Vogliamo vivere la Visita pastorale del S. Padre
Benedetto XVI come un evento di grazia: egli viene
a confermare la nostra fede e a consolidare il nostro cammino di chiesa particolare, in piena comunione con la Chiesa universale di cui il S. Padre,
successore del beato Pietro, è segno visibile di unità
nella carità.
La certezza della venuta del Papa a
Leuca ha accentuato nei cuori dei
salentini il desiderio di vivere
quanto prima il grandioso evento.
I contenuti di questo numero sottolineano sentimenti, aspirazioni,
desideri verso il successore di Pietro, Benedetto XVI.
I riferimenti alle varie iniziative,
l’esposizione di eventi storici legati alle realtà papali esprimono il
grande interesse verso un mondo
vissuto nella linea della grande
devozione alla Madonna “de Finibus Terrae”.
Il vivo contesto leuchese, l’impegno della diocesi e la partecipazione civile ci danno un’ampia garanzia di una fattiva e corale sintonia per quanto “l’anticamera del
Paradiso” sta vivendo per la volontà decisa del nostro Pastore
diocesano e per volere della divina Provvidenza manifestatasi attraverso il cuore del Santo Padre.
Gli autori dei vari articoli hanno
voluto offrire, con sincera disponibilità, un devoto omaggio alla
Madonna in occasione di questo
momento storico.
Il glauco mare di Leuca e il dolce
promontorio Japigio saranno gli
eterni testimoni di quanto stiamo
vivendo.
La Redazione
N. 3 Marzo 2008
REDAZIONE:
- Circolo Culturale La Ristola - Santa Maria di Leuca
- Parrocchia Cristo Re - Marina di Leuca
- Santuario-Basilica, Santa Maria di Leuca
- Amministrazione Comunale - Castrignano del Capo
- Responsabile: Antonio Corrado Morciano
- Stampa: Editrice Salentina - Galatina (LE)
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La visita del Santo Padre, facendoci volgere lo sguardo alla Vergine Maria, vuole anche incoraggiare l’impegno costante, generoso e coraggioso nell’opera di
evangelizzazione che raggiunga
in modo particolare i giovani e le
famiglie aiutando tutti a passare
da una religiosità tradizionale, ad
una fede adulta e pensata…
La posizione del Santuario, poichè guarda ad Oriente, richiama
la vocazione della nostra Chiesa e
del nostro territorio ad essere
ponte di unione tra Oriente e Occidente (come ho sottolineato anche nell’incontro con il Santo Padre) e chiede pertanto a tutti noi
di operare per l’unità dei cristiani….
Cosi s.r.l.
LAVORAZIONI MARMI
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Il Papa ammira l’ant
Dopo i saluti di rito, il Papa sale sulla Papamobile per iniziare il viaggio verso il
Santuario.
Santità, in questo punto ci troviamo alla
parte estrema d’Italia. Osservando il mare notiamo la confluenza dei due mari lo
Jonio e l’Adriatico. A Leuca inizia il Golfo di Taranto e il Canale di Otranto. È un
punto strategico per la navigazione. In
tempo di guerra si sono verificati alcuni
tragici affondamenti.
Santità, benedica i marinai sepolti in tre
navi: quelli della nave francese, Leon
Gambetta affondata il 27 Aprile del 1917
dietro il Santuario della Madonna di Leuca, quelli del sommergibile Rubino affondato al largo di Leuca e quelli del
sommergibile Pietro Micca affondato il
29 Luglio del 1943 proprio qui vicino.
Grazie Santità di questo gesto.
Adesso Santità inizia una visione
paradisiaca. Infondo si vede
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già con molta chiarezza, il Promontorio
Japigio su cui sorge il Santuario Basilica
di S. Maria di Leuca e poi si vede il Faro
che è il terzo d’Italia per importanza dopo quello di Genova e Trieste. È uno
spettacolo invidiato da tutto il mondo!
Scendendo verso la cittadina, ammiriamo un ponte nuovo costruito dall’Amministrazione Provinciale di Lecce che ci
immette subito sul lungomare.
Santità lo benedica perché sicuramente
noi Leuchesi lo vogliamo intitolare a Lei,
lo chiameremo PONTE BENEDETTO
XVI.
Osserviamo ora la torre a noi tanto cara.
Per ragioni di difesa dagli assalti di Pirati, Leuca ha avuto tre torri strategiche
quella di S. Maria di Leuca, quella di
punta Marchiello e quella che stiamo
ammirando che si chiama dell’Omo Morto, o degli uomini morti, detta così in ricordo di una battaglia avvenuta tanti se-
coli fa. Questa è stata costruita nel 1500.
Questo è il famoso lungomare Cristoforo
Colombo, lungo circa un Kilometro e dicono che sia uno dei più belli
d’Italia.Camminando, sulla destra già si
nota l’immensa folla di fedeli proveniente da tutto il Salento. È una folla commossa, riverente e osannante perchè
vuole venerare Sua Santità.
Sulla sinistra già si ammira la teorie delle ville.
Anche questo è uno spettacolo unico. In
seguito Leuca, dopo il suo passaggio sarà denominata” Città delle ville” per la
presenza di costruzioni singolari. La visione oculare, Santità, rimane accecata
dalle costruzioni di vario stile. Il moresco, il gotico, il cinese, il pompeiano, il
dorico e l’egiziano, rappresentano la sintesi di una galleria di arte e di creatività
dei nostri artisti locali.
Santità,lascio alla Sua visione personale
lo spettacolo che vedremo in seguito.
Villa Mellacqua
Torre Omo Morto
icamera del Paradiso
Parte iniziale del Lungomare
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Il saluto del Presidente della Provincia
Leuca e il Salento:
terra di accoglienza
e di pace
La visita, che il Papa Benedetto XVI farà
a Leuca il 14 giugno prossimo, rappresenta per il Salento un evento di grande
importanza, religioso ma anche civile e
sociale.
La Provincia di Lecce, rappresentante di
un territorio impegnato a fare i conti con
la quotidianità del lavoro e con progetti
innovativi, con i diversi problemi che
travagliano un popolo in cammino, ha il
compito di accogliere il Pontefice in modo adeguato, preparando il terreno di
una visita importantissima, destinata a lasciare il segno indelebile nelle vecchie e
nuove generazioni.
È quello che stiamo facendo, con grande
entusiasmo, e sono felice che Giunta e
Consiglio Provinciale abbiano approvato
all’unanimità una serie di interventi sul
territorio.
Leuca ed il Salento, territori protesi in
modo naturale verso l’Est, guardano ad
Oriente con tradizionale immutato affetto; proprio a ricordare la storica comunanza di idee fra i popoli, ma anche a
rinforzare la voglia di costruire ponti
d’amicizia e d’interscambio produttivo,
spirituale e culturale.
Leuca ed il Salento, dunque, come ponte tra Occidente ed Oriente; terra d’accoglienza ma soprattutto di pace, terra
ospitale e luogo d’incontro per tante persone di buona volontà.
Ad accogliere il Santo Padre è pronto un
popolo laborioso e sincero, un territorio
ricco di bellezze ambientali straordinarie, geloso custode delle sue tradizioni e
del suo patrimonio artistico, ma anche
impegnato a costruire nuove opportunità per i giovani, un popolo amico del Papa e della Chiesa.
Sono certo che la visita del Santo Padre
a Leuca produrrà nuovo vigore alla nostra terra.
L’intera comunità salentina saprà giovarsi di questo evento, fondamentale per il
suo cammino verso un progresso che
stiamo costruendo insieme, giorno dopo
giorno, coltivando la speranza di un futuro migliore.
