano Veloso, in “Flowers”. Chiudono episodi inediti o mai visti nel circuito ufficiale, dall’installazione “Playing the Building” alla curiosa incursione soft-sexy con Dizzee Rascal. lunedì 20 aprile, ore 21 ingresso libero fino ad esaurimento posti selezione a cura di Cristina Guenzi e Gianmarco Picuzzi con la collaborazione di Ivo Franchi F orse la più eminente, influente e geniale personalità della storia del jazz: un cimento complesso e delicato quello di abbracciare la storia e l’itinerario di Miles Davis (1926-1991) in due ore di documenti che hanno l’ambizione di evocare almeno in sintesi le sfaccettature di un artista senza frontiere. Caposcuola di più fasi ed età del jazz moderno, Davis con la sua tromba ha attraversato stili disparati e cresciuto alla sua corte intere generazioni di musicisti, di cui recuperiamo, in alcune di queste preziose sequenze, vari esponenti. Il nostro viaggio copre trent’anni di attività davisiana, cominciando dal memorabile connubio di “So What”, nel 1959, con John Coltrane e l’orchestra di Gil Evans, per poi pescare anche da un paio di leggendarie esibizioni italiane, a Milano nel 1964, con lo storico quintetto in cui era affiancato da Herbie Hancock, Wayne Shorter, Ron Carter e Tony Williams, e a Roma, nel 1969, dove invece ad accompagnarlo erano Chick Corea, Dave Holland, Jack DeJohnette e ancora Shorter. Non tutto ma di tutto: dopo una sequenza da “Ascensore per il patibolo”, cult-movie di Louis Malle, ecco Davis all’Isola di Wight, a Umbria Jazz 1987, in una session con Prince e in uno scorcio di “Dingo”, misconosciuto film australiano del regista-cult Rolf De Heer, uscito nel 1992: una pellicola nella quale Miles figura come attore, oltre a curarne la colonna sonora. E, infine, per ricordarlo in una delle ultime tournèe, ecco anche la scintillante performance elettrica di Parigi, nel 1989. non-stop video i primi diciotto anni di Spazio Oberdan Viale Vittorio Veneto 2, Milano tel. 02.7740.6302/6300 • Joe Jackson • Sinfonia per 100 chitarre (Rhys Chatam) • Bill Frisell • “Il Melologo Comico” • John Trudell • Henryk Gorecki • Kodò • Philip Glass Ensemble • Abdullah Ibrahim • Terry Riley • Tambours du Bronx • “Sonos’e memoria” • Baden Powell e Trio Esperança • The Klezmatics • Taraf De Haidoucks • Arvo Part • “Contagio” (Carnascialia + Almamegretta) 1992 1997 ingresso libero fino ad esaurimento posti selezione a cura di Cristina Guenzi e Gianmarco Picuzzi A 1995 1996 lunedì 27 aprile, ore 21 un passo dal quarantesimo anniversario della morte, ecco un ventaglio ampio e accattivante, che promette di stupire e stuzzicare anche i più accaniti fedelissimi: è quello organizzato per l’omaggio video a Jimi Hendrix. Il grande mancino viene qui raccontato e riepilogato attraverso oltre due ore che fotografano l’immensità del performer ‘live’, ma anche lo spessore del compositore, di cui emergono variabili e sfumature in quantità. La selezione parte da lontano, addirittura dal 1965 quando, giovane e acerbo, Jimi è alle prime armi (qui con Buddy & Stacey and The Upsetters), mentre l’anno dopo, all’approdo in Europa, lo si vede insieme a Johnny Halliday, a Parigi. Vita breve quanto intensa: lo si ritrova nel backstage con i Rolling Stones e in una serie impressionante di riprese di superba efficacia (al New York Rock Festival, nel 1968, a Woodstock, nel ’69, all’Isola di Wight, nel ’70, e a Maui, nelle Hawaii, in una sequenza non compresa nel montaggio del film “Rainbow Bridge”). Presenti molte delle canzoni-simbolo di un musicista rimasto ineguagliato (“Hey Joe”, “Purple Haze”, “Voodoo Chile”, “Foxy Lady” oltre a numerose cover, “Wild Thing”, “All Along the Watchtower”, “Sgt. Pepper’s”...), sono stati raccolti infine segni dell’arte hendrixiana anche da vari special tv e in un rarissimo scorcio del suo arrivo all’aeroporto di Roma, nel maggio 1968. Fisher Turner Ensamble) • Diamanda Galas • “Delfi” (Milesi, Ovadia e Studio Azzurro) • Italian Instabile Orchestra 1991 • Steve Reich • John Lurie/Lounge Lizards • The Durutti Column • Wim Mertens solo piano 1993 • Elvis Costello & Brodsky Quartet • Zakir Hussain & Alla Rakha Orchestra • Jan Garbarek Group & Mari Boine • Avion Travel • David Darling • The Chieftains • mostra “I Grandi Sviluppi” 1994 • Michael Nyman Band • Penguin Café Orchestra • Tangueros • “Blue Concert” (Simon • Master Musicians of Jajouka • “Jazz comme une image” • The Fugs • John Cale • Dervisci Rotanti di Konya • “a Edgar Allan Poe” (L. Einaudi/ I. Fedele) • Fairport Convention • Sentieri selvaggi selvaggi + Omar Pedrini) • Mick Taylor & the All Stars Blues Band/Popa Chubby Group • “Tango Negro” Juan Carlos Cacérès 1998 • Maurizio Marsico Monofonic • Archie Shepp Quartet/Sally Nyolo Group Orchestra • Goran Bregovic • Gong Orchestra di Bali • “Omaggio a Woody Guthrie” (ospite Bert Jansch) • Bang on a Can • Compay Segundo • “a Federico Fellini” (E. Rava + R. Galliano/ Harmonia Ensemble) • Wim Mertens Ensemble 1999 • Battista Lena Banda Sonora • Leningrad Cowboys • Balanescu Quartet + Dagmar Krause • Angelique Kidjo • Meira Asher • SamulNori • “Omaggio a Demetrio 2002 Stratos” (Area/Joan La • Janice DeRosa/Ekova Barbara) • Steve Piccolo Workshop + • mostra David Byrne Elliott Sharp • Don Moye Sun Percussion 2000 Summit + Officina Zoè + • Brian Ferry Baba Sissoko • Orchestre National de • “Le vie del Tango” (Girotto Barbés + Di Bonaventura/B.I.M. • Youssou N’Dour String Quartet/Cesar • “Sport e divertissements” Stroscio Trio Esquina) (E. Galante/G. Sollima) • John Surman + Jack • Jocelyn Pook Ensemble DeJohnette + London Brass • Marc Ribot y Los Cubanos • Brian Eno & Peter Postizos Schwalm 2001 • mostra “Dieci anni di Suoni e Visioni” • René Aubry Ensemble • Michael Nyman Band • Les Tambours de Brazza • “Orfeo a fumetti” (Sentieri 2003 • Nigel Kennedy • Manu Dibango & Ray Lema • Orchestra Baobab • “Smisurati Sguardi" (omaggio a Fabrizio De Andrè) • Jon Hassell 2004 • Randy Newman • Meredith Monk & Vocal Ensemble 2005 • Cheikha Rimitti/Kamilya Jubran • Hot Tuna/Nine Below Zero • “Concerto fotogramma” (Nicola Piovani e Orchestra) • Antony and The Johnsons • “The 23 Constellations of Joan Mirò” (Bobby Previte Ensemble) • Ivo Papasov Band/Sissi Atanassova Band 2006 • Pink Martini • Tuxedomoon • Adrian Belew Trio/Eugene Chadbourne Quartet • Mariza • “Ronin” (Gaetano Liguori) • “In ricordo di Ali Farka Tourè” (Toumani Diabate/ Robert Plant/Tinariwen/ Ludovico Einaudi) • “The Wild Blue Yonder Concert” (Ernst Reijseger + Mola Silla + Tenore e Concordu de Orosei) • “Gli Originali” (Franco Micalizzi & Big Bubbling Band + 10 artisti hip hop) 2007 • Anthony Braxton + William Parker + Hamid Drake • Dirty Dozen Brass Band • Lura • Trilok Gurtu & Arkè String Quartet • Hector Zazou & Q+C