Giovanni Pellegrino
Presidente della Provincia di Lecce
Lungomare Cristoforo Colombo
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L’aiuto della Madonna per
“Salvare e Orientare”
Nel momento in cui mi è stato richiesto
un pensiero sul significato, oggi, della visita di Pietro al Santuario di S. Maria di
Leuca avevo in mano due libri: il primo,
un recente lavoro di Paolo Torresan Intelligenze e didattica delle lingue (Ed.
Editrice Missionaria Italiana), in particolare una recensione, a cura della Redazione EMI, a cui vi rimando
[http://www.emi.it/articoli.asp?id=1235],
il secondo Luce, solo Luce, Un itinerario
incarnato di spiritualità missionaria di
Don Tonino Bello.
Mentre così vedevo Pietro avvicinarsi a
S. Maria di Leuca avevo due canovacci
che sentivo intrecciarsi più che mai e mi
davano forza per quest’impegno: il primo, che attraversava la teoria delle intelligenze multiple e le nostre modalità di
apprendimento cooperativo, i talenti che
chiedono di essere valorizzati, secondo il
pensiero dello psicologo Howard Gardner; il secondo, che collegava la Pace a
“la ricerca del volto”. Così Don Tonino:
«…Perché la pace non è solo un fucile
spezzato, e neppure una bilancia coi
piatti in equilibrio. La pace è soprattutto
etica del volto […] ricerca del volto! […]
Tutte le guerre trovano la loro radice ultima nella uniformizzazione dei volti: tutti uguali, in serie, altro che persone distinte nella Santissima Trinità! […] Quando riesci a guardare un uomo negli occhi, capisci che è tuo fratello; e quando
guardi una donna negli
occhi, riesci ad intuire
che è tua sorella. Se non
fai così, è ancora notte,
anche se il sole è alto
nel cielo».
Un punto cruciale allora,
cui, tutti noi, oggi con
Pietro, in pellegrinaggio,
da Maria de finibus terrae, non possiamo più
sottovalutare è che: alla
fine di una terra, simbolo per eccellenza, dell’incontro di differenze linguistiche, di differenze
culturali spesso molto
forti, l’aiuto di Maria non
può essere più un’opzio-
ne; per lo meno non basta più. L’aiuto di
Maria Madre nostra, oggi, è definitivamente necessario per “salvare e orientare” il nostro più nobile e regale dei desideri, quello del cuore di Gesù Misericordioso, e con lui il nostro desiderio del
Suo Volto Santo, il nostro desiderio di
Salvezza. Tanto più necessario, quanto
più questo desiderio cerca di innestarsi,
districandosi “ingenuamente” nella complessità del simbolo. Desiderando il Volto Santo di Gesù, dobbiamo fermarci da
Maria, perché Lei ha la possibilità di “salvarlo” quel desiderio, da cosa? dalla confusione dei simboli, operata “a regola
d’arte” dalla monotonia del male. Lei sola, oggi, con il suo Amore insistente ha
la forza di districarsi “teneramente” tra le
nostre intelligenze multiple; ha la possibilità di “orientare”, preservando la purezza. Se un sistema complesso è inevitabile ed essenziale, perché la comunicazione simbolica ci elevi sempre al nostro
Sposo e alla percezione della sua Armonia e del suo Amore, Lei in quell’innesto
sa, ed è in grado di, attraverso la grazia,
custodire e preservare la semplicità del
nostro cuore, del cuore fanciullo, di salvarlo dalla sottile, impercettibile ed equivoca fusione delle differenze.
Corrado Moschettini.
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L
a notizia della venuta del Santo Padre a Leuca ha suscitato lì per lì una
sensazione diffusa di incredulità,
quasi di smarrimento, lo stato d’animo di
chi non si sente all’altezza della situazione: la discrezione della nostra gente messa all’improvviso al cospetto della storia.
Poi è scattato l’orgoglio del nostro essere Salentini del Capo di Leuca, e si sono
affollate nella mente secolari aspettative.
Non lo si dice espressamente, ma è un
convincimento interiore che vorrebbe
suonare così: l’attesa finalmente si è
compiuta, l’attesa paziente di un popolo
che ha temprato il suo animo fra difficoltà indicibili. Questa terra, questa gente
ha lungamente meritato l’evento: sul suo
corpo millenario restano impresse le
stimmate lasciate da civiltà e dominazioni diverse, dai Messapi ai Magnogreci,
dai Romani ai Bizantini, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Turchi, fino ai
Borboni ed ai Savoia. Sintesi armoniosa
di tanta diversità è la Salentinità, l’accoglienza fatta persona, l’ospitalità praticata in ogni tempo, lo spirito di sacrificio,
una dimensione di vita autentica e genuina.
L’ormai imminente 14 giugno è qui vissuto come un giusto riconoscimento dei
crediti maturati da una comunità che ha
visto cadere i suoi figli sui fronti di tutte
le guerre, li ha salutati quando partivano
alla volta dell’Argentina, del Brasile, dei
tanti Paesi delle Americhe, in Svizzera, in
Germania, nelle miniere del Belgio, cercando un lavoro dignitoso; li ha visti
proni sui campi, spaccandosi la schiena
Autorità religiose, civili e militari durante la processione della Madonna di Leuca il 15 agosto.
Non è più
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a dissodare una terra rossa di sangue e
di sudore oltre ogni limite.
La gente tira un sospiro di sollievo: per
il Santuario Mariano che da oltre un millennio si erge sul Promontorio Iapigio
come un faro di luce e di fede proiettato verso il cuore del Mediterraneo; per il
riconoscimento verso una terra in cui
germogliarono le primizie del Cristianesimo al passaggio di Pietro diretto a Roma.
Il Capo di Leuca è la terra di don Toni-
no Bello, è ponte di idealità tra Oriente
ed Occidente, dove il mito si confonde
con la storia, dove persino il profano si
carica di misteriosa spiritualità e sollecita
profonde riflessioni, dove gli orizzonti si
aprono verso l’infinito, oltre lo spartiacque tra Adriatico e Ionio, in direzione
della martoriata Terra Santa, verso i popoli dell’Africa che chiedono il nostro
aiuto.
All’evento seguirà la vita di tutti i giorni:
solo allora, nel tempo, si misurerà la forza della nostra scommessa, il senso di
una sfida, il frutto di una Testimonianza
così autorevole. Non possono essere altre le aspettative, se non l’impegno nel
lavoro, il rispetto della persona umana in
assoluto, l’attenzione verso l’altro, il potenziamento della capacità di ascolto, il
senso di equilibrio nelle azioni umane, il
coinvolgimento di tutti i soggetti nella
costruzione di un avvenire comune, la
capacità di sognare quando la notte sembra vincere, il radicamento sempre più
profondo del senso di giustizia sociale
soprattutto nei contesti di potere, la lotta per una Scuola sempre più educante,
per realtà ecclesiali sempre più aperte,
per un volontariato sempre più inclusivo
e lontano dalle secche dell’autoreferenzialità.
Al di fuori di tale prospettiva resta solo
la consueta banalità del vivere quotidiano: la nostra gente conosce bene la posta in gioco e non tradirà di certo lo spirito del tempo.
Cesare Daquino
un’attesa
Imbarcazioni durante la processione
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I Vescovi che avrebbero
I Vescovi del secolo scorso sono stati tutti grandi devoti della Madonna di Leuca.
Ognuno ha cercato di dare un impulso
personale e particolare per una devozione sempre più intensa e carica di fede.
Dai Vescovi: Mons.Luigi Pugliese che
resse la Diocesi dal 1896 al 1923; Mons.
Antonio Lippolis dal 1923 al 1932;
Mons. Teodoro De Angelis dal 1934 al
1936, c’è stato un crescendo di iniziative
e di attività spirituali che hanno glorificato il celebre Santuario.
Il Vescovo che ha acceso una cometa luminosa intorno al Santuario della Madonna de Finibus Terrae destinata ad illuminare sempre di più il firmamento
della pietà mariana, è stato Mons. Giuseppe Ruotolo di Andria (Ba) che ha
retto la Diocesi dal 1938 al 1968. Ha
chiesto nel 1959 al Papa Giovanni XXIII
di chiamare la Diocesi col nome di
Ugento-S.Maria di Leuca.
Per tutto quello che ha fatto a vantaggio
del nostro Santuario e per la devozione
in particolare alla Madonna di Leuca
possiamo dire che ha preparato la venuta del Papa. Certamente dal cielo ha ispirato il nostro attuale Vescovo e mosso il
cuore del Papa ad accettare l’invito a
pregare nel celebre tempio mariano davanti al quadro della Madonna. Dopo di
lui due grandi Amministratori Apostolici
entrambi Pastori, Arcivescovi di Otranto,
Mons. Gaetano Pollio ex Arcivescovo
missionario di Kaifeng, espulso dalla Cina, e Mons. Nicola Riezzo, nativo di
Squinzano (Lecce), grande teologo e Docente al Seminario Regionale di Molfetta,
hanno animato i fedeli della Diocesi a
continuare a vivere con amore filiale il
rapporto con la Madre di Gesù. Con
profonda devozione e fede hanno
consegnato la Diocesi a Mons.
Michele Mincuzzi, di Bari,
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3
4
Via Lecce s.s. 7 ter zona ind.
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Tel. 0832.793971 • fax 0832.793971
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voluto vedere il Papa a Leuca
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Mons.
Mons.
Mons.
Mons.
Mons.
Mons.
Mons.
Giuseppe Ruotolo
Gaetano Pollio
Nicola Riezzo
Michele Mincuzzi
Mario Miglietta
Cosmo Francesco Ruppi
Domenico Caliandro
Pastore di Ugento – S. Maria di Leuca dal
1974 al 1981. È il Vescovo che ha sempre sottolineato di estendere il titolo della Madonna come colei che apre a tutti
le frontiere per accogliere nel suo grembo i figli di Dio. Per questo il titolo di
“Madonna delle Frontiere”” completa e
allarga il secolare titolo di Madonna “de
Finibus Terrae”.
Dopo abbiamo Mons.Mario Miglietta,
nativo di Leverano (Lecce)che ha retto la
Diocesi dal 1981 al 1992. Questi fu trasferito da S.Angelo dei Goti, in seguito
ad un terribile terremoto. È il Vescovo
che con fede e devozione ha concluso
l’iter per la dichirazione del Santuario a
Basilica. Per circa un anno è stato Amministratore Apostolico, l’Arcivescovo di
Lecce, il Metropolita Mons. Cosmo
Francesco Ruppi originario di Alberobello (Bari).
Dal 1993 al 2000 abbiamo avuto Mons.
Domenico Caliandro di Ceglie Messapico (Brindisi). Già docente di Morale
nel Seminario Regionale di Molfetta,ha
dato alla Diocesi un impulso di apertura
e di vitalità agli Istituti religiosi e alle varie Associazioni.
L’attuale Vescovo della diocesi di Ugento S. Maria di Leuca, Mons. Vito De Grisantis di Lecce, dal 2000, è l’uomo della
Provvidenza che con la sua tenacia e fede, ha chiesto e ottenuto la visita del
Santo Padre a Leuca il 14 Giugno di quest’anno. Gli altri Vescovi hanno sognato,
sperato ma il nostro Vescovo leccese ha
ottenuto la grazia della Madonna. Tutta
la Diocesi lo ringrazia immensamente
per questo evento straordinario e per altri che attendiamo con cuore e fede: sarà Lui a celebrare la Santità, in Diocesi,
di Don Tonino Bello.
P. Corrado Morciano
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Ponte Benedetto XVI
Leuca è attraversata da quattro ponti. Il
turista che giunge a Leuca dalla litoranea
di Gallipoli appena volge lo sguardo verso levante ha una spettacolare visione
del promontorio Japigio su cui sorge il
faro e il celebre Santuario della Madonna de Finibus Terrae.
Scendendo verso la cittadina, dopo un
centinaio di metri si incontra Il ponte vicino la torre dell’Omo morto. È il primo
dei quattro ponti che attraversano la località marina. Il secondo è quello di
S.Vincenzo. Si chiama così perché si
trova sull’omonimo canale dove, in tempi molto antichi, vi era una chiesa dedicata a S.Vincenzo. Per andare sul Santuario non si attraversa perché si trova nella parte centrale del Paese esattamente
in Via A.Da Giussano.
Il terzo ponte è chiamato del “Leopardo”. Si trova all’inizio di Via Doppia Croce. È detto così perché, secondo quanto
ci dicono Autori antichi, in quel canalone avrebbero trovato ossa di vari animali e anche del leopardo. Seguendo la
strada, dopo appena 50 metri, si incontra
un altro ponte, il quarto e si chiama ponte del “Pozzo”. Hanno dato questo nome
per la presenza di un grande pozzo d’acqua da cui si servivano i bastimenti che
si fermavano nella rada di Leuca.
Leuca, quindi,ha tre ponti con nomi ben
definiti. Il quarto ponte, esattamente
quello vicino la Torre Omo morto, non
ha una sua identità.
Sarebbe, pertanto, una buona iniziativa
se l’Amministrazione Provinciale, in sintonia con quella Comunale, intitolasse
questo ponte al Papa Benedetto XVI
per ricordare ai posteri il grande evento
della venuta del Papa a S.Maria di Leuca.
È un’idea che serve a dare, a chi entra in
Leuca dal versante di ponente, il carattere sacro della cittadina mariana.
Dobbiamo ricordare che anticamente si
raggiungeva Leuca attraverso la via dei
pellegrini e, all’altezza della cappella dei
Lazzari, esattamente dove un tempo si
trovava l’ERMA ANTICA, i pellegrini si
fermavano per una breve sosta, ponevano una pietra sull’erma e poi pregando e
cantando raggiungevano il Santuario.
Oggi si può accedere a Leuca da diverse
strade. La litoranea che viene da Gallipoli costituisce ormai una via di intenso
traffico specie nel periodo estivo. Avere
subito l’impatto con un ponte dedicato
ad un Papa venuto a Leuca, costituisce
sempre un modo per riflettere che Leuca
è una località mariana e sacra.
P. C. M.
Ponte Papa Benedetto XVI
Via Ferrara, 20/B - PARABITA (LE)- Tel. e Fax 0833.595770
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Conosciamo il Papa
Cosa dice Joseph Ratzinger appena eletto Sommo Pontefice.
“In questo momento il mio ricordo ritorna al 22 ottobre 1978, quando papa Giovanni Paolo II iniziò il suo ministero qui
alla Piazza di S.Pietro. Ancora, e continuamente risuonano nelle orecchie le
sue parole di allora. “Non abbiate paura,
aprite anzi spalancate le porte a Cristo”.
Il Papa parlava ai forti, ai potenti del
mondo, i quali avevano paura che Cristo
potesse portare via qualcosa del loro potere, se l’avessero lasciata entrare e concesso la libertà alla fede. Sì egli avrebbe
certamente portato via loro qualcosa: il
dominio della corruzione, dello stravolgimento del diritto, dell’arbitrio. Ma non
avrebbe portato via nulla di ciò che appartiene alla libertà dell’uomo, alla sua
dignità, all’edificazione di una società
giusta”.