Ensemble • Natacha Atlas • “ArteSonado” (Fatima Miranda) • “Sacred Order of Magic Music & Art” (Bill Laswell, Eraldo Bernocchi...) • “Fireworks” (Alberto Nacci) • “Flashart” (E. Parker + W. Prati + M. B. Vecchi + K. Bjorgeengen) 2008 • Asa • Roscoe Mitchell + Wadada Leo Smith + Harrison Bankhead • Bettye Lavette • Tom Verlaine with Jimmy Rip • Richard Thompson Band • California Guitar Trio & Tony Levin • Omar Sosa Quintet • “Quarant’anni dopo” (Donovan/Eric Andersen/ Ivan Della Mea/Stormy Six + Eugenio Finardi e Claudio Rocchi) • “Omaggio aNick Drake” (Keith James + Rick Foot) • “Il tempo dell’acqua, il tempo della musica” (Tony Rusconi + Fred Frith) Prevendite: www.ticketone.it I biglietti sono acquistabili (con commissione) online, oppure (senza maggiorazione di prezzo) in tutti i punti vendita del circuito e presso le sedi dei singoli concerti. le schede dell’opuscolo sono di Enzo Gentile redazione: Marco Piccardi con Giorgio Bocca una scelta politica, culturale e progettuale per fare dell’integrazione un eccezionale fattore di sviluppo via Giulio Natta 11 Milano Lampugnano t 02 33496854/6830 Provincia di Milano/Settore cultura t 02 7740.6398/4433 [email protected] www.provincia.milano.it/cultura graphic design: A+G finito di stampare nel mese di febbraio 2009 presso P.M.S. Colours, Milano I biglietti del concerto di David Byrne sono in vendita online anche sul sito www.international-music.it, cliccando sul banner specifico. I biglietti per il concerto di Bat For Lashes sono in vendita anche sul sito www.vivaticket.it. 2009 concerti venerdì 20 marzo ore 21 Teatro Dal Verme Seun Kuti & Fela’s Egypt 80 Il più giovane dei figli di Fela Kuti arriva a Milano in concerto con la storica orchestra afrobeat fondata dal grande artista nigeriano, di cui Seun ha raccolto l'eredità politica e musicale. David Byrne martedì 21 aprile ore 21 Teatro Dal Verme “Songs of David Byrne and Brian Eno” Torna il leader dei Talking Heads, con un repertorio che spazia dagli album del suo ex gruppo all’ultimo cd “Everything That Happens Will Happen Today”, realizzato con Brian Eno. Riccardo Tesi martedì 28 aprile ore 21 Teatro Leonardo “Presente Remoto” La musica popolare incontra il jazz e la musica colta. Alla formazione dell’organettista, compositore e ricercatore pistoiese si aggiungono alcuni ospiti tra cui Elena Ledda e Archaea Modern Strings. lunedì 4 maggio ore 21 Spazio Oberdan Scott Matthew + proiezione del film “Shortbus” Il talentuoso cantautore australiano, definitosi un “quiet noise maker”, presenta il suo intensissimo repertorio. Segue: “Shortbus”, film cult in cui appare e per il quale ha scritto parte delle musiche. martedì 5 maggio ore 21 Spazio Oberdan q3 “Nanuk l’eschimese” + Kurt Rosenwinkel performance multimediale Un trio di polistrumentisti elvetici e un acclamato chitarrista jazz statunitense in un commento musicale live a “Nanuk l’eschimese”, film muto del 1922, capostipite del cinema documentario etnografico. Bat For Lashes domenica 10 maggio ore 21 Teatro Leonardo Per la prima volta a Milano la vocalist e autrice inglese Natasha Khan con il suo gruppo, che ha raccolto gli entusiasmi della critica e di fan d’eccezione come Bjork e Thom Yorke dei Radiohead. non- stop video martedì 7 aprile ore 21 lunedì 20 aprile ore 21 lunedì 27 aprile ore 21 Spazio Oberdan David Byrne e Talking Heads Miles Davis Jimi Hendrix