“Oggi, io vorrei con grande forza e grande convinzione, a parole, a partire dall’esperienza di una lunga vita personale,
dire a voi, cari giovani,: Non abbiate
paura di Cristo!. Egli non toglie nulla e
dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il
centuplo. Sì aprite spalancate le porte a
Cristo e troverete la vera vita”.
“Carissimi questa intima riconoscenza
per un dono della divina misericordia
prevale malgrado tutto il mio cuore. E
considero questo fatto una grazia speciale ottenutami dal mio venerato predecessore, Giovanni Paolo II. Mi sembra di
sentire la sua mano forte che stringe la
mia. Mi sembra di vedere i suoi occhi
sorridenti e di ascoltare le sue parole, rivolte in questo momento particolarmente
a me. “Non avere paura”.
“Non abbiamo forse tutti in qualche modo paura- se lasciamo entrare Cristo totalmente dentro di noi, se ci apriamo totalmente a lui – paura che egli possa portar via qualcosa della nostra vita?
Non abbiamo forse paura di rinunziare
a qualcosa di grande, di unico, che rende la vita così bella? Non rischiamo di trovarci poi nell’angustia e privati della libertà? Ed ancora una volta il Papa voleva dire: No! Chi fa entrare Cristo, non
perde nulla, nulla- assolutamente nulla
di ciò che rende la vita libera, bella e
grande. No! Solo in quest’amicizia si spalancano le porte della vita. Solo in quest’amicizia si dischiudono realmente le
grandi potenzialità della condizione
umana. Solo in quest’amicizia noi
sperimentiamo ciò che è bello e
ciò che libera”.
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Casarano (Z.A.)
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Tre pugliesi sul trono
di Pietro
Bonifacio IX, Innocenzo XII
e Benedetto XIII
Anche la terra di Puglia ha avuto i suoi
Papi, tre figure illustri per le quali tracceremo succinti profili. Il lettore, ovviamente, potrà soddisfare i necessari approfondimenti consultando la vasta bibliografia specializzata.
Bonifacio IX (1389-1404)
Papa Tomacelli visse in un’epoca travagliata della Chiesa, funestata dallo scisma avignonese e da eresie, dalla simonia, dal nepotismo e dal nicolaismo. Su
di lui si fondarono le speranze per il rinnovamento morale della Cristianità, dell’unità della Chiesa, ma i tempi non erano ancora propizi e la sua immatura
morte vanificò le attese.
Riconosciuto da tanti come persona integerrima, di grande bontà, sempre disponibile a privilegiare la pace, la conciliazione e la carità, Bonifacio IX celebrò i
giubilei del 1390 e del 1400.
Innocenzo XII (1661-1700)
Bonifacio IX, al secolo Pietro Tomacelli,
nacque a Casaranello intorno al 1358 da
nobile famiglia di origine napoletana
stanziatasi nel Salento, e morì misteriosamente a Roma il 1º ottobre 1404. Fu battezzato nella locale Chiesa di S. Maria
dalla Croce e la sua carriera ecclesiastica
fu alquanto veloce grazie ai rapporti che
ebbe con Bartolomeo Prignani, che nel
1378 fu eletto Papa con il nome di Urbano VI.
Appena ventenne divenne canonico della
Cattedra di Napoli, indi a Roma ebbe la
carica di protonotario apostolico e divenne Cardinale diacono di S. Giorgio al Velabro, quindi Cardinale nel 1381. Infine venne eletto Pontefice il 2 novembre 1389,
succedendo a Urbano VI in seguito al conclave durato soltanto 15 giorni. L’esito della veloce elezione era del tutto inaspettato e unanimi furono i 14 Cardinali
su Pietro Tomacelli, Arcivescovo di
Napoli, che assunse il nome di
Bonifacio IX.
14
Antonio Pignatelli, divenuto poi Papa Innocenzo XII, nacque da nobilissima famiglia a Spinazzola il 15 marzo 1615 e fu
battezzato il giorno dopo. Sin da adolescente manifestò la vocazione religiosa
e, entrato nella Compagnia di Gesù, fu
ordinato sacerdote nel 1635. Nello stesso
anno Urbano VIII lo designò vice Legato
Pontificio a Urbino. Si addottorò in diritto canonico e civile e divenne particolarmente esperto di diplomazia che affinò
nelle varie corti italiane ed europee.
Nel 1646 Innocenzo X lo invitò in qualità di inquisitore a Malta, dove restò tre
anni; poi fu nominato Nunzio a Firenze,
indi nel 1667 a Vienna.Nel 1670 Antonio
Harem
CENTRO
BENESSERE
Via J. Kennedy
PARABITA
Tel. 0833 518267 - 333 4094964
Pignatelli fu Vescovo di Lecce, dove si
distinse per prudenza e misura. Qui arricchì di arredi e costruzioni la chiesa locale, dette ordine al culto e fu benvoluto dalla città. Nel 1712 lo troviamo vescovo di Faenza, indi Legato a Bologna
nel 1686 e, già Cardinale, divenne Arcivescovo di Napoli.
Nel 1689 moriva Innocenzo XI e il Collegio Cardinalizio era molto diviso sulla
designazione del nuovo pontefice, che
fu eletto dopo ben cinque mesi nella
persona del Pignatelli, il 12 luglio 1691,
che prese il nome di Innocenzo XIII. Il
tempo in cui visse Papa Pignatelli fu uno
dei più tragici in Europa. Si combattevano le guerre di supremazia sul continente, vi erano ancora lotte di religione e lo
stesso papato era angustiato dagli scontri e dalla politica del potere temporale.
A ciò aggiungasi la decadenza morale e
spirituale, il fenomeno del nepotismo e
della corruzione.
Innocenzo XII reagì a questo marasma e
cercò di liberare Roma della povertà e
dal malcostume, sradicò il nepotismo e
dette assistenza all’infanzia abbandonata, ai poveri, alle donne e combattè la
dissocupazione.
Egli, inoltre, moralizzò il clero, fu equilibrato nei confronti del giansenismo, incrementò la devozione, promosse le
missioni e arricchì Roma di tanti monumenti. Morì nel 1700.
Benedetto XIII (1724-1730)
Pier Francesco Orsini, figlio primogenito
di Ferdinando II, duca di Gravina di Puglia, nacque in questa città il 21 febbraio
1650; nello stesso giorno gli fu somministrato il Battesimo.
Di ingegno precoce, di animo mite, Pier
Francesco divenne assai dotto ed eccel-
[email protected]
se nelle lettere. Fondò l’Accademia Letteraria dei Famelici. A 18 anni ebbe la vocazione religiosa e poco dopo entrò nel
convento dei Domenicani di Venezia. La
madre non accettò di buon grado la decisione del figlio, anzi la contrastò, a nulla più potè quando Pier Francesco il 12
agosto 1668 fu accolto dai PP. Predicatori col nome di Vincenzo Maria. Presi gli
ordini e dispensato dai sei mesi del noviziato, perfezionò la propria formazione
a Bologna nell’Ateneo dei Domenicani,
distinguendosi tra i migliori. Iscrittosi all’Università di Padova, qui si addottorò
in Legge. Tra il 1669 e il 1670 ottenne gli
ordini minori e il suddiaconato; a soli 22
anni fu ordinato sacerdote.
Diverse furono le sue pubblicazioni, anche di natura religiosa e il 24 febbraio
1671 ebbe la porpora cardinalizia. Nel
maggio 1675 lo troviamo a guidare la
diocesi di S. Maria di Siponto a Manfredonia, dove rinnovò i costumi della chiesa locale. Nel 1680 è Vescovo di Cesena
e anche qui continuò la sua opera moralizzatrice. Indi resse la diocesi di Benevento con la dignità di Arcivescovo per
ben 38 anni, dal 30 maggio 1686 fino al
1724, allorché fu eletto Pontefice, succedendo a Innocenzo XIII il 29 maggio di
quell’anno, assumendo il nome di Benedetto XIII.
Tante furono le testimonianze del suo
carattere umile, sempre vicino agli ultimi.
Nel 1725 indisse il Giubileo, si circondò
di onesti e provetti consiglieri e dovette
lottare strenuamente contro la Curia romana ancora legata al nepotismo. Sostenne i cattolici in difficoltà nelle aree
protestanti e, quando potè, ricorse alla
diplomazia e agli accordi con gli Stati italiani e le potenze europee. Avversò i privilegi feudali, tuttavia gli storici concordano nel non ritenerlo un uomo di Stato,
anzi qualcuno mal lo consigliò divenendo potente nella Curia pontificia. Benedetto XIII morì il 21 febbraio 1730. Fu ottimo prelato, incrementò il culto dei Santi, combattè il Giansenismo, fu sensibile
nei confronti dei poveri, ai bisognosi alleggerì le imposte e si dovette confrontare con l’Illuminismo che ormai si diffondeva in tutta Europa.
Mario De Marco
Via Siracusa, 9
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fax 0833 545465
15
apevate che nel passato il Santuario
di Leuca si è trovato ad essere il
santuario mariano più importante
del mondo?»
In un istante il sorriso incredulo degli
adulti si è unito alle esclamazioni di scetticismo di quei 60 giovani che mi stavano ascoltando nella cornice meravigliosa
del complesso di “Leuca Piccola”. Era la
prima volta che venivano a visitare la
bellissima chiesetta di Barbarano strutturata nel 1685 per accogliere come ultima
tappa i pellegrini che si recavano al Santuario di Leuca; erano rimasti incantati
dalla bellezza unica del luogo e dalle
grandiose strutture architettoniche, ma…
bere una tale “fanfaronata”! No.
Dovevo correre subito ai ripari perché,
capivo bene, ogni mia ulteriore notizia
sarebbe stata per loro priva di credibilità.
«Escludendo l’America scoperta nel l492,
quando il “mondo” era l’Europa, elencatemi allora i santuari mariani più famosi»
ho aggiunto e, man mano che quelli davano una risposta, io aggiungevo la data: Lourdes, 1848; Fatima, 1917; Pompei,
fine ‘800; Loreto, 1294.
Il Santuario della Madonna di Leuca è
molto più antico di tutti quelli nominati, e
nel passato giungevano a pregare la Madonna di Leuca tantissimi pellegrini da tutta l’Europa, alias da tutto il mondo: Francia, Spagna, Belgio, Germania, Polonia.
Il frate cappuccino Tasselli, scrivendo
nel l691 il suo libro “Antichità di Leuca”,
ha fatto un confronto tra il Santuario di
Leuca e il Santuario di S. Maria degli Angeli in Assisi che custodisce la chiesetta
della Porziuncola: «Per esperienza personale: in S. Maria degli Angeli in Assisi nel
2 agosto (indulgenza della Porziuncola)
c’è tantissima gente che non si può contare, ma passato quel giorno e qualcun
altro, la chiesa è deserta. In Leuca c’è
sempre concorso di popolo… Qui a Leuca non vi sono giardini, fonti di acqua
che ristori, non vi nasce nemmeno l’erba
per il gran caldo.
Perché tante sofferenze per arrivare qui?
Non ci sono statue superbe o portici
sontuosi o capolavori d’arte come a Roma o in altri luoghi. La gente viene unicamente per Maria.
Non si raccontano nemmeno miracoli
strabilianti come in tanti santuari avvengono, qui non risuscitano
bambini morti o altro… qui a
Leuca avviene il miracolo
«S
Perché il Pa
dei miracoli: la fede. La devozione
a Maria in forma
gratuita, non per
miracoli particolari… ».
Leuca è definita il
luogo dove si ottiene “il miracolo
dei miracoli: la fede”; le parole utilizzate sono molto
belle, anche se generano una certa
sorpresa perché è
lo stesso Tasselli
che in altre pagine
racconta con tanta
tenerezza dei miracoli operati da
Dio per intercessione della Madonna di Leuca.
Perché tanta gente
partiva da così
lontano per giungere al “tacco
d’Italia” e pregare
“S. Maria de finibus terrae”?
Ora i miei uditori
non sorridevano
più e sembravano
molto interessati a
ciò che dicevo.
Santa Maria “de finibus terrae”: S.
Maria della frontiera, dei confini
del mondo.
Questo Santuario, Santa Maria di Leuca del Belvede
che nel 1990 ha ricevuto il titolo
onorifico di basilica pontificia, per molto
tempo si è trovato ad essere la sentinella posta ai confini del mondo cristiano;
dopo questo Santuario, il mare e le immense terre dominate dall’Islam.
Ma non sempre è stato così. Già le due
parole “finibus terrae” sono datate, vere
per un certo periodo storico, ma ridimensionano l’antica centralità del luogo.
Ridimensionamento avvertito ancor più
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pa a Leuca?
oggi: con l’unità
d’Italia, questa parte del Salento è
chiamata sempre
più frequentemente
“Tacco
d’Italia”,
ignorando secoli di
storia che l’hanno
denominata “Capo
di Leuca”.
Il “tacco” ha il senso di periferia ed è
tutto l’opposto di
“capo”. Viene dimenticato che il
mar Mediterraneo è
stato fino a pochi
secoli addietro il
centro dei traffici
del mondo; proprio
dalla configurazione di questo mare
hanno origine le
due parole “longitudine e latitudine”
che servono ancora
oggi a individuare
qualsiasi località del
pianeta. Solo dal
1492, con la scoperta dell’America, sono iniziati i grandi
traffici nell’Atlantico
e il Mediterraneo ha
perduto la sua posizione dominante.
Fino alla Rivoluzione Francese le
mappe
nautiche
hanno riportato la
centralità del Mediere - Barbarano del Capo (Lecce)
terraneo, secondo
le quali, ad esempio, la Repubblica di Venezia, trovandosi in periferia, ha avuto bisogno di costruire i suoi emporii lungo le coste
adriatiche per avvicinarsi al centro;
esempio: Leuca viene riportata in alto,
Brindisi, Taranto, Bari in basso.
Non solo nell’era pre-cristiana dove solo
con Giulio Cesare il nord entra a far parte nei libri di storia, ma per tutto il primo millennio e i primi secoli del secon-
do millennio il nord Italia e il centro Europa erano periferia e il Capo di Leuca
era situato in una invidiata zona centrale, e quindi conosciuta, e con una civiltà
più progredita di quella dei popoli che
abitavano la periferia.
Queste considerazioni storico-geografiche non possono essere ignorate se si
vuole conoscere il Capo di Leuca e l’importanza del suo Santuario Mariano. Santuario Mariano posto al centro del mondo allora conosciuto, si diceva, con
un’espressione classica, “ombelico del
mondo”, e doveva essere il ponte che
univa il cristianesimo orientale a quello
occidentale, l’orbe bizantino e quello papale.
Se per molti pellegrini Leuca poteva essere il porto di partenza per la Terra Santa, per moltissimi la sua posizione era vista come il lembo d’Italia più vicino alla
terra dove erano nati e vissuti Maria e
Gesù, e proprio questo lembo di terra
veniva reso sacro dalla presenza benedicente di Maria.
Quando nel 1294 la “S. Casa di Nazaret”
fu portata a Loreto, i “pellegrini mariani”
provenienti dall’Europa centrale ebbero
due santuari dedicati a Maria come meta: quello di Loreto e quello di Leuca; alcuni optavano per un cammino più breve, con la visita alla S. Casa di Nazaret,
altri proseguivano per Leuca,verso il santuario più antico, il più vicino alla terra
di Gesù.
Col tempo, altri santuari sono stati costruiti in Italia e nel mondo per onorare
la S. Vergine, la posizione di Leuca da
centrale è diventata più di frontiera, da
cui “S. Maria de finibus terrae”; ma, ancor oggi, dopo la distruzione di ben cinque santuari (e “Leuca Piccola” di Barbarano riproduce il 5° santuario) la Madonna di Leuca non è invecchiata, con il suo
volto giovanile ama tutti i suoi figli.
Il 14 giugno il papa Benedetto XVI entrerà nel 6° santuario, ma non ignora la
lunga storia di affetto che nelle chiese
precedenti generazioni di cristiani hanno
tributato in questo luogo.
Maria continua a operare tra noi “il miracolo dei miracoli”, a tener desta la nostra
fede.
Sac. Francesco Cazzato.
17
Iniziative promosse dal
nostro Vescovo diocesano
Il Cardinale Salvatore
De Giorgi sul
peschereccio durante
la processione
del 15 agosto 2008
a Leuca
Carissimi,
In preparazione alla Visita del Santo Padre Benedetto XVI nella nostra
Diocesi è importante soffermarsi sul suo Magistero che ha affrontato
in questi anni le problematiche più vive del nostro tempo riguardanti
sia i temi della fede, della speranza e della carità, centrali per noi cristiani, sia i diversi temi della vita sociale e dello sviluppo mondiale che
l’umanità di oggi è chiamata ad affrontare.
Con il Consiglio Pastorale diocesano e la Consulta delle aggregazioni
laicali si sono programmati i seguenti incontri:
• Lunedì, 31 Marzo, alle ore 19, nella Chiesa Cattedrale
“Il Magistero di Benedetto XVI
dalla Deus caritas est alla Spe salvi”
Relatore:
Card. SALVATORE DE GIORGI,
Arcivescovo emerito di Palermo
• Lunedì, 28 Aprile, alle ore 19, presso l’oratorio parrocchiale di
Acquarica
“Ragione e fede, scienza e fede nel Magistero di Benedetto XVI”
Relatore:
Prof. MARIO SIGNORE,
Ordinario di Filosofia presso l’Università di Lecce
• Mercoledì, 14 maggio, presso la Sala parrocchiale della Parrocchia S. Antonio in Tricase
“Il Magistero sociale di Benedetto XVI”
Tavola rotonda a più voci
Invito tutti i Sacerdoti e Diaconi, Religiosi e Religiose e particolarmente tutti i fedeli laici a partecipare.
Ugento, 9 Marzo 2008
Il Vostro Vescovo
Il villaggio dove il sole è energia
18
GAGLIANO DEL CAPO
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In preparazione della venuta
La venuta del papa nella nostra terra, tra
la nostra gente del Capo di Leuca, sarà
certamente un fatto, per certi versi, storico ( solo nei primi secoli del cristianesimo si registra la presenza di alcuni papi),
che ci onora e determina un complesso
di aspettative e di rappresentazioni di tipo celebrativo e, come oggi avviene, per
la vastità e la pervasività dei mezzi di comunicazione visiva, di immagine. Ma se
fosse solo questo, verrebbe meno lo scopo principale e più profondo di una visita che, per sua natura, è di tipo pastorale, di tipo spirituale e di amicizia e vicinanza. La venuta del papa non deve
essere vista e tanto meno vissuta come
potrebbe essere la visita di un uomo politico, di un presidente o di un re. Ciò
che deve animare i credenti, che avranno il modo di accoglierlo e di vederlo
personalmente, non è (non deve essere
) la curiosità o qualche spanna di visibilità, di prestigio sociale tanto più lunga
quanto, fisicamente, si potrà stare a lui
vicino. Ed è per questo, per contestualizzare la venuta del papa nel suo ambito
proprio che è di tipo spirituale ed ecclesiale, e che si configura come atto di
evangelizzazione e di richiamo, delle coscienze credenti e delle buone conoscenze anche di chi non crede, ai valori
umani e cristiani che nel vangelo prendono sostanza e diventano proposta perenne di conversione, di metanoia (cambiamento di mentalità), che il nostro Vescovo, insieme al Consiglio dei Presbiteri e al Consiglio Pastorale Diocesano, ha
promosso una significativa iniziativa pastorale rappresentata dalla peregrinatio
di una copia dell’icona venerabile della
Madonna di Leuca o S.Maria De Finibus
Terrae. A partire dal 17 febbraio fino al
22 maggio, il quadro della Madonna passerà di parrocchia in parrocchia, in
ognuna delle quali rimarrà per alcuni
giorni in cui, oltre ad azioni di tipo devozionale con momenti di preghiera personale e comunitaria, si svolgeranno momenti e occasioni di riflessione sul significato dell’evento che nel prossimo giugno si concretizzerà. Nelle parrocchie di
Tricase, dove vive chi scrive questa breve nota, oltre a rendere partecipe tutta la
città della venuta del quadro della Ma-
donna, quasi come apripista di chi verrà
per annunciare e ravvivare il memoriale
di Cristo morto e risorto, mediante cortei
processionali, si sono richiamate e adunate le comunità locali, così come organizzate e strutturate nella pluralità delle
forme associative presenti in ogni parrocchia, per vivere momenti di preghiera finalizzata alla intercessione e alla
contemplazione e per ascoltare e riflettere sulla dottrina del ministero e del magistero pastorale e di quello petrino in
particolare.
Il Consiglio Pastorale Diocesano in seduta plenaria con la Consulta dei laici, il 5
marzo u.s., ha predisposto, altresì, alcune iniziative, che coinvolgeranno rappresentanze di tutta la chiesa locale, finalizzate all’approfondimento del Magistero di questo nostro Pontefice, che, alla delicatezza del tratto, aggiunge una fine e profonda spiritualità, pervasa da un
pensiero teologico sintesi di limpida razionalità e solida fede evangelica. Illustri
personalità della chiesa e della cultura
salentina detteranno delle riflessioni sulla spiritualità, sulla cultura e sul pensiero sociale di questo papa; per concludere poi con una veglia, quasi a ridosso
della settimana che vedrà la presenza del
Papa sul piazzale del Santuario per celebrare la Messa e proclamare le beatitudini evangeliche su questa estrema punta
d’Italia, frontiera e porta verso l’Oriente,
che affiora nei riverberi delle limpide e
radiose albe che si affacciano su questa
nostra terra, ricca di storia e di passaggi.
In questo modo, come afferma e vuole il
nostro Vescovo Mons. Vito De Grisantis,
“la visita del Papa avrà sia un significato
“e c cl e s i a l e ”, perché vuole incoraggiare l’impegno costante, generoso e coraggioso nell’opera di evangelizzazione,
sia “civile e sociale”, per stimolare tutte
le singole istituzioni comunali, provinciali, regionali e nazionali, a proseguire con
maggiore slancio nell’impegno di cercare
ed attuare proposte e programmi di sviluppo concreti, efficaci e tempestivi”.
Tricase, 16.03.2008
Vito Cassiano
19
Il sogno di un giornalista
Scrivere “un pezzo”
irrripetibile
Capiremo l’importanza della visita del
Papa solo quando Benedetto XVI ci saluterà dal sagrato della basilica. L’evento
che la diocesi di Ugento – Santa Maria di
Leuca si appresta a vivere il prossimo 14
giugno è di così grande importanza, che
quasi ci sfuggono gli aspetti di singolarità e storicità che questo rappresenta.
Abituati ad essere la terra di confine di
una periferia, un po’ spesso (anche troppo) lontani dai centri decisionali, stiamo
vivendo in questi ultimi anni una riscoperta di noi stessi, facendo conoscere il
territorio del Basso Salento al Mondo, attraverso l’esibizione delle nostre peculiarità. Nel passato non era certo così, il nome della chiesa consacrata al culto della
Vergine era così noto, che Leuca ha rappresentato una delle mete di pellegrinaggio più ambite. Tant’è vero che nei primi secoli della cristianità nel santuario
mariano “De Finibus Terrae” vennero a
pregare ben due Pontefici, Giulio I e Costantino I, oltre a tanti potenti del mondo antico. Oggi tocca a Joseph Ratzinger,
che ha raccolto prontamente l’invito del
nostro vescovo monsignor Vito De Grisantis. Una visita che non avrà il sapore
di marketing, come qualche investitore
senza scrupoli forse si aspetterebbe, ma
di raccoglimento e di preghiera davanti
all’icona di Maria e del Bambino, dipinta
alla fine del ‘500 da Giacomo Palma il
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giovane. Le nostre città e le nostre genti
sicuramente faranno di tutto per presentarsi all’appuntamento con il vestito buono della festa. Man mano che scaleranno
i giorni sarà tutto un fiorire di aggiustamenti e di pose in opera, forse anche di
liti tra vicini e battaglie sulla competenza, che non faranno altro che distrarre
dal vero senso della visita. Qui scatta la
professionalità di noi cronisti, saper descrivere e tramandare non solo il corollario, ma soprattutto l’aspetto più profondo della venuta del Papa. Chi di mestiere si occupa di dar voce al Capo di
Leuca non si farà trovare impreparato.
L’augurio che faccio a me stesso e ai
miei colleghi è quello di non sprecare
questa occasione nell’inutile caccia allo
“scoop”, ma di posizionarsi tra i fedeli e
attraverso questi, rispolverare il dovere
della testimonianza scevra da condizionamenti.
Non appena l’elicottero con a bordo il
Santo Padre si sarà levato in volo da
Punta Ristola, sono sicuro che le nostre
mani sulle tastiere dei computer saranno
tremolanti, ma il nostro cuore sarà fermo
sulla convinzione di scrivere un “pezzo”
irripetibile.
Mauro Ciardo
Sede: Via De Amicis, 5
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Benedetto XVI un volo
d’aquila sul cielo
di Santa Maria di Leuca
Benedetto XVI rende omaggio alla Vergine Maria De Finibus Terrae
Santa Maria di Leuca è in «fermento»: attende Benedetto XVI.
L’estremo Sud della Puglia, lambita dalle
acque dell’Adriatico e dello Ionio, si prepara a vivere lo straordinario, quanto insperato avvenimento, come un grande
dono venuto dal Cielo.
Essa accoglie il Papa dal sorriso semplice come quello di un fanciullo. Un sorriso protetto da uno schermo invisibile
che cala all’improvviso quasi a celare la
timida natura di un uomo dal pensiero
veloce, dall’intelligenza vivace e cristallina, difficile da inquadrare in schemi
“pensati” attesi, stereotipati.
Tutto in lui è imprevedibile... come è imprevedibile il soffio dello Spirito Santo.
È come se improvvisamente calasse sul
suo volto un velo di mistero che impedisce di intuire il suo pensiero, ciò che dirà, che farà... Pensiero che diviene limpido, trasparente, perciò scevro da ogni
compromesso, allorquando le sue parole, provenendo dalla Cattedra di Pietro,
divengono Enciclica.
Ecco, allora che il suo sorriso, velato da
una innata riservatezza, diventa concreto
nell’invito forte e deciso a non perdere di
vista la dignità della
vita, la sacralità della
creatura, l’armonia
del creato. Un invito
esplicito a non infangare la bellezza della
innocenza e a non
spegnere il sorriso
dei bimbi.
Il suo sguardo, che si
accende all’improvviso, diviene segno
visibile dell’Amore e
anche intimo bisogno di amare e di essere amato. Esso
esprime l’esigenza
umana di essere accolto nel cuore degli
uomini per continuare ad affermare e
confermare il servizio Pietrino.
Benedetto XVI con la sua fede limpida
come le acque del mare di Tiberiade e
forte come la roccia: «Tu sei Pietro e su
questa pietra edificherò la mia Chiesa»
(Mt. 15,18), incoraggia tutti a salire sulla
Barca del Pescatore di Galilea che apre
gli orizzonti sul mare della speranza:
“Spe Salvi”.
Benedetto XVI, testimonianza della croce salvifica di Cristo, vola verso le vette
della Teologia, ma anche verso i cieli azzurri del creato, dove ad attenderlo c’è
una umanità dolente, confusa, smarrita,
spesso incapace di guardare lontano, in
quanto senza speranza.
Il Teologo per eccellenza, che ama parlare della Verità e la trova nella Parola e
nella vita dell’uomo, cammina con passo
leggero, percorre le vie della vita con
l’autorità del Pastore, l’audacia di un
aquila e l’umiltà gioiosa che sgorga cristallina dalla Fede.
Squinzano, 14/3/2008
Aurora Guerrieri Romano
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21
Ieri come oggi tante
Non sono molte le donne scrittrici che
hanno trattato nelle loro opere del Salento. Che fossero nate nella nostra provincia o che venissero da fuori, è difficile
rintracciare nelle loro pagine la descrizione ammirata dei luoghi o l’entusiasmo di un viaggio nel sud. Perciò credo
utile riproporre la figura di Cesira Pozzolini, una toscana a noi molto vicina perché divenuta il 31 luglio del 1864 la moglie di Pietro Siciliani di Galatina, professore di filosofia all’Università di Bologna.
Fra le autrici del suo tempo può vantare
una lusinghiera bibliografia, la stima di
Capuana e Tommaseo, Vannucci e D’Ancona, ma soprattutto l’amicizia di Carducci. Personalmente me ne sono imbattuto nel recente contributo all’epistolario
di Giannina Milli, la poetessa improvvisatrice di Teramo (pag.88).
Qui interessa la sua passione per la nostra terra, ed il ricordo di Leuca, tanto vivo da dettare un passo di grande efficacia. L’impatto con le bellezze del Salento,
con il fascino dei piccoli paesi è lo stesso di Adele Savio in visita al canuto Castromediano e mi ha portato a considerare la differenza di carattere tra una torinese ed una fiorentina, anche se ammorbidito dal comune sentimento di amore.
La riflessione sul silenzio è una delle cose più straordinarie, dal momento che
non siamo più abituati ad ascoltarlo, e
come è vero che le voci del mare e del
vento giungono attutite lassù, in perfetta
sintonia con l’armonia universale!
L’esperienza unica dell’ascesa al faro, che
non è più possibile ripetere per i vincoli
creati dalla Marina Militare (ancora mia
madre potette farlo, ma non quelli della
mia generazione) è un trasparente simbolo religioso e l’anima si innalza fino a
Dio, accompagnata dal suono della campana. Finalmente il richiamo alla grecità
del Salento, all’isola grica che è perfettamente reso dal Galateo nel celebre Graeci sumus: un cortese omaggio di Donna
Cesira alle radici galatinesi del marito.
Queste le emozioni suscitate dall’escursione a Leuca, forse appuntate sul taccuino e poi riversate in uno dei suoi libri più famosi. Ma eccone il fedelissimo
resoconto.
“Dopo Otranto la terra si stringe sempre
più, forma una punta acuminata, e sull’ultimo promontorio detto volgarmente
Finibus terrae che ardito si slancia in
mezzo ai due mari – l’Jonio e l’Adriatico
– sorge il Santuario della Madonna di
Leuca presso le reliquie dell’antica città,
più volte riedificata e sempre distrutta
dai barbari, in mezzo ad aperta e fertilissima campagna popolata d’una infinità
d’allegri paeselli e di ville incantevoli.
Che veduta,che veduta meravigliosa dall’alto di quel fanale!
Il mare, da ogni parte sterminato, qua e
là s’increspa alla superficie per vaghissime correnti violacee o rossastre, e luccica, e scintilla come se una moltitudine di
pesciolini inargentati guizzassero irrequieti a fior d’acqua. Le onde dell’Adriatico par che s’affrettino liete a mescolarsi con quelle dell’Jonio; ma invano tenti
sorprenderne il misterioso vicendevole
amplesso.
E poi, che silenzio in quella solitudine
immensa!
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donne in visita a Leuca
Il monotono, l’eterno mormorio delle onde che obbedienti vengono a frangersi a’piè degli scogli, entra nell’armonia universale, e non distrae né divaga l’animo
attonito per la meraviglia. Lassù, in cima
al fanale, con l’Adriatico a sinistra e l’Jonio a destra, e la nereggiante scogliera del
promontorio che inaccessibile e baldanzosa si slancia in mezzo ai flutti sfidando
intrepida le ire dei due mari, si è come
fuori di noi, assorti in una contemplazione serena, in una estasi quasi divina…
Il tocco mesto e solenne della campana
del Santuario ci riscuote, e il pensiero
dell’infinito ci solleva a Dio…che fascino
esercitano sull’anima umana la solitudine dei monti e la quiete malinconica dell’aperto mare!
Da quella cima vertiginosa l’occhio spazia vagamente, e sempre più aguzzandosi cerca delineate all’estremo orizzonte le
colline lontanissime della Grecia e le
sparse isolette dell’Arcipelago mentre al
di là il Mediterraneo ceruleo e sconfinato si stende fino alle coste dell’Africa, e
tra il sud e l’ovest scorge disegnati appena sul purissimo cielo i monti lontani
dell’estrema Calabria.
Che ampiezza di mare e di orizzonte! E
quante memorie non rifioriscon nella
mente di chi ripensi alle origini greche e
romane delle quali nel vivente linguag-
gio e nei costumi e nelle abitudini e nelle usanze di tutta quanta la provincia rimangono tracce infinite: memorie di civiltà succedutesi le une alle altre: memorie di Elleni, Tirreni, Osci e Pelasgi primamente approdati nella Peucezia: memorie di antiche e continue invasioni
barbariche!...”
Quando Donna Cesira venne nel Salento, prima del 1880, era Papa, con il nome di Leone XIII, il celebre Gioacchino
Pecci, autore dell’enciclica Rerum novarum, e se non è possibile saperne molto
di più sulle sue opinioni in materia di religione, è certo che ella fu tra le poche
ad aver lasciato traccia di un memorabile viaggio di fede. Oggi le cose sono radicalmente cambiate e sono tante le donne che partecipano attivamente alla vita
della chiesa: se pensiamo ai viaggi degli
ultimi Papi in Italia e nel mondo, sono in
grande aumento, almeno a quello che è
riportato dalla stampa. Anche nella sua
visita a Leuca Benedetto XVI sarà accolto e accompagnato da tantissime rappresentanti del gentil sesso. In un certo senso la Pozzolini è un po’ tutte loro, con
un anticipo più che secolare.
È il senso dell’omaggio che ho voluto tributarle, con questo breve ricordo.
Alessandro Laporta
IL PROGRAMMA DELLA VISITA
15,00 Partenza dal Vaticano in auto per Ciampino
15,30 Partenza dell’aereo dall’aeroporto di Ciampino per Galatina
16,30 Arrivo all’aeroporto militare di Galatina e partenza in elicottero
per Leuca
16,50 Arrivo a Leuca - Punta Ristola, dove lo attendono il Vescovo di
Ugento mons. Vito De Grisantis, il rappresentante del Governo italiano, l’ambasciatore italiano presso la Santa Sede Antonio Zanardi Landi, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, il Prefetto di Lecce Gianfranco Casilli, il Presidente della Provincia di
Lecce Giovanni Pellegrino, il Sindaco di Castrignano del Capo Antonio Ferraro, il Nunzio Apostolico in Italia mons. Giuseppe Bertello. Partenza del corteo papale, con tre auto lungo il percorso del
lungomare Cristoforo Colombo di Leuca con passaggio presso il
porto turistico.
17,10 Arrivo al Santuario, dove lo accoglierà il rettore del Santuario; preghiera del Papa davanti all’altare della Madonna; preparazione
per la Santa Messa.
17,30 Inizio celebrazione eucaristica, con saluti del vesvono di UgentoSanta Maria di Leuca
19,15 Partenza del Papa per Punta Ristola da dove l’elicottero per Brindisi partirà alle 19,30.
23
Rinnovato
il sito internet
della Basilica
di Leuca
In vista della visita del Santo Padre a
Leuca, il 14 giugno prossimo, rinnovato il sito internet della Basilica di Leuca all’indirizzo www.basilicaleuca.it.
Il sito internet è il primo approdo virtuale per chi vuole conoscere la Basilica di Leuca offrendo ai navigatori in
rete notizie, itinerari turistici ed appuntamenti.
In primo piano la visita del Santo Padre con notizie, approfondimenti e la
rassegna stampa.
Tappa per tappa viene illustrato l’itinerario della Peregrinatio Mariae “Stella
del Mare e della Speranza” nei comuni
della diocesi.
Nella “Vita della Basilica” tutte le notizie sugli avvenimenti religiosi e culturali che si svolgono sul piazzale e nella chiesa.
Ampio spazio alla storia della Basilica
che ha visto nei secoli la furia devastatrice dei turchi e dei saraceni. Un viaggio
all’interno della chiesa ci porta a scoprire i quadri esistenti, la Cappella della
Madonna, la Cappella del Santissimo e i
vetri istoriati.
Ricca la sezione dedicata all’editoria: con
la descrizione di tutte le pubblicazioni in
commercio dedicate a Leuca e alla sua
Basilica.
Ci sono poi le notizie utili: orari delle
messe, recapiti, feste sul piazzale.
Il sito offre, anche, un ricco itinerario turistico. Si parte con il presentare il promontorio Japigeo, per poi trasferirsi a
Leuca con la storia della Chiesa di Cristo
Re e la storia della Marina. Questa sezione si chiude con un viaggio nei comuni
vicini.
Si ha inoltre la possibilità di conoscere le
strutture e le opere esistenti: la “Casa
Maris Stella”, destinata ad ospitare i
pellegrini nel periodo estivo e la
“Casa del Clero e dell’Anziano”.
Negli ultimi anni il comples-
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so della Basilica di Leuca si è arricchito
di importanti opere come la Monumentale Via Crucis, il Museum “Vito Mele” e
di prossima realizzazione la Pinacoteca.
Ampio risalto anche al periodico della
Basilica “Verso l’Avvenire” che si può
scaricare in formato Pdf, all’Associazione
Mariana “Alfieri di Maria”, fondata da
Mons. Ruotolo ed infine alla congregazione delle suore “Figlie di Santa Maria
di Leuca”.
Il sito, a cura di Michele Rosafio, con testi di Mons. Giuseppe Stendardo e Padre
Corrado Marciano, è arricchito da più di
200 foto.
“Tutto questo è stato fatto–spiega Mons.
Giuseppe Stendardo Rettore-Parroco
della Basilica– per venire incontro alle richieste dei numerosi fedeli che giungono
alla Basilica di Leuca da ogni parte del
mondo per salutare la Madonna “de Finibus Terrae”.
Michele Rosafio
Filiale di Santa Maria di Leuca
Via Cristoforo Colombo, 35 - tel. 0833 758 931 - fax 0833 758 000
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